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L`interruzione estetica Stuart Hall e il paradigma
L’interruzione estetica Stuart Hall e il paradigma degli Studi Culturali a cura di Marina Vitale Marta Cariello, Iain Chambers, Lidia Curti, Stuart Hall, Miguel Mellino, Marina Vitale 1 / 2015 estetica. studi e ricerche rivista semestrale, pubblica saggi con double blind peer review, indicizzata su Philosopher’s Index, ANCP, Analecta, Philosophy Documentation Center, Classe A ANVUR www.esteticastudiericerche.com 1/2015 - I edizione: giugno 2015 | ISSN 2039-6635 | ISSN online 2284-3582 | ISBN 978-88-548-8914-9 direttore responsabile: Dario Giugliano comitato editoriale: Luca Bagetto, Alessandro Bertinetto, Silvana Carotenuto, Annamaria Contini, Luca Farulli, Gianluca Garelli (vicedirettore), Dario Giugliano (direttore), Federico Luisetti, Markus Ophälders, Nicola Perullo, Fabio Polidori, Ettore Rocca, Stella Santacatterina comitato scientifico: Lluís X. Álvarez (Universidad de Oviedo), Leonardo Amoroso (Università di Pisa), Homi K. Bhabha (Harvard University), Olaf Breidbach = (Friedrich-Schiller-Universität Jena), Giuliana Bruno (Harvard University), Massimo Cacciari (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano), Peter Carravetta (Stony Brook University), Francisca Pérez Carreño (Universidad de Murcia), Iain Chambers (Università di Napoli «L’Orientale»), Claudio Ciancio (Università del Piemonte Orientale), Lidia Curti (Università di Napoli «L’Orientale»), Paolo D’Angelo (Università di Roma Tre), Pina De Luca (Università di Salerno), Fabrizio Desideri (Università di Firenze), Giuseppe Di Giacomo (Università di Roma «La Sapienza»), Massimo Donà (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano), Félix Duque (Universidad Autónoma de Madrid), Günter Figal (Albert-Ludwigs-Universität Freiburg), Manfred Frank (Eberhard-Karls-Universität Tübingen), Elio Franzini (Università di Milano), Giuseppe Gaeta (Accademia di Belle Arti di Catania), Carlo Gentili (Università di Bologna), Roberto Gilodi (Università di Torino), Paul Gilroy (King’s College London), Sergio Givone (Università di Firenze), Tonino Griffero (Università di Roma «Tor Vergata») Evelyne Grossman (Université Paris 7 «Denis Diderot»), Jerrold Levinson (University of Maryland), Grazia Marchianò (Università di Siena-Arezzo), Aldo Masullo (Università di Napoli «Federico II»), Raffaele Milani (Università di Bologna), Giampiero Moretti (Università di Napoli «L’Orientale»), Vittoria Perrone Compagni (Università di Firenze), Mario Pezzella (Scuola Normale Superiore), Franco Rella (Università iuav di Venezia), Roberto Salizzoni (Università di Torino), Paolo Tortonese (Université Paris 3 Sorbonne Nouvelle), Aldo Trione (Università di Napoli «Federico II»), Gianni Vattimo (Università di Torino), Federico Vercellone (Università di Torino), Stefano Zecchi (Università di Milano) redazione centrale: Gina Annunziata, Tommaso Ariemma, Silvia Maria Esposito, Patrizia Mazzina, Tiziana Pangrazi, Domenico Spinosa (caporedattore), Marco Stimolo redazione di Bologna: Eleonora Caramelli, Francesco Cattaneo (caporedattore), Stefano Marino c/o Dipartimento di Filosofia, Università di Bologna, via Zamboni 38, I - 40126 Bologna redazione di Firenze: Vittorio Biagini (caporedattore), Giuseppe Gulizia, Susanna Mati, Katia Rossi, Martino Rossi Monti, Andrea Sartini, Benedetta Zaccarello c/o Dipartimento di Lettere e Filosofia, Università di Firenze, via Bolognese 52, I - 50139 Firenze redazione di Perugia: Francesco Forlin (caporedattore), Massimiliano Marianelli Via G. Galilei 1, I-06126 Perugia redazione di Milano: Giancarlo Lacchin (caporedattore), Simone Sferrazza c/o Dipartimento di Filosofia, Università di Milano, via Festa del Perdono 7, I-20122 Milano redazione di Stuttgart: Georg Maag c/o Internationales Zentrum für Kultur- und Technikforschung, Universität Stuttgart Geschwister-Scholl-Str. 24, D-70174 Stuttgart redazione di Torino: Roberto Bamberga, Daria Dibitonto, Ezio Gamba, Alberto Martinengo, Davide Sisto (caporedattore), Benedetta Saglietti, Claudio Tarditi c/o Dipartimento di Filosofia, Università di Torino, via Sant’Ottavio 20, I-10124 Torino. redazione di Udine-Trieste: Damiano Cantone (caporedattore), Simone Furlani, Massimiliano Nicoli, Massimiliano Roveretto, Luca Taddio Via Tavagnacco 145, I-33100 Udine Elaborazione grafica: Ivana Gaeta - Nadia Bronzuto abbonamento 2015: Italia € 40 - Europa € 50 - Tutti gli altri Paesi $75 registrazione del Tribunale di Napoli n. 83 del 26 ottobre 2010 stampa: «System Graphic S.r.l.» 00134 Roma – via di Torre Sant’Anastasia, 61 per gli abbonamenti contattare l’editore © Aracne editrice int.le S.r.l. Sede legale: via Quarto Negroni 15 – I-00040 Ariccia (rm) Sede operativa: via delle Strelitzie 35 – I-00134 Roma (Santa Palomba) www.aracneeditrice.it L’interruzione estetica Stuart Hall e il paradigma degli Studi Culturali a cura di Marina Vitale Introduzione La recente scomparsa di Stuart M. Hall, grande teorico e padre fondatore dell’area disciplinare degli Studi Culturali, è alla base della decisione di dedicare una sezione di «estetica. studi e ricerche» a una riflessione sulla carica innovativa del campo di studi che egli contribuì a fondare e portare agli alti livelli di elaborazione e di autorevolezza che ne hanno determinato una diffusione planetaria. Partendo dall’Università di Birmingham, gli Studi Culturali hanno sfidato gli equilibri disciplinari canonici come un’onda sismica che ha raggiunto via via l’intera Gran Bretagna, l’Europa, le Americhe, l’Australia e gran parte del mondo, con un significativo radicamento in India, dove hanno assunto connotazioni di particolare originalità grazie all’interpretazione che ne ha fatto il gruppo di studiosi che ha dato vita ai Subaltern Studies, i cui esponenti più noti sono Ranajit Guha, Dipesh Chakrabarty e, sia pure in posizione tangenziale, Gayatri Chakravorty Spivak. Gli studiosi i cui contributi sono inseriti in questo fascicolo della rivista appartengono tutti (o hanno appartenuto) all’Università degli studi «L’Orientale» di Napoli che è la prima istituzione di istruzione e di ricerca al di fuori della Gran Bretagna che ha adottato gli orientamenti scientifici degli Studi Culturali e che, fin dall’inizio, ha mantenuto uno scambio produttivo con il Centre for Contemporary Cultural Studies dell’Università di Birmingham, che Stuart Hall fondò in collaborazione con Richard Hoggart nel 1964, dirigendolo dal 1968 al 1979, anno in cui passò alla Open University con una cattedra in Sociologia. Il primo testo qui pubblicato, Nuovi paradigmi nello studio della cultura, è, anzi, quello della Lectio Magistralis da lui pronunciata il 6 giugno 2008 in occasione del conferimento della laurea Honoris Causa da parte di «L’Orientale» di Napoli, ed è praticamente inedito.1 Concentrandosi sulle prime fasi della costruzione del modello teorico alla base degli Studi Culturali, la Lectio illustra assai bene i suoi principi ispiratori, l’articolato rapporto di contiguità e differenziazione con la tradizione più viva del La lezione esiste in forma scritta solo all’interno dell’opuscolo fornito al pubblico presente alla cerimonia (Laurea Honoris Causa a Stuart Hall, a cura di Marina Vitale, trad. di Marta Cariello e Serena Guarracino, Università degli studi di Napoli «L’Orientale», Napoli 2008). 1 |5 pensiero radicale britannico e con le nuove correnti filosofiche e critiche continentali, l’esigenza di stabilire con esse un dialogo serrato come stimolo a pensare ancor più in profondità e scoprire nuovi strati di problematicità nelle realtà e nelle questioni culturali affrontate; come un incoraggiamento a individuare angolazioni e prospettive inedite e intrecciate. Mette in luce soprattutto la rottura epistemologica, l’«interruzione» – come egli amava definirla – rispetto alla prassi accademica e critica dominante in Gran Bretagna, e non solo. Segue pertanto le tappe del percorso, mai cristallizzato in un protocollo disciplinare, attraverso il quale il Centro di Birmingham costruì sotto la sua guida la propria metodologia interdisciplinare di analisi della realtà sociale e culturale contemporanea, vista sempre, gramscianamente, come il risultato provvisorio di scontri di forze ed esigenze mai deterministicamente fissate, ma incessantemente coinvolte nella logica egemonica, continuamente aperta al gioco delle dinamiche congiunturali. Un gioco su cui influisce profondamente la produzione di senso attraverso le «rappresentazioni» culturali ed estetiche; ma su cui può influire altrettanto profondamente un’interrogazione critica che mettendo in crisi le convinzioni stabilite può mettere in crisi gli assetti vigenti. Ne deriva la ferma convinzione che «il ruolo dell’intellettuale sia quello di produrre la crisi»; quella crisi salutare che permette il rinnovamento.2 Ciò che Hall non dice in questa lezione, rigorosamente centrata sui «paradigmi» teorici nello studio della cultura – e che lascia tutt’al più intuire nel tono appassionato del discorso – è quanto sia stata forte, per tutto l’arco della sua vita, la sua militanza civile e politica personale che lo ha portato a partecipare alle più importanti battaglie per i diritti civili (dall’attivismo a favore della campagna pacifista e antinucleare, nonché per i diritti dei neri in Gran Bretagna, fino alla partecipazione alla Commissione Runnymede per il futuro della Gran Bretagna multietnica); ad assicurare sostegno alle cause in cui credeva con azioni concrete, come la fondazione e la direzione di riviste (come la University and left review e la New left review), come l’ideazione, la fondazione e la direzione di uno spazio di esposizione, denominato Rivington Place dal luogo in cui sorge, nel quartiere londinese di Shoreditch, dove, dal 2007, offre una sede stabile per mostre, rassegne, conferenze, convegni, che diano visibilità alla produzione di artisti diasporici.3 La straordinaria ricchezza e complessità della sua figura di intellettuale pubblico è colta molto bene dal doppio omaggio che gli è stato reso, nel Come Hall ebbe ad affermare in un’intervista concessa nel 1985 a Umberto Eco che ne riflette il concetto anche nel titolo (Umberto Eco, Stuart Hall, In conversation. The role of the intellectual is to produce crisis, «Listener», 16 maggio 1985). L’intervista è richiamata da Lidia Curti nel suo saggio infra. 3 Anche a questo accenna il saggio di Lidia Curti, infra. 2 6 | Introduzione 2012-2013, dal videoartista John Akomfrah che, nell’installazione intitolata The unfinished conversation e nel film The Stuart Hall project attinge a una ricchissima documentazione (fotografica, radiofonica, televisiva) genialmente montata sul filo della musica di Miles Davis tanto amata da Hall, per mostrarne la poliedricità e la profondità in rapporto alle drammatiche congiunture storiche che hanno interagito con la sua vita. Va inoltre precisato che successivamente al periodo coperto dalla Lectio, identificabile con la fase di fondazione dell’area disciplinare degli Studi Culturali e coincidente con la permanenza di Hall presso il Centro di Birmingham,4 gli Studi Culturali si sono sviluppati – grazie a Stuart Hall ma anche indipendentemente da lui, nel loro inarrestabile viaggio planetario – nelle direzioni, ancora impensabili negli anni sessanta, degli studi femministi e di genere e di quelli postcoloniali; aree alle quali la Lectio qui pubblicata accenna semplicemente come potenzialità non ancora avveratesi. I cinque saggi che seguono la Lectio guardano ad aspetti del suo pensiero specificamente in linea con gli interessi «estetici» della rivista. L’articolo di Lidia Curti, Sognare in afro, parte dai ricordi della propria lunga amicizia e collaborazione personale con Stuart Hall e dei significativi scambi intellettuali tra lui e gli studiosi italiani (in particolare dell'Università «L’Orientale»), per continuare, in un certo senso, la loro «lunga conversazione» sui temi del non-essenzialismo identitario e sulle insidie del riduzionismo, concentrandosi sul duraturo interesse nutrito dallo studioso per le arti visive, con una intensificazione nei decenni seguiti al suo ritiro dall’insegnamento attivo. Curti ne prende spunto in particolare per rivisitare con Hall l’opera di alcuni artisti diasporici, in specie pittori e cineasti ammirati e discussi da lui, e fare emergere la sua vitale adesione a un immaginario «afro» coerente con la sua formazione diasporica. Nel secondo articolo, Dentro la tensione delle parole: Stuart Hall e la letteratura, Marta Cariello, che è tra l’altro la traduttrice di un’interessante monografia su Hall,5 ripercorre lo sviluppo del pensiero del grande maestro dagli iniziali studi di letteratura angloamericana alle evoluzioni della sua concezione di rappresentazione simbolica, mettendo l’accento sulla sua costante fascinazione per il mezzo espressivo letterario, la sua attenzione per il linguaggio, la consapevolezza – nutrita di una profonda cultura letteraria – dei silenzi, delle lacune, delle coloriture astute o reticenti delle espressioni culturali. 4 Anni dopo, nel 2002, il Centro fu chiuso, soprattutto a causa dei tagli che hanno colpito le discipline umanistiche ovunque in Europa. 5 James Procter, Stuart Hall, Routledge, London 2004 (trad. di Marta Cariello, Stuart Hall e gli studi culturali, Raffaello Cortina, Milano 2007). estetica. studi e ricerche 1/2015 © Aracne editrice |7 In Rappresentazione e visualità nel pensiero di Stuart Hall, io stessa seguo la costante attenzione di Hall per la visualità e la centralità che essa possiede nella sua teoria della rappresentazione, la sua convinzione che «l’arte è anche una forma di pensiero», per soffermarmi sull’arricchimento scambievole determinatosi tra lui e varie generazioni di artisti diasporici, concentrandomi soprattutto su fotografi, videoartisti e registi. L’articolo di Miguel Mellino, profondo conoscitore del pensiero di Hall (che gli ha concesso più di un’intervista e dei cui saggi ha curato più di una raccolta in Italia),6 offre un’analisi di un filone del cinema americano di grande impatto popolare: i film hollywoodiani di argomento «nero» – soprattutto quelli prodotti nella congiuntura storica caratterizzata dalla presenza del Presidente nero Obama al vertice del potere statunitense – osservati alla luce delle categorie interpretative elaborate e utilizzate da Hall in connessione con la rappresentazione della razza, e prendendo, anzi, le mosse da un saggio di Hall su «Che genere di nero è il “nero” nella cultura popolare nera?» sul quale è ricalcato il titolo del contributo di Mellino. Nell’ultimo articolo, Stuart Hall dai Caraibi al Mediterraneo, Iain Chambers, uno studioso che si è formato al cccs dove conseguì il PhD sotto la guida di Stuart Hall, prende lo spunto dalla complessa geografia delle formazioni dell’identità nera all’interno della modernità occidentale, e dalla conseguente «fine dell’età dell’innocenza del soggetto nero puro» messi in luce da Hall, per insistere sulla parallela fine del «soggetto bianco egemone» e sull’esigenza di ispirarsi alla sua lezione per «seguirlo nello spazio che lui ha sempre insistito che è uno spazio senza garanzia». Nello specifico l’articolo propone di applicare i suggerimenti teorici di Hall a quelli che definisce gli Studi mediterranei, accogliendo in particolare la sua intuizione della «musica come metodo» per individuare «contro-storie del Mediterraneo e della modernità» che mettano in crisi l’illusione dell’egemonia bianca, euro-centrica. S. Hall, Il soggetto e la differenza. Per un’archeologia degli studi culturali e postcoloniali, cura e trad. di Miguel Mellino, Meltemi, Roma 2006; S. Hall, Cultura, razza, potere, cura di M. Mellino, ombre corte, Verona 2015; S. Hall, M. Mellino, La cultura e il potere. Conversazione sui cultural studies, Meltemi, Roma 2007. 6 8 | Introduzione Note sugli Autori e abstract MARTA CARIELLO è ricercatrice di Letteratura Inglese presso la Seconda Università di Napoli. I suoi principali temi di ricerca sono la letteratura postcoloniale e la scrittura femminile araba anglofona. Il suo volume più recente è Scrivere la distanza. Uno studio sulle geografie della separazione nella scrittura femminile araba anglofona (Liguori, 2012); ha inoltre tradotto nel 2007 il volume di James Procter, Stuart Hall (Routledge Critical Thinkers, 2004) per Raffaello Cortina Editore. I suoi studi attualmente riguardano la tematizzazione dell’esilio nelle scrittrici palestinesi della diaspora, il multilinguismo come strategia discorsiva femminile e la costruzione culturale della rivoluzione. ginalized in Hall’s critical thought. Yet, the «unpredictability of ideas», which Hall considered in a relation of mutual determination with the economic domain, rendered literature a fundamental element of his critical theory, along with other forms of textuality. Indeed, Hall’s theorizations are strongly focused around the symbolic and could not therefore discount literature among the different forms of textuality it analyzed. Hall’s analyses in this sense, however, do not regard literature as object, but rather imply the use and study of the semantic and symbolic depth of words, with their political weight, which is always, also, an aesthetic weight. Abstract: Stuart Hall’s relationship with literature has deep roots, from his (unfinished) PhD studies in English Literature, to the ambition of becoming himself a creative writer, as admitted by Hall in various interviews. However, as his theorizations went on to focus on other aspects of the relations between culture and politics, literature seemed to disappear, or at least to be mar- Keywords: Literature, Marxism, Raymond Williams, Textuality, Symbolic. 168 | Note sugli Autori [email protected] MARIA TERESA CATENA è Professore Associato presso l'Università «Federico II» di Napoli. Ha incentrato i suoi studi su Kant, del quale ha tradotto alcuni inediti, rivolgendo inoltre la sua attenzione al ruolo che l'estetica svolge nel pensiero critico. Di questo percorso sono recente testimonianza: Sentire (Napoli 2010), Io sono dove sento, (Milano 2012), Kant e il cosmpolitismo del sentimento (Berlino 2013), La posizione fenomenica e relativista di Kant nello scritto «Del primo fondamento della distinzione delle regioni nello spazio» (Milano 2015). Si è inoltre occupata dei temi della corporeità e del suo rapporto con le nuove tecnologie: Corpo (Napoli 2006) e Artefatti, (Milano 2012). Abstract: Starting from a brief survey on the subject of «lie», this paper tries to analyze the original position of Oscar Wilde. Re-crossing The Decay of Lying emerges the double controversy basted by Irish writer: against realism in art; against the mistaken interpretation of the assumption that life is having to imitate art. In fact, in both cases, submitting to a record reproduction, art and life end with drawing to the creative principle and deceitful that only true art can express. In this sense, rather than representing an aesthetic conception, the Dialogue of Wilde approaches the positions that the young Nietzsche argues in his unfinished essay On Truth and Lying in a Extra-Moral Sense where the philosopher, bringing out the thrust of the anti-mimetic of living, shows plastic nature, metaphorical and radically artistic, of human being and its buildings. Keywords: Oscar Wilde, Lie, Friedrich Nietzsche, Truth, Dandy. [email protected] IAIN CHAMBERS insegna Studi Culturali, Postcoloniali e Mediterranei presso l’Università di Napoli, «L’Orientale». Tra i suoi saggi: Dialoghi di frontiera (1995), Paesaggi migratori. Cultura e identità nell’epoca postcoloniale (1996), Sulla soglia del mondo. L’altrove dell’Occidente (2003), Le molte voci del Mediterraneo (2007) e Mediterraneo blues. Musiche, malinconia postcoloniale, pensieri marittimi (2012). Ha anche curato con Lidia Curti La Questione Postcoloniale (1997). Attualmente è Presidente del Centro Studi Postcoloniali e di Genere presso l’Orientale. Abstract: This article considers the crucial contribution of Stuart Hall to the formation of Cultural and postcolonial studies through the themes of race and diaspora, and the critical light such experiences and perspectives cast on understandings of the thought, practices and politics of the contemporary world. Keywords: Caribbean, Postcolonialism, Diaspora, Archive, Identity. [email protected] LIDIA CURTI è professore onorario di Letteratura inglese all’Università degli Studi di Napoli «L’Orientale». Note sugli Autori | 169 Fa parte della redazione delle riviste Anglistica, Estetica, New Formations, Parol e Scritture migranti. Tra i suoi volumi recenti, Female Stories, Female Bodies (Macmillan 1998). La voce dell'altra. Scritture ibride tra femminismo e postcoloniale (Meltemi 2006), e la co-cura di La questione postcoloniale (Routledge, 1997; Liguori, 1998), La nuova Shahrazad (Liguori 2004), Schermi indiani, linguaggi planetari (Aracne 2008) e Shakespeare in India (Editoriae & Spettacolo 2010). Suoi recenti interessi di ricerca sono le migrazioni in Italia e nel Mediterraneo, in particolare letteratura e arte femminili e femministe. Abstract: From a personal memory, this essay seeks to draw a picture of the presence of Stuart Hall’s thought and writings in Italy, first through the relation in the 1960s and 1970s between the Birmingham Centre for Contemporary Cultural Studies and the University of Naples L’Orientale, where a group of scholars and students was formed in the field of cultural and postcolonial studies. This was followed by the increasing attention to his work more recently owing to translations and critical studies. The influence of Gramsci’s thought on Hall’s theoretical formation was a significant link to Italian culture, alongside his attention to youth culture, music and the media. In the latter part of his career his interest was concentrated on diasporic visual art, particularly in connection with the Black British Art Movement. This was underlined in his writings 170 | Note sugli Autori through the complex articulation of the term «blackness» and the concept of «new ethnicities». Keywords: Intercultural Crossing, Crisis, New Etnicities, Blackness, Visual Art. [email protected] DIEGO DONNA è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna. Si occupa di storia della filosofia moderna con particolare riferimento alla teoria della conoscenza nelle filosofie di Descartes e Spinoza. Sta attualmente lavorando a un progetto di ricerca sulla ricezione della filosofia e della critica biblica spinoziana nella prima età dei Lumi. Fra le sue pubblicazioni: La part de Descartes dans la traduction de ses Œuvres : du Discours de la méthode à la Dissertatio de Methodo, in C. Le Blanc, L. Simonutti (a cura di), Le masque de l’écriture. Philosophie et traduction de la Renaissance aux Lumières, Genève, Droz, 2015; Gnosi ed esperienza della salvezza in Spinoza, «Divus Thomas», 116, 2, ESD, Bologna 2013; Induzione ed enumerazione in Descartes. Metodo dimostrativo e scoperta scientifica, «Dianoia», 15, CLUEB, Bologna 2010. Abstract: This article proposes a comparison between the views expressed by Artaud and Guénon as to the metaphysical status of theatre and representation. The direct exchange of letters between the two is closely examined, along with the two major texts in which each of them formulated his ideas regarding the nature of theatre (La Mise en scène et la Métaphysique and Le Symbolisme du Théâtre). Artaud conceives of theatre as a human expression of cosmic forces through which principles operate. When this premise is transposed onto the stage, however, it reveals its inadequacy with respect to the forms of human representation. Guénon treats this divergence as the result of a poorly formulated problem: theatre itself is a symbol of the illusion that regulates the analogical relation between principles and phenomenal reality. It is therefore not a question of recomposing the two planes, but of recognising the distance that necessarily separates them and allows a representation to become possible. Abstract: This paper is about the colombian thinker Nicolás Gómez Dávila (1913-94), his idea of art as a form of truth, and its expression through the aphorism. The ancient-greek concept aletheia returns in Gómez Dávila’s artistic conception and, together with the the colombian’s disenchanted vision of the world, acquires the feature of presence-absence that in ancient greek philosphy had already been identified as constitutives features of the very philosphical investigation. Art, concretely, comes to life in this author through the aphorism, a stylistic form which, as an artistic representation, aims to evoke more than to explain, without resulting, nevertheless, not authentic. Keywords: A. Artaud, R. Guénon, Theatre, Illusion, Metaphysics. STUART M. HALL (Kingston 3 febbraio 1932 – Londra 10 febbraio 2014), grande pensatore britannico di origine giamaicana, è stato il fondatore dell’area interdisciplinare e interculturale degli Studi Culturali che, dal 1964 (anno della costituzione del Centre for Contemporary Cultural Studies presso l’Università di Birmingham) hanno raggiunto una diffusione planetaria determinando una profonda innovazione nel campo degli studi umanistici. Diresse il Centro di Birmingham fino al 1979 divenendo poi Professore di Sociologia presso la Open University. Tra le [email protected] GLORIA GASPARIN è laureata in Scienze Filosofiche presso l’Università di Padova, con una tesi su Émil Cioran, Nicolás Gómez Dávila e Albert Caraco, redatta sotto la guida del prof. Giovanni Gurisatti. Attualmente collabora con il dott. Abad Torres dell’Università di Pereira, per un’edizione monografica su Gómez Dávila. Keywords: Nicolás Gómez Dávila, Aphorism, Beauty, Ontology, Art. [email protected] Note sugli Autori | 171 sue opere più importanti The popular arts (1964, con P. Whannel) e i volumi collettanei da lui ispirati e curati (Resistence through rituals (1975), Policing the crisis (1978), Formations of modernity (1992), Questions of cultural identity (1996), Representation. Cultural representations and signifying practices (1997). Il suo costante interesse per le arti visive sfociò nella fondazione (nel 2007) di Rivington Place, spazio di discussione ed esposizione delle arti della diaspora nella Londra contemporanea. Abstract: New paradigms in the study of culture is the text of the Lectio Magistralis Stuart M. Hall delivered on June 6, 2008 on the occasion of the honorary degree conferred upon him by the University of Naples «L’Orientale». The text concentrates on the early stages of the construction of the theoretical model at the basis of Cultural Studies. It discusses the epistemological break brought about by its interdisciplinary method of analysis and illustrates the complex articulation of its concept of culture. Keywords: Cultural Studies, Epistemological Break, Interdisciplinarity, Complexity, Articulation. SUSANNA MATI ha insegnato estetica allo IUAV di Venezia (2005-13). Tra i suoi libri, per Moretti & Vitali: Ninfa in labirinto (2006); La mela d'oro. Mito e destino (2009); Sex and 172 | Note sugli Autori the City. Favola della donna single (2011); Filosofia della sensibilità. Per un'estetica come pensiero mitologico (2014). Con F. Rella ha pubblicato per Mimesis tre ricerche su: Georges Bataille, filosofo (2007); Nietzsche: arte e verità (2008); Thomas Mann: mito e pensiero (2012). Ha curato opere di G. Bataille, W.F. Otto, Novalis, K. Reinhardt; per i Classici Feltrinelli: F. Hölderlin, Poesie scelte (2010); Novalis, Inni alla Notte e Canti spirituali (2012); Platone, Fedro (2013); F. Nietzsche, La nascita della tragedia (2015). Abstract: According to Bataille, the Hegelian System – as he received it from the interpretation given by A. Kojève – aims at representing the Whole (that is: the Truth), but it fails, because it can't express the extremes of experience, such as mystical or erotic elements: it is not the synthesis of all possibilities. The position of a Principle (Grund) itself, from which this System is starting, consequently leads to a discussion on the role of Possibility (and Tragic) into the Hegelian System. Keywords: G. Bataille, G.W.F. Hegel, A. Kojève, Hegelian System, Ateology. [email protected] MIGUEL MELLINO è docente di Studi Postcoloniali e Relazioni Interetniche all'Università di Napoli «L'Orientale». Tra le sue pubblicazioni, Stuart Hall: Cultura, Razza e Potere (ombre corte 2015), Cittadinanze Postcoloniali. Appartenenze, razza e razzismo in Italia e in Europa (Carocci, 2012), Post-Orientalismo. Said e gli studi postcoloniali (Meltemi, 2009); La Cultura e il Potere. Conversazione sui Cultural Studies (con Stuart Hall, Meltemi, 2006), e La Critica Postcoloniale. Decolonizzazione, capitalismo e Cosmopolitismo nei Postcolonial Studies (Meltemi, 2005). È stato inoltre il curatore degli scritti politici di Frantz Fanon, L'anno V della rivoluzione algerina (Deriveapprodi, 2007) e Per la rivoluzione africana (Deriveapprodi 2006) e di Discorso sul Colonialismo di Aimé Césaire (ombre corte, 2010). Abstract: This essay focusses on a particular cultural codification of the historical black-American question that characterizes a variety of recent Hollywood films. Its starting point is one of Stuart Hall’s most famous essays: What is this Black in Black Popular Culture (1992). The principal assumption is that the election of Obama has induced the production of Hollywood films about the historical black-American question which conveys not only a further commodification of Blackness as a «style-life», but also its incorporation into the traditional narration of «the American dream». The essay argues that the African-American question is here codified as a cause bound to be acknowledged within a nation that, accordingly to the coloniality of its self-representation system, con- ceives of itself as a sort of promised «land of human rights». The essay maintains, instead, that the only black feature in the American dream – as the continuous series of black killings due to institutional violence clearly shows – is still a persistent racial nightmare. This dark side of the American «neoliberal-penal state» can be conceived of as a brutal interruption of this cultural codification. Keywords: Coloniality, Postcolonial, Blackness, Hollywood. [email protected] MARINA VITALE ha insegnato Letteratura e cultura inglese presso le università di Napoli «L’Orientale» e di Salerno. Ha scritto sulla letteratura operaia degli anni Trenta (Le voci di Calibano, 1988; L’altra Inghilterra, 1993), sulla cultura popolare e la stampa radicale (Stampa e cultura popolare nel primo Ottocento, con Maria del Sapio, 1982), sulla diffusione dell’istruzione e la divulgazione letteraria nell’Inghilterra dell’Ottocento, sulle rivisitazioni shakespeariane, su donne e scrittura negli ultimi due secoli, soprattutto sulle intellettuali e scrittrici moderniste, in particolare su H. D. (Hilda Doolittle) di cui ha anche tradotto varie opere in italiano. Abstract: Starting from Stuart Hall’s notion that «art is a way of thinking», the article concentrates on the centrality of visuality in his theory of representation – namely of gender Note sugli Autori | 173 and ethnic identities. It explores the mutual relation of inspiration between Hall the diasporic theorist of ethnicity and several generations of diasporic artists, especially video artists and photographers. Special attention is given to John Akomfrah’s filmic work: to his The Nine Muses which powerfully and poetically sings the drama of the Windrush generation, 174 | Note sugli Autori and The Stuart Hall Project which is both about Hall and deeply structured by the cultural studies rational. Keywords: Representation, Visuality, Photography, Video Art, Windrush Generation. [email protected] Indice L’interruzione estetica Stuart Hall e il paradigma degli Studi Culturali iain chambers 103 Stuart Hall dai Caraibi al Mediterraneo 5Introduzione Saggi (varia) maria teresa catena susanna mati stuart hall 9 Nuovi paradigmi nello studio della cultura lidia curti 27 Sognare in afro 113 La forma della menzogna. Una riflessione su Wilde e Nietzsche 131 Per una filosofia tragica dei possibili. Bataille e Hegel a confronto su fondamento e possibilità marta cariello marina vitale diego donna 61 Rappresentazione e visualità nel pensiero di Stuart Hall 141 Artaud, Guénon e il simbolismo del teatro miguel mellino gloria gasparin 49 Dentro la tensione delle parole: Stuart Hall e la letteratura 79 Che genere di nero è il «nero» della questione nera secondo Hollywood. La mercificazione della blackness ai tempi di Obama 157 Arte e verità nella filosofia aforistica di Gomez Dávila 168 Note sugli Autori e abstract