gli occhiali da riposo? - PO Professional Optometry
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PROFESSIONAL In collaborazione con Società Optometrica Italiana SOPTI Che cosa sono gli occhiali da riposo? Valerio Cavalli Università degli Studi Roma Tre, dipartimento di fisica - Ottica e Optometria IPSSS De Amicis Roma Cristian Scintei Laurea in Ottica ed Optometria - Università degli Studi Roma Tre ABSTRACT In questo articolo viene preso in esame il termine spesso usato di occhiale da riposo. Abbiamo cercato di trovare una definizione il più possibile razionale o almeno condivisa da tutti i professionisti del settore, considerando le probabili cause e i possibili interventi o tecniche per avvalorare la prescrizione di un occhiale. Dopo aver eseguito un questionario al quale hanno risposto 110 persone tra studenti (31%), ottici optometristi (55%), ortottisti (15%) e oftalmologi (5%), abbiamo ottenuto un primo quadro informativo, sulla definizione e sull’intervento utile per la prescrizione di un occhiale da riposo; domande e risposte ambigue per provocare una partecipazione e una riflessione comune. La ricerca si è poi concentrata su tutto quello che può essere confortevole e procurare riposo: la forma e il colore della montatura o della lente, il peso dell’occhiale, una eventuale correzione, la geometria delle lenti e la completa fiducia nel professionista della visione. In conclusione, non esiste una motivazione nell’utilizzo del nome “occhiale da riposo”, generico, perché molteplici sono i problemi visivi che potrebbero trovare risoluzione, parziale o totale, nel tenere davanti agli occhi l’occhiale già nominato “da vista” con le caratteristiche imposte dalla prescrizione del professionista. Parole chiave: occhiale da riposo, antistress, disagio visivo, visione rilassata 28 | PROFESSIONAL OPTOMETRY | SETTEMBRE 2013 l termine “occhiale da riposo” viene ormai utilizzato da molti professionisti della visione. È capitato, ad esempio, di ricevere una ricetta di un medico oculista sulla quale viene indicato solamente la dicitura “occhiale da riposo”, senza nessun altro dato. Quale sarebbe la ragione per usare il termine “da riposo”? E per l’operatore ottico è sufficiente una ricetta del genere per capire quale intervento deve eseguire? La ricetta del medico ci suggerisce l’esistenza di occhiali, con certe caratteristiche generali, che hanno un certo effetto “riposante” per il sistema visivo oppure occorre interpretare la ricetta come una valorizzazione della professionalità dell’optometrista nel ricercare e trovare una soluzione ad un problema visivo non patologico? I Indagine sul web Probabilmente nella concezione generale, un presunto occhiale da riposo viene associato ad un occhiale già pronto all’uso, come gli occhiali da sole o premontati (OTC - over the counter glasses - occhiali già pronti all’uso, che possono essere venduti senza prescrizione rilasciata da un professionista), venduti persino dai giornalai, oppure un occhiale prescritto dal professionista, non per uso permanente (per lettura, per computer, “solo per guidare”). Gli occhiali da riposo, come nome, si possono trovare anche sui blog francesi (lunettes de repos), spagnoli (lentes-gafas de descanso) o inglesi (stressrelieving lenses). La ricerca delle informazioni che PROFESSIONAL possono identificare le caratteristiche dell’occhiale da riposo sono minime sul Web (senza considerare le discussioni blog, per la mancanza di un rilievo professionale). Possiamo considerare le seguenti definizioni: “Per occhiale da riposo si intende una correzione che non mira a migliorare l’acuità visiva ma che diminuisce l’affaticamento”1; “sovente ai giovani con problemi di lettura si consigliano occhiali perlomeno inutili: molti riposa vista non andrebbero utilizzati. Molti dei cosiddetti riposa vista nascono da valutazioni superficiali ed errate” 2; “le lenti gialle e le lenti rosa sono usate essenzialmente poiché tagliano la radiazione blu dello spettro. Sono quindi colorazioni adatte a lenti da riposo...”3; “per astenopia in campo medico, le lenti da riposo possono dare sollievo”4; “Occhiali da Riposo: vengono volgarmente definiti così quegli occhiali che conferiscono un certo riposo oculare. Solitamente gli occhiali da riposo utilizzano lenti di basso potere, di norma con lenti positive e/o astigmatiche”5; “ attività ad alta precisione visiva possono trarre beneficio dalla compensazione di astigmatismi di piccola entità, lievi correzioni positive sferiche per ridurre attività accomodativa e appaiare accomodazione e vergenza (lenti prossimali o da riposo)...”6; “qualora il cliente presenti un difetto visivo potrebbe essere utile applicare un potere correttivo tale da ridurre l’affaticamento da visione prossimale (piccolo valore positivo e/o lente occupazionale a profondità di campo secondo il soggetto e l’età)”7. Questionario Per arricchire questo lavoro, abbiamo eseguito un sondaggio per individuare quale sia la percezione del cosiddetto occhiale da riposo nell’ambiente professionale. Il sondaggio è stato mandato via e-mail a oltre 400 indirizzi e una piccola quantità è stata compilata in formato cartaceo da studenti. Sono state ricevute 110 risposte. Il compito principale del sondaggio è stato di rilevare la conoscenza della dicitura “occhiali da riposo” nell’ambito professionale medico e optometrico. Le domande proposte sono abbastanza ambigue (come già criticato dai partecipanti) ma riflettono l’ambiguità che accompagna il concetto del termine. Le domande sono a risposta multipla. Come “via di uscita” abbiamo inserito l’opzione “non so rispondere” per dare la possibilità di dichiarare di non sapere la scelta, non capire la domanda, non essere d’accordo con l’approccio indicato, non trovare nessuna relazione tra argomento e soluzione proposta oppure la domanda è molto ambigua per avere una risposta idonea. Alla domanda PROFESSIONAL OPTOMETRY | SETTEMBRE 2013 | 29 PROFESSIONAL È possibile valutare anche la sola montatura nel contesto “occhiale da riposo”? Poiché l’eventuale occhiale da riposo rimane sempre una struttura dove vengono inseriti due filtri oppure lenti oftalmiche, con il probabile e ambito risultato finale di fare riposare e dare comfort al portatore, è possibile ragionare su come raggiungere questi obiettivi, considerando tre aspetti: la montatura, filtri-lenti oftalmiche e alcune teorie optometriche che propongono le lenti positive come risoluzione di un problema visivo. Una persona che indossa un occhiale potrebbe sentirsi psicologicamente riposata (usando come provocazione questo termine) perché accetta volentieri una correzione che non risolve una soluzione funzionale, ma procura una sensazione di soddisfazione, solo perché la montatura è simile a quella che va di moda, o del tutto originale, o viene indossata dagli amici, oppure il colore e la forma si abbinano con un vestito. La montatura può soddisfare se calza comoda o il peso viene ben distribuito sulle superfici di appoggio, se il design è compatibile esteticamente con il volto o le caratteristiche morfologiche del portatore o non ne limita il campo di visibilità. Se l’occhiale da riposo viene considerato un dispositivo in grado di minimizzare il disagio del portatore sugli aspetti estetici o anche sul peso, dobbiamo considerare montature di dimensioni piccole, scegliere lenti con disegno asferico, materiale con alto indice di rifrazione (l’alto indice tende sempre a peggiorare la qualità ottica), curva base minore possibile (più si allontana dal diagramma di Tscherning, peggiore sarà la qualità ottica fornita dalla lente), diametro utile minimo possibile ed eventuale lavorazioni precalibrate o molature speciali al bordo per lenti negative. n. 5 “Che colore debbono avere le lenti?” non abbiamo inserito tra le risposte l’opzione “non so rispondere” e il numero elevato di scelta di una lente non colorata può essere stato raggiunto addizionando le risposte delle persone che hanno scelto questa opzione perché non avevano nessun’altra opzione selezionabile. Una persona che non sa rispondere, oppure ritiene giusto che la colorazione della lente può essere personalizzata in base alle esigenze correttive, non avrebbe avuto la possibilità di esprimere la propria scelta. Le domande sono state presentate nell’intento di trovare una possibile correlazione tra occhiale da riposo e l’utilizzo, il potere diottrico delle lenti, il colore, tipologie o eventuali test optometrici da seguire per valutare la necessità di proporre un eventuale occhiale da riposo. Le aspettative erano di avere una percentuale alta della risposta “non so rispondere” oppure “nessuna delle precedenti” per la presunta convinzione che l’occhiale da riposo non può essere associato ad una prescrizione diottrica generica. Le risposte indicano una certa confusione. La confusione può essere indotta dal numero elevato di scelte e dalla possibilità di selezionare più caselle. Le domande e le risposte ricevute che hanno più rilevanza sono la n.2 “Ha mai sentito parlare del cosiddetto occhiale da riposo” e la n.3 “Ha mai prescritto..”. Sono rilevanti per il numero delle risposte ed indicano che il termine “occhiali da riposo” e un termine sentito e attuale nella pratica quotidiana. Il sondaggio è stato proprio effettuato per avere questa conferma. L’occhiale da riposo indicato dalle risposte più selezionate dovrebbe essere un occhiale da utilizzare davanti al computer o per un compito ravvicinato, con una lente monofocale non colorata, con trattamento antiriflesso, di potere diottrico +0,50 e da prescrivere nei casi di problemi accomodativi. 30 | PROFESSIONAL OPTOMETRY | SETTEMBRE 2013 PROFESSIONAL Possiamo, inoltre, prendere in considerazione il Disturbo di Dismorfismo Corporeo (dismorfofobia), la preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico, che può essere totalmente immaginario. Per questi situazioni, volendo, possiamo usare il termine occhiale da riposo per descrivere quell’ accessorio “vestimentario” che può aiutare, almeno in parte, a superare un disagio e sentirsi a proprio agio, camuffando la presunta deformità. Le lenti colorate sono riposanti? Si potrebbe nominare come “da riposo”, l’occhiale con lenti colorate filtranti o fotocromatiche che controllano l’intensità della radiazione luminosa o che selezionano il passaggio di varie lunghezze d’onda, più o meno fastidiose (fotofobia), per un’eventuale diminuzione del disagio provocato dalla luce intensa; comunque sia non si può generalizzare o individuare una proposta unica valida per chiunque. Possiamo prendere l’esempio dei filtri Irlen usati nel trattamento della sindrome di sensibilità scotopica di Meares-Irlen*, con i quali si ottiene un aumento della velocità di lettura o della comprensione, una riduzione del fastidio e un miglioramento di attitudine alle attività scolastiche. La colorazione non è generica in quanto personalizzata con l’aiuto dell’Intuitive Colorimeter. In merito a questo, Scheiman considera che alcuni professionisti non eseguono una completa analisi del caso per i loro pazienti e quindi non vengono individuate proprio quelle disfunzioni d’accomodazione o di visione binoculare che affliggono coloro che cercano aiuto dai filtri Irlen9. La correzione potrebbe essere riposante? I sintomi comuni associati ai problemi accomodativi o delle vergenze includono sfuocamento, mal di testa, disagio (discomfort) oculare, fatica sistemica o oculare, diplopia, nausea e perdita di concentrazione nel seguire un compito visivo20. La compensazione di un eventuale errore refrattivo con lenti oftalmiche è la prima considerazione essenziale nel gestire un problema Nota * La sindrome di IRLEN (Scotopic Sensitivity Syndrome SSS) impedisce l'elaborazione rapida, facile e corretta delle informazioni visive. Helen Irlen, psicologa americana, negli anni Ottanta ha sviluppato un metodo che permette di diagnosticare il disturbo di percezione e di proporre il relativo trattamento usando speciali fogli colorati e/o lenti filtranti. Con questo metodo è possibile scoprire, ridurre o eliminare i disturbi di percezione. La sindrome di Irlen può tradursi in: sensibilità alla luce, sensibilità all'abbagliamento, affaticamento, problemi di percezione, disinteresse alla lettura, problemi di lettura, problemi ortografici, problemi nei calcoli. (http://www.irlen.ch/ Irlenitalienischhpm2.htm- pagina web consultata 06.06.2013). 32 | PROFESSIONAL OPTOMETRY | SETTEMBRE 2013 visivo. Frequentemente la compensazione dell’errore refrattivo può alleviare o eliminare i sintomi riferiti e probabilmente qualcuno propone l’uso delle lenti prescritte come “da riposo” perchè il termine potrebbe sottolineare lo scopo per cui è stato predisposto e la necessità di utilizzarlo. D’altra parte il termine potrebbe essere utilizzato invece per scopi commerciali, al fine costituire una sorta di “effetto placebo” per vendere con facilità qualcosa con cui chiunque sarebbe comunque favorito nell’impegno lavorativo quotidiano. Skeffington Teorie optometriche considerano che gli effetti correlati all’utilizzo delle lenti positive riducono la tensione dei muscoli della schiena, eliminano le oscillazioni di testa e collo, fanno tornare ai valori normali la pressione del sangue, il comportamento respiratorio e la reazione galvanica della pelle10,22. Se l’oggetto viene visto più lontano, il tono dell’organismo cambia, si riduce l’attività fisiologica e diminuisce lo stress visivo22. Viene indicato che lenti sferiche convesse “di apprendimento”10, risultate dall’analisi visiva optometrica, potrebbero migliorare la rapidità della lettura, la comprensione di un testo scritto e la sua memorizzazione. Per cercare un eventuale senso dell’occhiale da vista come “da riposo”, possiamo provare ad interpretare la teoria del modello dell’optometria comportamentale, che considera possibile produrre cambiamenti nel comportamento e nelle prestazioni con l’uso giudizioso e dinamico delle lenti. Il modello dello stress al punto prossimo di Skeffington è la base dell’optometria comportamentale. Nel modello di Skeffington vengono proposte opportune lenti di basso potere positivo per allontanare dall’utilizzatore il piano dell’accomodazione rispetto a quello della convergenza, allo scopo di migliorare l’efficienza visiva complessiva. Questo approccio non solo perché elimina lo squilibrio esistente tra convergenza e accomodazione, ma conferisce anche ulteriori vantaggi come ad esempio il miglioramento della postura durante la lettura18. La teoria proposta da Skeffington introduce il termine di “counter-stress lenses”. Il modello di Skeffington non ha proposto lenti per la visione prossimale allo scopo di migliorare la nitidezza, ma per migliorare l’efficienza visiva e prevenire i pattern di adattamento negativo del sistema visivo sottoposto a stress. La teoria dell’attenuazione dello stress al punto prossimo, è un approccio controverso perché in molti casi suggerisce che la correzione deve essere proposta anche al soggetto asintomatico. Jennings (che ha raccolto tutti gli studi realizzati fino al 2000) conclude che “in generale la letteratura non rivela evidenti e convincenti benefici della prescrizione di basso potere positivo”11. PROFESSIONAL Si potrebbe supporre che un’interpretazione particolare delle teorie optometriche oppure una traduzione del “counter-stress lenses” come lenti anti-stress o lenti anti-fatica, hanno dato inizio all’utilizzo del termine “occhiali da riposo”, cambiando nel tempo il loro scopo o senso originale e generalizzandolo come soluzione semplice ad un problema magari più complesso. La geometria delle lenti è riposante? Nello stesso contesto ricordiamo che le lenti afocali vengono talvolta impiegate come alternativa alle lenti positive quando non tollerate, sia durante le sedute riabilitative che nell’utilizzo quotidiano. Skeffington ha proposto l’impiego delle lenti afocali per il loro effetto positivo sulla performance comportamentale, ottenendo la scomparsa dei sintomi come mal di testa, bruciore e lacrimazione degli occhi, fotofobia e difficolta di concentrazione al punto prossimo10. Le lenti afocali, come indica il nome, sono prive di fuoco non avendo alcun potere diottrico. L’effetto ingrandente viene ottenuto modificando i parametri geometrici che incidono solo sul fattore forma, essendo in questo caso il fattore potere uguale a 1**. Viene variata la superficie frontale di base (da +6.00 ÷ +9.00 D), viene aumentato lo spessore centrale (da 2 ÷ 4 mm) e si può aggiungere una leggera colorazione delle superfici, permettendo di ottenere un apparente ingrandimento delle immagini percepite e di diminuire l’intensità luminosa rifratta10. Proposte commerciali Diverse lenti oftalmiche vengono presentate al consumatore utilizzatore con molti appellativi che descrivono funzioni legate al concetto di occhiale da riposo: anti-fatigue, riduzione dell’affaticamento visivo, lenti riposanti, diminuzione dello sforzo accomodativo, confortevole, visione libera da stress, visione più rilassata, accommodation assistance, naturali movimenti dell’occhio, insufficienza di convergenza, fatica oculare, miglioramento del contrasto, e altro. Di seguito ne indichiamo alcune proposte da Essilor®15, Rodenstock, Kodak Lens (licenza Signet Armorlite, Inc.)16,17, Shamir Relax™ (Shamir Optical Industry, Ltd.)13. e Gunnar Technology Eyewear14. Essilor® propone la lente correttiva Essilor® AntiFatigue™ destinata a tutti i portatori di monofocali e particolarmente consigliata per la fascia d’età dai 20 ai 45 anni, qualunque sia la loro prescrizione. “Possiede una leggera variazione di potere (0.6D) che accompagna l’accomodazione e contiene l’affaticamento visivo”. Rodenstock indica le lenti Aveo (parola che deriva dal latino e significa essere confortevole) e Impression® Mono Plus 2 come soluzione ottica per una visione libera da stress. Nella zona bassa della lente (per una visione più rilassata”)23 viene aggiunta un’addizione di 0.50 diottrie. La costruzione permette un “perfetto adattamento ai naturali movimenti dell’occhio, grazie a un inset ottimizzato e alla considerazione della legge di Listing sia per lontano sia per vicino (EyeLT®)”. Nota ** " #$%&" '( ' ' '( )* ( )'++* , - *.)'++ )'++ ' , - * / 012) 2( 2 3)&( & ()*3 ()' ()3(* 4*5)+ 2 26'++278'79*'6*++ :'7 ')3 ()6'++5' 34 | PROFESSIONAL OPTOMETRY | SETTEMBRE 2013 2 26'++2)++ 2 * ()*(7' )'; 26'++278'79* PROFESSIONAL Bibliografia: 1. 2. 3. 4. 5. Riflessione conclusiva La varietà delle problematiche associate alla performance visiva (Scheiman e Wick(21) classificano 15 problemi visivi di accomodazione, motilità oculare o visione binoculare, senza strabismo) non permette di proporre un occhiale, o lenti “generiche”, che possono risolvere un problema visivo senza “personalizzarlo”. Il professionista propone la scelta delle lenti da utilizzare come tipologia, valori diottrici, quando e quanto tempo utilizzarle. L’occhiale proposto è un occhiale da vista e non ci sarebbero ragioni di nominarlo “da riposo”. Fortunatamente non si è mai sentito il termine di “lenti a contatto da riposo”. Si potrebbe trovare una giustificazione dal punto di vista comunicativo, nei casi in cui esiste una difficoltà nel proporre, per vari motivi, per esempio culturali, l’effetto procurato dall’ausilio scelto, oppure utilizzare un effetto placebo, ottenuto grazie alla fiducia nel professionista (altrimenti dal punto di vista fisico-ottico non avrebbe nessun effetto). Non possiamo trovare un collegamento tra la lente afocale e la lente “da riposo” in quanto viene prescritta come scelta optometrica del professionista nel tentativo di diminuire un disagio o migliorare la performance visiva. Quindi, perché utilizzare il termine generico di “occhiale da riposo”, se in effetti esiste il nome “occhiale da vista”? L’occhiale da vista è definito come sussidio ottico refrattivo usato per ristabilire un’adeguata performance visiva19 e ricopre la varietà di occhiali con le loro funzioni di miglioramento (enhancement), cautelare (preventive), terapeutico e mantenimento (maintenance). L’uso del nome “da riposo” potrebbe indurre soltanto confusione tra i professionisti della visione e ancora di più tra coloro che cercano una risoluzione professionale dei loro problemi visivi. Non consideriamo opportuno usare tale dicitura in quanto sarebbe meglio proporre l’occhiale “da vista”, spiegando e informando con professionalità le scelte optometriche prescritte per non creare confusione e indurre l’inosservanza dell’occhiale. Come conclusione finale abbiamo scelto un proverbio italiano, trovato nelle ricerca del significato del termine “riposo”, che ci fa tornare alla saggezza dei altri tempi: “Chi vuol riposare si faccia prima un buon letto”. follow us on 36 | PROFESSIONAL OPTOMETRY | SETTEMBRE 2013 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. Pellegrino F. Gli occhiali da riposo:c’è una razionale?. (pagina web consultata 28 giugno 2012). Disponibile all’indirizzo http://www. cefaleecampania.it/n9-atti/numero9-atti-pellegrino.html Maiocchi A. Servizi per utenti privati-prescrizione diottrie. (pagina web consultata 11 settembre 2012). Disponibile all’indirizzo http:// www.andreamaiocchi.it/prescrizione-diottrie.asp Farini A. Didattica. Lezioni di Ottica del sistema visivo per il corso di laurea in Ortottica. Lenti assorbenti. (file pdf consultato 12 settembre 2012). 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