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PASQUA 2015 NUMERO 28 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2 DCB Brescia” MUSEKE Pasqua, nuova alleanza d’amore Nella trascendenza la vera liberazione Nel maggio prossimo verrà beatificato a San Salvador Oscar Romero, un testimone della chiesa povera per i poveri, ucciso nel 1980, il 24 marzo, data questa consacrata al ricordo dei martiri che ogni anno vengono uccisi in odio alla fede, come le tre suore saveriane in Burundi, nel settembre 2014. Il Monsenor salvadoregno il giorno prima di essere ucciso, nell’ omelia quaresimale sottolineava come Dio applichi il suo progetto nella storia, per fare della storia dei popoli la sua storia di salvezza, auspicando la chiesa un servizio di liberazione personale, comunitaria, trascendente. Questi tre ultimi aggettivi possono costituire anche oggi il nostro percorso di fede pasquale, perché quel sangue assieme a quello di tutti cristiani martiri dei nostri giorni possa essere semente di vita. Prima di tutto bisogna liberare la dignità della persona; Dio poi vuole salvare tutto il popolo e ogni uomo; infine la trascendenza dà alla liberazione la sua vera e definitiva dimensione. Questo è Pasqua: esodo, liberazione, alleanza che dal deserto arido di tante nostre azioni e giorni ci conduce al giardino del bene e trasfigurati dal Trasfigurato, siamo chiamati a pulire il tempio del nostro cuore, aprendoci all’amore, donandoci agli altri. Mistero d’amore, quello della Pasqua e della Resurrezione di Gesù, simboleggiato nella croce che, benché fiorita e rilucente sempre di croce si tratta. La parola di Gesù risorto chiama le donne e i discepoli alle periferie della Galilea e a non restare a Gelusalemme, luogo della sepoltura, del lutto, del dolore; comincia una vita nuova. E con quella la nuova creazione, un nuovo esodo, una nuova alleanza d’amore sono davanti a noi. Il bianco telo sindonico diventa flusso di luce continua a pagina 8 Notiziario dell’associazione Museke O.N.L.U.S. Via Brescia, 10 25014 Castenedolo (Brescia) ITALIA Tel. e Fax +39 030 2130053 Cell. +39 349 8832835 sommario Nella trascendenza 1 la vera liberazione Testimonianze: Guardare il mondo con gli occhi della Provvidenza 2 Progetti: Discorso inaugurazione Ringraziamenti: Un grazie di cuore a Museke Scaffale: Il sale della terra Notizie: “La prima volta in Africa!” Diario di un viaggio nel paese di mille colline 3 4 5 6 7 testimonianze notizie MUSEKE Al di là delle indubbie difficoltà della vita… Guardare il mondo con gli occhi della Provvidenza Chi non ha avuto giornate o periodi della propria vita nei quali la mente ed il cuore sembrano sopraffatti da timore, scoramento ed inquietudine? Il susseguirsi di drammatiche notizie dal mondo che sembra essere più facilmente culla dell’odio che non dell’amore; la malattia che ci colpisce o colpisce persone care, quelle persone che sentiamo parte di noi stessi; le nuove povertà economiche e relazionali che colpiscono molte famiglie; le mille contraddizioni di una società che appare guidata dalle regole del denaro e apparentemente incapace di porre al centro l’uomo. Incombe dunque il pericolo del pessimismo che preclude le opportunità trasformandole in pericoli e della paura che ci rende sacerdoti e leviti che ignorano quell’uomo ferito sulla strada tra Gerusalemme e Gerico. Spesso le vittime di questi sentimenti negativi, nelle piazze reali dei nostri paesi o nelle piazze virtuali di internet, concentrano i loro sguardi monoculari e le loro conversazioni unilaterali sulle cose che non vanno e sulle colpe degli altri. Si crea una comunità trasversale senza limiti d’età, sesso o ceto sociale che non sa più guardare oltre. Già oltre…perché al di là delle indubbie difficoltà della vita esiste un modo di vedere la realtà delle cose sotto una luce che può stravolgerne la percezione e che può ridare fiducia, speranza nel futuro che ci attende e nella Provvidenza. Papa Francesco ci ricorda che “ la Provvidenza di Dio passa attraverso il nostro servizio agli altri, il nostro condividere con gli altri“. “È meglio condividere, perché noi portiamo in Cielo soltanto quello che abbiamo condiviso con gli altri”. Se vogliamo, con occhi nuovi, tutti possiamo vedere gli esempi viventi di chi operando, fiducioso nella Provvidenza, torna a dare senso a tutto. Persone che sanno affrontare, affidandosi alla volontà del Signore, la malattia con il sorriso consolando i propri cari e non chiudendosi nel dolore; famiglie che superano crisi e difficoltà rafforzando l’unione; popoli che schiacciati da innumerevoli difficoltà generano eroi e martiri. Allora, nella prossima beatificazione di Mons. Oscar Romero, si vede la realizzazione del sogno per un popolo; la speranza si fa realtà, nel ricevere la prima fotografia di un bimbo che dorme nei lettini della nuova casa che, grazie al contributo di tanti, Museke ha potuto realizzare in Burundi per la comunità Abahoza; non si può non restare affascinati dall’incontro di giovani ragazze come Jennifer e Anna che, lasciando le comodità di casa, prestano la loro opera a favore degli ultimi. Sta dunque a ciascuno di noi scegliere come guardare il mondo e di conseguenza se unirci al lamento della piazza o essere operatori fiduciosi pronti a condividere il nostro con gli altri. pagina 02 Giacomo Marniga notizie progetti MUSEKE Una nuova casa per i bambini orfani di Gitega Discorso inaugurazione Buongiorno a tutti, ringrazio le Suore Abahoza di questa meravigliosa accoglienza e ringrazio in modo particolare il Vescovo Mons. Simone per aver trovato il tempo per inaugurare quest’ultima opera di Museke. Forse vi sarete chieste perché, tra le numerose realtà e bisogni del Burundi, Museke ha scelto di aiutare proprio voi. Fin dal nostro primo incontro ho trovato in voi una grande umiltà, un forte spirito di povertà e tanta voglia di fare. Lo Spirito Santo soffia dove vuole ed è così che ci ha fatto incontrare. Da quel giorno ho pensato che Museke avrebbe potuto dare un piccolo aiuto, un segno di solidarietà verso una comunità tanto bisognosa e meritevole. Ora l’opera è terminata ma non contano solo le mura! Vi invito a continuare nel vostro lavoro quotidiano secondo le necessità, migliorando di giorno in giorno questo grande progetto. Sforzatevi di arricchire la vostra vita comunitaria con la pagina parola di Dio e con la formazione. Solo così potrete crescere ed educare in modo completo tutti i bambini che ospitate. Una formazione adeguata vi aiuterà a far crescere anche la vostra congregazione, ad avere più vocazioni e vi sarà di supporto nell’opera di evangelizzazione. Il carisma della vostra congregazione è l’assistenza ai malati. Mi permetto allora di darvi un consiglio: continuate a prestare questo servizio importante, fatelo sempre con amore ma abituatevi a chiedere un piccolo contributo. Le offerte non saranno per voi come singole suore ma per le esigenze della vostra congregazione, per i bambini che ospitate, per la scuola e la vostra casa. Coraggio! Il cammino è lungo, ma il Signore è con voi. La continuità è molto importante per noi e sono certa che la grande forza di volontà riuscirà a portarlo avanti nel modo migliore. Restate unite. L’unità fa la forza. Museke, sempre in comunione col vescovo Simone, vi sarà vicino. Enrica 03 ringraziamenti notizie MUSEKE La riconoscenza delle suore Abahoza Un grazie di cuore a Museke Suor Prisca Nona, prima dei ringraziamenti in occasione dell’inaugurazione della casa Abahoza, spiega brevemente l’inizio dell’apostolato della sua congregazione ad opera della giovane Consolata Niyonkuru che ha sentito il desiderio di assistere gli ammalati negli ospedali e i loro piccoli orfani. A poco a poco altre giovani si unirono a lei e per essere vicine all’ospedale affittarono una casa a Mushasha. Quando alcuni ammalati morirono, accolsero i loro bimbi rimasti orfani; per vivere si dedicarono al faticoso lavoro dei campi. Furono via via aiutate da persone generose ed anche il sindaco del posto diede loro un sostegno. Ma con il passar degli anni la casa divenne sempre più inabitabile. Ora, con l’intervento di Museke, ne hanno una nuova. Suor Prisca durante l’inaugurazione ringrazia con queste parole: rica e collaboratori Museke, Alle autorità religiose e civili, ad En za), ai bimbi e a tutti i presenti Alle consorelle Bene Faustina (Abaho Pace in Cristo pato Enrica e tutti quelli che hanno parteci con o son che iti osp gli e rica En re Ringrazio con il cuo iamo e ringraziare il Signore e lo invoch com mo pia sap n No a. cas sta que alla costruzione di generosità . affinché Lui possa aumentare la loro enuto cominciare da coloro che hanno sost a i tor Pas tri nos i a, igli Fam iesa Ringraziamo la Ch la giovane Consolata Niyonkuru. ti che e attenzione e ringraziamo i sacerdo lar tico par sua la per tore Pas le tua Ringraziamo l’at apostolato. ci ha donato per seguirci nel nostro daco di Gitega e in particolar modo il sin une com del ri ato istr min am gli he Ringraziamo anc attuale , qui presente. che ci hanno permesso di conoscere Ringraziamo le suore Bene Mariya Enrica e i suoi collaboratori. Ringraziamo tutti i presenti essità di sono tanti. Ora sentiamo la forte nec gni biso i are stat con ete pot e com Carissimi ospiti, enza onarci e di continuare con noi l’assist and abb non di o iam ied Ch e. gar pre una Cappella per di questi orfani. ie di Santa Faustina onsabile della vita fraterna delle figl resp La Prisca Nona pagina 04 notizie scaffale MUSEKE Il sale della terra • GENERE: Biografico, Documentario • ANNO: 2014 • REGIA: Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado • FOTOGRAFIA: Hugo Barbier, Juliano Ribeiro Salgado • MONTAGGIO: Maxine Goedicke, Rob Myers • PRODUZIONE: Decia Films, Solares Fondazione delle Arti, Amazonas Images • DISTRIBUZIONE: Officine UBU • PAESE: Brasile, Francia, Italia • DURATA: 100 Min Le fotografie di Sebastião Salgado urlano. Sono così spiazzanti nella loro brutale semplicità bianca e nera da togliere all’osservatore la parola e suscitare al contempo un moto profondissimo nel suo animo. Non si può rimanere indifferenti di fronte ad esse. Questo grande artista di fama internazionale, nato nel 1944 in Brasile ad Aimorés, nello stato di Minas Gerais, da cui partì ancora adolescente, ha fatto della sua vita una testimonianza. Ha trasformato la propria esistenza in viaggio per realizzare attraverso le immagini un sublime ritratto dell’umanità nella sua interezza e nel suo costante cambiamento. Il sale della terra è il documentario che narra di questo straordinario ed avventuroso percorso, portandoci negli angoli più remoti del globo e di fronte alle tragedie più terribili degli ultimi quarant’anni. Salgado ci viene qui svelato dallo sguardo del figlio Juliano Ribeiro Salgado, che l’ha accompagnato nei suoi ultimi viaggi, e da quello di Wim Wenders, fotografo egli stesso oltre che regista. Salgado, sempre incoraggiato dalla moglie Lelia, che ha pagina ispirato ogni suo progetto, racconta le storie della parte più nascosta del mondo e della società, raccontando l’avidità di milioni di ricercatori d’oro brasiliani sprofondati nella più grande miniera a cielo aperto del mondo, denunciando i genocidi africani, tra cui quello ruandese, immortalando i pozzi di petrolio incendiati in Medio Oriente, analizzando i mestieri e il mondo industriale dismesso. Di fronte all’immensità della miseria umana, a scempi causati dalla violenza più brutale, a carestie e migrazioni di massa, Salgado ha trovato pace ed equilibrio solo nella bellezza della natura. Spogliate dalla distrazione del colore, le sue fotografie attestano la conoscenza precisa dei luoghi e la relazione di prossimità ed empatia che l’artista intrattiene con gli altri grazie ad un atteggiamento di totale umiltà. La sua arte arriva dentro alle cose perché nasce dall’osservazione di quel fenomeno naturale che è la vita umana. Salgado è infatti un fotografo della verità, essendo stato capace di cogliere nei suoi scatti l’essenza dell’uomo in tutte le sue sfumature. Non a caso ciò che, a mio giudizio, colpisce maggiormente nelle sue immagini sono gli occhi della gente catturati in attimi fugaci e pieni. Da quegli sguardi traspaiono i sentimenti più diversi, le emozioni più estreme ed il dolore stesso dell’esistenza. Il sale della terra risulta essere così un documentario monumentale che non solo traccia l’itinerario artistico e umano del fotografo brasiliano, ma rappresenta anche un’opera sullo splendore del mondo e sull’irragionevolezza umana che rischia di spegnerlo. Anna Poli 05 notizie notizie MUSEKE “La prima volta in Burundi?” “La prima volta in Africa!” Un po’ come Don Luigi Mazzucato del CUAMM che chiama i suoi medici all’ultimo minuto per partire per l’Africa, anche io ho ricevuto la mia telefonata da Enrica Lombardi, un’opportunità da non perdere: 12 giorni in Burundi per tirare le fila dei progetti in corso e per darmi un assaggio di un’eventuale futura permanenza. Conoscendo poco dell’Associazione Museke e nulla del Burundi, nel giro di poco tempo mi sono immersa in colline verdi su strade di terra rossa che fanno saltellare la macchina, donne che con estrema eleganza portano sulla testa cesti giganteschi e uomini sorridenti che pedalano trasportando persone o qualsiasi altra cosa. E i bambini, quei bambini dagli occhi grandi che vedendoci urlavano “UMUZUNGO! UMUZUNGO!” (un bianco! un bianco!). Non mi aspettavo di trovare questo e molto altro in un piccolo stato nel cuore dell’Africa. Arrivate a Gitega a casa Museke riceviamo la splendida accoglienza delle suore Bene Maria, dimentichiamo subito la stanchezza del viaggio e ci riempiamo lo spirito con i loro sorrisi. La prima visita è stata all’orfanotrofio della Congregazione Bene Faustine (Abahoza) dove siamo state accolte dagli abbracci delle suore che stavano preparando il cortile per la benedizione della casa che si è tenuta il 2 gennaio 2015. Presto i bambini inizieranno a dormire nei lettini nuovi e ad usufruire di servizi igienici e docce. I giorni seguenti ho avuto modo di vedere le altre opere costruite e supportate dall’Associazione Museke negli anni. È stato fatto molto per questa popolazione e sono certa che si continuerà a fare altrettanto. Come futura Assistente Sanitaria fresca di concetti relativi all’igiene e alla prevenzione ho cercato fin dall’inizio di definire il mio ruolo in questo contesto. Visitando passavo da situazioni in cui, per le possibilità e le risorse del luogo, tutto sommato qualcosa di positivo viene fatto (ad esempio il vicino dispensario Centre de Santé Mushasha o l’ospedale di Kiremba), ad altre che mi lasciavano perplessa in quanto mancano le basi, le risorse e la formazione per l’eventuale costruzione di un progetto. In così poco tempo sono riuscita a rendermi conto di quanto siano diversi i vari punti di vista, di quanto spesso diamo per scontati certi ragionamenti e comportamenti, quando invece bisognerebbe fermarsi ed ascoltare. Ascoltare pagina 06 i bisogni di questo popolo senza avere la presunzione di rilevare problemi ed impostare progetti “all’occidentale”. Nonostante la grande gioia e serenità che solo loro sanno trasmettere non si può restare indifferenti alle sofferenze che affrontano ogni giorno, ai tassi di mortalità tra i più alti al mondo (spesso a causa di malattie prevenibili), e all’innumerevole numero di piccoli orfani che porta la popolazione ad essere costituita quasi al 50% da bambini di 0-14 anni. Mi aspettano giorni di riflessione nell’attesa di poter condividere con l’Associazione Museke le idee e i progetti futuri. Debora Pelleri notizie notizie MUSEKE Un’esperienza indimenticabile Diario di un viaggio nel paese di mille colline Dopo tanti anni di partecipazione nel consiglio dell’associazione Museke, ho deciso sotto la spinta di Enrica, di partecipare al viaggio in Burundi nel periodo di Natale. C’era tanta emozione ed aspettativa, perchè finalmente riuscivo a vedere il paese, le persone e i progetti di cui l’associazione è artefice. Per cui il 26 Dicembre di mattina presto, con una profusione di valigie contenenti le più svariate merci (sin il famoso arrosto con “mico”) Enrica, Rosa, Debora ed io partiamo via Bruxelles per Bujumbura. Arrivate in aeroporto ci siamo subito scontrate con la burocrazia burundese, per ottenere il visto abbiamo impiegato più di un’ora, ma poi via libera e con suor Cecilia siamo andate con Thierry, l’autista, a casa La Par per la notte. La mattina si parte per Gitega. Ho potuto subito ammirare quanto è suggestivo il paesaggio burundese con le colline che si susseguono a zone semi paludose, le Marée, dove si coltiva prevalentemente il riso. Sulla strada si incontrano tante persone soprattutto in bicicletta con carichi che superano ogni legge fisica, ma anche a piedi con i medesimi carichi, ma sulla testa. Arrivati a casa Museke le suore e le novizie ci hanno accolte con canti, balli e con dei bei fiori nelle nostre stanze. Casa Museke è una struttura veramente bella molto accogliente e ben tenuta. Dal pomeriggio sono cominciate le visite delle persone che a vario titolo avevano conosciuto Enrica e Rosa e venivano quindi a salutarle, a chiedere consigli e a perorare cause. Enrica quasi ogni giorno, con l’aiuto di suor Cecilia, ha ascoltato, partecipato ed accolto. Veramente un gran lavoro! Nei giorni successivi siamo andate a vedere i vari progetti in corso e quelli invece finiti. Uno di questi il dormitorio delle suore Abahoza è veramente bellissimo, Theogene, il costruttore, ha fatto un lavoro mirabile. Lo abbiamo inaugurato il 2 Gennaio con una festa cui hanno partecipato tante persone ed in particolare ci ha onorato della sua presenza il vescovo di Gitega Monsignor Simon che ha celebrato la messa ed in seguito ha benedetto la struttura, non trascurando i bagni che ha definito molto importanti in Africa! Abbiamo poi visitato l’orfanatrofio di Nazareth, onestamente non immaginavo potesse essere così grande e abitato da tanti bambini di tutte le età, infatti vi era appena arrivata una bambina di appena tre giorni. La situazione che abbiamo trovato, sotto il profilo igienico era molto buona, l’asilo funzionava bene anche se qualche miglioramento si potrebbe ancora fare. La cosa che mi ha colpito di più è la quantità di cibo che questi bambini riescono a mangiare in un solo pasto, ci credo che sono belli paffuti! Siamo andate a visitare anche l’ospedale di Kiremba passando per Ngozi con una strada dal punto di vista del paesaggio ancora più bella e suggestiva, anche se non asfaltata, era ben percorribile. La strada che invece si dirama per Kiremba è veramente brutta e piena di buche. Abbiamo alloggiato dalle suore Ancelle e abbiamo fatto conoscenza con suor Stefania, persona splendida sotto ogni profilo. Con lei visitiamo l’ospedale, molto grande e organizzato e le persone che vi lavorano riescono a fare dei miracoli anche quando la tecnologia li abbandona. Per esempio pagina abbiamo visto gli uomini della lavanderia che lavavano tutto a mano, perchè le lavatrici industriali si erano rotte, un lavoro massacrante! I reparti sono grandi ed ariosi, le camerate a sei posti sono con veri letti, materassi e lenzuola forniti dall’ospedale. All’interno tutta l’umanità che si può immaginare, un colpo al cuore anche se si è preparati. Nel reparto pediatrico, sicuramente il più affollato, sotto i nostri occhi muore un bimbo e non riuscirò a dimenticare facilmente lo sguardo della mamma, un misto di rassegnazione e impotenza, ma con tanta tanta dignità e tutto senza una lacrima. Ho molto ammirato suor Stefania che col suo tatto meraviglioso, è riuscita ad avvicinarla e consolarla. Negli ambulatori con una specializzanda di Verona, Fulvia, vediamo alcuni casi particolari tra cui uno di lebbra, malattia ormai debellata da noi. Il giorno dopo incontriamo Luciano, che ha dedicato la sua vita dopo la pensione alla gente di Kiremba ed a una popolazione, i Batua, che vivono sulle colline circostanti, con lui, Debora ed io andiamo a visitarli. È riuscito a creare un villaggio e ancora adesso cerca di coinvolgerli in attività lavorative migliorando anche l’igiene. Personaggio eclettico e molto particolare. Tornate a “casa” a Gitega rimangono ancora giorni per visitare il dispensario di Mushasha, recentemente ristrutturato, molto bello, funzionale ed organizzato. Vi si trova una sala parto ben attrezzata, ambulatori per mamme e bambini e anche un laboratorio per analisi all’avanguardia, lo dirige suor Felicité, con la supervisione di Marta, che mi è sembrata molto competente e una buona organizzatrice. In questi giorni rincontriamo anche più volte Monsignor Simon, il quale ci accoglie con molta gentilezza e con lui parliamo della situazione politica attuale del Burundi. Egli si mostra preoccupato per il clima che si sta preparando per le elezioni politiche di quest’anno e ci invita a non organizzare viaggi sino almeno al prossimo inverno. Il penultimo giorno ho avuto la gioia di incontrare il bambino che ho in adozione a distanza. Suor Goretti, Thierry ed io dopo un vero viaggio su una strada impossibile sulle colline vicino Gitega abbiamo incontrato Cedric e la sua famiglia. Mi sono emozionata poiché è un bambino sfortunato, disabile da quand’era piccolo e non può assolutamente camminare, ma intelligente e sveglio. Sono riuscita a comunicare grazie a suor Goretti e a grandi sorrisi e sguardi. Tornati a casa in Italia, mi sono resa conto che il mio viaggio, le persone e le realtà che ho incontrato, mi hanno sicuramente aiutato a riscoprire il mio lato più intimo, legato alla vita semplice, fatta di piccoli grandi valori, agli occhi di un occidentale forse sciocchi, ma fondamentali per una vita piena di emozioni. Mi ha fatto pensare che anche noi dovremmo accettare di più gli eventi delle cose e a non combatterli. La natura ci insegna che la bellezza è il passaggio, l’attraversamento, l’intera esistenza. Ed è allora che la vecchiaia è bella come la gioventù e la morte si può guardare con un po’ più di lucidità. Clelia Pellegrini 07 Auguri di buona Pasqua Pasika nziza Joyeuses Pâques Feliz Pascua prosegue da pagina 1 che esce dalla fredda tomba e inonda di presenza il quotidiano delle nostre esistenze. Certo, ancora segnate da sofferenza, incapacità di convivere, tragedie umanitarie ma il nostro sguardo è cambiato: lo scoraggiamento fa spazio alla speranza, lo smacco e la caduta diventano trampolino per nuove riprese, ogni persona diventa risorsa e amico possibile, non ostacolo o potenziale nemico. Perché? Perché abitati da una Presenza, quella del Risorto che vive per sempre, in eterno. Egli ci precede nella galilea dalle nostre contraddizioni e delle nostre morti come segno di misericordia e di vita, come viatico per le nostre fragilità e farmaco d’immortalità ci aspetta nella pienezza del cielo. Buona Pasqua di risurrezione e di vita, di liberazione e di speranza, di presenza per un mondo di fraternità e di pace. Auguri. Don Roberto x 1000 5 il modo più semplice e diretto per sostenere i nostri progetti COME PUOI AIUTARCI Progetto Amata (fornitura di latte in Polvere) con donazione di Progetto Nderanseke (educami e sarò felice) quota annuale Progetto Gateka (ridare dignita ai disabili) quota annuale Direttore Responsabile: Gabriele Filippini Direttore Editoriale: Roberto Lombardi Grafica: Nadir 2.0 - Ciliverghe di Mazzano (Bs) Stampa: Euroteam - Nuvolera (Bs) Autorizzazione del Tribunale di Brescia N. 30 del 16/09/2006 Editore: Associazione Museke Onlus - Via Brescia, 10 - Castenedolo (Bs) CI TROVI SU FACEBOOK MUSEKE ONLUS Dona il tuo 5 x mille all’Associazione Museke cod. fisc. 98013970177 50 € 300 € 365 € MUSEKE ONLUS www.associazionemuseke.org [email protected] Cod. Fisc. 98013970177 • c/c postale 15681257 IBAN IT61B0350011200000000027499 intestati a MUSEKE ONLUS Via Brescia, 10 - 25014 CASTENEDOLO (BS) - ITALIA