periodico nazionale dell`istituto del nastro azzurro fra combattenti
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periodico nazionale dell`istituto del nastro azzurro fra combattenti
il nastro azzurro PERIODICO NAZIONALE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALORE MILITARE ANNO XLVII - N. 2 - MAR./APR. 2008 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 2, DCB Roma GIORNATA DEL DECORATO 2008 Roma 24 maggio 2008 Il 24 maggio p.v. si celebrerà l’annuale “GIORNATA DEL DECORATO” e anche quest’anno, dopo il grande sucesso del 2007, la manifestazione nazionale che avrà luogo all’Altare della Patria si svolgerà insieme tra Soci dell’Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al Valor Militare e Soci del Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia. *** DONIAMO IL 5 PER MILLE AL NOSTRO ISTITUTO Anche la Legge Finanziaria 2008 consente di destinare il “5 per mille” dell’IRPEF a sostegno delle attività delll’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare, come Associazione riconosciuta che opera nei settori di cui all’art.10, comma 1, lettera a, del D.Lgs. n.460/97. Pertanto, sia con il Mod. UNICO che con il 730 è possibile compiere tale scelta e vi invitiamo ad utilizzare questo strumento per sostenere gli impegni che il nostro Istituto si è assunto per diffondere, in particolare nelle giovani generazioni, il rispetto e l’amore per la Patria e la conoscenza dei doveri verso questa; assistere gli iscritti e salvaguardare gli interessi morali e materiali della categoria; mantenere vivi i contatti con le Forze Armate e con le Associazioni Combattentistiche e d’Arma. La scelta si può esprimere apponendo, nell’apposito spazio, la propria firma ed inserendo il Codice Fiscale dell’Istituto 80226830588 e non comporta alcun onere a carico del contribuente. *** RADUNO INTERASSOCIATIVO DI ASSOARMA Trieste 2-3 novembre 2008 I prossimi 2 e 3 novembre 2008, si terrà a Trieste il previsto Raduno Interassociativo di ASSOARMA, per commemorare il 90° anniversario della Prima Redenzione della città, avvenuta il 3 novembre 1918. Quel giorno sbarcarono a Trieste: il generale Carlo Petitti di Roreto, per assumere, a nome del Governo, i poteri di Governatore ed i Bersaglieri del 7° e dell’11° Reggimento. Le Autorità cittadine hanno accolto con entusiasmo questa scelta di ASSOARMA ed hanno offerto ampia disponibilità a supportare la manifestazione, che dovrà risultare significativa. Analogamente le Autorità della Difesa hanno accolto molto favorevolmente l’iniziativa. Noi ci attendiamo dai soci una risposta entusiastica in termini di partecipazione perché questa città, per troppi anni dimenticata, per le sofferenze che a lungo ha dovuto patire e per il martirio che ha dovuto subire, merita una attestazione di affetto. La Vostra presenza a Trieste costituirà un tributo di riconoscenza e di amore per queste genti d’Italia che hanno sofferto anche per noi. Nel prossimo comunicato sarà indicato un dettagliato programma della cerimonia con le modalità per segnalare la propria adesione, specificando sin d’ora che i radunisti sarano interessati solo il 3 mattina dalle 8.30 alle 13.00”. • Comunicazioni • La Costituzione compie 60 anni • Gennaio 1948-gennaio 2008: sessantesimo della Costituzione • Lettere al Direttore • 60° Anniversario della Costituzione Italiana • È sempre valida la nostra Costituzione? • Un francobollo per i 60 anni della Costituzione • Medaglie d’Oro eccellenti: Ettore Viola • Come Ettore Viola ricorda la Fondazione dell’Istituto del Nastro Azzurro • L’estromissione di Ettore Viola da Presidente dell’Associazione Combattenti • L’Istituto del Nastro Azzurro a Castellammare di Stabia • Detto fra noi • Elenco delle Federazioni • Il Maresciallo Pezzulo Caduto in Afghanista mentre distribuiva viveri e coperte • L’8 marzo delle Donne Decorate al V.M. • La prima Donna Medaglia d’Oro al Valor Militare • Il Coraggio delle Donne • Il Golfo di Gaeta nella Seconda Guerra Mondiale • Acqua a Pantelleria • I retroscena di una misteriosa esplosione • Cronache delle Federazioni • Recensioni • Azzurri nell’Azzurro dei cieli • Consigli Direttivi • Oggettistica del Nastro Azzurro Pag. “” 2 3 “” “” “” “” “” “” 3 4 6 6 7 8 “” 9 “” 9 “” “” “” 12 14 15 “” “” “” “” “” “” “” “” “” “” “” “” 19 20 20 21 21 22 24 26 30 31 31 32 In copertina: L’addio al Maresciallo pezzulo nel 60° Anniversario della Costituzione Italiana “IL NASTRO AZZURRO” Ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924 (La pubblicazione fu sospesa per le vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951) Direz. e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org - E-mail: [email protected] - Direttore Editoriale: Giorgio Zanardi - Presidente Nazionale dell’Istituto - Direttore Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Giorgio Zanardi, Antonio Daniele, Carlo Maria Magnani, Giuseppe Picca, Bruno Stegagnini, Antonio Teja, Antonino Zuco - Segretaria di Redazione: Barbara Coiante Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 del 1969 - Progetto Grafico e stampa: Arti Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: febbraio 2008 Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”, oppure su C/C Bancario CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN IT “A” - ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503220000000002122 - C.F. 80226830588 Abbonamento ordinario: 20 Euro; sostenitore: 25 Euro; benemerito: 30 Euro e oltre. Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana IL NASTRO AZZURRO 3 LA COSTITUZIONE COMPIE 60 ANNI retate della Todt o della RSI e hanno loro insegnato l’uso el suo discorso alla delle armi e le tattiche di combattimento, dando vita al nazione di fine 2007, movimento partigiano. il Capo dello stato Alle nostre forze armate la guerra di liberazione del Giorgio Napolitano ha richia43/45 è costata un numero di vittime quadruplo rispetto mato l’attenzione degli italiani a quello sofferto dall’intero movimento partigiano, ma sulla Costituzione sollecitanper anni - troppi davvero - il merito della vittoria nella doli a onorare i principi e i guerra di liberazione, è stato tenacemente e sistematicavalori che essa enuncia, e in mente considerato appartenere ad una sola parte. special modo tutti quei suoi indirizzi che non vengono È per questo che, per la Costituzione, come è avveperseguiti e tradotti in atto. nuto e avviene per il XXV aprile, l’attenzione e la consiIl nostro Istituto ha il dovere di associarsi alle sue solderazione di una parte degli italiani non e stata finora lecitazioni ma premettendo e precisando che la quella che essa merita per il suo Costituzione nel 1948 non è stata indiscusso valore. un merito del solo movimento È cioè nel quadro del vero partigiano bensì il frutto della LA COSTITUZIONE…È STATA UN aspetto storico della resistenza, resistenza di tutti quegli italiani MERITO…DI TUTTI QUEGLI ITALIANI CHE che vanno accolti, condivisi e che hanno dato vita alla guerra di HANNO DATO VITA ALLA GUERRA DI sposati gli indirizzi di questa liberazione e in primis di quelli LIBERAZIONE E IN PRIMIS QUELLI CHE nostra Costituzione che dovrà che la hanno combattuta apparteLA HANNO COMBATTUTA essere anche liberata dalle rughe nendo alle forze armate sia con le APPARTENENDO ALLE FORZE ARMATE… (come le ha definite il Capo dello stellette, risalendo la Penisola Stato), che hanno a che fare col dalle Puglie al Po e oltre a fianco cambiamento della società, interdegli alleati, sulla linea del fuoco o con le divisioni ausivenute nel lungo tempo trascorso dalla sua nascita, affinliarie, aiutandoli a liberare il territorio nazionale dal ché sia sempre la stella polare della Patria. tedesco invasore, sia senza le stellette quando, rimasti senza reparti, sono saliti in montagna e si sono riuniti a Giorgio Zanardi quei giovani che vi si erano rifugiati per sfuggire alle N GENNAIO 1948-GENNAIO 2008: SESSANTESIMO DELLA COSTITUZIONE La Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, che riunisce le Associazioni dei combattenti, dei decorati al Valor Militare, dei mutilati ed invalidi di guerra, dei partigiani, degli orfani e delle famiglie dei Caduti, dei reduci dalla prigionia, degli internati e dei deportati nei campi di concentramento e di sterminio, ha tra le proprie finalità quella di tramandare, in modo unitario, alle giovani generazioni i valori e gli ideali democratici e di pace per la difea ed il pieno rispetto della Costituzione repubblicana. La Confederazione rivolge un saluto deferente al Capo dello Stato, garante della Costituzione e delle Istituzioni democratiche, nel 60° anniversario della promulgazione della Costituzione, una tra le più avanzate del mondo civile, che ha consentito la radicale trasformazione dell’Italia in questi sessanta anni. La Confederazione ricorda con riconoscenza i Padri costituenti che con chiarezza e lungimiranza, rifuggendo da ogni tentazione retorica, seppero fissare con grande fermezza posizioni ed obiettivi precisi, fortemente avanzati sul piano democratico, del riconoscimento dei diritti civili, della trasformazione economica e sociale dell’Italia, creando le condizioni per un suo costante sviluppo e progresso. Presupposto che ha creato le basi ideali e programmatiche necessarie per tali profonde innovazioni, per l’impegno democratico, patriottico e civile del popolo italiano. Popolo che seppe reagire e combattere, in una lotta eroica, tesa a cacciare l’invasore nazista dal suolo patrio e per definitivamente abbattere ogni forma di regime dittatoriale fascista, lottando con volontà tenace, con la consapevolezza di condurre una battaglia difficile, per vedere realizzata una Italia rinnovata e democratica. La Confederazione sente, in questo sessantesimo anniversario della promulgazione della Costituzione, l’esigenza di rendere un commosso omaggio ai partigiani, ai soldati del volontario esercito che ha liberato l’Italia a fianco degli Alleati, agli eroici combattenti di Cefalonia, ai 600.000 soldati italiani costretti nei campi di concentramento tedeschi a causa della loro fedeltà alla Patria, ai deportati nei campi di sterminio, a tutti gli italiani che si sono opposti al nazifascismo aiutando, con ogni mezzo possibile, i combattenti della libertà. Una epopea storica che si chiama Resistenza, Guerra di Liberazione, Costituzione Repubblicana. La Confederazione rifugge da nostalgie reducistiche, dando così il suo contributo all’interno della società nazionale, e riconferma – celebrando il 60° della nostra Carta Costituzionale – il suo impegno unitario per contribuire al progresso civile e democratico del Paese, ricordando insieme alle Istituzioni locali e nazionali un avvenimento fondamentale della storia dell’Italia democratica. La Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane 4 IL NASTRO AZZURRO LETTERE AL DIRETTORE Egregio Direttore, nel numero di novembre-dicembre 2007 del “Nastro Azzurro” c’è l’invito ad inviare “lettere al Direttore”. Ottima iniziativa. Ne approfitto subito. Dal fascicolo di settembre-ottobre 2007 è detto che la rivista è nata nel 1926. Ma nelle fotografia della testata pubblicata a pag. 4 di quel fascicolo si legge chiaramente “Anno III - Gennaio 1926 - N. I”. Se l’anno 1926 era il terzo della rivista, essa doveva esistere dal 1924. La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma dovrebbe (uso il condizionale) averne la collezione, e così quella di Firenze e la Biblioteca Militare Centrale di Roma, forse soprattutto quest’ultima. Non ho sotto mano il volume di Olga Maiolo Molinari sulla stampa periodica a Roma dal 1900 al 1924, in cui ogni periodico è descritto analiticamente, se mai cercherò di consultarlo. Cordiali saluti ed auguri Prof. Elio Lodolini (Socio aderente e Consigliere della Federazione di Roma) Carissimo professor Lodolini, innanzitutto mi complimento con Lei per l’attenzione con cui legge la nostra rivista. Se così non fosse stato avremmo perso un’occasione unica ed irripetibile di recuperare le testimonianze delle radici del nostro Istituto. È vero. Un’eccessiva fiducia nel fatto che le raccolte ritrovate in antichi e polverosi scatoloni fossero complete, ci ha fatto commettere un errore. Anche noi in redazione avevamo notato l’indicazione “Anno III”, ma l’avevamo frettolosamente attribuita alla numerazione fascista di quegli anni. Però Lei ha giustamente notato che il terzo anno del fascismo non era il 1926 e ci ha dato indicazioni molto utili e puntuali per verificare se, come poi è davvero risultato, la raccolta che abbiamo ritrovato fosse comunque ancora incompleta. Con viva commozione e piacevole sorpresa, abbiamo trovato la raccolta, a partire dallo storico “Numero Uno”, di cui pubblichiamo a fianco la prima pagina, presso la Biblioteca Capitolina del Comune di Roma, unica emeroteca in Italia che sembra possedere la serie completa del nostro periodico. Il primo numero de “Il Nastro Azzurro” fu quindi pubblicato a Roma il 26 marzo 1924, nel giorno del primo anniversario della costituzione dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare. Questa storica data è stata giustamente solennizzata dall’Istituto con l’inizio delle pubblicazioni del nostro periodico che, ancora oggi, costituisce la voce e il riferimento di quanti si ritrovano uniti sotto il labaro dell’Istituto a testimoniare gli ideali di “Valor Militare” e di “Amore per la Patria”. La sua gradita lettera ci ha permesso di completare una ricerca storica delle radici del nostro Istituto, non credo in modo casuale, in tempo utile per pubblicarne i risultati in questo numero della rivista, che esce all’inizio di marzo, cioè proprio in concomitanza con l’anniversario della costituzione del “Nastro Azzurro”. Caro Lodolini, quanto sopra è per tutti noi del “Nastro Azzurro”, e per me, direttore responsabile di questa prestigiosa rivista, motivo di orgoglio e, per questo la ringrazio, anche a nome di tutta la redazione, dal più profondo del cuore. Antonio Daniele IL NASTRO AZZURRO 5 Gentile Redazione sono Achille Omar Di Leonardo, scrivo da Roma e mi permetto di segnalarvi un sito http://www.centoventesimo.com Il materiale raccolto è dedicato al 120° reggimento artiglieria motorizzato partito per la Russia il 9 febbraio 1942 a supporto della Divisione Celere PADA (Principe Amedeo Duca d'Aosta) che costituì, insieme alle divisioni Torino e Pasubio, il CSIR - Corpo di Spedizione Italiano in Russia. L'idea di costruire il sito nasce dalla collaborazione con alcuni reduci del 120° che si sono impegnati per la raccolta delle prime informazioni e dei materiali inerenti il 120° a seguito delle ricerche su un parente (Achille Di Leonardo) disperso in quei fatti di guerra. Con questa raccolta informativa si vuole porre l'attenzione sui protagonisti minori che hanno partecipato alla campagna di Russia. Un ulteriore modo per dare voce a quei giovani ventenni italiani caduti in terra di Russia, a quelli che sono dispersi e a tutti i reduci sopravvissuti alla ritirata e ai campi di prigionia che, con le loro testimonianze, rendono vivo anche il ricordo dei loro compagni. Nel sito, in continuo aggornamento, ho inserito la storia del reggimento, la storia riguardante la campagna di Russia (un testo ancora provvisorio), le foto, le testimonianze dei parenti e soprattutto la voce diretta dei protagonisti, i reduci, con interviste e loro testimonianze. Sono presenti anche curiosità legate all'artiglieria e ai mezzi con i quali si andò a combattere, riferimenti e collegamenti ad altri siti sul tema e indicazioni bibliografiche per poter approfondire questa parte di storia che molto spesso tende a rimanere in ombra. Il sito è aperto a qualsiasi suggerimento che possa migliorarlo e soprattutto all'acquisizione di nuove informazioni inerenti il 120° e la campagna di Russia nonchè la possibilità che, una diffusione maggiore della sua esistenza, avvicini e porti a conoscenza di nuovi reduci del reggimento. Vi sarei grato se si riuscisse a trovare un modo di poter diffondere ad un pubblico specifico, come i vostri iscritti, l'esistenza del sito e magari considerare anche la possibilità di utilizzazione il materiale che ho raccolto fino ad ora, sarebbe molto gratificante. Sperando che questa informativa sia di vostro gradimento, e scusandomi per l'intrusione, vi saluto cordialmente. Achille Omar Di Leonardo Caro Di Leonardo, pubblichiamo volentieri la sua lunga e-mail poiché è possibile che tra gli iscritti all’Istituto del Nastro Azzurro vi sia più di qualcuno interessato a conoscere dettagli relativi alla storia del Corpo di Spedizione Italiano in Russia. Iniziative come la Sua meritano attenzione e suscitano ammirazione. Complimenti e auguri! Antonio Daniele AVVICENDAMENTO AL VERTICE DELL’AERONAUTICA MILITARE Mercoledì 30 gennaio 2008, sulla base aerea di Pratica di Mare (RM), si è svolta la cerimonia del passaggio di consegne nell’incarico di Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare tra il Generale di Squadra Aera Vincenzo Camporini (uscente) e il Generale di Squadra Aerea Daniele Tei (subentrante). Il generale Camporini è stato designato dal Consiglio dei Ministri per assumere a breve l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Difesa. Il generale Camporini, come anche il generale Tei, è entrato in Aeronautica Militare con il corso Drago III dell’Accademia Aeronautica, e corona con il massimo incarico di vertice militare una splendida carriera costellata di successi dovuti all’eccezionale professionalità di pilota sperimentatore e di ottimo ufficiale comandante. L’Istituto del Nastro Azzurro esprime le piu’ vive congratulazioni al generale Camporini per l’ottimo lavoro svolto al vertice dell’Arma Azzurra e gli formula i piu’ sentiti auguri per il nuovo prestigioso incarico. Il generale Tei ha recentemente lasciato l’incarico di Comandante della Squadra Aerea e, con l’assunzione dell’incarico di Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, raggiunge il vertice della Forza Armata dopo una carriera brillante, costellata di successi dovuti all’indubbia professionalità e alle profonde doti umane e di carattere che lo hanno fatto sempre apprezzare da tutti. Anche al generale Tei l’Istituto del Nastro Azzurro è lieto di formulare i migliori auguri per l’importante incarico assunto. NNIVERSARIO DELLA OSTITUZIONE TALIANA 60° A C I 6 IL NASTRO AZZURRO 60° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA D opo un lavoro durato quasi due anni, l’Assemblea Costituente, riunitasi nella seduta plenaria finale il 22 dicembre 1947, approvò la Carta Costituzionale italiana con 453 voti favorevoli e 62 contrari. La Costituzione entrò in vigore il 1 gennaio 1948 e, da allora, è la legge fondamentale dello Stato italiano. Da diversi anni si sente dire da più parti che essa è ormai superata dal tempo e che necessita di aggiornamenti e adeguamenti. Non tutti sono d’accordo. Molti ritengono la Costituzione italiana un modello di modernità e di capacità di leggere in termini giuridici le aspirazioni sociali del nostro popolo. Di seguito mettiamo a confronto due diverse chiavi di lettura in materia: quella del Ministro per i Rapporti col Parlamento, on. Vannino Chiti, il quale ritiene la nostra costituzione indubbiamente ancora attuale e comunque di grande valore giuridico e sociale, e quella del nostro Direttore Responsabile che prova ad approfondire le ragioni di chi ritiene ormai giunto il momento di una profonda revisione almeno del Titolo Quinto della Costituzione, cioè di quella parte che stabilisce la struttura istituzionale dello Stato Italiano. I valori espressi dalla Costituzione hanno costituito il maggior fattore di integrazione del nostro Popolo, lacerato dalle distruzioni della guerra e dalle ferite apportale all'unità nazionale da vent'anni di dittatura. Oggi, quando aspro si fa il confronto politico e ampia diviene la divaricazione dei diversi orientamenti sulle scelte relative alla gestione della cosa pubblica, è più forte il bisogno del richiamo unificante a quei valori di civiltà che sono racchiusi nella Costituzione. E ciò anche per individuare un solido ancoraggio ed un riferimento certo alla azione politica e, nello stesso tempo, a definire un luogo d'incontro e di sintesi della pur vivace dialettica delle opposte visioni politiche. Anche la nostra vita quotidiana attesta incessantemente l'attualità dei valori contenuti nella Costituzione e ne reclama una migliore e più completa attuazione. Quando, ad esempio, i diritti individuali e collettivi non sono adeguatamente riconosciuti e tutelati oppure quando il senso dei doveri e del bene comune sfuma e si perde di vista la prospettiva di un diseguo comune e condiviso di giustizia e benessere sociale. L'esigenza di una profonda comprensione e di una compiuta condivisione di questi valori è, dunque, sempre più avvertita. In questa prospettiva si pone l'iniziativa volta alla celebrazione del sessantesimo anniversario dell'approvazione della Costituzione. Non commemorazione formale e di facciata ma celebrazione incentrata su una riscoperta sostanziale dei suoi valori fondanti. On. Vannino Chiti (Ministro per i Rapporti col Parlamento) È SEMPRE VALIDA LA NOSTRA COSTITUZIONE? Q ualcuno sostiene che la Costituzione non dimostri i suoi sessant’anni di età, rivelandosi un documento moderno e puntuale, sempre in grado di fornire il giusto orientamento per l’attività legislativa e per le relazioni, i diritti e i doveri tra i cittadini italiani. Qualcun altro da tempo sostiene il contrario: ritiene, cioè, che la nostra Costituzione dimostri ampiamente i suoi anni e debba essere quantomeno aggiornata. Io sono tra questi ultimi. Intendiamoci, nella Costituzione Italiana si enunciano verità universali e si stabiliscono i canoni per le relazioni tra i cittadini e i popoli in modo certamente corretto e perfettamente integrato nella tradizione illuministica della cultura occidentale, sebbene, in qualche punto, la presenza vaticana in Italia si faccia comunque sentire, ma lo fa, come dire, in punta di piedi, senza disturbare, anzi con la levità che si conviene a quel poco di materiale che, in ogni caso, anche le relazioni puramente “spirituali” impongono alla vita di tutti i giorni. Il Titolo Quinto è la parte che dimostra di più la sua età. In realtà esso dimostra molto bene soprattutto il momento storico in cui i Padri Costituzionalisti si trovarono a lavorare. L’Italia era appena uscita dalla traumatica sconfitta della seconda guerra mondiale. Sconfitta grave per tutte le potenze dell’“Asse”, gravissima per l’Italia che, aveva chiuso la sua vicenda bellica con l’onta dell’8 settembre 1943 e con la guerra civile del 1944-45. La monarchia sabauda, alla quale va pure il merito dell’Unità d’Italia, era crollata sotto il peso di gravi responsabilità: vent’anni di Fascismo e lo sfascio e la spaccatura conseguenti all’8 settembre, a torto o a ragione sono stati addebitati al Re Vittorio Emanuele III°. A nulla è valsa la sua tardiva abdicazione quando era già stato indetto il referendum istituzionale del 1946 che chiamava gli italiani a pronunciarsi tra monarchia e repubblica. Il pur valido ed intelligente Umberto II° ha regnato solo per poco più di un mese. IL NASTRO AZZURRO 7 Il 2 giugno 1946 veniva proclamata la Repubblica in base all’espressa volontà della maggioranza del popolo italiano, ma occorreva darle corpo e struttura. A ciò servì la nuova Costituzione entrata in vigore un anno e mezzo più tardi. A parte la vuota pomposità dell’incipit “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” che dovrebbe porre un serio caso di coscienza agli italiani i quali non sembrano certamente appartenere alla categoria delle persone più alacri del mondo, il vero problema della Costituzione italiana appare, oggi più che mai, nella struttura tecnica della distribuzione dei poteri dello Stato. Infatti: – Il Presidente della Repubblica, per molti versi, ha quasi esattamente gli stessi poteri che aveva il Re, ma è eletto, NON dal popolo, bensì dal Parlamento, quindi, quando deve esercitare il più importante dei suoi poteri, quello di conferire l’incarico della formazione del Governo, rischia di essere “schiavo per debito” delle forze politiche che agiscono nel Parlamento stesso nel momento dell’elezione presidenziale e che dovranno poi sostenere il Governo; – Il Governo è espressione di una maggioranza di deputati e senatori che, una volta eletti, proprio per diritto sancito dalla Costituzione, NON hanno “vincolo di mandato”, quindi possono legittimamente cambiare bandiera quando vogliono, rendendo normali i cosiddetti “ribaltoni”; – Il sistema bicamerale perfetto, garantisce “in pura teoria” una maggiore correttezza dell’attività legislativa, mentre nella realtà è solo garante di una durata indefinibile a priori di tale attività; – La legge elettorale, che è già stata più volte modificata, comunque deve tenere conto della prerogativa che la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica, e NON al popolo, di designare chi dovrà formare il Governo e dirigerlo. Ci sono ancora altri numerosi problemi che rendono difficoltoso il lavoro e la vita stessa dei governi in Italia. Ma mi sembra che quanto esposto dia chiaramente l’idea delle ragioni per cui soprattutto il Titolo Quinto della Costituzione debba essere aggiornato. Ormai molti ne sono convinti, ma ancora non si è potuto procedere ad una sua sostanziale modifica perché le forze politiche non riescono a trovare il necessario accordo su come addivenire ad un intervento utile e soprattutto condiviso. Il tentativo effettuato nella scorsa legislatura dal Governo Berlusconi, pur sostenuto da una maggioranza parlamentare sulla carta molto cospicua, è fallito esattamente per questa ragione. Il Governo Prodi, proprio in concomitanza con le celebrazioni solenni dell’Anniversario Costituzionale, è stato sfiduciato dal Senato. Speriamo che, superata l’attuale difficile crisi politica, un nuovo Governo, retto finalmente da una maggioranza più stabile e coesa, possa mettere davvero in cantiere quel giusto “aggiornamento” che potrà ringiovanire ed adeguare la nostra “sessantenne” Carta Costituzionale, senza mandarla per questo in pensione. UN FRANCOBOLLO PER I 60 ANNI DELLA COSTITUZIONE Poste Italiane comunica l'emissione, per il giorno 2 gennaio 2008, di un francobollo celebrativo del 60° anniversario della promulgazione della Costituzione della Repubblica Italiana, nel valore di E.0,60. Il francobollo è stampato dall'Officina Carte Valori dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta fluorescente, non filigranata; formato carta e formato stampa: mm 30 x 40; dentellatura: 13 x 13; colori: cinque più oro; tiratura: tre milioni e cinquecentomila esemplari; foglio: cinquanta esemplari, valore "E.30,00". Il francobollo riproduce il disegno vincitore del concorso "Francobollo celebrativo del 60° anniversario della Costituzione Italiana" indetto dal Ministero per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali d'intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione, per gli studenti degli Istituti d'Arte. La vignetta riproduce, in primo piano, il numero 60 realizzato nei colori verde, bianco e rosso, le cui due cifre sono tenute simbolicamente insieme da una fascia tricolore che porta con sé la scritta COSTITUZIONE ITALIANA; sullo sfondo dorato, sono riportate, a tappeto, le parole LIBERTÀ, UNITÀ, UGUAGLIANZA e DEMOCRAZIA. Completano il francobollo la leggenda "60° ANNIVERSARIO COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA", la scritta "ITALIA" e il valore "E.0,60". Bozzettista: Luca Polini (Istituto Statale d'Arte per la Ceramica "Gaetano Ballardini" di Faenza – RA). A commento dell'emissione verrà posto in vendita il bollettino illustrativo con articolo a firma dell'On. Vannino Chiti, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. L'Ufficio Postale di Roma Camera Deputati e il Negozio "Spazio Filatelia" Piazza San Silvestro, 20 – Roma utilizzeranno, il giorno di emissione, il rispettivo annullo speciale realizzato a cura della Filatelia di Poste Italiane. Il francobollo e i prodotti filatelici saranno posti in vendita presso gli Uffici Postali, gli Sportelli Filatelici del territorio nazionale, i Negozi "Spazio Filatelia" di Roma, Milano, Venezia. 8 IL NASTRO AZZURRO MEDAGLIE D’ORO ECCELLENTI: ETTORE VIOLA DA QUESTO NUMERO COMINCIAMO LA RIEVOCAZIONE DELLE FIGURE PIU’ IMPORTANTI TRA I DECORATI DI MEDAGLIA D’ORO AL V.M. A PARTIRE DALLA PRIMA GUERRA MONDIALE. NATURALMENTE, DATA L’IMPORTANZA STORICA DELLA FIGURA DEL FONDATORE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL V.M., IL PRIMO AD ESSERE RIEVOCATO È L’ON. ETTORE VIOLA. ETTORE VIOLA di Pietro e di Maria Castelli, nacque a Villafranca in Lunigiana di Massa il 21 aprile 1894. Compiuti gli studi secondari, a diciassette anni fu ammesso volontario nell’Amministrazione Ferroviaria e, chiamato alle armi con la sua classe nel novembre 1914, venne assegnato all’88° Reggimento Fanteria. Trattenuto in servizio per mobilitazione, il 24 maggio 1915, raggiunse Bassano ed entrò in guerra contro l’Austria nel settore di Monfalcone. Promosso sottotenente di complemento di fanteria nel 75° Reggimento, nell’ottobre 1915, a M. Sei Busi, fu decorato di due medaglie d’argento al valore rispettivamente il 18 maggio a Monfalcone e il 4 luglio 1916 a q. 121, ove rimase ferito. Già trasferito in servizio effettivo per merito di guerra e promosso tenente, si condusse con grande valore nei combattimenti di S. Maria e di S. Lucia di Tolmino e, dopo, il ripiegamento verso il Piave, col 149° Reggimento combatté sul M. Tomba per contrastare l’avanzata austriaca. Promosso capitano, passò, a domanda, nel VI Reparto d’Assalto e, per l’azione di sorpresa sul Grappa, a Cà Tasson il 18 maggio 1918, da lui guidata, sebbene ferito, con abilità e coraggio, fu insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. Sempre al comando della sua compagnia arditi, per altra audace impresa alla testata di Val Seren fu decorato di Medaglia d’Oro al V.M. con d. l. 29 maggio 1919 con la seguente motivazione: “Comandante di una compagnia arditi, la condusse brillantemente all’attacco di importanti posizioni, sotto l’intenso tiro di artiglieria e mitragliatrici avversarie. Avute ingenti perdite nella compagnia, magnifico esempio di audacia e di ardimento, con un piccolo nucleo di uomini continuò nell’attacco e giunse per primo, con soli tre dipendenti, nella posizione da occupare. Caduti molti ufficiali di altri reparti sopraggiunti, assunse il comando di quelle truppe e con esse e con i pochi superstiti della sua compagnia respinse in una notte ben undici furiosi contrattacchi nemici, sempre primo nella lotta. Rimasto solo, circondato dagli avversari e fatto prigioniero, dopo tre ore si liberò con violento corpo a corpo della scorta che lo accompagnava, e rientrato nelle nostre linee, con mirabile entusiasmo, riprese immediatamente il comando di truppe, respingendo con fulgida tenacia nuovi e forti contrattacchi del nemico, incalzandolo per lungo tratto di terreno e infliggendogli gravissime perdite. - Monte Grappa, 16-17 settembre 1918”. Dopo aver preso parte all’impresa di Fiume con D’Annunzio, fu collocato a riposo per infermità dipendente da causa di guerra e iscritto nel ruolo speciale. Datosi alla vita politica, fu eletto Deputato per la circoscrizione della Toscana nella XXVII legislatura e contemporaneamente fu nominato Presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti. Dal 1926 si trasferì in Cile per ragioni politiche e rientrò in Italia nell’aprile 1944. Nominato Consultore Nazionale, fu ancora Presidente dell’Associazione Combattenti e Deputato al Parlamento. IL NASTRO AZZURRO 9 COME ETTORE VIOLA RICORDA LA FONDAZIONE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO Quando il duce si preoccupò di contenere e disciplinare almeno lo squadrismo, trasformandolo in milizia, era già troppo 9 tardi: il rassismo non solo non cessò di dominarlo, ma si considerò protetto addirittura dalla nuova milizia. Quale comandante di un gruppo di legioni, io risiedevo alla Caserma Magnanapoli ed avevo tra i più efficienti collaboratori, con le funzioni di aiutante maggiore, Giorgio Vaccaro. Del gruppo al mio comando, oltre alle legioni dei consoli Santovetti, Candelori e Pollastrini, faceva parte una legione composta di soli ufficiali in congedo dell’esercito agli ordini del valoroso Simone Simoni, il martire delle Fosse Ardeatine. Alla cerimonia per la solenne consegna dei vessilli alle legioni del mio gruppo presenziò Mussolini il quale, dopo un mio discorso d’occasione, mi abbracciò e baciò affettuosamente. Era l’epoca d’oro dei miei rapporti con il duce. Il poeta Fausto Salvatori e l’architetto Armando Brasini ebbero bisogno di presentargli un loro progetto e fui io a accompagnarli a palazzo Chigi; presi l’iniziativa, d’accordo con pochi amici, di organizzare la Legione Azzurra fra decorati al Valor Militare, fui io ad informarne Mussolini, il quale mi disse: “Il nome non mi piace. Preferisco quest’altro: Istituto del Nastro Azzurro”; e mentre già dava del voi a tutti quanti, e trattava Renato Ricci come si tratta un caporale, con me era ancora cordiale e potrei dire rispettoso. Alla cerimonia inaugurale dell’Istituto del Nastro Azzurro, che si celebrò in Campidoglio, io fui l’oratore ufficiale. Volle che si desse il maggior rilievo, e lui stesso presenziò personalmente all’evento per consegnarci l’orifiamma. L’ESTROMISSIONE DI ETTORE VIOLA DA PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE COMBATTENTI I l congresso dell’Associazione Nazionale Combattenti, tenutosi ad Assisi del 1924 si era aperto il 27 luglio, in un periodo complesso della vita politica italiana in cui la “Secessione dell’Aventino” stava spianando la via alla dittatura di Mussolini. Il congresso entrò nel vivo delle questioni nella mattinata del 29 quando l’avv. Giulio Bergmann, presidente della Federazione di Provinciale Combattenti di Milano, parlò a nome di 22 federazioni “…premettendo di dover fare ammenda della sua passata debolezza verso i fascisti…”. La sera del successivo 30 luglio, giornata di fuoco durante la quale si erano susseguiti importanti interventi ma anche vivaci discussioni e qualche polemica, l’On. Viola pregò il Presidente Savelli di voler mettere in votazione l’ordine del giorno, che da allora fu detto di Assisi, che suona così: “Il Consiglio Nazionale dell’Associazione Combattenti, unito in Congresso in Assisi, giudica che l’esperienza politica ha dimostrato come l’indipendenza dell’Associazione, base imprescindibile della sua esistenza e della sua autorità morale, non possa seria- 10 mente attuarsi se non attraverso la più piena ed effettiva autonomia di azione. Ritiene che al di sopra delle fazioni in lotta sia oggi urgente ristabilire nella sua piena ed assoluta efficienza l’imperio della legge, base e condizione elementare del libero svolgersi della vita di un popolo, e, mentre ammonisce che non si debbono riabilitare i partiti che disconobbero e svalutarono la vittoria, né acconsentire in alcun modo il ritorno al periodo di vergogna dell’immediato dopoguerra, dichiara al combattente che regge le sorti della Nazione che i suoi commilitoni sorreggeranno la sua opera in quanto essa, ispirandosi ai concetti ideali scaturiti da Vittorio Veneto e riconsacrati dallo spirito che lo condusse al potere, sia effettivamente rivolta al fine di assicurare all’Italia un’alta concordia civile sulla base dell’assoluta condanna degli illegalismi superstiti, della sovranità esclusiva dello Stato secondo lo spirito e la tradizione del nostro Risorgimento, nella elevazione delle forze del lavoro, nel rinato amore della Patria”. Il laborioso documento ricevette 311.240 voti favorevoli e soltanto 3.520 contrari. Alla direzione dell’Associazione risultarono poi eletti Savelli di Genova, Rossini di Novara, Viola di Massa Carrara, Bruni di Bergamo, Russo di Udine, Rizzo di Pola, Zino di Genova, Ciucci di Pisa, Fabretti di Ferrara, Fermariello di Napoli, Bavaro di Bari e Orlando di Palermo. IL NASTRO AZZURRO Alla carica di Sindaci furono invece eletti Cacciò di Portoferraio, lacobelli di Teramo, Beseghi di Parma, Fulli di Roma, Caputo di Cosenza. *** In un primo tempo sembrò che Mussolini accettasse l’ordine del giorno, ma cambiò idea allorché si accorse che i giornali dell’opposizione avevano considerato il documento come di netta opposizione; per cui, illudendosi di poter ancora parare il colpo, convocò per direttissima, a Palazzo Venezia, il Consiglio Nazionale Fascista; ma praticamente convocò al “redde rationem” l’On. Viola, come fu dimostrato nella seduta del 2 agosto 1924, con un rabbioso coacervo di critiche ed accuse al suo indirizzo, senza che alcuno tentasse di prenderne la benché minima difesa. Iniziò la sparatoria verbale il Forges Davanzali. Ci fu tuttavia una pausa concertata “ad hoc”. Infatti Giunta, allora Segretario del Partito; Corradini, capo dei nazionalisti, e Arnaldo Mussolini, dopo aver confabulato tra loro, si avvicinarono cautamente al “colpevole” per fargli questo discorso: “Se attenui il significa- to antifascista dell’ordine del giorno, Mussolini ti premierà nominandoti Sottosegretario al Ministero della Guerra”. La risposta del “reprobo”, data in piena Assemblea, fu questa: “Ho l’onore di dichiarare che presentando l’ordine IL NASTRO AZZURRO del giorno al Congresso Nazionale di Assisi ho ritenuto - come tuttora ritengo - di aver servito il mio Paese. Detto ordine del giorno chiaro, preciso, conciso, non ha bisogno di spiegazioni”. Mussolini si alzò di scatto e, con il viso sconvolto, disse: “L’Assemblea ha sentito le dichiarazioni dell’On. Viola. Non è il caso di aprire una discussione su queste dichiarazioni, ma io tengo a fare alcune osservazioni e a dire molto esplicitamente che l’ordine del giorno di Assisi non mi piace. Per il prossimo giovedì o venerdì Viola mi ha annunciato una visita del Consiglio Centrale dei Combattenti. Avremo una discussione che sarà molto precisa. È bene non mistificarsi a vicenda”. Il Duce, poi insistette nel rivendicare la sua azione normalizzatrice della vita sociale italiana a fianco dei Combattenti. Alcuni giorni dopo, come previsto, l’intero Comitato C e n t r a l e dell’Associazione si presentò nell’ufficio del Duce, a Palazzo Chigi, ma Mussolini non ottenne nulla. Dopo l’episodio di Assisi, scopo primordiale di Mussolini e di Farinacci, fu quello di svalutare, o minare, il p r e s t i g i o dell’Associazione e dei suoi dirigenti per poi sciogliere il Comitato Centrale ed affidare l’Associazione a più sicuri servitori. “Il Tevere” di Roma e “Il Giornale di Cremona” diretto da Farinacci, fecero a gara a tentare di infangare l’onorabilità dell’On. Viola. La questione era talmente evidente che il Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare e l’Istituto del Nastro Azzurro, benché già praticamente nell’orbita fascista, trasmisero alla stampa un ordine del giorno di viva deplorazione per la campagna diffamatoria che “Il Tevere” di Roma conduceva contro il Presidente dell’Associazione Combattenti, On. Viola. Con un decreto presidenziale si nominavano i triumviri Rossi, Russo, Sansanelli alla temporanea gestione dell’Associazione in sostituzione dei sospesi organi centrali amministrativi. Ci rimasero invece venti anni. Nel verbale di consegna, siamo al 4 marzo del 11 1925, il Presidente dell’Associazione fece inserire la seguente protesta: “L’On. Viola dichiara che, mentre fa le più ampie riserve circa la legalità del provvedimento governativo, intende di avere con la sua firma ceduto soltanto le funzioni dell’Ente morale accordato dal Governo in data 24 giugno 1923, e non già l’organizzazione la quale, com’è sorta nel 1919, continuerà a vivere per volontà dei combattenti italiani”. I Commissari del Governo respinsero le riserve del Presidente, ciononostante dovettero aggiungere al verbale quanto segue: “Ponendo a confronto le risultanze della contabilità di fatto riscontrate con la verifica della cassa, in base ai documenti e alle carte contabili, i verbalizzanti dichiarano di non aver nulla da eccepire”. Lo scioglimento del Comitato Centrale dell’Associazione diede luogo a imponenti manifestazioni di protesta da parte della cittadinanza, e l’8 marzo, cioè quattro giorni dopo, si riunì in Roma il Consiglio Nazionale dell’Associazione. Le proteste che ne derivarono furono espresse in un ordine del giorno che cominciava così: “I convenuti dichiarano il loro entusiastico plauso ad Ettore Viola incontaminabile insegna di fulgido eroismo e di purissima fraternità, e deplorano che la erezione dell’Associazione, in Ente Morale, vantata come generosissimo beneficio, sia servita soltanto per proibire quella manifestazione della volontà degli associati, che le leggi fondamentali del Regno garantiscono a tutti i cittadini”. Dopo quel Consiglio Nazionale, con il nome di Associazione Nazionale Combattenti Indipendenti, l’Organizzazione si trasferì in Via Fontanella Borghese, e 50 Federazioni Provinciali, su 74, solidarizzarono con essa. Da quel momento diressero la nuova Associazione l’On. Viola e l’On. Bavaro. Segretario fu Chiapparini di Lucca. (Liberamente tratto da: “Combattenti e Mussolini dopo il Congresso di Assisi”, di Ettore Viola. “L’impronta. Firenze” pp. 15-31). 12 N ella magnifica cornice dell’antica Corderia della Marina Militare di Castellammare di Stabia, fatta costruire dai Borboni nel lontano 1796, sé è svolta, venerdì 21 settembre 2007, una singolare e toccante cerimonia. Il Gruppo M.O.V.M. “Luigi Longobardi” dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia ha presentato un volume dal titolo: “Uomini di mare e di guerra. Decorati e caduti del compartimento marittimo di Castellammare di Stabia”. Due tre autori sono “azzurri”. Mario Ilardo ed Antonio Cimmino, infatti, sono rispettivamente anche Vicepresidente e Sindaco della Federazione napoletana. In una sala gremita di marinai, in congedo ed in divisa, di rappresentanti d’arma, di pubblico e, soprattutto, di giovani, sono stati illustrati i punti salienti del libro. Il Nastro Azzurro era presente con il suo Vice presidente nazionale Brig. Gen. ing. Antonio Teja e con il Labaro di Napoli scortato dal Presidente della Federazione napoletana avv. Gennaro Perrella e dagli alfieri avv. Salvatore Bova e m.llo Nicola Maraglino. Lo speaker e moderatore della manifestazione era il dott. Antonio Cimmino nelle vesti di V.Presidente del gruppo stabiese dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia. IL NASTRO AZZURRO Il comm. Mario Ilardo, quale di Presidente dell’A.N.M.I. di Castellammare, ha aperto l’evento illustrando brevemente le motivazioni che hanno spinto gli autori ad effettuare una ricerca storica sui decorati e caduti della zona, iniziando dalla battaglia di Lissa del 1866 e finendo alla seconda guerra mondiale, compreso il periodo della guerra di liberazione. Successivamente ha preso la parola il Capitano di Fregata Guglielmo Pignataro, Direttore di Maricorderia che, dopo aver effettuato un breve excusus storico sullo stabilimento, nato per la produzione del cordame necessario alla movimentazione delle vele per le navi costruite nell’attiguo cantiere navale – uno dei più antichi del Mediterraneo, edificato nel 1793 – ha illustrato la vita e le azioni militari di due stabiesi. Uno era un ex dipendente dello stabilimento ed un altro, M.A.V.M. era il Capitano del Genio Navale ing. Armando Traetta, entrambi decorati per coraggiose azioni compiute a bordo di unità sottili nella seconda guerra mondiale. In rappresentanza dell’Ammiraglio di Squadra Roberto Cesaretti dell’Allied Marittime Component Command di Napoli, impossibilitato a partecipare per un precedente impegno presso l’Accademia di Modena, ha preso la parola il Capitano di Vascello Angelo Liberatucci che ha approfondito il contenuto IL NASTRO AZZURRO del libro. Egli ha asserito che gli argomenti trattati sono particolarmente interessanti perché riportano, oltre i particolari delle azioni per le quali sono state concesse le decorazioni al V. M., anche le caratteristiche tecniche e di armamento delle unità di superficie e subacquee, nonché il contributo dato dai marinai nei reparti terrestri ed anfibi nei due conflitti mondiali. Il Comandante Liberatucci ha trovato di grande utilità il glossario allegato che descrive, in maniera succinta ma esaustiva, la terminologia riportata nel testo sia per quanto concerne la composizione della flotta, le caratteristiche delle unità ed i principali scontri navali, sia per la struttura, per gradi e specialità, della Marina. La professoressa Elisa Savarese, l’altra coautrice del libro - già Preside dell’Istituto Tecnico “Renato Elia”, intitolato ad un ufficiale di Marina, nel quale ha fatto erigere un monumento al marinaio - ha parlato con accenni accorati del dramma delle madri e delle spose dei marinai che non sono più tornati. La sua famiglia, infatti, con una lunga tradizione marinara, ha dato combattenti e decorati alla Marina nel corso dell’ultimo conflitto. La professoressa Savarese ha, inoltre, spiegato che i valori di cui la Marina è portatrice, devono essere tramandati alle giovani generazioni, sempre meno sensibili e sempre più portate a seguire effimere chimere. Ha promesso che la sua opera di educatrice e di formatrice continuerà su tale strada. La preside Savarese arricchirà il numero dei soci del Nastro Azzurro per il prossimo anno. La manifestazione, iniziata con l’inno di Mameli e la marcia d’ordinanza della Marina, si è conclusa con la lettura della preghiera del marinaio eseguita dal Comandante Pignataro, dopo che il Generale Antonio Teja ha portato il saluto del Nastro Azzurro e ha pronunciato accorate parole sull’iniziativa, augurandosi che i giovani possano avvicinarsi alle Associazioni presenti. Egli ha dichiarato che l’Istituto del Nastro Azzurro, ha aperto le sue porte anche ai 13 simpatizzanti, giovani e meno giovani, affinché i valori di Patria ed Onore non si perdano con la scomparsa fisica dei decorati e che l’immenso patrimonio di storia, da essi rappresentato, possa perpetuarsi nel futuro. A conclusione, dopo una visita ad alcuni reparti di produzione cordami ancora in funzione per l’occasione, un magnifico buffet – offerto dalla Restoring Ancient Stabiae, una fondazione italoamericana che si occupa della conservazione del patrimonio storico-archeologico della zona - è stato consumato sulla spiaggia, davanti all’incantevole golfo di Napoli. Cerimonie come questa contribuiscono a rinsaldare il rapporti tra la cosiddetta società civile ed i giovani, con le FF.AA. e con le altre Istituzioni delle Stato. Gli autori della pubblicazione si sono presi l’impegno di continuare, per la Federazione azzurra napoletana, le ricerche estendendole a tutti i marinai di Napoli e provincia, con la speranza che anche altre Armi, rappresentate dall’Istituto, possano fare altrettanto offrendo, così, preziosi tasselli di memoria storica locale inseriti nel più vasto mosaico della storia patria. Antonio Cimmino (Sindaco della Federazione provinciale di Napoli) 14 IL NASTRO AZZURRO LA NOSTRA BANDIERA Lo scorso 7 gennaio è stato festeggiato, con numerose cerimonie in tutta Italia, il 211° anniversario del Tricolore, ricorrenza che mi ha spinto a rileggere gli articoli pubblicati nel numero 1/2007 del nostro periodico che riportava in copertina uno scritto il cui titolo ho utilizzato per queste considerazioni, che tra l’alto diceva “..ricordati di me, onorami, rispettami.” Nel “Detto tra noi” del primo numero del 2008, il Generale Antonio Daniele scrive che la Bandiera è un simbolo e ogni nazione vi si riconosce e la onora. Mi sono allora chiesto: ci ricordiamo ancora come deve sventolare una Bandiera o come va indossata la fascia tricolore? Le domande non sono oziose e le foto che corredano l’articolo lo dimostrano. Una è stata scattata ad un liceo scientifico romano, dove la tenevano appesa in condizioni vergognose e come un panno ad asciugare. Le rimostranze, che hanno garbatamente evidenziato la mancanza di rispetto e lo svilimento per un simbolo che deve invece essere proposto ai giovani perché ne siano orgogliosi, hanno portato alla sua sostituzione e corretto posizionamento. Le altre due foto, per le quali ritengo inutile ogni commento che lascio a chi legge, sono tratte da periodici di diverse Associazioni Combattentistiche e testimoniano come anche le “Istituzioni” abbiano bisogno di ripassare le norme più elementari di come, chi è tenuto a farlo, deve indossare la Bandiera. Il corpo fa asta e la spalla sulla quale appoggia la fascia tricolore è la destra, ma alcuni primi cittadini non lo sanno e purtroppo nessuno ha il coraggio di farglielo notare o, peggio, lo nota. Ritengo sia un dovere di tutti noi Azzurri, intervenire, con educazione ma fermezza, in questi casi che non sono assolutamente sporadici, in particolare per lo stato in cui spesso le bandiere vengono lasciate sventolare. Allora la Bandiera “torni” ad essere quel simbolo nel quale ogni cittadino deve riconoscersi, non solo nelle partite di calcio, per poter in tal modo rispettare la nazione e se stesso con l’orgoglio di essere Italiano. Antonio Teja MOTIVAZIONE DELL’ONORIFICENZA DELL’ORDINE MILITARE D’ITALIA (O.M.I.) CONFERITA ALLA BANDIERA DI GUERRA DEL REGGIMENTO SAN MARCO Il 19 giugno 2007 in occasione della Festa della Marina Militare il Presidente della Repubblica ha consegnato l’Onorificenza O.M.I. alla Bandiera di Guerra del Reggimento “San Marco”, con la seguente motivazione: “Prestigioso Reparto della Marina, dalle gloriose tradizioni militari, impiegato senza soluzione di continuità nelle operazioni nazionali ed internazionali di soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali e nelle missioni di Pace. L’eccezionale professionalità dimostrata nella pianificazione e condotta di operazioni complesse in Libano, Somalia, Bosnia, Albania, Kosovo, Iraq ed Afghanistan, spesso attuate con breve preavviso ed in condizioni ambientali difficili, ha suscitato ovunque ammirazione e rispetto. I Fucilieri di Marina hanno operato sempre in prima linea in contesti operativi difficili e pericolosi, prodigandosi in ogni circostanza e dando costante prova di coraggio e valore con alta professionalità ed umanità. Compagine di uomini di altissime virtù militari che ha contribuito in maniera determinante ad elevare ancor più il Vessillo italiano nel mondo”. Libano, Somalia, Bosnia, Albania, Kosovo, Iraq ed Afghanistan: 1982-2005 IL NASTRO AZZURRO FEDERAZIONE 15 RECAPITI PRESIDENTE O COMMISSARIO (*) APERTURA ALESSANDRIA Via Fiume 23 – 15100 Alessandria Tel.0131.231172 Gen. Luigi TURCHI Mer/Sab h.10-12 ANCONA Via XXIX Settembre 2/E – 60122 Ancona – Tel. 071.2803132 Cap. Paolino ORLANDINI Mar/Ven h.16-17.30 Via C. Chamonin 60 – 11100 Aosta Tel.0165.42124 [email protected] Via Ricasoli 21 – 52025 Montevarchi (AR) – Tel.055.901391 – 3395792396 Gen. Attilio POLITANO Su appuntamento Sig. Stefano MANGIAVACCHI Lun/Ven h.9-12 Corso Vittorio Emanuele 58 – 63100 Ascoli Piceno – Tel.0736.41389 Cav. Franco Bruno CRUCIOLI Mar/Gio/Sab h.9.30-12.30 ASTI Via Carducci 54 – 14100 Asti – Tel.0141.212241 Sig. Ilio PESCARMONA Mer/Sab 8.30-12 BARI Via Cardassi 50 – 70122 Bari – Tel.080.5541443 – Cell.3401535050 [email protected] Consueleza Legale gratuita su appuntamento diretto con l’Avv. Vincenzo LIVRIERI Tel./Fax 080.5741378 Via Mezzaterra 73 – 2° piano – 32100 Belluno – Tel.0437.30651 Gen. Giuseppe PICCA da Lun a Ven Su appuntamento Geom. Italo SAVASTA (*) Su appuntamento Via Verdi 2 – 24121 Bergamo – Tel.035.249680 T.Col. Arbace MAZZOLENI Su appuntamento Via Roma 34 – 13876 Sandigliano (BI) – Cell.3351475752 [email protected] http://vialardi.org/nastrazzuro/ Via Marsala 10 – 40126 Bologna – Tel.051.230670 Conte Tomaso VIALARDI di SANDIGLIANO da Lun. a Ven. h.15-16 Cav. Giorgio BULGARELLI Mar/Mer/Ven h.9-11 Gen. Carlo Maria MAGNANI Martedi h.9-12 Giovedi h.15-18 C.te Comm. Vincenzo CAFARO (*) Su appuntamento AOSTA AREZZO ASCOLI PICENO BELLUNO BERGAMO BIELLA BOLOGNA BRESCIA BRINDISI Via Moretto 79/A – 25125 Brescia – Tel.030.3751225 – Cell. 3472743976 [email protected] c/o Stazione Marittima – 72100 Brindisi Tel.0831.590198 CAGLIARI Via dei Giudicati 17 – 09131 Cagliari – Tel.070.402644 Cav.Uff. Antonio DI GIROLAMO Su appuntamento CAMPOBASSO Via Roma 68 – 86100 Campobasso – Tel.0874.413794 Comm. Pasquale MASTRANTUONI (Vice Presidente) da Lun. a Ven. h.9-12 CASERTA Via Luigi Settembrini 14 – 81100 Caserta – Tel.0823.324695 – Cell.3385779632 Sig. Mario SCHERILLO (Vice Presidente) Su appuntamento CATANIA Via G. Oberdan 31/C – 95100 Catania Dott. Raffaele MESSINA Lun/Gio h.16.30-19 CATANZARO Corso Mazzini 251 – 88100 Catanzaro – Tel.0961.721022 – [email protected] Via Arniense 208 – 66100 Chieti – Tel.0871.348603 Avv. Giuseppe PALAJA di TOCCO Lun/Mer/Ven h.9.30-11.30 Comm. Biagio ROSSI Mar/Mer/Ven h.8.30-14 Avv. Pasquale PISANI Su appuntamento CHIETI COSENZA Via F. Alimena 99 – 87100 Cosenza – Tel.0894.28813 16 IL NASTRO AZZURRO FEDERAZIONE CREMONA RECAPITI PRESIDENTE O COMMISSARIO (*) APERTURA Via Chiese 17 – 26100 Cremona – Tel.0372.200372 - Cell.3356437616 Prof. Tommaso DONATO (*) Su appuntamento CUNEO Frazione Loreto 48/a – 12045 Fossano (CN) Col.CC. Fortunato CUZZOCREA (*) Su appuntamento FERRARA Corso Giovecca 165 (C. Patria) – 44100 Ferrara – Tel.0532.203368 Avv. Giorgio ANSELMI Mar/Gio h.9.30-11.30 FIRENZE Via S.M. Maddalena 1 – 50010 Caldine (FI) – Tel.055.211087 Gen. Bruno STEGAGNINI Mercoledi h.16-18 FOGGIA Via Marchianò 46 – 71100 Foggia – Tel.0881.636341 T.Col. Giovanni Battista CORVINO Su appuntamento FORLI’ Via Jacopo Feo 1 – 47100 Forlì – Tel.0543.35372 Cav. Stenio RAVAIOLI Giovedi h.15-17 GENOVA Piazza Sturla 3 – 16147 Genova – Tel.010.398113 Cap.Corv. Carlo MILAN Vice Presidente Mercoledi h.15-18 GORIZIA Via D. D’Aosta 143 – 34170 Gorizia – Tel. 0481.520935 Sig. Rinaldo ROMANO Lun/Ven h.10-12 Via de Pretis 48 – 58100 Grosseto – Tel.0564.20169 Magg. Guglielmo FRANCINI Su appuntamento Via Foce 3 – 18100 Imperia – Tel.0183.5793301 - Cell.335.5826502 – [email protected] Via B. Novelle 24 – 67100 L’Aquila – Tel.0862.23963 Cavaliere del Lavoro Giacomo ALBERTI Su appuntamento Magg. Umberto SCONCI Da Lun. a Ven. h.9.30-11.30 Viale Amendola 196 – 19100 La Spezia – Tel.0187.716204 – Cell.347.1990911 Mar.llo Renzo PEDRIGI Mar/Gio/Sab h.9-11 Piazz S. Marco 4 (c/o Casa del Combattente)– 04100 Latina – Tel.0773.693357 Via Flascassovitti 25 – 73100 Lecce – Tel.0832.308190 Cav. Luigi CASALVIERI Lun/Ven h.10-12 Cav. Luigi DELICATO da Lun. a Ven. h.9-11 Via Cavour 78 (c/o UNUCI) – 22900 Lecco – Tel.0341.364333 – [email protected] Via Piave 13 – 57123 Livorno – Tel.0586.896711 S.Ten. Giuseppe FACCINETTO Mar/Ven. h.17-19 Ing. Giovanni ANDREANI Martedi h.16-18 LUCCA Via Cascine 373 – 55100 Arliano -Lucca – Tel.0583.59612 C.A.(aus) Nunzio PELLEGRINO Vice Presidente Sabato h.11-12 MACERATA Piazza Annessione 12 - 62100 Macerata – Tel./Fax 0733.232450 – Cell.360.369662 Sig.ra Cav. Sandra VECCHIONI Su appuntamento MANTOVA Corso Vittorio Emanuele 35 – 46100 Mantova – Tel.0376.324404 Dott. Franco LANFREDI Lun/Mer/Ven h.10-12 Galelria Leonardo da Vinci 4/1 - 54100 Massa – Tel.0585.44796 Gr.Uff. Elio BORGOBELLO (*) Mar/Gio h.16-18 Sabato h.10-12 Via S. Barnaba 29 – 20122 Milano – Tel.02.5512016 – [email protected] Via V. Reiter 48 – 41100 Modena – Tel.059.220935 Gen. Arnaldo CASSANO da Lun. a Ven. h.9.30-12.30 Cmte Carlo SABATINI Lun/Ven h.10-11.30 Avv. Gennaro PERRELLA Mar/Giov h.9.30-11.30 GROSSETO IMPERIA L’AQUILA LA SPEZIA LATINA LECCE LECCO LIVORNO MASSA-CARRARA MILANO MODENA NAPOLI Via S. Lucia 90 – 80132 Napoli – Tel.081.7640758 IL NASTRO AZZURRO FEDERAZIONE 17 RECAPITI PRESIDENTE O COMMISSARIO (*) APERTURA NOVARA Via S. Nazzaro 1/B (c/o Ass.Comb.) – 28100 Novara – Tel. 0321.403967 Gen. Manlio ATTISANO Su appuntamento PADOVA Riviera S. Benedetto 30/A – 35139 Padova – Tel.049.652146 Gen. Saulle GUIDA Lun/Mer/Ven. h.9-11 Piazza S.F. di Paola 2 (c/o Caserma R. Settimo) – 90138 Palermo – Tel.091.6887337 Via Cavour 28 (c/o UNUCI) – 43100 Parma – Tel.0521.233842 T.Col. Giovanni Battista RUBINO Mar/Ven h.9-11.30 Gen. Alberto PIETRONI (*) da Lun. a Ven. h.10-12 Col. Raffaele BABUSCIO (*) Mar/Mer/Sab h.9-12 Cav. Angelo DI NATALE (*) Lun/Mer h.16-18.30 Gio h.9.30-11.30 e 16-18 Ven h.8.30-10.30 T.Col. Luigi LEONARDI Giovedì Su appuntamento Amm. Guido NATALE Lun/Sab h.9.30-12 Via Romagnoli 41 – 29100 Piacenza – Tel.0523.711901 Gr.Uff. Mario BOSONI Mar/Sab h.10-12 PISA Via Venezia 17 – 56030 Cevoli di Lari (PI) – Tel.0587.686010 Sig. Franco CITI (*) Su appuntamento PISTOIA Via XXVII Aprile 4 (Pal.Mutilati) – 51100 Pistoia – Tel.0573.22771 – [email protected] Via dell’Aviere 1 – 33170 Pordenone – Tel.0434.361611 Mar.llo Giampiero MONTI Sabato h.9-11 Dott. Aldo FERRETTI Sabato h.10-12 o su appuntamento Via Ofanto 5 – 48100 Ravenna – Tel.0544.61001 Amm. Mauro CATTAROZZI (*) Su appuntamento Salita Cappuccinelli dir. Zag.8 – 89123 Reggio Calabria – Tel.0965.22046 Ten. Alberto CAFARELLI (*) Su appuntamento PALERMO PARMA PAVIA PERUGIA PESARO E URBINO PESCARA PIACENZA PORDENONE RAVENNA REGGIO CALABRIA Via A. Gazzaniga 2 – 27100 Pavia –Cell.335.6709322 – [email protected] Località Pitigliano 25 – 06016 San Giustino (PG) – Tel./Fax 075.8583470 – Cell.339.3425888 [email protected] Via dell’Arsenale 39 – 61100 Pesaro (PU) – Tel.0721.31542 http://www.portalememorie.it/ Piazza S. Caterina da Siena 4 – 65122 Pescara – Tel.085.4211990 Via D. Alighieri 7 (c/o EDILGEO) Geom. Giuseppe RONCHETTI –42100 Reggio Emilia – Tel.0522435394 – Cell. 348.1522406 – 348.6048054 [email protected] Via A. Ghepardi 70 – 02100 Rieti – Avv. Francesco Maria PALOMBA (*) Tel./Fax 0746.203077 Da Lun a Sab h.9-11 RIMINI Via Gadames 29 – 47900 Rimini – Tel.0541.52678 Cap. Aleardo Maria CINGOLANI Venerdi h.9-12 ROMA Piazza Galeno 1 – 00161 Roma – Tel.06.4402555 – Fax 06.44266814 [email protected] http://decorativalormilitare.spaces.live.co m/ Via Levico 4 – 45100 Rovigo – Tel./Fax 0425.463350 – [email protected] Gen. Antonino ZUCO da Lun a Ven h.8.30-13.30 Geom. Graziano MARON Da Lun a Ven h.15-19 Via Carmine 101 – 84124 Salerno – Cell.334.8916507 Col. Mario PRIVITERA Su appuntamento Viale Sicilia 44 – 07100 Sassari – Tel.079.250615 Comm. Gavino CONGIU Da Lun a Sab h.9-19 REGGIO EMILIA RIETI ROVIGO SALERNO SASSARI Su appuntamento 18 IL NASTRO AZZURRO FEDERAZIONE RECAPITI SAVONA Via Paleocapa 24 (c/o Hotel Suisse) – 17100 Savona – Tel.019.850853 – Cell. 335.6606885 [email protected] Via Aretina Loc. Arbia 71 – 53100 Siena – Tel.0577.364865 – Cell.333.7441888 – [email protected] Corso Gelone 7 – 96100 Siracusa – Tel./Fax 0931.24684 – [email protected] Via Fossati 7 – 23100 Sondrio Tel.0342.212520 - Cell.3336685617 [email protected] Via Cugini 1 – 74100 Taranto – Tel.099.7752829 – Geom. Costantino FACCO (Segretario) Da Lun a Dom h.24 Sig. Marco CETOLONI (*) Su appuntamento Avv. Francesco ATANASIO Mar/Gio h.17-19 Cav. Alberto VIDO (*) Su appuntamento C.F. Luca BELLONE de GRECIS Da Lun a Ven h.9-11 Via Gabriele D’Annunzio 89 – 64100 Teramo – Tel.0861.241179 Cell.348.8730235 Via F. Cesi 22 – 05100 Terni - Tel./Fax 0744.549856 Sig.ra Anna TRIMARELLI (*) Da Lun a Ven h.10-13 Dott. Marcello GHIONE Mar/Ven h.10-12 Via S. Domenico 28 – 10122 Torino – Tel.011.5217733 – 011.6690309 – [email protected] Via Cosenza 193 – 91016 Casasanta (TP) Tel.0923.562556 Magg. Carlo BERTOLOTTI Mercoledi 15-18 Cav.Uff. Giuseppe MASCARI (*) Su appuntamento TRENTO Via Adamello 38 – 38100 Trento – Tel./Fax 0461.932174 – Cell.335.7042529 Sig. Francesco VOLPI Su appuntamento TREVISO Vicolo S. Pancrazio 7 – 31100 Treviso – Tel.0422.541983 Gr.Uff. Walter OMICCIOLI da Lun. a Ven. h.8.30-11 TRIESTE Via XXIV Maggio 4 – 34133 Trieste – Tel.040.361737 – [email protected] Via Stabernao 2 – 33100 Udine – Cell.333.5731909 Dott. Giuseppe VUXANI da Lun a Ven h.10-11 Gr.Uff. Vittorio ZANUTTA Mer/Sab h.10-12 Via C. Battisti 21 – 21100 Varese – Tel.0332.240803 Sig. Ferdinando MANCINI Lun/Gio h.9-11 VENEZIA Castello 5016/B Campo S.Severo – 30124 Venezia – Tel.041.5236028 Comm. Arnaldo DARAI Giovedi h.9-12 VERCELLI Via Roma 34 – 13876 Sandigliano (BI) – Cell.3351475752 [email protected] http://vialardi.org/nastrazzuro/ Largo Don Chiot 27/A – 37122 Verona – Tel.045.8402145 Conte Tomaso VIALARDI di SANDIGLIANO da Lun. a Ven. h.15-16 Gen. Amos SPIAZZI di CORTE REGIA Sabato h.10-12 Corso Palladio 98/A (Pal.Trissino) – 36100 Vicenza – Tel.0444.221238 Mons. Ezio Olivo BUSATO Mar/Gio h.10-11 SIENA SIRACUSA SONDRIO TARANTO TERAMO TERNI TORINO TRAPANI UDINE VARESE VERONA VICENZA PRESIDENTE O COMMISSARIO (*) APERTURA Le Federazioni non presenti in elenco sono temporaneamente chiuse. Gli interessati a costituire un Gruppo, una Sezione o una Federazione in territori in cui non siamo già presenti, possono contattare la Presidenza Nazionale al seguente indirizzo: Istituto del Nastro Azzurro – piazza Galeno n.1 – 00161 ROMA – Tel.064402676 – Fax 0644266814 E.mail: [email protected] IL NASTRO AZZURRO 19 IL MARESCIALLO PEZZULO CADUTO IN AFGHANISTAN MENTRE DISTRIBUIVA VIVERI E COPERTE L e parole pronunciate da Giusy Pezzulo: “Papà sei il mio eroe, continuerò il tuo lavoro” e la richiesta della esposizione del tricolore (accolta non solo a Oderzo ma in tante città dalla Sicilia alle Alpi) dimostrano che, sotto le ceneri dell’ondata distruttiva del ‘68, resistono sentimenti, di una incredibile purezza che generano fremiti di intensa emozione ed ammirazione. Nel duomo di Oderzo, all’ultimo saluto al papà ha detto: “Non voglio ricordarti così, in una bara a terra. Anche da lontano mi facevi sentire molto amata. Non c’eri per i miei 18 anni perché eri lontano, ma mi sei stato vicino con un mazzo di rose rosse. So quanto mi ami e ricordo quando da piccola giocavo a sposarmi con te. Ora devo crescere in fretta per stare vicino alla mamma, mi sento forte e sono sicura che sei tu a darmi questa forza: stammi sempre vicino”. Commoventi anche le parole del vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, che ha concluso: “Il grande amore per la bandiera è ciò che Giovanni ci lascia come suo supremo testamento”. La testimonianza di Giusy e degli orfani di tanti altri eroi Caduti nell’adempimento del proprio dovere, la negazione della parola al Santo Padre alla Sapienza, la schedatura dei professori di origine ebraica, la semina dell’odio e della contrapposizione, la negazione del teatro Brancaccio per la Celebrazione della Giornata del Ricordo, l’ostinato rifiuto della riconciliazione tra vinti e vincitori, il continuo richiamo, da parte di certi individui, sulla necessità della lotta contro il fascismo e l’occultamento delle brutture commesse dal comunismo internazionale, ci impongono una profonda riflessione ed una precisa richiesta a tutti gli esponenti politici ed in particolare al nuovo governo: “inserire nei programmi di studio delle Scuole di ogni grado, oltre alla Shoah ed alla Giornata del Ricordo, il comunismo internazionale (i gulag, lo sterminio dei kulaki, Polonia, Ungheria, ecc.) e la nostra storia partigiana, ivi compresi: Porzus (Brigata Osoppo), eccidio di Codevigo (PD), il Triangolo della Morte, Morannino, gli accordi di Togliatti e le denunce di Giampaolo Pansa nel libro “Il Sangue dei Vinti” e lo studio dei Patti Lateranensi, in particolare il nuovo concordato, firmato il 2 febbraio 1984: “la Repubblica riconosce alla Chiesa cattolica la libertà di svolgere la propria missione pastorale, educativa e caritativa di evangelizzazione e santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica” . I Giovani devono conoscere tutta la verità, liberarsi dalle falsità inculcate da docenti parziali, abbandonare i pregiudizi, ragionare e, dopo una serena valutazione di tutti i fatti, trarre le dovute conclusioni dimostrando di non essere disposti a portare il cervello all’ammasso. Noi dobbiamo essere al loro fianco per chiarire eventuali dubbi e fare quanto è nelle nostre possibilità per il trionfo della verità e la fine delle contrapposizioni ideologiche e pretendere fatti, e non chiacchiere, a cominciare dal ridimensionamento degli inqualificabili privilegi delle caste e del prezzo della politica, che assurdamente costa il doppio che in Francia, il triplo che in Spagna e quattro volte che in Inghilterra, e la rivalutazione delle pensioni e delle retribuzioni. Giuseppe Valencich 20 IL NASTRO AZZURRO L’8 MARZO DELLE DONNE DECORATE AL V.M. L’8 marzo ricorre la festa della donna. “Il Nastro Azzurro” intende, in questa occasione, rendere omaggio alle donne di grande coraggio che hanno sempre dignitosamente combattuto una battaglia nella battaglia: hanno cioè espresso amore e cure premurose anche nei momenti di massimo contrasto bellico in cui il pericolo è stato grave e si è talvolta tragicamente concretizzato. Riportiamo due esempi di tale coraggio: la storia di Maria Brighenti, la prima donna decorata di Medaglia d’Oro al V.M. e la storia di un’intera zona d’Italia, il Lazio meridionale, in cui il coraggio delle donne, tutte indistintamente, rifulse in mille piccoli diuturni episodi. LA PRIMA DONNA MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE BRIGHENTI MARIA nata BONI, di Luigi e di Giuseppa Ferrari, nacque a Roma il 3 settembre 1868 e morì in combattimento a Tarhuna, in Libia il 18 giugno 1915. Di distintissima famiglia romana, promessa sposa fin da giovanetta a Costantino Brighenti, poté realizzare il suo sogno d’amore solo nel 1914. Unita al compagno di elezione, già maggiore dell’Esercito nelle truppe d’Africa, lo seguì prima a Tripoli e poi, per speciale concessione del Governo della Colonia, a Tarhuna. Quando nell’aprile 1915 il maggiore Brighenti assunse il comando del presidio di Beni Ulid, capoluogo degli Orfella, col II battaglione libico da, lui stesso formato, la consorte, rifiutando di mettersi al sicuro a Tripoli, si riservò di raggiungerlo al più presto; ma le successive tragiche vicende di quel tempo glielo impedirono. Il 10 maggio gli arabi in rivolta assediarono Tarhuna, impedendo ogni possibilità di rifornimenti alle truppe del presidio. Dopo un mese di resistenza, durante la quale Maria Brighenti, instancabile, prodigò le sue cure ai feriti ed agli ammalati, aggravatesi la situazione per la scarsezza di viveri, medicinali e munizioni, fu deciso dal comando di forzare il blocco e tentare il ripiegamento su Tripoli. La tragica ritirata lungo le aspre vie del Gebel ebbe inizio la notte del 17 giugno 1915. La colonna, formata di reparti nazionali e libici, seguita da un convoglio di non combattenti con fanciulli e donne, tra le quali Maria Brighenti, giunta nel vallone di Ras Msid fu attaccata e circondata dai ribelli in agguato. La lotta si iniziò vivacissima e, ben presto, la colonna sopraffatta, fu completamente massacrata. L’eroica Maria Brighenti, ferita da un colpo di rimbalzo aveva rifiutato ogni aiuto per prodigarsi nell’assistenza ai feriti ed ai morenti dividendo con essi gli ultimi sorsi di acqua della sua borraccia, cadde ripetutamente colpita e travolta nella mischia all’arma bianca. La notizia di così eroica morte venne subito e sprezzantemente comunicata al prigioniero maggiore Brighenti, con alte grida di gioia dei ribelli, nell’euforia della vittoria ottenuta. Alla memoria dell’eroica signora, con d.l. 11 febbraio 1917, venne conferita la Medaglia dOro al V. M., per la prima volta concessa ad una donna. Dice la motivazione: “Durante il lungo blocco di Tarhuna, fu incitatrice ed esempio di virtù militari; con animo elevatissimo e forte, prodigò le sue cure a feriti e morenti, confortandoli colle infinite risorse della sua dolce femminilità. Il 18 giugno 1917, seguendo il presidio che ripiegava su Tripoli, rifiutò risolutamente di porsi in salvo, volendo seguire le sorti delle truppe; più volte colpita da proiettili nemici mentre soccorreva feriti e rincuorava alla lotta, moriva eroicamente in mezzo ai combattenti. Fu di fulgidissimo esempio. Tarhuna (Tripolitania), maggio-giugno 1915” Tratto dal libro “Il Risorgimento italiano - la Grande Guerra; le Medaglie d’Oro al Valor Militare 1915-1916” edito nel 1968 dal Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare. IL NASTRO AZZURRO 21 IL CORAGGIO DELLE DONNE D urante l’occupazione nazista, le donne italiane dimostrarono un encomiabile coraggio, sfidando spesso la prepotenza dei tedeschi. Mentre gli uomini erano costretti sovente a nascondersi per evitare di essere catturati dai soldati di Hitler, le donne sprezzanti del pericolo e dei rischi, li sostituivano provvedendo alla ricerca del cibo, ai lavori più duri, difendendo sempre la famiglia con straordinaria determinazione. Nel territorio del Golfo di Gaeta si verificarono numerosi episodi che evidenziarono la fibra d’acciaio delle donne. Ne riportiamo i più significativi. Un giorno di dicembre, un gruppetto di giovani, Sandro e Giacinto Grossi, Bruno D’Elia di soli 14 anni. Enea De Meo e i fratelli Sardo furono catturati dai tedeschi in località Valle Lauciana sulla collina di Maranola e subito condannati a morte perché considerati partigiani. I tedeschi li fecero allineare per fucilarli, ma poco prima dell’esecuzione, Bruno D’Elia tentò di fuggire inseguito dalle pallottole dei soldati. A quel punto, un gruppo di donne che avrebbero dovuto assistere all’esecuzione, si frappose tra i condannati e i soldati tedeschi, urlando che quei ragazzi non erano partigiani. I militari della Wehrmacht si sorpresero a tal punto da sospendere la fucilazione. L’improvvisa iniziativa di D’Elia (rimasto ferito durante il tentativo di fuga) fu fondamentale ma, senza la coraggiosa sollevazione delle donne, il gruppo di giovani non sarebbe stato risparmiato. «Nell’autunno del 1943 - racconta la madre di Mario Rizzi - unitamente ad altre donne di Minturno fui trasportata a Spiano Vecchio. Durante l’inverno, sotto la spinta della fame, tentammo “una sortita” a Simonelli, dov’era quello che rimaneva della nostra casa, per rifornirci di derrate alimentari che, prima dell’evacuazione, avevamo sotterrato in recipienti di vetro, all’ombra di una grande pianta di noce. Lungo la via Luigi Cadorna fui fermata dai tedeschi insieme a mia cognata Giovanna ed altre donne di Simonelli. Fummo trattenute per circa cinque ore. Giovannina Ciufo mi suggerì di tirare fuori un seno e di premerlo in modo tale da permettere la fuoriuscita del latte. Avevo vergogna, ma dietro l’insistenza di mia cognata e messo in disparte il pudore, mostrai una mammella e premendola spruzzai del latte sulla divisa di un tedesco. Al gesto feci seguire un “uè-uè-uè” e, indicando la pianura sottostante, cercai di far capire che lì mi aspettava un neonato bisognoso di poppata. Ci furono attimi di silenzio assoluto. Noi temevamo una reazione da parte di quei cuori di pietra ma, ribaltando ogni sfavorevole pronostico e con nostra grande meraviglia, i tedeschi mi fecero passare insieme a mia cognata. Altre donne che erano con noi furono rispedite indietro». Sulla collina di Tremensuoli, Luigia De Filippis corse dei grandissimi rischi per nascondere dei giovani soldati italiani impauriti, affamati e feriti. La coraggiosa donna minturnese organizzò uno stratagemma tanto semplice quanto efficace per avvertire chiunque della presenza dei tedeschi. Con un panno bianco steso sul punto più alto del paese si dava il segnale di via libera, con quello rosso, invece, si avvertiva del pericolo. Le drammatiche vicende delle guerra sottoponevano le donne ad un fortissimo stato di stress e di tensione, provocando gravi problemi fisici come il blocco del ciclo mestruale e, nelle donne in gravidanza, addirittura degli aborti. Padre Gaspare Forcina racconta nel suo diario un episodio più fortunato: «Vincenza, moglie di Tommaso, da felicemente alla luce una bambina. L’evento è per noi un vero attestato di benevola assistenza da parte della Divina Provvidenza. È proprio vero che Dio vede e provvede, e manda le croci a ciascuno secondo le forze. Infatti la puerpera l’anno scorso, nel dare alla luce un’altra bimba, ebbe bisogno dell’assistenza prolungata dell’ostetrica e dell’intervento chirurgico. Questa volta, che si difetta di ogni umano conforto, il parto è avvenuto nel modo più semplice. Dopo cena, accortasi che il momento si avvicinava, si è portata in casa di una sua conoscente. È stata chiamata d’urgenza una levatrice, ma, quando questa è giunta, la bimba era già nata». Liberamente tratto da “Il Golfo di Gaeta nella seconda guerra mondiale“ di Gabriele Novelli – (pp. 193-196) IL GOLFO DI GAETA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Come è stata vissuta l’esperienza della seconda guerra mondiale dalle popolazioni dell’area immediatamente a ridosso della “linea Gustav” dove si attestarono a difesa le forze d’occupazione tedesche nel 1944. Cosa accadde quando gli alleati “liberatori” arrivarono e i tedeschi si ritirarono più a nord. Questo saggio racconta la guerra dal punto di vista delle popolazioni di una zona limitata, ma che ha sofferto davvero molto. Formia, Minturno, Scauri, Cassino, e altri comuni hanno visto alternarsi soldati di tutti gli eserciti in guerra. Ognuno ha lasciato un ricordo e non sempre tale ricordo corrisponde a quanto l’iconografia ufficiale tende a tramandare. L’autore, Gabriele Novelli, lo ha scritto “per amore della sua terra” partendo dalla tesi discussa per la sua laurea in scienze politiche nel gennaio 2007. Ne deriva uno spaccato vivido e possente della terribile situazione in cui popolazioni del tutto non responsabili della guerra e dei suoi destini, si sono trovate a doverne sopportare il prezzo più pesante. 22 IL NASTRO AZZURRO ACQUA A PANTELLERIA N ella tarda primavera dell’anno 1943, epoca degli avvenimenti di queste rimembranze, eravamo in guerra da circa tre anni contro l’Inghilterra e la Francia, e dopo la capitolazione di quest’ultima, contro gli Anglo Americani. Le sorti del conflitto stavano volgendo tragicamente al peggio per noi, ed infatti il 12 Maggio 1943, sopraffatta da preponderanti forze avversarie, capitolò la Tunisia, ultimo lembo di terra africana in possesso dell’Asse, e da quella data tutto il Mediterraneo, che noi da ragazzi avevamo appreso a definire “Mare nostrum” non era più tale e diventò di assoluto predominio dei nostri avversari che ne controllavano tutto il litorale africano, dallo stretto di Gibilterra all’istmo si Suez, e che al centro, nel canale di Sicilia possedevano quella formidabile roccaforte dell’isola di Malta, spina nel fianco della nostra Marina per tutta la durata del conflitto. Eppure in questo tratto di mare restavano due scolte avanzate italiane, due sentinelle della nostra Patria, le isole di Pantelleria e Lampedusa, geograficamente più vicine al continente africano che a quello europeo. I nostri avversari, sopravvalutandone forse la loro effettiva potenzialità bellica, decisero di annientarle prima di intraprendere il già programmato sbarco in Sicilia, e con tale decisione la sorte delle nostre due isole fu irrimediabil- mente segnata. L’attenzione dei nostri avversari si rivolse in un primo tempo essenzialmente contro Pantelleria che delle due isole era la più grande e maggiormente fortificata, sottoponendola ad un massacrante bombardamento aereo, nel periodo compreso fra fine maggio e inizio giugno, di tale intensità che, più che distruggerne le postazioni militari, sembrava che volessero addirittura affondare l’isola, scaraventandole addosso oltre 5.000 tonnellate di esplosivo. L’approvvigionamento idrico per il paese era assicurato da numerosi pozzi di acqua potabile, dai quali questo prezioso indispensabile elemento veniva trasportato da autobotti nei serbatoi cittadini e quindi distribuito agli... utenti. Non tutti questi pozzi naturali furono distrutti dai bombardamenti aerei, ed anzi parecchi ne restarono efficienti e ben riforniti. Ma il trasporto delle loro acque alle utenze terminali era impossibile per la distruzione delle autobotti destinate a tale compito, da parte degli incessanti e continui bombardamenti aerei. In effetti, quindi, l’acqua, questo indispensabile alimento, veniva paurosamente a scarseggiare, se non completamente a mancare, per la popolazione e per le postazioni militari. In questa incresciosa e drammatica situazione, il comando dell’isola, tenuto dall’Amm. Pavesi, non poteva mancare di informarne il nostro Comando Supremo, lanciando un disperato appello e richiesta di soccorso. La Madre Patria non poteva restare insensibile a questo disperato appello, e pertanto il Comando Supremo decise di provvedere ad inviare all’isola assetata qualche rifornimento idrico, allo scopo soprattutto di assicurare ai suoi abitanti ed ai suoi difensori la piena comprensione per la loro richiesta in un momento così drammatico e critico. In quel frangente di tempo, e precisamente ai primi di giugno, si trovava nel porto di Mazara del Vallo una nostra motocisterna, l’Arno, che stava eseguendo alcune riparazioni resesi necessarie al suo apparato motore. Nello stesso periodo il sottoscritto, giovane Tenente di Vascello comandava la XIII Squadriglia Mas, ed aveva fatto scalo con una sezione di due unità (Mas 539 e 564) proprio in quel porto, per proseguire successivamente alla volta di Lampedusa, cui era stato destinato. Il nostro superiore Comando, Supermarina, decise quindi che la cisterna Arno, appena ultimati i lavori in corso ed appena in condi- IL NASTRO AZZURRO zioni di prendere il mare, partisse alla volta di Pantelleria per recarle il proprio carico di acqua, disponendone la scorta da parte della mia Sezione di Mas, che occasionalmente si trovava in loco. Mi fu recapitato quindi il relativo Ordine di Operazione, in cui si precisava: a) di eseguire la navigazione nell’approccio all’isola di Pantelleria, esclusivamente nelle ore notturne per evitare l’avvistamento ed il relativo attacco aereo da parte del nemico. b) in caso di attacco aereo abbandonare la scorta della cisterna, che non potevamo difendere, e trovare scampo per non essere anche noi colpiti. Per la verità questa seconda disposizione mi amareggiava profondamente perché, anche se mi consentiva una maggiore possibilità di sottrarci all’attacco aereo avversario, non ritenevo etico lasciare al suo destino la povera cisterna, se questa fosse stata affondata, senza per lo meno tentare di salvarne i naufraghi. Ma, a prescindere da queste mie considerazioni personali e sentimentali, ciò non si verificò e ben altra piega presero gli avvenimenti. Infatti al tramonto del giorno 3 Giugno salpammo da Mazara del Vallo con la nostra piccola formazione navale composta dalla cisterna Arno e dai miei due Mas, diretti alla volta di Pantelleria che distava poco meno di 100 miglia. Per poter effettuare la traversata nelle ore di luce - o meglio di oscurità - più favorevoli, dovevamo procedere alla velocità di 10 nodi, ma dopo circa due ore di navigazione, questa si riduceva notevolmente da parte della cisterna. Alle mie ripetute sollecitazioni di aumentarla, il Comandante dell’Arno, un anziano Sottufficiale nocchiero, mi precisò che per sopraggiunte nuove avarie al già malconcio motore dell’unità, questa era in grado di procedere soltanto a 4 o 5 nodi. Constatato quindi che venivano a mancare le prescritte disposizioni dell’Ordine di Operazione, presi la drastica decisione di interrompere la missione e fare ritorno alla base di partenza. Al mio ordine a riguardo devo riferire - anche se non è certo entusiasmante - che quasi tutto l’equipaggio della cisterna ne gioì vistosamente. Certamente il sottoscritto si assunse una pesante responsabilità - ma al rientro a Mazara del Vallo i superiori Comandi non solo giustificarono il mio operato, ma lo approvarono pienamente. Ben altro atteggiamento fu preso invece nei confronti del Capo Nocchiere Comandante la cisterna, sottoponendolo ad una severa inchiesta per acclarare la veridicità delle lamentate avarie della sua unità. Ma, per sua fortuna l’anziano Sottufficiale fu scagionato da ogni sua colpevolezza. Non altrettanto benevola fu 23 la sorte riservata alla derelitta Cisterna, che due giorni dopo, e senza la scorta dei nostri due Mas, che erano partiti alla volta di Lampedusa, dovette ripetere la missione che era stata interrotta, ma il suo prezioso carico non giunse a dissetare la popolazione di Pantelleria, perché l’unita fu affondata da un attacco aereo, per fortuna senza nessuna perdita dell’equipaggio, prima che raggiungesse l’isola. Pantelleria intanto veniva sottoposta ad ancora più massicci bombardamenti, per cui, ritenuta ormai impossibile opporre al nemico una qualsiasi resistenza, e dopo averne avuto la esplicita autorizzazione del nostro Comando Supremo, alle ore 12.30 del giorno 11 Giugno 1943, la nostra isola si arrendeva al nemico. Per attenuare l’amarezza della capitolazione, e per giustificarla presso l’opinione pubblica nazionale e straniera, facendo leva su un motivo più umanitario che bellico, il nostro Comando Supremo, anche per espressa disposizione del Capo del Governo, dichiarò nel bollettino di guerra emesso alle ore 13,00 che la caduta di Pantelleria doveva attribuirsi “alla mancanza di acqua per la popolazione” Per le considerazioni avanti espresse, questo però non è del tutto vero, anche se effettivamente la difficoltà dell’approvvigionamento idrico influì in parte nel triste evento. Sarebbe più giusto quindi affermare che la capitolazione di Pantellerìa fu essenzialmente causata, non dalla mancanza di acqua, ma “da un eccesso di fuoco” parafrasando con tale espressione il massacrante attacco aereo dei bombardieri che agivano sul cielo dell’isola assolutamente indisturbati e senza alcun contrasto delle forse aeree italo/tedesche (vero punto dolens!). Questa, purtroppo, è la cruda realtà, ma che va detta per la assoluta obiettività storica. Enrico Ricciardi (Socio della Federazione di Chieti) 24 IL NASTRO AZZURRO I RETROSCENA DI UNA MISTERIOSA ESPLOSIONE I l 9 aprile 1948 la “Lino”, una motonave jugoslava da 400 tonnellate, era tranquillamente ormeggiata al molo 10 del porto di Bari, guardata a vista da personale di polizia. La nave era stata sequestrata qualche giorno prima nel vicino porto di Molfetta, e di qui fatta proseguire per Bari, perché celati sotto il carico ufficiale, erano stati trovati 8000 fucili cecoslovacchi e 20 milioni di cartucce. Il capitano della nave, jugoslavo come il resto dell’equipaggio, fu immediatamente arrestato. Egli dichiarò che il carico era destinato ad una società siriana ma non fu creduto. Infatti, a pochi giorni dalle elezioni politiche del 18 aprile 1948, le prime del dopoguerra, il clima politico era tale da far sospettare che le armi fossero destinate o alle frange separatiste siciliane o ai movimenti estremisti che si preparavano a sovvertire, con l’uso delle armi, l’esito delle elezioni. I partiti al potere da un lato, e il blocco social comunista dall’altro, si accusarono di preparare un colpo di stato e ciascuno, in perfetta buona fede, era convinto che le armi fossero destinate alla parte avversa. Questa la situazione che si era creata e che aveva messo in serio imbarazzo le Autorità quando, alle 10,00 del giorno successivo, una misteriosa esplosione mandò a picco la nave e fece salire ancor più alle stelle i clamori, le congetture e i sospetti sul misterioso carico d’armi che ora giaceva sotto 12 metri d’acqua nel fango del porto. A 1200 km di distanza, altre orecchie erano ben attente alle vicende della “Lino” e, quando Radio Damasco all’ora di pranzo annunciò che un’esplosione di origine misteriosa aveva mandato a picco la nave jugoslava, il colonnello Fouad Mardam sentì il boccone fermarglisi in gola. Mardam era il Direttore dell’Intendenza dell’Esercito Siriano ed era il committente delle armi la cui destinazione doveva rimanere segreta. Tuttavia, con l’affondamento della nave, l’affare si era talmente complicato che lo stesso Mardam venne inviato a Roma a chiarire la situazione e, soprattutto, a tentare di riportare a galla il carico e farlo proseguire per la Siria. In effetti dopo poco tempo le armi furono recuperate, ripulite, ingrassate per bene, chiuse in casse nuove e conservate in locali ben custoditi in attesa di riprendere il viaggio. Le cartucce, ormai inservibili, restarono sul fondo a fare compagnia all’incredibile arsenale di centinaia di migliaia di tonnellate di munizioni, esplosivi, ordigni di ogni genere che, all’epoca, tappezzavano letteralmente la rada di Bari1. Se il mistero della destinazione delle armi fu risolto in tempi abbastanza brevi, non fu cosi per gli autori dell’affondamento della “Lino”. Questi rimasero sconosciuti fino a quando essi stessi decisero di rivelare la loro identità. Perché lo fecero? Un’occhiata ai retroscena aiuterà a capirne le ragioni. Quando nel pomeriggio di sabato 29 novembre 1947 i rappresentanti di 56 paesi membri delle Nazioni Unite votarono a Flushing Meadow (nei sobborghi di New York) la spartizione della Palestina in due stati, uno arabo l’altro ebraico (che sarebbero nati allo scadere del mandato britannico il 14 maggio 1948), scattò immediatamente da entrambe le parti la corsa agli armamenti. Questi sarebbero stati decisivi per fronteggiare la parte avversa e per conquistare le posizioni di forza dei nuovi stati. Ed infatti non erano passate 24 ore dalla votazione che già due passeggeri, diretti a Praga, presero posto sul volo 442 della Swiss Air in partenza da Tel Aviv, Uno era il capitano siriano Abdul Aziz Kerine, incaricato dal suo diretto superiore, il colonnello Fouad Mardam, di acquistare in Cecoslovacchia 8000 fucili e 20 milioni di cartucce. Egli aveva l’enorme vantaggio di agire con le credenziali di uno stato sovrano, doveva solo usare l’accortezza di mantenere il segreto sulla transazione perché le armi erano destinate agli arabi palestinesi. Qualche fila più dietro era seduto George Alexander Uiberall, direttore commerciale della impresa di lavori pubblici ebraica Solel Boneh. L’uomo in realtà si chiamava Ehud Avriel era un giovane austriaco, agente segreto di Ben Gurion2, e si recava a Praga per acquistare 10000 fucili destinati all’Haganah3, ossia ai patrioti ebrei. Egli non poteva agire (come Kerine) in nome di uno stato sovrano ma poteva scegliere tra due risultati, entrambi utili: acquistare le armi per la propria fazione, impedirne l’acquisto da parte degli avversari. Kerine portò facilmente a termine l’acquisizione delle armi dalla Zobrojvka Brno al n° 20 del viale Belchrido di Praga, una delle più famose fabbriche di armi in Europa. Più laborioso fu il reperimento di una nave per il trasporto “segreto” delle armi, ma alla fine col noleggio della “Lino” la faccenda andò felicemente… in porto. La nave partì da Trieste con un carico ufficiale di pali telegrafici e di porcellane. Lungo la rotta fece scalo nel porto jugoslavo di Rijeka (così era stato ribattezzato in jugoslavo la vecchia Fiume) dove in segreto furono imbarcate le armi. Durante il tragitto in Solo da pochi mesi si era cominciato a recuperare, dai fondali del porto: - i resti di 17 navi inglesi e americane, cariche di munizioni ed esplosivi di ogni genere, affondate nel terribile bombardamento del 2.12.43, definito da Eisenhower ”il peggior disastro della 2° G.M. dopo Pearl Arbor”, e tra queste la John Harwey carica di migliaia di bombe all’iprite; - l’intero carico della liberty americana da 10.000 ton., esplosa il 9.04.45 (3 anni prima della Lino) ed affondata insieme ad altre 3 navi, costituito da ordigni vari, mine, munizioni ecc. L’Union Jack definì l’esplosione uno dei peggiori disastri dell’intera campagna del Mediterraneo. Il recupero degli ordigni e la bonifica dei fondali del porto durò parecchi anni, tuttavia secondo le usanze di allora i materiali recuperati, anziché essere distrutti, furono gettati in mare al largo della costa tra Bari e Manfredonia. 2 David Ben Gurion (in ebraico “Figlio di Leone”), nato a Plonsk in Polonia nel 1886, morto a Tel Aviv nel 1973, arrivò in Palestina a 19 anni e si distinse subito come animatore del movimento socialista sionista. Dopo la 2° G.M., sancita la costituzione dello Stato di Israele, ne fu nominato Presidente del Consiglio. Tranne una piccola interruzione, mantenne questa carica fino al 1963 quando si ritirò a vita privata nel kibbutz di Sde Bokher. 3 Organizzazione paramilitare sorta nel 1917 in Palestina a difesa degli ebrei. Con l’istituzione dello Stato di Israele (15.05.48) divenne il nucleo dell’Esercito Israeliano. 1 IL NASTRO AZZURRO Adriatico le condizioni meteo crearono qualche problema per cui il capitano fu costretto a fare scalo a Molfetta e qui, praticamente, la “Lino” terminò il suo viaggio. Avriel dovette sudare sette camicie per acquistare le armi: i fabbricanti, infatti accettavano di trattare solo con i rappresentanti di uno stato sovrano, ma lui superò l’ostacolo corrompendo un principe russo, inviato speciale dell’Imperatore Hailè Selassié che, per 1000 dollari, gli diede 100 fogli intestati alla Legazione dell’Impero Etiopico a Parigi, oltre a una collezione di timbri. Non meno difficile fu la ricerca di un agente marittimo disposto a correre i rischi di un trasporto clandestino di armi. Finalmente, dopo tre mesi, trovò nel porto di Rijeka una nave adatta, la “Nora”. Vi fece caricare le casse di armi e le fece ricoprire con 100 tonnellate di cipolle, ottima merce per scoraggiare la curiosità professionale dei doganieri inglesi a Tel Aviv. Mentre trattava il noleggio della “Nora”, Avriel ebbe un colpo di fortuna eccezionale. Un impiegato dell’agenzia marittima si lasciò sfuggire che sulla “Lino” stava per essere imbarcato un lotto di armi per la Siria. L’agente israeliano sospettò subito che le armi fossero quelle comprate da Kerine; senza tradire emozione alcuna, si accertò cautamente che cosi fosse e ne informò immediatamente l’Haganah4. Fu messo a punto un piano per intercettare il carico ed impedire che arrivasse a destinazione. In sintesi la ”Lino” sarebbe stata colata a picco da un bombardiere parcheggiato nell’hangar di un aeroclub francese di Toussus le Noble nelle vicinanze di Parigi. L’aereo, un Anson inglese della 2° G.M., era stato acquistato da un falso pasticcere canadese, Julius Lewis, per conto di una pacifica società aerea di Tel Aviv, la “Palestine Flying Club” di via Montefiore n° 9. Il pasticcere era in effetti un ebreo inglese, di nome Freddy Fredkens già pilota della RAF, ed in guerra aveva pilotato quel modello di aereo contro la Germania nazista. Fredkens caricò sull’aereo due bombe da 200 libbre, volò a Roma dove ricevette le ultime istruzioni sulla missione da compiere, e quindi iniziò a perlustrare il mare, settore per settore, lungo la rotta che la “Lino” avrebbe presumibilmente seguito. Le condizioni meteo che avevano ostacolato il viaggio della “Lino” in realtà erano state la sua fortuna perché impedirono a Fredkens di avvistare la nave. Gli ebrei temettero di averne perso definitivamente le tracce, ma il 5 aprile i giornali riportarono la notizia dell’arresto del suo equipaggio, e la caccia ricominciò. Non essendo più proponibile l’impiego di un aereo da bombardamento, l’Haganah escogitò un piano la cui direzione fu affidata a Munia Mardar, uno degli agenti più audaci dell’organizzazione ebraica. Mardar fece arrivare Jossele, uno specialista in sabotaggi, due uomini rana, un autista e un radiotelegrafista. Il piccolo commando prese la strada per Bari a bordo di un GMC camuffato da autocarro dell’esercito americano. Gli esplosivi 25 erano stati celati in una tanica di benzina di scorta, sulla quale era stata dipinta la sigla DDT. Alle 23,00 del 9 aprile il materiale venne discretamente scaricato a riva in un punto accessibile da un varco nel muro di Corso della Vittoria5, qui Jossele e i due uomini rana presero posto su un battellino quindi, remando il più silenziosamente possibile, raggiunsero la”Lino” sorvegliata solo dal lato della banchina. Gli uomini rana applicarono l’esplosivo, sistemato in una camera d’aria di motocicletta, alla carena della nave, poi introdussero il flacone di acido solforico per provocare l’accensione. Il tempo che avrebbe impiegato l’acido a bruciare il tappo di carta di giornale che chiudeva il flacone, avrebbe permesso loro di allontanarsi. Ritornati a riva issarono il tutto a bordo del GMC e ripartirono a tutta velocità verso Roma. Mentre le armi comprate da Kerine restavano a Bari sotto 12 metri di acqua, quelle di Avriel giungevano felicemente a Tel Aviv il 4 maggio. Grazie al pestilenziale carico di cipolle, superarono il controllo dei doganieri inglesi e furono rapidamente scaricate. Le armi arrivavano giusto in tempo per essere distribuite ai 3 battaglioni di Shimon Avidan che alle prime luci del 5 avrebbero iniziato l’operazione Nachshon. L’operazione, voluta da Ben Gurion, doveva servire ad aprire la strada per Gerusalemme, da tempo isolata e assediata dagli arabi, per fare arrivare viveri e generi di prima necessità alla popolazione stremata e al limite della resistenza. Ma le armi appena giunte e distribuite a poche ore dall’inizio della operazione Nachshon non erano utilizzabili perchè completamente ricoperte di grasso. Non avendo null’altro per pulire le armi Iska Shadmi, che comandava una compagnia di ragazzi giovanissimi, ordinò di sacrificare gli indumenti intimi, e così mentre i ragazzi disotturavano con del filo di ferro le canne dei fucili, le ragazze sgrassavano le armi con i reggiseno e gli slip. Mardam si fermò a Bari fino a quando non riuscì a trovare, tramite l’agenzia marittima Menara in via del Corso a Roma, un’altra nave per il trasporto delle armi. Si trattava dell’ ”Argiro”. Soddisfatto per aver risolto finalmente un problema che si era rivelato molto più difficile del previsto, telegrafò a Damasco la buona notizia. Ma la notizia non era tanto buona. A Mardam era sfuggito un piccolo particolare: l’Argiro era stato acquistato dalla Marina Israeliana e le armi, anziché agli arabi, arrivarono agli ebrei. Il colonnello siriano, dopo la guerra, fu incriminato, processato e condannato a morte; ma i suoi avversari, cavallerescamente, rivelarono tutti i retroscena e Mardam venne graziato. Avriel, il suo antagonista, dopo la guerra fu per alcuni anni ambasciatore a Roma e poi divenne membro dell’International Zionist Action Committee. Gen.Dr. Giuseppe Picca (Presidente della Federazione di Bari) Il telefono era il mezzo di comunicazione più usato, ma specie per i contatti con gli agenti all’estero si faceva ampio ricorso ad una rete di stazioni radiotelegrafiche, installate nelle principali città, che facevano capo a Tel Aviv. Il nome in codice di questa rete era “Gedeone” il grande “giudice” che guidò Israele nella lotta contro i Madianiti (i predoni del deserto). Creata per facilitare l’immigrazione clandestina Gedeone fu ampiamente utilizzata dai compratori d’armi sguinzagliati, come Avriel, in mezzo mondo. Una delle emittenti principali era installata nella soffitta di un orfanotrofio a Monte Mario, a Roma. 5 volte al giorno un’antenna di 18 metri inviava a “Shoshana” (La Rosa), il quartier generale dell’Haganah a Tel Aviv, i rapporti degli agenti che stavano operando in Europa per procurare le armi ai patrioti ebrei. 5 Il Gen. Picca in quel periodo abitava in Corso della Vittoria n.6, praticamente di fronte al varco utilizzato dai sabotatori israeliani. All’epoca, ancora adolescente, passava giornalmente da quel varco per recarsi al C.U.S. di Bari, una società di nuoto alla quale era iscritto. In quegli anni Bari non disponeva ancora di piscine; i nuotatori si esercitavano direttamente in mare e gli allenamenti iniziavano già alla fine dell’inverno: tradizionalemnte nel giorno di S. Giuseppe. 4 26 IL NASTRO AZZURRO CRONACHE DELLE FEDERAZIONI ASCOLI PICENO Il 26 ottobre 2007, il Presidente della Federazione del Nastro Azzurro, Cav. Franco Bruno Crucioli, coadiuvato dai collaboratori ing. Massimi e Prof. Quercia, ha organizzato la celebrazione di una Messa in onore dei nostri Caduti Decorati, officiata dal Cappellano Militare, presso la Chiesa della Caserma “Clementi”, sede del 235° Reggimento Addestramento Volontari “Piceno”. Nel suo intervento, il presidente, dopo aver ringraziato il Comandante del Reggimento Col. Andrea Bartolucci, ha salutato le numerose autorità civili e militari e i tanti Azzurri intervenuti con le loro famiglie e ha sottolineato la presenza delle Medaglie d’Oro sul nostro Labaro, tra cui quella del padre, Ufficiale dell’Esercito caduto per la Patria. La stampa locale ha dato ampio risalto alla cerimonia. ha tenuto ai soci dell’Istituto e dell’U.N.U.C.I. una conferenza su Giuseppe Garibaldi nella ricorrenza del 200° anniversario della nascita. Alla conferenza erano presenti i vertici delle Autorità militari e civili; - il Labaro ed i Soci della locale Federazione hanno aperto la sfilata delle varie Associazioni, intervenute alle numerose manifestazioni civili, religiose e militari svoltesi a Bari. Tra le più significative ed importanti si ricordano: Festa della Repubblica, 192° Annuale della Fondazione dei Carabinieri, Festa della Marina Militare, 255° Anniversario della costituzione della Guardia di Finanza, 64° Anniversario della Liberazione della città di Bari, Pellegrinaggio solenne dell’A.N.A. al Sacrario di Bari, Avvicendamento ai vertici della 3^ R.A., Avvicendamento ai vertici della Legione Allievi Guardia di Finanza, Giornata delle Forze Armate e Festa dell’Unità Nazionale, 40^ Pellegrinaggio Bersaglieri, Avvicendamento ai vertici del Reparto comando e supporti tattici della Brigata “Pinerolo”, 81^ Anniversario U.N.U.C.I., Commemorazione del bombardamento di Bari, Concerto di natale, Avvicendamento ai vertici del 7° Reggimento Bersaglieri. BOLOGNA Ascoli Piceno – S.Messa in onore dei Caduti decorati Domenica 4 novembre 2007, in piazza Maggiore, i Cavalieri Cleto Masetti e Giorgio Bulgarelli, Presidente della locale Federazione, in occasione della Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, hanno consegnato, per il nostro Istituto, la Bandiera Italiana e dell’Unione Europea ai Militari addetti all’alzabandiera. BARI Nel bimestre la Federazione di Bari ci ha segnalato la partecipazione ai seguenti eventi: - per il 64° anniversario della difesa del Porto di Bari, il nostro Istituto e l’A.N.M.I. hanno organizzato una cerimonia alla quale hanno partecipato le Autorità militari e civili di Bari. Nell’occasione è stato ricordato al Sindaco di Bari l’impegno, preso a suo tempo, di chiedere al Presidente della Repubblica la commutazione in M.O.V.M. della decorazione (M.O.) al merito civile concessa il 14 settembre 2006. Per il nostro Istituto era presente il Presidente della locale Federazione Gen. Giuseppe Picca; - l’Istituto del Nastro Azzurro, in collaborazione con l’A.N.M.I., ha organizzato per i rispettivi soci, la visita alla Scuola Sommergibili di Taranto. Dopo il pranzo al Circolo Sottufficiali M.M., la giornata è stata completata con una escursione in battello. Per il nostro Istituto era presente il Presidente della locale Federazione Gen. Giuseppe Picca; - su richiesta di numerosi giovani soci, la Federazione ha organizzato un corso di bridge (sistema 5° nobile) di 4 mesi cui hanno preso parte 25 soci. - il gen. Giuseppe Picca, Presidente della Federazione, Bologna – Festa dell’Unità Nazionale CATANZARO Martedì 16 ottobre 2007 alle ore 11,00 si è svolta, presso la Caserma “Pepe-Bettoia” di Catanzaro, la cerimonia di costituzione del Comando Militare Esercito (CME) “Calabria” guidato dal Generale di Brigata Pasquale Martinello. Alla presenza delle più alte cariche regionali civili, religiose e militari, è stato contestualmente soppresso IL NASTRO AZZURRO il Distretto Militare di Catanzaro, istituito il 13 novembre 1870 e da allora punto di riferimento militare per i cittadini Calabresi. Al ritmo della Banda Musicale “Aosta”, ha sfilato il Medagliere della locale Federazione “Gli Azzurri dei Due Mari”, presieduta dall’Avv. Giuseppe Palaja, unitamente ai Labari delle delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma. LIVORNO Il 29 ottobre 2007 la Brigata Paracadutisti “Folgore” ha celebrato, nella caserma “Vannucci” di Livorno, il 65° anniversario della battaglia di “El Alamein”. La rappresentanza della Federazione era guidata dal Presidente di Sezione Cav. Uff. Chelli. 27 ROMA - Sezione Banca d’Italia Lo scorso 30 ottobre si è svolta presso il cortile del Palazzo Koch, sede centrale della Banca d’Italia, la cerimonia di commemorazione dei colleghi Caduti di tutte le guerre. Alla presenza di un picchetto d’Onore dei Carabinieri in alta uniforme, il Governatore Dott. Mario Draghi ha deposto una corona di alloro sulla stele in bronzo che li ricorda, con il Direttore Generale Dott. Saccomanni, i tre Vice Direttori Generali, Dott. Finocchiaro, Dott. Visco e Dott. Carosio e il decano della cerimonia, il Presidente dei Combattenti e Reduci della Banca d’Italia Dott. Paolo Bugliani. Era presente il Labaro della Sezione della Banca d’Italia del nostro Istituto con il Presidente Dott. Comm. Antonio Valeri. ROMA Nel bimestre la Federazione di Roma ci ha segnalato la partecipazione ai seguenti eventi: - in occasione della commemorazione dei Defunti, il 2 novembre u.s. al Sacello Militare del Cimitero monumentale del Verano l’Ordinario Militare Mons. Vincenzo Pelvi ha celebrato una messa solenne in memoria di tutti i militari Caduti nell’adempimento del dovere. Presente il Ministro della Difesa Arturo Parisi e le più alte Autorità civili e militari. Oltre ai rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma con Labari e Bandiere, era presente il Presidente della Federazione provinciale di Roma del Nastro Azzurro Gen. Isp. Ing. Comm. Antonino Zuco; - l’attivissima Associazione Nazionale Combattenti e Reduci (dipendenti Ministero dei Trasporti e Ferrovie dello Stato S.p.A.) e la Presidenza Nazionale dell’Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori, il 5 novembre u.s., hanno ricordato con una solenne cerimonia, svoltasi presso il poco noto monumento al “Ferroviere Caduto in guerra”, eretto presso il Ministero dei Trasporti, coloro che in guerra hanno perduto la vita per mantenere in funzione il servizio trasporti su rotaia nelle terribili condizioni di guerra. Presenti le più alte Autorità civili e militari. Per il nostro Istituto era presente il Presidente della Federazione provinciale di Roma Gen.Isp. Ing. Comm. Antonino Zuco. Roma – Commemorazione di tutti i militari Caduti nell’adempimento del dovere Roma – Commemorazione dei Caduti della Banca d’Italia ROVIGO Nel bimestre la Federazione di Rovigo ci ha segnalato la partecipazione ai seguenti eventi: - il Gruppo Artiglieri Corazzati di Valeggio sul Mincio (VR) e la locale Federazione dei Carristi d’Italia hanno organizzato Domenica 14 ottobre 2007 la 25^ Festa Rosso Blu con il patrocinio della Presidenza Regione Veneto Occidentale e Tridentino A.A.. Presenti alla manifestazione numerose Autorità civili e militari e, per il nostro Istituto, il Presidente della Federazione di Rovigo, Geom. Graziano Maron, accompagnato dall’Alfiere col Labaro, insieme al Presidente Carristi di Rovigo Ing. Placido Maldi; - il Presidente della Federazione provinciale di Rovigo, Geom. Graziano Maron, ha partecipato, con Alfiere e Labaro, il 17 Ottobre 2007 alla sobria ma toccante cerimonia svoltasi presso la Caserma Silvestri in occasione del Quarantennale dell’insediamento del 5° Reggimento Artiglieria Contraerea “Pescara” a Rovigo. Nell’occasione, il Comandante, Colonnello Lorenzo Zaffarano, ha inaugurato il nuovo Monumento ai Caduti di tutte le guerre. Il monolite in marmo di Carrara, riporta incisi i nomi dei militari del Reggimento scomparsi negli ultimi 40 anni. La Cerimonia si è conclusa con l’intitolazione dell’aula didattica della Caserma al Sottotenente Joao Turolla M.O.V.M.; - il 28 Ott. Scorso ha avuto luogo la Festa Provinciale dell’Associazione Carristi di Rovigo. Hanno partecipato illu- 28 IL NASTRO AZZURRO stri ospiti civili e militari, fra i quali il Gen. S. Reynaudi, il Ten Col. Gustato, una rappresentanza di Ufficiali del 32° Rgt di stanza a Tauriano. Per il Nastro Azzurro vi era il Presidente della Federazione di Rovigo, Geom. Graziano Maron, con il Labaro innalzato dall’Alfiere; - il Presidente della locale Federazione Geom. Graziano Maron, su invito del Sindaco del Comune di Ariano Polesine (RO), ha partecipato domenica 4 novembre 2007, con il Labaro e l’Alfiere alla Commemorazione di tutti i Caduti. La cerimonia, alla quale hanno partecipato Autorità civili e militari, ha visto la partecipazione dei Labari di numerose Associazioni d’Arma. Medaglia d’Oro, ai nipoti prof.ssa Giovanna Comi e dott. Roberto Comi; - il 20 ottobre 2007, la Federazione di Siena ha preso parte al saluto che la città ha voluto tributare ai militari del 186° rgt. Folgore rientrati dopo 6 mesi di missione in Libano. La solenne cerimonia, si è svolta in Piazza del Campo alla presenza di autorità religiose, civili e militari, tra cui il Gen Luigi Colaneri Comandante Militare per il Territorio dell’Esercito, ed il Gen. Maurizio Fioravanti, Comandante della Brigata paracadutisti “Folgore”. Presente per il nostro Istituto il Commissario della locale Sezione Sig. Marco Cetoloni. SAVONA Il 26 ottobre 2007 al Palacrociere di Savona, si è svolta la cerimonia del passaggio di consegne al Comando della locale Capitaneria di Porto tra il C.V. (CP) Maurizio Caccialino (cedente) e il C.V. (CP) Franco Pescatori (subentrante), alla presenza del Direttore Marittimo della Liguria e Comandante del Porto di Genova, Amm.Isp. (CP) Ferdinando Lolli e di tutte le massime Autorità civili, religiose e militari della Provincia, nonché le Associazioni Combattentistiche e d’Arma intervenute con Labari e Medaglieri. Per il nostro Istituto era presente il Segretario della Federazione Geom. Costantino Facco con il Labaro provinciale. Siena – Cerimonia commemorativa della M.O.V.M. Roberto Bandini SIRACUSA Il 3 novembre al Palazzo Trigona, sede dell’Associazione Pro Noto, si è svolto un convegno sul tema “Da Caporetto a Vittorio Veneto” organizzato dalla Sezione di Noto, di concerto con il Comune e la Sezione Unuci. Dopo i saluti dell’Assessore comunale alla cultura, del Presidente dell’Ass. Pro Noto e del Presidente della sezione Unuci, sono intervenuti il cav. Francesco Maiore, commissario della Sezione, sul tema “Noto nella Grande Guerra” e l’avv. Francesco Atanasio, Presidente della Federazione di Siracusa. Erano presenti il Vescovo emerito di Noto, mons. Malandrino, e rappresentanze dei locali enti militari. Al termine è stata inaugurata una mostra iconografica sulla guerra 1915-18. Savona -.Cambio al vertice della Capitaneria di Porto SIENA Nel bimestre la Federazione di Siena ci ha segnalato la partecipazione ai seguenti eventi: - il 19 ottobre 2007 a Colle Val d’Elsa è stato commemorato il Ten. par. Roberto Bandini, MOVM, eroe della battaglia di El Alamein. Alla presenza di numerose autorità, dei rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e di rappresentanze di scuole locali, è stato consegnato dal Commissario della Federazione Senese Sig. Marco Cetoloni, l’Emblema Araldico alla memoria della Noto (SR) – Mostra iconografica sulla guerra 1915-18 IL NASTRO AZZURRO TARANTO Nel bimestre la Federazione di Taranto ci ha segnalato la partecipazione ai seguenti eventi: - il Presidente della locale Federazione del Nastro Azzurro C.F. Luca Bellone de Grecis, insieme a tutto il Consiglio Direttivo ha incontrato l’Amm. Sq. Gian Maria Faggioni, nuovo Comandante in Capo del Dipartimento Militare Marittimo dello Jonio e del Canale d’Otranto. La cerimonia di avvicendamento al Comando fra gli Ammiragli Francesco Ricci e Gian Maria Faggioni si è svolta il 17 luglio 2007 nella cornice del Castello Aragonese alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina Amm. Sq. Paolo La Rosa. Il Presidente ha consegnato il crest del nostro Istituto all’Amm. Faggioni; Taranto – Incontro del Consiglio della Federazione con l’Amm.Sq. Gian Maria Faggioni - il Presidente della locale Federazione del Nastro Azzurro C.F. Luca Bellone de Grecis, insieme al Consiglio Direttivo, ha incontrato l’Amm. Sq. Filippo Casamassima, nuovo Comandante dei Servizi Base della Marina Militare di Taranto, subentrato nell’incarico all’Amm. Angelo Agliata il 10 luglio 2007. Il Presidente ha consegnato il crest del nostro Istituto all’Amm. Casamassima. 29 Piazza d’Armi a Torino, sono state deposte corone d’alloro a ricordo dei Militari Caduti in servizio e per il dovere nel corso di tutte le guerre e le missioni operative in Patria e all’estero. Alla successiva Messa di suffragio nella Chiesa presidiaria dei Santi Patroni presso la Cappella del Dipartimento Militare di Medicina Legale, hanno partecipato le Autorità militari, civili e religiose. La Federazione provinciale di Torino era rappresentata da alcuni Consiglieri e numerosi Azzurri e il Labaro; - domenica, 4 novembre: si è svolta la celebrazione dell’Unità Nazionale, Giornata delle Forze Armate e del Combattente, del Decorato al Valor Militare e dell’Orfano di guerra, con la cerimonia dell’alza Bandiera. In suffragio dei Caduti di tutte le guerre è stata celebrata una Santa Messa presso il Tempio della Gran Madre di Dio conclusa con la deposizione di una corona d’alloro nella Cripta del Sacrario. Presenti le massime Autorità militari e civili della Città, della Provincia e della Regione ed un folto pubblico. La Federazione provinciale di Torino del Nastro Azzurro era presente con il Labaro e il Presidente Magg. Carlo Bertolotti, nonché alcuni Consiglieri e molti Azzurri; - venerdì, 23 novembre: si è svolta, presso la Caserma Monte Grappa di Torino, la cerimonia di saluto del personale del Comando Brigata Alpina Taurinense e del 2° Reggimento Alpini in partenza per l’Afghanistan. Presenti molti parenti, le Autorità militari, civili e religiose e la Federazione provinciale di Torino con il Labaro. VERONA La Federazione provinciale di Verona ha presenziato con il Medagliere a numerose manifestazioni pubbliche, tra le quali: il giuramento dei Volontari presso l’85° Reggimento RAV “Verona”, le celebrazioni per le varie ricorrenze patriottiche nazionali, per i Caduti di Nassiriya, le feste dei Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, le cerimonie dell’Aeronautica Militare di base a Villafranca e per i Caduti delle foibe istriane ed in particolare il raduno Triveneto dei paracadutisti a Bovolone (Verona), che ha coinvolto tutta la cittadinanza ed ha visto una partecipazione veramente massiccia di paracadutisti, passaggio delle Frecce Tricolori e lanci dimostrativi. In questa occasione il Labaro provinciale era scortato dal cap. Marchi e Signora, entrambi paracadustisti. Taranto - Incontro del Consiglio della Federazione con l’Amm. Sq. Filippo Casamassima. TORINO Nel bimestre la Federazione di Torino ci ha segnalato la partecipazione ai seguenti eventi: - venerdì, 2 novembre, giornata nazionale dei Defunti, presso il monumento dedicato ai Caduti di Nassiriya, in Bovolone (VR) – Raduno Triveneto dei Paracadutisti 30 IL NASTRO AZZURRO RECENSIONI ALPINI A TARCENTO di Paolo Montina – Edito da Gruppo Alpini di Tarcento – pp.318 – anno 2007 La cronistoria di un paese, Tarcento in provincia di Udine, attraverso le vicende dei suoi concittadini che hanno indossato l’uniforme degli alpini. Ecco la giusta chiave di lettura di questo interessante libro che Paolo Montina, socio simpatizzante della Federazione di Udine dell’Istituto del Nastro Azzurro, ha curato in modo pregevole. Egli parla modestamente di “contributo”, ma la sua è stata un’autentica opera di cura del libro editato in occasione dell’ottantesimo anniversario della fondazione del gruppo Alpini di Tarcento. Ogni capitolo narra le vicende di un determinato periodo storico nazionale e i relativi contraccolpi nell’area locale del tarcentino, poi sono elencati tutti gli alpini di Tarcento che sono stati in qualche modo coinvolti nella vicenda riferita nel capitolo in esame. Una tecnica narrativa che consente al lettore generico di conoscere la storia della bella località friulana attraverso le singole storie dei suoi singoli cittadini, mentre permette agli attuali abitanti di Tarcento di conoscere o ricordare vicende personali e familiari di alpini annoverati nel proprio albero genealogico. Ne risulta una lettura piacevole ed interessante per entrambi i tipi di lettore. L’ADDESTRAMENTO GINNICO-MILITARE NELL’ESERCITO ITALIANO (1946-1990) di Angela Teja e Sergio Giuntini - Stato Maggiore dell’Esercito Ufficio Storico – Euro 20,00 La tradizione dello sport in Italia ha origini militari e l’addestramento ginnico-sportivo dell’Esercito ha sempre occupato un posto di primo piano, sia per lo sviluppo dello sport militare in genere che per la ricerca ad esso applicata il cui concreto esempio è la Scuola Militare di Educazione Fisica (SMEF) di Orvieto. Questo secondo volume di storia dell’addestramento ginnico-militare nell’Esercito, nel primo l’autrice aveva trattato il periodo dal 1861 al 1945, si occupa del settore sportivo di alcuni dei Corpi maggiormente specializzati in tal senso, tra i tanti i paracadutisti, gli alpini, i cavalieri, che accanto alla SMEF hanno operato per un ampliamento dei corsi e delle strutture sportive ed è corredato di una ricca iconografia e di un’imponente appendice riportante la documentazione relativa alle norme di addestramento ed alle schede di allenamento nei diversi settori. Dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale e fino alle riforme che hanno portato alla sospensione della leva ed alla presenza femminile, ancora una volta lo sport militare mostra di anticipare, e per certi versi concretizzare, la ripresa e la ricostruzione dello sport civile in Italia. Fenomeno di cui ben si rese conto Giulio Onesti, artefice di questa ricostruzione attraverso il ripristino su basi democratiche del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Ed è proprio all’Esercito che il CONI chiese aiuto e collaborazione per organizzare il più grande evento sportivo del Novecento in Italia: le Olimpiadi del 1960 a Roma. Aiuto vicendevolmente corrisposto nel 1995 per l’organizzazione a Roma dei primi Giochi Mondiali Militari del Consiglio Internazionale dello Sport Militare (CISM). Storia militare e storia civile si intrecciano in questo volume a testimoniare la collaborazione che c’è sempre stata tra i due mondi in un settore, quello sportivo, ormai da tutti percepito come specchio della società, ma anche laboratorio di innovazione e di progettazione per il futuro, come dimostrato dalla Convenzione Forze Armate-CONI, in base alla quale negli anni ’80 vennero cofinanziati al 50% n u m e r o s i impianti sportivi presso caserme ed aeroporti, fino recente Protocollo d’intesa firmato lo scorso 3 ottobre tra il Ministero della Difesa ed il CONI. Il volume è stato presentato presso l’Università di Tor Vergata dall’On.Gianni Rivera, parlamentare europeo e consulente per le politiche sportive del Comune di Roma, dal generale Giancarlo Gay, presidente dell’Arma di Cavalleria e dal professor Antonio Lombardo Presidente del corso di laurea in Scienze Motorie presso il quale l’autrice insegna Storia dello Sport. L’evento è stato curato e coordinato dal colonnello Antonino Zarcone, Capo Ufficio Storico dell’Esercito. IL NASTRO AZZURRO 31 AZZURRI NELL’AZZURRO DEL CIELO FED. ANCONA – M.llo Magg. Cav. Giuseppe COCCHI (C.G.V.M.); Ten. art. Domenico GIORGETTI (M.A.V.M.), già Presidente della Sezione di Fabriano. FED. BARI – S.Ten. f. Avv. Domenico LUISI (M.B.V.M.); Sig. Savino MINERVA congiunto dell’Azzurro Michele Catalano. FED. CAMPOBASSO – Comm. Attilio BRUNETTI (M.O.V.M.), Consigliere Nazionale e Presidente della Federazione. FED. CUNEO – Sezione di Saluzzo – Azzurro Sebastiano FOLCO (M.B.V.M.). FED. FIRENZE – Azzurro Rodolfo BORRANI. FED. IMPERIA – Gen. C.A. Mario NARDI (Prom.M.G.); Cap. Dario RAFFAELLI (M.A.V.M.). Maria Antonietta GALVANI ved. Gen. C.A. Goffredo FIORE (M.A.V.M. “sul campo”, M.B.V.M., C.G.V.M.); C.F. Cav. Antonio TUCCI (C.G.V.M. “sul campo”); Cap. art. Dott. Ing. Gr. Uff. Roberto VENTURA (M.B.V.M., C.G.V.M.). FED. VARESE – T.Col. A.M. Antonio CILENTO, Vice Presidente della Federazione; Azzurro Agostino PALA (M.B.V.M.). La Presidenza Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare si stringe vicino al Capitano di Vascello Giovanni Gumiero al quale esprime il piu’ profondo cordoglio per la morte della sua consorte Signora Giovanna Reggiani vittima dell’ennesima vile e grave aggressione rivolta verso cittadini inermi da esponenti malavitosi sempre piu’ barbari e sempre piu’ impuniti. FED. LA SPEZIA – Cav. Riccardo PAGNELLI (3 C.G.V.M.) FED. LUCCA – Sezione Lucca – 2° Capo R.T. Calogero DE LUCA (2 C.G.V.M.). FED. MANTOVA – Ten. Pil. Giorgio LANFREDI (M.A.V.M.–C.G.V.M.-2 Prom.M.G.). FED. PARMA – Sig.ra Concetta BRANCHI MAESTRI vedova del Cap. Pil. Athos Maestri (M.O.V.M.); Azzurro Alberto DE GIULI; Sig.ra Filide MUTTI NADDEO. FED. PISTOIA – Azzurro Tullio CAVALENSI. FED. REGGIO EMILIA – Alpino Alpenore GREGORI (M.B.V.M.) FED. ROMA – Ten. g. Dott. Ing. Luigi AGATI (C.G.V.M. “sul campo”); Ten. f. Sen. Arrigo BOLDRINI (M.O.V.M.); Gen. B. (c.a.) Cav. Uff. Pio CAFISSE (2 M.B.V.M. “sul campo”, 2 C.G.V.M. “sul campo”); Magg. f. Dott. Andrea Oscar CRAPANZANO (3 M.B.V.M., C.G.V.M.); Sig.ra La digità e la silenziosa compostezza dimostrata dal Capitano Gumiero e dalla sua famiglia nel momento del dolore impongono che, oltre al doveroso omaggio e cordoglio, la Nazione tutta ritrovi negli ideali del Valore e della Patria le ragioni di una convivenza civile piu’ sana e piu’ vicina alle asprirazioni di tanti cittadini che soffrono dell’attuale clima di grave insicurezza. L’Istituto del Nastro Azzurro si farà partecipe di tutte le iniziative utili al ristabilimento dell’auspicata sana e serena convivenza civile. Episodi luttuosi e gratuiti come quello patito dalla Famiglia Gumiero non dovranno piu’ accadere. Alle famiglie colpite da queste dolorose perdite giungano le espressioni del più vivo cordoglio della Presidenza Nazionale e di tutti gli Azzurri. CONSIGLI DIRETTIVI Fed. MACERATA Presidente: Cav. Sandra VECCHIONI Vice Presidente: Dott. Massimiliano GRUFI Segretario-Tesoriere: Azzurro Dott. Carlo FLAMINI Consiglieri: Azzurro Mario BARBERA BORRONI, Azzurro Urbano GRUFI, Azzurro Raimondo MAZZOLA (Presidente della Sezione di Recanati), Azzurro Elio NARDI Presidente del Collegio Sindacale: Sig.ra gabriella CICCONI Sindaci: Sig.ra Maria Giuseppina COSCI, Dott. paolo SANCRICCA 1) 2) 3-4) 5-6) 7) 8) 9) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse: € 7 Distintivi dorati: piccoli: € 3, medi: € 3,50 grandi: € 4 Portachiavi: smaltato: € 7,50, metallo: € 3,50 Crest: piccolo: € 20 grande: € 25 Labaretto: € 10 Emblema Araldico: € 20 Fermacarte in onice: € 9,50 10) 11) 12) 13) 14) 15-16) Posacenere: € 9 Attestato di Benemerenza: € 20 Orologio: € 30 Cravatta: lana: € 12 seta: € 15 Foulards in seta: € 28 Cartolina: € 0,30, cartoncino doppio: € 0,50, busta: € 0,10 Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza Nazionale dell’Istituo. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale.