`Il nuovo Meccanismo della Protezione civile Europea per l`Europa
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`Il nuovo Meccanismo della Protezione civile Europea per l`Europa
UNIONE EUROPEA E PROTEZIONE CIVILE ‘Il nuovo Meccanismo della Protezione civile Europea per l’Europa delle Regioni’ 32 A Padova, il 31 gennaio scorso l’europarlamentare On. Elisabetta Gardini ha organizzato un convegno in cui sono state approfondite le nuove linee guida del Meccanismo Europeo di Protezione civile per rispondere con maggiore tempestività alle emergenze, grazie a procedure di attivazione più semplici per gli Stati membri e a finanziamenti più cospicui. Un’attenzione particolare è stata rivolta anche alle problematiche della ricostruzione post emergenza in un’ottica di prevenzione e salvaguardia del territorio di Adriana Marmiroli - Foto: Giancarlo Loregian C Con la parte orientale dell'arco Alpino - Veneto, Trentino e Friuli - sotto una nevicata epocale, il Veneto, l'Emilia (Modena) e Roma allagate (e l'Arno osservato speciale da quando ha inondato Pisa), il 31 gennaio si è tenuto a Padova - anche qui pioggia battente - il convegno ‘Il Nuovo meccanismo della PC Europea per l'Europa delle Regioni’. Una premessa questa importante da fare perché, se non ha condizionato più di tanto i contenuti della giornata, ne ha tuttavia perturbato l'andamento, con convegnisti e relatori costretti a speach e fughe anticipate - il prefetto Franco Gabrielli in primis - per raggiungere la sala operativa del DPC. Organizzato dall'Associazione ‘PrendiParte’ di Padova di cui il deputato europeo Elisabetta Gardini, relatrice della PC italiana al Parla- mento Europeo nonché membro della Commissione per l'Ambiente, è fondatore e presidente, l'appuntamento si poneva l'obiettivo di riflettere e discutere su quanto definisce il Nuovo Meccanismo di Protezione civile approvato a Bruxelles il 12 dicembre 2013. Nato per rispondere tempestivamente alle emergenze attraverso la condivisione in ambito comunitario delle risorse di tutti gli Stati membri (32 in tutto: quelli membri della UE più Lichtenstein, Norvegia, Islanda e Repubblica di Macedonia), il Meccanismo nella sua nuova formulazione assicura maggiori finanziamenti e più semplici procedure per far fronte alle grandi catastrofi che sempre più frequentemente colpiscono l'Europa e il resto del mondo. A dimostrazione dell'importanza delle tematiche trattate, malgrado le condi- Il tavolo dei relatori gennaio - febbraio 2014 - 1 Sanità pubblica e Sicurezza alimentare e Guglielmo Berlasso, direttore centrale della PC del Friuli Venezia Giulia, mentre in finale di giornata sono brevemente intervenuti anche gli assessori alla PC di Emilia Romagna Paola Gazzolo - e del Veneto - Daniele Stival. Assenti ‘giustificati’ - causa frane ed emergenza neve - gli assessori del FVG, Paolo Panontin e Tiziano Mellarini della Provincia autonoma di Trento, che era rappresentato da Gianfranco Cesarini Sforza, dirigente PAT del Dipartimento PC. In veste di moderatore e in quanto ‘organiz- La Protezione civile ITALIANA zioni meteo e le emergenze in atto, i presenti erano molti, provenienti per lo più dalle regioni del Triveneto. Tra i relatori, oltre allo stesso Gabrielli, Hans Das, head of Unit A5 Civil Protection Policy Unit DG ECHO della Commissione Europea; Paola Albrito, coordinatore regionale per l'Europa dell'Ufficio delle Nazioni Unite per la Riduzione dei disastri; Francesc Pla, deputato al Parlamento Europeo e segretario esecutivo all'European and Mediterranean Major Hazards Agreement; Cristina Gutiérrez Cortinez, parlamentare europea, membro della Commissione Ambiente, 33 UNIONE EUROPEA E PROTEZIONE CIVILE Apre i lavori l’eurodeputata Elisabetta Gardini, relatrice della Protezione civile italiana al Parlamento Europeo, membro della Commissione Ambiente, Sanità pubblica, Sicurezza alimentare e organizzatrice del convegno zatrice’ della giornata e relatrice in sede di Parlamento europeo del Nuovo Meccanismo, ha aperto i lavori l'onorevole Gardini. “Questo meccanismo di PC - ha detto - è l'avvio per la creazione di un'altra Europa: che ci piace perché fa parlare e ascolta i cittadini, coope- 34 ra a livello sovranazionale e si muove nel solco di quella pensata dai Padri Fondatori”. Quindi la parola è passata a Hans Das. “In Europa - ha esordito - esistono diverse visioni della cooperazione”, ovvero non tutti i Paesi membri sono ugualmente disposti a sborsare soldi per qualcosa che non li tocca da vicino. L’Europa Centro settentrionale, ad esempio, non conosce il rischio sismico e in misura ridotta il dissesto geologico delle aree montuose, al massimo quello idrico da inondazioni e alluvioni. Ricordare ai Paesi membri l'importanza della solidarietà è fondamentale nel momento in cui le cifre degli eventi calamitosi sul territorio UE sono in crescita: negli ultimi 20 anni catastrofi di varia natura hanno ucciso quasi 90.000 persone, colpito più di 29 milioni di cittadini e causato 211 miliardi di euro di perdite economiche, cifre che negli ultimi anni hanno conosciuto un'impennata esponenziale. “A livello mondiale le grandi emergenze sono sempre di più. Riguardano i Paesi emergenti ma anche il L’intervento del prefetto Franco Gabrielli, capo Dipartimento della Protezione civile nazionale L’intervento di Guglielmo Berlasso, direttore centrale della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia La Protezione civile ITALIANA mondo industrializzato: il tifone che ha colpito le Filippine nel 2013 e l'uragano Sandy che ha devastato la costa atlantica degli USA nel 2012. Dati statistici dimostrano che siamo sempre più vulnerabili e che i costi e le forze necessarie per far fronte a tali catastrofi non sono più sostenibili senza la solidarietà internazionale”. E solidarietà è il concetto su cui Hans Das è tornato a più riprese. Quindi è passato a fare un po' di storia delle recenti e più importanti operazioni a cui l'UE ha partecipato, di come vengono attivati i meccanismi di intervento, cosa offra l'UE a chi ne chiede l'aiuto, di come i Paesi membri partecipino in funzione di quanto chiesto dalla Comunità stessa, che poi provvederà a ripianare parte dei costi sostenuti. “L'Europa ci aiuta ad aiutare gli altri”: un approccio co- gennaio - febbraio 2014 - 1 Da sinistra: Francesc Pla, deputato al Parlamento europeo e segretario esecutivo dell’European and Mediterranean Major Hazard Agreement Council of Europe; Hans Das, Head of Unit A5 Civil Protection Policy Unit DG ECHO Europen Commission e Cristina Gutiérrez-Cortines, parlamentare europea e membro della Commissione Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare 35 UNIONE EUROPEA E PROTEZIONE CIVILE 36 ordinato e organizzato come quello messo in piedi dall'UE permette inoltre “un'alta resa costi-benefici”, ovvero rende più efficaci gli aiuti oltre a mettere in campo forze maggiori. Cuore del meccanismo, sostiene Das, è il sistema di formazione di personale europeo altamente specializzato da utilizzare in veste di coordinatore sul campo. Altrettanto importanti le esercitazioni comuni che preparano in via preventiva a lavorare tutti insieme. Ne consegue un ulteriore fondamentale corollario: gli Stati devono capire dove e quali siano i rischi potenziali del proprio territorio. “L'Italia da questo punto di vista è avanzata – prosegue Das - ha un sistema di valutazione del rischio molto sviluppato, ma ci sono Paesi invece che di fronte all'emergenza sono assolutamente impreparati e impossibilitati a intervenire con tempestività”. Per questo a Bruxelles deve avere base non solo il Centro Una fase della tavola rotonda finale con Daniele Stival, assessore alla Protezione civile della Regione Veneto; l’assessore PC della Regione Emilia Romagna, Paola Gazzolo e l’Ing. Gianfranco Cesarini Sforza, dirigente del Servizio Prevenzione rischi del Dipartimento PC della Provincia autonoma di Trento di Coordinamento per la gestione delle emergenze ma anche una banca dati dei rischi territoriali dell'intera area UE. Altra entità sovranazionale attiva sul fronte della riduzione degli effetti delle grandi calamità con cui è doveroso che la UE si interfacci sono le Nazioni Unite. “Negli ultimi tre anni - conviene Paola Albrito, rappresentante delle NU al convegno - le catastrofi che si sono succedute hanno prodotto perdite economiche superiori ai 100 miliardi di dollari a livello mondiale e a 13 in Europa: è evidente che sono costi troppo gravi per essere sostenuti individualmente. E l'impatto dei cambiamenti climatici, la crescita demografica e l'urbanizzazione, la stessa crescita economica, sono tali da far pensare che sarà sempre peggio”. Il Nuovo Meccanismo è legge che dovrebbe essere presa a modello da tutti i Paesi e a cui tutti dovrebbero partecipare, “mettendo in comune risorse, esperienze e dati”. Quindi la Albrito ricorda come sia in scadenza nel 2015 l'HFA-Hyogo Framework for Action, piano decennale per ridurre i danni provocati dai rischi naturali deciso nel gennaio 2005 a Kobe, in Giappone. A giugno 2014 a Bruxelles si terrà una conferenza interministeriale con il compito di indicare le nuove linee guida per Sendai 2015 (Giappone). “In questi anni abbiamo visto come la conoscenza del rischio sia un investimento, anche in funzione della creazione di comunità resilienti. La riduzione del rischio richiede inoltre, oggi più che mai, la collaborazione tra Paesi diversi”. A intervenire successivamente è il prefetto Franco Gabrielli, capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale, a sua volta atteso da un aereo diretto verso una città, Roma, sommersa anch’essa dalle acque. Gabrielli esordisce riconoscendo l'importante ruolo sostenuto dall'On. Gardini nel promuovere il Nuovo Meccanismo. “È una legge che potenzia il funzionamento della PC europea, ma che giunge dopo oltre 10 anni di cooperazione. Il meccanismo è buono ma perfettibile. UNIONE EUROPEA E PROTEZIONE CIVILE Un momento della conferenza stampa tenuta dal prefetto Gabrielli e dall’On. Gardini 38 Da estendere a quella che è la vera sfida odierna: non l'intervento in emergenza ma la prevenzione del rischio”. Per far progredire le norme di PC d'ambito comunitario e trovare una via al dialogo tra i Paesi della UE, il prefetto Gabrielli dice di contare molto sull'imminente semestre di presidenza italiana. Il futuro deve andare “nella direzione di elementi condivisi”, almeno a livello di pool avanzato di risposta. Mettere in comune i mezzi è “scelta politica in base alla quale ci si impegna a priori. Mezzi e risorse umane vengono mobilitati su chiamata predefinita (a rotazione con altri Paesi), sostenuta da una politica di incentivi”, come è per esempio il cofinanziamento dei costi di trasporto. “Finora rischi diversi vengono affrontati con modi diversi di gestione e valutazione a seconda dei Paesi. Unificare è possibile. Uno degli obiettivi che vorremmo raggiungere durante il nostro semestre è quello di redigere un orientamento unico europeo che specifichi cosa si deve intendere per gestione del ri- schio”. Per quanto riguarda Sendai 2015 la PC italiana ha già pronta tutta una serie di richieste per raggiungere in futuro una maggiore integrazione tra organizzazioni umanitarie e PC (ricorda i diversi modi di approccio allo stesso problema, la necessità di una continuità e complementarietà tra PC e ONG, soprattutto quando, passata la prima emergenza, la prima lascia il campo alle seconde). “Ci si muove su binari paralleli, ma non integrati”. Ed ecco la bacchettata finale: “In tema di pianificazione del rischio il nostro Paese è ancora carente”. Tuttavia in alcuni casi l'Italia ha saputo raggiungere livelli di eccellenza, seppure a livello locale (“ma replicabili anche internazionalmente”): è Guglielmo Berlasso, direttore centrale della PC del FVG, a spiegarli, descrivendo nel dettaglio quanto messo in atto nella sua Regione a partire dal 1976. La sua è una conta di interventi e spese sostenute tra 1960 e 2000 e dal 2001 a oggi: ancora una volta è impressionante l'impennata degli ancora risanato. “La fine dell'urgenza non è fine dell'emergenza”, ma questa, purché pianifichi e sistematicizzi ogni intervento, può invece essere lo spunto per risolvere i problemi pregressi di un territorio. Di gestione post emergenziale parla anche Francesc Pla, che affronta il tema dei beni culturali messi a rischio o danneggiati da un qualche tipo di catastrofe e dell’‘apporto partecipativo’ per gli interventi fin qui fatti, sia a seguito di calamità naturali sia di fatti bellici (vedi la grande ferita europea dei Balcani). “Un processo di risanamento del tessuto architettonico e archelogico porta al restauro di quello socio-culturale di una comunità”. E’ questa una fase in cui è fondamentale coinvolgere i governi locali perché il loro è un ruolo cruciale; inoltre è lì che si deve pensare alla prevenzione futura. Il motto deve essere ‘Imparare dal passato e prepararsi al futuro’: perché costa meno e perché le popolazioni sono più attente e reattive a recepirne le imposizioni. n La Protezione civile ITALIANA uni e delle altre (le cifre dei due periodi sono quasi equivalenti!). Berlasso vanta la capillarità delle strutture e la loro efficienza, la modernità del Centro Operativo di Palmanova: “Oggi però le risorse non ci sono più” e anche la sua Regione ha dovuto fare lavori in emergenza senza copertura finanziaria. Che risposte dare allora alla collettività? Rendere aperta e visibile l'attività di PC, accrescere il rapporto e l'apporto del volontariato, collaborare con altre realtà - il FVG ha stretto relazioni con Slovenia e Austria in questo senso -, e sinergizzare gli interventi: queste possono essere alcune delle riposte possibili. È quindi la volta del deputato spagnolo Cristina Gutiérrez-Cortinez di partire da un'esperienza locale - quella di Lorca, nella Murcia, colpita da un forte terremoto nel 2011 - per parlare di ricostruzione e sua gestione dopo la prima emergenza: non si può, ovviamente, passata questa fase - tornare immediatamente alla situazione precedente, il tessuto socio-economico è stato devastato e non è gennaio - febbraio 2014 - 1 Al termine dei lavori una foto con l’On. Elisabetta Gardini, gli assessori Stival e Gazzolo e il dirigente Cesarini Sforza 39