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RD 500 - auto e moto storiche
due ruote storiche Yamaha RD 500 • di Francesco Patti • La velocità massima effettiva orbitante intorno ai 230 km/h collocava C hi non ha almeno una volta sognato di alzare la saracinesca del proprio box e trovarvi dentro la replica della la «RD» al livello delle più accreditate Yamaha di Valentino Rossi o della Ducati di Loris Capirossi? 750 a quattro tempi del momento. I 100 orari da fermo si raggiungevano Chi non si è mai immaginato ad affrontare curve in fulminea sequenza stringendo il manubrio di una moto assolutamente fedele agli standard costruttivi in un battito di ciglia oltre i 4 secondi e prestazionali impiegati e fa forse ancor più effetto pensare che si arrivava a 200 all’ora in poco dei nel campionato mezzi massimo riservato alla velocità su due ruote? Il mercato offre motociclistico magnanimi esempi di suprema tecnologia e di più di 15 secondi! I 400 metri, giusto altissime prestazioni, ma le moto di Rossi & C. rimangono, per avere un ulteriore riferimento sulle capacità di accelerazione, si coprivano giustamente, confinate nel loro olimpo di creazioni pressoché uniche destinate a trattenersi nel mondo dell’esasperazione sportiva. in 12 secondi e un soffio. Eppure c’è stato un periodo, alcuni lustri addietro, in cui il sogno si è avvicinato alla realtà. Honda, Suzuki e Yamaha inserirono in catalogo modelli chiaramente ispirati ai mezzi vittoriosi nella massima cilindrata, quella classe 500 che vide di anno in anno alternare il dominio di una marca sull’altra grazie ai titoli iridati conquistati da Kenny Roberts Marco (Yamaha Lucchinelli - 1980), (Suzuki - 1981), Franco Uncini (Suzuki 1982), Freddie Spencer (Honda - 1983). La prima a stupire con una moto due ruote storiche clonata dal motomondiale fu acqua la Yamaha. Al Salone di Tokyo carburante), qualche ritocco a del 1983 viene sollevato il velo specchi retrovisori e indicatori sulla «RZV 500 R». di direzione et voilà…signore Il stampa specializzata rimasero Yamaha «RD 500 LC», subito a bocca aperta di fronte ad una soprannominata similitudine spinta mai come Roberts Replica”. prima di allora verso il mondo L’estetica delle competizioni. in Motore a due tempi, quattro fedelmente cilindri colorazione delle Yamaha da 500 colorazione e livello e signori, a voi Sua Maestà di presente indicatore la e pubblico e cm³, forma riprese dalle quel corsa. “Kenny della di La nuova Iwata nata ricalcava sagoma suggestiva e livrea Yamaha schierate ufficialmente bianco-rossa con profili scuri nel motomondiale. (in La somiglianza esteriore portata in secondo tempo fu ed disponibile anche un bicolore la macchina nero-rosso con bordi bianchi) gara emergeva contribuiva a ricordare i mezzi con tecnica un strabiliante. allineati sullo schieramento di Sembrava anzi che qualcuno partenza. Prese d’aria e sfoghi si fosse passato la briga di di differente misura si aprivano applicare retrovisori sulla rastremata carenatura, ad alla moto di Kenny Roberts indicare copiosa energia anche e conciata da spenta. Il serbatoio da 22 nipponica. litri si incuneava fra le travi del fari portarla alla e così kermesse In Europa la «RZV 500 R» non arrivò mai. Il suo telaio in alluminio I fianchetti posteriori si ritenuto estendevano ampiamente per troppo costoso per i numeri minimizzare i vortici d’aria ed richiesti dall’esportazione e fu aumentare il coefficiente di per questo sacrificato in favore penetrazione di acciaio della moto. Tutta la vestizione che, seppur certamente meno della «RD» appariva volta a prestigiosa sul ridurre la resistenza alla corsa. poco La carenatura, ad esempio, toglieva all’eccellente fascino era così attillata da sembrare emanato plasmata una piano venne telaio e i tubi reggisella. struttura in soprattutto dell’immagine, dalla moto. Si a aerodinamica ridosso sostituisce quindi un materiale superfici del propulsore. con Vista da litro Yamaha l’altro, ritocco alla si dà qualche strumentazione dietro, la delle mezzo confermava (la «RD» abbandona il curioso l’aggressività dei suoi intenti: indicatore a doppia lancetta le numerose feritoie per lo della «RZV» che svolgeva la smaltimento del calore e la duplice funzione di termometro presenza di serie del codino coprisella 48 ed evitare deleterie interferenze. spostato in avanti, sui manubri emanare odor di corsa, ma E l’orchestra inizia a suonare! e quindi sui polsi, ma la postura il premi Ma tratteniamoci ancora un po’ non dà luogo ad indolenzimenti si respirava a pieni polmoni e resistiamo alla tentazione di anche dopo diversi chilometri guardando i quattro terminali mettere in moto il pepato due di percorrenza. Chiaramente di scarico satinati disposti in tempi. C’è ancora qualcosa che ciò non deve far pensare di quadrato. Due di essi sbucavano merita attenzione. trovarsi su una moto dotata affiancati al faro posteriore, altri La strumentazione, ad esempio. di profumo dei gran attitudini turistiche; ben due erano piazzati appena più altro! A confermarlo a voce sotto. In mezzo, gli indicatori alta sarà poi anche l’eventuale di direzione, vincolati ad un passeggero, bistrattato parafango ridotto a poco più una dall’imbottitura che appendice di sostegno per appena la targa. calore degli scarichi superiori Elementi degni di nota erano scarsamente poi i cerchi ruota neri a tre pedane alte e striminzite e razze tangenziali con la magra solidarietà di una al mozzo. Pedane e relative maniglia centrale alla quale piastre aggrapparsi. sdoppiate d’appoggio erano sella realizzate in lega leggera e La facevano degna da sostegno alle sufficiente, tecnica di con isolato, della su il con «RD» studio, tanto è nel voluminose pance dei tubi di motore quanto nella ciclistica. scarico Nonostante la grande scritta inferiori. Insomma sulla “Kenny Roberts Replica” “V4” ogni sembrava interamente esatto parlare di parlare il linguaggio delle corse quattro cilindri a V. Ad essere per mettere in risalto l’indole precisi è più corretto riferirsi a da gran premio della replica due bicilindrici paralleli inclinati Yamaha. Era anche per questo fra loro, con uno posizionato che sul lato destro sporgeva superiormente la componente pedivella di carena, non è all’altro, a formare un angolo di 50°. Nel del motore. In tempi in cui poliuretanica inseriti propulsore della «RD» vi sono l’avviamento elettrico era già tachimetro (con contachilometri infatti due coppie di cilindri diffuso, la Casa di Iwata non totale e parziale) e contagiri. affiancati, ognuna con un suo concede alcun compromesso Più a destra, su una superficie albero motore. La mancanza di alle comodità per la sua maxi- plastica, sono il termometro un albero a gomiti comune non replica, vantarne acqua e un quartetto di spie rende quindi del tutto valido genuinamente per indicatori di direzione, folle, parlare di quattro cilindri a V. abbagliante e riserva olio. L’alimentazione moto il quattro cilindri della Saliti in sella, si scopre una avviene «RD» una posizione di guida più comoda carburatori Mikuni pedale…. di quanto ci si possa aspettare diffusore 26 dopo aver però curiosamente su una moto orientata alle piste. lateralmente ad ogni cilindro. ripiegato la pedana destra per Il peso del corpo è in gran parte La miscela aria-benzina giunge proprio vocazione sportiva. forte Per occorre scalciata avviamento sulla Su un pannello di schiuma la Auto & Moto Storiche concorreva a mettere quindi sul in sono della grazie da a «RD» quattro con posizionati due ruote storiche ● La «RD» non è una moto per neofiti. La sua guida è gratificante ed emozionante a patto di essere supportata da una buona dose d’esperienza e di impegno, che sono poi i connotati del clientetipo che sceglie la «RD 500» come compagna di avventure. tramite valvole a lamelle, ma anche qui la mezzo litro Yamaha si differenzia dal normale. L’ammissione avviene nel carter per la bancata inferiore, mentre è indirizzata nei cilindri per la bancata superiore! Per limitare le vibrazioni è stato previsto un contralbero di bilanciamento. Nei motori a due tempi il cambio è lubrificato dall’immersione in bagno d’olio, ma sulla «RD» c’è un’apposita pompa demandata allo scopo. Nel complesso, quindi, (altra singolarità tecnica della 500 Yamaha) vi sono due giranti per l’olio: una lubrifica il gruppo termico, l’altra il cambio di velocità. La sezione ciclistica della due tempi di Iwata è incentrata sul telaio in acciaio a doppia culla con andamento perimetrale attorno al motore. I travi principali scendono pressoché diritti 49 dal cannotto di sterzo all’attacco del forcellone. Le contenute misure caratteristiche (interasse di 1375 mm e avancorsa di 95 mm) promettono agilità e sveltezza. Non vi sono peculiarità alla sospensione anteriore: la forcella è priva di qualunque possibilità di regolazione se si esclude quella relativa al sistema anti-affondamento in frenata, quell’anti-dive così dilagante negli anni Ottanta e così accantonato in seguito. Dietro, invece, c’è uno schema più sofisticato ed esclusivo. Il monoammortizzatore è infatti situato orizzontalmente sotto il motore e riceve le spinte per mezzo di leveraggi. Questa soluzione consente una migliore dislocazione di organi come la batteria e permette di della maneggevolezza. L’unità è poi regolabile sia nel precarico, sia nell’idraulica. I freni non mancano di certificare l’esclusività profusa nella «RD». I dischi sono infatti autoventilanti, posteriore compreso! I cerchi ruota hanno misura da 16” davanti e da 18 dietro. Auto & Moto Storiche compattare le dimensioni generali del veicolo, a tutto vantaggio La smania di mettere in moto il V4 (per comodità anche noi lo definiremo così) è divenuta incontenibile. Girata la chiave di contatto, si sente per alcuni secondi un futuristico ronzio elettrico. Sono le valvole allo scarico che compiono un movimento completo di apertura e chiusura prima di ogni avviamento allo scopo di ripulirsi autonomamente dalle incrostazioni. E qui c’è da effettuare obbligatoriamente una nuova fermata per conoscere questo ennesimo fiore tecnologico della sportiva nipponica. Com’è noto i motori a due tempi non dispongono delle tradizionali valvole di aspirazione e scarico, ma il loro funzionamento è affidato a numerosi fori, dette luci, praticati sulla superficie interna dei cilindri. Tra queste, particolare importanza riveste la luce di scarico, la cui altezza è in buona parte responsabile del carattere del motore. Se la luce di scarico è ampia, sarà favorita l’erogazione agli alti regimi; se invece è di ridotta estensione, verrà privilegiato l’andamento ai bassi. Ecco quindi che un sistema in grado di variare l’ampiezza della luce, permetterà di accordare la curva di potenza in una larga fascia di giri. Le valvole parzializzatrici brevettate dalla Yamaha sono siglate YPVS (acronimo di Yamaha 50 Power Auto & Moto Storiche da Valve System) servomotori elettrici e vengono comandati azionate da una regimi appena superiori al minimo lascia centralina. Il movimento avviene a circa 7000 presagire abbondanze di adrenalina. Il ciclo di giri, ben annunciato dall’avvertibile cambio di funzionamento, l’insolito angolo tra i cilindri vivacità del propulsore. e il frazionamento del motore sono artefici di Forza, in sella! Piede destro sul pedale… e giù un rumore meccanico e di scarico che riporta una poderosa scalciata! Il V4 della supersportiva immediatamente al pensiero del semaforo rosso Yamaha ha un sound metallico, che già dai prossimo a spegnersi sulla griglia di partenza. due ruote storiche ovviamente aspettarsi rapide efficacemente progressioni, complice anche vitalità della race-replica della la lunga spaziatura dei primi Casa nota per i tre diapason su tre rapporti. Giunti a 7000 fondo rosso inseriti nel proprio giri, le valvole YPVS tramutano marchio. bruscamente il carattere del assetto spostato sull’avantreno motore da ozioso a furibondo: il è rumore meccanico e di scarico alleggerimenti risale il pentagramma dei suoni posteriore nelle staccate più di un gran premio e conduce la violente. lancetta del contagiri a sfiorare Anche i 10.000, stabilendo un range all’impegno di utilizzo oltremodo gustoso guida, ma è facile intuire come in cui ogni movimento della d’altra parte si rifletta in una manopola dell’acceleratore condotta ricca di sensazioni si ripercuote immediato sulla forti, celebrativa del contesto ruota ispiratore della «RD» che, non Accelerando già accennato corresponsabile degli della questo alla ruota contribuisce richiesto nella pienamente in prima marcia, dimentichiamolo, l’anteriore pela l’asfalto; e ciò direttamente a dispetto di una distribuzione delle corse. Del resto le sue dei pesi che privilegia il carico prestazioni sull’avantreno. discesa La velocità massima effettiva in piega in ingresso di curva orbitante intorno ai 230 km/h è I collocava la «RD» al livello delle ridotti valori di interasse e più accreditate 750 a quattro avancorsa grande tempi del momento. I 100 orari maneggevolezza alla «RD», che da fermo si raggiungevano in trova il suo terreno preferito un battito di ciglia oltre i 4 Giù la visiera, giù il pedale del nelle di secondi e fa forse ancor più cambio ad innestare la prima curve. Solo nei tornanti più effetto pensare che si arrivava e via! La frizione è dolce e stretti moto a 200 all’ora in poco più di 15 modulabile e trova riscontro (prossimo ai 200 kg in ordine secondi! I 400 metri, giusto per in un cambio al quale, volendo di marcia) limita appena la avere un ulteriore riferimento esser velocità di percorrenza. sulle capacità di accelerazione, La «RD», va detto chiaramente, si coprivano in 12 secondi e un e non è una moto per neofiti. soffio. seconda. Del resto, con una La sua guida è gratificante ed In mezzo a cotanto tripudio prima marcia capace di lambire emozionante a patto di essere di sensi, i 90 km/h, è facile capire come supportata da una buona dose in secondo l’utilizzo del cambio richieda d’esperienza e di impegno, che richiesto dalla bella Yamaha una certa perizia. L’erogazione sono poi i connotati del cliente- per elargire le sue qualità e che è pigra ma regolare. Con la tipo che sceglie la «RD 500» si manifesta sotto forma di un «RD» si può riprendere sin come compagna di avventure. consumo medio di carburante da 2000 giri, ma non bisogna L’impianto di circa 10-11 km/l (ma se si pignoli, imputare nel si qualche passaggio fra può solo incertezza prima rapida fitte il e La spontanea. donano concentrazioni peso della frenante tiene proviene dal mondo parlano passa piano del lo chiaro. 51 tutto scotto Auto & Moto Storiche motrice. Il testa guida pensando alle imprese di Kenny Yamaha RD 500 Roberts è facile scendere di quota). Parallelamente occorre tener conto della richiesta di lubrificante, nell’ordine di circa due litri per 1000 km. Nel 1984, anno del debutto commerciale della «RD 500», Eddie Lawson si laurea campione del mondo della classe 500 in sella alla Yamaha… Avere oggi una «RD» nel proprio garage di del un equivale ad gaudioso appropriarsi momento motociclismo, storico successivamente soffocato sotto le attenzioni imposte dal rispetto per l’ambiente. Eppure ciò non toglie minimamente fascino alle sensazioni di cui è capace una moto quale la «RD», impossibili da ritrovare nelle motociclette di corrente produzione. Ammissione lamellare e valvole di scarico YPVS Raffreddamento a liquido Alesaggio x corsa 56,4 x 50 mm Cilindrata 499 cm3 Rapporti di compressione 6,6:1 Potenza massima 88 CV a 9500 giri/min Alimentazione con quattro carburatori Mikuni ø 26 Lubrificazione con miscelazione automatica Impianto elettrico: Generatore 190 W Trasmissione: di storia della tecnica, una moto Frizione multidisco in bagno d’olio carismatica Cambio a sei marce in grado di destare curiosità e vivo interesse a quasi cinque Ciclistica: lustri dalla sua apparizione. Fermarsi Telaio a doppia culla continua in tubi d’acciaio a sezione al bar lasciando la “Roberts-replica” rettangolare Passo 1375 mm parcheggiata a fianco corrisponde ad Avancorsa 95 mm attirare cultori e appassionati. Senza Inclinazione cannotto 26º considerare come sia appetitoso Forcella teleidraulica con steli ø 37 mm Sospensione posteriore ritrovarsi insieme ad un gruppo di Monoammortizzatore regolabile amici a cavallo delle loro evolute Freno anteriore a doppio disco ø 267 mm quattro tempi e non patire alcun disagio a tenere il passo di moto più potenti e moderne. Tutt’altro!.... Chi volesse annettere Freno posteriore a disco ø 245 mm Pneumatici anteriori 120/80-16 Pneumatici posteriori 130/80-18 Dimensioni: alla propria passione un simile calibro motociclistico, troverà profusione di Auto & Moto Storiche 2 tempi, 4 cilindri a V di 50° Batteria 12V-5,5 Ah La «RD 500» è un’irripetibile pagina 52 Motore: consigli e informazioni presso l’“RD Club Italia - Club ufficiale Yamaha” Lunghezza 2085 mm Larghezza 705 mm Altezza 1135 mm Altezza sella 780 mm Peso a secco 188 kg Capacità serbatoio 22 l (www.rd-club.it), popolato da granitici Prezzo chiavi in mano nel 1984: sostenitori di questa icona su due 9.815.000 lire ruote.