Comments
Transcript
Ciclo di Linde - Corsi di Laurea a Distanza
Cicli per bassissime temperature (per la liquefazione dei gas) L’ottenimento di bassissime temperature può essere ottenuto attraverso cicli sovrapposti cioè cicli frigoriferi nei quali l’evaporatore del ciclo superiore scambia calore con il condensatore del ciclo inferiore (Figura 10.22 ) E’ evidente che i vari cicli sono percorsi da fluidi diversi fra loro in modo che le pressioni siano ragionevoli (non molto elevate e comunque superiori alla pressione atmosferica) e l’efficienza sia adeguata (cicli sottocritici). Nel caso della liquefazione dell’aria, al fine di una separazione dei componenti principali cioè ossigeno, azoto e gas rari, sono stati proposti due cicli (Linde e Claude) che costituiscono la base per altri impianti più complessi. Questi cicli sono caratterizzati dalla presenza di uno scambiatore in controcorrente che porta l’aria compressa ad una temperatura sufficientemente bassa in modo che l’espansione isentalpica produca raffreddamento (per i gas ideali l’isentalpica coincide con l’isoterma e quindi è necessario un preventivo raffreddamento per portare il gas in uno stato partendo dal quale si abbia raffreddamento; l’effetto Joule-Thomson permette di valutare tale raffreddamento e la curva di inversione dell’effetto Joule-Thomson separa le zone del diagramma di stato che presentano comportamento opposto). La differenza fra i due processi consiste nel fatto che il ciclo Linde sfrutta esclusivamente espansioni isentalpiche mentre quello di Claude divide l’espansione in una parte isentalpica ed una in un espansore (espansione idealmente isentropica, praticamente politropica) con produzione di lavoro. Il lavoro prodotto dall’espansore può essere utilizzato per ridurre la spesa energetica di compressione, ma è sufficiente che esso sia estratto dal fluido non contribuendo così all’incremento entalpico dello stesso. Il ciclo Linde pertanto, a fronte di una maggiore semplificazione richiede però una pressione iniziale superiore a 100 bar, mentre per quello di Claude è sufficiente una pressione di poco superiore a 40 bar. Gli schemi sono indicati nelle figure 10.23 e 10.24. . TORNA AL CAP. 10 1 2* 3* 2** 3** 2 3 1 5 8 Pressioni [MPa] K 20 0 5 10 10 0 K 100 1 300 K 0 3 2 3** 2** 3* 2* 0,1 0 8 6 1 0,01 150 0 150 300 450 Entalpie [kJ/kg] Figura 10.23 - Ciclo di Linde: schema dell'impianto (sopra); termodinamico rappresentato sul diagramma h – log p (sotto). TORNA AL CAP. 10 ciclo Tabella 10.2 – Capisaldi del ciclo di Linde per la liquefazione dell'aria. PUNTO PRESS. TEMP. ENTAL. EXER. bar K kJt/kg kJ/kg 1 1 293,2 18 0 2* 7,25 531,4 256,5 228,9 3* 5,4 317 41,87 141,3 2** 39,2 574 299,8 389,6 3** 37,3 321,3 46,2 302,6 2 270,6 582,5 307,6 554,4 3 268,7 307,6 275 1232 5 267,8 68,8 810 6 1 78,8 68,8 600 8 1 81,6 79,1 1564 0 1 78,8 124,8 1003 N.B. Le entalpie e le exergie dal punto 3 in basso sono derivate dalle tabelle e dai diagrammi di stato dell'aria che adottano un diverso riferimento. TORNA AL CAP. 10 1 2* 3* 2 3 1 4 7 5 300 K 20 0 10 0 K 100 MPa 8 K 0 Pressioni [MPa] 10 4 5 1 0,1 0 7 6 8 3 2 3* 2* 1 0,01 150 0 150 300 450 Entalpie [kJ/kg] Figura 10.24 - Ciclo di Claude: schema dell'impianto (sopra); ciclo termodinamico rappresentato sul diagramma h – log p (sotto). Ritorna al Cap. 10 Tabella 10.3 – Capisaldi del ciclo di Claude per la liquefazione dell'aria. PUNTO PRESS. TEMP. ENTAL. EXER. bar K kJt/kg kJ/kg 1 1 293,2 293 0 2* 7,25 531,4 532 229 3* 6,35 329 329 162 2** 49,7 596 597 420 3 49,3 339 339 328 4 49,1 263 223 5 49,8 52 72 911 6 1,4 90 82 255 7 1,4 104 84 8 1,4 90 82 255 0 1,4 88 110 673 N.B. Le entalpie e le exergie dal punto 3 in basso sono derivate dalle tabelle e dai diagrammi di stato dell'aria che adottano un diverso riferimento. L'impianto si complica nel caso si associ alla liquefazione dell'aria anche la distillazione frazionata per la produzione di ossigeno, di azoto o di entrambi i gas. Ritorna al Cap. 10