Disuguaglianza di Bell - Università degli Studi Roma Tre
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Disuguaglianza di Bell - Università degli Studi Roma Tre
Disuguaglianza di Bell Incompletezza della MQ? L’obiezione di Einstein, Podolsky, Rosen: la MQ è corretta, ma incompleta. La fdo non è in grado di descrivere interamente la realtà (“reality”) di uno stato o di un sistema. Di conseguenza, devono esistere altre grandezze, ancora non note, che rendano la MQ completa. Si indichino queste grandezze con !. ! è detta “variabile nascosta”. Naturalmente ! può indicare sia un singolo numero che un intero insieme di variabili o funzioni. Molti sforzi sono stati fatti per esprimere la MQ in termini di variabili nascoste; nessuno con successo. Nel 1964 Bell ha dimostrato il teorema che porta il suo nome, che ha permesso di sottoporre a test sperimentale la correttezza o meno della MQ, e la sua compatibilità con le teorie di variabile nascosta. Disuguaglianza di Bell Sia data una collezione di oggetti che possono possedere tre proprietà date da tre parametri, siano essi (parametri) A, B, C. Sia il numero di oggetti che possiedono il parametro p1 e non possiedono il parametro p2. Allora: Dimostrazione. Si consideri la grandezza: il ché è ovvio: un numero di oggetti non può essere negativo Sommando ai due membri la quantità: si ha: ovvero: QED si veda: http://www.upscale.utoronto.ca/PVB/Harrison/BellsTheorem/BellsTheorem.html Disuguaglianza di Bell - commenti 0 – La disuguaglianza è del tutto generale, indipendentemente dalla presenza o meno di variabili nascoste in qualche teoria che descriva le proprietà A, B, C. 1 – La disuguaglianza di Bell, in linea di principio, non ha a che fare in maniera diretta con la MQ. 2 – Sono state effettuate alcune assunzioni nel derivarla: ! a] i parametri esistono di per se’, indipendentemente dal fatto ! che siano misurati o no. Per esempio, abbiamo assunto che, per ogni ! membro della collezione di oggetti, ogni parametro potesse essere ! esclusivamente vero o falso. ! b] la logica è una maniera corretta di ragionare. 3 – detto N il numero totale di oggetti, dividendo per N e prendendo N molto grande possiamo esprimere le probabilità: Disuguaglianza di Bell: applicazione ai fotoni a a b Un caso semplice b c c 1 y S 2 y I polarizzatori a, b, c possono essere posti ad angoli differenti. x x (a,b) denota (ad es.) l’angolo fra a e b. Consideriamo un sistema in cui i fotoni vengano emessi ambedue con polarizzazione lineare parallela fra loro, quindi nel piano x y. Non è tuttavia possibile conoscere a priori quale sia l’asse di polarizzazione. Valutiamo la probabilità che il fotone 1 attraversi a e il fotone 2 non attraversi b: La polarizzazione di 1 è casuale, quindi la probabilità che passi per a è 1/2. Richiamo: Misura della polarizzazione di un fotone Caso in cui il fotone incidente ha polarizzazione lineare a caso. Nella base Nella base u, v: con v u ! Non si perde generalità nello scegliere la base tale che il fotone sia inizialmente in uno stato allineato con uno degli assi della base: Quindi: con ! casuale Se il fotone arriva con polarizzazione lineare casuale, mediando su tutti i possibili ! si ottiene la probabilità che il fotone attraversi il polarizzatore u: Disuguaglianza di Bell: applicazione ai fotoni a a b cerchiamo b c c 1 y S 2 y La polarizzazione di 1 è casuale: P(a)=1/2 x Essendo i fotoni di stessa polarizzazione, la MQ prevede che la misura di 1 abbia proiettato necessariamente 2 nel medesimo stato. La probabilità che 2 (che ora ha polarizzazione lungo a) passi per b è ora x ! b La probabilità che 2 non passi per b è Disuguaglianza di Bell: applicazione ai fotoni a b a ! b " cerchiamo c 1 S 2 La polarizzazione di 1 è casuale: P(a)=1/2 La probabilità che 2 non passi per b è Allora la probabilità e similmente e la disuguaglianza di Bell diviene in questo caso: c Disuguaglianza di Bell: applicazione ai fotoni a a b c 1 S " b ! c 2 La disuguaglianza è chiaramente violata all’interno delle previsioni della MQ: 1 1 basta, ad es., prendere ! = " , allora si ha: · 2 · sin2 ϑ ≥ · sin2 (2ϑ) 2 2 ricordando 1 2 sin2 ϑ ≥ · [2 sin(ϑ) cos(ϑ)] 2 1 ≥ cos2 (ϑ) N.B.: nell’ottenere questa disuguaglianza abbiamo 2 utilizzato il concetto di “proiezione in uno stato”, o che è violata per " < !/4 “collasso della fdo”, che è proprio della MQ. In questo senso questa disuguaglianza può essere un test della MQ. Disuguaglianza di Bell, MQ e EPR. La MQ prevede esplicitamente la violazione della disuguaglianza di Bell. Di conseguenza: Se la disuguaglianza non è violata, la MQ non è incompleta (posizione di EPR): è completamente errata !! Se però la MQ è corretta, allora non esiste alcuna teoria di variabile nascosta in grado di rendere conto del risultato. La disuguaglianza di Bell “mette alle corde” la posizione realista. Non è possibile considerare la MQ come una teoria “di prima approssimazione”. Se la disuguaglianza di Bell non viene violata, è tutto l’impianto della MQ a cadere. Disuguaglianza di Bell e MQ La MQ prevede che la disuguaglianza di Bell sia violata. Una conferma sperimentale (vedi oltre per esperimenti particolarmente convincenti) implica che qualcuno degli assunti sia errato. Nel linguaggio della MQ, gli assunti sono divenuti: 1 – il procedimento logico è valido 2 – i fotoni hanno polarizzazione definita, anche se non vengono misurati. 3 – (questo è stato aggiunto implicitamente) i due fotoni non possono scambiarsi informazioni a velocità maggiore della velocità della luce. quest’ultimo assunto è necessario, altrimenti il fotone 2 potrebbe essere stato “informato” dal fotone 1 sullo stato di polarizzazione da assumere, e i vari parametri della disuguaglianza di Bell sarebbero fra loro dipendenti. In altre parole (succinte): 1 – La logica è valida. 2 – Esiste una realtà separata dall’osservazione. 3 – La realtà è locale. Disuguaglianza di Bell e MQ (cont) se: ! 1 – La logica è valida. 2 – Esiste una realtà separata dall’osservazione. 3 – La realtà è locale. Limitiamo la discussione (degli esperimenti) a questo singolo punto. Per una interessante e abbordabile discussione generale: http://www.upscale.utoronto.ca/PVB/Harrison/BellsTheorem/BellsTheorem.html Verifiche sperimentali della disuguaglianza di Bell Per una rassegna si veda: A. Aspect, “Bellʼs theorem: the naïve view of an experimentalist”, http://arXiv.org/pdf/quant-ph/0402001 Disuguaglianza di Bell: applicazione ai fotoni Consideriamo l’emissione di coppie di fotoni da opportuni sistemi atomici. i fotoni vengano emessi lungo l’asse z (asse di propagazione). Consideriamo un sistema in cui i fotoni vengono emessi sempre con polarizzazione correlata fra loro, quindi nel piano x y. Non è tuttavia possibile conoscere a priori quale sia l’asse di polarizzazione di ciascun fotone. Questo si traduce in uno stato entangled per la fdo. Q$ !/$ T$ &" QQ !J T L$ %" # # :# ; Gli analizzatori possono essere in orientazioni a, b,.. $" Esperimento di coincidenza di fotoni polarizzati Q$ !/$ T$ &" QQ !J T L$ %" # # :# $" ; È necessaria la produzione di fotoni in uno stato ingarbugliato, ad es.: Attenzione: nella discussione precedente si era scelto (ma un qualunque stato entangled può essere usato). 1 |Ψ(ν1 , ν2 )! = √ [|↔!1 |↔!2 + |$!1 |$!2 ] 2 Si misurano le coincidenze fra i due analizzatori. + : evento “fotone transita per il polarizzatore nell’orientazione u” – : evento “fotone non transita per il polarizzatore nell’orientazione u”, coincidenze: correlazione: Esperimento di coincidenza di fotoni polarizzati Q$ !/$ T$ &" QQ !J T L$ %" # # :# $" ; in termini di: Previsione quantistica. nello stato: ricordando P++ (a, b) = poiché P++ = P−− , P+− = P−+ 1 ! sin2 (ab) 2 1 ! e P+− (a, b) = cos2 (ab) 2 si ottiene Attenzione alla diversa definizione degli eventi rispetto alla discussione precedente: qui P++ è la probabilità di due eventi positivi Queste espressioni di E, ottenute con le regole della MQ, possono violare la disug. di Bell particolarizzata alla coincidenza di fotoni (dimostrazione in appendice): |S(a, a′ , b, b′ )| = |E(a, b) − E(a, b′ ) + E(a′ , b) + E(a′ , b′ )| ≤ 2 Esperimento di coincidenza di fotoni polarizzati Q$ !/$ T$ &" QQ !J T L$ %" # # :# $" ; in termini di: impiegando diverse possibili orientazioni, a, a’, b, b’, la disug. di Bell si scrive (v. appendice): |S(a, a′ , b, b′ )| = |E(a, b) − E(a, b′ ) + E(a′ , b) + E(a′ , b′ )| ≤ 2 Previsione quantistica. nello stato: ricordando P++ (a, b) = 1 ! sin2 (ab) 2 e P+− (a, b) = poiché P++ = P−− , P+− = P−+ 1 ! cos2 (ab) 2 si ottiene Le regole della MQ prevedono una possibile violazione della disug. di Bell (v. appendice). Dimostrazione della disuguaglianza di Bell nella forma |S(a, a′ , b, b′ )| = |E(a, b) − E(a, b′ ) + E(a′ , b) + E(a′ , b′ )| ≤ 2 (Disuguaglianza di Bell, Clauser, Horne, Shimony, Holt.) Clauser, Horne, Shimony, Holt, Physical Review Letters 23 880, (1969) Cosa può essere misurato? Esperimenti tipici con fotoni misurano correlazioni fra eventi. Ad esempio, è possibile misurare il numero di eventi che hanno dato risultato positivo in un rivelatore “A” e negativo in “B”, o simili. È necessario riformulare la disuguaglianza di Bell per adattarla all’esperimento. Con l’occasione, si esplicita il possibile ruolo di variabili nascoste. Si indichino queste grandezze con !. Naturalmente ! può indicare sia un singolo numero che un intero insieme di variabili o funzioni. Sia la variabile nascosta ! distribuita con densità di probabilità ". Allora: Disuguaglianza di Bell: applicazione ai fotoni Q$ !/$ T$ &" QQ !J T L$ %" # # :# $" ; Consideriamo l’emissione di coppie di fotoni da opportuni sistemi atomici. i fotoni vengano emessi lungo l’asse z (asse di propagazione). Consideriamo un sistema in cui i fotoni vengono emessi sempre con polarizzazione lineare parallela fra loro, quindi nel piano xy. Non è tuttavia possibile conoscere a priori quale sia l’asse di polarizzazione. I fotoni vengono rivelati dagli analizzatori I e II. Gli analizzatori (di polarizzazione) forniscono valore + se il fotone ha polarizzazione parallela all’asse dell’analizzatore (ovvero: passa) e – se il fotone ha polarizzazione perpendicolare (ovvero: viene assorbito) Disuguaglianza di Bell, Clauser, Horne, Shimony, Holt Q$ &" QQ !/$ T$ !J T L$ %" # # :# $" ; Gli analizzatori possono assumere diverse orientazioni, siano a, b, ... Esplicitando la possibilità che il risultato di una misura dipenda dalle variabili nascoste, i possibili risultati sono dati da funzioni di !, A e B, che possono valere: in I in II ovvero: in ciascun analizzatore o il fotone transita, o viene assorbito Definiamo le funzioni: Q$ !/$ T$ &" QQ !J T L$ %" # # :# $" ; La probabilità di trovare il fotone 1 lungo a è, per definizione, E la probabilità di trovare il fotone 1 lungo a ma non il fotone 2 lungo b è: ! [1 + A(λ, a)] [1 − B(λ, b)] P+− (a, b) = dλρ(λ) 2 2 Q$ !/$ T$ &" QQ !J T L$ %" # # :# $" ; Funzione di correlazione: che fornisce valore:! positivo quando gli eventi sono correlati (++ o – –), ! negativo quando sono anticorrelati (+ – o – +), ! nullo quando sono scorrelati (tutte le probabilità uguali). Usando le funzioni A e B si ha: P+− (a, b) = P−+ (a, b) = ! [1 + A(λ, a)] [1 − B(λ, b)] dλρ(λ) 2 2 ! [1 − A(λ, a)] [1 + B(λ, b)] dλρ(λ) 2 2 P++ (a, b) = P−− (a, b) = ! dλρ(λ) [1 + A(λ, a)] [1 + B(λ, b)] 2 2 ! dλρ(λ) [1 − A(λ, a)] [1 − B(λ, b)] 2 2 la funzione di correlazione si scrive: (verificare) Disuguaglianza di Bell, Clauser, Horne, Shimony, Holt Definizioni: Supponiamo che gli analizzatori possano essere orientati in direzioni a, b, a’, b’. Si consideri la funzione s: s = A(λ, a)B(λ, b) − A(λ, a)B(λ, b′ ) + A(λ, a′ )B(λ, b) + A(λ, a′ )B(λ, b′ ) = A(λ, a) [B(λ, b) − B(λ, b′ )] + A(λ, a′) [B(λ, b) + B(λ, b′ )] Considerando i valori che possono acquisire A e B, si ha: Detta S la media di s: S(a, a′ , b, b′ ) = ! ρ(λ)dλs(λ, a, a′ , b, b′ ) essendo necessariamente: ed è proprio (vedi definizione di E e di s): Disuguaglianza di B.C.H.S.H. per fotoni Definizioni: Disuguaglianza di Bell, Clauser, Horne, Shimony, Holt. Si applica a qualunque teoria di variabile nascosta. Tiene conto delle correlazioni fra i risultati delle misure di polarizzazione effettuate dall’analizzatore I e II in una qualunque delle loro orientazioni possibili, a e a’ per I, b e b’ per II. Notare che finora la MQ non è entrata affatto nella deduzione della disuguaglianza di B.C.H.S.H.: essa discende esclusivamente da ipotesi (implicite) molto generali (si veda la discussione nella prima parte di questi lucidi). Previsione della MQ per la correlazione di fotoni con: e: Disuguaglianza di Bell, Clauser, Horne, Shimony, Holt, scritta in termini di correlazioni fra misure su fotoni. Si applica a qualunque teoria di variabile nascosta: non è specificata la forma di !(!). Previsione della MQ (vedi prima): ––> È prevista in alcuni casi la violazione della disuguaglianza B.C.H.S.H. a Esempio: se tutti gli angoli sono uguali a "/8, il risultato previsto dalla MQ (usando la definizione di E) è b a’ b’ conflitto disug. di Bell <-> MQ Esperimento di prima generazione Q$ !/$ T$ !J T L$ %" # # :# A. Aspect et al. Physical Review Letters 49, 91 (1982) &" QQ $" ; Due polarimetri in orientazioni fisse fra loro. Si misurano le coincidenze, e si costruisce la funzione E. Si variano manualmente le orientazioni dei polarimetri, ottenendo una nuova E. Si ottiene così E(!), funzione dell’angolo fra i due polarimetri. Figura da: A. Aspect, http://arXiv.org/pdf/quant-ph/0402001 S = 2.697±0.015 !"#$%&' ()' *' +,-&%".&/0' 1"02' 013*425//&67' -365%"8&%7%& '()*+,-*.,(/& 0(++1)*.,(/& (2& *3& *& 24/0.,(/& (2& .51& +1)*.,61& */7)1& (2& .51& 8()*+,91.1+3%& :51& ,/;,0*.1;& 1++(+3& *+1& ±& <& 3.*/;*+;& Obiezione: i polarimetri sono fissi, ;16,*.,(/3%&:51&;*351;&04+61&,3&/(.&*&2,.&.(&.51&;*.*=&>4.&"4*/.49i*/,0*)&8+1;,0.,(/3&2(+& potrebbe essere possibile uno scambio .51&*0.4*)&1?81+,91/.%&@(+&*/&,;1*)&1?81+,91/.=&.51&04+61&A(4);&1?*0.)B&+1*05&.51&6*)413&±&C%& di segnale fra l’uno e l’altro riguardo all’orientazione relativa fra loro. Esperimento di prima generazione Q$ !/$ T$ !J T L$ %" # # :# A. Aspect et al. Physical Review Letters 49, 91 (1982) &" QQ $" ; Due polarimetri in orientazioni fisse fra loro. Si misurano le coincidenze, e si costruisce la funzione E. Si variano manualmente le orientazioni dei polarimetri, ottenendo una nuova E. Si ottiene così E(!), funzione dell’angolo fra i due polarimetri. Figura da: A. Aspect, http://arXiv.org/pdf/quant-ph/0402001 !"#$%&'()'*'+,-&%".&/0'1"02'013*425//&67'-365%"8&%7;$<=+*:,:>$?@!AB$:'$C"$:"7:"D$ C>$!"##E7$,*"F=+#,:,"7$("1$#$?$#$G1AB$+7$+$H=*9:,'*$'H$:&"$("#+:,-"$+*I#"$'H$:&"$8'#+(,)":"(7;$ %&"$,*D,9+:"D$"(('(7$+("$±$1$7:+*D+(D$D"-,+:,'*7;$%&"$D+7&"D$9=(-"$,7$*':$+$H,:$:'$:&"$D+:+B$ C=:$ <=+*:=)$ J"9&+*,9+#$ 8("D,9:,'*7$ H'($ :&"$+9:=+#$ "K8"(,)"*:;$ L'($ +*$ ,D"+#$ "K8"(,)"*:B$ :&"$9=(-"$.'=#D$"K+9:#>$("+9&$:&"$-+#="7$±$1;010;$ Obiezione: i polarimetri sono fissi, potrebbe essere possibile uno scambio di segnale fra l’uno e l’altro riguardo all’orientazione relativa fra loro. Esperimento di seconda generazione Q$ !/$ T$ !J T L$ %" # # :# A. Aspect et al. Physical Review Letters 49, 1804 (1982) &" QQ $" ; Due polarimetri in orientazioni fra loro variabili durante il volo del fotone. Le orientazioni dei polarimetri vengono variate in maniera quasi periodica. Si misurano le coincidenze, e si costruisce la funzione E. Si ottiene così E(!), funzione dell’angolo fra i due polarimetri. Figura da: A. Aspect, http://arXiv.org/pdf/quant-ph/0402001 !"#$%&' ()' *' +","-#' &./&%",&-0$% &'()&*(% +,)-&./0(1% 2,/+2/1(+2(% )&3(% &4% &% 56+23/,+% ,5% 37(% )(.&3/'(%,)/(+3&3/,+%,5%37(%8,.&)/0()49%:+1/2&3(1%()),)4%&)(% ±%;%43&+1&)1%1('/&3/,+9%<7(%1&47(1% 26)'(% /4% +,3% &% 5/3% 3,% 37(% 1&3&% =63% 37(% 8)(1/23/,+4% =>% "6&+36-% #(27&+/24% 5,)% 37(% &236&.% (?8()/-(+39% Obiezione: la variazione dell’orientazione reciproca non è casuale. Figura da: A. Aspect, http://arXiv.org/pdf/quant-ph/0402001 Esperimento di terza generazione P"8'(;,*F$'>$$ •$'(,"*9+9,'*$+$ •$("6=#96$±/$ +6$+$>=*89,'*$'>$ 9,)"$ W/ K$ KK "/ "I W/$ Y ! !1 !1 +Q9S$ ,Q9S$ U(,"*9+9,'*$ 8&+*F";$ (+*;')#<$ U(,"*9+9,'*$ 8&+*F";$ (+*;')#<$ P"8'(;,*F$'>$$ •$'(,"*9+9,'*$,$ •$("6=#96$±/$ +6$+$>=*89,'*$'>$ 9,)"$ !"#$%&' ()*' +,&-.' /"0"1#' &23&%"0&1/*! "#$%! &'(#)*+,)! *-! )#./'0(1! ),')*,.2,/! /3)*.4! 2%,! &)'#2*'.! '5! &%'2'.-!6,27,,.!2%,!-'3)$,!#./!2%,!&'(#)*+,)-8!9.!,#$%!-*/,:!'.,!),$')/-!2%,!')*,.2#2*'.!'5!2%,!&'(#)*+,)!#-! 7,((!#-!2%,!),-3(2-!'5!&'(#)*+#2*'.!0,#-3),0,.2-!#-!#!53.$2*'.!'5!2*0,8!;%,.!#!)3.!*-!$'0&(,2,/:!2%,!27'!/#2#! -,2-! 5)'0! 2%,! 27'! -*/,-! #),! 6)'34%2! 2'4,2%,):! #./! '.,! $#.! /,2,)0*.,! 2%,! <#(3,! '5! 2%,! $')),(#2*'.! #-! #! 53.$2*'.!'5!2%,!),(#2*<,!')*,.2#2*'.!#2!2%,!0'0,.2!'5!2%,!0,#-3),0,.28' Separazione degli analizzatori: 400 m (!), la luce impiega 1.3 µs per coprire tale distanza. Stato entangled: grandezze misurate: coincidenze: correlazione: Weihs et al. Physical Review Letters 81, 5039 (1998) Esperimento di terza generazione W/ K$ KK "/ "I W/$ Y ! !1 !1 +Q9S$ ,Q9S$ U(,"*9+9,'*$ 8&+*F";$ (+*;')#<$ U(,"*9+9,'*$ 8&+*F";$ (+*;')#<$ P"8'(;,*F$'>$$ •$'(,"*9+9,'*$,$ •$("6=#96$±/$ +6$+$>=*89,'*$'>$ 9,)"$ Coincidenze: previsioni quantistiche Analyzer R otation Angle -0,50 ! 800 -0,25 ! 0,00 ! 0,25 ! 0,50 ! 0 50 100 A +0/B –0 A +1/B –0 600 C oincidences in 5s P"8'(;,*F$'>$$ •$'(,"*9+9,'*$+$ •$("6=#96$±/$ +6$+$>=*89,'*$'>$ 9,)"$ 400 200 0 600 400 200 Disuguaglianza di Bell: A +0/B +0 A +1/B +0 0 -100 -50 Bias Voltage (Alice) [V] Dato misurato, per il set di angoli di massima violazione: S=2.73±0.02 Weihs et al. Physical Review Letters 81, 5039 (1998) FIG. 3. Four out of sixteen coincidence rates between various detection channels as functions of bias voltage (analyzer rotation angle) on Alice’s modulator. A 1 1!B 2 0, for example, are the coincidences between Alice’s “1” detector with switch having been in position “1” and Bob’s “2” detector with switch position “0”. The difference in height is explained by different efficiencies of the detectors. Possibili obiezioni? “While our results confirm the quantum theoretical predictions, we admit that, however unlikely, local realistic or semiclassical interpretations are still possible, but we would then have to assume that the sample of pairs registered is not a faithful representative of the whole ensemble emitted.” Weihs et al. Physical Review Letters 81, 5039 (1998) La disuguaglianza di Bell è ragionevolmente violata sperimentalmente. Interpretazione diffusa: la realtà è non locale