...il motto era “il peso è il nemico, la resistenza dell`aria l`ostacolo
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...il motto era “il peso è il nemico, la resistenza dell`aria l`ostacolo
Sport Il Signore delle quattro ruote Un ricordo dell’ingegner Carlo Felice Bianchi Anderloni, titolare della Touring Superleggera e ideatore di macchine originalissime come la mitica “Barchetta”. Il Segno 58 di Mauro COLOMBO C’è stata un’epoca in cui i capitani d’impresa erano più padri di famiglia che datori di lavoro, le strette di mano valevano più dei contratti e in un’azienda tutti si sentivano orgogliosamente parte dello stesso progetto.Un’epoca in cui vedevano la luce auto eleganti,fedele riflesso dello stile e della classe di chi le aveva ideate, destinate a quei pochi davvero in grado di apprezzarle. Auto come la mitica Ferrari 166 Mille Miglia, che per la sua linea più simile a una canoa che a una macchina fu ribattezzata “Barchetta” dal giornalista sportivo Giovanni Canestrini.Quella vettura - che Gianni Agnelli acquistò nel 1950 - nacque all’ombra della Madonnina, negli stabilimenti della Touring SuperL’ingegner Carlo Felice Bianchi Anderloni con nomi illustri del mondo dell’automobilismo: a fianco, primo a sinistra, con Clay Regazzoni (con loro la signora Bianchi Anderloni, gli amici coniugi Rizzi e un collaboratore del pilota ticinese); a pagina 47 è con Luigi Villoresi. leggera guidata dall’ingegner Carlo Felice Bianchi Anderloni. “Figlio d’arte”, egli aveva rilevato l’attività dal padre avvocato, membro di quella schiera di geniali carrozzieri milanesi che a cavallo della seconda guerra mondiale avevano ravvivato il fiorente mercato automobilistico con le loro opere,ancora oggi contese dai collezionisti: Bu- gatti, Edoardo Bianchi, Zagato, Innocenti,Isotta,Fraschini...Unito a questi ultimi due da legami famigliari e lavorativi, l’avvocato Bianchi Anderloni, con il collega Gaetano Ponzoni,aveva acquistato un capannone in via Ludovico de Breme, nella zona di viale Certosa: qui era sorta la Touring,le cui produzioni erano caratterizzate da una scoc- ca in legno leggerissima,assemblata con linee purissime e proporzioni perfette. Uno stile che Bianchi Anderloni junior conservò e sviluppò, ricavando da fogli di alluminio ancorati a un traliccio di tubi sottili (non per nulla il motto aziendale era “il peso è il nemico, la resistenza dell’aria l’ostacolo”) carrozzerie destinate ai più prestigiosi modelli di Ferrari,Alfa Romeo, Lancia, Maserati e Lamborghini.In oltre vent’anni di attività, dall’officina della Touring uscirono tra le altre la Ferrari 195 S vincitrice della Mille Miglia con Giannino Marzotto, le Alfa Romeo 6C 2500 Super sport Villa D’Este,1900 Sprint e Disco Volante e le Aston Martin del periodo 1956-1963 (compresa la Db4 protagonista dei film di James Bond). Nel 1962 la Touring Super- leggera, in piena espansione, si trasferì a Nova Milanese e le progettazioni si concentrarono sulle produzioni di serie per l’Alfa Romeo,l’Autobianchi e la Fiat. Fu però l’inizio della fine,determinata dalla crisi del settore e da una serie di promesse (altrui) non mantenute. I costi di gestione del nuovo impianto costruito secondo criteri modernissimi e all’avanguardia,sulla base di concrete assicurazioni di future commesse - presupponevano una produzione giornaliera che la carrozzeria non fu poi in grado di sostenere.La Fiat intervenne in appoggio, non altrettanto fecero l’Alfa Romeo e le banche che avevano garantito finanziamenti. Nel 1964 la Touring venne ammessa alla procedura di amministrazione controllata, che si concluse con il concordato pre- ventivo. Per gentiluomini come l’ingegner Bianchi Anderloni e il suo socio Ponzoni - che avevano messo a disposizione i loro patrimoni personali per salvare l’azienda - la consolazione di evitare il fallimento fu pari alla soddisfazione di vedere tutti i dipendenti trovare nuovi impieghi presso altre case automobilistiche o in proprio: a dimostrazione che il “marchio” Touring equivaleva a serietà e professionalità. Conosciuto in tutto il mondo come “il Signor Touring”,l’ingegner Bianchi Anderloni rimase a lungo nell’ambiente delle quattro ruote: per il suo gusto e la sua competenza, oltre che per le doti di imparzialità, veniva invitato a presiedere o a far parte delle giurie dei concorsi di eleganza e di restauro. Con la discrezione con la quale ave- ...il motto era “il peso è il nemico, la resistenza dell’aria l’ostacolo”: dall’officina uscivano carrozzerie leggerissime, destinate ai modelli più prestigiosi... L’ingegner Bianchi Anderloni con il figlio Giovanni a bordo della Lancia Flaminia cabriolet. Sotto il titolo, è ritratto con lo sfondo di due sue “creature”: la Ferrari “Barchetta” e la Fiat 124 cabriolet. A pagina 48, il “Signor Touring” a un concorso di vetture storiche. Il Segno 59 Per saperne di più sulla Touring Si intitola Il Signor Touring (l’appellativo con cui Carlo Felice Bianchi Anderloni era noto in tutto il mondo) ed è il libro che Giacomo Tavoletti ha dedicato nel 2004 all’ingegnere milanese. Edito da Automobilia (256 pagg.), comprende la sua biografia, testimonianze e ricordi personali e un’appendice sulle auto prodotte dalla Touring. va vissuto è scomparso quattro anni fa,il 7 agosto 2003,a 88 anni.«Chi l’ha conosciuto conserva la memoria sì del geniale designer e del creatore di autentiche opere d’arte,ma soprattutto dell’uomo squisito, sempre gentile,affabile,disponibile - così lo ricorda il ragionier Aldo Rizzi,che lo affiancò alla Touring come direttore amministrativo e dalle cui parole commosse trapela ancora un fraterno affetto -.Conservò una cordialissima amicizia con l’avvocato Agnelli, ma gli scrivevano persone comuni da tutti gli angoli della terra, chiedendo notizie tecniche per il restauro delle loro Touring: per tutti aveva una risposta o un consiglio, grato dell’interesse che le sue “creature” ancora suscitavano». Il miglior riconoscimento, però, è quello di un “mago” del design automobilistico italiano come Pininfarina,che ammirando le Lancia Flaminia coupé e cabriolet della Touring, ammise: «Avrei voluto farle io». ■ «...chi lo conobbe ricorda sì il geniale designer, ma soprattutto l’uomo squisito, sempre gentile, affabile, disponibile...»