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Care lettrici, cari lettori, un altro anno è volato... Un anno ricco di

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Care lettrici, cari lettori, un altro anno è volato... Un anno ricco di
Maggio-Giugno 2016
Anno N.3
www.istitutobandini.it
Esente da autorizzazione C.M. n.242 2/9/1988
Care lettrici, cari lettori,
Un cammino particolare
un altro anno è volato... Un anno ricco di incontri, di
letture, di scambi, di cui abbiamo cercato, almeno in
parte, di fare tesoro nelle pagine del nostro giornalino.
Grazie a tutti quelli che anche quest'anno hanno messo
a disposizione della “Biblioteca di Sallustio” il loro
tempo, la loro fantasia e la loro passione per la lettura
e la scrittura. Un impegno che è stato premiato dal
Lions Club International con il simbolico dono di un
libro per i nostri giovani redattori, in occasione
dell'incontro Il 1946, le Donne, la Repubblica, tenutosi
nell'aula magna del nostro Istituto il 10 marzo scorso.
Per congedarci prima di queste vacanze ormai
imminenti, abbiamo voluto farvi una sorpresa: il
contributo che uno scrittore affermato ci ha inviato per
la rubrica Il topo di biblioteca. Si tratta di Eraldo
Affinati, brevemente presentato da una nostra
redattrice in testa alla recensione del suo romanzo Vita
di vita.
In questo ultimo
numero, con la
rubrica L'angolo
della poesia, fa
poi ingresso nel
giornalino il tema
della pace, che
speriamo di poter
sviluppare
il
prossimo anno.
Anche
il
“Bandini”
è
diventato infatti una delle “100 scuole per la pace e la
fraternità”, che il 9 ottobre 2016 prenderanno parte alla
Marcia della Pace PerugiAssisi” (si veda lo spazio
dedicato nel sito del nostro Istituto), alla quale vi
invitiamo a partecipare numerosi.
Ma intanto, come ricorda la poetica immagine scelta
per la rubrica Bibliopolis, prima di partire, non
dimentichiamo di aggiungere almeno un libro alla
valigia delle nostre vacanze...
Filomena Giannotti
Ci sono letture che, forse, più di altre educano nel
difficile e faticoso cammino della vita e aiutano a
trovare o a ritrovare se stessi, a crescere e maturare per
raggiungere l’autenticità e, con essa, altri uomini.
Un nuovo Umanesimo è, oggi, necessario. Ma quale?
Quello dei classici antichi, dei filosofi esistenzialisti e
marxisti, o quello della tradizione ebraica e cristiana?
L’interrogativo resta aperto. Senza dubbio, ognuno
deve scegliere la propria via e perseguirla con
risolutezza.
Un piccolo capolavoro, dono
prezioso, può suggerire a tutti
noi
questo
itinerario
pedagogico, educativo per
aprirsi al mondo, agendo con
responsabilità,
senza
desiderio di potenza. È Il
cammino dell’uomo, edito per la
prima volta nel 1948 all’Aia,
del filosofo Martin Buber,
impegnato, durante la sua
vita, nella costruzione della pace tra ebrei e palestinesi,
e conoscitore dei maestri chassidici (esponenti di quel
movimento religioso ebraico a carattere mistico, sorto
in Polonia alla metà del sec. XVIII). Il libro raccoglie
racconti che “parlano al cuore di ogni uomo e
obbligano a pensare”, a rispondere alle grandi
domande di senso, al “Dove sei nel mondo?”. Il
racconto chassidico insegna che l’uomo è chiamato a
non sfuggire alle responsabilità della propria vita e,
solo “se non si nasconde a se stesso, può iniziare il suo
cammino”. Si tratta di “un cammino particolare”,
perché “con ogni uomo viene al mondo qualcosa di
nuovo che non è mai esistito, qualcosa di primo e
unico, e ciascuno è tenuto a dar corpo a questa unicità
e irripetibilità, non invece a rifare ancora una volta ciò
che un altro - fosse pure la persona più grande - ha già
realizzato”. Ci ricorda che è la diversità degli uomini,
ovvero la differenziazione delle loro qualità e delle
loro tendenze, che costituisce la straordinaria risorsa
del genere umano.
In un mondo che pare regredito agli istinti primordiali,
pensare a se stessi e alla propria salvezza non è la via
1
giusta, ma mero egocentrismo. Una lezione da
imparare perché “la nostra vita possa diventare
cammino”.
Alessandra Gentili
degli anni Novanta, “Millionaire”, mi aveva riservato
una rubrica. Qualcuno sostiene che per questo ha
chiuso, però a me dava gusto: mi faceva sentire
importante. Tante grandi, piccole soddisfazioni
culminate con la
pubblicazione di
un romanzo. Ho
persino pensato
di poter fare lo
scrittore! Beh….
non esageriamo.
Ora la lettura per
me è uno svago
imprenscindibile.
Il libro mi fa compagnia in tante occasioni. Non sono
mai solo. E la solitudine non sempre è piacevole. Il
libro è diventato un compagno fedele, altruista e
stimolante. Un compagno che mi consente
continuamente di crescere, anche se sono già
grandicello! Difficilmente chi non legge, leggerà questo
scritto, ma è proprio a loro che lo vorrei dedicare: non
sapranno mai cosa si son persi! Chi ama la lettura, di
contro, lo invito a continuare: un libro sarà un amico
fedele, vi darà stimolo a confrontare le idee, al libro
potrete raccontare i vostri segreti, certi che non li
confiderà mai a nessuno.
Mario Scaccia
Per chi non legge...
“Capra! Capra! Capra!” Non è l’urlo sgraziato di
Sgarbi verso il malcapitato di turno. Capra, una vera
capra, con rispetto per il grazioso ovino, ero io ai tempi
del liceo scientifico. Penso che non sia esistito mai
allievo più ignorante di me, soprattutto ai tempi del
biennio. Non sapevo niente di niente. Non avevo idea
di chi fosse Hemingway o Salvator Dalì, men che
meno Montale o Calvino. Mi avessero detto che erano i
componenti dei Beatles ci avrei creduto senza battere
ciglio. L’unica mia passione era il calcio giocato:
giocavo in una squadretta di calcio amatoriale e mi
interessavo di Fiorentina, sapevo tutto di Pagliari e
Sella, due dei suoi giocatori, ma niente altro. E per me
era tanto! Il mio mondo finiva a Trequanda, e mai e
poi mai avrei pensato di uscire dai confini del
Granducato di Toscana.
A ripensarci ora mi vergogno come un cane, sempre
con rispetto verso la bestiola. Non so come, ma riuscii
a finire gli studi, senza mai essere rimandato. I
miracoli, quelli terreni, esistono! Mio padre,
carabiniere, sperava, per il pargoletto, un futuro da
ufficiale, non sapendo che mai avrei sopportato la dura
vita dell’Accademia militare, fatta di obblighi, di ore di
studio e di massacranti prove fisiche. Non era per me,
con grande delusione per il genitore. Di leggere libri
proprio non ne volevo sapere.
Finito il liceo, non avendo null’altro da fare, m’iscrissi
all’università. Ero consapevole che potesse essere,
come poi si rivelò, interessante, anche se di studiare
proprio non avevo voglia. Se nel frattempo avessi
trovato un lavoretto, tanto di guadagnato. Iniziai a
frequentare le lezioni. Durante una pausa ed un’altra,
colloquiando con i miei pari corso, mi accorsi di
quanto fossi inadeguato. I miei compagni sapevano
tutto di tutto: di economia, politica, persino di sport,
compreso il calcio. E ne sapevano più di me, informati,
come erano, dai quotidiani sportivi. Io NIENTE.
Dovevo sempre stare zitto, non potevo mai dire la mia,
semplicemente perché non avevo alcuna idea su
niente. Capii che così non poteva andare. Mi recai in
biblioteca e chiesi un libro di lettura. Il bibliotecario mi
chiese quale. “Uno”, risposi. Sul bancone c’era Donne
di Bukowski e me lo porse.
Da allora iniziai a leggere e non mi sono più fermato.
Ho scoperto quanto fosse bello ed interessante leggere.
Leggere di tutto, a condizione che mi appassionasse.
La lettura di libri mi ha permesso di crescere, di
confrontarmi con me stesso, di formare una mia
coscienza critica e di acquisire la convinzione di poter
dialogare con chiunque, esprimendo senza paura le
mie idee, che pian piano venivano a formarsi. La
lettura mi ha permesso di fare il salto e diventare un
uomo, non un semplice bambolotto privo di
cognizioni. Mi ha permesso di scrivere per quotidiani:
ho avuto esperienze per “La Nazione” e per alcuni
giornali locali. Ho scritto per “Autosprint”. Un mensile
Con un po’ di filosofia
Per essere padroni di se stessi
L'ultimo numero di quest'anno è dedicato ad
uno dei più grandi filosofi del XIX secolo: Arthur
Schopenhauer. Figlio di un ricco banchiere di Danzica,
Schopenhauer ebbe un'educazione europea, viaggiò in
vari Paesi, si istruì nelle lingue e letterature moderne
non meno che in quelle antiche, avendo così la
possibilità di evadere dalla vita “provinciale” che
conducevano molti tedeschi (anche se coltissimi) di
quel tempo. Il fallito tentativo di iniziare la carriera
dell'insegnamento non servì che a rivelare
l'incompatibilità del suo carattere con la cultura
accademica, dalla quale si distaccò molto presto.
Schopenhauer prese a vivere come libero studioso e a
sviluppare i temi della propria filosofia, già tutti
indicati nell'opera del 1818, Il mondo come volontà e
rappresentazione. È infatti la volontà il punto centrale
del
pensiero
di
Schopenhauer,
o
meglio,
l'interpretazione della realtà profonda come “volontà”.
Volontà da intendersi, però, non come volontà
deliberata, che si proponga uno scopo e punti
coscientemente alla sua realizzazione, bensì come
tendenza, originariamente inconsapevole. La volontà
così intesa, si manifesta sotto forma di realtà
particolari, sensibili, e queste costituiscono “il mondo
come rappresentazione”.
Schopenhauer, dopo il suo fallimento accademico,
detestò fortemente la “filosofia dei professori”, che gli
appariva vuota ostentazione. L'insuccesso letterario
delle sue opere, benché brillanti, lo accomuna ad
alcuni dei più grandi scrittori del XX secolo. Uno di
questi è Italo Svevo, che dalla sua filosofia riprende
l'intrigante aspetto della critica degli “autoinganni”,
quegli alibi che ogni individuo tende a creare dentro di
2
sé. In parole povere si dice che non si può fare
qualcosa, mentre in realtà non la si vuole fare. E a
quanti di noi almeno una volta nella vita è capitato di
trovarsi di fronte ad un autoinganno per evitare
qualche compito noioso o un'uscita con un amico che
non volevamo vedere? D'altra parte, però, l'essere
umano non è perfetto, può solo guardarsi dentro e
cercare di fare del suo meglio riguardo le emozioni che
prova, accettandole: “essere consapevoli di ciò che si
prova dentro di sé, senza sentirsi sbagliati, è il passo
fondamentale per essere padroni di se stessi”.
Margherita Capannoli
V TUR
Elisabetta Costa, che nelle ultime settimane si è messa
all’opera, in collaborazione con l’Ateneo della Danza,
su un ambizioso progetto di espressività corporea e
teatrodanza, una forma particolare di teatro, che
privilegia l'espressione del corpo rispetto a quella
letteraria. Il teatro, così come la danza, sono del resto
due forme d'arte che da sempre hanno un posto
privilegiato nella letteratura: basti considerare
l’importanza della danza in romanzi del calibro di
Anna Karenina o Il Gattopardo, oppure pensare a scritti
come Il sergente nella neve di Rigoni Stern o Notre Dame
de Paris di Hugo da cui sono state tratte opere teatrali
(la prima, che nell'edizione Einaudi del 2001
comprendeva una postfazione dello scrittore Eraldo
Affinati, è una pièce di Marco Paolini).
Nel corso di questo progetto, abbiamo avuto così
l’opportunità non solo di conoscere alcuni danzatori di
alto livello, che ci hanno aiutati mostrandoci alcuni
esercizi utili a migliorare il controllo del nostro corpo
nello spazio, ma anche e soprattutto di confrontarci
con un’esperienza per la maggior parte di noi nuova e
appartenente ad un campo del tutto inesplorato.
Si è trattato di un’occasione unica per il
raggiungimento di una più profonda conoscenza di
noi stessi e della nostra interiorità, che ci ha offerto la
possibilità di comprendere meglio il modo con cui ci
rapportiamo agli altri e quanta fiducia siamo disposti a
dare, utilizzando il linguaggio del corpo come mezzo,
al fine di vivere meglio con noi stessi e di migliorare il
nostro rapporto con la classe e con la società in
generale, un problema centrale nella vita di molti
adolescenti.
Lorenzo Gelli
V RIM
Ciak, si legge!
“Entrerai nelle città di carta e non tornerai
più indietro”
Margot e Quentin sono due adolescenti che vivono ad
Orlando, in Florida, dove frequentano l'ultimo anno
delle superiori. Quentin è stato amico di Margot fin da
bambino, ma con il passare degli anni la loro amicizia
è andata sfumando. Alla vigilia del diploma, Margot si
presenta alla finestra di Quentin e lo trascina in una
notte piena di avventure, tra vendette, scuse e
momenti speciali. La mattina dopo, quando tutto
sembra andare per il meglio, Margot sparisce. La
ragazza è spesso sparita per affrontare viaggi pieni di
avventure, che hanno sempre affascinato Quentin, in
giro per gli Stati Uniti, per poi tornare dopo diversi
giorni. Questa volta, però, Quentin è convinto che lei
stia veramente fuggendo da Orlando, da lei definita
"Città di carta" perché fondata sulla falsità e
sull’apparenza, cioè solo su due dimensioni. Così
Quentin parte con i suoi amici, alla ricerca di indizi,
come quelli lasciati da Margot nei suoi viaggi
precedenti. Alla fine di questo viaggio, alla ricerca
forse anche di loro stessi, riescono a trovarla. Quentin
parlerà per l'ultima volta con lei, consapevole del fatto
che entrambi dovranno prendere strade diverse.
Il film, uscito nel 2015,
presenta alcune differenze
rispetto al libro scritto da
John Green, pubblicato nel
2008 da Rizzoli. Ma sia il
libro che il film riescono a
rendere
partecipe
il
lettore/spettatore della vita
dei protagonisti, a fargli
comprendere l'importanza
dell'amicizia e dell'amore e,
forse,
anche
a
farlo
riflettere sulla forza dei
pregiudizi, buoni o cattivi che siano.
Alessia Sela
III AFM
La parola all'immagine
Da Dante a Dalì
Abbiamo visto raffigurare scene del viaggio spirituale
di Dante da artisti celebri come Sandro Botticelli,
Gustave Dorè e William Blake, i quali hanno
rappresentato fedelmente i tre regni danteschi.
Meritano, allo stesso modo, le 100 xilografie
rappresentanti la Divina Commedia realizzate dal
pittore spagnolo surrealista Salvador Dalì, tra il 1951 e
il 1960, in vista del 700º anniversario dalla nascita di
Dante Alighieri. Le illustrazioni sono tornate in
esposizione l'anno scorso presso il Palazzo Medici
Riccardi a Firenze per celebrare i 750 anni dalla nascita
del poeta fiorentino.
Il tipico gusto di Dalì
per
il
macabro
e
l'inverosimile,
gli
sconfinati paesaggi che
trasportano
in
un
mondo onirico, le figure
molli
e
le
forme
grottesche danno vita ad
una Divina Commedia
moderna
ed
innovativa.
Ad
esempio,
nell'illustrazione
del
Vado a teatro
Il teatrodanza e la “lettura” del corpo
Che cosa succede quando dei comuni ragazzi di quinta
superiore, che magari non hanno mai ballato prima al
di fuori di una discoteca, incontrano dei ballerini
professionisti? Ha deciso di scoprirlo la professoressa
3
canto XIX, qui riportata, emerge efficacemente la
crudeltà del tormento infernale al quale sono
sottoposti i simoniaci, coloro che nel Medioevo
facevano mercato delle cose sacre e che, nella terza
bolgia dell'ottavo cerchio, sono costretti a stare
conficcati in buche nel terreno da cui emergono solo i
piedi, eternamente bruciati da una fiammella. Dalì
mette infatti in risalto la pena dei dannati, ponendo al
centro un masso di pietra dal quale escono i piedi
piegati o stirati come se cercassero di spingersi fuori.
Al contrario, Dante, come quasi in tutte le illustrazioni,
è di dimensioni molto ridotte e volto di spalle, come se
l'autore volesse farci entrare nella rappresentazione e
percepire l'imponenza e l'orrore della pena. È in questo
modo che Dalì ripropone nuovi significati della Divina
Commedia e, con coraggio, esibisce la sua concezione
che probabilmente esprime al meglio l'aspetto onirico
e surreale dell'opera.
Teresa Bartalini
V TUR
vittime di quell’inferno.
Un uomo dall’animo forte e dal cuore grande, che ha
donato a noi ragazzi la sua storia, una storia che ci
porteremo dentro per sempre, perché mai più si
verifichi ciò che lui e tutti gli altri hanno passato.
Alessia Posticci
IV TUR
The foreign file
Welcome to Holland! Welcome to Italy!
From the 7th to the 14th of November 2015 and from the
12th to the 19th of March 2016 we were happy to spend
time with our Dutch exchange students from Silvolde,
first in Holland and then here in Italy.
We had a lot
of fun during
our
Dutch
week, going
to school by
bike (even in
the
rain!)
skating on an
ice
rink,
enjoying local
food such as
Kaas, Vla, Hagelslag, Pancakes. We also spent a
wonderful day visiting Amsterdam and in particular
Anne Frank's house and the National Rijksmuseum
(with its masterpieces by Rembrandt and Vermeer).
And what about the canal tour through Amsterdam at
night? A really magic moment...
During their time in Siena we organised various
activities, workshops about the Palio and its costumes,
wine and poetry and the Via Francigena, ending the
week with an afternoon of presentations. We also
cooked Italian food for them and spent an evening
eating and talking about the Palio in the Contrada of
the Civetta.
It was a great way to meet young students from
another country and learn about our different cultures,
while speaking a common language: English!
My schoolmates and I had a really exciting experience
this year and I would recommend all students to
participate in future exchanges.
Katerina Sacchetti
III A TUR
Lo scaffale di Anna Frank
Mai più - B7456
“Perché proprio io?”: una domanda, mille
interrogativi, una questione su cui si basa l’intera
esistenza e storia di un uomo, Sami Modiano, uno dei
sopravvissuti all’Olocausto, pronto a rivivere,
raccontando ai ragazzi, le atrocità vissute.
Il giorno 14 marzo,
in
rappresentanza
del nostro Istituto, ci
siamo recati all’UCI
Cinema di Sinalunga
per
assistere
ad
un’incredibile
e
toccante testimonianza da parte di Sami Modiano.
Anche se eravamo già parzialmente preparati a ciò che
ci aspettava, a seguito della lettura del suo romanzo
Per questo ho vissuto (Rizzoli, 2013), la commozione è
stata forte. Dall’infanzia a Rodi, fatta di giochi e di
feste, all’emanazione delle prime leggi razziali, che gli
impedirono di andare a scuola in quanto ebreo:
“Quella mattina, a Rodi, mi ero svegliato come un
bambino. La sera mi addormentai come un ebreo”. Poi
la deportazione, e quindi la separazione dalla sorella.
Forse il momento più intenso per noi è stato proprio il
racconto su sua sorella Lucia e su suo padre. Con sua
sorella Sami si “ritrovò” due o tre volte, e una di
queste lui le portò un pezzo di pane, e lei fece lo
stesso... “Anche in quelle condizioni drammatiche,
volle continuare ad essermi sorella e madre. In quel
momento capii fino in fondo, come forse mai avevo
fatto prima, l’amore che ci legava e l’affetto che lei
aveva per me”. Qualche incontro ancora e poi non la
vide più, e capì che non ce l’aveva fatta... Poco dopo se
ne andò anche il padre, il quale, prima di morire, disse
a Sami: “Tu non devi morire, tu ce la devi fare”. Poche
parole che però lo hanno aiutato a non mollare,
nonostante la fame, la stanchezza, il dolore, la morte...
Ma solo dopo anni, anzi decenni, dalla liberazione,
Sami è riuscito a capire perché è sopravvissuto: per
portare a tutti la testimonianza di ciò che ha vissuto,
per ricordare, per far rivivere tramite le sue parole le
Touraine et Toscane
Nel mese di
marzo
noi
studenti delle
classi 2B TUR,
3 RIM/AFM e
alcuni di 2B
AFM, 3 SIA,
3B TUR e 4A
TUR, siamo partiti per lo scambio culturale in Francia,
precisamente con il Liceo Choiseul di Tours.
Nonostante le ore interminabili di viaggio, siamo
arrivati entusiasti di iniziare questa avventura. È stata
una settimana molto divertente, che ci ha permesso di
conoscere nuove persone e nuove cose. La regione che
abbiamo visitato è magnifica e piena di storia che ha
4
molto in comune con la Toscana. In particolare, il
lavoro svolto si è incentrato sul Rinascimento e sul
rapporto tra Leonardo da Vinci e Francesco I, fra i
primi a iniziare gli “scambi culturali”.
La mattina di martedì 22 marzo, durante la colazione
svolta nella mensa della scuola, è venuta una
giornalista del quotidiano di Tours a farci qualche
domanda, per poi scrivere l’articolo qui di seguito
riportato.
Federica Lanza
II B FM
Mais à vous de les imaginer ou d'essayer cette
tentative de “sortir de chez-soi” pour les découvrir à
votre tour...
Je tiens à remercier Mme Tommasi et Mr Antipasqua
(le prof du lycée de Montalcino qui a accompagnés 14
élèves) sans lesquels nous n'aurions pu passer un
séjour aussi passionnant.
Amal Bahaeddine
III RIM
Que más se puede pedir?
Amistad, diversión,
cultura: éstas son las
palabras con las que
puedo describir este
intercambio con el
Colegio Aljarafe de
Sevilla.
Cuando
nosotros
fuimos a España hacía tanto viento que todos nos
resfriamos, pero esto no impidió realizar nuestras
actividades: fuimos de excursión a las ciudades de
Córdoba, de Cádiz y, por supuesto, de Sevilla, ¡una
ciudad más bonita que la otra!. Hemos tenido la
oportunidad de entender la historia y la cultura del sur
de España, además de usar la lengua que estudiamos.
De este viaje hemos realizado un vídeo para publicarlo
en la página web de nuestro Instituto y compartirlo
con nuestros compañeros.
En Italia pasamos una semana fantástica, aunque no
pudiéramos participar a todas las actividades.
Los españoles son un pueblo marchoso y alegre,
siempre dispuestos a divertirse. Cuando se fueron
todo el mundo lloró, fue verdaderamente fuerte el
vínculo que se creó, y hay estudiantes que se verán de
nuevo este verano.
Este ha sido mi tercer intercambio con la escuela y
tengo que decir que ha sido el mejor que he hecho:
espléndidos lugares, gente maravillosa y muy
disponible, buenas fiestas y música, ¿que más se puede
pedir?.
Marina Bastiani
IV RIM
Choiseul, lycée très ouvert sur l’Europe, reçoit cette
semaine 35 jeunes italiens. La langue de Dante et celle
de Molière se mêlent joyeusement, des liens d’amitié
se sont déjà tissés grâce à cet échange.
Dans la cadre de la mobilité des jeunes, le projet
financé par Trans’Europe Centre a permis à 35 lycéens
de la seconde à la terminale de se rendre à Sienne
début mars, accompagnés de leurs professeurs Anne
Paisant (italien) et Emmanuel Gagnepain (histoire-géo)
accueillis très chaleureusement par les familles des
élèves de l’Institut Bandini de Sienne et du lycée
linguistique Lambruschini de Montalcino, ils ont été
émerveillés par la beauté des paysages toscans.
Lorsque leurs professeurs Laura Tommasi et Giuseppe
Antipasqua leur demandent ce qui les étonne en
France, ils réspondent: «Les Français savent
correctement préparer l’expresso, mais ils mettent du
beurre partout!».
Touraine et Toscane ont bien des points communs et
c’est naturellement autour de la Renaissance que les
professeurs ont axé le travail des élèves italiens et
français, ceux-ci devant créer un journal de bord
numérique, à la suite de nombreuses visites orientées
sur l’évolution des forteresses aux châteaux.
Anne Paisant et Éric Gommé, proviseur, se disent très
satisfaits de tels projets: «Notre région est très liée à
l’Italie et ces échanges œuvrent pour développer
l’enseignement de l’italien. C’est dans cet objectif que
le lycée Choiseul a déposé sa candidature en vue de
créer une section européenne italienne».
Les échanges, échangent?
Tout ce projet et le travail de préparation, nos
délicieuses découvertes, photos et écrits sont visibles
sur une plate-forme virtuelle crée par le prof d’italien
Mme Paisant (www.padlet.com). Padlet nous a permis
de tisser des liens notamment avec nos correspondants
en France car, tout d'abord, nous avons fait
connaissance en nous échangeant de brefs textes,
ensuite, lors des visites, nous y avons écrit nos
impressions... Les français sur notre lycée et la ville de
Sienne, et nous sur la région visitée et les familles
françaises.
En plus des jours de visite, la valeur des échanges
culturels est, selon moi, une opportunité pour réaliser
de nouvelles rencontres, de connaître de nouveaux
amis, de vivre dans une autre famille en se plongeant
dans une culture “autre” que la nôtre. C'est même
l'occasion pour pratiquer pleinement la langue
française.... Faute d'espace dans ce journal, les
anecdotes qu'on ne peut pas raconter sont nombreux...
Unsere Woche in Deutschland
Letztes Jahr, am 5.
Dezember besuchten
wir die deutsche
Stadt Ettlingen im
Rahmen
eines
Schüleraustausches.
Es war die Zeit des
Weihnachtsmarktes.
Dieser Markt ist eine
deutsche Tradition. Dort gibt es Glühwein, Waffeln,
Lebkuchen und Souvenir. Wir haben Ettlingen mit
unseren Austauschpartnern besucht. Wir machten eine
Stadttour mit einem sehr witzigen Reiseleiter, der uns
sehr
gefallen
hat.
Wir
haben
uns
viele
Sehenswürdigkeiten angeschaut. Zum Beispiel
besuchten
wir
das
Ettlinger
Schloss,
den
Weihnachtsmarkt, eine schöne Kirche am Fluss sowie
die schönsten Straßen der Stadt. Am liebsten mochten
wir das wunderschöne Schloss, das im Jahre 1727
5
gebaut und dann in den Farben Weiß, Rot und Gold
gestrichen wurde. Vor dem Schloss gibt es einen
Brunnen mit einem Delfinsprinkler. Einer Legende
nach war dieser Brunnen an der Hochzeit einer
Prinzessin mit Wein gefüllt. Dieser Austausch hat uns
geholfen, nicht nur unser Deutsch zu verbessern
sondern auch die deutsche Kultur kennenzulernen.
Micaela Escoval e Sara Parigi
IV RIM
Senegal. Il ragazzo vi è tornato da poco; da quando è
venuto a sapere, infatti, che la madre Khalifa si trova lì.
Così Eraldo, assieme al suo amico e avvocato Gerry, li
raggiunge per incontrarli.
La natura selvaggia, la cultura, la religione, gli occhi
dei bambini, il colore della pelle affascinano da subito
Affinati, il quale si perde, costantemente, nei racconti
di quel popolo, appartenente ad una Terra ricca di
risorse, ma condannata, purtroppo ad un'estrema
povertà. L'autore descrive lo stile di vita nel piccolo
villaggio, stile ben diverso da quello europeo: pochi
viveri, mancanza di letti sui quali dormire, assenza di
corrente elettrica per gran parte del giorno, scarsa
igiene, ecc. Ma a Eraldo questo non importa; ciò che lo
rende felice è aver incontrato di nuovo Khaliq.
Durante la sua permanenza in Africa, Affinati
continua a tenersi in contatto, quando la linea
telefonica lo permette, con i suoi studenti di Roma. "A
professò, come stai? C'ho da sperà che stai bene perché
c'ho provato a richiamatte ma nun me pijava er
campo....". Uno tra questi è Kenan, un ragazzo
originario dell'Africa, ma perfettamente integrato nella
capitale, anche con il dialetto. Affinati ha assegnato
loro come compito estivo, quello di leggere delle
testimonianze di giovani militari, vittime della guerra.
Ed è così che le storie tutte diverse, ma allo stesso
tempo simili, si intrecciano tra loro, quasi a creare una
sorta di catena, proprio come il legame tra Khaliq e
Eraldo, un legame indissolubile. Il ragazzo saluta così
il suo insegnante: "Grande porof, questa vita di vita",
una frase priva di parole corrette, ma ricca di
significato.
Sara de Santis
IV TUR
L'angolo della poesia
Un inno alla pace
“Imagine no possession
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world”
Sono alcune schegge poetiche di
Imagine, un conosciutissimo
brano musicale dell'artista John
Lennon, pubblicato l'11 ottobre
1971. Visto da molti come uno
dei brani più belli della storia, è
anche considerato uno dei più
importanti inni pacifisti e in alcuni Paesi cantato come
ulteriore inno nazionale. In Italia la canzone raggiunse
all'epoca i primi posti nelle classifiche musicali e
diversi artisti, anche di un certo spessore, la
riproposero sia nella versione originale sia in italiano.
Nonostante i quarantacinque anni trascorsi, il suo
messaggio anti-religioso, anti-nazionalista, anticonvenzionale e anti-capitalista risulta ancora
terribilmente attuale, anche facendo riferimento
all'unica strofa qui riportata: siamo tutti un solo
mondo, un solo paese e un solo popolo.
Martina Guernieri
II B TUR
Il topo di biblioteca
Cari ragazzi e colleghi dell'Istituto
“Bandini”,
esistono i libri che si leggono una volta sola e quelli
che ti restano dentro come cicatrici interiori, fiamme
perennemente accese. Spesso ci ritorni: loro sono
sempre uguali. Tu invece non sei più lo stesso.
Ripercorri così le stagioni della
tua vita. Guerra e pace è stato
per me uno di questi libri: non
a caso ho esordito con Veglia
d’armi.
L’uomo
di
Tolstoj
(Marietti, 1992). Leggerlo in
gioventù
può
risultare
determinante. Ricordo che non
riuscivo a staccarmi dalle sue
pagine, giorno e notte.
Credevo di essere Andrej,
idealista kantiano, l’ufficiale ferito sotto il cielo di
Austerliz. Solo col tempo compresi che il mio
personaggio era Pierre: l’uomo che si sporca le mani
nella Mosca incendiata. Stavo dalla parte del generale
Kutuzov, anche se Napoleone mi affascinava. Tuttavia,
se avessi dovuto scegliere fra il vecchio generale stanco
e disilluso e il figlio dell’Illuminismo francese, non
avrei avuto dubbi: ero già segnato dal giudizio
sprezzante che Giacomo Leopardi aveva formulato nei
Letti e riletti
In viaggio verso la vita
Pubblicato nel 2014, Vita di vita è l'ultimo
romanzo di Eraldo Affinati, insegnante, fondatore
della "Penny Wirton", scuola gratuita per immigranti, e
autore di numerosi libri di
successo, tra i quali Bandiera bianca
(Mondadori, 1995), Secoli di
gioventù (Mondadori, 2004), La
Città dei Ragazzi (Mondadori,
2008), L'11 settembre di Eddy il
ribelle (Gallucci, 2011), Elogio del
ripetente (Mondadori, 2013).
In Vita di vita si sovrappongono
luoghi e storie; ma ad emergere è in particolare la
vicenda di Khaliq, ex studente di Eraldo e originario
della Sierra Leone. Nell'infanzia fu abbandonato dalla
madre in un campo profughi, dopodiché dovette
superare mille difficoltà per poter giungere in Europa.
Adesso, invece, ricorda Affinati, "sa fare i migliori
cappuccini di Roma". A fronte di una scommessa con
Khaliq, Eraldo decide di mettersi in viaggio verso Sare
Gubu (Gambia), un piccolo villaggio poco distante dal
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confronti delle “magnifiche sorti e progressive”. Da
ragazzo m’innamorai della principessina Maria, nel
momento in cui Nicola Rostov, con forza gagliarda, la
libera dall’assedio dei contadini. Natascia era perfino
troppo bella, quasi inavvicinabile.
Se oggi ripenso a quel
formidabile
romanzo,
prima
ancora
del
paesaggio russo, che ho
poi
realmente
conosciuto,
quasi
inseguendo l’emozione
letteraria, mi viene in
mente la stanza vuota della mia adolescenza, cioè il
luogo in cui divoravo l’opera. Si trattava di un Oscar
Mondadori in due volumi nella traduzione di Erme
Cadei, che ancora conservo quasi fosse il talismano dei
miei vent’anni: annotato, sottolineato, consumato.
Leggevo disteso a letto, ogni tanto mi alzavo e aprivo
la finestra: il panorama era triste. Un casamento
spoglio, grigio, privo di ogni attrattiva. Non avevo
amici. Non parlavo con nessuno. Avevo abbandonato
la pratica di qualsiasi sport. Lasciavo che le giornate
scorressero su di me rinunciando a fare progetti. Ero
stato conquistato dal genio di Tolstoj. Nel suo
capolavoro continuo a trovare ancora tutto quello che
la letteratura può concedere: un
mondo, uno stile, un modo di
essere. Alla fine i Rostov e i
Bolkonski si legano: Pierre e
Natascia, Nicola e Maria. Ma
soltanto nelle ultime pagine il
lettore comprende che queste
persone dovevano unirsi perché
congeniali. Tolstoj, che pure lo
aveva
previsto,
durante
la
narrazione finge di non saperlo.
Ancora oggi, nel momento in cui mi riaccosto al testo,
percepisco tale occultamento. È il segno della
grandezza.
Eraldo Affinati
- Al museo, contemplando un paesaggio di Munch:
“Ah ma lo conosco questo artista: è quello che ha
dipinto L'urlo! Come si chiama... Mucha! Conosco tutte
le opere, però non so gli autori!”
- Fra Cina e Mongolia si trova il deserto del Goblin (di
Gobi).
- Prof.: Parlami di Stonehenge.
Alunna: Era una persona importante nella storia
inglese...
- Prof.: Dove si trova Praga?
Alunna: Nel Galles? Però, prof., non lo posso sapere
così di botto in bianco!
A cura della classe V TUR
Librarsi
In questo numero vogliamo cogliere
l'occasione per ricordare, attraverso alcuni dei
suoi pensieri, uno dei più importanti uomini di cultura
contemporanei, Umberto Eco, scomparso lo scorso 19
febbraio, all'età di 84 anni.
"Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la
propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni. C'era
quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò
Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito. Perché la
lettura è un'immortalità all'indietro".
"L'amore vero vuole il bene dell'amato".
"L'assenza è all'amore come il vento al fuoco: spegne il
piccolo, fa avvampare il grande".
"La saggezza non sta nel distruggere idoli, sta nel non
crearne mai".
"L'umanità non
sopporta
il
pensiero che il
mondo sia nato
per caso, per
sbaglio,
solo
perché quattro
atomi scriteriati
si sono tamponati sull'autostrada bagnata. E allora
occorre trovare un complotto cosmico, Dio, gli angeli o
i diavoli".
Il bello della squola
- Leopardi amava molto i dolci, soprattutto
la piña colada (pinolata).
- Mastro don Gesualdo morì a Palermo, nel palazzo
del nuoro (genero).
- Andrea Sperelli, l'aristocratico esteta protagonista del
romanzo Il piacere di D'Annunzio del 1889, usciva (!)
contemporaneamente con due ragazze.
"I social media danno diritto di parola a legioni di
imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un
bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività.
Venivano subito messi a tacere: ora hanno lo stesso
diritto di parola di un Premio Nobel".
- Mattia Pascal fece una grossa vincita alla shot
machine (slot machine, ma in realtà era la roulette).
-Nei Quaderni di Serafino Gubbio operatore di Pirandello,
la tigre sbranò Aldo Nuti per fama (fame).
"Per non apparire sciocco dopo, rinuncio ad apparire
astuto ora. Lasciami pensare sino a domani, almeno".
- Nel quadro di Monet possiamo notare come i
personaggi sono molto volumosi.
A cura di Caterina Carnasciali
IV TUR
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Bibliopolis: libri, foto e fantasia
Questa la nuova campagna social lanciata da Treccani
che invita all'uso di un linguaggio più ricercato e
preciso, e che condanna, in particolare, l'aggettivo
"carino", utilizzato per descrivere ogni situazione: un
gesto carino, una persona carina, un paesaggio
carino... E carino finisce per diventare sinonimo di
banale. La lingua italiana comprende più di 250 mila
vocaboli, e allora perché non sfruttarli? Grandioso,
mozzafiato, splendido, magnifico, sconvolgente!
Sii originale e dai il giusto peso a ciò che dici, perché
#leparolevalgono!
Margherita Capannoli
V TUR
Aggiungi un libro alla valigia delle tue vacanze...
Oltre agli autori di tutti i contributi, si ringraziano,
per aver collaborato a questo numero:
Roberto Ciampalini e i proff. Serena Angelini,
Elisabetta Costa, Simona Fabbris, Leonardo Frati,
Maria Vinas Garcia, Rosaria Giuliano,
Laura Tommasi.
Impaginazione a cura di Marius Birlad (IV SIA)
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