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Apprendimento autoregolato e CSCL
Apprendimento autoregolato e CSCL Manuela Delfino, Giuliana Dettori, Donatella Persico Istituto per le Tecnologie Didattiche – Consiglio Nazionale delle Ricerche Via de Marini 6, 16128 Genova {delfino | dettori | persico} @itd.cnr.it Questo lavoro illustra un metodo innovativo, basato sulla analisi dei contenuti, per indagare se i partecipanti ad eventi formativi online riescono ad autoregolare il proprio processo di apprendimento. Vengono presentati gli indicatori elaborati a questo scopo e i principali risultati ottenuti applicando il metodo in uno studio esplorativo. 1. Introduzione Apprendere in maniera autoregolata significa controllare il proprio processo di apprendimento non soltanto dal punto di vista cognitivo, metacognitivo e comportamentale, ma anche da quello della motivazione e delle emozioni. La ricerca in questo campo indaga gli aspetti cognitivi e psicologici che entrano in gioco quando un individuo cerca, in modo consapevole e volontario, di mantenere le redini del proprio percorso di apprendimento, prendendo decisioni su scopi e tempi, scegliendo strumenti e luoghi appropriati, controllando le emozioni per superare ostacoli e fallimenti, sotto la spinta della motivazione, al fine di raggiungere gli obiettivi desiderati. Queste competenze di autoregolazione sono auspicabili anche e soprattutto negli adulti, poiché aiutano ad affrontare nuovi problemi, e a trasferire a contesti poco familiari le competenze e capacità acquisite. L’autoregolazione dell’apprendimento (che indicheremo in seguito con l’acronimo SRL, dall’espressione inglese Self-Regulated Learning) non si identifica tanto con un’abilità mentale o una capacità operativa, ma con un processo volto ad attivare le risorse personali (conoscenze e abilità) al fine di affrontare un compito specifico [Zimmerman, 1998] in un determinato contesto [Boekaerts, 1999]. Gli individui che apprendono in maniera autoregolata sanno che cosa vogliono imparare e perché, pianificano e controllano il loro processo di apprendimento, definiscono i loro obiettivi conoscitivi e scelgono le strategie di apprendimento più adatte a raggiungerli, controllano i risultati ottenuti via via e – se necessario – ridefiniscono ciclicamente obiettivi, metodi e tempi in modo da raggiungere i risultati desiderati. Dal punto di vista emotivo, non si scoraggiano di fronte agli insuccessi, ma sviluppano strategie per superarli, controllando le proprie emozioni. Inoltre, hanno spesso motivazioni intrinseche, un buon grado di autoefficacia (cioè la consapevolezza di saper affrontare efficacemente i problemi) e guardano all’apprendimento come ad un’attività proattiva; in altre parole, controllano in modo attivo il proprio processo di apprendimento anziché subirlo passivamente. A. Andronico, L. Colazzo (Eds.): DIDAMATICA 2009 – ISBN 978-88-8443-277-3 DIDAMATICA 2009 Perché queste competenze si sviluppino sono necessari tempo e impegno. Secondo la letteratura scientifica, alcuni aspetti dell’SRL, come per esempio la capacità metacognitiva, normalmente migliorano con il passare degli anni. Gli stessi studi, però, sottolineano anche che l’acquisizione di competenza autoregolativa non avviene in modo automatico né spontaneo [Boekaerts, 1997], ma richiede pratica e insegnamento adeguati. Molti autori suggeriscono che l’SRL dovrebbe essere promosso in modo esplicito tra gli insegnamenti scolastici [Schunk e Zimmerman, 1998]. Questo può essere fatto strutturando ambienti flessibili, pensati per lo studente, promuovendo un apprendimento attivo, dando agli studenti feed-back appropriati, incoraggiandoli a valutare i propri risultati e a rivedere di conseguenza il proprio operato. Si diventa autoregolati affrontando esperienze di apprendimento sia individuali che di gruppo [Bolhuis, 2003]. Risulta inoltre che le competenze autoregolative, oltre a includere componenti cross-curricolari, dipendono in larga parte dal contesto [Zimmerman e Schunk, 2001]. Per esempio, persone che sanno autoregolare bene il lavoro individuale nel contesto di una didattica tradizionale non sono necessariamente altrettanto brave in attività collaborative a distanza, perché queste richiedono negoziazione degli obiettivi, strategie e conoscenze che difficilmente sono esercitate nell’apprendimento individuale. La ricerca nel campo dell’SRL si occupa principalmente di analizzare le azioni compiute dagli studenti, per cercare di capire fino a che punto siano in grado di progettare il proprio apprendimento, di valutare i progressi e di riflettere sul proprio operato. La maggior parte di queste ricerche si basa su interviste in cui si chiede agli studenti di descrivere ex post le strategie e i metodi che hanno adottato, o su questionari volti a far emergere il loro punto di vista sui progetti strategici e sulle scelte fatte [Dettori et al, 2006]. A nostro parere nessuno di questi metodi riesce veramente a valutare la pratica dell’SRL, ma piuttosto deduce la presenza di SRL dalle opinioni degli studenti o dalla loro descrizione di quanto hanno appreso. Ci siamo quindi proposte di elaborare un approccio che consenta di analizzare direttamente il processo di apprendimento nel suo divenire, fornendo così dei dati che possano completare quanto riferito dagli apprendenti a processo concluso. In particolare, abbiamo sviluppato questo approccio di analisi diretta per le attività di apprendimento in rete. 2. Apprendere in ambienti online Le comunità virtuali per l’apprendimento (CVA), e in generale, l’apprendimento collaborativo supportato dal computer (Computer-Supported Collaborative Learning – CSCL) sembrano rappresentare un buon modo per 2 Apprendimento autoregolato e CSCL conciliare individualizzazione e collaborazione. Questo accade soprattutto per le CVA basate su attività di tipo socio-costruttivista, che peraltro sono le più frequenti dato che le caratteristiche degli ambienti CSCL favoriscono l’utilizzo di questo approccio [Strijbos et al, 2004]. Questi ambienti si affidano generalmente alla Comunicazione Mediata da Computer (CMC), quindi per lo più asincrona e basata su testo scritto, e garantiscono ai loro membri un buon grado di libertà nella scelta dei luoghi e dei tempi di apprendimento, e nel modo di affrontare specifici obiettivi, pur nel rispetto dei vincoli imposti dalla struttura collaborativa delle attività. Inoltre molte piattaforme consentono un buon grado di personalizzazione dell’ambiente. Nella comunicazione scritta, i tempi di interazione sono dilatati e quindi i partecipanti sono stimolati a riflettere, prima di condividere le proprie idee con gli altri, per un tempo maggiore di quanto non accada nelle interazioni in presenza. Inoltre tutti i contributi inviati nei forum o nei blog restano a disposizione dei partecipanti e questo facilita i riferimenti espliciti ai contributi di tutti, nonché la riflessione sull’intero percorso [Van den Boom et al, 2004]. Infine, la possibilità di partecipare e contribuire contemporaneamente a più di un filone di discussione consente un più ampio scambio di idee e opinioni. 3. SRL e CSCL La relazione tra SRL e CSCL è piuttosto complessa perché l’uso efficace degli ambienti CSCL sembra richiedere e al tempo stesso migliorare la capacità di autoregolare la propria attività di apprendimento [Dettori et al, 2006]. L’autoregolazione è necessaria perché il potersi muovere liberamente nell’ambiente di apprendimento non garantisce la capacità di usare al meglio gli spazi e le risorse a disposizione. Per trarre vantaggio dalla libertà offerta dall’ambiente è necessario che gli apprendenti siano in grado di gestire la propria partecipazione. Questo implica saper pianificare le proprie azioni (le scadenze e la sequenza delle attività); monitorare il completamento dei compiti; verificare la qualità del lavoro svolto. Tutto questo comporta il riutilizzo e l’adattamento di conoscenze e strategie già apprese in altri contesti e l’abilità di valutare il proprio lavoro e fare piani per migliorarlo, senza la costante supervisione di una guida esterna. In altre parole, per trarre vantaggio da questo tipo di apprendimento occorre saper autoregolare, almeno un po’, la propria attività di apprendimento. Allo stesso tempo, il CSCL sembra favorire alcuni atteggiamenti autoregolati, per diverse ragioni. Innanzitutto le competenze di SRL, e in particolare le abilità metacognitive, sono spesso tra gli obiettivi delle attività CSCL, per lo meno di quelle socio-costruttiviste. Questo dipende dal fatto che 3 DIDAMATICA 2009 gli studenti che sono nuovi a questo modo di apprendimento di solito hanno lacune nelle capacità metacognitive e autodirettive che servono per trarre maggior vantaggio da questo approccio. I corsi online ben progettati, di conseguenza, tentano di stimolare gli studenti in questa direzione. Inoltre l’apprendimento con la CMC dipende dall’interazione testuale e questo va a vantaggio non solo dei temi dibattuti, ma anche dello stesso processo di apprendimento. Di conseguenza, richiamando l’attenzione degli apprendenti su aspetti che di fatto contribuiscono all’autoregolazione, questi ambienti favoriscono la pratica dell’SRL al punto che sembrano contribuire a svilupparlo [Arbaugh, 2004; Lynch e Dembo, 2004]. 4. Le dinamiche dell’apprendimento Gli ambienti CSCL si prestano molto bene all’analisi delle dinamiche legate all’apprendimento perché le interazioni sono scritte. Inoltre, la quantità di informazione a disposizione dei ricercatori è molto elevata, per il fatto che le piattaforme tengono quasi sempre traccia di ogni singola azione compiuta dai partecipanti (es., login e logout, accesso alle aree di interazione, apertura dei messaggi, download e upload dei materiali). Per questo motivo, molte delle ricerche condotte nell’ambito del CSCL adottano metodi di indagine basati sull’analisi dei contenuti per indagare le dinamiche di apprendimento [Rourke et al, 2001; Garrison et al, 1999]. Questi metodi di ricerca consistono nella selezione, negli scambi realizzati tra i partecipanti, di frasi ed espressioni relative all’aspetto che si vuole studiare. I dati così raccolti forniscono informazioni sui pensieri e le azioni degli apprendenti durante l’intero evento formativo, permettendo quindi di combinare dati qualitativi sulla natura dei messaggi con dati quantitativi relativi alla loro frequenza. Questi dati possono poi essere integrati da altri modi più tradizionali di raccolta delle informazioni (ad es., questionari e interviste). L’analisi delle interazioni è considerata uno strumento di ricerca potente ed è sempre più frequentemente usata nella ricerca nell’ambito dell’apprendimento online. Può essere utilizzata per indagare aspetti diversi dell’apprendimento, semplicemente variando il tipo di contenuti da cercare nei messaggi [Rourke et al, 2001]. Questi contenuti possono essere manifesti, cioè corrispondere ad espressioni facilmente riconoscibili perché esplicitamente riportate dagli autori (ad es., chiamare i colleghi per nome), oppure latenti, cioè implicitamente contenuti nel testo (ad es., pianificare l’attività futura). Le variabili manifeste sono ovviamente più facili da trovare e la loro ricerca può, in alcuni casi, essere automatizzata. Cercare variabili latenti, invece, richiede la comprensione del contenuto dei messaggi, e quindi un lavoro di 4 Apprendimento autoregolato e CSCL interpretazione che può introdurre un livello di soggettività nella scelta, ed è quindi più difficile da automatizzare [Potter e Levine-Donnerstein, 1999]. Lo studio di SRL attraverso l’analisi dei contenuti implica la ricerca di variabili latenti, poiché l’SRL non può essere associata all’uso di particolari espressioni, ma piuttosto dipende dalle azioni svolte dai partecipanti. È quindi necessario eseguire un’analisi semantica del contenuto dei messaggi rispetto a una griglia di possibili azioni autoregolate. 5. Gli indicatori di SRL La definizione di indicatori di SRL per guidare l’analisi del contenuto è complicata del fatto che, malgrado la varietà di approcci sviluppati per studiare la natura e la presenza di SRL [Zimmerman, 2001], questa competenza sia caratterizzata da abilità e azioni generali e non specifiche. È dunque necessario fornire una lista di indicatori che guidino la ricerca di contenuti relativi all’ SRL. La nostra analisi si basa sia sulle caratteristiche dell’SRL proposte da Zimmerman (1998), che sono alquanto dettagliate e largamente condivise, sia su alcuni sviluppi di questi studi in relazione al potenziale supporto che gli ambienti tecnologici per la didattica possono apportare all’SRL [Steffens, 2006]. In base a questo modello, possiamo guardare l’SRL sotto tre prospettive ortogonali fra loro. La prima si focalizza sul processo ed è articolata in tre fasi che si ripetono ciclicamente e che si influenzano a vicenda: la pianificazione, l’esecuzione monitorata e la valutazione. La seconda si basa sulle componenti dell’SRL e ne distingue quattro: cognitiva (comportamentale), metacognitiva, motivazionale ed emotiva. La terza identifica la modalità di lavoro e distingue l’attività individuale da quella collaborativa. Abbiamo quindi identificato tre componenti, la cui combinazione consente di individuare e determinare gli indicatori dell’SRL come guida per l’analisi delle attività online. Questi elementi sono: - la capacità degli studenti di pianificare, monitorare e valutare il proprio processo di apprendimento, elementi che possono essere analizzati individuando nei testi i contributi volti a scegliere gli obiettivi didattici, i contenuti da trattare e i modi di utilizzo delle strategie di apprendimento; a configurare l’ambiente di apprendimento; a valutare i risultati ottenuti, confrontando i risultati individuali e collettivi con gli obiettivi prefissati; - la capacità degli studenti di affrontare le sfide cognitive, metacognitive, motivazionali ed emotive del processo di apprendimento, attraverso le fasi sopra citate. Questi elementi possono essere individuati cercando segmenti testuali che segnalano la costruzione o applicazione di 5 DIDAMATICA 2009 - strategie per risolvere i problemi, per limitare i motivi di ansia, per tenere alta la motivazione, per relazionarsi con i pari in modo proficuo; la capacità di autoregolarsi sia individualmente che in un contesto di apprendimento collaborativo. La Tabella 1 è il risultato della combinazione degli elementi sopra descritti e contiene i dodici gruppi di indicatori che abbiamo identificato per studiare l’SRL nei processi di apprendimento online. Seguendo gli studi di Garrison et al. (1999), abbiamo scelto di riunire gli aspetti metacognitivi con quelli cognitivi, dal momento che è molto difficile porre un confine netto tra le due componenti, soprattutto nel contesto delle CVA, in cui è frequente proporre attività cognitive unite ad attività metacognitive. Per lo stesso motivo, abbiamo raggruppato gli aspetti motivazionali con quelli emotivi. 6 Apprendimento autoregolato e CSCL Sociale Individuale Sociale Motivazionale ed emotivo Cognitivo e metacognitivo Individuale Pianificazione Codice: PCI - Programmare i passi per avanzare nel compito: frazionare in sotto-compiti, stabilire scadenze e priorità. - Individuare i cambiamenti da apportare al programma per evitare insuccessi. Esecuzione monitorata Codice: MCI - Mettere in atto i programmi stabiliti. - Lavorare in modo coerente con i compiti assegnati. - Monitorare la realizzazione del compito. - Sintetizzare il lavoro individuale e gli obiettivi raggiunti. Codice: PCS Codice: MCS - Formulare proposte su - Far riferimento ai come avanzare contributi altrui, porre nell’apprendimento. domande, rispondere. - Discutere e negoziare - Mediare tra i pari. gli aspetti della - Verificare la programmazione. comprensione. - Fare proposte sui piani - Sintetizzare le idee e i cambiamenti da proposte. apportare per evitare - Incoraggiare la insuccessi. partecipazione dei pari. Codice: PMI Codice: MMI - Indagare le proprie - Esprimere le proprie aspettative sulle attività emozioni e motivazioni. in corso. - Cercare un supporto - Anticipare possibili adeguato in caso di aspetti emotivi bisogno. problematici. - Comunicare le proprie impressioni e la propria situazione. Codice: PMS Codice: MMS - Discutere aspettative e - Incoraggiare i pari a motivazioni sull’ attività di esprimere le proprie apprendimento. emozioni e motivazioni. - Condividere le - Fornire supporto motivazioni relative al emotivo ai pari. proprio impegno. - Informare i pari delle - Coinvolgere i pari nei proprie intenzioni, per piani di attività. agevolare il lavoro. Tabella 1 - Gli indicatori di SRL Valutazione Codice: ECI - Valutare il proprio apprendimento. -Individuare le difficoltà e le cause di insuccesso. - Riflettere su quanto appreso. - Confrontare il proprio lavoro con quello dei pari. - Valutare la propria gestione del tempo. Codice: ECS - Valutare il lavoro fatto dal gruppo. - Commentare i risultati ottenuti dal gruppo. - Incoraggiare i pari ad esprimere opinioni sul lavoro svolto. Codice: EMI - Confrontare le proprie motivazioni ed emozioni con quelle iniziali. - Comprendere le ragioni di eventuali cambiamenti. - Commentare gli aspetti emotivi vissuti durante il corso. Codice: EMS - Esprimere apprezzamento per i contributi e i risultati raggiunti dai pari. - Individuare eventuali malfunzionamenti del gruppo e analizzarne le cause. 7 DIDAMATICA 2009 6. Un esempio di applicazione Gli indicatori di SRL individuati sono stati usati per indagare parte di un corso sulle Tecnologie Didattiche svolto nel 2005 per la SSIS Liguria. Le attività analizzate sono 2 moduli del corso, della durata di 3 settimane l’uno, che hanno coinvolto 95 studenti e 8 tutor. Nello studio esplorativo descritto in questo lavoro abbiamo analizzato l’area di lavoro di un gruppo di 8 studenti con 1 tutor, che includeva 249 messaggi, di cui 218 scritti dagli studenti. Tutti gli studenti hanno partecipato alle discussioni, sia pure in misura diversa. Il primo modulo analizzato (Att. 1) consisteva in un role-play, in cui i partecipanti dovevano assumere il ruolo di insegnanti con precise caratteristiche (es., il burocrate, il tecnologo, il tecnofobo), e discutere da questi punti di vista alcune webquest. Il secondo modulo (Att. 2) consisteva in un case-study su alcune comunità di apprendimento in ambiente scolastico. Due codificatori - uno coinvolto nel corso, l’altro esperto di SRL - hanno esaminato separatamente tutti messaggi scambiati nelle due aree (90 nella prima e 128 nella seconda), codificando le espressioni di SRL trovate in base alla Tabella 1. Dopo la codifica i risultati sono stati confrontati, calcolando l’accordo tra i valutatori (inter-rater reliability) con il metodo di Holsti; questa è risultata inizialmente dell’80% e, dopo la discussione sulle divergenze, del 100%. Solo una parte dei messaggi conteneva indicatori di SRL (36% nell’Att. 1 e 38% nell’Att. 2) e diversi messaggi contenevano più di un indicatore. Quasi tutti gli indicatori sono stati riscontrati almeno una volta. I dati mostrano che gli studenti hanno partecipato più attivamente all’Att. 2 che alla 1, sia come numero totale di messaggi sia per quel che riguarda la percentuale di messaggi contenenti indicatori di SRL. I principali risultati di questa analisi sono mostrati nelle Figure 1 e 2 (per un’analisi più ampia si rinvia a Dettori e Persico, 2008). I dati sono rappresentati senza elaborazioni statistiche a causa della dimensione limitata del campione analizzato. La mancata corrispondenza fra messaggi e indicatori rende impossibile anche l’uso di semplici percentuali, ma il fatto che le due attività avessero la stessa durata semplifica l’interpretazione dei dati. Le due figure mostrano un maggior numero di indicatori nell’Att. 2 sia dal punto di vista del processo sia da quello delle componenti. Questo può significare un’influenza del tipo di compito assegnato (ad es., il role-play richiede meno pianificazione del case-study, dato che assegna ruoli precisi), ma può anche significare che quel gruppo di studenti, man mano che procedeva nel corso, aveva migliorato la capacità di autoregolarsi. Infine, gli indicatori di attività sociali sono risultati molto più numerosi degli indicatori di attività individuale nell’Att. 2. Questo non significa necessariamente la mancanza di autoregolazione a livello individuale, ma può semplicemente 8 Apprendimento autoregolato e CSCL voler dire che gli studenti, essendo coinvolti in un lavoro di gruppo, non sentivano il bisogno di dire ai compagni quello che riguardava solo loro stessi. Figura 1 - Indicatori secondo il processo Figura 2 - Indicatori secondo le componenti 7. Discussione Questo studio di natura esplorativa si pone l’obiettivo di verificare, su un campione di dimensioni limitate, 1) se il metodo adottato e la tassonomia di indicatori presentata si prestino a indagare le competenze di SRL dispiegate dai partecipanti ad una CVA, 2) se sia possibile automatizzare la procedura di analisi e 3) se, e in che misura, il metodo usato sia efficace ed efficiente. Per quanto riguarda il primo punto, il valore dell’inter-rater reliability suggerisce che gli indicatori proposti hanno mantenuto la soggettività interpretativa dei codificatori entro limiti accettabili. Inoltre il processo di codifica non ha evidenziato gravi lacune o inadeguatezze nella tassonomia di indicatori.. Per quanto riguarda il secondo obiettivo, ossia la verifica della possibilità di sviluppare metodi semi-automatici di analisi testuale per gli indicatori in esame, dallo studio è emerso come sia difficile individuare dei pattern ricorrenti nei messaggi per esprimere le azioni di autoregolazione. Esiste infatti un numero potenzialmente illimitato di espressioni che possono introdurre la pianificazione, il monitoraggio, la valutazione del processo di apprendimento. Queste considerazioni conducono naturalmente a discutere l’efficacia ed efficienza del metodo proposto. Da un lato, l’efficacia è direttamente legata alla completezza e alla consistenza interna della tassonomia di indicatori proposta che, come detto, è risultata soddisfacente. Un limite intrinseco del metodo, tuttavia, è che esso rileva l’uso di competenze di SRL e il tipo di competenze in gioco, ma non il loro effettivo sviluppo. Da qui a poter dire che le CVA consentono di sviluppare competenze di SRL, occorre assumere, in accordo con Zimmerman (2001), che le competenze di SRL si sviluppano praticandole. 9 DIDAMATICA 2009 Per quanto riguarda l’efficienza del metodo, occorre osservare che, in generale, i metodi basati sull’analisi non automatizzata dei contenuti sono piuttosto onerosi in termini di tempo e risorse umane coinvolte. Un’interessante prospettiva di sviluppo potrebbe essere dotare gli ambienti CMC di strumenti che consentano di associare ad ogni messaggio uno o più indicatori, in maniera tale che il lavoro di codifica sia limitato alla parte interpretativa e che il sistema sia poi in grado di elaborare le opportune statistiche, configurandole sulla base delle richieste dei ricercatori. Con uno strumento di questo genere, il metodo di analisi proposto richiederebbe un impegno minore di risorse umane e di tempo. Per concludere, ci si potrebbe chiedere a che scopo utilizzare l’analisi dei contenuti dei messaggi per studiare una categoria di competenze che, tradizionalmente, viene analizzata attraverso questionari e interviste. Non v’è dubbio che, con i metodi tradizionali, è possibile far emergere anche aspetti non sempre espliciti. Tuttavia, l’analisi testuale dei messaggi è un metodo basato sull’osservazione diretta del processo di apprendimento e non è mediata dalle opinioni dei soggetti coinvolti (un inevitabile bias dei più diffusi metodi tradizionali). Inoltre, il metodo proposto segue un percorso longitudinalmente, analizzando quanto avviene per l’intera durata delle attività di apprendimento, mentre interviste e questionari forniscono soltanto un’istantanea, cioè l’opinione dei soggetti coinvolti nel periodo in cui sono fornite le risposte. Possiamo quindi concludere che i due approcci non si pongano in alternativa, ma forniscano informazioni complementari, volte ad arricchire la base di dati del ricercatore. Bibliografia Arbaugh J.B., Learning to learn online: A study of perceptual changes between multiple online course experiences. The Internet and Higher Education 7, 2004, 169-182. Boekaerts M., Self-regulated learning: a new concept embraced by researchers, policy makers, educators, teachers and students. Learning and Instruction 7, 2, 1997, 161-186. Boekaerts M., Self-regulated learning: where we are today. International Journal of Educational Research, 31,1999, 445-457. Bolhuis S., Towards process-oriented teaching for self-directed lifelong learning: a multidimensional perspective. Learning and Instruction 13, 2003, 327-347. Dettori G., Giannetti T., Persico D., SRL in online cooperative learning: Implications for pre-service teacher training. European Journal of Education, 41, 3/4, 2006, 397–414. 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