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Clicca qui - Associazione Museke Onlus
PASQUA 2015 NUMERO 28
“Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2 DCB Brescia”
MUSEKE
Pasqua, nuova alleanza d’amore
Nella trascendenza la vera liberazione
Nel maggio prossimo verrà beatificato a San
Salvador Oscar Romero, un testimone della
chiesa povera per i poveri, ucciso nel 1980, il
24 marzo, data questa consacrata al ricordo
dei martiri che ogni anno vengono uccisi in
odio alla fede, come le tre suore saveriane in
Burundi, nel settembre 2014.
Il Monsenor salvadoregno il giorno prima
di essere ucciso, nell’ omelia quaresimale
sottolineava come Dio applichi il suo progetto
nella storia, per fare della storia dei popoli la
sua storia di salvezza, auspicando la chiesa un
servizio di liberazione personale, comunitaria,
trascendente.
Questi tre ultimi aggettivi possono costituire
anche oggi il nostro percorso di fede pasquale,
perché quel sangue assieme a quello di tutti
cristiani martiri dei nostri giorni possa essere
semente di vita.
Prima di tutto bisogna liberare la dignità della
persona; Dio poi vuole salvare tutto il popolo
e ogni uomo; infine la trascendenza dà alla
liberazione la sua vera e definitiva dimensione.
Questo è Pasqua: esodo, liberazione, alleanza che
dal deserto arido di tante nostre azioni e giorni
ci conduce al giardino del bene e trasfigurati
dal Trasfigurato, siamo chiamati a pulire il
tempio del nostro cuore, aprendoci all’amore,
donandoci agli altri.
Mistero d’amore, quello della Pasqua e della
Resurrezione di Gesù, simboleggiato nella croce
che, benché fiorita e rilucente sempre di croce
si tratta. La parola di Gesù risorto chiama le
donne e i discepoli alle periferie della Galilea
e a non restare a Gelusalemme, luogo della
sepoltura, del lutto, del dolore; comincia una
vita nuova. E con quella la nuova creazione,
un nuovo esodo, una nuova alleanza d’amore
sono davanti a noi.
Il bianco telo sindonico diventa flusso di luce
continua a pagina 8
Notiziario
dell’associazione
Museke O.N.L.U.S.
Via Brescia, 10
25014 Castenedolo (Brescia) ITALIA
Tel. e Fax +39 030 2130053
Cell. +39 349 8832835
sommario
Nella trascendenza
1
la vera liberazione
Testimonianze: Guardare il mondo
con gli occhi della Provvidenza 2
Progetti:
Discorso inaugurazione
Ringraziamenti:
Un grazie di cuore a Museke
Scaffale: Il sale della terra
Notizie:
“La prima volta in Africa!”
Diario di un viaggio
nel paese di mille colline
3
4
5
6
7
testimonianze
notizie
MUSEKE
Al di là delle indubbie difficoltà della vita…
Guardare il mondo con gli occhi della Provvidenza
Chi non ha avuto giornate o periodi della propria vita nei quali la
mente ed il cuore sembrano sopraffatti da timore, scoramento ed
inquietudine? Il susseguirsi di drammatiche notizie dal mondo che
sembra essere più facilmente culla dell’odio che non dell’amore;
la malattia che ci colpisce o colpisce persone care, quelle persone
che sentiamo parte di noi stessi; le nuove povertà economiche e
relazionali che colpiscono molte famiglie; le mille contraddizioni
di una società che appare guidata dalle regole del denaro e apparentemente incapace di porre al centro l’uomo.
Incombe dunque il pericolo del pessimismo che preclude le
opportunità trasformandole in pericoli e della paura che ci rende
sacerdoti e leviti che ignorano quell’uomo ferito sulla strada tra
Gerusalemme e Gerico.
Spesso le vittime di questi sentimenti negativi, nelle piazze reali dei
nostri paesi o nelle piazze virtuali di internet, concentrano i loro
sguardi monoculari e le loro conversazioni unilaterali sulle cose che
non vanno e sulle colpe degli altri. Si crea una comunità trasversale
senza limiti d’età, sesso o ceto sociale che non sa più guardare oltre.
Già oltre…perché al di là delle indubbie difficoltà della vita esiste
un modo di vedere la realtà delle cose sotto una luce che può
stravolgerne la percezione e che può ridare fiducia, speranza nel
futuro che ci attende e nella Provvidenza.
Papa Francesco ci ricorda che “ la Provvidenza di Dio passa attraverso
il nostro servizio agli altri, il nostro condividere con gli altri“. “È
meglio condividere, perché noi portiamo in Cielo soltanto quello che
abbiamo condiviso con gli altri”.
Se vogliamo, con occhi nuovi, tutti possiamo vedere gli esempi
viventi di chi operando, fiducioso nella Provvidenza, torna a dare
senso a tutto. Persone che sanno affrontare, affidandosi alla volontà
del Signore, la malattia con il sorriso consolando i propri cari e
non chiudendosi nel dolore; famiglie che superano crisi e difficoltà
rafforzando l’unione; popoli che schiacciati da innumerevoli
difficoltà generano eroi e martiri.
Allora, nella prossima beatificazione di Mons. Oscar Romero,
si vede la realizzazione del sogno per un popolo; la speranza si fa
realtà, nel ricevere la prima fotografia di un bimbo che dorme nei
lettini della nuova casa che, grazie al contributo di tanti, Museke
ha potuto realizzare in Burundi per la comunità Abahoza; non si
può non restare affascinati dall’incontro di giovani ragazze come
Jennifer e Anna che, lasciando le comodità di casa, prestano la loro
opera a favore degli ultimi.
Sta dunque a ciascuno di noi scegliere come guardare il mondo e
di conseguenza se unirci al lamento della piazza o essere operatori
fiduciosi pronti a condividere il nostro con gli altri.
pagina
02
Giacomo Marniga
notizie
progetti
MUSEKE
Una nuova casa per i bambini orfani di Gitega
Discorso inaugurazione
Buongiorno a tutti,
ringrazio le Suore Abahoza di questa meravigliosa accoglienza e ringrazio in modo particolare il Vescovo Mons.
Simone per aver trovato il tempo per inaugurare quest’ultima opera di Museke.
Forse vi sarete chieste perché, tra le numerose realtà e bisogni del Burundi, Museke ha scelto di aiutare proprio voi.
Fin dal nostro primo incontro ho trovato in voi una grande
umiltà, un forte spirito di povertà e tanta voglia di fare.
Lo Spirito Santo soffia dove vuole ed è così che ci ha fatto
incontrare. Da quel giorno ho pensato che Museke avrebbe
potuto dare un piccolo aiuto, un segno di solidarietà verso
una comunità tanto bisognosa e meritevole.
Ora l’opera è terminata ma non contano solo le mura! Vi
invito a continuare nel vostro lavoro quotidiano secondo
le necessità, migliorando di giorno in giorno questo grande
progetto.
Sforzatevi di arricchire la vostra vita comunitaria con la
pagina
parola di Dio e con la formazione. Solo così potrete crescere
ed educare in modo completo tutti i bambini che ospitate.
Una formazione adeguata vi aiuterà a far crescere anche
la vostra congregazione, ad avere più vocazioni e vi sarà di
supporto nell’opera di evangelizzazione.
Il carisma della vostra congregazione è l’assistenza ai malati.
Mi permetto allora di darvi un consiglio: continuate a
prestare questo servizio importante, fatelo sempre con
amore ma abituatevi a chiedere un piccolo contributo.
Le offerte non saranno per voi come singole suore ma per
le esigenze della vostra congregazione, per i bambini che
ospitate, per la scuola e la vostra casa.
Coraggio! Il cammino è lungo, ma il Signore è con voi.
La continuità è molto importante per noi e sono certa
che la grande forza di volontà riuscirà a portarlo avanti
nel modo migliore.
Restate unite. L’unità fa la forza. Museke, sempre in comunione col vescovo Simone, vi sarà vicino.
Enrica
03
ringraziamenti
notizie
MUSEKE
La riconoscenza delle suore Abahoza
Un grazie di cuore a Museke
Suor Prisca Nona, prima dei ringraziamenti in occasione
dell’inaugurazione della casa Abahoza, spiega brevemente
l’inizio dell’apostolato della sua congregazione ad opera
della giovane Consolata Niyonkuru che ha sentito il
desiderio di assistere gli ammalati negli ospedali e i loro
piccoli orfani.
A poco a poco altre giovani si unirono a lei e per essere vicine all’ospedale affittarono una casa a Mushasha. Quando
alcuni ammalati morirono, accolsero i loro bimbi rimasti
orfani; per vivere si dedicarono al faticoso lavoro dei campi.
Furono via via aiutate da persone generose ed anche il
sindaco del posto diede loro un sostegno. Ma con il passar
degli anni la casa divenne sempre più inabitabile.
Ora, con l’intervento di Museke, ne hanno una nuova.
Suor Prisca durante l’inaugurazione ringrazia con queste
parole:
rica e collaboratori Museke,
Alle autorità religiose e civili, ad En
za), ai bimbi e a tutti i presenti
Alle consorelle Bene Faustina (Abaho
Pace in Cristo
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Enrica e tutti quelli che hanno parteci
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Ringrazio con il cuo
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e ringraziare il Signore e lo invoch
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alla costruzione di
generosità .
affinché Lui possa aumentare la loro
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cominciare da coloro che hanno sost
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Ringraziamo la Ch
la giovane Consolata Niyonkuru.
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e attenzione e ringraziamo i sacerdo
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Ringraziamo l’at
apostolato.
ci ha donato per seguirci nel nostro
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di Gitega e in particolar modo il sin
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Ringraziamo anc
attuale , qui presente.
che ci hanno permesso di conoscere
Ringraziamo le suore Bene Mariya
Enrica e i suoi collaboratori.
Ringraziamo tutti i presenti
essità di
sono tanti. Ora sentiamo la forte nec
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Carissimi ospiti,
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onarci e di continuare con noi l’assist
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di questi orfani.
ie di Santa Faustina
onsabile della vita fraterna delle figl
resp
La
Prisca Nona
pagina
04
notizie
scaffale
MUSEKE
Il sale della terra
• GENERE: Biografico, Documentario
• ANNO: 2014
• REGIA: Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado
• FOTOGRAFIA: Hugo Barbier, Juliano Ribeiro Salgado
• MONTAGGIO: Maxine Goedicke, Rob Myers
• PRODUZIONE: Decia Films, Solares Fondazione delle
Arti, Amazonas Images
• DISTRIBUZIONE: Officine UBU
• PAESE: Brasile, Francia, Italia
• DURATA: 100 Min
Le fotografie di Sebastião Salgado urlano. Sono così
spiazzanti nella loro brutale semplicità bianca e nera da
togliere all’osservatore la parola e suscitare al contempo un
moto profondissimo nel suo animo. Non si può rimanere
indifferenti di fronte ad esse.
Questo grande artista di fama internazionale, nato nel
1944 in Brasile ad Aimorés, nello stato di Minas Gerais,
da cui partì ancora adolescente, ha fatto della sua vita
una testimonianza. Ha trasformato la propria esistenza in
viaggio per realizzare attraverso le immagini un sublime
ritratto dell’umanità nella sua interezza e nel suo costante
cambiamento.
Il sale della terra è il documentario che narra di questo
straordinario ed avventuroso percorso, portandoci negli
angoli più remoti del globo e di fronte alle tragedie più
terribili degli ultimi quarant’anni. Salgado ci viene qui
svelato dallo sguardo del figlio Juliano Ribeiro Salgado,
che l’ha accompagnato nei suoi ultimi viaggi, e da quello
di Wim Wenders, fotografo egli stesso oltre che regista.
Salgado, sempre incoraggiato dalla moglie Lelia, che ha
pagina
ispirato ogni suo progetto, racconta le storie della parte più
nascosta del mondo e della società, raccontando l’avidità
di milioni di ricercatori d’oro brasiliani sprofondati nella
più grande miniera a cielo aperto del mondo, denunciando
i genocidi africani, tra cui quello ruandese, immortalando i
pozzi di petrolio incendiati in Medio Oriente, analizzando
i mestieri e il mondo industriale dismesso. Di fronte all’immensità della miseria umana, a scempi causati dalla violenza
più brutale, a carestie e migrazioni di massa, Salgado ha
trovato pace ed equilibrio solo nella bellezza della natura.
Spogliate dalla distrazione del colore, le sue fotografie
attestano la conoscenza precisa dei luoghi e la relazione
di prossimità ed empatia che l’artista intrattiene con gli
altri grazie ad un atteggiamento di totale umiltà. La sua
arte arriva dentro alle cose perché nasce dall’osservazione
di quel fenomeno naturale che è la vita umana. Salgado è
infatti un fotografo della verità, essendo stato capace di
cogliere nei suoi scatti l’essenza dell’uomo in tutte le sue
sfumature. Non a caso ciò che, a mio giudizio, colpisce
maggiormente nelle sue immagini sono gli occhi della
gente catturati in attimi fugaci e pieni. Da quegli sguardi
traspaiono i sentimenti più diversi, le emozioni più estreme
ed il dolore stesso dell’esistenza.
Il sale della terra risulta essere così un documentario monumentale che non solo traccia l’itinerario artistico e umano
del fotografo brasiliano, ma rappresenta anche un’opera
sullo splendore del mondo e sull’irragionevolezza umana
che rischia di spegnerlo.
Anna Poli
05
notizie
notizie
MUSEKE
“La prima volta in Burundi?”
“La prima volta in Africa!”
Un po’ come Don Luigi Mazzucato
del CUAMM che chiama i suoi medici all’ultimo minuto per partire per
l’Africa, anche io ho ricevuto la mia
telefonata da Enrica Lombardi, un’opportunità da non perdere: 12 giorni in
Burundi per tirare le fila dei progetti
in corso e per darmi un assaggio di
un’eventuale futura permanenza.
Conoscendo poco dell’Associazione
Museke e nulla del Burundi, nel giro
di poco tempo mi sono immersa in
colline verdi su strade di terra rossa
che fanno saltellare la macchina,
donne che con estrema eleganza
portano sulla testa cesti giganteschi
e uomini sorridenti che pedalano trasportando persone o qualsiasi altra
cosa. E i bambini, quei bambini dagli
occhi grandi che vedendoci urlavano
“UMUZUNGO! UMUZUNGO!”
(un bianco! un bianco!). Non mi
aspettavo di trovare questo e molto
altro in un piccolo stato nel cuore
dell’Africa.
Arrivate a Gitega a casa Museke riceviamo la splendida accoglienza delle
suore Bene Maria, dimentichiamo
subito la stanchezza del viaggio e ci
riempiamo lo spirito con i loro sorrisi.
La prima visita è stata all’orfanotrofio
della Congregazione Bene Faustine
(Abahoza) dove siamo state accolte
dagli abbracci delle suore che stavano
preparando il cortile per la benedizione della casa che si è tenuta il 2
gennaio 2015. Presto i bambini inizieranno a dormire nei lettini nuovi e
ad usufruire di servizi igienici e docce.
I giorni seguenti ho avuto modo di
vedere le altre opere costruite e supportate dall’Associazione Museke
negli anni. È stato fatto molto per
questa popolazione e sono certa che
si continuerà a fare altrettanto.
Come futura Assistente Sanitaria
fresca di concetti relativi all’igiene
e alla prevenzione ho cercato fin
dall’inizio di definire il mio ruolo in
questo contesto. Visitando passavo da
situazioni in cui, per le possibilità e
le risorse del luogo, tutto sommato
qualcosa di positivo viene fatto (ad
esempio il vicino dispensario Centre
de Santé Mushasha o l’ospedale di
Kiremba), ad altre che mi lasciavano
perplessa in quanto mancano le basi, le
risorse e la formazione per l’eventuale
costruzione di un progetto. In così
poco tempo sono riuscita a rendermi
conto di quanto siano diversi i vari
punti di vista, di quanto spesso diamo
per scontati certi ragionamenti e comportamenti, quando invece bisognerebbe fermarsi ed ascoltare. Ascoltare
pagina
06
i bisogni di questo popolo senza avere
la presunzione di rilevare problemi ed
impostare progetti “all’occidentale”.
Nonostante la grande gioia e serenità
che solo loro sanno trasmettere non si
può restare indifferenti alle sofferenze
che affrontano ogni giorno, ai tassi
di mortalità tra i più alti al mondo
(spesso a causa di malattie prevenibili), e all’innumerevole numero di
piccoli orfani che porta la popolazione
ad essere costituita quasi al 50% da
bambini di 0-14 anni.
Mi aspettano giorni di riflessione
nell’attesa di poter condividere con
l’Associazione Museke le idee e i progetti futuri.
Debora Pelleri
notizie
notizie
MUSEKE
Un’esperienza indimenticabile
Diario di un viaggio nel paese di mille colline
Dopo tanti anni di partecipazione nel consiglio dell’associazione Museke, ho
deciso sotto la spinta di Enrica, di partecipare al viaggio in Burundi nel periodo
di Natale. C’era tanta emozione ed aspettativa, perchè finalmente riuscivo a
vedere il paese, le persone e i progetti di cui l’associazione è artefice.
Per cui il 26 Dicembre di mattina presto, con una profusione di valigie contenenti
le più svariate merci (sin il famoso arrosto con “mico”) Enrica, Rosa, Debora ed
io partiamo via Bruxelles per Bujumbura. Arrivate in aeroporto ci siamo subito
scontrate con la burocrazia burundese, per ottenere il visto abbiamo impiegato
più di un’ora, ma poi via libera e con suor Cecilia siamo andate con Thierry,
l’autista, a casa La Par per la notte.
La mattina si parte per Gitega. Ho potuto subito ammirare quanto è suggestivo
il paesaggio burundese con le colline che si susseguono a zone semi paludose, le
Marée, dove si coltiva prevalentemente il riso.
Sulla strada si incontrano tante persone soprattutto in bicicletta con carichi che
superano ogni legge fisica, ma anche a piedi con i medesimi carichi, ma sulla testa.
Arrivati a casa Museke le suore e le novizie ci hanno accolte con canti, balli e con
dei bei fiori nelle nostre stanze. Casa Museke è una struttura veramente bella
molto accogliente e ben tenuta.
Dal pomeriggio sono cominciate le visite delle persone che a vario titolo avevano
conosciuto Enrica e Rosa e venivano quindi a salutarle, a chiedere consigli e a
perorare cause. Enrica quasi ogni giorno, con l’aiuto di suor Cecilia, ha ascoltato,
partecipato ed accolto. Veramente un gran lavoro!
Nei giorni successivi siamo andate a vedere i vari progetti in corso e quelli invece
finiti. Uno di questi il dormitorio delle suore Abahoza è veramente bellissimo,
Theogene, il costruttore, ha fatto un lavoro mirabile. Lo abbiamo inaugurato
il 2 Gennaio con una festa cui hanno partecipato tante persone ed in particolare
ci ha onorato della sua presenza il vescovo di Gitega Monsignor Simon che ha
celebrato la messa ed in seguito ha benedetto la struttura, non trascurando i bagni
che ha definito molto importanti in Africa! Abbiamo poi visitato l’orfanatrofio
di Nazareth, onestamente non immaginavo potesse essere così grande e abitato
da tanti bambini di tutte le età, infatti vi era appena arrivata una bambina di
appena tre giorni. La situazione che abbiamo trovato, sotto il profilo igienico
era molto buona, l’asilo funzionava bene anche se qualche miglioramento si
potrebbe ancora fare. La cosa che mi ha colpito di più è la quantità di cibo che
questi bambini riescono a mangiare in un solo pasto, ci credo che sono belli paffuti!
Siamo andate a visitare anche l’ospedale di Kiremba passando per Ngozi con
una strada dal punto di vista del paesaggio ancora più bella e suggestiva, anche se
non asfaltata, era ben percorribile. La strada che invece si dirama per Kiremba
è veramente brutta e piena di buche. Abbiamo alloggiato dalle suore Ancelle e
abbiamo fatto conoscenza con suor Stefania, persona splendida sotto ogni profilo.
Con lei visitiamo l’ospedale, molto grande e organizzato e le persone che vi lavorano
riescono a fare dei miracoli anche quando la tecnologia li abbandona. Per esempio
pagina
abbiamo visto gli uomini della lavanderia che lavavano tutto a mano, perchè le
lavatrici industriali si erano rotte, un lavoro massacrante!
I reparti sono grandi ed ariosi, le camerate a sei posti sono con veri letti, materassi e
lenzuola forniti dall’ospedale. All’interno tutta l’umanità che si può immaginare,
un colpo al cuore anche se si è preparati. Nel reparto pediatrico, sicuramente il
più affollato, sotto i nostri occhi muore un bimbo e non riuscirò a dimenticare
facilmente lo sguardo della mamma, un misto di rassegnazione e impotenza,
ma con tanta tanta dignità e tutto senza una lacrima. Ho molto ammirato suor
Stefania che col suo tatto meraviglioso, è riuscita ad avvicinarla e consolarla.
Negli ambulatori con una specializzanda di Verona, Fulvia, vediamo alcuni casi
particolari tra cui uno di lebbra, malattia ormai debellata da noi. Il giorno dopo
incontriamo Luciano, che ha dedicato la sua vita dopo la pensione alla gente di
Kiremba ed a una popolazione, i Batua, che vivono sulle colline circostanti, con
lui, Debora ed io andiamo a visitarli. È riuscito a creare un villaggio e ancora
adesso cerca di coinvolgerli in attività lavorative migliorando anche l’igiene.
Personaggio eclettico e molto particolare.
Tornate a “casa” a Gitega rimangono ancora giorni per visitare il dispensario di
Mushasha, recentemente ristrutturato, molto bello, funzionale ed organizzato.
Vi si trova una sala parto ben attrezzata, ambulatori per mamme e bambini
e anche un laboratorio per analisi all’avanguardia, lo dirige suor Felicité, con
la supervisione di Marta, che mi è sembrata molto competente e una buona
organizzatrice.
In questi giorni rincontriamo anche più volte Monsignor Simon, il quale ci
accoglie con molta gentilezza e con lui parliamo della situazione politica attuale
del Burundi. Egli si mostra preoccupato per il clima che si sta preparando per le
elezioni politiche di quest’anno e ci invita a non organizzare viaggi sino almeno
al prossimo inverno.
Il penultimo giorno ho avuto la gioia di incontrare il bambino che ho in adozione
a distanza. Suor Goretti, Thierry ed io dopo un vero viaggio su una strada impossibile sulle colline vicino Gitega abbiamo incontrato Cedric e la sua famiglia. Mi
sono emozionata poiché è un bambino sfortunato, disabile da quand’era piccolo
e non può assolutamente camminare, ma intelligente e sveglio. Sono riuscita a
comunicare grazie a suor Goretti e a grandi sorrisi e sguardi.
Tornati a casa in Italia, mi sono resa conto che il mio viaggio, le persone e le
realtà che ho incontrato, mi hanno sicuramente aiutato a riscoprire il mio lato
più intimo, legato alla vita semplice, fatta di piccoli grandi valori, agli occhi di
un occidentale forse sciocchi, ma fondamentali per una vita piena di emozioni.
Mi ha fatto pensare che anche noi dovremmo accettare di più gli eventi delle
cose e a non combatterli. La natura ci insegna che la bellezza è il passaggio,
l’attraversamento, l’intera esistenza. Ed è allora che la vecchiaia è bella come
la gioventù e la morte si può guardare con un po’ più di lucidità.
Clelia Pellegrini
07
Auguri di buona Pasqua
Pasika nziza
Joyeuses Pâques
Feliz Pascua
prosegue da pagina 1
che esce dalla fredda tomba e inonda di
presenza il quotidiano delle nostre esistenze. Certo, ancora segnate da sofferenza,
incapacità di convivere, tragedie umanitarie… ma il nostro sguardo è cambiato: lo
scoraggiamento fa spazio alla speranza, lo
smacco e la caduta diventano trampolino
per nuove riprese, ogni persona diventa
risorsa e amico possibile, non ostacolo o
potenziale nemico. Perché? Perché abitati
da una Presenza, quella del Risorto che vive
per sempre, in eterno. Egli ci precede nella
galilea dalle nostre contraddizioni e delle
nostre morti come segno di misericordia e
di vita, come viatico per le nostre fragilità
e farmaco d’immortalità ci aspetta nella
pienezza del cielo.
Buona Pasqua di risurrezione e di vita, di
liberazione e di speranza, di presenza per
un mondo di fraternità e di pace.
Auguri.
Don Roberto
x
1000
5
il modo più semplice
e diretto per sostenere
i nostri progetti
COME
PUOI
AIUTARCI
Progetto Amata
(fornitura di latte in Polvere) con donazione di
Progetto Nderanseke
(educami e sarò felice) quota annuale
Progetto Gateka
(ridare dignita ai disabili) quota annuale
Direttore Responsabile: Gabriele Filippini
Direttore Editoriale: Roberto Lombardi
Grafica: Nadir 2.0 - Ciliverghe di Mazzano (Bs)
Stampa: Euroteam - Nuvolera (Bs)
Autorizzazione del Tribunale di Brescia N. 30 del 16/09/2006
Editore: Associazione Museke Onlus - Via Brescia, 10 - Castenedolo (Bs)
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