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La comunicazione Aumentativa Alternativa

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La comunicazione Aumentativa Alternativa
Nuovo progetto per la Pamapi
Dott.ssa Francesca Poli
Psicologa, Psicoterapeuta
Il nostro Progetto
Nasce dalla consapevolezza che i nostri utenti
sono nella gran
Parte privi di una comunicazione verbale
funzionale e questo
Rende spesso impossibile comprendere i
desideri, i bisogni,
Gli stati d’animo, i malesseri e le richieste di
ciascuno.
Inoltre è da tempo ormai riconosciuto come in
molti casi i
Comportamenti problema hanno un significato
comunicativo
E possono essere sostituiti da una modalità
comunicativa
Funzionale.
Settembre – Dicembre 2010
Più del 33% degli utenti
Pamapi ha manifestato
più di dieci crisi
comportamentali.
 La comunicazione
 Oltre al linguaggio
 Gestualità
 Espressione mimica postura
 Contatto oculare
 Indicatori paralinguistici (es. tono della voce)
Nostro scopo
Intento comunicativo
Poiché
Il linguaggio appare spesso assente o comunque
caratterizzato da atipicità e non utilizzato per scopi
sociali.
Comunicazione Aumentativa
Alternativa
Area della pratica clinica utile nelle situazioni in cui vi
siano delle difficoltà di comunicazione e, in quanto
cornice teorica e operativa, in senso abilitativo capace
di utilizzare differenti tecniche, anche integrate, a
seconda delle specifiche esperienze di quel soggetto.
Tutto ciò che consenta, faciliti o potenzi le
intenzionalità espressive di un individuo
( residui vocali, sguardo, mimica,gesto,
postura, codici alternativi etc..).
Aumentativa: potenziamento delle risorse comunicative che ancora
sussistono, residui vocali, comunicazioni non verbali (sguardo,
mimica, postura, gesto etc..), strategie compensative (tabella con
le lettere dell’alfabeto), strumenti tecnologici (accessi al computer,
ausili elettronici etc..). modalità di comunicazione utilizzate siano
tese non a sostituire ma ad incrementare le naturali possibilità
comunicative della persona.
Alternativa: indica tutto ciò che è alternativo alla parola: codici
sostitutivi del sistema alfabetico (figure, disegni, simboli etc..)
L’AAC (Augmentative Alternative Communication)
Rappresenta un nuovo orientamento
clinico-riabilitativo-educativo
nell’ambito delle disabilit{ verbali.
La CAA non è una tecnica, ma si tratta di un approccio da
utilizzare in tutti i momenti e i luoghi della vita della
persona, poiché la comunicazione deve poter avvenire
ogni volta che ne sorga la necessità.
Costruire competenze
comunicative sia nella persona
disabile che in coloro che fanno
parte del suo ambiente di vita. In
pratica, essa si pone l’obiettivo di
mettere ogni persona con
complessi bisogni comunicativi
nelle condizioni di poter attuare
scelte, esprimere un rifiuto, un
assenso, raccontare, esprimere i
propri stati d’animo, influenzare il
proprio ambiente e, quindi, autodeterminarsi, diventando
protagonista della propria vita.
CAA nell’autismo
 - analisi degli ambienti ancora più accurata
 - ricerca dei simboli più adeguata che si confacciano agli
stimoli per quella persona salienti per capire l’informazione
 - organizzare e mantenere a disposizione i supporti visivi in
tutti gli ambienti
 - individuare modalit{ più appropriata per l’individuo
nell’utilizzo del simbolo e del tipo di supporto (agevole,
portatile e dispobìnibile).
 Le informazioni che si scambiano sono
ASTRATTE, INVISIBILI, TEMPORANEE
Necessità di una comunicazione
CONCRETA, VISIBILE, PERMANENTE
La comprensione deve essere sostenuta ed anticipata.
Carta dei diritti della Comunicazione*



Ogni persona indipendentemente dal grado di disabilità ha il diritto fondamentale di influenzare mediante la
comunicazione, le condizioni della sua vita. Oltre a questo diritto di base, devono essere garantiti i seguenti diritti
 specifici:

1. Il diritto di chiedere oggetti, azioni, persone e di esprimere preferenze e sentimenti.
2. Il diritto di scegliere tra alternative diverse.
3. Il diritto di rifiutare oggetti, situazioni, azioni non desiderate e di non accettare tutte le scelte proposte.
4. Il diritto di chiedere e ottenere attenzione e di avere scambi con altre persone.
5. Il diritto di richiedere informazioni riguardo oggetti, persone, situazioni o fatti che interessano.
6. Il diritto di attivare tutti gli interventi che rendano possibile comunicare messaggi in qualsiasi modo e nella maniera più
efficace indipendentemente dal grado di disabilità.
7. Il diritto di avere riconosciuto comunque il proprio atto comunicativo e di ottenere una risposta anche nel caso in cui
non sia possibile soddisfare la richiesta.
8. Il diritto di avere accesso in qualsiasi momento ad ogni necessario ausilio di comunicazione aumentativa-alternativa,
che faciliti e migliori la comunicazione e il diritto di averlo sempre aggiornato e in buone condizioni di funzionamento.
9. Il diritto a partecipare come partner comunicativo, con gli stessi diritti di ogni altra persona, ai contesti, interazioni e
opportunità della vita di ogni giorno.
10. Il diritto di essere informato riguardo a persone, cose e fatti relativi al proprio ambiente di vita.
11. Il diritto di ricevere informazioni per poter partecipare ai discorsi che avvengono nell’ambiente di vita, nel
rispetto della dignità della persona disabile.
12. Il diritto di ricevere messaggi in modo comprensibile e appropriato dal punto di vista culturale e linguistico.
* Dal National Commitee for the Communication Needs of Persons with Severe Disabilities, 1992.
Percorsi
Soluzioni utili al soggetto e al proprio contesto di vita.
Interventi di CAA estremamente individualizzati.
Modello di riferimento dei progetti CAA (Light et al., 1998;
Fronticelli, 2004):
1. Identificazione dei bisogni di comunicazione della persona;
2. Identificazione delle abilità comunicative;
3. Identificazione delle proprietà a seconda del contesto di vita.
 La decisione di utilizzare un sistema di comunicazione
aumentativa-alternativa deve essere preceduta da
un’attenta e approfondita analisi delle competenze
comunicative della persona di cui ci occupiamo anche
in considerazione dei bisogni comunicativi del suo
ambiente.
Fondamentale un’accurata analisi di tutti gli aspetti che
compongono la comunicazione.
In letteratura:
Hodgon, 1995 : idea di utilizzare sistemi pittografici nasce
da studi che evidenziano come i soggetti con autismo
beneficino di una organizzazione dell’informazione
attraverso formati visivi.
L’utilizzo del supporto visivo aiuta nell’espressione dei
bisogni e desideri e sfrutta un punto di forza che
caratterizza le persone con autismo: le capacità visuospaziali.
IMMAGINE MEZZO COMUNICATIVO UNIVERSALE
Analisi Funzionale (ABC)
 Definisce quali sono:
 Gli antecedenti (A)
 I comportamenti (B)
 Le conseguenze (C)
Scheda
Analisi
Funzionale
ABC
Analisi Funzionale offre
panoramica dei comportamenti
comunicativi di tipo funzionale e
disfunzionale
Va effettuata in più sessioni di
osservazione
Importante valutare
parallelamente quali sono gli
scopi della comunicazione
Watson e collaboratori (1997) elencano
otto categorie generali riguardanti gli
scopi della comunicazione
Funzioni Comunicative
(Watson et al., 1997)
Comunicazione Spontanea
 Schopler (1989) propone un programma di
insegnamento il cui punto di partenza è la
comunicazione spontanea della persona negli
ambienti di vita
CONTESTO
Dove, quando,
persone.
FORMA
FUNZIONI
Motoria, gestuale, vocale,
Verbale, scritta.
Rifiuto, richiesta,
Attenzione, dare info,
Ricevere info,
Routine sociale,
Espressione emozionale
Dopo questa fase di “assessment” delle abilit{
comunicative sarà fondamentale selezionare gli oggetti
maggiormente
motivanti
con il quale poter iniziare il lavoro.
Tipologie di rinforzi (Shopler, 1989)
Alimentari
Sociali
Sensoriali
Materiali
Simbolici
Altri
Filmato
Strumenti
• - Bassa tecnologia: tabelle comunicative in materiale
cartaceo per l’indicazione manuale o in materiale
trasparente (ETRAN) per l’indicazione oculare,
quaderni con velcro e carte comunicative come nel
PECS;
- Media tecnologia: ausili con uno o più messaggi preregistrati (VOCA “Voice Output Communication
Aids”);
- Alta tecnologia: comunicatori con uscita in voce
sintetica (es., software come “Comunica” o “Contatto”
o “Clicker4”).
Esempio di strumenti (bassa tecnologia)
PECS
Acronimo di “Picture
Exchange
Communication
System” (Sistema di
comunicazione
mediante Scambio per
Immagini).
Obiettivo
incoraggiare la
spontaneità e
l’iniziativa del
bambino nella
comunicazione.
Basato
sull’uso di
rinforzi.
Utilizza prompt visivi e prompt
fisici, perché possono essere
estinti più facilmente (fading
out) dei prompt verbali.
Punta allo sviluppo
della comunicazione
funzionale e della
comunicazione come
scambio sociale,
attraverso un
programma di
apprendimento a
piccoli passi che
comprende alcune
fasi.
Inizialmente
ambiente “protetto”
e strutturato, poi
generalizzazione ad
altri contesti.
Esempio di strumenti (media tecnologia)
VOCAs
Acronimo di Voice Output Communication Aids.
Servono per incrementare la comunicazione espressiva.
Attraverso questi strumenti qualsiasi tipo di
rappresentazione può essere riportata su un semplice
strumento di produzione vocale , tale da permettere al
bambino di premere un solo bottone.
Esempio di strumenti (alta tecnologia)
COMUNICATORI CON DISPLAY DINAMICO
Palmare con uscita in voce di alta
qualità fornito con un software. Ha
uno schermo luminoso ad alta
visibilità.
Semplice utilizzo comunica attraverso
i simboli.
Crea delle tabelle che facilitano l’area
della comunicazione.
Costo molto elevato.
Quale comunicazione
per loro?
La comunicazione aumentativa alternativa
tramite lo scambio di immagini
PECS
Acronimo di “Picture Exchange Communication System”
(Sistema di comunicazione mediante Scambio per
Immagini).
Sviluppato da Lori, Frost e Bondy in ambito del
programma per soggetti autistici a più ampia diffusione
negli Stati Uniti nel 1994.
Riconosciuta nel 2002.
Nell’autismo
Necessario insegnare
e non solo dare uno
strumento di comunicazione
poiché spesso la persona non
solo non ha a disposizione lo
strumento per comunicare
ma non manifesta nemmeno
una intenzionalità comunicativa.
“la comunicazione”
La Richiesta
 Spesso nel disturbo autistico
la persona, non solo non ha
a disposizione lo strumento
per la comunicazione, (sia
verbale che non-verbale),
ma non manifesta
un’intenzionalit{
comunicativa, come se non
sapesse di poter comunicare.
Scelta del sistema aumentativo di
comunicazione:
Le 6 Fasi
Fase 1 “Lo scambio fisico”:
La carta simbolo è sul tavolo e
l’oggetto fuori.
Obiettivo: scambio fisico tra
carta simbolo e oggetto gradito
(rinforzo) in cambio.
Fase 2 “Aumentare la spontaneit{”:
La carta simbolo è attaccata sul
libro per la comunicazione,
l’oggetto desiderato è fuori dalla
portata ma visibile.
Obiettivo: aumentare la
spontaneità dello scambio
comunicativo attraverso la
distanza fisica.
Fase 3 “La discriminazione del
simbolo”:
Carte simbolo attaccate sul libro
per la comunicazione per
ampliare il panorama di scelta.
Obiettivo: discriminazione tra
stimoli visivi ed espressione di
una scelta.
Fase 4 “ La costruzione della frase”:
Varie carte simbolo attaccate sul
libro per la comunicazione con
l’aggiunta della carta “IO VOGLIO”.
Gli obiettivi possono essere visibili
e non.
Obiettivo: costruire la frase “io
voglio”
Le 6 Fasi
Fase 5 “ Rispondere alla
domanda COSA VUOI”:
Numerose carte simbolo con
oggetti preferiti. Oggetti in vista
ma non alla portata. L’operatore
chiede COSA VUOI, il ragazzo
impara a staccare la carta
simbolo.
Obiettivo: rispondere alla
domanda “Cosa vuoi?”
Fase 6 “Fare un commento”:
Il libro per la comunicazione è a
disposizione del ragazzo con varie
carte simbolo.
Obiettivo: imparare a
commentare, chiedere aiuto ed
aspettare.
Filmato
Comportamenti Problema
 Studi (Johnston et al., 2003; Charlop-Christy et al., 2002)
mostrano un’importante relazione inversa tra
comunicazione e problemi di comportamento; tanto più la
persona è in grado di comunicare, tanto meno saranno
presenti problemi di comportamento.
Fondamentale l’analisi funzionale del comportamento in
modo da comprendere l’impatto sugli eventuali problemi
di comportamento.
Supporti visivi
 Utilizzati in modo sistematico servono anche a
comprendere
Le regole
Le conseguenze
dei comportamenti
PECS e TEACCH
Il programma TEACCH (Treatment and Education of
Autistic and Communication Handicapped Children),
prevede un’organizzazione degli spazi, dei tempi e delle
attività che si basa su una chiara strutturazione visuospaziale, elelemnto che permette una fondamentale
forma di comunicazione in ricezione.
TEACCH
Sviluppa la comunicazione ricettiva
Sottoforma di una chiara
organizzazione ambientale e
temporale per rendere
maggiormente prevedibile il
contesto
PECS
sviluppa la comunicazione
espressiva in quanto sistema di
espansione della comunicazione
Alcuni suggerimenti (Boswell, 2005):
- - Limitare il linguaggio e cercare di ripetere le stesse
-
-
parole nelle stesse situazioni;
- Usare frasi corte e semplici;
- Parlare lentamente e chiaramente, inserire tempi di
attesa, senza anticipare la persona;
- Descrivere quello che la persona sta facendo mentre
si avvicina a lui;
- Usare gesti per accompagnare il linguaggio verbale.
Critica
Rigidità
Secondo i suoi principi chiave non dovrebbe indurre rigidità
(Visconti, 2003).
La presenza di routine e di una
modificazione dell’ambiente per
adattarlo alla persona con autismo
ha come unico scopo la chiarezza,
che a catena induce la
prevedibilità e quindi migliora le
autonomie.
Modificare
l’ambiente
cercando di
evitare che il
deficit
divenga un
handicap.
Implementare la comunicazione permette al soggetto di
ampliare la propria azione sull’ambiente, scegliendo
anche cosa fare e mettendosi in relazione di scambio con
l’operatore che lo segue.
Schema giornaliero o delle attività (elementi chiave
dell’educazione strutturata del modello TEACCH)
Serve per lo più in fase iniziale e serve alla persona per
non disperdersi nel’attivit{ lavorativa.
Gli effetti positivi dell’introduzione della CAA nell’autismo
sono confermati da tutte le ricerche in letteratura (Arduino e
Gonella, 2005; Mirenda, 2001). Una delle possibili spiegazioni
È che questi sistemi aiutino a comprendere gli effetti comunicativi
In un contesto sociale, poiché l’utilizzo di tali strumenti
Influenza il comportamento delle altre persone (Cress e Marvin,
2003).
Adesso proviamo delle
ipotesi di intervento …
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