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I CELTI E HALLOWEEN - Latinitas or Europa
HALLOWEEN Alla voce “Halloween”, l’“Enciclopedia Britannica” riporta: “Il 31 ottobre era anche la vigilia dell’anno nuovo sia per i Celti che per gli Anglosassoni e una delle antiche feste del fuoco… dato che novembre introduce la più triste e più improduttiva metà dell’anno, questa festa autunnale acquistava un significato sinistro, con spettri, fate e demoni d’ogni specie che scorrazzavano in giro”. Il nome Halloween deriva dall’inglese All Hallows Even, cioè “ vigilia di Ognissanti”. In realtà secondo gli studiosi tale festività ha origini assai diverse da quella cristiana, come invece vorrebbe fare intendere il nome. Infatti i Celti dividevano l’anno seguendo un calendario lunare il quale si divideva in due stagioni: i mesi invernali e bui e quelli estivi e luminosi. Nel plenilunio più vicino al 1° novembre i Celti celebravano una festa chiamata Samhaim, che significa “fine dell’estate” per essi tale festa segnava l’inizio dell’anno nuovo. Per simboleggiare la fine dell’anno vecchio si spegnevano tutti i fuochi dei focolari e l’anno nuovo veniva inaugurato con falò sacri dai quali tutti i membri della comunità attingevano la fiamma con cui accendere il focolare. Si credeva anche che durante tale festa la barriera tra il mondo umano e quello soprannaturale fosse rotta e che tutti gli spiriti sia buoni che cattivi potessero vagare sulla terra in mezzo agli uomini, per questo motivo le famiglie lasciavano cibo e bevande alle entrate delle abitazioni nella speranza di placarli ed evitare disgrazie. Jean Markale, esperto francese di studi celtici, in un libro dedicato a Halloween afferma riguardo al modo in cui viene festeggiato dai bambini: “Ricevendo un dono istituiscono, su un piano simbolico che a loro sfugge, uno scambio fraterno tra il mondo visibile e quello invisibile. E’ per questo che le sfilate in maschera di Halloween …. Sono in realtà cerimonie sacre”.-Halloween, histoire et traditions. “ I Celti lasciavano fuori cibo, bevande e altre cose buone per gli spiriti e poi li invitavano con l’inganno ad andarsene indossando maschere e costumi e sfilando fino all’uscita del villaggio” – The Tampa Tribune. “ Trick or treat (Dammi qualcosa o ti faccio un brutto tiro), il grido dei druidi era paragonabile all’odierno Trick or treat” – Central Coast Parent. Samhain era dunque un momento particolarmente favorevole per predire cosa riservava il futuro e la popolazione celtica in tale occasione praticava la divinazione indossando costumi fatti con teste e pelli animali. Frutti di alberi considerati sacri come mele e nocciole venivano usati a scopo divinatorio per ottenere informazioni riguardanti matrimonio, malattie e morte. Per esempio una di queste pratiche divinatorie sopravvive oggi nel comune gioco in occasione di Halloween nel quale bisogna afferrare con i denti mele appese ad un filo o che galleggiano nell’acqua, infatti, i Celti mettevano in una vasca piena d’acqua varie mele contraddistinte per mezzo di appositi segni e se un giovane ed una giovane riuscivano a addentarne una con i denti senza l’ausilio delle mani credevano di poterne identificare in questo modo il loro futuro coniuge. I falò poi, erano anch’essi una pratica divinatoria con i quali erano sacrificate varie creature, addirittura a volte anche esseri umani. I falò erano “letteralmente roghi di ossa, i sacerdoti cercavano di placare il dio-sole sacrificando animali e, spesso, anche persone” – The Tampa Tribune. “ Osservando il modo in cui le vittime sacrificali morivano, i druidi traevano presagi per il futuro” – Beaumont Enterprise. Dopo la “carestia delle patate” del XIX secolo, gli emigrati irlandesi portarono Halloween e le sue usanze in America, negli Stati Uniti. Negli ultimi anni, da lì, questa festa è ritornata in Europa e si sta diffondendo in tutto il mondo sempre di più. “Il successo di Halloween, che coincide con le feste di Ognissanti e dei morti (1° e 2° novembre) e che rischia persino di soppiantarle, è la gioia dei negozianti ed il terrore degli ecclesiastici” – Le Mondè. La festa di Ognissanti, secondo la Catholic Enciclopedia, è una festa che serve a “ onorare tutti i santi conosciuti e sconosciuti”. Una commemorazione regolare di tale festa ebbe inizio il 13 maggio del 609 o 610 E.V., quando Papa Bonifacio IV dedicò il Pantheon - il tempio romano di tutti gli dei – a Maria e tutti i martiri. Sotto il pontificato di Gregorio III (731 – 741 E.V.) la data venne spostata con l’ordine che tutti i santi venissero onorati il 1° novembre. C’è chi ritiene che il motivo di una tale iniziativa da parte di Gregorio sia da addurre al fatto che una festa analoga veniva già festeggiata in Inghilterra, infatti The Encyclopaedia of Religion osserva: “ Samhain continuò ad essere una festa molto diffusa tra le popolazioni celtiche durante tutta la cristianizzazione della Gran Bretagna. La chiesa britannica cercò di distogliere questo interesse per le tradizioni pagane, aggiungendo al calendario una festa cristiana nella stessa data di Samhain… la commemorazione di Ognissanti che si teneva in Gran Bretagna nel Medio Evo potrebbe aver dato inizio alla celebrazione universale di questa festa in tutta la chiesa cristiana”. Markale fa notare la forte influenza che i monaci irlandesi avevano a quell’epoca in tutta Europa e anche la New Catholic Encyclopaedia osserva “Gli irlandesi spesso riservavano il 1° del mese a feste importanti e il 1° novembre, segnando anche l’inizio dell’inverno celtico, sarebbe stata una data adatta per una festa di tutti i santi”. Markale afferma riguardo a Samhain: “ I valori tradizionali venivano, se non messi in ridicolo, per lo meno ribaltati. Ciò che era proibito diventava lecito, e ciò che era lecito diventava proibito”. Samhain era quindi una festa in cui la popolazione si dedicava a festeggiamenti e baldorie spinte. Commentando ciò, l’Encyclopaedia of Religion definisce Halloween “ Un’occasione in cui anche gli adulti possono infrangere barriere culturali e per una sera accantonare la propria identità abbandonandosi senza inibizioni ad attività frivole. Pertanto, la fondamentale caratteristica celtica della festa come occasione annuale per evadere dalla realtà e dalla normalità si è conservata fino al XX secolo”.