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“Non dimentico quel giorno” - Diocesi di Sulmona

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“Non dimentico quel giorno” - Diocesi di Sulmona
Anno VII n.11 Novembre - Dicembre 2014
Editoriale
“Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2° e 3°, Roma aut. n.160/2008”
Padre Angelo Vescovo
Grazie
Vita e formazione permanente del clero
Il messaggio dei Vescovi ai presbiteri. Assisi, 13 novembre 2014
a tutte le Famiglie
S
i è da poco concluso il Sinodo dei Vescovi
sul tema “Le sfide pastorali sulla famiglia
nel contesto della nuova evangelizzazione”.
I Vescovi, riuniti attorno a Papa Francesco, hanno dato testimonianza a tutti dell’amore preferenziale della Chiesa per la famiglia. Essi iniziano sia il Messaggio che la Relazione conclusiva,
rivolgendo il loro pensiero “a tutte le famiglie
dei diversi continenti e in particolare a quelle che
seguono Cristo Via, Verità e Vita”. Verso queste ultime, formate da battezzati, i Pastori della
Chiesa così si esprimono: “manifestiamo la nostra ammirazione e gratitudine per la testimonianza quotidiana che offrite a noi e al mondo
con la vostra fedeltà, la vostra fede, speranza e
amore”. Desidero unirmi alla voce di Papa Francesco e del Sinodo ed esprimere stima e sostegno
alle tante famiglie della nostra Diocesi di Sulmona-Valva che danno testimonianza di un amore
fedele e aperto alla vita. Esse sono un esempio da
indicare ai giovani che hanno bisogno di ideali
grandi per la loro esistenza. La Chiesa ha ricevuto dal suo Signore il “Vangelo della famiglia” e
desidera farlo risuonare anche in questo tempo
perché “è gioia che riempie il cuore e la vita intera”. I primi annunciatori sono proprio i coniugi
e le famiglie cristiane perché “senza la loro testimonianza l’annunzio, anche se corretto, rischia
di essere incompreso o di affogare nel mare di
parole che caratterizza la nostra società” (Relatio Synodi, 2.30.31). Anche nella nostra Diocesi
abbiamo splendide famiglie cristiane che hanno
fondato il loro amore sulla grazia del sacramento
e, confidando in Dio, si conservano indissolubilmente fedeli e aperte a generare nuove creature. Esse sono un Vangelo vivente che diffonde
la speranza che è possibile superare la diffusa
fragilità affettiva e maturare la forza di donarsi
reciprocamente per tutta la vita (Relatio Synodi,
10). Queste famiglie ci impegneremo ad amare
e a sostenere in ogni modo perché sono, da tutti i punti di vista, un patrimonio per la Chiesa e
per tutta la società. Tante famiglie continuano a
lottare contro una pesante precarietà economica
e lavorativa. Grazie alla loro forza di coesione e
di solidarietà esse stanno dando a tutta la società un decisivo contributo per reggere in questa
prolungata crisi. I fattori di ordine economico
esercitano un peso talvolta determinante contribuendo al forte calo della natalità che indebolisce
il tessuto sociale, compromette il rapporto tra generazioni e rende incerto lo sguardo sul futuro.
È sotto gli occhi di tutti quanto la denatalità sia
una delle più preoccupanti emergenze anche dei
nostri territori. Per questi motivi le esigenze delle
famiglie dovrebbero essere collocate tra i primi
posti dell’agenda dei nostri amministratori nei
quali vorremmo vedere maggiore convinzione
nel promuovere politiche più incisive a favore
della famiglia. Tante famiglie che portano le
“ferite aperte ” dalle lacerazioni di violenza,
chiusura e divisione, sono al centro della nostra preghiera con una attenzione quotidiana.
Il Natale, ormai vicino, ci invita a guardare alla
Famiglia di Nazaret, per avere fiducia e speranza perché ogni famiglia accolga il Signore
Gesù, portatore di pace e di salvezza.
Grazie Famiglie, auguri di Buon Natale
e Buon Anno Nuovo!
C
arissimi presbiteri delle Chiese d’Italia, vogliamo chiudere la nostra Assemblea Generale con un messaggio di saluto per voi tutti. È per dirvi
grazie e per condividere parole di augurio e propositi di impegno.
segue a pag. 3
“Non dimentico quel giorno”
S
enza enfasi, quella vissuta il
23 ottobre scorso, in Vaticano,
è stata una giornata storica, di
grande gioia e di viva emozione, che
resterà negli annali della Diocesi di
Sulmona-Valva, nel cuore del vescovo Angelo Spina, dei sacerdoti che
lo hanno accompagnato e dei cantori
della cappella Pamfiliana, che a tu per
tu, in udienza privata, hanno incontrato il papa emerito Benedetto XVI.
Sono stati i cantori stessi, attraverso
il loro maestro Alessandro Sabatini,
a lanciare l’idea di un’udienza privata al papa emerito, per ricordare e
rinnovare, questa volta a più stretto
contatto, l’incontro con papa Ratzinger. Lo stesso pontefice che quattro
anni fa, il 4 luglio del 2010, onorò la
città e la diocesi di Sulmona con la
sua visita, in occasione del giubileo
dedicato a Celestino V. Appena arrivati a Roma, nel primo pomeriggio,
all’ombra del maestoso colonnato del
Bernini, in piazza San Pietro, il vescovo, accompagnato dai sacerdoti, don
Maurizio Nannarone, vicario, don
Luigi Ferrari e don Carmine Caione
ed i cantori hanno sostato a lungo.
Occasione propizia per allenare l’ugola prima dell’atteso incontro nel
monastero Mater Ecclesiae, residen-
za del papa emerito. Subito, a decine,
turisti e pellegrini si sono avvicinati.
Hanno ascoltato stupiti e compiaciuti le note dei brani eseguiti. Si sono
fermati, chiedendo una foto accanto
ai cantori e al vescovo. Primi assaggi
di emozione, davanti alla basilica di
san Pietro. Poi per ingannare il tempo
dell’attesa una rapida visita ai negozi
di souvenir e articoli religiosi, da riportare a casa e donare. Il clima di ansia per l’avvenimento imminente si è
avvertito ancor di più quando guidati
da monsignor Spina i cantori si sono
mossi verso il cancello d’ingresso alla
Città del Vaticano.
segue a pag. 2
2
L’appuntamento era fissato
alle 17. Ma già
da un pezzo tutti erano pronti ad entrare nel cuore della cristianità. Passi spediti, con il cuore già trepidante,
la piccola comitiva attraversa cortili e strade di Città del
Vaticano, tra la cupola di S. Pietro che su tutto spicca e
i palazzi apostolici, il palazzo del governatore, i monumenti e poi distese di verde.
Luoghi incantevoli, ammirati con crescenti emozioni.
Passo passo, seguendo un agente della gendarmeria,
il gruppo procede celere, inoltrandosi, mano a mano,
tra curiosità e reminiscenze di immagini spesso viste in
tv o in fotografie, lungo le vie dello Stato più piccolo
del mondo ma centro universale. Ognuno in cuor suo,
guardando e fotografando luoghi che sono storia, pensa
con ansia al momento che sarà davanti al Papa emerito,
il pontefice che ha visitato la nostra terra, che ci ha sorpreso con le sue dimissioni, che resta un grande Papa,
un teologo raffinato, un pastore eccelso, nella storia della Chiesa.
Il vescovo Spina di tanto in tanto rammenta il significato e il valore di quanto è davanti agli occhi di tutti. Non
c’è luogo, monumento, palazzo che non sia un simbolo
da comprendere per arricchire la conoscenza personale
di uomini e fatti della storia della Chiesa.
Un cielo appena solcato dalle nubi sovrasta i giardini
vaticani e al cammino della comitiva sulmonese fa sempre compagnia la cupola della basilica petrina.
Finalmente, quasi affiorando dal verde dei giardini, ecco
il cancello dell’istituto e monastero diventato da poco
più di un anno residenza del Papa emerito. Il primo
ad accogliere il vescovo, i sacerdoti e i cantori è monsignor Georg Ganswein, il segretario particolare di papa
Ratzinger. Onori di casa fatti con il sorriso di una cordialità immediata, che dà subito un tono familiare alla
visita degli ospiti. Monsignor Georg dispone le sedie
per il Papa, annunciando che a momenti scenderà nel
piccolo cortile e per il vescovo. Intanto anche il fratello
del Papa, l’altro monsignor Georg, che già fu ospite di
Sulmona, nell’imminenza della visita pontificia, arriva
in giardino, ormai impossibilitato
a camminare. Ed ecco aprirsi il piccolo portone della residenza pontificia ed apparire Papa Benedetto.
Una grande emozione che per tanti
diventa anche commozione. “Santità siamo lieti ed emozionati di rivederla, trascorsi quattro anni dalla
memorabile giornata vissuta quattro anni fa a Sulmona” saluta monsignor Spina. Il Papa segue ogni
parola, ogni movimento, ogni persona con lenti cenni del viso, sorridente, con occhi vivi. Terminato
il saluto del vescovo è il momento
del coro della cappella pamfiliana.
Il maestro Sabatini, dopo aver salutato il pontefice, è pronto a dirigere
il primo brano, il “Sicut cervus” di
Pierluigi da Palestrina. Seguiranno
il “Cantate Domino” composto dal
maestro Alessandro Sabatini, in occasione della visita del papa a Sulmona ed infine l’antifona, per solo
coro maschile, “Da pacem Domine”. Il Papa, il fratello, monsignor
Georg e il resto dei presenti ascol-
“Non dimentico quel giorno” - continua da pag. 1
Novembre - Dicembre 2014
tano con grande
attenzione. Papa
Ratzinger ed il
fratello hanno dimestichezza con
il pentagramma e
il Papa è peraltro
buon pianista. Le
note della cappella Pamfiliana
penetrano dolcemente il silenzio
del piccolo cortile e salgono lentamente verso il
cielo, toccando
quasi quei luoghi, uno ad uno e
incedendo come
una preghiera ed
una lode al Signore, per quel
momento unico.
Il Papa ascolta,
annuisce, applaude l’esibizione. Il “Cantate Domino” è
però il brano a cui il maestro e il coro tengono di più
perchè resta nel ricordo della giornata sulmonese di
papa Benedetto. Musica e parole di quel giorno radioso tornano ad echeggiare adesso, in luoghi carichi di
suggestione, come rinnovata gratitudine di quel dono
prezioso che il Pontefice fece alla Città e alla Diocesi di
Sulmona-Valva. Ma un ringraziamento sgorga anche
dalle labbra e dal cuore del Papa emerito per questa visita. Benedetto ricorda con gioia la giornata vissuta a
Sulmona. “Non dimentico quel giorno” dice ravvivando l’emozione degli ospiti. Un ricordo accompagnato,
sottolinea il Papa, dalla costante preghiera per la diocesi
di Sulmona e per quelle difficoltà, che come ricorda il
vescovo Spina, attraversano un territorio trafitto da una
crisi sempre più grave, segnata dal bisogno urgente di
lavoro e dal disagio quotidiano vissuto in tante fami-
LA CORALE PAMPHILIANA DAL PAPA
EMERITO BENEDETTO XVI
Claudia Pronio
G
iovedì 23 ottobre 2014 è stata una giornata nella quale ho vissuto un’esplosione
di emozioni attraverso le quali ho percepito tutta la grandezza della Fede nelle
sue varie sfaccettature: la spiritualità, l’amicizia, la bellezza, l’arte, la coralità nel senso più alto del termine. Cantare in piazza San Pietro di fronte alla maestosità della
basilica petrina, al centro dell’abbraccio del colonnato del Bernini, sebbene fosse solo
una prova di riscaldamento delle voci, è stata una fusione di espressioni artistiche:
l’armonia architettonica, frutto dell’alto ingegno di personaggi del calibro di Michelangelo, Maderno e Bernini, trovava la sua unione con l’eufonia delle nostre voci che
davano vita al “ Sicut cervus “ di Palestrina. L’incontro con il Papa emerito Benedetto
XVI nella meravigliosa cornice dei giardini vaticani è stata un’esperienza che travalica ogni comune sentimento: mai avrei immaginato che la Provvidenza mi riservasse
un’emozione così grande. L’onore di esibirci davanti a lui e a suo fratello Mons.
Georg, magistralmente diretti dal maestro Alessandro Sabatini, l’inaspettata opportunità di potergli stringere la mano dataci dal Prefetto della casa pontificia Mons.
Georg, la possibilità di avere con il Papa un seppur breve dialogo per ringraziarlo
dei suoi preziosi e profondi insegnamenti saranno attimi che rimarranno indelebili
nella mia memoria e nel mio cuore. Quando Papa Benedetto ha stretto la mia mano
trattenendola tra le sue, è stata solo la paterna vicinanza del nostro Vescovo Mons.
Angelo Spina a riportarmi alla consapevolezza della realtà. Concluso l’incontro con il
glie. Al Pontefice vengono presentati doni. Sono i frutti
di questa terra, generosa di risorse e di uomini e donne
capaci di valorizzarle. Sono genuini formaggi della Valle del Sagittario, come il gregoriano, che non è irriverente accostamento al canto liturgico ma nome dato ad
un formaggio dal suo produttore di Scanno, Gregorio
Rotolo. E poi il Pan dell’orso, il tipico parrozzo coperto di cioccolato, prodotto nello stesso centro lacustre. Il
vescovo ricorda al Papa che nel suo stemma pontificio
figura proprio l’orso, un motivo in più per tenere nella mente e nel cuore la nostra diocesi. Ed infine ecco i
confetti sulmonesi. E’ l’occasione per una battuta....una
scorpacciata di quei confetti avrebbe segnato il destino
del poeta Giacomo Leopardi. Al vescovo il Pontefice risponde assicurando allora che non ne mangerà tanti.. da
morire. Il tempo breve ma intenso corre. E’ il momento
dei saluti. Uno ad uno Benedetto, in spirito di squisita e
paterna ospitalità, saluta gli ospiti. Prima i sacerdoti, poi
i cantori. Ad ognuno riserva una
parola, una stretta di mano, un
abbraccio. Il papa, come un anziano padre premuroso, domanda, incoraggia, sorride, congeda
tutti con la sua benedizione. E
la benedizione finale del Papa
emerito al piccolo drappello sulmonese conclude la visita. E’ il
tramonto pieno di luce di una
giornata che resterà nel cuore
di tutti, insieme alla gratitudine
al papa emerito per l’accoglienza ricevuta e per un momento,
unico e irripetibile, vissuto. Pian
piano vescovo, sacerdoti e coro
riscendono verso piazza san Pietro, ancora commossi dell’avvenimento vissuto. Si torna a casa
con un ricco bagaglio di gioia,
di emozioni da raccontare, di
immagini e ricordi da custodire
nel profondo, per sempre, di un
incontro irripetibile, che in tutti
ha irradiato letizia.
Papa emerito, noi componenti del coro insieme al nostro Vescovo, agli stimati sacerdoti e al direttore dell’ ufficio delle comunicazioni sociali che ci hanno accompagnato,
abbiamo trascorso il resto del pomeriggio immersi nella bellezza dei giardini vaticani con animo gioioso uniti dall’esperienza appena condivisa. Ennesima inestimabile
sorpresa è stata il poter cantare davanti a Mons. Giuseppe Liberto, direttore della
Cappella Musicale Pontificia Sistina fino al 2010 in una piazza San Pietro illuminata
solo dalle luci artificiali perché ormai sera. Essendo entrata a far parte della Corale
Pamphiliana da circa un mese e mezzo, non avrei mai osato pensare che questa esperienza potesse darmi emozioni così intense. Non manchino perciò i miei più sinceri
e sentiti ringraziamenti innanzitutto a sua eccellenza Mons. Angelo Spina, senza il
quale non avremmo potuto vivere questi momenti, e al Maestro Alessandro Sabatini
che con decisione e grande rispetto mi ha permesso di poter cantare davanti a un
eccellente pubblico insieme a meravigliosi coristi che mi hanno accolto con amicizia.
3
SulmonaValva
Diocesi
Il messaggio dei Vescovi ai presbiteri - continua da pag. 1
Ci rivolgiamo a tutti: preti diocesani e religiosi, preti di ogni età, preti italiani e originari di altri paesi presenti nelle nostre Chiese. Un saluto particolarmente affettuoso e
un segno di speciale attenzione vogliamo
che giunga ai preti che sono malati e anziani
e ai preti che attraversano momenti di particolare tribolazione.
L’Assemblea Generale dei Vescovi italiani
ha affrontato come tema principale quello
della vita e della formazione permanente del
clero. Ci siamo confrontati sui diversi aspetti
del tema con tale interesse e coinvolgimento che il tempo non è bastato per ascoltare
tutti coloro che desideravano intervenire. È
un segno di quanto ci stiano a cuore la vita
e il ministero dei presbiteri e di quanto siamo determinati a porre mano all’impresa
di ripensare la formazione permanente fino
a farne un capitolo di quella riforma della
Chiesa che Papa Francesco richiama con insistenza e che non si può fare senza un nostro rinnovamento. In questo tempo la missione della Chiesa e la vita delle comunità
cristiane devono affrontare delle sfide che
per molti aspetti ricadono sui preti, ne rendono particolarmente gravoso il ministero:
quanta ammirazione e gratitudine vi dobbiamo per quello che fate! Ma insieme dobbiamo prenderci cura del ministero del prete
perché le fatiche e le prove non spengano la
gioia, non stanchino lo slancio missionario,
non offuschino la lucidità del discernimento, non impediscano l’intensità della preghiera e la disponibilità a quell’incontro con
le persone che arricchisce tutti, consola, rende sapienti, se è vissuto secondo lo Spirito
di Dio. Insieme! La formazione dei ministri
ordinati e la riforma della loro vita sono il
compito di tutta la comunità cristiana, sono
responsabilità del vescovo e di tutto il presbiterio. Insieme! Il cammino che ci aspetta
non può che essere compiuto insieme, in un
presbiterio che diventa luogo di paternità e
fraternità, di discernimento e di accompagnamento. Siamo infatti persuasi che il fattore determinante del rinnovamento della vita
del clero è l’assunzione dell’appartenenza al
presbiterio come determinazione essenziale
della nostra identità sacerdotale. Insieme, in
quella comunione che il sacramento costituisce tra noi, vogliamo intravedere e percorrere i sentieri che lo Spirito di Dio ci suggerisce
per essere pastori secondo il cuore di Cristo.
L’amore di Cristo per noi e di noi per il Signore e la sua Chiesa, è il principio della nostra vocazione e ci riempie di trepidazione
nel nostro ministero: noi, vescovi e preti,
portiamo volentieri il peso del nostro servizio, ma sentiamo anche il timore di diventare un peso per le nostre comunità a motivo delle nostre inadeguatezze e dei nostri
peccati. L’amore, cioè il desiderio di servire
sempre meglio il Signore che ci ha chiamati e le persone che amiamo, ci convince ad
essere umili, attenti e disponibili per la conversione. Nessuna proposta formativa e nessuna forma di accompagnamento possono
produrre un qualche frutto se non cresce in
noi la persuasione di aver bisogno di essere
aiutati, corretti, istruiti, formati.
Invochiamo per tutti la benedizione del Signore, perché in ogni giorno della nostra
vita, tutta vissuta in questo ministero che
continua a suscitare in noi stupore e trepidazione per la nostra inadeguatezza, risplenda
la gloria di Dio: nella gioia invincibile della
qualità cristiana della vita, nella intensità di
una fraternità praticata e riconoscibile, nella
condivisione del vissuto della nostra gente
che ci vuole bene, ci aiuta, molto ci dona e
molto si aspetta da noi. E possano la nostra
gioia e il nostro cammino di santificazione
convincere molti che vale la pena di servire
il Signore facendo il prete oggi nelle nostre
Chiese.
Con l’augurio più affettuoso, la perseverante preghiera reciproca, il saluto più cordiale.
I Vescovi Italiani
Papa Francesco al Parlamento Europeo
Giuseppe Fuggetta
“È
giunta l’ora di costruire l’Europa che ruota non intorno all’economia ma intorno alla sacralità della
persona umana”. La dignità della persona umana, sempre
da rispettare, è stata la parola chiave del primo discorso
che Papa Francesco ha pronunciato davanti al Parlamento Europeo, a Strasburgo, nella giornata del 24 novembre
scorso. Un discorso tradotto in un accorato appello su tante
persone che affollano quelle che il pontefice ama definire
le “periferie” del mondo. Il Papa ha imperniato tutto il suo
intervento sulla difesa della dignità e sacralità della persona. “Quale dignità può mai avere un uomo o una donna fatto oggetto di ogni genere di discriminazione? Quale
dignità potrà mai trovare una persona che non ha il cibo o
il minimo essenziale per vivere e, peggio ancora, il lavoro
che lo unge di dignità?”. Queste le domande che il Papa
ha rivolto agli europarlamentari per ricordare le condizioni di grave disagio nelle quali tanti uomini e donne sono
ancor oggi costretti a vivere, subendole spesso in silenzio
e nell’indifferenza di tanti. Il Papa ha voluto riportare ancora in luce il dramma di chi subisce discriminazioni per
il colore della pelle, la nazionalità o la fede religiosa, tra
cui tanti cristiani perseguitati. E ancora il dramma di chi è
condannato a soffrire la fame. E la drammatica condizione,
sempre più allarmante in Europa, di chi non ha un lavoro o
vive di lavoro precario. Parole toccanti che hanno suscitato
l’applauso unanime dell’emiciclo di Strasburgo. In un momento di confusione e disorientamento le parole di Papa
Francesco sembra abbiano indicato le vere emergenze di
cui chi regge le sorti delle nazioni deve ritenere priorità assolute nell’impegno istituzionale e politico di ogni giorno.
Né il pontefice ha dimenticato la condizione di solitudine
che sempre più spesso affligge gli anziani “spesso abbandonati al loro destino”. Ma il Papa non ha mancato di ricordare la solitudine e lo smarrimento colto “nei giovani
privi di punti di riferimento e di opportunità per il futuro”,
come pure solitudine si avverte “nei numerosi poveri che
popolano le nostre città, negli occhi smarriti dei migranti
che sono venuti qui in cerca di un futuro migliore”. Il Papa
ha ribadito con forza che “è necessario affrontare insieme
la questione migratoria. Non si può tollerare che il Mar
Mediterraneo diventi un grande cimitero”.
Nuovi stili di vita,
come cambiare il mondo e non esserne cambiati
Francesca Fusco
U
na riflessione sugli stili di vita nuovi è stata suggerita
da Alice Consolaro, membro della commissione diocesana Nuovi stili di vita. L’incontro è stato promosso il
25 ottobre scorso, nell’ambito del mese missionario, nella
parrocchia di Cristo Re. Alice ha offerto interessanti spunti
di riflessione sul modo in cui oggi viviamo la nostra vita e
sul modo in cui invece potremmo viverla; sulle potenzialità che abbiamo per effettivo cambiamento nelle nostre
relazioni con le cose, con le persone, con la natura e col
mondo. Ma perché si è reso necessario parlare di nuovi stili
di vita? E di nuovi stili di vita come cristiani? È la nostra
evoluzione che ce lo impone ed è la natura stessa che ce lo
chiede; è un’esigenza etica che ha a che fare con il senso
del bene comune e che quindi riguarda e coinvolge tutti
gli uomini, cristiani e non. Come cristiani però, oltre all’approccio etico, noi abbiamo anche una visione di fede. Il filo
conduttore di questo discorso è la sobrietà, o meglio il recupero di essa come valore fondamentale. Sobrietà rispetto
alle cose: nel mangiare, nel vestire, nel modo di spendere;
in questo senso sobrietà è non sprecare nulla, consumare
solo il necessario, rispettare la natura come dono di Dio e
cercare di scardinare la visione utilitaristica della terra, che
la considera solo un oggetto e una merce. Sobrietà rispetto
alle persone: è vivere ogni legame in maniera autentica, rispettando la libertà dell’altro, non tradire la fiducia di nessuno e soprattutto non scendere a compromessi per rincorrere il successo personale. Sobrietà è liberazione, è scoprire,
anzi riscoprire quello che davvero conta nella vita. I nuovi
stili di vita non possono però fermarsi alla nostra sfera privata: bisogna partire dal basso, cioè dal livello personale,
e cercare di raggiungere una dimensione comunitaria, per
arrivare infine ad un livello istituzionale per cambiare le
strutture sociopolitiche, economiche e finanziarie e i loro
obiettivi. Naturalmente per raggiungere questo risultato
è necessaria una formazione su diversi livelli: c’è bisogno
innanzitutto di un lavoro su noi stessi che ci renda consapevoli delle nostre potenzialità; un impegno coerente nella
realtà in cui viviamo, condotto sempre con spirito di servizio, qualunque sia il nostro ambiente (scuola, lavoro, famiglia...); la capacità di uno sguardo sul mondo, cioè imparare a guardare al mondo come la casa comune della grande
famiglia umana. In sostanza non facciamoci cambiare dal
mondo, ma cambiamo noi il mondo! In proposito San Paolo stesso ci ricorda di non adeguarci “alla mentalità di questo mondo”, per essere lievito di cambiamento costante e
di conversione dei cuori.
4
Novembre - Dicembre 2014
Studenti consapevoli oggi,
cittadini del domani
Daniele Manias
L
’alternanza scuola lavoro, l’orientamento, la sicurezza degli edifici
scolastici, il rapporto tra le famiglie e la
scuola sono stati gli argomenti al centro
del dibattito nell’aula del liceo scientifico di Sulmona, venerdì 14 novembre . I
ragazzi della nostra città hanno dimostrato, in questa occasione di confronto,
cosa significhi in concreto vivere in comunione in uno stesso contesto, mettendo in evidenza che uniti si vince! divisi
si è solo deboli!. Infatti i due poli cittadini, quello umanistico e quello scientifico-tecnologico, sono scesi in campo in
questo bel momento di condivisione per
esprimere le proprie opinioni sul documento emanato dal ministero dal titolo:
“La Buona Scuola”. Il dibattito e la riflessione degli studenti si sono concentrati
su temi importanti per il nostro territorio e per il suo sviluppo. Ampio il numero dei relatori con la presenza, del Dott.
Massimo Di Paolo, le rappresentanze
dei docenti ,dei genitori e degli studenti. «Una giornata bellissima, dove i due
poli si sono stretti le mani per la prima
volta, in modo concreto e utile» è stato
il commento di uno dei relatori, Mario
Puglielli, che ha messo in evidenza come
sia stata superata la divisione esistente
tra le due realtà scolastiche. «Questo evidenzia come sia veramente importante
costruire insieme il nostro futuro» ha
continuato il giovane studente universitario «mettendo in disparte i continui
campanilismi che fruttificano in questa
nostro territorio , per diventare una società nuova che rilanci il nostro paese».
Molta soddisfazione è stata espressa an-
INCONTRI DI FORMAZIONE ASSOCIAZIONE
Maria Chiara Carrozza
MEDICI CATTOLICI
Q
ual è il rapporto tra il medico e il paziente? In
che modo un medico si approccia alla cura della malattia? Questi argomenti sono stati al centro di
tre incontri formativi organizzati nel corso dell’anno
Un tweet da Dio
“Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte
destra della barca e troverete».” Gv 21,6
#GenerazioneNet
È
l’alba. I pescatori tornano verso
riva, a mani vuote.
Sono stanchi, come chi
ha faticato, e delusi,
come chi ha lavorato
invano. Sono arrabbiati, frustrati. Forse
parlano tra loro di quando il mare era più ricco, forse
si lamentano dei cambiamenti climatici; forse non parlano per niente. Guardano a riva, con solo la voglia di
tornarsene a casa e ficcarsi a letto per dimenticare una
nottataccia. Poi un uomo, uno sconosciuto, li invita a
tornare di nuovo al largo, dove non andrebbero mai di
loro iniziativa. Addirittura propone loro di gettare la
rete dalla parte destra, che è più scomoda per issare le
reti. Non mi spiego perché, ma i pescatori lo ascoltano,
gli danno retta. Fanno ciò che non hanno mai fatto prima: pensano di giorno, dopo una nottata andata male,
dal lato destro. E’ una follia. E pescano. Pescano tanto
da dover chiamare altri in aiuto. Perché la follia è pensare che le cose possano cambiare, continuando a far
sempre le stesse cose.
2014 dall’associazione laicale dei Medici Cattolici di
Sulmona –Valva, presente nella nostra diocesi da oltre
vent’anni. Ogni incontro è stato organizzato tenendo
conto da un lato della formazione religiosa, di cui si è
occupato l’assistente dell’associazione Don Egidio Berardi e dall’ altro dell’aspetto prettamente scientifico,
affidato di volta in volta a medici più impegnati nel
determinato settore. Nella prima tavola rotonda, tenutasi il 27 marzo, il cui tema era “La malattia: significato
cristiano e origini; trattamento del dolore”, mentre l’assistente dell’associazione ha fornito spunti di riflessione sul rapporto tra Dio e l’uomo e la concezione del
male in tutte le sue forme: fisico –psichica( malattia),
morale(peccato) e spirituale(il distacco da Dio Padre),
la dott.ssa Serena Puglielli, dopo aver rapidamente
ricordato i meccanismi fisiopatologici del dolore, ha
passato in rassegna i più importanti protocolli terapeutici in uso. Infine ha sottolineato le necessità di
dare sempre una risposta efficace al dolore del paziente stimolando un’ interessante discussione fra i presenti. Nel secondo incontro del 29 maggio, il tema è
stato: “ Cristo e la malattia: cure palliative e accanimento
terapeutico”. Don Egidio ha ricordato i vari interventi
di Gesù riportati nel Vangelo, ponendo dunque l’ac-
che dagli organizzatori, i rappresentanti
degli studenti del polo scientifico – tecnologico , che molto hanno lavorato per
la realizzazione di questo evento e per la
ricucitura del rapporto di amicizia con
i compagni del polo umanistico. «Da
qui si riparte! » ha sottolineato Antonio
Menchinelli, uno dei rappresentanti,
«per portare a termine, insieme, le battaglie per la riapertura dei due istituti della nostra città , il De Nino-Morandi e il
liceo Ovidio». La giornata si è chiusa poi
con il verdetto della giuria scolastica,
che ha razionalizzato le proposte emerse dal dibattito che sono state inserite sul
sito del ministero.
cento sulla Sua continua attenzione nei confronti dei
sofferenti. Il dott. Giancarlo Cipriani, ha ribadito con
fermezza nel suo intervento la necessità di eseguire le
cure palliative con la giusta attenzione scientifica, in
quanto rappresentano l’aspetto più importante nei
casi in cui la malattia principale non sia più “curabile”¸
ha poi sottolineato come il limite tra accanimento terapeutico e negazione della terapia necessaria appaia
molto labile e insieme ai partecipanti si è convenuto
di affrontare l’argomento ancora in seguito. “Il compito
del medico nella malattia: disabilità e riabilitazione” questo
il tema dell’ultimo incontro tenutosi lo scorso 30 ottobre. Come negli appuntamenti precedenti, c’è stata
un’introduzione di Don Egidio che, partendo dall’eloquente frase finale del brano biblico del Buon Samaritano, «Và e anche tu fa lo stesso», ha proposto numerosi
spunti di riflessione. La seconda parte dell’incontro è
stata curata dal dott. Raffaele Luigi Carrozza che ha
sottolineato il rapporto tra la disabilità e la necessità
di riabilitazione, ricordando come quest’ultima debba
riguardare la cura dell’intera persona e del nucleo familiare e non soltanto l’intervento più propriamente
terapeutico; si è in seguito discusso dei nuovi protocolli regionali sulla riabilitazione. Al termine dell’ incontro, il presidente dell’associazione Medici Cattolici
di Sulmona-Valva , il dr. Luca Pupillo, nel ringraziare
tutti gli intervenuti, ha annunciato che a breve saranno rese note le date e i temi della prossima serie di
incontri.
GENERAZIONE NEET? NO, NET!
I
sociologi li chiamano Neet, con
un acronimo inglese che sta per
Not (engaged) in Education, Employment or Training. Sono i giovani (ma non solo i giovani) che non
studiano, non lavorano, non cercano occupazione, non sono impegnati in tirocinio o servizio civile.
Nell’ambito delle nostre comunità parrocchiali potrebbero essere
quelli che non vengono a messa,
che non vanno più a catechismo,
che non frequentano i gruppi laicali, che non conoscono il parroco,
che non sono interessati a ciò che
viene proposto.
Sono quelli per
i quali ci vengono in mente solo i
“non sono…”. Eppure qualcuno
non ci sta. Qualcuno rivendica il
proprio essere e il proprio voler
esserci, al di là delle etichette sociali, dei titoli di studio ancora
da acquisire, della professionalità
ancora inespressa. Qualcuno, tra
questi giovani, mostra il desiderio di non essere scivoloso alla vita
ma di imparare a cogliere al volo
le opportunità. Con questo spirito
è nata GENERAZIONE NET. Le
animatrici del Progetto Policoro,
Alice e Patrizia, insieme a Don
Domenico Villani, parroco della
parrocchia di San Panfilo Vescovo, e a don Carmine Caione, della
parrocchia Maria SS. Ausiliatrice,
si sono chiesti come intercettare i
giovanissimi del dopo cresima delle due parrocchie per offrire loro
uno spazio di incontro, amicizia e
confronto. Un punto di riferimento
dove provare a scoprire “chi sono
io e chi sei Tu, o Signore”, come
pregava San Francesco. Net sta per
“rete”: non solo perché i ragazzi
che ne fanno parte sono esperti di
internet ma anche perché vogliono
esprimere la volontà di “fare rete”,
di aggregarsi facendo gruppo, e di
acchiappare la vita per portare a
casa qualcosa di buono per sé, da
spendere negli ambiti della propria quotidianità. I ragazzi stessi
hanno ideato l’acronimo Noi Emozioniamo Tutti: e al di là dell’apparente banalità delle parole scelte, è
significativo quel voler partire da
un noi, tutto da costruire, per arrivare a tutti, attraverso le emozioni,
che sono il canale prioritario degli
adolescenti. Durante l’incontro si
gioca, ci si conosce, si riflette assieme, magari partendo da un segno.
Soprattutto si osservano i ragazzi,
si cerca di ascoltare loro, perché il
gruppo diventi ciò di cui hanno
bisogno e desiderio. Prima della
cena in condivisione, si conclude sempre con un Tweet da Dio.
Su Twitter, come ci insegnano i
ragazzi, chiunque può scrivere e
raggiungere contemporaneamente
tutti i follower, i “seguaci”. Così,
nella nostra metafora, Dio ci manda ogni volta un messaggio; poi
sta a noi decidere se seguirlo, se
condividerlo, se commentarlo.
Note tecniche: Ci si incontra ogni
2 settimane, il mercoledì, a partire dalle ore 19.00, una volta negli
spazi della parrocchia di S.Panfilo,
la successiva in quelli di Maria
SS.ma Ausiliatrice. Si conclude
sempre con la cena, dove ognuno
portaqualcosa da condividere. La
partecipazione è gratuita. Per partecipare o saperne di più contatta
Alice o Patrizia (Progetto Policoro
diocesano) oppure i parroci Don
Domenico e Don Carmine.
5
SulmonaValva
Diocesi
Iniziative Caritas
La Caritas diocesana incontra le parrocchie
Orsatti Francesca
Avvento-Natale 2015
Orsatti Francesca
Caritas diocesana, nell’incontro svolto a Castel di
L
a Caritas diocesana dedicherà quest’anno pastorale alla visita personale nelle parrocchie, nel
desiderio di conoscere e toccare con mano le diverse realtà del territorio della diocesi. Una formazione
dinamica, dunque, fatta di prossimità e di sostegno
individuale alle singole comunità che ogni giorno si
misurano con le difficoltà e con le gioie di spendere
il proprio servizio verso gli ultimi. E’ questo l’orientamento emerso tra sacerdoti e collaboratori della
Sangro, l’11 novembre scorso. Don Palmiero Amatangelo, direttore della Caritas diocesana, ha fornito
alcune nozioni fondamentali sul metodo ascoltare,
osservare, discernere ribadendo l’assoluta necessità di avere un centro di ascolto in cui accogliere le
persone, ascoltarle ed accompagnarle in un percorso
che promuova la dignità individuale. È stata illustrata la metodologia del consiglio d’amministrazione
diocesano, la scheda per gli accolti ed il programma
Ospoweb. Si è parlato, inoltre, del nuovo fondo europeo FEAD che integrerà, per l’anno 2015, gli aiuti
alimentari AGEA e della colletta alimentare diocesana del prossimo 28 febbraio, sollecitando i parroci ad
individuare collaboratori interessati e motivati che
possano avviare un progetto Caritas nelle proprie
comunità. L’incontro si è chiuso con un fruttuoso
scambio di opinioni e con la condivisione di alcuni
casi che hanno interessato la zona, promuovendo la
necessità di un lavoro di rete più attento ed accurato.
TUTTO DA SCOPRIRE!
Antonella Di Fonso
“T
utto da scoprire”: con questo slogan si sono ritrovati domenica 9 novembre numerosi ragazzi dell’ACR, Azione Cattolica Ragazzi, ospitati presso i locali della parrocchia di Maria SS.ma della Libera a
Pratola. L’occasione era quella della ormai consolidata Festa del Ciao, appuntamento ormai consueto per
l’Azione Cattolica diocesana che ogni anno, in autunno, organizza questo evento rivolto ai più piccoli. Un
allegro gruppo formato da più di cento persone, ragazzi ed educatori provenienti da diverse parrocchie
della diocesi di Sulmona-Valva - da Sulmona San Giovanni da Capestrano, Santa Maria della Tomba, San
Francesco della Scarpa, Sant’Agata, San Francesco di Paola; da Bussi San Biagio; da Pratola Santa Maria della
Libera, da Popoli San Lorenzo e Santa Maria della Pace; da Ofena San Nicola di Bari – si è incontrato nello
spirito della condivisione e della consapevolezza di far parte di una Chiesa unita e viva. La giornata è stata
ambientata in un laboratorio scientifico dove i ragazzi hanno dovuto scoprire una formula misteriosa che
permettesse allo scienziato Mr. Fogg di realizzare il suo esperimento: e il segreto di questa formula è accogliere con amore tutto il coraggio della fede e incamminarsi sulla strada di Gesù, seguendo il racconto del brano
del Vangelo di Matteo in cui Gesù,
camminando sulle acque, ci invita
a non avere paura. La celebrazione
eucaristica è stata condivisa insieme a tutta la comunità parrocchiale
di Pratola Peligna che ha accolto i
ragazzi e gli educatori ACR con
grande vicinanza ed entusiasmo,
realizzando un momento conviviale a base di castagne appena arrostite al termine della giornata. Come
una famiglia, l’Azione Cattolica è
vicina ad ognuno dei suoi membri,
grandi e piccini, vicini e lontani, nel
segno della festa, della condivisione e della bellezza della scoperta.
Il Consiglio pastorale prepara la Diocesi al convegno di Firenze
L
a Diocesi di Sulmona-Valva porterà le sue esperienze sul tema del convegno nazionale di Firenze, in programma l’anno prossimo, sul tema: “In
Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. L’argomento è
stato al centro della discussione nel Consiglio pastorale diocesano, riunito nei locali del Centro pastorale. In vista del convegno nazionale intanto la Chiesa
d’Abruzzo e Molise terrà un suo convegno nel mese
di febbraio 2015, a Montesilvano.
Intanto la Chiesa diocesana dovrà tenere un suo convegno, con tema da decidere, per settembre dell’anno prossimo. Tutte occasioni e opportunità importanti per la Chiesa che vuole aprirsi sempre più alla
società, accogliendo l’esortazione di Papa Francesco
ad essere “Chiesa in uscita”, che va incontro ad una
società sempre più attraversata da problemi e travagli e sempre più bisognosa di ritrovare la strada del-
la fede, del dialogo e di valori oggi spesso trascurati.
In apertura di riunione il vescovo Angelo Spina, che
ha presieduto i lavori del Consiglio pastorale, ha fatto il punto sul recente Sinodo straordinario dedicato
alla famiglia.
“La famiglia deve ritrovare il fondamento della fede,
per vivere in serenità e coltivare veri valori – ha sottolineato monsignor Spina – spesso oggi il rapporto
di coppia e il matrimonio nascono e vivono più di
emozioni che di convinzioni e tutto questo porta al
fallimento della coppia, alla nascita di nuove relazioni e di nuovi matrimoni, provocati dall’annullamento di valori, dall’individualismo e dall’isolamento”.
La riunione si è conclusa con un breve esame sullo
stato dei diversi uffici pastorali della Diocesi di Sulmona-Valva.
L
a Caritas diocesana ha realizzato quest’anno un calendario in distribuzione in tutte le parrocchie. L’iniziativa ha lo scopo di stimolare la riflessione della comunità civile ed ecclesiale attorno al tema della carità,
troppo spesso abusata e distorta. Ogni mese si compone
di un’immagine tratta dalle diverse opere messe in campo dalla nostra Caritas nel corso degli ultimi sei anni; in
basso una riflessione estrapolata dai documenti pastorali
dedicati appunto alla carità che possono servire alla riflessione personale e comunitaria. Il ricavato sarà destinato
alle singole Caritas parrocchiali per fronteggiare le emergenze e i bisogni dei suoi accolti. La Caritas parrocchiale è
l’organismo pastorale istituito per animare la parrocchia,
con l’obiettivo di aiutare tutti a vivere la testimonianza,
non solo come fatto privato, ma come esperienza comunitaria, costitutiva della Chiesa. L’idea stessa di Caritas
parrocchiale esige, pertanto, una parrocchia “comunità di
fede, preghiera e amore”. La testimonianza comunitaria
della carità è dunque, insieme, la meta da raggiungere e il
mezzo, o almeno uno dei mezzi, per costruire la comunione. Un esercizio da praticare costantemente.
Ricordo di Don Antonio Berluti
U
n grande sacerdote, un pastore affabile, gioviale, paterno, sempre attento ad ogni necessità della sua comunità parrocchiale e sempre sensibile ai bisogni di ogni
singolo parrocchiano e di ogni famiglia. Così a dieci anni
dall’improvvisa scomparsa la sera del 25 ottobre scorso
è stato ricordato don Antonio Berluti, parroco di S.Maria
ad Nives. Una santa messa solenne è stata celebrata nella
chiesa di S.Francesco della Scarpa da don Gilberto Uscategui, suo successore. “La partecipazione commossa e
consistente della comunità parrocchiale attesta con chiarezza la grande figura di don Antonio, che ho avuto onore
e piacere di conoscere – ha detto nell’omelia don Gilberto
– è grazie al suo operato pastorale, alla sua parola ed al
suo esempio che tanti oggi sono legati alla parrocchia e al
servizio della Chiesa e dei fratelli”. In una lettera le comunità parrocchiali di S.Maria ad Nives e di S.Pietro hanno
ricordato che “don Antonio è stato un prezioso dono di
Dio”. Per i suoi parrocchiani di sempre “don Antonio c’era anche quando non ce ne rendevamo conto, quando non
faceva domande o ne faceva troppe, quando silenziosamente trovava soluzioni ai problemi irrisolvibili, come un
padre per i suoi figli”. Tanti i ricordi in quella serata. “La
sua pacatezza e gentilezza nell’esporre le proprie idee, il
suo nascondersi dietro un giornale osservando tutto con
attenzione, i suoi sorrisi interrogativi, gli sguardi eloquenti, le passeggiate serali lungo i vicoli della parrocchia, la
disponibilità con tutti ed il senso pratico, in ogni circostanza” così lo ha descritto una giovane parrocchiana che
come tutti gli altri conserva nel fondo del cuore l’immagine di un sacerdote che vive ancora nella memoria indelebile di chi lo ha conosciuto e amato.
6
Novembre - Dicembre 2014
Festa degli Anniversari di Matrimonio
D
omenica 26 ottobre, durante la celebrazione Eucaristica delle ore
11.00, si è tenuta nella parrocchia di San
Francesco di Paola, una vera e propria
“Festa del matrimonio”. Sono ormai 22
anni che coppie di sposi, che celebrano nel corso dell’anno i loro 25esimi,
50esimi, 60esimi e anche 65esimi anniversari di matrimonio, partecipano
numerose a questa festa comunitaria.
Anche quest’anno, in molti sono stati
accolti con gioia dal parroco, padre Cherubino, che durante la celebrazione, ha
posto l’accento sull’importanza della
famiglia cristiana come nucleo centrale
della Chiesa tutta, esempio di amore,
comunione, tolleranza, disponibilità e
ascolto. La famiglia, ha poi proseguito
il parroco, è fondamentale anche e soprattutto nella situazione di difficoltà e
trasformazione sociale contemporanea.
Dopo l’omelia, le coppie di sposi hanno
rinnovato le promesse matrimoniali in
una breve ma intensa cerimonia di benedizione degli anelli nuziali. Al termine
della celebrazione, tutte le coppie hanno
ricevuto in dono dal parroco un’icona
rappresentante la Sacra Famiglia e la
gioia della giornata è stata immortalata
con alcune foto ricordo. “Sicuramente
un’emozione grande comprendere l’importanza del traguardo raggiunto e dopo 25
anni rinnovare le promesse matrimoniali
con una consapevolezza diversa, più matura
e razionale” queste le sensazioni di Luigi
e Annamaria, una delle coppie presenti.
“Sono stati senza dubbio momenti forti durante i quali è stato possibile sperimentare
la grande unità parrocchiale, che andrebbe
vissuta maggiormente grazie a questa rete di
famiglie. È stata un’opportunità importante
per poter riflettere sul percorso fatto in 25
anni, sui progetti, sui traguardi raggiunti
ma anche sulle difficoltà incontrate, dunque
un’occasione per ringraziare il Signore che
ci ha sempre dato la forza di superare tutto insieme. Una festa per ribadire come la
famiglia sia centrale e sia speranza di vita
per il futuro!” sono queste le impressioni
di Paolo e Paola, un’altra coppia che ha
partecipato all’evento. “L’iniziativa è nata
con l’intento di permettere a tutte le coppie
di sposi presenti in parrocchia, di condividere con la comunità la gioia di questo traguar-
Maria Chiara Carrozza
do importante della loro vita insieme e di
anno in anno assistiamo con piacere ad una
risposta sempre maggiore!” così la signora
Annamaria, da molti anni impegnata
nell’organizzazione dell’evento insieme
a molti altri parrocchiani, ci racconta
come tutto è iniziato. Una festa, dunque
che permette di ringraziare il Signore
per il dono dell’amore e della famiglia,
testimoniando la bellezza e l’importanza
del matrimonio cristiano, dinanzi a tutta
la comunità parrocchiale, pronta a condividere questa felicità. Particolarmente
emozionante è stato vedere una coppia
che festeggiava il 65° anno di matrimonio, a testimonianza di un amore che
non diminuisce ma aumenta negli anni!
Esercizi spirituali del clero in Sicilia
O
spiti della Casa di spiritualità delle Suore di Maria Ausiliatrice a Messina, un gruppo di sacerdoti
della diocesi di Sulmona-Valva, con il vescovo Spina
e sacerdoti della diocesi di Isernia-Venafro con il vescovo Cibotti e un gruppo
di sacerdoti della diocesi di
Campobasso-Bojano, hanno
vissuto gli esercizi spirituali. Il raccoglimento, l’ascolto intenso della Parola di
Dio, le meditazioni dettate
dal sacerdote salesiano don
Raimondo Frattallone, i momenti di preghiera hanno
permesso a tutti di interrogarsi sulla propria identità’
e fare una seria revisione di
vita per essere sempre più
conformi al Signore Gesù.
Le due tematiche proposte
dal predicatore: L’ identità
sacerdotale alla luce di Maria, Madre di Cristo e della
Chiesa e il presbitero esperto del divino hanno dato
l’imput alla riflessione. La
prima giornata e stata arricchita dalla visita al santuario mariano della Madonna
nera a Tindari dove il gruppo ha celebrato l’Eucaristia e
ha pregato la Vergine Maria
per i sacerdoti e per le vocazioni.
Gli esercizi continuano con
la preghiera nel cuore: Ti ho cercato, o Signore della
vita, e tu mi hai fatto il dono di trovarti: te voglio amare
mio Dio. Le giornate degli esercizi spirituali trascorrono velocemente. Tanti i momenti dedicati alla preghie-
ra comunitaria e all’ascolto della Parola di Dio. Nel
santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa, i
presbiteri, con i vescovi, hanno celebrato il sacramento
della riconciliazione e pregato con queste parole: “Ti
commuova, o Signore, l’umile e fiduciosa confessione dei tuoi figli, la tua mano guarisca le loro ferite, li
sollevi e li salvi”. Dopo la preghiera al santuario della Madonna delle lacrime i sacerdoti sono stati accol-
ti dal Vescovo Salvatore Pappalardo nell’episcopio.
Hanno visitato la cattedrale e la cappella di S. Lucia,
ascoltando la meditazione nella cappella del seminario sul tema: il sacerdozio nel ministero della Chiesa.
La giornata si è conclusa con
la S. Messa nella bellissima
cattedrale.Il quarto giorno degli esercizi spirituali
ci ha portati a Catania per
riflettere sul martirio di S.
Agata. L’Arcivescovo Salvatore Gristina ci ha accolti in
episcopio parlandoci della
sua diocesi e condividendo
un momento di preghiera. Nel pomeriggio e’ stata
dettata la meditazione su “
L’Eucaristia, fonte della vita
spirituale per il sacerdote”.
Se il servizio della Parola
e’ elemento fondamentale
del ministero presbiterale,
il cuore e il centro vitale di
esso è costituito senza dubbio, dall’Eucaristia, in cui
Gesù Cristo e’ presente, e’
vivo. Grazie a te, o amico
degli uomini, o Maestro, o
Pane della vita, o Salvatore.
Scriveva S. Massimiliano
Kolbe: Ricevi l’Eucaristia
con le disposizioni di Maria.
Ricevi Gesù nella S. Comunione e accogli tutto dalle
Sue mani, con l’umile disposizione della Vergine Maria al momento dell’annunciazione: “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di
me secondo la tua parola”.
7
SulmonaValva
Diocesi
Momenti di
grazia e di gioia quelli della Visita Pastorale di Mons. Angelo
Spina nelle parrocchie di Anversa
D
al giorno 28 Ottobre al 1 Novembre,
mons. Angelo Spina ha dedicato tutto se stesso alle piccole comunità affidate
alla cura di don Oliviero Tullio Liberatore. Il primo impatto di cui il vescovo ha
conservato indelebile il piacevole ricordo
è stato quello con gli operatori della Riserva Naturale, i quali -con competenzahanno immerso il nostro pastore in uno
dei doni più belli che Dio abbia potuto
fare ad Anversa e a Castrovalva: la natura. Interpretandone scientificamente il
linguaggio, gli amici della riserva, hanno
dischiuso ai nostri occhi e ai nostri cuori la bellezza di Cristo, il cui volto, Dio
Padre guardava mentre dava forma al
mondo e all’uomo. Profondo e commovente l’incontro con i malati attraverso
le cui lacrime abbiamo ancora una volta
appreso il valore dell’essere per gli altri
e della sofferenza come luogo abitato
da Dio. I giorni successivi, caratterizzati
dall’incontro con il Sindaco e l’amministrazione comunale, la comunità “Il Castello”, la caserma dei carabinieri, hanno
immerso il vescovo nella realtà del paese
portandolo a condividerne le problematiche, le speranze ma anche la stima per
il luminoso esempio di dedizione totale
da parte delle istituzioni “in” e “per” realtà così piccole. La preghiera dei Salmi,
la catechesi sul Credo, la Celebrazione
Eucaristica quotidiana, l’incontro e la
riflessione sul mistero delle morte e la
speranza della risurrezione presso il Cimitero e l’incontro con i fedeli l’ultimo
giorno- in cui il vescovo ha dato ascolto e
risposta alle aspettative dei parrocchiani
- non hanno tradito quanto la visita pastorale si era prefissata: far entrare il pastore nel cuore del gregge e il gregge nel
cuore del pastore. “Ci manca”: queste
le parole che don Oliviero ha raccolto i
giorni successivi la visita dalle labbra dei
parrocchiani; nulla di più sincero e vero
per incarnare l’intensità con cui il gregge
ha accolto e ha vissuto con il suo pastore,
la cui visibilità si è data nei doni della mitria e del pastorale.
Visita pastorale a Barrea
D
al 6 al 9 di novembre il Vescovo si
è recato in visita pastorale a Barrea.
L’accoglienza è stata serena e gioiosa da
parte delle tante persone, del Sindaco e
del parroco don Ghislain che ha esposto, con un discorso articolato, come la
comunità vive la vita cristiana. Gli incontri si sono succeduti uno dopo l’altro
permettendo alle persone di ascoltare le
catechesi, celebrare i sacramenti e vivere gli incontri. Significativo quello con
gli alunni delle scuole che hanno posto
tante domande sul senso della vita, su
degli Abruzzi e di Castrovalva
come nasce una vocazione al sacerdozio,
sul come costruire la pace in n mondo
lacerato. Il vescovo ha fatto visita agli
ammalati nelle loro case e sostato a lungo nella Casa anziani della parrocchia,
fiore all’occhiello di civiltà e di carità.
In un tempo in cui la società scarta gli
anziani, la parrocchia se ne fa carico e li
accoglie, li ospita in una casa funzionale
in un clima di famiglia, per dare sostegno materiale e spirituale. Nell’incontro
serale, in dialogo con le famiglie, sono
emerse domande sul valore che ricopre
oggi la famiglia, sul tema della fede, su
come educare le nuove generazioni alla
vita spirituale e come affrontare la sofferenza quando bussa alla porta della propria vita. I barreani hanno vissuto intensamente la visita pastorale che ha avuto
le tante sfaccettature sia dal punto di
vista civile che religioso. Il paese aperto al turismo, soffre per la mancanza di
lavoro, ha detto il sindaco nella sede del
Comune, anche se il numero degli abitanti si mantiene stazionario, avanza
l’invecchiamento, ma abbiamo speranza. L’incontro con le persone è stato a
trecento sessanta gradi: ragazzi, giovani, famiglie, ammalati, confraternite,
consigli parrocchiali, ecc. Concludendo
la visita il vescovo, che ha tenuto le catechesi centrate sul Credo, ha dato questa
immagine: “Barrea si specchia sul lago
ed è circondata dalle montagne. Sia così
la vostra fede forte e radicata come questi monti e come il lago riflette il cielo sereno, così la vostra vita sia riflesso della
fede. Il legame profondo con la parola di
Dio, con i sacramenti, con il pastore della diocesi, hanno mostrato ancora una
volta la bellezza del volto della Chiesa.
Una visita pastorale che rimarrà scritta
nei cuori di tutti coloro che l’hanno vissuta.
La Comunità Parrocchiale di Barrea
8
Novembre - Dicembre 2014
Don Vittorio D’Orazio
ha festeggiato i 100 anni
Incontro annuale dei Cooperatori
salesiani della Provincia Adriatica
L
I
o scorso 20 novembre don Vittorio
D’Orazio ha festeggiato il suo centesimo compleanno e la comunità parrocchiale
di San Panfilo ha voluto riunirsi attorno a
lui per lodare il Signore col cuore pieno di
affetto e riconoscenza. Molte persone gremivano la Cattedrale, tanti sono tornati da
vari posti d’Italia (Roma, Pisa, Bari) per
rivedere e fare gli auguri al parroco che ha
celebrato le loro nozze, la Prima comunione
o che è stato il punto di riferimento della
loro giovinezza. Visibilmente commosso,
nell’omelia don Vittorio ha ringraziato
anzitutto il Signore per il dono della vita e
del sacerdozio e parafrasando il Vangelo ha
dato lode allo Spirito Santo che come agli
apostoli nel cenacolo, gli ha donato la forza
della missione «vincendo la paura che spesso umanamente blocca ogni iniziativa ridimensionandola e mostrandone sempre i lati
negativi». Il Vescovo, presente alla celebrazione insieme al parroco e ad altri sacerdoti del presbiterio diocesano, ha ringraziato
don Vittorio per il bel momento celebrativo
e comunitario donando la pergamena con
la benedizione apostolica di Papa Francesco. La Comunità parrocchiale insieme al
Borgo San Panfilo e a molti altri estimatori, hanno fatto dono a don Vittorio, di una
stampa ottocentesca della Sacra Famiglia,
«per ricordare a don Vittorio che per tutti
noi è uno di famiglia e perché la Vergine
Maria, San Giuseppe e il Bambin Gesù, veglino sempre su di Lui», «caro don Vittorio
– ha continuato il parroco – questa è casa
tua e la tua presenza ci riempie di gioia».
Terminata la celebrazione Eucaristica, la
festa è continuata nei locali del borgo San
Panfilo in un clima di fraternità e allegria,
con la presenza del Sindaco, del Vescovo
e di tanti amici. Anche l’Arciconfraternita
della Santissima Trinità ha voluto stringersi attorno a don Vittorio per fargli sentire
tutto l’affetto e la riconoscenza per il suo
lungo servizio all’Arciconfraternita e fargli
i calorosi auguri per i 100 anni con una solenne celebrazione eucaristica. Il Presbiterio diocesano, nella giornata di ritiro del 2
dicembre ha festeggiato don Vittorio con un
momento intenso di preghiera. Il Vescovo
gli ha consegnato l’Onorificenza di Cappellano di Sua Santità. Sono seguiti gli effetti
pirotecnici, con il canto e una grande torta.
Il Vescovo a nome di tutti, facendo gli auguri ha ricordato il salmo 89: “ Signore, insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo
alla sapienza del cuore”, augurando a don
Vittorio a nome del Presbiterio e di tutta la
Diocesi “Ad multos annos”.
l vescovo Angelo Spina, nel pomeriggio di domenica 16 novembre, ha
portato il suo saluto all’incontro annuale dei Cooperatori salesiani della
Provincia Adriatica, riuniti nei locali
dell’Oratorio salesiano della chiesa parrocchiale di Cristo Re. Il vescovo rivolto
ai cooperatori li ha esortati ad offrire
sempre una valida testimonianza cristiana, facendo proprio e valorizzando
il carisma di San Giovanni Bosco. Nella
mattinata il convegno si è caratteriz-
zato per le relazioni di don Giuseppe
Buccellato, responsabile nazionale dei
Cooperatori salesiani e Renato Cursi,
coordinatore nazionale del Movimento
giovanile salesiano.
Tema dell’incontro annuale è stato
“Dalla storia alla realtà”. L’incontro,
al quale hanno partecipato circa centocinquanta cooperatori provenienti da
Abruzzo, Marche e Umbria, si è concluso con la celebrazione eucaristica nella
chiesa di Cristo Re.
Prima giornata di formazione
liturgico musicale
Benedetta a Pratola Peligna
l’edicola della “Madonna del sorriso”
D
ove i bambini hanno uno spazio per
giocare e le persone si incontrano, in
un’area attrezzata, a Pratola Peligna, è stata
realizzata una artistica edicola che accoglie la statua in legno della “Madonna del
sorriso”, che il vescovo ha benedetto dopo
un momento di preghiera, con la partecipazione del parroco P. Renato Frappi e di P.
Agostino. Durante la riflessione il vescovo
ha detto: “Sono lieto di essere qui con voi,
per benedire questa artistica statua in legno
della Beata Vergine Maria, che voi chiamate Madonna del sorriso, e che io dico, Madonna che ci libera dalla tristezza. Vederla
collocata qui dove la comunità si incontra,
dove i bambini vengono a giocare, è segno
di serenità e protezione per tutti. La Vergine celeste ci guarda, ci guida, ci protegge
come la più tenera delle madri. Come sarebbe bello, in futuro, poter dire “Pratola
città di Maria”, visto che qui c’è il santuario, una devozione viva e sentita dal popolo…Ringrazio il parroco, P. Renato, i padri
Maristi, tutti voi per questo momento così
significativo e invoco su di voi la benedizione”.
La celebrazione solenne presieduta dal
vescovo Angelo Spina, nella Cattedrale di San Panfilo, ha concluso la prima
giornata di formazione liturgico musicale, tenuta domenica 16 novembre
nella sala convegni del centro pastorale
diocesano. La musica nella liturgia è da
sempre momento essenziale nella santa
messa e in altri riti della chiesa.
E nella musica, come nella liturgia, nulla è affidato al caso ma tutto ha il suo
posto e il suo significato. La musica è
completamento essenziale delle parole
che il sacerdote e l’assemblea pronun-
ciano durante il rito della santa messa.
Sul valore della musica nella liturgia e
sull’evoluzione del rapporto musicaliturgia nella storia della chiesa cattolica è intervenuto monsignor Vincenzo
De Gregorio, consulente della musica
liturgica della conferenza episcopale
italiana.
Ad aprire la giornata è stato don Carmine Caione, sul tema il ministero del
canto nella liturgia. A seguire il maestro
Alessandro Sabatini, direttore dell’ufficio di Musica Sacra della diocesi, sulla
vocalità liturgica.
9
SulmonaValva
Diocesi
Solenne rito della dedicazione
del nuovo altare a Secinaro
C
on una solenne celebrazione è stato consacrato il nuovo altare della
chiesa di Secinaro. Presente il parroco P. Carmine Castiglione, don Luigi e tanta gente.
Durante l’omelia il vescovo ha spiegato il significato dell’altare nella liturgia
e sottolineato i punti della preghiera di consacrazione.
“E ora ti preghiamo umilmente, Signore,
avvolgi della tua santità questo altare
eretto nella casa della tua Chiesa,
perché sia dedicato a te per sempre
come ara del sacrificio di Cristo
e mensa del suo convito,
che redime e nutre il suo popolo…
Sia il centro della nostra lode
e del comune rendimento di grazie,
finché nella patria eterna
ti offriremo esultanti il sacrificio della lode perenne
con Cristo, pontefice sommo e altare vivente”.
E’ stato benedetto anche il nuovo ambone. Alcuni ragazzi e ragazze hanno
ricevuto il sacramento della confermazione.
Al termine della celebrazione in tutti era visibile la gioia di sentirsi amati dal
Signore e formare un’unica chiesa, chiamata alla santità.
Una festa alla mensa Caritas
Festa di S. Giovanni a Capestrano
e presentazione del nuovo
Amministratore parrocchiale
G
rande partecipazione a Capestrano
per la festa del Patrono S. Giovanni. Dopo il corteo partito dal Comune, la
deposizione della corona ai caduti ci si è
ritrovati tutti in chiesa per la celebrazione
eucaristica presieduta dal vescovo Spina.
Presente all’incontro anche il vescovo ungherese Lajos Pápai, della diocesi di Győr,
gli Ambasciatori ungheresi presso lo Stato
italiano e la Santa Sede, il Sindaco e tante
autorità, con la presenza dei frati minori e
del provinciale p. Carlo Serri. Prima della
D
celebrazione il Vescovo ha salutato tutti
sottolineando che sono 30 anni da quando san Giovanni Paolo II ha proclamato
patrono dei Cappellani militari S. Giovanni da Capestrano, ha poi letto la bolla di nomina del nuovo Amministratore
parrocchiale nelle persona di P. Hieronim
Slawomir Staron, in sostituzione di P. Mario.
La Comunità parrocchiale ha accolto P.
Girolamo con un grande applauso. Durante l’omelia il vescovo ha sottolineato alcuni tratti della vita di S. Giovanni,
ponendo l’attenzione sul tema della fede,
grande dono di Dio che illumina la vita e
non ci fa sentire vuoti e soli e l’urgenza di
crescere ogni giorno ascoltando la parola
di Dio e pregando. Dopo la celebrazione
è seguita la processione per le vie del paese fino alla casa natale di S. Giovanni da
Capestrano, con la partecipazione di tanti
cappellani militari provenienti da diversi
luoghi.
on Giovanni Di Placido, che ha
festeggiato i 70 anni di sacerdozio, ha voluto incontrare gli ospiti
della mensa della Caritas Diocesana
e pranzare con loro.
E’ stato un momento bello di festa e
di semplice convivialità. Salutando
gli ospiti ha detto: “Il Signore ci ha
insegnato a pregare il Padre nostro,
segno che tutti siamo fratelli e così
Inaugurazione dell’anno scolastico a Popoli
G
li alunni delle scuole elementari, medie e superiori di Popoli, insieme alle loro
famiglie e ai docenti, si sono riuniti nella chiesa di S. Francesco per inaugurare
il nuovo anno scolastico con la celebrazione della Santa Messa, presieduta da S.E.
dobbiamo trattarci. Condividere con
voi questo momento è per me sacerdote motivo di gioia, sapendo che
Dio non ci abbandona mai… A tutti
voi assicuro la mia preghiera. All’incontro era presente anche il vescovo,
don Palmiero, direttore Caritas, altri
sacerdoti, gli operatori e i volontari
della Caritas.
Francesco Domenicucci
Mons. Angelo Spina. La celebrazione eucaristica, animata dai giovani di Popoli e di
Torre de’ Passeri, è stata una vera festa della Fede dove si respirava la gioia del Risorto e la bellezza della comunione ecclesiale. Nell’omelia il vescovo si è rivolto con
affetto ai giovani, invitandoli a ringraziare Dio per il dono dell’intelligenza. Nel suo
infinito amore, il Signore ha creato l’uomo a sua immagine e gli ha donato la libertà
e l’intelligenza, affinché attraverso il progresso scientifico potesse contemplare le
meraviglie del creato.
Il vescovo poi ha sottolineato l’importanza della preghiera e dell’impegno nello studio; il percorso di formazione culturale dell’individuo deve aiutare l’uomo a scoprire la sua vocazione all’interno della società e a mettere il suo sapere al servizio degli
altri. Durante la Santa Messa i fedeli hanno pregato per il Santo Padre Francesco e
per i vescovi impegnati nel Sinodo, perché illuminati dalla Parola di Dio possano
aiutare la famiglia a riscoprire i valori autentici che la rendono nucleo fondamentale
della società e piccola chiesa domestica. Prima della benedizione i ragazzi hanno
affidato i loro studi al Signore per intercessione di San Gabriele dell’Addolorata,
patrono degli studenti. Prima della benedizione, la nuova dirigente scolastica ha
ringraziato il vescovo, il parroco don Luigi, don Panfilo e don Eugenio; ha espresso
la sua gratitudine verso le famiglie che hanno partecipato alla funzione religiosa,
esortandole a dialogare con la scuola e a collaborare con i docenti per garantire ai
ragazzi la migliore formazione umana e culturale; ha inoltre espresso il desiderio
che ogni anno si possa iniziare, con la benedizione di Dio, il cammino scolastico.
Infine ha preso la parola il sindaco di Popoli, il quale ha ricordato che i giovani sono
il futuro della nostra società ed è compito delle istituzioni impegnarsi affinché essi
possano realizzarsi e adoperarsi per il bene comune. Al termine della celebrazione
il coro del Liceo scientifico, attraverso l’esecuzione di alcuni brani, magistralmente
eseguiti, ha dato colore e calore alla serata di festa.
10
Novembre - Dicembre 2014
Ritiro del Clero dell’Abruzzo
e del Molise a Lanciano
“Periferie cuore della Missione”
L
I
sacerdoti, i religiosi, i diaconi, con i loro vescovi si sono incontrati a Lanciano, per
una giornata di ritiro regionale. L’incontro si è tenuto all’interno della Fiera dove
è stata allestita una interessante mostra di oggetti di artigianato e di arte sacra.
Dopo i saluti e il momento di preghiera
è seguito l’intervento di Mons. Bruno
Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, sul
Sinodo sulla famiglia. L’intervento ben
articolato è stato suddiviso in quattro
punti: i Papi e il clima del Concilio Vaticano II; le fatiche del Sinodo; i protagonisti; cosa ha detto il Sinodo.
1. I Papi e il clima del Concilio.
Papa Francesco ha invitato a parlare con
assoluta libertà, con parresia, ha voluto
la pubblicazione della relazione, senza
nascondere e senza negare. All’interno
del Sinodo ci sono state le differenze,
sotto la guida dello Spirito. Papa Benedetto è stato fisicamente presente
due volte: all’inizio e il giorno della beatificazione, ma ha posto le basi con il
suo pensiero teologico sull’importanza
della fede dei nubendi perché il matrimonio sia valido e l’importanza di far
fare ai futuri sposi un serio e scrupoloso
cammino. IL Sinodo si è concluso con
la beatificazione di Paolo VI, che, con
il Concilio, ha messo in evidenza come
la Chiesa non rinuncia alla fede ma che
si fa compagna di viaggio per tutti nel
corso della storia Così la Chiesa di oggi,
ferma nella fede è sinodale, aperta a
tutti, impegnata nel dialogo pronta a
scommettere sulla famiglia con libertà,
con coraggio, con profezia.
2.Le fatiche del Sinodo.
Al Sinodo hanno partecipato complessivamente 253 persone con un confronto
aperto. Le fatiche del Sinodo sono state
elencate nelle cinque tentazioni:
a. Irrigidimento possibile (tradizionalisti)
b. Buonismo distruttivo (progressisti)
c. Trasformare le pietre in pani (arrivare
subito alla soluzione)
d. Trasformare i pani in pietre (mettere
sulle spalle degli altri pesi insopportabili)
e. Scendere dalla croce per accontentare
la gente, per assecondare la mondanità
3. I protagonisti
253 presenti tra cui 14 coppie di sposi
che hanno fatto vedere la fedeltà alla località con la concretezza alla storia, ma
anche la dimensione della chiesa che è
cattolica, universale.
4. Cosa ha detto il Sinodo.
La relazione finale del Sinodo è stato
frutto della collegialità. Sono emerse le
grandi trasformazioni della realtà familiare. Nuove tensioni e condizionamenti
non presenti nella società di alcuni anni
fa. La precarietà, le convivenze crescenti, la paura di un vincolo matrimoniale,
o il ritenerlo inutile.
C’è una forte rilevanza della vita affettiva e la problematicità nell’emozionale:
“Io devo pensare alla mia felicità”. L’affettività senza limiti, la sessualità vissuta senza responsabilità, il calo delle
nascite. In un quadro così complesso La
Chiesa deve annunciare il vangelo della
famiglia, la bellezza del progetto di Dio,
l’indissolubilità del matrimonio, l’apertura alla vita, la trasmissione della fede
da parte dei genitori ai figli.
Il gronde compito è evangelizzare la famiglia che è scuola di bontà, di socialità,
di ecclesialità, di santità.
Molto si è discusso sulla possibilità di
riammettere i divorziati e risposati alla
comunione, ma restano valide le norme
attualmente vigenti nella Chiesa in attesa del prossimo Sinodo ordinario che riprenderà la discussione su questi temi.
Riguardo alle persone omosessuali il
Sinodo ha messo in evidenza che sono
persone che hanno il diritto di rispetto alla loro dignità. In nessun modo è
possibile equiparare unione omosessuale a quella matrimoniale. Ci sono
oggi organismi internazionali che spingono perché vengano approvate leggi
per i matrimoni omosessuali. Su ttutti
incombe la responsabilità di educare.
Il Sinodo straordinario continua con
quello ordinario che ci sarà il prossimo
ottobre. Ora deve maturare l’apporto
delle Chiese locali. Non bisogna avere
paura perché sarà lo Spirito a guidare
la Chiesa.
Chiunque desidera contribuire alle spese di stampa può inviare
la sua libera offerta tramite Conto Corrente Postale n. 2795773
intestato a: DIOCESI DI SULMONA VALVA VIALE
ROOSEVELT, 7 - 67039 SULMONA (AQ)
a veglia di preghiera nella basilica
cattedrale di S.Panfilo ha preceduto sabato scorso la celebrazione della
Giornata missionaria mondiale. “Le
periferie non sono solo quelle geografiche – ha ricordato il vescovo Angelo
Spina, a proposito del tema della giornata missionaria – le periferie sono
soprattutto quelle del cuore e il tema
della giornata missionaria suggerisce
proprio, ad ogni cristiano, la necessità
di andare incontro ai fratelli più bisognosi, emarginati e soli per testimoniare la Parola, divenendo tutti missionari
del Vangelo”. La veglia presieduta dal
vescovo si è svolta con momenti di
preghiera e di meditazione. Particolarmente importante è stata la lettura di
un brano dell’esortazione apostolica di
Papa Francesco, “Evangelii Gaudium”
e la testimonianza registrata e trasmessa in audio di un detenuto del penitenziario di Sulmona che ha raccontato del
proprio cammino di conversione, con
l’abbandono di una vita di errore e di
colpa, per avvicinarsi a Dio e al Vangelo.
“Sulmona terra d’incontro”
Giuseppe Fuggetta
L
a recita del Padre nostro, mano nella mano, cattolici e ortodossi, è stato il momento più significativo dell’incontro ecumenico, svoltosi domenica
30 novembre, prima d’Avvento e festa
di S.Andrea, nella chiesa dell’Annunziata. “Sulmona terra d’incontro” tra
cattolici e ortodossi, annunciava la
locandina preparata per l’evento. Insieme, padre Daniel Mittitelu, sacerdote romeno ortodosso e don Gilberto
Uscategui, direttore dell’Ufficio diocesano dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso, hanno salutato i fedeli che
hanno affollato la chiesa spiegando
loro il significato dell’incontro. “Gesù
mo spesso un canto, dicendo come è
bello stare insieme e amarci gli uni gli
altri come Dio ci ama – ha sottolineato
don Gilberto – questa giornata dimostra proprio questo, che stare insieme
è davvero bello”. Lo stesso sacerdote
ha ricordato che l’incontro ecumenico dell’Annunziata, voluto anzitutto
dal vescovo Angelo Spina, è caduto
in coincidenza con la visita del Papa
Francesco ad Istanbul, per incontrare
il patriarca ortodosso. Incontro coincidente anche con la festa di S.Andrea
e con la festa nazionale di Romania.
All’incontro, in rappresentanza del
presidente del Consiglio comunale, è
pregò perchè noi fossimo una cosa sola
– ha ricordato padre Mittitelu – noi
invece siamo divisi, spesso noi stessi
diventiamo attori di divisione”. Per essere una cosa sola bisogna sforzarsi di
mettere da parte “egoismo, calcolo, insensibilità e indifferenza verso l’altro”.
Il sacerdote ortodosso ha invitato tutti
a fare la propria parte, “per risanare le
fratture esistenti, in ogni ambiente di
vita, attraverso l’amore e la speranza
in Cristo”. Don Gilberto, subito dopo,
ha espresso gratitudine profonda e fraterna a padre Daniel e a tutti i presenti
per la bella e importante esperienza
vissuta con questo incontro. “Cantia-
intervenuta la consigliera Maria Ciampaglione. “E’ un incontro molto suggestivo e soprattutto di grande significato religioso e civile in un momento nel
quale spesso alcune religioni diventano strumento di offesa e violenza,
mentre questa iniziativa tra cattolici
e ortodossi stimola il dialogo e un clima di comprensione reciproca tra tutti”. Uno scambio di doni ha concluso
l’incontro. A Sulmona sono all’incirca
duecento i praticanti ortodossi e la loro
chiesa di riferimento è San Gaetano,
nel centro storico, data loro in uso dalla diocesi valvense.
11
SulmonaValva
Diocesi
Istituiti sette accoliti
C
on una solenne celebrazione, nella cattedrale di Sulmona, sono
stati istituiti sette accoliti, provenienti dalle parrocchie della diocesi.
Don Carmine Caione, direttore dell’Ufficio liturgico, ha detto: Si presentino
coloro che devono essere istituiti acco-
liti: Ciavarro Antonio della comunità
parrocchiale di Cristo Re in Sulmona;
D’Andreametteo Nino di Maria Ss. della
Libera di Pratola Peligna; Di Pietro Mario di S. Giovanni da Capestrano in Sulmona; Giorgi Roberto della Madonna
Pellegrina in Sulmona: Marrama Panfilo
della Madonna della Neve di Vittorito;
Paolini Carmine di Maria Ss.ma Ausiliatrice di Sulmona; Rubino Gaetanino di S.
Maria della Misericordia di Pacentro. Il
Vescovo ha ringraziato monsignor Eulo
Tarullo, che ha curato il cammino di preparazione degli accoliti e tutti i sacerdoti
e laici che hanno collaborato. Durante
l’omelia ha detto: “Il termine “accolito”
deriva da un verbo greco che significa
“seguire” o anche “servire”. L’accolitato
quindi è il ministero affidato a coloro che,
nella Chiesa, sono chiamati a seguire i
pastori, cioè a collaborare strettamente
con loro nella specifica missione ad essi
affidata e a offrire ai fratelli un servizio
ispirato ad una sincera carità, soprattutto nel momento in cui questa carità si
manifesta e si celebra, cioè durante la celebrazione eucaristica…L’accolito è costituito per aiutare il diacono e servire il
sacerdote. Pertanto è suo compito curare
il servizio dell’altare, aiutare il diacono e
il sacerdote nelle azioni liturgiche, specialmente nella celebrazione della Messa; inoltre, distribuire, come ministro
straordinario, la santa Comunione tutte
le volte che i ministri (ordinari)… non vi
sono o non possono farlo, per malattia,
per l’età avanzata o perché impediti da
altro ministero pastorale, oppure tutte le
volte che il numero dei fedeli, i quali si
accostano alla sacra mensa, è tanto elevato che la celebrazione della Messa si
protrarrebbe troppo a lungo. Nelle medesime circostanze straordinarie potrà
essere incaricato di esporre pubblicamente la SS. Eucaristia e poi riporla; ma
non di benedire il popolo. Potrà anche
- in quanto sia necessario - provvedere
all’istruzione degli altri fedeli che, per
incarico temporaneo, aiutano il diacono
e il sacerdote nelle azioni liturgiche…
Aver cura dei deboli e degli infermi.
Compito che “stimola (l’accolito) a farsi
strumento dell’amore di Cristo e della
Chiesa nei loro confronti” , cioè amare i
poveri”. In tutti i presenti la celebrazione ha suscitato tanta gioia nel vedere che
la Chiesa è tutta ministeriale. E’ stato
cantato il Magnificat e portato all’altare
della Vergine Immacolata l’omaggio floreale con l’incensazione, nel primo giorno della Novena dell’Immacolata.
ROMA, PIAZZA SAN PIETRO, 23 NOVEMBRE 2014
PADRE LUDOVICO DA CASORIA PROCLAMATO SANTO
Pasquale Di Petta
I
l lungo cammino che ha
portato il beato Ludovico
da Casoria agli onori degli
altari è terminato il 23
novembre 2014 con la
sua canonizzazione in
piazza San Pietro a
Roma. Insieme con
lui sono stati proclamati Santi i beati
Giovanni Antonio
Farina, Kuriakose
Elias Chavara della
Sacra Famiglia, Nicola da Longobardi,
Eufrasia Eluvathingal del Sacro Cuore ed
Amato Ronconi. Casoria, ormai in fermento da
alcuni mesi, per questo meraviglioso ed indimenticabile
evento, ha partecipato con la presenza di numerosissimi cittadini e di religiosi. Non solo da
Casoria, ma da molti paesi della Campania, dell’Italia e di alcune parti del mondo in cui hanno operato qusti nuovi Santi
sono venuti a Roma fedeli, religiosi, autorità civili, militari
ed ecclesiastiche per essere presenti in piazza San Pietro nel
momento della santificazione dei loro eroi della fede e della
carità. Fin dalle sei del mattino, schiere di pellegrini hanno
incominciato a sistemarsi nei pressi della Basilica. Alle ore
dieci piazza San Pietro scoppiava di gente. Le guardie hanno
incontrato difficoltà a contenere l’onda di folla che premeva
fino a sfondare le transenne. Dal sagrato della Basilica si è
potuto ammirare lo sventolio di bandiere, striscioni scritti in
varie lingue, persone in costume dei loro paesi, che davano
luogo ad una pittoresca coreografia. In tribuna d’onore erano
presenti alte personalità religiose, politiche, civili e militari
convenute per onorare i nuovi Santi. I suoni incessanti delle
campane della Basilica, i canti religiosi e le preghiere si sono
fusi in una commovente armonia. L’arrivo di Papa Francesco
è stato accolto con una esplosione di gioia ed un calorosissimo applauso che dalla piazza e dalle tribune sono saliti fino
al cielo. Poi è incominciata la celebrazione del rito religioso
presieduto dal Santo Padre. Sono stati letti i profili dei nuovi
Santi. Nell’omelia, Papa Francesco ha detto: “Ho la gioia di
elevare agli onori degli altari sei nuovi Santi, di cui quattro
italiani e due indiani”. Poi di ognuno ha illustrato con parole pregnanti la profonda spiritualità e l’opera compiuta. Del
nostro San Ludovico ha detto:”Sorprendente è quanto Iddio
ha compiuto attraverso il beato Ludovico. Grande è stata la
sua dedizione a Dio ed ai fratelli. La sua predilezione per i
piccoli e per i poveri è stata illimitata. Nella sua vita si è dedicato completamente al servizio degli ultimi. Iscrivo il suo
nome nell’albo dei Santi e, come tale, sia invocato da tutti i
cristiani”. Ha proseguito: “Questi nuovi Santi ci incoraggiano a perseverare nella fede e a non perdere mai la fiducia
in Dio, che tutto opera. Chiamati ad essere gli apostoli dei
tempi moderni, possano i credenti ispirarsi ad essi per infondere in tante creature la carità immensa di Cristo”. La cerimonia molto toccante ha avuto termine verso le ore tredici
con la benedizione dei fedeli urbi et orbi. Una nuova perla
luminosa di ardente fede si è aggiunta alla corona dei santi
della Campania. A Casoria il numero è salito a due, essendo
madre Giulia Salzano già Santa. Nel corso del prossimo anno
sarà proclamata Santa anche la beata Maria Cristina Brando,
fondatrice dell’ordine delle “Suore Sacramentine”, e decretata Venerabile la serva di Dio, Maria Luigia Velotti, fondatrice
dell’ordine delle “Suore Francescane Adoratrici della Santa
Croce”. Per una miglior conoscenza di San Ludovico ecco
una breve sintesi della sua vita e delle sue opere.
Egli nacque a Casoria (NA) l’11 marzo del 1814 dal vinaio
Vincenzo Palmentieri e da Candida Zenga e fu chiamato Arcangelo. Fu molto diligente nell’apprendere le prime nozioni
del leggere e dello scrivere. Poi andò a bottega da un falegname dove per tre anni lavorò duramente. Non avendo una
casa, durante la notte dormiva nella bottega. All’età di 15
anni perse la madre. Provato dal dolore, abbandonò il lavoro
e riprese gli studi presso il Convento Francescano dei Frati
Minori di Afragola (NA). In seguito divenne frate francescano. Ordinato sacerdote nel 1837, si dedicò completamente
alla carità, agli studi ed all’insegnamento. La sua prima opera
fu la creazione di una infermeria per frati della Provincia Minoritica. Acquistò una casa sul lato occidentale della collina
di Capodimonte, per le opere di Carità. Questa sede divenne “Il Convento della Palma”, dove fece sorgere nel 1852 “Il
Collegio dei Mori”. Fondò il ricovero per ciechi e sordomuti
ad Assisi, l’orfanotrofio di Firenze, l’Istituto dell’Immacolata a Roma. Diede luogo alla ristampa delle sacre scritture,
alla fondazione di periodici ed all’apertura di una libreria in
piazza Dante a Napoli. Con il programma “L’Africa convertirà l’Africa” e con la sua stessa partenza per il continente
nero si adoperò per diffondere la parola di Cristo tra gli africani ed intensificò la sua opera di carità. Nel 1859 fondò “La
Congregazione dei Frati Bigi della Carità” per potenziare
l’assistenza nei vari ospedali di Napoli. Promosse l’educazione degli accattoncelli che trasformò da piccoli ladruncoli
vagabondi in uomini con un dignitoso mestiere. Nel 1862
San Ludovico fondò “La Congregazione delle Suore Bigie
Elisabettine” a servizio della carità. A Posillipo fece sorgere
“L’Ospizio Marino” per dare ricovero ai vecchi pescatori, ai
fanciulli scrofolosi e ad ecclesiastici poveri. E’ da menzionare il suo grande coraggio ed il suo fervido spirito di carità
che ebbe nel fondare l’opera dei moretti per la redenzione
dalla schiavitù dei giovani africani, per la loro civilizzazione, cristianizzazione e formazione missionaria. A quei tempi esisteva ancora la tratta degli schiavi. In Africa ragazzi e
ragazze venivano venduti per essere sfruttati nel campo del
lavoro, della prostituzione, della malavita. La grande idea di
San Ludovico non fu solo quella di riscattarli ed educarli,
ma di farne degli apostoli per evangelizzare l’Africa, cioè per
portare nella loro terra di origine, afflitta dalla fame, dalla
miseria, dai soprusi, dallo schiavismo e dalle malattie, la fede
e la civiltà dell’amore. Nella sua idea di convertire l’Africa
si ispirò anche al grande amore che San Francesco di Assisi
ebbe per il continente nero. E per quest’opera ebbe grande
aiuto dal re Ferdinando II di Borbone, di cui godeva amicizia e grande stima. Chiese al re Ferdinando II di riscattare a
proprie spese un certo numero di bambini neri dell’Africa
per accoglierli nel convento della Palma. Il sovrano esaudì la
sua richiesta ed il 9 febbraio 1857 diede disposizioni di com-
prare dodici moretti, o in Alessandria o al
Cairo, di anni 10 o 12, “neri perfetti di color ebano, sani di
corpo, svegli di mente e non battezzati”. Però, San Ludovico
sarebbe dovuto andare ad Alessandria d’Egitto prima della
compera. Appena saputa la notizia il nostro eroe della carità
partì. Ad Alessandria fu accolto con grande rispetto ed in un
banchetto fu fatto sedere al posto d’onore, come rappresentante del Re. Dopo aver risolto la questione del riscatto dei
moretti, partì per la Terra Santa per un viaggio di pietà. I luoghi dove era nato, vissuto e morto Gesù lo segnarono profondamente e quando tornò a Napoli fece costruire a somiglianza di essi: la grotta di Betlemme, il Calvario, il Santo Sepolcro
e la casa della Madonna. Portò con sé a Napoli alcuni moretti
e li presentò anche a re Ferdinando. Nel giro di tre anni il
numero dei piccoli africani al convento della Palma arrivò a
64. I bambini continuavano ad aumentare e necessitavano i
fondi per il loro sostentamento e la loro educazione. Il Re ed
i nobili non facevano mancare la loro generosità ed anche i
napoletani del ceto medio affezionati all’opera di San Ludovico davano ricche elemosine ai negretti. Vennero alte personalità dalla Germania ad osservare la grande impresa del
nostro Santo per fondare anche nei loro paesi associazioni
intese ad utilizzare il riscatto dei negri per evangelizzare ed
incivilire l’Africa. Ma padre Ludovico per ospitare sempre
più bambini africani aveva bisogno di spazio ed anche questa volta gli venne incontro il figlio del sovrano, re Francesco
II, il quale acquistò la casa attigua al convento della Palma e
gliela donò. Così sorse il collegio per educare i giovani mori.
Pensò anche alle fanciulle africane ed insieme con suor Anna
Lapini, in seguito morta in odor di santità, fondò a Napoli la
Casa delle Stimatine ed il Collegio delle morette. Questa sua
iniziativa risvegliò la coscienza missionaria ed in poco tempo nei collegi francescani d’Italia giunsero oltre settecento
fanciulle more perché venissero educate alla fede cattolica. Il
suo amore per l’Africa e per tutti i paesi in cui regnavano la
miseria, la violenza, l’arretratezza, le malattie e l’assenza della fede è stato ereditato dagli ordini religiosi, che hanno dato
vita alle missioni con lo scopo di diffondere la parola di Dio,
la cultura e la civiltà. E dalla nostra Casoria sono partite le
Suore Francescane Adoratrici della Croce, Le Suore del Sacro
Cuore, le Suore Sacramentine, le Suore Bigie, le Figlie della
Carità di San Vincenzo De’ Paoli, alla volta di terre lontane nelle Filippine, nel Brasile, nel Venezuela, nell’Indonesia,
ecc. per portare il carisma delle loro fondatrici, per avviare
alla fede cattolica centinaia di fanciulle, per farle diventare
delle suore accese d’amore per Cristo e capaci di ritornare
nei loro paesi per continuare la difficile opera di evangelizzazione e di carità. Il nostro grande eroe della carità sociale
morì all’età di 71 anni a Napoli nell’ “Ospizio Marino” il 30
marzo 1885. La causa di Canonizzazione di San Ludovico
iniziò nello stesso anno della sua morte, cioè il 22 agosto 1885
per merito dell’arcivescovo di Napoli, cardinale Guglielmo
Sanfelice. Le sue virtù eroiche furono riconosciute il 13 febbraio 1964 con la promulgazione del decreto da parte di Sua
Santità Paolo VI . Per i miracoli effettuati e per le sue alte virtù fu proclamato Beato dal Santo Padre, Giovanni Paolo II, il
18 aprile 1993. Dopo 129 anni è stato proclamato Santo. Oggi,
nuova stella ardente di fede e di carità, splende nel cielo di
Casoria (NA) e del mondo.
Per una Chiesa che spezza il pane
“Date loro voi stessi da mangiare”
(Mt 14,16)
Per assolvere [...] alla sua identità la Chiesa non può che essere povera e stare dalla parte dei poveri,
anche se tale opzione è difficile e spesso neppure compresa. Le comunità e i singoli cristiani che fanno la scelta libera e volontaria della povertà rivelano che questa non è solo un problema e un male,
ma una possibile condizione positiva nell’ottica delle Beatitudini. Bisogna comunque stare attenti
che l’affermazione del valore spirituale della povertà non diventi un messaggio consolatorio per i
poveri e un alibi per chi dovrebbe dare e agire e non lo fa. Soltanto approfondendo gli atteggiamenti
di Gesù verso i poveri e l’altro come ricchezza, si creano le premesse per una condivisione solidale
che parte dal profondo dell’essere. Questa spiritualità supera quello spiritualismo, talora presente
nelle comunità cristiane, che ritiene di poter coniugare la fede con il disinteresse per il prossimo e
in particolare verso i problemi dei poveri; supera l’ottica di una carità spesso emotiva, che si esaurisce nell’intervento immediato, pur necessario ed apprezzabile, non preoccupandosi di conoscere e
rimuovere le cause della povertà. A stare con i poveri la Chiesa scopre la sua povertà, a stare con i
malati scopre la sua malattia; a stare con i peccatori scopre il suo peccato. Si tratta di un processo di
“scambio di doni”, nel quale la Chiesa non soltanto dona ai poveri, ma in cui riceve anche messaggi e
stimoli per la sua conversione: evangelizza ed è evangelizzata, dona libertà e si fa libera. Il volto della
Chiesa è il volto del Dio-amore. Una Chiesa con questo volto è garanzia di apertura e di accoglienza
verso tutti, senza esclusione di nessuno; è certezza di costruire qui sulla terra quella “casa di tutti”, che
è segno e anticipazione del regno di Dio.
(“Lo riconobbero nello spezzare il pane” n.22 – Documenti Chiese locali n. 47)
e
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Sulmona-Valva diocesi - Periodico di formazione e informazione della Diocesi di Sulmona-Valva - Viale Roosevelt, 7 - 67039 SULMONA (AQ) - Tel. 0864.34065 Fax
0864.33522 E-mail: [email protected] - Sito Web: www.diocesisulmona.it - Autorizzazione tribunale di Sulmona n. 3/08 del 30/04/08 - Anno VII n. 7 • 11-12 - 2014 Direttore
Responsabile: Concezio Barcone Direttore Editoriale: Giuseppe Fuggetta. Impaginazione: Gianni Grossi - Stampa VideoService V.le dell’Industria, 6 - Sulmona (AQ)
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