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Maggio/Giugno 2016 - Frati Servi di Maria
il libro del mese1 Ermes Ronchi, L’infinita pazienza di ricominciare.. Romena 2016 (€ 6,00) Nessun cammino è lungo per chi crede e nessuno sforzo è grande per chi ama. Seminiamo l’aurora oggi di un giorno nuovo. (Canto popolare dell’America Latina) L’infinita pazienza di ricominciare «Le Le parole più caratteristiche della mia fede cominciano tutte con un prefisso: “ri”, due sole lettere per dire “da da capo”, “ancora”, “un’altra volta”. Sono le parole rinascita, riconciliazione, risurrezione, surrezione, rimettere il debito, rinnovamento, la stessa parola religione, e redenzione. È quella piccola sillaba “ri” che dice “non ti devi arrendere, c’è un sogno di cui non ti è concesso stancarti» (p. 19). Ogni giorno ritrovare se stessi «Fermarsi.. Un grande scalatore racconta che durante una salita sull’Himalaya, a un certo punto lo sherpa nepalese che lo accompagnava depone il carico, si ferma e si siede. Allo scalatore che gli chiede il perché risponde: “Mi siedo per aspettare la mia anima, perché è rimasta indietro”. La nostra vita è senza tregua, una corsa, una scalata senza respiro, al punto che spes spesso l’anima rimane indietro. Che ti giova guadagnare un’altra montagna o il mon mondo intero, se poi perdi l’anima? Parafrasando il titolo di un libro di Christiane Singer, possiamo ssiamo chiederci anche noi: dove corri? Non sai che il mondo, non sai che il cielo è in te?» (p. 31). Ogni giorno abbracciare l’infinito Una bella metafora di Martin Heiddeger dice che l’uomo è come un’isola. La «Una mia vita è come un’isola, io la percorro tutta,, la spiaggia, i promontori, le inse insenature, e quando ho terminato il periplo dell’isola e torno al punto di partenza, mi accorgo corgo di una cosa: che là dove finisce l’isola comincia l’oceano. Che il confine dell’isola è l’inizio dell’infinito, che il confine dell’uomo è Dio. Che tu confini con Dio, tu isola nell’oceano» (p. 35). «Siamo creature:: la stessa parola “creatura” conserva nella sua etimologia una sfumatura matura di futuro, di progetto, in analogia a termini come nascituro, morituro, venturo. Siamo coloro che non hanno finito di essere creati, che sono ancora nelle mani di Dio, che non hanno mai finito di nascere, che vengono dal futuro ancor più che dal passato. Con l’esterno e l’interno che confinano tra loro, il finito e l’infinito: con l’eterno che si insinua inua nell’istante e l’istante che fiorisce nell’eterno nell’eterno» (p. 38). [ fraa Ermanno ] CONVENTO DELL’ANNUNCIATA 25038 ROVATO BS tel. 030 77 213 77 mail: [email protected] www.servidimariarovato.it Maggio / Giugno 2016 6 Io faccio nuove tutte le cose Incredibile! Le parole di Gesù risorto sembrano cozzare violentemente contro tro la dura realtà della cronaca. Eppure stanno lì, stabili e forti, a resiresi stere contro tro le malefatte degli uomini e a rinnovare fiducia e speranza in coloro che credono edono nell’utopia, nel non realizzato, del vangelo. Le prime generazioni di cristiani ci hanno trasmesso questa forte spespe ranza fondata sulla parola del Maestro. Contro lo scetticismo imperante, ieri come oggi, di quanti ripetono: “Non c’è più nulla da fare”, f esse rilanciano verso orizzonti zonti sconosciuti e inesplorati la certezza che la fede nella risurrezione smuove ve ogni ostacolo e apre strade di rinnovamento profonprofon do in chi ne è pervaso. In lui «le tendenze inquinate del suo essere sono lentamente abolite; te; le aridità mentali, fecondate; le ferite, contratte nel duro combattimento dell’esistenza, guarite; le durezze emotive, portate verso l’intransigente giudizio e condanna, disciolte dal nuovo alito d’amod’amo re; la rigidezza implacabile della ragione, disgelata disge dalla luce calda dello spirito; il deviamento dei sensi, attratti dal fascino dell’esteriore, corretto dall’intima luce» (G. Vannucci). Sì, è vero: ci manca il senso della contemplazione per cui ci rivolgiamo spesso so verso cose che non hanno importanza import e non rileviamo quelle che sole permangono mangono nel tempo e possono veramente nutrirci. Vediamo come dei ciechi che tutto sembra andare a catafascio e non avvertiamo il silensilen zioso prodursi di fatti e di eventi dentro le coscienze umane e nell’insonne ricerca rca dell’assetato di verità e bellezza. Giudichiamo con severità quanti ci stanno attorno, in casa, sa, al lavoro, nelle chiese e siamo sordi al cammino lento e riservato che si opera pera all’interno di essi che sono, come tutti, temtem pio dello Spirito di Dio. Chissà perché vogliamo un Dio che intervenga furiosamente dall’alto a spazzare zare via quanto è negativo e nefasto, senza notare che il Signore è lì, alla porta della nostra vita, e bussa e chiede di entrare per donarci la pace, la gioia, la passione di essere operatori vigili del suo Regno. Bramiamo un Dio potente per non assumerci il peso e la responsabilità del mondo che ci è stato affidato. Non siamo mai soli e disattesi. «Non vi lascerò orfani» , sono le parole del testamento di Gesù; vi manderò il mio Spirito che sarà per voi memoria perenne di quanto ho detto e fatto, e ricerca inesausta di ulteriori spazi di libertà e coscienza. «Andate nella Galilea delle genti e là mi incontrerete», dice il Risorto; cioè state nel mondo con uno sguardo d’amore e mi vedrete presente e attivo in ogni cuore d’uomo. [ Francesco Geremia ] Calendario del mese-Domenica 8 maggio: ASCENSIONE DEL SIGNORE Domenica 15 maggio: PENTECOSTE Domenica 22 maggio: SANTISSIMA TRINITÀ Domenica 29 maggio: CORPO E SANGUE DEL SIGNORE SUSSIDI PER LA LITURGIA DI PENTECOSTE O Spirito, fa’ che possiamo essere nella materia quello che siamo in te, rompi le nostre barriere egoistiche, trasformaci in realtà di comunione. Rendici coscienti che tu dimori in noi, tuo tempio, che la tua presenza illumina la nostra carne di compiuta bellezza. Tieni lontano da noi l’orgoglio, l’arroganza della differenza, dilata il nostro cuore ad abbracciare la verità completa. Infiniti e diversi sono i modi dell’esistenza, in ognuno il principio di vita e di luce sei tu. Tu sei in ogni segno d’illuminazione, in ogni anelito di vita, in ogni sogno di bellezza, in ogni rinuncia per un più grande amore. O Amore, senza alba o tramonto, libera noi, tue creature in cammino, da durezze e intolleranze, da tutte le incomprensioni e le chiusure. O Amore, che tutto nell’unità ricomponi, libera noi, tue creature in ascesa, da tutte le faziosità e separazioni, da ogni ostilità e divisione. Con la tua presenza svela sempre nuove creature da amare, manifestaci le ragioni profonde della vita di tutti. Per te ritrovino in noi unità e canto il cielo e la terra, l’altissimo e l’abisso profondo, il giorno e la notte, la luce e la tenebra, la gioia e il pianto, la morte e la vita. [Giovanni Vannucci] Proposte, anticipazioni-I. SALMI PER ATTRAVERSARE LE F RONTIERE 26 maggio: Concerto della cantante israeliana Diane Kaplan, con Dana Karen Nel chiostro del nostro convento risuoneranno gli antichi Salmi cantati in ebraico e in arabo, che in Israele stanno contribuendo a costruire un dialogo di pace tra ebrei e palestinesi. È il concerto Salmi per attraversare le frontiere che giovedì 26 maggio, alle ore 20.30, vedrà protagonista la cantante Diane Kaplan, accompagnata da Dana Karen, musiciste giunte eccezionalmente dalla Galilea per portare la loro testimonianza sul tema del Festival Biblico promosso dalla Diocesi di Vicenza: Giustizia e pace si baceranno. Diane usa le sue originali composizioni per mettere in musica i Salmi della Bibbia, per rafforzare attraverso il canto la connessione tra gruppi di ebrei e arabi che stanno cercando nuove vie per costruire ponti tra le due popolazioni. L’eccezionale concerto sarà presentato da p. Ermes Ronchi. Una occasione da non perdere. II. IL PIACERE DI VIVERE : V IZI E V IRTÙ (prima parte) Programma definitivo Percorso antropologico sull’arte di vivere . # Superbia e umiltà - Lunedì 19 settembre: – Delirio di onnipotenza (Rel. Salvatore Natoli) - Lunedì 26 settembre: – La forza della debolezza (Rel. Lidia Maggi) # Lussuria e castità - Lunedì 3 ottobre: – Il corpo come oggetto: il cannibalismo del bisogno (Rel. Massimo Recalcati) - Lunedì 10 ottobre: – Il corpo come soggetto: dalla vergogna al desiderio (Rel. Giorgio Bonaccorso) # Accidia e passione - Lunedì 17 ottobre: – “Col fango in bocca”. Accidia: il silenzio dei complici (Rel. Raffaele Mantegazza) - Lunedì 24 ottobre: – Il piacere di vivere (Rel. Vito Mancuso)