Care lettrici, cari lettori, un altro anno è volato... Un anno ricco di
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Care lettrici, cari lettori, un altro anno è volato... Un anno ricco di
Maggio-Giugno 2016 Anno N.3 www.istitutobandini.it Esente da autorizzazione C.M. n.242 2/9/1988 Care lettrici, cari lettori, Un cammino particolare un altro anno è volato... Un anno ricco di incontri, di letture, di scambi, di cui abbiamo cercato, almeno in parte, di fare tesoro nelle pagine del nostro giornalino. Grazie a tutti quelli che anche quest'anno hanno messo a disposizione della “Biblioteca di Sallustio” il loro tempo, la loro fantasia e la loro passione per la lettura e la scrittura. Un impegno che è stato premiato dal Lions Club International con il simbolico dono di un libro per i nostri giovani redattori, in occasione dell'incontro Il 1946, le Donne, la Repubblica, tenutosi nell'aula magna del nostro Istituto il 10 marzo scorso. Per congedarci prima di queste vacanze ormai imminenti, abbiamo voluto farvi una sorpresa: il contributo che uno scrittore affermato ci ha inviato per la rubrica Il topo di biblioteca. Si tratta di Eraldo Affinati, brevemente presentato da una nostra redattrice in testa alla recensione del suo romanzo Vita di vita. In questo ultimo numero, con la rubrica L'angolo della poesia, fa poi ingresso nel giornalino il tema della pace, che speriamo di poter sviluppare il prossimo anno. Anche il “Bandini” è diventato infatti una delle “100 scuole per la pace e la fraternità”, che il 9 ottobre 2016 prenderanno parte alla Marcia della Pace PerugiAssisi” (si veda lo spazio dedicato nel sito del nostro Istituto), alla quale vi invitiamo a partecipare numerosi. Ma intanto, come ricorda la poetica immagine scelta per la rubrica Bibliopolis, prima di partire, non dimentichiamo di aggiungere almeno un libro alla valigia delle nostre vacanze... Filomena Giannotti Ci sono letture che, forse, più di altre educano nel difficile e faticoso cammino della vita e aiutano a trovare o a ritrovare se stessi, a crescere e maturare per raggiungere l’autenticità e, con essa, altri uomini. Un nuovo Umanesimo è, oggi, necessario. Ma quale? Quello dei classici antichi, dei filosofi esistenzialisti e marxisti, o quello della tradizione ebraica e cristiana? L’interrogativo resta aperto. Senza dubbio, ognuno deve scegliere la propria via e perseguirla con risolutezza. Un piccolo capolavoro, dono prezioso, può suggerire a tutti noi questo itinerario pedagogico, educativo per aprirsi al mondo, agendo con responsabilità, senza desiderio di potenza. È Il cammino dell’uomo, edito per la prima volta nel 1948 all’Aia, del filosofo Martin Buber, impegnato, durante la sua vita, nella costruzione della pace tra ebrei e palestinesi, e conoscitore dei maestri chassidici (esponenti di quel movimento religioso ebraico a carattere mistico, sorto in Polonia alla metà del sec. XVIII). Il libro raccoglie racconti che “parlano al cuore di ogni uomo e obbligano a pensare”, a rispondere alle grandi domande di senso, al “Dove sei nel mondo?”. Il racconto chassidico insegna che l’uomo è chiamato a non sfuggire alle responsabilità della propria vita e, solo “se non si nasconde a se stesso, può iniziare il suo cammino”. Si tratta di “un cammino particolare”, perché “con ogni uomo viene al mondo qualcosa di nuovo che non è mai esistito, qualcosa di primo e unico, e ciascuno è tenuto a dar corpo a questa unicità e irripetibilità, non invece a rifare ancora una volta ciò che un altro - fosse pure la persona più grande - ha già realizzato”. Ci ricorda che è la diversità degli uomini, ovvero la differenziazione delle loro qualità e delle loro tendenze, che costituisce la straordinaria risorsa del genere umano. In un mondo che pare regredito agli istinti primordiali, pensare a se stessi e alla propria salvezza non è la via 1 giusta, ma mero egocentrismo. Una lezione da imparare perché “la nostra vita possa diventare cammino”. Alessandra Gentili degli anni Novanta, “Millionaire”, mi aveva riservato una rubrica. Qualcuno sostiene che per questo ha chiuso, però a me dava gusto: mi faceva sentire importante. Tante grandi, piccole soddisfazioni culminate con la pubblicazione di un romanzo. Ho persino pensato di poter fare lo scrittore! Beh…. non esageriamo. Ora la lettura per me è uno svago imprenscindibile. Il libro mi fa compagnia in tante occasioni. Non sono mai solo. E la solitudine non sempre è piacevole. Il libro è diventato un compagno fedele, altruista e stimolante. Un compagno che mi consente continuamente di crescere, anche se sono già grandicello! Difficilmente chi non legge, leggerà questo scritto, ma è proprio a loro che lo vorrei dedicare: non sapranno mai cosa si son persi! Chi ama la lettura, di contro, lo invito a continuare: un libro sarà un amico fedele, vi darà stimolo a confrontare le idee, al libro potrete raccontare i vostri segreti, certi che non li confiderà mai a nessuno. Mario Scaccia Per chi non legge... “Capra! Capra! Capra!” Non è l’urlo sgraziato di Sgarbi verso il malcapitato di turno. Capra, una vera capra, con rispetto per il grazioso ovino, ero io ai tempi del liceo scientifico. Penso che non sia esistito mai allievo più ignorante di me, soprattutto ai tempi del biennio. Non sapevo niente di niente. Non avevo idea di chi fosse Hemingway o Salvator Dalì, men che meno Montale o Calvino. Mi avessero detto che erano i componenti dei Beatles ci avrei creduto senza battere ciglio. L’unica mia passione era il calcio giocato: giocavo in una squadretta di calcio amatoriale e mi interessavo di Fiorentina, sapevo tutto di Pagliari e Sella, due dei suoi giocatori, ma niente altro. E per me era tanto! Il mio mondo finiva a Trequanda, e mai e poi mai avrei pensato di uscire dai confini del Granducato di Toscana. A ripensarci ora mi vergogno come un cane, sempre con rispetto verso la bestiola. Non so come, ma riuscii a finire gli studi, senza mai essere rimandato. I miracoli, quelli terreni, esistono! Mio padre, carabiniere, sperava, per il pargoletto, un futuro da ufficiale, non sapendo che mai avrei sopportato la dura vita dell’Accademia militare, fatta di obblighi, di ore di studio e di massacranti prove fisiche. Non era per me, con grande delusione per il genitore. Di leggere libri proprio non ne volevo sapere. Finito il liceo, non avendo null’altro da fare, m’iscrissi all’università. Ero consapevole che potesse essere, come poi si rivelò, interessante, anche se di studiare proprio non avevo voglia. Se nel frattempo avessi trovato un lavoretto, tanto di guadagnato. Iniziai a frequentare le lezioni. Durante una pausa ed un’altra, colloquiando con i miei pari corso, mi accorsi di quanto fossi inadeguato. I miei compagni sapevano tutto di tutto: di economia, politica, persino di sport, compreso il calcio. E ne sapevano più di me, informati, come erano, dai quotidiani sportivi. Io NIENTE. Dovevo sempre stare zitto, non potevo mai dire la mia, semplicemente perché non avevo alcuna idea su niente. Capii che così non poteva andare. Mi recai in biblioteca e chiesi un libro di lettura. Il bibliotecario mi chiese quale. “Uno”, risposi. Sul bancone c’era Donne di Bukowski e me lo porse. Da allora iniziai a leggere e non mi sono più fermato. Ho scoperto quanto fosse bello ed interessante leggere. Leggere di tutto, a condizione che mi appassionasse. La lettura di libri mi ha permesso di crescere, di confrontarmi con me stesso, di formare una mia coscienza critica e di acquisire la convinzione di poter dialogare con chiunque, esprimendo senza paura le mie idee, che pian piano venivano a formarsi. La lettura mi ha permesso di fare il salto e diventare un uomo, non un semplice bambolotto privo di cognizioni. Mi ha permesso di scrivere per quotidiani: ho avuto esperienze per “La Nazione” e per alcuni giornali locali. Ho scritto per “Autosprint”. Un mensile Con un po’ di filosofia Per essere padroni di se stessi L'ultimo numero di quest'anno è dedicato ad uno dei più grandi filosofi del XIX secolo: Arthur Schopenhauer. Figlio di un ricco banchiere di Danzica, Schopenhauer ebbe un'educazione europea, viaggiò in vari Paesi, si istruì nelle lingue e letterature moderne non meno che in quelle antiche, avendo così la possibilità di evadere dalla vita “provinciale” che conducevano molti tedeschi (anche se coltissimi) di quel tempo. Il fallito tentativo di iniziare la carriera dell'insegnamento non servì che a rivelare l'incompatibilità del suo carattere con la cultura accademica, dalla quale si distaccò molto presto. Schopenhauer prese a vivere come libero studioso e a sviluppare i temi della propria filosofia, già tutti indicati nell'opera del 1818, Il mondo come volontà e rappresentazione. È infatti la volontà il punto centrale del pensiero di Schopenhauer, o meglio, l'interpretazione della realtà profonda come “volontà”. Volontà da intendersi, però, non come volontà deliberata, che si proponga uno scopo e punti coscientemente alla sua realizzazione, bensì come tendenza, originariamente inconsapevole. La volontà così intesa, si manifesta sotto forma di realtà particolari, sensibili, e queste costituiscono “il mondo come rappresentazione”. Schopenhauer, dopo il suo fallimento accademico, detestò fortemente la “filosofia dei professori”, che gli appariva vuota ostentazione. L'insuccesso letterario delle sue opere, benché brillanti, lo accomuna ad alcuni dei più grandi scrittori del XX secolo. Uno di questi è Italo Svevo, che dalla sua filosofia riprende l'intrigante aspetto della critica degli “autoinganni”, quegli alibi che ogni individuo tende a creare dentro di 2 sé. In parole povere si dice che non si può fare qualcosa, mentre in realtà non la si vuole fare. E a quanti di noi almeno una volta nella vita è capitato di trovarsi di fronte ad un autoinganno per evitare qualche compito noioso o un'uscita con un amico che non volevamo vedere? D'altra parte, però, l'essere umano non è perfetto, può solo guardarsi dentro e cercare di fare del suo meglio riguardo le emozioni che prova, accettandole: “essere consapevoli di ciò che si prova dentro di sé, senza sentirsi sbagliati, è il passo fondamentale per essere padroni di se stessi”. Margherita Capannoli V TUR Elisabetta Costa, che nelle ultime settimane si è messa all’opera, in collaborazione con l’Ateneo della Danza, su un ambizioso progetto di espressività corporea e teatrodanza, una forma particolare di teatro, che privilegia l'espressione del corpo rispetto a quella letteraria. Il teatro, così come la danza, sono del resto due forme d'arte che da sempre hanno un posto privilegiato nella letteratura: basti considerare l’importanza della danza in romanzi del calibro di Anna Karenina o Il Gattopardo, oppure pensare a scritti come Il sergente nella neve di Rigoni Stern o Notre Dame de Paris di Hugo da cui sono state tratte opere teatrali (la prima, che nell'edizione Einaudi del 2001 comprendeva una postfazione dello scrittore Eraldo Affinati, è una pièce di Marco Paolini). Nel corso di questo progetto, abbiamo avuto così l’opportunità non solo di conoscere alcuni danzatori di alto livello, che ci hanno aiutati mostrandoci alcuni esercizi utili a migliorare il controllo del nostro corpo nello spazio, ma anche e soprattutto di confrontarci con un’esperienza per la maggior parte di noi nuova e appartenente ad un campo del tutto inesplorato. Si è trattato di un’occasione unica per il raggiungimento di una più profonda conoscenza di noi stessi e della nostra interiorità, che ci ha offerto la possibilità di comprendere meglio il modo con cui ci rapportiamo agli altri e quanta fiducia siamo disposti a dare, utilizzando il linguaggio del corpo come mezzo, al fine di vivere meglio con noi stessi e di migliorare il nostro rapporto con la classe e con la società in generale, un problema centrale nella vita di molti adolescenti. Lorenzo Gelli V RIM Ciak, si legge! “Entrerai nelle città di carta e non tornerai più indietro” Margot e Quentin sono due adolescenti che vivono ad Orlando, in Florida, dove frequentano l'ultimo anno delle superiori. Quentin è stato amico di Margot fin da bambino, ma con il passare degli anni la loro amicizia è andata sfumando. Alla vigilia del diploma, Margot si presenta alla finestra di Quentin e lo trascina in una notte piena di avventure, tra vendette, scuse e momenti speciali. La mattina dopo, quando tutto sembra andare per il meglio, Margot sparisce. La ragazza è spesso sparita per affrontare viaggi pieni di avventure, che hanno sempre affascinato Quentin, in giro per gli Stati Uniti, per poi tornare dopo diversi giorni. Questa volta, però, Quentin è convinto che lei stia veramente fuggendo da Orlando, da lei definita "Città di carta" perché fondata sulla falsità e sull’apparenza, cioè solo su due dimensioni. Così Quentin parte con i suoi amici, alla ricerca di indizi, come quelli lasciati da Margot nei suoi viaggi precedenti. Alla fine di questo viaggio, alla ricerca forse anche di loro stessi, riescono a trovarla. Quentin parlerà per l'ultima volta con lei, consapevole del fatto che entrambi dovranno prendere strade diverse. Il film, uscito nel 2015, presenta alcune differenze rispetto al libro scritto da John Green, pubblicato nel 2008 da Rizzoli. Ma sia il libro che il film riescono a rendere partecipe il lettore/spettatore della vita dei protagonisti, a fargli comprendere l'importanza dell'amicizia e dell'amore e, forse, anche a farlo riflettere sulla forza dei pregiudizi, buoni o cattivi che siano. Alessia Sela III AFM La parola all'immagine Da Dante a Dalì Abbiamo visto raffigurare scene del viaggio spirituale di Dante da artisti celebri come Sandro Botticelli, Gustave Dorè e William Blake, i quali hanno rappresentato fedelmente i tre regni danteschi. Meritano, allo stesso modo, le 100 xilografie rappresentanti la Divina Commedia realizzate dal pittore spagnolo surrealista Salvador Dalì, tra il 1951 e il 1960, in vista del 700º anniversario dalla nascita di Dante Alighieri. Le illustrazioni sono tornate in esposizione l'anno scorso presso il Palazzo Medici Riccardi a Firenze per celebrare i 750 anni dalla nascita del poeta fiorentino. Il tipico gusto di Dalì per il macabro e l'inverosimile, gli sconfinati paesaggi che trasportano in un mondo onirico, le figure molli e le forme grottesche danno vita ad una Divina Commedia moderna ed innovativa. Ad esempio, nell'illustrazione del Vado a teatro Il teatrodanza e la “lettura” del corpo Che cosa succede quando dei comuni ragazzi di quinta superiore, che magari non hanno mai ballato prima al di fuori di una discoteca, incontrano dei ballerini professionisti? Ha deciso di scoprirlo la professoressa 3 canto XIX, qui riportata, emerge efficacemente la crudeltà del tormento infernale al quale sono sottoposti i simoniaci, coloro che nel Medioevo facevano mercato delle cose sacre e che, nella terza bolgia dell'ottavo cerchio, sono costretti a stare conficcati in buche nel terreno da cui emergono solo i piedi, eternamente bruciati da una fiammella. Dalì mette infatti in risalto la pena dei dannati, ponendo al centro un masso di pietra dal quale escono i piedi piegati o stirati come se cercassero di spingersi fuori. Al contrario, Dante, come quasi in tutte le illustrazioni, è di dimensioni molto ridotte e volto di spalle, come se l'autore volesse farci entrare nella rappresentazione e percepire l'imponenza e l'orrore della pena. È in questo modo che Dalì ripropone nuovi significati della Divina Commedia e, con coraggio, esibisce la sua concezione che probabilmente esprime al meglio l'aspetto onirico e surreale dell'opera. Teresa Bartalini V TUR vittime di quell’inferno. Un uomo dall’animo forte e dal cuore grande, che ha donato a noi ragazzi la sua storia, una storia che ci porteremo dentro per sempre, perché mai più si verifichi ciò che lui e tutti gli altri hanno passato. Alessia Posticci IV TUR The foreign file Welcome to Holland! Welcome to Italy! From the 7th to the 14th of November 2015 and from the 12th to the 19th of March 2016 we were happy to spend time with our Dutch exchange students from Silvolde, first in Holland and then here in Italy. We had a lot of fun during our Dutch week, going to school by bike (even in the rain!) skating on an ice rink, enjoying local food such as Kaas, Vla, Hagelslag, Pancakes. We also spent a wonderful day visiting Amsterdam and in particular Anne Frank's house and the National Rijksmuseum (with its masterpieces by Rembrandt and Vermeer). And what about the canal tour through Amsterdam at night? A really magic moment... During their time in Siena we organised various activities, workshops about the Palio and its costumes, wine and poetry and the Via Francigena, ending the week with an afternoon of presentations. We also cooked Italian food for them and spent an evening eating and talking about the Palio in the Contrada of the Civetta. It was a great way to meet young students from another country and learn about our different cultures, while speaking a common language: English! My schoolmates and I had a really exciting experience this year and I would recommend all students to participate in future exchanges. Katerina Sacchetti III A TUR Lo scaffale di Anna Frank Mai più - B7456 “Perché proprio io?”: una domanda, mille interrogativi, una questione su cui si basa l’intera esistenza e storia di un uomo, Sami Modiano, uno dei sopravvissuti all’Olocausto, pronto a rivivere, raccontando ai ragazzi, le atrocità vissute. Il giorno 14 marzo, in rappresentanza del nostro Istituto, ci siamo recati all’UCI Cinema di Sinalunga per assistere ad un’incredibile e toccante testimonianza da parte di Sami Modiano. Anche se eravamo già parzialmente preparati a ciò che ci aspettava, a seguito della lettura del suo romanzo Per questo ho vissuto (Rizzoli, 2013), la commozione è stata forte. Dall’infanzia a Rodi, fatta di giochi e di feste, all’emanazione delle prime leggi razziali, che gli impedirono di andare a scuola in quanto ebreo: “Quella mattina, a Rodi, mi ero svegliato come un bambino. La sera mi addormentai come un ebreo”. Poi la deportazione, e quindi la separazione dalla sorella. Forse il momento più intenso per noi è stato proprio il racconto su sua sorella Lucia e su suo padre. Con sua sorella Sami si “ritrovò” due o tre volte, e una di queste lui le portò un pezzo di pane, e lei fece lo stesso... “Anche in quelle condizioni drammatiche, volle continuare ad essermi sorella e madre. In quel momento capii fino in fondo, come forse mai avevo fatto prima, l’amore che ci legava e l’affetto che lei aveva per me”. Qualche incontro ancora e poi non la vide più, e capì che non ce l’aveva fatta... Poco dopo se ne andò anche il padre, il quale, prima di morire, disse a Sami: “Tu non devi morire, tu ce la devi fare”. Poche parole che però lo hanno aiutato a non mollare, nonostante la fame, la stanchezza, il dolore, la morte... Ma solo dopo anni, anzi decenni, dalla liberazione, Sami è riuscito a capire perché è sopravvissuto: per portare a tutti la testimonianza di ciò che ha vissuto, per ricordare, per far rivivere tramite le sue parole le Touraine et Toscane Nel mese di marzo noi studenti delle classi 2B TUR, 3 RIM/AFM e alcuni di 2B AFM, 3 SIA, 3B TUR e 4A TUR, siamo partiti per lo scambio culturale in Francia, precisamente con il Liceo Choiseul di Tours. Nonostante le ore interminabili di viaggio, siamo arrivati entusiasti di iniziare questa avventura. È stata una settimana molto divertente, che ci ha permesso di conoscere nuove persone e nuove cose. La regione che abbiamo visitato è magnifica e piena di storia che ha 4 molto in comune con la Toscana. In particolare, il lavoro svolto si è incentrato sul Rinascimento e sul rapporto tra Leonardo da Vinci e Francesco I, fra i primi a iniziare gli “scambi culturali”. La mattina di martedì 22 marzo, durante la colazione svolta nella mensa della scuola, è venuta una giornalista del quotidiano di Tours a farci qualche domanda, per poi scrivere l’articolo qui di seguito riportato. Federica Lanza II B FM Mais à vous de les imaginer ou d'essayer cette tentative de “sortir de chez-soi” pour les découvrir à votre tour... Je tiens à remercier Mme Tommasi et Mr Antipasqua (le prof du lycée de Montalcino qui a accompagnés 14 élèves) sans lesquels nous n'aurions pu passer un séjour aussi passionnant. Amal Bahaeddine III RIM Que más se puede pedir? Amistad, diversión, cultura: éstas son las palabras con las que puedo describir este intercambio con el Colegio Aljarafe de Sevilla. Cuando nosotros fuimos a España hacía tanto viento que todos nos resfriamos, pero esto no impidió realizar nuestras actividades: fuimos de excursión a las ciudades de Córdoba, de Cádiz y, por supuesto, de Sevilla, ¡una ciudad más bonita que la otra!. Hemos tenido la oportunidad de entender la historia y la cultura del sur de España, además de usar la lengua que estudiamos. De este viaje hemos realizado un vídeo para publicarlo en la página web de nuestro Instituto y compartirlo con nuestros compañeros. En Italia pasamos una semana fantástica, aunque no pudiéramos participar a todas las actividades. Los españoles son un pueblo marchoso y alegre, siempre dispuestos a divertirse. Cuando se fueron todo el mundo lloró, fue verdaderamente fuerte el vínculo que se creó, y hay estudiantes que se verán de nuevo este verano. Este ha sido mi tercer intercambio con la escuela y tengo que decir que ha sido el mejor que he hecho: espléndidos lugares, gente maravillosa y muy disponible, buenas fiestas y música, ¿que más se puede pedir?. Marina Bastiani IV RIM Choiseul, lycée très ouvert sur l’Europe, reçoit cette semaine 35 jeunes italiens. La langue de Dante et celle de Molière se mêlent joyeusement, des liens d’amitié se sont déjà tissés grâce à cet échange. Dans la cadre de la mobilité des jeunes, le projet financé par Trans’Europe Centre a permis à 35 lycéens de la seconde à la terminale de se rendre à Sienne début mars, accompagnés de leurs professeurs Anne Paisant (italien) et Emmanuel Gagnepain (histoire-géo) accueillis très chaleureusement par les familles des élèves de l’Institut Bandini de Sienne et du lycée linguistique Lambruschini de Montalcino, ils ont été émerveillés par la beauté des paysages toscans. Lorsque leurs professeurs Laura Tommasi et Giuseppe Antipasqua leur demandent ce qui les étonne en France, ils réspondent: «Les Français savent correctement préparer l’expresso, mais ils mettent du beurre partout!». Touraine et Toscane ont bien des points communs et c’est naturellement autour de la Renaissance que les professeurs ont axé le travail des élèves italiens et français, ceux-ci devant créer un journal de bord numérique, à la suite de nombreuses visites orientées sur l’évolution des forteresses aux châteaux. Anne Paisant et Éric Gommé, proviseur, se disent très satisfaits de tels projets: «Notre région est très liée à l’Italie et ces échanges œuvrent pour développer l’enseignement de l’italien. C’est dans cet objectif que le lycée Choiseul a déposé sa candidature en vue de créer une section européenne italienne». Les échanges, échangent? Tout ce projet et le travail de préparation, nos délicieuses découvertes, photos et écrits sont visibles sur une plate-forme virtuelle crée par le prof d’italien Mme Paisant (www.padlet.com). Padlet nous a permis de tisser des liens notamment avec nos correspondants en France car, tout d'abord, nous avons fait connaissance en nous échangeant de brefs textes, ensuite, lors des visites, nous y avons écrit nos impressions... Les français sur notre lycée et la ville de Sienne, et nous sur la région visitée et les familles françaises. En plus des jours de visite, la valeur des échanges culturels est, selon moi, une opportunité pour réaliser de nouvelles rencontres, de connaître de nouveaux amis, de vivre dans une autre famille en se plongeant dans une culture “autre” que la nôtre. C'est même l'occasion pour pratiquer pleinement la langue française.... Faute d'espace dans ce journal, les anecdotes qu'on ne peut pas raconter sont nombreux... Unsere Woche in Deutschland Letztes Jahr, am 5. Dezember besuchten wir die deutsche Stadt Ettlingen im Rahmen eines Schüleraustausches. Es war die Zeit des Weihnachtsmarktes. Dieser Markt ist eine deutsche Tradition. Dort gibt es Glühwein, Waffeln, Lebkuchen und Souvenir. Wir haben Ettlingen mit unseren Austauschpartnern besucht. Wir machten eine Stadttour mit einem sehr witzigen Reiseleiter, der uns sehr gefallen hat. Wir haben uns viele Sehenswürdigkeiten angeschaut. Zum Beispiel besuchten wir das Ettlinger Schloss, den Weihnachtsmarkt, eine schöne Kirche am Fluss sowie die schönsten Straßen der Stadt. Am liebsten mochten wir das wunderschöne Schloss, das im Jahre 1727 5 gebaut und dann in den Farben Weiß, Rot und Gold gestrichen wurde. Vor dem Schloss gibt es einen Brunnen mit einem Delfinsprinkler. Einer Legende nach war dieser Brunnen an der Hochzeit einer Prinzessin mit Wein gefüllt. Dieser Austausch hat uns geholfen, nicht nur unser Deutsch zu verbessern sondern auch die deutsche Kultur kennenzulernen. Micaela Escoval e Sara Parigi IV RIM Senegal. Il ragazzo vi è tornato da poco; da quando è venuto a sapere, infatti, che la madre Khalifa si trova lì. Così Eraldo, assieme al suo amico e avvocato Gerry, li raggiunge per incontrarli. La natura selvaggia, la cultura, la religione, gli occhi dei bambini, il colore della pelle affascinano da subito Affinati, il quale si perde, costantemente, nei racconti di quel popolo, appartenente ad una Terra ricca di risorse, ma condannata, purtroppo ad un'estrema povertà. L'autore descrive lo stile di vita nel piccolo villaggio, stile ben diverso da quello europeo: pochi viveri, mancanza di letti sui quali dormire, assenza di corrente elettrica per gran parte del giorno, scarsa igiene, ecc. Ma a Eraldo questo non importa; ciò che lo rende felice è aver incontrato di nuovo Khaliq. Durante la sua permanenza in Africa, Affinati continua a tenersi in contatto, quando la linea telefonica lo permette, con i suoi studenti di Roma. "A professò, come stai? C'ho da sperà che stai bene perché c'ho provato a richiamatte ma nun me pijava er campo....". Uno tra questi è Kenan, un ragazzo originario dell'Africa, ma perfettamente integrato nella capitale, anche con il dialetto. Affinati ha assegnato loro come compito estivo, quello di leggere delle testimonianze di giovani militari, vittime della guerra. Ed è così che le storie tutte diverse, ma allo stesso tempo simili, si intrecciano tra loro, quasi a creare una sorta di catena, proprio come il legame tra Khaliq e Eraldo, un legame indissolubile. Il ragazzo saluta così il suo insegnante: "Grande porof, questa vita di vita", una frase priva di parole corrette, ma ricca di significato. Sara de Santis IV TUR L'angolo della poesia Un inno alla pace “Imagine no possession I wonder if you can No need for greed or hunger A brotherhood of man Imagine all the people Sharing all the world” Sono alcune schegge poetiche di Imagine, un conosciutissimo brano musicale dell'artista John Lennon, pubblicato l'11 ottobre 1971. Visto da molti come uno dei brani più belli della storia, è anche considerato uno dei più importanti inni pacifisti e in alcuni Paesi cantato come ulteriore inno nazionale. In Italia la canzone raggiunse all'epoca i primi posti nelle classifiche musicali e diversi artisti, anche di un certo spessore, la riproposero sia nella versione originale sia in italiano. Nonostante i quarantacinque anni trascorsi, il suo messaggio anti-religioso, anti-nazionalista, anticonvenzionale e anti-capitalista risulta ancora terribilmente attuale, anche facendo riferimento all'unica strofa qui riportata: siamo tutti un solo mondo, un solo paese e un solo popolo. Martina Guernieri II B TUR Il topo di biblioteca Cari ragazzi e colleghi dell'Istituto “Bandini”, esistono i libri che si leggono una volta sola e quelli che ti restano dentro come cicatrici interiori, fiamme perennemente accese. Spesso ci ritorni: loro sono sempre uguali. Tu invece non sei più lo stesso. Ripercorri così le stagioni della tua vita. Guerra e pace è stato per me uno di questi libri: non a caso ho esordito con Veglia d’armi. L’uomo di Tolstoj (Marietti, 1992). Leggerlo in gioventù può risultare determinante. Ricordo che non riuscivo a staccarmi dalle sue pagine, giorno e notte. Credevo di essere Andrej, idealista kantiano, l’ufficiale ferito sotto il cielo di Austerliz. Solo col tempo compresi che il mio personaggio era Pierre: l’uomo che si sporca le mani nella Mosca incendiata. Stavo dalla parte del generale Kutuzov, anche se Napoleone mi affascinava. Tuttavia, se avessi dovuto scegliere fra il vecchio generale stanco e disilluso e il figlio dell’Illuminismo francese, non avrei avuto dubbi: ero già segnato dal giudizio sprezzante che Giacomo Leopardi aveva formulato nei Letti e riletti In viaggio verso la vita Pubblicato nel 2014, Vita di vita è l'ultimo romanzo di Eraldo Affinati, insegnante, fondatore della "Penny Wirton", scuola gratuita per immigranti, e autore di numerosi libri di successo, tra i quali Bandiera bianca (Mondadori, 1995), Secoli di gioventù (Mondadori, 2004), La Città dei Ragazzi (Mondadori, 2008), L'11 settembre di Eddy il ribelle (Gallucci, 2011), Elogio del ripetente (Mondadori, 2013). In Vita di vita si sovrappongono luoghi e storie; ma ad emergere è in particolare la vicenda di Khaliq, ex studente di Eraldo e originario della Sierra Leone. Nell'infanzia fu abbandonato dalla madre in un campo profughi, dopodiché dovette superare mille difficoltà per poter giungere in Europa. Adesso, invece, ricorda Affinati, "sa fare i migliori cappuccini di Roma". A fronte di una scommessa con Khaliq, Eraldo decide di mettersi in viaggio verso Sare Gubu (Gambia), un piccolo villaggio poco distante dal 6 confronti delle “magnifiche sorti e progressive”. Da ragazzo m’innamorai della principessina Maria, nel momento in cui Nicola Rostov, con forza gagliarda, la libera dall’assedio dei contadini. Natascia era perfino troppo bella, quasi inavvicinabile. Se oggi ripenso a quel formidabile romanzo, prima ancora del paesaggio russo, che ho poi realmente conosciuto, quasi inseguendo l’emozione letteraria, mi viene in mente la stanza vuota della mia adolescenza, cioè il luogo in cui divoravo l’opera. Si trattava di un Oscar Mondadori in due volumi nella traduzione di Erme Cadei, che ancora conservo quasi fosse il talismano dei miei vent’anni: annotato, sottolineato, consumato. Leggevo disteso a letto, ogni tanto mi alzavo e aprivo la finestra: il panorama era triste. Un casamento spoglio, grigio, privo di ogni attrattiva. Non avevo amici. Non parlavo con nessuno. Avevo abbandonato la pratica di qualsiasi sport. Lasciavo che le giornate scorressero su di me rinunciando a fare progetti. Ero stato conquistato dal genio di Tolstoj. Nel suo capolavoro continuo a trovare ancora tutto quello che la letteratura può concedere: un mondo, uno stile, un modo di essere. Alla fine i Rostov e i Bolkonski si legano: Pierre e Natascia, Nicola e Maria. Ma soltanto nelle ultime pagine il lettore comprende che queste persone dovevano unirsi perché congeniali. Tolstoj, che pure lo aveva previsto, durante la narrazione finge di non saperlo. Ancora oggi, nel momento in cui mi riaccosto al testo, percepisco tale occultamento. È il segno della grandezza. Eraldo Affinati - Al museo, contemplando un paesaggio di Munch: “Ah ma lo conosco questo artista: è quello che ha dipinto L'urlo! Come si chiama... Mucha! Conosco tutte le opere, però non so gli autori!” - Fra Cina e Mongolia si trova il deserto del Goblin (di Gobi). - Prof.: Parlami di Stonehenge. Alunna: Era una persona importante nella storia inglese... - Prof.: Dove si trova Praga? Alunna: Nel Galles? Però, prof., non lo posso sapere così di botto in bianco! A cura della classe V TUR Librarsi In questo numero vogliamo cogliere l'occasione per ricordare, attraverso alcuni dei suoi pensieri, uno dei più importanti uomini di cultura contemporanei, Umberto Eco, scomparso lo scorso 19 febbraio, all'età di 84 anni. "Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni. C'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito. Perché la lettura è un'immortalità all'indietro". "L'amore vero vuole il bene dell'amato". "L'assenza è all'amore come il vento al fuoco: spegne il piccolo, fa avvampare il grande". "La saggezza non sta nel distruggere idoli, sta nel non crearne mai". "L'umanità non sopporta il pensiero che il mondo sia nato per caso, per sbaglio, solo perché quattro atomi scriteriati si sono tamponati sull'autostrada bagnata. E allora occorre trovare un complotto cosmico, Dio, gli angeli o i diavoli". Il bello della squola - Leopardi amava molto i dolci, soprattutto la piña colada (pinolata). - Mastro don Gesualdo morì a Palermo, nel palazzo del nuoro (genero). - Andrea Sperelli, l'aristocratico esteta protagonista del romanzo Il piacere di D'Annunzio del 1889, usciva (!) contemporaneamente con due ragazze. "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere: ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel". - Mattia Pascal fece una grossa vincita alla shot machine (slot machine, ma in realtà era la roulette). -Nei Quaderni di Serafino Gubbio operatore di Pirandello, la tigre sbranò Aldo Nuti per fama (fame). "Per non apparire sciocco dopo, rinuncio ad apparire astuto ora. Lasciami pensare sino a domani, almeno". - Nel quadro di Monet possiamo notare come i personaggi sono molto volumosi. A cura di Caterina Carnasciali IV TUR 7 Bibliopolis: libri, foto e fantasia Questa la nuova campagna social lanciata da Treccani che invita all'uso di un linguaggio più ricercato e preciso, e che condanna, in particolare, l'aggettivo "carino", utilizzato per descrivere ogni situazione: un gesto carino, una persona carina, un paesaggio carino... E carino finisce per diventare sinonimo di banale. La lingua italiana comprende più di 250 mila vocaboli, e allora perché non sfruttarli? Grandioso, mozzafiato, splendido, magnifico, sconvolgente! Sii originale e dai il giusto peso a ciò che dici, perché #leparolevalgono! Margherita Capannoli V TUR Aggiungi un libro alla valigia delle tue vacanze... Oltre agli autori di tutti i contributi, si ringraziano, per aver collaborato a questo numero: Roberto Ciampalini e i proff. Serena Angelini, Elisabetta Costa, Simona Fabbris, Leonardo Frati, Maria Vinas Garcia, Rosaria Giuliano, Laura Tommasi. Impaginazione a cura di Marius Birlad (IV SIA) 8