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Finalmente una legge antiscalate Ma non valga solo
Finalmente una legge antiscalate Ma non valga solo per il latte tanti altri settori, dall'energia (Edison) alla grande distribuzione (le francesi Carrefour e • • • Meglio tardi che mai. Da Auchan e le tedesche Bilia e Lidi) qualche settimana sembra che per finire al grande botto che si tutti abbiano preso coscienza sta preparando con l'americadel rischio di una colonizzazio- nizzazione della Fiat auto che ne totale del nostro paese con la vedrà, quanto prima, uscire gli progressiva acquisizione di as- Agnelli dalla proprietà e l'arrivo set strategici nazionali da parte del nuovo proprietario Sergio di alcuni paesi stranieri e in par- Marchionne. Bene dunque ha ticolare della Francia. E' musica fatto Tremonti a mettere 1 altolà per le nostre orecchie visto che all'acquisto francese della Pardal 1995 urliamo inascoltati il ri- malat nel tentativo di mettere in schio concreto per l'Italia di di- piedi una cordata italiana. I reventare un paese produttore per sponsabili di questa svendita di conto terzi e un mercato di soli grandi aziende italiane sono consumatori. Parte rilevante stati essenzialmente due: la sinidellafilieraagro-alimentare con stra post-comunista e il cosidmarchi autorevoli specie nel setdetto salotto buono del capitalitore caseario sono passati di smo italiano che viveva e promano per lo shopping fatto da sperava all'ombra di Cuccia e Nestlè, Danone e Kraft così cocon il consenso di una politica me la grande industria farmaautorevole. ceutica con le acquisizioni della Furono questi responsabili Carlo Erba e della Farmitalia. che unirono insieme i propri Stiamo ancora aspettando poi sforzi sostenendo con giornali, che qualcuno dei grandi opinio - soldi e legami internazionali la nisti ci spieghi il perché abbiastagione giustizialista del '92- '93 mo dovuto dare laBnl ai francesi spazzando via così quelle forze quando c'era una cordata italiapolitiche che avevano vinto la na o al Crédit Agricole la Caribattaglia della Storia e che mai parma e centinaia di altri sporavrebbero consentito il sactelli. Né possiamo dimenticare cheggio del Paese. Molti sbacome la cacciata di Maranghi gliarono in buona fede e sarebdalla guida di Mediobanca sia be utile al Paese una loro amcoincisa con l'ingresso dei franmissione perridare tono, vitalità cesi di Vincent Bollore nonoe speranza ad una economia in stante che la motivazione del difficoltà. All'amico Pelliccioli, ben servito al maggiore collaboche ha parlato del modello ecoratore di Enrico Cucciafosse stanomico renano e di quello anta proprio la difesa dell'italianiglosassone, sfugge quelmodello tà. tutto italiano delle partecipazio Personaggi senza pudore ni statali che introdusse l'Italia hanno agito in questa direzione agricola del dopoguerra nei setsvuotando l'Italia di asset imtori a tecnologia avanzata e che portanti senza alcuna reciprocidiventarono fonte di ricerca e di tà impedendo, così, al capitaliinnovazione per l'intero mondo smo italiano di essere un protaproduttivo. C'è un profilo della gonista del riassetto del capitalinostra struttura produttiva che smo europeo. E questo vale per sfugge ai più e che è rappresenGERONIMO tato da quel 95-97% di piccole e medie imprese. Questa struttura non è un incidente di percorso ma è la vocazione di un Paese che ha la sua forza proprio nella piccola e media impresa con proprietà e conduzione familiari. Per questa vocazione furono rilanciati i ruoli dell'Ili e dell'Eni e cioè di quelle grandi imprese di proprietà pubblica che traghettarono il Paese nei settori a tecnologia avanzata e che accompagnarono da un lato la pò litica estera italiana (Eni) e dall'altro diffusero innovazione all'universo delle piccole e medie imprese. Quei gruppi pubblici salvarono anche marchi autorevoli falliti come Motta e Alemagna per ridarli, poi, risanati, ad altre imprese italiane come Ferrerò e Balilla. Questo ruolo, secondo il pensiero unico degli anni '90, lo avrebbero dovuto fare il salotto buono del capitalismo italiano. Senonchè una volta scomparsi la politica, Cuccia e Maranghi, i protagonisti di quel salotto o sono falliti o sono sulla buona strada. Germania e Francia non furono né miopi, né traditori dell'interesse nazionale e mantennero una grande presenza pubblica in as set importantissimi nel settore dell'energia, delle tic e del credito unendo così forza politica ed economica per rendere i propri paesi protagonisti assoluti nel riassetto del capitalismo europeo e globale. Non è un caso che sul piano internazionale Eni e Finmeccanica siano ancora oggi i più grandi player italiani con l'aggiunta dei Benetton (Autogrill e Atlantia) e di Del Vecchio ( Luxottica). Possiamo ancora recuperare un ruolo se l'altolà di Tre monti diventa un punto di par- tenza per voltare pagina e non una sola rondine che, come si sa| non fa primavera. [email protected]