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«Non mi arrendo al Dna»
VENERDÌ 20 GIUGNO 2014 ANNO 139 - N. 145 In Italia (con “Sette”) EURO 1,90 www.corriere.it italia: 51575551575557 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 Tempi liberi Oggi Domani Su Io Donna Fanny Ardant: «La mia vita felice e sofferta» Super cervello: così ragiono e primeggio Jonas Kaufmann tenore e sex symbol Il weekend si fa in due di Maria Luisa Agnese di Matteo Persivale Renzi a Grillo: ci incontreremo mercoledì Riforme, si stringe sul nuovo Senato Giannelli Napoli Anticorruzione Riforme, si delinea il profilo del nuovo Senato. La volata finale dopo l’intesa tra Pd e Forza Italia. Mercoledì incontro tra il premier Renzi e Grillo. Nel caos Sel (Sinistra ecologia e libertà): parlamentari in fuga verso il Partito democratico. ALLE PAGINE 5 E 6 Di Caro, M. Franco, Gorodisky, Labate di MICHELE AINIS di ALESSANDRA ARACHI di GIOVANNI BIANCONI «L D a Guardia di Finanza è essenziale contro l’evasione: non si faccia d’ogni erba un fascio». Così Napolitano per i 240 anni delle Fiamme Gialle. A PAGINA 20 ei 445 giudici e pm destinati alla pensione entro fine 2015, 295 hanno incarichi apicali: due terzi del potere giudiziario vanno così verso il rinnovo. «La magistratura è incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e ha l’immunità piena». Arriva a Napoli il nuovo attacco di Silvio Berlusconi, testimone al processo contro Valter Lavitola. Prima, un battibecco con la presidente del collegio giudicante. «Non capisco il senso di queste domande», dice l’ex premier. «Non c’è alcun bisogno che lei capisca», è la replica. Da oggi l’appello sul caso Ruby. ALLE PAGINE 8 E 9 A PAGINA 10 Bufi, Ferrarella, Piccolillo Il delitto di Yara Il presunto assassino resta in carcere. Il giudice: è malvagio Il racconto «Non mi arrendo al Dna» BILL E CHELSEA LA MIA VITA La madre di Bossetti: è innocente, non tradii mio marito di GIULIANA UBBIALI L’Italia in campo contro la Costa Rica «S «I di ANTONELLA BACCARO l senso della vita risiede proprio nel compiere simili scelte, e il modo in cui le affrontiamo definisce la nostra identità». La sconfitta contro Obama nelle primarie democratiche e poi la loro amicizia, i viaggi come capo della diplomazia americana in 112 Paesi, l’affetto per Bill e per Chelsea. Hillary Rodham Clinton racconta in un libro i suoi quattro anni da segretario di Stato al fianco di Obama. Il Corriere della Sera anticipa alcuni brani. Nel libro le idee di Hillary sulle priorità e sulle scelte che il suo Paese deve compiere. «Negli ultimi anni, i momenti di tranquillità sono stati pochi, e adesso voglio assaporarli. Il tempo di fare un’altra scelta difficile arriverà anche troppo presto». A PAGINA 13 A PAGINA 17 ALLE PAGINE 2 E 3 AFP / GIUSEPPE CACACE Oggi prime misure al Consiglio dei ministri Balotelli: voglio quella Coppa Oggi alle 18 l’Italia di Prandelli in campo contro la Costa Rica per la seconda gara del Mondiale. Balotelli: siamo in Brasile per vincere. (Nella foto, il centravanti azzurro con Pirlo, Candreva e Darmian) ALLE PAGINE 60 E 61 Bocci, Cazzullo, F. Monti, Sconcerti - SERVIZI DA PAGINA 60 A PAGINA 66 Eredità e rimborsi Iva, il Fisco sarà più facile Arriva il Fisco facile. Oggi prime misure al Consiglio dei ministri. La più attesa riguarda la dichiarazione dei redditi precompilata. Tra le norme in rampa di lancio: rimborsi Iva fino a 15 mila euro con iter semplificato, soglie per le dichiarazioni di successione. ALLE PAGINE 12 E 13 Agnoli, Caizzi, Di Vico © RIPRODUZIONE RISERVATA Domus Aurea, un restauro da 31 milioni. Appello dell’archeologo Godart ai privati Un mecenate per la casa di Nerone di PAOLO CONTI L’investitura F ar rinascere la Domus Aurea costerà 31 milioni di euro. Appello ai privati per il restauro della reggia di Nerone che fu costruita tra il 64 e il 68 dopo Cristo. Lo lancia l’archeologo Luis Godart, consigliere culturale per il Quirinale. Il recupero riguarda il risanamento della parte superiore della Domus Aurea, chiusa dal 2005. A PAGINA 27 La Spagna riparte da re Felipe VI Juan Carlos bacia la principessa Leonor sotto gli occhi del re Felipe VI e della regina Letizia di ANDREA NICASTRO «U n re nuovo per una nuova Spagna». Dopo l’abdicazione di Juan Carlos, si apre il regno di Felipe VI che chiede agli spagnoli: giudicatemi per quello che farò. A PAGINA 19 NON SOLO DI DOVERI di HILLARY RODHAM CLINTON e mio figlio confessasse non gli crederei». Parla Ester Arzuffi, madre di Massimo Bossetti, il presunto killer di Yara. E sul responso dell’esame del Dna: «Non ho avuto legami con Guerinoni». Berbenni, Imarisio, Sarzanini AFP / GERARD JULIEN 9 771120 498008 40 6 2 0> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano E Il grande ricambio Finanza, elogio Magistrati, dal Quirinale 300 nomine L’ORTICELLO DELLE REGIONI attribuzioni regionali sul lavoro, questione che interessa tutti gli italiani. Nel 1947 l’unica materia lavoristica assegnata dai costituenti alle Regioni fu l’istruzione artigiana e professionale. Nel 2001 i ri-costituenti aggiunsero la «tutela e sicurezza del lavoro», e vattelappesca dov’è la differenza fra queste due parole. Oltretutto il lavoro non esprime una materia, come quelle che si studiano agli esami. No, è l’oggetto d’una politica pubblica. Ma le politiche del lavoro, per essere efficaci, devono comprendere gli ambiti più vari, dal regime fiscale delle imprese alla tutela dei brevetti, dalla semplificazione burocratica alla promozione dell’export, dalla ricerca tecnologica al costo del lavoro. Se invece costruisco steccati fra lo Stato e le Regioni, ciascuno con il suo orticello da curare, la pianta del lavoro non può crescere, crescerà soltanto il contenzioso. Opportunamente, il testo diffuso dal governo a fine marzo affiancava al concetto di materia regionale quello di «funzione». Introduceva la clausola di supremazia in favore dello Stato. Si sbarazzava della potestà legislativa concorrente, fonte di pasticci e di bisticci. Restituiva interi settori alla compagine statale. Modellava il Senato con una rappresentanza paritaria delle Regioni e dei Comuni. Ma è ancora così? Nel nuovo Senato, a quanto pare, i sindaci saranno appena un quarto del totale. E a leggere i sorrisi che distribuisce Calderoli, le competenze delle Regioni — da residuali — tornano centrali. Vero, nessuno può riscrivere la Costituzione in solitudine. Da qui l’esigenza d’annacquare il proprio vino per soddisfare il palato degli altri commensali. Purché il vino non diventi acqua colorata. [email protected] L’ex Cavaliere e il processo contro Valter Lavitola Berlusconi teste in aula: voi giudici incontrollabili Sel nel caos: fuga dei parlamentari verso il Pd vviva la riforma, purché non sia una controriforma. Attenzione: sta per succederci con la revisione del Titolo V. Dove il governo Renzi era partito lancia in resta, recuperando lo spazio perduto dello Stato, allargando quello dei Comuni, e per conseguenza sottoponendo a una bella cura dimagrante le Regioni. Con il sostegno dell’opinione pubblica (6 italiani su 10 le detestano, dice l’Istat). Ma soprattutto con il conforto dei fatti, o meglio dei misfatti. Perché la spesa regionale è un’idrovora che ha succhiato 90 miliardi in più nell’arco di un decennio. Perché specularmente sono cresciute a dismisura le tasse locali (del 138% fra il 1995 e il 2010, secondo la Cgia di Mestre). E perché non ne abbiamo ricevuto in cambio maggiori servizi, bensì piuttosto disservizi. Oltre che una marea di scandali, dato che negli ultimi tempi le inchieste giudiziarie hanno chiamato in causa 17 Regioni (su 20) e più di 300 consiglieri regionali. Al confronto, le Province sono verginelle. Noi invece abbiamo deciso di mandare al patibolo le vergini, santificando le matrone. Questione di gusti, per carità. Ma prima di riportare la matrona all’onore degli altari, bisognerà cambiarle l’abito. Quello che le cucì addosso la riforma del 2001, giacché è da quel momento che le Regioni hanno perso la ragione. Tutta colpa di un’ubriacatura di competenze e di poteri, anche su argomenti d’interesse nazionale, come l’energia, la scuola, l’ambiente, la rete dei trasporti, il commercio estero, la comunicazione. Da qui lo scialo, da qui un estenuante tira e molla davanti alla Consulta, per disputarsi palmi di terreno con lo Stato. Anche perché quella riforma era chiara quanto una notte invernale. Prendiamo il caso delle Domani il magazine in edicola con il Corriere Stato e imprese Pagamenti, manca il decreto 2 Primo Piano Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il delitto di Brembate Bossetti resta in cella: indizi gravi e precisi La sua difesa: quella sera ero a casa, non so come sugli abiti di Yara sia finito il mio Dna La vicenda Novembre 2010 La scomparsa e l’allarme Nel tardo pomeriggio del 26 novembre 2010 Yara Gambirasio, 13 anni, ha da poco finito uno dei suoi allenamenti in palestra, a pochi minuti a piedi da casa sua. Non vedendola tornare a casa, i genitori provano a telefonare alla figlia, ma il cellulare risulta spento. Dopo una serie di ulteriori tentativi, denunciano la scomparsa della ragazzina Dicembre 2010 Le ricerche e il fermo di Fikri Le prime indagini si concentrano in un cantiere. Il 5 dicembre, però, su una nave partita da Genova verso Tangeri (Marocco), viene arrestato Mohamed Fikri, piastrellista tunisino. Secondo l’analisi di una intercettazione telefonica Fikri avrebbe detto alla sua ragazza «Allah mi perdoni, non l’ho uccisa io». Ma con ulteriori perizie si scoprì un errore di traduzione dall’arabo. Il 7 dicembre viene scarcerato Febbraio 2011 Il ritrovamento e l’autopsia Il 26 febbraio 2011, tre mesi dopo la scomparsa, Yara viene trovata morta poco distante da Chignolo d’Isola. L’autopsia conferma che la ragazzina è stata colpita alla testa e ferita con un’arma da taglio alla gola, al torace, alla schiena e ai polsi. L’assalitore probabilmente se ne era andato prima che fosse morta. Analizzando i vestiti di Yara gli investigatori trovano una traccia di sangue appartenente a un uomo Giugno 2014 I maxi prelievi e la svolta Si cerca di capire di chi sia quel Dna. Gli investigatori prelevano nei mesi successivi i campioni genetici di migliaia di persone dei paesi vicini. Dopo una serie di incroci si scoprono prima il papà (deceduto nel 1999) e nelle ultime settimane la mamma. Con un pretesto viene recuperato il Dna del figlio Massimo Giuseppe Bossetti: il materiale è uguale a quello recuperato sul corpo di Yara. Il 16 giugno l’uomo viene arrestato DAL NOSTRO INVIATO BERGAMO — I sigilli alla casa di via Piana di Sopra chiudono una giornata che si era aperta con le prime parole pronunciate dal suo proprietario. «Intendo rispondere». Nella sala colloqui del carcere di Bergamo, un casermone perso tra prati e comprensori scolastici appena fuori dalla circonvallazione, Massimo Giuseppe Bossetti teneva le mani in vista sul tavolo, come uno studente all’esame decisivo. La sua scelta è stata una piccola sorpresa, dopo due interrogatori rifiutati avvalendosi della facoltà di non rispondere. Il colloquio con giudice per le indagini preliminari e pubblico ministero non è durato poi molto, un’ora al massimo, giusto il tempo di affrontare le domande sui punti che a giudizio degli inquirenti rendono debole la sua posizione. «Sono innocente. Non so spiegarmi perché il mio Dna sia finito sugli indumenti di Yara Gambirasio. La sera in cui lei venne uccisa ero a casa con la mia famiglia, come sempre. Il mio telefono è stato spento a lungo per la semplice ragione che era scarico e solo in seguito è stato messo in carica. Apprendo solo ora di essere figlio illegittimo. Non avevo mai incontrato Yara. Ho conosciuto suo padre in un cantiere dove lavoravamo entrambi, ma solo dopo i fatti in questione». Nell’estrema sintesi fatta dal suo avvocato Silvia Gazzetti a beneficio dei giornalisti in attesa è già presente una linea di difesa all’insegna del muro contro muro. Gli investigatori non si aspettano improvvisi cedimenti da parte dell’indagato, descritto come una persona molto fredda e lucida, molto presente a se stessa anche nella tempesta che ha sconvolto la vita della sua famiglia. L’accusa porta a casa il primo risultato e una bacchettata sulle dita. Il colpo di scena non arriva, Bossetti resta in carcere. La motivazione è lapidaria. «Gli elementi raccolti a carico dell’indagato sono precisi e concordanti, sussistono gravi indizi di colpevolezza». Ma il fermo che lunedì scorso lo ha privato della libertà non aveva ragion d’essere, non era legittimo. Il pubblico ministero avrebbe dovuto subito procedere con la richiesta di arresto. «Dagli atti non si evince alcun elemento concreto e specifico dal quale desumere il pericolo di fuga. Si tratta infatti di soggetto regolarmente residente in Italia ove vive il suo nucleo familiare ed i figli minori e dove svolge attività lavorativa, che non si è allontanato dopo l’omicidio avvenuto nel 2010 ed è rimasto in loco durante tutte le indagini e nonostante la risonanza mediatica delle stesse, tanto che i militari chiamati a eseguire il fermo lo hanno trovato presso il luogo di lavoro. Non si è allontanato neanche dopo che la madre nel luglio 2012 è stata sottoposta al prelievo per l’esame del Dna e da ultimo dopo che i militari lo hanno sottoposto a controllo tramite alcoltest per effettuare il prelievo genetico che è stato utilizzato per la comparazione, con esi- L’incontro con il padre «Ho conosciuto suo padre in un cantiere dove lavoravamo entrambi, ma dopo i fatti» to positivo, con la traccia biologica trovata sul corpo della vittima». La sostanza delle cose non cambia. L’elenco delle «ragioni» di Bossetti, scritto da un giudice terzo, rende chiaro quanto la partita tra accusa e difesa possa rivelarsi aperta, salvo ulteriori svolte. A quanto pare ci sarà un processo fortemente indiziario, destinato a dividere l’Italia tra colpevolisti e innocentisti, sostenitori delle indagini tecniche ai quali si opporrà il partito dei nostalgici di Maigret. La crepa tra i due fronti si sta allargando ogni giorno che passa. I segni sono già evidenti sui luoghi di questa storia, dove vicini di casa, parenti, semplici conoscenti, hanno superato l’iniziale onda colpevolista per tornare a un esercizio del dubbio basato sulla conoscenza diretta del presunto Ignoto 1. «Non è per una gocciolina di sangue che si può mettere in galera una persona. Fino a quando non lo condannano, non ci credo». La signora Maria Locatelli dice che «il signor Massimo» resta un papà solo più apprensivo degli altri. Non vuole che le sue figlie piccole giochino sulla strada che passa accanto all’ingresso posteriore della sua casa di Piana, la frazione di Mapello dove abita dallo scorso inverno. Preferisce che restino «in contrada», ovvero in via Piana di Sopra, il sentiero stretto tra due legnaie che corre proprio davanti all’abitazione. Adesso i sigilli hanno chiuso anche un tratto di quel passaggio. «Immobile sottoposto a sequestro penale su disposizione della procura della Repubblica» si legge sulla porta di casa. Marco Imarisio © RIPRODUZIONE RISERVATA Sotto accusa In un fermo immagine tratto da un video delle forze dell’ordine le fasi del fermo di Massimo Giuseppe Bossetti, 43 anni, il presunto assassino di Yara Gambirasio La ragazzina, che all’epoca aveva 13 anni ed era di Brembate di Sopra (Bergamo), è scomparsa il 26 novembre 2010. Il corpo è stato trovato da un passante lungo un torrente, poco distante dal paese di Chignolo d’Isola, a circa 9 chilometri di distanza da Mapello dove si erano concentrate le ricerche negli ultimi giorni di novembre del 2010 (foto Ansa) L’ordinanza Gli investigatori: girava attorno alla palestra nei giorni precedenti all’omicidio Il giudice: «La lasciò morire in quel campo Ha indole malvagia e priva di umana pietà» Il muratore: se fossi stato il padre non sarei andato al lavoro durante le ricerche DAI NOSTRI INVIATI BERGAMO — Era lì anche nei giorni precedenti. Girava intorno alla palestra, forse aspettava proprio lei. Sono i dati forniti dalle celle telefoniche a fornire nuovo sostegno all’impianto dell’accusa contro Massimo Giuseppe Bossetti di aver ucciso Yara Gambirasio. E a convincere il giudice Ezia Maccora della necessità di emettere nei suoi confronti l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Anche perché gli contesta una nuova aggravante collegata al fatto che «Yara era in condizioni di minorata difesa», non poteva sfuggire alla furia dell’uomo. La motivazione è lapidaria: «Le esigenze cautelari sussistono avuto riguardo alla gravità intrinseca del fatto connotato da efferata violenza e dalla personalità di Bossetti, dimostratosi capace di azioni di tale ferocia posta in essere nei confronti di una giovane e inerme adolescente abbandonata in un campo incolto ove per le ferite e per ipotermia ha trovato la morte. Una condotta particolarmente riprovevole per la gratuità e superfluità dei patimenti cagionati alla vittima, con un’azione efferata, rivelatrice di un’indole malvagia e priva del più elementare senso di umana pietà». E ancora: «Pur trattandosi di soggetto incensurato, la mancanza di freni inibitori dimostrata rende la misura in carcere l’unica adeguata», anche tenendo conto del «pericolo di reiterazione di reati della stessa indole o comunque commessi con violenza se si considera che ad oggi non si conoscono le ragioni che hanno portato Bossetti a sfogarsi su una giovane ragazza che non si sa se conosceva e se sulla stessa aveva già da tempo posto la sua attenzione». Il Dna e il cellulare Bastano undici pagine al giudice per avvalorare l’impianto accusatorio e le verifiche effettuate dai carabinieri e della polizia. Soprattutto per confermare l’esistenza di una prova regina come quella del Dna. Nessuna valenza viene attribuita alla difesa di Bossetti che si proclama innocente, perché «le sue complessive dichiarazioni non sono idonee a scalfire l’indizio principale e cioè la traccia biologica ritrovata sugli indumenti della vittima riconducibile alla persona dell’indagato, non essendovi elementi in atti o prospettati dalla difesa che evidenziano dubbi sulla validità del metodo scientifico adottato per prevenire a tale risultato e possibili errori metodologici nell’estrazione della traccia e nella successiva comparazione». E in questo quadro viene inserito Il documento Una pagina dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del carpentiere Massimo Giuseppe Bossetti l’aggancio del cellulare alla cella che si trova nell’area dove Yara è stata portata via. Secondo il giudice «tale ultima circostanza assume rilievo in una valutazione globale e non isolata dagli indizi a carico. Perché se è possibile che il suo cellulare abbia agganciato la cella di Mapello alle 17,45 del 26 novembre 2010 perché per rientrare a casa dal lavoro transitava di fronte al centro sportivo di Mapello (come dichiarato nel corso dell’interrogatorio), se dalla valutazione isolata dell’inizio si passa a quella globale e si collega tale dato a quelli fin qui illustrati, cioè il Dna e il lavoro nel settore edile, la circostanza che il cellulare dell’indagato abbia agganciato la cella di Mapello conferma il quadro probatorio a suo carico in quanto è certo che Bossetti la sera del 26 non si trovava in un luogo diverso da quello in cui è scomparsa Yara». Le «incongruenze» di Bossetti Nell’ordinanza Maccora si sofferma anche sulle dichiarazioni del presunto assassino, su quelle che definisce «incongruenze nel racconto». E riporta quello che pare come una vera e propria critica al papà della vittima. Scrive il giudice: «Bossetti sostiene che non ha mai conosciuto Yara Gambirasio e in un’occasione ha incontrato per lavoro il padre Fulvio Gambirasio quando era sul cantiere di Palazzago nel periodo in cui la figlia era scomparsa. Ha anche aggiunto che se fosse successo a sua figlia non avrebbe avuto neanche la forza di continuare a lavorare». Ed ecco i dubbi sulla ricostruzione offerta ieri nel corso dell’udienza, dopo che per due volte si era avvalso della facoltà di non rispondere: «Qualche incongruenza nel racconto si riscontra quando Bossetti afferma di ricordare i suoi movimenti la sera del 26 novembre 2010, perché proprio quella sera aveva visto di fronte al centro sportivo di Brembate dei furgoni con delle grosse parabole e di L’aggravante A Bossetti contestata una nuova aggravante: la ragazzina era «in condizioni di minorata difesa, non poteva sfuggire» essere stato attratto da tale presenza. Ha poi precisato di non essere sicuro che il giorno fosse il 26 novembre, potendo essere il 27. Affermazione che andrà verificata dato che la denuncia di scomparsa avviene la mattina del 27 novembre, quindi difficilmente tali furgoni dotati di parabole possono essere collegati a mezzi di telecomunicazioni presenti». Maddalena Berbenni Fiorenza Sarzanini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 ❜❜ I luog luoghi ghi Casa Gambirasio via Rampinelli Brembate Sopra Palestra Yara via Locatelli angolo VVia Caduti dell’Aeronautica Solarium frequentato da Bossetti via Sorte Brembate Sopra Abitazione Bossetti via Piana di Sopra Mapello LO M B A R D I A Casa fratello di Bossetti via Foscolo 40 Mapello Brembate Sopra Mapello llo via G. ar co n Terno d’Isola i BE ERG BERGAMO Campo del ritrovamento del corpo di Yara via dei Bedeschi Chignolo d’Isola L’intervista Abitazione madre Bossetti via Maratona 1 Terno d’Isola 2 km k Vittima a tredici anni Yara Gambirasio, originaria di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, è sparita nel tardo pomeriggio del 26 novembre 2010 dopo essere uscita dalla palestra del suo paesino. Il corpo è stato trovato circa 3 mesi dopo: aveva 13 anni (foto Paolo Magni) 3 Hanno voluto incastrarlo. Non è lui, sono sicura. Mio padre? È l’uomo che mi ha cresciuto. Quello che ha fatto mia madre, se è vero, non cambia nulla Laura Letizia Bossetti, sorella di Massimo La madre del sospettato: «So che vado alla gogna, ma non ho nulla da nascondere» «La scienza ha sbagliato Massimo non è un killer ed è figlio di mio marito» Ester: se avessi avuto dubbi lo avrei denunciato M ni zo an .M A via Cantiere di Mapello Strada Regia Mapello Primo Piano italia: 51575551575557 Domani suo figlio confessa e dice: sì, ho ucciso io Yara. Lei che cosa fa? «Non ci credo. Dovrei guardarlo in faccia per capire se dice la verità. Ma non può accadere, perché non è vero». Due test del Dna indicano che non è figlio di suo marito ma di Giuseppe Guerinoni, ed è Ignoto 1, il presunto killer. Le sue parole dicono l’esatto contrario. «Per gli investigatori è così. Per me no, al cento per cento. Non sono mai stata con Guerinoni». Ester Arzuffi, 67 anni, vuole raccontare la sua verità. È la mamma di Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere con l’accusa di aver ucciso la bambina di Brembate Sopra. Ester guarda dritto negli occhi quando parla: «Mi chieda pure, io rispondo perché non ho niente da nascondere». Capelli neri con la frangia, unghie perfette laccate di rosso, maglia azzurra con le rose, pantaloni a sigaretta beige e ai piedi sandali chiari con le zeppette adornati di piccole borchie. Parla nello studio degli avvocati Benedetto Maria Bonomo, Jacopo Bonomo e Sara Scarpellini, a Bergamo. «La madre ci ha chiesto di interessarci della difesa del figlio, ma visto l’impegno su casi come Mercadante e Cantamessa, nell’immediato non saremmo in grado di dedicare il tempo necessario anche a questo. Per ora ci occupiamo della tutela dell’immagine della signora, che rompe il silenzio per dare dimensione alla sua dignità». Lunedì è arrivata la svolta sull’omicidio di Yara. E la sua famiglia è stata sconvolta. «Ero in clinica da mio marito. Non sta bene. Alle 19.15 mi hanno chiamato e hanno detto che io, mia figlia e suo marito dovevamo correre in questura. Mentre stavamo andando, mio genero ha ricevuto una telefonata. Gli hanno detto: “Hai visto che tuo cognato è stato arrestato per Yara?”. Uno shock. Siamo rimasti in questura fino alle 5 del mattino». Sulla bilancia, da un lato ci sono due test del Dna dall’altro le sue parole. È una situazione incredibile... «Lo so, lo so. Che cosa vuole che le dica, che menta? A meno che il mio cervello non abbia resettato tutto, questa è la verità». Sta dicendo che la scienza ha sbagliato? «Sì. Ne sono la prova. So che vado alla gogna, che mi criticheranno, ma è così». Però lei ha conosciuto Guerinoni. «Sì, vivevo a Ponte Selva come lui. Non lo nascondo. Ma era solo una conoscenza. Con i suoi legali Ester Arzuffi è la mamma di Massimo Giuseppe Bossetti, arrestato lunedì con l’accusa di aver ucciso Yara. A sinistra, con i legali (Manzoni/Fotogramma) ❜❜ La relazione clandestina Guerinoni era un amico ma non abbiamo mai avuto una relazione ❜❜ La reazione della nuora Mia nuora non mi vuole credere: questa cosa mi ha ferito Mio marito aveva chiesto a lui e a Vincenzo Bigoni di portarmi al lavoro, in auto, alla Festi Rasini, perché già andavano in zona. Poi la sera tornavo in autobus. Ma tra conoscere una persona e avere intimità con lei ce ne passa». Poi è andata via dalla Valle Seriana e vi siete trasferiti a Brembate Sopra, dove abita la famiglia di Yara. «Guardi che non sono scappata per fuggire da qualche scandalo, come qualcuno scrive. Vuol sapere davvero come è andata? Mio marito voleva cambiare lavoro, quindi ci siamo messi in macchina e siamo andati alla ricerca di un altro posto. L’abbiamo trovato alla Filco di Brembate Sopra. Nel giro di una settimana abbiamo cambiato casa». Era incinta dei due gemelli? «Ma no. Ci siamo trasferiti nel 1969, sarà stato marzo o aprile, e loro sono nati a ottobre del 1970, per altro con un mese di anticipo. Mi dice come possono essere figli di Guerinoni? Vede che le date e altre cose non tornano?». Potrebbe aver mantenuto contatti con le persone della Valle. «No, invece li ho interrotti». Poi è arrivata la notizia che l’assassino della bambina è il figlio di quel Guerinoni che lei aveva conosciuto. «L’ho sentito in tv. Seguivo il caso della bambina, sono un’appassionata di “Chi l’ha visto?”. L’ho riconosciuto dalla foto». Quindi in famiglia parlavate di Yara? «Sì, se ne parlava, perché abitava a Brembate Sopra». E suo figlio che reazioni aveva? «Non ho mai captato nulla». Cambiamenti nel periodo della scomparsa? «Nulla di nulla». Una mamma potrebbe voler difendere a tutti i costi il figlio. «Si può anche pensare. Ma Massimo non ha fatto niente, davvero». E se avesse notato qualcosa e dubitato di lui, che cosa avrebbe fatto? «Con il carattere che ho, se lo avessi visto lì fisso a guardare i servizi sulla bambina e avessi dubitato di lui, gli avrei detto: “Vai dai carabinieri”. Lo avrei trascinato». Che cosa dice sua figlia? «Quella sera in questura le ho detto che non è vera la questione del padre. Lei mi ha risposto: “Ma mamma, ti credo”». Però, a parte la questione «figlio di Guerinoni», un test esclude che i gemelli siano di suo marito. «Allora che cosa facciamo? La risposta è quella di prima. Sono consapevole di che cosa indica il Dna, ma dico che non è vero». Sua nuora, però, crede alla scienza. «Lo so e questo mi ha ferito. Faceva così — alza le mani ai lati del volto —: “Ester, dovevi dirmelo, dovevi diiiirmelo”. Le ho risposto la stessa cosa: “La verità è un’altra”». Poi c’è la storia del nome. Massimo Giuseppe come Giuseppe Guerinoni? E Laura Letizia, come Laura, moglie di Guerinoni? «Macché. È stato mio padre a dirmi: “Chiamalo come me”. Volevo chiamare la gemella Nadia, invece mi è uscito di getto Laura e Letizia come mia zia». Si sente additata? «No, non ne ho la percezione. Una persona mi ha anche detto che i genitori di Yara sono andati dal parroco e gli hanno detto che sono vicini alla nostra famiglia. Sono brave persone. Prima o poi andrò a trovarli e un abbraccio glielo devo dare». E lei a mamma Maura e papà Fulvio che cosa vuole dire? «Che mi spiace per la perdita di loro figlia. Li capisco perché sono mamma e sto soffrendo anche io». A suo figlio? «Gli mando un abbraccio. Voglio guardarlo negli occhi e dirglielo: “Non sei figlio di quell’altro”». Giuliana Ubbiali [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA CLIFTON ORO ROSSO, 39 MM MOVIMENTO AUTOMATICO www.baume-et-mercier.it Gioielleria Ciaudano CHIERI TO / Franchin CONEGLIANO VENETO TV Florence Gold Center FIRENZE / Paolo Vale Gioielleria REGGIO CALABRIA Cristilli ROMA / Gioielleria Bramardi SALUZZO CN Fagnola - Jolly Oro TORINO / Gioielleria Vanity VALMADRERA LC Ossola Dal 1919 VARESE / Menichelli Dal 1912 VITERBO 4 italia: 51575551575557 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 Le riforme Le scelte Senato, si tratta sul testo finale E mercoledì Renzi vede Grillo A Firenze La «first lady»: da Mineo parole orribili Pomeriggio con i bimbi down per Agnese Landini. A Firenze, la moglie del premier ha fatto da madrina alla festa di un’associazione di volontariato, «Trisomia 21», che segue anche una sua «stupenda nipotina» e che sta progettando «una casa che servirà a rendere questi ragazzi capaci di vivere da soli». Poi è tornata sulle parole del senatore pd Corradino Mineo, che dopo l’estromissione dalla commissione Affari costituzionali definì Renzi «un ragazzino autistico». «Orribili», le ha definite Landini, «non aggiungo altro». (LaPresse) Ultimi incontri dopo l’intesa tra il segretario e Berlusconi La Nota di Massimo Franco Il sì del premier ai 5 Stelle è un segno di forza I l «sì» di Matteo Renzi all’incontro propostogli da Beppe Grillo è un segno di forza. Il presidente del Consiglio sa di avere quasi chiuso l’accordo con Silvio Berlusconi sulla riforma del Senato. E dunque può permettersi di affrontare una delegazione del Movimento 5 stelle senza temere ulteriori perdite di tempo né malumori nel Pd. Spiegando che «nessuno ha la verità in tasca», e indicando mercoledì come possibile data, sfida Grillo a scoprire le sue carte: anche se l’impressione è che il capo del M5S gli abbia consegnato un aut aut fuori tempo massimo. Candidandosi come sponda istituzionale al posto di Silvio Berlusconi, Grillo ha reso esplicita la manovra di destabilizzazione che sta tentando. Sa che l’accordo tra palazzo Chigi e il leader di FI è in dirittura d’arrivo. Ma deve dimostrare al Movimento 5 Stelle di non dire soltanto dei «no». Grillo intuisce le crepe che sta aprendo nelle opposizioni il rapporto con il governo, e cerca di prevenirle aprendo al dialogo. Sa bene che non otterrà grandi risultati. Ma il suo movimento è più inquieto di quanto non appaia, e deve tacitare quanti lo accusano di seguire una strategia del «no» pregiudiziale. Lo sgretolamento di una piccola formazione di siLa spaccatura nistra come il Sel di Nidi Sel segnala chi Vendola, dal quale si una difficoltà staccano deputati e senatori, segnala una certa generale capacità di attrazione delle opposizioni del renzismo. Si esercita nei confronti di alcuni pezzi della sinistra ma più in generale delle opposizioni che sembrano incapaci di offrire una vera alternativa. Per questo palazzo Chigi non teme il confronto. Ha alle spalle la vittoria alle europee del 25 maggio e davanti un Grillo oggettivamente più debole, al quale ricorda che «c’è molto da fare e non c’è tempo da perdere». E indica come data un giorno della settimana prossima nella quale potrà far valere una serie di scadenze «da unità nazionale», come l’immigrazione e il semestre di presidenza italiana dell’Europa. Chiedendo aiuto per combattere la xenofobia, introduce in anticipo un argomento sul quale il M5S si è già diviso nelle settimane scorse: soprattutto dopo l’accordo europeo tra Grillo e gli ultranazionalisti inglesi dello Ukip. E poi, tra sei giorni potrebbe già essere stata perfezionata l’intesa con Fi sulle riforme. A questo punto, i rischi del confronto li corre più Grillo di Renzi. Lasciando capire che ci sono soltanto alcuni aspetti da limare prima di ufficializzarla, Berlusconi vuole confermarsi come principale sponda istituzionale della maggioranza. I rapporti con il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano rimangono pessimi, e questo perpetua le divisioni nel vecchio fronte moderato. Ma per l’ex premier quello che conta è allontanare il rischio di un Pd pronto a cercarsi nuove alleanze in un Parlamento dove le posizioni si rimescolano e si scompongono: per ora a tutto vantaggio della coalizione governativa. Berlusconi sa che deve muoversi per evitare spinte centrifughe perfino nel suo stesso partito: anche se viene accusato di subalternità politica a Renzi. Per il premier, gli ostacoli potrebbero spuntare in Europa. Non è chiaro se i critici dell’austerità riusciranno a smuovere una Germania che non vuole toccare il patto sul quale è basata la contestata politica del rigore. A sentire la cancelliera Angela Merkel, quell’accordo ha un’elasticità che permetterà di mediare. Ma le nomine al vertice dell’Ue possono dare margini di trattativa a Renzi, che ieri ha parlato con la Merkel. D’altronde, anche gli Stati uniti spingono per un’Europa più attenta alla crescita. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Si deciderà nelle prossime ore se servirà un nuovo faccia a faccia tra Renzi e Berlusconi per sbloccare il cammino delle riforme che, passo dopo passo, sta arrivando a una conclusione positiva dopo l’ennesima giornata di trattative serrate. Un incontro che potrebbe precedere o seguire a stretto giro di posta quello già fissato per mercoledì a Palazzo Chigi con una delegazione del M5S a cui lo stesso presidente del Consiglio potrebbe partecipare. Sì perché ieri, in extremis, è stato Beppe Grillo dal suo blog a sollecitare «una risposta» al premier sull’invito a sedersi a un tavolo per discutere non più solo di legge elettorale, ma anche di riforme istituzionali, con spirito Su «Le Monde» Il quotidiano francese ha dedicato la copertina del suo magazine (sotto) al premier italiano. Il titolo dello «Speciale Italia» è: «Veni, Vidi, Renzi» Telefonata con Merkel Ieri il premier ha anche avuto un confronto al telefono con Merkel sui temi europei collaborativo e senza l’intento di perdere tempo. Renzi — che in giornata si è anche sentito con la Merkel per parlare di temi europei — si è detto subito disponibile: «Vediamoci, c’è molto da fare», ha fissato l’appuntamento, ha chiesto la composizione della delegazione (ci saranno i capigruppo e il vice presidente della Camera Di Maio) e farà sapere nelle prossime ore se sarà lui stesso a presenziare o se affiderà il compito alla Boschi e magari ai capigruppo del Pd. Certo, l’avvertimento a Grillo è secco: «Nessuno ha la verità in tasca». Ma il dialogo è aperto. Giornata dunque importantissima sul fronte delle riforme quella di ieri, anche se non ancora decisiva. Dopo l’incontro tra il ministro Boschi con Quagliariello per Ncd ma soprattutto con il capogruppo di FI Paolo Romani, che alla fine ha definito la nuova proposta del governo «lar «largamente innovativa», nessuno né nel Pd né fra gli azzurri pensa davvero che l’intesa possa saltare. Certo, Romani ha avvertito che ci sono ancora nodi da sciogliere, che FI dovrà riunirsi e decidere, ma Giovanni Toti ammet- te che «stiamo andando nella direzione giusta». Non che tutti esultino all’ipotesi che in breve si possa arrivare al varo del nuovo Senato e alla definizione della legge elettorale: ieri alla Camera tra deputati dei due schieramenti non di fede renziana, la preoccupazione per un premier che «fa tutto in un anno e poi ci porta a votare» era palpabile. Ma, allo stato, Berlusconi oltre ad insistere sulla necessità che alle riforme si aggiunga quella sul presidenzialismo non va: andare avanti per il momento è Il leader pentastellato: noi democratici, facciamo paura Sul blog l’incontro dei deputati M5S con Farage «Un simile accanimento verso il Movimento 5 Stelle e verso l’intera compagine del gruppo Efd nell’Europarlamento sta a significare che facciamo paura»: Beppe Grillo — in un post intitolato «Il Movimento 5 Stelle è una forza democratica» e corredato da una foto dei capogruppo con Nigel Farage — torna a difendere sul blog la scelta dell’alleanza euroscettica in Europa. Il leader Cinquestelle attacca Il fatto quotidiano — già in un post precedente in giornata l’ideologo Paolo Becchi aveva In Rete Ignazio Corrao e David Borrelli con Nigel Farage invitato a guardarsi dai «falsi amici» — e gli affondi contro gli altri componenti del gruppo europeo. «Così per bollare il Movimento 5 Stelle come “di destra” diventa lecito anche colorire o aggiustare le informazioni in modo che i fattori diano il risultato desiderato — spiega Grillo — come nel caso dei due europarlamentari democratici svedesi, Kristina Winberg e Peter Lundgren, dipinti dalla stampa come nazisti e razzisti». © RIPRODUZIONE RISERVATA una via obbligata. Anche per questo torna l’ipotesi che possa essere lui a siglare con Renzi un nuovo patto sulle riforme, riprendendo ruolo e visibilità. Magari portando a casa quelle ultime modifiche che FI ancora chiede. Infatti, ottenuto il ridimensionamento da un terzo a un quinto del numero dei sindaci e il criterio di proporzionalità nell’elezione da parte dei consiglieri regionali dei senatori, restano problemi sui poteri del Senato, in particolare sull’elezione del capo dello Stato, dei membri della Consulta e del Csm. E sullo sfondo resta la richiesta trasversale, che in Aula potrebbe tornare a farsi forte, di elezione diretta dei membri del Senato. Ma per il momento si va avanti con l’ottimismo del governo: stasera dovrebbero essere depositati in commissione Affari costituzionali gli emendamenti dei relatori — Finocchiaro e Calderoli — che recepiscono gran parte delle richieste dei partiti, fino a mercoledì sarà possibile presentare sub emendamenti e da metà settimana si voterà. Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista La capogruppo di Ncd alla Camera non cede sul presidenzialismo: è uno dei nostri punti cardine «Ma Pd e FI sciolgano il nodo dell’elettività» De Girolamo: la riforma sarà realtà entro l’estate Il Movimento? Credo voglia solo destabilizzare ROMA — «Sono soddisfatta di come stanno andando le cose, il nostro orientamento sulle riforme è rispettato», dice Nunzia De Girolamo, capogruppo del Ncd alla Camera, alla fine della lunga giornata di consultazione di ieri. Siamo davvero a «un passo dalla chiusura», come dichiara Matteo Renzi? «Credo che siamo vicini. In queste ore e in questi giorni sono in programma altri incontri con il governo, per delineare i dettagli. Però su Titolo V e il riequilibrio numerico, nel futuro Senato, tra consiglieri regionali e sindaci siamo già molto contenti. Così come sul fatto che una regione piccola non potrà avere lo stesso numero di senatori di una grande». Un terzo di sindaci e due di consiglieri regionali? «Domani (oggi per chi legge, ndr) alle 15 avremo un nuovo incontro e vedremo i dettagli». La questione calda dell’elettività o meno dei nuovi senatori è un punto già chiuso? «È il nodo più cruciale. Ma riguar- Chi è Ex ministro Nunzia De Girolamo, 38 anni, capogruppo alla camera di Ncd, è nata a Benevento, dove è stata coordinatrice di Fi. È stata ministro delle Politiche agricole nel governo guidato da Enrico Letta da più il confronto fra Forza Italia e Renzi. Noi abbiamo presentato una mediazione, un listino a parte nel quale i cittadini, al momento delle Regionali e Comunali, possano scegliere chi mandare a Palazzo Madama. Però non credo che Renzi si sposterà dal modello elezione di secondo grado». E i 21 senatori di nomina quirinalizia? «Siamo contrari». Il presidente del Consiglio vorrebbe che la riforma fosse avviata entro il 2 luglio. «Penso che in una quindicina di giorni il testo possa arrivare in Aula, che per l’estate la discussione possa diventare realtà». Sono definite le competenze che avrà il nuovo Senato? «Non siamo ancora entrati nel dettaglio». Il presidenzialismo? Potrebbe essere il terreno di un riavvicinamento fra voi e Forza Italia? «È certamente uno dei punti cardine della coalizione del centrodestra. Noi raccoglieremo le firme per proporre una legge di iniziativa poIl Movimento 5 Stelle sostiene di polare». voler dialogare di riforme. State parlando anche di legge «Ben vengano, se hanno deciso di elettorale? uscire dallo streaming per entrare «Come avevamo chiesto, ne parle- nelle riforme. Ma io diffido, credo remo dopo il superamento del bica- che sia una mossa per destabilizzare meralismo perfetto. In ogni modo, quanto stiamo costruendo». l’Italicum andrà modificato al SenaQualcuno ritiene che l’assenso to». di Forza Italia sulle riforme possa Anche Renzi ha chiesto che la essere uno scambio con il rallentanorma sulla responsabilità civile mento di alcune leggi. dei magistrati venga modificata al Senato: non è contraddittorio voler annullare il bicameralismo perfetto e L’Italicum invocare il miglioramento dei provvedi- Della legge elettorale parleremo menti proprio in quel- dopo il superamento la sede? «No, oggi Palazzo del bicameralismo perfetto, Madama ha questo ruo- ma l’Italicum andrà modificato lo e va rispettato. Dopo, i provvedimenti che usciranno dalla Camera saranno de«Ignoro gli accordi fra Forza Italia finitivi, con più celerità e minori co- e Pd e non faccio illazioni». sti. Si vareranno con la consapevoVoi siete d’accordo, per esempio, lezza che non c’è una seconda istan- sulla reintroduzione del reato di za». falso in bilancio? Il futuro Senato non potrà «im«Quando sarà all’ordine del giorpugnare» nessuna legge? no, valuteremo». Daria Gorodisky «Non abbiamo ancora affrontato © RIPRODUZIONE RISERVATA nel dettaglio le sue competenze». ❜❜ 6 Primo Piano Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 I partiti Le scelte Sel si sfalda, la fuga dei deputati verso il Pd In quattro lasciano, altri tentati. Vendola: è il giorno più difficile. Renzi: noi aperti I dimissionari L’ex capogruppo Gennaro Migliore, 46 anni domani, deputato: «L’ingresso nel Pd? Valuteremo» L’ex eurodeputato Claudio Fava, 57 anni, giornalista, ex Ds, faceva parte di Sel dal 2010 ROMA — Se ne va Gennaro Migliore, rimarcando di essere «stato accusato di sequestro della linea politica e di essere un sabotatore», per cui «per me si è rotto un vincolo di fiducia». E se ne va anche Claudio Fava, che invece saluta tutti parlando di «scelta dolorosa e insieme inderogabile», anche «per la distanza che ormai separa Sel dal suo progetto originario». Abbandona Titti di Salvo e divorzia anche Ileana Piazzoni. E non è che l’inizio, visto che qualche manciata di parlamentari stanno riflettendo se seguire i fuoriusciti verso gli orizzonti della maggioranza, e quindi verso il Pd. In sole ventiquattr’ore, anche se il focolaio del dissenso interno covava sotto la cenere da mesi, la scissione di Sel è servita. Il partito di Nichi Vendola non ha retto alla rissa che s’è aperta nel gruppo parlamentare sul voto al decreto Irpef. E non ha tenuto al lacerante dibattito sulla collocazione internazionale, innescato da chi — come Migliore o come Fava — puntava e punta sull’approdo nel Pse. Il governatore pugliese ci prova con un tentativo in extremis, a tamponare la ferita. Poco prima che abbia inizio il coordinamen- to del partito, Vendola offre un saggio della sua narrazione. «Spero che Gennaro Migliore torni sui propri passi perché gli voglio bene e l’ho considerato come un figlio». Qualche ora dopo, a frattura consumata, anche il leader si abbandona alla più classica delle annotazioni di maniera. «Auguri a chi lascia ma questo è un errore politico», sot- Appello Il leader e l’ultimo appello senza successo: «Migliore è come un figlio» tolinea. «Ai compagni che vanno via facciamo gli auguri», scandisce. «Per noi oggi è il giorno più difficile», dice. E comunque, avverte, «il mio ruolo di leader è sempre a disposizione». Non c’erano più toppe, però, a poter tappare il buco. Ieri l’altro, dopo la divisione interna sul voto sul decreto Irpef, Migliore incontra due renziani doc, Lorenzo Guerini e Francesco Bonifazi. Le malelingue sussurrano di qualche contatto (non confermato) diretto con Renzi. E si bisbiglia di un Migliore pronto a lanciare con grande anticipo la sua corsa a prossimo sindaco di Napoli. Agli atti, però, rimane un faccia a faccia che l’ormai ex capogruppo, di buon mattino, ha col compagnorivale Nicola Fratoianni, che rappresenta la linea opposta alla sua. «Gennaro, se il problema è il mio ruolo da coordinatore del partito, sono disposto a fare un passo indietro. Fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi», dice Fratoianni. «M’avete accusato di aver sequestrato la linea del partito. È troppo tardi», risponde Migliore. Partita chiusa. L’altra che sta per aprirsi, invece, rimanda ai parlamentari che seguiranno i fuoriusciti. Di Salvo e Piazzoni sono già fuori. Con un piede sull’uscio, invece, ci sarebbero Nazzareno Pilozzi e Stefano Quaranta, Alessandro Zan e Fabio Lavagno, Michele Piras e Martina Nardi, Gianni Melilla e Luigi Laquaniti, Lara Ricciatti e Toni Matarrelli. Qualcuno forse si fermerà prima, altri se ne andranno. In marcia verso Renzi e il Pd, magari transitando da un gruppo cuscinetto composto insieme ai socialisti di Riccardo Nencini e a qualche eletto di La riunione Il leader di Sinistra ecologia e libertà Nichi Vendola, 55 anni, circondato dai cronisti dopo la riunione di segreteria del partito che ha sancito gli addii di quattro parlamentari (LaPresse) Scelta Civica. Ma in maggioranza, comunque. Difficile parlare di scouting renziano (in serata il premier dichiara: «Massimo rispetto per il travaglio di Sel, chi guarda al Pd troverà un partito aperto»). E difficile, in ogni caso, ricomporre i tasselli impazziti di un puzzle che s’è smontato dopo le Europee. Ma c’è un dettaglio nascosto, in tutta questa storia. E sta nel rapporto coltivato da due ambasciatori. Il renziano calabrese Ernesto Carbone e il primo fuoriuscito di Sel, un altro calabrese, Ferdinando Aiello. Da lì, dal voto del 25 maggio, sarebbe partita «l’operazione». «Credo che i deputati usciti da Sel, più che dalla politica, siano attratti dalle politiche di questo governo», è l’unica cosa che si lascia scappare Carbone. Qualche divanetto più in là, il vendoliano Fratoianni mastica amaro. «Ci hanno accusato di fare costituenti con Ferrero, cosa falsa. E ci hanno messo in croce per la lista Tsipras. Ma questa avventura ha o non ha consentito a Sel di rimettere piede nel Parlamento europeo? No, ditemi se sbaglio…». Il resto è già storia, più che cronaca. T.Lab. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il retroscena L’incontro con Guerini e Bonifazi L’ex sindacalista Titti Di Salvo, 58 anni, vicecapogruppo vicario di Sel alla Camera La deputata Ileana Piazzoni, 41 anni, è segretaria del gruppo di Sel alla Camera Migliore, il groppo in gola «Affidiamoci a Matteo» ROMA — «Lo sapete che non sono uno troppo incline ai sentimentalismi, no?». Ma visto che in una chiacchierata ci sono delle pause che non si possono nascondere all’interlocutore, ecco che la verità viene a galla. Con una confessione. «No, non ho pianto. Ma il groppo in gola c’è, quello non si può nascondere». Montecitorio, ore 18. Da qualche ora Gennaro Migliore ha formalizzato con una lettera il suo addio a Sinistra, ecologia e libertà. Lascia il partito e il posto da capogruppo alla Camera. Dice addio a «compagni con cui sono cresciuto, negli ultimi vent’anni». E chiude dietro di sé quella porta che Nichi Vendola ha provato a sbarrargli in extremis, con un appello rivolto come lo si rivolge «a un figlio». «Un figlio, un figlio…», ripete Migliore come se parlasse da solo. Poi mette in fila un pensiero senza nemmeno prendere fiato. «Non è questo il momento di lanciare delle accuse. E forse non sarebbe neanche il caso di parlare degli errori fatti. Ma una cosa che m’ha fatto inc…re di Nichi c’è stata. È stata la frase in cui mi ha accusato di “sequestro di linea politica”. Una cosa ingiusta». Anche perché, e l’ex capogruppo lo rimarca come se in mano avesse la penna rossa, «io sono sempre stato ai doveri che il mio ruolo mi imponeva. Vede, io a stare in minoranza sono anche abituato, e la cosa neanche mi dispiace. Ma con quella frase, Vendola di fatto ha detto che ero d’intralcio, che per Sel ero come un impedimento. E, se permettete, dai posti in cui sono d’intralcio, me ne vado». Nel corpicino di quella sinistra che un tempo si sarebbe detta «radicale», la scissione prodotta da Migliore sarà una di quelle ferite cha sanguineranno assai. Claudio Fava l’ha seguito fuori dai confini di Sel. E lo stesso faranno Titti Di Salvo, Ilenia Piazzoni e un’altra decina, forse qualcuno in meno. Andranno verso Matteo Renzi. Anche se, scandisce l’ex capogruppo di Sel, «non entriamo domani mattina nel Pd o nel gruppo parlamentare del Pd». Già, Renzi. Da ex nemico il premier s’è trasformato — parole di Migliore — «nella persona a cui il consenso ha consegnato il ruolo di maggiore responsa- Possibili candidature L’ex capogruppo vedrebbe benissimo per il suo futuro una corsa a sindaco di Napoli Accuse L’ex delfino di Bertinotti: «Mi hanno accusato di sequestro di linea politica, una cosa ingiusta» bile delle sorti della sinistra europea». Nell’uomo «a cui la sinistra europea può e deve affidarsi per superare questa fase segnata dalle politiche di austerità». Giura di non parlare col premier da tempo, Migliore. Certo non può nascondere di aver incontrato Lorenzo Guerini e Francesco Bonifazi, all’hotel Bernini, l’altra sera. E non ammetterebbe di aver discusso del suo futuro, cosa che i maligni pensano. Un futuro in cui «Gennaro» vedrebbe benissimo una corsa a sindaco della sua Napoli, per il dopo de Magistris. Allievo prediletto di Bertinotti, che l’aveva designato come suo successore, col corso vendoliano Migliore non si è mai sentito a suo agio fino in fondo. Anche per il dualismo con Nicola Fratoianni. Ma ha tenuto botta, fedele allo «spirito di squadra» assorbito negli anni in cui giocava nelle giovanili dell’Afragola basket, «uno sport nel quale se non passi la palla sei fuori». Nel 2005, e la leggenda è sepolta negli archivi polverosi delle memorie della sinistra radicale, Bertinotti gli chiese di accompagnarlo a Pechino. Durante una riunione tra la delegazione dell’allora Rifondazione Comunista e quella del Partito comunista cinese, rappresentato nell’occasione dal responsabile esteri Wang Jiarui, si udì un tonfo. La seggiola su cui era seduto «il compagno Migliore» crollò. Né Bertinotti né il suo Delfino fanno più parte di quella storia. Forse, dietro quella sedia di Pechino, si nascondeva un segno del destino. O almeno, dopo ieri, così sembra. Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 italia: 51575551575557 7 Primo Piano Politica e giustizia Il caso Tra la folla Berlusconi teste a Napoli, attacco ai giudici in aula: magistratura incontrollata Il leader: non capisco il senso di alcune richieste La replica: non c’è alcun bisogno che lei capisca DALLA NOSTRA INVIATA NAPOLI — «La magistratura è incontrollata, incontrollabile, irresponsabile». Non era iniziata bene, ma è finita peggio l’udienza a Napoli che ha riportato faccia a faccia Silvio Berlusconi e il suo «facilitatore» Valter Lavitola, in cella da Natale. L’ex presidente del Consiglio, convocato come testimone sulla tentata estorsione dell’ex direttore dell’Avanti ai danni dell’Impregilo, non avrebbe voluto proprio parlare. Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Una volta però che gli è stato imposto non si è fermato più. Accusando la magistratura di «immunità piena» (ma c’è chi è convinto abbia detto «impunità»). Segnali di nervosismo, Berlusconi, ne aveva già dati nel L’ultimo affondo La consegna del foglio con il giuramento «per tutelare il vostro decoro» corso della deposizione, che aveva voluto priva di telecamere: le gambe che saltellavano, le risposte che si inasprivano un po’, e qualche strappo alla procedura. Come quell’«aspetta lasciami finire», detto al difensore di Lavitola, Maurizio Paniz, suo ex deputato Pdl. Ma la tensione è salita ancor di più durante le domande della presidente Giovanna Ceppaluni sulla sua telefonata con il presidente Impregilo Massimo Ponzellini. Un colloquio nel quale l’allora premier riferiva di aver saputo da Lavitola l’intenzione del premier di Panama di fare «allarmanti dichiarazioni che causeranno un grave tracollo in borsa di Impregil o » a c a u s a d e l m a n c a to rispetto degli accordi per la costruzione di un ospedale. E, Berlusconi si è lasciato andare: «Non capisco il senso di queste domande». Suscitando la protesta del pubblico ministero Vincenzo Piscitelli: «Signor giudice non può intervenire così il teste». «Non c’è alcun bisogno che L’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi saluta i suoi supporter ieri a Napoli. Dopo essere stato ascoltato in qualità di testimone durante il processo a Valter Lavitola l'ex Cavaliere ha pranzato in un ristorante-pizzeria. All’uscita, è stato attorniato dai fan, che gli hanno gridato frasi di saluto e di incitamento e lo hanno fotografato con i telefonini. Il leader di Forza Italia li ha salutati salendo sul predellino dell’auto di scorta (Ansa/Fusco) lei capisca. Funziona così», gli aveva replicato secca la Ceppaluni. A quel punto l’affondo contro la magistratura «incontrollata», «...ma ancora tutelata dal codice» aveva rimarcato la presidente. Lasciando l’aula, l’ultima ironia, restituendo al giudice la formula di rito del giuramento, il leader FI ha chiosato: «Gliela consegno affinché il decoro della giustizia venga tutelato». Sassolini che l’ex premier si è tolto a dispetto delle regole imposte dal regime speciale. E ora potrebbero costargli la revoca dell’affidamento ai servizi sociali. Prospettiva che non gli ha guastato affatto la trasferta a Napoli, dove dopo l’udienza, si è concesso pizza, mozzarella, pomodorini e bagno di folla dal predellino. Come ai tempi in cui era premier, e qui raccoglieva l’entusiasmo del «Meno male che Silvio c’è». Ieri però in tribunale non c’erano supporter, né «papi girls», né la fidanzata napoletana Francesca Pascale. Solo Lavitola, visibilmente dimagrito per la permanenza a Poggioreale. Berlusconi ha negato di aver avuto un ruolo in quelle pressioni sul manager Impregilo: «Ambasciator non porta pena», aveva detto nella telefonata. Lo ha ripetuto in aula. Sostenendo di aver caldeggiato la costruzione dell’ospedale solo per beneficenza. «Ho realizzato anche un ospedale in Amazzonia, un orfanotrofio in Thailandia e avrei voluto farne altri con Bertolaso — ha raccontato Berlusconi — ma sono dovuto tornare in campo in prima fila perché avevo lasciato ad altri ma erano scesi dal 37,8% all’11% dei consensi». Polemica tra ex An Fini contro Fratelli d’Italia: siete vetero Duro attacco di Gianfranco Fini a Fratelli d’Italia. L’ex leader di Alleanza nazionale, che da qualche giorno ha annunciato il suo rientro sulla scena politica, ha detto che «i fratellini d’Italia, o cuginetti di campagna, non possono usare la storia di Alleanza nazionale perché — ha sostenuto l’ex presidente della Camera — An è stata l’apertura della destra a un mondo moderato, mentre oggi chi usa quel nome è diventata l’ultima ridotta vetero missina. E lo dice l’ultimo segretario del Movimento sociale italiano — ha concluso Fini — senza nulla di personale: è un’analisi politica». Pressoché immediata la replica di Ignazio La Russa, tra i fondatori di Fratelli d’Italia e una vita politica passata a fianco di Gianfranco Fini prima nel Msi e poi in Alleanza nazionale: «Fini che consiglia di votare Scelta civica e accusa noi di usurpare la storia di An non ha prezzo e fa tristezza». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il retroscena Il chiarimento Il pranzo con Verdini Ma nel partito resta lo stallo TEL 02 38 598 000 8 La lettera Il dirigente azzurro aveva scritto al leader annunciando di voler rinunciare al ruolo di ufficiale di collegamento con Renzi ROMA — Ora si compiace nel vedere che sulle riforme Berlusconi ha sposato la sua linea. Ma è stato necessario un pranzo per parlarsi e forse per chiarirsi, dopo giorni di gelo e di silenzio, dopo quella lettera con cui la scorsa settimana Verdini aveva annunciato all'ex Cavaliere di voler rinunciare al ruolo di ufficiale di collegamento con il presidente del Consiglio, presagio di un totale e clamoroso disimpegno. Preferiva ritenersi un dirigente «esonerato» piuttosto Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 Il confronto Le toghe partenopee non intenderebbero aprire un fascicolo sull’episodio Quella domanda su Lavitola che ha fatto irritare l’ex premier Ora a Milano valuteranno l’impatto delle parole sui servizi sociali La vicenda Le condizioni per la pena alternativa 1 Dopo la condanna a 4 anni (di cui 3 coperti da indulto) per frode fiscale al processo Mediaset, il tribunale di sorveglianza di Milano ha disposto per Berlusconi l’affidamento in prova ai servizi sociali (che l’ex premier sta scontando nella Casa famiglia di Cesano Boscone). I giudici hanno avvertito Berlusconi: la misura alternativa gli sarà revocata se «diffamerà» i magistrati I doveri del testimone 2 Silvio Berlusconi è stato ascoltato ieri a Napoli come testimone nel processo per tentata estorsione al faccendiere ed ex direttore de L’Avanti Valter Lavitola. Secondo il codice di procedura penale (art.198), il testimone ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande del giudice ma non è obbligato a deporre su fatti dai quali potrebbe emergere una sua responsabilità penale I diritti dell’imputato 3 A differenza del testimone, che nel corso di un processo penale ha l’obbligo di dire la verità, l’imputato può avvalersi della facoltà di non rispondere «ad alcuna domanda, ma comunque il procedimento seguirà il suo corso». Lo stabilisce l’articolo 64 del Codice di procedura penale. Il principio cardine, mutuato dal diritto romano, è che nessuno può essere obbligato ad accusare se stesso" Gli altri procedimenti in corso 4 Berlusconi è imputato a Milano per concussione e prostituzione minorile nel processo d’appello del caso Ruby; sempre a Milano è indagato per corruzione in atti giudiziari nell’inchiesta Ruby ter; a Bari è in attesa del probabile rinvio a giudizio per il «caso escort»; e a Napoli è imputato per la compravendita di senatori. In corso anche due cause civili: a Milano con la Cir di De Benedetti e con l’ex moglie Veronica Lario per il mantenimento che un ambasciatore «sconfessato». Perciò, «preso atto che i rapporti tra di noi non sono più quelli di un tempo», evidenziata l’amarezza per l’assenza nei contatti — una distanza avvertita anche nel partito — e marcato il disagio per una delegittimazione ormai conclamata, l’ex coordinatore del Pdl procedeva al passo indietro. L’irritazione per l’isolamento era acuita dall’accusa di slealtà verso il capo, che il cerchio magico berlusconiano aveva tramutato nel corso dei mesi da sospetto in sentenza: l’idea cioè che Verdini non agisse nell’interesse del «caro leader» ma facesse intelligenza con il nemico Renzi, consolidando un rapporto nato tra le vie e le colonne di Firenze. Ora, sarà pur vero che con il premier (e anche con il padre del premier) ha una certa familiarità, che si è fatto sponsor dell’asse con Matteo dopo aver avversato la linea del dialogo con Enrico (Letta), che nel Pd lo chiamano il «compagno Denis» per via della consuetudine nella trattativa, ma di quel venticello calunnioso Verdini si era rotto, e toscana- NAPOLI — Appena sarà pronta la trascrizione integrale dell’udienza di ieri mattina, la Procura di Napoli ne invierà una copia alla Procura generale di Milano affinché questa possa valutare se Berlusconi abbia usato espressioni in contrasto con il divieto di diffamare i giudici, impostogli contestualmente alla concessione dei servizi sociali. Secondo quanto sostenuto dal sostituto pg di Milano Antonio Lamanna, nel momento in cui espresse parere favorevole alla pena alternativa con cui l’ex premier sta scontando la condanna per frode fiscale, il beneficio avrebbe potuto essergli revocato se si fosse reso protagonista di espressioni ingiuriose nei confronti di magistrati. Una valutazione in questo senso, dopo l’episodio di ieri in aula, tocca quindi alla Procura generale di Milano, e non alla Procura della Repubblica di Napoli, che potrà invece valutare autonomamente se con quella frase («magistratura incontrollata, incontrollabile, irresponsabile» e salvaguardata da «impunità») Berlusconi abbia commesso il re- Il caso Panama La giudice ha più volte chiesto a Berlusconi perché, da premier, riferì a Impregilo informazioni su richiesta di Lavitola ato di oltraggio alla corte. In questo caso sarebbe direttamente Napoli ad aprire un fascicolo nei suoi confronti. Anche questo sarà valutato a trascrizione avvenuta, ma l’ipotesi appare già da ora piuttosto remota. In caso di incriminazione Berlusconi diventerebbe automaticamente indagato in un procedimento connesso a quello in cui Valter Lavitola è imputato per tentata estorsione nei confronti di Impregilo, e questo renderebbe inutilizzabile la testimonianza che l’ex premier ha dovuto rendere ieri dopo aver tentato fino all’ultimo di essere già considerato imputato in un procedimento connesso (quello per la compravendita dei senatori, in cui è coimputato di Lavitola) per potersi avvalere della facoltà di non rispondere. Invece per due ore ha dovuto rispondere alle domande del pubblico ministero Vincenzo Piscitelli e del presidente Giovanna Ceppaluni e spiegare non solo quali erano i suoi rapporti con Lavitola, ma anche con l’ex presidente di mente l’ha voluto ribadire all'ex Cavaliere: «Mi sono rotto i c... di certe storie. Sono berlusconiano, non renziano». Se ne sarà convinto fino in fondo Berlusconi al termine del pranzo? Di certo c’è che si è convinto a non rompere sulle riforme. E poco importa se l'ex Cavaliere ha affidato la mediazione con il ministro Boschi al fedelissimo Romani: è una scelta che avrà lasciato l’amaro in bocca all’altro capogruppo, Brunetta, non a Verdini. A lui inte- Panama Ricardo Martinelli, e quanto lui, in qualità di capo di governo, fu a conoscenza dell’operazione che Impregilo stava portando a termine con l’apIl processo palto per i lavori nel Canale di Panama e con il relativo impegno a realizzare nel e le accuse Paese centroamericano un ospedale pediatrico. Silvio Berlusconi ieri è stato Centrale in questo senso è la telefoascoltato a Napoli come nata che Berlusconi fece il 2 agosto 2011 testimone. Imputato è l’ex direttore de L’Avanti! Valter all’ex amministratore di Impregilo Lavitola per tentata estorsione ai Massimo Ponzellini per riferirgli quandanni di Impregilo to gli aveva appena chiesto di fare Valter Lavitola. E cioè invitare Impregilo a trovare una soluzione per la realizzazione dell’ospedale, altrimenti Martinelli avrebbe bloccato le opere sul Canale con gravi conseguenze in Borsa per il titolo del gruppo industriale italiano. È con questa minaccia, di cui Berlusconi è stato già riconosciuto Testimone Il leader di FI Silvio Berlusconi ieri in aula dalla Procura «vettore inconsapevole», che si sarebbe consumata la tentata estorsione nei confronti di Impregilo per cui Lavitola è ora sotto processo. Ovvio, quindi, che su questo episodio il Tribunale cercasse di fare chiarezza fino in fondo. Perciò la presidente Ceppaluni ha insistito tanto, chiedendo ripeInsieme Il pm Piscitelli, l’avvocato Paniz e Lavitola tutamente a Berlusconi come mai, lui che era il capo del governo italiano, accettasse di trasferire asetticamente a Ponzellini (gli L’ospedale, l’appalto dice perfino «io ho fatto l’ambasciatore che non porta pena») una informazione e le ritorsioni così importante, soltanto sulla base di una richiesta giuntagli da Lavitola, che Secondo i pm, per convincere certo non era una figura istituzionale Impregilo a finanziare un ma un imprenditore del settore ittico in ospedale a Panama (in cambio dell’appalto per la metropolitana Centro e Sud America, nonché il diretdi Panama), Lavitola avrebbe tore di un giornale senza lettori, come minacciato ritorsioni era diventato l’Avanti, in Italia. E su questa insistenza Berlusconi ha finito per tradire un nervosismo perfettamente celato nelle due ore precedenti. Oppure, con lui non si può mai dire, aveva programmato anche il fuori programma. La vicenda ressa invece la sostanza e l’influenza, di lui il premier tracciò un identikit ai dirigenti del suo partito per metterli sull’avviso: «Ricordatevi che è un figlio di... e cercherà di fregarci nei dettagli. Ma è importante trattare con un figlio di... così». Verdini pensa di Renzi la stessa cosa, e dinnanzi a un ex Cavaliere riottoso a recitare il ruolo di attore non protagonista, ha spiegato che «al momento quello è inarrestabile. Che fai: ti metti di traverso? Così ti tagli fuori da solo. Fulvio Bufi © RIPRODUZIONE RISERVATA Manteniamo il dialogo, che ci salvaguarda il più possibile». Salvaguardare cosa non si sa, almeno questo è ciò che pensa Berlusconi quando sente i suoi parlare dei criteri di assegnazione dei seggi al Senato. E infatti appena viene sollecitato a dire ciò che pensa — è successo l’altra sera per telefono — l'ex Cavaliere erutta come l’Etna: «Dovrò andare a Napoli per una testimonianza, il giorno dopo a Cesano Boscone per i servizi sociali, il giorno dopo an- grazie alle quali — ha sostenuto — oggi lui è molto cambiato. Io però non sono renziano, non lo sono mai stato ed è proprio per questo che sono stato eletto come presidente del Pd». Uno di quei «presidenti» che vogliono fare la formazione — hanno chiesto i conduttori — o che lasciano fare tutto all’allenatore Matteo Renzi? «Qualche consiglio sulla formazione vorrei darlo» ha risposto Orfini. cora dovrò occuparmi del processo Ruby...». No, non sono le competenze di palazzo Madama a interessarlo. E in fondo nemmeno l’elezione diretta del capo dello Stato. Così Verdini ha avuto gioco facile a dissuadere Berlusconi, prima che mercoledì si presentasse in conferenza stampa: «L’idea di rilanciare in questo momento è una bischerata che farebbe saltare il dialogo con Renzi. In tanti non aspettano altro che prendere il tuo posto, Silvio». E infatti «Silvio», dopo aver sventolato la bandiera del presidenzialismo, si è subito affrettato ad ammainarla. Il pranzo è servito per parlarsi e forse per chiarirsi. C’è un nodo però che non si scioglie e su cui tra i due non si sono accorciate le distanze, cioè il partito, che fu foriero di una famosa e furibonda lite tra Verdini e la compagna dell'ex Cavaliere quando ancora c’era il Pdl. Oggi che c’è Forza Italia la storia si ripete. E Berlusconi (insieme alla Pascale) da quell’orecchio continua a non sentirci. © RIPRODUZIONE RISERVATA Francesco Verderami Il nuovo presidente del Pd Orfini: «La mia fidanzata? Ha votato per Tsipras» Il nuovo presidente del Pd Matteo Orfini intervistato a tutto campo, anche sulla fidanzata, nella trasmissione radiofonica di Rai Radio 2 Un giorno da pecora. «Anche la sua ragazza vota Pd?» hanno domandato i conduttori . «No, purtroppo non è così — ha risposto Matteo Orfini — credo che lei abbia votato per Tsipras». Orfini è stato nominato sabato scorso ed è un esponente dei cosiddetti Giovani turchi: «Con Matteo Renzi in passato ho avuto molte discussioni, © RIPRODUZIONE RISERVATA Il processo Caso Ruby, appello al via No al legittimo sospetto MILANO — Costituzione delle parti, decisione se ammettere o no le tv in aula, stesura del calendario, e relazione della Corte sui motivi d’Appello della difesa: sarà oggi l’esordio del processo chiamato a confermare o annullare la condanna il 24 giugno 2013 dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a 6 anni per concussione dei poliziotti della Questura di Milano nel 2010 e a 1 anno per prostituzione minorile con la 17enne marocchina «Ruby» Karima El Mahroug. Non ci saranno i suoi difensori storici, i parlamentari Niccolò Ghedini e Piero Longo: restano nominati come titolari, ma nella realtà opereranno come loro sostituti processuali i professori Filippo Dinacci e Franco Coppi. Il mezzo passo indietro di Ghedini e Longo dipende dal fatto che sono indagati in quell’inchiesta (sull’ipotizzate corruzioni e/o false deposizioni di 32 testi nel processo di primo grado) che la Procura di Milano quasi tre anni fa non aveva ritenuto di avviare sulla base dei medesimi elementi ai quali invece il Tribunale l’ha poi obbligata, trasmettendole gli atti nel novembre 2013: i pm hanno da allora proceduto a ritmi assai posati, sicché Ghedini e Longo restano al momento né carne né pesce, e cioè né già avviati a giudizio né ancora archiviati. Salvo colpi di scena, la difesa non chiederà lo stop del processo per «legittima suspicione» legata (come ha fatto di recente il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà) all’idea che i contrasti tra i pm Bruti e Robledo (anche sul caso Ruby) turbino la serenità e imparzialità dei giudici. È invece sicuro che la difesa farà presente la necessità di preparare settimana prossima l’arringa per Pier Silvio Berlusconi nel processo Mediatrade, e dunque chiederà che i giudici TranfaLocurto-Pucciarelli fissino udienze non a tappe forzate, sicché la sentenza (non avendo problemi di prescrizione) potrebbe arrivare o a fine luglio o a metà settembre. Berlusconi non sarà in aula, perché preferirà mantenere la cadenza settimanale del venerdì a Cesano Boscone per l’anno di servizi sociali conseguente alla condanna in Cassazione per frode fiscale sui diritti tv Mediaset a 4 anni, di cui 3 abbuonati dall’indulto del 2006. Questi 3 anni però tornerebbero a rivivere in caso di condanna definitiva pure nel processo Ruby, per un cumulo di 10 anni (3+7, ben oltre il limite per i servizi sociali) a quel punto da scontare in carcere anziché in detenzione domiciliare. Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Giustizia Lo scontro tra le toghe Grandi manovre per il nuovo Csm E parte la rottamazione nei tribunali L’anticipazione dell’età pensionabile sta per innescare una rivoluzione ROMA — Superato l’ostacolo del voto al Csm sulle pratiche a suo carico, Edmondo Bruti Liberati potrebbe guardare con animo più sereno (in teoria, ché la pratica può sempre rivelarsi cosa diversa) alla riconferma nell’incarico di procuratore di Milano: altri quattro anni a partire da luglio, quando scadranno i primi quattro. In fondo il suo ufficio ha lavorato bene, ha sentenziato ieri l’organo di autogoverno dei giudici, in tempi rapidi e con risultati più che soddisfacenti. Tuttavia, se pure dovesse ottenere la conferma, il procuratore dovrà andarsene prima della nuova scadenza fissata a luglio 2018 a causa del decreto-legge che imporrà la pensione dei magistrati a 70 anni (senza più le proroghe fino a 75 previste dalla legislazione vigente). E Bruti, che raggiungerà il nuovo limite d’età il prossimo 10 ottobre, dovrà lasciare la scrivania entro e non oltre il 31 dicembre 2015, unica deroga concessa dal governo per non scoprire all’improvviso i vertici di troppi uffici giudiziari. Per quella data — a meno di qualche ripensamento legislativo dell’ultima ora, magari a seguito delle riflessioni sulla «necessità e urgenza» di un simile provvedimento — tutti gli ultrasettantenni dovranno appendere la toga al chiodo. Il che significa che lasceranno il servizio 445 magistrati su 9410 in attività; poco meno del 5 per cento. Un’incidenza relativa, tant’è che tra gli stessi giudici chi si lamenta è, tutto sommato, una minoranza piuttosto esigua. Peraltro consapevole che l’innalzamento della facoltà di lavorare fino a 75 anni fu un gentile omaggio della maggioranza politica di Silvio Berlusconi all’ex presidente della Corte di Cassazione Nicola Marvulli, nel 2002, nel tentativo di ingraziarselo in vista della decisione sullo spostamento da Milano dei processi a carico dell’ex Cavaliere; Marvulli intascò il regalo, ma la Cassazione lasciò a Milano i processi contro Berlusconi. Il problema organizzativo nasce dall’applicazione immediata e senza scaglionamenti graduali della nuova norma, dal momento che di quei 445 giudici e pubblici ministeri destinati alla pensione di qui a un anno e mezzo, due su tre ricoprono incarichi apicali negli uffici giudiziari: 191 direttivi e 104 semidirettivi, per un totale di 295. Il che significa che entro il dicembre 2015 si dovrà rinnovare per due terzi la guida del po- I renziani La componente laica dell’organo di autogoverno sarà a maggioranza renziana e da lì verrà il vicepresidente tere giudiziario in Italia. Nel dettaglio, a parte i vertici della Corte suprema e della Procura generale (quelli attuali e i principali candidati alla loro successione), bisognerà sostituire 31 procuratori della Repubblica, titolari dell’azione penale; 50 presidenti di tribunale, 15 presidenti di corte d’appello e altrettanti procuratori generali distrettuali, e 51 presidenti di sezione della Cassazione (il «palazzaccio» sarà l’ufficio più colpito, al punto da convincere il primo presidente Giorgio Santacroce a scrivere un’insolita quanto allarmata lettera al ministro della Giustizia). E ancora presidenti dei tribunali di sorveglianza, procuratori e presidenti dei tribunali minorili, avvocati generali della Cassazione. Tra i 104 incarichi semidirettivi da rinnovare ci sono soprattutto procuratori aggiunti e presidenti di sezione dei tribunali e delle corti d’appello. Si tratta di una vera e propria rivolu- La vicenda Lo scontro A marzo il vice della Procura di Milano Robledo accusa, con un esposto al Csm, il capo Bruti Liberati di irregolarità nell’assegnare alcuni casi, da Ruby a San Raffaele a Sea: privilegiando, sostiene, altri pm come Boccassini (a capo dell’Antimafia) e Greco (Reati finanziari), anche per fascicoli di competenza del suo pool (Anticorruzione). Bruti Liberati nega («falso») e contrattacca: le sue iniziative furono di intralcio alle indagini di Expo L’istruttoria Il pg della Cassazione Ciani (titolare dell’azione disciplinare con il Guardasigilli) apre una preistruttoria. Mentre anche il Csm esamina il caso: ordinari accertamenti, ma l’ipotesi estrema potrebbe portare al trasferimento. Le relazioni del Consiglio sono contrastanti: i giudici si dividono tra richieste di archiviazione, sanzioni o trasferimento. Martedì scorso Napolitano, in una lettera al Csm, ricorda come la riforma dell’ordimento giudiziario del 2006 abbia rafforzato i poteri del procuratore La decisione Il Csm, ieri, ha archiviato l’esposto di Robledo nei confronti del procuratore capo di Milano. Il plenum decide però il rinvio degli atti al pg della Cassazione perché esamini le loro condotte: i rilievi disciplinari riguardano alcune inchieste, come Sea ed Expo, ma non il caso Ruby. Prevista anche la trasmissione degli atti alla commissione del Csm (la quinta) competente per gli incarichi direttivi: deciderà sul rinnovo sia di Bruti Liberati sia di Robledo 70 anni è l’età in cui i magistrati devono andare in pensione con le nuove regole (proroga prevista per gli incarichi direttivi) zione, generazionale ma anche culturale, visto il peso dei nomi di coloro che lasceranno la toga: da Bruti Liberati, per l’appunto, al pg e ai presidenti di tribunale e corte d’appello milanesi Minale, Pomodoro e Canzio; da Gabriella Luccioli, prima donna a entrare in Cassazione, a Marcello Maddalena già procuratore e ora pg a Torino, fino a Leonardo Guarnotta, ultimo magistrato ancora in servizio del nucleo fondativo del pool antimafia di Falcone e Borsellino. E molti altri nomi che con le loro indagini o sentenze hanno scritto la storia della giurisdizione italiana. A condurre questa rivoluzione — che prevedibilmente creerà non pochi contenziosi davanti ai giudici amministrativi — sarà il nuovo Consiglio superiore della magistratura che uscirà dalle elezioni dei 16 componenti togati previste per il 6 e 7 luglio e degli 8 componenti «laici» da nominare in Parlamento. Le previsioni per i posti assegnati a giudici e pubblici ministeri riferiscono che la corrente «centrista» di Unità per la costituzione e la «sinistra» rappresentata da Area potrebbero avere rispettivamente 7 e 6 seggi, e 3 dovrebbero andare alla «destra» di Magistratura indipendente. Ma uno o due seggi restano in bilico, e potrebbero passare da un gruppo all’altro, tenendo conto che sono in corsa anche i cosiddetti indipendenti. In ogni caso Unicost e Area dovrebbero mantenere saldamente, come ora, la maggioranza. Tra i «laici» invece, secondo consolidate prassi mai smentite,cinque componenti dovrebbero andare alla coalizione di governo (verosimilmente 4 scelti dal Partito democratico e uno dal Ncd di Alfano) e tre all’opposizione (di certo uno a Forza Italia e uno al Movimento 5 Stelle, l’altro da assegnare). Nomi ne circolano pochi, c’è molta incertezza. È però pressoché sicuro che tra i quattro «laici» indicati dal Pd — sui quali il premier-segretario Matteo Renzi avrà l’ultima parola — ci sarà il vicepresidente chiamato a guidare la consiliatura in raccordo col capo dello Stato. Sarà insomma un Csm di marca renziana. Che forse non a caso dovrà procedere a una rivoluzione inevitabilmente associata alla «rottamazione» tanto cara al giovane capo del governo. Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Viale Mazzini Rai, sì a maggioranza ai palinsesti Ma resta l’incognita su Floris Per la prossima stagione Ballarò è confermato, anche se non è sicuro che a condurlo sarà Giovanni Floris. Porta a porta potrebbe perdere venti serate tra autunno e primavera (una in meno a settimana). Roberto Benigni protagonista a Natale di una serata evento sui Dieci comandamenti. Sono questi alcuni dei nodi dei palinsesti Rai per il 2014-2015, approvati ieri dal cda di Viale Mazzini a maggioranza, con qualche perplessità soprattutto per le poche novità (contrari Tobagi, Colombo e De Laurentiis; astenuto Verro). Il dg Luigi Gubitosi avrebbe spiegato in consiglio che Floris, in scadenza, è corteggiato dalla concorrenza e la Rai, alle prese con il taglio da 150 milioni, non sarebbe in grado di tenere testa. E ieri è nata RaiCom, la società del gruppo che si occuperà del ramo commerciale. Il cda ha nominato ad della nuova consociata Luigi De Siervo e presidente Costanza Esclapon. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 Palazzo dei Marescialli Il plenum del Consiglio superiore della magistratura (Ansa) Verdetto Atti al pg della Cassazione e in commissione incarichi Scontro Bruti-Robledo il plenum archivia Ma il caso non è chiuso Vietti: è stato dato ascolto al Quirinale 445 i giudici che entro un anno e mezzo smetteranno di lavorare: poco meno del 5% sui 9.410 in servizio 191 gli incarichi direttivi che andranno rinnovati entro dicembre 2015, 104 quelli semidirettivi Il Guardasigilli Intercettazioni, Orlando: «Più privacy» «Più riservatezza in tema di intercettazioni». Lo ha promesso il Guardasigilli Andrea Orlando durante un’audizione ieri alla commissione Giustizia della Camera. Il tema delle regole e dei limiti alle intercettazioni è stato spesso al centro di polemiche roventi anche tra gli schieramenti politici. «Non ci sono cose nuove — ha spiegato il ministro — ma cose che sono già successe: il Garante della privacy ha detto che è necessario assumere maggiori cautele e in molte realtà sono già state assunte, altre invece risultano più difficili da realizzare: è un processo già in atto». Orlando ha escluso per ora interventi specifici ma ha parlato della necessità di recepire «una direttiva dell’Autorità garante della Privacy che è già stata diffusa agli uffici giudiziari» nei mesi scorsi. Sempre sullo stesso tema il ministro ha annunciato l’intenzione di orientarsi «verso l’ipotesi di una gara unica, con un unica procedura nazionale» per appaltare il servizio di intercettazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Il voto è andato come previsto. Il Consiglio superiore della magistratura ha archiviato le pratiche relative allo scontro interno alla Procura di Milano tra il capo Edmondo Bruti Liberati e uno dei suoi vice, Alfredo Robledo, con una composita ma larga maggioranza. A favore delle due relazioni che hanno «assolto» in primo luogo il procuratore e in buona misura anche l’aggiunto che lo accusava hanno votato 16 consiglieri: i due gruppi compatti del centro-sinistra giudiziario (Unità per la costituzione e Area), l’indipendente Paolo Corder, il vicepresidente Michele Vietti, i laici di centrodestra (con l’eccezione di Nicolò Zanon e Ettore Albertoni) e quello indicato dal Pd Glauco Giostra. Nei due documenti approvati resta qualche accenno critico nei confronti di Bruti sul piano organizzativo, e per questo sono stati trasmessi alla commissione competente per l’assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi che do- vrà pronunciarsi sull’eventuale Repubblica non ha nuociuto né riconferma di Bruti per il pros- all’efficienza, né alla celerità simo quadriennio, nonché di delle indagini». A conferma del Robledo quando si discuterà peso avuto dal richiamo del cadel suo eventuale rinnovo. Atti po dello Stato (che è anche preinviati, per alcuni aspetti di- sidente del Csm) in una lettera versi dal cosiddetto «caso Ru- a lui inviata e in seguito alla by» anche ai titolari dell’azione quale sono state corrette alcudisciplinare, sia per «bruti che ne considerazioni critiche sulper Robledo. In ogni caso, in l’operato di Bruti contenute entrambe le relazioni si sottolinea ripetutamente quel che ha ri- I numeri levato il procuratore Larga maggioranza per le due generale Manlio Mi- relazioni che hanno «assolto» nale, e cioè che nell’ufficio guidato da il procuratore e, in buona misura, Bruti «le indagini so- anche l’aggiunto che l’accusava no sempre state svolte, e bene, in tutti i procedimenti, con grande impegno, nelle relazioni, Vietti aggiunge compiutamente e in tempi più che le conclusioni «mi sembrache ragionevoli, in alcuni casi no rispettose delle indicazioni addirittura rapidi». del presidente della Repubblica È ciò che si premura di sot- e della sensibilità della grande tolineare, a conclusione del la- maggioranza dei consiglieri». vori, lo stesso vicepresidente Tuttavia nel lunghissimo didell’organo di autogoverno: battito che ha occupato ben tre «Da questo dibattito è venuto sedute del plenum, non sono l’unanime riconoscimento che mancati i rilievi critici sia verso l’operato del procuratore della Bruti sia verso il suo accusatore Robledo. In particolare dai quattro componenti (tre di Magistratura indipendente, e il «laico» Albertoni) che hanno votato a favore del documento redatto dal consigliere Angelo Racanelli in cui si disegnava «il quadro di un procuratore che ha esercitato le sue funzioni in modo non pienamente conforme al modello risultante dalla normativa», quindi in maniera eccessivamente gerarchica, e dai due (l’indipendente Aniello Nappi e il «laico» Zanon) che dal fronte opposto ipotizzavano il trasferimento d’ufficio per Robledo, reo di aver ostacolato l’esercizio delle legittime prerogative da parte del capo dell’ufficio. Vietti si dice fiducioso sulla possibilità che il clima alla Procura di Milano torni sereno, anche perché — dice — in seno al Csm «è prevalsa una visione equilibrata tra chi accentuava il carattere gerarchico delle Procure ed una che invece lo attenuava». Ma anche tra chi ha votato a favore di questa soluzione, il consigliere di Unicost Riccardo Fuzio ha voluto ricordare «alcune problematicità sul piano organizzativo» all’interno dell’ufficio milanese, mentre Vittorio Borraccetti (di Area) ha ricordato i danni fatti all’immagine di una Procura efficiente e in trincea come quella guidata da Bruti: «Il documento che votiamo oggi è l’unica possibilità che abbiamo per provare a porre qualche rimedio». Gio. Bia © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Primo Piano Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il governo La riforma Semplificazione fiscale Imprese, rimborsi Iva più veloci Meno burocrazia per le eredità Modello 730 già pronto Rimborsi Iva più semplici Il modello 730 precompilato dovrebbe partire nel 2015, ma avrà bisogno di un periodo di sperimentazione di 2-3 anni. Intanto interesserà una platea di circa 20 milioni di contribuenti e conterrà i dati sulle detrazioni già in possesso delle amministrazioni (come quelle per i familiari a carico o gli immobili) Vengono riviste le procedure per l’esecuzione dei rimborsi e sale l’ammontare dei rimborsi che possono essere eseguiti senza alcun adempimento (che passa dagli attuali 5.000 euro a 15.000 euro). Per gli importi superiori non è in genere più necessaria la prestazione della garanzia a favore dello Stato Niente dichiarazione sotto quota 75 mila. Così il 730 precompilato ✒ L'analisi L’AUTORITÀ E QUELL’AIUTO ALLE AZIENDE Non capita spesso che da Roma si alzino richiami verso Bruxelles, piuttosto il contrario. Addirittura richiami e critiche «istituzionali», non provenienti cioè da una qualche fronda politica antieuropeista, come si è avuto modo di vedere prima e dopo le elezioni per il Parlamento comunitario. È accaduto ieri nel corso della relazione annuale dell’Autorità per l’energia. La politica energetica di Bruxelles, ha detto il presidente Guido Bortoni, «non ha brillato» in passato, è stata quanto meno «timida» e «troppo spesso caratterizzata da complessità, da burocratizzazione, insomma da tecnocrazia al posto di scelte politiche». Inusuale, ma per una volta probabilmente giustificato, visto che sul fronte dell’energia il mercato italiano risulta tra i più avanzati in Europa, quanto a grado di liberalizzazione e anche di regolazione. Un mercato che attraversa certamente una crisi di ROMA — E’ tutto pronto per l’approdo, stamane alle 10, in Consiglio dei ministri, ai fini di un esame preliminare del primo pacchetto di norme attuative della delega fiscale, rivolto per lo più alle aziende, anche se il provvedimento più atteso è quello della dichiarazione dei redditi precompilata. Tra le norme in rampa di lancio, rimborsi Iva fino a 15 mila euro con iter semplificato, comunicazioni delle operazioni effettuate nei Paesi in black list solo a partire da 10 mila euro, dichiarazioni di successione da presentare solo oltre certe soglie, semplificazione dell’iter di trasmissione dei dati per le spese di vitto e alloggio per i professionisti. Tornando alla dichiarazione dei redditi, l’intento è quello che sia l’Agenzia delle Entrate a precompilare le dichiarazioni per alcune categorie di contribuenti, circa 20 milioni, a partire dal 2015. Si tratta dei lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, dei pensionati, dei lavoratori con redditi assimilati al lavoro dipendente, come i co.co.co. A chi riceverà la di- chiarazione a domicilio toccherà controllarla e accettarla così com’è, oppure aggiungere ulteriori dati, in particolare tutte le spese detraibili che non siano già conosciute al Fisco, che è al corrente dei redditi percepiti, dei dati sugli immobili posseduti, dei contributi versati e deducibili, degli interessi passivi sui mutui, delle polizze vita e fondi pensione. La «prima volta» sarà una sorta di esperimento, mentre per il 2016 potrebbero entrare in automatico nella dichiarazione anche le spese sanitarie registrate nella tessera sanitaria e i dati inviati da aziende sanitarie ,farmacie, medici e tutte le strutture accreditate per l’erogazione dei servizi sanitari. Allo scopo di permettere la precompilazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, verrà anticipato dal 30 aprile al 28 febbraio il termine per la trasmissione da parte di banche, istituti di previdenza, sostituti di imposta, assicurazioni e fondi pensione, dei dati relativi ad alcuni oneri deducibili e detraibili nell’anno precedente. E chi non volesse usufruire della precompilazione? Potrà 15.000 euro il tetto sui rimborsi Iva con iter semplificato. Potranno cioè essere eseguiti senza alcun adempimento 20 milioni la platea di contribuenti interessata al 730 precompilato che potrebbe esordire nel 2015 50 euro il tetto di esborsi di rappresentanza dei professionisti che potranno essere interamente deducibili farlo, sapendo che però accettare il modello dell’Agenzia delle Entrate esenta dai controlli formali, quelli sulle certificazioni sui redditi e sugli sconti fiscali. Sale il tetto sotto il quale i contribuenti non devono presentare la dichiarazione di successione, nel caso in cui gli eredi siano il coniuge e i parenti in linea retta. L’importo, prima fissato in 50 milioni di lire (circa 25.800 euro), sale a 75 mila euro. Semplificazioni anche per la documentazione, con la possibilità di una dichiarazione sostitutiva di atto notorio. Quanto al pacchetto di semplificazione per le aziende, diventano più agili i rimborsi Iva: passa da 5 mila a 15 mila euro l’ammontare dei rimborsi che possono essere eseguiti senza adempimenti, per quelli superiori non servirà la garanzia a favore dello Stato ma basterà una dichiarazione con il visto di conformità o la sottoscrizione alternativa. Si stabilisce che per i contribuenti non a rischio l’ammontare dei rimborsi non ha tetto. Facilitato anche il rimborso dei crediti d’imposta e degli interessi in conto fiscale: l’erogazione da parte dell’agente della riscossione non necessiterà da parte del contribuente di alcuna richiesta degli interessi maturati. Si modifica l’attuale normativa delle società che fanno business con i Paesi inseriti in black list: intanto la comunicazione delle operazioni non sarà più trimestrale o semestrale ma annuale, e viene elevato a 10 mila euro il tetto en- La successione Sale a 75 mila euro la soglia per cui non sarà necessaria la dichiarazione di successione tro il quale non è necessario effettuare la comunicazione. Sempre a favore delle imprese, è stabilito che per le attività in perdita sistemica viene esteso da tre a cinque anni il periodo in cui una società può chiudere il bilancio in perdita senza incorrere in penalizzazioni fiscali. Sul fronte degli sconti sulle imposte, per le spese di sponsorizzazione e pubblicità, viene fissata un’unica percentuale di detrazione. Novità in arrivo anche per gli esborsi di rappresentanza dei professionisti: fino a 50 euro saranno interamente deducibili ai fini delle imposte sui redditi e anche ai fini Iva. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA L’indagine Quasi due terzi hanno più di 40 anni e lavorano da autonomi da almeno 5 anni Agenti di commercio, edili e medici Ecco dove sono 400 mila false partite Iva di DARIO DI VICO Energia Guido Bortoni (Aeeg) consumi, che deve affrontare le conseguenze della rivoluzione delle energie rinnovabili (e le polemiche dello «spalma-incentivi»), che vede crescere il livello della morosità di famiglie e aziende in difficoltà. Ma che comunque sul fronte europeo molto ha dato senza ricavarne particolari vantaggi. Proprio per questo la richiesta a Bruxelles di una politica energetica «più ambiziosa» pare giustificata, e si pone sulla stessa linea dell’accento su crescita e occupazione che Roma intende dare alla propria presidenza semestrale dell’Unione. I prezzi italiani dell’energia sono (soprattutto per le piccole e medie imprese) più elevati di quelli degli altri Paesi e questa situazione si riflette sulla loro competitività. Una maggior coesione continentale sul fronte delle reti di trasporto del gas, tanto per fare un esempio, potrebbe contribuire a contenerli. Una politica Ue comune nei confronti dei fornitori tradizionali, Russia in testa ma non solo, sortirebbe effetti simili, oltre ad aumentare la sicurezza del sistema. Se Roma decidesse di spingere su questi temi nessuno a Bruxelles potrebbe replicarle che non ha fatto i compiti a casa. Stefano Agnoli @stefanoagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Si discute molto delle false partite Iva e della necessità di ricondurre a norma il lavoro dipendente mascherato da autonomo. I sindacati hanno fatto partire una campagna di denuncia e la legge Fornero prevede un iter di repressione (che ha dato scarsi risultati), ma quanto è largo il fenomeno? Quante sono? Un prima valutazione quantitativa proviene da uno studio ultimato da Costanzo Ranci e Lara Maestripieri del Laboratorio politiche sociali del Politecnico di Milano: i loro dati dicono che le false in realtà non sono più del 12% del totale delle partite Iva. Su oltre 3 milioni di lavoratori autonomi individuali i “mascherati” sarebbero intorno ai 400 mila. Ma come si stabilisce che siamo in presenza oppure no di vero lavoro autonomo? Secondo Ranci, autore tra l’altro del libro «Le partite Iva», non basta essere mono-committenti, un criterio usato invece dalla legislazione spagnola. «Sono le condizioni di lavoro ad essere dirimenti. Dover sottostare a vincoli di subordinazione costituisce una limitazione dell’indipendenza e i vincoli più chiari sono due: un orario di lavoro inderogabile e l’obbligo di svolgere l’attività in una postazione messa a disposizione dal datore di lavoro». Le figure professionali che più rispondono a queste caratteristiche sono concentrate in alcuni settori: immobiliare, edilizia, servizi informatici e persino sanità pubblica. I dati Istat elaborati da Maestripieri portano a dire che sono false partite Iva circa 95 mila agenti mono-mandatari di intermediazione commerciale e immobiliare così come circa 56 mila addetti all’edilizia con man- sioni dal manovale all’impiantista. Idem per i 30 mila tecnici che offrono servizi legali o informatici esternalizzati dalle aziende, altrettanti professionisti a bassa-media qualificazione che finiscono in una posizione molto precaria. Un’altra concentrazione di false partite Iva la si può rintracciare nel campo dei servizi alla persona come centri massaggi o di fisioterapia. Infine si stima che almeno 30 mila addetti della sanità pubblica siano delle false partite Iva. Medici e paramedici che lavorano per ospedali, Asl e Inps. L’identikit delle false partite Iva suggerisce che quasi due terzi hanno più di 40 anni e lavorano da autonomi da almeno 5 anni, non sono giovani alle prime armi ma vantano un’esperienza prolungata, un terzo ha la licenza elementare e il 20% è laureato. L’orario di impegno è in media di 36 ore la settimana, anche se una quota pari a un sesto lavora part time. «Il loro profilo è del tutto simile a quelle delle altre partite Iva, a renderli più deboli è la posizione che occupano. Rappresentano la scala più bassa del lavoro autonomo». Individuate le false partite Iva bisogna fare attenzione a quella che si configura come un’area grigia, meno decifrabile. Ci sono 1,5 milioni di lavoratori autonomi che sperimentano qualche vincolo nello svolgimento dell’attività, non tale da pregiudicarne l’autonomia ma che comunque ne limita l’operatività. «I falsi sono la punta di un iceberg molto più ampio dentro il quale l’organizzazione dell’economia post-industriale mescola autonomia e dipendenza, mono e pluri-committenza, sovvertendo l’idea tipica del secolo scorso che il mondo del lavoro sia facilmen- Il popolo delle partite Iva Tipologie di tutti i lavoratori autonomi individuali senza dipendenti Numero di partite Iva individuali % 265.000 140.000 8 4 710.000 480.000 22 1.580.000 51 Settori Numero di «False produttivi Partite IVA» 3.276 Consulenza aziendale Ingegneri e Architetti 13.228 Altre attività professionali 14.160 Servizi alle imprese 13.731 Istruzione 8.395 Sanità e assistenza sociale 35.978 Attività artistiche e ricreative 16.682 Associazioni 1.649 2.543 Riparazioni tecniche Altri servizi alla persona 25.797 0,81 3,26 3,49 3,38 2,07 8,86 4,11 0,41 0,63 6,35 «False partite Iva» Mono-committenti, orario e/o luogo di lavoro dettati dal cliente Pluri-committenti, orario e/o luogo di lavoro determinati dal cliente Profili misti tra autonomia e dipendenza Pluri-committenti, con limitazioni parziali nell’orario o luogo di lavoro Mono-mandatari, senza vincoli di orario e luogo di lavoro Partite Iva totalmente autonome Pluri-committenti, senza vincoli di orario e luogo di lavoro Settori Numero di «False produttivi Partite IVA» Agricoltura 19.807 Industria 21.824 Edilizia 55.927 Commercio 91.385 Trasporti 25.042 Servizi turistici 14.020 ICT 13.481 Totale Finanza e assicurazione 11.095 406.153 Attività immobiliari 3.717 Attività legali 14.417 % 4,88 5,37 13,77 22,5 6,17 3,45 3,32 2,73 0,92 3,55 Totale 3.175.000 Fonte: rielaborazione dati Istat 2012 a cura del Laboratorio Politiche Sociali del Politecnico di Milano 15 % te divisibile in due parti, come fosse una mela». La realtà è che sub-fornitura, frantumazione del processo produttivo e proliferazione dell’intermediazione rendono sempre più ampia l’area grigia a cavallo tra autonomia e dipendenza. Tirare una riga è quasi impossibile. Il criterio della mono-committenza, infatti, non funziona. Lavorano per un solo cliente circa 750 mila partite Iva e di queste solo un terzo subisce costrizioni stringenti nell’organizzazione del lavoro, tutti gli altri sono liberi e stanno attenti a non informare il datore di lavoro sulla movimentazione del loro portafoglio-clienti. Che fare, allora? Il ministro Giuliano Poletti ha preannunciato l’intenzione di operare una drastica semplificazione: alcuni lavori (metti il muratore o l’infermie- La proposta Ranci: disincentivare il contratto d’opera per prestazioni continuative di 36-40 ore re) non potranno più essere a partita Iva. Secondo Ranci nel settore pubblico le “false” dovrebbero essere semplicemente cancellate mentre nel privato l’arma migliore è disincentivare fortemente l’uso del contratto d’opera per prestazioni continuative a 36-40 ore rendendolo sempre meno conveniente rispetto ad altre tipologie contrattuali di lavoro dipendente oppure limitandone l’ambito di applicazione a casi molto specifici. In alternativa si potrebbe favorire l’irrobustimento del terziario per le imprese e dei servizi alla persona per consentire percorsi professionali più ricchi alle partite Iva individuali. «In ogni caso la strategia migliore per limitare gli abusi è quella di prevenirli piuttosto che quella di doverli faticosamente identificare ex post» conclude Ranci. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Primo Piano 13 italia: 51575551575557 Pubblica amministrazione Imprese, meno adempimenti Sale la soglia entro cui non sarà necessario presentare la dichiarazione di successione nel caso in cui gli eredi siano il coniuge e i parenti diretti. L’importo, che in origine era fissato a 50 milioni di lire, era poi diventato di 25.800 euro. Ora il tetto dovrebbe salire fino 75 mila euro Il pacchetto di semplificazioni per le imprese dovrebbe riguardare una ventina di «capitoli» e punta a sfoltire la miriade di adempimenti che pesano soprattutto sulle piccole e medie imprese. Si tratta di interventi come le semplificazioni su operazioni di vendita-acquisto intracomunitarie I punti Debiti Pa Procedura di infrazione La Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per i ritardi nei pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione Investimenti Scorporo dal deficit L’Italia, ha fatto sapere il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, non ha avanzato ai partner europei la richiesta di scorporare gli investimenti dal calcolo del deficit Crescita Gli strumenti per il lavoro «Abbiamo posto il problema — ha detto Padoan — di mettere sul campo tutti gli strumenti di cui l’Europa già dispone per accelerare la crescita e la creazione di posti di lavoro» Che cosa cambia E’ atteso per oggi il testo del decreto per la semplificazione in materia fiscale. Uno dei provvedimenti potrebbe riguardare il modello 730 precompilato per i dipendenti pubblici e l’aumento della soglia (a 75 mila euro) sotto la quale non sarà più necessario presentare la dichiarazione di successione Statali, mobilità entro 50 km Età pensionabile magistrati Premi dirigenti legati al Pil I dipendenti pubblici potranno essere spostati senza assenso in un diverso posto di lavoro nell’arco di 50 chilometri. Si stabilisce anche che si possano «ricoprire i posti vacanti mediante passaggio diretto di dipendenti con la stessa qualifica, in servizio presso altre amministrazioni» L’età pensionabile dei magistrati potrebbe passare dagli attuali 75 a 70 anni. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha però sottolineato che la norma non entrerà in vigore subito, ma ci sarà la possibilità di valutarne l’impatto sui vari uffici giudiziari Potrebbe esserci un tetto massimo per i bonus dei dirigenti pubblici. L’ipotesi è che la retribuzione di risultato, quindi i bonus, sia collegata sia a obiettivi fissati per l’intera amministrazione sia al singolo dirigente, oltre che all’andamento del Pil Banca d’Italia Visco: ripresa lenta, disoccupazione difficile da riassorbire, ci vorrà tempo Crescita, asse Italia-Francia Lagarde: più sviluppo in Europa Padoan: niente sconti, ma acceleriamo sull’occupazione DAL NOSTRO INVIATO LUSSEMBURGO — L’Eurogruppo dei ministri finanziari, tramite il presidente olandese Jeroen Dijsselbloem, ha ribadito l’accordo dei 18 Paesi membri a rispettare — per ora — le regole del Patto di stabilità e di crescita. Nella riunione a Lussemburgo il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, non ha così chiesto sconti supplementari all’Europa per gli impegni di riduzione del debito e del deficit. Anche il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, ha seguito la stessa linea nella contrapposizione con i «rigoristi» del Nord, guidati dal tedesco Wolfgang Schäuble. In pratica Italia e Francia accettano di utilizzare quanto è già previsto dall’Ue per rilanciare la crescita e l’occupazione. Se non sarà sufficiente, si riaprirà la discussione sui vincoli di bilancio perché lo stesso Dijsselbloem ha confermato che i livelli di disoccupazione in alcuni Paesi sono «assolutamente inaccettabili». Padoan ha spiegato che l’Italia non chiede all’Ue maggiore flessibilità di bilancio, scorpo- rando gli investimenti produttivi dal calcolo del deficit, perché «abbiamo posto il problema di mettere sul campo tutti gli strumenti di cui l’Europa già dispone per accelerare la crescita e la creazione di posti di lavoro». Sapin ha allargato il tema alla tempistica affermando che «c’è da trovare il giusto ritmo per ciascun Paese» in relazione alla riduzione del debito e del deficit, in modo da trovare un corretto equilibrio tra i conti pubblici in regola e «il necessario stimolo per la crescita». Schäuble ha rimarcato che «le regole attuali sono sufficientemente flessibili e i problemi degli anni passati dimostrano che vanno rispettate». A sostegno dell’asse ItaliaFrancia è arrivato il direttore d e l Fo n d o m o n e t a r i o d i Washington (Fmi), la francese Christine Lagarde, che ha presentato all’Eurogruppo un rapporto sull’eurozona, dove lancia l’allarme sulla bassa crescita, sollecita politiche per il ri- lancio dello sviluppo e dell’occupazione, critica le eccessive «complessità» del Patto di stabilità. Ma, soprattutto, ammonisce a non ricorrere ancora a misure di austerità perché anche «ampie sorprese negative sulla crescita non devono far scattare ulteriori sforzi di consolidamento». Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, da Atene, ha condiviso la stima sulla «ripresa lenta» aggiungendo che «ci vorrà tempo perché l’occupa- zione ritorni ai livelli pre crisi». Il rapporto Fmi lancia poi l’allarme sull’inflazione, chiamando in causa la Bce di Mario Draghi, presente all’Eurogruppo. Se l’aumento dei prezzi dovesse rimanere su livelli «ostinatamente bassi, la Bce dovrebbe prendere in considerazione un programma di acquisto di asset su larga scala, soprattutto titoli di Stato». A margine dell’Eurogruppo, Padoan ha respinto di nuovo la necessità della procedura d’infrazione sui ritardi nei pagamenti dello Stato alle imprese, lanciata dal vicepresidente uscente della Commissione europea, Antonio Tajani di Forza Italia, e generatrice di accese polemiche tra il governo Renzi e il partito di Silvio Berlusconi. Ivo Caizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA La Corte d’Appello di Milano «Mancati versamenti al Fisco? Parola alla Consulta» di LUIGI FERRARELLA Pagamenti, il decreto che non c’è di ANTONELLA BACCARO N ILLUSTRAZIONI DI ROBERTO PIROLA Successione, sale il tetto MILANO — (L. Fer.) Imprenditori che come sostituti d’imposta non frodano fisco o lavoratori, indicano nelle dichiarazioni dei redditi le somme di spettanza dell’erario, ma poi non versano queste somme asserendo di non essere stati più in grado di farlo: sono moltissimi i casi che finiscono in Procura. Ora una ordinanza della Corte d’Appello di Milano chiede alla Consulta se sia costituzionale o meno la norma che punisce gli omessi versamenti di ritenute certificate (commessi sino al 17 settembre 2011) per importi non superiori a 103.291,48 euro. Questo perché con la precedente sentenza n. 80/2014 della Corte Costituzionale è stata dichiarata, negli stessi termini, l’incostituzionalità della “norma gemella” dell’omesso versamento dell’Iva, contenuta nell’art. 10-ter del decreto legislativo 74/2000. E la seconda Corte d’Appello (presidente Tranfa, relatore Laura Cairati, consigliere Carla Galli) su conforme parere del procuratore generale Carmen Manfredda, e su istanza degli avvocati Giovanni Bana e Filippo Ferri, ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale per supposta violazione dell’articolo 3 della Costituzione da parte dell’articolo 10-bis del decreto 74/2000. Con il decreto di riforma del 2011, che è intervenuto sulle soglie di punibilità, è stata poi eliminata la lesione al principio di uguaglianza. © RIPRODUZIONE RISERVATA on si placa la polemica sorta in seguito all’apertura della procedura d’infrazione contro l’Italia per la violazione della direttiva europea sui tempi dei pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione, avviata dal commissario uscente Antonio Tajani. «Ricordo che soltanto con il precedente governo, e molto di più anche con questo, si è cominciato ad aggredire un problema che c’era da molto tempo» ha provato a difendersi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a Lussemburgo per l’Eurogruppo. «Le misure adottate dal precedente governo — ha detto Padoan — stanno dando i loro frutti, le misure adottate da questo governo accelereranno di molto i risultati per via dei nuovi aumenti di risorse, per i meccanismi di garanzia, per l’aggancio all’introduzione della fatturazione elettronica e per il fatto che le informazioni adesso saranno ancora più dettagliate». Ma a che punto è il piano annunciato da Matteo Renzi a marzo per pagare «in un botto a settembre 68 miliardi di debiti»? Come è noto, l’accelerazione impressa dall’attuale governo poggia sulla collaborazione della Cassa depositi e prestiti, cui il governo Letta affidò la gestione delle anticipazioni di liquidità a valere su fondi statali in favore degli enti locali, ma alla quale il governo Renzi ha attribuito un nuovo ruolo, allo scopo di accelerare il processo di pagamento: quello di prestatore di garanzia di ultima istanza per i debiti che vengano ceduti dalle imprese alle banche. Ma la norma relativa è stata convertita in legge solo mercoledì. «Siamo in attesa del decreto attuativo» dicono ora dalla Cdp. Converrà affrettarsi: settembre è vicino. © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Esteri La svolta La Casa Bianca pronta a lanciare operazioni mirate con l’approvazione del Congresso Iraq, Obama invia truppe speciali Trecento consiglieri militari. «Ma non torneremo a combattere» WASHINGTON — Consiglieri militari. Una soluzione che ricorda il Vietnam. Ma è quella scelta, per ora, da Barack Obama. Trecento membri delle forze speciali che assisteranno gli iracheni contro i ribelli sunniti. Dunque quegli «uomini sul terreno» che la Casa Bianca aveva escluso di mandare. E’ vero che i soldati, come ha promesso il presidente «non tornano in Iraq per combattere», ma rimettono piede comunque in un conflitto che la Casa Bianca aveva considerato chiuso. È stato lo stesso Obama a spiegare il piano dopo un consulto con il suo team: 1) Protezione dell’ambasciata a Bagdad con i 275 marines. 2) Aumento dell’intelligence. 3) Supporto all’Iraq con la creazione di due centri operativi, uno nella capi- tale e l’altro nel Nord. 4) Invio dei 300 «specialisti» con la promessa che non parteciperanno ai combattimenti. 5) Possibili «azioni mirate», da affidare ad aerei e droni, «se» e «quando» saranno necessari. 6) Pressione per ottenere una nuova politica in Iraq, capace di ridurre i contrasti tra sunniti, sciiti e curdi. 7) Missione diplomatica del segretario di Stato Kerry. La strategia americana dun- que cammina lungo un doppio sentiero partendo dal principio che «non esiste soluzione militare». Ed ecco il vero target. A Washington sarebbero felici se il primo ministro iracheno al Maliki, considerato il responsabile di una linea settaria, si facesse da parte. Obama, su questo punto, ha fatto l’elegante: «Non è compito degli Usa» scegliere i governi. In realtà tutti sanno che considera al Maliki uno dei problemi e vorrebbe che ci fosse un altro al suo posto. Il premier non è di questa idea ed ha puntato i piedi. I diplomatici statunitensi hanno contro-manovrato. Si racconta di contatti con un alto esponente sunnita, Usama Nujaifi, con i curdi ed una vecchia conoscenza sciita, Ahmed Chalabi, personaggio con ambizioni ma anche un passato nebuloso. Uomo degli Usa prima dell’invasione del Lo progettò la Cia nel 2005 Bin Laden-diavolo il pupazzo anti Al Qaeda Un pupazzo di Bin Laden con la faccia da diavolo. Questo il piano escogitato dalla Cia, nel 2005: il giocattolo avrebbe dovuto essere distribuito nei Paesi islamici, racconta il Washington Post, per spaventare i bimbi e convincere i genitori della natura malefica del leader di Al Qaeda. Il progetto fu sospeso dopo che erano stati inviati alcuni prototipi in Pakistan. 2003, è stato sospettato di essere troppo vicino agli iraniani. Toccherà a John Kerry condurre i sondaggi con un viaggio nella regione entro un paio di giorni. Allargando la maggioranza a Bagdad si può aprire un dialogo che coinvolga i sunniti moderati e isoli gli estremisti dell’Isis. Un piano dove coinvolgere anche quei Paesi del Golfo, dall’Arabia al Qatar, per nulla disposti a lasciare campo agli sciiti. Washington conta inoltre sulla sponda dell’Iran, il padrino sciita. Il presidente non ha nascosto l’esistenza di «contrasti profondi», ha sottolineato l’appoggio dei mullah al siriano Assad, però si è augurato un atteggiamento «costruttivo», con iniziative che non esasperino i contrasti. Un riferimento al ruolo dei pasdaran che agisco- Medaglia Il presidente consegna la medaglia al valore al caporale William Kyle Carpenter, che durante un’eroica azione in Afghanistan è rimasto ferito perdendo un occhio (Ap) no al fianco dei governativi iracheni. L’altro sentiero battuto da Obama è quello militare. I 300 «consiglieri» saranno gli occhi sul teatro, indispensabili per guidare eventuali raid aerei. Fonti ufficiose aggiungono che le incursioni non sarebbero limitate all’Iraq ma potrebbero Verso Bagdad Dieci giorni di combattimenti includere anche la Siria, dove l’Isis ha uomini e basi. I militari Usa, inoltre, agiranno nei centri di coordinamento. Un aspetto non da poco. Di fatto gli americani partecipano alle operazioni. Defilati quanto si vuole, ma sono lì. Come sono già nei cieli iracheni i ricognitori. Il rischio che le unità americane possano La presa di Mosul La seconda città dell’Iraq e uno dei suoi principali poli petroliferi cade il 10 giugno nelle mani delle milizie sunnite dell’Isis. Disertano interi battaglioni dell’esercito La marcia verso Bagdad Seguendo il corso del Tigri i miliziani conquistano diverse località tra cui Tikrit, la città di Saddam. Qui i veterani baathisti fraternizzano con i ✒ Giovane con il velo uccisa Inglesi allo specchio: un delitto islamofobo? di MARIA SERENA NATALE U n velo integrale blu notte, un hijab colorato sul capo, sedici coltellate sul corpo di Nahid Almanea, 31 anni, studentessa saudita da sei mesi nel Regno Unito. L’hanno trovata martedì mattina sul sentiero che percorreva ogni giorno per andare al campus universitario di Colchester, contea di Essex. Nahid non ce l’ha fatta, la polizia non esclude alcuna pista ma sottolinea che quell’abbigliamento tradizionale «potrebbe aver avuto un ruolo importante identificando la ragazza come musulmana». Nahid vittima dell’odio per la sua religione? È di pochi mesi fa l’allarme della Metropolitan Police di Londra sull’impennata dei crimini contro i musulmani, collegata all’esasperazione della retorica islamofoba dopo il brutale assassinio del soldato Lee Rigby nel maggio 2013 a opera di due cittadini di origini nigeriane convertiti all’Islam. Da allora si è progressivamente alzato il livello dello scontro nella Gran Bretagna perseguitata dall’incubo del «jihadista della porta accanto» fin dagli attacchi alla metropolitana del 2005, un Paese alle prese con un modello di integrazione che nei decenni ha favorito la nascita di Linguaggio d’odio enclave di immigrati con propri codici interni, separate dalla Sotto processo comunità. In un contesto di la retorica antiaggressività latente e reciproca Islam diffusa diffidenza, che avvicina Londra al dopo il caso Rigby continente attraversato da tensioni interreligiose e rigurgiti di razzismo, l’omicidio di Nahid diventa materia incendiaria. A poche ore dalla diffusione della notizia il presidente della Federazione delle società studentesche islamiche inglesi ha rilasciato una dura dichiarazione sul linguaggio intriso d’odio che è sempre più diffuso nel mondo della politica e dell’informazione e «mette in pericolo la vita dei musulmani». Il giorno dopo un sedicente combattente dell’Isis, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante che ha dichiarato guerra al governo di Bagdad, ha incitato su Twitter «i fratelli inglesi» schierati sul fronte mediorientale a tornare a casa per vendicare la morte della studentessa di Colchester. Sono centinaia i britannici che si sono uniti alle milizie sunnite in Iraq, come ha riferito alla Camera dei Comuni il primo ministro David Cameron: «La crisi ci riguarda». E Colchester si scopre prima linea. La polizia ha fermato un uomo di 52 anni e diramato un messaggio ai cittadini: «Non uscite da soli». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Esteri 15 italia: 51575551575557 Il rapporto La guerra in Siria spinge in alto i numeri. La Germania primo Paese per domande d’asilo La «nazione» dei profughi Oggi sono più di 50 milioni Mai così tanti dalla fine della II Guerra mondiale nuovi radicali. Solo a Samarra le truppe riescono a resistere Kirkuk ai curdi I peshmerga si posizionano alla periferia di Kirkuk per respingere i jihadisti che si ritirano, poco interessati a ingaggiare ora una battaglia con la milizia curda e più determinati a proseguire verso Bagdad. La città petrolifera dal 12 giugno è sotto il controllo curdo dato dall’Isis metta a segno nuovi colpi. Ieri gli insorti hanno occupato al Muthanna, il centro dove al tempo di Saddam si producevano armi chimiche. Sembra che non ve ne siano più, ma il solo nome preoccupa. Guido Olimpio @guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA Iran e Usa a fianco I due storici nemici si ritrovano alleati contro l’Isis. Obama invia droni, missili e consiglieri militari. Teheran il comandante pasdaran Suleimani e centinaia di volontari La resistenza a Baquba Il 16 giugno gli insorti sono respinti da governativi e volontari sciiti La guerra del petrolio Il 17 attaccata la raffineria di Baiji In fuga Rifugiati, dove vanno I 20 Paesi più accoglienti (in migliaia nel 2013) 263 Usa Iran 610 Turchia 232 Francia Iraq 246 Libano 865 Venezuela 204 857 Ciad 434 America Asia e Pacifico Europa Sud Africa Medio Oriente e Nord Africa Da dove vengono (in milioni) Cina Germania 187 Egitto 230 642 Giordania Sud Sudan 229 220 Uganda 2013 301 Pakistan India 188 1.6 milioni 51,2 milioni 33,3 sfollati nel proprio Paese Etiopia 534 Kenia Genocidio Ruanda Conflitto Kosovo 47.4 37.7 Guerra Iraq 1.2 0.8 39.3 Guerra Siria 51.2 42.5 0 1989 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 2000 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 Fonte: Unhcr Il record del Libano Il Libano è primo nella proporzione tra abitanti e rifugiati: 178 ogni mille 1.6 0.4 25 anni di immigrazioni forzate in milioni 2.4 2.0 231 Bangladesh 241 Yemen 434 2012 1,2 16,7 richiedenti rifugiati asilo all’estero Afghanistan Siria Somalia Sudan Rep. D. d. Congo Birmania Iraq Colombia Vietnam Eritrea essere risucchiate nella guerra civile esiste. Con il tempo la Casa Bianca potrebbe scoprire poi che il team non basta. Ne manderà altri? Senza contare che i commandos agiranno vicino a reparti sciiti a volte inquadrati dagli iraniani. Considerazioni bilanciate dal timore che il fronte sunnita gui- Un Paese in più al mondo, popoloso quanto la Colombia o il Sudafrica, poco meno dell’Italia: 51,2 milioni di persone. Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, i «migranti forzati» hanno superato la soglia dei cinquanta milioni. È il primo dato che emerge dal nuovo Rapporto dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), diffuso oggi e anticipato al Corriere. Si riferisce a donne, uomini e bambini costretti a lasciare le proprie case e a mettersi in viaggio, in conseguenza di guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani. Tiene insieme il conteggio degli «sfollati» — rimasti all’interno dei confini nazionali — 33,3 milioni di persone; quello dei «rifugiati» — che hanno attraversato almeno una frontiera — 16,7 milioni, la metà minorenni; più 1,2 milioni di «richiedenti asilo», che nel 2013 hanno fatto domanda di protezione internazionale. A spingere i numeri verso l’alto è il conflitto siriano, che ha superato il terzo anno e non promette soluzioni. È da qui che arrivano i flussi che fanno tracimare il Rapporto: 2,47 milioni di rifugiati a fine 2013; 6,5 milioni di sfollati interni. Con conseguenze che si irradiano in tutta l’area euromediterranea. «La crisi si protrae — spiega Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa — ed è tal- mente devastante, con la distruzione di villaggi, di intere città, delle infrastrutture, di tutto il sistema sanitario, da non lasciare ai profughi speranze di rientro». I dati del 2013 dicono anche questo: più guerre, più lunghe, più bassa la quota di chi riesce a tornare a casa (solo 416 mila in tutto il pianeta). Certamente non i siriani, che si sono al principio allontanati in un raggio breve, Libano, Giordania e Turchia, appena al CORRIERE DELLA SERA di là della frontiera, e che adesso, osserva Sami, spesso coi bambini al seguito, partono verso progetti di vita altrove, la maggior parte in Europa, qualcuno negli Stati Uniti. Perché le prospettive di rimpatriare (trovando le condizioni per ricominciare) sono scarse. Corollario della crisi siriana, la trasformazione — nell’arco di un anno soltanto — del piccolo Libano nel terzo Paese al mondo per rifugiati (856 mila), il primo in assoluto (e con ampio distacco) nella proporzione tra abitanti e profughi: 178 ogni mille. Uno sbilanciamento destinato ad avere conseguenze in un incastro già fragile di minoranze. Qui, come nell’intera regione. Carichi così alti pesano inevitabilmente negli altri Stati confinanti, soprattutto in Giordania (641 mila). In cima alla lista degli approdi, però, restano Pakistan (1,6 milioni di profughi) e Iran (857 mila), effetto ancora della crisi afghana: benché i riflettori si siano spostati altrove, le violenze in queste valli continuano a obbligare migliaia di persone a mettersi in viaggio. Sono ancora gli afghani i più numerosi tra i rifugiati (2,56 milioni), assieme ai siriani, certo, e ai somali (1,12 milioni): tre nazionalità che assieme rappresentano il 53 per cento di tutti i popoli in fuga. Crisi lunghe, speranza di rinascita in Europa: è una delle ragioni che spiegano l’aumento degli sbarchi sulle nostre coste. In Italia, indica il Viminale, al 13 giugno sono 53.763. Unhcr fornisce al Corriere la cifra delle richieste d’asilo nello stesso arco di tempo, che dà la misura di chi intende restare: 23 mila. Oltre il doppio delle domande presentate nei primi sei mesi del 2013 (10.900), non lontano dalla cifra complessiva dell’anno scorso (27.000). Molto al di sotto, però, delle quote tedesche (42 mila solo da gennaio ad aprile), che lasciano pensare a un nuovo «record». La Germania, già nel 2013, è in cima alla lista mondiale per richieste d’asilo, con un numero che equivale a una città delle dimensioni di Vicenza: 109.580. Alessandra Coppola terrastraniera © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 italia: 51575551575557 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Esteri 17 italia: 51575551575557 Biografia Esce in Italia il libro di memorie. E lascia aperta la domanda: parte la corsa alla presidenza? ✒ Guidare l’America? Ora mi godo Bill © Ruven Afa nador / Corbis Outline Le scelte di Hillary 2016: Casa Bianca ❜❜ I viaggi da segretario di Stato, le idee, il futuro ✒ La guerra in Libia «Ciascuno di noi si trova di fronte a scelte difficili». Inizia così il libro di Hillary Rodham Clinton, che racconta i suoi quattro anni da segretario di Stato al fianco di Obama. «Il senso della vita risiede proprio nel compiere simili scelte, e il modo in cui le affrontiamo definisce la nostra identità». Il libro esce in Italia, pubblicato da Sperling & Kupfer (780 pagine, 23,50 euro). Il Corriere ne pubblica alcuni estratti. Hillary racconta la sconfitta contro Obama nelle primarie democratiche e poi la loro amicizia, i viaggi come capo della diplomazia Usa in 112 Paesi, l’affetto per Bill e per Chelsea. Ci sono le sue idee sulle priorità e sulle scelte che il suo Paese deve compiere. Insomma, un manifesto per l’America. Alla fine resta una domanda: parte da qui la corsa di Hillary alla Casa Bianca nel 2016? Sarkozy, Silvio e il dovere di agire ❜❜ In prima linea Hillary Rodham Clinton, 66 anni, è stata First Lady, senatrice e poi segretario di Stato Usa (Afp) ✒ Alla fine, verso le dieci di sera, Jibril si presentò al mio albergo accompagnato da Bernard-Henri Lévy, che aveva aiutato a organizzare l’incontro. A prima vista, era difficile capire quale dei due fosse il ribelle, e quale il filosofo. Basso di statura, stempiato, con gli occhiali e un’aria seria, Jibril sembrava più un tecnocrate che un rivoluzionario. In netto contrasto con lui, Lévy era un tipo appariscente e fascinoso, con lunghi capelli ondulati e la camicia aperta fin quasi all’ombelico... Restai molto colpita dai modi eleganti di Jibril e dal rispetto che suscitava la sua persona, soprattutto trattandosi del rappresentante di un consiglio di rivoltosi sull’orlo dell’annientamento... Il Consiglio per la Sicurezza nazionale era ancora diviso sull’ipotesi di un intervento. Alcuni, comprese l’ambasciatrice all’Onu, Susan Rice, e l’assistente del Consiglio, Samantha Power, sostenevano che, avendone la possibilità, era nostra responsabilità proteggere i civili e prevenirne l’eccidio. Il segretario della Difesa Gates era assolutamente contrario. Era un veterano dei conflitti in Iraq e Afghanistan, e realista sui limiti del potere americano, dunque non riteneva che i nostri interessi in Libia giustificassero il sacrificio. Sapevamo tutti che le conseguenze di un intervento potevano rivelarsi imprevedibili. A quel punto, però, i blindati si trovavano ad appena 160 chilometri da Bengasi, e stavano accorciando in fretta le distanze. Ci trovavamo davanti alla prospettiva di una catastrofe umanitaria, con un numero incalcolabile di vite a rischio. Se volevamo impedirlo, bisognava agire subito... Poi, prima ancora dell’inizio della riunione ufficiale, Sarkozy prese da parte me e il premier inglese, David Cameron, e ci confidò che gli aerei da guerra francesi erano già in volo verso la Libia. Quando scoprirono che la Francia era partita prima del via, gli altri Paesi si inalberarono. L’allora presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, caparbio e smanioso di protagonismo quanto Sarkozy, si dimostrò particolarmente indignato. Vige una convinzione informale secondo cui alle vecchie potenze coloniali spetterebbe il diritto di assumere il comando nella risoluzione delle crisi nei loro ex possedimenti.. Nel caso della Libia, ex colonia italiana, Berlusconi riteneva che la prima linea spettasse all’Italia, non alla Francia. Data la sua posizione strategica nel Mediterraneo, la penisola offriva una naturale pista di lancio per gran parte delle incursioni aeree in Libia, e aveva già aperto una serie di basi ai jet alleati. Sentendosi messo in ombra da Sarkozy, Berlusconi minacciò di abbandonare la coalizione e sbarrare l’accesso alle basi aeree italiane. Suscettibilità a parte, il disappunto italiano e di altri Paesi era giustificato. © 2014 by Hillary Rodham Clinton © 2014 Sperling & Kupfer Editori S.p.A. Il presidente mi chiese di raggiungerlo nel suo ufficio, in testa all’aereo. Ero seduta di fronte alla grande scrivania di legno, pronta ad affrontare le complesse questioni diplomatiche... Le situazioni che avevamo visto e affrontato insieme ci avevano aiutati a comprenderci più a fondo, a conoscere meglio noi stessi e il mondo, come mai avremmo potuto fare prima. Eppure, nonostante tutti i momenti che avevamo condiviso, non mi aspettavo ciò che stava per dirmi. «Saresti disposta a rimanere in carica, come segretario di Stato?» mi chiese il presidente. Fin da quando avevo accettato l’incarico, mi ero detta: «Un solo mandato, non di più»... Invece, proprio come quattro anni prima, sentii il richiamo del «cromosoma del servizio»... Quando è il presidente degli Stati Uniti a chiederti di assumere un incarico, come puoi rispondergli di no? E poi c’erano molte faccende incompiute. Il summit in Cambogia e il conflitto di Gaza erano due esempi. Che cosa sarebbe capitato alla democrazia birmana? E ai nostri negoziati segreti con l’Iran? Come avremmo contrastato la sfida sempre più minacciosa della Russia di Putin? Ma la diplomazia è una gara di staffetta, e io ero vicina al termine del mio tratto di pista. «Signor presidente, mi dispiace, ma non posso accettare»... Qualche tempo fa, io e Bill abbiamo fatto una lunga passeggiata, con i nostri tre cani, vicino a casa. L’inverno era stato insolitamente lungo, ma stava infine spuntando la primavera. Camminavamo e parlavamo, continuando una conversazione iniziata quarant’anni fa alla facoltà di legge di Yale e mai interrotta. Entrambi sappiamo che mi aspetta una decisione importante. Ho già affrontato una campagna elettorale e so bene quanto sia impegnativa su tutti i fronti: non soltanto per il candidato, ma anche per la sua famiglia. Nel 2008 ho perso, e so che non c’è niente di sicuro, e non si può dare nulla per scontato. So anche che le domande più importanti che un candidato deve porsi non sono: «Vuoi diventare presidente?» e nemmeno: «Sei in grado di vincere?», ma semmai: «Qual è la tua visione per il futuro?»; «Sei in grado di guidare l’America in quella direzione?». La vera sfida è riuscirci senza dividere il Paese e rinnovando il «sogno americano». Quella è l’asticella da superare, ed è molto alta. In definitiva, ciò che accadrà nel 2016 determinerà il futuro che gli americani desiderano per se stessi e per i loro figli e nipoti... Qualunque sia la mia decisione, sarò sempre grata di aver avuto l’opportunità di rappresentare l’America nel mondo... E la mia famiglia si prepara ad accogliere una nuova vita, un altro americano che merita il futuro migliore che possiamo offrirgli. Per oggi, voglio soltanto distendere le gambe e godermi la primavera. Dappertutto intorno a me c’è la vita che si rinnova. Negli ultimi anni, i momenti di tranquillità sono stati pochi, e adesso voglio assaporarli. Il tempo di fare un’altra scelta difficile arriverà anche troppo presto. © 2014 by Hillary Rodham Clinton © 2014 Sperling & Kupfer Editori S.p.A. Le nozze della figlia Chelsea e quel bacio sotto la chuppah. Il mio giorno più bello ❜❜ Mi divertiva l’eco che stavano ottenendo i preparativi nuziali di Chelsea, e non solo negli Stati Uniti. In Polonia, ai primi di luglio, un giornalista mi aveva chiesto come sarei riuscita a barcamenarmi tra le nozze imminenti di mia figlia e il ruolo di segretario di Stato... Quando Bill e io ci eravamo sposati, nel 1975, la cerimonia si era svolta davanti a pochi amici e famigliari, nel soggiorno della nostra casetta di Fayetteville, in Arkansas. Io avevo un abito in stile vittoriano di pizzo e mussola che avevo comprato con mia madre la sera prima. Ma i tempi sono cambiati! Chelsea e il nostro futuro genero, Marc Mezvinsky, avevano pianificato un indimenticabile weekend con amici e parenti a Rhinebeck. Come madre della sposa fu un piacere per me aiutarli, nei limiti del possibile, scartabellando fotografie di composizioni floreali durante i miei spostamenti e, quando ero a casa, trovando il tempo per assaggiare torte e selezionare abiti. Per fortuna, il mio lavoro mi aveva preparata all’elaborata diplomazia richiesta nell’organizzazione di un matrimonio... Il gran giorno, infine, arrivò: il 31 luglio. Amici e famigliari di Chelsea e Marc si riunirono ad Astor Courts, elegante residenza in stile Beaux-Arts, progettata dall’architetto Stanford White per Jacob e Ava Astor ai primi del secolo. La piscina al coperto, in cui, si dice, Franklin Delano Roosevelt eseguiva la fisioterapia per la poliomielite, è forse la prima costruita per una dimora privata in America... Chelsea era assolutamente radiosa e, guardandola incedere al braccio di Bill, stentavo a credere che il frugoletto che avevo tenuto tra le braccia per la prima volta il 27 febbraio 1980 fosse diventato quella donna meravigliosa ed equilibrata. Bill era emozionato quanto me, forse di più, e ringraziai il cielo quando arrivò tutto intero in fondo alla navata. Marc sorrideva, raggiante, mentre Chelsea lo raggiungeva sotto la chuppah, un baldacchino di rami di salice e fiori, tipico della tradizione matrimoniale ebraica. ...Marc, rispettando un’altra usanza ebraica, ruppe un bicchiere sotto il piede e i presenti esultarono. Poi, Bill ballò con Chelsea «The Way You Look Tonight». Fu uno dei momenti più felici della mia vita. © 2014 by Hillary Rodham Clinton © 2014 Sperling & Kupfer Editori S.p.A. 18 italia: 51575551575557 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Esteri 19 italia: 51575551575557 La cerimonia Da ieri siedono sul trono iberico Felipe e Letizia Ora la coppia dovrà riavvicinare il popolo alla corona I sovrani Felipe e Letizia, i nuovi sovrani di Spagna, tornano in auto dopo la cerimonia di incoronazione. I baci di donna Sofia, moglie di Juan Carlos, alla giovane coppia Casa Borbone Felipe VI con la regina Letizia e le figlie Leonor (a sinistra, futura sovrana) e Sofia salutano la folla dal balcone del Palazzo Reale di Madrid (Efe/Juan Carlos Cardenas) «Un re nuovo, una Spagna nuova» Si apre il regno di Felipe VI: giudicatemi per quel che farò La corona, lo scettro, una Rolls Royce e i carrozzieri col pennacchio a cavallo. Di fasto regale sono rimaste solo briciole da museo alla proclamazione di Felipe VI di Borbone come nuovo re di Spagna. Con il traffico paralizzato, Madrid ha visto ieri il figlio di Juan Carlos esibirsi da equilibrista tra simboli, gesti e parole. Felipe doveva accontentare i nostalgici e sedurre i romantici, ma anche (e forse soprattutto) evitare di offendere i Contro Alla manifestazione antimonarchica alla Puerta del Sol, la polizia ha caricato: nove fermi disoccupati o provocare chi chiede un referendum tra Monarchia e Repubblica. Così ne è uscita una cerimonia breve, con scenografie perfette per le foto da rotocalco, ma povera di contenuti politici. Esemplare per l’obbiettivo prefissato la neoregina Letizia. L’ex giornalista repubblicana indossava un soprabito e un tubino bianco al ginocchio, non da moglie soprammobile, ma da donna che lavora. Nel suo discorso al Congresso subito dopo la proclamazione, Felipe ha essenzialmente chiesto tempo. Giudicatemi per quel che sono e farò, non per la corona che mi è toccata per nascita. «Un uomo non è superiore agli altri se non fa qualcosa più degli altri» ha detto citando Cervantes. Per il momento ha puntato tutto sull’immagine da bravo ragazzo, marito d’oro, padre premuroso, seminando qua e là qualche sottotesto per chi voleva cercarlo. Le frasi più commoventi le ha rivolte alla madre, la (ex) regina Sofia, ottenendo, caso unico, applausi anche dai leader separatisti catalani e baschi. «Permettete che ringrazi mia madre come figlio e come re per la sua devozione e lealtà, dignità e senso di responsabilità» verso re Juan Carlos (e le sue innumerevoli scappatelle). Altro sottinteso quando ha guardato verso il loggione dove sedeva la sorella Elena, ma non la sorella Cristina, bandita dalla scena perché sospettata di tangenti col marito Iñaki Urdangarin: sarò «un re che rispetterà l’indipendenza della magistratura» e, non abbiate dubbi, lo farò. «Comincia il regno di un re costituzionale» ha affermato Felipe marcando la distanza con il padre, monarca per volontà del dittatore Francisco Franco. Ha La scrittrice Almudena Grandes «Ma la Terza Repubblica adesso è più vicina» Almudena Grandes è tra le scrittrici più conosciute dentro e fuori dalla Spagna. I suoi interventi su giornali e radio sono sempre seguitissimi. Non è mai stata una monarchica, anzi, ieri però, alla fine della cerimonia di proclamazione di Felipe VI era convinta che «la Terza Repubblica spagnola è più vicina che mai». Perché?: «Perché i monarchici sono vecchi, mentre i giovani non hanno più fiducia nelle istituzioni. C’è un’ostilità forte nei confronti dei politici considerati approfittatori e dello stesso sistema bipartitico giudicato una fabbrica di tangenti istituzionali. Non è ostilità verso Felipe come persona, ma verso l’istituzione che rappresenta». Felipe potrebbe cercare di dare alla monarchia spagnola il glamour della monarchia inglese. «Poteva avere questa speranza quando sposò la borghese Letizia, ma per sua sfortuna la ragazza si è dimostrata anche più fredda e distante di lui. Troppo insicura del suo aspetto, troppi interventi plastici a spese del contribuente. Letizia non è molto simpatica. E poi la monarchia inglese non è emersa da una guerra civile e da una dittatura sanguinosa. Diverso, molto diverso». E il ruolo politico? Potrebbe mediare nel caso catalano. «Chi gli suggerisce di cercare questo compito è schizofrenico. Da una parte sostiene che la Costituzione è intoccabile, che non si può cambiare di una virgola il trattamento, ad esempio, della Catalogna. E poi sostiene che il re, che per Costituzione ha un ruolo solo rappresentativo, possa mediare. Assurdo». Quindi Felipe sarà l’ultimo re di Spagna? «Sono convinta che suo padre Juan Carlos non aveva alcuna volontà di abdicare e l’ha fatto perché il prossimo Congresso potrebbe avere almeno un 40/45% di deputati repubblicani. Abdicare in quel momento sarebbe stato molto più difficile. La Terza Repubblica si avvicina». Andrea Nicastro © RIPRODUZIONE RISERVATA accennato ai problemi del Paese, alla mancanza di lavoro, alle spinte centrifughe di Catalogna e Paesi Baschi, ma «nella Spagna diversa, ma unita, possiamo starci tutti, nel pieno rispetto della lingua, della tradizione, della cultura di ciascuno». Ieri contromanifestazione antimonarchica alla Puerta del Sol, con carica della polizia e nove fermi. Felipe VI ha ripetuto due volte che la sua sarà «una monarchia nuova per tempi nuovi» senza spiegare come. Il nuovo re resta ancora un’incognita. A. Ni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il testimone L’abbraccio tra Juan Carlos e il figlio Felipe dal balcone del Palazzo Reale. Il passaggio di consegne tra il padre e il figlio. Una nuova generazione che dovrà affrontare le spinte antimonarchiche e le pulsioni autonomistiche del Paese 20 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache Napolitano e le Fiamme Gialle: essenziali contro la corruzione Il capo dello Stato: «Non si faccia d’ogni erba un fascio» ROMA — Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto usare parole chiare, non equivocabili: «La Guardia di Finanza è protagonista di iniziative e indagini essenziali, soprattutto contro l’evasione e la frode fiscale e per la moralizzazione della vita pubblica». Ieri al Quirinale erano state organizzate le celebrazioni per il 240° anniversario della costituzione della Guardia di Finanza e per l’occasione il presidente Napolitano ha ricevuto il comandante generale, Saverio Capolupo. Un’occasione che il capo dello Stato non ha voluto farsi sfuggire per ribadire la sua totale fiducia alla Guardia di Finanza, dopo i clamorosi sviluppi dell’inchiesta napoletana che nei giorni scorsi ha visto l’iscrizione nel registro degli indagati del generale Vito Bardi, comandante in seconda del corpo militare, accusato di corruzione, e l’arresto del comandante provinciale di Livorno Fabio Massimo Mendella per avere incassato tangenti. «Guai ad accettare e tollerare che si possa fare di tutte le erbe un fascio», ha sottolineato il presidente Napolitano che ha voluto bollare come «elementi di responsabilità personali», le vicende che in questi giorni hanno messo sotto la lente di ingrandimento le azioni di alcuni esponenti di vertice delle Fiamme gialle. Giorgio Napolitano è stato chiaro: «Bisogna dare la mas- Al vertice Saverio Capolupo, comandante generale della Finanza sima attenzione a qualsiasi elemento di responsabilità per queste vicende personali non edificanti, ma non si può mettere in dubbio innanzitutto la straordinaria ricchezza e sanità del capitale umano e la serietà e la trasparenza e il disinteresse dell’operato dei comandi della Guardia di Finanza». Insieme al comandante generale Capolupo, al Quirinale c’era anche una rappresentanza di allievi degli Istituti di formazione della Guardia di Finanza e il capo dello Stato ha continuato a difendere il Corpo. Con determinazione. «Vorrei qui oggi, cogliendo questa occasione, rinnovare la piena fiducia nel Corpo della Guardia di Finanza e nel suo comandante generale da parte della istituzione che rappresento e, sento di poter dire, anche da parte di tutte le istituzioni repubblicane. Voglio inoltre sottolineare il concorso e il contributo che Il Corpo Chiede i domiciliari La fondazione Le origini della Guardia di Finanza risalgono al 1° ottobre 1774 quando il Re di Sardegna, Vittorio Amedeo III, istituì la «Legione Truppe Leggere» per il servizio di vigilanza finanziaria sui confini e la difesa militare delle frontiere Le funzioni Tra le principali ci sono la prevenzione, ricerca e denunzia delle evasioni e delle violazioni finanziarie. Concorre al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica e politico-militare delle frontiere dalla Guardia di Finanza, più che da qualsiasi altra componente del sistema delle Forze Armate e delle Forze di Polizia, e ciò per la peculiarità dei compiti e delle competenze della Guarda di Finanza, vengono dall’affermazione della legalità nella vita economica». Il presidente della Repubblica è da sempre attento a far viaggiare in parallelo il treno delle riforme e il treno della legalità. Perché Napolitano è consapevole che l’evasione fiscale e la corruzione politica hanno raggiunto proporzioni molto grandi e a tutti i livelli. Ecco perché ieri ha voluto dire: «Viviamo un momento difficile da anni ormai per la crisi finanziaria ed economica che ha investito nell’insieme lo sviluppo economico La fiducia Ribadita la massima fiducia nel Corpo e la necessità di combattere ogni abuso mondiale ma, in particolare, ha colpito i Paesi dell’Europa, della zona euro, ha colpito l’Italia». Non ha dubbi il presidente della Repubblica: «Il Paese è impegnato a risalire la china, a porre termine a una recessione che si è protratta davvero troppo a lungo procurando gravi ferite alla nostra economica, alla nostra società e alla nostra coesione sociale. Ecco perché è così importante in questo quadro assumere un forte impegno per la salvaguardia degli interessi fondamentali della comunità, a cominciare dall’interesse decisivo del rispetto delle leggi». Alessandra Arachi L’incontro Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con alcuni allievi degli Istituti di formazione della Guardia di Finanza (Ansa) © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ L'analisi QUEL PROCESSO A UN’IDEA DI SUD DA TENERE A TARANTO Si chiude con un rinvio l’udienza sull’Ilva La Cassazione deciderà se trasferire a Potenza di GOFFREDO BUCCINI L a fabbrica dei veleni sulla spiaggia? «Eravamo talmente poveri che l’avremmo costruita pure in piazza della Vittoria!», spiegò un sindaco di quei tempi, il dc Angelo Monfredi. A Taranto l’epilogo sta tutto nell’incipit: nella convinzione che non si potesse nemmeno discutere un destino deciso da altri, dallo Stato patriarca degli anni Sessanta come, trent’anni dopo, dall’imprenditoria nordista e aggressiva, incarnata da un disinvolto patron di successo come Emilio Riva; e che, dunque, il mostro che prometteva prosperità e lavoro potesse impiantarsi non soltanto sullo splendido litorale distruggendo milioni di metri quadrati di oliveto, ma persino, per paradosso, nella piazza più centrale della città. Per fortuna, verrebbe da dire, nessuno trovò la convenienza, almeno per quello. Ieri è cominciato l’ultimo capitolo di questa storia. Un’udienza preliminare ipertrofica (celebrata nella palestra dei pompieri) per 49 imputati e tre società (tutte del gruppo Riva): l’accusa più grave è disastro ambientale. Quasi mille le possibili parti civili. Gli avvocati dei Riva hanno invocato la legittima suspicione: troppa pressione locale; la giudice Vilma Gilli ha rinviato tutto al 16 settembre e mandato gli atti in Cassazione, perché si decida sull’eventuale trasferimento da Taranto a Potenza. La città chiede 10 miliardi di danni, ma potrebbe essere spogliata del suo processo. Ora, non v’è dubbio che pressione «locale» ci sia, eccome, dove le mura del cimitero sono rosa per le emissioni della fabbrica: anche se si segnalavano ieri solo contenuti striscioni e caute magliette di protesta (mo’ avasta!, ora basta). Ma forse qui non si tratta soltanto di ragionare in punto di diritto. Perché questo non è solo un processo ai Riva e ai manager dell’Ilva, ai vertici politici di Regione, Provincia e Comune (Vendola in testa, per concussione), agli avvelenatori, ai corruttori, agli eventuali complici, persino a un sacerdote. Questo è, prima di tutto, il processo a un’idea di Sud che sta alla radice del disastro di intere regioni meridionali. L’idea di farsi prendere per mano, lasciarsi comprare dal posto sicuro, non rischiare mai in proprio: i tarantini erano seduti sulla miniera d’oro del loro mare e della loro storia, ma quando il 20 giugno del 1959 il Comitato dei ministri per le Partecipazioni statali deliberò la costruzione a Taranto del quarto centro siderurgico nazionale, allora Italsider, il destino della loro comunità fu segnato. Il potentino Emilio Colombo sostenne che si sarebbe creato «un effetto moltiplicatore sull’economia meridionale»; nel ’64, alla prima colata, il salentino Aldo Moro vide «risollevarsi il Sud dalla sua mortificazione». Ogni evento va letto nel suo contesto, certo, ed erano tempi di operaismo e di fordismo, Paolo VI venne a benedire quest’inferno che sapeva di paradiso. Ma se la politica ha il compito di guardar lontano, un’intera generazione di politici meridionali fallì. E non che mancassero i segnali: nemmeno otto anni dopo quella prima colata, Antonio Cederna sul Corriere parlava di «Taranto in balìa dell’Italsider», di «citta disastrata»: di un’industria a partecipazione statale che «impone le proprie scelte particolari alla comunità». E, già allora, di «velenosi residui degli altiforni» e di «nessuna elementare opera di difesa contro l’inquina- La vicenda Il processo In una palestra dei pompieri è iniziata ieri l’udienza preliminare per 49 imputati e tre società del gruppo Riva coinvolti nel disastro dell’Ilva di Taranto: l’accusa più grave è disastro ambientale. La città chiede 10 miliardi di danni La difesa Gli avvocati dei Riva hanno invocato la legittima suspicione per le troppe «pressioni locali». La giudice Vilma Gilli ha così rinviato tutto al 16 settembre e mandato gli atti in Cassazione 52 10 Gli imputati Coinvolti nell’udienza preliminare di ieri: sono 49 persone e tre società (tutte del gruppo Riva). Per tutti l’accusa più grave è quella di disastro ambientale. Le possibili parti civili sono quasi mille Miliardi di euro L’ammontare della richiesta di danni del Comune di Taranto, rappresentato dall’avvocato Luca Perrone. Legambiente, invece, ha chiesto un risarcimento di 10 milioni di euro mento… per i poveri abitanti dei quartieri sottovento». Si riferiva al rione Tamburi, che nei decenni successivi avrebbe registrato i picchi più alti di tumore e ora al processo ha 550 abitanti che chiedono i danni. Se si doveva scegliere tra lavoro e salute, oggi i successori dei metalmezzadri di Walter Tobagi rischiano sia cancro che disoccupazione, perché le bonifiche sono tardive e incomplete, perché occorrono miliardi che nessuno ha per salvare la fabbrica e perché, infine, il soccorso arriverà forse dal colosso ArcelorMittal quando tutto sarà già perduto e le condizioni occupazionali saranno non più negoziabili (gli stipendi di luglio sono avvolti dall’incertezza). È la nemesi per una comunità che non si ama e non si protegge. Non può esistere colonizzazione, nell’Occidente contemporaneo, senza solerti collaboratori in loco. Perciò quello iniziato ieri è anche un processo ai tarantini, al tempo stesso vittime e carnefici di loro stessi. Ai politici e ai parlamentari che per generazioni non hanno alzato un dito magari in cambio di aiutini elettorali, a quei sindacalisti (molti, non tutti) facilmente ridotti a un «fragoroso silenzio» da qualche prebenda aziendale come il Circolo Vaccarella, a quei giornalisti così solerti alle chiamate del boss delle pubbliche relazioni Ilva, Girolamo Archinà. Non è solo questione di procedura penale. Un’intera comunità ha l’ultima occasione per fare i conti con se stessa. E i ragazzi un’opportunità per imparare a scegliere un’altra strada. Trasferire altrove il suo processo-catarsi sarebbe l’ultimo oltraggio alla città dal cimitero rosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA La perizia: Franzoni può essere risocializzata BOLOGNA — A dodici anni dall’omicidio del figlio Samuele (2002, Cogne) e a sei dalla sentenza definitiva di condanna a sedici anni (ridotti a tredici per l’indulto), Annamaria Franzoni, 42 anni, attualmente nel carcere della Dozza, potrebbe ottenere martedì prossimo dal Tribunale di Sorveglianza l’accoglimento dell’istanza di detenzione domiciliare per assistere i due figli, Davide di 18 anni, ma soprattutto Gioele, 10. Un’ipotesi che prende forza alla luce dell’integrazione della perizia psichiatrica richiesta dal Tribunale di Sorveglianza lo scorso 29 aprile e depositata in questi giorni dal professor Augusto Balloni. Nella relazione viene tratteggiato un percorso attraverso il quale «risocializzare e rieducare» la donna, che da mesi ha ottenuto un lavoro esterno in una coop sociale, sottolineandone «il buon rapporto» con i servizi sociali. © RIPRODUZIONE RISERVATA Roma Il cantante Mannarino arrestato per rissa ROMA — L’arresto è scattato e lui agli agenti ha detto: «Non sapete chi sono, ho cinque avvocati». Alessandro Mannarino, cantautore folk nato nelle strade di Roma,è stato fermato mercoledì sera mentre col fratello (fermato anche lui) partecipava a una rissa davanti ad un locale a Ostia dopo la festa per i 18 anni della sorella. L’artista romano è stato arrestato con le accuse di rissa, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il fermo è stato convalidato ieri, ma il 34enne e il fratello sono tornati in libertà perché incensurati. Resta in carcere un terzo fermato perché ha precedenti. «Ho fatto tutto per difendere mia sorella che era stata importunata, mio fratello, malmenato da sconosciuti che si erano intrufolati alla festa, e la mia ragazza», si è difeso il cantautore. Ma ha anche ammesso di avere detto e fatto cose «che non erano nelle mie intenzioni e non fanno parte del mio carattere». La ricostruzione della polizia però narra di un Mannarino già notato prima della rissa da una pattuglia della polizia mentre si agitava, ubriaco. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 italia: 51575551575557 21 22 Cronache Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corpus Domini Un anno fa Francesco aveva percorso i due chilometri Il Papa non può affaticarsi Niente processione a piedi Troppi impegni. E ad agosto non andrà in vacanza ROMA — Questa volta ha evitato i due chilometri a piedi, lungo via Merulana, fra la Basilica di San Giovanni in Laterano e quella di Santa Maria Maggiore. In vista del viaggio di domani nella diocesi calabrese di Cassano allo Ionio, al solito serrato e fitto impegni, ieri sera Francesco ha preferito dosare le proprie energie e attendere la processione del Corpus Domini davanti a Santa Maria Maggiore, dopo aver celebrato la messa nel sagrato di San Giovanni e raggiunto l’altra basilica in auto coperta. Negli ultimi anni, del resto, solo Bergoglio — come il Wojtyla più giovane — si era impegnato a camminare tra le due basiliche, al termine della messa. In genere il pontefice, come ha sempre fatto Benedetto XVI, anziché andare a piedi segue la processione sul ca- mioncino scoperto che porta l’ostensorio sotto un baldacchino bianco, tra due ali di fedeli. Ma Francesco ha scelto di compiere prima il percorso in auto e attendere la processione in piazza di Santa Maria Maggiore: non voleva che l’attenzione generale, com’è inevitabile, fosse rivolta a lui che guarda l’ostensorio anziché all’ostia consacrata, ha spiegato padre Lombardi. Lo spirito di un Papa che vuole una Chiesa «decentrata» e «missionaria» e non si stanca di ripetere: «Il centro non siamo noi, il centro è Gesù Cristo». Agenda fitta Bergoglio non andrà a Castel Gandolfo e nei mesi estivi le udienze salteranno solo a luglio In Vaticano, comunque, non ci sono preoccupazioni particolari sulla stanchezza del Papa e si respingono «allarmismi infondati». Del resto Bergoglio è fatto così, fin dai tempi di Buenos Aires: si sveglia prima dell’alba, è alieno da riposi pomeridiani, tende a non risparmiarsi e non va in vacanza. Anche questa estate, come nel suo primo anno di pontificato, resterà in Vaticano, senza concedersi le tradizionali settimane di riposo nel palazzo di Castel Gandolfo. Gli Angelus domenicali proseguiranno regolarmente a San Pietro. Unica concessone al periodo estivo, le messe mattutine a Santa Marta saranno sospese dall’inizio di luglio alla fine di agosto, mentre le udienze generali salteranno solo nel mese di luglio e riprenderanno in agosto nei giorni 6, 20 e 27 (non il 13 perché quel giorno partirà A Roma Papa Francesco mentre prega nella Basilica di San Giovanni in Laterano (foto Andreas Solaro/Afp) per il viaggio in Corea del Sud). Alcuni media anglosassoni hanno enfatizzato come un segnale di stanchezza particolare la sospensione delle udienze, ma in estate è sempre così e Francesco aveva fatto lo stesso l’anno scorso. Che poi gli capiti di essere stanco è normale, la vita di un pontefice è massacrante e Bergoglio è un uomo di 77 anni. Dopo il viaggio in Terrasanta non si è concesso soste fino all’incontro di preghiera in Vaticano con i presidenti israe- liano e palestinese. L’indomani ha dovuto rinviare l’udienza con il Csm perché a metà mattina non si era sentito bene, come ha spiegato lui stesso, «ho avuto la febbre e ho dovuto tagliare gli appuntamenti». È capitato altre volte che rinviasse degli appuntamenti perché la stanchezza si era accumulata: la visita al Seminario romano il 28 febbraio, un’udienza al cardinale Angelo Scola il 4 dicembre. Così talvolta concede a se stesso un’eccezione e si riposa in vista degli impegni più gravosi: prima del viaggio in Terrasanta annullò la visita al santuario romano del Divino Amore, ieri ha evitato i due chilometri a piedi. Anche perché da tempo soffre di dolori lombari, calza scarpe ortopediche e l’anno scorso, raccontano, uscì un po’ provato dalla camminata. Ieri peraltro Francesco non è apparso particolarmente affaticato, piuttosto assorto nel suo richiamo a «recuperare la memoria» e «ritornare all’ essenziale» per «difenderci dal cibo mondano che ci rende schiavi», ha scandito: «Alcuni si nutrono con il denaro, altri con il successo e la vanità, altri con il potere e l’orgoglio. Ma il cibo che ci nutre veramente e che ci sazia è soltanto quello che ci dà il Signore!». A Santa Maria Maggiore ha sollevato l’ostensorio e benedetto i fedeli, sostando in silenzio davanti alla stessa immagine della Madonna di fronte alla quale prega prima e dopo ogni viaggio. La visita di domani a Cassano avrà un fuori programma prima della messa nella piana dell’antica Sibari: lungo il percorso Francesco si fermerà nel luogo dove a marzo, vicino a un passaggio a livello dietro la parrocchia, fu ucciso a sprangate don Lazzaro Longobardi. Gian Guido Vecchi Gli appuntamenti La storica visita in Terra Santa Il 24 maggio Francesco è volato ad Amman, in Giordania, per poi raggiungere Betlemme e Gerusalemme . Il viaggio voleva celebrare quello di Paolo VI del 1964 La rinuncia alla camminata Ieri sera Francesco ha celebrato la messa del Corpus Domini a San Giovanni in Laterano ma per non affaticarsi troppo ha raggiunto Santa Maria Maggiore in auto e non in processione Il viaggio di domani in Calabria Domani il Papa visiterà Cassano all’Ionio, in Calabria, dove nei mesi scorsi sono stati uccisi il prete Lazzaro Longobardi e il piccolo Cocò, 3 anni, bruciato con il nonno © RIPRODUZIONE RISERVATA Cibo Il nutrizionista Giorgio Calabrese all’Onu «Lotta all’obesità: troppi divieti inutili» La battaglia mondiale contro l’obesità ha portato a demonizzare alcuni cibi e a rendere sempre più labili i confini tra chi è sano e chi non lo è, cambiando di volta in volta i parametri di ciò che è salutare. È l’atto d’accusa portato ieri di fronte all’Onu dal nutrizionista italiano Giorgio Calabrese (noto anche per le sue apparizioni in tv), che a un convegno sulle «malattie non trasmissibili» ha chiesto alla comunità internazionale di basarsi su «dati scientifici precisi, solidi, concreti prima di prendere qualsiasi decisione» che porti all’eccessiva «regolamentazione» in campo alimentare. Le Nazioni Unite hanno convocato ieri a New York esponenti della società civile e del mondo accademico per discutere dei metodi migliori per prevenire patologie come obesità, diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie e cancro che ogni anno uccidono 36 milioni di persone. Una sorta di epidemia non contagiosa che il segretario generale Ban Ki-moon ha denunciato come un’emergenza di salute pubblica al rallentatore. Calabrese, professore all’università Federico II di Napoli, ha ricordato che l’obesità deriva da più fattori, come la genetica, l’eccessiva assunzione di calorie e l’assenza di movimento e che non si devono «demonizzare singoli Esperto Giorgio Calabrese ingredienti come il grasso, il sale o lo zucchero senza considerare che ci sono tecniche di cottura che possono ridurre la qualità nutritiva di qualsiasi alimento». Da qui l’appello a educare i consumatori «alla moderazione e all’attività fisica» e a trovare standard certi: «Milioni di persone nel mondo si sono svegliate un giorno scoprendo di essere diventate improvvisamente a rischio — ha avvertito Calabrese — perché la soglia per essere considerati sovrappeso era stata abbassata da un indice di massa corporea di 27,8 per gli uomini e 27,3 per le donne a 25 per entrambi i sessi». E. Teb. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 italia: 51575551575557 23 24 Cronache Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Maturità In 500 mila sui banchi. Tre hacker violano il sito dell’Invalsi Liceo classico: versione di greco LA LINGUA «ANTICA» MA ABBORDABILE DEL RETORE SIRIANO di EVA CANTARELLA L uciano di Samosata, dunque: nato attorno al 120 d.C. nella capitale della Commagene di Siria, e abitualmente classificato come esponente della seconda sofistica, fu a lungo e con successo un oratore peregrinante. Ma non fu solo un retore: attorno al 155 i suoi interessi si orientarono verso la filosofia, per poi tornare negli ultimi anni a essere di nuovo attratto dalla retorica. Ma veniamo al brano con il quale quest’anno si sono cimentati i maturandi, l’incipit di un’operetta nota come Non si deve credere facilmente alla calunnia. Un testo interessante, «moderno», per la sua laicità: per Luciano, i mali non vengono all’umanità dagli dèi o dal destino. Vengono dall’ignoranza. Una caratteristica del nostro autore che i maturandi (avendolo incontrato nel corso dell’ultimo anno) avrebbero dovuto aver presente, e dovrebbe averli aiutati. Né avrebbe dovuto crear loro problemi la lingua di Luciano: una lingua «antica», l’attica del V e IV secolo a. C., presa a modello da un orientale, quale egli era, che aveva cominciato ad apprenderla a scuola. Una prova, direi, nel complesso più che ragionevole: non erano molte infatti, ed erano del tutto superabili le difficoltà sintattiche. In particolare, forse, quelle legate all’uso dei participi «predicativi»: olisthainontes unito alla negazione ou dialeipomen, nel senso di «che non la smettiamo di scivolare»; o, per fare un altro esempio un participio «sostantivato» senza articolo, come planomenois, da intendere «come quelli che vagano». Al di là di questo, solo l’usuale difficoltà, legata alla nota polisemia del greco, nello scegliere tra i diversi possibili valori di un termine segnalati dai vocabolari: ma si tratta di difficoltà della lingua, e non specificamente del brano. Vedremo se i risultati confermeranno queste impressioni: ripeto, quelle di una prova decisamente «sostenibile». Luciano, Facebook e funzioni Ma all’esame c’è anche l’Expo Ieri la prova di indirizzo. Lunedì arriva il «quizzone» Seconda prova, ieri, per i quasi 500 mila studenti impegnati negli esami di Stato. I ragazzi del classico si sono confrontati con la versione di greco: il brano «L’ignoranza acceca gli uomini» di Luciano di Samosata. Gli studenti dello scientifico hanno affrontato matematica con due studi di funzione. Anche l’Expo 2015 è stato argomento d’esame all’Istituto per il turismo. Al linguistico sono stati proposti un brano di Ralph Ellison e un’analisi di attualità di Javier Cercas, «Otra Europa». Per francese la prova ha visto un testo di attualità («L’amitiè à l’epreuve de Facebook» di Frederic Joignot). Al liceo pedagogico si chiedeva di riflettere sui temi dell’ambiente di apprendimento e sui concetti di autorità e libertà nell’educazione. Per l’alberghiero la prova è stata sulla conservazione degli alimenti. Le tracce di scienze sociali hanno riguardato Marx, Tocqueville e la mobilità sociale. Non sono mancati i problemi. Al «Torricelli» di Roma l’esame è iniziato con due ore di ritardo: nella notte alcuni vandali hanno svuotato due estintori e costretto il personale a sistemare i banchi in palestra. Prova Invalsi per altri 600 mila studenti (di terza media) e caccia ai tre giovani hacker, poi identificati, che si sono introdotti nel sito dell’istituzione tentando di acquisire i test per l’esame di ieri. Ora, per i maturandi, si aspetta il «quizzone» di lunedì, ultima prova prima degli orali. © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it Speciale maturità: tutte le tracce e le soluzioni sul sito corriere.it/scuola Liceo scientifico: matematica QUEI DUE PROBLEMI DA AFFRONTARE CON UN PO’ DI FIUTO di GIULIO GIORELLO L e matematiche sono «severe», diceva il poeta «maledetto» Lautréamont (1846-1870). Le prove della maturità poco fanno per attenuare tale impressione, e forse è bene sia così, poiché riguardano studenti che tendenzialmente si rivolgeranno a facoltà scientifiche: nelle quali talvolta è previsto anche un test di ingresso; e allora a cosa serve il responso della maturità? La durezza nel compito di ieri era, per altro, mitigata dalla facoltà di opzione concessa ai candidati. Si poteva scegliere tra due problemi di analisi: mi fossi trovato io su quei banchi, mi sarei buttato sul secondo, intimorito dall’integrale che faceva la sua pomposa figura già nella traccia del primo! E un po’ di fiuto poteva guidare nella selezione di cinque tra i dieci quesiti proposti in finale: fiuto che non è un semplice tirare a indovinare, ma è in qualche modo una conseguenza della preparazione degli studenti stessi che si trovano di fronte a domande che spaziano dalla trigonometria al calcolo combinatorio, dall’algebra ai teoremi dell’analisi, per non dire di non banali osservazioni di aritmetica. Alcuni quesiti, poi, richiedevano più riflessione, e un certo gusto per la storia: si pensi ai cinque poliedri regolari che tanto impatto hanno avuto in fisica e in filosofia. Quel che manca in queste prove è, semmai, l’altra faccia della severità: la gioia di scoprire grazie al calcolo e alla geometria affascinanti proprietà della realtà in cui viviamo. Sono parole, queste ultime, del grandissimo fisico Paul Dirac (si veda l’antologia La bellezza come metodo, curata da Vincenzo Barone per Indiana Editore, Milano 2013), che era arrivato alla sua sconcertante predizione dell’esistenza dell’antimateria semplicemente considerando che la radice quadrata di un numero ha due valori, uno positivo e uno negativo! © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Istituto tecnico per il turismo: tema di discipline turistiche aziendali Liceo pedagogico: tema di pedagogia UN’OCCASIONE PER VALORIZZARE I PUNTI DI FORZA DELL’ESPOSIZIONE IL RISCHIO DI RENDERE ASTRATTI I CONCETTI DI LIBERTÀ E AUTORITÀ di UGO SAVOIA C hissà se è stato l’effetto giudiziario di questi ultimi mesi, con l’inchiesta e i relativi arresti. O se invece, cosa decisamente più auspicabile, è la prova che il tema di Expo 2015 sta cominciando finalmente a entrare nella testa del Paese, a essere metabolizzato, a diventare argomento di discussione se non nei bar (in questi giorni il tema Mondiali non ha concorrenti), almeno nelle case. Addirittura nelle scuole. Quale che sia stato il motivo che ha portato il ministero a fare questa scelta, è stata una sorpresa scoprire ieri che una delle tracce della prova scritta per la maturità dei licei turistici trattava proprio dell’Esposizione universale di Milano, cioè quell’Expo che per anni è sembrata interessare soltanto alla Lombardia, e neppure a tutta. Certo non serviva una competenza specifica sull’argomento, né conoscere tutti i problemi incontrati dal commissario Giuseppe Sala, per sostenere la prova scritta. Diciamo che è stato uno spunto per parlare di Expo. Ma al di là della specificità dell’enunciato, in cui si parla di un tour operator alle prese con problemi di charter e costi per i suoi 150 clienti, è stato piacevole scoprire che per una volta l’appuntamento del 2015 non è stato associato a suggestioni negative, ma trattato per quel che è: un’occasione straordinaria per promuovere nel mondo il nostro sistema turistico, le nostre ricchezze artistiche e paesaggistiche. Il nostro oro, o meglio il nostro petrolio, cioé l’unico vero settore in cui l’Italia ha ancora tanto da dire, visto che i giacimenti di questa ricchezza sono sparsi in ogni angolo del Paese, pur se spesso dimenticati, maltrattati o svenduti. La loro valorizzazione è la strada che Expo potrebbe aiutarci a ritrovare e quella prova scritta di maturità lo ha fatto capire a tutti forse per la prima volta in modo così diretto. © RIPRODUZIONE RISERVATA di SILVIA VEGETTI FINZI M i sembra che l’antinomia «libertà-autorità», per quanto storicamente importante, s’inscriva in una cornice ideologica ormai superata. Nessuno attribuisce al termine «libertà» il senso di anarchia, licenza o libertinaggio perché il bisogno di vivere insieme (l’uomo, dice Aristotele, è un animale sociale) pone necessariamente vincoli. Lo stesso vale per il contrapposto termine di «autorità». Dopo le critiche mosse, negli anni 30, dalla Scuola di Francoforte all’autorità intesa come struttura ge- rarchica che, fondata sul dominio del padre e interiorizzata attraverso l’educazione, organizza la società e la mentalità, il concetto di «autorità» non risulta più monolitico e ovvio. Solo un’estrema semplificazione può proporre due polarità che, così intese, non possono che esitare in una mediazione. Ma si tratta di una risposta di buon senso, l’unica possibile e, come tale, già predisposta dagli esaminatori. A quel punto l’argomentazione diventa una mera dichiarazione di buone intenzioni, sostenuta da un apparato retorico che i più svelti conoscono a menadito. La relazione docente-allievo, non avviene nel vuoto, ma comporta una trasmissione di saperi che, come tali, conferiscono autorità a chi insegna. Per fortuna le tracce di approfondimento introducono termini più sfumati quali «istanze libertarie», «responsabilità», «autoritarismo». Ma è difficile per un adolescente calare questi concetti nel concreto dell’esperienza, nelle scelte educative che lo attendono. L’allievo che si troveranno di fronte non sarà mai privo di condizionamenti, d’identità e di desideri dei quali tener conto. Presentarlo in modo astratto è conforme alla tradizione idealista, ma non rappresenta le domande, i fermenti e le esperienze innovative che in questi anni cercano di vivificare la scuola. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 italia: 51575551575557 25 26 italia: 51575551575557 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera Dimenticate i parenti stretti. Nuova Classe V. L’auto è tornata grande. 47 canoni da • Anticipo da 8.197 € * • TAN 3,20% - TAEG 3,92% € • Dopo 4 anni puoi restituirla Un marchio Daimler. 350 Comfort, design, sicurezza: tutto trova la sua dimensione nella nuova Classe V. Capace di accogliere fino a otto persone con il meglio della tecnologia Intelligent Drive e tutta la multimedialità di cui hai bisogno, per vivere sempre al massimo il tempo passato insieme e quello dedicato alle tue passioni. Riscatto finale € 16.893 e chilometraggio totale 80.000 km. *Esempio leasing per Classe V 200 CDI Executive Long. 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Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Il racconto Cronache 27 italia: 51575551575557 La kermesse L’«art bonus» garantisce un credito d’imposta del 65%. Il restauro regolerà umidità e microclima della reggia di Nerone L’appello ai mecenati privati per far rinascere la Domus Aurea L’intervento nella parte superiore. Godart: occasione straordinaria I lavori Il direttore Louis Godart nel cantiere insieme con Fedora Filippi, direttore della Domus Aurea (Benvegnù-Guaitoli) I soffitti Louis Godart, consigliere culturale per il Quirinale, osserva i lavori alla Domus Aurea (foto di Benvegnù-Guaitoli) Il risanamento L’edificio è chiuso dal 2005 In 4 anni verrà smantellato il terrapieno di tre metri che grava sulle sue volte anche nel mondo». Louis Godart, archeologo (oltre che filologo miceneo) è il Consigliere per la conservazione del patrimonio artistico del presidente della Repubblica. Ha appena finito di visitare lo sterminato cantiere (32.000 metri cubi, altezze che arrivano a 12 metri) della Domus Aurea, la grande reggia che Nerone si costruì tra il 64 e il 68 dopo Cristo. Si estendeva, testimonia ammirato Svetonio, dal Palatino all’Esquilino. Lo ha accompagnato Fedora Filippi, direttore della Domus Aurea e responsabile del vasto cantiere. Dopo quattro anni di intenso lavoro, la Soprintendenza speciale archeologica di Roma diretta da Mariarosaria Barbera ha faticosamente messo in sicurezza strutturale il complesso intervenendo su volte e mura, usando esclusivamente mattoni realizzati a mano e materiali identici a quelli originali. Ora urge varare il progetto definitivo per il risanamento della parte superiore della Domus Aurea, ovvero il parco-giardino di 16.000 metri quadrati che sovrasta il complesso e mette in pericolo la stabilità del monumento per le infiltrazioni dell’acqua e il peso del terrapieno. Solo così potrà riaprire al pubblico questo gioiello, chiuso dal 2005 (l’ultimo clamoroso crollo risale al 2010) proprio per i tanti problemi strutturali. Per realizzare il piano occorrono 31 milioni di euro distribuiti in quattro anni. L’altro ieri il ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini, ha detto: «Lo Stato farà la sua parte ma troverei assurdo che su un progetto osservato da tutto il mondo non ci fosse una grande impresa pronta». Ed è ciò che ripete Godart, lanciando di fatto un appello alla sensibilità e al senso civico della nostra classe imprenditoriale. Dopo il Colosseo (il suo restauro è ora finanziato dalla Tod’s di Diego Della Valle con 25 milioni di euro) un altro grande malato dell’archeologia romana cerca un sostegno per guarire. Ora c’è anche un nuovo strumento, grazie all’art bonus voluto da Franceschini, che prevede un credito d’imposta del 65% sulla cifra destinata da un privato a un restauro o a un intervento su un bene culturale e paesaggistico. L’attuale cantiere, dove tutti i giorni sono impiegate 70 persone, ha prodotto un lavoro che suscita l’entusiasmo di Godart: «Un’operazione esemplare che fa onore a questa soprintendenza, al ministero dei Beni culturali e all’Italia. Un monumento eccezionale restaurato in modo eccezionale, affidato a chi mostra massimo rispetto per l’antichità romana e al messaggio civilizzatore del mondo classico trasmesso da questo monumento all’Europa e al mondo intero». La Domus Aurea è nota nel mondo sia per la sua mole che per gli affreschi diventati famosi nel 1480 quando un ragazzo precipitò per caso negli ambienti neroniani e svelò agli appassionati del tempo un onirico universo pittorico, ricco di piccoli angeli, esseri ibridi e mostruosi, uccelli, quadrupedi, tralci di frutta, essenze arboree. In quelle «grotte» coperte dal terreno scesero (calandosi con le funi o aprendosi varchi laterali) Raffaello, Michelangelo, il Pinturicchio (che lasciò un graffito autografo), Giovanni da Udine. Da allora la decorazione «grottesca» diventò una moda: il Raffaello delle Logge Vaticane è di fatto una copia della Domus Aurea. Motivi ripetuti in tanti altri capolavori rinascimentali, poi ripresi dal Neoclassicismo. Ancora Godart: «Possiamo immaginare come Raffaello o Pinturicchio abbiano avuto l’opportunità di vedere gli affreschi ancora nel loro splendore, prima che l’aria e gli agenti esterni li sbiadissero nei secoli successivi». Ma ora deve partire il piano per salvare ciò che è rimasto, come spiega Fedora Filippi: «Il progetto prevede lo smantellamento del terrapieno alto tre metri che grava sulle volte. Verrà ridotto a un metro appena, abbattendo del 70% il peso, e poggerà su un sistema integrato di protezione che regolerà l’umidità e il microclima. Sopra, verrà creato un giardino “leggero” che riprenderà la mappa del monumento nelle sue varie articolazioni storico-archeologiche, cioè la Domus Aurea e le Terme di Traiano. Abbiamo un cronoprogramma serrato e chiaro, sette fasi in quattro anni». Basta seguire tutto su http://archeoroma.beniculturali.it/cantieredomusaurea/. A questo punto manca davvero solo un mecenate dei nostri tempi. Abano e Montegrotto, nel Padovano, dal 28 al 31 agosto diventeranno le capitali della cultura, del fitness, delle cure di bellezza e termali, della musica e della danza. Senza tralasciare l’enogastronomia. Sono questi gli ingredienti della ricetta della prima edizione del Feel Good Festival. «Per quattro giorni — dice la giornalista Eliana Liotta, direttrice della kermesse — Abano e Montegrotto ospiteranno eventi di richiamo nazionale, con scrittori, medici, psicologi, artisti, atleti e imprenditori». Infatti si alterneranno eventi, incontri e presentazioni di libri. Si parlerà di bellezza con il filosofo Stefano Zecchi e il dermatologo plastico Antonino Di Pietro; di alimentazione e cibi sani con il dietologo dei vip Nicola Sorrentino e la blogger Fiamma Sanò de «La Cucina» del Corriere della Sera, ma anche con gli antropologi Elisabetta Moro e Marino Niola. Ci sarà anche un focus sulla prevenzione con il senologo Paolo Veronesi, presidente della Fondazione «Umberto Veronesi», mentre Andrea Pezzi farà il punto sulle innovazioni tecnologiche e multimediali nel campo della salute. Inoltre, si discuterà d’amore, con Francesco Alberoni e le scrittrici Candida Morvillo, Alessandra Appiano e Selvaggia Lucarelli. Invece, toccherà al saggista Stefano Bartezzaghi un excursus sull’enigmistica come cibo per la mente. «Pensiamo alla vacanza — prosegue Eliana Liotta — all’insegna del benessere nel senso più ampio del termine, fisico e mentale: dai bagni caldi al coperto o sotto il sole al divertimento serale, dagli spettacoli agli incontri con personaggi di spicco del mondo culturale, dai percorsi in bici lungo i Colli Euganei alle cene nelle antiche terme romane». Senza dimenticare i più piccoli, che potranno partecipare a laboratori di cucina salutare curati dalla Fondazione Veronesi. Con loro, uno chef d’eccezione: Marco Bianchi, volto di «Fox». Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA 31 milioni di euro Il costo totale del progetto per la messa in sicurezza della Domus Aurea di Roma. I lavori dureranno quattro anni, l’area interessata ha un’estensione di 16.000 metri quadrati Gli affreschi Una porzione del controsoffitto della Domus. Sotto, una restauratrice controlla l’umidità delle pareti ILLUSTRAZIONE DI MIRCO TANGHERLINI «Un privato che si rende conto dell’importanza di un simile monumento capisce anche quale impatto straordinario avrà il suo restauro. Penso dunque che un imprenditore attento non possa rimanere insensibile di fronte a uno straordinario progetto culturale che gli consentirà di apparire sia a livello nazionale che internazionale. Il nostro patrimonio ha bisogno dei privati e i privati hanno bisogno di recuperi di questo genere per affermare la propria immagine non solo in Italia ma Terme, cibo e cultura Il festival del benessere Com’era La ricostruzione 3D della Domus Aurea, a due passi dal Colosseo © RIPRODUZIONE RISERVATA Principato di Monaco Inaugurazione con 3500 invitati. L’edificio a forma di imbarcazione si estende per 15 mila metri quadrati Montecarlo, gran gala per il nuovo Yacht Club firmato Foster «Qui mi sento accolta come a casa, lo Yacht Club è il mio posto preferito del Principato». Lady Matacena dixit. E sembra un secolo. Uscita dalle cronache mondane per entrare in quelle giudiziarie — così talvolta è la vita — sbiadisce l’immagine della bionda e intrepida Chiara Rizzo, italiana tra i molti italiani, a Monaco. Disperso per analoghi motivi l’ex ministro Claudio Scajola, già assiduo frequentatore di Montecarlo. Ma i fasti della mondanità continuano e stasera nel Paese incastonato nella Costa Azzurra s’inaugura la nuova sede dello Yacht Club, firmata dall’archistar Norman Foster, con una festa che s’annuncia sfarzosa: 3.500 invitati (dei quali 1.300 sono i soci di 66 nazionalità), Moët&Chandon a fiumi, dress code (non obbligatorio) bianco e blu. Signore e signori del bel mondo monegasco e internazionale saranno accolti dal principe Alberto II, presi- dente di diritto dello Yacht Club (fondato nel 1953 da Ranieri III), che per questa uscita pubblica sarà guardato teneramente nel ruolo di prossimo papà. Al suo Sei piani affacciati sul porto La nuova sede dello Yacht Club di Montecarlo fondato nel 1953 fianco la moglie Charlène e attorno i componenti della famiglia. Tra i quali il nipote Pierre Casiraghi (figlio di Carolina) con la fidanzata Beatrice Borromeo. Il giovane, membro del Consiglio dello Yacht Club, ha partecipato alla 62° Giraglia Rolex Cup, approdata per la prima volta nelle acque del Principato. «La coincidenza con la nostra festa d’inaugurazione è fantastica — dice Casiraghi —. Questo edificio con le sue linee spettacolari rappresenta tutto l’interesse che Monaco porta per la marineria e il mare». L’opera di Foster (alla quale ha collaborato il collega monegasco Alexandre Giraldi), assomiglia a uno yacht. I ponti sono 6, la superficie è di 15.000 metri quadrati. Tecnologia sofisticata, materiali e fonti di energia nel segno della sostenibilità, la struttura richiama le lussuose imbarcazioni contemporanee. Per gli arredi ci si è avvalsi dei migliori marchi. In prima fila, Club House Italia di Alberto Vignatelli, partner di Fendi Casa. Lo Yacht Club si specchia nel mare e la sua altezza toglie la vista alle residenze dei palazzi retrostanti, ora a forte rischio di svalutazione. Ma non è tempo di polemiche, la festa va a cominciare. La lista degli ospiti è bloccata. A parte i soci del Club (ai quali è concesso un solo accompagnatore al seguito), c’è posto per i numerosi amici del principe Alberto. L’invitato d’onore, va da sé, è l’architetto britannico Norman Foster. Il gruppo degli ita- Nutrirsi correttamente nello spazio come sulla Terra. Questo è uno degli obiettivi di«Avamposto 42», sito presentato ieri da Samantha Cristoforetti, astronauta italiana dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) che volerà sulla stazione spaziale Internazionale (Iss) il prossimo 23 novembre. Il sito è sotto il patrocinio del Semestre italiano di presidenza Ue. liani è folto. Ci sarà l’ambasciatore Antonio Morabito che da quando si è insediato nel Principato ha dato impulso e visibilità al made in Italy. Ci saranno imprenditori conosciuti come Nerio Alessandri (Tecnogym), Leonardo Ferragamo, Vincenzo Onorato (armatore, ha partecipato alla Giraglia), Guglielmo Miani (Larusmiani), Roberto Kerkoc, vicepresidente dello Yacht Club Costa Smeralda, Claudio Del Vecchio (Luxottica). Tra le signore, Ljuba Rizzoli, Marta Brivio Sforza, Marta Marzotto. L’aristocrazia: Camilla e Carlo di Borbone, Serge di Jugoslavia, Emanuele Filiberto. Concerto di musica pop, cena a buffet. Le danze chiudono la serata. © RIPRODUZIONE RISERVATA Marisa Fumagalli L’astronauta La dieta in rete di Cristoforetti © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 italia: 51575551575557 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Cronache 29 italia: 51575551575557 Il premio Marisa Bellisario Arianna, Stefania e Chiara: tre ingegnere neolaureate fra le eccellenze al femminile Le più giovani hanno ventiquattro e ventisei anni. Riceveranno oggi pomeriggio negli studi Rai di Roma (in onda su Raidue il 27 giugno) una Mela d’Oro ciascuna: il Premio Marisa Bellisario «Donne Ad Alta Quota», riservato alle donne che hanno raggiunto importanti traguardi e che rappresentano il futuro dell’economia italiana. «Abbiamo scelto anche quest’anno le migliori energie e promesse del Paese, sono le migliori ambasciatrici nel mondo dell’Italia che produce e che lavora», spiega Lella Golfo, la presidente della L’intervista Fondazione. Nel robusto elenco delle eccellenze scelte per ogni settore spiccano tre neolaureate in Ingegneria matematica, Ingegneria informatica e Ingegneria per l’ambiente e il territorio, selezionate tra oltre sessanta candidate con la collaborazione di Lottomatica, Enel e Intesa Sanpaolo. Arianna Gea Pagano, 24 anni di Napoli, adesso sta svolgendo un dottorato di ricerca in Ingegneria geotecnica all’Università di Glasgow, in Scozia. Triennale e specialistica alla Federico II di Napoli con lode, maturità scientifica, Arianna ha alle spalle dodici anni di ginnastica artistica, con anche la qualifica di giudice regionale, e per quattro anni ha studiato pianoforte. Stefania Garasto è romana: maturità scientifica con 100 e lode, triennale e specialistica in Ingegneria matematica a Tor Vergata con 110 e lode. Oggi sta facendo un dottorato in Neuroscienze computazionali all’Imperial College di Londra. Ha vissuto pure a Berlino, dove è stata per un praticantato alla Technischen Universität. Chiara Gandolfi è la terza espressione della meglio gioventù femminile. Arianna Gea Pagano È di Napoli, ha 24 anni, svolge un dottorato in Ingegneria geotecnica all’Università di Glasgow Chiara Gandolfi Ha 26 anni, dopo gli studi a Bologna, si occupa di software alla e-Soft di Anzola dell’Emilia Stefania Garasto Romana, 24 anni, dottorato in Neuroscienze computazionali all’Imperial College di Londra Lei ha Studiato a Bologna: diploma scientifico, poi laurea triennale e magistrale in Ingegneria con lode all’Alma Mater Studiorum di Bologna. Chiara attualmente è junior software engineer alla e-Soft di Anzola dell’Emilia. Maniaca dei giochi di logica (ha partecipato in passato ai Giochi della Chimica, alle Olimpiadi dell’Informatica e alle Olimpiadi italiane della Fisica), nel tempo libero legge fantasy e polizieschi. Alla faccia di chi dice che sono cose da maschi. L’evento La presidente onoraria della casa di moda fiorentina famosa nel mondo per le scarpe premiata per la sua carriera «Vedova a 38 anni con sei figli Da allora ogni giorno in azienda» Wanda Ferragamo: non è stato facile, il lavoro mi ha salvato DALLA NOSTRA INVIATA FIRENZE — Signora, teme la morte? «No. Semmai ho paura di soffrire, il dolore non mi piace». Prega? «Oh sì, molto. C’è un Dio sempre intorno a noi, onde invisibili che ci circondano. Lo ringrazio per quello che mi ha dato, gli chiedo di proteggermi e di migliorare le intenzioni della gente, di rivolgere la mente delle persone ad aiutare gli altri». E non parla mai con suo marito? «No, lui è fisso nel mio cuore, non devo cercarlo altrove». Un’ombra di rossetto, l’abito color zaffiro, una sontuosa collana di perle che ha commissionato lei stessa a due artigiani fiorentini di Borgo San Jacopo; Wanda Ferragamo non si sottrae a nessuna domanda nella sala affrescata di Palazzo Spini Feroni dove ci incontriamo. È presidente onorario della Salvatore Ferragamo Spa e le è appena stato assegnato il Premio Marisa Bellisario per la Carriera. Amabile e schietta, non dimostra affatto i suoi 92 anni e a ogni risposta rivela quelle formidabili determinazione, dedizione e passione con le quali nel 1960, alla scomparsa del marito, prese in mano le redini dell’impresa Chi è Presidente Wanda Ferragamo è presidente onorario della Salvatore Ferragamo Spa, l’azienda fondata dal marito nel 1928. La signora ha preso le redini dell’impresa nel 1960, alla morte di Salvatore, che la lasciò vedova con sei figli L’azienda La produzione della Salvatore Ferragamo avviene tutta in Italia. Il marchio divenne celebre tra le star di zato l’esperienza americana. Lo rimproveravo per le mance esagerate: dava dieci, quando si usava cinque. Allora una volta presi una piastrella da un negozietto con la scritta: “Non far male che è peccato. Non far bene che è sprecato”, e gliela feci trovare in bagno. Lui, per tutta risposta, cancellò con un pennarello i “non” e trasformò la seconda frase in: “Far bene anche se è sprecato”». E dopo averlo raccontato sgattaiola in un’altra stanza e ritorna mostrando la prova dell’episodio appena condiviso. Tanta grinta non è una cortesia riservata agli ospiti. Wanda Ferragamo applica ogni giorno una delle sue massime: «Le persone hanno bisogno di noi e noi di loro. Sentirsi inutili non è bello». Quando la mattina arriva a Palazzo Spini Feroni, dopo aver fatto colazione a letto sfogliando Corriere della Sera e Nazione e aver dato istruzioni per la casa di San Domenico di Fiesole, prende sul serio il suo ruolo in azienda, tutt’altro che «onorario». «Mi occupo di tante cose e se vedo qualcosa che non va lo segnalo e faccio il putiferio del caso. Ogni tanto li strapazzo, ma mi conoscono e mi vogliono bene. L’ultima volta? L’altro ieri. Ho visto una scarpa da donna orribile e ho fermato la produzione. Guardi la bruttezza!», esclama dopo essere scomparsa e ricomparsa con una scarpa in cavallino con la zeppa di plexiglass. «Troppo aperta, troppo pie- ❜❜ I fiori di Salvatore In giardino ci sono ancora le bouganville che comprai con mio marito: sono le stesse di allora da lui fondata nel 1928: un tributo d’amore e riconoscenza, coronato il 29 giugno del 2011 con la quotazione in Borsa e, l’anno scorso, con la crescita dei ricavi del 9% e un utile netto del Gruppo di +43 per cento rispetto al 2012. «Non è stato facile, sa?», ricorda con malinconia, ma senza rimpianti. «Sono rimasta vedova a 38 anni, l’ultimo nato aveva due anni. La sera era il momento più triste, quando tornavo a casa, ma il lavoro mi appassionava ogni giorno di più. Sono stata aiutata parecchio, lo riconosco. Anzitutto in casa: avevo la cuoca, il cameriere, il guardarobiere, una tata e a un certo punto addirittura due, una per i più piccoli e una per i più grandi. In azienda devo essere grata alla signora Marisa Balestrieri, la ragioniera: era bravissima, intelligente e molto Hollywood grazie al lavoro del patriarca durante gli anni trascorsi in America. Tra le star che hanno indossato le scarpe Ferragamo, Audrey Hepburn (nella foto sopra, l’attrice con Salvatore Ferragamo e la moglie Wanda) tecnica, fantastica con la contabilità. Ho imparato tanto da lei: ero attentissima alle entrate e alle uscite, controllavo tutto con quattro occhi». In certi momenti la mancanza di un uomo al suo fianco era forte. «Non lo dico per i miei figli, la figura paterna non era necessaria, c’ero già io che facevo da papà e da mamma», spiega muo- ❜❜ Sotto controllo Se vedo qualcosa che non va la segnalo: l’ultima è stata l’altro ieri, una scarpa orribile! vendo in modo spiccio la mano a destra e a sinistra. «Più che altro avrei voluto una persona che mi prendesse la mano e dicesse: sono qui, non ti preoccupare. Ma era difficile scegliere, avrei dovuto trovare qualcuno davvero interessato a me e io non incoraggiavo nessuno». Salvatore Ferragamo è una presenza viva, negli aneddoti, numerosi e dettagliatissimi, e nella tenacia con cui la moglie pesca i ricordi e li mescola al presente. «In giardino abbiamo una parete bellissima ricoperta di bouganville, ora sono tutte fiorite. È il nostro orgoglio. Io e mio marito comprammo insieme una sessantina di piante e facemmo dei telai per coprirle. Sono le stesse di allora, che si sono rigenerate». Le parole di stima si sovrappongono a episodi buffi della vita in comune. «Era molto generoso, in questo lo aveva influen- Matriarca Wanda Miletti Ferragamo è nata a Bonito (Avellino) nel dicembre del 1921. Lei e Salvatore Ferragamo hanno avuto sei figli: Fiamma (scomparsa nel 1998), Giovanna, Ferruccio, Fulvia, Leonardo e Massimo (Massimo Sestini) El. Ser. © RIPRODUZIONE RISERVATA na! Non so come mai, ma di sicuro questa non rispondeva al nome che rappresenta!». Le giornate volano via e lei non è mai sola. «Vedo le mie amiche, andiamo al cinema o facciamo colazione insieme, e poi mi vengono a trovare spesso i miei figli e i miei nipoti. Incrocio le dita e ringrazio tutti i santi perché sono davvero dei ragazzi perbene, ed è questa la vera ricchezza. Non li ho mica viziati! Nelle nostre boutique paghiamo tutti, anche io: con lo sconto del 50 per cento, ma è giusto così». Il suo cruccio sono i giovani abbandonati a se stessi. «Non è colpa loro se sono svogliati o violenti, nessuno gli insegna che soltanto imparando dagli altri e assimilando gli esempi positivi possono realizzarsi. Bisogna cominciare quando sono piccoli, dopo è troppo tardi». L’ultima deviazione prima del commiato è nel suo studio, davanti a un libro con una scritta in inchiostro sbiadito e una bruciatura sul bordo. «Colpa di una candela. Questa dedica me la fece mio marito». Sono parole dolcissime, che riempiono lo spazio al di là del tempo. E si capisce il motivo della sosta finale: Wanda Ferragamo non avrebbe permesso che andassi via senza salutare il padrone di casa. Elvira Serra @elvira_serra © RIPRODUZIONE RISERVATA Le 26 edizioni Il premio Marisa Bellisario, giunto alla 26ma edizione, assegna ogni anno le Mele d’oro a donne che hanno raggiunto importanti traguardi in diversi campi Le premiate Quest’anno la commissione presieduta da Lella Golfo e Antonio Catricalà, oltre al premio alla carriera a Wanda Ferragamo e al tradizionale riconoscimento assegnato alle neolaureate, ha premiato anche altre donne scelte per il loro lavoro svolto in diverse categorie. Ecco i nomi delle premiate Imprenditoria Cecilia Battistello, presidente Gruppo Contship Italia, e Silvia Merlo, amministratore delegato Merlo Management Antonella Mansi, presidente uscente Fondazione Monte dei Paschi di Siena, e Tatiana Rizzante, amministratore delegato Reply Istituzioni Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico e Cristina Messa, rettore dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca Informazione Monica Maggioni, direttore RaiNews24 Scienze e tecnologie Samantha Cristoforetti, prima astronauta italiana Design Patricia Urquiola Spettacolo Elena Sofia Ricci Sport Licia Martignani, campionessa europea giovanile di taekwondo Premio internazionale Hawa Aden Mohamed, attivista per i diritti umani e femminili Premi speciali Ruthann Granito, ceo della Granito e Maria Cristina Finucci, fondatrice del Garbage Patch State Germoglio d’oro Francesca Lusini, presidente Peuterey Group 30 italia: 51575551575557 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 31 italia: 51575551575557 Tempiliberi Viaggi Benessere Food Moda Piccoli budget P Fonte: Ig Group Design N cambierà la scelta della meta. Ma il fastfood è un buon indice per mettere a Non ppunto il budget per le vacanze. Che sia rispetto a valuta debole (Argentina e Turchia) o al basso costo della vita (Sudafrica, Vietnam, Messico, Indonesia, Sri Lanka) Cambio moneta locale/euro Cena per 2 Birra locale alla spina Panino Sudafrica Indonesia Messico Sri Lanka Turchia Argentina Ar 1=0,0908 1=0,0688 1=0,0001 1=0,0567 1=0,0057 1=0,3451 28 euro 24 euro 9 euro 17 euro 11 euro 20 euro 1,50 euro 1,20 euro 1,50 euro 1,10 euro 1 euro 2,50 euro 6,60 euro 3 euro 2,50 euro 4 euro 3 euro 4 euro Tecnologia Famiglia Vita teatrale Tre figli da tre uomini e un’infanzia nella corte del principato di Monaco: il bilancio di una vita «felice e tormentata» Fanny Ardant di MARIA LUISA AGNESE «Amo la gente che non ha paura di niente. Il mio modello? Non c’è dubbio, Golda Meir» C osa vuol dire essere bella a ogni età, esser nata bella e continuare a esserlo? La domanda scivola sulla pelle di Fanny Ardant come se fosse acido irritante, si liscia le braccia come per liberarsene, e proclama: «Mai pensato di essere bella». Nel senso che una donna come lei, che a trent’anni faceva impazzire d’amore e di sesso Gerard Depardieu nel film di culto della nouvelle vague «La signora della porta accanto» di François Truffaut e che oggi compare in camei da sogno in ogni film di Sorrentino, non si piace e forse avrebbe preferito essere piccola e rotonda e con gli occhi azzurri? «Non sarebbe stato poi così male», scherza ma non troppo Fanny, facendo capire subito che l’autostima, quella estetica compresa, è davvero una faccenda fragile e ben complicata se pure lei vacilla, con quell’occhio profondo non segnato dall’età, il viso ben disegnato senza invasività chirurgica, il corpo intatto senza ginnastica nonostante tre gravidanze, un forte carisma personale che va aldilà dell’indubbio fascino e una vita da capofamiglia perché le tre ragazze sono arrivate da tre uomini diversi e senza nessun marito. E se le chiedi di definirsi con tre parole risponde con una sola che basta per tutta la vita: «Tormentata». La bellezza Eppure la bellezza Fanny la ama e la onora, quando la scorge negli altri e nelle cose intorno a sé: seduta a fumare sugli antichi gradini di pietra del Teatro romano di Verona dove è venuta a parlare, appunto, di Bellezza al Festival organizzato dall’Associazione Idem e dal Comune, ha negli occhi ancora l’incanto dei segreti Giardini Giusti, gioiello segreto italico, che ha appena visto per la prima volta, incredibile impianto cinquecentesco di verde all’italiana che si arrampica sulla collina, dove è stato presentato il suo film Cadences Obstinées, il terzo con la sua regia, protagonista Asia Argento. «A volte la bellezza annunciata ti delude, mentre spesso la scopri dove non pensavi che fosse. Bellezza per me è mobilità, può cambiare di continuo. Una cosa ti colpisce e se non hai tempo di fermarti, come è capitato a me con questi Giardini veronesi, ti fa male ma ti fa bene. Qualcosa di te è cambiato. Non ho fatto fotografie, non le faccio mai, ma è tutto là nella mia testa: le ombre nel sole che cala, i cipressi scuri...». Come resterà fissa nel suo obiettivo mentale l’immagine di quel vestito anni Cinquanta adocchiato passando in macchina nella vetrina di un negozio vintage di Verona, Sottosopra33, una nuvola di tulle bianco con piccoli pallini neri che le è sfuggito per un soffio: alla prova nel camerino si è rivelato essere soltanto una 38. Bellezza che fugge come quella delle donne? Ormai molte sue colleghe attrici, da Monica Bellucci a Juliette Bi- noche tentano di fermare il rimpianto asserendo che ogni età ha le sue gioie... Fanny risponde che sicuramente ogni età va assaporata, ma senza pensarci troppo, «perché se ti metti a pensare all’età e a quello che perdi con il tempo, ti viene in mente subito il pensiero della morte, di quando perdi tutto. Mia nonna e mia madre non si sono mai lamentate di invecchiare, perché doveva essere meno doloroso allora di adesso. Ci sono due argomenti di cui è meglio non parlare, le tasse e l’età, si perde in dignità a lamentarsene». L’infanzia a Corte Amore Il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico François Truffaut, uno dei padri della «nouvelle vague». Fanny Ardant, dalla quale ha avuto una figlia, è stata il suo ultimo amore. E’ morto nel 1984, a 52 anni Cinema Fanny Ardant in una sequenza del film «La signora della porta accanto», del 1981, nel quale fu diretta da Truffaut. L’attrice lavorò con il regista, padre di sua figlia Joséphine, anche in «Finalmente domenica», del 1983 Meglio la bellezza fugacemente assaporata e poi magari persa, ma ricostruita nella testa come ricordo. Un po’ come è successo a lei, nata bella e fortunata in una famiglia solida e severa della Francia degli anni Cinquanta. Due sorelle cresciute alla Corte monegasca, dove il padre era ufficiale di Cavalleria e consigliere del principe Ranieri e la madre, per un periodo, dama di corte. «Un’infanzia dolce e felice» in una corte piccola come una grande famiglia, dove la principessa Grace, che tutti gli altri vedevano come mito irraggiungibile, per lei era una mamma di famiglia che «era molto simpatica con i bambini che incontrava». Un’infanzia di solide radici e «fondatrice», come dice lei nel suo italiano musicale imparato quando girava a Roma «La famiglia» di Ettore Scola con Vittorio Gassman, una vita talmente felice da cui era non facile fuggire, «ma bisogna stare attenti alla dolcezza del vivere che ti impedisce di fare altre cose». Una perfezione di vita che ti metteva le ali, e lei è fuggita dal padre «spirito indipendente che le ha insegnato tutto», e dalle vacanze dai nonni, in una casa affogata nella foresta dove l’unica uscita settimanale era la messa della domenica, e dove lei leggeva con gran disordine tutti i libri pescati nella biblioteca del nonno. «Già lì, molto giovane, ho avuto la sensazione di quanto sia effimera la durata del successo. Alcuni best-seller di allora oggi nessuno li ricorda più». Per esempio? «Anatole France, Nobel nel 1921 poi dio assoluto, che ora conoscono in pochi, mentre altri durano, come Proust. Il tempo seleziona». È come con Facebook e Twitter, si creano falsi miti? «Non sono sui social network, troppa informazione e vista troppo da vicino. Bisogna lasciar sedimentare». La conversazione Ai passatempi del tempo moderno Fanny Ardant contrappone la conversazione. «Ho sempre pensato che mi sarei salvata solo parlando. Mi piace la conversazione fra amici, quella spassionata e dialettica, non quella che si fa sulla piazza pubblica, spesso politically correct e non inventiva. E che a volte ti fa anche cambiare parere. È come con i libri, quando trovo uno che ha un’opinione migliore della mia, che apre un altro punto di vista, mi conforta, mi fa bene». Con chi ha avuto belle conversazioni con Truffaut, che è stato suo compagno e padre della sua seconda figlia? «Sicuro, ma anche con il vostro Alberto Moravia che era molto mobile nel conversare, come piace a me, aperto, sempre avanti, provocatorio con charme, non mollava mai». E fra i suoi partner sullo schermo? «Con Depardieu molto, lui è bril- Scelte Fanny Ardant, nata nella Loira da un ufficiale di cavalleria e consigliere del principe Ranieri di Monaco e da una dama di corte, sognava la carriera diplomatica. Dopo la laurea in Scienze politiche, scoprì però la passione per il teatro e si iscrisse a un corso di Arte Drammatica al Périmony di Parigi. Nel ‘79 il suo esordio al cinema con L’uomo dei cani di Alain Jessua mentre il grande successo arriva nel 1981 con La signora della porta accanto del maestro François Truffaut, che diventa suo compagno (Foto Jean Marie Perier/Olycom) ❜❜ Età Mia nonna e mia madre non si sono mai lamentate di invecchiare, allora era meno doloroso di adesso ❜❜ Intimità Non sono sui social network, troppa informazione e vista troppo da vicino ❜❜ Salvezza Ho sempre pensato che mi sarei salvata solo parlando. Mi piace la conversazione spassionata e dialettica lante, veloce, come un laser. Un self made man, un bambino con spirito giovanile». Donna&Donne E lei e le donne? «Io sono delle generazione femminista, ma essendo nata in una famiglia con padre e zii eccezionali, non mi sono mai sentita bloccata. Capisco che se fossi nata in Africa sarebbe stato diverso. E so che il crimine più terribile è la violenza contro la donna perché avviene nel centro della casa, quella che ti dovrebbe proteggere... è l’orrore assoluto. Ma non credo che la battaglia per la parità condotta con le quote sia la via giusta, non ho mai ragionato in termini di uomini e donne. Detesto le categorie! Mi piace la fluidità della vita e le sue contraddizioni. Più c’è dottrina, meno c’è fluidità». Non accetta le quote neppure come soluzione temporanea, per pareggiare una situazione platealmente sbilanciata? «Potrei, ma a condizione che non diventi eterna, che non sia come la dittatura del proletariato, che anche lei doveva essere passeggera». Gelosa di sé e selettiva nelle amicizie, Fanny non è gelosa delle donne, anche nel film «Otto donne e un mistero» di François Ozon, con attrici come Catherine Deneuve e Isabelle Huppert, dice di non essere mai stata invidiosa di nessuna. «Ho molto amato Monica Vitti, ma la mia preferita è Golda Meir, amo la gente che non ha paura di niente. Guardi una sua foto e capirà la sua forza, mi piace perché non cercava di piacere». E basta guardare lei, Fanny, che se ne va con la sua camminata forte e cadenzata, per capire cosa intende quando dice che al fascino non ha mai badato, e che preferisce altro, per esempio i libri e la conversazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Tempi liberi Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Viaggi la sfida della sostenibilità Modello Dal Costarica alla Thailandia: le mete «davvero» green in tutto il mondo Il libro di Caterina Ruggi d’Aragona Gli aironi? Ammirateli nell’oasi di Sant’Alessio Fenicotteri e caprioli, aironi e cicogne, tucani e martin pescatori in totale libertà nel loro habitat naturale. Dove? A pochi chilometri da Milano. È l’oasi di Sant’Alessio, centro faunistico in provincia di Pavia, che ogni anno accoglie 40mila visitatori e li intrattiene con manifestazioni e laboratori didattici. Ai suoi abitanti (pennuti e non) è dedicato il libro I segreti dell’oasi. La natura meravigliosa di Sant’Alessio, con introduzione di Ermanno Olmi (Rizzoli, 239 pp., € 32,50). © RIPRODUZIONE RISERVATA Fare meno fotografie e stringere più mani Il turismo verde è così I l «senso del luogo» è stringere la mano a un abitante di un villaggio nel nord della Thailandia invece di fotografarlo. O acquistare esclusivamente prodotti locali durante un viaggio in Costarica. Il senso del luogo è il principale «comandamento» del geoturismo, l’ultima frontiera dell’ecosostenibile, un'evoluzione che cerca un equilibrio fra business e tutela di luoghi e comunità. Il viaggiatore deve fare la sua parte e dal canto loro le strutture devono rispondere a rigidi standard economici, culturali e sociali. Studiosi come l’australiano Jack Carlsen (impegnato soprattutto nel turismo sostenibile sulle isole del Pacifico) e la sua collega Lisa Campbell della Duke University sono impegnati nello sforzo teorico di ridefinire l’idea di ecoturismo, sottolineando i valori etici e le minacce di «inquinamento» concettuale e pratico che vengono dal marketing. Su questa falsariga, un'ulteriore innovazione sta diventando un modello: Prainha do Canto Verde (prainhadocantoverde.org) è una comunità di 200 pescatori che da diversi anni ospita visitatori da tutto il mondo sulla costa dello stato brasiliano di Cearà. L'associazione sostiene la pesca non predatoria e al tempo stesso ospita turisti sulla base di Non bastano il chilometro zero e nemmeno lo smaltimento dei rifiuti: la nuova frontiera è rispettare «il senso del luogo» principi sostenibili . Qui la novità principale è l'«autogestione» turistica su base comunitaria e senza l'apporto di capitali stranieri. L'ecoturismo su scala globale Ecoturismo è una definizione relativamente giovane, coniata nel 2002 in occasione del summit mondiale dell’ecoturismo a Québec (in Canada) in cui i delegati di 132 paesi convocati dalla World Tourism Organization si accordarono su un termine che è sintesi di turismo sostenibile e turismo responsabile. Secondo il protocollo canadese l’ecoturismo deve compendiare il rispetto di ambiente società e cultura di un luogo dato allo sviluppo economico locale e alla soddisfazione del visitatore. Nell'aprile scorso, la cittadina brasiliana di Bonito ha ospitato la Conferenza Mondiale di Ecoturismo e Turismo sostenibile. Anche in questo caso lo «stato dell'arte» del settore ha evidenziato la difficoltà nel distinguere progetti «eco» che seguono solo il mercato da quelli dettati da una reale spinta etica e culturale. Il programma per l'ambiente «Environm e n t P ro g r a m m e » d e l l e Na z i o n i U n i te (www.unep.org) ha postulato i punti irrinunciabili dei criteri di ecosostenibilità introducendo i concetti di benessere della comunità visitata e la soddisfazione dei turisti, due poli fra cui si definiscono la tutela della ricchezza culturale e della biodiversità. Fra gi organismi globali più accreditati, il G l o b a l S u s t a i n a b l e To u r i s m C o u n c i l (www.gstcouncil.org) è promotore della recente Conferenza internazionale. Il nuovo amministratore del GST Council Randy Durband, fresco di nomina, ha ridefinito i criteri d'impegno dell'organismo con base a Washington: «Stiamo lavorando su tre livelli diversi: la certificazione dei Paesi, delle strutture alberghiere e delle comunità che intendono avviare programmi turistici nei loro territori». Una sfida non da poco considerando che il turismo «classico» è l'industria più profittevole del Pianeta con un fatturato da 2.200 miliardi di dollari e 101 milioni di posti di lavoro e dove l'ecoturismo richiede investimenti massicci per poter rispettare gli standard globali. Le regole dell'ospitalità sostenibile Fra le catene internazionali, il gruppo Carlson (carlson.com) e Accord (accor.com) si sono distinti nell'ultimo decennio per aver abbraccio molti aspetti (produzione di energia, smaltimento rifiuti, modalità di imballaggio) dell'ecosostenibile. FRA I PESCATORI Lo scozzese «Islay» AL CONFINE COL LAOS «Puh Chai Sai» FORESTA PLUVIALE Il «Lapa Rios» SULL'ATLAS «Kasbah du Toubkal» La fiera Si parla di orsi e (anche) della quinoa Festa ecologica della natura alpina N utrire le Alpi e chi vive nei piccoli paesi di versante. Ma anche reimparare a stare assieme, a far festa, a confrontarsi e a vivere in «sostenibilità». Questi gli scopi della «Fiera della sostenibilità nella natura alpina» che, fino a domenica 29 giugno nel Parco dell’Adamello, propone conferenze, dibattiti, incontri culturali, laboratori, visite guidate, attività ludico-didattiche per bambini e famiglie, mostre, serate musicali, appuntamenti enogastronomici e manifestazioni sportive. Tutto, nell’anno internazionale dell’agricoltura familiare, sul tema «Seminare futuro», anticipando gli argomenti di Expo 2015. Con uno sguardo al passato remoto del Paleolitico, da cui partirà il convegno «Uomini e orsi» (domani alle 15 nella chiesa di San Lorenzo, Berzo inferiore). Domenica alle 10 si parlerà anche di «Fitodepurazione nelle terre alte»; sabato 28 giugno di «Quinoa: coltivare agrobiodiversità tra modernità e saperi tradizionali». E poi ci sono «I venerdì di Robinson. Alla scoperta dei territori inesplorati della Valle Camonica». Ma anche musica, con il Quartetto d’archi Bazzini (domani ore 21, Santuario di Santa Maria Nascente, Berzo inferiore), e degustazioni (domenica ore 11, Rifugio Premassone di Sonico, i vini Igt di Valle Camonica). I bambini, nel centro faunistico di Fles, scopriranno le antiche lavorazioni della lana (domenica ore 14.30). Agli sportivi non resta che la scelta tra escursioni e gare di canoa, nuoto, corsa, MTB e bicicletta. Chi ha la vena artistica, invece, potrà partecipare al premio di videoclip sul tema «Seminare futuro» (ven. 27 alle 21 nell’Auditorium Giacomo Mazzoli, comunità montana di valle Camonica, Breno). A ciascuno il suo vivere sostenibile. C.R.d’A. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Tempi liberi 33 italia: 51575551575557 L’eco-turista La scelta del tour operator Scegliete il tour operator o i pernottamenti in base a metodo di produzione dell’energia e smaltimento e riciclo dei rifiuti prodotti No all’aereo Camminate e pedalate. Usate i trasporti pubblici, noleggiare veicoli ibridi. Viaggiate con treni dovunque sia possibile Calcolate la CO2 Calcolate la quantità di CO2 prodotta dal vostro viaggio Tutela delle popolazioni locali Assicuratevi che i locali abbiano un beneficio dal vostro passaggio spendendo in esercizi posseduti da gente del posto. Pernottate in lodge che impiegano personale locale Conservazione ambientale Scegliete un viaggio che rafforzi gli obiettivi di conservazione e che aumenti l’integrità nazionale dei posti che visiti, inclusi aree protette coinvolgimento degli ospiti (i resort sono sparsi nei parchi naturalistici di tutto il Giappone) nella natura. L'eco-filosofia all'italiana Fra gli eco resort italiani che hanno ottenuto l'ambito bollino «Green Globe» c'è il Lefay Resort Lago di Garda (nelle vicinanze di Gargnano, nel bresciano; tel. 0365.24.18.00, da 200 euro a persona lefayresort.com)costruito seguendo i dettami dell’ecosostenibilità (dai pannelli solari alle pareti termiche a severi standard per il riciclo) su una serie di terrazzamenti naturali. Con un occhio di riguardo a un aspetto che sta diventando sempre più cruciale: la riduzione dell’inquinamento elettromagnetico. In Liguria, il Relais dal Maro a Borgomaro, in provincia di Imperia, è un albergo affiliato a Eco World Hotel per i criteri con cui è stato ristrutturato e per i prodotti che propone ai suoi clienti: tutti rigorosamente biologici e a chilometro zero (Borgomaro, Imperia; tel. 335 6282760; da 40 euro a persona per pernottamento e prima colazione). Tradizionale ma «green» è il Villa di Campo sotto le Dolomiti del Brenta, certificato dal marchio ambientale Ecolabel: 22 camere in una villa dell'Ottocento con ristorante bio e prodotti a chilometro zero (Compo Lomaso, Trento, tel. 0465. 70.00.52; da 12o euro). Una bussola con le «green label» Una delle bussole più affidabili prima di scegliere un tour operator o un hotel in giro per il mondo è la serie di «marchi verdi» (green label) che ufficializzano l'impegno per la sostenibilità di una struttura: Nordic Swan rispetta i rigidi parametri svedesi (www.svanen.se), Green Globe è uan certificazione che si ritrova in tutti i continenti; mentre Green Key, nata in Danimarca si è diffusa in 34 Paesi. Negli Stati Uniti Green Seal certifica prodotti di consumo ma anche eco-resort e catene alberghiere secondo standard rigorosi. Fabrizio Guglielmini © RIPRODUZIONE RISERVATA Accor ha definito i propri criteri di «Environemental Footprint» (impronta ecologica) nel 2011 e lanciando il programma «Earth Guest». Tuttavia sono gli eco-lodge ed eco-resort sparsi nel mondo ad interpretare al meglio i principi «verdi». La penisola di Osa in Costa Rica è uno dei luoghi in cui ci si può immergere nella foresta pluviale e dove l’Ecolodge Lapa Rios (www.laparios.com) è all’avanguardia sia per la produzione di energia (al cento per cento da fonti rinnovabili) sia per lo smaltimento dei rifiuti. L’ecolodge è anche impegnato nella tutela della fauna e della flora che lo circondano con una particolare cura per l’ara macao, un magnifico pappagallo in via d’estinzione. Fra le montagne della catena dell’Atlas marocchino la Kasbah du Toubkal Ecolodge (www.kasbahdutoubkal.com) è stato premiato a più riprese come miglior resort del Maghreb; il Toubkal (prende il nome dalla montagna che lo sovrasta) Geoturismo Ecco le parole chiave del geoturismo: integrare le regole del turismo sostenibile entrando in relazione «fattiva» con le popolazioni locali svolge la sua attività in equilibrio con la popolazione berbera del villaggio di Imlil. La Kasbah (nucleo abitato) è stata interamente ristrutturata utilizzando materiai locali. A nord di Chiang Mai, nella zona montuosa al confine con la Birmania e il Laos, il resort Phu Chaisai (www.phu-chaisai.com) è stato una delle prime strutture ricettive di quest’area a sposare il concetto geoturistico del «senso del luogo». Il Phu acquista beni dalle popolazioni locali e promuove la coltivazione dei prodotti serviti agli ospiti in loco, stimolando la conoscenza reciproca. Dall'altra parte del Pianeta, in Scozia, l’Eco Resort «Islay Hotel» (www.islayinfo.com) è stato costruito utilizzando coperture e materiali che si trovano sull'isola, dalla pietra al legno. La struttura viene rifornita da prodotti a chilometro zero e gli ospiti sono incoraggiati a incontrare gli abitanti della Pensiola di Oa. Molte famiglie sono coinvolte nella produzione dei beni utilizzati o venduti nel resort. In Giappone Masaru Takayama è il fondatore della Japan Ecolodge Association (www.japan-ecolodge.org) impegnata nel programma nipponico che si impegna a controllare i criteri di costruzione di nuovi resort ecosostenibili e al tempo stesso creare posti di lavoro nella rete di alloggi che fa capo alla Ecola. Fra questi, la catena Hoshino Resort (www.global.hoshinoresort.com) ha come principale caratteristica il In un attimo ho ritrovato l’incanto. w w w. a u s t r i a . i n f o Nel senese Viaggiare lento sulla via Francigena A Monteriggioni c’è la Viandanza T orna il Festival della Viandanza, a Monteriggioni, cuore pulsante della Via Francigena nelle Terre di Siena. Tre giorni (fino a domenica) all’aria aperta per chi ama viaggiare a piedi e in bicicletta, animati da incontri, spettacoli, conferenze e camminate assieme. Con decine di ospiti, come David Riondino, Gianmaria Testa, Antonio Moresco, Giuseppe Cederna (www.viandanzafestival.it). Paul Chinn, autore britannico di guide francigene, farà lì una sosta durante il suo viaggio in bicicletta tra Canterbury e Roma. Nicolò Bassetti presenterà, assieme a David Riondino, Sacro GRA, il libro da cui è stato tratto il film vincitore dell’ultimo Leone d’Oro a Venezia. Continuerà anche il dibattito, iniziato nella scorsa edizione del festival, finalizzato alla stesura del «Manifesto della Lentezza«, una piattaforma di idee e proposte concrete sull’affermazione dei diritti di chi viaggia lento, con mezzi a basso impatto ambientale. Con il Festival della Viandanza la Toscana festeggia anche la sua via Francigena: 15 tappe per un turismo lento e consapevole. Domani a Lucca la presentazione dell’intero tracciato toscano (380 km), completamente messo in sicurezza con un investimento regionale di 13 milioni di euro. La giornata inizierà alle 9.30 al Castello San Donato, sede dell’Opera della Mura, per poi attraversare le 4 tappe messe più recentemente in sicurezza. Arrivati alla Casa del Boia, alle 12, la presentazione ufficiale dell’intero tracciato toscano della Francigena, con gli interventi, tra gli altri, del ministro dei Beni, delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini e del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. C.R.d’A. © RIPRODUZIONE RISERVATA Per informazioni sulla tua vacanza in Austria c h i a m a i l N u m e ro Ve rd e 8 0 0 1 7 5 0 7 0 34 Tempi liberi Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Viaggi le destinazioni Entroterra / 2 Oscurato dalla riviera ma a un passo dalle spiagge più famose d’Italia: ecco cosa offre il cuore «buono» del riminese La mostra La poesia di Camogli negli scatti della poetessa Il mare ma da lontano In Romagna resiste la leggenda dei 12 anelli «U Una poesia per immagini. A restituirne il gusto è la mostra che Camogli (con il patrocinio dall’Accademia dei Cultori di Storia Locale di Chiavari) dedica a 40 scatti eseguiti dalla poetessa Antonia Pozzi durante la sua ultima vacanza in riviera, prima della scomparsa nel 1938. A cura di G.B.Roberto Figari e Ludovica Pellegatta, dal 4 luglio al 14 settembre, nella sala Consigliare del Palazzo Comunale di Camogli. © RIPRODUZIONE RISERVATA na terra senza confini, che non si riconosce dai boschi, dai monti, dai fiumi, dal clima, ma dalla gente e dalle sue abitudini. Non una regione geografica, dunque, ma una regione del carattere, un’isola del sentimento. Un pianeta inventato dai suoi abitanti», scriveva della sua Romagna Guido Nozzoli, cronista de «Il Giorno» e soprattutto riminese. Un territorio che appare irrintracciabile, oscurato com’è dal clamore estivo della Riviera con le sue feste in spiaggia e il suo turismo d’assalto, ma che sta nascosto. Basta avere la voglia di mollare la sdraio per addentrarsi con l’auto nel suo entroterra così genuino e così ricco di sorprese. La leggenda dei 12 anelli La famosa ospitalità romagnola ha ad esempio il suo epicentro a Bertinoro, paesino tra Cesena e Forlimpopoli, che si raggiunge uscendo sull’A14 a Cesena Nord e poi imboccando la E45 e la SP65. In piazza della Libertà la leggenda vuole che due nobili bertinoresi abbiano eretto la Colonna delle Anella per dirimere una conte- Un mito costruito sull’ospitalità: a Bertinoro vi inseguiranno per invitarvi a pranzo La «terrazza» dei Malatesta sa ricorrente tra le famiglie benestanti del luogo, quella cioè di gareggiare nell’offrire ospitalità ai viandanti. Con la colonna il pellegrino che legava il cavallo a uno dei dodici anelli, avrebbe scelto anche dove alloggiare. Oggi, ogni prima domenica di settembre, questa tradizione viene rievocata nella festa dell’ospitalità, gli stranieri scelgono una delle buste legate ai dodici anelli e partecipano a un pranzo a casa di qualcuno o in un ristorante. Forse è anche per questo che in questa quiete accogliente ha cercato casa Biagio Antonacci. Vedere il mare Per ristorarsi - ma forse più per bere, visto che a Bertinoro dal 2011 si archiviano le migliori bottiglie nella Riserva storica dei Sangiovesi di Romagna - si può andare alla Ca’ de Be’ (Casa del bere), dal cui terrazzo panoramico, al cui centro campeggia la Campana dell’Albana (tipico vino bianco romagnolo), si gode di uno splendido panorama fino al mare (tel. 0543/444435). E magari si può chiedere se hanno in carta i vini di Giovanna Madonia, celebri per le loro etichette con i disegni di Altan che lui stesso le ha lasciato. A Bertinoro poi, nella suggestiva rocca millenaria, si trova il Museo Interreligioso dedicato all’Ebraismo, al Cristianesimo ed all’Islam, come in una moderna Cordoba (tel. 0543/446600). Per riempire lo stomaco occorre imboccare la SP65 e poi la SP5 per arrivare a Santa Maria Nuova dove l’azienda delle sorelle Mambelli, eredi dell’at- C’era una volta Tetiaroa, ville «stellate» al posto dei faré di Brando N on si doveva usare il ddt, il generatore veniva spento due ore dopo il tramonto, le dodici capanne tradizionali (faré) erano eleganti ma spartane. Queste erano le regole dell’ospitalità di Marlon Brando sull’isola di Tetiaroa (in polinesiano significa «stare in disparte»), nel cuore delle isole della Società. Il 1 luglio aprirà qui il resort di lusso «The Brando» (www.thebrando.com) della società Pacific Beachcomber, e per Tetiaroa comincerà una storia molto diversa da quella voluta dal divo hollywoodiano. Fino agli anni ‘90 l’atollo a nord di Tahiti era un segreto per pochi intimi: solo chi chiedeva all’aeroporto di Papeete (dove esisteva un apposito sportello) riusciva ad avere informazioni su questo Paradiso nel cuore del Pacifico. Nell’«Hotel Tetiaroa Village» l’attore ospitava amici (fra cui Martin Sheen con cui condivise l set di «Apocalypse Now»), ecologisti e studiosi della barriera corallina, in linea col suo impegno di tutela della biodiversità dell’isola. Ma qualsiasi altro viaggiatore era il benvenuto, con un costo di circa 100 dollari a notte. Tetiaroa era una delle due case polinesiane di Brando (l’altra era una villa a Tahiti). Dopo una serie di lunghe trattative ottenne l’atollo in usufrutto per 99 anni. Fino agli inizi del ‘900 era appartenuta alla famiglia reale Pomare e poi a diversi privati fra cui il dentista Johnston W. Williams a cui i regnanti regalarono l’atollo in segno di gratitudine per i suoi servigi medici. Brando arrivò qui per la prima volta nel 1962 per girare «Gli ammutinati del Bounty» e si innamorò della sua terza moglie Tarita Teriipia (co-protagonista del film) e dei tredici isolotti (motu) che proteggono la laguna interna, uno dei più impressionanti panorami della Polinesia Francese. Fino agli anni ‘80 l’attore passò lunghi periodi sull’atollo e i visitatori ricordano il suo mansueto cane nero che si aggirava sulla spiaggia. L’idillio cominciò a sgretolarsi quando, nel 1991, il figlio Christian fu condannato per l’omicidio di Dag Drollet, il Ammutinati Marlon Brando e Tarita Teriipia sul set del film. Sotto, una villa fidanzato della sorellastra Cheyenne; quest’ultima si suicidò a Tahiti nel 1995. Marlon Brando morì nel 2004 e in seguito Richard Bailey, boss della Beachcomber, avviò accordi commerciali con la moglie Tarita e gli altri eredi. Dal 1 luglio al 30 settembre le tariffe «di lancio» oscilleranno fra 1800 e 3600 euro (da 1 a 4 ospiti) per una delle 47 ville sul motu di Onethai. In seguito si salirà alla vertiginosa quotazione di 3000 e 6000 euro al giorno per un minimo di tre notti. Uno «stile» molto lontano dall’idea di ospitalità polinesiana voluta da Marlon Brando. Fabrizio Guglielmini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Tempi liberi 35 italia: 51575551575557 Da Bertinoro si riprende l’A14 fino a Rimini Sud e poi la strada Marecchiese (così chiamata perché costeggia il fiume Marecchia) fino a Verucchio, la culla della signoria dei Malatesta che su uno sperone fortificarono la rocca nella guerra contro i Montefeltro di Urbino. Da quassù si domina la Valmarecchia e la vista spazia per vigneti e colline fino all’Adriatico. Proseguendo per la Marecchiese e lasciandosi Verucchio alle spalle, è la SP58 a portare a Pennabilli, dove riposano le ceneri di Tonino Guerra, che prima di scomparire ha contribuito all’arredamento di un intero piano del Grand Hotel Il Duca del Montefeltro, appena inaugurato (www.hotelducamontefeltro.it): dagli armadi, ai tavoli, ai comodini, alle testiere dei letti. Ritornando verso la costa si può deviare, tramite la trasversale Marecchia, verso Santarcangelo e fermarsi in centro al Museo del Bottone, istituito sei anni fa da Giorgio Gallavotti, titolare di una merceria che il padre aveva aperto nel 1929 (dal martedì alla domenica 16-18.30 e 21-23.30, tel. 0541/624270). tività della nonna che consegnava in bicicletta i suoi formaggi, produce uno squacquerone che ha ingolosito persino Eataly e la loro ricotta è salata naturalmente con l’acqua termale delle vicine terme di Fratta. Da Bertinoro è sempre la SP65 che conduce a una meraviglia senza tempo, adagiata sulle colline di Cesena: il Museo della musica meccanica di Villa Silvia, che in Vinicio Capossela ha ILLUSTRAZIONE ANTONIO MONTEVERDI In giro per i colli Per arrivare alla Rocca di Montefiore Conca si attraversano i colli riminesi, in una atmosfera stile «Sideways». Il Podere Vecciano è famoso per i vini uno dei suoi più assidui frequentatori. Lungo sette sale si possono trovare il tamburo meccanico progettato da Leonardo da Vinci, piccole tabacchiere dotate di minuscoli carillon, piccoli sax meccanizzati, ma anche strumenti meccanici che popolavano le case dell’alta borghesia, dal ‘700 al ‘900, tra cui il piano melodico Racca, appartenuto alla regina Margherita (3 euro, weekend dalle 16 alle 19). Colli riminesi Per arrivare alla Rocca di Montefiore Conca, dove far spaziare ancora la vista, ci si può perdere tra i colli del riminese in una sorta di «Sideways» a caccia di buon vino. Prendendo via Covignano da Rimini, che conduce al colle omonimo, si arriva all’azienda agricola San Valentino. Da Verucchio, invece, verso Sud Est sarà San Patrignano con i suoi vini ad accogliere i viaggiatori, mentre a 6 chilometri da Rimini, sulla SP41 si incontra Podere Vecciano, famoso per i suoi bianchi come Borgofriano (Chardonnay) e Vigna la Ginestra (Rebola). L’insolita rocca di Montefiore dal Podere è a 16 km e alle pendici attende l’azienda agricola Buon Pastore con il suo formaggio ottenuto da caglio vegetale. Andrea Rinaldi © RIPRODUZIONE RISERVATA Che montagne. Che laghi. Che luce! Al settimo cielo in mountainbike: il tour Bernina Express Basta un tuffo nel Lej da Staz per rinfrescarsi Tutto scorre lungo il Panoramatrail Comodamente in quota con gli impianti di risalita* Quasi quasi divento umano Brunch alpestre con capatina al caseificio di dimostrazione 400 km di itinerari mountainbike da percorrere, e cosi tante offerte da fare invidia. Se cerchi altre suggestioni: www.engadin.stmoritz.ch *«Impianti di risalita inclusi»: impianti di risalita inclusi dalla 2a notte in albergo. 36 Tempi liberi Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sapori & amori L’ingrediente La versione arrostita delle melanzane Pasta con le sarde? Sì, però sono crude La rivoluzione siciliana #Foodstagram A favore degli spaghetti mangiati anche a colazione Paolo Barilla, durante l’ultima assemblea di Aidepi (l’associazione delle industrie del dolce e della pasta), ha confessato ai presenti in un angolo break che lui, a volte, la mangia persino a colazione. «Se ho una giornata impegnativa» ha puntualizzato. Del resto che la famiglia Barilla sia cresciuta con il mito (e il business) della pasta, non è difficile immaginarlo. Quello che invece sarebbe stato difficile da immaginare, almeno qualche decennio fa, era che la pasta avrebbe perso il suo primato sui consumi alimentari italiani. Come dimostra il calo del 10% dei consumi pro capite di pasta tra il 2004 e il 2013. In Italia se ne mangia sempre meno. Un ruolo lo hanno senz’altro giocato alcune diete no carb (che demonizzano i carboidrati) e alcune intolleranze (come la celiachia) diventate in molti casi vere e proprie mode. È in difesa quindi della pasta, la gallery di questa settimana di Foodstagram, la rubrica di Corriere.it in cui pubblichiamo le fotoricette dei lettori. Come gli spaghetti lime e gamberoni di Marina Riccitelli (in alto) o gli gnocchetti con totani di Cristina Bignotti. Se anche voi volete vedere la vostra ricetta (di pasta) su Corriere.it, basta mandare una mail o condividerla sui social usando l’hashtag #fotoincucina corinnadecesare © RIPRODUZIONE RISERVATA I ngredienti locali e rigorosamente di stagione, tanti aromi, note acidule che rinfrescano i sapori. Ricette tipiche alleggerite e semplificate: meno zucchero, meno fritture, meno cotture lente. Il mare che si intreccia alla montagna, abbinamenti originali ma dal gusto sempre molto pulito. La nuova cucina siciliana è tutto questo: «parte dalla tradizione ma poi la tradisce». Il gioco di parole è dello chef Ciccio Sultano, grande nome della gastronomia isolana: con il suo ristorante Duomo, a Ragusa Ibla, due stelle Michelin e una clientela in gran parte internazionale, è tra i protagonisti della rivoluzione culinaria in atto in Sicilia. Prendiamo la sua «pasta alle sarde stratificata», dove il pesce crudo poggia su spaghetti saltati allo zafferano e sugo di maiale. O la pasta fresca alla bottarga con carota, sugarello crudo e erbe citriche. «Piatti con ingredienti tradizionali, però lavorati in modo diverso. La Sicilia è stata troppo a lungo vittima del folklore: sempre le stesse tre ricette, caponata, cassata e cannoli, e sempre uguali a loro stesse. In questi anni una nuova generazione di cuochi ha dimostrato che c’è dell’altro. La Sicilia è un continente e noi lo stiamo mettendo nel piatto». Dalle Eolie all’Etna, da Palermo a Catania, ognuno gioca con la ricca tavolozza di ingredienti locali. La missione comune è «proteggere i prodotti». «Sono la nostra identità, dobbiamo selezionarli ed esaltarli», dice Pino Cuttaia, altro grande chef con due stelle Michelin, patron del ristorante La Madia di Licata (Agrigento). «La nuova cucina siciliana — riassume — è memoria, gioco, stagionalità». Tradotto: eredità del passato aggiornata con tecnica e fantasia. E nobilitata dalla purezza delle materie prime. È lo stesso lavoro che in un contesto completamento diverso sta facendo Fabrizia Lanza, 53 anni, da cinque direttrice della «Anna Tasca Lanza Cooking School», la scuola di cucina fondata da sua madre nel 1989. Siamo nell’entroterra di Palermo, sulle colline della storica tenuta di Regaleali, dove i conti Tasca d’Almerita producono vino dalla fine dell’Ottocento. Venticinque anni fa Anna Tasca, sorella di Lucio, il titolare dell’azienda, decide di aprire una scuola di «esperienza gastronomica» a tutto tondo: dalle passeggiate nell’orto alla preparazione dei piatti tradizionali. A frequentarla sono soprattutto stranieri: americani, inglesi, australiani, rapiti dal paesaggio e dai sapori dell’isola. Oggi sua figlia Fabrizia porta avanti questo lavoro di «produzione culturale» attorno al cibo: «Dietro a ogni piatto c’è una storia e un territorio. È questo che io racconto ai miei ospiti: come sono nate le ricette, quando si mangiavano certe pietanze, come si coltivano gli ingredienti. Poi si arriva alla lezione di cucina vera e propria». Una cu- Il timballo di bucatini (o timbale di San Giovannella) Meno fritture, cotture lente, nuovi sapori: la sfida per modificare una delle cucine più classiche d’Italia. Ecco perché (e come) è partita l’operazione alleggerimento Il libro Cucina di «curtigghiu» (di cortile), che varia di porta in porta accogliendo, al tempo stesso, le grandi tradizioni gastronomiche (araba, francese, contadina...). I Calycantus raccontano La cucina siciliana (G. Tommasi editore, 224 pp., € 25) attraverso nonne, zie, amiche e amici interrogati da una costa all’altra dell’isola. (c.r.d’a.) cina di casa, ma aggiornata nel segno dei tempi. Quindi sempre più leggera e attenta alla qualità. «Qui a Regaleali oltre all’orto abbiamo il giardino degli aromi, poi ci appoggiamo a una serie di produttori locali che ci riforniscono di carne, pesce, ricotta — spiega Fabrizia —. Nel comporre i piatti puntiamo a esaltare le materie prime, semplificando la preparazione». Prendiamo la tipicissima cassata: «Io metto meno della metà dello zucchero previsto dalla ricetta tradizionale — dice Fabrizia —: 250 grammi per un chilo di ricotta. Così emerge il sapore del formaggio di pecora. Poi preparo una glassa al limone, nota acidula che contrasta bene con il dolce del marzapane». L’«operazione alleggerimento» abbraccia anche altri piatti: «Del timballo di San Giovannella, a base di melanzane fritte e bucatini al ragù, preparo una versione vegetariana con gli anelletti. Al posto della carne c’è un misto di verdure e le melanzane sono arrostite invece che fritte. Sto pensando di non friggerle più nemmeno per la caponata, il sapore resta ottimo», ragiona Fabrizia. L’occhio alla leggerezza (e ai prodotti tipici) ce l’hanno anche gli chef di nuovissima generazione: «Evito di stracuocere la guancetta di manzo, diventerebbe troppo grassa: preferisco usare la tecnica del sottovuoto per diminuire i tempi di cottura», spiega Giovanni Santoro, 30 anni, da cinque alla guida del ristorante Shalai a Linguaglossa (Catania). Qui si gioca con i prodotti del parco regionale dell’Etna (dal maialino nero ai formaggi), così come al Signum di Salina Martina Caruso, 25 anni, utilizza il pesce delle Eolie. Cavallo di battaglia: mezzi paccheri al ragù di mare e capperi. Dell’isola, ovviamente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Racconti di cucina di Angela Frenda Il filetto di salmone al cartoccio con lime e coriandolo C i sono piatti, a volte, che salvano la vita (in cucina). Il salmone al cartoccio, per la sottoscritta, è uno di questi. L’ho scoperto quando vagavo disperata alla ricerca di metodi per preparare il pesce in casa senza per questo trasformarla (dal punto di vista olfattivo) in una friggitoria. Mica facile. Poi, un giorno di quelli in cui tornate dal mercato orgogliosi con tre bei filetti di salmone (e vi chiedete perché avete annuito al pescivendolo che vi diceva con sguardo indagatore: già sai come prepararlo, vero?), sono finita sul libro Al Cartoccio (Tommasi editore). E così ho imparato la più friendly delle cotture. La più adatta a qualsiasi casa e padroni di casa. Nessuna puzza, zero sporco. Solo piacere puro di mangiare cibi cotti in maniera sana e ancora integri in profumi e proprietà. Da allora il salmone al cartoccio, che oggi vi Alessandra Dal Monte Fabrizia Lanza 53 anni, dirige dal 2009 la scuola di cucina che sua madre Anna Tasca ha fondato nel 1989 a Regaleali, in provincia di Palermo, nella tenuta vinicola di famiglia (Tasca d’Almerita). La scuola propone agli allievi soprattutto stranieri un’esperienza gastronomica a tutto tondo: dalla passeggiata nell’orto alla preparazione dei piatti FOTO: Claudia Ferri La variante: la cassata «rivisitata» Poco zucchero (250 grammi per un chilo di ricotta) e due trucchi per un sapore più fresco: pan di spagna non lievitato e glassa al limone © RIPRODUZIONE RISERVATA Due fasi della preparazione del salmone con lime e coriandolo e il filetto pronto nel cartoccio (foto Claudia Ferri) propongo nella mia videoricetta di Racconti di cucina, è un must. Una rassicurante coperta di Linus che mi consente, anche quando vedo tutto nero, di sapere che quel piatto riuscirà perfettamente. Anche nella giornata peggiore. E che non deluderà nessuno. Nemmeno me... Ingredienti: 1 cipollotto, salsa di soia qb, pepe rosa qb, 4 rametti di coriandolo, 4 lime succosi, 3 tranci di salmone. Preparazione: acquistare, possibilmente dal vostro pescivendolo di fiducia (che è la vera carta vincente), una baffa di salmone. Eliminare la parte più grassa e tagliarla in 3 filetti più o meno di uguale dimensione. Ricavare tre grossi rettangoli di carta forno. Affettare il cipollotto sottile. In ciascun foglio metterne qualche fettina, versare un po’ di fleur de sel, adagiare il salmone e poi mettere qualche buccia di lime, dei pezzetti di coriandolo, altro fleur de sel e un po’ di succo di lime. Chiudere ermeticamente a caramella, e sigillare le estremità con della corda da cucina, proprio come... una caramella. Sistemarli su una teglia e inserire nel forno preriscaldato a 160 gradi. Il cartoccio va tenuto poco. Il segnale per capire se un piatto è pronto è quando si gonfia il cartoccio. Vuol dire che il vapore è al giusto punto e si può pensare di toglierlo dal forno. Nel caso del salmone, si può portare a tavola nella caramella o invece aprirla. In questo caso a me piace aggiungere del pepe rosa e/o anche della salsa di soia, che può anche essere servita a parte. Magari messa in una ciotolina nello stesso piatto da portata. Mangiato caldo o tiepido, è un piatto per tutte (ma proprio tutte) le stagioni. angelafrenda © RIPRODUZIONE RISERVATA cucina.corriere.it Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 5 regole per alleggerire la cucina siciliana Tempi liberi 37 italia: 51575551575557 La ricetta 1 Ingredienti per una teglia di circa 20 cm di diametro POCO ZUCCHERO Dimezzate le dosi delle ricette tradizionali 2 6 melanzane tonde medie 1 kg di bucatini 1 litro circa di passata di pomodoro 300 gr di carne macinata 1/2 cipolla 1 carota 3 FRIGGERE Sì, MA CON PARSIMONIA Nel timbale non se ne può fare a meno, ma per caponata o pasta alla Norma usate melanzane al forno POCHI PASSAGGI Più le ricette sono semplici, più risaltano i prodotti con cui sono preparate 1 gambo piccolo di sedano 1 cucchiaio di estratto di pomodoro sciolto nel vino qb olio evo qb parmigiano qb olio per friggere qb sale e pepe qb pan grattato Preparazione Il timballo o «timbale» è una torta di melanzane, bucatini e ragù di carne nata nelle cucine dell’aristocrazia siciliana. Si prepara cominciando dal ragù: soffriggete carota, cipolla e sedano fino a doratura, aggiungete 300 grammi di carne macinata, un bicchiere di vino e un po’ di estratto di pomodoro. Cuocete per un’ora 1 Nel frattempo preparate le fette di melanzane che serviranno a ricoprire la teglia e a chiudere il «timbale». Bisogna scegliere sei melanzane belle tonde, affettarle, cospargerle di sale e lasciarle scolare per mezz'ora. Poi friggetele in abbondante olio d'oliva, fino a doratura. Adagiatele su carta assorbente Il libro di Caterina Ruggi d’Aragona La sinfonia di faraona alla maniera di Caravaggio 2 4 USARE GLI AROMI Usate le erbe e le spezie (capperi, zafferano, menta...). Le salse saranno superflue A parte cuocete un chilo di bucatini in acqua salata, scolateli al dente e conditeli con salsa di pomodoro e parmigiano. Imburrate e cospargete di pan grattato una teglia, rivestitela con le melanzane sul fondo e sui bordi. Versate la pasta e ricopritela con altre melanzane. Infornate per 30 minuti, fate riposare per 15 minuti e capovolgete 3 5 COTTURA VELOCE Macerare gli alimenti o cuocerli a lungo li rende molto più grassi CORRIERE DELLA SERA Ingredienti Per il pan di spagna: 6 uova, 150 gr farina, 150 gr zucchero, qb scorzetta di limone Per la crema di ricotta: 1 kg di ricotta di pecora, 250 gr di zucchero Per il marzapane: 1 kg di farina di mandorle, 600 gr zucchero a velo, un cucchiaio di glucosio, qb colorante verde per alimenti Per la glassa al limone: 500 gr zucchero a velo, succo di 2 limoni spremuti 1 Preparare il marzapane mescolando farina di mandorle, zucchero a velo, glucosio, acqua e colorante. Poi il pan di spagna: niente lievito ma uova ben montate 2 Lavorare la ricotta con lo zucchero. Infine comporre il dolce: marzapane sui bordi, pan di spagna sul fondo a cui aggiungere la crema. Guarnire con la glassa e i canditi La realtà ignota del cocomero, oppure quella di zucca, pere e noci. A rivelarla sono gli artisti, con il loro tratto di pennello, fin dalla nascita della «pittura del naturale», datata tra la seconda metà del XVI secolo e i primi decenni del XVII. Ora il libro La pittura in cucina. Pittori e chef a confronto di Luca Mariani, Agata Parisella e Giovanna Trapani (Sellerio editore, 195 pp., € 9) le rende omaggio accostando trentasette nature morte italiane e fiamminghe (con relativa scheda critica) a altrettante ricette di piatti elaborati con gli ingredienti rappresentati nel dipinto corrispondente. Ecco allora che la Cena di Emmaus di Caravaggio offre l’ispirazione per una Sinfonia di faraona con frutta autunnale. Seguite la ricetta. Lascerete i vostri ospiti a bocca aperta. Solo per poco tempo. Poi penseranno a riempirla, e sarà un piacere. © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 italia: 51575551575557 Un progetto di Realizzato da Con il sostegno di I partner del Festival Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera Sponsor MITO a Milano è a emissioni zero grazie a: Partner Istituzionale Partner Istituzionale Con il sostegno di Edison il Festival è il primo evento musicale in Italia progettato e gestito in maniera sostenibile, con certificazione ISO 20121. MITO è anche a emissioni zero grazie alla compensazione delle emissioni di CO2 attraverso titoli di Garanzia d’Origine Edison che attestano la produzione di energia da fonti rinnovabili. In collaborazione con EventiSostenibili.it Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Tempi liberi 39 italia: 51575551575557 Sapori & amori Nel bicchiere La storia di Reina, vignaiolo e pilota, e del Duca Enrico, il vino-simbolo della Sicilia che compie 30 anni Dall’Amaretto al Nero d’Avola «E ora vado anche in Cina» di LUCIANO FERRARO Barfly Un gin tonic senza gin Il «trucco» della grappa di Marco Cremonesi Bisognava pensarci. Come per l’uovo di Colombo, bastava vedere quello che gli altri non vedono. Ed è così che è nato il Noninotonic, un semplicissimo Gin tonic che ha però la grappa al posto del gin. Solo di recente la grappa ha cominciato a entrare nella miscelazione ma Nonino, autentico orgoglio italiano, non ha perso tempo e ha proposto questo drink semplicissimo, ma di grande soddisfazione. Anche per la sorpresa: ieri l’ho proposto ad alcuni amici senza avvertirli, pensavano di bere Gin tonic. Non che ci abbiano messo molto a capire che il distillato era grappa, però io ho fatto una gran figura. Anche se ho dovuto confessare che l’idea non era mia. La ricetta consigliata da Nonino sono 2 cl di grappa versati sul ghiaccio in un tumbler basso, a cui aggiungere 8 cl di acqua tonica e una spruzzata di limone. Si mescola e si guarnisce con una fetta di limone. Il drink è molto fresco e accattivante, ed ha una gradazione di 8 gradi. Ma già che ci siamo, voglio dare un’altra ricetta a base di grappa Nonino che mi entusiasma. L’ha inventato Fabio Spinelli, uno dei giovani talenti del bar Rita di Milano, e si chiama l’Agreste. Servono 2 cl di sciroppo di miele, 2 cl di lime, 5 cl di grappa Nonino. Si mescolano in un mixing glass pieno di ghiaccio tritato e poi si filtrano in un bicchiere pieno di cubetti di ghiaccio appena affumicato con il rosmarino: in pratica, si brucia un rametto di rosmarino coprendolo con il bicchiere in modo che quest’ultimo prenda il sapore del fumo aromatico. Sorprendente. © RIPRODUZIONE RISERVATA S i chiama Castello Reina. Torri «italian style» e grande cantina. L’hanno costruito i cinesi del vino, dedicandolo al re dell’Amaretto, Augusto Reina, nato e cresciuto (dove sennò?) a Saronno. Vende 12 milioni di bottiglie (il 90% all’estero) del liquore creato dal nonno ed esportato dal padre. Ha fatto fortuna, è diventato il presidente di un gruppo (Ilva) che dai liquori si è allargato ai gelati, agli occhiali e ad altro ancora. Ha un suo aereo per volare da un’azienda all’altra. Il liquore color ambra, che ora si chiama Disaronno, gli ha fatto guadagnare i soldi che gli sono serviti per diventare il proprietario di due marchi storici del vino siciliano: Florio e Duca di Salaparuta. La nuova frontiera è la Cina: possiede il 33% di Changyu, colosso che produce 160 milioni di bottiglie di vino I vigneti nella Tenuta Suor Marchesa a Butera, dove si coltiva il Nero d’Avola (foto a sinistra). In alto un cesto di uva Nero d’Avola Evoluzione Il primo in purezza «Mio nonno aveva un negozio di coloniali a Saronno e vendeva un Amaretto di sua invenzione, consegnandolo a cavallo» l’anno, 800 milioni di euro di fatturato. E ora è il ricognitore dei cinesi in Europa. Sceglie cantine in Italia, Francia e Spagna che i soci cinesi sono pronti a comprare. Per la generazione di Carosello, l’Amaretto evoca una voce inconfondibile, la stessa che doppiava Marlon Brando e Frank Sinatra, cioè la voce di Nando Gazzolo. Nello spot leggeva Shakespeare, Riccardo II, monologo dello specchio: «Potessi essere un goffo re di neve drizzato sotto il sole e liquefarmi goccia a goccia...». Quasi mezzo secolo dopo la pubblicità voluta dai suoi genitori, il re dell’Amaretto non intende rinunciare alla corona come il sovrano del dramma. Ha capelli bianchi e largo sorriso, «corpulento senza essere grasso», la stazza del personaggio di Georges Simenon in «Maigret e il produttore di vino» (Adelphi). Ha in tasca un brevetto di pilota («ma l’aereo lo lascio ai comandanti»). Al tavolo fa servire quattro bicchieri del suo vino più noto, il Duca Enrico, primo Nero d’Avola in purezza, 15 mila bottiglie l’anno. «È nato nel 1984, una rivoluzione, il progenitore del vino diventato l’emblema della Sicilia nel mondo. Nei bicchieri c’è Duca Enrico è stato il primo Nero d’Avola in purezza nella storia dei vini siciliani. Viene prodotto dal 1984, grazie all’enologo piemontese Franco Giacosa (nella foto la confezione speciale per i 30 anni). Le uve vengono dalla Tenuta Suor Marchesa, a Butera Prima del 1984 il Nero d’Avola veniva usato per i vini da taglio. Ora lo producono molte cantine: tra quelle di qualità Cusumano, Centopassi, Curto, Feudo Maccari, Feudo Montoni, Principi di Butera, Marabino, Tasca d’Almerita una storia trentennale: le annate 1985, 1987, 1997, 2008, l’ultima in commercio. Da quello più giovane all’ultimo, il colore brillante e granato si trasforma in rosso cupo con riflessi aranciati, i profumi balsamici si avvicinano alla confettura, il gusto morbido tocca il picco nell’annata 1987, e sfuma via nel 1985. È stato l’enologo piemontese Franco Giacosa, quando lavorava per Duca di Salaparuta, a puntare sul Nero d’Avola: prima veniva usato per i tagli. Si fece aiutare da Giacomo Tachis, quello del Sassicaia. Si ispirarono a Enrico Alliata, filosofo vegetariano, undicesimo duca della casata che nel 1959 cedette l’azienda alla Regione (Reina subentrò nel 2001). Il vi- no, che nasce nella Tenuta Suor MarcheReina è arrivato piano piano al vino. sa a Butera (Caltanissetta) e si affina per «Mio nonno aveva un negozio di colo3 anni in fusti di rovere e poi in bottiglia niali a Saronno — racconta — vendeva a Casteldaccia (Palermo), è diventato un Amaretto di sua invenzione, conseuna pietra miliare per la Sicilia. Il succes- gnandolo a cavallo. Mio padre nel 1932 so è stato così forte che ora accanto a si dedicò a quel liquore, esportandolo in produttori di qualità (Cusumano, Cento- Svizzera. Mia madre mi portava da rapassi, Curto, Feugazzino in laborado Maccari, Feudo torio ad annusare Il re di Saronno Montoni, Principi le ampolle con le Augusto Reina di Butera, Marabierbe, poi a casa ci (nella foto) vende no, Tasca d’Almefaceva odorare il 12 milioni di bottirita...), sono comvino e cercavamo glie di Amaretto parsi altri che di scoprire i profuDisaronno, il lipuntano a benefimi simili. Nel 1997 quore creato da ciare degli effetti cercai un accordo suo nonno del boom. con i Cinzano che vendevano un prodotto simile al nostro in Germania. Finii La sfida tra il presidente e il cerimoniere per acquistare Florio, un pezzo di storia d’Italia, con il suo Marsala. Da lì siamo arrivati alla Duca di Salaparuta che produce un altro classico, il Corvo». Ed ora in Cina, con la Changyu, 20 miVeleni tra sommelier. Lunedì sarà votato il nuovo presidente dell’Ais, la ettari di terreni, che sta realizzando l’associazione con più iscritti nella categoria. La tornata elettorale arriva una rete di castelli simil-europei al cendopo una scissione tra l’attuale vertice guidato da Antonello Maietta e il tro delle tenute. L’ultimo è lo Chateau romano Franco Ricci di «Bibenda», l’organizzatore degli «Oscar del vino» Changyu Reina, a Xianyang, cantina di (Ricci ha fondato la Fondazione italiana sommelier). Quattro i candidati 15.800 metri quadrati,150 mila di rovere. alla presidenza. I più quotati, secondo l’agenzia di settore «Winenews», Reina è il presidente onorario. «Si fidano sono Maietta e Alessandro Scorsone, che ha nel suo curriculum un di me — assicura —. Ora mi hanno chieincarico da cerimoniere a Palazzo Chigi (gli altri sfidanti sono Romeo sto di trovare nuove aziende per lo sbarMancini e Emanuele Conte). Mancini e Conte hanno accusato Maietta di co in Europa». L’ultima missione del re non aver tutelato l’Ais all’interno della Worldwine Sommelier di Saronno che invece di liquefarsi come Association. Scorsone ha parlato di «zizzanie». E Maietta, su Facebook: nei versi shakesperiani, si espande, an«Sono stato sottoposto a una violenza verbale e a un linciaggio morale che in Asia, «goccia a goccia». senza precedenti nella storia dell’Ais. Me l’aspettavo, quindi non mollo». (divini.corriere.it) Veleni tra sommelier, due in corsa © RIPRODUZIONE RISERVATA go live fvg 40 Tempi liberi Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Moda Il salone Ritorni Raffinatezze Anni 30 da La Perla. «L’eleganza nell’intimo è segno di rispetto» L’uomo con la vestaglia (da portare anche fuori) Sperimentazioni Se monsignor Della Casa parla in un video «Cercare forme nuove per parlare ai ragazzi», come dice Federico Marchetti, fondatore del gruppo Yoox, significa anche trasformare il gigante dell’e-commerce in un editore atipico o meglio in un «creatore di contenuti di entertainment». Esempio: la presentazione, a Palazzo Ricci Altoviti, del divertente, intelligente video «De’ (Millenials) Costumi» (ora su thecorner.com) nel quale Stefano Tonchi, direttore fiorentino della rivista americana W (e prima ancora del T del New York Times), si cimenta in un dialogo immaginario proprio con Monsignor Della Casa, autore nel 1558 del manualetto «De’ Costumi». Adattando, in un decalogo con dieci oggettichiave, le direttive di Della Casa «alla generazione abituata a essere ovunque con la tecnologia, a portare il proprio mondo con sé — dice Tonchi —. Ma non tutto è cambiato: un abito maschile, per esempio, è segno di rispetto del passato e comprensione del futuro». © RIPRODUZIONE RISERVATA Riaperture Le porcellane tornano nella bottega dell’Ottocento Nella saletta degli innamorati, sul tavolino tondo nero c’è il servizio da tè giallo. La cucina ha le piastrelle alle pareti decorate con le farfalle. Il salone ha le volte affrescate con i galli Ji Ondori. La Richard Ginori (acquisita nel 2013 dal Gucci dopo un periodo buio) ha riaperto lo storico negozio di via de’ Rondinelli, riportando in primo piano quello che nel mondo rappresenta la massima espressione nella manifattura artistica della porcellana. Un luogo storico restituito alla città di Firenze, risale infatti al 1802 l’apertura della prima bottega di porcellane dell’azienda toscana. A Sesto Fiorentino ancora oggi 230 artigiani portano avanti un lavoro che è quasi arte come hanno dimostrano in negozio ai visitatori arrivati in città per il Pitti Giovanni Murtas, 42 anni, che dipinge i piatti partendo dagli spolveri come si faceva nel’ 700, e Marcello Bongini, 55 anni, da 31 modellatore. © RIPRODUZIONE RISERVATA Preziosa, va indossata come un soprabito I pigiami con il sopra e il sotto spaiati I l giovanotto in vestaglia cammina svelto sulla pedana sinuosa (a onde) accompagnato dalle note mixate di «Come è profondo il mare». Sullo sfondo si muovono coralli e una conchiglia alata, il nuovo simbolo che il designer Emiliano Rinaldi ha ricreato sulle sete di Como per celebrare i sessanta anni di La Perla. Trentuno modelli ovviamente belli, dalla forte identità perché oggi l’omologazione non va più di moda, mostrano agli uomini l’arte di svestirsi. O meglio di ri-vestirsi, perché la sfilata andata in scena alla Dogana di Firenze è tutta un elogio di pigiami e vestaglie da camera. Così belle e preziose che si possono portare anche fuori. «La vestaglia indossata come un soprabito», sottolinea Rinaldi, 35 anni di Arezzo, laura in ingegneria che rivendica. La nuova moda coccola la vanità dell’uomo 24 ore al giorno con una tuta in cashmere color corallo o con un pigiama di seta, dove però il sopra e il sotto sono sempre portati spaiati. Il pantalone di seta rosso mattone è indossato con un kimono lungo e sbracciato in tessuto camicia a quadrettini impercettibili. Sopra, immancabile, la vestaglia bianca con le conchiglie jacquard, rosse come il pantalone. «La vestaglia, indumento sofisticato che rimanda agli Anni Venti e Tren- Stile Peter Sellers in vestaglia al piano in «La vita privata di Henry Orient» del 1964 ta dei dandy alla D’Annunzio interpreta la voglia di divertimento e sofisticatezza — spiega Rinaldi —. Essere eleganti anche nell’intimo è un segno di rispetto, per se stessi e nei confronti di chi ci sta accanto. Sono toscano, amo la signorilità nel vivere e comportarsi». Che cosa significa essere toscano? «Non vado alle feste, non se- Colori Un’uscita della filata di La Spaiato Pigiama con Eccentrica La tuta Perla: le vestaglie sono sovrapposte il sotto diverso dal sopra effetto lucido Bilanci e strategie Firenze & Milano, il polo unico è qui M entre Pitti comunicava la lieta novella dell’aumento dei visitatori — il 4% in più rispetto a gennaio — sfiorando quota 19 mila, record degli ultimi anni, con un altro record, quello di espositori, già in cassaforte dal primo giorno (1090), Gildo Zegna e Brunello Cucinelli discutevano su un divanetto nello stand dello stilista umbro. Concentrato e pensieroso Zegna, prodigo del solito entusiasmo contagioso Cucinelli (che aveva appena finito di dare divertita udienza ai fan desiderosi di un «selfie»). Il tema della discussione? «Il polo della moda maschile: Firenze & Milano. Non separate, prima una e poi l’altra come succede adesso: ma unite per creare quello che diventerebbe il polo unico e indiscutibile della moda uomo. Londra? Non potrebbe reggere il confronto, ho detto a Gildo. Lui oggi è qui a sfilare con Z Zegna dopo anni di assenza, benissimo: resta qui Gildo, dico io. Dai un segnale: con il tuo prestigio, la tua forza». La tentazione dell’asse Firenze-Milano è forte sullo slancio di un’edizione molto brillante nelle manifestazioni collaterali: la mostra tripla di Vezzoli e quella da Canova a Bill Viola al museo Ferragamo, il recital di Bocelli a Ponte Vecchio, il Battistero vestito Pucci. Un Pitti che è stato presentato a Palazzo Vecchio con un discorso del premier che ha rivendicato il ruolo «centrale» della moda nell’economia del Paese prima di chiedere crediti più aperti al settore, dichiarando finiti i tempi nei quali il tessile veniva visto come un settore «di nicchia» (il patron del gruppo Yoox Federico Marchetti ha definito il discorso di Renzi «da fuoriclasse»). Anche l’elenco delle nazioni più presenti induce all’ottimismo: certo è stato ancora una volta il Pitti dei «soliti» giapponesi, americani, sudcoreani (Corea del Sud nazione ospite con uno stand a sé per mettere in mostra la moda nazionale). Ma nonostante il rublo in difficoltà e una situazione geopolitica delicata c’erano moltissimi russi, con i tedeschi in sensibile aumento. Turchi, spa- gnoli e olandesi a completare la «classifica». E perfino la vecchia Fortezza questa volta ha subito un restyling, nell’attico,da parte di Patricia Urquiola, star del design d’interni. Tutto è perfettibile: chi espone a Pitti e anche a Bread and Butter, il trade show berlinese, non può non notare lo spread in termini organizzativi e di differenti requisiti e tempi burocratici tra Italia e Germania. Ma se diventasse realtà la visione cucinelliana dell’integrazione Firenze-Milano, con Firenze disposta a continuare a scommettere forte sul suo straordinario appeal culturale come ha fatto questa volta, anche quel gap organizzativo finirebbe per ridursi, o almeno per diventare meno significativo. Sottolineando ancor di più l’altro spread, quello che porta Firenze a usare Forte Belvedere come sede di una sfilata: l’unico divario che davvero, per fortuna, la concorrenza straniera non può colmare. Matteo Persivale © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Tempi liberi 41 Paul Surridge e Murray Scallon disegnano insieme la linea nata dalla fusione di Z Zegna e Zegna Sport Il sartoriale Grigio cemento e carbonio sono i colori dei completi sartoriali disegnati sul corpo in tessuto stretch Techmerino: 100 per cento lana merino, studiato per essere indossato a contatto con la pelle. Mantiene la temperatura corporea costante Tendenze Il parka I colori La giacca antivento ha sempre dimensioni un po’ over a contrasto con il vestito minimal: il parka, capo numero uno della primavera-estate 2015, è con il dietro stondato a mantellina che si apre grazie alle clip ai due lati I colori cangianti nei capi spalla conferiscono un tocco giovane all’uomo in completo grigio: oltre al giallo cedro gli altri colpi di colore sono il rosso, il blu royal, declinati anche nel soprabito tre-quarti e nella giacca corta squadrata La collezione La fusione delle «seconde linee» Techmerino E Zegna inventa il tessuto giovane L’ uomo non si accontenta dell’estetica, vuole anche la performance. Il nuovo completo che fa sentire bene qualsiasi giovane in ufficio, in viaggio, al primo appuntamento, è andato in scena ieri alla stazione Leopolda. Una collezione inedita perché nasce dalla fusione dei due marchi preesistenti, Zegna Sport e Z Zegna. E cosa per nulla scontata, dalla collaborazione di due stilisti affermati: Paul Surridge, inglese, già direttore creativo del marchio, e Murray Scallon, irlandese, stilista della linea Zegna Sport (che verrà chiusa). Paul e Murray si prendono gli applausi perché riescono a interpretare guo le mode, mi piace stare con la mia famiglia, amo i cavalli». L’uomo in vestaglia è tutt’altro che effemminato. «L’uomo che racconto io ha personalità e carattere», insiste lo stilista, che disegna anche la sua collezione omonima uomo e donna. Nel look mare, i pantaloncini sono morbidi come quelli del pugile, indossati sulla polo in rete (quella delle canotte Anni Novanta) sempre ampia sul corpo. Immancabile la giacca kimono in rafia bianca con il bordo in seta lucida nera. Poi c’è la vestaglia in seta-lino, con il motivo chevron bianco/nero che crea effetto lisca di pesce. «Ma mia preferita è quella in rafia nera, ludica», osserva Rinaldi. La manda in passerella con il pigiama di seta-cotone a macro check bianco e nero. «Ha la consistenza di un soprabito, bella per essere sfoggiata anche per uscire la sera d’estate. Anche al femminile». Una vestaglia per due. Com’è fatto Lana merino stretch, sottile come la stoffa del paracadute: studiata per essere indossata a pelle mantiene costante la temperatura perfettamente il gusto della generazione X, i trentenni carichi di energia e voglia di farsi valere in un mondo troppo lento per loro, ma che rivendicano anche il diritto di essere un po’ romantici. I trenta ragazzi indossano abiti dalle linee morbidamente disegnate sui corpi esili, in due unici colori, grigio cemento e carbonio. È la stoffa a fare la differenza, sottile come il tessuto paracadute. Si tratta del Techmerino, 100 per cento lana merino stretch come tutto ormai: materiale studiato per essere indossato a contatto con la pelle, permette di mantenere la temperatura corporea costante grazie alle proprietà igroscopiche. E per Maria Teresa Veneziani © RIPRODUZIONE RISERVATA dimostrarne il dinamismo, alla fine della sfilata, i modelli fanno acrobazie. Tessuti tecnologici e contrasto nelle forme. La giacca antivento ha sempre dimensioni un po’ over e i colori cangianti dello sport che conferiscono subito un tocco giovane al look: il parka, capo numero uno della primavera estate 2015, è giallo cedro con il dietro stondato a mantellina che si apre grazie alle clip ai due lati, così è comodo sulla moto. Gli altri colpi di colore sono il rosso, il blu royal, declinati anche nel soprabito tre-quarti, altro grande must, e nella giacca corta squadrata. Ai piedi le sneaker, la calzatura per eccellenza, in camoscio pelle e dettagli in rete tecnica. «La nuova moda è energetica e tecnologica», sottolineano gli stilisti, ricordando che però devono sempre tenere presente le origini di Zegna «rappresenta il prodotto sartoriale italiano per eccellenza». E non si tirano indietro sul confronto Italia- Inghilterra. «L’Italia ha saputo conservare le sue industrie, qui c’è tutto il processo produttivo, Londra ormai è solo una questione di atelier», osserva Paul. Per spiegare come si rinnova l’abito usano cinque parole: deformalizzazione, sportificazione, ibridazione e innovazione. Il risultato è il lo sport chic confort, ovvero lo stile che ormai interpreta il nostro tempo. Anna Zegna, image director, ringrazia i suoi designer: «Mi colpisce l’umiltà con cui hanno accolto questa opportunità, portando ognuno la propria competenza». Perché il ritorno al Pitti? «Mio nonno Ermenegildo iniziò nel 1910 a Firenze con le prime presentazioni di tessuti. E qui siamo rimasti fino a 7 anni fa, con il trasloco a Milano a sfilare». M. T. V. Dai bermuda allo zaino, l’armadio cambia n uomo sempre più ironico e vanitoso, attratto da colori accesi, dettagli scintillanti e fantasie stampate su giacche, pantaloni, t- shirt e maglie. Tessuti leggeri e capi 100% confortable. A cominciare dalle slip on, le scarpe senza lacci, «facili da indossare» che rappresentano il must have della primavera-estate 2015, declinate in decine di versioni, dalla tela basic come quelle disegnate da Wooster per Lardini, alla tipica calzatura caprese in corda di Zabattigli fino al cuoio e la rafia intrecciati di a.testoni e la pelle (di canguro) «traforata» di Moreschi ispirata a Marrakech. Nel guardaroba estivo del maschio 2015 non può mancare nemmeno il pantalone a fiori, stampe tropical macro per i più audaci, come quello proposto da Eton, solo piccoli reverse e finiture interne per i più riservati, da Island e Pantaloni Torino che fa anche il bermuda. Altro capo irrinunciabile, la camicia in denim che ormai ha superato i confini del casual e dello sportwear per prendere posto anche nel classico informale, come ha fatto Bagutta che, a questo tessuto evergreen mischia sete e cotoni preziosi. E ad arricchire la camicia estiva ecco la novità del prossimo anno: i deliziosi papillon e le cravatte in lino o cotone hand made di Thomas Mason che lancia la sua prima linea di accessori con l’obiettivo di trasformare «l’obbligo di indossare la cravatta in un piacere irrinunciabile». Altro elemento per un perfetto fit dinamico, la Field jacket sia in tinta unita che fantasia. Add la propone in 100% cotone tre strati resa impermeabile da una speciale nastratura interna. Il piumino leggerissimo di Herno assomiglia invece più a un cardigan mentre quello di Goose è ideato (dai proprietari-stilisti che sono anche due chimici) sul concetto di trasparenza che mette in evidenza le piumette, tinte o neutre mentre il rivestimento hi tech è ignifugo, antimuffa e totalmente water resistant. Ma indossato il capospalla, non si è ancora completi. Sia in città quando la moglie Rilassato A sinistra, un look di Eddy Monetti nei colori del deserto. A destra Massimo Alba 1 2 3 4 5 6 7 © RIPRODUZIONE RISERVATA I capi da avere Nell’estate 2015 sì alle scarpe senza lacci, alla camicia in denim e agli occhiali con stanghette in legno U FIRENZEPITTIUOMO italia: 51575551575557 è in vacanza che durante un viaggio con gli amici, non si può fare un passo senza portarsi dietro lo zaino. La linea Mix Match di MhWay in 36 colori è dedicata al dinamismo urbano con zaini trasformabili adatti alla frenesia di brevi spostamenti in bici o in moto ma anche multifunzionali per una vacanza più lunga. Guidato dal minimalismo Anni 90 per una scelta sobria ma chic, lo zaino Tardini in nero semiopaco di alligatore americano: pelle luxury per forme che invece sono semplici, arrotondate. Infine l’eyewear che tanto spazio ha guadagnato quest’anno a Pitti. La tendenza più nuova è l’occhiale in legno lavorato a mano, perfettamente interpretato da Finlay & Co: con venature e grana diverse, ogni pezzo è un esemplare unico. Per un gusto più sportivo e street, iSpektre Sunglasses, nato a Milano nel 2009, ha rivisitato l’occhiale specchiato mixando forma, materiali e colore. Flavia Fiorentino © RIPRODUZIONE RISERVATA Le foto 1) Panama Montecristi di Borsalino, prodotto in paglia naturale dell’Ecuador 2) Car coat Icona Sealup, in cotone accoppiato waterproof, banda interna a contrasto 3) Cortos basso in camoscio di La Martina shoes 4) Bermuda tropical in cotone stretch di Pt Pantaloni Torino 5) Nuova Lotto Leggenda ispirata al mondo dei manga 6) Il Toscano di Locman 7) Polo (da donna) di Conte of Florence 8) Cartella in pelle con fondo regolabile di Gabs Blue 9) Boxer da mare di Gallo 10) I coloratissimi stivali Barbour 8 9 10 42 Tempi liberi Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tecnologie provate GLI ESERCENTI ITALIANI FISICI CHE ACCETTANO BITCOIN Nuove frontiere Il problema: definire con certezza il valore di Paolo Ottolina Cuffie wireless e auricolari, doppia sfida made in Italy 7 7 33 5 I Il settore dell’audio personale è esploso negli ultimi anni, a rimorchio del boom di smartphone e tablet. Ci provano anche aziende italiane. In alcuni casi, sono start-up, come Ubsound che propone il suo primo auricolare, Fighter. Belle le finiture, buoni i materiali (ottimo il cavo piatto antigroviglio), funzionale il design con scocca metallica a forma conica. Fighter suona bene con tutti i tipi di musica, in maniera equilibrata, senza concessioni alla moda di chi sforna prodotti che puntano solo sui bassi.C’è anche il microfono per le funzioni telefoniche: la qualità di questo dettaglio però è migliorabile. Macrom è invece un nome storico degli impianti per auto che ora propone due cuffie «grandi» (on-ear) wireless Bluetooth. Buona, per il prezzo, la qualità del suono del modello MHPB30: alti, medi e bassi sono equilibrati, efficace l’isolamento dai rumori esterni. I difetti: la cuffia non è perfettamente equilibrata e può scivolare; i pulsanti non hanno un uso intuitivo e al tatto rivelano finiture rivedibili. Questi due prodotti italiani hanno comunque un rapporto qualità-prezzo interessante. Ubsound Fighter, 69,90 euro, Macrom M-HPB30, 99 euro, 54 l periodo è quello giusto: ci si connette a Internet e si provano le varie combinazioni di date, voli e alberghi per trovare il giusto compromesso tra i propri sogni e una spesa accettabile. Chi sceglie Expedia quest’anno potrà pagare anche in bitcoin. La novità, risalente alla scorsa settimana, riguarda per ora solo il portale americano, ma chiunque acceda ad Expedia.com e non Expedia.it può testarla con mano. Per la discussa moneta digitale è il vero battesimo di fuoco. Fino a un anno fa era conosciuta soprattutto per il sequestro di Silk Road, portale di vendita di armi e stupefacenti in cui il sistema di pagamento andava per la maggiore. Tra una settimana i 30 mila bitcoin, cifra pari a circa 18 milioni di dollari, trovati nelle casse del sito verranno messi all’asta dal governo americano. Più di duecento In Italia sono più di duecento, tra piccole imprese e liberi professionisti, le realtà che hanno cominciato ad accettare i bitcoin. Per trovarle basta consultare Coinmap.org Senza che nel frattempo ci sia stato alcun riconoscimento formale e legale dell’esistenza della moneta. Un paradosso che ne dimostra la capacità dirompente, nonostante gli interrogativi siano ancora molti. La tentazione per i colossi è forte: da ebay che permette la compravendita di bitcoin nella sezione annunci, ma non gli acquisti di prodotti pagando con la criptovaluta, ad Apple, che ha aperto uno spiraglio alle applicazioni che prevedono l’utilizzo di bitcoin, a patto che rispettino le legislazioni correnti. Legislazioni che in realtà ancora non ci sono, motivo per cui i «grandi» ci vanno con i piedi di piombo. L’altro problema è la volatilità del valore, attualmente pari a 440 euro e che non è stabilito a priori da un ente centrale, completamente assente, ma dipende da un gioco di domanda e offerta. Il sistema è totalmente basato sulla comunità che lo popola: i singoli utenti sono connessi all’interno di una rete peer-to-peer, attraverso la quale Il primo via libera è di Expedia, ma anche Ebay ed Apple stanno pensando a cosa fare della cripto moneta L’inventore I bitcoin sono stati inventati nel 2009. Soltanto pochi mesi fa, un’inchiesta di Newsweek ha rivelato che il misterioso inventore sarebbe (lui non conferma) un 64enne americano di origini giapponesi con alle spalle una laurea in Fisica e una carriera come ingegnere informatico, tra l’altro nella Federal Aviation Administration. Lo pseudonimo Satoshi Nakamoto non sarebbe dunque che il vero nome di un riservato genio della matematica che vive in una modesta casetta sulle colline di Los Angeles si scambiano la valuta. L’unico rischio è l’implosione dall’interno se più della metà dei bitcoin in circolazione dovesse fare capo a un unico soggetto. Proprio in questi giorni la minaccia si è fatta più concreta con il crescente potere di Ghash.io, organizzazione a cui fanno capo i cosiddetti miner, utenti che contribuiscono alla creazione dei bitcoin. Il problema dovrebbe però essere risolto con il prossimo aggiornamento già in lavorazione. A fare gola, invece, ai malintenzionati è l’anonimato: chi apre un portafoglio bitcoin ottiene un codice, concettualmente simile all’Iban, in nessun modo collegato alla sua identità. «È altrettanto vero che maggiori sono le interazioni fra chi paga e chi riceve e maggiori sono le possibilità di risalire con specifiche indagini al proprietario del gruzzoletto speso», spiega uno dei miner italiani. I timori di chi fa un’attività di questo genere e accumula la valuta sono legati all’assenza di una regolamentazione che consenta di adempiere ai doveri fiscali. Pagare le tasse, insomma: «Come faccio a dichiarare all’Agenzia delle Entrate che sto facendo un guadagno in bitcoin?», chiede provocatoriamente il miner. Il vero gioiellino della struttura, lontana in quanto tale dalle questioni legali e burocratiche, è il registro comune e pubblico su cui vengono memorizzate tutte le transazioni effettuate per validarle e renderle i r r i p e t i b i l i . I l te r m i n e te c n i c o è Blockchain. Una sorta di parco giochi per gli esperti di monete matematiche. Per l’utente finale, bitcoin non è altro che un sistema di pagamento alternativo, mentre per gli esercenti sta diventando un modo per mettersi in mostra. «Io l’ho aggiunto per avere visibilità, penso che un 6 34 1 7 7 27 7 6 1 1 Corriere della Sera / Mirco Tangherlini La recensione I soldi fantasma arrivano sul Web Chi usa i bitcoin 7 9 elemento così innovativo e originale possa attirare l’attenzione», racconta Andrea Saccaro, titolare dell’agriturismo Gli Ulivi di Montalbano di La Spezia. L’attività è solo una delle più di 200 presenti in Italia, fra piccole imprese e liberi professionisti, che ha esposto fuori dalla porta il cartello: «Accettiamo bitcoin». Sia quelle italiane sia quelle straniere sono segnalate sulla mappa Coinmap.org. «Devo dire che la risposta non è stata strabiliante, in tre mesi sono state fatte 8 transazioni per un valore intorno ai 500 euro. Sono invece in tanti a farci domande su bitcoin e sul suo funzionamento», spiega. Per chi deve lasciare la stanza e pagare è tutto molto semplice: GENOVA-PALERMO: VIAGGIA IN FAMIGLIA IN CABINA A PARTIRE DA 94€* SALVATORE - 57 ANNI - MARINAIO CONOSCO OGNI ANGOLO DEL MIO TRAGHETTO, COSÌ VI TROVO SEMPRE UN PARCHEGGIO SICURO. A PASSEGGERO CON LA TUA AUTO TRAGHETTI PER: SARDEGNA, SICILIA, SPAGNA, TUNISIA, MAROCCO *prezzo per 2 adulti e 2 bambini con auto in cabina. Tasse incluse, disponibilità limitata (10.000 cabine disponibili, nel periodo da maggio a settembre) VIAGGIATE SERENI, PER VOI IMBARCHIAMO OGNI ANNO 630.000 VEICOLI. Sui nostri traghetti troverete sempre un posto e lo troverete in fretta. Il nostro equipaggio è addestrato al meglio per permettervi di portare l’auto, il camper e la moto in vacanza con voi, nel modo più sicuro, semplice e veloce possibile. INFORMAZIONIEPRENOTAZIONI:WWW.GNV.IT-0102094591 Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 expedia.it zynga.com gyft.com overstock.com reddit.com ebay.it Su eBay Annunci si possono acquistare e comprare bitcoin, ma non comprare altre cose pagando con i bitcoin COME SI ACQUISTA MATERIALMENTE? 1 Apertura di un portafoglio Bitcoin https://bitcoin.org/it/scegli-il-tuo-portafoglio 2 Il cliente inquadra con lo smartphone il Qr Code associato al prodotto collegato al numero di conto Bitcoin (come l’Iban) 3 YGjas87gsAJKHJ_ _ _ _ In alternativa lo si può digitare manualmente (come l’Iban) In Lombardia In Lombardia sono 54 gli esercizi che accettano pagamenti con bitcoin. Non solo negozi di informatica e società di consulenza e assistenza specializzata (Juniorbit Sas, Pegaso Team, Webstrike Srl, XLaboratoires a Milano; Euro One Sistemi, Open One Consulting, Packet Loss s.r.l. a Brescia; CAEdevice a Erba Como). Anche studi legali (quelli degli avvocati Francesco Trimboli e di Daniel Cibin a Milano; lo studio di Valeri & Marini a Brescia). E spazi milanesi di creatività come la galleria di arte contemporanea Deodato, MBR architettura e design, il Laboratorio 51, che realizza effetti speciali cinematografici e costumi per appassionati. Sempre a Milano, è possibile pagare in bitcoin il conto dal parrucchiere Bruno Mattioli, al ristorante EDA, da Non Solo Pizza o nella Sticaus. Moneta elettronica anche per lo yoga nel centro Yogarte o i Taxi principessa Clotilde. A Monza accettano bitcoin il campus La Camilla, i negozi Games Academy e Shape Store, il bar Wall Street Café. A Brescia è «attrezzato» anche l’agriturismo Il Falcone. A Varese e provincia si pagano con bitcoin anche gli impianti elettrici (industriali e domestici)nell’esercizio commerciale Elettrosat Di Mazzucato Igor, gli appartamenti per vacanza a Bellagio, e pure da IBE di Mario Pirovano srl (vendita, assistenza e noleggio macchinari). Se volete pagare in bitcoin utensileria varia andate da WORK SHOP s.r.l., a Mozzate Como 440 euro il valore attuale del bitcoin. In assenza di un ente centrale, dipende dal gioco di domanda-offerta «Basta avere uno smartphone e inquadrare con la fotocamera il Qr Code (un codice grafico, ndr) esposto che corrisponde al numero del mio conto bitcoin. Una volta riconosciuto non rimane che scrivere l’importo e dare il via al pagamento. A me arriva un’email di conferma in pochi secondi», spiega. Ovviamente anche il cliente deve essere dotato di un conto dello stesso genere. Dal punto di vista fiscale Saccaro è tranquillo: «Io emetto lo scontrino in euro, quindi è tutto regolare». L’avvocato Guido Scorza conferma: «Così facendo non c’è alcun tipo di problema». Se il fattore visibilità non ha dato ancora particolari riscontri, e lo sottoscrive anche il titolare dell’albergo di Palermo Casa Giuditta che in un anno non ha ancora avuto il piacere di far pagare un cliente con il nuova modalità, un beneficio sicuro è quello del risparmio sulle transazioni. «Rispetto al 2-3,5% applicato alle carte si scende all’1% nel caso in cui ci si appoggi a servizi come Bitpay che convertono subito i bitcoin nella valuta desiderata (il modo per mettersi al riparo dalle oscillazioni del valore, ndr) e ti fanno un bonifico. Chi fa Il risparmio Anche se ancora poco utilizzato, il modello bitcoin consente potenzialmente un grande risparmio sulle transazioni. Rispetto al 2-3,5 % applicato alle carte, si scende all’1% tutto da solo con il suo portafoglio digitale addirittura di commissioni non ne ha», spiega Carmelo Carchedi, sviluppatore che della consulenza alle aziende su bitcoin ha fatto un lavoro vero e proprio. Carchedi sta dando una mano, fra altri, anche a un parrucchiere di Milano, Mattioli, che ritiene la criptovaluta soluzione ottimale «per chi non vuole andare in giro con carte e o contanti. Volevo fare qualcosa di moderno, dare una possibilità in più». Il crescente interesse degli ultimi mesi ha portato nei nostri confini anche il primo bancomat in grado di comprare o vendere bitcoin. Il dispositivo, che altro non fa che tradurre fisicamente le operazioni effettuabili anche via Internet, sarà installato a fine giugno da Robocoin Italia a Roma, all’interno della struttura per start up Enlabs. L’autenticazione garantita in un normale bancomat della nostra carta viene rimpiazzata in questo caso da una registrazione con il telefono cellulare e dalla presentazione dei documenti cartacei. Un po’ laborioso, ma sicuramente in grado di dare una dimensione meno virtuale e più accessibile al tutto. A Udine, prima, e sempre a Roma, poi, sono arrivate anche macchine in grado di convertire euro in bitcoin, e non viceversa. Questa agitazione sta raggiungendo anche le istituzioni: alla Camera sono già stati organizzati due incontri. Il secondo è in calendario il 26 giugno, giorno in cui verrà presentato il bancomat di Robocoin e durante il quale il parlamentare Sergio Boccadutri proverà ad aprire un tavolo per discutere di una possibile regolamentazione del sistema. Martina Pennisi © RIPRODUZIONE RISERVATA Tecno-bere È nato Vessyl, il bicchiere «saggio» Sa quello che contiene e ve lo dice S e bevi del vino o dell’aranciata, lui lo sa. Se stai esagerando con le calorie, lui ti avvisa collegandosi in bluetooth al tuo telefonino. E, ancora, se hai deciso di passare dalla Coca Cola alla Pepsi lui se ne accorge. Arriva dagli Usa Vessyl, bicchiere intelligente che ben si sposa con la tradizione americana di bere dai mitici mug (i contenitori da passeggio). In commercio dal prossimo anno, Vessyl è dotato di sensori che identificano le bevande a partire dalle molecole dei liquidi che le compongono. Un display luminoso sul bicchiere mostra i risultati, numero di calorie compreso. Il tutto viene poi trasmesso sullo smartphone (sia con piattaforma Display e design minimal per il mug prodotto da una start up iOs che Android) andando a finire in un diario della giornata. «Vessyl è in grado di quantificare anche gli zuccheri, le proteine e i grassi contenuti nella bevanda», spiega Justin Lee, giovane amministratore delegato della start up californiana Mark One. Molto curato anche il design, in versione bianca e nera, con un coperchio ergonomico. La distribuzione del mug è prevista per l’inizio dell’anno prossimo e c’è da star certi che avrà successo, almeno sul mercato americano. I suoi punti deboli? Il prezzo di 199 dollari e 99 per i preordini (146 e 72 euro), già aperti da ora, e l’obbligo di lavaggio a mano evitando la lavastoviglie. M.Ser. Online La tesi: offriamo un servizio agli utenti. Ma il Garante: va verificato tutto Dati personali, gusti e like Così Facebook (ci) vende L’annuncio: faremo come Google e Yahoo «I clienti di Facebook? Non sono gli utenti. Noi ormai facciamo parte del prodotto che Zuckerberg vende alle aziende». Parola del Washington Post che così ha commentato i cambiamenti annunciati da Menlo Park per la pubblicità. Già, perché nei giorni scorsi in California hanno sganciato una bomba. Facebook ha introdotto annunci personalizzati e mirati (in inglese, Internet Based advertising). Lo strumento adottato sono le Ad Preferences. Attraverso un nuovo algoritmo, il social network ci propone prodotti in base ai nostri dati personali, ai like e a tutti i contenuti che pubblichiamo. Ma non solo. Per tracciarci verrà controllato anche quali siti visitiamo partendo dalle pagine del faccialibro o viceversa. In pratica, una donna di 30 anni vedrà annunci di scarpe, diete, abiti alla moda in saldo. Mentre sulla pagina di un uomo di 40 si apriranno banner di rasoi e articoli sportivi. E se la novità arriva per il momento negli Usa ed è attesa a breve anche in Italia, è chiaro che ha già fatto molto discutere. Soprattutto alla luce del dibattito sulla sorveglianza globale che ha visto Zuckerberg coinvolto in prima persona. C’è però anche un altro lato della medaglia. Con questa mossa viene sancito lo status quo. Facebook l’ha solo messo nero su bianco: «Stiamo tracciando i vostri dati per vendere pubblicità ILLUSTRAZIONE CHIARA DATTOLA SITI DI E-COMMERCE SU CUI È POSSIBILE PAGARE CON BITCOIN Tempi liberi 43 italia: 51575551575557 proprio come fanno Google e Yahoo!», è il sotto testo dell’annuncio. A volerla vedere in positivo, come sottolinea Luca Colombo, country manager per l’Italia, Facebook afferma di star offrendo un servizio agli iscritti selezionando per loro offerte che potrebbero interessare. Inoltre a Menlo Park spiegano che gli utenti, cliccando sugli annunci, potranno indicare se sono di loro interesse o meno decidendo anche di disattivarli. Tutto bene, dunque? Niente affatto. Soprattutto in Europa e in Italia, dove la sensibilità sulla privacy è più accentuata. A ribadirlo è il Garante della Privacy: «Facebook ci ha già chiesto un incontro per trovare degli strumenti che si adattino alle nostre leggi ma non sarà facile». Il nostro ordinamento prevede infatti che, in caso di utilizzo di dati personali, venga chiesto il consenso. Impossibile farlo a priori lasciando poi all’utente la possibilità di revocare il permesso. Secondo Antonello Soro, inoltre, si pone un altro problema: «Attraverso numerose acquisizioni Facebook sta accentrando su di sé sempre più servizi: dalle comunicazioni fino alla gestione di immagini. Il che rende sempre più facile la sorveglianza globale». Anche a fini commerciali. Marta Serafini martaserafini © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 TRIBUNALE DI MONZA Per maggiori dettagli www.tribunale.monza.giustizia.it e www.astalegale.net Adunanza Creditori C.P. 71/13: Il Tribunale di Monza, visto il ricorso per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo presentato in data 30.07.2013 da SOGES IMM.RE REAL ESTATE SRL con sede legale in Arcore, via Nazario Sauro n. 12 C.F.: 02454720968 in persona delle amministratrici Eleonora Polini ed Alessandra Polini, con avv. Giuseppe Brini, DICHIARA aperta la procedura di Concordato Preventivo della società SOGES IMM.RE REAL ESTATE SRL. Delega alla procedura di concordato la dott.ssa Alida Paluchowski, nomina quale Commissario Giudiziale dott.ssa Simona Brambilla con studio in Desio via San Pietro n. 32. Fissa la convocazione dei creditori dinanzi al Giudice Delegato l’udienza del 08.10.2014 ore 12.30 presso il Tribunale di Monza, sede di via Vittorio Emanuele. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA CUP J41D11000120007 PIAZZA S. PUGLIATTI, 1 tel. 090/6768100-13 fax 090/6768121 Progetto PON a3_00422 CERISI CIG 5327974F38 La procedura aperta per l’affidamento dell’appalto misto ed integrato per la Realizzazione del Laboratorio del Centro di Eccellenza Ricerca ed Innovazione Strutture e Infrastrutture di grandi dimensioni in località Papardo è stata aggiudicata definitivamente in data 5.6.2014 all’unico partecipante, A.T.I. Bosch Rexroth S.p.A. di Cernusco sul Naviglio (Mi) - Consorzio Stabile Progettisti Costruttori di Maletto (Ct) per l’importo di € 9.003.115,01 + IVA. Per tutte le altre informazioni si rimanda al sito dell’Università: www.unime.it. L’avviso di aggiudicazione è stato spedito per via informatica alla G.U.C.E. il 14.6.14 ed alla G.U.R.I. il 17 giugno 2014. Il Direttore Generale (Prof. Francesco De Domenico) Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 Cassa depositi e prestiti CASSA DEPOSITI e PRESTITI spa AVVISO Cassa depositi e prestiti società per azioni Via Goito, 4 00185 Roma Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 i.v. Iscritta presso CCIAA di Roma al n. REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it BUONI FRUTTIFERI POSTALI (BFP) BFP INDICIZZATI ALL’INFLAZIONE ITALIANA INDICE ISTAT FOI ex-TABACCHI Aprile 2014: 107,40 Per conoscere il Coefficiente di Indicizzazione e i Coefficienti Complessivi di Rimborso Lordi e Netti per ciascuna serie di Buoni è possibile consultare il sito Internet di Cassa depositi e prestiti www.cassaddpp.it BFP INDICIZZATI A SCADENZA, BFPPremia e BFPEuropa “Serie 16D, 30J, X02, X14; P10, P22, P34, P46; P57 e P58 di Luglio 2013, P66 di Maggio 2014” MEDIA INDICE EURO STOXX 50: 3295,054 La media è pari alla media aritmetica dei valori ufficiali di chiusura dell'Indice Euro Stoxx 50 rilevati nei giorni 9, 10, 11, 12 e 13 giugno 2014. Maggiori informazioni sul meccanismo di indicizzazione e sugli eventuali premi sono disponibili presso tutti gli uffici postali e sul sito Internet di Cassa depositi e prestiti www.cassaddpp.it I Buoni serie 16D (luglio 2009) riconoscono alla scadenza un premio aggiuntivo pari a circa il 16,00% lordo I Buoni serie P57 (luglio 2013) riconoscono al termine del primo anno un premio aggiuntivo del 3,00% lordo I Buoni serie P58 (luglio 2013) riconoscono al termine del primo anno un premio aggiuntivo del 3,00% lordo I Buoni serie P46 (luglio 2011) riconoscono al termine del terzo anno un premio aggiuntivo del 2,80% lordo I Buoni serie P34 (luglio 2010) riconoscono al termine del quarto anno un premio aggiuntivo del 3,00% lordo I Buoni serie P22 (luglio 2009) riconoscono al termine del quinto anno un premio aggiuntivo del 4,50% lordo I Buoni serie P10 (luglio 2008) riconoscono al termine del sesto anno un premio aggiuntivo del 6,50% lordo Autorità Portuale di Venezia TRIBUNALE CIVILE DI SIRACUSA ESTRATTO BANDO DI GARA CON PROCEDURA APERTA Quest’Autorità rende noto che intende espletare una procedura aperta per l’affidamento dell’appalto dei servizi di pulizia ed igiene ambientale degli immobili di competenza dell’Autorità Portuale di Venezia. Criterio di aggiudicazione: l’appalto del servizio sarà aggiudicato utilizzando il criterio selettivo dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Luogo di esecuzione del servizio: Autorità Portuale di Venezia. L’Importo complessivo posto a base di gara, compresa un opzione di estensione del servizio ed i costi totali della sicurezza per rischi di natura interferenziale, di cui al D.Lgs. n. 81/2008, non soggetti a ribasso, IVA di legge esclusa, è fissato in un ammontare di € 1.022.286,30 (un milione ventiduemila duecento ottanta sei virgola trenta). Termine ultimo per il ricevimento delle offerte: entro le ore 12:00 del 23/06/2014. Responsabile unico per il procedimento: Dott. Ing. Nicola Torricella (Direttore Tecnico dell’Autorità Portuale di Venezia). L’avviso di gara viene pubblicato all’Albo dell’Autorità Portuale di Venezia, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie speciale relativa ai contratti pubblici n. 59 del 26/05/2014, sul Supplemento alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. GU/S 90 del 10/05/2014. Il bando di gara, con allegato il relativo disciplinare, è reperibile sul sito http://www.rveneto.bandi.it e sul sito http://www.port.venice.it. Venezia, 05/05/2014 IL PRESIDENTE - Prof. Paolo Costa SEZIONE FALLIMENTARE - FALL. 53/13 PROCEDURA VOLTA ALL’AFFITTO DI RAMO D’AZIENDA SANITARIA Il Curatore rende noto che è indetta una procedura competitiva volta alla scelta del contraente per la stipula di un contratto d’affitto transitorio di Ramo d’azienda facente parte dell’attivo fallimentare. Il Ramo d’azienda ha ad oggetto l’esercizio di attività sanitaria e lo svolgimento di prestazioni in convenzione con il Servizio Sanitario in regime di degenza ospedaliera, attualmente svolta in Siracusa. Esso è composto da beni mobili apparecchiature elettromedicali quali apparecchiature radiologiche, ecografi, apparecchiature di sala operatoria in genere, macchine elettroniche ed altro funzionali all’esercizio della suddetta attività e da quant’altro specificato nel disciplinare di affitto e nella documentazione di riferimento, accessibile con le modalità indicate nel disciplinare. Non fanno parte del Ramo beni immobili. La durata dell’affitto è di mesi sei, con termine finale comunque fissato alla scadenza del sesto mese successivo alla stipula. Il corrispettivo è fissato in € 33.600,00 mensili, oltre oneri fiscali. Le spese saranno a carico del contraente. L’affitto è finalizzato alla vendita del medesimo Ramo e l’offerente dovrà espressamente impegnarsi a partecipare all’asta per la vendita del Ramo, debitamente cauzionando l’impegno. Per partecipare alla procedura l’offerta dovrà essere cauzionata con deposito di una somma pari ad una mensilità del canone d’affitto offerto e con deposito ulteriore di una somma pari al 10% del prezzo che s’intenderà offrire (non inferiore ad € 2.000.000,00) per l’acquisto del Ramo d’Azienda. Le offerte, accompagnate dalle cauzioni suddette, dovranno pervenire perentoriamente entro e non oltre le ore 11,30 del 25.6.14, mediante deposito presso la Cancelleria della Sezione fallimentare del Tribunale di Siracusa. L’esame delle offerte avverrà lo stesso giorno alle ore 12, presso il Tribunale di Siracusa, sezione fallimenti. Il disciplinare d’affitto verrà inviato, esclusivamente in via telematica, a tutti coloro che ne facciano richiesta al Curatore del Fallimento alla PEC della procedura: [email protected], ovvero alla mail del curatore [email protected]. L’accesso alla documentazione di riferimento potrà avvenire solo previo invio di una formale manifestazione d’interesse ed accordo di riservatezza. Il disciplinare regolamenta in via esclusiva la procedura, costituendo il presente avviso solo un estratto sintetico di esso. Siracusa, 19/6/2014 Il curatore fallimentare - Avv. Carlo Carpinteri - tel. 093139555. RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano # SIAMO VELOCITÀ LA VELOCITÀ DI UN PAESE È IL SUO FUTURO presenta Il talk show di Corriere Innovazione dove startupper, creativi, grandi imprenditori, designer, inventori si confrontano per far tornare a correre il Paese. 23 giugno, ore 18.30 Kilometro Rosso – Centro delle Professioni Via Stezzano, 87 – Bergamo Partecipano Emil Abirascid - Direttore Innov’azione e Ceo Startupbusiness Alberto Bombassei - Presidente Brembo Giovanni Bonotto - Direttore creativo Bonotto Spa Cesare Cacitti - Studente e inventore Fabrizio Longo - Direttore Audi Italia Francesco Moser -Campione di ciclismo e imprenditore Mirano Sancin - Direttore Scientifico KMR e Presidente Intellimech Con gli interventi di giovani startupper e creativi italiani Introduce Giuseppe Di Piazza - Responsabile editoriale sistema Corriere Innovazione Moderano Cristiano Seganfreddo - Direttore scientifico Corriere Innovazione Massimo Sideri - Giornalista e commentatore Corriere della Sera www.corriereinnovazione.it MAIN PARTNER Per partecipare al convegno chiamare il numero 02 20400333 email: [email protected] SUSTAINABILITY PARTNER INNOVATION PARTNER Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 45 italia: 51575551575557 # Economia `V `ii ÀÃi /- > ÃiÌÌ>> >L Ì>Ì> > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]Îx Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{£]ÓÎ Ó]{È Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]äÇ ä]äÈ Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££{]ä £]Çx Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]È{ ä]£x Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££n]xÇ Î]£{ Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]xä Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äx]äÈ Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££Î]Çn ä]xÎ £]Ó£ Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £äx]ÎÎ Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££n]äÎ VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]Ó£ Î]£ Î]Î{ ä]ÓÓ Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££Ç]£n Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££n]n Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££{]Èä £]ÈÓ £]ÇÎ Ó]ÓÈ VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]£Ó VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ £ää]äÓ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ää]nn ä]{Î ä]{n ä]£ ÓÓ°Ó£È]ÈÎ ä]nx¯ e `À> /- Ì° - >Ài ÓΰxÎÓ]ää ä]Çn¯ e À>VvÀÌi /- Ì°-Ì>À £n°ÇÎ]{ ä]{{¯ e *>À} >V{ä® Ü ià £È°nÇ£]È ä]Ó£¯ È°nän]££ ä]{{¯ e £ä°ää{]ää ä]Ç{¯ e {°xÈÎ]ä{ ä]Çn ÃÌiÀi ä]än¯ £ iÕÀ £]Ó£Çä vÀ° ÃÛ° £ iÕÀ ]ännx VÀ°ÃÛi° ä]ä¯ e £ iÕÀ £]{Ç{ `°V>° ä]ä{¯ e £]ÈÓ¯ e -E* xää £°x{]ää ä]£x¯ >`À` ££°£nÇ]nä ä]Èn¯ e A G. Str. © RIPRODUZIONE RISERVATA ä]£Ó¯ e £ iÕÀ £x°ÎÈ£]£È poco più di un mese dall’insediamento dell’amministratore delegato Mauro Moretti, il consiglio di Finmeccanica ha approvato le linee guida del nuovo modello organizzativo. Le società possedute al 100% del «core business» Aerospazio e Difesa saranno trasformate in divisioni. Non verranno invece coinvolte nel processo divisionale le società sottoposte a verifica strategica (settore trasporti e Fata), le joint venture internazionali nello spazio e missilistica (Thales Alenia Space, Telespazio e Mbda) e Drs. Sono previsti «benefici in termini di produttività industriale, economie di scala e aumento della competitività». Moretti ha anche presentato un’informativa sui processi di due diligence per Ansaldo Breda, in vista di «concrete e definitive offerte per la controllata che produce treni». ä]{Ó¯ e ä]ÇÓ¯ e / i® SI RIORGANIZZA DUE DILIGENCE SU ANSALDO BREDA £]ÎÈÓä `>À £ iÕÀ £În]nÓää Þi Óΰ£ÈÇ]ÇÎ ä]äȯ {°Î{{]Èx ä]{Ó¯ FINMECCANICA £ iÕÀ } } >Ã`>µ La lente / 1 ä]än¯ MILANO — Lo sciopero di un’ora della Fiom allo stabilimento Maserati di Grugliasco di lunedì scorso non è andato giù a Sergio Marchionne. Il numero uno di Fiat-Chrysler — che con il nuovo acronimo Fca esordirà a Wall Street nella prima metà di ottobre — ha reagito con una doppia mossa. In mattinata è uscita su La Stampa una lettera a tutti i dipendenti, in cui critica «l’esigua minoranza» che ha bloccato lo stabilimento in piena fase produttiva. Secondo le cifre dell’azienda ha scioperato l’11% di dipendenti, 209 su 2019. Nel pomeriggio ha poi annunciato la rinuncia alla richiesta degli straordinari per tutti gli stabilimenti italiani e il congelamento dei trasferimenti di 500 dipendenti in cassa integrazione da Mirafiori a Grugliasco e lo stop all’estensione a 12 dei turni di lavoro alla Maserati. La mossa arriva in risposta alla decisione dei sindacati Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri di bloccare gli straordinari in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo (Cnh compresa) come forma di protesta per il mancato accordo sul nuovo contratto, fermo nella parte economica per le differenze tra i 250 euro proposti dal- Il Tridente Il ceo di Fiat Chrysler Sergio Marchionne il 30 gennaio 2013 all’inaugurazione dell’impianto Maserati a Grugliasco, in provincia di Torino I punti Gruppo globale, i dipendenti italiani 1 Sono circa 86 mila i dipendenti complessivi del gruppo FiatChrysler in Italia, compresi quelli occupati in Cnh Gli stabilimenti in Italia 2 In Italia sono operativi Mirafiori e Grugliasco (il polo produttivo torinese), Pomigliano, Cassino, Val di Sangro (Sevel), Melfi (Sata) Il nodo dell’aumento nel nuovo contratto 3 Il negoziato sul nuovo contratto si è arenato: Fiat offre 250 euro, mentre i sindacati hanno ridotto la richiesta a 280 euro l’azienda e i 280 euro cui sono scesi i sindacati. Era stato proprio l’accordo raggiunto sui 12 turni ad aver fatto ritirare la minaccia dello sciopero ai sindacati in Maserati, che invece era stato confermato solo dalla Fiom. E proprio per criticare quella scelta Marchionne ha deciso di rivolgersi direttamente ai «colleghi» italiani del gruppo, per chiarire che la posta in gioco è la sopravvivenza del gruppo in Italia, dove Fiat è rimasta e ha investito «al di là di una logica di mercato, come atto di responsabilità verso tutti voi e verso il nostro Paese, considerando soprattutto che la disoccupazione ha raggiunto picchi mai visti prima». «Gli episodi recenti dovuti al comportamento di un’esigua minoranza, che hanno causato perdite produttive in un momento così delicato, non possono essere presi con leggerezza. Parlo direttamente a chi si è reso responsabile di questi episodi. Vi chiedo di riflettere sulla gravità delle conseguenze. Non sottovalutate l’effetto che le vostre azioni possono provocare». Il rischio è quello di un danno di immagi- ne per un gruppo «globale e interconnesso, dove i destini delle 300 mila persone che lavorano con noi nel mondo sono strettamente legati e complementari», e un danno al «diritto a lavoro» per tutti gli altri lavoratori: «Non esiste in nessun altro Paese in Europa o nel mondo che permetta a una minoranza di danneggiare i diritti di tutti gli altri, specialmente il diritto al lavoro». Per questo l’appello ai dipendenti «leali», la «stragrande maggioranza», è di mantenere il vostro coraggio e la voglia di fare qualcosa di buono. Continuate a mostrare la fiducia e la passione di cui gli italiani sono capaci e che voi avete già mostrato di avere». Tra i sindacati si sono registrate ieri le risposte di Fismic, che ha attaccato la «sciagurata iniziativa della Fiom» che ha «avuto un effetto disastroso» di lasciare in cassa integrazione 500 dipendenti, e della Fim, che con il segretario generale Ferdinando Uliano ha chiesto di riprendere il negoziato sul contratto». Di «inutili giochi di forza» ha parlato Maria Antonietta Vicaro, segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Prima vendita, Enel esce dalla Slovacchia C.D.C. corinnadecesare © RIPRODUZIONE RISERVATA i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° £äÈ iÌÌ ¯ Dopo lo sciopero Maserati Marchionne scrive ai dipendenti : non sprecate opportunità LA BEI A /Ì Stop agli straordinari nelle fabbriche Fiat Il caso Le indiscrezioni sulla vendita del 66% della Slovenske Elektrarne, acquistata nel 2006 rriva la prima infrastruttura italiana a poter beneficiare dei project bond Ue: si tratta del passante autostradale di Mestre (tratto dell’autostrada A4). La Banca europea degli investimenti sta ultimando il lavoro preparatorio per il lancio dell’emissione, con l’obiettivo di chiudere entro fine anno. Ma, ha fatto sapere il vicedirettore della Bei Dario Scannapieco, questa non è l’unica opera italiana su cui la Bei sta pensando di intervenire. Ce ne sono anche altre, principalmente nel settore dell’energia. L’obiettivo principale stabilito per i project bond (con un budget di oltre 4 miliardi di euro) era proprio quello di stimolare il finanziamento di infrastrutture nel settore dei trasporti, energia e Ict. +ÕÌ° ,i`° ivv° £äÈ iÌÌ ¯ La vertenza Sospeso il trasferimento di 500 addetti di Mirafiori in cassa integrazione all’impianto di Grugliasco La lente / 2 E IL PROJECT BOND PER IL PASSANTE DI MESTRE i`° MILANO — L’Enel è pronta a dare il via alla cessione di Slovenske Elektrarne? Ufficialmente dal gruppo elettrico nulla si dice, anche se secondo le indiscrezione di mercato qualche manifestazione di interesse per la quota (il 66%) sarebbe arrivata al quartier generale di Roma, che starebbe valutando di affidare alle banche d’affari il mandato per portare a termine l’operazione. L’obiettivo di breve termine dell’Enel, come noto, è di incassare circa 4,4 miliardi di euro da cessioni ria, sarebbe attribuibile un «enterprise value» di circa 3,8 miliardi di euro, compreso il valore dell’indebitamento pari a circa un miliardo di euro. Chi potrebbe essere inte- ressato ad acquistare la ex compagnia di stato di Bratislava in un periodo di mercato non certo attraente per il calo dei consumi e i prezzi cedenti dell’energia elettrica? Anche qui campo alle indi- La battaglia francese Interesse Manifestazioni di interesse da russi, cechi e compagnie cinesi entro la fine dell’anno per ridurre l’indebitamento netto a 37 miliardi di euro dai 41,5 miliardi registrati alla fine dello scorso marzo. Recentemente anche il neoamministratore delegato del gruppo elettrico, Francesco Starace, ha sostenuto che il 66% di Slovenske Elektrarne potrebbe essere preso in considerazione per la vendita. Alla società slovacca, secondo qualche valutazione finanzia- Alstom, Ge rilancia con garanzie Tre joint venture paritetiche per la rete elettrica, eolico e idroelettrico e nucleare più garanzie sull’occupazione e sede decisionale in Francia. Così il rilancio di Ge su Alstom dopo l’offerta congiunta di Siemens e Mistubishi. screzioni. Secondo quanto riporta anche la stampa slovacca il più concreto candidato sarebbe la Cez, il produttore ceco di energia elettrica, che comunque non ha commentato le voci di mercato. Quella della Cez sarebbe la conferma di un interesse mai scemato dai tempi della cessione all’Enel chiusa ufficialmente nel 2006 nell’era di Fulvio Conti ma avviata dall’allora amministratore delegato Paolo Scaroni. La seconda compagnia interessata a Slovenske Elektrarne sarebbe la russa Rosatom, che gestisce il parco delle centrali nucleari di Mosca, mentre qualche non meglio precisata manifestazione di interesse riguarderebbe altri investitori cinesi. Nel 2005-06 l’Enel aveva comprato la quota del 66% in seguito al programma di privatizzazioni lanciato dal governo di Bratislava, pagando per il pacchetto azionario una somma intorno agli 840 milioni di euro. Una mossa che allora rappresentò il rientro del gruppo elettrico italiano nella tecnologia del nucleare, che sul territorio nazionale era stata bandita in seguito al referendum del 1987. S. Agn. © RIPRODUZIONE RISERVATA Valutazione La società sarebbe valutata 3,8 miliardi (con un miliardo di debiti) Etihad «I piloti dell’Alitalia? Assunzione ad Abu Dhabi» (a. bac.) Etihad è disposta a assumere i piloti di Alitalia in esubero, anche a Abu Dhabi, ma non prima del 2015 e comunque dopo che saranno messi in aspettative o licenziati. I piloti considerati in esubero sono 122 — in base al nuovo piano — e altri 47 che già usufruiscono degli ammortizzatori sociali, di questi 199, 89 sono comandanti e 60 primi ufficiali. Etihad assumerà nuovo personale solo in base ad una specifica selezione. I sindacati di categoria Anpac, Avia e Anpav rilevano che gli esuberi sono limitati all’operativo di medio raggio, mentre nessuna eccedenza sembra essere presente nel lungo raggio che, secondo il piano, risulta in sviluppo. Ulteriori approfondimenti sono stati richiesti anche per la dichiarata necessità aziendale di attivare i contratti di solidarietà anche nella nuova Alitalia per un numero di naviganti pari alle attuali quantità che sono in solidarietà in base all’accordo sottoscritto nel 2013: 285 piloti e 525 assistenti di volo. © RIPRODUZIONE RISERVATA ItaliaCamp 46 Economia Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il dibattito Icbpi Il presidente dell’Abi, Patuelli, al governo: «Le banche italiane pagano il doppio dei concorrenti confinanti» «La spinta Bce? Vale lo 0,5% del Pil» Panetta (Bankitalia): nella Ue troppe differenze fiscali per le aziende di credito De Censi: gli istituti devono finanziare le imprese sane, non quelle decotte ROMA — Scatteranno a settembre, ma già la Banca d’Italia ha stimato l’effetto sulla crescita che avranno le misure annunciate dalla Bce (Banca centrale europea). In particolare «le nuove operazioni di rifinanziamento quadriennali che metteranno a disposizione delle banche fondi a lungo termine a condizioni favorevoli» dovrebbero stimolare la crescita del Pil (Prodotto interno lordo) nel triennio 2014-16 «di mezzo punto percentuale». E ciò «sulla base dei soli effetti finora osservati sul cambio sui tassi di mercato». A rilevarlo è stato il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo al convegno organizzato dall’Istituto centrale delle banche Popolari (Icbpi), che ieri ha celebrato i 75 anni di vita, al quale hanno partecipato fra gli altri il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli e l’ex mi- ll convegno organizzato dall’Istituto centrale delle banche Popolari (Icbpi) al quale ha partecipato fra gli altri il viceministro dell’Economia, Enrico Morando nistro Enzo Moavero. Panetta, dopo aver rinnovato le sollecitazioni di Bankitalia alle Popolari «a proseguire nell’opera di ammodernamento di forme organizzative e strutture di governo societarie» si è soffermato sulla «doppia sfida» in cui sono impegnate le aziende di credito italiane. Da un lato, «esse devono riparare i danni loro inflitti dalla crisi, recuperare redditività, accumulare le risorse patrimoniali necessarie per sostenere la ripresa». Al tempo stesso «devono prepararsi a fronteggiare l’accelerazione che l’Unione bancaria imprimerà al processo di integrazione creditizia in Europa». Ma per «un efficiente sistema finanziario europeo e la piena concorrenza tra banche nell’area dell’euro» serviranno importanti progressi come «l’eliminazione dei forti divari nei regimi di tassazione nazionali». Musica per le orecchie del presidente dell’Abi, Patuelli che, intervenendo subito dopo, ha rilanciato le richieste del sistema bancario a favore di un alleggerimento fiscale, lamentando in particolare la maggiorazione dell’8,5% all’aliquota Ires «applicata anche agli accantonamenti patrimoniali». Le banche italiane, ha sostenuto, pagano il doppio di quelle dei Paesi confinanti e «se pensiamo di poter sopravvivere a questa discriminazione competitiva sbagliamo di grosso». «Le banche, prima di tutto, devono fare bene il loro mestiere: finanziare le opere finanziabili», ha infine rilevato il presidente dell’Icbpi, Giovanni De Censi, dando così la risposta delle Popolari al richiamo del premier Matteo Renzi a dare più credito alle imprese. «Oggi quello che manca è la domanda di credito: non si può dare ad aziende decotte, bisogna darlo a quelle che investono. Noi siamo nati per fare questo mestiere e se non lo facciamo non possiamo neanche pagare i dividendi ai nostri azionisti». Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA OBBLIGAZIONI BANCA IMI TASSO FISSO. Messaggio pubblicitario DUE NUOVE OPERE DA COLLEZIONARE. * * Collezione Tasso Fisso Dollaro Australiano Opera III Collezione Tasso Fisso Lira Turca Opera III Emissione a 5 anni Emissione a 3 anni * Cedola lorda. L’investimento stimento è es espo esposto p st stoo al rrischio isch is chio io dderivante erii vann te ddalle alle varia variazioni azioni de del e l ra rrapporto ppor orto to di d i cambio camb ca mbii o tra laa valuta valuta di d denominazione dei titoli mittente. e l’Euro e al rischio emittente. OBBLIGAZIONI CON CEDOLE ANNUALI FISSE A 5 ANNI IN DOLLARI AUSTRALIANI E A 3 ANNI IN LIRE TURCHE. Le obbligazioni Banca IMI Collezione Tasso Fisso Dollaro Australiano Opera III e Collezione Tasso Fisso Lira Turca Opera III sono emesse da Banca IMI, la banca di investimento del Gruppo Intesa Sanpaolo, e sono negoziabili dal 19.06.2014 sul MOT di Borsa Italiana e su EuroTLX. Puoi acquistarle e rivenderle, attraverso la tua banca di fiducia, indicando il relativo Codice ISIN. L’acquisto, il pagamento degli interessi e il rimborso del capitale avvengono nella valuta di emissione (Dollaro Australiano o Lira Turca). DENOMINAZIONE OBBLIGAZIONE BANCA IMI COLLEZIONE TASSO FISSO DOLLARO AUSTRALIANO OPERA III OBBLIGAZIONE BANCA IMI COLLEZIONE TASSO FISSO LIRA TURCA OPERA III RENDIMENTO RENDIMENTO EFFETTIVO ANNUO EFFETTIVO ANNUO LORDO (2) NETTO (1)(2) CODICE ISIN VALUTA EMISSIONE TAGLIO MINIMO PREZZO DI EMISSIONE SCADENZA CEDOLA ANNUA LORDA CEDOLA ANNUA NETTA (1) IT0005026825 AUD 2.000 DOLLARI AUSTRALIANI 99,66% 17/06/2019 4,20% 3,108% 4,274% 3,183% IT0005026833 TRY 4.000 LIRE TURCHE 99,62% 17/06/2017 8,60% 6,360% 8,741% 6,508% (1) Il rendimento effettivo annuo netto è calcolato al netto dell’imposta sostituiva del 20% (che si applica fino al 30.06.2014) e dell’imposta sostitutiva del 26% (che si applica a decorrere dal 1.07.2014) sugli interessi lordi maturati e sul disaggio di emissione. Il Decreto Legge 24.04.2014 n. 66 introduce un aumento generalizzato dal 20 al 26% dell’aliquota di tassazione delle rendite finanziarie, compresi gli interessi ed altri proventi (redditi di capitale) derivanti dalle obbligazioni e dai titoli similari. La nuova aliquota si applica agli interessi maturati dall’1.07.2014. (2) Rendimento calcolato alla data di emissione e sulla base del prezzo di emissione La cedola e il rendimento lordo e netto (espresso nella valuta di emissione), alla data di emissione e sulla base del prezzo di emissione, sono indicati nella tabella sovrastante; inoltre, in ipotesi di acquisto successivo alla data di emissione, il rendimento dipende anche dal prezzo di negoziazione. Il tasso cedolare è espresso nella valuta di emissione. Un aumento di valore della valuta dell’investitore rispetto alla valuta delle Obbligazioni potrebbe influire negativamente sul rendimento complessivo delle Obbligazioni (ove espresso nella valuta dell’investitore). PER INFORMAZIONI VISITA IL SITO WWW.BANCAIMI.COM/RETAILHUB OPPURE CHIAMA IL NUMERO VERDE 800.99.66.99 In caso di vendita, il prezzo delle obbligazioni potrebbe essere inferiore al prezzo di acquisto e l’investitore potrebbe subire una perdita, anche significativa, sul capitale investito. Non vi è alcuna garanzia che venga ad esistenza un mercato secondario liquido. Alla data del 15.06.2014 il rating assegnato a Banca IMI da S&P è BBB, da Moody’s Baa2, da Fitch BBB+. MESSAGGIO PUBBLICITARIO. Il presente annuncio è un messaggio pubblicitario con finalità promozionale e non costituisce offerta o sollecitazione all’investimento nelle obbligazioni Collezione Tasso Fisso Dollaro Australiano Opera III e Collezione Tasso Fisso Lira Turca Opera III (le “Obbligazioni”) né consulenza finanziaria o raccomandazione d’investimento. Prima di procedere all’acquisto delle Obbligazioni leggere attentamente il Prospetto di Base relativo al Programma di offerta e/o quotazione di Obbligazioni Plain Vanilla depositato presso CONSOB in data 15 aprile 2014 a seguito dell’approvazione comunicata con nota n. 0028165/14 del 4 aprile 2014, come modificato mediante supplemento depositato presso la CONSOB in data 06.06.2014 a seguito di approvazione comunicata con nota n. 0046979/14 del 05.06.2014 (il prospetto di base come modificato dal supplemento il “Prospetto di Base”) e le relative Condizioni Definitive con in allegato la Nota di Sintesi della Singola Emissione depositate in Borsa Italiana e in Consob in data 17.06.2014, con particolare riguardo ai costi e ai fattori di rischio, nonché ogni altra documentazione che l’intermediario sia tenuto a mettere a disposizione degli investitori ai sensi della vigente normativa applicabile. Il Prospetto di Base e le Condizioni Definitive sono disponibili sul sito internet www.bancaimi.com/retailhub e presso la sede di Banca IMI S.p.A. in Largo Mattioli 3 Milano. Le Obbligazioni non sono un investimento adatto a tutti gli investitori. Prima di procedere all’acquisto è necessario valutare l’adeguatezza dell’investimento, anche tramite i propri consulenti finanziari, nonché comprenderne le caratteristiche, tutti i fattori di rischio riportati nell’omonima sezione del Prospetto di Base e nella Nota di Sintesi della Singola Emissione e i relativi costi anche attraverso i propri consulenti fiscali, legali e finanziari. Le Obbligazioni non sono assistite dalla garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Nel caso in cui l’emittente sia inadempiente o soggetto ad insolvenza, l’investitore potrebbe perdere in tutto o in parte il proprio investimento. Le obbligazioni non sono state né saranno registrate ai sensi del Securities Act del 1933, e successive modifiche, (il “Securities Act”) vigente negli Stati Uniti d’America né ai sensi delle corrispondenti normative in vigore in Canada, Giappone, Australia o in qualunque altro paese nel quale l’offerta, l’invito ad offrire o l’attività promozionale relativa alle obbligazioni non siano consentiti in assenza di esenzione o autorizzazione da parte delle autorità competenti (gli “Altri Paesi”) e non potranno conseguentemente essere offerte, vendute o comunque consegnate, direttamente o indirettamente, negli Stati Uniti d’America, in Canada, in Giappone, in Australia o negli Altri Paesi. La vertenza Bancari, i sindacati: aumenti e orari lunghi Ma il tavolo è a rischio Salita è dire poco. Il rinnovo del contratto dei bancari è alle prime schermaglie ma una cosa è già chiara: è sui fondamentali che sindacati e Abi, l’associazione dei banchieri, proprio non si intendono. Un incontro c’è stato l’altroieri. I prossimi saranno il 23 e il 30 giugno. Nel merito delle questioni si entrerà solo dopo l’assemblea dell’Abi del 10 luglio. Sul tavolo c’è anche la possibilità che Francesco Micheli, alla guida del Casl, il comitato per gli affari sindacali dell’associazione, lasci il posto. Ma un punto è già evidente a tutti: le posizioni sono distanti anni luce. Tanto che l’Abi ieri ha consegnato al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan un documento in cui, tra le altre cose, si mette nero su bianco che il passaggio contrattuale sarà difficile e si prevedono ricadute sul piano sociale. Morale: le banche mettono le mani avanti, avvertono che si arriverà ai ferri corti e perciò si aspettano attenzione da parte del governo. Quando nell’incontro dell’altro ieri i sindacati hanno illustrato il documento dal titolo «Nuovo modello di banca al servizio dell’occupazione e del Paese» qualcuno tra i rappresentanti della controparte ha accolto il testo con sufficienza. Le sette sigle presenti alla trattativa non l’hanno presa bene. E non solo per una questione di orgoglio offeso. A criticare il documento, infatti, era uno dei papabili alla guida del Casl, Camillo Venesio, ceo della banca del Piemonte. Il punto di distanza tra le parti è principalmente uno. Il sindacato propone un rinnovo del contratto sullo schema di quanto avvenuto in passato. Chiede 175 euro lordi in più in busta paga. E elenca una serie di proposte per il settore che fanno perno su attività ad alta intensità di lavoro. I sindacati hanno capito bene che la banca online fa sparire i clienti allo sportello. E allora propongono orari più lunghi e la riconversione delle professionalità su attività “sorelle” come la consulenza. L’Abi, invece, semplicemente non intende trattare sulle vecchie basi. Parla di distanze abissali, punti di vista inconciliabili e mette in discussione il sistema della contrattazione fondato sui due livelli. Non ritiene sostenibile alcun aumento a livello nazionale. Per la parte normativa, Abi non considera più sostenibile il fatto che il 43% del personale abbia una qualifica di quadro direttivo. E anche il numero degli occupati totali è messo in discussione: per le banche le risorse per gli aumenti si potrebbero trovare solo tagliando il numero dei posti di lavoro. Il sindacato vede le difficoltà. «Ci opponiamo con ogni forza a una gestione delle banche che punta solo sul taglio dei costi del personale per aumentare la redditività del settore. Non fa bene ai dipendenti. E non fa bene al Paese», contesta Lando Sileoni (foto) a capo della Fabi, il principale sindacato dei colletti bianchi allo sportello. «Le banche devono uscire da una posizione puramente difensiva per mettersi in gioco con i propri dipendenti al servizio del Paese. E la relazione tra aumenti e tagli al personale è del tutto inaccettabile. Senza contare che i banchieri europei guadagnano la metà di quelli italiani, ma negli ultimi cinque anni hanno rilanciato le loro attività». «Presenteremo il nostro progetto di banca a tutti: governo e associazioni delle imprese», promette Massimo Masi leader dei bancari Uil. Per Agostino Megale, della Fisac Cgil «l’Abi si sta costruendo alibi per non confrontarsi sul merito della nostra proposta». E anche Giulio Romani della Fiba Cisl è sulla stessa lunghezza d’onda: «Questo atteggiamento sprezzante lascia il tempo che trova. L’Abi non deve confrontarsi solo con noi ma con il Paese». I 4 miliardi che le banche hanno messo sul piatto del governo con la legge di Stabilità (2,2) e il decreto Irpef (1,8) non fanno che irrigidire la posizione dell’Abi. Il risultato è che la trattativa scalda i motori. Ma la macchina pare destinata a fermarsi al primo tornante. Rita Querzè © RIPRODUZIONE RISERVATA Sul «Financial Times» Scaroni verso Rothschild «Cambiare per ringiovanire» L’ex amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, 67 anni, andrà a lavorare presso la investment bank Rothschild in veste di deputy chairman. Lo ha anticipato ieri il Financial Times sottolineando il passaggio «inusuale» dal settore industriale a quello puramente finanziario. Il quotidiano ha anche raggiunto il manager italiano che ha detto: «L’unico modo per ringiovanire se stessi è cambiare». Scaroni aveva tentato fino all’ultimo di rimanere nell’ambito delle società a controllo pubblico ma il primo ministro Matteo Renzi ha optato per un cambio netto di manager per quasi tutte le poltrone. Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Economia 47 italia: 51575551575557 # Piazzetta Cuccia La riunione della Lega La partita Sky-Mediaset per i diritti tv, vertice lunedì MILANO — La partita più importante della prossima settimana non si giocherà in Brasile ma negli uffici di via Rosellini 4 a Milano. È lì, sede della Lega calcio, che da lunedì prossimo alle 14 si cercherà di trovare una quadra sulla complicata vicenda dell’assegnazione dei diritti televisivi della serie A per il triennio 2015-2018. Il 5 giugno scorso si è chiusa infatti l’asta che ha fatto scoppiare l’ennesima battaglia tra Sky e Mediaset. La Lega ha messo a gara cinque pacchetti: A) tutte le partite delle 8 squadre principali solo per la piattaforma satellitare. B) Stessa offerta ma solo per il digitale terrestre. C) Tutte le partite delle altre 12 squadre (a prescindere dalla piattaforma). D) Interviste e spogliatoi. E) Qualche partita su Internet. Il ginepraio si è scatenato quando, con l’apertura delle buste, si è scoperto che il gruppo di Murdoch ha presentato offerte per la piattaforma satellitare e (per la prima volta) anche per quella digitale. Dal 2012 infatti è scaduto in Italia per Sky il divieto di trasmettere in digitale terrestre e il gruppo di Murdoch ha deciso di sfruttare le condizioni che si sono venute a creare con questo bando, facendosi avanti anche per il digitale. Ma se Mediaset da una parte ha vinto la partita della Champions League con 690 milioni di euro a stagione, dall’altra parte è stata battuta da Sky sulle offerte per i pacchetti A e B: 357 milioni contro i 350 di Mediaset per il satellite e 422 contro 280 per il digitale terrestre. Il Biscione ha urlato allo scandalo giudicando il colpo di Rampl: il patto Mediobanca? Più leggero Murdoch «una violazione delle regole sulla posizione dominante». Il campionato da oltre un miliardo di euro rischia insomma di chiudersi con interventi dell’Antitrust e contenziosi legali della durata incerta. Per questo c’è molta attesa intorno alla decisione della Lega calcio, che dovrà essere presa entro e non oltre le ore 12 del 26 giugno. Ossia entro 21 giorni dalla presentazione delle offerte. Le ipotesi conclusive potrebbero essere due: l’assegnazione dei pacchetti oppure una nuova gara. «È un’opzione prevista dal regolamento ma non è detto che venga usata» spiega Maurizio Beretta, presidente della Lega calcio. Il patto di sindacato di Mediobanca si riunirà attorno a metà luglio per «iniziare a esaminare eventuali modifiche dell’accordo». Lo si è appreso ieri da fonti vicine agli azionisti al termine del consiglio della banca che, ha detto Tarak Ben Ammar, è stato «tecnico». Il board verrà di nuovo convocato il 4 luglio per un primo preconsuntivo (l’esercizio si chiude il 30 giugno) e il budget. Il patto di Mediobanca «sarà più leggero», ha detto ieri Dieter Rampl, vicepresidente dell’istituto. Resterà, come nella forma attuale, di blocco ma si va verso una semplificazione, hanno precisato fonti vicine agli azionisti, con l’abolizione della divisione in tre gruppi di soci. Per quanto riguarda il board si va verso una possibile riduzione dei componenti e il consensus sarebbe orientato verso 17-18. Le stesse fonti, in vista del rinnovo del consiglio con l’assemblea di ottobre, sottolineano che «non ci sono dubbi» sulla conferma del presidente Renato Pagliaro e dell’amministratore delegato Alberto Nagel. Corinna De Cesare © RIPRODUZIONE RISERVATA Il debito Lo spettro di un altro default: Argentina isolata Scadenze in dollari del 30 giugno a rischio, nuovo tonfo alla Borsa di Buenos Aires MILANO — Premessa per i creditori della Repubblica sudamericana: per adesso stiamo assistendo a un «tango» per niente amichevole ma, in ogni caso, ballato tra argentini e americani. Un botta e risposta giocato sul filo sottile che corre tra legalità e diplomazia. Ma è chiaro che i «bonos» vanno tenuti d’occhio in questi giorni caldi. Per non sapere né leggere né scrivere, anche quelli in euro. Ieri il ministro dell’Economia Axel Kicillof ha dichiarato che a causa della sentenza della corte suprema Usa favorevole ai fondi hedge si trova nell’impossibilità di pagare i titoli discount in dollari americani in scadenza il prossimo 30 giugno (224 milioni su un totale in scadenza di 900). Nella sostanza il ministro ha minacciato un mini-default americano. I bond «discount» sono quelli emessi nel 2005 e 2010 per sostituire i vecchi «Tango» bond andati in default nel 2001. Per chi li detiene, dunque, si tratterebbe di un doppio default in poco più di dieci anni, caso mai occorso nella storia dei debiti sovrani. In effetti ieri si sono mossi solo i titoli in dollari, cioè quelli quotati alla Borsa di New York, e non quelli in euro quotati a Londra. Tecnicamente l’Argentina può minacciare il default geolocalizzato grazie al cosiddetto codice «144», l’autorizzazione che la Sec deve dare a qualunque prodotto di risparmio o investimento che coinvolga dei cittadini statunitensi. Lo stesso codice Isin per rilevare i titoli quotati è diverso: negli Usa è Us (in gergo sono detti titoli yankee), per gli altri è Xs, mentre i Bv sono quelli quotati in Olanda (un precedente è rappresentato dal fallimento di Lehman Brothers). In virtù di questa autorizzazione particolare i bond americani viaggiano su un’autostrada parallela dal punto di vista finanziario e legislativo, un privilegio che in questo caso il governo argentino potrebbe usare astutamente a proprio vantag- Casa Rosada Il presidente della repubblica Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner comparendo in tv subito dopo la sentenza americana ha parlato di «estorsione», anche se ha rassicurato i propri creditori gio per «minacciare» solo gli Usa senza spaventare più di tanto gli altri creditori. Anche se l’efficacia di questa strada è tutta da dimostrare. Probabilmente l’Argentina punta anche a scatenare una reazione dei piccoli risparmiatori Usa che, dopo avere subito il pesante «haircut» del 70% del valore del loro investimento predefault, non vedrebbero arrivare i propri soldi per guardarli viaggiare verso il portafoglio dei fondi avvoltoio che riceverebbero più di quanto avevano pagato. Comunque la Borsa di Buenos Aires ieri ha perso il 3%, probabilmente anche per la mancanza di chiarezza nella strategia che il presidente Cristina Fernandez de Kirchner intende perseguire: ieri il capo di gabinetto, Jorge Capitanich, ha detto che nessuno andrà a New York per trattare con i fondi-avvoltoio che avevano acquistato i titoli dopo il default. Le parole di Capitanich si contrappongono a quelle di uno dei legali dell’Argentina che aveva parlato di una missione e New York la prossima settimana per parlare con gli stessi hedge fund. Secondo un rapporto pubblicato da Jp Mor- gan — che ha argomentato quello che pensano in molti — la minaccia di un default potrebbe essere una tattica negoziale dell’Argentina per guadagnare tempo, ritardando l’attuazione degli ordini della giustizia o per mettere i titolari di bond che non hanno accettato il concambio in una posizione più debole. Ma il problema di fondo è che, nonostante il default del 2001 che aveva permesso all’Argentina di disattendere un debito sovrano monstre di 140 miliardi di dollari, pagandone con la ristrutturazione solo un terzo, il Paese sudamericano è in grossa sofferenza: il ceto medio è stato spazzato via proprio da quella crisi. Molti di loro sono finiti nelle lunghe schiere dei «cartoneros» che vivono ancora oggi a Buenos Aires per strada e non si sono ripresi più. La Kirchner deve contenere un malumore sempre più ampio nella popolazione e questa volta la prova di forza con i nemici yankee potrebbe non essere sufficiente a distrarre le persone. Senza contare che con un default numero due, totale o parziale, l’Argentina non potrebbe chiedere nemmeno più un dollaro bucato sui mercati internazionali. Massimo Sideri S. Bo. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA OYSTER EUROPEAN SELECTION - Classe R EUR Per gli Investitori Istituzionali. Fondo Benchmark : STOXX Europe 600 EUR (net return) Performance dal 31/03/13 al 31/03/14 + 17,1 % +22,6 % Rischio minore Rendimento potenzialmente più basso 1 2 3 Rischio maggiore 4 Rendimento potenzialmente più elevato 5 6 7 La scala del rischio va da 1 (rischio più basso) a 7 (rischio più elevato); il grado 1 della scala non significa tuttavia che il portafoglio è totalmente esente da rischi. Il riassetto La protesta dei sindacati: cancellati 12 anni di lavoro Caio ridisegna le Poste: resteranno solo tre divisioni ROMA — L’avvio del nuovo corso in Poste Italiane rischia di costare un prezzo superiore al previsto. A poche settimane dall’insediamento di Francesco Caio, in veste di amministratore delegato, i prevedibili strappi, in nome di una discontinuità con la gestione del predecessore Massimo Sarmi, iniziano ad apparire come spie di uno stile che allarma i sindacati e il ministero dell’Economia. Nel primo caso si tratta del piano di riorganizzazione che ha spiazzato i rappresentanti dei lavoratori. Al punto che una nota di Mario Petitto, segretario generale di Slp Cisl (64 mila iscritti) spara alzo zero sottolineando, «quello che accade in Poste è veramente imbarazzante. In quindici giorni sono stati cancellati 12 anni di lavoro». L’intervento contesta le mosse di Caio, «prive di una visione strategica, senza uno straccio di piano di impresa che un nugolo di ragazzetti consulenti provano a raffazzonare». Pesante il passaggio sulla scelta dei nuovi manager nominati da Caio, «ecco spuntare le anonime retrovie di cui non si conoscevano neanche i nomi». È, insomma, la fine della pace sociale nella più popolosa azienda del Paese (143 mila dipendenti), tanto che, nel sentore di un massiccio piano di esuberi, sono previsti i primi disservizi nel recapito delle cartelle esattoriali a Milano, Roma e Napoli. A fare precipitare la situazione è stato l’ordine di servizio che prevede un rime- Sda e Poste Mobile. A capo della divisione è stato piazzato Roberto Giacchi, attuale amministratore delegato di Poste Mobile. In pratica, sotto di lui finisce metà del gruppo Poste, ad esclusione dei servizi finanziari e di BancoPosta, in attesa di un nuovo capo da individuare. La novità segue la raffica di ordini di servizio per la nomina di cinque nuovi direttori, compresa la casella pesante delle Risorse umane, affidata a Pierluigi Celli dalMiliardi di euro il valore l’1 luglio, una del patrimonio netto volta che avrà ladel gruppo Poste sciato l’incarico Italiane. da senior advisor in Unipol. Sul scolamento organizzativo senza versante del ministero dell’Ecoprecedenti. Abbandonato il mo- nomia, le perplessità sono dello suddiviso in direzioni, Ca- emerse all’indomani dell’enneio ha optato per una super divi- sima melina di Caio per dilaziosione ribattezzata Posta, Comu- nare la quotazione in Borsa, trinnicazione e Logistica. Tradotto cerandosi dietro la mancata sigla vuol dire accorpare tutte le fun- della convenzione con Cassa Dezioni di business dei servizi po- positi e Prestiti e del contratto stali e logistici, oltre che il coor- per il servizio universale con dinamento delle società control- l’Autorità delle Comunicazioni. Andrea Ducci late Mistral Air, Consorzio Logi© RIPRODUZIONE RISERVATA stica Pacchi, Postel, Postecom, 7,1 www.oysterfunds.com - [email protected] C R E AT E D T O P E R F O R M Il benchmark indicato è stato scelto per consentire un miglior raffronto dei risultati della gestione del comparto. Si tenga presente che il riferimento ad un indice è effettuato unicamente con finalità informative; la politica di investimento del comparto non contiene alcuna menzione all’indice. Il rendimento indicato è al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. OYSTER European Selection – Classe R- EUR è un comparto della SICAV OYSTER di diritto lussemburghese. Prima dell’adesione leggere il Prospetto e le Informazioni chiave per l’Investitore (“KIID”), depositati presso la Consob e disponibili sul nostro sito internet. Lo strumento finanziario descritto nel presente documento non è né promosso né distribuito o in altro modo sostenuto da STOXX Limited e STOXX Limited declina ogni responsabilità in merito allo stesso. 48 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). AUTISTA esperienza ventennale referenziato cerca lavoro anche part-time. NCC iscritto ruolo. 333.95.76.523 AUTISTA meccanico, gommista, trasportatore, tuttofare, volenteroso, offresi. Madrelingua francese, ottimo italiano parlato/scritto, uso pc, pluriennale esperienza, ottime referenze. 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Active Selection AZ F. Active Strategy AZ F. Alpha Man. Credit AZ F. Alpha Man. Equity AZ F. Alpha Man. Them. AZ F. American Trend AZ F. Asset Plus AZ F. Asset Power AZ F. Asset Timing AZ F. Best Bond 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 5,484 5,095 5,498 5,015 3,681 3,314 5,583 5,458 5,029 5,399 26,684 7,216 6,925 6,996 6,795 12,899 11,073 11,086 12,137 12,145 11,002 11,904 11,913 10,226 10,226 17,618 6,072 8,873 8,957 6,380 12,969 13,683 19,370 7,018 10,240 28,619 5,479 5,104 5,502 5,013 3,678 3,292 5,585 5,459 5,029 5,397 Nome Data Valuta AZ F. Best Cedola ACC AZ F. Best Cedola DIS AZ F. Best Equity AZ F. Bond Target 2015 ACC AZ F. Bond Target 2015 DIS AZ F. Bond Target 2016 ACC AZ F. Bond Target 2016 DIS AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS AZ F. Cash 12 Mesi AZ F. Cash Overnight AZ F. Cat Bond ACC AZ F. Cat Bond DIS AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target AZ F. Italian Trend AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 13/06 13/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 30/05 30/05 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 13/06 13/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 17/06 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR MULTINAZIONALE ricerca appartamenti ed uffici a Milano. Tel.: 02.67.17.05.43 SARDEGNA Punta Aldìa, sul mare e sul golf, esclusivi appartamenti con terrazze e giardino. 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East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Dyn. Cash R1C A Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 18/06 17/06 17/06 11/06 11/06 11/06 EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. Nome 1360,691 118,305 117,909 77,129 80,235 105,311 1362,831 118,280 117,884 76,035 79,088 105,173 Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 16/06 EUR 17/06 EUR 17/06 EUR 17/06 17/06 17/06 17/06 11/06 17/06 11/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 30/04 13/06 30/04 30/04 30/05 31/03 EUR JPY USD EUR EUR EUR EUR 63,340 111,890 931,070 63,600 111,680 932,020 123,990 8477,730 172,100 101,510 6088,470 106,720 10458,280 123,360 8444,330 171,290 101,520 6041,760 106,990 10397,490 11,209 5,667 5,410 6,613 7,185 EUR EUR EUR EUR EUR EUR 16366,672 15709,208 5159,131 5174,884 EUR EUR 756069,144 721205,818 EUR 756069,144 721205,818 EUR 622586,663 613699,760 EUR 60323,743 61951,842 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 18/06 EUR Dividendo Arancio 18/06 EUR Convertibile Arancio 18/06 EUR Cedola Arancio 18/06 EUR Borsa Protetta Agosto 18/06 EUR Borsa Protetta Febbraio 18/06 EUR Borsa Protetta Maggio 18/06 EUR Borsa Protetta Novembre 18/06 EUR Inflazione Più Arancio 18/06 EUR Mattone Arancio 18/06 EUR Profilo Dinamico Arancio 18/06 EUR Profilo Equilibrato Arancio 18/06 EUR Profilo Moderato Arancio 18/06 EUR Top Italia Arancio 51,480 61,890 59,270 62,050 61,190 63,520 61,270 57,230 46,430 66,780 63,790 59,270 52,730 51,310 62,000 59,260 62,090 61,160 63,570 61,220 57,200 46,640 66,650 63,750 59,290 52,650 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] 18/06 USD 1533,230 1532,613 Bluesky Global Strategy A 18/06 EUR 1243,945 1243,983 Bond Euro A 18/06 EUR 1202,108 1202,156 Bond Euro B 18/06 EUR 1459,641 1458,939 Bond Risk A 18/06 EUR 1397,546 1396,891 Bond Risk B 1669,798 1668,884 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 18/06 EUR 1606,741 1605,881 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 18/06 EUR 17/06 EUR 1080,075 1080,877 CompAM Fund - SB Bond B 17/06 EUR 1149,289 1147,314 CompAM Fund - SB Equity B 17/06 EUR 1027,304 1027,024 CompAM Fund - SB Flexible B 18/06 EUR 1437,933 1440,170 European Equity A Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD EUR EUR 25,090 16,370 14,130 13,770 14,180 10,226 15,260 15,287 9,704 12,513 16,790 12,745 24,960 16,280 14,090 13,740 14,090 10,247 15,130 15,152 9,618 12,500 16,758 12,721 Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 19/06 EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Quota/od. Quota/pre. 10,994 5,737 5,817 63,160 15,910 11,529 42,050 10,391 13,048 11,885 46,380 31,100 3127,000 18,140 16,370 12,230 19,140 13,820 14,790 14,060 10,603 9,441 14,510 11,977 10,815 32,630 31,190 10,990 5,728 5,809 62,740 15,800 11,504 41,770 10,390 13,033 11,872 46,420 31,090 3089,000 18,090 16,320 12,170 19,100 13,800 14,740 14,010 10,636 9,510 14,420 11,972 10,811 32,480 31,050 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 30/04 EUR 867085,663 30/04 EUR 566930,929 30/04 EUR 584407,453 30/04 EUR 532831,715 18/06 EUR 6,817 18/06 EUR 10,472 873555,970 571470,686 588531,969 537043,435 6,817 10,474 KAIROS INTERNATIONAL SICAV KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X ASIAN OPP CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR FLEX STRATEGY RET EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SHORT DURATION CAP RET EUR 17/06 17/06 17/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 17/06 17/06 18/06 18/06 18/06 17/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 17/06 17/06 17/06 17/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 280,360 197,170 198,430 172,820 123,550 127,770 126,640 131,690 133,790 175,360 122,130 124,430 127,990 126,320 128,180 130,500 131,110 103,780 104,170 107,720 135,180 133,920 140,500 143,390 154,230 113,350 116,220 117,090 124,940 126,990 126,420 102,610 107,540 100,300 12,361 111,798 92,934 122,324 25,610 909,696 279,190 196,340 197,600 172,830 123,560 127,780 126,660 131,710 133,810 175,200 122,020 124,310 128,190 126,520 128,150 130,460 131,070 103,850 104,150 107,720 135,410 134,110 139,670 142,540 154,130 113,270 116,150 117,020 124,820 126,870 126,320 102,520 107,450 100,310 12,345 111,932 92,919 122,620 25,649 909,738 Acquistiamo •AUTOMOBILI E FUORISTRADA, qualsiasi cilindrata con passaggio di proprietà e pagamento immediato. 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Int. A 13/06 EUR 105,760 105,430 NM Q7 Globalflex A 13/06 EUR 122,570 122,850 NM Total Return Flexible A 18/06 EUR 101,410 100,830 NM VolActive A 18/06 EUR 101,910 101,320 NM VolActive I ACCOGLIENTE e prestigioso centro benessere italiano massaggi olistici. Ambiente elegante. Milano. 02.39.40.00.18 SAN BABILA elegante centro italiano, personale qualificato, raffinato, climatizzato, massaggi ayurvedici. 02.39.68.00.71 Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. 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Quota/pre. 129,630 101,230 99,740 101,420 101,760 113,520 115,920 125,110 97,700 103,170 100,810 104,750 107,170 108,970 109,030 106,290 102,880 96,510 111,850 104,870 107,120 131,380 101,180 99,800 101,280 101,620 113,210 115,600 125,140 97,740 103,210 101,590 104,560 106,870 108,910 108,960 105,500 102,920 96,560 111,900 104,920 107,170 www.pegasocapitalsicav.com 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 18/06 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,230 107,380 105,770 105,870 104,130 101,940 107,360 107,510 105,900 105,980 104,140 101,960 www.sorgentegroup.com AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 18/06 EUR 18/06 EUR 18/06 EUR 111,700 115,910 154,130 111,470 115,600 153,720 Numero verde 800 124811 [email protected] 18/06 EUR 7,100 Nextam Bilanciato 18/06 EUR 7,507 Nextam Obblig. Misto 18/06 EUR 6,515 BInver International A 18/06 EUR 5,695 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 18/06 EUR 5,209 CITIC Securities China Fd A 18/06 EUR 5,532 Fidela A 18/06 EUR 5,765 Income A 18/06 EUR 7,287 International Equity A 18/06 EUR 7,203 Italian Selection A 18/06 EUR 5,341 Liquidity A 18/06 EUR 4,962 Multimanager American Eq.A 18/06 EUR 4,584 Multimanager Asia Pacific Eq.A 18/06 EUR 4,379 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 18/06 EUR 4,677 Multimanager European Eq.A 18/06 EUR 5,370 Strategic A 18/06 EUR 6,150 Usa Value Fund A 18/06 EUR 5,641 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 18/06 EUR 67,440 PS - 3P Cosmic A 18/06 CHF 66,840 PS - 3P Cosmic C 18/06 EUR 114,440 PS - Absolute Return A 18/06 EUR 120,740 PS - Absolute Return B 18/06 EUR 112,710 PS - Algo Flex A 18/06 EUR 107,630 PS - Algo Flex B 18/06 EUR 86,620 PS - BeFlexible A 18/06 USD 85,280 PS - BeFlexible C 17/06 EUR 103,020 PS - Best Global Managers A 17/06 EUR 106,920 PS - Best Global Managers B 18/06 EUR 110,800 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 18/06 EUR 164,430 PS - Bond Opportunities A 18/06 EUR 122,650 PS - Bond Opportunities B 7,070 7,508 6,524 5,690 5,256 5,529 5,766 7,273 7,201 5,343 4,947 4,603 4,402 4,673 5,364 6,137 5,636 67,460 66,830 114,480 120,780 112,640 107,560 86,720 85,370 103,190 107,070 110,840 164,500 122,700 Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 18/06 EUR Asian Equity B 18/06 USD Asian Equity B 18/06 USD Emerg Mkts Equity 18/06 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 18/06 EUR European Equity 18/06 USD European Equity B 18/06 EUR Greater China Equity B 18/06 USD Greater China Equity B 18/06 USD Growth Opportunities 18/06 EUR Growth Opportunities Hdg 18/06 JPY Japanese Equity 18/06 USD Japanese Equity B 18/06 EUR Japanese Equity Hdg 18/06 CHF Swiss Equity 18/06 EUR Swiss Equity Hdg 18/06 USD US Equity 18/06 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 96,190 135,010 457,680 447,300 285,410 352,490 108,860 154,900 74,120 81,200 132,370 131,310 172,160 136,500 103,690 176,410 194,360 96,110 134,900 457,790 447,400 285,320 352,390 108,760 154,760 73,400 80,410 131,050 130,000 170,460 136,270 103,510 174,280 192,020 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 18/06 EUR 6,361 6,358 18/06 EUR 5,225 5,223 18/06 EUR 6,009 6,010 13/06 EUR 863409,901 885366,230 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 133524BB Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari RIMBALZO MEDIOLANUM SALE ANCHE FINMECCANICA Terzi e Ravanelli per la squadra F2i dopo Gamberale di GIACOMO FERRARI Riprendono vigore le Borse europee dopo che la Fed ha confermato la graduale riduzione del tapering e, soprattutto, ha ribadito che i tassi d’interesse rimarranno bassi ancora a lungo. Tutti gli indici hanno chiuso in positivo, nonostante il rallentamento finale legato all’apertura debole di Wall Street. Quanto al Ftse-Mib, il progresso è stato dello 0,85%. Fra i titoli principali di Piazza Affari spicca Finmeccanica (+3,91%) grazie alle rassicurazioni sul riassetto delle controllate, mentre Mediolanum (+3,12%) è rimbalzata dopo i cali dei giorni scorsi. Da parte sua Eni (+2,56%) continua a beneficiare delle alte quotazioni del greggio. Bene, inoltre, Prysmian (+2,04%), Enel (+1,97%) e, nel segmento Star, Datalogic (+6,45%). Nuovo tonfo, invece, per Monte Paschi (-14,57%), particolarmente volatile mentre è in corso l’aumento di capitale (anche il diritto d’opzione ha perso il 6,42%). La Popolare dell’Emilia Romagna, il cui aumento inizierà lunedì prossimo, ha ceduto a sua volta il 4,17%. In calo, inoltre, Banco Popolare (-1,42%) e Yoox (-1,32%). © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° (f.ta.) Vito Gamberale, fondatore e amministratore delegato di F2i, Fondi italiani per le infrastrutture, lo ha annunciato e andrà così: dal primo luglio prossimo, al compimento dei 70 anni di età, lascerà l’incarico. E, in quella circostanza, cambierà anche il presidente Giuliano Asperti. Al loro posto si stanno delineando due candidature: Renato Ravanelli, l’attuale direttore generale di A2A, per la sostituzione di Gamberale e Vittorio Terzi, senior partner della McKinsey & company, per la presidenza. Entrambe risultano molto gradite a Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo. Guzzetti ha voce in capitolo direttamente e indirettamente. Fondazione Cariplo, infatti, è uno dei maggiori azionisti di F2i, con quasi il 9 per cento del capitale. Ma è anche capofila della cordata di fondazioni che con quasi il 19 per cento del capitale affianca il ministero dell’Economia, socio di maggioranza della Cassa depositi e prestiti, a sua volta azionista di peso dei fondi F2i, secondi per importanza in Europa nelle infrastrutture. Ravanelli, che nei giorni scorsi è stato in corsa per sostituire Enrico Bondi nell’incarico di commissario straordinario dell’Ilva, è l’uomo chiave di A2A, che opera nella produzione di energia e nell’ambiente, ma deve fare i conti con le diatribe tradizionali tra l’anima milanese e quella bresciana della società. E’ facile immaginare che la sua candidatura per F2i non venga considerata ottimale da Gamberale, secondo cui il successore dev’essere un esperto d’infrastrutture. Nessun problema invece per Terzi, che è stato per sette anni responsabile dell’area mediterranea di McKinsey, in cui ha lavorato per quasi 30 anni. km, oltre un milione di dipendenti, un miliardo di passeggeri all’anno e 1,2 miliardi di tonnellate di merci trasportate, in un territorio sterminato che comprende undici fusi orari. Alla firma dell’accordo ha partecipato anche l’ex premier armeno Armen Sarkissian, chairman di Knightsbridge Group, partner di Cremonini nello sviluppo delle attività nell’area euroasiatica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cremonini sale sull’Alta velocità dei treni russi (f.ch.) Cremonini sale sui treni russi. Ieri l’amministratore delegato del gruppo modenese, Vincenzo Cremonini ha firmato un accordo di cooperazione con il presidente delle Ferrovie Russe, Vladimir I. Yakunin, in occasione dell’International Rail Business Forum di Sochi, che farà entrare la controllata Chef Express nei servizi di ristorazione del settore ferroviario in Russia. Si partirà inizialmente dall’Alta velocità tra Mosca e San Pietroburgo per poi arrivare alle linee a lunga percorrenza. All’estero Chef Express è già presente sugli Eurostar della Manica, sui treni Thalys in Belgio, Olanda e Germania e su alcuni Tgv in Francia. In Russia il gruppo punta anche a creare un network di centri logistici e a replicare il business dei bar, già presente in Italia (dove è leader) e in Gran Bretagna con una cinquantina di punti vendita. I dettagli finanziari dell’accordo devono ancora essere definiti. Le Ferrovie Russe sono una delle più grandi compagnie di trasporto al mondo e la più importante azienda in Russia, con una rete ferroviaria di 85.200 © RIPRODUZIONE RISERVATA Carte prepagate, sì di Bankitalia a Qui! Group (g.str.) Cresce la concorrenza nel mercato dei sistemi di pagamento. La Banca d’Italia ha autorizzato Qui! Financial Services — società di Qui! Group (buoni pasto, carte prepagate, etc.) — a lavorare in Europa come Istituto di moneta elettronica. L’azienda genovese si affianca così «alle banche nell’erogazione di servizi di monetica», si legge in una nota della società. L’Imel di Qui! Group potrà emettere moneta elettronica, vale a dire le carte prepagate, uno degli strumenti che più si sono diffusi negli ultimi anni. Tra le conseguenze previste c’è anche la riduzione dell’utilizzo del contante sul mercato. Con Qui! Financial Services sale a sei il numero delle aziende in Italia che hanno ottenuto l’autorizzazione a svolgere l’attività di Istituto di moneta elettronica. © RIPRODUZIONE RISERVATA +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® £]䣣 Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]£ä Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® ££]£ää VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £È]nnä VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]£ä VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]ÓÓ£ `iÀ«°Àiâi °°°°°°°°°°°°°°°°°°® £Î]£ää i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]ä{ä i`ià £{Ü I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7£{® ä]äää ivvi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® £]ÎÓä ¢ ,iiÜ>Lið°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® p iÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°, ® Î]xÓä LiÌ iÃð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°/® ä]xÇ{ «v°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® {]Çän > `} 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° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° n£]Óä 1Là ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Ç]£Ó Û>À°¯ ³ä]ÓÓ ³ä]ÈÓ £]È£ 50 Economia Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Trovolavoro 3.000 Stile e servizi le opportunità dal mondo dell’alta moda fino a quello della consulenza Le società e i profili più gettonati LE OFFERTE DI IMPIEGO, LE AZIENDE, GLI STAGE E LE BORSE DI STUDIO Le selezioni Le opportunità da Lvmh a Kering, Rolex, Richemont, Versace e Zegna I colloqui Duecento talenti per promuovere il made in Italy Un volume d’affari in continua crescita, nonostante le contraffazioni e le frodi. Nel 2013 il made in Italy ha generato oltre 68 miliardi di euro dalle esportazioni mondiali (Fonte: Università Liuc di Castellanza, Varese), ed è sospinto ancor più dal commercio elettronico; le vendite online sono difatti aumentate nel 2012 del 21,1%, superando i 1.000 miliardi di dollari. Fra i settori più in crescita e che creano maggiore occupazione, oltre all’automazione, l’abbigliamento (19,5 miliardi di euro), l’eno-gastronomia (oltre 7 miliardi), e l’arredo (ben 3,5 miliardi). Cercano così personale le imprese orientate a promuovere tale “brand”. Come Vetryna, portale del made in Italy (www.vetryna.com) lanciato lo scorso settembre, che seleziona in maniera rigorosa solo i veri produttori di qualità in Italia. Cerca in particolare 100 promotori (venditori) in tutta l’Italia per promuovere i propri servizi, 20 operatrici telefoniche outbound, e 10 addetti al customer service; Cv a [email protected]. “Penso sia un’ottima opportunità per i venditori Le figure Tra i profili selezionati dalle aziende ci sono i promotori, gli agenti, i consulenti, i traduttori e gli addetti al servizio clienti proporre alle aziende italiane soluzioni moderne per uscire dalla crisi e raggiungere i mercato internazionali valorizzando il marchio più importante che abbiamo, il made in Italy” commenta Domenico Marengo, general manager di Vetryna. I 100 promotori devono aver maturato esperienza in particolare nei comparti moda, arredamento, food, cosmetica e gioielleria. Sofos Italia (www.sofositalia.it. ), società specializzata nella valorizzazione delle aziende italiane soprattutto all’estero, tramite realizzazione di video, servizi fotografici, siti internet e di ecommerce, assume 30 consulenti commerciali, 5 web designer, 3 traduttori (russo, tedesco e francese); Cv a: [email protected]. Purple Natural Srl, specializzata nella cosmesi Made in Italy (www.purplenatural.com. ) cerca infine 30 agenti plurimandatari inseriti nel settore della cosmetica professionale, profumerie, erboristerie e farmacie; cv a info @purplenatural.com. Alessandro Luongo 634 i professionisti che sta reclutando Lvmh Kpmg 100 giovani laureati Il Network Kpmg — servizi professionali alle imprese — sta procedendo alle selezioni per l’inserimento di 100 giovani laureati e laureandi (in discipline economiche, ingegneristiche e in scienze statistiche e attuariali) per opportunità nella consulenza manageriale. I candidati prescelti entreranno nell’Advisory di Kpmg. 300 le opportunità aperte all’interno di Kering 14 Everis 100 consulenti i nuovi ingressi all’interno del gruppo Zegna Sul campo L’inaugurazione di un negozio Louis Vuitton con il numero uno di Lvmh Bernard Arnault Negozi, finanza e design Le assunzioni nel lusso Le 2.500 ricerche dei grandi gruppi internazionali Cresce del 6% il mercato mondiale del lusso. È questa la stima prevista per il 2014 dall’Osservatorio di Altagamma, fondazione che riunisce le aziende italiane attive nel comparto del lusso. Un dato positivo, dunque, che determina un andamento favorevole anche sul piano dell’occupazione. La parte del leone viene fatta dai grandi gruppi, a partire da Lvmh, che recluta 634 professionisti (http:// www.lvmh.com/talents) e Kering, alla ricerca di 300 talenti (www.kering.com/en/talent). Numerosi ruoli sono, in particolare, concentrati nel retail poiché, come spiega Roberto Riccio, group manager director di Istituto Marangoni “oggi è fondamentale portare il consumatore all’interno del punto vendita e fargli vivere una shopping experience memorabile. Non stupisce, quindi, che le aziende, tanto più quelle del segmento luxury, investano molto in questo settore e cerchino figure professionali in grado di creare e gestire in maniera adeguata gli store”. Molto dinamico è il mercato degli orologi e dei gioielli. Il gruppo Richemont, al quale fanno capo brand come Cartier e Jaeger LeCoultre, selezione 300 figure (https://careers.richemont.com) e Swatch Group, che ha in portafoglio un’ampia gamma di marche, è a caccia di 160 profili (http://www.swatchgroup.com/en/human_resources/job_offers). Rolex (http://www.carrieres-rolex.com/fe/tpl_rolex01.asp) ha in programma di inserire 25 risorse presso la sede di Ginevra mentre Tiffany (https:// www.tiffanycareers.com/) ha ben 312 posizioni vacanti. Sono 239 i soggetti richiesti da Swarovski in Europa per svariate aree McKinsey Settanta nuovi profili La consulenza riparte. E McKinsey assumerà 45 business analyst e 25 consulenti (associate). Ma quali sono i profili ideali per ricoprire il primo incarico? ”Siamo alla ricerca di neolaureati in economia, ingegneria o fisica o figure che abbiamo già un paio di anni di esperienza lavorativa” spiega Gabriele Vigo, partner di McKinsey&Company, responsabile area recruiting per l’area mediterranea. Avviato Studio di Architettura di Firenze cerca www.trovolavoro.it Tutte le inserzioni relative ad offerte o ricerche di lavoro debbono intendersi riferite a personale sia maschile che femminile, essendo vietata ai sensi dell’art. 1 della Legge 9/12/1977 n. 903, qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività e in osservanza alla legge sulla privacy (L. 196/03) © RIPRODUZIONE RISERVATA Le occasioni della settimana Irene Consigliere (marketing, it, pubbliche relazione, finanza, design, amministrazione). Passando all’abbigliamento, Versace valuta le candidature per un venditore di show room per la sede di Milano e per un video e web graphic designer (https://www.recruiting.it.adp.com/versace/ EntryPointLL.Asp). Zegna rinforza la propria struttura con 14 nuovi ingressi (http:// jobs.zegna.com/) e Max Mara inserisce 11 professionisti con vari livelli di esperienza (http://joinus.maxmarafashiongroup.com/ en/). Chanel ha 200 ricerche attive (http:// www.chanel.com/careers) mentre Hermès prevede l’introduzione di 220 persone principalmente in Europa e negli Stati Uniti (http://www.hermesemployeur.com/en). Non va, poi, dimenticata la distribuzione. La Rinascente ingaggia 20 giovani da avviare alla carriera di buyer e di capo area (www.rinascente.it, sezione “lavora con noi”) ed Excelsior assume un responsabile di magazzino, con esperienza pregressa nel ruolo, per la sede di Verona (http://careers.gruppocoin.it/). Per chi, invece, ha in mente di trasferirsi a Londra il nome giusto è Harrods, che ha 94 posizioni aperte (https://www.harrodscareers.com/). © RIPRODUZIONE RISERVATA Azienda leader nel settore automotive per il potenziamento della propria struttura, ricerca: INTERIOR DESIGNER SVILUPPATORE SOFTWARE ESPERTO con partita iva Inserito all’interno dei Sistemi Informativi, il candidato ideale sarà chiamato a gestire l'integrazione e lo sviluppo dei vari sistemi gestionali presenti in azienda. Piu’ in particolare si occuperà: dello sviluppo di software dedicato alle macchine di produzione; della definizione dei flussi e dei documenti scambiati tra i sistemi; dello sviluppo di software dedicato ai modelli di calcolo e la loro rappresentazione grafica; della progettazione e collaudo delle procedure di importazione ed estrazione dati, ed infine della progettazione e sviluppo di reportistica. La ricerca è volta a candidati che abbiano maturato esperienza in ambito Manufactoring nella creazione di report in ambiente SAP BO, oltre a possedere un ottima conoscenza nella programmazione Net e C++. È necessaria la padronanza nell’utilizzo di Oracle JdEdwards Enterprise One. Sono richieste, oltre a buone capacità relazionali, anche, conoscenze delle tecnologie di scambio dati e di metodologie di Business Intelligence. Sede di lavoro: Correggio (RE). con esperienza minima di 5 anni nel settore interni e/o moda. Requisito essenziale è l’ottima conoscenza: della Lingua Inglese, dei pacchetti applicativi Office, Photoshop e Autocad delle Aziende dei settori Arredo e Tessuti Altro requisito essenziale è l’ottima capacità di: Lavorare in team organizzare autonomamente il lavoro nel rispetto delle scadenze stabilite interfacciarsi con i clienti. Contattare solo a pari requisiti. mail: [email protected] Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato Curriculum Vitae a mezzo fax al 0522/731600, oppure per e-mail [email protected], oppure per posta: Spal Automotive via Per Carpi, 26/B, Correggio (RE) autorizzando espressamente il trattamento dei dati in conformità alla D.Lgs n° 196/03.sulla privacy Everis Italia — società di consulenza internazionale nel settore dell’information technology — desidera inserire 100 nuove risorse entro l’anno a Milano e a Roma. Si tratta di neolaureati in discipline tecnico/scientifiche e economico/gestionali, secondo 3 profili, che abbiano già sviluppato competenze distintive dalle tecnologie Microsoft fino ai settori assicurativo e bancario. Michael Page 19 contratti con formazione Michael Page — gestione, selezione e formazione — dopo aver inserito pochi mesi fa 11 consulenti al suo interno, in questi giorni ha pubblicato sul sito PageGroup (che riunisce le informazioni sulle sue società: Michael Page, Page Executive e Page Personnel) nello spazio “lavora con noi” altre 19 vacancy per opportunità di lavoro al suo interno. Per tutti i neo inseriti è previsto un percorso di formazione guidata. Antal International Italy 50 quadri La società di ricerca e selezione Antal International ha aperte 50 opportunità indirizzate a middle manager del commerciale e del marketing, per posizioni in Italia, Cina, Usa, Nord Africa, Europa (Russia e Paesi dell’Est). Il range delle retribuzioni proposte va dai 40.000 ai 90.000 euro annui lordi. a cura di Luisa Adani Anna Zinola © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Un tour operator siciliano desidera assumere il DIRETTORE di un programma turistico in Sicilia, che abbia una comprovata esperienza di almeno cinque anni nel settore. Il candidato che ricerchiamo, che sarà assistito da un deputy, dovrà gestire in forma autonoma i vari aspetti del programma, quali il controllo dei costi, la politica dei prezzi di vendita, la definizione e pubblicizzazione del programma e la sua realizzazione. La sede di lavoro è Palermo. Il trattamento economico offerto sarà determinato in funzione dell’esperienza e capacità del candidato. Un possibile interessamento ai risultati economici ottenuti potrà essere negoziato. Mail: [email protected] Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. COGNEX COGNEX ITALY - MILAN Trovolavoro ricerca per uno dei più importanti protagonisti del mercato automotive un: SALES SPECIALIST Il Sales Specialist, a diretto riporto dell’Area Manager, avrà la piena responsabilità, per il proprio territorio di riferimento, della gestione e dello sviluppo del business dei pneumatici dedicati al mondo Vettura e Trasporto Leggero rappresentato dai principali dealer di mercato: Car Dealer e Retail (gommisti). Il candidato ideale è in possesso di: Diploma di Laurea; esperienza di almeno 2 anni in ruoli commerciali e di vendita, preferibilmente nel settore automotive o similari; buona conoscenza della lingua inglese. Preferibile il domicilio nelle province di: Treviso, Pordenone e Udine. Area di competenza: Friuli e province di Treviso e Belluno Inviare c.v. digitando il codice 6244 nel campo “cosa” sulla homepage di Trovolavoro.it. Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Our client is an innovative company in Germany and international market leader in the field of precision components and systems for the process and metallurgical industries. In order to maintain and intensify the existing long term supply relationships in the process and metallurgical industry in Italy, they are looking for a KEY ACCOUNT MANAGER (m/f) process/metallurgical industry The highly motivated candidate will be responsible for strategic development of international key accounts (OEMs and End Users), development and implementation of strategic sales and marketing planes, management of high relationship oriented sale, presentation of complex technical solutions and product concepts, technical and commercial negotiation of orders and projects. The ideal candidate has an degree in mechanical, metallurgical, process engineering, excellent language skills (Italian and English), strong communication and organizational skills, 5-years experience in sales or project management of industrial plants or machinery. Place of work: Milano-Office or a home office in Friuli Venezia Giulia Area. If you are interested in this opportunity, please send your resume to Susanne Pracca ([email protected]). Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. SENIOR APPLICATION ENGINEER Cognex manufactures & markets products that incorporate machine vision technology unabling them ability to “see”, to guide, gauge, inspect, identify & assure quality of items during manufacturing/distribution process. For details visit Cognex online at http://www.cognex.com. Job Duties - Work with Sales to provide assessment of customer applications in pre-sales situations:* analyze Customer tech problem, *run feasibility study on Customer’s samples, *recommend & demonstrate tech solutions - deliver effective demos to large/small tech/non-tech audience. - other duties include: prepare trade show soft/hard-ware to demonstrate Cognex’ssystem capabilities, prepare/conduct tech seminar presentations,support beta customers - deliver customer training on-site & at Cognex Milan office. - Role involves frequent travel to customer sites in Italy (50% time) some travel to other European countries. Job Reports to Manager Application Engineering - South Europe. Qualifications: BS/MS in engineering field: CS, EE, ME, Optics understand PC environment, bilingual English/Italian, other European languages are a plus. Experience: 5+ experience in Applications Engineering acquired in Industrial Automation environment. Programming skills. Good if knows Vision Systems, Image Processing, Auto-ID, basic optics. Personal Qualities: sensitive to sales situations analytical & problem solving skills. Good presentation, communication, interpersonal skills organized to follow up on several projects. Enjoy working in a small team, Can travel away from home as much as needed. How to apply: Please send resume + short message with motivations in Italian & English to [email protected] REFF: SRAEITA-1406 w/current salary + date of availability. Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Economia 51 italia: 51575551575557 Il master dell’Europa Carriere e persone Nasce il Master in European Economic Governance alla Luiss. Diretto da Marcello Messori, prevede borse di studio. Le iscrizioni sono aperte fino al 31 agosto su: www.sep.luiss.it Leadership L’obiettivo? «Spronare i lavoratori a dare il meglio di sé». La tesi di due docenti Insead Ricette anti-pigrizia in ufficio I dipendenti non si impegnano? Non sono legati all’azienda e rendono poco? Non è colpa loro. La responsabilità è dei manager, che sono inadeguati ad esercitare la leadership. La conclusione non è azzardata, viene da due autorevoli docenti della prestigiosa business school Insead, Chan Kim e Renée Mauborgne, che nel 2005 hanno rivoluzionato le procedure di business con il loro libro “Strategia oceano blu”. Un testo che ha venduto 3,5 milioni di copie nel mondo, una quantità stratosferica per un libro di management. Ora i due lanciano una nuova provocazione con un articolo appena uscito sulla Harvard business review: “Leadership oceano blu”. Il loro punto di partenza è l’indagine Gallup “State of american workplace”, da cui emergono dati choccanti: solo il 30% dei dipendenti dà costantemente il meglio di sé, il 50% si limita al minimo indispensabile e il 20%, i cinici/distruttori, sfogano il loro scontento con l’assenteismo, allontanando i clienti con atteggiamenti poco professionali e influenzando negativamente i colleghi. Un ILLUSTRAZIONE DI XAVIER POIRET «I manager devono conquistare i dipendenti, come fanno con i clienti» 200 assunzioni alla Engineering Informatici, economisti e ingegneri Engineering, società che lavora nell’Information Technology, sta cercando 200 neolaureati da assumere: 150 tra ingegneri informatici e informatici e 50 tra laureati in economia e ingegneria gestionale (www.eng.it/lavora-connoi/). Trovolavoro ricerca per multinazionale giapponese leader a livello mondiale nel settore della strumentazione scientifica ad alto contenuto tecnologico, un: TECNICO COMMERCIALE La Risorsa si occuperà della gestione del portafoglio clienti e dello sviluppo di nuovo business nei mercati di riferimento (sanitario/ scientifico/ ricerca) in accordo con la strategia commerciale e il fatturato relativo. Requisiti: Ricerchiamo un giovane professionista della vendita, che abbia maturato esperienza, anche breve, nella vendita tecnica di beni strumentali ad elevato contenuto tecnologico. Costituirà titolo preferenziale esperienza specifica nel settore Microscopia Elettronica o Risonanza Magnetica Nucleare. Il candidato ideale è in possesso di un diploma o di un titolo di laurea ad indirizzo tecnico-scientifico e possiede una buona conoscenza della lingua inglese. Richiesta disponibilità a trasferte in Italia ed in Europa. Inquadramento e retribuzione saranno commisurati alla reale esperienza del candidato. Sede di lavoro: zona sud Milano Inviare CV digitando il codice 6245 nel campo “cosa?” del motore di ricerca sulla homepage di Trovolavoro.it Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 196/03. dato solo americano? Affatto, tenendo conto di un altro studio, condotto da “The energy project” su 142 Paesi del mondo, che abbassa la percentuale degli impegnati dal 30% di Gallup a un misero 14%. Se poi si guarda solo all’Italia, secondo un sondaggio dell’Agenzia per il lavoro Kelly Services, addirittura solo il 3% dei lavoratori si sente “legato” al proprio datore di lavoro. Da dove viene quindi questa estesa disaffezione dei dipendenti? Secondo Kim e Mauborgne una delle cause principali è l’inadeguatezza della leadership: “Naturalmente i manager non scelgono deliberatamente di essere dei cattivi leader. Il problema è che non sanno esattamente quali cambiamenti sarebbero necessari per tirare fuori il meglio da tutti”. Alessandro Di Fiore, Ceo dell’European centre for strategic innovation e presidente di Harvard business review Italia, da parte sua mette in risalto le differenze di performance tra i lavoratori più impegnati e quelli poco coinvolti. “Sempre secondo Gallup — spiega — i primi producono il 22% in più di profittabilità rispetto ai secondi, il 10% in più di soddisfazione clienti, il 28% in meno di furti e violazioni delle regole e il 48% in meno di incidenti sul lavoro. Agire quindi sulla leva della leadership è molto importante, ne va della produttività aziendale”. La soluzione? Una leadership “oceano blu” che funziona così: i dipendenti scontenti vanno equiparati a dei “non-clienti” e la leadership a un servizio che i collaboratori di un’organizzazione “comprano” o “non comprano”. L’obiettivo è trasformare i non clienti in clienti, che così “acquistano” la leadership, cioè agiscono con impegno e aspirano ad eccellere. Kim e Mauborgne insegnano la strada per ottenere questi risultati. Ma c’è anche chi, contro la crisi della leadership ha un’altra soluzione: puntare sul genere femminile. Secondo il “Ketchum leadership communication monitor” condotto su 6.500 persone in 13 Paesi, le donne leader comunicano in modo più efficace e rappresentano un miglior esempio da seguire. Enzo Riboni Cambi di poltrona su trovolavoro.it Villani sale in Bticino Rizzi in Anticimex Morelli in Azimut Yachts ■ Giuliano Asperti, 66 anni, è stato nominato presidente di Sia, società specializzata in pagamenti elettronici. Ha lavorato in Cartiere Pigna, Metropolitana Milanese, Agsm Verona, Tem e Pedemontana Lombarda. ■ Franco Villani, 51 anni, entrato in azienda nel 1990, già vicedirettore generale, ha ricevuto l’incarico di amministratore delegato di Bticino. Ha maturato esperienze in Enel. ■ Stefano Rizzi, 49 anni, già direttore generale, ha assunto il ruolo di amministratore delegato di Anticimex Italia, società attiva nel settore dei servizi ambientali. Vanta esperienze in Libco e Alleanza Assicurazioni . E. Galasso ■ Marco Canali, 60 anni, è diventato direttore generale di Barbisio e Nicky-Cravatte. Ha lavorato in Mandarina Duck, Tumi, Fornarina, Samar, Gmn e Fila Sport. ■ Alberto Morelli, 52 anni, è stato chiamato da Azimut Benetti in qualità di chief manufacturing and operation officer di Azimut Yachts. Ha maturato esperienze in Fiat e Iveco. M. Canali ■ Enrico Galasso, 41 anni, è il nuovo country sales director di Coca-Cola Hbc Italia. Vanta esperienze in Ferrero, Bain & Company e Procter & Gamble. a cura di Felice Fava [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA LE PROMOZIONI Nuove nomine e incarichi su http://www.corriere.it/economia/lavoro/ © RIPRODUZIONE RISERVATA selezionano INTERNATIONAL MARKETING MANAGER Il professionista in staff alla Direzione si occuperà di: •Sviluppo e implementazione dei Piani Marketing e Comunicazione a supporto delle esigenze dei diversi Paesi; •Analisi e stima dei fabbisogni dei nuovi mercati; •Definizione delle strategie di comunicazione e advertising dei brands del gruppo; •Ricercare e attivare nuove collaborazioni con le agenzie di stampa internazionali e partner sul territorio estero; •Redigere dettagliati budget previsionali; •Curare lo sviluppo del personale di marketing. La figura ricercata avrà maturato una consolidata esperienza di respiro internazionale in aziende settore moda e glamour, ottima conoscenza di Inglese e Spagnolo apprezzate conoscenze di Francese, Arabo e Russo. Retribuzione e inquadramento da concordare sulla base della seniority posseduta. Luogo di lavoro: Gallarate e totale la disponibilità ad una elevata mobilità internazionale. Gli interessati sono pregati di inviare curriculum vitae a: [email protected] Il presente annuncio si rivolge a candidati di ambo i sessi (L. 903/77). I dati saranno trattati ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 196/03. Trovolavoro ricerca per uno dei più importanti protagonisti del mercato automotive un: TRADE NETWORK EXPERT - DIVISIONE PASSENGER & LIGHT TRUCK Il Trade Network Expert PLT (Passenger & Light Truck), a diretto riporto del KAM, avrà la responsabilità, per il proprio territorio di riferimento, della implementazione dei programmi di Franchising indiretti in accordo con la strategia aziendale della Divisione PLT. 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Presenti autori, musicisti e pensatori impegnati in letture e recital. Tra le novità di quest’anno, l’ampio spazio che la rassegna offrirà all’arte, con ben sei mostre nelle due città. Anteprima Esce «La regina delle nevi» (Bompiani) dell’autore Usa che sarà alla Milanesiana martedì. Un triangolo amoroso a New York Il carrierismo non abita più in America Michael Cunningham: «Chi si laurea a Harvard apre un ristorantino a Brooklyn» di LIVIA MANERA La serata O MICHAEL CUNNINGHAM (FOTO EFFIGIE) Michael Cunningham (1952) sarà protagonista martedì 24 alla Milanesiana (Teatro Dal Verme, Milano, ore 21) nella serata intitolata «La letteratura e la fortuna». Con lui anche Melania Mazzucco. Prologhi di Gian Arturo Ferrari e Nuccio Ordine. Segue il concerto «Ute Lemper sings Pablo Neruda». Introduce Furio Colombo secondo mandato di George W. Bush. Anni malinconici per l’eterno sfortunato in amore Barrett, e pieni di rabbia per il politicamente consapevole Tyler. «Mi interessano le persone che fanno fatica. Quelli che hanno una bella casa e una bella macchina che parte al primo col- po non fanno per me», ci ha detto Cunningham in una chiacchierata nel giardino della Fondazione Santa Maddalena di Beatrice Monti von Rezzori a Donnini, nel Valdarno, dove ha scritto parte di questo romanzo. «In America ci aspettiamo che le persone usino ogni freccia al loro arco per Ospiti e mostre alla kermesse Il tema della Fortuna, tra Lethem e Caravaggio L a «Fortuna», declinata in molte sfumature, è il tema della XV edizione della Milanesiana, la rassegna che riapre a Milano dal 23 giugno al 10 luglio (con alcune date a Torino dal 25 giugno) con serate, incontri e ampio spazio all’arte. Tornano i reading inediti con concerto al teatro Dal Verme di Milano (si apre lunedì 23 con Jonathan Lethem e Gino Paoli, seguiranno Susanna Tamaro, Gao Xingjian, Claudio Magris, Lyudmila Ulitskaya e altri) e il programma della sezione Orariocontinuato, che in Sala Buzzati al «Corriere della Sera», allo Iulm e altre sedi porterà musica, viaggi letterari e filosofia (ad esempio, sabato 28 allo Iulm con Giovanni Reale, Eva Cantarella e la Fedra con Galatea Ranzi). Oltre ad aperitivi con gli autori ed eventi monografici su cinema e teatro. Sei le mostre: da citare l’amarcord di Tinto Brass (allo Iulm, dal 28 giugno), e il confronto tra La cena di Antonio López García e la Cena in Emmaus di Caravaggio (Brera, 1 luglio- 7 settembre), e a Torino il Codex Seraphinianus di Luigi Serafini (Circolo dei lettori, 25 giugno-10 luglio). © RIPRODUZIONE RISERVATA raggiungere il successo. E se invece uno lo rifiuta? Se desidera una vita più modesta di quella che le sue qualità potrebbero offrirgli? C’è un sacco di gente che sogna di lavorare per Google e guadagnare milioni di dollari. Ma oggi c’è anche chi mette in discussione tutto questo. Che prende una laurea a Harvard e poi apre un ristorantino a Brooklyn. È in atto un cambiamento». Ma non c’è solo un ripiegamento nell’insuccesso, nel sesto romanzo di questo scrittore che ha la voce e la presenza di un attore. C’è anche il tema della crisi di mezza età, «quando cominci a pensare che forse la vita non sarà come l’avevi desiderata». E c’è una cosa nuova — e potenzialmente insidiosa: un elemento fantastico. Che viene annunciato all’inizio del romanzo, quando Barrett, lasciato dal suo amante con uno sbrigativo sms, in quel momento di shock alza gli occhi al cielo e vede una luce azzurra sopra Central Park che sembra ricambiare il suo sguardo «come una balena avrebbe recepito la presenza di un nuotatore». Barrett pensa a Dio, pensa di avere un tumore al cervello, pensa sia un segno che Beth guarirà, pensa alla vita dopo la morte. E comincia ad andare in chiesa in segreto. «Sono cresciuto cattolico ma non sono religioso», dice Cunningham accendendosi l’ennesima sigaretta. «Di soli- to quando si parla di una visione, c’è un Dio che ti parla. E ho pensato: cosa accadrebbe invece se una visione arrivasse senza nessuna indicazione per decifrarla?». Quello che accade nella Regina delle nevi, è che questa luce diventa l’agente che mette in moto le riflessioni dell’autore sul tema della creatività e della sua dissipazione. Mentre un altro agente, la cocaina, innesca invece le fantasie di Tyler, a cui bastano due tiri di «neve» per sognare che qualcosa in lui si sbloccherà e allora «tirerà fuori tutti e tre da questo tetro appartamento, canterà con ferocia nel cuore del mondo, troverà un agente, sistemerà tutto, si ricorderà di mettere i fagioli ad ammollare per il cassoulet, porterà Beth alla chemio in tempo, ridurrà la coca e smetterà del tutto con il Dilaudid, e finirà di leggere finalmente Il rosso e il nero». Ognuno cerca la redenzione alla propria maniera. «Ho cercato di affrontare l’argomento Situazioni «Non tutti si drogano per debolezza. Esiste anche un desiderio di espandere se stessi: è quello che capita a un mio personaggio» della droga in modo diverso dal solito», dice Cunningham mentre in giardino comincia a imbrunire. «Quando si parla di droga, si racconta sempre la stessa storia. Una storia di debolezza, di inadeguatezza. Ma questa volta ho scritto di persone che conosco personalmente. E conoscendo Billy — cioè Tyler — ho capito che è più complicato di così. Non tutti si drogano per le stesse ragioni. Cocteau, per esempio. O Castaneda. Esiste anche un desiderio di espandere se stessi. Di certo non voglio incoraggiare nessuno a drogarsi. Ma voglio fare capire che può essere una cosa più complicata di come siamo abituati a pensarla». Alla fine della Regina delle nevi di Andersen, i bambini tornano a casa e scoprono di essere cresciuti. Alla fine della Regina delle nevi di Cunningham, Beth non è più tra i vivi, Barrett acquista una maggiore consapevolezza di sé, e Tyler rimane appeso a un destino incerto. Magia, visioni, trascendenza, sono le chimere che cerchiamo nella religione, nell’arte, nelle droghe, e nel sesso, ci dice Cunningham. La vita è anche questo: «Chi non desidera una luna di cui meravigliarsi, una leggendaria città di vetro e d’oro sull’altra sponda dell’oceano?». © RIPRODUZIONE RISERVATA ©T&CO. 2014 gni grande nevicata porta con sé un senso di magia, la meraviglia di un paesaggio che cambia, del tempo che rallenta, dei suoni che si spengono, la nascita di una nuova bellezza. La stessa meraviglia e lo stesso rallentare del mondo li ritroviamo nella Regina delle nevi di Michael Cunningham (Bompiani, traduzione di Andrea Silvestri, pagine 228, 18, in libreria dal 25 giugno), un romanzo che prende ispirazione dalla favola omonima di Hans Christian Andersen per raccontare una nuova generazione di americani meno interessata al successo materiale — vuoi perché una certa mentalità sta cambiando, vuoi perché questa economia lascia poco spazio alle illusioni. I suoi protagonisti sono uomini e donne di mezza età alla deriva in un angolo povero di Brooklyn: un intellettuale gay ridotto a fare il commesso, un musicista che gira a vuoto, una donna malata che possiede un negozio di abbigliamento. Che cosa avranno mai queste persone così ordinarie per essere interessanti? si chiede a prima vista il lettore. La risposta è nel segreto che dà alla scrittura di Michael Cunningham il posto di rilievo che ha conquistato nel 1998 con Le Ore, Premio Pulitzer: la sua disarmante capacità di empatia e la sua abilità di scavare nei pensieri e nei sentimenti più reconditi dei personaggi, con una prosa che negli anni si è fatta più calma e sensuale. Convinto che un romanzo sia un’esperienza emotiva più che intellettuale, Cunningham — che sarà alla Milanesiana martedì 24 giugno — sembra muoversi in questo libro in modo intuitivo, senza inseguire una vera trama. Usa l’immagine di una forte nevicata, per disegnare una palla di neve che racchiude un microcosmo di Brooklyn, e vi inserisce Barrett, un trentottenne gay che malgrado un cervello brillante e una laurea a Yale è finito a vendere magliette in un negozio di abbigliamento; poi suo fratello Tyler, un musicista bloccato che spera di svegliare la propria vena creativa con la cocaina; e infine Beth, la compagna di Tyler amata teneramente e castamente anche da Barrett in uno di quei triangoli vagamente incestuosi a cui Cunningham ci ha abituato. Beth, il fulcro della storia, è una giovane donna malata terminale di cancro, una principessa delle favole che dorme per giorni interi in un letto circondato da cianfrusaglie come rovi cresciuti per proteggerla. I tre condividono uno squallido appartamento a Bushwick, una zona di Brooklyn ancora non ripulita dalla miseria e dal crimine, negli anni del The Atlas Collection ® A MODERN ICON MILANO VIA DELLA SPIGA, 19/A 02 76022321 BOLOGNA GALLERIA CAVOUR, 9/A 051 267692 FIRENZE VIA DE’ TORNABUONI, 37/R 055 215506 ROMA VIA DEL BABUINO, 118 06 6790717 VERONA VIA MAZZINI, 6 PRESSO EXCELSIOR 045 590608 MILANO GALLERIA DEL CORSO, 4 PRESSO EXCELSIOR 02 76280561 TIFFANY.COM Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Cultura 53 italia: 51575551575557 Stati della cultura Torna storia dell’arte a scuola Filosofia Esce il primo volume della storia del pensiero israelitico scritta dal rabbino Giuseppe Laras Gli ebrei tra ragione e rivelazione Rivoluzione nei musei: una domenica gratis ma pagano gli over 65 La via di Maimonide: sposare Aristotele con la Torah di EDOARDO SASSI di ARMANDO TORNO N G on è stato certo un incontro paludato. Tutt’altro. Due, intanto, le notizie pratiche. La prima: il nuovo piano tariffario per i musei di Stato in vigore dal 1 luglio, annunciato dal ministro per i Beni culturali Dario Franceschini e che prevede in sostanza l’abolizione delle gratuità per gli over 65, la prima domenica del mese gratis per tutti, aperture prolungate il venerdì sera e due Notti dei Musei all’anno con ingresso a un euro. La seconda, annunciata dalla collega di governo e ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, riguarda invece la storia dell’arte come materia scolastica: «Introdurla in tutti i livelli dei licei, nel biennio e nel triennio per l’indirizzo umanistico e per gli istituti turistici costa — ha detto Giannini — 25 milioni di euro l’anno, il budget del nostro ministero è di circa 51 miliardi all’anno. Ce la faremo? Sì, ce la faremo». Ma annunci a parte, non capita ogni giorno di sentire un ex ministro per i Beni culturali (governo Dini), attuale direttore dei Musei Vaticani, più volte soprintendente nonché uno dei più stimati storici dell’arte italiani, dire: «Ogni volta che in Italia si sente parlare di valorizzazione bisognerebbe metter mano alla pistola». E pensare che la platea cui si rivolgeva Antonio Paolucci, classe 1939, era proprio quella che partecipava, ieri mattina a Roma, alla terza edizione degli «Stati generali della Cultura», iniziativa promossa da «Il Sole 24 Ore» in collaborazione con Fondazione Roma, e che come titolo e tema-chiave aveva proprio «Valorizzare il patrimonio. Ora o mai più». Paolucci («Ho capito che non tira una buona aria per le Soprintendenze di Stato — ha detto — a torto considerate luogo del veto e della burocrazia, mentre rappresentano le prefetture della tutela, lo Stato, uno straordinario Il provvedimento sistema che non andava Il nuovo piano tariffario impoverito e distrutto), dopo annunciato dal ministro averlo citato per nome, ha così risposto in particolare a Dario Franceschini. un paio di passaggi di uno Si parte da luglio degli interventi che lo avevano preceduto, quello del presidente del Gruppo 24 Ore Benito Benedini. Il quale prima aveva riconosciuto al ministro Franceschini, presente in sala, i meriti del cosiddetto «Art Bonus» («Credo sia doveroso dare atto a chi è da quattro mesi ministro di aver introdotto come primo provvedimento qualificante della sua gestione uno strumento legislativo che può e deve dare nuova linfa alla collaborazione tra pubblico e privato: parlo del credito d’imposta al 65% per le donazioni a favore di interventi di manutenzione e risparmi di beni culturali pubblici»); poi, sempre richiamando il tema generale delle assise, ha auspicato la creazione di «un Museo Nazionale che riunisca il meglio di» e ha affermato: «Vanno fatte viaggiare nel mondo opere d’arte simbolo come richiamo a visitare l’Italia e occorre che esse possano muoversi e, lo dico a Franceschini, reagendo ove necessario al potere di veto delle Soprintendenze, le stesse che poi usano i permessi in deroga dove vogliono e quando vogliono». La giornata ha offerto molti spunti sulla dialettica, non necessariamente oppositiva, tra pubblico e privato in tema di beni culturali, «se le soprintendenze sono forti e autorevoli e il privato è serio le cose funzionano», ha detto lo stesso Paolucci. Diverse, come ovvio, le posizioni. C’è stato chi ha auspicato una revisione dell’articolo 9 della Costituzione (Franceschini: «Non se ne parla»), chi ha chiesto facilitazioni per i privati (Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Roma: «Purtroppo attorno al privato che si avvicina alla cultura con interventi non profit c’è ancora una pregiudiziale negativa, è visto come un ostacolo, non come una risorsa») e chi ha ricordato, ad esempio il direttore della Galleria Borghese di Roma Anna Coliva, che non tutti i privati sono uguali: «Esistono privati profit, non profit, mecenati, sponsor e speculatori». In tanto discutere di riforme, semplificazione, investimenti, tavoli, imprese, sono intervenuti, tra gli altri, anche il direttore del «Sole 24 Ore» Roberto Napoletano («Non è scontato che un giornale di economia parli di cultura, ma questa rappresenta una delle leve fondamentali del Paese»), il presidente del Fai Andrea Carandini, il soprintendente di Pompei Massimo Osanna, Carla Fendi, il direttore della Fondazione Museo Egizio di Torino Christian Greco e il sindaco del capoluogo piemontese Piero Fassino. Per Franceschini è stata l’occasione di stuzzicare le imprese: «Servono 31 milioni per la Domus Aurea, noi non li abbiamo. L’Art bonus ora c’è, adesso aspettiamo i privati». © RIPRODUZIONE RISERVATA In mostra dal 26 giugno Dietro le quinte di Pasolini regista al Castello Carlo V di Lecce L’universo di Pier Paolo Pasolini. Arte e bellezza da Giotto a Patti Smith è la mostra che si apre il 26 giugno (fino al 2 novembre) al Castello Carlo V di Lecce. Promossa dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese (Theutra, Oasimed e Novamusa), e curata da Gianni Canova, Silvia Borsari e Paola Rampini con Ventundodici, la mostra si inserisce nella programmazione per la candidatura di Lecce Capitale europea della cultura 2019. In mostra ci saranno film, fotogrammi accostati alle riproduzioni delle opere, libri, documentazione video, audio e radio, le canzoni scritte da Pasolini e interpretate da Aisha Cerami. In mostra anche una selezione di scatti del fotografo Roberto Villa che ha immortalato il backstage del film Il fiore delle mille e una notte. (c.ca.) iuseppe Laras, rabbino capo emerito di Milano, è tra gli studiosi più autorevoli del pensiero ebraico medievale. È presidente del Tribunale rabbinico del Centro-Nord Italia, nonché uno dei massimi specialisti di Mosè Maimonide (Mosheh ben Maimòn). Di questo filosofo ha, tra l’altro, curato dei testi: Gli otto capitoli. La dottrina etica (Giuntina 2001) e Immortalità e resurrezione (Morcelliana 2006). Sta ora uscendo il primo volume — il secondo a fine estate — di un’opera di sintesi che rispecchia i suoi studi, i mille percorsi: «Ricordati dei giorni del mondo». Storia del pensiero ebraico dalle origini all’età moderna (Edb, pp. 272, 16.50). Nel successivo volume verrà esaminato il periodo dall’Illuminismo al mondo contemporaneo. Non si tratta semplicemente di una storia della filosofia ebraica, ma di una sintesi dell’inesausto pensare che testi biblici, talmudici, intuizioni mistiche della Qabbalah e produzioni vastissime della normativa rabbinica, la Halakhah, hanno accumulato accanto alle congetture filosofiche. Rav Laras prende il lettore per mano guidandolo dallo shock che il pensiero talmudico sperimentò entrando in contatto con la razionalità greca fino alla grande sintesi scolastica medievale. È un’epoca in cui emergono due figure colossali: Sa’adyah ben Yoséph haGaòn (882-942), primo traduttore della Bibbia in arabo, secondo il quale «per ben credere bisogna ben ragionare»; e Mosè Maimonide (1135-1204), giurista, medico, rabbino, pensatore innamorato di Aristotele, ma che — sottolinea Laras — «sul tema della creazione erige un netto steccato fra la speculazione aristotelica e il dato della Rivelazione». Ecco inoltre l’autore offrire preziose indicazioni sull’epoca successiva all’espulsione degli ebrei dalla Spagna da parte di Isabella e Ferdinando (1492). Da quel momento il loro pensiero anziché interrogarsi su Dio si pose la questione riguardante il popolo d’Israele e il suo destino. Nacque una «identità marranica» che si manifestò attraverso «un’intima e straziante contraddizione all’interno dell’animo e della psiche degli ebrei». È un aspetto della modernità. Laras sintetizza quel che letteratura e filosofia registreranno nei secoli suc- bozze) si nota il grande contributo dell’ebraismo italiano in seno alla più generale storia del pensiero ebraico e della normativa rabbinica. Lo provano figure quali Elia Delmedigo, maestro di Qabbalah di Pico della Mirandola e prezioso traduttore di Averroè, o Abravanel padre (uomo di Stato e commentatore dei testi biblici) o suo figlio, l’umanista noto come Leone Ebreo, autore dei Dialoghi d’amore (Roma 1535) in cui si fondono in una luce neoplatonica teorie ermetiche, orfismo, mistica ebraica e araba. Per aggiungere un altro protagonista: Leon da Modena, morto a Venezia nel 1648. Anche se fu tormentato dal vizio del gioco d’azzardo, lasciò scritti dottrinali e apologetici di notevole valore, tra i quali Arì Nohèm (Il leone ruggente), in cui confutava la Qabbalah e si suoi sostenitori. Il secondo volume si occupa della contrastata penetrazione del pensiero illuminista in seno alla tradizione dei figli d’Israele, dello scontro tra l’ortodossia rabbinica e la riforma ebraica (oggi coincidente con la maggioranza A sinistra: una antica illustrazione ricavata dall’albero delle Sephirot. A destra: il rabbino emerito di Milano Giuseppe Laras Memorie e Auschwitz «Nel caso non ci rivedessimo…» sono le parole, purtroppo profetiche dell’ultima lettera spedita da Siegmund Klein alla figlia Ilse in Italia dal nascondiglio di Amsterdam, pochi giorni prima del suo arresto nell’ottobre 1943. Quindici giorni dopo Siegmund veniva deportato ad Auschwitz, mentre Ilse e il marito milanese Piero Sacerdoti, riuscivano a salvarsi in Svizzera. Nelle braccia di Piero il loro neonato Giorgio (Nizza 1943), oggi docente in Bocconi, che ha raccolto le loro lettere in «Nel caso non ci rivedessimo» (Archinto, pp. 416, 18) cessivi attraverso le opere di eminenti protagonisti: «Essere e non-essere, essere “fuori” ed essere “dentro”, volere e rifiutare, a cavallo tra ebraismo e cristianesimo, tra appartenenza al popolo di Israele e formale adesione al cattolicesimo, tra fedeltà sincera e tenace all’ebraismo e paura del peccato di apostasia: queste le caratteristiche di un vero e proprio sdoppiamento della personalità, che talvolta raggiunse una sorta di para-schizofrenia». Si pensi a Spinoza e al suo maestro, il qabbalista Menasheh ben Israel, che ebbe tra l’altro un ruolo rilevante nelle trattative con il governo di Oliver Cromwell per la riammissione nei territori inglesi degli ebrei, espulsi nel 1290. In entrambi i volumi (il secondo abbiamo avuto il permesso di vederlo in dell’ebraismo nord americano) e della nascita del sionismo. Laras sottolinea che il Novecento presenta una «difficile mappatura», giacché resta il secolo dei Protocolli dei savi anziani di Sion, della Shoah, della nascita dello Stato d’Israele (1948) e della «disfatta della filosofia» (così definisce l’adesione di Heidegger al nazismo). La prefazione del libro è del cardinale Carlo Maria Martini. Fu scritta a suo tempo per la collana che ospita l’opera, «Cristiani ed ebrei», ma qui assume un particolare significato per l’amicizia che ci fu tra Laras e il porporato. I due, oltre ad avviare il dialogo ebraico-cristiano, si incontrarono poche settimane prima della scomparsa del cardinale. E reciprocamente si benedirono. © RIPRODUZIONE RISERVATA Riconoscimenti Il premio Lagrange Fondazione CRT di Torino L’appello Quaderni e lettere a rischio. E la burocrazia frena Mark Newman, l’analista delle reti di collaborazione «Portate i testi di Gramsci all’Istituto per il Restauro» di MARISA FUMAGALLI di LUCIANO CANFORA È lo scienziato statunitense Mark Newman (47 anni) il vincitore 2014 del Premio Lagrange Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Provvisto di curriculum e di specializzazione tagliati per il mondo globale contemporaneo, dove le reti ne formano l’ossatura, e ricercatore presso il Dipartimento di Fisica e il Centro per gli Studi dei Sistemi Complessi della University of Michigan. Newman ha analizzato un ventaglio di temi che riguardano, ad esempio, le reti di collaborazione scientifica e di citazioni fra autori, le reti di email, amicizie («se non sai nulla di una persona puoi conoscerla sapendo chi sono i suoi amici»), contatti epidemiologici, e reti sociali negli animali. E l’ultimo in ordine di tempo ad entrare nell’Albo d’oro del più importante riconoscimento internazionale nel settore della Scienza della Complessità, istituito nel 2008 dalla Fondazione CRT e coordinato dalla Fondazione ISI, Istituto per l’Interscambio Scientifico. Base nel territorio — dove dal 2003 sono stati investiti oltre 36 milioni di euro per finanziare borse di dottorato universitario e di ricerca applicata nelle imprese — visione planetaria. «Un ponte tra il Piemonte e il mondo», puntualizza Massimo Lapucci, segretario generale Fondazione CRT . «Il Premio — aggiunge — è solo parte di un programma di valenza strategica. E ora, pur mantenendo le nostre radici ancorate a Torino, ci siamo affiancati in una nuova sfida: la costituzione a New York di un ente no profit che sostenga lo sviluppo, lo scambio e la diffusione di conoscenze scientifiche». La motivazione del Premio Lagrange 2014, conferito ieri a Mark Newman (47 anni), autore di sei libri e di oltre 130 articoli scientifici (in Italia Zanichelli ha pubblicato Atlante del mondo globale, dove si svelano in 366 cartogrammi le strutture numeriche, statistiche e algoritmiche della società della vita quotidiana), sottolinea «lo straordinario lavoro svolto all’intersezione tra la fisica computazionale e le scienze sociali, che ha permesso una maggiore comprensione dei sistemi complessi. Nessun altro come lui è riuscito a comprendere e a formalizzare anche matematicamente l’importanza delle comunità e i moduli nella struttura delle reti sociali, tecnologiche e biologiche». Per promuovere la diffusione della complessità, il Progetto Lagrange ha sostenuto anche la pubblicazione di numerosi volumi inerenti ai temi specifici. © RIPRODUZIONE RISERVATA I eri a Roma nell’Auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, a margine della proiezione del documentario di Paolo Brogi e David Riondino intitolato Le pietre di Gramsci, è stato lanciato un caldo appello affinché il prezioso fondo costituito dai Quaderni di Gramsci e dalle sue lettere (si intende gli autografi) venga collocato presso l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario sito in Roma in via Milano. Si tratta di uno dei nostri più prestigiosi centri di eccellenza, che ha già lavorato sui Quaderni rivelando la vera successione originaria delle etichette apposte su di essi da Tania Schucht (vedi «Corriere della Sera», 24 maggio 2013). Nell’Istituto Centrale per il Restauro i Quaderni e le lettere, anziché languire dentro una cassetta di sicurezza di una banca, esposti a disagi inevitabili per quanto recondito sia il luogo, sarebbero conservati con tutti i crismi, ivi compresa la cura dell’adeguamento agli inevitabili sbalzi climatici. Inoltre sarebbe l’occasione di procedere al restauro veramente scientifico che ponga riparo al deterioramento cui è esposto quel materiale, la cui commovente e modesta fisicità contrasta con l’altezza e profondità del contenuto. I quaderni e i fogli per scrivere consegnati al detenuto Gramsci non venivano ricercati tra i pezzi di lusso del mercato, erano dei quaderni qualunque, che hanno sofferto innumerevoli traversie, e la cui salvezza è stata uno dei fatti positivi della cultura italiana del Novecento. Da molti mesi sono stati avviati contatti con la Fondazione Gramsci che si era dichiarata disponibile a tale trasferimento, dopo che un’attenta visita in loco ha dimostrato la inidoneità dell’attuale sistemazione. Nel corso dell’incontro di ieri pomeriggio a Roma, la dottoressa Misiti, direttrice dell’Istituto di via Milano, ha ribadito la disponibilità del medesimo ad accogliere — possibilmente prima del catastrofico sopraggiungere dell’umidità estiva — il materiale gramsciano in Istituto. È parso sconcertante che si continui a bloccare questa pratica in nome di interminabili calcoli su quanto pagare di assicurazione per percorrere mezz’ora di strada tra piazza Montecitorio e via Milano! Tutti coloro che hanno a cuore la durevole conservazione del lascito gramsciano sentono l’importanza e l’urgenza di questo passaggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA 54 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Eventi LO SHOW A MILANO Stile British Le ballerine come guardie della regina nell’«opening», il primo numero collettivo di «Forever Crazy» (foto Antoine Poupel) Il debutto Per la prima volta in In scena «Forever Crazy» Italia lo storico cabaret parigino presenta i numeri più famosi Quadri di erotismo Il Crazy Horse amato da Duchamp oggi è guidato da una donna «Il pubblico? Sempre più femminile» di VALERIA CRIPPA U na donnina in topless cavalca una Tour Eiffel dall’inclinazione malandrina. Da una coppa di champagne un paio di gambe femminili emergono sinuose, emblema del piacere nella Ville Lumière. La silhouette impertinente di un corpo venusiano impenna il bacino su tacchi vertiginosi. Sono mesi ormai che il Crazy Horse ammicca a Milano sfilando da autobus in corsa, pensiline dei tram, manifesti in metro. Il tempio parigino della seduzione che ha fatto sognare Fellini, De Sica, Duchamp e Dalí si prepara a sbarcare per la prima volta in Italia, al Teatro Nuovo di Milano dal 2 al 18 luglio, dopo oltre sessant’anni di gloriosa storia vissuta nella sede di Avenue George V, a ridosso degli Champs-Élysées che sbucano sotto la Tour Eiffel, nel Triangolo d’Oro dove si fronteggiano le maison de couture YSL, Givenchy, Balenciaga. Luogo a uso esclusivo del piacere maschile? Meta di tour organizzati nel cuore più pruriginoso di Parigi? A fugare le perplessità che frullano in testa ci pensa il direttore generale del Crazy Horse, Andrée Deissenberg, una bella signora bionda che, nell’ufficio di velluto rosso che fu del fondatore Alain Bernardin, confessa con la erre arrotata dei francesi: «L’idea che il Crazy Horse sia roba per uomini è una spada sulle nostre teste, un vecchio pregiudizio che ci portiamo dietro. Non è vero. È uno spettacolo che piace prima di tutto alle donne. Certo, gli uomini apprezzano, ma la prima clientela è femminile. Le donne vi si riconoscono, perché è molto elegante verso di loro, qualcosa di bello su cui proiettarsi. C’è sempre stato un pubblico misto, con una parità dei sessi al 50% uomini e 50% donne. Ma negli ultimi sei, sette anni vediamo sempre più donne che vengono con le amiche, dopo aver lasciato a casa fidanzati e mariti. E di questo sono contenta, perché sono le donne il vero motore nell’acquisto dei biglietti a teatro». Le milanesi non si comportano diversamente dalle parigine, sostiene Lorenzo Vitali, il produttore attivo in passato nella capitale francese, che dalla stagione scorsa ha rilevato la gestione del Teatro Nuovo di Milano e ha deciso di invitare il Crazy Horse per la prima volta in Italia. «Abbiamo già venduto 3 mila biglietti in prevendita — dice —, acquistati soprattutto da si- Ieri e oggi Nello show Forever Crazy il «best of» della compagnia, vecchi e nuovi numeri, dall’opening, agli assolo come Leçon d’érotisme, Peek-a- boo, Purple Underground, per finire con un numero collettivo. Nella foto, Baby Buns, quadro storico del Crazy Horse gnore di ceto medio-alto che vogliono gustarsi con le amiche uno spettacolo parigino di classe, sorseggiando champagne. È un grande risultato, considerando che rinunciamo a 400 posti a sera per allestire il Teatro Nuovo come il cabaret di Avenue George V, tavolini con secchielli del ghiaccio». L’idea gli è venuta quando ha messo piede al Nuovo, dove negli anni Cinquanta ballavano le Bluebell. «Pensare al Crazy Horse è stato inevitabile, ho un debole per le belle donne. E finalmente a Milano in luglio si respirerà un’aria internazionale, in attesa di Expo». Visitare la sede parigina del cabaret in Avenue George V, significa misurare con lo sguardo ciò che il fondatore Alain Bernardin intendeva con la sua «filosofia della frustrazione», l’immaginazione che scavalca «il vedo e non vedo» senza poter distinguere tra realtà e fantasia, un’estetica su cui l’ex artista d’avanguardia aveva eretto il proprio impero dello striptease nel 1951. Superato l’ingresso neoclassico, il Crazy Horse è un ventre cavo di scale strette e corridoi, dove dominano luci soffuse, velluti e un rosso assoluto. Com’è tipico di Parigi gli spazi sono angusti, scavati in meandri impensabili, la fila dei camerini, lo studio di Bernardin, le foto delle tante star passate di qui, Cher, Beyoncé, Dita Von Teese, l’attrice Arielle Dombasle, moglie del filosofo Bernard-Henry Lévy che ha voluto festeggiare i suoi 60 anni, dove si è esibita. Persino il palco è minuscolo, ricoperto di moquette e opportunamente studiato da Bernardin per far risultare ancora più imponenti le sue soubrette. La moquette è Evoluzione Dal fascino osé al solido brand attuale con cui collaborano stilisti e artisti. E dove il filosofo Henry Lévy ha festeggiato i suoi 60 anni Dopo 40 anni, un’altra italiana nella compagnia Gloria di Parma: «Io, a Parigi come Rosa Fumetto» C aschetto nero, ciglia lunghe, labbra rosso fuoco. Ogni notte a Parigi una bruna longilinea, originaria di Parma, diventa Crazy girl. Va fiera del suo primato: «Sono la prima italiana della compagnia dopo 40 anni. L’ultima è stata Rosa Fumetto». All’anagrafe si chiama Deborah Lettieri, ha trent’anni e come nome d’arte ha scelto, in omaggio alla sua città natale, lo pseudonimo di Gloria di Parma, per distinguersi dalle colleghe francesi dai nomi esotici, Dreama Blue, Venus Ocean, Mina Velours, Lumina Classika. Deborah non ha avuto una vita in discesa: orfana di madre a 15 mesi, è cresciuta con i nonni materni, ha coltivato la danza classica insieme agli studi di ragioneria, nonostante il parere contrario del padre, controllore sui mezzi pubblici: «Fossi rimasta a Parma — ammette — oggi sarei una precaria senza futuro. Lavoro al Crazy da un paio di stagioni, anche se la mia audizione risale a tre anni fa: ho rifiutato un contratto con la compagnia in tour a Las Vegas, perché ero troppo legata all’Europa e all’Italia. Poi, sono comunque riuscita a strappare un contratto a tempo determinato. E oggi Parigi è la mia seconda casa». Quali sono i requisiti per diventare Crazy girl? «Ci sono canoni fisici da rispettare, gli stessi fissati dal fondatore Alain Bernardin che aveva elaborato una sua precisa idea di donna: altezza tra 168 e 172 centimetri, seno a coppa di champagne con 21 cm di distanza tra i capezzoli, un busto slanciato garantito dalla proporzione di 13 cm tra ombelico e pube, gambe lunghe due terzi dell’altezza totale. Le forme sono importanti, ma il corpo dev’essere naturale, senza cicatrici da chirurgia estetica, ci controllano. Tutte le ballerine devono avere una formazione di danza classica: con un training di tre mesi ci trasformano». La giornata tipo di Gloria comincia alle 11 della mattina, stretching per riallineare la postura, poi a teatro, prove e trucco, quindi due spettacoli per sera e tre il sabato: «Non vado mai a letto prima delle tre e mezzo del mattino. A Parigi, dove c’è molto rispetto per l’arte, si è molto considerate a essere una ballerina di questo storico cabaret, non è come in Italia dove ti guardano con sospetto. In scena utilizzo anche le scarpine da punta nel numero “Red Shoes”». A Milano la vedremo in un quadro alla Wall Street, nelle vesti (presto tolte) di una manager in preda a grafici e azioni in picchiata, nel numero «Crisis! What Crisis?» creato da Decouflé. Nella sede parigina del Crazy la scansione della vita interna è gestita da un matriarcato di capitane e show-manager che decidono i programmi e assistono le ragazze persino per contattare taxi che le scortino fino a casa. Bernardin era l’unico uomo ammesso in questo universo femminile. Cosa l’ha convinta a diventare Crazy girl? «La celebrazione della donna, della sensualità, della bellezza. Tutte cose che si trovano a fatica nella vita quotidiana. È stata la mia insegnante di danza a consigliarmi l’audizione. Qui ho imparato a sedurre con eleganza». V. Cr. Nome d’arte Gloria Di Parma, alias Deborah Lettieri © RIPRODUZIONE RISERVATA ovunque e riporta come motivo piccoli triangoli neri che astraggono la forma del delta di Venere. Un altro accorgimento dell’astuto Bernardin per evitare promiscuità tra le girls e i tecnici del cabaret, è una netta distinzione dello spazio delimitato da aree cromatiche: rosa per i muri della zona off-limits dei camerini, azzurro per la cabina di regia. L’allure anni Cinquanta, con i cartelli alle pareti che proibiscono agli «italiani di portarsi a casa le ballerine», è forse ciò che più rende speciale la sede. Certo, oggi il Crazy Horse è molto cambiato e si apre al mondo. «È un brand forte con una solida tradizione che ruota intorno all’universo della donna, della creatività artistica — racconta ancora la direttrice Andrée Deissenberg —. Il nostro proposito è restare svegli, in sintonia con il pubblico, far evolvere la proposta artistica e la compagnia. Lavoriamo con nuovi creatori, registi, artisti fissi o invitati, come lo stilista Christian Louboutin o il coreografo Philippe Decouflé. È cambiata anche la politica del Crazy Horse, che fino al 2010 era una compagnia stabile: da quattro anni ha cominciato ad andare in tournée per il mondo. A Milano vedrete «Forever Crazy», il «best of» del repertorio parigino che mescola numeri storici a quadri moderni. Un’ora e mezza di effervescenza, colore e leggerezza, bon bon e joie de vivre». © RIPRODUZIONE RISERVATA Web Su Corriere.it, anche un video e una galleria di immagini sul Crazy Horse e sullo spettacolo Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Eventi 55 italia: 51575551575557 La guida «Forever Crazy», show del Crazy Horse di Il casting italiano Dopo 40 anni dalle esibizioni di Parigi, al Teatro Nuovo di Milano dal 2 al 18 luglio con due spettacoli ogni sera (20.45 e 23.45). Il teatro sarà arredato con tavoli (foto) dove, compreso nel biglietto, sarà servito champagne. Informazioni www.forevercrazy.milano.it e www.teatronuovo.it Rosa Fumetto (foto), e oggi di Gloria di Parma, un’altra italiana potrebbe volare a Parigi. Giovedì 10 luglio, al Teatro Nuovo di Milano, si terrà il casting per selezionare una ballerina da inserire nel Crazy Horse di Parigi. www.lecrazyhorseparis.com/en/recrutement Scarica l’«app» Eventi Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. Il fondatore La guerra, gli artisti, la sfida dello strip show. E il misterioso suicidio, a 78 anni Il boss che metteva alla pari le misure e la personalità Bernardin e il consiglio (sbagliato) di Bing Crosby di ANNA MELDOLESI Con Dita von Teese In alto, un particolare di«Forever Crazy». A destra, uno show con Dita Von Teese, l’artista del Burlesque che è diventata famosa anche con il Crazy Horse di Parigi (foto, Ali Mahdavi) Chi era I Ospite speciale A sinistra, l’attrice Clotilde Courau (1969), moglie di Emanuele Filiberto di Savoia, nella locandina dello show che ha tenuto al Crazy Horse nel 2010 (foto, Ali Mahdavi). Sotto, colori e silhouette delle ballerine durante lo spettacolo l Crazy Horse è un oh-la-la e una presa in giro dell’ohla-la. Ciò che è oltraggioso (o delizioso a seconda dei punti di vista) è che rifiuta di prendere seriamente il sesso, se stesso e i suoi clienti. «Qui tutto è parodia, tranne i prezzi». Lo ha scritto nel suo libro sulla Francia Joseph Harriss, corrispondente della rivista American Spectator, e la cosa è piaciuta tanto ad Alain Bernardin da diventare il suo motto. Il fondatore del Crazy (con l’accento sulla y, come lo pronunciano i francesi) era un pignolo ma la sua cifra stilistica era l’ironia. In una foto famosa si circonda un occhio con la mano, come se guardasse dal buco della serratura. In un’altra immagine se ne sta imperturbabile di fianco a una ragazza di cui misura la distanza fra la testa e l’inguine. «Le Boss» era ossessionato dalla perfezione femminile. Le sue ballerine sembravano cloni di una divinità da lui stesso progettata. Ma l’idea di stabilire dei canoni rigidi di bellezza, millimetricamente codificati persino per l’intervallo tra i capezzoli, era più che altro un’abile trovata pubblicitaria. «Mio padre aveva capito quanto le persone siano suggestionabili», ha dichiarato la figlia Sophie. «Se dici loro che la donna più bella del mondo è questa, ci credono». Alle ragazze era vietato ancheggiare, dovevano sembrare dei Modigliani: «Io sopprimo l’erotismo riducendolo alla sua forma più compatta», diceva Bernardin. La personalità poi era importante quanto la rotondità del fondoschiena. «Le guardo negli occhi, devono essere senza paura». Disquisiva di proporzioni anatomiche fisse ma amava chi sapeva distinguersi. «Cerco una scintillante, incantevole strega». Marie-Claude Jourdain, la ballerina che ribattezzò Lova Moor e sposò in seconde nozze nel 1985, era uno spirito ribelle. Digitando i loro nomi su Goo- Il primo tentativo Il cantante e attore americano gli suggerì di aprire un saloon in stile western che fu un fiasco gle si scopre che la gara della notorietà nel 2014 la vince lei, non lui. Eppure Alain era un artista, che usava un medium non convenzionale come il corpo femminile e si divertiva a provocare: «Per molti anni la Francia ha avuto spettacoli di suoni e luci nei castelli. Qui invece di Chambord o Chenonceaux illuminiamo Veronika e Victoria». Volendolo iscrivere a un genere sarebbe il nouveau réalisme. Nei suoi nudi ci sono il tocco di assurdità della Pop Art e gli effetti ottici della Op Art. E pensare che tutto è cominciato con un’idea destinata al fallimento, nata da una conversazione ad alto tasso alcolico con il cantante e attore Bing Alain Bernardin (sopra e nella foto al centro con una ballerina) nato a Digione nel 1916 e morto suicida a Parigi nel ‘94, fondò nel 1951 il Crazy Horse, che nel 1977 celebrò nell’omonimo film da lui scritto e diretto. Per i suoi spettacoli Bernardin selezionò più di 250 ragazze di cui si vantava di ricordare volto, misure e nome, anche quello (sempre bizzarro) scelto da lui. A Bernardin e al suo mitico locale Joseph Harriss, corrispondente della rivista American Spectator, ha dedicato un capitolo del suo libro About France (2005): «Per me incarnava le migliori qualità dei francesi: sensibilità estetica, intelligenza e mancanza di ipocrisia». Crosby. A quei tempi Bernardin ha quasi 35 anni e il suo curriculum è variegato: figlio di un commerciante, pittore dilettante, cameriere al Ritz, antiquario, dopo la guerra ha aperto un ristorante frequentato dalle celebrità di passaggio, ha perso la moglie e ha tre figli. Crosby gli suggerisce di lanciare un saloon in stile western. Ma no, continua piuttosto a servire soufflé, lo consiglia lo scrittore Art Buchwald. Per fortuna Bernardin non lo ascolta. Trova una cantina su Avenue George V e la ristruttura firmando pagherò a destra e a manca. Quando il saloon debutta nel 1951 non è certo un successo e lui cambia rotta: farà uno strip show. È un altro azzardo, perché fino alla metà degli anni 50 i nightclub francesi non erano osé, mostravano pochi seni e molte piume. «Poi è arrivato Bernardin e ha Ieraticità Alle ragazze era vietato ancheggiare, dovevano sembrare le donne dipinte da Modigliani cambiato tutto, in meglio, creando l’Art du nu (l’arte del nudo), trattando le forme femminili come tele su cui dipingere con la luce», spiega Harriss. «Per me incarnava le migliori qualità dei francesi: sensibilità estetica, intelligenza e mancanza di ipocrisia». Una simpatia ricambiata da Alain che così giudicava il suo pubblico. Gli americani: «Sono naif, aperti e recettivi. I miei preferiti». I francesi: «Intelligenti. Vengono allo spettacolo per cercarne i difetti». I tedeschi: «Ridono». Gli italiani? «Sono degli esteti. Apprezzano soprattutto la bellezza dello show». Nel 1994 a 78 anni si è sparato alla tempia senza lasciare biglietti. Nessuno sa perché l’abbia fatto. Era un uomo orgoglioso. Forse piuttosto che restare ad appassire se n’è andato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Attrazioni Il legame ricorrente tra intellettuali e ballerine tra contemplazione e seduzione. E anche David Lynch non ha resistito al fascino del tempio parigino Pittori e scrittori: quell’ossessione per il corpo femminile Céline con Lucette e Toulouse-Lautrec al Moulin Rouge: un filo tra mente e fisico di ROBERTA SCORRANESE E ra «piccolo piccolo, nero nero» scriveva impietosamente il critico Thadée Natanson parlando di Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901). Piccolo e scuro il pittore di Albi lo era davvero e così, in mezzo a quel frenetico scalpitare di gambe al Moulin Rouge, spiccava come una noce bruna in mezzo ai giunchi. Lo sgraziato Toulouse trovava in quel paesaggio di donne perfette un compimento spirituale, come se la bellezza (lontanissima) del corpo delle ballerine realizzasse la perfezione della sua arte, il contrappasso di un fisico ingeneroso, sordo. Guardava avidamente le danzatrici parigine ma senza malizia alcuna, piuttosto con l’occhio da entomologo. Corpi d’alta fattura, come quelli delle donne ondeggianti al Crazy Horse: plastici, flessuosi, dall’andamento musicale. Chissà, forse è stata questa sinfonia segreta, nei secoli, a stabilire quel legame invisibile e ricorrente tra l’intellettuale e la ballerina, lo scrittore e la spogliarellista, mente e corpo. Così, se il Crazy Horse ha sedotto artisti e creativi (David Lynch, per esempio, ha composto le musiche originali dello spettacolo «Feu») e Toulouse si pietrificava al Moulin Rouge, Edgar Degas ha trascorso buona parte della sua silenziosa vita registrando ogni minuzia rituale del corpo femminile: l’asciugatura della nuca, il piedino che esce dalla tinozza di acqua saponata, la mossetta della ballerina che aspetta il suo turno, paziente. Non tutti (anzi, pochi) hanno coltivato quella smania di possesso che induceva Klimt a violare i corpi delle sue modelle: la storia ci restituisce una galassia di intellettuali che nei confronti delle donne di spettacolo si sono cimentati nel difficile esercizio della contemplazione e, in altri casi, dell’identificazione. Jep Gambardella, il cinico giornalista de «La grande bellezza» di Paolo Sorrentino ritrova nella spogliarellista agée (Sabrina Ferilli) una verginità paradossale, dolorosa, perduta. Trascorrono la prima notte insieme semplicemente respirandosi vicini, in quella singolare purezza che nasce dalla corruzione più estrema. Quella che forse cercava Georges Simenon nelle sue ormai leggendarie orde femminili presenti nel- la vita reale (lui stesso confessò a Fellini di aver «avuto diecimila donne», di cui «ottomila prostitute»), ma anche in certi suoi indimenticabili personaggi — per esempio il candore marcio di Betty, sola e in indecente attesa al bancone del bar. Per non parlare della sua passione per la dea mulatta del canto, Joséphine Baker. Come combaciavano bene le asimmetrie tra Louis-Ferdinand Céline e la sua ballerina Lucette (di ventidue anni più giovane), la donna che gli è rimasta accanto custodendo le sue lucide manie. Lucette diceva: «Lui aveva bisogno della mia gioventù e della mia allegria, e io della sua testa di uomo che aveva vissuto». Chissà, forse è tutto qui. Forse è in questo candore da ragazza dell’Opéra che si conserva il segreto di un’ossessione (maschile) ricorrente: è come se lui, l’intellettuale, idealizzasse quel corpo giovane e so- Protagonisti Bohémien Henri de ToulouseLautrec (1864-1901) Coppia Louis-Ferdinand Céline e Lucette Almanzor negli anni 30 Complicità Georges Simenon e Josephine Baker a Parigi do in un’aura da madonna laica, frutto di un’antica liturgia che nasce dalla contemplazione, dallo sguardo, in un perfetto meccanismo appartenente da millenni al sacro. Una forma di lolitismo allungato, puntellato, in certi casi, dalla rassicurante lontananza, dall’inaccessibilità: è così bella, desiderabile e distante che un’eventualità coniugale è da scartare (per fortuna). Hans Christian Andersen (1805-1875) corteggiava donne sposate, a volte uomini e comunque persone che non avrebbero potuto intavolare una relazione scorrevole. Ci sono state anche spogliarelliste diventate poi autrici: è il caso di Diablo Cody, premio Oscar per la sceneggiatura del film «Juno», del 2007. Distanza, insomma, osservazione riverente. La cifra che pervade dal 1951 la storia del locale in Avenue George V: nessuna donna qui si può avere, ma è lei che «possiede», che detta le regole. Con la forza di un corpo così irreale che Toulouse-Lautrec impiegò una vita per renderlo come desiderava, cioè umano. Molto umano. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 56 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile STRATEGIE DIPLOMATICHE ✒ «Prendiamo atto della decisione di rinviare alla parte finale del semestre di presidenza la data del vertice, considerando ragionevole e opportuno che un tema così importante per l’Italia e l’Europa si affronti con la nuova Commissione nella pienezza dei propri poteri». Il sindaco di Torino, Piero Fassino, ha digerito così il boccone amaro. Anche se la repentina e inattesa cancellazione del vertice europeo sul lavoro previsto nel capoluogo piemontese per l’11 luglio prossimo non c’entra proprio un fico secco con l’esigenza di aspettare l’insediamento dei nuovi commissari europei. Che la Commissione sarebbe scaduta ora lo sapevamo da almeno cinque anni. La motivazione è l’ordine pubblico. Da settimane il tam tam su Internet dei centri sociali e degli spezzoni di movimenti antagonisti è incessante. Con questo slogan: «Combattere Renzi e l’Europa dell’austerità». E una guerriglia urbana a Torino per un vertice europeo non sarebbe stato certo il debutto ideale del semestre di presidenza italiana dell’Unione. Meglio allora non correre rischi. Soprattutto se inutili. Inutili, appunto. Da qualche anno a questa parte c’è una proliferazione indescrivibile di vertici internazionali di ogni tipo. Se ne fanno sui trasporti, le infrastrutture, il lavoro, l’infanzia, la criminalità, la demografia, l’inquinamento... Nella maggior parte dei casi, si tratta di passerelle dove non si arriva a nessun risultato concreto. Servono ai politici e ai burocrati che li frequentano, alle città che li ospitano, alle strutture che li organizzano, ai fornitori che li riforniscono. Assai meno, purtroppo, a risolvere i problemi che discutono. Prendiamo il summit in questione. Il tema era la disoccupazione: che cosa c’è di più urgente del dramma dei posti perduti e dei milioni di giovani senza lavoro? Ma il vertice urgentissimo, annullato a causa di una gragnuola di tweet minacciosissimi, è stato rinviato a data da destinarsi. Idem per il luogo. Si farà, dicono, forse in autunno. Magari a Bruxelles, o altrove. E Torino? Si tranquillizzi Fassino: prima o poi... Una riunione europea o un G qualcosa (G8, G14, G20: c’è solo l’imbarazzo della scelta) non si nega a nessuno. Sergio Rizzo © RIPRODUZIONE RISERVATA QUEGLI SPOT CONTRO LA DISOCCUPAZIONE MA DAVVERO COSÌ ATTIRERETE I GIOVANI? ✒ Provare per credere! La prima sensazione che si prova vedendo uno spot di Garanzia Giovani (spiegheremo poi che cos’è) è quella di trovarsi di fronte a un imbonitore. Un Guido Angeli redivivo, un Walter Carboni, un Francesco Boni, un Roberto da Crema, uno di quegli eroi della tv del sommerso che volevano rifilarti mobili di compensato, croste da appendere in salotto, pozioni contro il capitalismo della ciccia, contro il plusvalore della cellulite. Il fatto è che qui si offre lavoro. Garanzia Giovani (Youth Guarantee) è il Piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. Con questo obiettivo sono stati previsti dei finanziamenti per i Paesi membri con tassi di disoccupazione superiori al 25%, che saranno investiti in politiche attive di orientamento, istruzione, formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (Neet - Not in Education, Employment or Training). Quel che lascia perplessi in questo Piano europeo è la qualità della comunicazione. Nello spot più istituzionale si vede un manager che vuole offrire ai giovani che non studiano e non lavorano un mestiere, un tirocinio, un apprendistato: «È un’occasione per noi imprese per formare professionisti ed essere più competitivi». Provare per credere, appunto. La campagna è promossa dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e dalle Regioni. Basta andare su Youtube per vedere un’antologia di questi spot, alcuni dei quali realizzati «in crowdsourcing» (la collaborazione a un progetto tra più utenti via Internet). In questi casi non si pretende l’eccellenza perché il messaggio ultimo è proprio quello della partecipazione, dell’afferrare un’opportunità di lavoro. Ma quelli pubblicati sul sito di Garanzia Giovani sono di rara modestia, poco più che un tutorial, una lezioncina online. Comunicano rassegnazione, precarietà, angustia; sembrano rivolgersi a speranzosi giovani degli anni 60. Lavorare bisogna, è più importante la cosa della sua parvenza, ma immaginare il futuro così sa già di rimpianto. Aldo Grasso © RIPRODUZIONE RISERVATA JUNCKER, NON SOLO GUERRA DI POLTRONE CHI LA SPUNTA DETTERÀ L’AGENDA UE ✒ La nomina o meno di Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione europea è molto più di una questione di poltrone o di un’affermazione di orgoglio nazionale. È a tutti gli effetti una scelta politica rilevante: darà il segno ai prossimi cinque anni di funzionamento dei livelli decisionali della Ue e cambierà la distribuzione dei poteri tra le sue istituzioni. In qualsiasi modo vada, promette conflitti. Alle elezioni del 25 maggio per il Parlamento di Strasburgo, le maggiori famiglie politiche europee hanno avanzato i loro Spitzenkandidaten, candidati alla presidenza della Commissione. Il Trattato di Lisbona prevede che ora il Consiglio europeo (il vertice dei capi di governo) che deciderà la nomina tenga conto del risultato elettorale: non l’obbligo di scegliere il rappresentante del partito vincitore ma l’indicazione di tenere conto del voto e della situazione politica che si è creata nel nuovo Parlamento. Se dunque verrà scelto Juncker — il candidato dei cristianodemocratici, i più votati il 25 maggio — il Parlamento otterrà un riconoscimento di centralità finora mai avuto e vedrà aumentare consi- derevolmente il suo peso. Ciò non piace a un buon numero di leader di governo, che preferirebbero mantenere più poteri possibili in capo al Consiglio. Non solo inglesi, olandesi, svedesi sono di questa opinione: probabilmente anche le incertezze iniziali di Angela Merkel sul suo amico Juncker erano mosse dal timore che il Parlamento e una Commissione da esso incoronata potessero diventare un contropotere eccessivo a quello dei governi nazionali. Juncker è pragmatico ed esperto di Europa: per molti versi la garanzia, dal punto di vista dei primi ministri, che non ci saranno drastiche redistribuzioni di poteri. Ciò nonostante, si può prevedere facilmente che tra Parlamento, Commissione e Consiglio nei prossimi anni i conflitti di potere siano destinati a moltiplicarsi. Lo stesso, d’altra parte, succederebbe se Juncker non fosse nominato e il metodo degli Spitzenkandidaten rigettato. Si tratta di scegliere la posizione di partenza per affrontare quello che sarà un lungo contenzioso. Danilo Taino @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA Marò, un negoziato senza pregiudizi Giocare sulle ambizioni dell’India di ANTONIO ARMELLINI Q uali che siano le ambiguità del suo programma — e ce ne sono — Narendra Modi ha aperto una nuova fase nella storia politica del suo Paese. Ha dimezzato il numero dei ministri e ha impresso al suo Gabinetto un’impronta di pragmatismo moderato, che ne rafforza l’immagine di leader di governo e non di lotta, lontano dalle vecchie tentazioni estremiste. È con lui che si dovrà trovare un punto di intesa: alla prova dei fatti si capirà quanto potranno pesare, rispettivamente, nazionalismo intransigente e pragmatismo, ma l’esaurimento della «carta italiana», a seguito della disfatta del clan Gandhi, apre quantomeno una prospettiva nuova. Il ministro degli Esteri è Susma Swaraj: si tratta di una personalità di primo piano nel Bjp, vicina al suo padre nobile Lk Advani, che si era contrapposta a Modi al momento della scelta del candidato a primo ministro. La sua nomina è indice di una ricomposizione del rapporto fra i due e di appoggio da parte dei «senatori» del Bjp sin qui meno inclini a subire il fascino del Rinnovatore. Punto di partenza di qualsiasi strategia negoziale è che la vicenda dei marò — che ci piaccia o meno — ha un rilievo marginale in India e l’opinione pubblica la segue distrattamente. Lo stallo rischia però di creare dei grattacapi crescenti a Delhi a livello internazionale, ed è su questo che dovremo insistere senza porre tempo in mezzo. Seguendo due binari distinti e interconnessi. Bisognerà avere ben chiaro su cosa puntare: le procedure arbitrali possono durare anni e l’esperienza in materia non incoraggia facili ottimismi. L’internazionalizzazione della controversia è ormai la linea di policy italiana: dovrà essere ribadita con fermezza, senza eccessi retorici e con solidi argomenti giuridici. La responsabilità personale di Latorre e Girone, su cui si è fondata l’azione dei giudici indiani, non avrebbe dovuto essere ammessa (ed è stato un peccato non averlo fatto a suo tempo): essi svolgevano una missione in nome e per conto dello stato DORIANO SOLINAS RISCHIO SICUREZZA, SALTA VERTICE A TORINO UN DANNO, ANCHE SE NON SAREBBE SERVITO italiano ed è a questo, e non ai singoli suoi agenti, che può essere chiesto conto e ragione dell’accaduto. Quello della responsabilità dello Stato e non personale è un punto fondamentale, che potrebbe — se riconosciuto da parte indiana — facilitare la soluzione del caso. Perché altrimenti l’ipotesi di un rientro in Italia dei nostri marò resterebbe appesa a una disponibilità di Delhi che sin qui non si è seriamente manifestata. È intorno a questi e ad altri possibili scogli procedurali o di giurisdizione, che dovrà entrare in funzione un canale di negoziato, ❜❜ Delhi vuole partecipare alle missioni Onu: un giorno potrebbe trovarsi nella stessa situazione dell’Italia riservato e tutto politico, nel quale vedere come uscire da un ginepraio che a livello tecnico-giuridico potrebbe risultare inestricabile. L’India è uno dei Paesi che forniscono più militari per missioni di pace Onu: un domani potrebbero trovarsi nella stessa nostra situazione e il precedente sarebbe assai scomodo per un Paese che, a parte l’ambizione di un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza, ama porsi come uno dei tutori della legittimità internazionale. È solo un esempio fra i tanti, che un negoziato senza riserve mentali preconcette potrebbe affrontare, facilitando un punto di incontro fra la nostra legittima aspettativa di vedere risolta una vicenda che preoccupa l’opinione pubblica, e la puntigliosa difesa indiana della propria sovranità. Ci vorranno determinazione e diplomazia per salvaguardare, nell’intreccio fra posizioni di principio, diritto internazionale e interessi umanitari, la dignità e l’autonomia di entrambi. © RIPRODUZIONE RISERVATA TRA SCIOPERI E POPULISMO La Francia delle riforme impossibili di MASSIMO NAVA «C heminots» e intermittents, più che categorie di lavoratori, stanno diventando in queste settimane la grande metafora della malattia francese, l’immagine di un Paese declinante e bloccato, incapace di riformarsi, in balia del populismo del Fronte nazionale e della drammatica crisi di leadership del partito socialista al governo e del partito gollista all’opposizione, quindi della classe dirigente nel suo insieme. Un Paese che per l’Europa sta diventando un problema non solo politico, ma anche economico, poiché la spinta populista si accompagna alla dilazione degli impegni comunitari. Mentre, ormai come ogni anno, suona l’allarme sulla spesa pubblica fuori controllo, i tentativi di riforme strutturali — peraltro mai davvero incisivi e dolorosi — cozzano contro la galassia delle corporazioni — sindacali, burocratiche, localistiche — ben aggrappate a vantaggi e privilegi. «Ogni francese vuole almeno un privilegio, è il suo modo di affermare la passione per l’uguaglianza», diceva de Gaulle. Così la Francia, anziché riformarsi, rinvia, si affida a commissioni e stati generali e ancora si compiace di un modello incompatibile con la competitività internazionale e incapace di garantire gli stessi francesi. Come del resto fa da decenni, nonostante diagnosi spietate e ricorrenti. Basti ricordare l’ammissione dell’ex premier Fillon: «Sono il primo ministro di uno Stato in fallimento». Cheminots e intermittents, ossia ferrovieri e lavoratori a part time dello spettaco- lo, tengono in ostaggio il Paese, peraltro nel pieno della stagione turistica, che è ancora una grande risorsa francese. Da quasi due settimane il traffico ferroviario è a singhiozzo, con pesanti ritardi e cancellazioni. Una ristretta minoranza, forte però di consenso e potere di blocco, si oppone al progetto di riforma del governo, apparentemente deciso ad andare avanti, sia pure con qualche concessione. In gioco, non ci sono aumenti salariali o condizioni di lavoro — argomenti su cui di solito si misura il sindacato —, bensì il tentativo di razionalizzazione di un sistema che ha accumulato 44 miliardi di debiti e che costa alla collettività un miliardo e mezzo d’interessi all’anno. Razionalizzare, nell’accezione francese pubblica, non significa tagliare posti di lavoro, ma riordinare servizi, guadagnare produttività, ridurre privilegi leggendari dei cheminots, quali la pensione a 50 anni, orari ridotti, indennità anacronistiche, viaggi per familiari e parenti, come ha denunciato la Corte dei conti che ha messo nel mirino anche altre categorie del pubblico che non pagano biglietti e bollette. Razionalizzare, nel linguaggio del governo socialista, significa almeno contenere il debito, che di questo passo salirà a 79 miliardi nel 2025, e assorbirlo in parte come debito dello Stato. Razionalizzare significa anche rendere più efficiente un sistema ferroviario che non è più un vanto della mano pubblica e che si è coperto di ridicolo per avere messo in produzione treni troppo larghi per transitare in un gran numero di stazioni. La «battaglia» degli intermittents, che compromette il calendario di concerti e spettacoli, si gioca sulla pretesa di circa 250 mila lavoratori dello spettacolo (erano centomila, ma la categoria si è allargata a varie tipologie di artigiani e professionisti) di ricevere un sussidio/salario annuale rispetto alle ore effettivamente richieste dalla produzione e dal cartellone. Anche in questo caso, la riforma non mette in discussione la particolarità della categoria (equiparata, per intenderci, ai lavoratori stagionali), ma pretende una minima riduzione del periodo d’integrazione salariale, al fine di non aumentare ulteriormente il deficit colossale del sistema di assistenza e indennità dei lavoratori. Ma gli intermittents insistono sulla loro «specificità», come sono «specifiche» o «speciali» molte altre categorie francesi, soprattutto nel pubblico impiego. Con furore ideologico o demagogico, l’estrema sinistra e l’estrema destra difendono gli scioperanti. Marine Le Pen ha denunciato il pericolo che correrebbe il servizio pubblico dei trasporti. L’opposizione gollista ha affossato la riforma delle ferrovie per affossare in realtà un governo già debolissimo. Ma anche gli oppositori per tornaconto sono ormai minoritari nella Francia che non vota più, nella Francia dei precari e dei non garantiti e dei ceti medi produttivi assediati dalle tasse, nella Francia che soffre davvero e si allontana dall’Europa. Nella Francia sull’orlo dell’esplosione, essendo un Paese che non ama le riforme, ma talvolta sa fare le rivoluzioni. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 57 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere È MEGLIO CAMBIARE IL SENATO O PIÙ SEMPLICEMENTE ABOLIRLO? Risponde Sergio Romano Non le pare che la soluzione più corretta e chiara per attuare un coerente monocameralismo sia abolire — cancellare, rottamare se si preferisce — una delle due Camere? Nella fattispecie, come si è sostenuto di tanto in tanto anche da parte di certe aree della sinistra, si tratterebbe di fare a meno del Senato. Non capisco perché un leader pervaso da salutare febbre innovatrice abbia scatenato uno strambo concorso di idee per inventare un Senato nuovo non rispondente ad alcuna necessità. È inoltre del tutto incongruo che l’iniziativa in materia di riforme costituzionali sia promossa e coordinata da un governo. Rammento la sua proposta — che avemmo occasione di discutere anni addietro nella cornice di un Festival dell’Unità — di dar vita per via elettorale a una Costituente in grado di affrontare con coerenza problemi di revisione non frammentabili in una fantasiosa ispirata all’estetica del post-moderno. Nella natura stessa del Senato — perfino nella parola — si annida la convinzione che occorra una camera «alta» di saggi e anziani, o aristocratici staccati dalle cure del mondo, preposti ad arginare o correggere gli impeti della Camera bassa. Anche per questo sarebbe preferibile avere una sola Camera. Il bello che è una tale amputazione fu già inscritta nella prospettiva delineata dal Centro di Riforma dello Stato voluto dal Pci, fecondo di idee buone e irrealizzate. Il presidente Pietro Ingrao in persona — in un’intervista a L’Espresso del 23 febbraio 1986 — perorò la causa: «Perché non PAESI EURO-LATINI dovrebbe avere luogo fra i membri dell’eurozona, vale a dire fra Paesi che hanno già raggiunto un livello d’integrazione superiore a quello degli altri. Ipotesi di unione Caro Romano, in attesa che la Comunità europea diventi una vera unica nazione (speriamo il prima possibile, anche se nutro qualche dubbio), vorrei sapere il suo pensiero su una eventuale creazione di Confederazione (su modello svizzero) dei paesi euro-latini (Francia, Spagna, Portogallo, Italia) che hanno in comune molte cose. Rappresenterebbe forse uno stimolo alle altre nazioni europee ad unirsi a queste; inoltre la nuova Confederazione euro latina avrebbe sicuramente una rappresentatività maggiore a livello internazionale e, credo, altri concreti vantaggi. Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 andare — si chiese — a una delle riforme “più decisioniste” che si possono dare oggi: e cioè a una Camera unica?». Roberto Barzanti Siena Caro Barzanti, opo avere ricevuto la sua lettera ho appreso dal Corriere del 14 giugno che anche Enrico Berlinguer, secondo Emanuele Macaluso, era favorevole al sistema monocamerale. Lo avrebbe detto, in particolare, nella sua relazione al XVI congresso del Pci che si svolse a Milano nel marzo del 1983. Ma Stefano Folli, sul Sole 24 ore del 13 giugno, ci ha ricor- D CONTRO L’ITALIA Procedura di infrazione La Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per i ritardi nei pagamenti alle imprese. A mio avviso, bisogna che ci abituiamo a rispettare i contratti: ovviamente, gli stessi devono essere redatti con la dovuta professionalità e le inadempienze contrattuali devono essere perseguite in tempi pressoché reali. Le imprese che vanno in fallimento per crediti non onorati sono tante. Infine gli investitori stranieri esitano a venire in Italia perché sanno che, da noi, i contratti non sono una cosa seria. Mario Scarbocci San Donato Milanese VENEZIA Immagini negative Venezia è su tutti i media mondiali da settimane e la foto che la rappresenta, a parte il Mose, è qualche mastodonte supertecnologico parcheggiato in Piazza San Marco. La dato che abbiamo assistito recentemente a un curioso paradosso. Quando un emendamento sulla responsabilità civile dei giudici è stato approvato da una commissione della Camera, cogliendo il governo di sorpresa, la maggioranza ha tranquillizzato i magistrati dicendo che la svista sarebbe stata corretta al Senato. Quale che sia il nostro giudizio su quell’emendamento, siamo davvero certi che la democrazia non abbia bisogno di un luogo in cui i problemi, dopo un primo voto della Camera (spesso dettato dalle emozioni del momento), possono essere affrontati a mente fredda e con maggiore distacco? Credo che il vero problema stia nella mancanza di un dibattito nazionale sulle competenze di un diverso Senato. Vi è un diffuso accordo sull’opportunità di evitare che voti la fiducia al governo, ma non mi sembra che agli italiani sia stato detto con chiarezza quali dovrebbero esserne le funzioni. Se le competenze regionali non bastano a giustificarne l’esistenza, come lei sostiene, perché non indicare espressamente le materie che dovranno essere trattate con un doppio voto? Sull’utilità di un’Assemblea Costituente, caro Barzanti, non ho cambiato idea. Ma quella proposta, quando fu suggerita, venne sempre azzoppata dal silenzio e dall’indifferenza. Oggi, d’altro canto, abbiamo un Primo ministro per cui la Costituzione non è un mostro sacro. La proposta di una Costituente in questo momento sembrerebbe a molti un diversivo per rinviare ancora una volta il momento delle riforme. pubblicità gratuita che si fanno le compagnie di navigazione è senza limiti, ma la pubblicità negativa cui Venezia è esposta, anche a causa di queste immagini, é incalcolabile. Campeggia, il mostro, su tutto: i monumenti scompaiono, il campanile sembra un pezzo di Lego abbandonato lì da qualche bambino; la Basilica di San Marco viene ingoiata da quella grossa torta multistrati che contiene una popolazione dalla quale la città viene inondata come dall’alta marea. Altro che paratie del Mose, per frenare questi arrembaggi quotidiani non basterebbe l’Everest! RIFORMA CANONE RAI Mariagrazia Gazzato Mirano (Ve) Maresco Messini, Firenze Non so se le «molte cose in comune» dei Paesi latini dell’Unione europea siano quelle che meritano maggiormente di essere conservate. La cooperazione rafforzata fra alcuni membri dell’Ue (non meno di 9) è prevista dai Trattati e potrebbe dimostrarsi utile. Ma La tua opinione su sonar.corriere.it La numero uno di Yahoo!: non è compito di una manager difendere le donne sul lavoro. Ha ragione? SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì La proposta del governo: musei gratis per i giovani sotto i 18 anni, pagheranno gli over 65. Condividete? 75 No 25 © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagamento per 9 mesi Poiché è intenzione del governo di stabilire il canone Rai secondo i redditi dei possessori di televisori, io vorrei proporre di farlo pagare per 9 mesi: da fine maggio a fine agosto tutti i programmi sono in ferie e vengono riproposte trasmissioni degli anni precedenti. Il servizio, pertanto, non è affatto annuale! Carla Nipoti [email protected] TEMA DELLA MATURITÀ Salvatore Quasimodo Stando all’anagramma, quest’anno ai candidati alla maturità c’è proprio da fare gli auguri e gli scongiuri per la prova d’esame sul poeta sinonimo di Ermetismo! Infatti, riposizionando vocali e consonanti di Salvatore Quasimodo si ottiene la frase «Quo vadis, o malasorte?»... Leone Pantaleoni [email protected] @ E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Visti da lontano di Massimo Gaggi Una Lampedusa al confine messicano I disperati che cercano di arrivare a Lampedusa o in Sicilia fuggono da guerre, persecuzioni e carestie in Africa. Rischiano la vita per attraversare il Mediterraneo su imbarcazioni stracariche di boat people. «È un problema serio che riguarda tutta l’Europa, non solo l’Italia. L’abbiamo detto ai nostri alleati della Nato. Oggi siamo concentrati sull’Est, la crisi in Ucraina, ma quella sud è la seconda frontiera della quale l’Alleanza atlantica deve occuparsi». Due settimane fa, durante la visita di Barack Obama in Europa, nel dirmi queste cose in un incontro conviviale (e quindi off the record, secondo le regole della Casa Bianca), uno dei più stretti collaboratori del presidente del Consiglio per la Sicurezza nazionale aveva, forse, in mente l’emergenza per certi versi simile che anche gli Stati Uniti devono affrontare da alcuni mesi. Gli Usa d’immigrati clandestini, soprattutto ispanici arrivati dal Messico, dai Caraibi e dall’America Latina, ne hanno tanti: almeno 11 milioni. Ormai sono parte integrante del sistema produttivo: senza di loro si fermerebbero il Texas, la Florida, l’agricoltura della California. Ma tutti i tentativi di regolarizzare la situazione sono falliti nonostante una sanatoria sia ormai richiesta, oltre che dai democratici, anche da molti conservatori (ieri l’appello di Rupert Murdoch). Ma, mentre a Washington si negozia e si litiga, alla frontiera col Messico è esplosa un’emergenza del tutto inaspettata. Dopo anni di relativa calma (effetto della recessione), è arrivata un’improvvisa ondata di disperati: a differenza dei boat people di Lampedusa, questi nuovi clandestini non fuggono da guerre e carestie ma dalle gang criminali dell’Honduras, del Salvador e del Guatemala. E L’emergenza non sono adulti, ma bambini. A volte dei bimbi accompagnati dalle madri, ma più spesso minorenni che si sono messi clandestini in viaggio da soli. Il loro Mediterraneo negli States è il Rio Grande e la prima cosa che fanno, attraversata la frontiera, è consegnarsi alla polizia: la comunità ispanica s’è convinta che sia questo il modo più sicuro per far vivere questi ragazzi negli Usa come persone libere, anche se da illegali. Il meccanismo è questo: i ragazzi scappano perché perseguitati dalle gang o nella speranza di raggiungere genitori o parenti che già vivono negli Usa. Sanno che verranno arrestati, ma anche che il governo Usa ha reso meno severe le norme sulla detenzione e l’espulsione dei minori (in realtà quelle misure riguardano solo giovani arrivati parecchi anni fa, ma nessuno ci fa caso: fa più effetto la propaganda repubblicana sulle frontiere-colabrodo di Obama). I ragazzi arrivano in massa e la polizia non sa che fare: i centri di detenzione sono già saturi e i bambini richiedono cure e una protezione particolare. Per legge possono essere rimandati indietro solo i messicani, ma non chi viene da Paesi più lontani e dovrebbe attraversare diverse frontiere. Così accade davvero che, una volta arrestati e schedati, questi ragazzi vengano dati in affidamento a chi li vuole e li conosce: cioè i loro familiari negli Usa. Prima o poi un tribunale decreterà la loro espulsione, ma intanto sono liberi negli Usa e questo attira altri ragazzi. Ingigantendo il nuovo problema sociale e i guai elettorali di Obama, in vista del voto di mid term di novembre. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Interventi & Repliche Anm: magistrati e responsabilità civile «Soltanto lo Stato, ove abbia dovuto concedere una riparazione, può richiedere l’accertamento di una responsabilità civile del giudice attraverso un’azione innanzi ad un tribunale». Non è una dichiarazione dell’Anm ma è quanto si legge nella Raccomandazione n. 12/2010 del Comitato dei Ministri agli Stati membri del Consiglio d’Europa. Purtroppo, mi accorgo che si fatica a trascinare la discussione relativa ai temi della giustizia fuori da quel clima da «derby ideologico» (l’espressione è del presidente del Consiglio), che si alimenta di una deprimente superficialità e di pregiudizi diffusi, che trasmettono, della magistratura, l’immagine di una casta conservatrice, di una corporazione privilegiata e autoprotettiva. Dunque, è mai possibile che Pierluigi Battista, nel suo articolo «Ora Vostro Onore pagate per l’errore» (Corriere, 16 giugno), possa ignorare la differenza fra azione diretta (della cui illegittimità, in realtà, pochi dubitano) e disciplina della responsabilità civile? Possibile che non colga le conseguenze paralizzanti e distorsive di un’azione civile diretta contro il magistrato, per le incompatibilità che genera e per il condizionamento che produce? Possibile che la discussione su temi così delicati e così seri – responsabilità, indipendenza, giurisdizione – tanto spesso degradi a un tifo di parte che trasforma il confronto in una rissa confusa delle idee? In questi giorni, il tema della responsabilità si intreccia con quello della riduzione dell’età pensionabile dei magistrati. Sono questioni diverse, che vanno tenute distinte. Non voglio approfondire qui l’argomento della responsabilità civile; basti ricordare che esso tocca la nostra indipendenza e attinge il cuore della giurisdizione. La riforma dell’età, invece, incide sulla buona organizzazione e sull’efficienza e dunque sulla qualità della giustizia che rendiamo ai cittadini. Qui l’indipendenza non c’entra. In realtà, l’Anm non si oppone affatto alla riduzione dell’età massima di servizio, tanto più che, nel 1992 e nel 2002, la magistratura non richiese e anzi ne criticò l’aumento. Non può, però, non mettere in guardia dai rischi di un eventuale intervento effettuato in via di urgenza, senza un’adeguata gradualità; senza considerare attentamente gli effetti che il pensionamento contemporaneo di oltre 300 o 400 magistrati produrrebbe sulla Cassazione e sui vertici degli altri uffici giudiziari; senza tenere conto, in concreto, dei tempi necessari per coprire le vacanze e ripianare gli organici; senza valutare quali sarebbero gli effetti sui processi; senza agevolare ai giovani laureati l’accesso al concorso in magistratura. Dunque, è fuori luogo ridurre tale invito alla ponderazione a una difesa corporativa, come Battista suggerisce nell’articolo del 14 giugno «Se tagliare gli stipendi e anticipare la pensione per i giudici è un attacco all’indipendenza» e come ripete nell’altro del 19 giugno «La mescolanza © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. 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Possibile che io debba ripetere ancora una volta che, invece, la magistratura associata non ha mai, dico mai, affermato che un tetto massimo alle retribuzioni, imposto per ragioni di equità sociale, sia un attentato all’indipendenza? Una magistratura che non sapesse ragionare di se stessa e cogliere le necessità di cambiamento espresse dalla società in cui opera sarebbe destinata a perdere di autorevolezza e di ruolo. Dunque, la magistratura è aperta alle riforme ma queste non possono che svolgersi nel rispetto dell’attuale assetto costituzionale della giurisdizione. La magistratura associata è meno corporativa di quanto si creda e di quanto la si voglia fare apparire e intende contribuire alle buone riforme, ma in un confronto senza pregiudizi, fuori da quella notte in cui tutte le idee, come le vacche, diventano bigie. Rodolfo Sabelli, presidente Anm Possibile che il presidente dell’Anm tenga in così palese disprezzo i princìpi della democrazia da ignorare la volontà dell’80 per cento degli italiani che si è espresso a favore della responsabilità civile dei giudici? Possibile che continui a non deplorare chi, affiliato alla sua organizzazione sindacale, ha commesso un’ingiustizia per «dolo» e «colpa grave»? Possibile che non capisca che la parola «indipendenza» andrebbe bandita quando si parla di retribuzione ed età pensionabile? Pierluigi Battista EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. 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Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. 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Il fumetto si chiamerà Django/Zorro e Personaggi I quattro ragazzi di Cambridge interpreti di «Rather Be»: il nostro non è un barocco pop sarà sceneggiato da Tarantino con lo scrittore di fumetti Matt Wagner. Il libro verrà pubblicato da Dynamite Entertainment con DC Entertainment. A Taormina Melanie Griffith: non farò più il film con Banderas DAL NOSTRO INVIATO TAORMINA — Molto provata fisicamente, arrampicata su un buonumore che non c’è, non ci può essere («vi sto annoiando?», dice a un certo punto), Melanie Griffith al Festival di Taormina cancella tutti gli appuntamenti, tranne quelli «ufficiali», a cui si presenta con una precisa richiesta: «Nessuna domanda personale». Dopo 18 anni, si è appena separata da Antonio Banderas. «Contrasti non più conciliabili» c’è scritto nell’istanza di separazione al tribunale di Los Angeles. L’unica cosa che l’attrice dice al riguardo, sfiorando il dolore privato (è il suo terzo matrimonio che va in fumo), è che di Akil, il film che doveva fare con l’ex marito, coinvolto anche come regista, «non ne so più nulla», mentre di un In ascesa Mozart (1756 – 1791). A fianco, i Clean Bandit: da sinistra, Jack Patterson (27 anni), Grace Chatto (28); Luke Patterson (21); Neil Amin-Smith (24) Musica elettronica e Mozart Doppia anima per un successo Clean Bandit, il gruppo inglese che scala le classifiche A rrivare in cima alle classifiche senza un cantante. È il caso dei Clean Bandit, il quartetto inglese di «Rather Be», la canzone più ricercata di sempre su Shazam, la più ascoltata su Spotify a maggio, 67 milioni di views su YouTube, da noi disco di platino e fra le più trasmesse in questi mesi dalle radio (è stata anche al numero 1, dati EarOne). La band ha una doppia anima musicale, classica ed elettronica, ma non ha una voce. Per «Rather Be» c’è Jess Glynne e nella nuova «Extraordinary» il featuring è di Sharna Bass: «Ci rivolgiamo ad altri, e dal vivo abbiamo due coriste che fanno anche le parti che su disco sono attribuite a voci maschili», spiegano. I quattro si sono conosciuti a Cambridge, all’università. Grace Chatto e Neil Amin-Smith, violoncellista e violinista rispettivamente, suonavano assieme in quartetto d’archi. Lei era fidanza- ta con Jack Patterson, la mente elettronica dei Clean Bandit, che ha poi coinvolto il fratello Luke alla batteria. «Qualcuno ci ha definiti musica elettronica da camera. Altri baroque-pop, anche se non abbiamo nessuna ispirazione al periodo barocco. Siamo noi a comporre quello che suoniamo, ma all’inizio usavamo le musiche di compositori classici. Mozart soprattutto, che riprendiamo in due brani del disco, e compositori più moderni e sperimentali come Shostakovich, Janácek e Xenakis», racconta Grace. La storia dei Clean Bandit inizia sei anni fa. «Jack veniva a sentire le prove del nostro quartetto e ha deciso che avrebbe voluto essere coinvolto — ricorda lei —. Non sapeva suonare uno strumento e così ha iniziato a registrarci e aggiungere beat elettronici e linee di basso alla musica classica». In «Mozart», brano che apre il loro album di debutto «New Eyes», ironizzano su chi dice che la musica elettronica è noiosa. «La canzone parla della percezione che la gente ha dell’elettronica. È vero, può essere ripetitiva. Ma non è noiosa», dicono Grace e Domani su «Io Donna» Il tenore Kaufmann: la bellezza favorisce l’opera «Troppo bello per essere il più grande tenore del mondo? All’inizio è stata dura, sembrava che la voce non contasse. Ma ora ho dimostrato abbastanza: anzi, penso che l’immagine possa attrarre più pubblico verso l’opera». Jonas Kaufmann si confessa su Io Donna, in edicola domani con il Corriere della Sera. Il tenore tedesco, 44 anni, ha stuoli di ammiratrici come se fosse una stella del rock. Alcuni critici lo considerano perfetto nei ruoli wagneriani o verdiani; è «prenotato» dai templi della lirica fino al 2021. Ma il successo si paga? «Vedo i miei figli ogni sera, ma solo su Skype». Neil. Il punto di contatto fra i due generi? «Gran parte della musica viene dalla classica, così anche la dance prende molto da quel repertorio. Non credo siano mondi così lontani. E infatti da teenager abbiamo ascoltato sia classica che pop», racconta Grace. «A partire dalle Spice Girls — ride —. E poi mi piace Gianna Nannini: io ho studiato letteratura italiana all’università, lo capisco ma non lo so parlare, e mia sorella vive a Lucca». Sono senza cantante, ma il loro progetto non comprende soltanto la musica: i videoclip sono pensati, prodotti e spesso realizzati in proprio dal gruppo. Il successo di «Rather Be»? «Se sapessimo da dove viene saremmo pronti a farne subito un’altro», sorride Neil. «Jack ha scritto la linea di synth in metropolitana sul suo computer — ricostruisce lei —. Poi ci abbiamo aggiunto il beat della batteria e il testo che è firmato da James Napier. Prima di registrarla l’abbiamo suonata in tour. La scorsa estate abbiamo partecipato a vari festival e vedevamo che piaceva: la gente al secondo ritornello la sapeva già cantare. Pensavamo che sarebbe stata un successo da top 10 in Inghilterra. Ma ora la parola successo ha preso tutto un altro significato». Andrea Laffranchi © RIPRODUZIONE RISERVATA altro, diretto da Meg Ryan, «ho appena ricevuto una mail secondo cui hanno tagliato le mie scene, ma siamo rimaste amiche». Sarà per vendetta o forse no, sbotta con una sentenza che riceve un applauso troppo facile: «Le donne sono più intelligenti degli uomini». Per il resto, Melanie si racconta con simpatia. Figlia di Tippi Hedren, dice che il film preferito di sua madre è Marnie di Hitchcock: «L’ho conosciuto, avevo 5 anni, ho il ricordo di uno strano tipo. Mi regalò una bambola col volto di mia madre dentro una scatola che sembrava una bara». Quanto a sé, Melanie, classe 1957, ha commesso un errore: «Ho cercato di farmi prendere seriamente come attrice, invece ero seria anche nelle commedie, che dovevo continuare a fare. Il thriller Pacific Heights (Uno sconosciuto alla porta) non dovevo girarlo». Dice che al tempo di Una donna in carriera, il suo film più amato, «ci provai con Harrison Ford, era così sexy e così sposato. Mi diede buca». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 La storia Spettacoli 59 italia: 51575551575557 Il regista di «Diaz» rievoca in «Bianco» la spedizione italo-francese del ‘61 che si concluse con la morte di quattro scalatori «Ore diciotto...» fiaba finanziata da tutto il cast «Bonatti, le Alpi, la tragedia Set su una sfida estrema» Vicari: non solo azione, scavo nelle coscienze L a verità su quanto successe in quei giorni la ristabilì Dino Buzzati proprio sulle pagine del Corriere della Sera. Walter Bonatti lo andò a trovare in via Solferino e gli raccontò dei giorni sul pilone centrale del Frêney, quella verticale di 750 metri a ridosso della cima del Monte Bianco che tentò di conquistare nel luglio 1961 insieme ad altri sei alpinisti, due italiani e quattro francesi. Avevano tra i 22 e i 30 anni, solo in tre tornano a casa: Bonatti, Pierre Mazeaud e Roberto Gallieni. Morì anche Andrea Oggioni, scalatore molto esperto. E amico del cuore di Bonatti che dovette fare i conti con il dolore e anche con molti veleni. «Una storia senza tempo: sette giovani che provano a sfidare i propri limiti e vengono sconfitti», dice Daniele Vicari (regista di Diaz. Non pulire questo sangue premiato alla Berlinale 2012) che si è imbarcato nell’impresa di trasformare quella storia in un film: Bianco. «Sono alpinisti ma avrebbero potuto essere astronauti, esploratori, avventurieri. Anche il luogo è astratto, quasi magico: le vette così verticali cambiano il rapporto con la superficie terrestre. È la storia di un’impossibilità, un action movie che scava nell’interiorità dei personaggi e chiama in causa sentimenti umanissimi: amicizia fraterna, coraggio, paura della morte, dolore inconsolabile». Fu anche un incontro tra culture. «Italiani e francesi uniti e pronti a dividere i meriti in anni in cui nasceva l’Europa unita». Un’opera ambiziosa per gli standard italiani, sia in termini economici — budget sui 6 milioni di euro, coproduzione della milanese Mir con la francese Aeternam, sviluppato con Rai Cinema, supporto della Valle d’Aosta Film Commission — che tecnologici. «Sarà tutto girato in montagna, in parte sui luoghi reali, in parte in altre location alpine. Una terza fase in studio: ci serve un’altezza di 15 metri, da noi non esiste. Forse utilizzeremo un palazzetto dello sport. Di sicuro faremo tutto in Italia». Alcune soluzioni arrivano da Gravity di Cuarón che ha aperto nuove strade. Autore Chi è Regista e sceneggiatore, Daniele Vicari (47) è nato a Collegiove (Rieti) I titoli «Velocità massima» (Donatello come miglior regista esordiente nel 2003); «Il mio Paese» (2007); «Diaz - Don’t Clean Up This Blood» (2012) «Gravity è costato centinaia di milioni di dollari, noi facciamo la radice quadrata… La sua sfida era l’assenza di gravità, per noi la verticalità. Sarà un po’ fantascientifico, sì. Il digitale permette cose impensabili anni fa». Ancora da definire il cast. «Tre attori italiani e quattro francesi, sto ancora facendo provini. Più che la somiglianza somatica cerco la credibilità». Di certo servirà anche una certa prestanza. «Eh sì», ride Vicari, «non sarà uno scherzo. Dovranno accettare una lunga preparazione atletica, imparare ad arrampicare. Saranno assistiti da stunt e guide, tutto sarà fatto in sicurezza, ma insomma è la storia di uomini bloccati per giorni sottozero oltre i tremila metri». Anche lui si sta preparando. Sabino di Collegiove, della roccia conosce fascino e insidie. «Arrampicavo da ragazzo. Ho presente i pericoli. La montagna, qualunque scalatore lo sa, non è né amica né nemica. Bonatti riuscì nelle sue imprese perché diventava un pezzo di quell’ambiente: neve, ghiaccio, roccia. Non sfidava mai la montagna, la faceva sua». Dopo i terribili giorni del G8 di Genova raccontati in Diaz ci si poteva espettare da lui un altro tuffo nella realtà contemporanea. «Un film difficilissimo: 140 attori, migliaia di comparse, Genova ricostruita a Bucarest, grande sforzo fisico e psichico per rappresentare la distruzione psichica e fisica. Per me è stato come ricominciare a fare cinema, ma dopo sono stato male per un anno. Incontrare il dolore delle vittime non è stato facile». Il caso Vetta Walter Bonatti (1930 – 2011), alpinista, esploratore e giornalista Lo spunto per Bianco è il libro di Marco Albino Ferrari Freney 1961. Tragedia sul Monte Bianco. Vicari ha scritto la sceneggiatura insieme a Massimo Gaudioso. «Ci ha colpito il confronto estremo e continuo con la natura e la morte. Per chi va in parete fa parte delle possibilità». Sarà un film corale, non solo su Bonatti. «Lui era il Sforzo fisico «Gli attori dovranno accettare una lunga preparazione atletica e imparare ad arrampicare» più esperto, conosceva quei luoghi come le sue tasche. Viste le condizioni — l’improvvisa bufera che li colse a novanta metri dalla cima — fece le scelte giuste, come scrisse Buzzati. Anche i francesi glielo riconobbero, lo decorarono per merito sportivo». Inizierà a girare in estate, ancora senza attori, poi con il cast. Bianco, confidano Vicari e il produttore Francesco Virga, sarà pronto nel 2015. La preparazione è lunga e accuratissima. «Stiamo cercando il metodo giusto per girare un film impossibile». Sta cercando la via migliore Vicari. Come un vero alpinista. Stefania Ulivi © RIPRODUZIONE RISERVATA PALERMO — La trama del film è un miracolo che sconvolge la routine millenaria di un polveroso ufficio fuori dal Tempo dove il destino degli esseri umani è raccolto per fascicoli. Una favola, una poesia, una storia universale. Ma il vero miracolo produttivo l’ha realizzato il regista di Ore diciotto in punto, Giuseppe Gigliorosso, artefice di un emblematico caso di «produzione indipendente italiana», come spiega dalla sua Sicilia che fa da sfondo all’opera: «Tutto finanziato da attori e tecnici, solo qualche sponsor, senza contributi pubblici o finanziamenti ministeriali, e da tanti futuri spettatori che hanno partecipato acquistando 18 centimetri di pellicola a testa al prezzo di un biglietto del cinema». Compiuto il «miracolo», il film già selezionato al Taormina Film Festival è da ieri in programmazione anche a Milano. Con un cast dove ritroviamo decine di attori siciliani. A cominciare dai protagonisti, Paride Benassai e Salvo Piparo, Roberta Murgia e la scrittrice Valentina Gebbia. Tutti impegnati a far trionfare amore e amicizia, forza delle idee e gioia di vivere, dimostrando che possono essere più potenti del Fato. Felice Cavallaro © RIPRODUZIONE RISERVATA 60 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # MondialiBrasile ITALIA 1 4-1-4-1 ✒ L'analisi Abate De Rossi 21 Candreva Marchisio Pirlo T. Motta 9 Campbell 17 Tejeda 5 Borges C.t.: Prandelli L’ A disposizione: 12 Sirigu (P), 13 Perin (P), 2 De Sciglio (ind.), 19 Bonucci, 20 Paletta, 14 Aquilani, 18 Parolo, 23 Verratti, 10 Cassano, 11 Cerci, 17 Immobile, 22 Insigne C.t.: Pinto 10 Ruiz 9 Balotelli 7 Bolanos di MARIO SCONCERTI © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 5 6 ORA PIÙ TIRI IN PORTA E PRATICITÀ Italia ha più classe, la Costa Rica più corsa. D’altra parte siamo pieni di centrocampisti proprio per rallentare la partita e tenerla in mano. Il problema verrà quando loro potranno ripartire, hanno una velocità diversa. In un campionato ideale, la Costa Rica arriverebbe a trenta punti dall’Italia, in una partita unica non sono buoni avversari perché sono bravi dove noi soffriamo di più, la rapidità. Veniamo da una bella partita contro l’Inghilterra che ha comunque evidenziato l’avarizia con cui tiriamo in porta. Il gioco dei mille passaggi toglie un po’ a tutti la voglia di concludere, c’è sempre un passaggio in più da poter fare. Oggi dovremo tirare di più, mettere ansia a una difesa che non è di ghiaccio e tende a essere emotiva. Faremo oltre il sessanta per cento di possesso palla, ma dovremo imparare in fretta anche a essere concreti. Molto dipenderà da Balotelli, che giocherà in mezzo a due avversari forti fisicamente. Il nostro gioco spesso prescinde dal centravanti e tende a fargli avere il cross quando la difesa degli altri è già schierata. Balotelli dovrà fare una partita completa, forse più alla sua maniera che in quella di Prandelli. Uscire spesso dall’area, togliere i riferimenti a Gamboa e Gonzalez, e chiudere in porta dai venti metri. Avremo problemi in difesa, specie se rimarrà fuori Barzagli. In una difesa a quattro Bonucci non è ideale, né Chiellini è l’uomo giusto per inseguire Campbell, il loro piccolo asso, un ragazzo di ventuno anni che ha appena finito di vincere il titolo in Grecia e adesso tornerà all’Arsenal. Campbell è un Cassano di vent’anni con molta più velocità. Interessantissimo. Parte da lontano, nella posizione di Messi, anche lui è mancino. Non abbiamo un marcatore adatto, andrà preso a piccole dosi, prima dai centrocampisti, poi da De Rossi, infine dal difensore. Davanti però non hanno altro, se non forti colpitori di testa (Duarte) e un’ala veloce sulla destra (Ruiz). Corrono tanto, cosa che non ci è congeniale. In compenso ci subiranno e ci aspetteranno. Rimarremo a lungo ai limiti della loro area, per questo servirà tirare di più e passare meno la palla. È una partita aperta in cui siamo favoriti, ma resta un’Italia in formazione. A me sembrerebbe la sera di Cassano o Insigne, anche Cerci. Nel finale servirà fantasia e velocità. Loro non hanno riserve all’altezza. Buona fortuna ragazzi. 8 Chiellini 15 Barzagli 5-2-3 Darmian 3 7 COSTA RICA Ore 18 4 Buffon 15 Diaz 4 Umana 3 Gonzalez 6 Duarte Il tweet del giorno Mario Balotelli @FinallyMario Se battiamo la Costa Rica voglio un bacio, ovviamente sulla guancia, dalla regina d’Inghilterra Attesa Cesare Prandelli, 56 anni, sul campo dell’Arena Pernambuco prepara la sfida con la Costa Rica (Ansa) 16 Gamboa 1 Navas A disposizione: 18 Pemberton (P), 23 Cambronero (P), 2 Acosta, 8 Myrie, 11 Barrantes, 12 Francis, 13 Granados, 14 Brenes, 19 Miller, 20 Calvo, 21 Urena, 22 Cubero Arbitro: OSSES (Cile) Tv: ore 18 Raiuno, Sky Mondiale 1 Niente scherzi DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RECIFE – Battere la Costa Rica delle meraviglie (3-1 a Cavani e C. all’esordio) per non rovinare il capolavoro di Manaus e affrontare l’Uruguay a Natal senza dover vincere a tutti i costi. La nazionale era arrivata a Mangaratiba accompagnata da non poche perplessità; l’esordio con gli inglesi, con vittoria incorporata, ha alimentato la convinzione popolare che mezzo Mondiale sia già vinto. Siccome Cesare Prandelli è nel calcio da una vita e in carriera ha avuto buoni maestri, è il primo a sapere che la Coppa del Mondo è la più esasperata delle competizioni, dove non si può sbagliare nulla e nulla va dato per scontato. Anche quando ci sono il gioco e la passione collettiva, quando un gruppo funziona, come si Costa Rica e caldo preoccupano Prandelli «È la partita più temibile, serve time-out» è visto a Manaus, servono attenzione e furore agonistico per non sciupare tutto. Rispetto alla partita con l’Inghilterra, il c.t. rimette Buffon in porta, riporta Chiellini al centro della difesa (con Barzagli, se sta come in queste ultime ore, altrimenti Bonucci), con Abate a destra e Darmian a sinistra e punta su Thiago Motta per Verratti. Uomini nuovi, ma identica idea di gioco, basata sul possesso palla, sulla gestione del ritmo partita, sulla necessità di affaticare l’avversario, portandolo a un pressing disperato, prima di affondare il colpo. Baricentro medio-basso, per non sprecare inutili energie e non farsi infilare dagli attaccanti costaricensi. E poi direzione d’orchestra affidata a Pirlo che, senza Verratti, avrà più spazio creativo, e Balotelli, pronto a sorprendere la difesa che non è irresistibile. Conterà partire bene, togliendo alla Costa Rica un po’ di entusiasmo. Ha spiegato il c.t.: «Abbiamo studiato la Costa Rica da quando siamo stati inseriti nello stesso girone al sorteggio di dicembre e lo abbiamo fatto con grande cura; è una squadra forte, organizzata, dove tutti sanno che cosa devono fare e come farlo. Ha battuto l’Uruguay non per caso, ma meritandolo. Giocano a memoria e davanti hanno tre uomini di qualità. È la partita più temibile delle tre del nostro girone». Di certo la Costa Rica è più abituata dell’Italia a giocare in queste condizioni climatiche molto particolari: «Le nazionali centro-sud americane stanno dimostrando di avere più esplosività, mentre quelle europee hanno un po’ più di resistenza. Noi abbiamo un’idea precisa del tipo di calcio che vogliamo giocare e dobbiamo insistere su questa strada, perché è questa la nostra forza, anche se in questo momento può sembrare in controtendenza». Il vero problema può essere rappresentato più ancora che dal caldo (un anno fa la situazione era peggiore in coincidenza di Italia-Giappone), dal continuo cambio di temperatura, con il prato dell’Arena Pernambuco per larghi spazi al sole. Lo ha spiegato molto bene Prandelli, alla fine di un allenamento leggero, con corse sul prato e solo torello finale, la so- luzione migliore per non intossicare i muscoli dopo tre ore e mezzo di viaggio in aereo e in attesa della battaglia delle sei di sera (italiane), le 13 brasiliane: «Quando abbiamo iniziato a correre qui, alle 13.25 c’erano 29° e il 57% di umidità; venti minuti dopo, quando le nuvole si sono aperte, il termometro era vicino ai 40° e l’umidità era salita al 70%. Ma ci siamo preparati anche a questo e non cerchiamo alibi. Semmai resto convinto che sarebbero indispensabili i time-out, anche per lo spettacolo; l’ho detto e lo ripeto, la Fifa mi sembra contraria e comunque non dipende da me». Se Blatter avesse trovato il modo di infilare gli spot pubblicitari nelle due interruzioni, i time out sarebbero stati già una certezza. Ma questa è un’altra storia. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA L’asso nella manica I brasiliani lo adorano, gli avversari lo temono. Lui si schernisce Leader Andrea Pirlo, 35 anni (Getty) Mastro Pirlo, il genio (in)compreso tardi «Non sono convinto di essere unico» da uno dei nostri inviati ALDO CAZZULLO RECIFE — I brasiliani lo chiamano Maestro Pirlo. L’Inter lo mandò a maturare nella Reggina. L’immagine del Mondiale più trasmessa in tv è la sua finta per Marchisio. Quando tornò da Reggio, l’Inter lo diede al Milan in cambio di Guglielminpietro. Dall’estero l’hanno cercato il Real Madrid, il Barcellona («Andrea devi convincerti che sei un fuoriclasse» gli disse Guardiola, in italiano), il Chelsea, e gli sceicchi del Qatar, che gli offrirono 10 milioni l’anno per 4 anni, un jet privato, «qualche Ferrari» e l’iscrizione alla scuola inglese per i figli («ma a me piace sentirli parlare italiano» obiettò. «Non c’è problema, facciamo una scuola nuova e prendiamo solo insegnanti italiani» fu la risposta). Il Milan invece gli disse che non aveva più bisogno di lui. La Costa Rica prepara un trattamento speciale, fin da Germania 2006 è Pirlo lo spauracchio degli avversari dell’Italia; però i simboli di quel Mondiale sono altri, Grosso, Materazzi, Cannavaro, che non a caso vinse il Pallone d’oro; lui al massimo è arrivato settimo. Andrea Pirlo ha dovuto attendere di compiere 35 anni per essere apprezzato appieno per quello che è: un grandissimo. Che fosse un ottimo calciatore, lo si era capito fin da quando giocava negli allievi del Brescia, e un giorno scoppiò a piangere in campo perché gli avversari lo picchiavano e i compagni, rosi dalla gelosia per il suo talento, non gli passavano la palla. Ma soltanto con il tempo, e con la sua splendida maturità nella Juve e in nazionale, è apparso chiaro a tutti che Pirlo dispone di un dono raro. Prevede il gioco. Vede le cose diversamente, e le determina. Lui lo spiega così: «Un centrocampista classico guarda avanti e vede gli attaccanti; io invece mi concentro sullo spazio tra me e loro per far passare il pallone. Più geometria che tattica». Forse Pirlo è stato compreso tardi perché lui stesso ha compreso tardi che nello sport moderno non basta parlare solo sul campo. Perché non ha mai sciolto le riserve su di sé: «Ancora oggi non sono del tutto convinto di es- sere unico». E perché nella vita è molto diverso da come appare. Ad esempio si presume che un trentacinquenne si stanchi facilmente. «Ma lo dicevano già quando ero ragazzo. Erano sviati dal mio modo di muovermi, ciondolante, fatto di piccoli passi». Si presume pure che Pirlo sia introverso, chiuso, musone. «In effetti quando vedo troppe persone intorno, tendo a emozionarmi, e a zittirmi» spiega lui. Ma quando inizia a parlare non smette più, racconta Alessandro Alciato nel libro che ha scritto con Pirlo, «Penso quindi gioco». Prima, durante e dopo la partita appare sempre corrucciato. In ritiro, però, i compagni lo temono per i suoi scherzi. Imprevedibili, perché neppure in quei momenti cambia espressione. in tv Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Le partite di ieri Le quote Snai Le partite di oggi RECIFE Girone C COLOMBIA COSTA D’AVORIO Sport 61 italia: 51575551575557 SAN PAOLO Girone D 2 1 URUGUAY INGHILTERRA 2 1 1 NATAL Girone C RECIFE Girone D SALVADOR Girone E CURITIBA Girone E GIAPPONE GRECIA ITALIA COSTA RICA ore 18 Raiuno, Sky Mondiale 1 SVIZZERA FRANCIA ore 21 Sky Mondiale 1 HONDURAS ECUADOR ore 24 Sky Mondiale 1 X 1,50 Italia – Costa Rica Svizzera – Francia 4,50 Honduras – Ecuador 2 4,00 5,50 6,75 3,50 1,80 3,85 1,60 Il protagonista Mario concentrato come non mai: nessuna polemica in un mese di lavoro Balotelli scopre la sua faccia umile «Voglio la Coppa, non essere una star» «Il Pallone d’Oro è il sogno da bimbo, ma un Mondiale vale di più» RECIFE — Balotelli is good, strepita un ragazzino brasiliano dentro la camisa di Fred, trasportandolo con il pensiero nella Seleçao. E lo aspetta all’infinito fuori dall’Arena Pernambuco, un’ostinazione che meriterebbe una sorte migliore. Balotelli is good, ripete nel suo inglese stentato sotto una cappa che ti toglie il fiato e se Mario è grande per davvero lo capiremo nel mezzogiorno di fuoco (in realtà le 13) che ci aspetta nel Nordeste (umidità variabile al 90%, temperatura percepita sopra i 38 gradi). La seconda partita è la prova del nove per l’Italia e per la nostra stella. Balotelli è nei pensieri e nei cuori di tanti. Dei brasiliani, che lo amano; dei costaricani che lo temono; di Prandelli, che lo lancia; di Galliani, che dopo il Mondiale ne valuterà il futuro; dell’Arsenal, che ci sta facendo un pensierino. Ovviamente di Fanny, la fidan- trato sull’azzurro, tanto da dire: «Il Pallone d’oro è il sogno di bambino, ma un Mondiale vale di più e vale più anche della Champions League». Così immerso dentro la sfida alla Costa Rica, da ignorare le notizie di mercato che lo riguardano. A Londra scrivono che l’Arsenal avrebbe rotto gli indugi e si sarebbe lanciato sul centravanti con una proposta da stella consacrata: 180 mila sterline alla settimana, circa 11 milioni di euro all’anno. Per il Milan, invece, sarebbero pronti 30 milioni più Joel Campbell. Per uno scherzo del destino, proprio il rivale di oggi. Nella stessa giornata Adriano Galliani ha incontrato Mino Raiola in centro a Milano: «Un incontro fortuito», spiega il manager di Balo. In realtà non c’è niente da sottolineare, se non la volontà comune di aggiornarsi dopo l’avventura in Brasile. «Non so niente di incontri, sono concentrato soltanto sul Mondiale. Quello che verrà dopo lo vedre- Gli elogi di Mou Anche Mourinho lo incorona: «Dio gli ha concesso un dono speciale per fare una carriera non bella, bellissima» Dribbling al mercato L’Arsenal offre al Milan 30 milioni più Campbell. Mario non si sbilancia: «Non so niente, penso solo all’Italia. Vedremo...» zata alla quale lui ha chiesto di sposarlo nel ritiro di Mangaratiba. Anche in quelli di José Mourinho, che dopo averlo tante volte sgridato all’Inter, ora lo incorona: «Dio gli ha concesso un dono speciale per fare una carriera non bella, ma bellissima». E Balotelli, di se stesso, che dice? «Non mi interessa essere accostato alle grandi star del Mondiale perché alla fine vince la squadra e spero che a vincere sia l’Italia». Maglietta blu d’ordinanza e il cappello portato all’incontrario come una specie di bullo. Schietto, diretto, altruista. Essenziale. Soprattutto umile. Balotelli parla per la prima volta da quando, il 19 maggio, la nazionale si è radunata a Coverciano. Dopo oltre un mese di lavoro a ridotto contenuto di polemiche (strano ma vero), il centravanti esce allo scoperto. Lo fa in una conferenza stampa ufficiale della Fifa, protetto dalla presenza rassicurante di Prandelli che ironizza con dolcezza quando il suo centravanti comincia a parlare in inglese. Sorrisi leggeri. Balo, invece, è contratto, teso, ruvido nelle risposte, in imbarazzo davanti ai cronisti che gli fanno più paura dei difensori. Però determinato, convinto, concen- mo…», il dribbling di Mario. Un tantino freddo con la società del cuore. Ma è chiaro che sia il Milan sia il giocatore sono pronti a divorziare. Appuntamento a fine luglio. Ora Balotelli suda, fatica e vola basso. «Non mi pongo obiettivi personali. Non conta quanti gol riuscirò a fare, ma quante partite riusciremo a vincere. Vorrei andare il più avanti possibile». Una feroce umiltà. Mai lo avevamo visto così. Fa persino tenerezza quando, con candore, ammette di fronte ai giornalisti della Costa Rica che del loro portiere non sa quasi niente: «Ho visto la sfida con l’Uruguay e la squadra mi ha fatto una grande impressione. Ma non esprimo giudizi sui singoli perché le partite le guardo per divertimento. Dico solo che, per batterli, dovremo dare il 200%». Prandelli lo guarda, sorride e lo pungola: «Se riesce a giocare come contro l’Inghilterra, non per il gol ma per l’intensità che ha messo, bene. Altrimenti al suo posto entrerà un altro altrettanto fresco e bravo. L’importante è che Mario sia concentrato e non pensi a gestirsi». Immobile, in panchina, è pronto. DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Barzagli favorito in difesa Buffon verso l’esordio davanti ad Alena e i figli RECIFE — (a.b.) Un altro passo in avanti. Gigi Buffon (foto) si allena e oggi dovrebbe esordire nel suo quinto Mondiale, anche se Prandelli non scioglie l’enigma. Ma il portiere ha voglia di tornare e di mettersi in gioco, di cancellare i brutti ricordi del 2010, di ristabilire le gerarchie, di far felici i figli Louis Thomas e David Lee, che stasera saranno in tribuna insieme all’ex moglie Alena Seredova. Il dubbio più grande, ora, è nel cuore della difesa. Mercoledì Barzagli sembrava fuorigioco per la tendinopatia, ieri invece si è allenato bene: salvo complicazioni scalzerà Bonucci e giocherà a fianco di Chiellini. Abate e Darmian saranno i terzini, De Rossi proteggerà Pirlo e Thiago Motta, Candreva e Marchisio assisteranno Balotelli. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Invento discorsi strampalati, prendo in giro (Pirlo non dice esattamente «in giro») tutti; ma tutti pensano che stia dicendo cose serie». La vittima preferita era Rino Gattuso. Pirlo e De Rossi gli preparavano beffe crudeli. Alla vigilia di Italia-Cipro lo «spensero» con l’estintore: pieno di schiuma, Rino inseguì Andrea per tutto l’albergo e gli diede un sacco di botte. La sera dopo lo murarono vivo in camera sbarrando la porta con i divani. Un’altra volta Pirlo si nascose nell’armadio, De Rossi sotto il letto, attesero che Gattuso si addormentasse — «era bellissimo nel suo pigiama leopardato, con la papalina in testa» — e lo svegliarono gridandogli a pieni polmoni nelle orecchie. Poi Andrea gli rubò il cellulare e si inserì nella trattativa del compagno con il Milan scrivendo al dg Ariedo Braida: «Se tu mi dai quello che ti ho chiesto, io ti do mia sorella». Un altro tormentone era il rapporto difficile di Ringhio con i congiuntivi. Un giorno a tavola Pirlo cominciò a fargli il verso. Gattuso brandì il coltello. Il giorno dopo Pirlo fece sparire i coltelli e ricomin- ciò. Gattuso lo ferì alla mano con una forchettata. Il bollettino ufficiale parlò di «affaticamento muscolare». Anche qui a Recife, e nel ritiro di Mangaratiba, Pirlo divide la camera con De Rossi. Ieri era felice perché dall’Italia è arrivata Valentina, la nuova compagna: una gioia condivisa con i commercianti locali (l’ex fidanzato Riccardo Grande Stevens ha raccontato la sua passione per lo shopping). Della dolorosa (e costosa: 55 mila euro al mese) separazione dalla moglie Deborah, madre dei suoi due figli, Pirlo parla solo con gli amici. Che non sono tanti. I suoi giudizi sul prossimo a volte sono severi. Considera Ibrahimovic «l’unico svedese cattivo, un matto a orologeria caricato come una molla dal suo procuratore Raiola». Di Il lungo addio Per il c.t. è «specie protetta» ma Andrea dopo il Mondiale è pronto a lasciare l’azzurro Alessandro Bocci Protagonista Mario Balotelli, 23 anni (Afp) Pippo Inzaghi dice sia simpatico, ma gli trova anche molti difetti. Ha votato Berlusconi (come quasi tutti gli uomini di calcio, compreso Prandelli prima di diventare amico di Renzi) ma ne critica le interferenze calcistiche, a cominciare dalla fissa per gli attaccanti («continuava a magnificarmi Huntelaar...»). Non gli è piaciuta la sparata di Cassano sulle 700 donne: «La nazionale è più importante». Non solo delle femmine: «Anche dell’Inter, del Milan, della Juve». «Se un calciatore torna nel suo club dopo che si è fatto male in azzurro, ha dei problemi. Eppure io non mi risparmierò e non mi tirerò mai indietro. Sarebbe alto tradimento». Così Pirlo è arrivato a 110 presenze, record per un centrocampista (Rivera si fermò a 60, Mazzola a 70). Per questo Prandelli, bresciano come lui, l’ha collocato «in una categoria da proteggere: il calciatore di tutti». E se davvero — come ha detto — dopo il Mondiale lascerà la nazionale, solo allora capiremo quanto Pirlo è stato importante. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Palla avvelenata L’inno non gira va forte Waka-Waka Nel Mondiale 2014 il Brasile arranca. L’organizzazione, malgrado qualche falla, tutto sommato regge. A tradire, paradossalmente, sono il calcio, con la nazionale di Felipao Scolari che fa fatica. Ma anche l’altro grande talento nazionale, la musica, non riesce a sfondare. Malgrado la presenza delle scosciatissime Jennifer Lopez e Claudia Leitte, più il rapper Pitbull, l’inno dei Mondiali, «We are one» stenta a entrare nella top ten dei dj degli stadi brasiliani. Sarà capitato anche a voi, fin dai tempi del «Zum, zum, zum» di avere una musica in testa, ma non è quella di J-Lo e compagni. Clamorosamente, al numero 1 della hitparade, a 4 anni di distanza, c’è ancora il Waka-Waka di Shakira. Lo suonano in tutti gli stadi (anche più di una volta) e ha un indice di gradimento più alto dell’inno ufficiale. Perché «We are one» non ha successo? Questione di ritmo, di intensità, del fatto che lo cantano in tre? Comunque sia, Zum, zum, zum o Waka-Waka o ti entra in testa oppure no. Come il pallone in porta, se vogliamo. r.per. © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi va avanti La situazione azzurra Tre squadre in testa con 3 punti nel gruppo D: Italia e Costa Rica (con una partita) e Uruguay (che ha però una partita in più), mentre l’Inghilterra è ferma a quota 0 con due sconfitte Non basta vincere Anche vincendo questa sera, l’Italia non avrebbe comunque la certezza della qualificazione: perdendo l’ultima partita potrebbe infatti venire raggiunta a quota 6 da Uruguay e da Costa Rica, e a quel punto conterebbe prima di tutto la differenza reti generale Inghilterra a rischio Se stasera Italia e Costa Rica dovessero pareggiare, l’Inghilterra sarebbe già eliminata: non potrebbe più raggiungere le due squadre in testa a quota 4. Avrebbe invece ancora chance se la partita di stasera non terminasse in pareggio Il regolamento La classifica dei gironi verrà stabilita in base a questi criteri 1. maggior numero di punti 2. differenza reti generale 3. maggior numero di gol segnati nelle tre partite Se, sulla base di questi tre criteri, due o più squadre sono ancora in parità, la classifica verrà definita così 1. maggior numero di punti ottenuti nello/negli scontri diretti (classifica avulsa) 2. differenza reti nello scontro diretto (negli scontri diretti) 3. maggior numero di gol segnati nello scontro diretto (negli scontri diretti) 4. sorteggio Squalifiche I giocatori che hanno ricevuto un solo cartellino giallo vedono azzerata l’ammonizione dopo i quarti di finale. Quindi tutti i giocatori affronteranno le semifinali puliti Prima, se un giocatore ha ricevuto due ammonizioni in due differenti partite è squalificato per una gara Se un giocatore è espulso per un rosso diretto o per due gialli nella stessa partita è squalificato per il match successivo, ma ci può essere un aggravamento della pena (squalifica per più gare o ammenda) e la decisione è presa dalla commissione di disciplina. Se un giocatore è squalificato nell’ultima partita della sua nazionale che viene eliminata, sconterà la squalifica nelle successive gare ufficiali 62 Sport Mondiali Brasile Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Gli avversari Cerchio magico I giocatori della Costa Rica uniti a metà campo durante l’ultimo allenamento prima della sfida per il primo posto nel girone con l’Italia: la Costa Rica sogna la promozione agli ottavi (Epa) Scommesse Snai, azzurri giù la quota Gli olandesi per fare affari Franco Fiocchini © RIPRODUZIONE RISERVATA Il c.t. Pinto: «Balotelli non ci conosce? Ci conoscerà...» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RECIFE — Chissà se i guantoni enormi del portiere Navas stasera sembreranno più piccoli. Se il passo del centravanti Campbell sarà meno deciso e scattante a fine partita. Se le convinzioni del c.t. Pinto saranno le stesse che porta in giro per il mondo da sette mesi, da quando la Costa Rica è rimasta incastrata nel gruppo della morte: «Se lo chiamano così è perché ci sono quattro squadre forti. Noi passiamo il turno, chi vuole può seguirci. Speriamo di fare meglio della partita con l’Uruguay, perché la squadra ha più fiducia e meno tensione. Noi siamo sereni anche se per voi l’effetto sorpresa è finito. Qualcun altro forse è nervoso... Dite che Balotelli non ci conosce? Io dico che almeno Prandelli sa come giochiamo. Altrimenti ci conosceranno sul campo». Questo allenatore colombiano sembra pervaso da un sacro fuoco e non è difficile intuire il carisma che esercita sui suoi giocatori. Pinto traballa solo per un attimo, tra lo stupore e la delusione, quando gli riferiscono le parole di José Mourinho: «Ripetersi dopo pochi giorni per la Costa Rica è impossibile». El Professor prende fiato: «Mi sorprende che abbia parlato così: se lui vince il mercoledì poi la domenica non può ripetersi? Per noi è proprio il contrario e le nostre aspettative sono ottime. La formazione non è ancora decisa, ma ho un piano B. Come a poker ho due tre carte buone da giocare, dobbiamo solo mettere a punto i dettagli, ma dipende anche dall’avversario. L’unica cosa si- cura è che dobbiamo correre, perché nel calcio di oggi è fondamentale». Già, la corsa: ai 30 gradi di Fortaleza contro l’Uruguay i costaricani sgambettavano allegramente anche nel finale. Ma è solo la nostra ben nota tendenza a ingigantire i pericoli o bisogna davvero aver paura della squadra che ha sorpreso Cavani e soci, battendoli in rimonta per 3-1? Una sana via di mezzo può andar bene. La Costa Rica ha segnato un gol in più degli azzurri e quindi li precede in classifica, ma non è il Brasile, anche se nelle qualificazioni ha preceduto il Messico che ha fermato i verdeoro. Perché il mondo è sempre più piccolo e la gente mormora: «Sappiamo tutto dell’Italia — dice Pinto, che i costaricani chiamano Professore — anche quanti chili pesano. Ho fatto vedere ai giocatori tutte le partite degli azzurri dal Mondiale 2006 a oggi, concentrandomi soprattutto su Pirlo». È come schiacciare un pulsante: Pinto si illumina quando si parla del campione azzurro e ammette di aver preparato un trattamento speciale per lui in mezzo al campo nel particolare 5-2-3 della sua squadra, che nasce come 5-4-1 molto compatto in fase difensiva, con Ruiz e Bolanos che lavorano sulle ali per la punta Campbell: «Sì è lui il centro di tutto il gioco, anche se abbiamo studiato bene pure De Rossi e Candreva. Pirlo è il La lezione del passato Gli azzurri hanno pagato caro certe distrazioni Quando la beffa arriva da avversari «più deboli» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RECIFE — Non sarà il Brasile campione del mondo nel 1958 (Gilmar; D. Santos, N. Santos; Zito, Bellini, Orlando; Garrincha, Didì, Vavà, Pelé, Zagallo: c.t. Feola), ma la Costa Rica merita il massimo rispetto, non soltanto per il valore della squadra, come si è visto all’esordio con l’Uruguay (3-1), ma anche perché lo dice la storia: gli azzurri contro gli avversari più deboli non sempre hanno trovato le loro giornate migliori. Ottant’anni fa, era stato tutto in discesa l’ottavo di finale di Roma, 27 maggio 1934, 7-1 agli Stati Uniti, con tripletta di Schiavio, doppietta di Mumo Orsi, gol di Ferrari e Meazza, trampolino di lancio verso i quarti di finale (ripetuti) con la Spagna, prima di battere Austria e Cecoslovacchia per arrivare al titolo. Trentadue anni dopo, era andata molto peggio nella fatal Middlesbrough, al Mondiale d’Inghilterra: 19 luglio 1966, il giorno di Italia-Corea del Nord. Agli azzurri che avevano battuto il Cile all’esordio e perso con l’Unione Sovietica nella seconda gara del girone, sarebbe bastato pareggiare. La leggenda vuole che i nordcorerani fossero reduci da tre anni di ritiro; che la squadra, prima di partire da Pyongyang, fosse stata ricevuta da Kim IlSung, che aveva ordinato: «Bisogna vincere una o due partite; per farlo dovete correre più forte degli altri e tirare con precisione» e che Valcareggi, inviato da Fabbri a osservarli nella gara con il Cile, finita peraltro 1-1, avesse scritto nella sua relazione: «Si muovono come una squadra di ridolini». Non solo, ma il c.t. Myung RaeHyun avrebbe detto, prima di scendere in campo: «Se l’Italia è quella delle prime due partite, vinciamo noi». La sconfitta era nata da una serie di congiunture funeste, dalla scelta di rivoluzionare la difesa, a quella di schierare Bulgarelli in precarie condizioni fisiche (allora non c’erano i cambi, fuori dopo mezz’ora), dall’infortunio di Burgnich agli errori sotto porta, alle tensioni interne, alle convinzioni di Edmondo Fabbri che pensava a complotti interni ed esterni. Così era arrivato il gol di Pak Doo-Ik (42’ p.t.), non un dentista, ma un caporale maggiore dell’esercito, Nord Corea Il gol di Pak Doo Ik all’Italia nel 1966 (Ansa) e la Corea del Nord diventava la prima squadra non europea o sudamericana a conquistare i quarti di un Mondiale. Mentre in Italia divampavano i processi, la Corea del Nord andava a un passo dalla semifinale, perché nel quarto con il Portogallo si era ritrovata in vantaggio 3-0, prima di essere rimontata sul 3-5. Otto anni dopo, era toccato ad Haiti, allenata da Ettore Trevisan, battezzare il Mondiale dell’Italia, a Monaco di Baviera (15 giugno 1974) e la vittoria azzurra, in rimonta (gol di Sanon), era arrivata attraverso grandi sofferenze e polemiche (il gesto di Chinaglia sostituito), con il gol di Rivera, l’autorete di Auguste e la rete di Anastasi (3-1). Nel 1982 (23 giugno), l’Italia, involuta nel gioco e di cattivo umore, non era andata oltre il pareggio (1-1) alla terza gara con il Camerun, gol di Graziani e pareggio dopo un minuto di M’Bia e nel 1990, la seconda partita (a Roma) contro gli Stati Uniti aveva costretto Zenga agli straordinari nella ripresa, dopo il gol di Giannini (11’ p.t.). C’è stata anche un’altra Corea (del Sud) nella storia dell’Italia pallonara, con l’eliminazione negli ottavi al Mondiale 2002, ma uomini, c.t. I tiri mancini Dalla Corea del Nord del ’66 alla Nuova Zelanda dell’ultimo Mondiale le sorprese negative Haiti Il gol di Sanon che dribbla Zoff nel 1974 (Ap) (Hiddink), condizioni generali, compreso il caldo di Daejeon, arbitro (Moreno, che sarebbe finito in prigione), errori azzurri davanti alla porta restano spiegazioni sufficienti a dare un senso all’eliminazione (18 giugno). L’ultimo precedente è il più inquietante, perché è storia recente: 20 giugno 2010, Italia-Nuova Zelanda 1-1, subito il gol di Shane Smeltz, poi il rigore di Iaquinta nel freddo di Nelspruit. Sembra impossibile che l’Italia, campione del mondo in carica, non riesca a battere in rimonta gli All Whites, maglie bianchissime come la nazionale inglese, alla quale si ispirano da sempre e in contrasto con quelle totalmente nere della nazionale di rugby. Il pareggio con i neozelandesi, che già erano apparsi minacciosi nella Confederations del 2009, è il prologo alla sconfitta di Ellis Park contro la Slovacchia, mentre la Nuova Zelanda, che gioca un calcio primitivo, sarà l’unica nazionale a chiudere imbattuta il Mondiale sudafricano. Fabio Monti Nuova Zelanda 2010: Smeltz beffa Marchetti (Reuters) © RIPRODUZIONE RISERVATA Macarrão Una Costa «Ricca» di convinzioni «Noi passiamo, voi provateci» O RD EM M E PR OG GRE RES SSO SO MILANO — Grandi emozioni con la Coppa del Mondo: in campo con 64 partite in un mese, e fuori con le scommesse sportive. Pronostici per tutti i gusti: dal numero dei gol totali, al girone di provenienza dei futuri campioni del mondo, passando dai nomi delle due squadre che disputeranno la finale. Solo chi non fa pronostici non sbaglia e, allora, si può provare a entrare nel mondo delle scommesse sportive. E pure delle sorprese: chi si era fidato della Spagna è già fuorigioco. «Quotata a 7, al terzo posto della nostra classifica insieme alla Germania e dietro a Brasile (4) e Argentina (5) — spiega Alberto Nassi, responsabile degli analisti-quote della Snai —. Una quota, quella degli spagnoli, che avevamo tenuta un po’ alta solo perché si gioca in Sudamerica». Molto elevata, invece, quella iniziale dell’Olanda (40) ora già scesa a 11 dopo la trionfale vittoria con la Spagna; alta era e resta quella del Belgio (25), mentre è salita da 30 a 100 quella dell’Uruguay. Molto interessante la quota iniziale del Cile (50), ma dopo la vittoria con la Spagna è scesa a 22. Il Brasile non convince del tutto, però gli scommettitori non si preoccupano più di tanto convinti che la squadra di Scolari sarà al top della condizione per la fase finale dei Mondiali. «Per noi è e resta la favorita — ammette il responsabile degli analisti-quote della Snai — anche se potrebbe essere arrivata la prima volta di una nazionale europea a trionfare in Sudamerica. L’Italia? Era a quotata a 20, ora è scesa a 12 e continua a crescere la fiducia degli scommettitori sui ragazzi di Prandelli». E pure su Mario Balotelli: molti scommettitori puntano su di lui per la combinata capocannoniere-squadra vincitrice della Coppa del Mondo: Balotelli-Brasile è quotata 100. Messi (7) è considerato dalla Snai il favorito come capocannoniere, seguito da Neymar (9). Ma bingo potrebbe davvero farlo chi all’inizio ha puntato su Van Persie che era dato a 40 o su Robben che era stato quotato a 75. giocatore più importante, il più cerebrale. Sappiamo che se sta bene può farci male con le sue punizioni e i suoi lanci. Come sappiamo che se incontriamo Buffon che le prende tutte o Balotelli che rompe gli equilibri si fa tutto complicato». «Ma noi — sintetizza efficacemente il difensore Giancarlo Gonzalez — ci stiamo giocando la vita e siamo venuti qui per dimostrare al mondo chi siamo». In Costa Rica si gioca alle 10 di mattina, la colazione coi campioni è apparecchiata: «Fiducia, sicurezza e convinzione sono i fondamenti del calcio di oggi — filosofeggia Pinto — il resto sono chiacchiere a cui non do ascolto. Quelli che dicevano che noi uscivamo al primo turno sono gli stessi che vedevano la Spagna in finale». Chiaro il concetto? Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA I cileni si selfano negli spogliatoi di LUCA BOTTURA FIGURE DA ASTRO Figuraccia dell’astrologo Riccardo Sorrentino, intervistato da Saverio Montingelli, che ha pronosticato un Italia-Costa Rica 2-1. La figuraccia non sta nel risultato ma nel fatto che, pur essendo un mago, non è riuscito a prevedere in tempo che sarebbe arrivato Montingelli e gli ha aperto ugualmente la porta. LA PAROLA ALL’ESPERTO «Io credo che la Spagna vincerà in maniera convincente» (Massimo Oddo, «Processo al Mondiale», Raiuno). FUORI STAGIONE «Chiuso per maltempo l’aeroporto di Rio de Janeiro: non è un Paese per Mondiali estivi» (Sabrina Gandolfi finge perfettamente di non sapere che in Brasile è inverno, «Dribbling», Raidue). BOCCIA PERSA «Lei non è solo presidente della Commissione Bilancio, ma è anche presidente di un’altra Commissione». «È una presidenza che conta: lo Juventus Club Camera e Senato» (Giovanna Carollo fa esercizi di renzismo carpiato con Francesco Boccia, «Talk Mattina Mondiale», RaiSport). IF YOU TRY BLACK «Impressiona la faccia di Mario Balotelli: a me sembra la faccia di uno che ha una voglia pazzesca» (Alessandro Alciato, «Copacabana Live», Sky). DIVENTARE CIECHI SELF «Il grande Cile non ha resistito e subito negli spogliatoi si sono selfati» (Giovanna Carollo, «Notti Mondiali», Raiuno). FRITTATE IRRISOLTE «Ci vuole attenzione, perché poi quando la frittata è fatta, non si risolve più» (Marcello Nicchi, «Processo al Mondiale», Raiuno). SCORRERIE «Per quanto riguarda l’arbitraggio, tutti sono bravi finché le partite si scorreno in un binario di normalità» (Marcello Nicchi, «Processo al Mondiale», Raiuno). (ha collaborato Francesco Carabelli) © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 ❜❜ Sport 63 italia: 51575551575557 Bomber Suarez segna il gol della vittoria dell’Uruguay e il suo secondo personale contro l’Inghilterra (Epa) Abbiamo sofferto, ma volevamo vincere e ora ci godiamo questo momento dopo tutte le critiche ricevute Luis Suarez, attaccante Uruguay Dispiaceri La squadra di Hodgson vicina al baratro L’Inghilterra non va Suarez re dell’Uruguay Inghilterra Marcatori: Suarez 39’ p.t.; Rooney 30’, Suarez 40’ s.t. Doppietta del Pistolero, Rooney gol triste URUGUAY (4-3-1-2): Muslera 6,5; Caceres 5, Gimenez 5,5, Godin 6,5, A. Pereira 6; Gonzalez 5,5 (Fucile s.v. 34’ s.t.), Arevalo 6, Rodriguez 6; Lodeiro 6 (Stuani s.v. 22’ s.t.); Cavani 6,5, Suarez 8 (Coates s.v. 45’ s.t.). C.t.: Tabarez 6,5 Aver forzato i tempi, forza anche il risultato: Suarez si dimostra lo spietato realizzatore che ci si aspetta. In una partita dove l’Uruguay gioca di rimessa, è sempre micidiale il senso per il gol dell’accattante del Liverpool, che non gioca una partita vera dall’11 maggio, che è stato operato il 22 al ginocchio sinistro. (A proposito di attaccanti, inquadrato più volte Ibrahimovic con il figlio in tribuna). Due gol strategici. Il primo porta avanti l’Uruguay nel primo tempo. Lodeiro innesca Cavani: il suo lob perfetto scavalca Jagielka che Suarez ha astutamente oltre- tifosi inglesi. Il «Pistolero» del Liverpool, a parte Anfield Road, per cui ha segnato 31 gol, non è molto amato. Lui risponde all’appello del maestro Tabarez con una doppietta e le mani sulle orecchie a deridere, da bad boy conclamato, i supporters inglesi. Anche Roy Hodgson, dando fiducia a Wayne Rooney, il più proficuo goleador dei Tre Leoni in attività (40 reti, con questa, in 94 presenze) viene ripagato. Ma il folletto dello United, tanto criticato, segna solo un gol in mezzo ai due del rivale e non è abbastanza. DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SAN PAOLO — L’azzardo e il premio. Oscar Tabarez lancia nella mischia Luis Suarez, il cattivo dei film western con il ginocchio in convalescenza e colpisce il bersaglio grosso. L’Uruguay rimette in piedi la qualificazione, l’Inghilterra è quasi fuori: ora dipende completamente, oltre che dal successo con la Costa Rica, da due vittorie dell’Italia. La sfida della Premier League la decide, come nel miglior copione possibile, Luis Suarez, il cattivo su cui piovono i fischi e i buu dei tempo, quando l’Uruguay, avvertendo lo sbandamento inglese si avventa costruendo in pochi minuti tre palle gol. Un corner maligno di Suarez con Hart che salva poco prima che la palla entri, poi ancora il Pistolero che sbaglia la mira da pivello, imitato pochi istanti dopo da Cavani. Perdendo i punti di riferimento, anche una partita mediocre come questa diventa divertente. Rooney ha la palla del pari, ma non angola abbastanza e Muslera si erge ad eroe nazionale. L’Inghilterra appare farraginosa, impotente, priva di idee, ma l’Uruguay smette di tentare qualsiasi sortita (Cavani fa il terzino) e sbaglia. È l’iniziativa di un difensore, Johnson, a offrire a Rooney la palla del pareggio (Caceres, che dormita). Ma c’è ancora lui, il Pistolero, in agguato, laggiù in fondo a una palla spizzicata da un Gerrard che salta con Cavani: scatto breve, destro violento. Una revolverata per la festa uruguaiana. 2 1 Uruguay passato, cabeza di precisione e vantaggio celeste. La differenza, nel calcio, sta nei particolari: Rooney di testa coglie l’incrocio dei pali. La partita della paura si decide così, sugli episodi. Non c’è una grande livello di gioco. Roy Hodgson conferma la formazione battuta dall’Italia, Tabarez, giocoforza, cambia la difesa per la squalifica di Maxi Pereira (espulso contro INGHILTERRA (4-2-3-1): Hart 6; Johnson 6,5, Cahill 5,5, Jagielka 5, Baines 6; Gerrard 5, Henderson 6 (Lambert s.v. 42’ s.t.); Sterling 5,5 (Barkley s.v. 20’ s.t.), Rooney 6,5, Welbeck 5 (Lallana s.v. 26’ s.t.); Sturridge 5. C.t.: Hodgson 5 la Costa Rica) e l’infortunio del veterano Lugano: dentro l’altro Pereira, Maxi, e Gimenez. Non ci sono i fuochi d’artificio, anche perché ci sono già stati fuori: 15 persone arrestate al Fan Fest, per aver simpaticamente lanciato dei petardi sui tifosi. Sono pochi i momenti in cui il match si accende. Di più, sicuramente, all’inizio del secondo Arbitro: Velasco Carballo (Spagna) 5,5 Ammoniti: Godin, Gerrard Recuperi: 1’ più 5’ Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Il cammino verso la Coppa GIRONE A GIRONE B GIRONE C GIRONE D GIRONE E GIRONE F GIRONE G GIRONE H Ore Data Ore Data 3-1 Spagna Olanda 1-5 Colombia Grecia Messico Camerun 1-0 Cile Australia 3-1 Brasile Messico 0-0 Australia Olanda 2-3 Camerun Croazia 0-4 Spagna Cile 0-2 Giappone Grecia 23/6 Camerun Brasile 22 23/6 Australia Spagna 18 24/6 Giappone Colombia 23/6 Croazia Messico 22 23/6 Olanda Cile 18 24/6 Grecia Data Incontro Costa Rica C. d’Avorio Giappone 2-1 Inghilterra ITALIA 1-2 Colombia 2-1 Uruguay Inghilterra 2-1 oggi oggi ITALIA Costa Rica 18 22 24/6 Costa Rica Inghilterra 22 24/6 ITALIA Uruguay 1-3 Ore Data Incontro 2-1 Iran Nigeria 0-0 Francia Honduras 3-0 Svizzera Francia 21 domani Argentina Iran 18 domani Germania oggi Honduras Ecuador 24 domani Nigeria Bosnia 24 22/6 18 25/6 Honduras Svizzera 22 25/6 Nigeria Argentina 18 18 25/6 Ecuador 22 25/6 Bosnia Iran 18 Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Brasile 4 2 1 1 0 3 1 Olanda 6 2 2 0 0 8 3 Colombia 6 2 2 0 0 5 1 Costa Rica 3 1 1 0 0 3 1 Francia 3 1 1 0 0 3 0 Argentina 3 1 1 0 0 2 1 Messico 4 2 1 1 0 1 0 Cile 6 2 2 0 0 5 1 C. d’Avorio 3 2 1 0 1 3 3 ITALIA 3 1 1 0 0 2 1 Svizzera 3 1 1 0 0 2 1 Iran 1 1 0 1 0 0 0 Croazia 3 2 1 0 1 5 3 Australia 0 2 0 0 2 3 6 Giappone 0 1 0 0 1 1 2 Uruguay 3 2 1 0 1 3 4 Ecuador 0 1 0 0 1 1 2 Nigeria 1 1 0 1 0 0 0 Camerun 0 2 0 0 2 0 5 Spagna 0 1 0 0 1 1 7 Grecia 0 1 0 0 1 0 3 Inghilterra 0 2 0 0 2 2 4 Honduras 0 1 0 0 1 0 3 Bosnia 0 1 0 0 1 1 2 4-0 Ghana Stati Uniti 1-2 22/6 Sud Corea Algeria 21 26/6 Portogallo Ghana 18 26/6 Algeria Russia 22 26/6 Stati Uniti Germania 18 26/6 Sud Corea Belgio 22 Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Germania 3 1 1 0 0 4 0 Belgio 3 1 1 0 0 2 1 Stati Uniti 3 1 1 0 0 2 1 Corea del Sud 1 1 0 1 0 1 1 Ghana 0 1 0 0 1 1 2 Russia 1 1 0 1 0 1 1 Portogallo 0 1 0 0 1 0 4 Algeria 0 1 0 0 1 1 2 7 OTTAVI DI FINALE 8 OTTAVI DI FINALE 1ª girone D - 2ª girone C 1ª girone F - 2ª girone E 1ª girone H - 2ª girone G Belo Horizonte 28/6 ore 18 Rio de Janeiro Brasilia Porto Alegre Fortaleza Recife San Paolo Salvador Le città del Mondiale 1/7 ore 22 12 QUARTI DI FINALE Fortaleza na Manaus Fortaleza 4/7 ore 22 Rio de Janeiro FINALE 3° E 4° POSTO Perdente 14 - Perdente 13 13 SEMIFINALI Vincitore 9 - Vincitore 10 Belo Horizonte 4/7 ore 18 Vincitore 5 - Vincitore 6 8/7 ore 22 Brasilia 12/7 ore 22 FINALE Vincitore 14 - Vincitore 13 Tutte le partite in diretta online su www.corriere.it Rio de Janeiro 13/7 ore 21 Salvador Vincitore 7 - Vincitore 8 5/7 ore 22 Brasilia B R A S I L E 5/7 ore 18 Cuiaba Natal Recife Brasilia Salvador Belo Horizonte 14 SEMIFINALI Vincitore 11 - Vincitore 12 San Paolo or 24 6 OTTAVI DI FINALE Vincitore 3 - Vincitore 4 dC Portogallo 1ª girone B - 2ª girone A Vincitore 1 - Vincitore 2 ea ia ss ria Ru io ge 18 Stati Uniti 5 OTTAVI DI FINALE 1/7 ore 18 Al Russia 1ª girone G - 2ª girone H 29/6 ore 22 1-1 Sud Corea Belgio 4 OTTAVI DI FINALE 11 QUARTI DI FINALE 2-1 Russia 1ª girone E - 2ª girone F 29/6 ore 18 Ore Algeria 22/6 3 OTTAVI DI FINALE 30/6 ore 22 Incontro Belgio 21 1ª girone C - 2ª girone D 10 QUARTI DI FINALE Data Ghana 2 OTTAVI DI FINALE 30/6 ore 18 Su Portogallo 1ª girone A - 2ª girone B 28/6 ore 22 lg ti Ore Germania 1 OTTAVI DI FINALE 9 QUARTI DI FINALE Be a ni an iU St 2-1 P G V N P F S at llo Incontro Ecuador Classifica Gh ia ga an Data Svizzera Francia Bosnia rto rm Ge Ore Argentina Po n ria Ni ge ia Bo Ira sn in a as nt ur ge nd Ho Incontro Ar r cia Fr an do a Data Uruguay C. d’Avorio Ec Sv Ore 3-0 C. d’Avorio ua izz AL In IT ilt gh er IA ra ica er y aR ua Co Ur Ore Croazia st ne Incontro Brasile ug rio C. Gi d’A ap vo po ia a m Gr lo Co Au Incontro ec bi lia le st ra Ci da na an ag Sp Ca Incontro Ol o m er sic zia oa as Cr Br Data un O es E SSSS M GR ile O RD E M E PRO 9/7 ore 22 S U D A M E R I C A San Paolo Curitiba Rio de Janeiro Porto Alegre CORRIERE DELLA SERA italia: 51575551575557 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera © 2014 McDonald’s. Immagini puramente dimostrative. Nei ristoranti aderenti. Offerte non cumulabili con altre iniziative e/o promozioni in corso. Fino a esaurimento scorte. 64 DOMANI VIENI A TROVARCI, ABBIAMO UN REGALO PER TE. Offerta valida il giorno dopo la partita dell’Italia. A fronte dell’acquisto di due menu tra McMenu®, McMenu® Classic e Menu Insalata, il menu a prezzo inferiore è in omaggio. Offerta valida il giorno dopo la partita dell’Italia per una bibita 0,25L à la carte in omaggio a persona. Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Sport 65 italia: 51575551575557 # Mondiali Brasile Il naufragio Il personaggio Grinta e cuore Così Sampaoli fa volare il Cile La curiosità Honduras Ecuador e le panchine incrociate DA UNO DEI NOSTRI INVIATI DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SALVADOR — Sono colombiani, si sono scambiati le panchine, sono amici e oggi si incontrano in un Honduras-Ecuador che, come dicono nei due Paesi con misura, è «questione di vita o morte». Luis Fernando Suarez, 54 anni, di Medellin, è il c.t. dell’Honduras dal 2011, ma tra il 2004 e il 2010 è stato boss dell’Ecuador. Non un tecnico qualsiasi, perché nel 2006 ha ottenuto il miglior risultato al Mondiale della storia della Tri (che sta per Tricolor): 25 giugno 2006, Stoccarda, ottavi di finale con l’Inghilterra, 0-1, decide una punizione magistrale di Beckham. Reinaldo Rueda Rovera, 57 anni, di Cali, allena l’Ecuador, ma dal 2006 al 2010 è stato sulla panchina dell’Honduras, riportandolo ai Mondiali in Sudafrica dopo 28 anni e diventando a furor di popolo «personaggio dell’anno». Quando Suarez, caduto in disgrazia, lasciò l’Ecuador nel 2010, ci fu un interregno di Sixto Vizuete. Costui era ecuadoregno, ma saltò poco dopo per fare spazio a Rueda. Da quelle parti, a quanto pare, se non sono colombiani non li vogliono. All’epoca del sorteggio Luis e Reinaldo si misero a ridere. «È da allora che pensiamo a questa partita, anche se l’avremmo evitata volentieri» dice Rueda. «In Ecuador sono cresciuto come persona. Insieme abbiamo fatto grandi cose, li ricorderò per sempre», sorride Suarez. Che poi, sportivo, aggiunge: «La Tri gioca meglio adesso di quando c’era io». Qui però finiscono i violini e inizia la partita. Che, lasciando stare vita e morte, è decisiva perché entrambe partono da zero: i Catrachos (dal generale eroe Florencio Xatruch) le hanno prese sonore dalla Francia, l’Ecuador è caduto all’ultimo secondo con la Svizzera e pare favorito, anche se ha impiegato 8 ore in pullman per arrivare a Curitiba per problemi all’aeroporto. Gli amici honduregni sono pronti ad approfittarne. al.p. © RIPRODUZIONE RISERVATA Curitiba, ore 24 Honduras Ecuador (4-4-2) 18 Villadares 21 Beckeles 5 Bernardez 3 Figueroa 7 Izaguirre 17 Najar 12 Delgado 19 Garrido 15 Espinoza 11 Bengtson 13 Costly (4-4-2) 22 Dominguez 4 Paredes 3 Erazo 2 Guagua 10 W. Ayovi 16 A. Valencia 23 Gruezo 6 Noboa 7 Montero 11 Caicedo 13 E. Valencia Arbitro: WILLIAMS (Australia) Tv: ore 24 Sky Mondiale 1 Fine dei giochi Sergio Busquets disperato dopo la sconfitta con il Cile che ha eliminato la Spagna: è l’immagine simbolo del fallimento (Action Images) Età, usura, pancia piena Nel futuro c’è Guardiola La Spagna aspetta il Pep per il Mondiale 2018 DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RIO DE JANEIRO — «Non mi sarei immaginato di essere fuori dal Mondiale dopo due partite». Il pensiero di Vicente Del Bosque, anche se il girone della Spagna era molto impegnativo, era quello di (quasi) tutti. Mai la squadra campione in carica aveva perduto le prime due partite. Il risultato è davanti agli occhi: eliminazione, 2 sconfitte, 7 gol subiti e uno solo segnato. Una sensazione di smarrimento, in campo e fuori. Tanto che il c.t. spagnolo, a fine gara, stava per salire sul pullman del Cile. Lo ha «salvato» un volontario della Fifa. Del Bosque pensava al futuro. Come ricostruire? E, soprattutto: sono io l’uomo giusto per farlo? Vicente è stanco, ma il presidente della Federazione, Angel Maria Villar, vorrebbe che tenesse fede al suo contratto, fino al 2016. Il tempo giusto per vedere il matrimonio tra Bayern Monaco e Guardiola e, in caso di divorzio, proporre a Pep il Mondiale 2018. Del Bosque Ovvero, la riconoscenza. Il c.t. non ha mollato il gruppo che dal 2008 gli ha fatto vincere due Europei, il Mondiale, 81 partite su 100. Ha fatto come Lippi a Sudafrica 2010. Nessuno ha criticato apertamente le sue convocazioni, ma ora, dopo il «fracaso», dicono tutti che ha portato tre centravanti (Diego Costa, Torres e Villa) e un solo esterno d’attacco (Pedro); che non ha dato abbastanza spazio al «cholismo» (Juanfran in panchina, Koke dentro solo sul 2-0 per il Cile); che si è fidato di Casillas (156 presenze) e Xavi (133) che uscivano da una stagione difficile. «Siamo stati troppo lenti e timidi — ha commentato —. Non è tempo di decisioni immediate, ma i risultati hanno sempre conseguenze». Diego Costa Ovvero, l’identità. Il brasiliano naturalizzato spagnolo è sembrato uno straniero, ma di passaporto calcistico. Tolto dal gioco di Simeone, non ha saputo cosa fare. Non ha retto la pressione del suo Paese d’origine, che lo ha fischiato e odiato. Non ha dato nemmeno un decimo di quello che ha dato all’Atletico Madrid. Problemi fisici, ma ancor di più tattici. Se ne è andato dal Mondiale dicendo: «Vedo il mio futuro più nel Chelsea (che pagherà la clausola rescissoria ndr) che nell’Atletico». Non è sembrato devastato dal flop, lui che non aveva vissuto l’età dell’oro. Titoli assolutori Sotto choc, ma lucida, la stampa spagnola. «La fine» ha titolato, in stile cinematografico, Marca. E As (sotto) ha salutato i campioni in carica con lo strillo di copertina: «È stato bello finché è durato». Casillas Ovvero, l’età. Dove l’età calcistica è più importante della carta d’identità. Casillas non è vecchio: ha compiuto da poco 33 anni. Però ha iniziato giovanissimo e, come Xavi, pronto a firmare con i qatarioti del Al Arabi, sembra usurato. Non lo ha aiutato, con Mourinho e Ancelotti, l’alternanza con Diego Lopez. Ha rischiato di far perdere la finale di Champions al Real, ha sbagliato sia contro l’Olanda che contro il Cile. Come Del Bosque, potrebbe fare un passo indietro. Per ora, da persona limpida, ha chiesto scusa ai tifosi «perché non abbiamo saputo trasformare in realtà il loro sogno». Detto da uno che ha fatto vincere tutto alla Spagna. Sergio Ramos Ovvero, la stagione. Il discorso vale anche per Casillas e Xabi Alonso, tra i peggiori. Può essere che la conquista della «decima» Champions li abbia spenti? E che la lunga lotta nella Liga abbia tolto energie ai giocatori di Barcellona e Atletico? Possibile. Ma Alexis Sanchez, nel Cile, andava come un treno. «Non credo sia la fine di un ciclo — ha detto Ramos — e comunque questo gruppo merita rispetto». La Spagna è campione in carica Under 21: Koke, Isco, Thiago Alcantara, Rafinha, Illarramendi, Morata, Jesé, Deulofeu, De Gea. C’è un bel serbatoio di giovani dal quale ripartire. Xabi Alonso e Iniesta Ovvero, il gruppo. «Non avevamo fame né allegria» (Xabi Alonso). «Non è stato un problema di mancanza di fame» (Iniesta). Poteva finire in un altro modo? RIO DE JANEIRO — «Penso che l’unico modo per avere successo sia riportare i calciatori a una forma che mischia professionalità e dilettantismo, dove l’amore per la maglia e il piacere di giocare siano più importanti degli obblighi. Quando ci si riesce, in questa società individualista, si ottiene qualcosa di speciale». Il neoprimitivismo di Jorge Sampaoli, argentino di Casilda (Santa Fe), 54 anni, ex cassiere nel Banco de la Provincia quando allenare non bastava per arrivare a fine mese, è perfetto per il Cile, la sorpresa del Mondiale che ha eliminato la Spagna. Il Cile, in campo, è un gruppo compatto, con alcuni giocatori più bravi degli altri (Vidal, Sanchez e Edu Vargas, quando è lontano da Mazzarri), ma nessuna stella che non lavora per il collettivo. Un mix tra talento, impegno e retorica, che si può ritrovare nell’ormai famosissimo filmato dei minatori che rimasero imprigionati per 69 giorni sottoterra e che hanno mescolato Agitato Sampaoli, 54 anni tifo, passione e business nello spot del Banco de Chile, uno degli sponsor della Roja. Sampaoli ha un padre calcistico, Bielsa, e ha avuto un padre vero, Rodalgo, poliziotto, morto per un cancro al polmone, del quale porta sempre con sé in panchina una fotografia. Come l’Olanda di Louis Van Gaal ha messo nel sacco la Spagna con il 3-4-3, ma non ha copiato nulla: è il suo credo. Calcio offensivo squadra sempre corta, pressing, raddoppi. Sampaoli non si ferma davanti a nulla. Quando allenava gli amatori dell’Atletico Belgrano, nella Liga Casildense, trovò il modo di dare disposizioni alla squadra anche se, squalificato, non gli era stato permesso l’ingresso alla stadio: salì su un albero e si mise a urlare. La foto finì su La Capital de Rosario e Eduardo Lopez, presidente del Newell’s Old Boys, decise di affidargli la squadra «satellite» dell’Argentino. Partito dal basso — aveva interrotto la carriera di giocatore per una frattura di tibia e perone a 16 anni — Sampaoli ha girato il Sudamerica. Argentina, Perù, Ecuador e Cile, dove ha trovato il successo all’Universidad de Chile. Poi la nazionale, per prendere l’eredità del suo idolo, Bielsa. Gli ottavi sono già conquistati, resta la partita contro l’Olanda per cercare di evitare il Brasile. Ma senza timore. Come dicono i minatori nello spot: «Per un cileno niente è impossibile e il gruppo della morte non ci fa paura perché noi, la morte, l’abbiamo già battuta». l.v. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA I sudamericani La Costa d’Avorio di Drogba (in campo solo 45’) affondata dai «cafeteros» di Rodriguez e Cuadrado Lo show di Gervinho non incanta la Colombia BRASILIA — La Colombia ipoteca il passaggio del turno con la seconda vittoria nel girone C, dal quale usciranno i possibili avversari dell’Italia agli ottavi. Batte la Costa d’Avorio di Gervinho — che resta comunque in corsa con tre punti — e conferma una tradizione che risale al Mondiale italiano: è dal 1990 che una squadra africana non batte una sudamericana. Fu quando il Camerun fermò proprio la corsa della Colombia, la generazione di Valderrama e Asprilla. I «cafeteros» avanzano ora nella Copa brasiliana con la legittima aspirazione di superare i risultati dei predecessori: dopo l’impresa del Cile contro la Spagna, il fattore geografico e il gran tifo sugli spalti continuano a fare la differenza per le squadre del subcontinente. Ieri il Mané Garrincha di Brasilia, come in precedenza Belo Horizonte, era un unico mare di magliette gialle: oltre a chi aveva il biglietto in tasca, altre mi- gliaia di colombiani hanno assistito alla partita nelle strade della capitale brasiliana. Cinque gol in due partite e appena uno subito, è la marcia finora della Colombia. Ben disposta in campo, la squadra riesce a esaltare le doti del suo attac- co veloce e fantasioso, al quale finora non è mancato l’astro Falcao Garcia, fuori dal Mondiale per infortunio. La crescita del giovane James Rodriguez, compagno di Falcao nel Monaco, è la chiave dei due successi, insieme alle giocate pericolose di Cuadrado. Gli ivoLacrime Serey Dié piange durante gli inni: la sua foto ha fatto il giro del mondo «Ho ripensato a mio padre morto nel 2004» (Reuters) riani hanno mostrato ieri i difetti di sempre delle africane: alla forza fisica e velocità manca sempre un pizzico di opportunismo. Drogba, che ha giocato appena un tempo, non è più quello di una volta. Gervinho ha fatto un gran gol, in slalom tra la difesa della Colombia, ma in tante altre occasioni ha tenuto troppo palla, perdendola. C’è poi stato il pianto di Serey Dié, che ha fatto il giro del mondo via social network: «Ho ripensato alla mia vita, che è sempre stata difficile, e a mio padre morto nel 2004 e sono stato sopraffatto dall’emozione». I due gol della vittoria cafetera sono venuti da un gran colpo di testa di James Rodriguez, che ha superato in elevazione Drogba su calcio d’angolo, e da uno svarione del centrocampo ivoriano: la ripartenza della Colombia è stata fulminante, fino alla conclusione di Quintero. Rocco Cotroneo © RIPRODUZIONE RISERVATA Colombia Costa d’Avorio 2 1 Marcatori: J. Rodriguez 19’, Quintero 25’, Gervinho 28’ s.t. COLOMBIA (4-2-3-1): Ospina 7; Zapata 6, Yepes 6,5; Armero 7 (Arias 7 27’ s.t.), Zuniga 7; Sanchez 6,5, Aguilar 6 (Mejia 6 34’ s.t.); J. Rodriguez 8, Cuadrado 8, Ibarbo 6 (Quintero 7,5 8’ s.t.); Gutierrez 6. C.t: Pekerman 7 COSTA D’AVORIO (4-3-3): Barry 5,5; Boka 5, Zokora 5,5, Bamba 6, Aurier 6; Tiote 6,5, Toure 7, Serey 5 (Bolly 6 28’ s.t.); Gervinho 7, Bony 5 (Drogba 5 15’ s.t.), Gradel 5 (Kalou 6 22’ s.t. ). C.t.: Lamouchi 5,5 Arbitro: Webb (Inghilterra) 7,5 Ammoniti: Zokora, Tiote Recuperi: 2’ più 4’ 66 Sport Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Mondiali Brasile Sfida europea Salvador, ore 21 Gruppo A Mandzukic doppietta, Croazia ok Camerun out MANAUS — Poker Croazia, Camerun a casa. Dopo l’immeritata sconfitta con il Brasile nella partita inaugurale, i croati si rilanciano rifilando 4 gol a un Camerun in totale confusione. La partita è durata di fatto 40 minuti, periodo in cui la squadra di Nico Kovac passa in vantaggio con Olic (11’, in conclusione di una progressione di Srna) e sfrutta l’autentica follia di Song che stende Mandzukic con una gomitata alla schiena e viene espulso. Con gli africani in inferiorità numerica, la Croazia dilaga. A inizio ripresa, Perisic raddoppia, infilando Itandje in diagonale dopo una galoppata sulla sinistra. Poi sale in cattedra Mandzukic: è dell’attaccante del Bayern Monaco la doppietta che chiude i giochi in 11 minuti. Al 17’ di testa e al 28’ con un tap-in sotto porta. La Croazia sale così a tre punti in classifica, a una lunghezza da Brasile e Messico, e resta in corsa per il passaggio agli ottavi di finale. Decisivo per tagliare il traguardo della qualificazione sarà lo spareggio dell’ultimo turno con il Messico, visto che appare assai improbabile un passo falso dei padroni di casa contro il Camerun. Per i Leoni indomabili, privi di Eto’o, si chiude così anticipatamente un Mondiale iniziato male, per le discussioni con la Federcalcio sui premi e il rifiuto di partire per il Brasile, e conclusosi peggio sul campo. Bilancio: due partite, due sconfitte, zero gol fatti e 5 subiti e litigi assortiti tra i giocatori. Peggio di così proprio non si poteva fare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Camerun Croazia 0 4 Marcatori: Olic 11’ p.t.; Perisic 3’, Mandzukic 17’ e 28’ s.t. CAMERUN (4-5-1): Itanjde 4; Mbia 5, Chedjou 4,5 (Nounkeu 5 1’ s.t.), Nkoulou 5, Assou Ekotto 4,5; Choupo-Moting 5,5 (Salli s.v. 30’ s.t.), Song 4, Matip 5,5, Enoh 5, Moukandjo 5; Aboubakar 5,5 (Webo s.v. 25’ s.t.). C.t.: Finke 5 CROAZIA (4-4-1-1): Pletikosa 6; Srna 6, Corluka 6, Lovren 6, Pranjic 6; Perisic 6,5 (Rebic s.v. 33’ s.t.), Modric 6,5, Rakitic 6,5, Olic 7 (Eduardo 6,5 24’ s.t.); Sammir 6 (Kovacic s.v. 27’ s.t.), Mandzukic 7,5. C.t.: Kovac 7 Arbitro: Proença (Portogallo) 6 Espulso: Song 40’ Ammonito: Edoardo Recuperi: 1’ più 2’ Svizzera Francia (4-2-3-1) 1 Benaglio 2 Lichtsteiner 20 Djourou 5 Von Bergen 13 R. Rodriguez 8 Inler 11 Behrami 23 Shaquiri 10 Xhaka 14 Stocker 19 Drmic (4-3-3) 1 Lloris 2 Debuchy 4 Varane 5 Sakho 3 Evra 19 Pogba 6 Cabaye 14 Matuidi 8 Valbuena 10 Benzema 11 Griezman Arbitro: KUIPERS (Olanda) Tv: ore 21 Sky Mondiale 1 Esperto Ottmar Hitzfeld, 65 anni, attorniato dai suoi giocatori. Il tecnico tedesco, che ha vinto due Champions (Borussia Dortmund ‘97 e Bayern Monaco ‘01) guida la Svizzera dal 2008 (Afp) DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SALVADOR – Quando a febbraio in Svizzera imperversava il dibattito sul referendum (poi passato) sulla limitazione della circolazione dei lavoratori stranieri, molti fecero notare il paradosso: con il blocco delle frontiere in atto, solamente tre degli undici titolari di quei giorni avrebbero giocato ancora nella nazionale di calcio. Una squadra così mutilata non avrebbe potuto contare sui gol di Admir Mehmedi (macedone) e Haris Seferovic (bosniaco) nel match di esordio al M o n d i a l e v i n to 2 - 1 c o n l’Ecuador. Una squadra simile, anzi, al Mondiale forse non sarebbe mai arrivata. Gruppo cosmopolita fondato sull’integrazione, la Nati (da National) è così il luogo dove la contraddizione di un Paese viene superata: «Noi siamo una cosa sola e giochiamo tutti per la Svizzera», spiega Gokhan Inler, centrocampista del Napoli, svizzero con genitori turchi e una partita giocata Il personaggio La multinazionale svizzera ha in testa un’idea meravigliosa Allenatore tedesco e 8 titolari su 11 figli di immigrati con la Turchia Under 21 nel 2006 prima di scegliere la Nati. Il suo socio di mediana, qui e nel Napoli, è il kosovaro Valon Behrami; macedone/albanese è il terzo napoletano in rosa, Blerim Dzemaili; e kosovaro/ haqiri, albanese è Xherdan Shaqiri, ayern ala-trequartista del Bayern Monaco, probabilmente il più forte di un gruppo in cui si no rasparpagliano e si fondono roate, dici spagnole, cilene, croate, unque? serbe, capoverdiane. Dunque? ma, diDunque nessun problema, ce Inler: «Più della metà di noi da gesono immigrati di seconda me me, nerazione. Alcuni, come a, altri sono cresciuti in Svizzera, no. Ma a noi interessa solo la squadra». Anche la guida tecnica non è svizzera, affidata da sei anni al mitico Ottmar Hitzfeld, tedesco che ha vinto due Champions League con Borussia Dortmund (1997) e Bayern Monaco (2001) e che dopo la deludente Coppa 2010 (vittoTalento Paul Pogba, 21 anni, centrocampista della Francia e della Juventus, è uno dei talenti più promettenti dei Bleus. Con la maglia della sua nazionale ha giocato 12 partite e segnato due gol (Reuters) ria con la Spagna ma eliminazione al primo turno con Cile e Honduras, avversario anche qui il 25 giugno) ha riplasmato il gruppo fino a portarlo al sesto posto nel ranking mondiale. Presupposti forti, che la vittoria di Brasilia con l’Ecuador ha rafforzato proprio per il modo in cui è stata raggiunta, in extremis, al 93’. «Vittoria da giovani e affamati», l’ha descritta Haris Seferovic, il 22enne match winner, con Xhaka e Ricardo Rodriguez uno dei tre svizzeri campioni del mondo Under 17 nel 2009 presenti in Brasile. Il test vero arriva però oggi contro la Francia, un’altra nazionale che ha costruito la sua recente storia gloriosa sulla eterogeneità etnica. I Bleus sembrano favoriti e la solida ouverture con l’Honduras ha fatto vedere un bel potenziale nonostante l’assenza di Franck Ribéry, rimasto a casa infortunato. «Per la prima volta in vita mia faccio fatica a trovare un loro punto debole», ha confessato preoccupato al sito Fifa l’assistente di Hiztfeld, Michael Pont. La sfida vedrà un 4-2-3-1 svizzero con Shaquiri, Xhaka e Mehmedi dietro uno fra Drmic (17 gol in Bundesliga con il Norimberga, ma esordio così così) e Seferovic contro il 4-3-3 di Didier Deschamps, il cui faro offensivo è Benzema, un sottovalutato finalmente diventato leader, appoggiato dal movimento fra le linee di Valbuena e Griez Griezman e sostenuto da un trio me mediano di grande impatto tecni tecnico e atletico composto da Pog Pogba, Cabaye e Matuidi. Tutti el elementi per un grande match, che avrà anche un valore dop doppio: vincere e ipotecare il pr primo posto nel girone può vo voler dire evitare la collisione ccon l’Argentina e Lionel Messi n negli ottavi. Non è poco per chi vuole andare lontano. Alessandro Pasini © RIPRODUZIONE RISERVATA Paziente, gentile con i tifosi, legge libri sull’Islam Paul, il giocoliere saggio «Sono qui per vincere» Pogba: «Ligio alla tattica,, se vale la finale» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SALVADOR — Ha smesso di piovere. Il pullman della Francia parcheggia lentamente sotto due palme. I bambini corrono a piedi nudi dentro le pozzanghere e urlano eccitati, felici. Il pullman ha i vetri oscurati ma s’intravede lo stesso la sagoma di Paul Pogba che risponde alle feste e fa ciao con la mano. È l’unico. Didier Deschamps, l’allenatore, scende e fila diritto dentro l’albergo. I suoi, dietro. Quelli con gli occhiali da sole, certi con le cuffie, Patrice Evra cammina leggendo sull’Ipad. Pogba si ferma. Inizia a firmare autografi. Un bambino gli chiede di mettere la firma su una bandiera del Brasile. E Pogba lì, paziente, carino, gentile. Se si esclude (forse) Karim Benzema, a 21 anni Pogba è il giocatore più famoso della squadra francese. E se si esclude Neymar, il più costoso calciatore di questi mondiali. Il Psg ha o avrebbe offerto alla Juventus una cifra vicina ai 78 milioni di euro. Per Mino Raiola, il suo agente, una cifra congrua. Tira fuori paragoni colti: un quadro di Monet, un’opera di Salvador Dalì. Per Andrea Agnelli, incerto se tenere o cedere, è una vertigine. orno l’hanno filmato mentre L’altro giorno palleggiava in mezzo al campo d’allenamento con Mathieu Valbuena (questo Valcamente, una foca); comunque buena, praticamente, ene perché Pogba è soprannos’è capito bene olpo»: gambe lunghe che vanminato «il polpo»: no incontro al pallone, le torsioni irregolari del bacino, le braccia che cercano equilito il pallone incollato al piede brio, e subito destro, poi al sinistro, tocco sotto, a effetto, e pallone chee vola in alto, per atterrare, doscia. cile, sulla coscia. one sull’erba. Stop. Pallone Risate. Il video haa fatto il giro del pianeta. vviamente, non guasta. Il che, ovviamente, Specie se seii uno che dice: «Sono qui per vincere i mondiali». A suo modo spiazzante, lucido, determinato. L’ultimo della «generazione Banlieu» dine Zidane, Thierry (dopo Zinedine n Thuram): i genitori, Henry, Lilian pararsi, lo iscrivono prima di separarsi, alla scuola calcio del Roissyen-Brie. Poi,, comincia a scalare: Torcy, Le Havre, Maned. chester United. Ad Alex Ferguson piace, ma non troppo. Ha forza fisica, contrasto, il dono di giocare co con la testa alta, il problemino di non dare m mai via il pallone prima del sesto tocco. Tro Troppo. Un pomeriggio ffu tutto chiaro. Ferguson fischia e interrompe l’allenamento. Giocatori in silenzio. Ferguson: «Paul, senti: il pallone non te lo sei portato da ccasa. Te l’ho dato io per giocarci con i tuoi ccompagni». Pogba: «Okay ok okay, va bene…». Ferguson: «No. V Va male. Vai pure a farti la doccia». Qualche mese do dopo, agosto 2012, Pogba finì alla Juve, a pa parametro zero. Scrissero che il giocatore si ffosse sentito chiuso dal ritorno in squadra di Paul Scholes, ma è una teoria debole: debole la verità è che Pogba vuole fare carriera, vuole vincere. La Juve è stata una grossa opportunità, op la Francia — qui — una possibile possibil occasione. Deschamps gli chiede di stare dentro i meccanismi d di una squadra giovane e imprevista. Senza molti dei migliori calciator calciatori francesi. Senza Franck Ribery, in infortunato. «Nella Juve ho maggi maggiore libertà di movimento. Ma se per arrivare in finale serve che io sia più attento alla tattica, va bene, starò attento». Parla con c la ragionevolezza di un ex cal calciatore, legge libri sull’Islam, è ffidanzato con una ragazza francese che non fa né l’attrice né la mode modella. Ora i bam bambini brasiliani si mettono in circolo e gli chiedono una foto. Lui allun allunga le braccia e li prende tutti. Esce Eli Eliaquim Mangala: «Paul, dai, c’è la riunione tecnica…». Fabrizio Roncone © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 Sport 67 italia: 51575551575557 Anno sabbatico per la Kostner Vela, Esimit sbanca la Giraglia Superbike show a Misano «Cari amici, ho deciso di non gareggiare questa stagione e di dedicarmi agli spettacoli, all’Università e ai miei amici». Con queste parole postate sul suo profilo Facebook, Carolina Kostner annuncia l’intenzione di non partecipare alle gare per la prossima stagione. Un anno sabbatico: «Desidero imparare cos’è la vita» ha detto il bronzo di Sochi. Alle 12,35 di ieri Esimit Europa 2 di Igor Simcic ha tagliato la linea d’arrivo, al largo di Monaco, della regata d’altura della Giraglia. Esimit ha vinto in 24 ore, 35 minuti e 56 secondi. L’imbarcazione, un Reichel Pugh di 100 piedi (30 m) — skipper Schuemann, timoniere Bolzan, navigatore Pierre Casiraghi — ha un equipaggio proveniente da 11 nazioni europee. Torna sul circuito Marco Simoncelli di Misano il Mondiale superbike guidato da Sykes (Kawasaki) davanti a Guintoli (Aprilia) e Rea (Honda). Il più atteso è Marco Melandri (Aprilia). Oggi prove libere. CICLISMO — Matteo Trentin ha vinto la sesta tappa del Giro di Svizzera davanti a Bennati e Gavazzi. Martin resta leader della classifica generale. Mercato Oggi alle 19 la chiusura delle comproprietà Politica Real, assalto a Vidal Cuadrado tutto viola Inter, c’è anche M’Bia Da San Paolo: Kakà sta per arrivare MILANO — Assalto del Real Madrid ad Arturo Vidal. L’interesse dei campioni d’Europa per il centrocampista della Juventus è cosa nota, ma ora le merengues sembrano fare davvero sul serio. Tant’è che in Spagna documentano di un incontro che si sarebbe tenuto a Parigi tra l’agente del giocatore bianconero, Fernando Felicevich, e Carlo Ancelotti, tecnico del Real. Questo fatto, unito alle parole pronunciate in Brasile da Vidal dopo il trionfo con il suo Cile ai danni della Spagna, spaventa non poco i tifosi juventini. «Resto alla Juve? Non lo so, voglio solo pensare al Mondiale e alla nazionale, adesso» le parole di Arturo. Quanto basta per ridare fiato al tam tam su un possibile addio eccellente in casa dei campioni d’Italia. I principali indiziati sono appunto Vidal (inseguito anche da Barcellona, Bayern Monaco e Manchester United) e Pogba. La Juve però prova a resistere, ferma nel non voler cedere nessuno dei suoi gioielli a meno che siano loro stessi a chiederlo e nel voler considerare solo offerte molto consistenti. Nel caso, l’intenzione sarebbe quella di trattenere Pogba e sacrificare Vidal. In attesa di sviluppi, i dirigenti juventini (che hanno sondato il croato Perisic) pensano alle comproprietà. Gabbiadini resterà ancora un anno alla Sampdoria, mentre non si è ancora arrivati a una soluzione con il Sassuolo per Berardi (che Conte vorrebbe subito a Torino) e Zaza. Anche ieri è andata in scena una lunga maratona tra le due società ma l’intesa al mo- Chi sale e chi scende Tutto della Fiorentina Juan Cuadrado, 26 anni, è stato riscattato dal club viola dall’Udinese (Epa) Opzione Inter Stephane M’Bia, 28 anni, solido centrocampista del Qpr in prestito al Siviglia (LaPresse) mento non c’è. Oggi il rush finale: alle 19 scadono i termini per risolvere le compartecipazioni. È arrivata in tempo la Fiorentina che ha acquistato la seconda metà del cartellino di Juan Cuadrado di proprietà dell’Udinese. «È una buona notizia, quella che aspettava tutta la nostra gente» festeggia Andrea Della Valle. Il patron viola, ora, dovrà riuscire a respingere l’assalto soprattutto del Barcellona. In caso di cessione, il sostituto del fenomeno colombiano sarebbe il francese Valbuena. Fronte Milan. «Non posso dire molto, se non che il ritorno di Kakà è quasi certo». Parola del presidente del San Paolo, Carlos Miguel Aidar, che ritiene prossimo il ritorno di Ricky in patria. Fatto che potrebbe sbloccare il mercato dei rossoneri che, intanto, hanno ceduto al Chievo la seconda metà di Paloschi e dovrebbero riscattare Saponara dal Parma. È probabile, inoltre, che nell’incontro di ieri tra l’ad rossonero Galliani e Mino Raiola, Autografi Raikkonen e Alonso al circuito in Austria (Epa) La F1 riduce solo i test Alonso: «Lo show si deve migliorare» DAL NOSTRO INVIATO Stella Arturo Vidal, 27 anni, piace al Real Madrid (Getty Images) Ritorni nerazzurri Il prof. Volpi nuovo responsabile sanitario MILANO — (f.fio.) Novità nel settore medico di casa Inter. Dal 1º luglio il prof. Piero Volpi sarà il nuovo responsabile sanitario sia della prima squadra che di tutto il settore giovanile e avrà come suo primo collaboratore il dottor Casalini che svolgerà il ruolo di medico sociale. Quello di Volpi è un gradito ritorno, visto che aveva già seguito la prima squadra ai tempi di Ronaldo (dal 1995 al 2000). Dopo oltre 15 anni, e qualche incomprensione di troppo con alcuni allenatori, si conclude il rapporto col dottor Combi e il suo staff. E, in attesa di qualche colpo di mercato, procede la campagna acquisti in società: da Apple ecco Claire Lewis a capo della direzione marketing, mentre continua la caccia di Thohir a un direttore vendite internazionali per sviluppare il fatturato fuori Italia. Intanto gli Allievi dell’Inter hanno vinto la finale scudetto contro © RIPRODUZIONE RISERVATA il Milan. oltre che di Balotelli, si sia parlato del rinnovo di Abate. L’Inter dovrà dare la prossima settimana la risposta al Rubin Kazan per M’Vila, pensa anche a M’Bia (Qpr) e non dimentica Behrami. Comproprietà: all’Inter dovrebbero andare Khrin, Taider e Crisetig; al Parma, Belfodil. Zeman è il nuovo allenatore del Cagliari: contratto annuale, lo ha annunciato il presidente Giulini. Il neo promosso Cesena sogna il ritorno di Ambrosini. Filippo Bonsignore Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA Basket La Mens Sana approfitta di una prestazione mediocre dell’EA7 e conquista gara 3 della finale scudetto Siena non si arrende mai, Milano va k.o. SIENA — Siena pianta il primo punto della finale (1-2 nella serie), alla vecchia maniera. Sull’asse play-pivot, Con MarQuez Haynes, il reietto di Milano (23 punti e 4 assist) che ha messo in orbita il disco volante Othello Hunter (25 punti con 11/13 al tiro e 10 rimbalzi, abbastanza per far tornare statua di sale (85-68 il finale) una EA7 in regressione e ricaduta vittima del complesso di Narciso. Siena, dunque, alla prova d’orgoglio, nonostante l’handicap dei troppi tiri liberi sbagliati(15/25), ma ancora in fuga dal castello dell’oblio con una certa distanza, come dice la valutazione complessiva delle due squadre: 96-50. Distanza ieri sera, ma non ancora solida speranza, per Siena, poiché non cambia la sostanza di una Milano favorita alla distanza. A patto che ritorni a tessere la tela del gioco, e non disfarla, e soprattutto ritrovi l’argine della difesa, unico che Domani gara 4 Così ieri gara 3 MONTEPASCHI SIENA 85 EA7 ARMANI MILANO 68 (1-2 nella serie) La serie finale gara 1: Milano-Siena 74-61 gara 2: Milano-Siena 79-65 gara 3: Siena-Milano 85-68 gara 4: domani, ore 20.30 (a Siena) Tv: diretta RaiSport2 gara 5: 23/6 (a Milano) gara 6 (ev.): 25/6 (a Siena) gara 7 (ev.): 27/6 (a Milano) Ex senese David Moss contrastato da Matt Janning (LaPresse) possa garantire l’atteso corso degli eventi. Chiarendo equivoci imbarazzanti, come Kangur in campo per 16’, esattamente il doppio di Melli, mistero di serata. Sul campo dei passati veleni, almeno nel primo tempo, la Mens Sana ritrova il morso del serpente (Matt Janning 13 punti in 14’), mentre Milano cerca Samuels e non lo trova, perché Othello Hunter lo trascina nella palude della sua difesa e lo infilza come un’anguilla in attacco. Miraggio tremolante il 2-7 iniziale dell’Armani che poi si perde nel de- serto di un parziale di 15-2 che manda Siena in fuga (19-13) al primo intertempo. La Mens Sana ritrova i suoi caratteri distintivi, sembra l’erede del tiki taka tramontato in Spagna, tutti toccano la palla, poi affondano i colpi all’improvviso, si trovano anche al buio, sintomo d’amore, ma soprattutto hanno rubato il cuore di Milano, ovvero la difesa: 27 punti concessi alla EA7 indotta anche a 9 palle perse nei primi 20’, rifilandogliene 46! Siena sembra aver ritrovato il filo d’Arianna del gioco (per due volte a +19, 38-19 e all’intervallo, 46-27), perso al contrario da Milano come testimoniano gli 8 assist toscani contro i 2 milanesi. Da qui in avanti sarà soltanto questione di forza e di energia. Si risveglia quella di Samardo Samuels mentre le rotazioni limitate soffocano Siena che si fa risucchiare (56-51) e all’Armani basterebbe mollare i freni per incontrare solo discesa. Purtroppo l’unico che lascia andare i freni, ma quelli inibitori, è proprio Ale Gentile che becca il fallo tecnico che forse rompe l’incantesimo di Milano e rilancia la voglia di rivincita di MarQuez Haynes. Werther Pedrazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA SPIELBERG — La montagna per ora ha partorito il topolino. La F1 cambia per ridurre i costi? Ma va’. Tutto come prima, questo il verdetto degli Stati Generali dell’altro giorno a Londra: bocciata l’idea di cominciare al venerdì, con conferenze stampa al mattino e prove accorciate al pomeriggio; respinte altre proposte nell’ottica del risparmio, tra queste la rinuncia alle coperte termiche per le gomme. La scure si abbatte solo sui poveri test: quelli «in season» scenderanno da 4 a 2; quelli precampionato rimarranno 3, di quattro giorni l’uno, ma si terranno solo in Europa. Immaginiamo che Luca di Montezemolo, che di collaudi in pista ne vorrebbe di più, non salti di gioia. Ma prima di proseguire, serve un time out per un «fuori tema». A poche ore dal ritorno della F1 in Austria, qualcosa che potrebbe essere modificato in effetti c’è: è la penalità (-5 sulla griglia) inflitta a Perez in Canada per il crash con Massa. La Force India ha nuove evidenze sull’incidente e la Fia ha accettato di analizzarle, anche se Felipe è sempre inferocito con il messicano: «Ha sbagliato e non lo ammette. Di lui non mi fido più». Non c’è nemmeno da fidarsi dei Il programma terremoti annunciati in uno sport che sta facendo della schizofrenia un Così oggi modus vivendi. Perfino ore 10-11.30: prove libere 1 nel contorno. Ad ore 14-15.30: prove libere 2 esempio: lo storico Tv: SkySportF1, RaiSport2 circuito di Zeltweg è stato Così domani rinnovato nel segno della ore 11-12: prove libere 3 magnificenza Red Bull; è Tv: SkySportF1, RaiSport2 un favoloso salotto, al ore 14: qualifiche quale però si accede con Tv: Raidue, SkySportF1 un’unica, vecchia strada, Così domenica che crea code bibliche. ore 14: Gp Austria Ma è sul fronte politico Tv: Raiuno, SkySportF1 che il gattopardesco Mondiale piloti modificare per non 1. Rosberg (Ger) 140 toccare nulla è più 2. Hamilton (Gbr) 118 evidente. D’altra parte i 3. Ricciardo (Aus) 79 test ridotti possono 4. Alonso (Spa) 69 essere visti come una Mondiale costruttori risposta al «cambiamo e 1. Mercedes 258 miglioriamo lo 2. Red Bull-Renault 139 spettacolo» lanciato da 3. Ferrari 87 Montezemolo in modo impetuoso, nonostante stia lievitando l’idea del presidente ferrarista di promuovere un forum prima di Monza. Ieri, sul tema dello show da incrementare (con la novità che Ferrari e Mercedes sperimenteranno pattini spara-scintille), sono stati interrogati i suoi piloti. Nella sua semplicità, Kimi Raikkonen ha detto una verità («Che cosa farei io? Prima di tutto ricomincerei a vincere»; ovvero: una Rossa competitiva non annoia), mentre Fernando Alonso in un primo tempo ha lasciato di stucco: «I costi sono un problema. Se hanno deciso il taglio dei test, è perché è la migliore scelta per permettere la sopravvivenza dei piccoli team». Lui pure contro Montezemolo? No, Fernando sta con il presidente: «Ha ragione, lo show è da rivedere. Copiamo la MotoGp, dove alle squadre minori si danno gomme e quantità di benzina differenti. E poi, restituiteci il kers: con i motori elettrici di oggi si ha la stessa energia negli stessi punti e non si sorpassa più». E il rumore delle power unit non lo tocchiamo? Sebastian Vettel: «Il suono dei vecchi motori è la prima cosa che ripristinerei» dice Seb. In effetti, sui saliscendi di Zeltweg, più che il soffio dei turbo si rischia di udire i campanacci delle mucche. Flavio Vanetti © RIPRODUZIONE RISERVATA 68 Frida, Silvia, Stefano e Giulia con Leone e Gea annunciano la scomparsa del loro amatissimo Fabio Guzzini La cerimonia di commiato si terrà sabato 21 giugno, alle ore 11.30 presso la Sala Multifunzioni del cimitero di Lambrate. - Milano, 19 giugno 2014. Con grande affetto e stima amici, compagni e colleghi condividono il dolore di Frida, Giulia, Stefano, Silvia per la prematura perdita di Fabio Guzzini Fabio Mario e Agnese Martucci, Giannantonio Rui, Adriana Giorgi, Franco Di Piazza, Mario Capanna, Ezio e Lorena Rovida, Nando Dalla Chiesa, Luca e Francesco Cafiero, Sandra Modelli, Pasqualina e Tonino Mulas, Cristina e Lydia Franceschi, Enzo Biassoni, Loredana e Antonio Latrecchina, Giovanni Cominelli, Enrica Mapelli, Mino Bertoloni Meli, Ranuccio Sodi, Luciano Beolchi, Sergio Cusani, Giuseppe Liverani, Sergio Vicario, Franco e Anna Origoni, Giulio Leghissa, Carlo Monguzzi, Massimo Bianchi, Giulio Stocchi, Enrico e Lucia Bono, Ilde Buratti, Pietro Somaini, Pietro Venturini, Piero Gambrioli, Massimo Fontana, Giovanni La Croce, Giovanni Piras, Dario Carella, Mario Giusti, Dario Tosi, Chiara e Cosimo Martucci, Bice Santucci e figli, William Sisti, Anna Miculan, Renzo Canciani, Franco Manigrasso, Stefano Boeri, Aldo Tropea, Sergio Restelli, Maurizio Carrara, Gaetano Liguori, Luciano Chiodo, Sergio Vettore, Gabriele Nissim, Francesco Bizzotto, Enrico Castrovilli, Claudio Casaletti, Claudio Ciaramella, Francesco Rossi. - Milano, 20 giugno 2014. illuminerai per sempre il nostro cammino.- Con tanto affetto e immensa gratitudine.- Leone e Gea. - Milano, 19 giugno 2014. Giovanna, con Sofia e Susanna, è affettuosamente vicina a Frida, Giulia, Stefano e Silvia per la scomparsa di Il fratello Lorenzo con Patrizia, Alessandra e Andrea piange con grande dolore il caro Fabio - Milano, 19 giugno 2014. La famiglia Calzoni si stringe con affetto a Lorenzo e ai suoi familiari per la perdita del fratello Fabio Guzzini - Milano, 19 giugno 2014. Caro Fabio Guzzini Elena con Olivia, Ilaria, Alessia, Leone e con la nonna Antonietta abbracciano Giulia con tanto affetto e sono vicini a Frida, Silvia e Stefano nel ricordo del loro amatissimo uomo generoso e sensibile, medico premuroso e sempre disponibile, prezioso amico di una vita. - Milano, 19 giugno 2014. Fabio Maria Grazia Mazzocchi e Claudio, Guido, Valeria piangono la scomparsa dellamico carissimo e grande medico - Milano, 19 giugno 2014. Giorgio Bernardini de Pace, con Chiara, abbraccia con affetto Giulia, assieme a Frida, Silvia e Stefano per la scomparsa del papà e marito dott. Fabio Guzzini artefice e custode, ora nel tempo, di una straordinaria famiglia, unita, ammirevole e forte, anche in questo momento di profondo dolore. - Milano, 19 giugno 2014. Cecilia e Riccardo con Leonardo e Valentina abbracciano forte Giulia e sono vicini a tutta la sua famiglia in questo momento di dolore per la scomparsa delladorato papà Fabio Guzzini che per oltre trentanni è stato loro vicino nei momenti più difficili offrendo con tanta umanità cure, comprensione, sostegno.- Ci stringiamo con affetto alla famiglia condividendone il dolore. - Milano, 19 giugno 2014. Roberto e Nicoletta Cera sono vicini a Frida, Giulia, Stefano e Silvia per la perdita di Fabio Guzzini caro amico, di cui ricordano con affetto le doti umane e professionali non comuni. - Milano - Roma, 19 giugno 2014. Ciao dott. Fabio Guzzini - Milano, 19 giugno 2014. Annamaria Bernardini de Pace, Francesca e Chiara Giordano condividono commosse il dolore di Giulia per la perdita del suo papà Dott. Fabio Guzzini Fabio Simona Bordone abbraccia Giulia con tutta la famiglia per la morte del papà. - Milano, 19 giugno 2014. Caro Fabio certe che il grande amore di Leone e della piccola Gea le sarà di conforto. - Milano, 20 giugno 2014. mi volto un attimo e non ci sei più.- Mi manchi già... quanto mi manca mio padre.- Frida, Giulia, Stefano e Silvia, vi sono vicino con tutto laffetto e vi stringo in un abbraccio.- Marco Conca. - Milano, 19 giugno 2014. Partecipa al lutto: Isabella Bellisario Bernardini de Pace. AMLA (Associazione Medico Legale Ambrosiana) apprende la notizia della scomparsa del Anna e Massimo Bianchi abbracciano Frida e i ragazzi nel ricordo dellamico e compagno che lascia un grande vuoto fra tutti coloro che lo conobbero e amarono.- A noi che restiamo il compito di rendere vivo il suo ricordo.- Si stringe ai familiari in questo triste momento. - Milano, 19 giugno 2014. Dott. Fabio Guzzini Fabio Guzzini di cui non dimenticheranno la profonda umanità e la grande intelligenza. - Milano, 19 giugno 2014. to Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Gianni Bonadonna ricorda con immenso affet- Fabio Guzzini medico umano e illuminato e partecipa al dolore della moglie e dei figli. - Milano, 19 giugno 2014. Partecipano al lutto: Stefania e Davide Bonadonna. Cesare e Sonia Bonadonna. Aurelio Bonadonna. Franco e Emi Bonadonna. Pinuccia Valagussa. Roberta Negri. Ciao Fabio compagno di lotte, passioni, gioco e indimenticabili cene.- La memoria non finirà.- Claudio, Angelo, Giuseppe, Tullia, Laura, Serena, Marisa e Piero. - Milano, 19 giugno 2014. Il dottor Alderino Dalla Pria, il Professor Maurizio Mezzetti, i medici e tutto il personale delle Unità Operative di Ortopedia e di Chirurgia Toracica della Clinica San Carlo di Paderno Dugnano, rimpiangono il collega ed amico Fabio Guzzini per la prematura improvvisa scomparsa e si uniscono al dolore della moglie Frida e dei figli. - Paderno Dugnano, 19 giugno 2014. Il Direttore Sanitario Dottor Eugenio Vignati e il Direttore del Dipartimento di Emergenza e Accettazione della Clinica San Carlo di Paderno Dugnano con i rispettivi collaboratori partecipano al lutto della famiglia per la scomparsa del Dottor Fabio Guzzini del quale ricordano le doti di grande umanità e le capacità professionali. - Paderno Dugnano, 19 giugno 2014. Fabio Guzzini Partecipa al lutto: Franco Massari. E serenamente spirato, munito dei conforti religiosi, dopo una lunga vita spesa per la sua famiglia, la sua Firenze, culla dellarte ed il suo paese, l Riccardo, con la moglie Paola e le figlie Mariavera e Vanilla annuncia la perdita della carissima Onorevole madre esemplare e moglie amatissima di Luigi. - Milano, 18 giugno 2014. avv. Edoardo Speranza Presidente Onorario dellEnte Cassa di Risparmio di Firenze.- Lo ricordano con grande amore la moglie, Uberta Ricci Armani, il figlio Jacopo con Benedetta Gallarati Scotti Bonaldi ed i figli Edoardo, Fiammetta, Cecilia, Orsola, la figlia Camilla con i figli Bernardo Uberto e Vittoria Guidetta, le sorelle Anna, Luisa, Lucia.- La cara salma sarà esposta oggi alle ore 13,00 nella cappella delle Stimmate, laterale alla basilica di San Lorenzo.Il funerale sarà officiato nella basilica di San Lorenzo domani, sabato 21 giugno, alle ore 10,30. - Firenze, 20 giugno 2014. Maria Letizia con Silvio e Maria Laura, Giangiacomo e Maria Lucrezia, Riccardo e Maria Luisa con tutti i nipoti si stringono con immenso affetto a Jacopo e alla sua famiglia per la perdita delladorato padre Onorevole Edoardo Speranza unendosi alle loro preghiere. - Roma, 19 giugno 2014. Angiolo e Anna Bianchi, con Alberto e Francesco con Giovanna, ricordano, commossi, l Onorevole Avv. Edoardo Speranza e sono vicini con grande affetto a Uberta, Camilla e Jacopo. - Firenze, 20 giugno 2014. Il Presidente Umberto Tombari, il Consiglio di Amministrazione, il Comitato di Indirizzo, il Collegio dei Probiviri, i soci e tutto il personale dellEnte Cassa di Risparmio di Firenze si uniscono, commossi, al dolore della signora Uberta Ricci Armani e dei figli Camilla e Jacopo per la scomparsa di Edoardo Speranza Presidente Onorario dellEnte Cassa di Risparmio di Firenze.- Firenze perde una delle grandi figure che ne hanno segnato la storia civile, politica e culturale e lEnte Cassa di Risparmio di Firenze saluta una personalità che, con straordinaria onestà intellettuale e rara passione, ha contribuito a rafforzare il ruolo della fondazione di origine bancaria al servizio delle comunità locali. - Firenze, 19 giugno 2014. È mancata allaffetto dei suoi cari Teresa Fontana in Lorenzetti mamma indimenticabile, moglie premurosa e nonna affettuosa.- Ne danno annuncio il marito Giuseppe, la figlia Margherita con Sergio, ladorato cognato Guido con Sira, le nipoti Silvia e Roberta, i pronipoti Nicolò, Giulia, Matilde e Ludovica.- I funerali avranno luogo sabato 21 alle ore 9.30 presso il Santuario San Camillo de Lellis. - Milano, 19 giugno 2014. Appresa la triste notizia della scomparsa della cara Teresa Fontana in Lorenzetti Vanda Angelo Ciancaglini Partecipa al lutto: Maria Ciancaglini Rossi con Giuliano, Carla e Giulianino. Vanna e Lucio sentitamente partecipi si uniscono al dolore di Riccardo per la perdita della cara mamma Vanda Giovanni Battista Doglietto con i colleghi tutti del Dipartimento di Scienze Chirurgiche del Policlinico Agostino Gemelli si unisce al dolore della famiglia per limprovvisa scomparsa del collega e amico Lorenzo Capussotti - Roma, 19 giugno 2014. LACOI nella persona del suo Presidente, del Consiglio Direttivo, e di tutti i soci piange la scomparsa del Prof. Lorenzo Capussotti ricordandone la figura di maestro attraverso la sua scuola e di fulgido esempio per i colleghi tutti. - Roma, 19 giugno 2014. Angelo Musco con la moglie Alessandra di Prampero e i figli Margherita e Vittorio annuncia con dolore la morte di Luciana Vida Musco amatissima mamma e nonna. - Milano, 19 giugno 2014. Pietro Enrico e Marisanta di Prampero, con Maria, Costanza, Vittoria, Camilla e Pietro sono vicini ad Angelo, Alessandra, Margherita e Vittorio per la morte della loro amatissima mamma e nonna Luciana Vida Musco - Udine, 19 giugno 2014. È serenamente mancata allaffetto dei suoi cari e ha raggiunto il suo adorato marito Sally Zaharia Romano Lo annunciano con infinita tristezza Suzette con Carlo e Davide con Antoinette. - Milano, 18 giugno 2014. Valentina e Matteo, Alexandre e Charlotte ricordano con tanto affetto la cara Il Consiglio di Amministrazione, la Direzione e il personale delle società Gecofin e Geico Group commossi si uniscono, con profondo affetto, al dolore del Dottor Ali Reza Arabnia, Laura, Daryush e Irene per la perdita della cara mamma e nonna Etna, Chiara, Emilio si stringono con tanto affetto a Margherita e alla sua famiglia in questo momento di dolore per la perdita della mamma Lavvocato Isetta Pinto, Presidente del Lions Club Milano ai Navigli, partecipa, a nome dello stesso e di tutti i soci, al dolore della famiglia Ippolito per la scomparsa del caro, indimenticabile - Genova, 19 giugno 2014. Teresa - Milano, 19 giugno 2014. Sergio Dompé si stringe con affetto allamico Carlo in questo momento di grande dolore per la perdita dellamato fratello Dott. Edoardo Sangalli - Milano, 19 giugno 2014. Edoardo Sangalli Partecipano al lutto: Luciana Barazzoni. Pierluigi Marchesi. Soconomar SpA e i suoi dipendenti sono vicini a Cinzia per la perdita del padre Vittorio Meschieri - Milano, 19 giugno 2014. 20 giugno 2004 - 20 giugno 2014 Mamma, papà, Monica sempre vi pensano e ricordano con tanto amore, ci mancate.- Ciao bellissime Barbara Klein e Sonia - Milano, 20 giugno 2014. A due anni dalla scomparsa del Cavaliere Luigi Ponte sei sempre nei nostri cuori presente e dolcissimo.- Franca, Lorella, Gianni, Orlando e Chiara. - Milano, 20 giugno 2014. 20 giugno 2002 - 20 giugno 2014 I figli Juanita, Alberto, Stefania e nipoti tutti ricordano con infinito amore e nostalgia il loro adorato papà e nonno Bruno Sabbadini - Milano, 20 giugno 2014. 20 giugno 2011 - 20 giugno 2014 Soltanto il ricordo di Lamberto Sechi mitiga il dolore della sua scomparsa accompagnando sempre la vita e i pensieri di Francesca. - Venezia, 20 giugno 2014. Nel ventitreesimo anniversario della scomparsa di Giordano Colombo i figli Max e Daniela lo ricordano sempre con grande amore. - Milano, 20 giugno 2014. Tiziano Pancanti Sei sempre nei nostri cuori.- La madre, lassociazione Fausto e Iaio e Cinzia. - Livorno, 20 giugno 2014. A quattro anni dalla morte di nonna Sally - Milano, 18 giugno 2014. sig.ra Soghra Homavandfard Annamaria e Gianfranco Ciana insieme ai figli sono vicini a Margherita e Pino per la perdita della cara Sergio Nicosia - Milano, 19 giugno 2014. - Milano, 18 giugno 2014. ci stringiamo a Margherita e Pino in questo difficile momento.- Sentite condoglianze.- Romano e Anna Bortesi. - Milano, 19 giugno 2014. Teresa Fontana Lorenzetti Alessandro, Manuela, Gaia e Ludovica sono vicini a Roberto e alla sua famiglia per la scomparsa del padre - Cinisello Balsamo, 20 giugno 2014. Ignazio Ippolito - Milano, 19 giugno 2014. Luisa Coronelli con Maria e Lina si unisce al dolore di Anna e di tutti nel ricordo della Prof.ssa Eugenia Arata dolce amica di tutta una vita. - Milano, 19 giugno 2014. Dario Deplano, figli e nipoti partecipano al dolore di Maurizio e famiglia per la scomparsa dellamato padre Giacomo Sani Marina e Giulia lo ricordano con infinita nostalgia. - Milano, 20 giugno 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: PER PAROLA: A MODULO: Renato Corbani - Milano, 18 giugno 2014. Il marito Gianni, la figlia Gioia e il papà Alfredo Pigna piangono la morte di Cinzia Pigna Fiaccadori strappata immaturamente al loro affetto da un male incurabile. - Roma, 18 giugno 2014. Maria Rita Franzato Ciao zia Marita, ci mancherai.- Piergiorgio, Alberto e Chiara. - Milano, 18 giugno 2014. PER PAROLA: A MODULO: Corriere della Sera Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Gazzetta dello Sport Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 69 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile *( 6<62 5 6<56 * 6**( 5< 6<52 5 6< 55 6** 5( 6*** 6* 6*<6 6( 6*<6 56 6<( -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" 7%%/4%# 17% #400') '40% 1# 0& 7' &+) # %4 +011#)' 914 ! +)04 # '7)9) 7' 1 14#% 1)%#4 )97'-7 )' +#9)% %#& 14#9) #') 4744) #% :$' 1%9) -7%! 4&+)0% % )0"14, 0 #'#;#) 144#&' +0)11#& 7' +)/ % +011#)' % )0 )9 00#9') )00'4# 7&# )#'4%# 01+)'1#%# # +#8 '7# 0)91# '! #71# 4&+)0%#, )'4#'7 #% % 4&+) 14#9) %40)9, ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" )14 )0#') ')9 )%)' )& &+)11) , %0# 4'# #%') 0'4) ';# 0#14 #0'; 07# ')' .-7#% +)%# 0# )4'; 4 $-%( %0&) %!0) %#0# 70 # %# )% 79)%) )+04) #)# )91# &+)0%# 9 )04) )04 )%4) )04 %&) %8 ')' )14 0# )%)' )%;') 01# %#0# ) )4 )/ ) )0 ) )0 4 4 44 40 4/ 40 4/ 0') #)# %8 )4 )0 ) )4 ) 4; )' )/ 4/ 40 4 4/ 40 4 79)%)1) .-7#% 11#' #%') +)%# %# %0&) &+)0% %"& %8 )) )/ ) ) ) )/ 4; 4; 4 4 40 4; 4/ 4 )+04) 1 3 2 6 4 9 2 1 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 Puzzles by Pappocom LA SOLUZIONE DI IERI 2 5 8 9 9 3 6 Altri giochi su www.corriere.it %"& %8 ) )4 )0 ) )) ) ) 40 44 4) 4 )0 40 40 )91# )& )0#') 0'4) 0#14 #' ';# 0)' %"& %8 6 7 1 7 6 8 4 7 8 4 9 5 3 2 1 6 3 9 2 6 8 1 7 5 4 5 6 1 4 7 2 3 9 8 6 2 9 5 1 4 8 3 7 1 7 8 2 3 9 4 6 5 4 3 5 7 6 8 1 2 9 2 4 6 3 9 7 5 8 1 9 1 3 8 4 5 6 7 2 "6 -$"&( -.6" - (&- %.2-% 2(($% (*&!& 5$"&( "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 (% -$$(& -" ".(& "-& 2& 5&"." $-" ) )3 ) )' ) )/ ) 40 4 40 4/ 40 4/ 4/ $!" !&!" &#(# &(56- 9&9 8 5 7 1 2 6 9 4 3 Estrazioni di giovedì 19 giugno BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 47 39 88 48 55 78 8 26 4 82 49 42 50 38 40 67 34 28 7 12 88 14 56 55 20 26 60 84 72 81 23 28 43 45 53 33 29 69 79 52 52 38 84 29 54 63 49 77 35 4 2 37 14 23 85 &2"( 7 (-# "( &"-( 5&(. 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Guarda Spagna Incoronazione di Felipe Dopo l’abdicazione di Juan Carlos, per Felipe VI cerimonia del giuramento. Video Mondiale Oggi l’Italia Alle 18 match decisivo tra Italia e Costa Rica: diretta e collegamenti con i nostri inviati a Recife 70 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER CAPIRE PER CONOSCERE Storie di stranieri Il lato negativo che vivono in Italia della celebrità Dici Santos, Brasile, e pensi a Pelé (foto), che giocò in questa squadra 18 anni. Ma Santos è anche il luogo dove è vissuta a lungo Maristela Goncalves, la protagonista del primo appuntamento con la nuova edizione del programma che racconta l’altra faccia dell’immigrazione, attraverso reportage dedicati alle storie di stranieri che vivono nel nostro Paese. Stasera Maristela — che attualmente abita alle porte di Torino — torna nel suo Brasile: un viaggio che parte dallo stadio di Santos, tra calciatori, tifosi e Didì, il parrucchiere di Pelé. Nell’era dei social network essere una celebrità può anche avere dei risvolti negativi. Dietro l’anonimato di un account, nascosti tra le fila dei fan, possono nascondersi anche degli stalker. È questo il tema della puntata. I conduttori Nev Schulman e Max Joseph aiuteranno l’attrice Usa Tracie Thoms (foto), protagonista di serie tv di culto come «Law & Order», «Cold Case» e «The Shields», alle prese con un follower di Twitter che interagiva con lei sotto falsa identità. «Sammie», questo il suo account, è una «serial super fan» non solo di Tracie Thoms ma anche di altre celebrità. Radici, l’altra faccia della immigrazione; Rai3, ore 22.55 Catfish: false identità MTV, ore 20.15 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì À>°Ì À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì È°{x 1 "// -//° ÌÌÕ>ÌD £ä°Îä -*", -"° ÌÌÕ>ÌD ££°Óx " //" ΰ ÃiÀi £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx ° ->« £x°ää 1 " n° -iÀi £È°xä , *, /" /", ° *,6-" -1 6/ -6, ",/° £Ç°ää / £° £Ç°£x *" / " " ,- Óä£{\ Ài \ Ì>> ÃÌ>ÀV>° >V ÀiÌÌ>® Óä°ää /", ° Óä°Îx , -*",/° " /° ,ÕLÀV> -, Ó£°ää /* -/," 6""° / ÀiÀ] 1Ã>] Óääx®° ,i}> ` ,LiÀÌ -V ÜiÌi° `i ÃÌiÀ] *iÌiÀ ->ÀÃ}>>À` Óΰ£ä "// " ° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ> £°ää /£ "//° Ç°{ä ,6 ° /iiv n°Óä -", "° /iiv °{ä *-" *,"° /iiv £ä°Óx , *9,° ÌÌ° £ä°Îä /Ó - -//° ÌÌÕ>ÌD £ä°{x / Ó "-/1 -" /° ÌÌÕ>ÌD £ä°xx / Ó <,° ÌÌ° ££°Óä "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä /Ó / *,° ÌÌ° £Î°xä /Ó - 6,° ÌÌ° £{°ää //" //" 8° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä / "" 7° /v £È°xx / Ó - °°-° £Ç°ää 1, "-/,° /iiv £Ç°{x / Ó° £n°ää , *9,° ÌÌ° £n°£x "--," ,8° /iiv £ä°£ä 1 ,/" *, < "° ££°ää / Î 1/° £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx /Î 1", /° ÌÌ° £Ó°{x * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ," ° / , /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £{°xx / Î °°-° £x°ää , *9,° ÌÌ° £x°äx /,, "-/, Ó° /v £x°xx ,<" 1,"° £Ç°Îx " < Óä£{° VÕiÌ>À £°ää / ΰ £°Îä / ,° / , /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ç°Óä 6 ° /iiv n°£x 1 /,° /iiv °{ä , ,° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä / { /"°/ £Ó°ää / /6 ",-° /iiv £Ó°xx - ", "° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä 9 -,/ *--" ° /ii° £È°£ä "*" ,"--"° £n°xx / { /"°/ £°Îx , " /6 -* ° 6>ÀiÌD £°xx /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Óä°Îä -,/"° /iiÛi>° i}> À>V> Ì>iÀ] iÝ >`i> È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°xä , " ° VÕiÌ>À n°xx /-"," /*, ΰ ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° £Î°{ä 1/1° ->« £{°£ä 1", ,° /iiÛi> £{°{x 1" " *"° /> Ã Ü £È°£ä /, ,"- 6 Ó° ÃiÀi £Ç°ää 1 "] 1 *,"--° i`>] iÀ>>] Óä£ä®° ,i}> ` 1 >Õ>° >> vÌ] -Ìi« > ÕV>] Õ>à Ài}ÀÜVâ £n°xä -,/"° /iiÛi> Ç°Îä 8 ] *, *-- 1,,,° /iiv n°Óx /° /iiv °Îä 9 Èä° V° £ä°{x /1, ", 1 /,-° V° ££°Óä 1, /1,° V° ££°xä * / "-1,° VÕiÌ>À £Ó°Óx -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £Î°äx -*",/ -/° £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°xx /° /iiv £È°{ä "° ° /iiv -/1" *,/" / *<" ° £n°Îä -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £°Óä *,-" " /,-/° /iiv° >Ûiâi] />À> *° iÃ] iÛ >«> È°ää / Ç° i «À}À>>\ iÌiÆ "ÀÃV«Æ /À>vvV È°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi /â>> *>i> ££°ää ½, /,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÞÀÌ> iÀ £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv Óä°ää / Ç° Óä°ää ," " ° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ> Óä°Îx / Ó Óä°Îä° Ó£°ää " \®° -iÀi Ó£°£ä ° i`>] iÀ>>] Óä£Ó®° ,i}> ` À> ÀÃV >ÞiÀ Ó£°äx 8*,--° i`>] Ì>>] £nä®° ,i}> ` > Þ° >vÀi`] 6ÌÌÀ >«À] `v i° ÓÓ°xx , ½/, ½,<" ° ,i«ÀÌ>}i Ó£°£x ," /° âi] LÉiÀÉ-«>}>É1 Ã>] Óääx®° ,i}> ` ,`iÞ -VÌÌ° "À>` ] Û> Àii] > iiÃ\ ä°£ä -- ,/ {° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää / x° Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD° `ÕVi Õ>> ÀiÀ>] >LLL Ó£°£ä -,/ //° ÌÌÕ>ÌD° >Õ} Õââ ä°Óä / / ," ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ",] 1 //"° i`>] Ì>>] Óään®° ,i}> ` ÕV> ÕV° >Õ` Ã] >Õ`> *>`v] ÕÃi««i >ÌÌÃÌ° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ,"<< *- ,6 -/° 6>ÀiÌD° `ÕVi >ÕÀâ Àââ> ÓÓ°{ä ,-" "° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀV iÌ>> £°Îä /*" ° £°Îx *" / " " ,- Óä£{\ Ài \ Ì>> ÃÌ>ÀV>° >V Óΰ£ä / Ó° Óΰ£x / Ó *1 /" 6-/° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÓx "//6" * /° ÌÌÕ>ÌD £°äx , *, /" Ó{°ää / Î "//° ä°£ä / ,° /" ΰ £°äx /Î - ° ÌÌÕ>ÌD £°Óä **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD ä°£x 6,1-° âi] 1Ã>] £®° ,i}> ` ÀÕ° >i ii ÕÀÌÃ] 7> >`Ü £°ää / x "//° £°Îä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Ó°äx / x° i «À}°\ ,>ÃÃi}> ÃÌ>«>Æ iÌi°Ì ,>x ,> -ÌÀ> Óΰ{ä ,// -1*,,/° 6>ÀiÌD ä°xä , - ""° °] 1Ã>] Óäää® ä°{x / Ç° ä°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD £°ää "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ ÌÛ°Ì £x°Îx /", "6 -*, <° 6>ÀiÌD £È°ää - ,1-° -iÀi £È°Óx - ,1-° -iÀi £È°xä / 8 79¶ ,/", " -¶ 6>ÀiÌD £Ç°Óä / 8 79¶ ,/", " -¶ 6>ÀiÌD £Ç°xä £È /° 6>ÀiÌD £°Óä * \ 1"6 ° 6>ÀiÌD Óä°£x /-\ - //½ -iÀi Óΰää , 1"1- --\ 6, , "/-° 6>ÀiÌD ii>Þ /6 £x°ää " 1*9 9 -/ "° ÕÃV>i £È°ää 6 -- Ó° £È°Îä 1", ,"° 6>ÀiÌD £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° Õð £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää ,/9 -89 " 9° /iiv Óä°ää +1 " -/ "° 6>ÀiÌD Óä°Îä 1", ,"° 6>ÀiÌD Ó£°ää " " "° V° ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀiÌD 2 -/$/ ?$! $/!2 Film e programmi Thornton e Paxton nei guai per i soldi Bisio gioca a calcetto con gli amici ,>{ Due fratelli (Billy Bob Thornton e Bill Paxton, foto) e il loro migliore amico trovano 4 milioni di dollari tra i rottami di un aereo. La decisione di spartirsi i soldi porterà un sacco di guai. Soldi sporchi Iris, ore 21 Un gruppo di amici si riunisce ogni giovedì per la partita di calcetto. Tra loro spiccano un eterno Peter Pan (Claudio Bisio, foto), un medico (Filippo Nigro) e un rampante operaio... Amore, bugie & calcetto Italia 1, ore 21.10 Un fiume di persone Nuzzi , Viero e la svolta in fuga dalla Siria nel giallo di Yara Nel giorno che l’Onu dedica ai rifugiati di tutto il mondo, si parla del Paese con il più alto numero di persone in fuga, la Siria, e dei percorsi dei profughi per sfuggire alla guerra. Fantasmi siriani Rai Storia, ore 21.30 Il programma condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero dà conto degli sviluppi dell’indagine che ha portato all’arresto del presunto assassino di Yara Gambirasio. Segreti e delitti Canale 5, ore 21.10 À>°Ì À>°Ì Ç°äx ,/ ° -iÀi Ç°xä ,° -iÀi n°Îx " " , ° -iÀi °Óä , ° -iÀi £ä°äx 1 ° -iÀi ££°äx ° -iÀi ££°xä -/,° -iÀi £Î°Óä -*" /° -iÀi £{°äx , *9,° ÌÌÕ>ÌD £{°£x -/,/ / /-° /iiv £x°ää " /", 7"° -iÀi £x°{x äÓ£ä° -iÀi £È°Óx -/,° -iÀi £Ç°xx , 7- ", "° £n°ää " " , ° -iÀi £n°{x ,° -iÀi £°Îä , *9,° ÌÌ° £°{ä " /", 7"° -iÀi Óä°Óx -/,/ / /-° /iiv Ó£°£ä -/, /,° >Ì>ÃViâ>® ÓΰÓä 7" , ° ÌÌ° Óΰ{x / -- ,-° ÀÀÀ® £n°xx -/,6 -\ - -1--° ÕÃV> £°Óä 9 \- " ° ÕÃV> Óä°£ä ,"<° ÕÃV> Óä°Óx , *9,° ÌÌ° Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌ° Ó£°£x 6 / */,-" 1 *--" -/° VÕiÌ>À® £°Îä -/,", , -/", ½/° VÕiÌ Óä°Îä ", " -/",° VÕiÌ Óä°xä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°Îä ,- " ///" *//" " 66 <° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°{x /"*<"° /iiÛi> £n°Îä - / ,° /iiÛi> £°£ä , *9,° ÌÌ° £°Óä 1 E ° -iÀi Óä°£x ,,° -iÀi Ó£°£x , " / "° ° Óΰää /" < ° ÌÌÕ>ÌD Óΰxx ° -iÀi À>°Ì À>°Ì £Ç°£x , 7- ", "° £Ç°Óä , *9,° ÌÌÕ>ÌD £Ç°Îä £ä ",° £°Îx 1 " - 1 <<" 7 9",° Ó£°£x / 1, " -*, 9 ," 7 ° Óΰ£x *,/° ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x -1, ,-° /iiv £°Îx 6"//° /iiv Óä°Óx /1//" ,/"° /iiv Ó£°£x 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Îä 1 1 * ° >ÀÌ £n°Îx "/" ° ÌÌÕ>ÌD £°Óx "-- /",/\ -° ÌÌÕ>ÌD Óä°Óä 1 1" 1-° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä <" --" -*"-° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä /" -*"- , -° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää °äx £ä°{ä £Î°ää ,> 99 Àà i À>°Ì £n°Îä **° >ÀÌ £n°xx "9° >ÀÌ £°£ä - ½",-"° >ÀÌ £°Îä *,/ ½ -" " ½ ° >ÀÌ £°xä ,/" " < " ","° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ £È°ää £È°Îä £Ç°ää £n°{ä Óä°{ä ÓÓ°{ä >Ý ,° ÌÌ° *," /*"° ÌÌ° -," ° -iÀi -/,//" *"<° -iÀi / ", "° ÌÌÕ>ÌD / -*",/° ÌÌÕ>ÌD *,"/"° ÌÌÕ>ÌD 7E",,° -iÀi -," ° -iÀi " - "° ÌÌ° >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £°xx , 6° VÕiÌ>À Óä°Óä " ,° VÕiÌ>À Ó£°£ä " , ,¶ VÕiÌ>À ÓÓ°ää " *"*° VÕiÌ>À ÓÓ°xä , ° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää £Î°äx £Î°Óx £x°äx £È°xx £n°xx £°ää £°£ä Ó£°£ä >x /Û Óäää Àði`>ÃiÌ°Ì ViÌÛ°Ì i`>ÃiÌ°Ì £x°Óx "- ,6 "° £Ç°{ä /,<" 66 /1, " / ,"° £°Óx /° /iiv Óä°£ä <<,° /iiv Ó£°ää -" -*", ° Óΰä - ", /,1° £n°£x 19 E - ° VÕiÌ>À £°£x , 1"° VÕiÌ>À Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä 1 ", -/, -* ° 6>ÀiÌD Óΰ£x "/ " - "° 6>ÀiÌD £n°Óä 8/, "6, " /" ° V° £°Óä "--* ,° /v Óä°£x "* -* ° -iÀi Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°£ä -/* 1* Ó -/, *, -1 --"° ÓÓ°ää / "° "6 -° ÌÌ° "" ° ÌÌ° ,9½- /"9° /v / ,° "< -"7° -°"°-° //° ,i>ÌÞ / Ç° "" ° ÌÌ° 1" ° ÌÌ° " -/,"- " ° Óΰää / ,° "< -"7° ÌÛÓäää°Ì £°xx -/", "1,-° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Îä 1", ", "° ÌÌ° Óä°xx / /° Ó£°Óx *--*",/" *, ½", /° Óΰäx //" "//° Corriere della Sera Venerdì 20 Giugno 2014 71 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Walker e Diesel di nuovo insieme Dopo la rapina a Rio, Dom e Brian (Vin Diesel e Paul Walker, foto insieme) si disperdono con tutta la banda. Ma la richiesta di aiuto dell’agente Hobbs riporta il team in azione contro il crimine. Fast & Furious 6 Premium Cinema, ore 21.15 Rapina a Las Vegas in stile Elvis Presley -Þ i> A fil di rete -«ÀÌ ££°£x 66 /1, /" ½-*",/", />``i m Õ «iÀ> V i Ã}> ` `ÛiÌ>Ài >ÀV i}° }i > ÃÕ> VV>Ãi µÕ>` à ÕÃVi > Õ> ëi`âi `ÀiÌÌ> *iÀÙ° -Þ i> £ £Ó°ää , ",- > ÕÃV> i} > ¼xä] À>VVÌ>Ì >ÌÌÀ>ÛiÀà i ÛÌi ` >VÕ Ì ÕÃV> V i >ÛÀ>À «iÀ > iÃà ,iVÀ`à ` V>}° -Þ i> *>Ãà £Î°£x / 79 ÕÀ>Ìi Õ> LÕviÀ> ` iÛi `i £{ä] ÃiÌÌi «À}iÀ ÃV>««> `> Õ Õ>} ÃÛiÌV° - Õ LiÀ > µÕ>à ViÀÌ>iÌi ÀÌ°°° -Þ i> ÕÌ £{°Îx ," >«>ÛÀ `ÀiÌÌ i ÃVÀÌÌ `> *° *° *>Ã] ÌiÀ«ÀiÌ>Ì >}ÃÌÀ>iÌi `> ° >}>] i ÀÕ ` Õ> «ÀÃÌÌÕÌ>° -Þ i> >ÃÃVà £x°£x "* i iÜ iÀÃiÞ] > Õ «>Ãà `> iÜ 9À] «âÌÌ VÀÀÌÌ VÌÀ> À ëÀV >vv>À vV m Õ ÃViÀvv à ÀLi>° -Þ i> Ìà £x°xä - ", ," -" "-/,1"- -/", ½", ½66 /1, ÕÀ>Ìi Õ> VÀViÀ> Õ i Ì` ÌÕÀÃÌ> *° 6>}}® v> >ÕvÀ>} Õ½Ã> ÌÀ«V>i° +Õ VÃVi Õ½`}i> iÃÌV> i >vv>ÃV>Ìi°°° -Þ i> >ÃÃVà £Ç°ää * E 1- " ," i ` `i VÕÌÕÀà i `i ÌÀ>vvV ` ÃÌiÀ` «ÀÌ>}ÃÌ Ã ÌÀÛiÀ> VÛÌ Õ >vv>Ài ` iÃÌÀÃi i À>«iÌ° -Þ i> £ £n°{x ääÇ " 9 >«Ì £Çià `i> Ã>}> `i`V>Ì> > >ià `] µÕiÃÌ> ÛÌ> ÌiÀ«ÀiÌ>Ì `> *° ÀÃ>° -Þ i> >Ý £°äx / 9/ ,-6" 1 ," 1 >ÀV i} `iÛi ÛiÃÌ}>Ài ÃÕ >VÕ ÃÌiÀà i«Ã` ` iÛÌ>âi V i >VV>` Õ ÛiVV Ã>ÌÕ>À `>° -Þ i> Ìà ӣ°ää -"/ 6" £nÈÎ] }ÕiÀÀ> VÛi° 1> V> ` V>Û>i}}iÀ À`ÃÌ «iiÌÀ> i ÌiÀÀÌÀ `i Vvi`iÀ>Ì ÃÕ`ÃÌ° *iV> `ÀiÌÌ> `> ° À`° -Þ i> >ÃÃVà *iÀ `i>À] Àii vvÀi > >>Ì ÌiÀ> > «ÃÃLÌD ` >LLÀiÛ>Ài >}> i ÃvviÀiâi° * Õ> ÀV iÃÌ> V>L> ÌÕÌÌ° -Þ i> ÕÌ 1 ," -/", 1 6," -1*,," Ãi}ÕÌ >` Õ V`iÌi ` >LÀ>ÌÀ] Õ Li>}i ` i - ià i >VµÕÃÌ> `i ÃÕ«iÀ«ÌiÀ\ «>À> i Û>° -Þ i> >Þ " "/ 1 6" -*///" v>ÌÌ V i > «iÀ «ÀÌ>}ÃÌ> L >}}Ã] V>ÀV>Ì `> >`>v ` Ã>Û>Ài Ài} ` ÀiLÀ° *ÀiµÕi `i º -}Ài `i} i»° -Þ i> >Ý *,- // Vi] v>À>VÃÌ> }Û>i i Li>] m Ã}i `> Óä >° ÛiVi ` ViÀV>Ài µÕ>VÕ] «ÀiviÀÃVi ÀvÕ}>Àà i v ` 7`Þ i° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä 7 " /" / *1 Ý VÀ>i ÀvÕ}>Ìà Ã>`>] >VL m VÃÌÀiÌÌ > ÌÀ>Ài > `À> µÕ>` ÃÕ v} À>i VÛÌ Õ> À>«> >`>Ì> >i° -Þ i> £ ,½- - >}i ° >â] ° >ÀÀÞÀi i ° Õ® ` >Ài ° ÕÀÀ>Þ®] à ` ÕÛ «iÀ>ÌÛi° ÛiÀÌiÌi v `½>âi] «À`ÌÌ `>> >ÀÀÞÀi° -Þ i> Ìà ÓÓ°Óx <//"7 >iÀ ÀÜi] Ài}ÃÌ> ` ºÃÌ >Õû] `À}i Õ> Vi`> À>ÌV> V "° ° -Þ i> *>Ãà Óΰxä 7," /1, x " - 1 > viÃÌ> ` >Üii «iÀ >VÕ ÃÌÕ`iÌ Ã ÌÀ>ÃvÀ> Õ VÕL µÕ>` Ûi} Ãi}ÕÌ `> Õ> v>}> ` V>L>° -Þ i> >Ý £{°Îä "\ 1" ", " ," ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £x°ää "\ "" "-/ ½6"," `> Óä£{ -Þ `>i £ £x°Îä / -\ - /Ài /* ` >ÃÌLÕÀi° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £È°ää "\ * 1,"* /"1, Àà "«i° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó £Ç°Îä "\ 1" ", " ," ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°{ä / -\ - /Ài /* ` >ÃÌLÕÀi° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°{x "\ / "-/ , `> Óä£{° ÀiÌÌ> -Þ 1 £n°ää "\ / "-/ , `> Óä£{° ÀiÌÌ> -Þ `>i £ £°ää 7,-/ \ 77 8/ -Þ -«ÀÌ Ó Óä°ää 7,-/ \ 77 -1*,-/,-Þ -«ÀÌ Ó Ó£°ää *1/"\ ° /° " ° 1 `>i *ià ÀÕÃiÀ° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ "\ -6<<, , `> Óä£{° ÀiÌÌ> -Þ `>i £ 7,-/ \ 77 "-/ - "7 t -Þ -«ÀÌ Ó ÓÓ°{x -1,\ Óä£Î -Ü>ÌV Àà *À 9>V Ì E -> Óΰää *6""\ , / 7À` i>}Õi Óä£{ >ÃV i ,>-«ÀÌ £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £{°ää / -/, -, ÃiÞ >i £x°ää - -1, * ,> Õ« £È°ää "½- 1,,- Ý £Ç°ää /1//" ,/" ÃiÞ >i £n°£ä -- ÃiÞ >i £°£ä ° °°-° "- Ý Ài -*-" Ý -1, ,- ,> Õ« Óä°ää " >ÀÌ iÌÜÀ Ó£°ää , - Ý Ài 1 Ý Ó£°£ä 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i /1 , Vi`i ÓÓ°ää /1//" ,/" ÃiÞ >i Óΰää /- ÃiÞ >i Óΰ£x / 6/,- ÃiÞ >i £Î°ää 1 " "<, " Ý vi £{°Óä ½- / 1- -Þ 1 £x°ää *," / ,1 79 / Ý vi £È°£x -/, 1- -Þ 1 £°äx " 1" " £°Óx " " - -Þ i> *>Ãà Óä°Îä <" " ,- -Þ 1 Ó£°ää *," / ,1 79 1- £Ó Ý vi - 1" Ó£°Óä 66 *, , "" -Þ 1 ÓÓ°Óx /"1, ÃiÞ >i ÓÓ°xx -/ -Þ 1 ä°Îä - " / -*// -Þ 1 £°£ä - 1" ££°äx 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} £Ó°ää 91"t <8 Ó £Î°äx "," iÀ>} £{°ää 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} £x°ää ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ £È°ää "9 // - , i`à £Ç°ää 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} £n°£x 7 8 1 i`à £°£ä "9 // - , iÀ>} Óä°ää "9 // - , i`à ӣ°ää /" i`à ӣ°äx 7/½- 7 - ""9"" iÀ>} £{°ää *,"*,/9 7,ÃVÛiÀÞ >i £x°£ä // / ÃÌÀÞ >i £È°äx ,"\ /," " 1/ ÃÌÀÞ >i £Ç°ää -/", ½1 6,-" ÃÌÀÞ >i £n°ää ÃÌÀÞ >i £°ää , ÃÌÀÞ >i Óä°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i Ó£°ää 1 ,1 ÃVÛiÀÞ >i ÓÓ°ää +1, ÃVÛiÀÞ >i Óΰää 6\ /-", *,1/ ÃVÛiÀÞ -ViVi £Ç°äx /," " /, ° 9 £Ç°£{ -- ," ",/ * ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°£n <""° - Ü *ÀiÕ i> £Ç°ÓÓ / ° /iiv " £Ç°ÓÈ / ,"° *ÀiÕ i> £Ç°{È *,- , ,/" ° /iiv " £n°ÎÈ -* "° ,ÕLÀV> " £n°{£ 1 *, ° /iiv 9 £°Óä " /" ° *ÀiÕ i> £°ÎÓ / 6*, ,-° /iiv 9 £°Îx " ", / " 1 / 69° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°ÎÈ -1/-° /iiv " Óä°Ó£ / 6*, ,-° /iiv 9 Óä°Ó{ -1/-° /iiv " Óä°{ä " * ",/"° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°äÓ <""° - Ü *ÀiÕ i> Ó£°£x -/ E 1,"1- È° *ÀiÕ i> Ó£°£x , *, ° /iiv 9 di Aldo Grasso Gli opinionisti dei talk hanno la verità in tasca U n triplice delitto familiare. Chi ha compiuto quel massacro? È vero che il figlio Heats, il maggior indiziato, nasconde un segreto? Il suo vecchio capo scout, ora pilastro della comunità di un paesino dell’America del Sud, ha abusato di lui? Real Giallo, canale 144 di Sky e 38 del DTT, propone storie e indagini ispirate a fatti realmente accaduti prodotte da Discovery. Negli Stati Uniti hanno avuto una buona accoglienza (mercoledì, ore 21.10). Il genere si chiama crime-facVincitori e vinti tual e mescola immagini girate dal vero e ricostruzioni filmate: Francesco da anni è uno dei cavalli di batTesti taglia della tv, anche in Italia. Il melò La serie si chiama «Redrum» italiano («Murder», assassino, scritto al batte la contrario, un omaggio alla fapolitica italiana. Tiene mosa scena di Shining di Stanla prima serata di ley Kubrick). Al contrario perCanale 5 grazie a ché il racconto del delitto parte «Furore - Il vento della dal ritrovamento del corpo della speranza», la fiction vittima e segue passo dopo pascon Francesco Testi: so le indagini dei detective, le gli spettatori sono testimonianze delle persone 4.029.000, 14,8% coinvolte, le intercettazioni deldi share la polizia. Un narratore, che appare in video, fa da filo condutGianluigi tore. Paragone A seguire altre due serie: La politica «Murder comes to town», che italiana approfondisce delitti commessi superata in piccoli centri degli Stati Uniti dal melò. Nella serata e cerca anche di descrivere il clidi Spagna - Cile, ma di questi posti sperduti e La 7 manda in prima abitati da comunità chiuse in se serata «La Gabbia» stesse, e «Nightmare next dodi Gianluigi or», vicende che hanno per proParagone: gli tagonisti persone insospettabispettatori sono li. 577.000, 2,7% Mentre andava in onda «Redi share drum», «Chi l’ha visto?» proponeva una sua ricostruzione del caso di Yara Gambirasio. Ricordiamo come molte trasmissioni abbiano fatto presto a trasformare il caso di Brembate di Sopra in uno show, esattamente come era successo con Novi Ligure, Cogne, Erba, dando sempre l’impressione di essere assetati più di morbosità che di giustizia. Anche questo è ormai un format sperimentato. A differenza dei casi proposti da Real Giallo, nei talk ci sono gli opinionisti con la verità in tasca. Due criminali (Kurt Russel e Kevin Costner, foto) si preparano a derubare il caveau del casinò Riviera di Las Vegas nel giorno in cui si tiene l’annuale concorso per imitatori di Elvis Presley. La rapina Studio Universal, ore 21.15 Il detective McAvoy dà la caccia a Strong Un ex bandito fuggito in Islanda (Mark Strong) torna a Londra per salvare il figlio coinvolto in una rapina. Dovrà fare i conti con un detective (James McAvoy, foto) che da anni gli dà la caccia... Welcome to the punch - Nemici di sangue; Sky Cinema 1, ore 21.10 I Rolling Stones tra musica e parole i`>ÃiÌ *ÀiÕ A 48 ore dal concerto al Circo Massimo di Roma, il programma ripercorre attraverso immagini di repertorio, video inediti e interviste esclusive la storia della storica band capitanata da Mick Jagger. Rolling Stones History Channel, ore 21 £{°Óx 1 -"" -,"° 9 £{°{£ +1 "° - Ü " £{°xÓ ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°£{ "6" ° *ÀiÕ i> £x°Óx ,/9 *,"/° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £x°{{ ,° "1- 6-" ° /iiv " £È°£È 1 *, ° /v 9 © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Ó£°£x Ó£°ÎÇ ÓÓ°äÈ ÓÓ°xn ÓΰÓä ,* ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> / ° /iiv " *, /""° /iiv 9 *½ /1 ° /iiv 9 ½," *5 *<<" " "° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓΰÓn / ,7° *ÀiÕ i> Óΰ{ / *,-° /iiv 9 ä°£ ,° "1- 6-" ° /iiv " ä°Î / *,-° /iiv 9 ä°xx "*6" ½" "° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°äÈ ,° "1- 6-" ° /iiv " £°Îä , 9° /iiv 9 £°Îx -" "° *ÀiÕ i> Ó°ÓÓ , 9° /iiv 9 Ó°{x "7 1/° /iiv -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> 72 italia: 51575551575557 Venerdì 20 Giugno 2014 Corriere della Sera