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Il taccuino dell`esploratore
Il taccuino dell’esploratore a cura di ORESTE GALLO (per gli scout: Lupo Tenace) SECONDA CHIACCHIERATA L’ALBERO:UN VERO PROTAGONISTA! L'albero non è un materiale inerte, al contrario ha una vita intensa: respira attraverso le foglie e nel suo interno circola la linfa. Feconda il terreno con l'humus delle sue foglie morte e regolarizza il clima della zona fissando il ciclo dell’acqua. L'albero inoltre cresce, si riproduce, si ammala e muore. Purtroppo esso ha anche dei nemici: il fuoco, gli insetti, i rampicanti, l'uomo. L’HABITAT DI UN ALBERO In Italia i diversi tipi di alberi sono distribuiti in cinque ZONE CLIMATICHE che esprimono differenti altitudini. Ognuna di queste zone prende il nome della pianta più importante e più diffusa. L’adattamento delle piante però è vario, per cui un dato albero può trovarsi in zona superiore o inferiore a quella di elezione: per questo motivo la suddivisione non è rigida. In linea di massima si può affermare che: lungo le coste e nella macchia mediterranea si osservano prevalentemente aghifoglie tipo il Pino domestico, il Pino marittimo, ma anche latifoglie tipo l’Alloro, il Leccio. in pianura, nei fondovalle, in collina e nelle zone basse di montagna, fino a un'altitudine di 700-800 metri, si osservano soprattutto latifoglie: la Quercia, l’Acero, il Castagno, il Frassino, il Carpino e così via. man mano che si sale, nelle zone di media montagna, fino a un'altitudine di 1.000 -1200 metri, oltre alla latifoglie, di cui il rappresentante principale è il Faggio, si osservano anche aghifoglie tipo il Pino Nero, l’Abete Bianco. oltre i 1400-1500 metri non si incontrano più latifoglie (eccezion fatta per la betulla), ma solo aghifoglie tipo il Pino silvestre, il Pino cembro, il Larice, l’Abete rosso. salendo ancora, oltre i 2000-2500 metri, non vi sono più alberi perché siamo al limite oltre il quale essi non crescono. Si può talvolta incontrare qualche esemplare isolato. COME SI OSSERVA UN ALBERO Avendo passione e tempo a disposizione,tante sono le cose che si possono annotare osservando un albero. NOME DELL’ALBERO LUOGO E DATA DELL’OSSERVAZIONE HABITAT : pianura, collina, montagna, brughiera, lungo i corsi d’acqua, ecc. TERRENO SU CUI CRESCE : argilloso, sabbioso, secco, umido, ecc. ASPETTO GENERALE 1. Sagoma: palla, cono, cilindro, cespuglio, ecc. 2. Altezza 3. Circonferenza alla base 4. Tronco: diritto, obliquo, contorto. 5. Rami: alterni, opposti, a palchi, ecc. 6. Corteccia: colore, aspetto, sottile, spessa, liscia, rugosa, lucida, opaca, screpolata, con solchi, a placche, ecc. 7. Radice: a bulbo, a fittone, a mazzetto. FOGLIA 1.Forma: ovale, tonda, palmata, lobata, aghiforme, ecc. 2.Aspetto: liscia, ruvida, pelosa, carnosa, ecc. 3.Margini: seghettati, dentati, lisci, ecc. 4.Venature: opposte , parallele, alterne, ecc. 5.Sempreverde o caduca. 6.Disposizione sui rami: opposte, alterne, a ciuffi, ecc. FIORI : forma, dimensioni, colore, profumo FRUTTO : forma, dimensioni, colore PARASSITI 1.Presenti o no 2.Quantità 3.Tipo: rampicanti, funghi, muffe, insetti, ecc. Di seguito vi propongo una scheda di rilevamento molto semplice, ma utile, elaborata da alcuni ragazzi del gruppo scout di Fagnano, per l’osservazione delle piante del nostro territorio. SCHEDA DI RILEVAMENTO DI UN ALBERO a cura della Sq. Lupi “REPARTO ROSA DEI VENTI” Gruppo Scout FAGNANO DATA DI OSSERVAZIONE ______________________________ LUOGO DI OSSERVAZIONE _______________________________ NOME ITALIANO ______________________________ NOME SCIENTIFICO _______________________________ NOME DIALETTALE LOCALE ______________________________ ZONA FITOCLIMATICA _______________________________ HABITAT in bosco ___ in giardino ___ in parco ___ lungo la via ___ FORMA DELLE FOGLIE ovale ___ triangolare ___ rotondeggiante ___ palmata ___ pennata ___ lobata ___ oblunga ___ aghiforme ___ CARATTERE DELLA CORTECCIA liscia ___ solcata ___ screpolata ___ a placche ___ con resina ___ con aculei o spine ___ FRUTTO SE PRESENTE ______________________________ FIORE SE PRESENTE ______________________________ I MAGNIFICI TRE Ecco tre protagonisti dei boschi di Fagnano: il castagno, il faggio, l’abete bianco. 1. IL CASTAGNO (Castanea sativa) Rapporto con l’ambiente Il castagno può essere considerato oramai, pianta indigena in Italia: infatti, da molto tempo è coltivato come pianta agraria e forestale. Cresce bene sui suoli acidi di montagna e può raggiungere altezze di 30metri. ll legno, di colore bruno, viene usato nelle case per il riscaldamento domestico e nelle falegnamerie per la creazione di mobili. Inoltre, essendo molto ricco di tannino, da esso si estrae l’acido tannico impiegato per la conceria del pellame. Caratteristiche dell’albero La chioma è ampia con molti rami snelli, ma che si espandono. L’apparato radicale è molto robusto. Il fusto è basso e tozzo nei castagneti da frutto, diritto e slanciato nei castagneti selvatici. La corteccia è liscia e verde quando la pianta è giovane; si screpola dividendosi in lunghe nervature a spirale ed assumendo colore scuro quando la pianta è adulta. La chioma è ampia con molti rami snelli, ma che si espandono. Le foglie lunghe 15-20 cm sono caduche. Hanno forma oblunga, sono alterne, seghettate e con nervature parallele. Nella pagina superiore sono verde-scuro, in quella inferiore verde-chiaro. Gli amenti possono avere o solo fiori maschili simili a fiocchi gialli, o fiori maschili (verso l’apice) e femminili verdi (verso la base). Il frutto è la castagna. È contenuta in numero da uno a tre, in un riccio verde spinoso che in autunno si apre. Le castagne hanno una buccia bruno-scuro, maturano in ottobre, sono ricche di amido e zuccheri, perciò nutrienti e digeribili. Vengono utilizzate fresche, secche, cotte, arrostite, ridotte in farina, per fare dolci, miele e marmellate. Note Il castagno rappresenta una delle principali risorse economiche per il paese di Fagnano. Per dare la misura di quanto sia diffusa questa pianta, basti pensare che la maggiorparte dei nuclei familiari possiede un proprio castagneto e che su una superficie territoriale complessiva di 2500 ettari, i boschi di castagno ne occupano almeno il 25%. Esiste in paese una “Cooperativa delle Castagne” che si propone come punto di raccolta, lavorazione e trasformazione del frutto, ai fini di una sua esportazione sia in Italia che in Europa. Nell’ultimo fine settimana di ottobre, si svolge la “Sagra delle Castagne” caratterizzata,fra l’altro, anche da iniziative gastronomiche e culturali. 2. IL FAGGIO (Fagus Sylvatica) Rapporto con l’ambiente Il faggio è uno dei più importanti alberi forestali del patrimonio arboreo della montagna di Fagnano Castello ed in generale dei boschi italiani. Molto longevo, può arrivare fino a 500 anni di età . Il suo portamento è estremamente variabile, in base alle condizioni che incontra. Nei boschi, per esempio, vi sono faggi colonnari o a chioma larga e cupolari se isolati; sui crinali spazzati dal vento si trovano faggi dalle forme molto contorte. L’albero può raggiungere dimensioni maestose non tanto per l’altezza, che arriva massimo a 40 metri, quanto per l’estensione della chioma che forma una vera e propria copertura naturale. Il bosco di faggio è particolare perché caratterizzato da un livello di luce estremamente basso: tale situazione è legata proprio alla chioma che, coprendo una superficie vastissima ed avendo un certo spessore, scherma quasi interamente le radiazioni solari, oscurando così il sottobosco ed impedendo la crescita di altri tipi di piante. Questo spiega come mai i boschi di faggio sono distese quasi pure, con un sottobosco leggero e povero e con poche altre specie che di tanto in tanto vi si accompagnano, come l’Abete Bianco. Il faggio però domina solo se trova le condizioni giuste, che sono rappresentate da: un discreto tasso di umidità; una temperatura media annua dai 5° C ai 12° C e precipitazioni che raggiungono almeno i 900/1000 millimetri all’anno. Il suo legno è di colore rosato, a grana fine, liscio, senza nodi, duro e pesante ma al tempo stesso fragile e facilmente fendibile. Nonostante non sia di ottima qualità (i tarli amano attaccarlo), è di facile lavorazione. Infatti si presta bene per la fabbricazione di mobili d’arredamento, per pavimenti, botti, remi, per la produzione di compensati e per la fabbricazione di carta pregiata. Dà un ottimo potere calorifero, brucia con fiamma viva e chiara: pertanto viene usato anche per il riscaldamento domestico. Caratteristiche dell’albero La forma è a cupola. L’apparato radicale prevede radici che si estendono lateralmente proprio sotto la superficie del terreno. Il fusto è diritto, slanciato e molto scanalato da vecchio. La corteccia è liscia, lucente, di colore grigio-argenteo. La chioma è massiccia, ampia e molto ramificata. Le foglie sono caduche. Hanno forma ovale, sono alterne, lucide su entrambe le pagine. Inoltre hanno margini ondulati, colore verde scuro superiormente e verde chiaro inferiormente: in autunno diventano prima gialle, quindi arancione. Il frutto è chiamato faggiola. Ricco di olio, di esso ne vanno ghiotti i roditori. Nel passato è stato usato come alimento per il bestiame ed ha fornito un olio per l’illuminazione. Note Nella montagna di Fagnano ci sono moltissime faggete. Senza dubbio gli alberi più grandi e spettacolari, spesso esemplari multipli (a due, a tre, talora persino a quattro) si trovano nelle zone di “Scavelle”, “Monte Stefano lo zoppo” e “Serraspina”. 3. L’ABETE BIANCO (Abies Alba) Rapporto con l’ambiente L’abete bianco è l’unica specie del “genere Abies” spontanea in Italia. Vegeta abitualmente sui 1000-1200 metri nella “zona del Faggio” dove con esso trova la consociazione ideale; occasionalmente però lo si trova a vegetare anche sui 14001500 metri. Predilige un suolo non umido, ma fresco, profondo, fertile con clima ricco di piogge. La sua intensa utilizzazione da parte dell’uomo, ne ha causato la rarefazione ed in alcune zone addirittura la scomparsa. Il suo legno, di colore biancogiallastro, è tenero e leggero ed al tempo degli antichi romani veniva usato per costruire remi ed alberi di navi. Attualmente il suo impiego è limitato all’edilizia come tavolame. Può arrivare anche fino a 40 metri di altezza. La crescita, lenta nei primi 10 anni, diventa rapida tra i 20 - 50 anni e molto spesso si esaurisce subito dopo. Caratteristiche dell’albero La forma è slanciata e conica. L’apparato radicale è robusto, fittonante ma superficiale ed attaccato spesso da parassiti. Il fusto è diritto, slanciato, cilindrico, specialmente se cresciuto in fustaia densa. La corteccia è grigia con pustole resinose e si presenta fissurata, anche se è liscia quando la pianta è giovane. La chioma è di colore verde cupo ed in età adulta si appiattisce soprattutto negli esemplari isolati, formando il cosiddetto “Nido di Cicogna”. Gli aghi sono singoli, piatti, non pungenti, lunghi 2-3 cm, a punta arrotondata. Disposti a pettine su due lati del ramo, sono di colore verde-scuro sulla pagina superiore, bianco-argenteo su quella inferiore. Il frutto è rappresentato da una pigna eretta e cilindrica che matura in autunno. A maturità essa si desquama, lasciando cadere i semi: così sulla pianta rimane il solo asse centrale. Note Nella montagna di Fagnano, i boschi di Abete Bianco si trovano principalmente in località “ Sponze ”. L’esemplare più grande di tutta la montagna, si trova in località “Valle della Fratta”: questa pianta, dell’età di oltre cento anni (risale ai primi rimboschimenti eseguiti nei primi anni del secolo scorso), ha un’altezza di circa 40 metri ed una circonferenza alla base di 4,15 metri.