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INCLUSIONE ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
INCLUSIONE ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI PREMESSA Il presente documento nasce dall’esigenza di definire pratiche condivise all’interno della scuola in tema di inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali e consente di attuare in modo operativo le indicazioni normative contenute nella Legge Quadro n. 104/92 (Disabilità) e successivi decreti applicativi, nella Legge 170/2010 (Disturbi Specifici di Apprendimento), nel D.M. del 27/12/2012, nella C.M. n. 8 del 06/03/2013 e successive note (Alunni in situazione di svantaggio). Gli obiettivi del documento sono i seguenti: definire buone prassi di inclusione condivise all’interno delle scuole; facilitare l’ingresso degli alunni nel sistema scolastico e sociale; realizzare l’inclusione attraverso un processo quotidiano che si esplichi nell’incontro e nel confronto con le differenze e nella valorizzazione di saperi e abilità alternative, ma non meno significative. promuovere lo sviluppo delle competenze di cittadinanza; collaborare alla realizzazione del progetto di vita globale degli alunni, progettando percorsi comuni di individualizzazione o personalizzazione che facciano coesistere socializzazione e apprendimenti; promuovere iniziative di comunicazione e collaborazione tra scuola, famiglie, Comuni, Enti territoriali, ASL. adottare forme di verifica e valutazione collegiali adeguate ai bisogni formativi degli studenti; monitorare le azioni a livello territoriale; proporre adattamenti e miglioramenti condivisi. Una finalità importante della Istituto Comprensivo “Villa Verrocchio” è da anni quella di garantire la migliore qualità di vita possibile a tutti i suoi studenti ed in particolare a quei cittadini che a causa di problematiche personali, culturali o sociali partono già da una condizione di svantaggio. Si tratta di un approccio multidimensionale teso a promuovere un miglioramento della qualità della vita, di tutti gli studenti in difficoltà, sotto l’aspetto dell’autonomia e del benessere, nella prospettiva del progetto di vita della persona, alla cui base non troviamo più, oggi, il solo processo di integrazione ma un progetto molto più ampio, mirato ed articolato di inclusione. Per promuovere l’accoglienza e l’inclusione di tutti gli alunni nel contesto scolastico ed extrascolastico, è necessario coinvolgere la comunità educante nella sua totalità; l’ottica è quella della rete e delle risorse, formata da tanti nodi corrispondenti ai diversi punti di forza del sistema. La piena inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) è un obiettivo che la scuola persegue attraverso una progettualità articolata, valorizzando le risorse del territorio e le professionalità interne. E’ necessario dunque, progettare un sistema scolastico che preveda interventi per vari tipi di bisogni, affinché il processo di inclusione si connaturi naturalmente nel sistema. Chi sono gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES)? La Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 espone quanto segue: “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta …………….In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: disabilità, disturbi specifici o aspecifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, svantaggio economico, sociale e culturale, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua ……………è sempre più urgente adottare una didattica che sia ‘denominatore comune’ per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale”. La Direttiva ministeriale pone l’attenzione sugli ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione, ostacoli che si possono manifestare quotidianamente in ogni aspetto e in ogni fase della vita scolastica dell’alunno e nella comunità locale. Affinché, la diversità venga dunque considerata effettivamente come ricchezza per tutta la comunità educante è necessario che attraverso il curricolo si promuovano percorsi formativi inclusivi che prevedano scelte organizzative coinvolgenti l’intero contesto scolastico, le famiglie e le risorse presenti sul territorio. Nella progettazione del curricolo, si rileverà il passaggio dalla differenza alle differenze, dalle categorie diagnostiche ad un intervento inclusivo atto a rimuovere gli ostacoli al pieno sviluppo della persona e dell’equità tra persone. L’attenzione verrà posta non più solo al deficit ma alle specificità individuali di ogni studente, alle quali si risponderà con interventi e competenze didattiche e pedagogiche diversificate ma ben integrate tra loro che vivranno insieme alla didattica comune a tutti gli alunni della classe. La direttiva estende a tutti gli studenti in situazione di svantaggio, il diritto alla personalizzazione e all’individualizzazione degli apprendimenti. La C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 recita: “Fermo restando l'obbligo di presentazione delle certificazioni per l'esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni. Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata - le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti. In questa nuova e più ampia ottica, il Piano Didattico Personalizzato non può più essere inteso come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didatticostrumentale. L’attivazione di un percorso individualizzato e/o personalizzato per uno studente con Bisogni Educativi Speciali viene deliberata in Consiglio di classe dando luogo al PDP, firmato dal Dirigente scolastico (o da un docente da questi specificamente delegato), dai docenti e dalla famiglia. Nel caso in cui sia necessario trattare dati sensibili per finalità istituzionali, si avrà cura di includere nel PDP apposita autorizzazione o rifiuto da parte della famiglia. “Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe motiverà opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare contenzioso.” N.B. Per i nuovi casi, il PDP deve essere redatto entro 30 giorni lavorativi dalla data di presentazione della diagnosi o dalla delibera del Consiglio di classe/o interclasse. Non più dunque solo integrazione ma inclusione di tutti e di ciascuno. INTEGRAZIONE/INCLUSIONE INTEGRAZIONE Art. 34 della Costituzione italiana: “La scuola è aperta a tutti” “L’integrazione potrebbe riguardare soltanto gli alunni disabili, l’inclusione risponde invece in maniera individualizzata ai vari Bisogni Educativi Speciali, mostrati da un numero crescente di alunni. L’inclusione sarà possibile con un miglioramento metodologico sul piano organizzativo e delle risorse della didattica ordinaria”. (A. Canevaro, D. Ianes “Trasformare l’integrazione in inclusione”). La progettazione dell’inclusione necessita di: trasformarsi in una cultura e un modo di essere nel quotidiano; fornire un substratum per integrare/includere tutte le differenze; prevedere un approccio centrato sulla relazione e l’affettività; prevedere una serie di interventi coerenti; avere come fine lo sviluppo dell’autonomia dei soggetti da educare; coinvolgere tutta la comunità educante (insegnanti, operatori della scuola, genitori, agenzie formative, realtà di volontariato, parrocchie, centri ricreativi…) evitando inutili e dannose deleghe. INCLUSIONE Direttiva MIUR del 27/12/2012 recante: “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Sulla base di una pedagogia inclusiva, la scuola si impegna a strutturare un contesto scolastico concepito come Comunità di apprendimento, nel quale ogni soggetto è coinvolto nell’esprimere una personale e attiva partecipazione alle attività, tali da permettere agli alunni con Bisogni Educativi Speciali “di apprendere competenze in modo più naturale, osservando cioè persone agire normalmente e non dovendo dipendere da azioni professionali specificamente mirate soltanto a loro e che cessano di esistere al di fuori dei setting educativi “(D. Ianes). La realizzazione di una pedagogia inclusiva si basa sui seguenti principi (tratti dai documenti dell’UNESCO): tutti i bambini possono imparare; tutti i bambini sono diversi; la diversità è un punto di forza; l’apprendimento si sviluppa attraverso la cooperazione tra insegnanti, genitori e comunità. ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES) Normativa di riferimento (Tutte le tipologie di alunni BES sono disciplinate dalla Direttiva Ministeriale del 27/12 2012) Legge 104/1992 Legge 170/2010 Tipologia alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) Modalità di individuazione Alunni con disabilità Disturbi Specifici dell’Apprendimento Sindrome ADHD Certificazione ASL Certificazione ASL Le nuove Linee Guida per l’inclusione degli alunni stranieri del febbraio 2014 – Nota Miur 19/02/2014 – D.M. 27/12/2012 Svantaggio linguistico culturale Individuazione docenti del Consiglio di classe D.M. 27 dicembre 2012 Alunni in situazione di svantaggio continuativo o temporaneo che evidenziano: Disturbi Evolutivi Specifici; Deficit del linguaggio e/o delle abilità non verbali; Deficit della coordinazione motoria; Deficit dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD); Disturbo oppositivo provocatorio (DOP); Svantaggio socioeconomico, linguistico culturale e comportamentale. Individuati dai docenti del Consiglio di classe sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche e per i quali, se ritenuto opportuno, è necessaria l’adozione della personalizzazione della didattica ed eventualmente l’adozione dei mezzi compensativi e dispensativi previste dalla Legge 170/2010. Nota ministeriale 6013/2009 Certificazione ASL ALUNNI BES CON DISABILITA’ Per poter comprendere il mondo degli alunni con disabilità è necessario apprendere, ricercare e conoscere le caratteristiche della patologia e del contesto sociale di appartenenza, allo scopo di poter attivare strategie efficaci per promuoverne l’inclusione, l’autonomia, l’autocontrollo, le abilità di autotutela e creare un clima di apprendimento e convivenza calmo e sereno. E’ personale convinzione dei docenti della nostra scuola che in tutte le forme di disabilità, anche le più complesse, vi siano delle potenzialità sulle quali poter far leva per avviare e promuovere processi di autonomia che investano la globalità della persona, e che le migliori strategie siano quelle suggerite dalla ricerca, dall’osservazione, dall’esperienza diretta e dal buon senso. PROPOSTA FORMATIVA PER L’INTEGRAZIONE/INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ La scuola cercherà di rappresentare con le sue finalità formative, educative e metodologiche, il luogo adatto per: avviare un reale processo di integrazione/inclusione, valorizzando le identità, e proponendo la presenza degli alunni, come occasione di crescita personale, di nuovi apprendimenti, di scoperta della cultura della solidarietà, dell’accoglienza, del reciproco rispetto e del mutuo soccorso. attivare al suo interno gruppi operativi, per produrre inclusione, apprendimenti e autonomia e programmare attività didattiche e di socializzazione. Tali attività si baseranno sulla partecipazione attiva dei discenti, i quali cercheranno di apprendere cooperando e sperimentando, divenendo così, protagonisti della loro crescita. sostenere gli alunni nel recepire in modo corretto il giusto spirito dell’integrazione/inclusione, che la legge 104 cerca di favorire dal lontano 1992, anno della sua entrata in vigore. Tutto ciò ponendo in atto strategie ispirate alla mediazione e alla comunicazione , sostenute dallo sforzo continuo di evitare delle barriere culturali che in certi momenti e in particolari contesti, potrebbero sorgere spontanee; favorire una relazione di collaborazione tra gli alunni, affinché il loro percorso formativo non sia finalizzato a se stesso, ma possa realmente essere spendibile nella vita pratica quotidiana. elaborare progetti di vita per gli alunni con disabilità, che riguarderanno la loro crescita personale e sociale ed avranno quale scopo principale la realizzazione in prospettiva, dell’innalzamento della loro qualità di vita. Ciò anche attraverso la predisposizione di percorsi volti sia a sviluppare il senso di autoefficacia e i sentimenti di autostima, sia al conseguimento delle competenze necessarie per vivere in contesti di esperienza comuni. Il progetto di vita, includendo un intervento che va oltre il periodo scolastico e aprendo l’orizzonte di un futuro possibile, dovrà essere collegiale, condiviso dalla famiglia e dagli altri soggetti coinvolti nel processo di integrazione/inclusione. L’attività della scuola si esplica in primis tramite: un approccio olistico che tenga conto, non solo delle caratteristiche della patologia ma: del funzionamento della persona nella sua totalità, ne favorisca l’evoluzione positiva e non si esaurisca in una serie di prassi didattiche, seppur efficaci; della formulazione del Progetto di vita globale per lo studente; della presa in carico della persona da parte di tutta la comunità educante (insegnanti, operatori scolastici, ASL, Enti di varia natura ecc…), nella condivisione di patti educativi e progetti didattici forti, coerenti ed efficaci; della considerazione dei contesti ambientali che spesso creano delle barriere che non sono modificabili semplicemente attraverso interventi didattici rivolti solo all’alunno con disabilità, ma a tutti gli alunni in situazione di svantaggio temporaneo o continuativo; dell’arricchimento dei contesti ambientali di fattori facilitanti; della predisposizione del contesto, attraverso la trasformazione della classe in una vera comunità di apprendimenti e relazioni, all’interno della quale si possa vivere un senso di appartenenza, di partecipazione, di serenità, di solidarietà e condivisione. di una varietà di forme di sostegno che corrisponda alle effettive potenzialità e necessità di tutti gli alunni, facendoli diventare a loro volta soggetti attivi nei processi di inclusione; di potenziare e rendere speciali le strategie di insegnamento e di sviluppo di competenze. ACCOGLIENZA DELL’ALUNNO A SCUOLA Prima dell’ingresso dell’alunno a scuola è necessaria una fase di conoscenza dello stesso, attraverso: l’esame del curriculum scolastico dell’alunno, tramite la consultazione della documentazione presente nella scuola (D.F., PEI e P.D.F. precedenti, relazione finale …) e ponendo particolare attenzione alla sua esperienza integrativa; l’avvio del lavoro di collaborazione e di intesa (accordo educativo) tra gli insegnanti curriculari che lo seguono nell’attuale ordine e grado di scuola; la raccolta di preziose informazioni dalla famiglia e dall’alunno stesso in un preliminare colloquio informale, non strutturato, necessario per elaborare un intervento più direttivo e competente nell’area delle social skills e dell’apprendimento in generale; i colloqui con gli insegnanti precedenti e gli specialisti; Prima dell’inizio delle lezioni è utile far conoscere all’alunno il contesto scolastico, attraverso una visita guidata ( conoscenza degli spazi, degli insegnanti, del personale ATA ecc…). Dopo l’ingresso dell’alunno a scuola Inserimento dell’alunno nella classe, con preliminare strutturazione del clima di apprendimento e degli spazi; progettazione di osservazioni casuali e sistematiche relative all’alunno inserito nel gruppo classe, attraverso l’utilizzo di griglie strutturate (durante i momenti di gioco, di lavoro individuale e di gruppo, di intervento individualizzato ecc…); Per poter progettare un intervento educativo, per approfondire le conoscenze relative allo sviluppo psicofisico dell’alunno, per capirne i comportamenti, ma soprattutto i cambiamenti, è indispensabile progettare un intervento di osservazioni sistematiche in chiave cronologica che tenga conto non solo delle caratteristiche della patologia e delle conseguenze sue funzional, ma anche della capacità di interazione del soggetto, del suo sviluppo e dell’influenza dell’ambiente, del contesto e delle relazioni (visione olistica). E’ molto utile a tal proposito, ricorrere all’utilizzo dello strumento dell’analisi funzionale dei comportamenti di tutti gli alunni inseriti nel gruppo classe. In relazione ai comportamenti-problema, l’analisi funzionale risulta fondamentale, al fine di determinarne la reale problematicità ed organizzare un piano di intervento integrato, teso a definire i modi, i tempi e gli strumenti necessari sia alla modifica e/o estinzione del comportamento stesso, sia al recupero degli apprendimenti e allo sviluppo del massimo grado possibile di autonomia, di socializzazione e di inclusione. promozione dell’interazione e dello spirito di collaborazione nel gruppo dei pari; definizione dell’orario dell’alunno che tenga conto dei suoi bisogni, delle potenzialità e difficoltà, dei tempi di concentrazione e attenzione, e dell’organizzazione delle attività (tutoring, peer-tutoring, cooperative learning, interventi individualizzati e/o personalizzati ecc…); STRUMENTI PER L’INTEGRAZIONE/INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ Normativa di riferimento per l’integrazione/ inclusione Strumenti di integrazione/inclusione (La documentazione) La documentazione comprende: -Art.3 ed art 4 della Costituzione; Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità; Il fascicolo personale dell’alunno: raccolta di tutti i documenti utili a ripercorrere significativamente la storia del discente. L’insegnante di sostegno richiede il fascicolo all’inizio dell’anno scolastico e lo aggiorna in corso d’anno, includendo tutti i nuovi documenti prodotti. Il fascicolo viene conservato in segreteria e sarà inoltrato alla scuola di ingresso di ordine e grado superiore. Il fascicolo comprende: Il verbale di accertamento della disabilità; La Diagnosi Funzionale (DF) Raccolta di dati anamnestici, clinicomedici, familiari e sociali: 1) Storia clinica dell’alunno; 2) diagnosi clinica e situazione attuale; 3) conseguenze funzionali ed effetti riscontrati e/o prevedibili (difficoltà,precauzioni,farmaci,interventi riabilitativi, protesi e controlli, operatori sanitari di riferimento); 4) situazione familiare/persone di riferimento. -Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità; -Legge 5 febbraio 1992, n.104; -Decreto del Presidente della Repubblica del 24/02/1994 Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle Unità Sanitarie locali in materia di disabilità; -Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23/02/2006, n.18 “Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del Decreto- Legge 1/settembre 2008, n.137; ICF (International Classification of functioning Disability and Health): Classificazione Internazionale del funzionamento globale della salute umana. Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) compilato secondo gli assi previsti dal D.P.R.24/2/94 art.4: Asse cognitivo Asse affettivo-relazionale ecc… Il P.D.F. dovrà essere aggiornato, come disposto dal comma 8 dell'art. 12 della legge 104 del 1992, a conclusione della scuola dell’Infanzia , della Scuola Primaria e Secondaria di primo grado, oppure all’inizio di ogni ciclo d’istruzione successivo. Il piano Educativo Individualizzato (PEI) Principale strumento di lavoro, nel quale vengono fissati i livelli di competenza nelle varie aree rispetto agli obiettivi e MODALITA’ DI SEGNALAZIONE DELL’ALUNNO CON DISABILITA’ L’iter di segnalazione di un alunno in difficoltà è disciplinato dallaCircolare emanata dall’Azienda USL di Pescara U.O.C. di Neuropsichiatria Infantile di Pescara il 670272012. L’iter è il seguente: i docenti in seguito alle osservazioni spontanee e sistematiche condotte, se rilevano una problematica degna di essere accertata, contattano ed informano la famiglia, consigliandola eventualmente di prenotare una visita specialistica per l’alunno. I genitori reperiranno il numero telefonico, tramite il quale è possibile prendere un appuntamento con la coordinatrice del Servizio Sociale della neuropsichiatria infantile di Pescara per un audit informativo. CERTIFICAZIONE alle attività della programmazione di classe, individuando i punti di “contatto” tra le abilità possedute dall’alunno e i traguardi propri del curricolo disciplinare, in funzione di una precisa attività di lavoro che medi le esigenze dell’alunno e del gruppo classe. La Programmazione Educativa Individualizzata deve contenere: I dati anamnestici,clinico-medici dell’alunno; I fattori bio-psico-sociali e familiari di influenza; La storia clinica; La situazione iniziale (potenzialità, difficoltà, precauzioni, farmaci, interventi riabilitativi, controlli degli operatori sanitari di riferimento ecc…); La situazione familiare; La situazione scolastica; L’analisi delle varie aree di apprendimento: Area affettivo-relazionale, area neuro-psicologica, area dell’autonomia, aree disciplinari ( linguistico-espressiva, logico-matematica, antropologica.. )… La Programmazione Didattica Individualizzata, in senso operativo. Il PEI costituisce l’atto successivo alla Diagnosi Funzionale ed esplica due importanti funzioni: approfondisce le componenti cliniche della D.F. con informazioni aggiuntive provenienti dalla scuola e dalla famiglia; CHI? Viene compilata dagli operatori della ASL; Viene consegnata alla famiglia; La famiglia la consegna alla scuola. definisce gli elementi chiave che dovranno guidare la programmazione educativa per la piena realizzazione dell’inclusione scolastica. L’elaborazione della Programmazione Educativa Individualizzata assume un carattere orientativo e non prescrittivo, avvalendosi anche dei contributi da parte degli operatori dell’Unità Multidisciplinare dell’Età Evolutiva. La La cerificazione garantisce e rende obbligatori gli interventi di tutela e l’assegnazione di risorse aggiuntive (insegnante specializzato nelle attività di sostegno, assistente). programmazione sarà soggetta a verifica dal punto di vista operativo nel corso dell’anno scolastico. Il Consiglio di classe si riserva quindi di apportare revisioni qualora se ne ravvisi la necessità, tenendo conto anzitutto delle potenzialità e/o difficoltà dell’allievo e in generale, dell’andamento della programmazione della classe. L’elaborazione del PEI presenta chiari riferimenti allo strumento ICF CY. Il documento vincola al segreto professionale chiunque ne venga a conoscenza (art.622 C.P.). Esso va conservato all’interno del fascicolo personale dell’alunno, con facoltà di visione da parte degli operatori che si occupano dello stesso. A conclusione dell’anno scolastico è necessario redigere o La Relazione finale degli interventi educativi e didattici; o Il modello RAS (per richiesta assistenti). Tali documenti, come previsto dal DPR del 24/02/1994, hanno lo scopo di rilevare le difficoltà e le potenzialità funzionali dello studente con disabilità, allo scopo di poter elaborare percorsi di autonomia, di socializzazione e di apprendimento mirati e rispondenti. SCELTE METODOLOGICHE E DIDATTICHE Modalità d’intervento Approccio integrato che prevede una didattica “unica” (per tutti), interattiva, cooperativa, multimediale ecc…). Data la complessità relativa ai vari tipi di disabilità, la nostra scuola adotta un uso flessibile ed alternato delle possibili modalità d’intervento. Ogni attività ha comunque tre punti cardine che possono essere così riassunti: L’analisi del compito il cui aspetto fondamentale è quello di frazionare un’attività complessa in tante più semplici; Il modellamento l’alunno viene invitato a riprodurre il comportamento corretto emesso dal modello; La verifica che attende il grado di generalizzazione delle abilità, il mantenimento della competenza acquisita e le capacità di autonomia rispetto all’esecuzione di un dato comportamento. Strategie metodologiche e didattiche Sfondo pedagogico In via prioritaria le seguenti strategie metodologiche e didattiche sono volte a favorire l’inclusione degli alunni con disabilità o con altro genere di svantaggio: Le scelte metodologiche e didattiche si ispirano allo sfondo pedagogico, culturale del modello antropologico del funzionamento della salute umana presentato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con il modello ICF (International Classification of Functioning disability and health) del 2002 e della versione per l’età evolutiva del 2007, ICF CY che guardano alla disabilità secondo una prospettiva non più soltanto medico-sanitaria, ma bio-psicosociale. la gestione attiva del gruppo classe: condivisione delle regole, partecipazione alle scelte, alle decisioni e al confronto continuo con il gruppo dei pari e il resto della comunità educante, conoscenza del percorso formativo, autovalutazione; l’utilizzo delle metodologie didattiche attive: didattica interattiva didattica orientativa didattica laboratoriale apprendimento cooperativo apprendimento metacognitivo verbalizzazione delle esperienze di apprendimento riflessione critica condivisa ecc… la cura del clima di apprendimento a favore del La scuola predisporrà dunque, contesti di apprendimento significativi e ambienti facilitanti, rispettosi del funzionamento globale della persona e del principio di equità, che assicurino la partecipazione attiva di tutti e favoriscano i processi apprenditivi e di crescita di ognuno. benessere della persona: l’ascolto, l’empatia, la promozione dell’agio, l’intervento sul disagio; l’approccio interculturale: la cultura soggettiva, l’opzione del dialogo, la relazione interculturale, la coesione sociale; Rinforzi (affettivi-cognitivi); Modeling Dimostrazione delle abilità e apprendimento per imitazione del modello (insegnante); Shaping Metodo di insegnamento individualizzato finalizzato alla costruzione di abilità totalmente assenti nell’alunno, attraverso il rinforzo di abilità simili; Apprendimento strutturato Metodologia efficace soprattutto nello sviluppo delle abilità sociali. INTEGRAZINE/ INCLUSIONE GRUPPI OPERATIVI CHI E COME Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 febbraio 2006 n.185 :”Regolamento recante modalità e criteri per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione d’handicap, ai sensi dell’art.35, comma 7, della legge 27/12/2002, n.289” individua all’art.1, per la certificazione dell’alunno con disabilità, un “organismo collegiale” appartenente al Servizio Sanitario Nazionale. L’individuazione e la certificazione di disabilità sono il presupposto per l’attribuzione all’alunno con disabilità delle misure di sostegno e inclusione. Al processo di inclusione partecipa tutta la comunità educante: docenti curricolari, collaboratori scolastici, personale di segreteria, le risorse presenti nel territorio (agenzie formative, enti locali, volontariato, parrocchie, ludoteche ecc…). La Figura Strumentale per la Disabilità E’ rappresentata dall’insegnante specializzato per le attività di sostegno alla classe in presenza di alunni con disabilità. La Figura Strumentale raccorda la comunità educante e le diverse realtà presenti su territorio (Enti territoriali, di formazione, famiglie, ASL ecc…). Rileva i bisogni degli alunni e li comunica ai docenti di riferimento; coordina il personale di sostegno durante le riunioni della Commissione per la Disabilità; coordina le riunioni del Dipartimento Disabilità; fornisce consulenza ai colleghi per la stesura della modulistica relativa all’inclusione degli alunni con Disabilità; presenta e controlla la documentazione di riferimento per l’inclusione; predispone l’acquisto del materiale necessario per la realizzazione del processo. L’insegnante specializzato nelle attività di sostegno alle classi in presenza di alunni con disabilità svolge un ruolo fondamentale nel processo di integrazione/inclusione dell’alunno con disabilità ed oggi rappresenta un punto di riferimento essenziale per tutta la comunità educante, configurandosi come il massimo “esperto” all’interno del Consiglio di classe, in materia di inclusione di tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, si attiva attraverso lo studio e l’analisi della documentazione dell’alunno con disabilità: documentazione medica, P.D.F, P.E.I., relazioni finali ecc..; informa il Consiglio di classe sulle problematiche dell’alunno; si adopera per attivare una reale corresponsabilità educativa e formativa di tutti i docenti che compongono il Consiglio di classe.; la corresponsabilità si espleterà attraverso il coordinamento delle attività didattiche e strategie quali: il tutoring il peer-tutoring l’apprendimento per scoperta la suddivisione del tempo in “tempi” l’utilizzo di mediatori didattici l’utilizzo di ausili e attrezzature informatiche, di software e sussidi specifici; in sinergia con il C.d.C., l’équipe multidisciplinare e la famiglia dell’alunno con disabilità elabora il Piano Educativo individualizzato (P.E.I.). Il P.E.I. è finalizzato a garantire le linee di continuità educativa e si configura come un valido strumento per promuovere la piena integrazione della persona con disabilità nella comunità educante. Il Consiglio di classe opera nella collegialità, effettuando scelte pedagogiche, metodologiche e didattiche fortemente condivise e nel pieno rispetto delle differenze, delle potenzialità, delle difficoltà e degli stili di apprendimento di ognuno; attiva procedure di osservazione: osservazioni casuali e sistematiche, che rileveranno le dinamiche di classe ma anche l’effettivo livello e la qualità dell’integrazione/inclusione raggiunti dall’alunno con Bisogni Educativi Speciali all’interno del gruppo classe e della comunità educante in generale; individua gli obiettivi significativi per l’alunno diversamente abile; definisce i momenti di collaborazione con l’insegnante specializzato nel rispetto dei bisogni del discente con disabilità e del gruppo classe, individuando le discipline, di volta in volta interessate e le attività. L’insegnante curricolare e l’insegnante di sostegno predispongono le porzioni dei curricoli disciplinari, da attivare in compresenza e non, offrendo ognuno il proprio contributo specifico per il raggiungimento degli obiettivi in ambito cognitivo e affettivo relazionale. Essi potranno essere filtrati, adattati ed eventualmente ridotti dall’insegnante di sostegno che si baserà sulle effettive potenzialità e necessità dell’alunno. I contenuti saranno veicolati attraverso l’uso di procedure, strategie specifiche e un corredo di supporto per l’attività operativa. I GRUPPI OPERATIVI Gruppi di lavoro previsti dalla Legge Quadro sull’Handicap, n.104/92 Il Gruppo di Lavoro costituito presso l’Ufficio Scolastico Provinciale (GLIP), che esplica compiti di consulenza nei confronti del Circolo e dell’Istituto, di collaborazione con gli Enti Locali e le ASL, per la conclusione e verifica degli Accordi di Programma. Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) (D.M. del 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”). Il GLI è presieduto dal Dirigente scolastico, che avrà cura di indirizzare e coordinare tutta la comunità educante (Consigli di classe/Team docenti, personale ATA, AEC, assistenti alla comunicazione, agenzie educative presenti su territorio ecc…). Il GLHI (Gruppo di Studio e di Lavoro di Circolo e d’Istituto) che ha il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal Piano Educativo Individualizzato. Esso è formato da: Dirigente Scolastico, insegnanti specializzati e di classe/sezione, i genitori degli alunni, gli specialisti della U.L.S. e dei centri di riabilitazione frequentati dagli alunni con disabilità. Il Gruppo opera predisponendo, attuando e verificando congiuntamente " progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché "forme di integrazione tra attività scolastiche e attività integrative extrascolastiche" (comma 1, art. 13, L. 104/92). Il GLHO ( Gruppo operativo di lavoro per l’Handicap) LA COMMISSIONE DISABILITA’ che si occupa dell’integrazione inclusione degli alunni con disabilità. Essa è formata dai docenti di sostegno, da docenti della Scuola primaria, dell’Infanzia e della Scuola Secondaria di primo grado, dalla funzione strumentale per l’inclusione. Strumenti Il Diario di Bordo Il sociogramma di Moreno Le carte a “T” Cos’è Quaderno in cui l’insegnante di sostegno inserisce osservazioni su comportamenti particolarmente positivi o problematici che caratterizzano l’allievo in determinati momenti della giornata scolastica Si tratta di un questionario sociometrico che mette in evidenza le reti di comunicazione e di conflitto in classe Vengono realizzate da alunni coinvolti in attività di cooperative-learning; esse permettono di verificare determinate abilità, come ad esempio l’abilità di collaborare in gruppo, saper incoraggiare… Come viene usato Viene condiviso con il Consiglio di classe come spunto di confronto costruttivo, affinché possa pienamente realizzarsi un “patto educativo-formativo” tra i docenti, nell’ambito della didattica speciale Analisi di comportamenti tipici o peculiari evidenziati dall’alunno e di comportamentiproblema o particolarmente disfunzionali (stereotipie, pica, atteggiamenti oppositivi, di fuga, insofferenza, perdita di autocontrollo, aggressività…). E’ indispensabile per definirne la reale problematicità e poter porre in atto strategie d’intervento miranti a modificarli e/o se possibile ad estinguerli. E’ uno strumento di analisi della classe che serve al docente per calibrare la sua attività didattica E’ uno strumento di verifica in itinere che l’insegnante usa per rimodulare le attività didattiche in base alle esigenze reali degli alunni Check-lists L’analisi funzionale STRUMENTI PER L’INCLUSIONE ALUNNI BES ALUNNI BES CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA) La legge dell’8 ottobre 2010, n. 170 (Nuove norme in materia di Disturbi Specifici di Apprendimento in ambito scolastico), riconosce la Dislessia, la disgrafia, la discalculia e la disortografia come Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). La L. 170/2010, all’art. 1, dà una definizione, con valore legislativo, dei “Disturbi Specifici di Apprendimento”; definizione poi riproposta nelle “Linee guida sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)”, allegate al Decreto Ministeriale 12 luglio 2011: “ Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di origine neurobiologica; allo stesso tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano come un’atipia dello sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati. Posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, infatti, il discente può raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti. E’ da notare, inoltre (e ciò non è affatto irrilevante per la didattica), che gli alunni con DSA sviluppano stili di apprendimento specifici, volti a compensare le difficoltà incontrate a seguito del disturbo”. LA DISLESSIA “Da un punto di vista clinico, la dislessia si manifesta attraverso una minore correttezza e rapidità della lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta. Risultano più o meno deficitarie - a seconda del profilo del disturbo in base all’età - la lettura di lettere, di parole e non-parole, di brani. In generale, l’aspetto evolutivo della dislessia può farla somigliare a un semplice rallentamento del regolare processo di sviluppo. Tale considerazione è utile per l’individuazione di eventuali segnali anticipatori, fin dalla scuola dell’infanzia” (da Linee guida sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), allegate al D.M.12/07/2011). “La scuola dell’Infanzia svolge un ruolo di assoluta importanza sia a livello preventivo, sia nella promozione e nell’avvio di un corretto e armonioso sviluppo… del bambino in tutto il percorso scolare e non solo. Com’è noto, la diagnosi di DSA può essere formulata con certezza alla fine della seconda classa della scuola primaria…ma è questo il periodo cruciale e più delicato tanto per il dislessico, che per il disgrafico, il disortografico e il discalculico. Se ad esempio in quella classe si è fatto ricorso a metodologie non adeguate…avremo non soltanto perduto un’occasione preziosa per far sviluppare le migliori potenzialità di quel bambino, ma forse avremo anche minato il suo percorso formativo. Per questo assume importanza fondamentale che sin dalla scuola dell’Infanzia si possa prestare attenzione a possibili alunni DSA e porre in atto tutti gli interventi conseguenti, ossia – in primis – tutte le strategie didattiche disponibili. Se poi l’osservazione pedagogica o il percorso clinico porteranno a constatare che si è trattato di una mera difficoltà di apprendimento anziché di un disturbo, sarà meglio per tutti. Si deve infatti sottolineare che le metodologie didattiche adatte per i bambini DSA sono valide per ogni bambino, e non viceversa”. (da Linee guida sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), allegate al D.M. 12/07/2011. In generale l’alunno ha difficoltà a riconoscere i segni associati alla parola. In Italia la dislessia evolutiva interessa circa 350.000 studenti fra i 6 e i 19 anni, pari al 5% della popolazione scolastica (uno studente per ogni classe di 20 alunni), ed è causa di frequente abbandono scolastico e di correlati problemi di autostima e di motivazione all’apprendimento. La disgrafia si manifesta con la difficoltà a livello grafo-esecutivo. La scrittura è irregolare per pressione e/o dimensione, a volte incomprensibile. Il discente manifesta una capacità non sufficiente ad utilizzare lo spazio sul foglio e a mantenere la direzione orizzontale della scrittura, gli spazi tra i grafemi e tra le parole sono irregolari, a volte i margini non vengono rispettati. La disortografia è la difficoltà nel rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto. In genere si riscontrano difficoltà nello scrivere parole utilizzando tutti i segni alfabetici e a posizionarli nel posto giusto. A volte il discente manifesta difficoltà nel rispettare le regole ortografiche (accenti, apostrofi, forme verbali ecc…). La discalculia è la difficoltà nelle abilità di calcolo o della scrittura e lettura dei numeri. Si può manifestare con un deficit nelle componenti di cognizione numerica (intelligenza numerica di base) o con un deficit relativo alle procedure esecutive e al calcolo. Cosa si può fare? “Lo studente con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) si trova spesso stretto in una morsa; non conosce le proprie difficoltà… ma inizia a vivere esperienze negative e frustranti; i compagni apprendono e imparano a fare ciò che a loro rimane difficile, i genitori a casa, se non adeguatamente informati e preparati possono sollecitarlo, mettere in evidenza gli errori commessi, stimolarlo a lavorare meglio, a tal punto che nel bambino/ragazzo arriva a farsi strada la certezza di non saper fare, di non essere capace” (Giacomo Stella, Luca Grandi ). La maggioranza degli studenti apprende a leggere e a scrivere senza particolari difficoltà. Se l’alunno però, conclude la seconda classe della Suola Primaria senza aver almeno parzialmente automatizzato i processi di decodifica, è ragionevole pensare che abbia un problema: per quanto possa apparire “ passivo”, “disattento”, “svogliato”, la “full immersion” nel mondo della scrittura e della lettura che comunque ha a scuola, dovrebbe averlo portato all’acquisizione della strumentalità di base, cioè ad essere in grado di leggere, scrivere, far di conto ecc…Non è detto che l’alunno, nel caso ciò non avvenga nei termini e nei tempi stabiliti, evidenzi sicuramente un Disturbo Specifico di Apprendimento, le difficoltà manifestate potrebbero essere riconducibili ad altro; è necessario però, richiedere tempestivamente l’avvio di un iter diagnostico consultando uno specialista che lo sottoponga alle indagini del caso. La rilevazione preventiva e tempestiva di un Disturbo Specifico di Apprendimento permette il trattamento e l’intervento precoce, e quanto più è immediato l’intervento, tanto più veloce ed efficace sarà il recupero. Il ruolo della Scuola e della famiglia rappresenta una condizione fondamentale dell’apprendimento, e lo è ancor di più nel caso del bambino/ragazzo con D.S.A. “I bambini con DSA hanno un quoziente intellettivo nella norma e sviluppano un personale modo di apprendere, diverso da quello convenzionale ma , se compreso, altrettanto efficace. Essi sviluppano strategie proprie che vanno incentivate e valorizzate. I ragazzi con D.S.A. sono originali, hanno uno stile di pensiero globale, sono intuitivi, in grado di sviluppare strategie creative per approcciare il lavoro e compensare le difficoltà, sono pensatori veloci, manipolano le immagini ecc…” (Giacomo Stella). La comunità educante aiuta i propri figli/alunni ad avere fiducia nelle capacità possedute, nonostante le difficoltà manifeste. E’ inoltre importante per il genitore, e per l’insegnante, conoscere quali siano le manifestazioni dei disturbi specifici di apprendimento e i “campanelli d’allarme” da non sottovalutare. Pertanto la Scuola “Villa Verrocchio”, da sempre sensibile al problema, configurandosi come punto di riferimento forte e sicuro per tutti i discenti che evidenziano Bisogni Educativi Speciali, incoraggia anche l’osservazione attenta e puntuale dei segnali indicanti i Disturbi Specifici di Apprendimento, affinché l’intervento in età precoce (a partire dalla Scuola dell’Infanzia), possa rendere il percorso di recupero il più veloce e sostanziale possibile. Posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, il discente può raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti. ALUNNI BES CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA) RIEPILOGO NORMATIVA Legge 170 dell’8 ottobre 2010 recante “Nuove norme in materia di Disturbi Specifici di Apprendimento in ambito scolastico e relativi Regolamenti attuativi (luglio 2011): Riconoscimento della dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia, quali Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA); L’articolo 5 del disegno di legge 170/2010 prevede esplicitamente che per gli alunni con DSA, le Istituzioni Scolastiche garantiscano un percorso formativo adeguato, allo scopo di favorire il successo scolastico, e non solo. Per quanto riguarda le lingue straniere, si fa riferimento al Regolamento attuativo (D.M. 12 luglio 2011, DSA) che recita: “Nei casi di alunni bilingui con DSA, dovranno essere previsti strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che, in particolare per l’insegnamento delle lingue straniere, assicurino ritmi graduali di apprendimento prevedendo anche l’esonero dallo studio della seconda lingua straniera se prevista dal programma di studi” CONSEGUENZE FUNZIONALI Difficoltà prevalenti in presenza di dislessia: La dislessia comporta una difficoltà di lettura che può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura e/o nel calcolo e ad altre comorbilità, come un difficile rapporto con il testo scritto e la sua decodifica. Per riuscire a leggere e scrivere gli alunni dislessici devono impegnare al massimo le loro capacità e le loro energie, si stancano molto ed impiegano tempo, commettono errori, saltano parole e sostituiscono in lettura e scrittura le lettere con grafia simile quali: p, b, d, g, q, a/o, e/a o suoni simili: t/d, r/l, d/b, v/f, e altre non prevedibili. In molti casi, evidenziano difficoltà di apprendimento dell’ordine alfabetico, dei giorni della settimana e dei mesi dell’anno nell’ ordine stabilito; di espressione verbale del pensiero; di riconoscimento delle caratteristiche morfologiche della lingua italiana. Gli alunni dislessici evidenziano difficoltà nell’apprendere le lingue straniere ed in particolare scritte: la difficoltà maggiore è rappresentata dalla lingua inglese, a causa delle differenze molto accentuate tra la scrittura e la pronuncia delle lettere e tra la pronuncia e la scrittura di una stessa lettera in parole diverse. In presenza di discalculia i discenti hanno difficoltà nell’apprendere gli elementi base dell’abilità numerica: imparare le tabelline; operare con le numerazioni regressive; acquisire gli automatismi del calcolo; riconoscere immediatamente piccole quantità (subitizing); seriare e comparare, acquisire le strategie di calcolo a mente, e di composizione e scomposizione di piccole quantità; apprendere le procedure esecutive; La disgrafia si manifesta con prestazioni grafiche spesso non corrette e la disortografia con numerosi errori ortografici. SCELTE PEDAGOGICHE E INTERVENTI IN PRESENZA DI INTERVENTI DIDATTICHE DELLA DIAGNOSI ASSENZA SCUOLA DIAGNOSI La legge oggi tutela maggiormente rispetto al passato i discenti con Difficoltà Specifiche di Apprendimento, garantendo loro il diritto all’istruzione e alla diagnosi precoce. I docenti si attiveranno per promuovere l’inclusione e un contesto costruttivo (sereno, accogliente e solidale), funzionale all’apprendimento. La scuola, sulla base di una “didattica unica”(con un unico denominatore comune) nel rispetto delle peculiarità, delle potenzialità, delle difficoltà e degli stili di apprendimento di ognuno, attiva forme rivolte al recupero didattico mirato. Se le difficoltà persistono si consiglierà alla famiglia dell’alunno con DSA, di attivare un percorso diagnostico, rivolgendosi allo specialista, ed ottenere, se esistono le condizioni, una diagnosi ai sensi dell’art. 3 della Legge 170/2010. La diagnosi di dislessia può essere formulata con certezza solo a partire dal secondo anno della Scuola Primaria. La diagnosi di discalculia può Didattica individualizzata e/o personalizzata; elaborazione del Piano Didattico Personalizzato comprendente: Utilizzo di strumenti compensativi che possano prevedere anche l’uso delle tecnologie informatiche e di strumenti di apprendimento alternativi quali: tavola pitagorica tabella delle misure, tabelle delle formule; calcolatrice registratore cartine geografiche e storiche; software e tabelle di memoria di ogni tipo; computer con programmi di videoscrittura, con correttore ortografico e sintesi vocale, commisurati al singolo caso; cassette o CD registrati (dagli insegnanti, dagli alunni e/o allegate ai testi); MP3 LIM dizionari di lingua straniera computerizzati; traduttori; mappe concettuali, schemi esemplificativi, parole chiave, rubriche; possibilità d’uso di testi IN DI I docenti che dovessero rilevare, in seguito ad osservazioni casuali e sistematiche del gruppo classe, alunni con difficoltà fonologiche, di ordine spazialetemporale, di memorizzazione, di calcolo, di attenzione, dovranno effettuare il seguente percorso: Raccogliere i dati predittivi Fissare un colloquio con i genitori per comunicare i risultati dell’osservazione e invitarli a consultare uno specialista per una eventuale consulenza, presso il Servizio sanitario Nazionale Compilare i modelli della richiesta di valutazione per sospetto DSA da inviare alla ASL essere formulata solo a partire dalla classe terza. Gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento hanno diritto all’intervento dell’insegnante specializzato in attività di sostegno, solo se sono certificati ai sensi della Legge 104/92. Gli interventi educativi sono finalizzati principalmente ad elevare negli alunni DSA l’autostima, la fiducia nelle proprie capacità e ad eliminare l’eventuale ansia reattiva al Disturbo che spesso li conduce a sottoutilizzare le proprie abilità. La scuola si adopererà per favorire l’uso di una didattica individualizzata e/o e personalizzata e a considerare, in caso di effettiva necessità, l’utilizzo di misure compensative e dispensative. La Legge 170/2010 “richiama le Istituzioni Scolastiche all’obbligo di garantire l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche; nonché misure dispensative di alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere” ridotti o per contenuto o per quantità di pagine corredati di CD e libri “digitali”, audiolibri ecc…; organizzazione di interrogazioni programmate. dispensa da alcune prestazioni in maniera commisurata alle necessità individuali e all’entità del disturbo di apprendimento evidenziato da ogni singolo alunno, e solo quando strettamente necessario. Dispensa da: lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, lettura di consegne, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelle; dispensa dallo studio delle lingue straniere in forma scritta (nel caso di disturbo severo e se ritenuto indispensabile) dispensa da quelle attività che possano rischiare di far abbassare il livello di autostima e ridurre la fiducia nelle capacità possedute. I docenti poi, nel rispetto delle difficoltà dei suddetti alunni, adotteranno forme di verifica e valutazione adeguate alle specifiche difficoltà e potenzialità, incrementando la comunicazione e la collaborazione con le famiglie. Visionare la certificazione di DSA, se rilasciata dalla ASL, comunicarla in Presidenza dove verrà deposita per la tutela della privacy Intervenire come previsto dalla Legge 170. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES) ALUNNI IN SITUAZIONE DI SVANTAGGIO NORMATIVA DI CONCETTO DI RIFERIMENTO BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE di Art. 3 della Richiesta particolare Costituzione attenzione ad ogni comma “Tutti i cittadini alunno, nel hanno pari dignità variegato panorama sociale e sono uguali delle nostre scuole, di fronte alla legge, nelle quali la senza distinzione di complessità delle razza, di lingua, di classi diviene religione, di opinioni sempre più una politiche, di costante evidente. condizioni personali Gli alunni si e sociali”. trovano oggi Articolo 34 della inseriti all’interno di un contesto Costituzione “La scuola è aperta a sempre più tutti. L’istruzione variegato, dove la inferiore impartita discriminante per almeno otto anni, tradizionale è obbligatoria e alunni con gratuita…” disabilità / alunni disabilità D.P.R. 275/99 senza non rispecchia sull’autonomia pienamente la scolastica e realtà Legge 28 marzo complessa 2003, n.53 (Legge delle classi. Non più dunque Moratti) per la prima volta si integrazione ma parla di didattica inclusione: personalizzata un’inclusione non finalizzata a favorire concepita come la crescita e la semplice valorizzazione della inserimento persona umana, nel (integrazione) ma rispetto dei ritmi come dell’età evolutiva, coinvolgimento, delle differenze e partecipazione, delle identità di relazione, fiducia, ciascuno. accoglienza, ascolto e rispetto diritti di Legge 170/2010 sui dei Disturbi Specifici di ognuno. La Scuola inoltre, Apprendimento COME RISPONDE LE RISORSE UMANE LA SCUOLA PER L’INCLUSIONE Ponendo attenzione ai fattori che influenzano il contesto scolastico; individuando i facilitatori e le barriere che spesso condizionano lo sviluppo delle abilità sociali e di apprendimento dei discenti; attuando una politica di inclusione basata sulla piena partecipazione di tutti e sul concetto di equità; attraverso strumenti di inclusione privilegiati quali: Il Piano Annuale per l’Inclusione (PAI) riassuntivo della politica inclusiva della scuola; Il Piano Didattico Personalizzato (PDP). Il PDP non è più inteso solo come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi ma come strumento avente lo scopo di definire, monitorare e documentare (secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e Le risorse umane per l’inclusione sono: Dirigente scolastico Consigli di classe Coordinatori di classe Coordinatore/figura strumentale per il sostegno Coordinatore per l’accoglienza Coordinatore per l’inclusione alunni stranieri Figura strumentale PTOF Figura strumentale per la valutazione e l’autovalutazione d’Istituto Figura strumentale per l’orientamento e la continuità Docenti per l’attività di sostegno Personale ATA Assistenti all’autonomia Mediatori culturali Psicologa scolastica (se prevista). Organi collegiali coinvolti Gruppo di Lavoro per l’inclusione (GLI), è preposto all’elaborazione di un Piano Annuale per l’inclusione (PAI). Nel PAI sono da (DSA) e successive pone attenzione ai fattori che circolari e note. influenzano il D.M. del 27 contesto scolastico, i dicembre 2012 individuando Strumenti facilitatori e le d’intervento per barriere che spesso alunni con bisogni condizionano lo educativi speciali e sviluppo delle organizzazione abilità e delle territoriale per competenze dei l’inclusione discenti. scolastica. “Ogni alunno con continuità o per determinati periodi, può manifestare bisogni educativi speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici e sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata risposta”. C.M. n.8/6 marzo 2013 Nota prot.1551/27 giugno 2013 C.M. “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013/14. Chiarimenti” partecipata) le strategie d’intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti. In esso si potranno includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi di attesa in uscita, strumenti programmatici… Il percorso individualizzato e/o personalizzato dovrà essere attivato dall’intero Consiglio di Classe (docenti curriculari e di sostegno congiuntamente) e nelle scuole primarie, da tutti i componenti del team docenti; esso darà luogo al PDP, firmato: dal Dirigente scolastico da tutti i docenti di classe dalla famiglia (in caso di dati sensibili per finalità istituzionali, si avrà cura di includere nel PDP apposita autorizzazione da parte della famiglia stessa). Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno opportunamente verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di segnalazioni dei servizi sociali, su esplicitare le scelte organizzative, educative e didattiche riferite a tutti gli alunni BES. Il PAI è elaborato sulla modello ICF (Classificazione Internazionale del funzionamento della disabilità e della salute), definito dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nel 2002. Con l’ICF sonodescritte la natura e la gravità delle limitazoni del funzionamento della persona e i fattori ambientali che influiscono su tale funzionamento. Il PAI dovrà essere redatto all’inizio di ogni anno scolastico e ratificato entro il mese di Giugno. Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI), art. 15 comma 2 della L.104/92. I compiti del GLHI si estendono alle problematiche relative a tutti i BES. A tale scopo i suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola. Tale gruppo di lavoro assume la denominazione di Gruppo di lavoro per l’inclusione GLI, come da Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012. quanto comunicato dalle famiglie e su considerazioni pedagogiche e didattiche. Per la realizzazione piena ed efficace del processo di inclusione è rilevante l’apporto, anche sul piano culturale, del modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell’OMS, che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva biopsico-sociale. Fondandosi sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni. VALUTAZIONE ALUNNI BES ALUNNI CON DISABILITA’ L. 104/1990; art. 318 del D. Lgs 297/1994; Regolamento Gelmini del 2009; DPR riassuntivo n. 122 del 22 giugno 2009, art.9) Alunni che seguono la programmazione di classe, la programmazione per obiettivi minimi, la programmazione per obiettivi minimi globalmente riconducibili a quelli della classe, la programmazione differenziata per alcune discipline. Il diritto all’educazione e all’istruzione è sancito anche per gli alunni con disabilità dalla Legge 104 del 1992: “E’ garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona diversamente abile nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle Istituzioni universitarie”. Tutti i docenti del Consiglio di classe sono corresponsabili dell’attuazione del PEI, di conseguenza la valutazione dell’alunno con disabilità è compito di tutti gli insegnanti. La valutazione degli alunni con disabilità è un diritto ed è riferita al Piano Educativo Individualizzato (PEI), elaborato in base alle Indicazioni Nazionali. Legge 104/1992 art.16 e nel successivo DPR 122/2009 – art.9 “La valutazione degli alunni con disabilità è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base del PEI (Decreto Legislativo n. 59 del 2004, art. 11) ed è espressa in decimi”. Si utilizzeranno pertanto scale valutative riferite non a profili standard ma a quanto predisposto nel Piano Educativo Individualizzato. In alcuni casi, alcune aree del PEI possono prevedere gli stessi obiettivi della classe. In tal caso la valutazione dell’alunno è riferita al PEI e concordata con L’Equipe Psico-Pedagogica di riferimento. Se in determinate discipline sono stati adottati particolari criteri didattici, nel PEI è necessario indicare: per quali discipline sono stati adottati quali attività integrative e di sostegno sono state svolte, anche in parziale sostituzione dei contenuti programmati. La valutazione dovrà tener conto dei progressi compiuti dall’alunno in riferimento ai livelli di partenza, alle effettive potenzialità possedute e agli insegnamenti impartiti (art.16 comma2 Legge 104/1992). Si valuteranno soprattutto i processi di apprendimento, non solo le performance. L’art. 15 dell’O.M. n. 90/2001 al comma 2 recita “Il Consiglio di Classe (…) verifica i risultati complessivi rispetto agli obiettivi prefissati nel PEI”. “Il processo di valutazione ha maggiore valenza formativa per l’alunno se non diventa il censimento di lacune ed errori, ma piuttosto evidenzia le mete anche minime già raggiunte e valorizza le sue risorse” (D.M. 5.5. 1993). In riferimento ai criteri di verifica e valutazione si adotteranno quelli ritenuti opportuni, in base alle risposte fornite dall’alunno nel corso dell’anno scolastico. La valutazione dell’alunno con disabilità in stato di gravità (art.3 comma 3 Legge 104) non è espressa in decimi ma con un giudizio sintetico, relativo a macro aree di apprendimento e con un giudizio globale relativo al comportamento (di lavoro…) e ad altri progressi compiuti in relazione ai livelli di partenza. Per l’alunno in stato di particolare gravità che segue una programmazione completamente differenziata, non corrispondente ai programmi ministeriali (solo in caso di disabilità di tipo cognitivo), salvo situazioni eccezionali, si annoterà in calce alla pagella che la valutazione è stata effettuata in base a quanto prefissato nel suo PEI: “La presente votazione è riferita al PEI e non ai programmi ministeriali ed è adattata ai sensi dell’O.M. n. 80 del 9 marzo 1995”. Nessuna nota particolare va mai inserita nei tabelloni esposti al pubblico. Al termine del percorso di studi triennale l’alunno non consegue il diploma ma un attestato di crediti formativi. Nel primo ciclo d’istruzione la valutazione è sempre valida per la promozione alla classe successiva, anche quando è completamente differenziata poiché la valutazione degli alunni con disabilità è sempre il risultato di quanto prefissato nel Piano Educativo Individualizzato. Ciò vale anche per l’esame di stato conclusivo del primo ciclo d’istruzione (ex esame di licenza media) che il candidato con disabilità potrà affrontare anche sostenendo prove differenziate, comprensive della prova nazionale, se stabilito nel suo PEI. Le prove d’esame saranno corrispondenti agli insegnamenti impartiti, idonee a valutare il progresso dell’alunno in base alle potenzialità possedute e ai livelli di apprendimento iniziali. Le medesime saranno adattate, ove necessario, in relazione al Piano Educativo individualizzato, a cura dei componenti della commissione. Le prove differenziate hanno valore equipollente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma (D.P.R. 122/2009 – art.9) o in caso di particolare gravità, dell’attestato di credito formativo. Le prove d’esame conclusive del primo ciclo d’Istruzione sono sostenute anche con l’uso di ausili tecnologici e sussidi didattici, nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico di cui l’alunno necessita (art.315, comma 1, lettera B, del testo unico di cui al Decreto Legislativo n.297 del 1994).Superando tali prove l’alunno conseguirà un diploma valido a tutti gli effetti senza nessuna menzione del particolare percorso seguito. Agli alunni con disabilità che non conseguono il diploma, viene rilasciato un attestato di crediti formativi. Tale attestato è valido a tutti gli effetti per l’iscrizione e la frequenza delle classi successive, ai soli fini del riconoscimento di crediti formativi validi anche per l’accesso ai percorsi integrati di istruzione e formazione. Gli alunni con disabilità possono permanere nella Scuola Secondaria di Primo Grado fino al compimento del diciottesimo anno d’età. VALUTAZIONE ALUNNI IN STATO DI GRAVITA’ (Disabilità cognitiva e PEI) (ART. 3, COMMA 3, L.104/1992) TABELLA VALUTAZIONE ALUNNI CON DISABILITA’ IN STATO DI GRAVITA’ (ART.3 COMMA 3 DELLA Legge 104/1992) CHE RICHIEDONO UNA PROGRAMMAZIONE DIFFERENZIATA NON RICONDUCIBILE AI PROGRAMMI MINISTERIALI OBIETTIVI PREDISPOSTI NEL PEI (nelle aree indicate) Pienamente raggiunti Raggiunti in modo soddisfacente Sostanzialmente raggiunti Raggiunti in parte COMPETENZE (sviluppate in riferimento alle potenzialità possedute) Competenze acquisite al massimo delle sue potenzialità Competenze discretamente acquisite Competenze sostanzialmente acquisite Competenze non sufficientemente acquisite VOTO MODALITA’ DI GRADO DI RAGGIUNGIMENTO PARTECIPAZIONE ALLA VITA SCOLASTICA 9/10 Con buona sicurezza ed autonomia Eccellente grado di partecipazione alla vita scolastica 7/8 Occasionalmente guidato e con discreta sicurezza Parzialmente guidato e con sufficiente sicurezza Guidato e con limitata sicurezza Soddisfacente partecipazione alla vita scolastica Discreta partecipazione alla vita scolastica Non sufficiente partecipazione alla vita scolastica 6/7 5/6 Criteri di valutazione dell’alunno con disabilità La valutazione è prevista dall’insegnante specializzato in attività di sostegno alla classe e condivisa ed avallata dai docenti del Consiglio di classe; La valutazione minima, per obiettivi stabiliti nel PEI non sufficientemente raggiunti, è disciplinata dal Collegio docenti. Si avrà cura di escludere a priori una valutazione completamente negativa, partire dal 5 è da intendersi come volontà da parte del Collegio di segnalare una necessaria revisione degli obiettivi di apprendimento indicati nel PEI, dell’azione didattica e degli interventi posti in essere. E’ necessario valutare anche con il massimo dei voti, l’alunno che ha raggiunto pienamente, in modo eccellente ecc… tutti gli obiettivi previsti nel PEI. ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA) Legge 170/8 ottobre 2010 recante: “Nuove norme in materia di Disturbi Specifici di Apprendimento in ambito scolastico” e relativi Regolamenti attuativi (luglio 2011). La valutazione degli alunni con DSA adottando modalità Si valuta applicando misure che Si valuta deve essere conforme a quanto conto delle determinano le condizioni ottimali che tengano concordato nel Piano Didattico situazioni soggettive per l’espletamento delle prove, specifiche Personalizzato (PDP). riservando particolare attenzione e consentano alla padronanza dei contenuti di disciplinari e alle livello di competenze raggiunte, raggiunto. dimostrare effettivamente il apprendimento a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA N.122 DEL 22 GIUGNO 2009 – ART.10 “Valutazione degli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)” 1. “Per gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) adeguatamente certificati, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, compresi quelle effettuate in sede d’esame conclusivo del ciclo d’istruzione, devono tener conto delle SPECIFICHE SITUAZIONI SOGGETTIVE di tali alunni; a tal fini, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove d’esame, saranno adottati, nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei”. 2. “Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove”. CRITERI E MODALITA’ DI VERIFICA E VALUTAZIONE Si concordano: l’ organizzazione di interrogazioni programmate la compensazione di prove orali di compiti scritti non ritenuti adeguati l’uso di mediatori didattici durante le interrogazioni valutazioni maggiormente attente ai contenuti più che alla forma quant’altro indicato nel PDP ALUNNI BES IN SITUAZIONE DI SVANTAGGIO La valutazione deve essere conforme a quanto concordato ed esplicitato nel PDP in relazione a: obiettivi minimi previsti per l’alunno sviluppo di abilità e competenze attese risultati ottenuti utilizzando strumenti compensativi e dispensativi risultati ottenuti utilizzando strategie di inclusione mirate a migliorare la qualità dell’interazione sociale, l’autonomia di lavoro e la partecipazione alle attività.