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Pagina 20 - Diocesi di Como
ComoCronaca 20 Sabato, 12 marzo 2011 Preti patrioti. Un’altra figura da ricordare Il ritratto del sacerdote presente nell’asilo di Civiglio. foto william A nno 1865. Firenze. per l’assistenza ai feriti”. La nuova capitale del Dovette togliersi la veste e Regno d’Italia accoglie gli diedero una divisa da la gara nazionale di sergente. Imparò subito tiro a segno. Tutto è pronto come agire e riorganizzò per le premiazioni: una gran l’ambulanza di Tirano, con folla è assiepata in Piazza della grande soddisfazione del Signoria ai piedi del palco dott. Bertani, che lo mandò reale, dove siede sul trono a quella di Bormio. Lassù Vittorio Emanuele II. sentiva parlare dei fatti “L’araldo, dopo squilli di d’arme nei dintorni: posti buccina, chiama a gran voce: che conosceva bene, per Categoria prima, riservata ai averli percorsi in battute di soci nazionali. Sezione prima: caccia al camoscio e alla Italia. Armi da guerra: distanza lepre. Fremeva dalla voglia metri 200; diametro del disco di unirsi ai combattenti. 30 centimetri. Tre soli colpi. Prese la carabina e si mise Primo: Bernasconi Giuseppe, alla ricerca dei garibaldini. sacerdote da Como. Bandiera Alla seconda cantoniera udì d’onore, coppa d’argento del un crepitio di fucileria. Si valore di lire 1.500, dono della abbassò a spiare tra i rovi: provincia di Firenze. gli austriaci occupavano Io esco di tra la folla e mi il limitare del bosco in avanzo verso il palco reale, posizione dominante, vacillando. Un applauso pronti a scaricare le armi su unanime arriva fino alle un centinaio di garibaldini, stelle. La mia sottana e la mia che avanzavano sulla strada. carabina, in quel momento, Senza sapere bene cosa e con quello che c’era in aria, facesse, puntò la carabina costituivano un simbolo di rara Era stato ordinato sacerdote nel maggio del 1848, nel fervore della prima e, carponi sotto gli alberi, eloquenza. Il re mi porse la sparò alle spalle del nemico coppa e mi strinse la mano. una decina di colpi. I soldati guerra di indipendenza. Si prodigò per i feriti in battaglia – Mi rallegro molto con voi – mi austriaci pensarono di disse – Avete già concorso in essere stati anche aggirati altre gare? stato ordinato sacerdote il 21 maggio al vicario generale mons. Calcaterra per e lasciarono la posizione vantaggiosa, per Risposi, o meglio balbettai: – Signor sì. 1848, nel fervore della prima guerra di esporgli la sua intenzione. ripiegare nel bosco e sfuggire al supposto Un vicino, che doveva essere un ministro, indipendenza. Nel 1850 fu mandato – E vuoi andare con Garibaldi? – schiacciamento. “Da allora continuai la mi urtò col gomito suggerendomi: – Dica come vicario coadiutore a Lenno, dove – Monsignore, sì. Ho promesso – campagna come combattente, finché la ‘Maestà!’ frequentava un gruppo di cacciatori, Dopo un istante di perplessità il vicario pace di Villafranca non intervenne a farci E come il Re tornò ad interrogarmi: – Siete giacché anch’egli, per tradizione di generale: – Figlio, guarda quello che fai. E deporre i fucili liberatori”. proprio di Como? – trionfalmente risposi: famiglia, era appassionato cacciatore. Iddio ti benedica. – Il nostro don Giuseppe si ripresentò a – Maestà no: sono di Brunate, un paesello All’approssimarsi della seconda guerra “Mi benedisse anche lui, il buon uomo – mons. Calcaterra: – Monsignore, sono qui. sopra Como. di indipendenza agli inizi del 1859, i ricordava don Giuseppe – e non mi parve Intendo riprendere il mio ufficio a Lenno, Quindi ritornai al mio posto fra nuovi baldanzosi giovani di Lenno durante le molto scontento”. Dopo lunghi e strani e vi prego di revocare la sospensione. fragorosi applausi”. libagioni in compagnia si infiammavano: giri alla ricerca di Garibaldi, raggiunse – Ma, figliolo mio, io non ti ho mai Non sembra che ci siano parole migliori “Se vegn la guera mi m’aroli!”. Don i Cacciatori delle Alpi in Valtellina. “A sospeso. Torna pure a Lenno e resta di queste sue – espresse nel 1915 in Giuseppe taceva. Ma un giorno, trascinato Tirano mi imbattei in Garibaldi e nel tranquillo. un’intervista di Francesco Maratea su “La a bere, anche lui si lasciò andare: “Se viene suo Stato maggiore. Fermo sulla strada Dopo qualche mese fu mandato a Bellagio Provincia di Como” ripresa da Venosto la guerra mi arruolo anch’io”. E quando lo vidi passare: era biondo, bellissimo: S. Giacomo, perché i bellagini avevano Lucati in “Pagine del Cinquantanove e del la guerra venne, don Giuseppe, da prete, richiamava l’immagine di Gesù. (…) Più cacciato un prete austriacante. E don Sessanta” – per presentare un patriota, fu l’unico a mantenere la parola: decise tardi mi presentai al dott. Bertani, che Giuseppe parve il giusto antidoto. Vi quale fu don Giuseppe Bernasconi. Era di arruolarsi. Lasciò Lenno e si presentò dirigeva le ambulanze. Mi offrii volontario rimase per sei o sette mesi. Don Giuseppe, patriota Preti patrioti. La vita di don Giuseppe Bernasconi si concluse nel 1922. è sepolto a Brunate Gli ultimi passi a Civiglio, dove fondò l’asilo Il dott. Agostino Bertani A missione compiuta, don Giuseppe si ritirò a San Donato, giacché sua sorella aveva comprato come abitazione l’ex-convento, che era da restaurare. Non poté per ragioni di salute imbarcarsi con i “Mille”, come avrebbe desiderato. In quel periodo non mancò di dedicarsi al tiro a segno: nel 1862 cominciò a vincere nelle gare a Como, dove fu premiato da Nino Bixio. Ne avrebbe vinte altre a Torino, a Milano e, come si è visto, a Firenze. Prestava servizio religioso a Civiglio. Venne il 1866, con la terza guerra di indipendenza. Don Giuseppe si apprestava ad arruolarsi. Come sacerdote non poteva che assumere le funzioni di cappellano o entrare nella Sanità. Ma decise di iscriversi nel corpo dei Bersaglieri Lombardi, che non aveva cappellani né squadre di sanità; perciò partì come semplice volontario. “Era l’unico modo per compire il mio dovere”. E combatté sul serio in Valcamonica e a Vezza d’Oglio. Al suo ritorno non c’era più a riceverlo la buon’anima di mons. Calcaterra, defunto. Il nuovo vicario generale lo considerò in scomunica, “avendo sparso sangue cristiano”. – Cosa diranno gli abitanti di Civiglio, quando verranno a conoscere che non posso dir Messa? Diranno: don Giuseppe è stato colpito da scomunica, perché è corso a difendere la patria… “Questo argomento fece impressione. Passò una settimana, e venne da Roma per telegrafo una disposizione assolutoria che mi autorizzava a dir Messa. Così ripresi il mio ufficio di prete, ora in questa ora in quella parrocchia della diocesi, finché mi ritirai qui, a San Tomaso, a trascinare su una gamba sola la mia tarda vecchiezza”. Gli Don Giuseppe Bernasconi in una foto tratta dal libro: “Faggeto Lario ieri: Palanzo, Lemna, Molina” di G. Gatti era stato amputato un piede per gangrena. Fu economo spirituale a Brinzio (1866), parroco a Palanzo (1867-74); quindi dal 1874 a Civiglio, dove fondò l’asilo e morì nel 1922. È sepolto a Brunate nella tomba di famiglia. Mario Mascetti/4 Confine S. fedele intelvi regione como Le giornate insubriche del verde pulito Imparare a potare le rose e gli arbusti in fiore Cittadella sanitaria a Camerlata Concerto d’organo in S. Fedele Nelle giornate del 25, 26 e 27 marzo avrà luogo la quarta edizione delle Giornate Insubriche del Verde Pulito, indette dal Gruppo di Lavoro della Regio Insubrica, unione transfrontaliera che come noto è composta dalle province di Como e Varese e dai comuni di Valmorea, Chiasso e Coldrerio. L’associazione “OrtiCultura”, con il patrocinio del Comune di San Fedele Intelvi e della Comunità Montana Lario Intelvese, organizza per sabato 12 marzo alle ore 20.45, presso la sede della Comunità Montana Lario Intelvese a San Fedele Intelvi, una lezione con dimostrazione pratica di potatura delle rose e degli arbusti da fiore, a cura di Tiziano Terzoli. L’evento è gratuito, offerto dal Vivaio “Amica Flora” di Castiglione Intelvi. Info: tel. 031-830596. E’ stato firmato il 1° marzo in Regione l’atto integrativo all’accordo di programma relativo alla valorizzazione dell’area Napoleona-Camerlta, dove ha sede il vecchio S.Anna. La ratifica dovrà avvenire in Consiglio comunale entro 30 giorni, per poi procedere alla fase attuativa dell’intervento. La Cappella Musicale di San Fedele, a Como, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Organisti di Chiesa, organizza sei eventi, con musiche per organo, che si terranno tutti i sabati di Quaresima dalle 17.30 alle 18, per l’esecuzione degli organisti Mattia Marelli (12 marzo), Stefano Gorla (19 marzo), Elena Donegani (26 marzo), Stefano Venturini (2 aprile), Simone Ratti (aprile) e don Nicholas Negrini (16 aprile).