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Come ritrovare la tua felicita estratto
COME RITROVARE LA TUA FELICITA’ di Claudio Belotti Self Help. Allenamenti mentali da leggere in 60 minuti Copyright © 2012 Good Mood ISBN 978-88-6277-406-2 Introduzione.................................................................................4 COMPRARE LA FELICITÀ...................................................11 Biografia di Claudio Belotti........................................................19 Introduzione Buongiorno sono Claudio Belotti e in questo ebook parleremo di felicità. Che bella parola, che bel concetto! Tu ti ritieni felice? Lo so è una domanda difficile e forse non dovrei cominciare subito così. Torniamo indietro. Faccio il Trainer e il Coach, aiuto le persone a raggiungere i loro obiettivi, a migliorare nel lavoro, nello sport e nella vita ma soprattutto aiuto le persone ad essere più soddisfatte. Ho girato il mondo e ho la fortuna di aver imparato dai migliori. Da sempre mi sono chiesto perché le persone fanno quello che fanno, e questo mi ha motivato a studiare per cercare di comprendere gli altri sempre meglio. In tutti questi anni ho capito una cosa: ovunque tu vada i bisogni sono gli stessi, le richieste delle persone sono praticamente identiche. Desiderano la felicità. Pochi la possiedono e tutti la cercano. Per qualche mio cliente significa aver tanti soldi, per qualcun altro significa vincere il campionato, per altri ancora è trovare l’amore. Per te cose’è? Una cosa è certa, ci sono persone alle quali basta poco per essere felici, altre che sembrano essere tristi in qualsiasi situazione. Io sono fortunato perché ho avuto un gran maestro: mio padre. Lui era sempre felice. Nonostante avesse tanti problemi di salute, sommati a quelli che la vita porta con sé, trovava sempre il modo di ridere e godersi la vita. Ad esempio festeggiava qualsiasi evento importate, persino le brutte notizie. Teneva sempre una bottiglia di spumante in frigorifero, che apriva per brindare per le cose belle, ma anche quelle brutte. Crescere vedendo qualcuno che trova il modo di festeggiare la vita in ogni situazione è sicuramente una grande fortuna, e probabilmente è una delle ragioni per le quali mi considero una persona felice. Ovviamente anch’io ho i miei momenti negativi e ho molti obiettivi che non ho ancora raggiunto, ma penso di essere una persona felice. E tu? Sei felice? È una domanda importante e difficile, al punto che è oggetto di studio a Harvard, una delle università più prestigiose al mondo. Il professor Dan Gilbert dice per esempio, che la maggior parte delle persone pensa di sapere cosa le renderebbe felici, ma si sbaglia. Di fatto non hanno idea di cosa li renderebbe felici, perché sono confusi da idee prese da altri o da false convinzioni create tempo fa. Mi dispiace darti questa brutta notizia ma è meglio sapere com’è la realtà, così puoi organizzarti. Negli anni, ho scoperto alcune cose che ci impediscono d’essere felici. Di seguito analizzeremo tre errori frequenti, commessi durante “la ricerca della felicità”. “Sarò felice quando …”; quando cambio casa, quando trovo un lavoro, quando qualcosa accade. Questo è il modo migliore per rimandare, per aspettare che qualcosa in futuro ci porti la felicità. Non c’è una via verso la felicità, ma la felicità è la via; così dicono in oriente. Se per essere felice, aspetti il giorno in cui le cose saranno tutte perfette, non lo sarai mai. Certo ci sono giorni difficili, dove si fa fatica a sorridere, ma se continui ad attendere, non arriverai mai. Se vuoi la felicità, devi crearla oggi, qui. Il secondo errore che facciamo è di voler rendere felici gli altri, per poi esserlo noi. Un esempio tipico è la scelta degli studi e della professione, che in alcuni casi è dettata dalla volontà dei genitori. Quando ero ragazzino, c’era il mito del lavoro in banca. Ricordo la storia di una mia amica. Lo zio era un direttore di banca, guadagnava bene e aveva il rispetto delle persone del paese. Andava in ufficio tutti i giorni e faceva più o meno le stesse cose, in attesa di andare in pensione. I genitori di questa mia amica erano persone normali, lavoravano per pagare i conti e crescere i loro figli. Il loro sogno era vedere i due figli sistemati con un lavoro in banca, e un bel matrimonio in chiesa. Senza volerlo stavano creando l’infelicità della loro figlia. A lei di lavorare in banca non interessava proprio, voleva viaggiare e avere un lavoro diverso, nel turismo o nello spettacolo. Non voleva frequentare ragioneria, per poi andare tutti i giorni in ufficio a vedere numeri e compilare moduli. Se suo zio era felice, buon per lui; lei però voleva fare altro. Le lotte in casa erano continue: aveva deciso di scegliere una scuola superiore che le avrebbe permesso d'imparare le lingue straniere e stimolare la sua creatività. I genitori non mollavano e appena dopo la maturità, organizzarono con lo zio un colloquio in banca. Era solo una formalità, perché grazie alla sua raccomandazione, lei sapeva che sarebbe stata assunta. C’era un solo modo per sottrarsi a quest'imposizione: non presentarsi. Così fece. Fu un gran casino, i genitori erano arrabbiatissimi, ma lei era decisa e alla fine fece quello che voleva. Girò il mondo, lavorò nei villaggi turistici, e fece carriera. Ancor oggi vive quella vita che ha sempre desiderato, ed è felice. E sai una cosa? Lo sono anche i suoi genitori perché la vedono sorridente. Adattare te stesso agli altri per renderli felici, ti renderà infelice. Ovviamente la vita ci chiede di fare compromessi, non possiamo fare sempre quello che vogliamo, dobbiamo adattarci, ma l’importante è non rinunciare a se stessi. Siamo stati programmati dalla nostra educazione, dalla cultura, da quello che ci hanno raccontato su quello che è necessario fare per riuscire ad essere felici. Se potessi fare quello che vuoi, senza limiti, senza dover rendere conto a nessuno, senza dover rispettare le regole di nessuno, cosa faresti? Se potessi scegliere con chi condividere la tua vita, senza dover passare il tuo tempo con persone che non ti piacciono, con chi faresti quello che fai? Già queste domande ti aiutano a capire cosa ti rende felice veramente. Il terzo errore fatale è paragonarsi agli altri. Se ti paragoni alle altre persone, troverai sempre ragioni per essere felice o per essere triste. Se ti rapporti alle persone che appaiono in tv o sulle riviste patinate, fai un errore madornale. Spesso quello che vedi non è reale; il segreto è usare il tuo standard per valutarti. Decidi cosa rende felice te. Valutati per quello che hai fatto, ricordandoti da dove sei partito. Evita di usare le vite delle altre persone, serve solo a confonderti. C’è sempre qualcuno che sta meglio di te, come del resto c’è sempre qualcuno che sta peggio. L’importante è come stai tu. Le persone felici, hanno quello che in PNL è chiamato un indice referenziale interno, cioè decidono in funzione dei loro standard, senza lasciare che l’esterno determini cos'è giusto per loro. Ovviamente prestano attenzione a quello che accade fuori, ma alla fine definiscono quello che è giusto per loro stessi. Tutti sappiamo che i soldi non fanno la felicità, lo hanno detto e ridetto, l'hanno persino dimostrato scientificamente, così da toglierci il dubbio. Nonostante questo, tutti lavoriamo per i soldi. Anni fa fu chiesto a Freud cosa, secondo lui, rende un uomo felice; lui rispose “lavorare e amare”. Quello che intendeva, è che si deve trovare un equilibrio fra la vita professionale e quella privata e che bisogna amare il lavoro che si fa, senza vivere per il proprio lavoro. Semplice vero? Facile? Non proprio! Al giorno d’oggi con il ritmo e le richieste sempre più impellenti, non lo è per niente. Le ricerche degli ultimi anni e il buon senso, ci dicono che i soldi non fanno la felicità, ma guadagnarsi qualcosa che si vuole, sì. Ben due Università, University of British Columbia e Harvard, hanno studiato quanto i soldi influenzino la nostra felicità e hanno scoperto che non conta quanto guadagniamo, ma come li spendiamo. La National Academy of Sciences ha pubblicato uno studio che afferma che un guadagno annuo fino a 75 mila dollari incide e determina, più o meno, la felicità di un individuo. Superata quella somma, non c’è differenza. Il significato di questo studio è che fino a quella cifra c’è una variazione legata ai “bisogni primari”, poi non più. Inoltre, non sapendo come comprare la felicità, guadagnare 100 o 500 mila non cambia. COMPRARE LA FELICITÀ Penso che questo studio sia veramente affascinante. Cosa fare allora? Vale la pena guadagnare di più? La risposta ovviamente è sì. Basta spendere nel modo giusto. Vuoi sapere qual è? Ecco i cinque modi per comprare la felicità secondo gli studi più all’avanguardia. Il primo è questo: compra le esperienze, non le cose. Se compri un’esperienza o qualcosa che rappresenta un’esperienza (come una coperta in Scozia che ti ricorda dei bei momenti del viaggio), rimarrà nel tempo e sarà più emotivamente coinvolgente di qualsiasi oggetto. La tua vita è la somma delle tue esperienze, più ricordi felici hai, più felice sei. Pensa quali sono le cose che ti ricordano i momenti più belli. Ne hai qualcuna in garage? Forse dovresti tirarle fuori. Ed ecco il secondo: spendi per gli amici e con gli amici. È talmente ovvio, da essere spesso dimenticato. Il modo migliore per creare bei momenti e bei ricordi, è stare con i tuoi cari. Se condividi le tue esperienze, aumenterai l’intensità dell’emozione. “Crea dei bei momenti e passa tanto tempo in compagnia.” Vedremo che questo concetto è ripetuto in tutti gli studi. Anzi fai una cosa adesso: smetti di leggere, chiama qualche amico e organizza qualcosa di bello. Fallo subito! Questo invece è il terzo modo. Il viaggio dev'essere bello quanto l’arrivo, la preparazione quanto la cena. Se aspetti di essere felice solo quando tutto sarà fatto, sarai felice per poco tempo. Come leggerai anche più avanti, le persone felici si godono le cose in anticipo a differenza di quelle poco felici, che aspettano di essere a destinazione per godersi il momento. Il quarto modo per comprare la felicità riguarda il cuore e la mente. Se usi solo la testa, spenderai sempre bene i tuoi soldi ma non sarai mai felice. Se usi solo il cuore, ti divertirai un sacco ma butterai il tuo denaro. Usa la testa e il cuore insieme. Oppure usa la testa per le cose poco importanti per te, così da avere più budget per le cose che ti stanno a cuore. Infine il quinto: compra tante piccole cose, piuttosto che una grande. Impara a godere delle cose semplici e delle piccole esperienze. In questo modo arricchirai di felicità il tuo album di memorie e la tua quotidianità. A volte basta un buon caffè. Ti sei goduto l’ultimo caffè o l’hai bevuto di fretta? Se non l'hai apprezzato a pieno, inizia dal prossimo. Se aspetti le grandi cose, avrai poche occasioni per essere felice. In un mondo che corre veloce, dove la corsa verso qualcosa di meglio è sempre più spietata, rischiamo, se non facciamo attenzione, di perderci il momento e di dimenticare cosa conta veramente. Rischiamo di confondere i fini con i mezzi e i soldi sono di sicuro un mezzo. Shawn Achor fa parte del gruppo di ricercatori di Harvard che hanno studiato la felicità. Dopo dieci anni di lavoro, Achor è arrivato alla conclusione che l’errore più grande che è stato fatto è aver sempre studiato le persone che stanno male. Di fatto quasi tutta la ricerca era focalizzata nell’aiutare, o addirittura guarire le persone che stavano male, senza concentrarsi sulle cause dello stare bene. In questo decennio di studi, ha dimostrato alcune cose che nel mondo della crescita personale sapevamo da tempo. Le convinzioni sociali e i presupposti limitano la nostra felicità. Purtroppo chi ride e sorride, spesso non è apprezzato nel nostro mondo. Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, si dice, e una persona seria e poco propensa al sorriso è una persona da rispettare. Anche quando dobbiamo descrivere una relazione amorosa importante, diciamo che è una relazione seria. Nei test che Achor ha condotto, ha scoperto che le persone allegre, quelle che ridono spesso, sono comunemente considerate meno intelligenti di quelle serie. Questa stupida associazione tende a limitare molte persone che, per non sembrare stupide, frenano la loro felicità. La ricerca ha però dimostrato il contrario. Infatti il professor Achor e il suo team hanno coniato il concetto di “vantaggio della felicità”. Questo principio afferma che quando sei felice perché fai qualcosa che ti piace o che ti appassiona, utilizzi più parti del cervello e questo fa aumentare la creatività, l’attenzione, la capacità di risolvere problemi e così via. Di fatto Achor dice che essere felici porta ad avere più successo, cioè più capacità di far accadere cose positive. Erroneamente si crede che avere successo conduca alla felicità, ma la verità è questa: è la felicità che conduce al successo. Nel suo libro il Dottor Achor spiega molto bene il concetto. Quasi tutte le culture insegnano che se lavoriamo duramente, con tenacia e serietà, avremo il successo che ci porterà ad essere felici. Sapete però cosa accade al nostro cervello? Nel momento stesso in cui raggiungiamo un obiettivo, ne definiamo subito un altro. In altre parole, non appena arriviamo a un livello qualsiasi di reddito, di casa, o d’inquadramento professionale, quello diventa il nostro standard e quindi ci occorre qualcosa di più per essere felici. Questo fa si che non siamo mai soddisfatti e sollecita il cervello a rincorrere una cosa che non si raggiungerà mai, perché una volta arrivato alla meta, lui stesso sposterà più in là l’arrivo. Al contrario, se impariamo ad essere felici prima ancora di arrivare a un risultato, non solo saremo felici nel percorso, ma, avendo più risorse, arriveremo alla meta più velocemente e con meno sforzo. Questa ricerca non fa altro che dimostrare scientificamente quello che i Buddisti dicono da sempre: “Non c’è una via alla felicità, ma la felicità è la via”. Un aspetto positivo per me e per chi, come me, è nel mondo del Coaching, è che ora abbiamo le prove scientifiche di ciò che si afferma in metodiche come la PNL, piuttosto che nel pensiero positivo e in tutte le nuove scuole di psicologia. Sappiamo che è stato tutto sperimentato e verificato. Non si tratta di teorie, ma di verità accertate. Queste nuove metodiche che Achor chiama la psicologia positiva, hanno effettivamente cambiato il mondo. Nella psicologia tradizionale, si tende a cercare di comprendere e risolvere i problemi delle persone per farle stare meglio, per riportarle alla normalità. Normalità è una brutta parola. Normale significa nella norma, uguale agli altri. Così si tende a escludere le persone fuori dal normale o straordinarie. La PNL, per esempio, studia solo le persone straordinarie, ecco perché ha fatto scoperte del tutto innovative. Tu sei straordinario. C’è qualcosa che fai meglio di altri e in quelle cose sei straordinario. Osservandoti e studiandoti, io potrei capire come fai ad ottenere quei risultati e potrei imparare a farlo per averne di uguali. Questo vale sia per l’abilità di cucinare, o guidare, o saper vendere e vale anche per la capacità di essere felici. Sì, hai capito bene: essere felici è un’abilità, se la conosci e la metti in pratica dà risultati, se non lo fai, sarai infelice. Non ci voleva uno studio di Harvard, bastava leggere i testi sacri di tutte le religioni tradizionali o gli insegnamenti dei filosofi antichi. Di sicuro però, avere una ricerca scientifica fatta da una delle più prestigiose università al mondo, è uno strumento in più, che analizza in modo approfondito i nostri stati d’animo e comportamenti. È stato fatto uno studio sull’umore che le persone hanno quando vanno al lavoro. Ci stai andando anche tu? Come ti senti? Sappi che la maggior parte dei soggetti analizzati, iniziano la loro giornata lavorativa in uno stato di stress, o negativo o neutro. Sono poche le persone che sono felici di andarci. Ma come sono queste poche persone? Cos’hanno di diverso dalla maggior parte di noi? Indagando su di loro, è emerso che possiedono caratteristiche comuni. Una di queste è la gratitudine; un concetto antico, già insegnato dalle religioni tradizionali e purtroppo dimenticato. Negli ultimi anni, diversi studiosi del comportamento, hanno iniziato a esaminare i legami tra la gratitudine insegnata dalle religioni e la felicità, sia fisica che mentale. Il Dott. Michael McCollough, della Southern Methodist University di Dallas in Texas, e il Dott. Robert Emmons, della University of California, dicono che, secondo i loro studi scientifici, la gratitudine svolge un ruolo significativo nella conquista del benessere. La gratitudine è insegnata da filosofi e maestri spirituali e le principali religioni del mondo la descrivono come uno stato benefico. Biografia di Claudio Belotti È uno dei pionieri del Coaching. Negli ultimi 20 anni ha lavorato come Coach e Trainer con migliaia di persone in 4 continenti utilizzando le sue capacità di comprensione della natura umana aiutando managers, imprenditori, dirigenti, atleti professionisti, uomini e donne in tutto il mondo a migliorare la loro vita. È l’unico europeo dei 4 “Senior Trainers” al mondo scelti personalmente da Anthony Robbins come docente alla “Anthony Robbins Leadership Academy” al “Leadership Programme” e alla “Mastery University”. Ha il massimo livello di specializzazione in PNL che la “Society of NLP” (fondata dai creatori della PNL, Richard Bandler e John Grinder) riconosce a pochissime persone al mondo ed è l’unico italiano ad avere il titolo di “Master Trainer in NLP for Business”. Si è formato in PNL con Richard Bandler (con il quale collabora come assistente nei corsi americani), si è specializzato in Linguistica con John Grinder (co-creatore PNL), in Time Line Therapy con Tad James e in Coaching e Leadership con Robert Dilts. È il maggior esperto italiano in Dinamiche a Spirale e collabora direttamente con Chris Cowan e Natasha Todorovic. Tra le aziende sue clienti ci sono alcune realtà importanti come: Gruppo Armani, Gruppo Angelini, Bulgari, BMW, Credit Suisse, Google, ING Direct, IBM, l’Oreal, NH Hoteles, Procter & Gamble, Riva Yacht, Zurich. Fra le associazioni ed enti Pubblici con cui ha collaborato ci sono: Amministrazione Giudiziaria Italiana, Centro Nazionale Trapianti, Confindustria, Consiglio Nazionale del Notariato, Cassa Forense di Roma È docente di Allenamento Mentale per la Federazione Italiana Pallavolo e ha affiancato professionisti e squadre di vari sport nel raggiungimento di risultati importanti, attualmente collabora con Pallacanestro Olimpia EA7 Emporio Armani Milano e con il settore giovanile dell’Inter FC.