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Norme per la descrizione archivistica e per la
NORME PER LA DESCRIZIONE ARCHIVISTICA E PER LA REDAZIONE DEGLI INVENTARI A cura di Fiammetta Baldo, Silvio Devigili, Stefania Franzoi, Paola Tavelli Provincia autonoma di Trento Servizio beni librari e archivistici 2003 INDICE Normativa e manuali di riferimento p. 3 Introduzione p. 5 1. Parte generale p. 7 2. Descrizione del soggetto o dei soggetti produttori p. 8 2.1 Sesamo 2000 p. 9 2.2 Sesamo p. 23 3. Descrizione del fondo o dei fondi p. 25 4. Descrizione della struttura p. 28 5. Descrizione dell'unità archivistica p. 31 5.1 Registri e volumi p. 33 5.2. Buste e fascicoli p. 39 5.3 Pergamene p. 43 2 NORMATIVA E MANUALI DI RIFERIMENTO Riferimenti normativi Circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" (P. CARUCCI, Le fonti archivistiche..., p. 231-239) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993, n. 3692 (Supplem. ord. n. 1 al B.U. 18.5.1993, n. 22) Manuali ed altri strumenti Abbazia di Montecassino. I regesti dell'archivio, vol. XI, Roma, 1977, a cura di T. Leccisotti e F. Avagliano (Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Pubblicazioni degli Archivi di Stato) Indicato come modello per la descrizione delle pergamene dalla Circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966 M. CARLI, Norme tecniche per la edizione critica delle pergamene pisane dei secoli VIII-XII, Pisa, 1967 (Biblioteca del "Bollettino storico pisano" collana storica, 5) P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, 1983 P. CARUCCI, Il documento contemporaneo, Roma, 1987 E. CASANOVA, Archivistica, Siena, 1928 (rist. an. Torino, 1966) Documento del Sottogruppo di lavoro degli archivisti trentini per la normalizzazione della descrizione archivistica e l'informatizzazione degli archivi. Manuale-guida per la descrizione dei soggetti produttori di archivi sulla base dello standard ISAAR(CPF), coordinato dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, Trento, 26 ottobre 1999 (aggiornamento 27 aprile 2000) E. FALCONI, L'edizione diplomatica del documento e del manoscritto, Parma, 1984, p. 47-62 Folia Caesaraugustana 1. Edizione di documenti in lingua latina. Presentazione generale dell'edizione di un documento. R. GRASSI, P. POZZI, M. SAVOJA, Guida operativa alla descrizione archivistica. La descrizione inventariale, Milano – S. Miniato, 2001 International Council on Archives - Conseil International des Archives, ISAAR (CPF): International Standard Archival Authority Record for Corporate Bodies, Persons and Families, versione finale approvata dal Consiglio Internazionale degli Archivi, Parigi, 15-20 novembre 1995 International Council on Archives - Conseil International des Archives, ISAD (G): General International Standard Archival Description, adottata dal Comitato per gli standard descrittivi, Stoccolma, Svezia, 19-22 settembre 1999 L'inventariazione archivistica. Aspetti, metodologie, problemi, Atti del seminario interregionale sull'inventariazione, a cura dell'A.N.A.I. - Sezione Veneto, Venezia, 15 febbraio 1992 3 R. LESINA, Il nuovo manuale di stile, Bologna, 1994 F. NICOLAO, I dati cronologici nei documenti trentini, Trento, 1934 Normalisation internationale des methodes de publication des documents latins du moyen age (Colloque de Barcelone, 2-5 octobre 1974), Comité international des sciences historiques Commission internationale de diplomatique, Roma, 1977 A. PRATESI, Genesi e forme del documento medievale, Roma, 1991, p. 111-121 Progetto di norme per l'edizione delle fonti documentarie, in "Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano", n. 91, 1984, p. 491-503 Regione Lombardia, Guida operativa per l'ordinamento e l'inventariazione degli archivi storici di enti locali, Milano, 1992 Regole italiane di catalogazione per autori (RICA), Roma, 1982 G. TOGNETTI, Criteri per la trascrizione di testi medievali latini e italiani, Roma, 1982 4 INTRODUZIONE Il Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento adotta per l'inventariazione di fondi archivistici il programma informatico Sesamo della Expert Italia srl. Attualmente sono in uso due versioni del programma: una versione realizzata nel 1998 denominata Sesamo, una versione adattata appositamente per il Servizio, con la scheda soggetto adeguata al tracciato dello standard internazionale ISAAR, denominata Sesamo 2000. Entrambe le versioni dispongono delle schede relative al soggetto produttore, al fondo archivistico, alla struttura (sottofondo, serie, sottoserie, ecc. ossia le partizioni intermedie), alla unità, alla sottounità. La scheda sottounità si usa normalmente solo per la descrizione delle pergamene nei casi che saranno indicati; può eventualmente essere utilizzata in casi particolari da concordare con il Servizio. I campi che compaiono in ogni tipo di scheda sono distribuiti su più pagine: - scheda soggetto produttore (Sesamo): dati generali, note, archivi - scheda soggetto produttore (Sesamo 2000): dati generali, note, archivi, correlazioni, altri nomi, altri dati - scheda fondo archivistico: dati generali, strumenti di corredo, struttura, soggetti - scheda struttura: dati generali, strumenti di corredo, soggetti - scheda unità: titolo, contenuto, altri dati Alcune parti dell'inventario dovranno essere invece compilate e stampate in Word, e precisamente quelle relative alla parte generale: frontespizio, indice generale, sommario (deve essere esportato da Sesamo in Word per poter aggiungere gli estremi cronologici). Anche la pagina di avvertenze che introduce gli indici analitici deve essere compilata e stampata in Word. Nelle presenti norme si danno istruzioni per la formazione della parte generale dell'inventario (da stampare in Word) e per la compilazione delle schede soggetto produttore, fondo archivistico, struttura, unità, specificando le informazioni che vanno inserite nei singoli campi, nell'ordine in cui i campi medesimi compaiono in ogni scheda (i campi sono evidenziati in grassetto e in corpo maggiore rispetto al testo). Si danno inoltre indicazioni specifiche per particolari tipologie di unità archivistiche o documentarie (registri, buste e fascicoli, pergamene). Le indicazioni formulate, tuttavia, comprendono elementi essenziali per la descrizione archivistica ed elementi secondari. Quindi, secondo i risultati che si vogliono conseguire e secondo il tipo di archivio, si opterà per una descrizione più o meno analitica. Per gli archivi contemporanei (secoli XIX-XX) e per il postunitario degli archivi comunali, per esempio, sono considerate normalmente superflue informazioni relative alla consistenza delle unità archivistiche e al tipo di legatura per i registri. In via generale si segue il principio dell'inserimento delle informazioni al livello cui sono pertinenti, avendo cura di fornire al livello più elevato tutte le informazioni che sono comuni alle singole parti (Isad 2.1-2.4: descrizione dal generale al particolare, informazioni pertinenti al livello di descrizione, collegamento fra descrizioni, non ripetizione delle informazioni). Si possono eventualmente ripetere informazioni storiche, archivistiche, metodologiche anche ai livelli inferiori (nelle introduzioni alle serie per es.), se questo si ritenga utile alla comprensione della documentazione. Ci si può discostare dalle soluzioni prospettate, quando particolari situazioni richiedano un diverso modo di procedere o un ulteriore approfondimento nella descrizione delle unità. Eventuali differenti modalità di descrizione andranno concordate con il Servizio e, in ogni caso, i criteri adottati dovranno essere mantenuti coerentemente e giustificati nelle introduzioni. 5 L'inventario relativo ad un archivio di enti pubblici o privati, ecclesiastici, di famiglia o di persona comprende le seguenti parti: 1. Parte generale (Word) frontespizio indice generale sommario o prospetto della struttura dei fondi (con estremi cronologici di ogni ripartizione) 2. Descrizione del soggetto o soggetti produttori (scheda soggetto) albero istituzionale e delle correlazioni dei soggetti produttori (solo con Sesamo 2000); descrizione del soggetto con bibliografia e disposizioni normative 3. Descrizione del fondo o dei fondi (scheda fondo archivistico) descrizione del fondo con bibliografia e disposizioni normative, eventuali tavole di raffronto, tavola delle abbreviazioni, ecc. 4. Descrizione della struttura (scheda struttura) descrizione della struttura del fondo per livelli (sottofondo, serie, sottoserie, ecc.) con introduzioni alle singole partizioni 5. Descrizione dell'unità archivistica (scheda unità) descrizione della documentazione 6. Indici indici analitici relativi a tutti i soggetti e a tutti i fondi, preceduti dalle avvertenze per la consultazione; secondo opportunità si compileranno indici delle istituzioni, delle persone, dei toponimi, delle cose notevoli oppure un indice unico per alcune o tutte le tipologie elencate. 6 1. PARTE GENERALE Frontespizio (cfr. all. 1, 2, 3): fronte: - titolo dell'inventario (Inventario dell'archivio di ..., Inventario dell'archivio storico ..., ecc.) e indicazione dell'ente; in casi particolari, quando il fondo è il risultato dell'attività di soggetti produttori distinti, può essere necessario indicare, al posto dell'ente, l'ambito di competenza o la materia (es.: Inventario degli archivi delle Terme di Levico, Vetriolo, Roncegno, oppure Inventario degli archivi delle Foreste di Cavalese ecc.) - estremi cronologici (evidenziando lacune particolarmente consistenti) - curatore/curatori - editore - anno di edizione retro: note relative alla direzione tecnica e alle collaborazioni, alla data di redazione, all'attribuzione delle parti di competenza (nel caso di più curatori) o a contributi o revisioni di terzi con le date di redazione delle singole parti. Indice generale del volume (cfr. all. 4, 5): sintetico, non ripete il sommario. Sommario: prospetto illustrante la struttura del fondo o dei fondi con le loro partizioni (sottofondi, serie, ecc.) organizzate gerarchicamente; devono essere riportati gli estremi cronologici di ogni partizione. 7 2. DESCRIZIONE DEL SOGGETTO O DEI SOGGETTI PRODUTTORI In questa parte si danno tutte le informazioni di natura storico - istituzionale riguardanti il soggetto o i soggetti produttori dell'archivio, con eventuali cenni geografici o profilo biografico se il soggetto produttore corrisponde a famiglia o persona. Si riportano le disposizioni normative (leggi, decreti, circolari, ordinanze, ecc.) che hanno regolato la vita dell'ente nel corso della sua esistenza. In genere si trattano separatamente le informazioni relative a soggetti diversi (si compilano schede soggetto diverse), a meno che non si tratti di cambiamenti istituzionali all'interno dello stesso ente o del mutamento del superiore gerarchico. In fase di stampa dell'inventario, alla prima scheda soggetto si fa precedere l'albero istituzionale dei soggetti produttori (solo con Sesamo 2000): si tratta di un prospetto dei soggetti produttori descritti in inventario con l'indicazione, per ognuno, dei soggetti che precedono o seguono e dei rimandi ad altri soggetti gerarchicamente superiori o collegati; nell'albero istituzionale vengono stampate le informazioni inserite nei campi Correlazioni, Intestazione correlata, Inizio correlazione, Fine correlazione. La scheda soggetto si presenta diversa nelle due versioni del programma, pertanto si danno indicazioni separate per la compilazione della scheda soggetto con Sesamo 2000 (2.1), o con Sesamo (2.2). L'asterisco (*) segnala le informazioni che non compaiono nella stampa inventariale. 8 2.1 SESAMO 2000 Le norme per la compilazione sono tratte dal Manuale-guida per la descrizione dei soggetti produttori di archivi sulla base dello standard ISAAR (CPF), a cura del Sottogruppo di lavoro per la normalizzazione della descrizione archivistica e per l’informatizzazione degli archivi, coordinato dal Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T. In Sesamo 2000 c’è una quasi completa corrispondenza fra gli elementi dello standard ISAAR e i campi della scheda: Campi di ISAAR Corrispondenti campi di SESAMO Altri campi di SESAMO 2000 2000 1. AREA DI CONTROLLO DELLO STANDARD 1.1. Codice identificativo -Codice istituto responsabile -Codice nazione -Numero automatico 1.2. Tipo di record di autorità Tipo archivistico (ente persona famiglia) 1.3 Intestazione di autorità Nome (intestazione d’autorità) 1.4 Intestazione/i parallela/e Nome/i (intestazione/i parallela/e) 1.5 Termine non prescelto Nome/i (termine non prescelto) 1.6. Intestazione/i correlata/e 2. AREA INFORMAZIONI d’autorità -Correlazione -Intestazione correlata -Inizio correlazione -Fine correlazione DELLE 2.1 ENTE 2.1.1 Codice identificativo ufficiale Codice identificativo 2.1.2 Denominazioni Altre denominazioni 2.1.3 Data/e e luogo/ghi di esistenza Profilo storico istituzionale, opportunamente distinto 2.1.4 Sede di attività Sede/luoghi di residenza 2.1.5 Condizione giuridica -Profilo storico istituzionale Opportunamente distinto, discorsivo -Condizione giuridica (ente pubblico o privato) 2.1.6 Mandato, funzioni e ambito di Profilo storico istituzionale, attività opportunamente distinto 2.1.7 Struttura amministrativa 2.1.8 Relazioni con altri soggetti Profilo storico opportunamente distinto Profilo storico opportunamente distinto 9 istituzionale, istituzionale, Archivi prodotti Ambito di attività Qualificazione Toponimo o località Estremi cronologici 2.1.9 Altre significative informazioni Altre informazioni significative 2.2 PERSONA 2.2.1 (non utilizzato) 2.2.2 Nomi Altre denominazioni 2.2.3 Data/e e luogo/ghi di esistenza Profilo storico opportunamente distinto 2.2.4 Luogo/hi e/o aree geografiche Sede/luoghi di residenza di residenza 2.2.5 Nazionalità Nazionalità 2.2.6 Professione, ambito di attività Profilo storico opportunamente distinto istituzionale, istituzionale, 2.2.7 (non utilizzato) 2.2.8 Relazioni con altri soggetti 2.2.9 Altre significative Profilo storico istituzionale, opportunamente distinto informazioni Altre informazioni significative 2.3 FAMIGLIA 2.3.1 (non utilizzato) 2.3.2 Nomi Altre denominazioni 2.3.3 Data/e e luogo/ghi di esistenza Profilo storico opportunamente distinto Sede/luoghi di residenza Nazionalità istituzionale, Profilo storico opportunamente distinto 2.3.7 Albero genealogico Profilo storico opportunamente distinto 2.3.8 Relazioni con altre famiglie, Profilo storico persone o enti opportunamente distinto istituzionale, 2.3.4 Luoghi e/o aree geografiche 2.3.5 Nazionalità 2.3.6 Professione, ambito di attività 2.3.9 Altre significative istituzionale, istituzionale, informazioni Altre informazioni significative 3. AREA DELLE NOTE 3.1 Nota dell'archivista Bibliografia e fonti 3.2 Regole o convenzioni utilizzate Regole o convenzioni 3.3 Data Data Autore Data ultimo aggiornamento Autore ultimo aggiornamento 10 Nome (Intestazione d’autorità) Per l'accesso autorizzato si usa di regola un nome in lingua italiana, a meno che la denominazione ufficiale dell'ente non sia espressa in altra lingua. Per gli enti la forma prescelta deve essere comunque quella giuridica, seguita, dopo la virgola, dalla data di fondazione o di prima attestazione (quest'ultima fra parentesi quadre) e dalla data di estinzione (da trattino e nessuna data se l'ente esiste) o di ultima attestazione (quest'ultima fra parentesi quadre). Tali date vanno fornite per esteso (anno, mese e giorno), se la precisazione risulta significativa, altrimenti è sufficiente indicare gli anni (cfr. Estremi cronologici – Criteri di massima). Per quanto riguarda la forma del nome di un ente, si recepisce la norma RICA espressa al paragrafo 67.2: "Articoli iniziali, elementi iniziali o finali indicanti personalità giuridica, iniziali di prenomi, titoli di studio, professionali o onorifici, termini indicanti privilegio o appartenenza, che fanno parte del nome di un ente, si omettono, a meno che non siano per qualche ragione indispensabili". In ogni caso, la forma completa di tutti gli attributi verrà data in Nome/i (termine/i non prescelto/i). Per gli enti politico-territoriali, inoltre, la forma prescritta da RICA e utilizzata per gli authority file bibliografici, si inserirà in Nome/i (termine/i non prescelto/i). Considerato che è importante e talvolta necessario ai fini dell'identificazione dell'ente o comunque della resa del contesto istituzionale, indicare un suo superiore gerarchico, si è scelto di dare tale informazione nel campo Correlazioni con l'accesso autorizzato correlato di tipo "è organo/ufficio di...". Si ritiene utile esprimere sempre, se possibile, la relazione gerarchica. Nel caso in cui ci siano stati dei mutamenti nelle gerarchie istituzionali che non hanno comportato un cambiamento del soggetto subordinato, tale da giustificare per esso una cesura istituzionale, si indicano in successione cronologica i vari enti che sono stati sovraordinati all'ente descritto nel corso del tempo, come accessi correlati di tipo "è organo/ufficio di", qualificando temporalmente la correlazione. Dal momento che i casi più problematici e con le gerarchie più complesse sono rappresentati dagli enti periferici dello Stato o da enti dipendenti da altri enti territoriali o ecclesiastici si ritiene opportuno dare in proposito alcune indicazioni precise, allo scopo di evitare per questi scelte discrezionali: -nel caso di organi/enti/uffici periferici dello Stato il superiore gerarchico da indicare come accesso correlato di tipo "è organo/ufficio di" sarà sempre il Ministero; -nel caso di organi/enti/uffici dipendenti da una Regione o da una Provincia si indicheranno rispettivamente come accesso correlato di tipo "è organo/ufficio di" la Regione o la Provincia; -nel caso di organi/uffici dipendenti da una Diocesi si darà come accesso correlato di tipo "è organo/ufficio di" sempre la Diocesi. Negli altri casi si darà semplicemente il superiore gerarchico ritenuto più significativo ai fini identificativi, sulla base di considerazioni consapevoli. Del contesto istituzionale, incluse le eventuali variazioni con gli opportuni riferimenti cronologici, sarà dato conto in modo discorsivo nel campo Profilo istituzionale storico. Si riportano infine, in ordine di importanza, le fonti possibili da utilizzare come riferimento ufficiale per la corretta denominazione degli enti: -Legge istitutiva; -Attestazioni di riconoscimento giuridico; -Statuto dell'ente; -Registri delle imprese (per gli enti economici). -Denominazione ufficialmente adottata dall'ente (cfr. carta intestata). In ogni caso, può sempre proporsi, soprattutto per gli enti, il problema della discrezionalità di una scelta. L'accesso prescelto sulla base di considerazioni consapevoli andrà in questo campo, mentre la forma non prescelta troverà luogo in Nome/i (termine/i non prescelto/i). Si ritiene tuttavia utile indicare una regola precisa per il caso assai frequente in cui si verifica un cambio di denominazione giuridica dell'ente, pur non avendosi una cesura istituzionale: in tal caso si sceglierà per l'accesso l'ultima (in ordine cronologico) delle denominazioni giuridicamente attestate, dando conto dell'altra o delle altre in Nome/i (termine/i non prescelto/i) e descrivendo diffusamente in Altre denominazioni la storia dei cambi di denominazione. 11 Esempi: Comunità di Caldes, [1399 marzo 2]-1810 settembre 21; Comune di Caldes, 1810 settembre 21- 1817 dicembre 31; Comune di Caldes, 1818 gennaio 1- 1923 gennaio 12; Comune di Caldes, 1923 gennaio 13-; Capitanato Circolare di Trento, 1815-1849. [Con accesso correlato "è organo/ufficio di" Gubernium di Innsbruck, 18151849, cfr.1.6]; Reggenza Circolare di Trento, 1850-1854. [Con accesso correlato "è organo/ufficio di" Luogotenenza di Innsbruck, 18501918, cfr.1.6]; Sezione di Luogotenenza di Trento, 1868-1896. [Con accesso correlato "è organo/ufficio di" Luogotenenza di Innsbruck, 1850-1918, cfr.1.6]; Istituto di Filologia classica di XYZ, 1995- [Con accesso correlato "è organo/ufficio di" Università degli studi di XYZ, 1938-, cfr.1.6]. Si ritiene opportuno adottare per le persone le norme RICA (cfr. paragrafo 50.1, all. 6), aggiungendo dopo una virgola le date di nascita e morte, possibilmente per esteso (anno, mese, giorno). Esempio: Battisti, Cesare, 1875 febbraio 4-1916 luglio 12. Si è scelto di dare per le famiglie in successione il nome del casato (o il cognome se non nobili), il titolo con predicato nobiliare, quindi il toponimo (sede storica della famiglia), e gli estremi cronologici, intercalati da virgola. Questa convenzione è stata scelta, dal momento che nelle norme RICA non è contemplata la famiglia intestataria e le stesse norme riguardo al caso di persona nobile intestataria non risultano del tutto soddisfacenti (cfr. paragrafi 63.1 e 63.2). Si seguono tuttavia le norme RICA per i cognomi con prefisso: si dà quindi la prima posizione al prefisso per i nomi posteriori al XIX secolo, mentre per i nomi anteriori a quella data si adopera come parola d'ordine quella che segue il prefisso, (cfr. paragrafo 56.1, all. 6). Esempio: Thun, conti di Thun e Hohenstein, Vigo di Ton, [1199 luglio 17]-. Numero di scheda* Viene attribuito automaticamente dal programma, ma è anche modificabile manualmente. Dopo che è stato cambiato il numero, le schede vengono visualizzate coerentemente con l’ordine attribuito. Toponimo Si seleziona dal menu a tendina il nome del comune amministrativo in cui il soggetto descritto ha la sua sede; se ne ha più di una, si considera quella principale. Tipo Si seleziona dal menu a tendina ente, famiglia, persona. E' evidente che nella scelta della tipologia, la definizione "ente" viene intesa in senso allargato: infatti essa può essere riferita non solo a un ente vero e proprio, ma anche ad un'associazione, ad un sottoente, ad un organo o ad un ufficio di un ente (la condizione è che siano individuati come soggetti produttori di archivi). Esempi: Per Comune di Sfruz, periodo postunitario: Ente Per Cesare Battisti: Persona Per Famiglia Thun: Famiglia Estremi cronologici* Si inserisce per l’ente la data di fondazione o di prima attestazione (quest'ultima fra parentesi quadre) e la data di estinzione (da trattino e nessuna data se l'ente esiste) o di ultima attestazione (quest'ultima fra parentesi quadre). Per le persone si segnala la data di nascita e di morte e per le famiglie le date di prima attestazione e, eventualmente, di ultima attestazione. 12 Tali date vanno fornite per esteso (anno, mese e giorno), se la precisazione risulta significativa, altrimenti è sufficiente indicare gli anni. Criteri di massima per l’individuazione della data di inizio ed estinzione di un soggetto: 1) Data di inizio a) Non si guarda la data di istituzione con legge, ma l’ordine dell’autorità superiore di entrata in funzione dell’ente, se disponibile; prima di tutto va cercato questo provvedimento (es. la legge istitutiva di un comune o dell’archivio provinciale non rappresenta l’inizio dell’ente, che va individuato nel provvedimento di attivazione del medesimo). b) In assenza di un tale provvedimento si considera l’atto di nomina del primo organo dell’ente (es. nomina del direttore dell’archivio provinciale, nomina dei membri del comitato dell’E.C.A, indizione della prima assemblea generale di un consorzio per la nomina degli altri organi). c) Se un ente succede ad un altro, vedere anche quando si estingue quest’ultimo. d) Se non si trova la disposizione di entrata in funzione o di nomina degli organi dell’ente, si prende in considerazione la documentazione iniziale, assumendo come data di nascita dell’ente la prima attestazione di attività; occorre esaminare e confrontare le varie serie, con particolare riguardo alle più significative, secondo i casi. e) Se la documentazione è chiaramente incompleta e successiva all’inizio presunto dell’ente, si devono consultare gli archivi di enti che si presume siano stati in relazione. f) Se per qualche motivo non è possibile consultare altri archivi, si considera la data di leggi e norme istitutive. 2) Data di estinzione I criteri sono gli stessi esposti per la data di inizio. a) Non si guarda la legge che stabilisce la soppressione di un ente, ma la cessazione dell’attività; quindi va considerato un provvedimento in tal senso e, se esiste la documentazione finale, l’ultima attestazione di attività (es. se il provvedimento dispone il passaggio di competenze entro una certa data, ma dalla documentazione finale risulta che l’attività è stata chiusa prima di tale termine o molto dopo, si assume la data di effettiva cessazione dell’attività). b) Verificare anche la data di nascita dell’eventuale ente successore. c) Se mancano gli elementi suddetti (provvedimento di cessazione dell’attività, documentazione finale, data di inizio del soggetto successore) si devono consultare altri archivi. d) Se non è possibile consultare altri archivi e in mancanza di altri elementi si assume la data istituzionale (legge, decreto, ecc.). Potranno esistere casi dubbi; le scelte vanno comunque motivate; dall’esposizione si deve capire chiaramente perché è stata assunta una certa data come inizio del soggetto produttore. NB. Potranno esistere casi dubbi; le scelte vanno comunque motivate; dall’esposizione si deve capire chiaramente perché è stata assunta una certa data come inizio o come cessazione del soggetto produttore. Per i vari tipi di provvedimenti si prende in considerazione, secondo i casi, la data di entrata in vigore (es. leggi e decreti) o di esecutività (es. deliberazioni, determinazioni), non la data degli atti. Ambito di attività* Si selezionano dal menu a tendina uno o più termini atti a descrivere l’attività del soggetto. Esempi: per Comune: amministrazione, politica per Ente Comunale di Assistenza: assistenza/beneficenza per Consiglio scolastico locale: istruzione, amministrazione Qualificazione* Si selezionano dal menu a tendina uno o più termini atti a qualificare il soggetto. Per il momento si usa solo per le persone (nobile/non nobile). 13 Profilo istituzionale storico Si descrivono, opportunamente distinti, i seguenti elementi ISAAR: Date e luoghi di esistenza per enti Si ritiene opportuno esporre in quest'area le informazioni minime per contestualizzare l’ente descritto, e in particolare vanno indicate le date fondamentali e i limiti geografici nel caso di enti territoriali. Esempio: Per Comunità di Caldes: L'attestazione più antica del toponimo Caldes ("Caldesium") è di data 8 luglio 1235 (Codex Wangianus, a cura di R. Kink, 173): essa è riferita ad una “domus extra villam”. Nel documento datato 2 marzo 1399 regestato in forma di transunto dal Ciccolini nel 1936 e non più reperibile si trova la più antica attestazione dell’esistenza di una Comunità di Caldes: alcuni uomini di Caldes nominano dei procuratori della loro “comunitas et universitas” in una controversia con alcune comunità confinanti (Archivio comunale di Caldes, “Carteggio ed atti degli affari comunali”, n. 31). L’ultima attestazione del periodo comunitario si può far risalire al 21 settembre 1810: in data 22 dicembre 1810 viene infatti chiuso il conto delle spese sostenute dai regolani fino a quella data (Archivio comunale di Caldes, “Registro di amministrazione della comunità”, n. 62). La Comunità di Caldes comprendeva probabilmente un territorio simile a quello dell'attuale comune di Caldes: dai più antichi documenti, tra le Comunità confinanti risultano Bozzana-Bordiana, S. Giacomo con Cassana e Tozzaga, Samoclevo, Bolentina, Malè, Terzolas, Cavizzana, Cles, Tuenno e Tassullo. per persone Si ritiene opportuno esporre in quest'area solo la data cronica e topica di nascita e morte. Esempio: Per Cesare Battisti: Nato a Trento il 4 febbraio 1875, morto a Trento il 12 luglio 1916 per famiglie Si ritiene opportuno esporre in quest'area le date cronica e topica di prima attestazione e, eventualmente, di ultima attestazione della famiglia e definire la sua sede storica. Esempio: Per Famiglia Thun: La prima attestazione della famiglia Thun risale alla fine del secolo XII (il documento datato 17 luglio 1199, stilato a Mezzocorona, cita "Albertinus" e "Manfredinus de Tono")…. La sede storica del ceppo principale della famiglia è Castel Thun presso Vigo di Ton (Ton). La famiglia è tuttora esistente anche se il castello anaune, ora di proprietà provinciale, non è più la sua sede Stato giuridico (solo per enti) Oltre alla definizione "ente pubblico" o "ente privato" (si preferisce evitare l'ambiguo "semipubblico"), da indicare se possibile, si ritiene opportuno dare qualche altra informazione riguardo ai fondamentali strumenti legislativi di riferimento. Si tenga presente che le parrocchie sono da considerare enti privati. Esempio: Per Comunità di Caldes: Ente di diritto pubblico. In territorio trentino ogni singolo villaggio si regolamentava con regole interne proprie, anche se simili le une alle altre, raccolte in "carte di regola" dette anche "statuti comunali", "ordinamenti", "regolamenti", "instrumenti", "capitoli", "poste". E' opinione comune che le Carte di regola derivino da più antiche consuetudini che disciplinano le comunità solo su base orale. La Carta di regola è quindi uno strumento scritto di contenuto normativo che regola….. Essa viene redatta… e quindi è presentata al principe vescovo di Trento che, sentito anche il parere dell'Ufficio massariale, provvede alla sua approvazione…. Attualmente sono disponibili quattro esemplari di Carte di regola di Caldes:… Mandato, funzioni, ambito di attività (per enti) Va fatta un'esposizione discorsiva delle competenze generali dell'ente, sottolineando l'evoluzione delle funzioni lungo l'arco di attività, con opportuni riferimenti cronologici e legislativi. 14 Esempio: Per Comunità di Caldes: Le competenze definite nella Carta di regola si adeguano a quelle di molte comunità trentine, prevedendo il controllo del bestiame, la manutenzione e sistemazione dei recinti di proprietà private, delle malghe, dei gaggi, il taglio degli alberi, la gestione dell’acqua, la manutenzione delle cucine, le prevenzione degli incendi. Si disciplinava in modo molto specifico tutta la gestione delle risorse e delle cariche…. Professione, ambito di attività (per persone) Bisogna fare una descrizione accurata delle attività della persona e dei risultati conseguiti, con opportuni riferimenti cronologici. Esempio: Per Cesare Battisti: Si iscrive all'università.....e si laurea .... Già dal 1893 inizia il suo impegno politico fondando assieme a ... la "Società studenti trentini"... A Firenze dal 1895 entra in contatto con il socialismo e con un gruppo di giovani fra cui... Geografo, allievo del Malfatti e del Marinelli, viene premiato per la sua tesi di geografia del Trentino... e accetta l'incarico dell'Ufficio "Guide e monografie militari sul terreno" dello Stato Maggiore italiano ... Importante anche l'attività giornalistica: nel 1895-96 fonda i settimanali... Fu eletto consigliere comunale di Trento..., deputato al Parlamento di Vienna..., poi alla Dieta provinciale di Innsbruck... Diventato molto attivo nella propaganda interventista... fu soldato volontario... nominato sottotenente... e tenente... Fu catturato dagli austriaci... condannato a morte per alto tradimento... Professione, ambito di attività (per famiglie) Si riporta una descrizione accurata delle attività della famiglia. Si deve dare anche un profilo dei personaggi principali della famiglia e delle relative occupazioni, fornendone i riferimenti cronologici. Ne risulterà una descrizione storica assai approfondita. Esempio: Nel XIII secolo i Thun, documentati come vassalli dei conti di Flavon e degli Appiano, non avevano ancora grandi possedimenti; la loro straordinaria ascesa economica iniziò infatti nel secolo successivo, sullo sfondo di un Principato e in particolare di una valle, logorati dalle lotte fra principe vescovo e conte del Tirolo… Struttura amministrativa per enti Si devono fornire, preferibilmente in forma schematica, notizie sull'organizzazione dell'ente, anche riguardo alla sua articolazione in uffici/sedi periferiche, fornendo un vero e proprio organigramma e specificando le competenze dei singoli organi. E' importante spiegare la composizione interna dell'ente indicando il numero di membri, il tipo di maggioranza richiesta per le decisioni, le modalità di elezione. Si dà conto di eventuali variazioni nel corso del tempo. Esempio: Per Comunità di Sfruz: Organi dell'amministrazione locale erano la Regola e gli ufficiali comunitari, fra i quali i più importanti erano i regolani minori, che sovrintendevano all’amministrazione della comunità. Essi venivano nominati… (Descrivere al dettaglio gli ufficiali comunitari, le modalità di elezione, le funzioni ecc.) per persone non utilizzato per famiglie (albero genealogico) Se è importante per la comprensione della storia della famiglia si propone di allegare alla scheda l'albero genealogico che, in assenza di un programma informatico adeguato, in questa fase potrà essere compilato manualmente (si adotta la convenzione di indicare N. per nato, M. per morto, e solo l'indicazione cronica fra quadre per la prima e per l'ultima attestazione), oppure di fornire l'informazione per un eventuale reperimento dello stesso (indicazione bibliografica). In caso di famiglie nobili si descriverà lo stemma. 15 Esempio: Per Famiglia Thun: Gli alberi genealogici relativi a tutte le linee Thun sono pubblicati in THUN-HOHENSTEIN J., Beiträge zu unserer Familiengeschichte, Tetschen, 1925. Gli alberi genealogici relativi alla famiglia Thun di Castel Thun, realizzati da M. Faes su incarico del Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T,, sono disponibili presso l'Archivio provinciale di Trento. Relazioni con altri soggetti per enti Si ritiene opportuno esporre in quest'area il contesto istituzionale, cioè i rapporti di dipendenza gerarchica, piuttosto che la generica relazione con altri enti anche se quest'interpretazione non è esplicitamente suggerita dalla norma. Esempio: Per Comunità di Caldes: Le Valli di Non e di Sole appartenevano al Principato Vescovile di Trento; dal secolo XII ebbero un loro proprio governatore o amministratore, detto… I Conti di Tirolo, procuratori del Principe Vescovo di Trento, esercitavano sul territorio poteri militari e fiscali… Dall’anno 1302 all’anno 1320 sono attivi i “domini de Caldesio” (Archivio di Stato di Trento, Archivio del Principato Vescovile di Trento, “Sezione Latina”, capsa 57, n. 64, 9 maggio 1319; capsa 83, n.112, 3 giugno 1320); l’attività dei signori di Caldesio è documentata nell’archivio di famiglia per il periodo 1335- 1417 (vedi A. Casetti, Guida, p. 122-124)… Il regolano maggiore della Comunità… La soggezione ecclesiastica della comunità è alla Diocesi di Trento e alla Pieve di Malè quest’ultima già attestata nell’anno 1178 (E. Curzel, Le pievi trentine..., p. 182). per persone E’ opportuno segnalare e descrivere (se l'informazione non emerge dai dati forniti in Professione, ambito di attività) solo le relazioni particolarmente significative, incluse le relazioni familiari. Esempio: Per Cesare Battisti: Figlio di..., sposato con..., padre di... Con Augusto Avancini... Con Gaetano Salvemini... Con Giovanni Battista Trener... Con Italo Scotoni... Con Antonio Piscel… per famiglie Si ritiene opportuno segnalare solo le relazioni particolarmente significative, incluse quelle riguardanti le varie linee della stessa famiglia. Esempio: Per Famiglia Thun: Strette relazioni esistettero con tutte le linee Thun sorte dopo la grande divisione Thunniana:... La famiglia Filippini di Ton è costantemente in rapporto conflittuale con la famiglia Thun perché... Note Mancando un campo specifico, si propone di inserire a questo punto eventuali note al testo del campo. Si inseriscono le consuete note in uso nelle pubblicazioni: riferimenti bibliografici e normativi, spiegazioni e individuazioni di fatti o persone, ecc.; le note vanno richiamate nel testo ponendo il numero relativo tra parentesi tonde. Bibliografia e fonti Il campo viene articolato in tre parti: 1) fonti archivistiche edite e inedite, 2) disposizioni normative, 3) bibliografia (secondo il seguente modello: A. CASETTI, "Guida storico-archivistica del Trentino", Trento, 1961). Se possibile si stende una bibliografia specifica per ogni soggetto produttore; si indicano le fonti e la bibliografia effettivamente consultate e specifiche per la descrizione del soggetto in esame. In alternativa si può dare la bibliografia generale nella scheda del soggetto principale facendo i rimandi 16 nelle schede degli altri soggetti. Nel caso siano disponibili elenchi di disposizioni normative già predisposti (ad es.: per gli archivi comunali) si possono riportare integralmente. NB.: bibliografia, fonti e disposizioni normative relative ai fondi vanno nelle schede fondo archivistico; bibliografia, fonti e disposizioni normative relative a sottofondi, serie, unità, ecc. vanno nelle relative schede e possibilmente riassunte nella scheda del fondo cui appartengono. Altre Informazioni* Si ritiene utile segnalare in questo campo in modo esplicito le informazioni riguardanti la sede di conservazione degli archivi prodotti dal soggetto e gli eventuali interventi di ordinamento eseguiti sugli stessi. Esempio: L'archivio della famiglia ... è conservato presso .... L'ultimo intervento di ordinamento a cura di..., su incarico di... ha prodotto "L'inventario...", con il programma ..., disponibile presso... Link a scheda fondo archivistico (Pagina archivi)* Va effettuato il collegamento agli archivi prodotti dal soggetto, a livello di scheda fondo. Si crea il legame a livello di struttura solo se il soggetto ha prodotto esclusivamente una parte specifica di documenti, pertinenti a una partizione strutturale e non a una scheda fondo. Correlazioni* Si seleziona dal menu a tendina una delle seguenti correlazioni: - Soggetto che ha per organo o per ufficio istituzionale il soggetto descritto. Tipo di correlazione "E' organo/ufficio di..." (unica correlazione stampabile). Esempio: inserire il nome del Ministero da cui dipende un ufficio statale di cui si fa la scheda. Questa relazione va distinta rispetto alle altre, perché spesso è necessaria per identificare l'ente di cui si costruisce l'intestazione d’autorità. La relazione si dà sempre, se possibile, indicando l'ente sovraordinato del livello gerarchico scelto in base a considerazioni motivate (cfr. indicazioni date in Nome (Intestazione d’autorità)). Nel caso in cui nel corso del tempo si siano succeduti più enti sovraordinati del livello prescelto, se ne darà la successione in ordine cronologico, qualificando temporalmente detta correlazione. Esempio: Archivio di Stato di Trento, 1919è organo/ufficio di (1919-1975) Ministero dell’Interno, 1861è organo/ufficio di (1975-1998) Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, 1975-1998 è organo/ufficio di (1998-) Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 1998- - Organi istituzionali (di cui motivatamente si sceglie di fare la scheda ISAAR!) relativi a un soggetto nella scheda dello stesso soggetto descritto: Tipo di correlazione "Ha per organo /ufficio ". La relazione gerarchica dell'organo con il suo ente dev'essere diretta. Esempio: inserire le intestazioni di Giunta comunale e di Consiglio comunale nella scheda del relativo Comune. - Soggetti immediatamente precedenti al soggetto descritto nelle competenze: Tipo di correlazione "Succede a ". Esempio: inserire l'intestazione della Comunità nella scheda del Comune napoleonico. - Soggetti immediatamente succeduti al soggetto descritto nelle competenze: Tipo di correlazione "Precede". Esempio: inserire l'intestazione del Comune napoleonico nella scheda della Comunità. - Soggetti che sono gestiti dal soggetto descritto: Tipo di correlazione "Gestisce". Esempio: inserire l'intestazione dell'ospedale che un ente gestisce nella scheda dell'ente. 17 - Soggetti che gestiscono il soggetto descritto: Tipo di correlazione "E' gestito da". Esempio: inserire l'intestazione dell'ente gestore di un ospedale nella scheda dello stesso ospedale. - Soggetti esercitanti competenze demandate dal soggetto descritto: Tipo di correlazione "Demanda le competenze a ". Esempio: inserire l'intestazione della commissione cui è demandata una funzione da un ente nella scheda dell'ente stesso. - Soggetti che hanno demandato le funzioni al soggetto descritto: Tipo di correlazione "Riceve le competenze da ". Esempio: inserire l'intestazione dell'ente demandante nella scheda della commissione a cui si demanda. - Soggetti assorbiti dal soggetto descritto con passaggio di competenze: Tipo di correlazione "Assorbe ". Esempio: inserire l'intestazione di un Comune soppresso nella scheda del Comune che lo assorbe. - Soggetti a cui viene unito il soggetto descritto con passaggio di competenze: Tipo di correlazione "E'assorbito da " Esempio: inserire l'intestazione di un ente che assorbe un ente soppresso nella scheda dello stesso ente soppresso. - Soggetti dalla cui fusione deriva il soggetto descritto: Tipo di correlazione "Derivato dall'unione di ". Esempio: inserire le intestazioni degli enti dalla cui fusione è derivato l'ente descritto nella scheda dell'ente descritto. - Soggetto che deriva dalla fusione del soggetto descritto con altri soggetti: Tipo di correlazione "Si fonde in ". Esempio: inserire nella scheda di un Comune che fondendosi a un altro Comune dà vita a un nuovo Comune, l'intestazione del nuovo Comune. - Soggetto da cui si origina, separandosi, il soggetto descritto “Si separa da”. Esempio: inserire nella scheda di un Comune nuovo nato separandosi da un altro Comune il nome di quest’ultimo. A queste relazioni strutturali, che rientrano nel vero e proprio albero istituzionale di un soggetto, vanno aggiunti i seguenti altri tipi di rapporti, meno forti, ma comunque significativi: - Soggetti alla cui gestione partecipa il soggetto descritto: Tipo di correlazione "Concorre alla gestione di" Esempio: nella scheda di un Comune si inserisce l'intestazione dell'E.C.A. che lo stesso Comune cogestisce. - Soggetti che partecipano alla gestione del soggetto descritto: Tipo di correlazione "Alla cui gestione concorre". Esempio: nella scheda di un E.C.A si inserisce l'intestazione del Comune che partecipa alla sua gestione - Soggetto/i presso il/i quale/i il soggetto descritto riveste un ruolo rilevante Tipo di correlazione "Vedi anche". Raccomandando di essere quanto più possibile precisi nella scelta del tipo di relazione, si specifica che la correlazione di tipo "vedi anche", essendo generica, potrà essere usata per i casi non rientranti nel sopraddetto elenco. 18 Esempi: -La famiglia Thun, rappresenta un caso particolarmente complesso: essa è unica dal XII al XVI secolo, e poi si suddivide in varie linee. Si farà una scheda per la famiglia Thun dalle origini, specificando in questa stessa scheda che nel 1596 la famiglia si suddivide e facendo quindi una scheda per ogni linea che sorge a quella data e posteriormente. Nella stessa scheda della famiglia Thun dalle origini si descriverà anche la linea Thun di Castel Thun, che anche dopo il 1596 costituisce il ramo principale della famiglia. Il ramo principale della famiglia sarà rapportato alle altre linee con un "Vedi anche ". (N.B. Negli esempi fatti nel presente documento introdotti dalla dicitura "Per Famiglia Thun" ci si riferisce alla scheda del ramo principale la cui intestazione d’autorità è Thun, conti di Thun e Hohenstein, Vigo di Ton, [1199 luglio 17]-). -La scheda ISAAR Battisti, Cesare, 1875 febbraio 4-1916 luglio 12, invece, presenta vari accessi correlati di tipo "Vedi anche", rappresentati dalle riviste di cui il soggetto fu fondatore o direttore o collaboratore e da persone con cui fu in stretto rapporto di collaborazione per motivi culturali e/o politici. Intestazione correlata* Si seleziona tra le schede soggetto presenti nell’archivio (menu a tendina). Naturalmente se si vuole creare un legame con un ente non presente nell’inventario con sua propria documentazione e perciò non descritto, si dovrà necessariamente creare una scheda vuota, fornita solo dell’intestazione. Si suggerisce di adottare questa soluzione solo nel caso di enti gerarchicamente superiori, rispetto ai quali il soggetto descritto è un ufficio/organo. Inizio correlazione - fine correlazione* Si inseriscono le date di inizio e fine correlazione. Esempi: Ufficio forestale ripartimentale di Trento, 1920 settembre 26-1927 gennaio 27 - è organo/ufficio di (26.09.1920-06.09.1923): Ministero dell'agricoltura, 1916 giugno 22-1923 settembre 6 - è organo/ufficio di (06.09.1923-27.01.1927): Ministero dell'economia nazionale, 1923 settembre 6-1929 settembre 12 - assorbe (01.07.1924-27.01.1927): Ufficio sistemazione torrenti di Trento, 1920 settembre 26-1924 luglio Nome/i (intestazione/i parallela/e)* Nei paesi in cui ci sia più di una lingua nazionale, si ritiene opportuno considerare tutte le forme in lingua/e moderna/e del nome del soggetto, in forma normalizzata. Non si tiene in considerazione la forma latina dal momento che il latino è una lingua morta e una lingua scritta. Esempio: Per Famiglia Thun: Thunn, Grafen von Thunn und Hohenstein, Vigo di Ton, [1199 luglio 17]- Nome/i (termine/i non prescelto/i)* Si ritiene utile dar conto in questo campo delle varianti con cui il soggetto è probabilmente ricercato, in modo schematico. Sono compresi gli pseudonimi della persona, le principali varianti del toponimo nel caso di enti territoriali, e, in generale, le forme diverse dello stesso nome. Si includono le varianti in lingue diverse dall'italiano, comprese volgare e latino. Sono escluse tuttavia le varianti giudicate assolutamente secondarie e le pure varianti grafiche da darsi solo in Altre denominazioni. Si specifica, in particolare, che per gli enti politico-territoriali si mette la forma prescritta da RICA, espressa al paragrafo 72.3 "Al nome del territorio o alla denominazione tradizionale dell'ente territoriale si aggiunge tra parentesi una appropriata qualificazione", precisando tuttavia di indicare sempre la qualificazione, non solo nei casi in cui occorra per chiarire la qualità dell'ente o distinguerlo da altri portanti lo stesso nome. Qualora si abbia un cambio di denominazione giuridica dell'ente, pur non avendosi una cesura istituzionale, si sceglierà per il campo Nome (intestazione d’autorità) l'ultima (in ordine cronologico) delle denominazioni giuridicamente attestate, dando conto dell'altra o delle altre in questo campo. In questo campo è inoltre utile mettere la forma del nome di un ente completa di tutti gli attributi ossia "articoli iniziali, elementi iniziali o finali indicanti personalità giuridica, iniziali di prenomi, titoli di studio, professionali o onorifici, termini indicanti privilegio o appartenenza, che fanno parte della stessa denominazione" (cfr. Nome (intestazione d’autorità)). 19 Esempi: Per Comunità di Sfruz: Sfruz (Comunità); "Frutz"; "Fruzum"; "Frutzum"; "Fruzium"; "Fruzzum"; "Sfruzium"; "Sfruzum"; "Sefrutium". Per Cesare Battisti: Alpinus; Enne; il Cronista; lo Spigolatore; cb; C.B. Per Famiglia Thun: Thunn; von Thunn; de Tono; de Castro Tono; de Castro Belvesino; de Castro Novesino; de Castro Visione. Altre denominazioni* per enti Va fatta un'esposizione discorsiva di termini inseriti in Nome/i (termine non prescelto) e di eventuali altri del tutto secondari (varianti grafiche ad esempio), indicando, se possibile, i periodi o le occasioni d'uso. Esempio: Per Comunità di Sfruz: Nei documenti anteriori al XVIII secolo la comunità è designata frequentemente con il termine "universitas" e le varianti toponomastiche ricorrenti nei documenti in latino e in volgare sono: "Frutz", "Fruzum", "Frutzum", "Fruzium", "Fruzzum", "Sfruzium", "Sfruzum", "Sefrutium". per persone Va fatta un'esposizione discorsiva, di termini inseriti in Nome/i (termine non prescelto) e di eventuali altri del tutto secondari (varianti grafiche ad esempio), indicando, se possibile, i periodi o le occasioni d'uso. Si escludono le qualifiche (da darsi in Profilo istituzionale storico - Professione, ambito di attività). Esempio: Per Cesare Battisti: Si firmava con i seguenti pseudonimi: Alpinus (in "Vita Trentina"), Enne (in "Il Popolo"), il Cronista (in "Vita Trentina"), lo Spigolatore, cb (in "Vita Trentina"), C.B. (in "Il Popolo", "Tridentum per famiglie Va fatta un'esposizione discorsiva, di termini inseriti in Nome/i (termine non prescelto) e di eventuali altri del tutto secondari (varianti grafiche ad esempio), indicando, se possibile, i periodi o le occasioni d'uso. Si includono i titoli nobiliari. Esempio: Per Famiglia Thun: Nei documenti in lingua latina i "domini" Thun sono denominati "de Tono", "de Castro Tono", "de Thono", "de Tonno", de "Thonno". In documenti anteriori al '400 ricorre anche il predicato "de Castro Belvesino" o "de Castro Novesino" e "de Castro Visione". Nei documenti in lingua tedesca si trova invece il cognome "Thunn" o "von Thunn". Baroni Thun dal 1604; Conti Thun dal 1629. Codice istituto responsabile* Si deve inserire un codice che identifichi l'istituto responsabile della creazione del documento d'autorità, cioè l'agenzia che ne cura la produzione. Si individuano in via provvisoria i seguenti codici: -ACAR=ARCHIVIO COMUNALE DI ARCO -ACRO=ARCHIVIO COMUNALE DI ROVERETO -ACRV=ARCHIVIO COMUNALE DI RIVA DEL GARDA -ACTN=ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI TRENTO -ADTN=ARCHIVIO DIOCESANO TRIDENTINO -APTN=ARCHIVIO PROVINCIALE DI TRENTO -ASTN=ARCHIVIO DI STATO DI TRENTO -MART=MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO -MSTN=MUSEO STORICO IN TRENTO-ONLUS -SATN=SOVRINTENDENZA ARCHIVISTICA DEL TRENTINO ALTO-ADIGE -SBLA=SERVIZIO BENI LIBRARI E ARCHIVISTICI DELLA P.A.T. 20 Codice nazione* Si inserisce il codice ITA, previsto dallo standard internazionale ISO 3166 per l’Italia. Codice identificativo (solo per gli enti)* In assenza di un riferimento numerico ufficiale che valga per tutti gli enti, considerando che per gli enti storici non è possibile identificare un codice di riferimento, in via provvisoria si indica la seguente regola: per gli enti moderni, se possibile, si dà il codice fiscale; in particolare, per gli enti territoriali si indica in successione anche il codice ISTAT, mentre per gli enti economici si fornisce anche il numero di partita IVA. Si deve qualificare per esteso la natura del codice usato. Esempio: Per Comune di Caldes, periodo postunitario: Codice fiscale n. 83005150228 ISTAT n. 022033 Nazionalità* per persone E’ opportuno compilare il campo soltanto per i contemporanei (post Stato moderno). Per il Trentino post 1815. Esempio: Per Cesare Battisti: Cittadino austriaco (di lingua italiana). per famiglie La compilazione del campo, per la famiglia può essere impossibile o comunque molto difficoltosa e poco significativa: non ha senso inoltre dare un dato relativo solo all'età contemporanea per famiglie storiche. Si indica pertanto di compilare se possibile. Esempio: Un caso come la famiglia Thun rende chiare le difficoltà di descrizione viste le varie nazionalità e i frequenti cambi di cittadinanza dei membri. Condizione giuridica* Si inserisce la definizione "ente pubblico" o "ente privato" (si preferisce evitare l'ambiguo "semipubblico"). In questo campo ci si limita a dare la definizione sintetica, le informazioni complete vengono date in forma discorsiva in Profilo istituzionale storico - Stato giuridico. Sede/luoghi di residenza* per enti Inserire via e indirizzo. Se la sede è stata cambiata nel tempo si dovrebbe dar conto dei vari indirizzi e delle relative date. Il dato si indicherà sistematicamente per gli enti esistenti (sede attuale), se possibile per gli estinti. Esempio: Per Comune di Sfruz, periodo postunitario: Sfruz, piazza Degasperi, 16. per persone Si danno i principali luoghi di permanenza della persona con i limiti cronologici relativi. 21 Esempio: Per Cesare Battisti: Studi liceali a Trento terminati nel luglio 1893. Nel 1893-94 iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Vienna, poi alla Facoltà di Giurisprudenza della Università di Graz e all'Istituto di Studi superiori di Firenze. Nel 1899 rientra a Trento. Nel 1911 è eletto deputato al Parlamento di Vienna e il 4 maggio 1914 è eletto deputato alla Dieta di Innsbruck. Nell'agosto del 1914 si trasferisce a Milano. per famiglie In quest'area è opportuno dare le sedi di residenza della famiglia con i limiti cronologici relativi e l'estensione dei suoi possedimenti. Esempio: Per Famiglia Thun: Fino al 1596, anno della grande divisione Thunniana, la famiglia, i cui capostipiti risiedettero a Castel Thun ma i cui membri abitarono anche gli castelli di proprietà della famiglia (Castel Visione, Castel Bragher, Castel Caldes), tenne unito l'ingente patrimonio, progressivamente accumulato…, che si estendeva principalmente nelle Valli di Non e di Sole: solo da questa data si delinearono infatti le 3 linee: linea Thun di Castel Thun, linea Thun di Castel Caldes, linea Thun di Castel Bragher-Castelfondo. Al capostipite della prima (Thun di Castel Thun), Luca, spettarono i possedimenti nella bassa Valle di Non… Nel 1926 il ramo principale della famiglia lasciò Castel Thun e gli eredi si trasferirono in Austria e in Alto Adige. Regole o convenzioni* Si inserisce la frase standard "La scheda ISAAR è stata realizzata seguendo le regole formulate dal gruppo di lavoro degli archivisti trentini per la normalizzazione della descrizione archivistica, coordinato dal Servizio Beni Librari e Archivistici della P.A.T, raccolte nel Manuale-guida per la descrizione dei soggetti produttori di archivi sulla base dello standard ISAAR (CPF), 26 ottobre 1999". Data creazione accesso* Indicare la data di creazione del documento. Esempio: Scheda compilata in data Autore* Indicare il nome dell'autore del documento. Esempio: Scheda compilata da..., Data ultimo aggiornamento* Indicare la data dell'ultima revisione del documento. Esempio: Scheda aggiornata in data... Autore ultimo aggiornamento* Indicare il nome dell’autore dell'ultimo aggiornamento del documento. Esempio: Scheda aggiornata da..., 22 2.2 SESAMO In Sesamo la scheda è semplificata. Si seguano comunque, per quanto possibile, le indicazioni date per la compilazione della scheda in Sesamo 2000. Nome Va inserito il nome del soggetto nella forma corrispondente all’intestazione d’autorità (cfr. quanto detto per il campo di Sesamo 2000 Nome (intestazione d’autorità)), senza aggiungere però le date di esistenza. Toponimo o località Si indica il toponimo in cui ha sede il soggetto (se non coincide con il Comune amministrativo attuale, inserire quest’ultimo dato fra parentesi). Tipo Si ignorano le opzioni del programma; si indica, invece, il tipo di soggetto: ente, famiglia, persona. E' evidente che nella scelta della tipologia, la definizione "ente" viene intesa in senso allargato: infatti essa può essere riferita non solo a un ente vero e proprio, ma anche ad un'associazione, ad un sottoente, ad un organo o ad un ufficio di un ente (la condizione è che siano individuati come soggetti produttori di archivi). Estremi cronologici Si inserisce per l’ente la data di fondazione o di prima attestazione (quest'ultima fra parentesi quadre) e la data di estinzione (da trattino e nessuna data se l'ente esiste) o di ultima attestazione (quest'ultima fra parentesi quadre). Per le persone si segnala la data di nascita e di morte e per le famiglie le date di prima attestazione e, eventualmente, di ultima attestazione. Tali date vanno fornite per esteso (anno, mese e giorno), se la precisazione risulta significativa, altrimenti è sufficiente indicare gli anni. (cfr. i criteri di massima indicati per Sesamo 2000) Profilo istituzionale Va inserita la storia istituzionale del soggetto. E' opportuno distinguere le informazioni relative ai diversi elementi ISAAR facendole precedere dai relativi titoli (cfr. quanto detto per il campo Profilo istituzionale storico di Sesamo 2000): per gli enti Date e luoghi di esistenza Stato giuridico Mandato, funzioni e ambito di attività; Struttura amministrativa Relazioni con altri soggetti per le persone Data/e e luogo/ghi di esistenza Professione, ambito di attività Relazioni con altri soggetti per le famiglie Data/e e luogo/ghi di esistenza Professione, ambito di attività Albero genealogico Relazioni con altre famiglie, persone o enti 23 Altre denominazioni* Vanno inserite le intestazioni parallele e quelle non prescelte (cfr. quanto detto per i campi Nome/i (intestazione/i parallela/e) e Nome/i (termine/i non prescelto/i) di Sesamo 2000). Bibliografia Il campo viene articolato in tre parti: 1) fonti archivistiche edite e inedite, 2) disposizioni normative, 3) bibliografia (secondo il seguente modello: A. CASETTI, "Guida storico-archivistica del Trentino", Trento, 1961). Se possibile si stende una bibliografia specifica per ogni soggetto produttore; si indicano le fonti e la bibliografia effettivamente consultate e specifiche per la descrizione del soggetto in esame. In alternativa si può dare la bibliografia generale nella scheda del soggetto principale facendo i rimandi nelle schede degli altri soggetti. Nel caso siano disponibili elenchi di disposizioni normative già predisposti (ad es.: per gli archivi comunali) si possono riportare integralmente. NB.: bibliografia, fonti e disposizioni normative relative ai fondi vanno nelle schede fondo archivistico; bibliografia, fonti e disposizioni normative relative a sottofondi, serie, unità, ecc. vanno nelle relative schede e possibilmente riassunte nella scheda del fondo cui appartengono. Note Il campo viene utilizzato per le consuete note in uso nelle pubblicazioni: riferimenti bibliografici e normativi, spiegazioni e individuazioni di fatti o persone, ecc.; le note vanno richiamate nei campi corrispondenti ponendo il numero relativo tra parentesi tonde. Pagina archivi* Va effettuato il collegamento agli archivi prodotti dal soggetto, a livello di scheda fondo. Si crea il legame a livello di struttura solo se il soggetto ha prodotto esclusivamente una parte specifica di documenti, pertinenti a una partizione strutturale e non a una scheda fondo. 24 3. DESCRIZIONE DEL FONDO O DEI FONDI Lo schema delle informazioni da dare a questo livello va ripetuto in tutte le schede fondo, anche quelle degli archivi aggregati. Se il fondo aggregato da descrivere è troppo piccolo, o non presenta situazioni particolari, le informazioni ripetitive, quali le condizioni di accesso e di utilizzazione, la bibliografia con le disposizioni normative o la tavola delle abbreviazioni e in alcuni casi i criteri di ordinamento e di inventariazione, possono essere date una volta per tutte nella scheda del fondo principale o del fondo dell'ente conservatore. Nelle altre schede fondo si faranno comunque le note di rimando alla scheda in cui si trova l'informazione completa. L'asterisco (*) segnala le informazioni che non compaiono nella stampa inventariale. Numero identificativo* Compare il numero in campo apposito, ma rimane a livello informatico e non risulta in stampa: pertanto nell'inventario i fondi non ricevono un numero identificativo, cioè un numero che indichi la posizione che il fondo assume nel complesso documentario esaminato o nell’ambito dello stesso ente o istituto conservatore (per esempio la posizione di un fondo aggregato all’archivio di un comune). Si può ovviare aggiungendo questo numero nel campo titolo, facendolo seguire alla denominazione (in caso contrario è necessario riportare sull’etichetta da apporre alle unità fisiche una sigla che individui il fondo) es.: 1. Archivio di… Titolo Si indica la denominazione del fondo (Isad 3.1.2) con la formula Archivio di ...(nome dell'ente, persona, famiglia, completo di indicazione della località); si sceglie la denominazione più recente nel caso in cui l'ente abbia cambiato denominazione nel corso della sua esistenza o nel caso in cui il fondo sia il risultato dell'attività di enti diversi succedutisi nelle competenze; in presenza di un nucleo di carte molto incompleto e frammentario riferibile ad un soggetto produttore si può usare, invece del termine archivio, la voce Documentazione. Estremi cronologici dei documenti Data iniziale e finale indicate con il solo anno; eventuali lacune rilevanti si segnalano separando le date con un punto e virgola; eventuali antecedenti, allegati, seguiti si indicano con le formule generiche "con documenti dal ...", "con documenti fino al ...", "con documenti dal ... e fino al ...". Estremi cronologici di organizzazione Il campo non si compila. Descrizione fonte Comprende una parte dedicata alle informazioni sull'archivio ed una parte riservata all'esposizione dei criteri adottati nel lavoro, quindi informazioni sulle condizioni di accesso, eventuali tavole di raffronto delle segnature e l'elenco delle abbreviazioni utilizzate. La descrizione così strutturata deve riportare le seguenti indicazioni: Archivio - eventuali notizie sulla struttura di conservazione e sulle modalità di acquisizione o versamento (Isad 3.2.4); - composizione del fondo (documentazione prodotta da più soggetti che si sono succeduti nella gestione delle competenze; specificare se si tratta di uno spezzone); 25 - storia dell'archivio: disposizioni delle autorità superiori o del soggetto produttore sulla tenuta dell'archivio, adozione di un titolario per la classificazione degli atti (se riguarda più serie), ordinamenti e inventari precedenti, traslochi, dispersioni, perdite rispetto alle precedenti descrizioni e rilevazioni, aggregazioni, versamenti e passaggi ad enti diversi (Stato - Regione - Provincia), commistione di documentazione di fondi diversi, documentazione presente in altri archivi (Isad 3.5.3)1, scarti o altri eventi che possono aver causato danni alla documentazione; - eventuali informazioni sulla tipologia documentaria (soprattutto per archivi privati) e sui tipi di attività che hanno prodotto i documenti (Isad 3.3.1); - stato di conservazione: si può eventualmente fare una descrizione più articolata di quanto consenta il campo apposito; - lingua della documentazione (Isad 3.4.3): si possono dare notizie sulla lingua utilizzata per la redazione dei documenti, quando questa sia diversa dalla lingua italiana e riguardi buona parte del fondo; - incrementi previsti (Isad 3.3.3). Criteri di riordinamento e di inventariazione - stato dell'archivio al momento del riordinamento; - criteri metodologici generali adottati nell'ordinamento e nella descrizione inventariale (Isad 3.3.4): criteri di ordinamento, descrizione della struttura emersa e dell'ordine delle serie al suo interno, criteri di descrizione, criteri adottati nella numerazione delle unità (serie aperte/chiuse), eventuali avvertenze per la consultazione, ecc.; - limite cronologico finale della documentazione ordinata e inventariata; - scarto: indicazioni sui criteri seguiti per la selezione della documentazione eventualmente proposta per lo scarto, nonché una sintetica descrizione del materiale stesso (Isad 3.3.2). Condizioni di accesso e di utilizzazione - condizione giuridica (Isad 3.4.1); - consultabilità: citare normativa o regolamenti interni (Isad 3.4.1); - riproducibilità: citare normativa o regolamenti interni (Isad 3.4.2). Tavola di raffronto tra vecchie e nuove segnature - in caso di fondo che sia stato molto consultato anche prima dell'ordinamento o che sia stato oggetto di pubblicazioni, può risultare necessaria una tavola di raffronto tra le vecchie segnature e quelle attribuite in fase di ordinamento. Nella tavola si elencano le vecchie segnature con il rinvio alle nuove e non viceversa (P. CARUCCI, Le fonti archivistiche..., p. 194). Abbreviazioni e sigle (cfr. all. 7) - elenco delle abbreviazioni e delle eventuali sigle usate per la compilazione dell'inventario. NB.: in genere le abbreviazioni non hanno forma plurale, e in molti casi la forma unica convenzionale viene utilizzata sia in senso singolare sia in senso plurale (es.: fig. per figura e figure; art. per articolo e articoli)2 Note Il campo viene utilizzato per le consuete note in uso nelle pubblicazioni: riferimenti bibliografici e normativi, spiegazioni e individuazioni di fatti o persone, ecc.; le note vanno richiamate nei campi corrispondenti ponendo il numero relativo tra parentesi tonde. 1 Sarà sufficiente segnalare l'esistenza in altri istituti archivistici di documentazione del soggetto produttore di cui si esamina l'archivio, facendo riferimento alla Guida storico-archivistica del Trentino di A. Casetti, alla Guida generale degli archivi di stato italiani, per quanto riguarda l'Archivio di Stato di Trento, agli inventari degli archivi locali e alle schede dei censimenti delle varie tipologie di archivio disponibili presso il Servizio beni librari e archivistici. 2 Cfr. R. LESINA, Il nuovo manuale di stile, Bologna, 1994. 26 Stato di conservazione* Si indica lo stato di conservazione generale scegliendo una delle opzioni date dal programma; eventuali informazioni particolari o dettagliate, riguardanti per esempio la presenza di danni diffusi, si danno nella Descrizione fonte. Consistenza unità Numero delle schede unità collegate al fondo; risulta in automatico. Descrizione consistenza Si riporta il numero di buste, aggiungendo tra parentesi il numero di pergamene o registri contenuti in busta, il numero di registri a sé stanti e il numero di eventuale materiale conservato a parte (mappe, videocassette, microfilm, ecc.); seguono i metri lineari corrispondenti (Isad 3.1.5). Strumenti di corredo (Isad 3.4.6) Si segnalano eventuali inventari o altri strumenti di ricerca (repertori, rubriche, indici, ecc.) coevi o meno, ancora utilizzabili, soprattutto se già citati in pubblicazioni o se tenuti presenti per le scelte di riordinamento. Si ritiene opportuno segnalare a questo livello, oltre che nelle schede struttura di pertinenza, anche gli strumenti di corredo specifici di una serie per avere un quadro riassuntivo. Bibliografia Il campo viene articolato in tre parti: 1) fonti archivistiche edite e inedite, 2) disposizioni normative, 3) bibliografia (secondo il seguente modello: A. CASETTI, "Guida storico-archivistica del Trentino", Trento, 1961). Se possibile si stende una bibliografia specifica per ogni fondo archivistico; si indicano le fonti e la bibliografia effettivamente consultate e specifiche per la descrizione del fondo archivistico in esame. In alternativa si può dare la bibliografia generale nella scheda del fondo principale facendo i rimandi nelle schede degli altri fondi. Nel caso siano disponibili elenchi di disposizioni normative già predisposti (ad es.: per gli archivi comunali) si possono riportare integralmente. NB.: bibliografia, fonti e disposizioni normative relative ai soggetti produttori vanno nelle schede soggetto; bibliografia, fonti e disposizioni normative relative a sottofondi, serie, unità, ecc. vanno nelle relative schede e possibilmente riassunte nella scheda del fondo cui appartengono. Pagina struttura* Si determina la struttura dell'archivio (prospetto delle serie), cioè l'ordine gerarchico delle partizioni all’interno del fondo, corredate dal rispettivo indice di classificazione (cfr. scheda struttura classificazione). Pagina soggetti* Si esegue il collegamento alle schede del soggetto o dei soggetti che hanno prodotto la documentazione appartenente al fondo descritto. 27 4. DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA Vengono descritte ai vari livelli le partizioni in cui si articola la struttura del fondo: sottofondi, sezioni, serie, sottoserie, o altro. L'asterisco (*) segnala le informazioni che non compaiono nella stampa inventariale. Titolo Si indica la denominazione del sottofondo, del sotto-sottofondo o della serie ecc.; si riportano tra virgolette le denominazioni non usuali, o quelle attestate come tali in pubblicazioni o in inventari precedenti. Numero identificativo Compare il numero in campo apposito; il numero indica la posizione che la partizione ha nella struttura del fondo; per le modifiche si interviene sulla struttura gerarchica del fondo con la funzione modifica classificazione. Tipo Si indica il tipo di struttura descritta scegliendo tra le opzioni fornite dal programma o inserendo direttamente la formula più idonea: sottofondo, serie, sottoserie od altro. Per gli archivi comunali si usa sistematicamente il termine sottofondo per le partizioni cronologiche di solito ricorrenti: Comunità di ... Comune di ... (ordinamento italico) Comune di ... (ordinamento austriaco) Comune di ... (ordinamento italiano) ...-1810 1810-1817 1818-1923 1923-... Classificazione* Ad ogni ripartizione viene attribuito dal programma un "codice" numerico, formato dal suo numero identificativo e dai numeri identificativi delle ripartizioni di livello superiore es.: fondo sottofondo serie sottoserie sottoserie sottofondo serie serie 1. 1. 1. 1. 1. 1. 1. 1. 2. 2. 2.1. 2.2. per le modifiche si interviene sulla struttura gerarchica del fondo con la funzione modifica classificazione. Livello* Il campo viene compilato automaticamente dal programma; viene automaticamente modificato, una volta che è stata definita la struttura gerarchica del fondo con la funzione modifica classificazione. Estremi cronologici dei documenti Data iniziale e finale indicate con il solo anno; eventuali lacune temporali rilevanti si segnalano separando le date con un punto e virgola; eventuali antecedenti, allegati, seguiti si indicano con le formule generiche "con annotazioni/documenti dal ...", "con annotazioni/documenti fino al ...", "con annotazioni/documenti dal ... e fino al ...". 28 Il campo viene calcolato automaticamente dal programma in base agli estremi delle unità pertinenti, ma si deve intervenire inserendo i dati come richiesto. In caso di unità attribuibili potenzialmente a più serie perché riportanti dati di carattere diverso (è il caso, per esempio, di registrazioni relative a libri cassa e a mastri riportate su un unico volume), si sceglie di collocare le unità in una delle serie, ma nel calcolo degli estremi cronologici delle altre serie devono essere comprese le date delle relative registrazioni, che altrimenti risulterebbero mancanti. E' frequente trovare, per esempio, negli archivi parrocchiali, oltre ai noti registri dei nati, dei matrimoni e dei morti che danno vita a tre serie distinte, uno o più registri che riportano tutti e tre i tipi di registrazione. Si dovrà allora necessariamente ricondurre questi registri ad una delle serie presenti, ma negli estremi cronologici delle altre serie si dovrà tener conto anche delle registrazioni di queste unità, esplicitando in nota in quale serie sono state collocate. Estremi cronologici di organizzazione Il campo non si compila. Descrizione Si riportano in forma discorsiva notizie specifiche (che non siano già state fornite a livelli superiori) in merito a caratteristiche, contenuto e criteri metodologici seguiti, e informazioni comuni alle partizioni di livello inferiore (per es.: le informazioni comuni alle sottoserie afferenti ad un'unica serie saranno date, una volta per tutte, a livello della serie): - origine sul piano giuridico - amministrativo e pratico, iter burocratico; - vicende archivistiche, eventuale commistione di documentazione di fondi diversi, modalità di acquisizione, relazioni con altre partizioni dello stesso o di altri archivi (localizzazione degli originali, esistenza di copie, documentazione collegata dello stesso fondo e documentazione complementare di altri fondi, Isad 3.5.1-4); - titolari per la classificazione degli atti: può essere utile segnalare caratteristiche, epoca di adozione, particolarità nell'applicazione, mutamenti intervenuti nella struttura con sintetica descrizione di ogni singola voce (argomento, tipologia di atti, articolazione interna, relazioni con altre voci); - tipologia della documentazione che costituisce la partizione (e iter burocratico); - tipologia dei dati registrati, in particolar modo per le serie costituite da registri divisi in finche; - criteri metodologici seguiti per l'ordinamento e la descrizione inventariale e indicazione dei motivi della costituzione della partizione e delle peculiarità che la contraddistinguono dalle altre; - condizioni di accesso e utilizzazione specifiche della ripartizione, non riportate tra quelle generali del fondo; - stato di conservazione; - vecchie segnature, se omogenee e significative o tracce di precedenti ordinamenti. Note Il campo viene utilizzato per le consuete note in uso nelle pubblicazioni: riferimenti bibliografici e normativi, spiegazioni e individuazioni di fatti o persone, ecc.; le note vanno richiamate nei campi corrispondenti ponendo il numero relativo tra parentesi tonde. Consistenza Il programma riporta il totale delle schede unità pertinenti alla partizione (nel caso di serie suddivisa in sottoserie o di sottofondo riporta 0 poiché alla partizione non è collegata direttamente nessuna scheda unità). Descrizione consistenza Il campo non si compila. Bibliografia Si segnala solo la bibliografia relativa alla scheda struttura descritta; per le modalità si confronti quanto indicato nella scheda fondo. 29 Strumenti di Corredo Si segnalano solo eventuali inventari o altri strumenti di ricerca ancora utilizzabili relativi alla scheda struttura descritta. Pagina soggetti* Si esegue il collegamento alla scheda del soggetto produttore solo nel caso in cui non sia lo stesso del fondo di appartenenza. 30 5. DESCRIZIONE DELL'UNITÀ ARCHIVISTICA La scheda unità è utilizzata per descrivere le unità archivistiche o documentarie: registri, volumi, buste, fascicoli, atti singoli, pergamene, ecc. Qui si danno indicazioni sintetiche sulla compilazione dei diversi campi della scheda; indicazioni dettagliate si trovano nelle parti dedicate a tipologie specifiche di unità (registri, buste e fascicoli, pergamene). L'asterisco (*) segnala le informazioni che non compaiono nella stampa inventariale. Titolo Si indica il titolo originale o attribuito. Numero identificativo Compare il numero in campo apposito; il numero indica l'ordine dell'unità all'interno del fondo o della serie di appartenenza; per la modifica si interviene con i filtri. Classificazione Si seleziona dal menu a tendina la serie alla quale l'unità appartiene e il "codice" numerico corrispondente. Luogo Si indica la data topica (per le pergamene, gli atti notarili e altri atti descritti con scheda propria). Estremi cronologici dei documenti Si segnalano la data del documento, la data iniziale e finale dei documenti costituenti l'unità (busta, fascicolo, filza, ecc.), la data iniziale e finale delle registrazioni (registri). Estremi cronologici di organizzazione Il campo non si compila. Segnatura provvisoria* Si indica il numero provvisorio attribuito all'unità. Segnatura definitiva Si riportano tutti gli elementi utili all'identificazione dell'unità descritta: classificazione, eventualmente anteponendo il numero corrispondente al fondo; numero di corda (in genere corrisponde al numero identificativo, ma consente di fare aggiunte a lavoro ultimato inserendo, per esempio dei "bis"); condizionamento (nel caso in cui l'unità di descrizione non coincida con l'unità di condizionamento); eventuale sigla che identifica il fondo. Gli stessi elementi vanno riportati sull’etichetta da apporre all’unità es.: Segnatura: 1.7 24 b. 22-27 E.C.A. opp. Segnatura: 2.1.7 24 b. 22-27 classificazione n. di corda condizionamento sigla Consistenza sottounità Il programma riporta il totale delle eventuali schede sottounità pertinenti all'unità descritta. 31 Contenuto Si riportano: il regesto (per pergamene e atti singoli), l'argomento o la materia (per buste e fascicoli), la natura delle registrazioni (per registri) (Isad 3.3.1). Note Il campo viene utilizzato per le consuete note in uso nelle pubblicazioni: riferimenti bibliografici e normativi, spiegazioni e individuazioni di fatti o persone, eventuali rinvii ad unità collegate presenti nello stesso fondo (Isad 3.5.3), ecc.; le note vanno richiamate nei campi corrispondenti ponendo il numero relativo tra parentesi tonde. Non utilizzare il campo per informazioni relative alla descrizione del contenuto. Definizione* Si indica la definizione archivistica: busta, fascicolo, registro, pergamena, ecc. Supporto* Si segnala se diverso dalla carta. Consistenza* Si riporta il numero delle carte costituenti l'unità (non sempre è richiesta). Formato* Si riporta solo per le pergamene (in mm h x b). Legatura* Si indica solo per i registri e i volumi; non si indica per i registri di archivi moderni (sec. XIX-XX) e del periodo postunitario degli archivi comunali. Definizione estesa Si richiamano in automatico tutte le informazioni date nei campi definizione, supporto, consistenza, formato e legatura, che altrimenti non verrebbero stampate. Conservazione* Si indica lo stato di conservazione scegliendo una delle opzioni date dal programma. Danni* Si segnalano danni particolari al supporto (si stampano a parte in formato tabella). Lingua* Si indica la lingua della documentazione (Isad: 3.4.4), qualora non si tratti esclusivamente della lingua italiana. Provenienza Normalmente il campo non si compila, oppure può essere utilizzato per informazioni che non trovano posto negli altri campi. Vi si possono inserire per esempio indicazioni riguardo a: - collocazione precedente, particolarmente quando c'è la necessità di mantenere il riferimento ad un inventario od elenco precedente (es.: archivio Thun: per le pergamene si è riportato il riferimento alla casella, per i registri il riferimento al numero che compare sulla rilevazione del 1991); - riferimenti a bobine e fotogrammi di microfilm. Si tenga presente che il campo ha un’estensione limitata. Segnatura antica Si indica se significativa. 32 5.1. REGISTRI E VOLUMI I registri vanno descritti come unità archivistiche autonome anche se vengono, per esigenze di conservazione, condizionati in busta. Per la descrizione dei volumi, quando si tratti di carteggio ed atti rilegati , si seguano le indicazioni date per i registri per quanto riguarda supporto, consistenza, legatura e danni, mentre per il resto ci si attenga a quanto stabilito per buste e fascicoli. Titolo Ogni unità è contraddistinta da un titolo che può essere originale o attribuito. Il titolo originale va riportato tra virgolette. In fase di prima schedatura si consiglia di rilevare tutti i titoli, interni ed esterni, coevi e posteriori, successivamente si riporterà quello ritenuto originario o, scegliendo tra titoli coevi, quello ritenuto più significativo. Se di seguito al titolo non si specifica nulla, significa che il titolo riportato è quello annotato sulla coperta; se il titolo è segnato sul dorso oppure all’interno del registro si indica tra parentesi abbreviando come di seguito indicato: es.: “Libro II dei nati” (tit. dorso) “Libro degli avvisi” (tit. int.) Nella trascrizione dei titoli originali si riconducono all’uso moderno i segni di interpunzione, i segni diacritici, le lettere maiuscole e minuscole, si sciolgono le abbreviazioni. Non costituiscono titolo, e vanno quindi omesse, annotazioni non esplicative, invocazioni, incipit. Segnature coeve o posteriori, date, toponimi, nomi di persona possono costituire parte del titolo ma non possono essere usati come tali se a sé stanti. Se il titolo è eccessivamente lungo può essere ridotto in modo che il titolo abbreviato abbia comunque senso compiuto e che non si perdano informazioni essenziali; le omissioni si indicano con puntini di sospensione. Eventuali ricostruzioni del titolo originale si indicano tra parentesi quadre; le lacune non ricostruibili si segnalano con puntini di sospensione tra parentesi quadre es.: “Liber […] ab anno 1516 ” In mancanza di titolo originale o in caso di titolo non coerente occorre attribuirne uno: se il registro è inserito in una serie documentaria dove sono presenti pezzi analoghi si utilizza la titolazione più ricorrente, altrimenti si desume il titolo dal tipo di registrazioni. In presenza di titoli prestampati e ripetitivi è opportuno attribuire un titolo normalizzato. È buona norma comunque segnalare in nota il titolo originale quando abbia particolare rilevanza, in quanto utile per l’identificazione dell’unità. Numero identificativo Compare il numero in campo apposito; il numero indica l’ordine dell’unità all’interno del fondo o della serie di appartenenza. In caso di fondi o sottofondi chiusi viene assegnata una numerazione continua alle singole unità (sistema a serie chiuse), mentre in caso di fondi o sottofondi aperti la numerazione delle unità riparte da uno per ogni serie o sottoserie (sistema a serie aperte). Il numero identificativo non è irreversibile, l’utilizzo dei filtri permette di modificarlo (modificando pertanto anche l’ordinamento delle unità). Classificazione Si seleziona dal menu a tendina la serie alla quale l'unità appartiene e il "codice" numerico corrispondente. 33 Estremi cronologici dei documenti Si riportano di norma gli estremi cronologici completi, se possibile, di anno, mese, giorno. Salti cronologici consistenti si segnalano separando le date con un punto e virgola. Eventuali ricostruzioni di qualche elemento della data si riportano tra parentesi quadre; sempre tra parentesi quadre ma con puntini di sospensione si segnalano gli elementi non ricostruibili es.: 1850 gennaio 1 – 1865 febbraio 4; 1890 marzo 14 [1850] gennaio 1 - 1865 febbraio 4 1850 gennaio 1 – 1865 febbraio […] Quando mancano le date delle registrazioni e non è possibile desumerle dal titolo o altrove, occorre effettuare una datazione approssimativa, individuando per quanto possibile i dati cronologici “post quem” e “ante quem”. es.: 1870 circa [post 1789-sec. XIX in.] sec. XIX in. / sec. XIX ex. sec. XX prima metà/seconda metà [191-], [195-] Eventuali annotazioni, posteriori o anteriori, di contenuto particolare si segnalano dopo gli estremi cronologici con le formule “con annotazione/i posteriore/i fino al…”; “con annotazione/i anteriore/i dal …” poste tra parentesi tonde. es.: 1819 luglio 27 – 1912 marzo 31 (con annotazioni posteriori fino al 1932) Nella descrizione dei registri canonici degli archivi parrocchiali non si considerano annotazioni posteriori le note riportate a margine delle registrazioni (per es. in un registro dei nati le date di matrimonio o di morte segnate a fianco della data di nascita), così come la data del “visto” delle visite pastorali. In generale non si considerano negli estremi cronologici le date di visti, di vidimazioni o simili, a meno che non manchino altri elementi di datazione. Estremi cronologici di organizzazione Il campo non si compila. Segnatura provvisoria Si indica il numero provvisorio attribuito all'unità. Segnatura definitiva Si riportano tutti gli elementi utili all'identificazione dell'unità descritta: classificazione, eventualmente anteponendo il numero corrispondente al fondo; numero di corda (in genere corrisponde al numero identificativo, ma consente di fare aggiunte a lavoro ultimato inserendo, per esempio dei "bis"); condizionamento (nel caso in cui l'unità di descrizione non coincida con l'unità di condizionamento); eventuale sigla che identifica il fondo. Gli stessi elementi vanno riportati sull’etichetta da apporre all’unità es.: Segnatura: 1.1 2 b. 1-2 E.C.A. opp. Segnatura: 2.1.1 2 b. 1-2 classificazione n. di corda condizionamento sigla Contenuto Quando il titolo non è completo o non rispecchia del tutto la natura del registro è opportuno dare una descrizione del contenuto. In caso di registro con carte numerate diviso in più parti (per blocchi omogenei), si precisa il contenuto delle singole parti indicandone anche posizione ed estremi cronologici: 34 es.: c. 1 – 25: inventario dei beni immobili della chiesa di …, 1528 gennaio 27 c. 26 – 40: inventario degli arredi sacri della chiesa di …, 1528 gennaio 30. Nell’indicazione delle carte si specifica se recto (r) o verso (v) nel caso in cui la carta sia interessata parzialmente dal contenuto descritto. La numerazione delle carte assegnata in modo speculare, quando cioè è stato dato lo stesso numero al verso di una carta e al recto di quella successiva in conformità alla forma delle registrazioni, si segnala con c. sd (carte sinistra – destra) es.: c. 1 – 18r: registrazione degli avvisi in chiesa, 1912..... c. sd 1 – 60: elenco delle messe legatarie perpetue, 1917.... In caso di registro con carte non numerate il contenuto si descrive nel seguente modo: es.: - registrazioni dei matrimoni, 1788 – 1789. - registrazioni delle cresime, 1790 – 1792. Nel caso di registri divisi in finche si riporta la tipologia dei dati registrati all’interno di esse, ma nel caso in cui i dati riportati fossero analoghi per tutti i registri di una serie è preferibile dare questa informazione in sede di introduzione alla serie. Nel campo contenuto si segnalano anche eventuali registrazioni di non rilevante consistenza, che si distacchino dal contenuto del registro o che non rientrino negli estremi cronologici, ma di cui si ritenga utile dare una descrizione sintetica es.: a c. 32r: annotazione relativa all’alluvione del torrente ...., 1822 novembre 16. all’inizio/in fondo nota delle spese per il risarcimento dei danni causati dall’incendio dell’anno 1912. Per i protocolli degli esibiti o della corrispondenza si indicano i numeri delle registrazioni per ogni registro, o per ogni annata quando il registro comprende più anni, salvo nei casi in cui il dato non risulti significativo (per es. negli archivi parrocchiali). Alla fine della descrizione si possono dare altre informazioni relative al contenuto, per esempio si può segnalare che si tratta di copia es.: copia del sec. XVIII Note Il campo viene utilizzato per le consuete note in uso nelle pubblicazioni: riferimenti bibliografici e normativi, spiegazioni e individuazioni di fatti o persone, eventuali rinvii ad unità collegate presenti nello stesso fondo (Isad 3.5.3), ecc.; le note vanno richiamate nei campi corrispondenti ponendo il numero relativo tra parentesi tonde. Non utilizzare il campo per informazioni relative alla descrizione del contenuto. Definizione Si descrive la tipologia fisica dell'unità: Registro Volume Quaderno Supporto Dal momento che la maggior parte delle unità è realizzata su supporto cartaceo, per convenzione, il campo si compila solamente in presenza di unità prodotte con materiale diverso dalla carta (per es. registri o volumi in pergamena). 35 Consistenza Di norma la segnalazione della consistenza è richiesta per tutti i registri/volumi, tranne per quelli degli archivi comunali di periodo postunitario e per quelli degli archivi moderni. Nell’indicare la consistenza si segnalano nel seguente ordine: 1. il numero delle carte o delle pagine, escluse quelle bianche finali, quando queste sono originariamente numerate o quando si procede a numerazione ex novo es.: 2. il numero delle carte scritte desunto dal semplice conteggio, in mancanza di numerazione originaria, riportando di seguito la sigla n.n. (non numerate) es.: 3. c. 202 (numerazione originale parziale); l’entità di eventuali carte o pagine bianche interne, in caso di numerazione originaria completa e precisa o di numerazione attribuita ex novo, indicandola col numero preciso, quando facilmente rilevabile (inferiore/uguale a 20 c./p.), altrimenti con formule generiche (alcune, diverse, molte); negli indici a rubrica alfabetica non si considerano bianche le carte non compilate es.: 5. c. 238 n.n.; il numero delle carte scritte desunto dal semplice conteggio e il tipo di numerazione presente, in presenza di cartulazione non progressiva: parziale, varia, imprecisa es.: 4. p. 159; c. 300 (bianche c. 18), p. 278 (bianche molte p.); il numero delle carte o pagine mancanti, quando ci sia compromissione del testo. Il registro si definisce acefalo, se privo della parte iniziale, mutilo, se privo di quella finale es.: p. 67 (mancano p. 8), c. 152 (mancano le c. 12–34), c. 87 (mutilo); nel caso di registro con numerazione delle carte originaria assegnata in maniera speculare (c. sd) e con presenza di carte bianche interne, si considerano solo le carte interamente bianche e non le singole facciate es.: c. sd 130 (bianche c. 12). Si procede alla numerazione delle carte di un registro solo se espressamente richiesto nell’incarico: si numerano progressivamente le carte comprendendo eventuali indici iniziali o finali, si numerano anche le carte sciolte pertinenti, di cui sia stata accertata la posizione, usando il numero della carta precedente integrato con lettere alfabetiche (non si segnala l’entità delle carte sciolte). Se sulle carte sono incollati dei foglietti, si numera prima la carta e poi il foglietto. Se però il foglietto è incollato completamente e non è possibile leggerne il verso, non lo si numera perché lo si considera parte integrante della carta sulla quale è incollato. Il numero si appone sul recto della carta in basso a sinistra. In caso di carte numerate parzialmente si procede all’integrazione della numerazione solo se le carte o le pagine da numerare sono meno di/pari a 20 circa. L’integrazione va fatta mantenendo il tipo di numerazione presente (carte, pagine, carte sinistra-destra a seconda dei casi) e apponendo il numero nella stessa posizione. Per integrare la numerazione delle carte o pagine iniziali si usano cifre romane. Dall’integrazione di carte e pagine e dal conteggio delle carte si escludono gli eventuali indici iniziali o finali, generalmente, infatti, nei registri cartulati in origine gli indici sono esclusi dalla cartulazione. La presenza di indici non numerati si segnala pertanto in modo generico: es.: c. 213, con indice alfabetico alla fine/all’inizio n.n. 36 Al contrario se le carte dell’indice sono numerate in origine, o se si è proceduto alla cartulazione integrale, si deve indicarne la posizione: es.: c. 213, con indice alfabetico alle c. 2–14. Quando per un archivio o per parte di esso viene espressamente richiesta la cartulazione dei registri, si procede nel seguente modo: - se la numerazione originaria è parziale, si integra in ogni caso; - se la numerazione originaria è imprecisa o varia, si procede a nuova numerazione solo in casi di estrema disorganicità. Il campo consistenza ha un’estensione limitata; per descrizioni lunghe e particolareggiate si rimedia inserendo le informazioni che ne restano escluse direttamente nel campo Definizione estesa. Legatura La segnalazione della legatura non è prevista per i registri del postunitario negli archivi comunali e per i registri degli archivi moderni (sec. XIX – XX, es. archivi delle strutture provinciali). Negli altri casi si escludono le opzioni del programma (legatura originaria – legatura recente) e si compila il campo descrivendo la legatura dei registri nel seguente modo: carta cartoncino rustico e moderno e materiale cartaceo in genere; pelle copertura in piena pelle; mezza pelle dorso/dorso e angoli in pelle, piatti in materiale cartaceo o rivestiti in tela; pergamena copertura in piena pergamena; mezza pergamena dorso/dorso e angoli in pergamena, piatti in materiale cartaceo o rivestiti in tela; tela copertura in piena tela; mezza tela dorso/dorso e angoli in tela, piatti in materiale cartaceo o rivestiti in tela; senza coperta3 privo di coperta rigida o di rivestimento in materiale cartaceo leggero che abbia evidente funzione di coperta; Si segnalano inoltre le legature particolari: piatti costituiti da tavole di legno, coperte in pelle con borchie, angoli e fibbie di metallo, ecc. Definizione estesa Si richiamano in automatico le informazioni date nei campi definizione, supporto e consistenza (altrimenti non verrebbero stampate). In questo campo si possono eventualmente inserire le informazioni aggiuntive relative alla consistenza, avendo cura di inserirle subito dopo il numero di carte o pagine, e alla presenza di indici. Conservazione Lo stato di conservazione di un registro/volume viene valutato tramite l’utilizzo delle opzioni presentate dal programma. 3 Si può in questo caso cancellare il termine legatura intervenendo nel campo Definizione estesa. 37 Danni La descrizione dei danni presenti si effettua scegliendo tra le proposte del programma; nel caso in cui il danno rilevato non sia contemplato tra le voci standard, la descrizione può essere integrata con informazioni aggiuntive o fornita ex novo dall’operatore. La segnalazione dei danni non compare in inventario, viene stampata a parte in modalità tabella. Lingua Si indicano la lingua o le lingue utilizzate nella redazione dei documenti, qualora non si tratti esclusivamente della lingua italiana e se il dato risulta significativo. Si antepone la lingua prevalente es.: latino, italiano. Provenienza Normalmente il campo non si compila, oppure può essere utilizzato per informazioni che non trovano posto negli altri campi. Vi si possono inserire per esempio indicazioni riguardo a: - collocazione precedente, particolarmente quando c'è la necessità di mantenere il riferimento ad un inventario od elenco precedente (es.: archivio Thun: per i registri si è riportato il riferimento al numero che compare sulla rilevazione del 1991); - riferimenti a bobine e fotogrammi di microfilm. Si tenga presente che il campo ha un’estensione limitata. Segnatura antica Si riporta la segnatura antica dell’unità archivistica. Nel caso in cui siano presenti più segnature e queste si ripetano su diverse unità archivistiche, si avrà cura di rilevarle sempre nella stessa sequenza. 38 5.2. BUSTE E FASCICOLI Il livello di analiticità della descrizione viene deciso caso per caso. Ci si può limitare alla descrizione della busta, si possono elencare gli eventuali fascicoli e sottofascicoli contenuti oppure si può procedere direttamente alla descrizione del fascicolo. Gli elementi da segnalare vengono stabiliti in base alle condizioni del fondo e ai risultati che si vogliono ottenere; le indicazioni di seguito elencate sono da adottarsi per intero solo in casi di descrizione estremamente analitica. Si seguono grosso modo le stesse regole anche per il carteggio e gli atti raccolti e legati in volume, avendo cura di seguire le indicazioni date per i registri per la parte relativa a definizione archivistica, supporto, consistenza, tipo di legatura, segnalazione degli indici e dei danni. Quando, per lavori particolari, viene richiesta la descrizione di singoli documenti cartacei, se ne illustra il contenuto in forma descrittiva, non narrativa (es.: vendita di tizio e non tizio vende a…). Titolo Si indica il titolo originale o se ne attribuisce uno. Il titolo originale si riporta tra virgolette. Nella trascrizione dei titoli originali si riconducono all'uso moderno i segni d'interpunzione, i segni diacritici, le lettere maiuscole e minuscole, si sciolgono le abbreviazioni tranne quelle ancora in uso. Se il titolo è eccessivamente lungo può essere ridotto, badando a non creare modificazioni nel significato o perdita di informazioni essenziali e in modo che comunque il titolo così abbreviato abbia senso compiuto; le omissioni si indicano con puntini di sospensione. Eventuali ricostruzioni di parte del titolo originale si indicano tra parentesi quadre; le lacune non ricostruibili si segnalano con puntini di sospensione tra parentesi quadre. Diciture quali un nome non esplicativo, un'annotazione o simili non costituiscono titolo. In mancanza di titolo originale (o in caso di titolo non coerente o non significativo) occorre attribuirne uno: se la busta o il fascicolo sono inseriti in una serie documentaria dove sono presenti unità di contenuto analogo si utilizza la titolazione più ricorrente, altrimenti si desume il titolo dal tipo di atti conservati. Per gli archivi contemporanei, in presenza di titoli prestampati e ripetitivi, può essere opportuno attribuire un titolo normalizzato. In caso di titolo attribuito si indicano eventualmente in nota le iscrizioni riportate sulla coperta che si ritengano utili per il riconoscimento dell'unità. In caso di unità contenenti documentazione organizzata secondo un titolario conviene riportare di seguito al titolo, piuttosto che nel campo Contenuto, la categoria o le categorie di appartenenza es.: Carteggio ed atti: categorie I-III Numero identificativo Compare il numero in campo apposito; il numero indica l'ordine dell'unità all'interno del fondo o della serie di appartenenza; per la modifica si interviene con i filtri. In caso di fondi o sottofondi chiusi viene assegnata una numerazione continua alle singole unità (sistema a serie chiuse), mentre in caso di fondi o sottofondi aperti la numerazione delle unità riparte da uno per ogni serie o sottoserie (sistema a serie aperte). Se si descrivono le buste, queste prendono il numero di corda e i fascicoli contenuti ed elencati possono eventualmente essere numerati ripartendo da 1, in modo da fissarne solo la posizione all'interno delle buste; se si descrivono i fascicoli singolarmente, le buste che li raccolgono sono da considerarsi pure unità di condizionamento e i fascicoli vengono numerati in sequenza. Classificazione Si seleziona dal menu a tendina la serie alla quale l'unità appartiene e il "codice" numerico corrispondente. 39 Estremi cronologici dei documenti Si segnalano data iniziale e finale dei documenti costituenti l'unità con il solo anno; si segnalano le lacune consistenti separando le date con un punto e virgola: es.: 1850 - 1865; 1890 le date ricostruite vengono riportate tra parentesi quadre: es.: 1850 - [1865] Eventuali allegati o documenti di data antecedente o seguente si indicano dopo gli estremi cronologici con le formule “con documenti dal…”, “con documenti fino al…”, “con documenti dal… e fino al…” poste tra parentesi tonde es.: 1910 – 1918 (con documenti dal 1905) Quando mancano le date e non è possibile desumerle dal contenuto delle carte, occorre effettuare una datazione approssimativa; se la data attribuita è incerta si fa seguire un punto interrogativo posto tra parentesi tonde: es.: post 1952 - ante 1968 sec. XIX in. / sec. XIX ex. sec. XIX prima metà / seconda metà sec. XIX [196-] Negli estremi cronologici non sono comprese le date di documenti di contenuto particolare segnalati come "contiene anche". Estremi cronologici di organizzazione Il campo non si compila. Segnatura provvisoria Si indica il numero provvisorio attribuito all'unità. Segnatura definitiva Si riportano tutti gli elementi utili all'identificazione dell'unità descritta: classificazione, eventualmente anteponendo il numero corrispondente al fondo; numero di corda (in genere corrisponde al numero identificativo, ma consente di fare aggiunte a lavoro ultimato inserendo, per esempio dei "bis"); condizionamento (nel caso in cui l'unità di descrizione non coincida con l'unità di condizionamento); eventuale sigla che identifica il fondo. Gli stessi elementi vanno riportati sull’etichetta da apporre all’unità. es.: Segnatura: 1.7 24 b. 22-27 E.C.A. opp. Segnatura: 2.1.7 24 b. 22-27 classificazione n. di corda condizionamento sigla Contenuto Si dà una descrizione sintetica del contenuto, soprattutto quando il titolo non è completo o non è sufficientemente chiaro; si fa eventualmente riferimento ad azione/oggetto/tipologia documentaria, a meno che non sia stato indicato in introduzione alla serie. Se la busta è suddivisa in fascicoli se ne può fare l'eventuale descrizione in quest'area, fornendo per ognuno le seguenti informazioni: numero progressivo all'interno della busta, titolo originale (tra virgolette) o titolo attribuito, eventuale descrizione del contenuto, segnalazione di materiale particolare, estremi cronologici, consistenza (se richiesta). 40 Se nella descrizione dell'unità si vuole dare rilievo ad un fascicolo, pratica o documento di particolare interesse, si segnala con la formula "contiene tra l'altro:...". La documentazione d'argomento estraneo a quello della busta o del fascicolo, per la quale non sia possibile trovare migliore collocazione, viene segnalata con la formula "contiene anche:…" indicandone le date, che non vanno considerate negli estremi cronologici dell'unità es.: contiene anche: documentazione relativa a ..., 1902 Si segnala la presenza di eventuali pergamene indicando data topica e cronica e il contenuto in forma descrittiva, non narrativa (es.: vendita di tizio e non tizio vende a…). Quando sono presenti fotografie, mappe, cartine, disegni, opuscoli a stampa, ritagli di giornale, ecc. si segnalano con la formula "contiene anche:…" e se ne riporta possibilmente il numero totale. Si segnalano le date di questo materiale se diverse dagli estremi cronologici dell'unità di descrizione (si evita di segnalare il materiale particolare, quando questo rappresenti una parte consistente della documentazione della serie, nel qual caso si danno le informazioni sulla tipologia documentaria nella relativa scheda struttura). es.: contiene anche: 3 fotografie contiene anche: 2 mappe contiene anche: opuscoli e ritagli di giornale Se è richiesta una descrizione analitica, questo materiale può essere descritto singolarmente secondo regole proprie (il materiale a stampa secondo le regole bibliografiche, le fotografie e le mappe secondo le regole specifiche in uso per questo tipo di documenti). Alla fine della descrizione si possono dare altre informazioni relative al contenuto, per esempio si può segnalare la presenza di documenti in copia, se il dato risulta significativo es.: copie del sec. XVIII oppure si possono dare indicazioni sui pezzi mancanti es.: manca fascicolo n. 3 Note Il campo viene utilizzato per le consuete note in uso nelle pubblicazioni: riferimenti bibliografici e normativi, spiegazioni e individuazioni di fatti o persone, eventuali rinvii ad unità collegate presenti nello stesso fondo (Isad 3.5.3), ecc.; le note vanno richiamate nei campi corrispondenti ponendo il numero relativo tra parentesi tonde. Non utilizzare il campo per informazioni relative alla descrizione del contenuto. Definizione Si descrive la tipologia fisica dell'unità: Busta Fascicolo Volume (carteggio ed atti legati insieme) Supporto Si segnala se diverso dalla carta. Consistenza Secondo l'opportunità si procede alla numerazione delle carte o al semplice conteggio, facendo seguire al numero l’abbreviazione n.n. (non numerate). In alcuni casi, per motivi di economicità del lavoro, tali operazioni saranno improponibili (per es. per gli archivi contemporanei) 41 es.: Busta, c. 382 Busta, c. 412 n.n. Se la busta è divisa in fascicoli e questi vengono elencati in inventario, si numerano o contano le carte ripartendo da uno per ogni fascicolo; se il livello di analiticità dell'inventario arriva alla descrizione dei sottofascicoli, si numerano o contano le carte ripartendo da uno per ogni sottofascicolo4. Non si cartolano le camicie dei fascicoli, dei sottofascicoli e altre carte aventi funzioni di camicia; si numerano le coperte di opuscoli o di atti rilegati solo nel caso in cui il testo del documento inizi sul verso della coperta. In caso di bifogli contenenti altre carte relative alla stessa pratica od oggetto, si numerano le carte nella sequenza fisica in cui si trovano: la prima carta del bifoglio, quindi le carte contenute, infine la seconda carta del bifoglio. Se sulle carte sono incollati dei foglietti, si numera prima la carta e poi il foglietto. Se però il foglietto è incollato completamente e non è quindi possibile leggerne il verso, non lo si numera, perché lo si considera parte integrante della carta sulla quale è incollato. Definizione estesa Si richiamano in automatico le informazioni date nei campi definizione, supporto e consistenza (altrimenti non verrebbero stampate). Conservazione Si indica lo stato di conservazione scegliendo una delle opzioni date dal programma. Danni Si rilevano gli eventuali danni presenti: macchie di umidità, presenza di muffe, danni causati da roditori o da insetti, ecc.; si può scegliere tra le opzioni date dal programma oppure inserire autonomamente la descrizione del danno. Queste informazioni verranno stampate in modalità tabella ad uso del Servizio per gli eventuali interventi di restauro. Lingua Si indicano la lingua o le lingue utilizzate nella redazione dei documenti, qualora non si tratti esclusivamente della lingua italiana e se il dato risulta significativo. Si antepone la lingua prevalente es.: italiano, tedesco latino, italiano. Provenienza Normalmente il campo non si compila, oppure può essere utilizzato per informazioni che non trovano posto negli altri campi. Vi si possono inserire per esempio indicazioni riguardo a: - collocazione precedente, particolarmente quando c'è la necessità di mantenere il riferimento ad un inventario od elenco precedente; - riferimenti a bobine e fotogrammi di microfilm. Si tenga presente che il campo ha un’estensione limitata. Segnatura antica Si riporta la segnatura antica dell’unità archivistica. Nel caso in cui siano presenti più segnature e queste si ripetano su diverse unità archivistiche, si avrà cura di rilevarle sempre nella stessa sequenza. 4 Cfr. la Circolare del Ministero dell’Interno n. 39/1966: Il numero delle carte deve essere riferito a ciascuna delle più piccole unità archivistiche inventariate. 42 5.3. PERGAMENE Generalmente le pergamene, individuate come riconducibili ad un determinato soggetto, costituiscono un raggruppamento a parte nel loro fondo e la loro descrizione precede quella delle altre serie. La loro numerazione è autonoma anche in caso di fondo organizzato in serie chiuse. I documenti sono disposti normalmente in ordine cronologico. I documenti non datati o di data non precisamente individuata (una volta stabiliti i termini cronologici entro i quali ciascuno di essi deve essere compreso) vanno inseriti nell'ordine cronologico al posto fissato secondo il termine "ante quem". I documenti conservati in copia vanno inseriti alla data del documento copiato e non a quella in cui fu redatta la copia5. Ciascun atto è descritto autonomamente. Se però la pergamena contiene vari documenti di data diversa, che tuttavia costituiscono fasi di uno stesso procedimento (ad es. atti di una causa), questi sono riassunti in un unico regesto, opportunamente formulato, con indicazione degli estremi cronologici e delle varie date topiche. Quando la pergamena, invece, contiene atti distinti6, ad esempio compromesso e sentenza arbitrale, compravendita e locazione, ecc. (cfr. all. 8), si compilano tante schede sottounità quanti sono gli atti, riportando comunque nella scheda unità i dati in comune. Nella scheda unità si compilano i seguenti campi: - titolo (i due o più titoli separati da un trattino) - classificazione - luogo (i due o più luoghi separati da un trattino) - estremi cronologici dei documenti (gli estremi comprensivi della prima e ultima data attestata sui due o più documenti) - segnatura provvisoria - segnatura definitiva - definizione - formato - definizione estesa (senza tradizione) - conservazione - danni - segnatura antica Nelle schede sottounità si compilano i seguenti campi: - titolo - unità - luogo - estremi cronologici - contenuto - note - definizione estesa (solo tradizione) - lingua Non si fa uso di schede sottounità quando invece si trovi un inserto in un documento (quando vi sia, cioè, la trascrizione integrale di un atto precedente): il regesto dell'inserto si pone, nel campo contenuto, immediatamente prima di quello del detto documento e numerato col numero della pergamena seguito dalla lettera a, dove lo stesso numero seguito da b corrisponde invece al regesto del documento in cui è inserito. 5 Cfr. M. CARLI, Norme tecniche per l’edizione critica delle pergamene pisane dei secoli VIII-XII, Pisa, 1967. In questo caso si possono trovare sia pergamene con un'unica sottoscrizione notarile per tutti gli atti, che pergamene con sottoscrizione ripetuta in calce ad ogni atto. 6 43 Titolo Si inserisce il titolo in italiano, mirante ad individuare l'azione giuridica. Numero identificativo Compare il numero in campo apposito; il numero indica l'ordine dell'unità all'interno della serie di appartenenza; per la modifica si interviene con i filtri. Classificazione Si seleziona dal menu a tendina la serie alla quale l'unità appartiene e il "codice" numerico corrispondente. Luogo La datazione topica è espressa, secondo il criterio generale seguito per i nomi di luogo nel regesto, con il toponimo moderno, eccettuato il caso di impossibile identificazione per cui si indica il toponimo antico fra virgolette; si segnala anche il microtoponimo se ritenuto significativo. Qualora la data topica sia rappresentata da un castello o da un microtoponimo molto significativo, si mantiene la specificità del luogo, dando in seguito tra parentesi il nome del relativo comune. Gli elementi dedotti da fonti esterne e non dal testo sono forniti fra parentesi quadre. Estremi cronologici dei documenti Se possibile, vengono riportati anno, mese, giorno; gli elementi dedotti da fonti esterne e non dal testo sono forniti fra parentesi quadre. Gli elementi non leggibili o non esistenti sono segnalati come lacuna ([...]) mentre nei casi più complessi si adottano formule generiche di uso comune ([sec. XIII in.], [XV sec. ex.] ecc.). In caso di mancata coincidenza fra giorno del mese e giorno della settimana (caso molto frequente) si dà preferenza al primo. Qualora l'indizione non concordi con l'anno dato, si segnala in nota. Per l'attribuzione della data, nei casi di datazione inclusa tra 25 dicembre e 31 dicembre, periodo in cui secondo lo stile della Natività l'anno contava un'unità in più rispetto al computo attuale, in considerazione dell'uso assai diffuso di questo stile in documenti trentini dal XII al XVI secolo, è opportuno compiere un puntuale esame, al fine di verificare non solo la presenza della formula di datazione ("anno a Nativitate" o simili), peraltro non molto significativa, ma soprattutto l'indicazione del giorno della settimana, che è la vera chiave dell'indagine (cfr. F. NICOLAO, I dati cronologici nei documenti trentini, Trento, 1934). Si faccia attenzione, parimenti, alla presenza della formula di datazione secondo lo stile veneto (more veneto, ad es. per le ducali), secondo il quale l'anno iniziava il primo giorno di marzo, posticipando di due mesi sul computo odierno. Estremi cronologici di organizzazione Il campo non si compila. Segnatura provvisoria Si indica il numero provvisorio attribuito alla pergamena. Segnatura definitiva Si riportano tutti gli elementi utili all'identificazione dell'unità descritta: classificazione, eventualmente anteponendo il numero corrispondente al fondo; numero di corda (in genere corrisponde al numero identificativo, ma consente di fare aggiunte a lavoro ultimato inserendo, per esempio dei "bis"); condizionamento (nel caso in cui l'unità di descrizione non coincida con l'unità di condizionamento); eventuale sigla che identifica il fondo. Gli stessi elementi vanno riportati sull’etichetta da apporre all’unità. es.: Segnatura: 1 57 b. 12 ........ opp. Segnatura: 44 1.1 57 b. 12 classificazione n. di corda condizionamento sigla Contenuto Si compila con il regesto e con il nome del notaio. Nel regesto si segnalano: gli elementi di individuazione delle parti contraenti, l'azione giuridica, il suo oggetto, e le clausole ritenute di volta in volta più significative. Accanto al nome proprio si riportano le apposizioni dominus/a e ser, presenti con costanza e sistematicità nei documenti analizzati, mentre non è necessario segnalare altri aggettivi o nomi presenti accidentalmente e asistematicamente. La qualifica magister si riporta solo nel caso in cui al nome non segua una più precisa professione. Quando si trova l'elencazione di edifici e di appezzamenti di terra (da segnalare sempre con la loro coltura e se possibile con la relativa stima o estensione) si riferisce la loro collocazione con toponimo e microtoponimo. Se il numero degli immobili descritti nel documento risulta superiore a tre ci si limita a darne il toponimo, esprimendone genericamente la coltivazione. Nel caso di lunghi elenchi di persone, analogamente, si indicano i nomi con il rispettivo patronimico, le provenienze e le qualifiche dei primi tre seguiti dalla formula "e altri"; altrimenti si fornisce una loro descrizione generica, dandone comunque la provenienza (es.: i vicini della comunità di ..., i consorti ..., i sindaci ...ecc.). In generale inoltre, nei pur limitati casi di elenchi particolarmente estesi di beni (divisioni ereditarie, testamenti) si fornisce una descrizione complessiva della loro consistenza, descrivendo di essi le caratteristiche ritenute di volta in volta più significative. Per i testamenti , in particolare, si indicano i beni lasciati al soggetto di cui si sta esaminando il fondo e/o i beni lasciati ad istituzioni pubbliche. Nel caso specifico delle locazioni, essendo pressoché costante il termine di pagamento del censo annuo, fissato nella festa di S. Michele o nella sua ottava, ci si limita a darne specifica notizia solo nei casi eccettuanti questa regola; si trascura inoltre di specificare il periodo di consegna del vino brascatum, ossia del mosto, essendo naturalmente il tempo della vendemmia, nonché di precisare di volta in volta il luogo di consegna dei censi annui in natura, essendo questo dato facilmente prevedibile dal contesto. Non si ritiene nemmeno necessario specificare di volta in volta la misura locale dei detti censi, dal momento che generalmente per i documenti anteriori al secondo '400 essa corrisponde a quella del luogo di stesura dell'atto, mentre a partire da quella data compare con progressiva frequenza il riferimento alla misura di Trento. Per quanto riguarda i pagamenti in denaro si specificano tutti i dati del testo, e in particolare le equivalenze. Gli elementi dedotti da fonti esterne si forniscono tra parentesi quadre. In generale, qualsiasi trascrizione di elementi testuali si riporta fra virgolette. I nomi comuni non traducibili in italiano si riportano come compaiono nel testo, se in latino al caso nominativo. Medesima prassi si segue per i nomi propri non traducibili. Per quanto riguarda gli appellativi, inoltre, si usa la preposizione da per indicare la provenienza, limitando l'uso del di all'introduzione dei predicati nobiliari. Per la spiegazione delle parole dialettali, si fa riferimento ai più noti dizionari.7 E’ comunque opportuno mantenere il termine testuale nel regesto, dal momento che esso risulta in genere comprensibile. Qualora non sia possibile capire il significato di un vocabolo o di una clausola li si riporta testualmente, facendoli seguire da un punto di domanda fra parentesi tonde e dando una possibile interpretazione in nota. Per i microtoponimi dei quali si trova il corrispettivo moderno grazie alle schede preparatorie del Dizionario Toponomastico Trentino promosso dal Servizio beni librari e archivistici, si dà il riferimento attuale in italiano o in dialetto (in caratteri normali), in forma semplificata. Per le località di cui non è ancora disponibile la ricerca toponomastica dettagliata si fa riferimento ad altri testi di toponomastica. Nei casi invece di dubbia localizzazione dei microtoponimi si fa seguire il loro probabile toponimo di riferimento da un punto interrogativo fra parentesi tonde. 7 Si segnalano, per esempio, E. QUARESIMA, Vocabolario anaunico e solandro, Firenze, 1991 e G. AZZOLINI, Vocabolario vernacolo - italiano pei distretti roveretano e trentino, Calliano, 1989. 45 La precisazione della zecca di coniazione delle monete citate, si indica quando presente. Si specifica inoltre che nel caso peculiare dei ragnesi si fa eccezione a tale norma, dovendosi trattare univocamente di produzione meranese. Si riporta il nome del notaio autore dell’originale dell’atto e, se possibile, il suo patronimico e la sua provenienza. Note Si inseriscono le note ai campi titolo, data, contenuto, ecc., numerate con cifre arabe racchiuse tra parentesi tonde (es. per riferimenti bibliografici, per indicazioni del testo non comparse nel regesto, per informazioni sul testo stesso ricavate da altre fonti, per motivare una scelta dell'archivista). Si possono fare eventuali rinvii ad unità collegate presenti nello stesso fondo (Isad 3.5.3). es.: (1) nel testo de castro Belvesini Definizione Si descrive la tipologia fisica dell'unità: Pergamena Supporto Il campo non si compila. Consistenza Il campo non si compila. Formato Si danno le misure in millimetri, prima l'altezza e poi la base; per le forme irregolari si segnala la misura maggiore e, tra parentesi rotonde, quella minore. Per le forme particolari si fornisce una descrizione per esteso. Le misure di un'eventuale plica si danno a parte, di seguito a quelle della pergamena dopo una virgola es.: Mm 490 x 260, con plica inferiore di mm 50 Legatura Il campo non si compila. Definizione estesa Il campo si compila automaticamente cliccando sul pulsante posto nella barra sulla destra. Si aggiungono inoltre le seguenti altre informazioni: Tradizione si segnala se il documento è originale, copia (semplice o autentica), inserto, facendo seguire la definizione dalla relativa lettera alfabetica tra parentesi quadre ([A], [B],...). Poiché non risulta ancora chiaro il valore diplomatico dell'atto tratto da imbreviature o da protocolli notarili (è da considerare originale o copia autentica?), si invitano i collaboratori a segnalare sempre, qualunque sia la soluzione adottata, che si tratta rispettivamente di originale o di copia autentica da imbreviatura (o da protocollo), specificando l'estensore della stessa. Nel caso di copie autentiche tratte da originali in quest'area si specifica il nome del notaio autore della copia autentica; inoltre in questi casi, come per gli originali tratti da imbreviatura di notaio defunto, si riporta anche (in nota) l'autorità che ha concesso la licenza a rogare in pubblica forma. Trovando a partire dalla fine del '400 qualche caso di atto sottoscritto da un notaio, con sottoscrizione in cui si dichiara la concordanza dello stesso documento con l'originale del notaio sottoscrittore, si definisce Copia autentica [B] dall'originale dello stesso notaio sottoscrittore. Qualora si trovino delle ambiguità nel formulario che rendano non del tutto palese la ricostruzione della tradizione del documento stesso è opportuno riferire di volta in volta il caso specifico in nota. 46 Sigilli si segnala la presenza di sigilli con le formule usuali della diplomatica BD BP SD SI SID SP SPC SPD bolla perduta bolla pendente sigillo perduto sigillo impresso sigillo impresso perduto sigillo pendente sigillo pendente cereo sigillo pendente perduto Si specificano altresì le modalità di conservazione (in teca lignea/metallica). Note tergali si segnala la presenza di note a tergo, con la specificazione "note di contenuto", quando indicano data cronica e topica, oggetto e protagonisti dell'atto, e "note archivistiche", quando registrano numeri e dati ad uso amministrativo. Regesti allegati si segnala l'esistenza di regesti allegati, facendo seguire l'epoca fra parentesi tonde. La sequenza corretta delle informazioni in questo campo è la seguente: tradizione, definizione, supporto, formato, sigilli, note tergali, regesti allegati. Conservazione Si seleziona dal menu a tendina il termine adatto. Danni Si seleziona dal menu a tendina il/i danno/i presente/i; si indicano anche eventuali danni al sigillo o alla sua protezione. Si ritiene opportuno segnalare la struttura fisica del pezzo nei casi di particolare interesse (es.: composizione con più pergamene cucite insieme) e la presenza di restauri (scrivendo nel campo danni “restaurata”). Lingua Per le pergamene si compila sempre. Nel caso in cui più documenti siano presenti sullo stesso supporto, si descrivono distintamente le relative lingue solo se diverse (es. inserto in volgare in un documento in latino: volgare-latino). Provenienza Normalmente il campo non si compila, oppure può essere utilizzato per informazioni che non trovano posto negli altri campi. Vi si possono inserire per esempio indicazioni riguardo a: - collocazione precedente, particolarmente quando c'è la necessità di mantenere il riferimento ad un inventario od elenco precedente (es.: archivio Thun: per le pergamene si è riportato il riferimento alla casella); - riferimenti a bobine e fotogrammi di microfilm. Segnatura antica Si riporta la segnatura antica dell’unità archivistica. Nel caso in cui siano presenti più segnature e queste si ripetano su diverse unità archivistiche, si avrà cura di rilevarle sempre nella stessa sequenza. 47 All. 1 INVENTARIO DELL'ARCHIVIO DEL CONSORZIO PROVINCIALE ISTRUZIONE TECNICA DI TRENTO 1929 - 1993 E DELL'ARCHIVIO AGGREGATO DELL'ISPETTORE PER LE SCUOLE COMPLEMENTARI PER APPRENDISTI DI TRENTO 1903 - 1918 a cura di Annalisa Pinamonti Provincia autonoma di Trento Servizio Beni librari e archivistici Ufficio Archivio provinciale 1998 48 L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione tecnica del Servizio beni librari e archivistici - Ufficio archivio provinciale della Provincia autonoma di Trento; la redazione dell'inventario è stata ultimata il 3 agosto 1998. 49 50 All. 2 INVENTARIO DELL'ARCHIVIO STORICO DELLA PARROCCHIA DI TASSULLO 1431 - 1948 A cura di Giuliana Campestrin Provincia autonoma di Trento Servizio Beni librari e archivistici 2001 51 L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione tecnica del Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio diocesano tridentino; la redazione dell'inventario è stata ultimata il 17 settembre 2001. 52 53 All. 3 INVENTARIO DELL'ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI CADERZONE 1324 - 1950 E DEGLI ARCHIVI AGGREGATI 1651 - 1950 A cura della Società cooperativa A.R.COOP. e di Enrico Apolloni Provincia autonoma di Trento Servizio Beni librari e archivistici 2001 54 Ordinamento e inventariazione della documentazione cartacea eseguito dalla Società cooperativa A.R.COOP. di Rovereto; lavoro ultimato nel febbraio 1991. Regestazione delle pergamene eseguita da Enrico Apolloni; lavoro ultimato il 20 agosto 2001. L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione tecnica del Servizio beni culturali - Ufficio beni librari e archivistici e del Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. 55 All. 4 Indice SOMMARIO p. 4 Abbreviazioni e sigle p. 5 CONSORZIO PROVINCIALE ISTRUZIONE TECNICA Introduzione Profilo storico-istituzionale Attività del Consorzio Archivio, ordinamento e inventariazione Bibliografia p. 7 p. 11 p. 15 p. 18 Inventario serie 1. Protocolli della corrispondenza serie 2. Carteggio ed atti degli affari dell'ente serie 3. Atti contabili serie 4. Materiale personale e di studio del segretario del Consorzio serie 5. Protocollo della corrispondenza del Centro di orientamento serie 6. Carteggio ed atti del Centro di Orientamento serie 7. Prove psicoattitudinali del Centro di orientamento p. p. p. p. p. p. p. 19 24 62 70 73 74 75 ISPETTORE PER LE SCUOLE COMPLEMETARI PER APPRENDISTI DI TRENTO Introduzione Profilo storico-istituzionale Archivio p. 83 p. 85 Inventario serie 1. Norme e piani di insegnamento p. 87 INDICI ANALITICI p. 89 56 All. 5 Indice SOMMARIO p. V AVVERTENZE: Disposizioni normative Abbreviazioni e sigle Avvertenze per la consultazione Albero istituzionale e correlazioni dei soggetti produttori p. IX p. XV p. XVI p. XVII INTRODUZIONE: Notizie storico-istituzionali sul Comune di Nave S. Rocco L'archivio comunale p. p. 1 22 Comune di Nave S. Rocco Archivio preunitario: comune di Nave S. Rocco (ordinamento austriaco) Archivio postunitario: comune di Nave S. Rocco (ordinamento italiano) p. p. 26 170 Comprensorio atesino di Nave S. Rocco p. 273 Consiglio scolastico locale di Nave S. Rocco p. 288 Ufficio locale d'approvvigionamento di Nave S. Rocco p. 303 Ente comunale di assistenza di Nave S. Rocco p. 315 Ufficio del giudice conciliatore di Nave S. Rocco p. 371 Cassa mutua comunale coltivatori diretti di Nave S. Rocco p. 386 Consorzio antigrandine di Nave S. Rocco p. 401 p. p. p. 427 429 435 INVENTARIO: INDICI: Indice delle istituzioni Indice dei nomi di persona Indice dei toponimi 57 All. 7 Elenco delle abbreviazioni più ricorrenti a. all. art. b. b/n B.U. c. c. sd ca. cat. cfr. cit. d.l. d.lgs d.p.c.m. d.p.r. ex. G.U. fasc. in. l. l.p. l.r. m lineari mm n. n. n. p. r r.d. r.d.l. s.d. sec. t.u. tit. int. v anno allegato/allegati articolo/articoli busta/buste bianco nero (per fotografie) Bollettino Ufficiale carta/carte carte sinistra-destra circa categoria/categorie confronta citato Decreto legge Decreto legislativo Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri Decreto del Presidente della Repubblica exeunte Gazzetta Ufficiale fascicolo/fascicoli ineunte Legge/leggi (statale) Legge provinciale Legge regionale metri lineari millimetri numero/numeri non numerate pagina/pagine recto Regio decreto Regio decreto legge senza data secolo/secoli Testo unico titolo interno verso 58