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RACCOLTA DI ESPERIENZE E TESTIMONIANZE

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RACCOLTA DI ESPERIENZE E TESTIMONIANZE
RACCOLTA DI ESPERIENZE E TESTIMONIANZE
INDICE
Pag. 4
MOMENTI DA RACCONTARE, Dario, Anna, Francesca, Marina e Marco
Pag. 5
UN IMPEGNO RESPONSABILE E COSTANTE, gruppo di volontari 2012/13
Pag. 6
UN ANNO PER RIFLETTERE SUL TUO FUTURO, gruppo di volontari 2012/13
Pag. 7
TI AUGURO DI VIVERE LE STESSE EMOZIONI CHE HO VISSUTO IO, gruppo di
volontari 2012/13
Pag. 8
TRA UN ANNO SARAI DIVERSO, gruppo di volontari 2012/2013
Pag. 9
UN BAGAGLIO DI RISORSE, gruppo di volontari 2011/12
Pag. 10
QUALCOSA CHE TI RICORDERAI PER SEMPRE, gruppo di volontari 2011/12
Pag. 11
METTERSI IN GIOCO AL 100%, gruppo di volontari 2011/12
Pag. 12
ENTRARE IN UN MONDO NUOVO, gruppo di volontari 2011/12
Pag. 13
UNA “RICARICA AFFETTIVA”, gruppo di volontari regionali 2010/11
Pag. 14
CONSAPEVOLEZZA DI AVER LASCIATO UN’IMPRONTA, gruppo di volontari
regionali 2010/11
Pag. 15
È QUELLO CHE FA PER TE, gruppo di volontari regionali 2010/11
Pag. 16
AFFIANCARSI AL PROSSIMO IN DIFFICOLTA’, Alessia Barillà
Pag. 17
HA APERTO NUOVE STRADE, Alessandra Boldrini
Pag. 18
SENZA STARE CON LE MANI IN MANO, Cristina Gallizioli
Pag. 20
IL SERVIZIO FA BENE AL CUORE E TI FA CRESCERE, Simone Cristini
Pag. 21
SI ESCE VINCITORI D’ANIMO, Anna Peluso
Pag. 22
NON SI PUÒ RIMANERE INDIFFERENTI, Stefano Rohr
Pag. 24
OGNI MOMENTO ERA UN MOMENTO SIGNIFICATIVO, Teresa Adamoli
Pag. 26
IL MONDO DELLE DIVERSE ABILITÀ MI HA DAVVERO COLPITO NELL'ANIMO,
Silvia Martinucci
Pag. 28
HO SCOPERTO “UN ALTRO PAESE”, una volontaria
Pag. 30
MI SONO SENTITA MOLTO UTILE, Arianna Dompieri
Pag. 31
ASCOLTARE È GIÀ DIVIDERE IL DOLORE, un volontario
Pag. 33
LAVORARE PER FARE DEL BENE, Anna Zeni
Pag. 35
GRAZIE AGLI ALTRI SI RIESCE A CAPIRE MEGLIO SE STESSI, Mija Kuzminac
Pag. 37
GRAZIE, Angela Zambon
2
Pag. 38
BASTA UN “NIENTE” PER ESSERE FELICI, Alice Marconi
Pag. 40
CITTADINANZA ATTIVA, Annachiara Ricci
Pag. 42
PORTERÒ SEMPRE UN BELLISSIMO RICORDO, Jessica Serpelloni
Pag. 44
NON SAREI DOVE SONO SE NON FOSSI PASSATA DA LÌ, Sabrina Bianchi
Pag. 45
SEMPRE PIÙ PRONTI A NON ESSERE PRONTI LA PROSSIMA VOLTA, Simone
Guasti
Pag. 48
UNA MESSA IN PROVA COSTANTE, Francesca Brunetti
Pag. 49
OFFRIRE UNA PARTE DI SÉ, Stefano Bertoldi
Pag. 51
QUALCUNO MI STAVA ASPETTANDO, Jessica Begali
Pag. 53
PUNTO CARDINE: METTERSI AL SERVIZIO DEGLI ALTRI, un volontario
Pag. 55
ANNO MOLTO INTENSO, RICCO, IMPEGNATIVO MA ANCHE DIVERTENTE,
una volontaria
3
MOMENTI DA RACCONTARE

Dario, Anna, Francesca, Marina, Marco

Anno di servizio: 2012-2013

Progetti in ambito Assistenza Minori e Anziani
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Siamo un gruppo di 5 ragazzi con esperienze molto diverse da raccontare.
“Gli anziani ti stropicceranno le guance e i bambini sorrideranno al tuo arrivo.” (cit. Marco)
Dopo i primi mesi di ambientamento siamo sicuri che, come noi, ti affezionerai alle persone che
seguirai.
Un consiglio che ti diamo è quello di munirti di molta pazienza. Tutti noi abbiamo ricevuto molte
soddisfazioni e abbiamo legato con tutte le persone con cui siamo state a contatto (anziani,
bambini, disabili ma anche con i colleghi dell’Ente).
Ti auguriamo di vivere un’esperienza positiva come la nostra e di raccontare anche tu i momenti
trascorsi nell’arco dell’anno di Servizio Civile.
4
UN IMPEGNO RESPONSABILE E COSTANTE

Un gruppo di volontari

Anno di servizio: 2012-2013

Progetti in ambito Assistenza Minori e Anziani
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Pensando all’esperienza che abbiamo fatto con il Servizio Civile vorremmo aiutarti nella tua scelta.
Il Servizio Civile ha degli aspetti positivi tra i quali la retribuzione che non è molta ma
discretamente utile, inoltre è utile per la società, aiuta a conoscere gente nuova, in ambito
formativo a fare nuove esperienze e a diventare più responsabili.
Se stai frequentando una facoltà universitaria di stampo sociale il servizio ti permetterà di
dimezzare le tue ore obbligatorie di tirocinio oltre ad avere un riconoscimento ufficiale (attestato)
che potrai inserire nel tuo curriculum vitae.
Oltre agli aspetti positivi non ne mancano però alcuni di negativi ad esempio noi abbiamo
riscontrato difficoltà nel comunicare con i nostri OLP poiché in alcuni incarichi che ci hanno dato
non eravamo sufficientemente informati e seguiti.
Sarai inoltre molto impegnato a causa di orari poco trattabili e piuttosto pesanti che ti renderanno
difficile la frequentazione dell’università o il mantenimento di un altro lavoro part time.
Un’altra difficoltà che potrai incontrare sarà la mancanza di comunicazione tra Enti che
complicherà l’organizzazione di alcuni progetti.
Ti consigliamo quindi di riflettere bene e di non considerare il Servizio Civile come un ripiego ma
come un impegno responsabile e costante.
5
UN ANNO PER RIFLETTERE SUL TUO FUTURO

Un gruppo di volontari

Anno di servizio: 2012-2013

Progetti in ambito Assistenza Minori e Anziani
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Per prima cosa ti auguriamo un buon inizio servizio.
Usa quest’anno per riflettere sul tuo futuro.
Non ti auguriamo tanto di non avere imprevisti, ma ti auguriamo di acquisire un metodo per
affrontarli, in quanto saranno tali a renderlo unico.
Come noi, speriamo tu abbia la possibilità di incontrare tante persone, di avere un buon dialogo
con il tuo OLP, di instaurare un buon rapporto con i colleghi delle altre sedi.
Preparati ad assumere le più disparate responsabilità e ad acquisire un atteggiamento propositivo
e disponibile verso situazioni e persone.
Metti in ogni cosa che fai passione e affidati alla buona volontà dei tuoi colleghi senza avere paura
del confronto.
Fai tesoro di ciò che vivrai in questa esperienza e sii sempre te stesso.
6
TI AUGURO DI VIVERE LE STESSE EMOZIONI
CHE HO VISSUTO IO

Un gruppo di volontari

Anno di servizio: 2012-2013

Progetti in ambito Assistenza Minori e Anziani
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Ti scrivo questa lettera per raccontarti la mia esperienza, di questo anno di servizio civile.
Personalmente ho scelto di fare questo per arricchire il mio curriculum per vivere un’esperienza
nuova e diversa e che si è rivelata arricchente dal punto di vista umano e professionale.
Il servizio civile è sicuramente un’ottima occasione per un ragazzo che vuole fare esperienza nel
sociale; inoltre in tempo di crisi questo servizio dà un piccolo compenso che permette al ragazzo
un’indipendenza economica.
Questo “lavoro” ti mette a contatto con diverse persone, ti permette di instaurare rapporti umani
e di conoscere più a fondo la realtà del posto.
Questa attività può fungere da “ponte” verso altri lavori e consente di conoscere lati di sé, che
probabilmente non erano conosciuti.
Ti auguro di vivere le stesse emozioni che ho vissuto io.
7
TRA UN ANNO SARAI DIVERSO

Un gruppo di volontari

Anno di servizio: 2012-2013

Progetti in ambito Assistenza Minori e Anziani
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Se pensi che sarà una passeggiata, scordatelo!
Tu vivila bene, con la voglia di fare, di metterti alla prova, e sarà un’esperienza unica.
Sia che tu sia con gli anziani, che con i minori, incontrerai persone interessanti, antipatiche, che ti
daranno tanto o che ti faranno impazzire, ma imparerai a stare con tutti e a guadagnarci sarai
comunque tu.
Ti faranno fare di tutto, spesso non c’entrerà nulla con i motivi per cui hai scelto di fare il servizio,
ma ti farà conoscere meglio la tua realtà, dove vivi e le persone che ti stanno attorno, le altre
associazioni di volontariato, come funziona un “Comune”…
Tra un anno sarai diverso da quello che sei all’inizio del tuo servizio, perché nel bene
(divertimento, persone piacevoli, progetti ben riusciti…) e nel male (colleghi non esattamente
simpatici, danni che potrai fare più o meno gravi – senza volerlo speriamo!) questo anno ti servirà,
per crescere come persona e per fare esperienze.
Forse ti pagheranno poco, ma le cose che scoprirai quest’anno varranno la fatica.
Divertiti e in bocca al lupo!!!
8
UN BAGAGLIO DI RISORSE

Un gruppo di volontari

Anno di servizio: 2011-2012

Progetti in ambito Assistenza Minori e Anziani
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Buongiorno caro futuro collega,
se stai leggendo questa lettera significa che anche tu come noi hai scelto di intraprendere un
percorso che ti aiuterà a crescere.
Questo viaggio dura solo un anno, ma è ricco di esperienze che ti arricchiscono sia dal punto di
vista formativo che dal punto di vista emotivo.
Grazie al Servizio Civile siamo venuti a contatto con realtà diverse che normalmente sarebbero
lontane dal nostro quotidiano, esperienze che ci hanno dato un bagaglio di risorse che ci
accompagnerà durante la nostra vita e che dipenderà da te scegliere come arricchire.
Speriamo che anche tu come noi porti a termine questo breve ma intenso anno e che come è
successo a noi rimarrai soddisfatto.
Ti auguriamo un grosso “in bocca al lupo” per questo magnifico percorso!!!
9
QUALCOSA CHE TI RICORDERAI PER SEMPRE

Un gruppo di volontari

Anno di servizio: 2011-2012

Progetti in ambito Assistenza Minori e Anziani
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Caro futuro collega,
hai davanti a te un anno che sarà impegnativo ma allo stesso modo positivo, un’esperienza che
vale la pena fare e utile per crescere e capire la realtà in cui vivi.
Penserai di essere tu a dover dar qualcosa, insegnare, invece ti ritroverai ad essere tu ad imparare.
Avrai dei momenti di alti e bassi, alcuni dove avrai bisogno di “staccare la spina” perché ti troverai
di fronte a tante cose da fare in poco tempo, ti troverai di fronte a situazioni difficili da affrontare
ma non mollare perché sarai aiutato dall’entusiasmo e dalla voglia di fare che questa esperienza ti
trasmetterà.
Non credere che il lavoro che andrai a fare sia inutile perché molte volte sarai fondamentale e
molti servizi saranno in piedi grazie al tuo aiuto.
Sia che sceglierai di lavorare con i bambini o con gli anziani andrai a creare dei legami che ti
lasceranno qualcosa e che ti ricorderai per sempre.
Non c’è solo lavoro, ma anche divertimento e se ti va bene anche qualche mancetta o disegno.
Detto questo, in bocca al lupo!
Buon servizio!
10
METTERSI IN GIOCO AL 100%

Un gruppo di volontari

Anno di servizio: 2011-2012

Progetti in ambito Assistenza Minori e Anziani
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Caro futuro collega,
vorremmo parlarti dell’esperienza che stai per intraprendere.
Questo per te sarà un anno unico in cui avrai l’occasione di vivere molte esperienze incredibili e
avrai la possibilità di metterti in gioco al 100%.
Speriamo tu sia motivato quanto noi perché soprattutto all’inizio sarà difficile adattarsi agli orari
dei servizi e delle formazioni; questo però non dovrà spaventarti perché lungo questo cammino
troverai una serie di persone in grado di sostenerti ed aiutarti.
Se non perderai il tuo entusiasmo e la tua voglia di fare arriveranno grandi soddisfazioni.
In quest’anno grazie al tuo costante impegno vivrai dei momenti di grande divertimento e di
crescita personale.
Il bello di questa esperienza è che oltre a cambiare te stesso avrai l’occasione di sostenere gli altri
dando loro la possibilità di cambiare.
Con malinconia ti cediamo il nostro posto consapevoli però di aver fatto del nostro meglio e felici
di aver arricchito il nostro bagaglio.
11
ENTRARE IN UN MONDO NUOVO

Un gruppo di volontari

Anno di servizio: 2011-2012

Progetti in ambito Assistenza Minori e Anziani
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Cara futura collega,
siamo giunti alla fine della nostra esperienza del servizio.
Inizialmente quest’esperienza comportava due scelte: area anziani e disabili e area minori.
In questo gruppo abbiamo scelto tutti l’area anziani e disabili, che comprende diversi servizi fra
cui: pasti a domicilio, trasporti, accompagnamenti a scuola per persone disabili, aiutare l’anziano a
svolgere attività giornaliere che da solo non è in grado di fare (banca, posta, farmacia,
supermercato).
Il totale delle ore da svolgere nell’arco dell’anno è pari a 1400 che possono essere suddivise in 30
ore settimanali.
Quest’esperienza complessivamente è stata molto soddisfacente perché ci ha fatto entrare in un
mondo nuovo, conoscere nuove realtà, nel campo del sociale.
Infatti per questi stessi motivi consigliamo quest’esperienza anche se l’idea sarebbe avere a
disposizione più giorni di ferie durante l’anno, perché secondo noi 20 giorni in un anno sono pochi.
Nonostante ciò quest’esperienza ci ha arricchiti personalmente!
Buon inizio!
12
UNA “RICARICA AFFETTIVA”

Un gruppo di volontari

Anno di servizio: 2010-2011

Progetti in ambito Assistenza Minori
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Caro volontario,
l’anno di servizio civile è un’esperienza da fare nella vita, perché ti aiuta a crescere e conoscere
nuove realtà.
Conosci nuove persone che ricorderai per sempre, perché condividerai con loro momenti
importanti, anche se a volte molto difficili.
Metterai in gioco le tue abilità, la tua tenacia, la tua pazienza, che verranno ripagate da un sorriso.
Riceverai dai bambini una “ricarica affettiva” che cambierà il tuo modo di essere.
È un’esperienza da fare perché certe emozioni non possono essere descritte sulla carta.
Quindi lanciati in questa avventura!
13
CONSAPEVOLEZZA DI AVER LASCIATO
UN’IMPRONTA

Un gruppo di volontari

Anno di servizio: 2010-2011

Progetti in ambito Assistenza Minori
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Caro aspirante volontario,
se sei interessato a iniziare questa avventura, ti portiamo la nostra esperienza.
Siamo quattro ragazzi del servizio civile regionale abbastanza soddisfatti di quest’anno trascorso.
Non sarai mandato allo sbaraglio, inizialmente dovrai frequentare una serie di incontri di
formazione con le nozioni base per far fronte alle situazioni che ti si potrebbero presentare.
Ti sarà affiancato un OLP (Operatore Locale di Progetto) che sarà il tuo punto di riferimento, con il
quale potrai decidere a quali attività/servizi partecipare.
La nostra esperienza è stata positiva nel rapporto con l’OLP; abbiamo avuto a che fare con persone
molto disponibili e flessibili.
Il servizio civile ti dà la possibilità di entrare in contatto con diverse realtà, a seconda del progetto
che scegli.
Noi abbiamo scelto l’area minori e quindi ci siamo relazionati con bambini di differenti età nelle
attività del doposcuola.
Non vedrai subito i frutti del tuo lavoro, ma avrai la consapevolezza di aver lasciato un’impronta.
Fortunatamente il tempo a nostra disposizione ci permette di avere delle soddisfazioni nel vedere i
piccoli passi/miglioramenti che i ragazzi raggiungono.
Il servizio civile non è un’esperienza da sottovalutare: richiede impegno e energie che esaurirai a
volte, ma che riacquisterai nei rapporti che costruirai con i ragazzi, con gli altri operatori e con le
capacità e potenzialità che ti accorgerai di avere.
È un’esperienza che ti permette di metterti in gioco, un gioco a cui vale la pena partecipare!
14
È QUELLO CHE FA PER TE

Un gruppo di volontari

Anno di servizio: 2010-2011

Progetti in ambito Assistenza Minori
LETTERA AD UN FUTURO VOLONTARIO
Caro ragazzo/a che hai tra i 18 e i 26 anni, ti piacerebbe fare un’esperienza di volontariato diversa
dalle altre?
Il Servizio Civile è quello che fa per te!
L’esperienza prevede divertimento con i ragazzi e con gli altri tuoi colleghi ma richiede
collaborazione, impegno, puntualità e voglia di mettersi in gioco.
Noi ti parliamo riguardo al nostro anno appena conclusosi ricordandoti anche che i momenti di
difficoltà e stanchezza potranno esserci, ma troverai sicuro sostegno per continuare.
Il contatto con situazioni diverse ti permette di aprire i tuoi orizzonti e di sviluppare maggiori
abilità che potranno esserti utili nel tuo futuro.
15
AFFIANCARSI AL PROSSIMO IN DIFFICOLTA’

ALESSIA BARILLA’

Anno di servizio: 2006/2007

Sede di servizio e ambito: COMUNE DI VILLAFRANCA AREA ANZIANI
La mia esperienza di servizio e’ stata molto positiva.
Mi ha permesso di avvicinarmi all’area dei servizi sociali con un’ottica diversa da quella che stavo
apprendendo dal mio percorso di studi professionali, come assistente sociale.
Ho potuto arricchire il mio punto di vista grazie alla conoscenza di reti informali e all’istaurarsi di
un rapporto simmetrico con le persone.
La motivazione che mi ha indotto a mettermi in gioco, in un servizio alle persone sul territorio, e’
stata la profonda convinzione che ognuno di noi puo’ e deve affiancarsi al prossimo in difficolta’,
nell’ottica di una solidarieta’ collettiva che dovrebbe animarci quotidianamente.
Non e’ pensabile attribuire la responsabilita’ dei problemi e delle soluzioni solo all’ente pubblico o
alle istituzioni.
16
HA APERTO NUOVE STRADE

Alessandra Boldrini

Anno di servizio: 2007-2008

Sede di servizio e ambito: Comune di Brenzone, ambito minori, progetto “Giocare per
educare”
Ho deciso di interessarmi al Servizio perché lo ritenevo un buon modo per acquisire conoscenze
formative utili ad un impiego futuro nel campo del sociale, perché volevo capire se questa era la
mia reale attitudine e perché ritenevo che questa esperienza potesse aiutarmi sia nella crescita
personale sia a migliorare il mio modo di relazionarmi con gli altri.
La mia scelta si è subito diretta al Progetto per i minori.
Durante i mesi di SCN ho potuto confermare, ampliare e consolidare le mie conoscenze e metterle
in pratica direttamente sul campo. Essere affiancata ad un’educatrice competente e disponibile mi
ha permesso di conoscere un nuovo mondo e un nuovo lavoro; partecipare attivamente ai progetti
attivati all’interno del comune e capire come sono organizzati e gestiti ha aperto nuove strade
lavorative e posso affermare di aver aumentato la fiducia in me stessa e nelle mie capacità.
Il SCN ha contribuito, inoltre, a farmi conoscere ed apprezzare da coloro con cui sono stata a
contatto; grazie a questo, infatti, sono entrata a far parte del gruppo degli operatori dei progetti
del comune e, successivamente, della grande famiglia del Servizio Educativo Territoriale, prima in
sostituzione di una maternità e poi a pieno titolo.
17
SENZA STARE CON LE MANI IN MANO

Cristina Gallizioli

Anno di servizio: 2006-2007

Sede di servizio e ambito: Comune di Sona, ambito minori progetto “entra in gioco”
Ho iniziato a pensare al servizio civile l’ultimo anno del liceo; avevo bisogno di un’esperienza non
legata allo studio, un anno sabbatico dalla scuola, ma senza stare con le mani in mano, ma che mi
aiutasse a capire me stessa e cosa avrei potuto fare nel mio futuro di studi.
Un giorno ho trovato un volantino del servizio civile nazionale nel quale pubblicizzava “una scelta
che ti cambia la vita”, così mi sono informata su internet e mi sono iscritta al bando di concorso
per il settembre. Mi sono diplomata in Scienze Sociali a giugno e a settembre, dopo il colloquio e la
selezione, ho iniziato la formazione scegliendo l’ambio d’interesse per il servizio. Visto il mio
amore per i bambini, ho scelto l’ambito dei minori. Sapendo che poteva essere una bellissima
opportunità per la mia futura scelta professionale.
Dopo una preziosa formazione all’ulss22 mi sono inserita nella realtà del comune di Sona. Mi
hanno affidato una tutor, una figura di riferimento, l’assistente sociale dei minori e in seguito per
l’appoggio del mio servizio all’educatrice del SET, la quale organizzava e monitorava i progetti
educativi del territorio, dando al mio servizio un’occasione di aiutare gli altri.
Inizialmente ho svolto anche lavoro di ufficio, di archiviazione e di volantinaggio, a mio parere
molto importante per capire com’era composta l’organizzazione lavorativa ma fondamentale per
l’educatrice. Il servizio spaziava dalla programmazione delle attività all’esperienza sul campo
come sostegno a educatrici, assistenti sociali e animatori in servizio nei vari progetti. Con questa
esperienza ho svolto servizio in tutte le realtà educative: dall’infanzia all’adolescenza con attività e
progetti in tutte scuole del comune. Per l'infanzia, il progetto “Non solo Nido”. Per i
bambini/ragazzi delle scuole primarie e secondaria di primo grado, i progetti di dopo-scuola; in più
ho appoggiato le educatrici al centro diurno e collaborato come aiuto-animatrice nei centri estivi.
18
Per me è stato un anno intenso, ma meraviglioso sia per le persone incontrate che per quello che
mi ha/hanno lasciato nel cuore e nella mente. Un’esperienza unica, che se potessi rifarei subito!
Anche se era solo un servizio in supporto alle persone che già lavoravano nei progetti mi ha aperto
un mondo, pieno di condivisone e di aiuto reciproco, che mi ha fatto crescere e imparare. Una
scelta che veramente cambia la vita!
Ricordo l’esperienza con nostalgia, anche se tuttora ho rapporti con le educatrici e lavoro nei
progetti del comune.
19
IL SERVIZIO CIVILE FA BENE AL CUORE E TI
FA CRESCERE

Simone Cristini

Anno di servizio: 2005-2006

Sede di servizio e ambito: Comune di Bardolino, ambito anziani
Io ho svolto il servizio civile volontario nel primo anno in cui è uscito il bando. Ero in tesi di laurea e
433 euro mensili mi facevano comodo nonostante fossi già uno dei preparatori calcistici più
apprezzati nel veronese.
Ricordo come fosse ieri questi 10 mesi fondamentali per il mio curriculum vitae. Ricordo la
formazione a Bussolengo: lavori di gruppo, relazioni interpersonali, psicologi e formatori vari.
Venivamo presentati come l’evoluzione in positivo degli obiettori di coscienza. Dal punto di vista
operativo fui mandato nel mio Comune di Residenza (Bardolino) assegnato al Progetto Anziani.
E’ stato molto importante il rapporto professionale maturato con le mie tutor Dott.ssa Guizzardo
Simona (assistente sociale) e dott.ssa Dalle Vedove Arianna (educatrice ). Il lavoro era molto
flessibile e mi hanno trattato benissimo. Mi rapportavo con utenti anziani del mio Comune
svolgendo servizi molteplici (assistenza domiciliare, spesa al supermercato, organizzazione tempo
libero, accompagnavo gli utenti alle viste mediche e a fare terapie fisiche). Un saluto va al mio
“compagno di merenda” Paolo Baraldi. Ricordo l’avventura del soggiorno estivo a Rimini: Il
risveglio muscolare o ginnastica dolce in spiaggia, il torneo di bocce, il torneo di briscola, la gita ad
Urbino, il ballo liscio in discoteca. Forse ho dimenticato qualcosa e mi scuso. Vi lascio con uno
Slogan: “IL SERVIZIO CIVILE FA BENE AL CUORE E TI FA CRESCERE “
20
SI ESCE VINCITORI D’ANIMO

Anna Peluso

Anno di servizio: 2006-2007

Sede di servizio e ambito: Comune di Peschiera del Garda, ambito anziani
Il mio servizio civile è stato stupendo, un anno intenso, a volte difficile, ma molto istruttivo.
La lettera di partecipazione arrivò al momento giusto passavo un brutto momento della mia vita e
il servizio civile mi ha aiutato ad affrontarlo. Avevo voglia di mettermi alla prova di dimostrare che
potevo dare nel mio piccolo un aiuto in società ed era un occasione di imparare a mia volta.
Tra i tre progetti scelsi gli anziani perchè ero più portata, ho sempre frequentato persone più
grandi di me e poi perchè ho sempre considerato i ”nonni” una fonte di storia.
Grazie a questa esperienza ho imparato tante cose, ho conosciuto tante persone meravigliose e
professionali.
Non dimenticherò mai il mio primo giorno in casa di riposo, alle esperienze con i disabili, alle
avventure con i bambini, ero un pò il jolly della situazione e alla fine mi ritrovai a fare un pò di
tutto.
Ho imparato a rapportarmi con svariate situazioni come la psichiatria, e ho conosciuto tanti mondi
nel sociale che mi erano sconosciuti.
Di quel periodo mi e piaciuta soprattutto la formazione che feci, avevamo dei relatori a mio dire
unici e molto competenti.
Dell’esperienza mi e rimasto praticamente tutto l’emozione, i sorrisi dei nonni, la gioia di portare
felicita nei loro giorni, di essere utile e di farli sentire ancora partecipi alla vita.
Io sono stata molto fortunata perché ancora oggi faccio lo stesso mestiere, ogni giorno vedo le
persone che mi hanno formato, e ogni giorno faccio il lavoro che mi piace.
Io lo consiglio ai giovani d oggi perché comunque vadano le cose è un avventura dalla quale si
esce vincitori d’animo.
21
NON SI PUÒ RIMANERE INDIFFERENTI

Stefano Rohr

Anno di servizio 2011-2012

Sede di servizio e ambito: Comune di Sona ; ambito Anziani e Disabili
Ho prestato servizio dal gennaio del 2011 al gennaio 2012, sono stato introdotto nella “Casa il
Girasole”del Comune di Sona per cominciare questa nuova esperienza.
Quando mi è arrivata la lettera con l'opportunità di fare questo genere di servizio ho pensato
potesse essere l'occasione per conoscere e vedere quelle realtà di vita che speso vengono tenute
nascoste dalla società, aprirmi gli occhi di fronte a problemi quotidiani. Vedendo la possibilità di
scegliere tra Anziani e Minori ho preferito scegliere gli Anziani in quanto avendo già avuto
un'esperienza in un orfanatrofio per bambini disabili in Palestina ho preferito scegliere tra chi una
vita l'ha già vissuta piuttosto a chi una vita ce l'ha ancora davanti, e devo ammettere che per come
è andata la mia esperienza ho fatto la scelta migliore.
Quando ho iniziato a prestare servizio mi son sentito catapultato in una realtà totalmente
differente da quella che immaginavo, dubbioso su ogni cosa che facevo, la paura di sbagliare, della
parola fuori luogo che possa ferire la persona, di non essere all' altezza delle situazioni.
Principalmente il mio compito era quello di aiutare gli anziani con diverse problematiche a
trascorrere la vita di tutti i giorni, nelle semplici azioni quotidiani che possono essere automatiche
per le persone senza disagio, ma che possono affaticare e rendere difficile la quotidianità di altre.
Durante questa esperienza penso di esser cresciuto personalmente, le persone con cui ti relazioni,
che conosci e che sopratutto vivi ogni giorno, ti cambiano il modo di veder le cose, ti mettono in
diretto contatto con le molteplici e tristi realtà che esistono, non credo si possa rimanere
indifferenti davanti a certe situazioni, non credo che lo sia umanamente, e queste sono anche le
motivazioni per cui ho cercato di svolgere il mio servizio al massimo delle forze e provando a
metterci tutto me stesso. In questo anno ho vissuto ogni tipo di situazione, momenti belli e brutti,
22
momenti da ricordare e momenti che si vorrebbero dimenticare ma che comunque valevano la
pena di esser vissuti.
Penso che sia un’opportunità che tutti dovrebbero cogliere, un' opportunità di migliorarsi e
migliorare sia personalmente che socialmente. Personalmente son stato contento di averla
vissuta, nonostante i dubbi, i momenti difficili che piano piano impari a controllare e ed esser
contento di viverli piuttosto che esserne impaurito, a cogliere il meglio di ogni situazione.
Io dopo aver svolto servizio ho deciso che voglio continuare a lavorare con gli anziani e disabili, che
quello che ho vissuto mi è piaciuto, mi son sentito gratificato, credo che aiutare chi ne ha più
bisogno vada prima della nostra comodità personale.
Spero che queste poche e semplici parole abbiano espresso bene quello che è stato il mio Servizio
Civile, o almeno quello che è stato per me e come idealmente l'ho vissuto.
23
OGNI MOMENTO ERA UN MOMENTO
SIGNIFICATIVO

Adamoli Teresa

Anno di servizio 2012-2013

Sede di servizio e ambito: Comune di Villafranca di Verona ; ambito Minori
Le motivazioni che mi hanno spinta a fare domanda per il servizio civile sono state molto semplici:
in primis la curiosità di sapere cos'era questo Servizio Civile,visto che in molti me ne parlavano
molto bene. Poi la voglia di provare a mettermi in gioco in un contesto del tutto nuovo per me.
Mi è stata data la possibilità di buttarmi in questa avventura e ho messo in gioco tutta me stessa.
Sono partita con mille domande, mille dubbi e paure che sono sparite già dalle prime settimane.
Il gruppo che si è formato con gli altri volontari è stato subito molto forte e ciò ha permesso un
clima di tranquillità.
Nel comune dove prestavo servizio ho trovato già da subito persone meravigliose e disponibili
partendo dal mio OLP.
Questo mi ha permesso di fare un anno molto interessante da molti punti di vista, mi ha permesso
di fare esperienze su piani diversi: l'ufficio, l'aiuto compiti, le riunioni, le programmazioni, i centri
estivi, gli eventi ecc.
Non sono mancate ovvio le difficoltà e gli innumerevoli imprevisti ma sapevo che potevo contare
su persone competenti ma soprattutto su persone amiche.
Di momenti significativi ce ne sono stati tantissimi e sarebbe per me impossibile sceglierne
qualcuno per spiegarlo. Posso dire però che ogni momento era un momento significativo perché a
lungo andare avrebbe portato con sé un ricordo, un significato che ho indelebile nella mia
memoria.
Per me fare il servizio civile ha completamente stravolto in positivo la mia vita.
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Mi ha aperto gli occhi sul mondo, mi ha cambiata come persona e mi sento di dire che mi ha
cambiata in meglio. Mi ha dato la possibilità di sperimentarmi e di essere me stessa, mi ha fatto
scoprire cose nuove e conoscere persone eccezionali.
Del Servizio Civile mi rimarrà un anno ricco di emozioni, di sorrisi, di pianti e di persone incredibili.
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IL MONDO DELLE DIVERSE ABILITÀ MI HA
DAVVERO COLPITO NELL'ANIMO

Martinucci Silvia

Anno di servizio 2011-2012

Sede di servizio e ambito: Comune di San Pietro in Cariano ; ambito Anziani e Disabili
Circa due anni prima del conseguimento del diploma di scuola superiore cominciai a riflettere
sull'avvenire, sui miei sogni ed obiettivi di vita poiché sentivo poco "mio" il percorso intrapreso al
tempo, non adatto e non adeguatamente stimolante.
Cercai quindi di focalizzarmi sul contesto più consono e venni a conoscenza della possibilità di
partecipare al bando di concorso del servizio civile nazionale.
Una volta ottenuta la maturità col titolo di "ragioniere perito commerciale e programmatore",
senza indugi mi iscrissi alla candidatura per I'anno 2011.
Dopo la selezione, nel mese di gennaio 2011 iniziai il servizio con la prevista ed utilissima
formazione teorica, la quale mi consentì di aver conferma mano a mano che quest'ambiente era
interessante, appropriato per le mie caratteristiche ed indole, probabilmente anche per le
capacità.
Contestualmente si proponeva anche il timore di non essere pronta a relazionarmi con soggetti
cosi sensibili, particolari, in un certo senso "indifesi" quali anziani e disabili poiché non avevo mai
affrontato né vissuto esperienze simili di persona.
L'approccio dei primi momenti fu basato su una certa timidezza. Introversa, non avvertivo la
sicurezza nell'affrontare i compiti assegnati e mi approcciavo alle attività con cautela.
Man mano che si e fortificata la conoscenza degli utenti - e guadagnandone la fiducia giorno dopo
giorno - ho davvero imparato cosa significasse vivere con un deficit e dover dipendere da qualcun
altro. L'ambiente era molto vario: comprendeva sia utenti che affrontavano la situazione con piglio
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e serenità sia altri con meno carica, ottimismo e "coscienza di sé", che necessitavano di
un'assistenza continuativa.
I miei principali compiti quotidiani erano: animazione all'interno del centro diurno per anziani
(lettura dei giornali, attività di stimolo e sollecitazione delle funzioni cognitive anche attraverso
I'aspetto ludico ricreativo, bocce, bowling ecc..); svolgere la mansione dei pasti a domicilio ed il
servizio di accompagnamento per anziani e disabili (passeggiate al parco, giro per i negozi..);
praticare sport assieme ai diversamente abili all'interno di un gruppo in palestra (percorsi di
animazione e giochi di squadra).
Soffermandomi oggi ad analizzare l'anno di SNC, ammetto senza indugi che ha avuto la qualità per
nulla trascurabile di accrescere la fiducia in me stessa e nei miei mezzi (autostima), la capacità di
rendermi disponibile, I'essere responsabile e più matura, il sentirmi utile.
Inoltre mi ha reso conscia dell'organizzazione di un ambiente di lavoro che richieda spirito di
adattamento, attenzione e quotidiana flessibilità, I'operato in team, la collaborazione con
supervisori, OSS, operatori socio sportivi, familiari coi quali stabilire un dialogo costruttivo di
scambio di informazioni, suggerimenti, consigli, indicazioni da accogliere con piglio ricettivo ed
"umile".
L'esperienza con il mondo delle diverse abilità mi ha davvero colpito nell'animo tantoché ho poi
proseguito come volontaria presso la palestra CSI di San Pietro in Cariano (nell'ambito del Progetto
"La Grande Sfida Handicap & Sport"), partecipando pure alle entusiasmanti uscite, tornei ed eventi
esterni.
Quando ho del tempo libero torno ben volentieri a trovare gli anziani del centro diurno.
Ritenendo di aver inquadrato la strada per il mio futuro, ho attualmente intrapreso il percorso di
studi e tirocini al fine di ottenere la qualifica di operatore sociosanitario (OSS) ed operatore socio
sportivo (OSP), quest'ultima presso il CSI di Verona.
Al di là del mio vissuto scolastico e lavorativo, è mio desiderio sottolineare ed evidenziare che un
anno di SNC può dare molto sotto il profilo professionale ma soprattutto umano, stabilendo e
fortificando le relazioni interpersonali.
Può far capire senza maschere i valori spontanei ed essenziali, quanto possiamo essere sensibili,
responsabili, maturi, utili. Soprattutto quanto bene, serenità, positività, ottimismo possiamo
infondere al prossimo e di riflesso a noi stessi.
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HO SCOPERTO “UN ALTRO PAESE”

Una volontaria

Anno di servizio 2006-2007

ambito Minori
Come non avere un ricordo positivo del Servizio Civile?!
Mi ero laureata da non molto tempo, ma a dire la verità non ero molto convinta di voler lavorare
come assistente sociale e così attraverso l’anno di servizio civile mi presi un anno per riflettere su
“cosa fare da grande”.
Il servizio l’ho svolto collaborando con l’ufficio socio-educativo: oltre ad effettuare trasporti,
essere presente nei centri educativi pomeridiani e conoscere le varie realtà educative presenti sul
territorio, l’attività più interessante è stata osservare il lavoro dell’assistente sociale e
dell’educatrice, che mi ha aiutato a far luce e ordine nei miei pensieri per il futuro.
Un aspetto di rilievo è stato svolgere il servizio nel Comune dove abito: ho scoperto “un altro
paese”, un paese che non avevo mai conosciuto pur essendoci nata e cresciuta. Ho incontrato
realtà che spesso si possono conoscere solo se si oltrepassa la porta di quell’ufficio. Situazioni di
disagio e di sofferenza, ma anche persone che attraverso la loro professione attivano ogni tipo di
risorsa possibile per affrontare i problemi di famiglie in difficoltà.
Un altro dettaglio della mia esperienza, quello che più mi sta a cuore…(e non è solo un modo di
dire…): l’anno di servizio l’ho iniziato a settembre del 2006, ma in realtà avevo fatto richiesta
anche l’anno precedente: purtroppo (anzi…per fortuna!) dopo la visita medica che viene richiesta,
non ho potuto proseguire perché ho dovuto risolvere problemi di salute abbastanza seri di cui non
avvertivo sintomi…ma che si sono risolti proprio perché scoperti attraverso quella visita! Diversi
medici mi hanno detto: “Sei stata fortunata a dover fare quel controllo!”
Cosa mi è rimasto di quell’esperienza: è rimasta l’ amicizia delle persone conosciute in quell’anno,
è rimasto e il desiderio di prendersi cura degli altri (senza trascurare sé stessi), è rimasta la voglia
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di dire grazie a chi a suo tempo mi ha invitato a partecipare al bando, è rimasta la voglia di invitare
tutti i giovani a fare questa esperienza!
E quindi posso solo dire….GRAZIE Servizio Civile!!!
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MI SONO SENTITA MOLTO UTILE

Arianna Dompieri

Anno di servizio 2007-2008

Sede di servizio e ambito: Comune di Bardolino, ambito minori
Stavo concludendo i miei studi e avevo pensato di propormi come volontaria durante l'anno che
mi separava dalla tesi.
Devo dire che il Servizio Civile è stata una piacevole scoperta: ero all'interno del progetto "Giocare
per educare", area minori: ero a strettissimo contatto con l'educatrice del mio comune di
residenza, insieme mettevamo a punto le attività pomeridiane, i centri ricreativi, gli appoggi
scolastici: per i bimbi delle elementari organizzavamo pomeriggi di giochi e compiti, spazi molto
utili soprattutto per le mamme che lavorano; per i ragazzi delle scuole medie invece offrivamo sia
pomeriggi ricreativi, sia, per chi aveva problemi nella resa scolastica, appoggi personalizzati di
gruppo oppure anche singoli. Nel periodo estivo invece ho preso parte al centro estivo per ragazzi
durato tutto il mese di luglio: è stato molto divertente perchè abbiamo organizzato anche diverse
uscite e visite nei dintorni.
Stare per un anno intero a contatto con i bambini e con i ragazzi adolescenti mi ha fatta diventare
più paziente, più spiritosa, sicuramente ho imparato tanto da loro, mi sono sentita molto utile
soprattutto nelle situazioni più problematiche e serie, ma ho anche saputo godere dei momenti di
gioco e di divertimento con loro.
Consiglio a tutti i ragazzi e le ragazze che ne hanno la possibilità di fare questa esperienza: ci si può
prendere un anno per fare qualcosa di diverso, per rendersi utili agli altri, per fare nuove e
interessanti conoscenze e amicizie, così è stato per me e sicuramente è stata un'esperienza che mi
ha arricchito molto e che mi porterò dentro.
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ASCOLTARE È GIÀ DIVIDERE IL DOLORE

Un volontario

Anno di servizio 2005-2006

ambito minori
Cosa significava per me il servizio civile-prima di farlo? Avendo raggiunto la maggiore età nel 1999,
quando la chiamata alla leva era ancora una possibilità tangibile e temuta, il servizio civile
significava obiezione di coscienza, antimilitarismo, in un certo senso nuotare controcorrente.
Quando davvero feci domanda (nel 2005 mi sembra) tutto questo era ormai lontano anni luce,
sostituito da un esercito volontario e da altrettanti volontari progetti nel sociale. Rimaneva in piedi
l’idea fondante: mettersi al servizio degli altri, dedicare un anno ad una comunità, ad un gruppo di
persone.
Iniziai ad ottobre, insieme a due colleghe del mio comune. Progetto Play Rec, rivolto ai bambini.
Non avevo molta esperienza e in un primo momento fui abbastanza intimidito: interi pomeriggi a
tenere a bada un gruppo di 20 adolescenti, molti con situazioni familiari devastate, altri appena
arrivati da luoghi e culture lontane. Si fecero giochi, compiti, qualche abbozzo di dibattito. C’era
una ragazzino a cui mi ero molto affezionato. Un passato agghiacciante aveva eretto una barriera
tra lui e i suoi coetanei. Fummo in un certo senso complici: mi raccontò cose atroci che non avevo
sentito mai e mi fecero paura. Imparai che molto spesso non c’è bisogno di prescrivere terapie,
soluzioni o strategie: ascoltare è già dividere il dolore, allontanarlo, ammansirlo. Nel gruppo si
passava velocemente da questo ai compiti, ai giochi, alle ramanzine, alle feste di compleanno. Lo
spirito si esercitava ad incontrare le esigenze più insolite: poichè ognuno di noi viene da un
contesto ben preciso, non è sempre facile incontrare chi non ne condivide i tratti, le atmosfere.
Ma quando si crea uno spazio di accoglienza, sia mentale che fisico, allora il miracolo è compiuto,
e la vita non è più un percorso su binari obbligati. Per me il servizio civile fu questo, e molto altro.
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C’era bisogno di sostituire il collega che si occupava degli anziani, mi feci avanti in barba a tutte le
regole che volevano che seguissimo progetti diversi. Fu fantastico. Passavo a distribuire pasti caldi
ad un gruppo di anziani del paese, casa per casa. Le brevi discussioni che riuscivamo ad imbastire
erano compendi di vita vissuta: dispiaceri, solitudini, amori, desideri erotici, magagne, dottori
incompetenti, mutande raramente sostituite, stralci di poesiole su pezzi di carta luridi, Rita Dalla
Chiesa alla televisione e un gatto che reclamava la sua parte di rancio, iniezioni d’insulina, patenti
da rinnovare, foto di figli e di genitori, cani, a volte anche mucche.
Quando tutto questo finì mi fu naturale trovare vie parallele: continuai a occuparmi di anziani, poi
lavorai con dei ragazzi disabili, feci l’insegnante di sostegno. Ora mi occupo a tempo pieno di
progetti educativi nei paesi in via di sviluppo.
Il percorso che mi ha portato qui non è nato solo dal servizio civile, ma quando ripenso a
quell’anno rivedo i miei sentieri interrotti ricomporsi in un’unità di fondo. Per me il servizio civile
fu un’occasione fondamentale per conoscere me stesso, il mondo, e capire quale potrebbe essere
il mio piccolo ma importante ruolo su questa terra.
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LAVORARE PER FARE DEL BENE

Zeni Anna

Anno di servizio 2006-2007

Sede di servizio e ambito: Comune di Pastrengo, ambito minori
Il motivo per cui ho deciso di intraprendere l'esperienza del SCN, appena finite le scuole superiori,
lo ricordo come se fosse oggi: sentivo la necessità di rendermi utile alla comunità. Sapevo che ne
avrei ricavato una ricchezza di spirito che l'andare all'università o l'iniziare a lavorare non mi
avrebbero dato... E così, feci tutto il necessario per poter iniziare. Ricordo ancora la forte carica ed
emozione del momento in cui mi hanno detto che ero rientrata tra i volontari.
La parte formativa iniziale è stata bellissima, ho conosciuto un sacco di ragazzi come me, e con
alcuni abbiamo instaurato un rapporto durato nel tempo, ma soprattutto mi si è aperto un
mondo! La formazione mi ha dato una serie di informazioni interessanti e a me sconosciute fino a
quel momento su tutto ciò che può riguardare il “sociale”, oltre alla percezione di quanto l'equipe
organizzativa del SCN ami il proprio lavoro, poiché sono in grado di far passare un positivo e
piacevole senso di responsabilità e la voglia di essere portatori protagonisti di opere di bene,
pensate per gli altri.
Il servizio vero e proprio è stato ugualmente entusiasmante... ho conosciuto tante persone che
lavorano in questo settore e me ne hanno fatto innamorare, famiglie e realtà che non conoscevo,
e che prima di allora giudicavo troppo in fretta, e poi la parte migliore: lavorare per fare del bene!
Ogni minima cosa che dovevo fare, dal semplice volantinaggio al portare cibo alle famiglie in
difficoltà, mi faceva tornare a casa la sera con un senso di pace con me stessa, una sensazione di
benessere per me indescrivibile.
Il servizio l'ho svolto nel mio paese... non so se sia stato meglio o peggio. A dire il vero ero
disponibile ad andare anche in altri comuni e seguire altri ambiti, ma è stato bello rendersi utile
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per il proprio paese, credo sia stato per me il periodo in cui, più di ogni altro, ho sentito di far parte
davvero della comunità del posto in cui vivo.
In tutto ciò ero magnificamente supportata dalle mitiche Francesca e Chiara, all'epoca
rispettivamente educatrice e assistente, che non mi utilizzavano solo come supporto alla
fotocopiatrice (devo dire che all'inizio temevo ciò!) ma mi hanno davvero “sfruttata” per i più
svariati compiti, e addirittura accompagnata in quelle che erano le loro attività, in modo da
mostrarmi cosa trattano esattamente i Servizi Sociali. Sarò sempre grata a entrambe per avermi
fatta sentire parte integrante e importante del loro lavoro.
Il momento più intenso o significativo? Devo dire che non saprei quale citare... Ho conosciuto
diverse culture anche semplicemente portando a casa i bambini dopo scuola: dal bere il vero té
marocchino al giocare alla versione polacca della nostra briscola... tutto ciò rimanendo nel Paesino
di 2.500 abitanti scarsi in cui vivo...
Allo scadere dei 12 mesi del servizio, ricordo il dispiacere del non poter proseguire con questa
esperienza, confortato dal senso di ricchezza e appagamento che avevo ricercato, e che avevo
trovato.
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GRAZIE AGLI ALTRI SI RIESCE A CAPIRE
MEGLIO SE STESSI

Kuzminac Mija

Anno di servizio 2010-2011

Sede di servizio e ambito: Comune di Peschiera del Garda, ambito minori (progetto
Regionale)
Dopo aver finito l’università mi sono ritrovata davanti al grande dilemma del “e adesso cosa
faccio?”. Non avendo ancora voglia di “diventare grande” e di scegliere una direzione lavorativa
precisa, ho deciso di dedicare un anno della mia vita al Servizio Civile.
Credo che nella vita che vale la pena di essere vissuta, sia fondamentalmente uno scambio di
esperienze,valori, emozioni ed energia e i regali spesso è più bello darli che riceverli.
Quindi mi sono messa in gioco in quest’ambito che mi incuriosiva e in cui non avevo
esperienza...ad oggi direi di aver fatto la scelta giusta visto che è diventato il mio lavoro!
Fin da subito l’esperienza è stata entusiasmante, entrare nel mondo frenetico dei servizi mi è
piaciuto subito, essere affiancata ad educatori molto competenti e disponibili mi ha permesso di
capire in fretta la struttura e il funzionamento del sistema complesso e organizzato dei servizi
socio-educativi, ma soprattutto ho da subito adorato trascorrere del tempo con i bambini e con gli
adolescenti: creare a poco a poco una relazione, condividere momenti importanti e giocare con
loro è stata un’esperienza che ha realmente arricchito la mia crescita personale.
Inoltre ho potuto beneficiare di un’ottima preparazione che i referenti del Servizio Civile hanno
organizzato per noi, una ventina di volontari distribuiti in vari comuni dell’Ulss 22: grazie ad
interessanti e indispensabili incontri di formazione siamo diventati un gruppo unito e nonostante
lavorassimo in luoghi diversi, ogni due mesi c’è stata data la possibilità di confrontarci sulle nostre
esperienze.
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Il Servizio Civile offre un modo per mettersi alla prova attraverso una quotidianità preziosa, è una
magnifica esperienza di vita e di crescita personale e paradossalmente, nonostante l’obiettivo sia
quello di aiutare gli altri, in realtà è grazie agli altri che si riesce a capire meglio se stessi, i propri
limiti, le paure e le capacità, l’aiuto diventa bidirezionale.
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
(Marcel Proust)
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GRAZIE

Zambon Angela

Anno di servizio 2012-2013

Sede di servizio e ambito: Comune di Pescantina, ambito anziani - disabili
Ciao mi chiamo Angela e ho scelto di dedicare un anno al servizio civile in quanto desideravo
ampliare il mio bagaglio di esperienze nell’ambito educativo (quello per il quale ho studiato) e
migliorare così il mio curriculum vitae.
Ho avuto la possibilità di fare moltissime esperienze nuove, ho lavorato con gli anziani (e per me
era la prima volta) e coi disabili, ma anche coi bambini. Insomma non ho avuto il tempo per
annoiarmi! Ho imparato cose utili per il mio lavoro, e anche ad affrontare gli imprevisti e le
difficoltà. Ho conosciuto gente che mi ha dato la possibilità di crescere professionalmente e che è
stata per me un modello sotto il punto di vista professionale e umano.
L’ultimo giorno di servizio è stato davvero molto emozionante: i disabili del centro diurno mi hanno
preparato un regalo e una lettera che hanno letto a voce alta per me; gli anziani mi hanno salutata
calorosamente e ai servizi sociali mi hanno ringraziata per il mio servizio, dandomi tanta
soddisfazione. Mi sono sentita davvero utile agli altri, e valorizzata.
È stato un anno importante per me.
Grazie
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BASTA UN “NIENTE” PER ESSERE FELICI

Marconi Alice

Anno di servizio 2007-2008

Sede di servizio e ambito: Comune di San Pietro in Cariano, ambito disabili
Ricordo con molta emozione il giorno in cui decisi di intraprendere questo importante percorso che
mirava innanzitutto a favorire la realizzazione di un principio solidale e sociale tra i giovani, dando
loro la grande possibilità di dedicare parte della propria vita a se stessi e soprattutto agli altri.
Ricordo la possibilità di scegliere tra due proposte di progetti: “ Un anziano per amico” e “Senza
barriere”. Il mio cuore senza pensarci mi disse “Senza barriere”… E allora con un po’ di ansia,
paura, ma anche con tanta voglia di scoperta il viaggio iniziò…
Per me questa è stata una lezione di vita e non lo dico perché ormai è passata, ma perché mi ha
aiutata a crescere, a credere in me stessa, alle mie possibilità, a poter dire “IO CE LA FACCIO” anche
se in passato mollavo già in partenza. Certo, probabilmente, o anzi sicuramente questa
consapevolezza e forza che è esplosa dentro di me si è scatenata grazie a tutte quelle persone che
per dodici mesi mi sono state vicine e mi hanno sempre sostenuta e consigliata: Assistenti sociali,
Operatrici socio sanitarie, Educatori. Ma soprattutto un enorme ringraziamento lo dedico a loro,
alle persone che hanno dato un reale senso a ciò che vivevo e facevo: i disabili e gli anziani, che
con i loro gesti, il racconto del loro vissuto, le loro parole o semplicemente un loro sorriso mi
hanno fatto capire che basta un “NIENTE” per essere felici.
Ho avuto la possibilità di “ toccare con mano” situazioni delicate che non avrei mai pensato di
poter vivere!
Aver investito un anno della mia vita a questo progetto mi ha dato l’occasione, non solo di venire a
contatto con nuove realtà e persone, ma di aver preso consapevolezza delle mie energie, proposte,
il mio umile aiuto, le mie capacità, disponibilità, pazienza e soprattutto sensibilità di essermi
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valorizzata come persona e, cosa più importante, di aver messo un “qualcosa” di veramente
indimenticabile e magico nel mio bagaglio personale.
C’è chi vive per la fama, il potere, la ricchezza,
c’è chi vive per un sorriso o un semplice gesto d’affetto,
ma ciò che ci accomuna è questa disperata ricerca della felicità.
La felicità ha sempre un sapore diverso.
Oggi io ho apprezzato il gusto della
semplicità della vita
e la gioia di una piccola grande
“emozione”
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CITTADINANZA ATTIVA

Ricci Annachiara

Anno di servizio 2003-2004

Sede di servizio e ambito: Comune di Sona, ambito cultura
Appena scoperti i bandi di selezione per prendere parte al Servizio Civile Volontario, non ho esitato
e mi sono subito interessata circa le modalità di partecipazione. E’ stato molto semplice e
soprattutto molto costruttivo! L’opportunità è stata messa a disposizione ai giovani dai 18 ai 26
anni per dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidale- sociale.
Il Servizio Civile Volontario era organizzato in 4 progetti: il progetto “Peter Pan” dedicato all’area
minori, “Spazio Ragazzi”, “Evergreen” a sostegno degli anziani e il progetto culturale “Minerva” al
quale io ho preso parte.
Il progetto è iniziato il 1° dicembre 2003. Nelle prime due settimane ho partecipato ad incontri di
formazione assieme ai volontari degli altri progetti; accompagnati dai tutor, abbiamo visitato i vari
centri operativi per avere un primo approccio ai servizi e creare una identità di gruppo tra noi
volontari. Dopo essere stata valutata dai tutor, mi è stata assegnata come sede operativa la
Biblioteca Comunale di Sona.
La mia presenza presso questa sede ha reso possibile una maggiore apertura al pubblico della
biblioteca, la realizzazione di nuove attività di avvicinamento alla lettura, l’organizzazione di visite
guidate che hanno favorito la conoscenza dei valori artistico-culturali del territorio, il supporto
nell’organizzazione di manifestazioni e spettacoli, che nel periodo estivo hanno richiesto un
impegno più consistente (serate musicali in villa, rassegne teatrali e mostre).
Ho sostenuto l’operatore per potenziare e migliorare i servizi.
Gli scopi e gli obbiettivi del progetto Minerva sono stati la valorizzazione e la promozione del
sistema delle biblioteche e dei luoghi di interesse culturale del territorio.
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A tal proposito, durante l’anno di volontariato, ho partecipato ad incontri di formazione con
docenti che hanno esposto le caratteristiche storico-culturali delle Pievi romaniche del territorio. In
un secondo tempo ho potuto approfondire al meglio la descrizione della Pieve romanica di San
Quirico di Sona al fine di organizzare visite guidate che hanno avuto grande successo.
La mia esperienza ha avuto una forte valenza educativa e formativa, mi ha permesso di crescere
personalmente offrendomi l’ opportunità di prendere parte alla cittadinanza attiva, di aggiungere
un'esperienza qualificante al mio bagaglio di conoscenze umane e realtà lavorative.
Il Servizio Civile Nazionale consente agli enti accreditati di avvalersi di personale giovane e
motivato, che, stimolato dalla possibilità di vivere un'esperienza qualificante, assicura un servizio
continuativo ed efficace. L'utilizzo dei volontari del servizio civile attiva un rapporto privilegiato con
i ragazzi che, dopo i 12 mesi di servizio, tendono in genere a mantenere contatti collaborativi con
l'ente. Questo è stato il mio caso: per i successivi due anni, infatti, ho continuato a prestare servizio
presso la biblioteca di Sona provvedendo all’apertura pomeridiana della Sala Lettura di Lugagnano,
prestando il servizio bibliotecario al pubblico consistente nell’iscrizione degli utenti al Sistema
Bibliotecario Provinciale, nell’effettuazione di prestiti e restituzione dei libri, nonché nell’assistenza
ai lettori.
Questa esperienza la consiglierei sicuramente ai giovani motivati che vogliono in qualche modo
rendersi utili al prossimo e allo stesso tempo desiderano accrescere la propria conoscenza nei
diversi ambiti e nelle diverse tematiche.
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PORTERÒ SEMPRE UN BELLISSIMO RICORDO

Serpelloni Jessica

Anno di servizio 2010-2011

Sede di servizio e ambito: Comune di Sant’Anna d’Alfaedo, ambito minori (progetto
Regionale)
Il mio ricordo del servizio civile è splendido, una magnifica esperienza che consiglierei a tutti di fare
e provare. Le motivazioni principali che mi hanno spinto a cominciare sono state soprattutto il
voler aiutare le persone in difficoltà e mettermi in gioco, vedere se ero in grado di aiutare anch’io
qualcuno come alcuni conoscenti fanno abitualmente. Essendo anche donatrice di sangue dall’età
di 18 anni era per me un pretesto in più per far qualcosa.
La mia esperienza è stata sia con gli anziani, i quali dovevano esser accompagnati al mercato del
paese, dal dottore, in farmacia, al supermercato... insomma le piccole cose di ogni giorno che però
senza l’aiuto di qualcuno, oppure senza i mezzi per arrivarci erano ostacoli assai grandi per loro.
L’altra esperienza è stata con i bimbi, dove mi ero molto affezionata e che ancora loro a me!! Alla
mattina facevo il giro con il pulmino, per i bimbi dell’asilo e li si accompagnava a scuola, poi
durante la giornata aiutavo alcuni bambini con difficoltà a fare i compiti alla scuola elementare e il
mercoledì invece si mangiava tutti insieme con i ragazzi delle medie: si preparava la tavola, si
pulivano le verdure, si cuoceva la pasta, come una grande famiglia. Dopo aver pranzato si iniziava a
fare i compiti e finito quelli un paio di ore di gioco collettivo: all’inverno si andava in palestra, dove
si faceva un’ora di gioco libero e l’altra ora di gioco insieme (calcio, pallavolo, basket..) cercando il
più possibile di omogeneizzare le squadre, facendo giocare tutti, e accontentare un po’ i gusti dei
ragazzi/e.
Nel pomeriggio ritornavo a fare il giro con il pulmino per i bimbi dell’asilo.
Finite le scuole, oltre al rimpianto dell’esperienza passata e di non poter più vedere tanti bimbi, ai
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quali mi ero affezionata tantissimo, come loro a me, c’era anche la presenza incombente della
conclusione del mio servizio.
Per fortuna che con l’arrivo dell’estate sono arrivate alcune novità: il Grest parrocchiale, dove
aiutavo nel pomeriggio per i preparativi dei lavoretti e in Agosto “La Zattera” aiuto compiti per i
ragazzi delle medie, dove oltre a organizzare i compiti per le vacanze estive, si ritagliavano alcuni
stralci di divertimento con giochi educativi.
La mia è stata un’esperienza stupenda, porterò sempre un bellissimo ricordo dell’anno trascorso
nel servizio civile, esperienze, che come detto all’inizio la propongo a tutti i ragazzi.
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NON SAREI DOVE SONO SE NON FOSSI
PASSATA DA LÌ

Bianchi Sabrina

Anno di servizio 2003-2004

Sede di servizio e ambito: Comune di Sommacampagna, ambito minori
Ho fatto il servizio civile per pura casualità...ho visto il volantino nella sala d'attesa del mio medico
curante..avevo appena terminato gli studi magistrali e da poco iniziato la facoltà di scienze dell'
educazione...non ero convinta della scelta fatta...quando ho visto il volantino del servizio civile mi
sono detta “Perchè no?” l'ho colta come un'opportunità per capire se ero tagliata per il lavoro in
ambito educativo e per arrotondare viste le ingenti spese che comporta l'università.
E' stata un'esperienza fantastica...
Un anno sicuramente impegnativo, facevo
30 ore settimanali (che in estate tra grest ed
animazione parchi giochi salivano a 38...) e studiavo nei week end...
ho conosciuto delle persone eccezionali con cui ancora ora ho rapporti amicali e professionali...
Al termine di quell'esperienza mi è stato chiesto di continuare a lavorare in quel centro...e lì sono
rimasta per 8 anni...
Tuttora sono convinta che non farei questo lavoro e non sarei dove sono se non fossi passata da lì...
Per concludere vorrei citare la frase che si trovava su quei volantini( vediamo se me la ricordo..):
“Servizio civile, una scelta che cambia la vita, la tua e quella degli altri”....per me è stato così....
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SEMPRE PIÙ PRONTI
A NON ESSERE PRONTI LA PROSSIMA VOLTA

Guasti Simone

Anno di servizio 2012-2013

Sede di servizio e ambito: Comune di Castelnuovo del Garda, ambito anziani-disabili
Caro volontario del futuro…
Correva l’anno 2012, l’occhio attento dell’allora Imperatore Massimo Chiara Giacopuzzi vegliava
sulle giovani vite di un scarsa cinquantina di aspiranti volontari del Servizio Civile Nazionale. Vi
scrivo dal passato, se leggete questa lettera vuol dire che sono riuscito a spedirla nonostante la mia
pigrizia. La storia che sto per raccontare è una storia travagliata, con ostacoli e non pochi colpi di
scena. Sconsigliata a chi piacciono le storie lineari o quelle col lieto fine forzato, ma soprattutto è
sconsigliata a chi non vuole sporcarsi le mani. Quanto segue è dato da mie congetture personali,
poco piacevoli forse inesatte ma sicuramente sentite, vere quanto l’eccezione che conferma la
regola. Io personalmente, come la maggior parte dei volontari del futuro, ho usato questo bando
per assicurami un anno di ministipendio , non sarò certo qui a dirvi col senno di poi che
l’esperienza è stata sempre piacevole, che il rapporto con le Olp sarà sempre idilliaco e né che vi
manterrete con questo lavoro, queste cose ve le diranno in molti e ripeterle non ha senso visto che
ogni uno incontrerà difficoltà e scelte diverse a voi sta solo capire le regole del gioco e scegliere
fino a che punto rispettarle. Io non sono una persona buona, né una persona caritatevole, io credo
poco all’altruismo credo nell’ostentazione e credo nell’ipocrisia curativa di certi atteggiamenti che
ci fanno perdonare agli occhi del nostro più severo giudice, noi stessi. Io personalmente vengo
dalla sezione anziani disabili, scelta per due motivi; 1) è molto più facile essere presi perché
diciamo che è la parte scomoda, quella che nessuno vuol fare in sostanza, 2) per il fatto che è la
parte che analizza più da vicino la parte finale della vita, gli ultimi momenti di una persona. La
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morte diventa il tema principale in un modo o nell’altro. Avrete a che fare da vicino con i 4
principali tipi di morte che riscontrato; la morte che spaventa chi l’attende, la morte che spaventa
te, la morte che gli altri invocano, e la morte che tu invochi per loro ( poi dipende da voi quanto
avvicinarvi e rischiare di essere ripresi per il troppo coinvolgimento). Per ogni uno di questi casi tu
sarai impreparato, inadatto e non qualificato per far fronte allo stesso; esattamente come nella
vita. Io trovo eccitante il fatto che l’avvenimento che più terribilmente ovvio e misterioso della vita
possa essere visto e sperimentato da così vicino e in così tanti modi diversi. L’opportunità di
familiarizzare con questo processo è un’opportunità che la società occidentale è restia dal dare,
l’inevitabile momento viene non solo demonizzato ma viene cancellato dalla vita delle persone, sin
da bambino ti abituano a pensare che vivrai per sempre e fanno scappare o adottare
misteriosamente i tuoi criceti a sconosciuti da un momento all’altro. L’altro lato di questo lavoro la
vicinanza con persone che fanno affidamento su di te, troverai il tizio che si sfoga con te per
l’inefficienza del servizio, quello che ti scoppia in lacrime appena sei da solo con lui per finire con
quelli che faranno leva sui tuoi sentimenti per ottenere assistenza extra lavorativa in preda alla
disperazione. Io ho usato queste persone per allenarmi ad interpretare le esigenze emotive che
servivano in quel caso, il cosa volevano sentirsi dire che collide col cosa sarebbe stato d’aiuto dire.
Ogni giorno dovreste ripetervi le priorità e fin dove si vuole arrivare indipendentemente dalle
regole. Personalmente ho trovato utilissimo allenare fino allo stremo il cinismo interiore, e con
interiore intendo che giustifichi a noi stessi eventi spiacevoli con una razionalizzazione vista in terza
persona e non andare a fare battute alla vedova in lacrime capiamoci! Intendo saper affrontare in
maniera lucida e distaccata ma con una tranquillizzante empatia una situazione dove le persone
attorno a te tentano di trascinarti nel baratro delle autocommiserazioni o del panico. Io, come
ripeto sono un amante dell’analisi della sofferenza umana, e mi piace acquisire informazioni sul
come affrontare le situazioni future, trovo quasi avvincente il poter sfiorare assieme a qualcuno il
famoso fondo del barile di cui tutti parlano. Il degrado, le disabilità più pesanti e la vicinanza
all’attraversamento del celebre fiume danno uno spettro di situazioni molto ampio che ti danno la
possibilità di diventare più forte e sempre meno timorato da quella brutta parola che ti insegnano
a detestare e perché no, scendendo un po’ nel tono ad alto contenuto di glucosio, ad affrontare e
utilizzare meglio il tempo che ci separa dalla grande fine nonché unico istante che da valore alla
nascita. Perversioni sulla morte a parte, vi troverete ad toccare con mano i buchi della nostra
maglia sociale, dove si manifesteranno frequentemente abusi del servizio, vizi burocratici e
arrangiamenti strampalati per sopperire ad essi. Infatti il servizio civile serve soprattutto a
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tamponare le carenze dei comuni che nonostante l’impegno (dipende da comune e comune) non
riescono a far fronte alle innumerevoli esigenze dei contribuenti, il volontario si troverà spesso tra
l’incudine e il martello, verrà sbattuto di qui e di là, un giorno a fare ore in più per non far saltare i
servizi e l’alto a riordinare un archivio per noia. Poi si dovrà prendere confidenza anche con la
nostra fallibilità e soprattutto tenerne conto essendo preparati a rimediare o lasciare un margine di
errore tale che i servizi più urgenti e delicati vengano prima di quelli meno impellenti. Io
nonostante la mia proverbiale puntualità (ironia che la direzione potrà confermare) mi è capitato di
lasciare a piedi qualcuno o di mancare ad un paio di appuntamenti, in questo caso si tenta di
chiedere scusa, ma non troppo, e di giustificare quanto basta, sembra una sciocchezza ma mi son
reso conto che non è semplice da gestire; anche perché lavorando con le persone dirette ogni
errore si ripercuote inevitabilmente sulla persone personalmente facendo passare anche brutti
pomeriggi a innocenti che hanno la sola colpa di capitare sull’agenda vicino ad impegni che
occupano troppo posto nella tua tabella di marcia. Sempre su questo punto vorrei attirare
l’attenzione sul fatto che non sarete in un centralino o protetti da un apparecchio, ma le persone
saranno coinvolte personalmente, dunque gli errori saranno affronti personali e il dovere sarà un
favore personale, questo la doppia lama che implica il lavorare a contatto con la gente. Ora
concludo con il fatto più importante che ci riguarda da vicino, il cosa rimane a noi una volta finita.
Che lo si voglia o no le persone che noi incontriamo e con cui interagiamo interagiscono e
modellano anche noi, infatti ci si affezionerà alla gente, ci si rattristerà per la loro dipartita e si
diventerà sempre più pronti a non essere pronti la prossima volta. Insomma si diventerà un super
mammifero, sempre più flessibile adattabile e disinvolto nelle avversità, dove perlomeno si rinvierà
la visitina di nonno Darwin alla nostra porta! E più ci si sporcherà le mani e si gioirà nell’essere
sorpresi da imprevisti e più avremmo l’aspetto bianco candido delle volpi antartiche che sfuggono
allo sguardo del falco, a dispetto delle nostre cugine più scure e visibili. Io l’ho vissuta in maniera
umanamente strumentale. Ora a voi la parola.
Ps: So che sarà difficile ma dovrete distaccarvi il più possibile dal fattore denaro in rapporto alle
prestazioni, tanto ci sarà sempre un bimbo in Tailandia che cuce palloni che prenderà più di voi,
dunque è inutile star li a lamentarsi ed è meglio farsi vedere volenterosi in modo da lanciare l’esca
per un qualche possibile lavoretto dopo l’anno di servizio.
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UNA MESSA IN PROVA COSTANTE

Brunetti Francesca

Anno di servizio 2006-2007

Sede di servizio e ambito: Comune di Sommacampagna, ambito minori
Quando mi hanno parlato di fare un anno di Servizio Civile il mio primo pensiero è stato: perché
no? Stare con i bambini mi piaceva ed ero in cerca di nuovi stimoli, sia dal punto di vista
professionale che personale, e avevo voglia di dedicarmi a qualcosa che mi avrebbe impegnata sul
serio, mi avrebbe fatta sentire veramente utile a qualcuno, al mio prossimo. Non sapevo ancora a
cosa sarei andata incontro perché testimonianze di quest’esperienza non ne avevo lette, ma
effettivamente non le avevo nemmeno cercate.
Quando ho cominciato la formazione mi sono subito resa conto che “l’avventura” che stavo per
iniziare mi avrebbe dato tanto ma allo stesso tempo mi avrebbe anche chiesto tanto, molto, per
una come me che fino a poco tempo prima difficilmente si esponeva e aveva spirito d’iniziativa.
Era il momento di fare una scelta: rimanere o lasciare?
Sono rimasta.. e sono stata felice di aver fatto la scelta giusta!
L’anno di Servizio Civile mi ha “obbligata” a mettermi in gioco e poco alla volta ho capito che non
dovevo farmi sorprendere dagli eventi o spaventare dalle difficoltà che avrei incontrato: ho capito
che in quest’ultime avrei dovuto cercare le opportunità nascoste, quel che c’è di buono da
imparare per crescere e migliorarmi.
Per me l’anno di Servizio Civile è stato una messa in prova costante e non finirò mai di consigliarlo
a tutti, perché mi ha reso più consapevole delle mie capacità e limiti, e mi ha fatto capire che non
devo farmi bloccare da quest’ultimi.
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OFFRIRE UNA PARTE DI SÈ

Bertoldi Stefano

Anno di servizio 2007-2008

Sede di servizio e ambito: Comune di Sommacampagna, ambito minori
Sono trascorsi ormai quasi cinque anni dal termine del mio servizio civile. Se ne sente parlare
tanto, e spesso, quando viene pubblicizzato, si dice che sia un'esperienza così significativa da poter
lasciare un segno indelebile nella vita. Posso affermare che guardando la mia vita ora è stato
proprio così. Ma andiamo con ordine.
Nel settembre del 2007, dopo l'estate del mio esame di maturità ed un lavoro stagionale, mi
ritrovo a dover decidere che strada iniziare a percorrere; e si sa che in quella fase della vita le
possibilità sono davvero tante. In quei giorni mi arriva una lettera che mi invita ad intraprendere un
anno di Servizio civile a contatto con i minori. Ne avevo sentito parlare molto di questa possibilità,
ma ammetto che non l'avevo mai presa seriamente in considerazione, anche perché non sapevo
della possibilità di farla in quel particolare ambito. Mi sono confrontato con un amico che ne
sapeva qualcosa di più, ho partecipato ad una riunione di presentazione e ho deciso di imbarcarmi
in questa magnifica avventura.
Abbiamo iniziato con un mese di formazione generale dove ci siamo incontrati con tutti i ragazzi
che hanno scelto di provare questa esperienza e successivamente ci siamo immersi nelle realtà dei
comuni ai quali eravamo stati destinati.
Mi ritengo fortunato ad esser capitato in un ambiente fortemente stimolante, circondato da
persone competenti e ricche di passione, che fin dal primo istante mi hanno trasmesso la loro
voglia di fare ed energia. Sono stato affiancato ad educatori dai quali ho potuto apprendere le
tecniche e le difficoltà di una professione tanto affascinante quanto complessa. E il mio ruolo era
proprio quello di poter sperimentare senza mai esser lasciato solo, e con persone che
monitoravano passo passo il mio percorso.
Ho dato tutto quello che potevo, mettendoci il mio tempo, la mia dedizione e il mio impegno; ma a
distanza di anni posso confermare che quello che ho ricevuto da bambini, famiglie e colleghi, è
stato molto molto di più.
E' stata un'esperienza che mi ha permesso di crescere dal punto di vista umano e anche
professionale. Quando all'inizio dicevo che poteva cambiare la vita, nel mio caso è stato proprio
così: terminato l'anno ho iniziato a lavorare per una cooperativa come educatore e ho intrapreso
un percorso di studi attinente. Ora sono laureato in scienze dell'educazione e lavoro felicemente in
questo ambito da quasi cinque anni.
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Concludo col dire che, nonostante il mio esempio di persona che ha intrapreso questa strada ed ha
continuato a percorrerla, il servizio civile è un'esperienza unica ed arricchente anche per chi poi
decide di proseguire su altri percorsi. Lavorare a contatto con le persone e offrire loro una parte di
sé, è un qualcosa che ti segna e rimane per sempre.
Quindi auguro a chiunque di poterlo sperimentare.
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QUALCUNO MI STAVA ASPETTANDO

Begali Jessica

Anno di servizio 2012-2013

Sede di servizio e ambito: Comune di Vigasio, ambito anziani - disabili
Inizialmente, quando ho cominciato il mio anno di servizio civile, non ero perfettamente sicura di
come sarebbe stato prendersi cura della persone anziane e disabili poichè la paura di sentirsi
inadeguati o non all'altezza era veramente tanta. Allo stesso tempo però quest'idea di acquisire
una nuova esperienza da poter poi raccontare ad altri mi ha spinta a dire: proviamoci, sarà un anno
comunque speso bene.
Ed eccomi allora alle prese con questo compito impegnativo (ma allo stesso tempo pieno di
soddisfazioni) che è stato quello di supportare le persone anziane e disabili, accompagnandole
nelle passeggiate, svolgendo commissioni o semplicemente chiacchierando con loro.
Certo, i momenti difficili ci sono stati, come quando non sapevo come consolare una persona in
carrozzina che avrebbe voluto scendere le scale di casa da sola senza bisogno di una pedana o
dell'ascensore, come quando ho provato disagio e difficoltà ad entrare in un negozio privo di uno
scivolo adibito ai disabili o come quando ho toccato con mano la solitudine che prova una persona
anziana che sente la mancanza dei figli, che lamenta ogni giorno un nuovo dolore, fisico e
psicologico.
Tuttavia questa mia inesperienza iniziale, questa mia paura di deludere le mie e le altrui aspettative
ha lasciato subito il posto a una bellissima sensazione: ho cominciato a sentirmi davvero utile. Utile
per me stessa perchè mi sentivo importante per il compito che stavo svolgendo, ma soprattutto
utile PER GLI ALTRI.
Ogni giorno mi svegliavo con la consapevolezza che qualcuno mi stava aspettando con ansia perchè
rappresentavo per queste persone la figura di un'amica, di una nipote, di una figlia e spesso perchè
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no, anche di una psicologa.
Questo percorso che ho svolto mi ha aiutata davvero molto e in modo particolare la parte teorica
che si è svolta per un mese prima di iniziare ad operare con il progetto presso il proprio comune.
Infatti, oltre ad apprendere molto per quanto riguarda il relazionarsi con persone con problemi
(siano essi fisici o psichici) con lezioni mirate, abbiamo avuto la possibilità di imparare nozioni di
pronto soccorso presso la sede della croce verde e queste lezioni sono state davvero molto
interessanti.
In conclusione consiglierei a tutti di svolgere un anno di servizio civile perchè è sicuramente da
considerarsi un anno di lavoro svolto non solo per sè stessi e le proprie ambizioni personali, ma
soprattutto (e parlo in particolare per l'ambito anziani e disabili) è un anno passato a regalare gioia,
sollievo, aiuto e amore a chi è meno fortunato di noi.
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PUNTO CARDINE: METTERSI AL SERVIZIO
DEGLI ALTRI

Un volontario

Anno di servizio 2010-2011

ambito minori
Dopo un anno tormentato, perso per vari motivi, decisi di iscrivermi al bando per il Servizio Civile
regionale. Compilai il bando, feci dei colloqui e mi presero. Scelsi subito di lavorare nell’ambito dei
minori; questo perché venivo già da diverse esperienze positive vissute nella mia parrocchia (campi
scuola, grest ecc.).
Fui affidato al comune di Pastrengo, un posto nuovo, mai visto prima, ma proprio perché era
nuovo, ero contento e non vedevo l’ora di cominciare!. Dopo un periodo di formazione cominciai il
mio servizio a Pastrengo. Conobbi l’educatrice di Pastrengo e l’assistente sociale, che si rivelarono
molto disponibili e aperte a lavorare. Queste figure mi aiutarono a costruire un buon clima anche
con gli altri membri del comune!.
Il mio servizio è cominciato un po’ in sordina ma poi è partito alla grande. Svolgevo: appoggi
educativi a scuola, a domicilio, anche in comune per due volte alla settimana. Ho anche effettuato
il trasporto di un ragazzo autistico: questa era la mia prima esperienza, ma grazie al suo operatore,
e facendo delle ore anche a scuola, imparai, vidi come si comportava ecc.
La cosa che mi piaceva di più erano gli appoggi educativi a scuola, che si svolsero per un periodo
abbastanza lungo (4 mesi, per due volte alla settimana). L’andare a scuola, vedere quella marea di
ragazzi, bambini, mi piaceva!! Dopo i compiti svolti insieme, c’era la ricreazione!! E anche lì, mi
piaceva stare in mezzo a quei bambini. In particolare, in questi appoggi educativi a scuola seguivo:
una bambina di 3 elementare straniera, un’altra di 1 elementare. Era bello quando riusciva a
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scrivere bene una parola o leggere bene!!
Negli appoggi invece pomeridiani, che si svolgevano a scuola, 2 volte alla settimana, c’era il tempo
dei compiti (dalle 14.30 alle 16), e poi il momento del gioco, fino all’arrivo dei genitori.
Finito il periodo scolastico cominciai, insieme all’educatrice e altri animatori (senza dimenticare
un’altra giovane del Servizio civile Nazionale, che mi affiancò da Gennaio) a preparare in CER:
Centro estivo ragazzi. I preparativi furono lunghi: sistema, sposta, prepara,… tutto per creare al
meglio il centro estivo. Il Cer durò 5 settimane: dall’ultima di giugno alla prima di agosto. Fu
un’esperienza incredibile, un qualcosa che non si può descrivere!. È stato bello, troppo bello. In
questo CER condivisi tanto: affetto, simpatie, allegrie, pace, serenità. È stato il mio habitat
naturale!.
Io mi occupai dell’ambito musicale: bans, balli di gruppo, casse, microfono ecc, ma avevo anche un
gruppo di bambini da seguire (meno male!) , i più piccoli. Organizzavo, insieme agli altri animatori
laboratori ludici, giochi.
Finito il centro estivo, ho comunque mantenuto dei contatti con l’educatrice, e la collega del SCN.
Il Servizio civile mi ha dato tanto. Il mettersi al servizio degli altri è stato il punto cardine. È vero
che viene data una retribuzione a chi fa il Servizio civile, ma l’importante è come lo si fa e come ci
si approccia.
Per me fare Servizio Civile ha significato un mettersi in gioco, per il bene degli altri ma anche, di
conseguenza per sé stessi!. Di sicuro, (almeno questo è il mio punto di vista), il Servizio Civile fa
bene; perché chiarisce un attimo le idee, apre la testa, il cuore, soprattutto verso chi è più in
difficoltà. Lo stare vicino a quei bambini, ragazzi, l’aiutarli, mi riempiva l’animo di un qualcosa che
no si può descrivere.
Di questa esperienza fatta, mi è rimasto l’amicizia con i colleghi del comune, che ogni tanto passo a
salutare, come detto, mi sento ancora con Valentina del SCN; e dopo questa esperienza mi sono
iscritto all’università: Scienze dell’educazione e sono al 2° anno. Ho deciso di iscrivermi in questa
facoltà grazie al sostegno e all’esperienza fatta svolgendo il servizio Civile. Mi è rimasto anche il
rapporto di simpatia con alcuni bambini di Pastrengo e Piovezzano, che durante l’estate nel corso
del CER passo a trovare. Sicuramente è un’esperienza che consiglio di fare
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ANNO MOLTO INTENSO, RICCO,
IMPEGNATIVO MA ANCHE DIVERTENTE

Una volontaria

Anno di servizio 2011-2012

ambito minori
Ho scelto di fare il Servizio Civile in minima parte perchè ero alla ricerca di un lavoro ed occupare al
meglio il mio tempo, ma i motivi principali sono stati per fare una nuova esperienza, per la voglia di
portare avanti ed approfondire la mia passione per i bambini, per la curiosità di conoscere e vedere
da vicino come sono gestiti i servizi sociali.
Ho potuto infatti capire come lavorano educatori ed assistenti sociali e scoprire una nuova realtà
che assolutamente nemmeno immaginavo.
Sono stata inserita in vari servizi, venendo in contatto con bambini dagli 0 ai 3 anni, bambini della
scuola primaria e ragazzi della scuola secondaria di primo grado, e in attività creative che mi hanno
permesso di fare cose nuove, sviluppare la mia fantasia e le mie capacità manuali, tornando così un
po' bambina, e anche di divertirmi.
Quando ho cominciato avevo un po' di timore perché non sapevo con precisione cosa avrei fatto,
ma comunque ho cominciato con grande entusiasmo che è andato crescendo man mano che
scoprivo nuove realtà.
E' stato un anno molto intenso, ricco, impegnativo ma anche divertente, in cui ho coltivato rapporti
umani con colleghi, persone del settore e naturalmente con i bambini.
Questa esperienza ha significato molto perché ha confermato la mia passione e mi ha permesso
proprio di inserirmi in questo settore. Attualmente infatti ho la possibilità di fare ciò che amo, cioè
un lavoro a contatto con i bambini e le loro famiglie.
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Mi sono rimasti tanti bei ricordi, ho conosciuto tante persone, sono cresciuta professionalmente e
personalmente e sono contenta di aver avuto questa occasione.
Sicuramente se potessi la rifarei!
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LA PAROLA AGLI OLP
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MAESTRO DI BOTTEGA

Benedetti Davide

Educatore presso il Comune di Sant’Anna d’Alfaedo
Le dimensioni che si intrecciano in una esperienza di Servizio Civile sono molteplici.
Dal punto di vista dell’Operatore Locale di Progetto ne ritengo significativa una in particolare:
essere come un maestro di bottega.
Per il volontario, infatti, è l’occasione di mettersi in gioco, di mettersi a fianco, di dedicare un lasso
di tempo abbastanza prolungato, di osservare, di crescere progressivamente nelle competenze e
nella possibilità di fare esperienze.
Per quei volontari che hanno intrapreso studi inerenti al sociale è stato anche, me lo auguro,
“imparare il mestiere”. Per gli altri è stato comunque immergersi in un mondo utile per la loro vita
futura e al contempo per il territorio.
Quanti di noi, nonostante le innumerevoli occasioni di contatto quotidiane, portano in sé una
esperienza limitata di cosa vuol dire “famiglia” oppure “educazione”? Lo si scopre solo durante e
dopo una esperienza che permette di osservare e agire con intenzionalità educativa nei contesti
comunitari e familiari. E maggior consapevolezza significa anche più senso critico, più libertà di
scelta.
Un anno che può cambiare la vita, come recita lo slogan, magari non in maniera eclatante o
spettacolare, ma certo in modo efficace e nella fatica del quotidiano.
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