Comments
Description
Transcript
Maree lunatiche
Maree lunatiche Caro professor Peruso, mi si dice che la luna è la causa delle maree. È mai possibile che il nostro piccolo satellite sia la causa di effetti tanto grandi? Cari saluti, Silvano Tersini. Ho chiesto a questo proposito un’opinione a mia figlia. Si è ricordata di un cartone animato nel quale la “Pimpa” (il personaggio amato da molti bambini) scopre che la luna ogni giorno si tuffa nel mare per farsi il bagno. La conseguenza è piuttosto ovvia: per quanto piccolo sia il satellite, il livello degli oceani sale e da qui nasce l’alta marea. Mi pare una spiegazione assolutamente simpatica e degna di attenzione, perché mette in evidenza il ruolo che davvero ha la luna in questi fenomeni importanti ed, a volte, veramente maestosi (penso a Mont St. Michel, in Francia, in cui un’abbazzia diventa un’isola durante l’alta marea). Inizio con il dirvi che il nostro fedele satellite, in un certo senso, continua a fare una danza roteante con noi, con la nostra Terra, da quando è nato. Non so se avete presente il gioco che due bambini fanno tenendosi le mani, guardandosi in faccia, ed iniziano a girare attorno ad un punto che sta più o meno a metà strada fra di loro. Se non riescono a trattenersi e si lasciano andare, la caduta è pressoché inevitabile. Immagino che abbiate anche presente cosa succede in questo gioco se uno dei due bambini è molto più pesante dell’altro, oppure, in modo del tutto equivalente, se a fare la piroetta è un’adulto che tiene per le braccia un bambino molto più leggero. La persona pesante ruota attorno ad un punto più o meno fisso ed è il bambino a muoversi (a svolazzare) ad una certa distanza (la lunghezza delle braccia) da questo punto. Non è più vero, insomma, che i due “danzatori” si dividono democraticamente il moto di rotazione. Ruota (quasi) solo quello leggero. Il punto che rimane fermo si chiama centro di massa ed è tanto più vicino ad uno dei due corpi quanto più questo è più pesante dell’altro (meglio: quando ha massa più grande). Cosa c’entra tutto questo con le maree? Ci arrivo. La Terra e la Luna sono molto simili a due bambini (anzi, un adulto molto pensante, la Terra, ed un bambinetto leggero leggero, la Luna) che fanno il gioco sopra descritto. Al posto di una fune materiale, a trattenere i due corpi nella loro danza c’è la forza di gravità. Come già raccontato in questa rubrica, fu il sublime Newton più di tre secoli fa a capire l’universalità di questa forza ed a chiamarla in causa per spiegare i moti complessi dei pianeti nel sistema solare (e poi delle stelle nelle galassie e delle galassie a loro volta) osservati da Brahe e descritti da Kepler. E’ una forza che agisce in modo diverso a seconda delle masse dei corpi coinvolti (cresce con esse) e della distanza fra di essi (descresce con essa). Osserva in particolare che se una delle masse raddoppia anche la forza raddoppia, ma se la distanza raddoppia la forza diviene quattro volte più debole (si parla di diminuzione quadratica dell’intensità). Questa forza agisce dunque a varie distanze su tutte le masse presenti, incluse le acque che costituiscono gli oceani del nostro pianeta. La conclusione più semplice che si può trarre da questa considerazione è che la Luna attrae a sé la Terra (e la Terra fa lo stesso con la Luna, però questo non è importante qui), ma che attira anche la massa fluida degli oceani. Siccome gli oceani rivolti verso la Luna sono in media più vicini ad essa di quanto non lo sia la parte solida della Terra, che si può pensare concentrata al centro del pianeta, ci si aspetta che l’attrazione che tali oceani subiscono sia maggiore di quella sentita dalle rocce terrestri. Ecco dunque “l’effetto Pimpa”, ossia il rigonfiamento degli oceani causati dalla Luna che, pur non tuffandosi nelle acque, è comunque in grado di innalzarne il livello attirandoli verso di essa. Finita la risposta? No, c’è un problema, e mica da poco: con questa spiegazione si può certo capire un “rigonfiamento” – chiamiamolo pure con il suo nome, marea – una volta al giorno, visto che la terra impiega un giorno per fare un giretto su se stessa. Il fatto è che di maree al giorno ce ne sono due e non una sola, chiedetelo a qualunque marinaio. Qualcosa non va, evidentemente! La spiegazione è, ancora una volta, da ricercarsi nell’azione della favolosa forza gravitazionale. Quando vi ho detto che la Luna attira a sè le acque ad essa relativamente vicine, ho dimenticato di includere le acque (ovvero gli oceani) che si trovano dalla parte opposta del globo terrestre rispetto alla Luna. Queste masse fluide sono ad una distanza maggiore non solo delle acque che la Luna sta attirando a sè con decisione, ma anche della massa terrestre (o, meglio, del suo centro). Siccome queste acque sono più lontane, risultano meno fortemente attratte, e dunque possono “allontanarsi” dalla terra verso il lato opposto della Luna. Potremmo anche dire che la parte rocciosa della Terra si avvicina di più alla Luna di quanto non faccia la parte liquida. Il tutto comporta, spero vi sia chiaro, un rigonfiamento degli oceani di pari entità di quello provocato dall’attrazione lunare “diretta”. In pratica: da una parte della terra le acque salgono perché sono attratte dalla Luna più del resto, agli antipodi esse salgono perché sono attratte (sempre dalla Luna) meno del resto! Risultato: due rigonfiamenti al giorno, ovvero la doppia alta marea. Qualcuno osa chiedere perché ci sono anche due basse maree al giorno? Pensateci un po’: se il livello dell’acqua sale a causa delle alte maree, da qualche parte dovremo pur prendere “in prestito” questa eccedenza. Insomma: gli oceani da qualche parte si gonfiano a spese di altre parti che si sgonfiano. Ecco dunque spiegato il ruolo (essenziale) della Luna nel regolare le maree terrestri con la loro periodicità quotidiana, anzi, doppiamente giornaliera. Volendo essere pignoli, le maree si succedono con un ritmo leggermente più lento (circa 12 ore e 25 minuti) perché quello che conta per definirne la periodicità è il tempo richiesto dalla Luna per ritornare sullo stesso meridiano terrestre (che è pari infatti a circa 24 ore e 50 minuti). Inoltre succede che le maree sono comunque un po’ in ritardo rispetto il passaggio della Luna a causa di vari fenomeni, come gli attriti e l’inerzia dell’acqua. Non si può puoi dimenticare che c’è qualcun altro in cielo che si diverte ad influire sull’evoluzione delle maree terrestri. Ovviamente non sto parlando di influssi astrali strampalati. E’ il Sole che, benché molto più lontano dalla Terra rispetto alla Luna (circa 400 volte più distante!) è enormemente più grande e riesce così a farsi ancora sentire, modificando a volte in modo rilevante l’andamento delle maree. In particolare, quando il Sole e Luna sono allineati rispetto alla Terra, il loro effetto gravitazionale viene amplificato ed induce maree di intensità corrispondemente più grande. Ciò avviene con le fasi di plenilunio e Luna nuova. Ovviamente la luminosità del nostro satellite non è causa delle aumentate maree (sia alte che basse): il disco lunare ci appare pieno o buio perché esso è allineato con il Sole e, sempre a causa dell’allineamento, le forze gravitazionali combinate del Sole e della Luna sono aumentate, come sopra detto. Tutto qui. Queste situazioni di maree estreme sono dette “sigiziali”. Concludo facendo osservare che, seppure le maree siano fenomeni possenti (nella baia di Fundy, in Canada, raggiungono i 20 metri di altezza!), l’effetto lunare è imporante solo perché si applica a masse fluide colossali (quelle oceaniche, per l’appunto). Chi pensa che la Luna sia capace di modificare ritmi e flussi su scala molto più piccola (ad esempio le culture agricole o le nascite dei bambini) dovrebbe fermarsi e riflettere un po’. La gravità lunare è praticamente irrilevante su queste scale (la massa dell’acqua contenuta in un essere umano è una frazione ridicolmente piccola di quella presente in un oceano!) e, comunque sia, anni di statistiche e studi sistematici escludono ogni collegamento fra i ritmi biologici dell’ecosistema e quelli lunari. Per non parlare di quelli di altri pianeti, delle altre stelle e delle galassie. Con buona pace degli astrologi. Se devo raccontare storielle preferisco rifarmi alla “Pimpa”, che tutto sommato è più vicina alla soluzione giusta ... . [a cura di Stefano Oss]