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Seguiamo la stella - Oratorio di Berbenno e Selino
Seguiamo la stella Insieme Notiziario delle comunità parrocchiali di Berbenno, Blello e Selino Alto NATALE 20131 INDICE Insieme Anno II - Numero 5 Dicembre 2013 Direttore responsabile: Don Luca Gattoni Direttore di redazione: Romina Tamerici Redazione: don Luca Gattoni, Giulia Colombo, Maria Locatelli, Maura Locatelli, Nino Loconte, Luana Nava, Stefania Pozzi, Federica Salvi, Romina Tamerici. Altri collaboratori: Diego Mosca, Gian Maria Salvi Foto a cura della Redazione Stampa Tipolitografia ALGIGRAF Brusaporto (BG) - Tel. 035.68.43.42 [email protected] Si ringraziano tutte le persone che hanno collaborato. Seguiamo la stella ............................................................. pag. 3 In primo piano Fraternità, fondamento e via per la pace ............................ pag. 5 Programma natalizio........................................................... pag. 9 La celebrazione delle sante messe feriali ............................ pag. 10 La grande sera ci attende .................................................... pag. 11 Testamento spirituale di don Romeo .................................. pag. 13 In ricordo di don Romeo .................................................... pag. 14 Vita di comunità Le nostre comunità camminano insieme............................. pag. 15 Gruppi di catechesi ............................................................. pag. 16 La festa dell’Immacolata a Ca’ Previtali............................... pag. 23 Diario della comunità Incontro degli adolescenti con Davide Cerullo..................... Vela: rendere consapevole .................................................... Mercatini e canti di Natale .................................................. Una casa tra le case............................................................. La cena della legalità........................................................... L’arte del pittore Gian Maria Salvi........................................ pag. 24 pag. 25 pag. 27 pag. 28 pag. 30 pag. 31 Lettere dalla missione ....................................................... pag. 32 Recensioni - Parole evase ................................................ pag. 35 Calendario gennaio - febbraio ......................................... pag. 36 Anagrafe ............................................................................. pag. 38 Seguiamo la stella Racconto finale ................................................................. pag. 38 Pappa Reale - Il cammino della speranza Insieme Notiziario delle comunità parrocchiali di Berbenno, Blello e Selino Alto 2 NATALE 20131 Seguiamo la stella Seguiamo la stella Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. (Mt 2,11) L a stella cometa è un’immagine che facilmente associamo al Natale di Gesù. Fin da quando eravamo bambini ci è stato insegnato che non poteva mancare nel nostro presepio, appoggiata candidamente sulla capanna che ospita Gesù, Maria e Giuseppe; oppure rappresentata al centro di uno di quei fogli colorati che raffigurano un cielo finto che fa da sfondo a tutto il presepio. Un segno inequivocabile, che sta lì a ricordarci che, grazie alla guida di quella stella, un bel giorno, dei saggi venuti da Oriente hanno trovato la strada che li ha condotti alla casa dove abitava la Santa Famiglia. Abituati alla concretezza delle cose che possediamo, noi stiamo smarrendo il valore dei segni. Un segno ci indica altro, ci richiama qualcosa di più grande e di più importante. Un vecchio proverbio recita: «Quando il saggio indica il cielo, lo stolto vede solo il dito». È importante imparare a scrutare i segni con i quali Dio ci chiama e ci guida. Quando si è consapevoli di essere condotti da Lui, il cuore sperimenta una gioia autentica e profonda, che si accompagna a un vivo desiderio di incontrarlo e a uno sforzo perseverante per seguirlo docilmente. La stella ci indica che nelle nostra vita c’è un Dono straordinario che è stato preparato per noi fin dall’origine del mondo, un Dono che nel Natale siamo chiamati ad accogliere: il Signore Gesù. Loro, i sapienti, i saggi, sono partiti da lontano, attratti da questo segno misterioso dal cielo. L’astro luminoso li ha guidati nel loro cammino, essi hanno avuto il coraggio di mettersi in discussione, di intraprendere un viaggio lungo e non facile, di impegnarsi in un percorso di cui ignoravano la meta. La luce di Cristo rischiarava già l’intelligenza e il cuore dei Magi: non esitarono a lasciare tutto per seguire la stella che avevano visto sorgere in Oriente. I Magi rappresentano bene la nostra umanità in ansia, in ricerca della felicità smarrita, del senso della vita perduto, della gioia di vivere nascosta chissà dove... C’è una sete di vita che emerge a ogni incrocio della nostra esistenza: uomini e donne che sembrano fare fatica ad alzare lo sguardo per poter vedere il Cielo. Con il suo Natale, Gesù ha portato il Cielo sulla terra. È lui la stella cometa, che indica la strada, il cammino, la via, la sorgente della felicità. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre (Mt 2,11): niente di straordinario a prima vista. Eppure quel Bambino è diverso dagli altri: è il Figlio di Dio che si è spogliato della sua gloria ed è venuto sulla terra per morire in Croce. È sceso tra noi e si è fatto povero per rendere noi uomini grandi come Dio! 3 Seguiamo la stella I Magi incontrano Gesù a Bêt-lehem, che significa casa del pane. Nell’umile grotta di Betlemme giace, su un po’ di paglia, il chicco di grano che morendo porterà molto frutto. Per parlare di se stesso e della sua missione salvifica, Gesù, nel corso della sua vita pubblica, farà spesso ricorso all’immagine del pane. Dirà: «Io sono il pane della vita», «Io sono il pane disceso dal cielo», «Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6, 35.41.51). Il Bambino, adagiato da Maria nella mangiatoia, è l’Uomo-Dio che vedremo inchiodato sulla Croce. Lo stesso Redentore è presente nel sacramento dell’Eucaristia. Nella stalla di Betlemme lo adoriamo come un neonato, nell’Eucaristia si offre come cibo di vita eterna. Andare fino a Betlemme, come i Magi, significa riconoscerlo nostro Re, nostro Signore e nostro Dio. Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 2,11)... che cosa abbiamo noi da offrire a Gesù per questo Natale? L’oro della nostra vita, cioè la libertà di seguirlo con amore, di essere fedeli alla sua chiamata; l’incenso della nostra preghiera, per imparare a essere riconoscenti di tutto ciò che il Signore ci dona; la mirra, cioè l’affetto pieno di gratitudine per Lui, vero Uomo e vero Dio, che ci ha amati fino a morire per noi sulla croce. L’augurio per questo Natale è quello di poter trovare il Signore Gesù come luce della nostra esistenza, senso pieno della nostra vita, sorgente della vera felicità. Un augurio che facciamo a tutte le famiglie delle nostre comunità, in particolare a quelle segnate dalla fatica, dalla malattia, dalla sofferenza, dalle difficoltà. Il Signore sia Luce e Speranza del nostro cammino. Buon Natale don Luca con don Donato, Madre Giuseppina e Madre Mariangela 4 In primo piano Fraternità, fondamento e via per la pace Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace I n questo mio primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, desidero rivolgere a tutti, singoli e popoli, l’augurio di un’esistenza colma di gioia e di speranza. Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere e abbracciare. Infatti, la fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale. La viva consapevolezza di questa relazionalità ci porta a vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello; senza di essa diventa impossibile la costruzione di una società giusta, di una pace solida e duratura. E occorre subito ricordare che la fraternità si comincia a imparare solitamente in seno alla famiglia, soprattutto grazie ai ruoli responsabili e complementari di tutti i suoi membri, in particolare del padre e della madre. La famiglia è la sorgente di ogni fraternità e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore. Il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende più palpabile la consapevolezza dell’unità e della condivisione di un comune destino tra le Nazioni della terra. Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, vediamo seminata così la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri. Tale vocazione è però ancor oggi spesso contrastata e smentita nei fatti, in un mondo caratterizzato da quella globalizzazione dell’indifferenza che ci fa lentamente abituare alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi. In tante parti del mondo, sembra non conoscere sosta la grave lesione dei diritti umani fonda- mentali, soprattutto del diritto alla vita e di quello alla libertà di religione. La globalizzazione, come ha affermato Benedetto XVI, ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. Inoltre, le molte situazioni di sperequazione, di povertà e di ingiustizia, segnalano non solo una profonda carenza di fraternità, ma anche l’assenza di una cultura della solidarietà. Le nuove ideologie, caratterizzate da diffuso individualismo, egocentrismo e consumismo materialistico, indeboliscono i legami sociali, alimentando quella mentalità dello scarto, che induce al disprezzo e all’abbandono dei più deboli, di coloro che vengono considerati inutili. Così la convivenza umana diventa sempre più simile a un mero do ut des pragmatico ed egoista. «Dov’è tuo fratello?» (Gen 4,9) Per comprendere meglio questa vocazione dell’uomo alla fraternità, è fondamentale farsi guidare dalla conoscenza del disegno di Dio, quale è presentato nella Sacra Scrittura. Secondo il racconto delle origini, tutti gli uomini derivano da genitori comuni, da Adamo ed Eva, 5 In primo piano coppia creata da Dio a sua immagine e somiglianza (Gen 1,26), da cui nascono Caino e Abele. La loro identità profonda e, insieme, la loro vocazione, è quella di essere fratelli, pur nella diversità della loro attività e cultura, del loro modo di rapportarsi con Dio e con il creato. Ma l’uccisione di Abele da parte di Caino attesta tragicamente il rigetto radicale della vocazione a essere fratelli. La loro vicenda (Gen 4,1-16) evidenzia il difficile compito a cui tutti gli uomini sono chiamati: vivere uniti, prendendosi cura l’uno dell’altro. Caino, non accettando la predilezione di Dio per Abele, che gli offriva il meglio del suo gregge, uccide per invidia Abele. In questo modo rifiuta di riconoscersi fratello, di relazionarsi positivamente con lui, di vivere davanti a Dio, assumendo le proprie responsabilità di cura e di protezione dell’altro. Alla domanda «Dov’è tuo fratello?», con la quale Dio interpella Caino, chiedendogli conto del suo operato, egli risponde: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?» (Gen 4,9). Poi, ci dice la Genesi, Caino si allontanò dal Signore (Gen 4,16). Il racconto di Caino e Abele insegna che l’umanità porta inscritta in sé una vocazione alla fraternità, ma anche la possibilità drammatica del suo tradimento. Lo testimonia l’egoismo quotidiano, che è alla base di tante guerre e tante ingiustizie: molti uomini e donne muoiono infatti per mano di fratelli e di sorelle che non sanno riconoscersi tali, cioè come esseri fatti per la reciprocità, per la comunione e per il dono. «E voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8) Sorge spontanea la domanda: gli uomini e le donne di questo mondo potranno mai corrispondere pienamente all’anelito di fraternità impresso in loro da Dio Padre? Parafrasando le sue parole, potremmo così sintetizzare la risposta che ci dà il Signore Gesù: poiché vi è un solo Padre, che è Dio, voi siete tutti fratelli (Mt 23,8-9). La radice della fraternità è contenuta nella paternità di Dio. Non si tratta di una paternità generica, indistinta e storicamente inefficace, bensì dell’amore personale, puntuale e straordinariamente concreto di Dio per ciascun uomo (Mt 6,25-30). In particolare, la fraternità umana è rigenerata in e da Gesù Cristo con la sua morte e risurrezione. La croce è il luogo definitivo di fondazione della fraternità, che gli uomini non sono in grado di generare da soli. Gesù Cristo, che ha assunto la natura umana per redimerla, amando il Padre fino 6 alla morte e alla morte di croce (Fil 2,8), mediante la sua risurrezione ci costituisce come umanità nuova, in piena comunione con la volontà di Dio, con il suo progetto, che comprende la piena realizzazione della vocazione alla fraternità. Chi accetta la vita di Cristo e vive in Lui, riconosce Dio come Padre e a Lui dona totalmente se stesso, amandolo sopra ogni cosa. L’uomo riconciliato vede in Dio il Padre di tutti e, per conseguenza, è sollecitato a vivere una fraternità aperta a tutti. In Cristo, l’altro è accolto e amato come figlio o figlia di Dio, come fratello o sorella, non come un estraneo, tantomeno come un antagonista o addirittura un nemico. Nella famiglia di Dio, dove tutti sono figli di uno stesso Padre e, perché innestati in Cristo, figli nel Figlio, non vi sono vite di scarto. Tutti godono di un’eguale e intangibile dignità. Tutti sono amati da Dio, tutti sono stati riscattati dal sangue di Cristo, morto in croce e risorto per ognuno. È questa la ragione per cui non si può rimanere indifferenti davanti alla sorte dei fratelli. La fraternità, fondamento e via per la pace Ciò premesso, è facile comprendere che la fraternità è fondamento e via per la pace. Le Encicliche sociali dei miei Predecessori offrono un valido aiuto in tal senso. Sarebbe sufficiente rifarsi alle definizioni di pace della Populorum progressio di Paolo VI o della Sollicitudo rei socialis di Giovanni Paolo II. Dalla prima ricaviamo che lo sviluppo integrale dei popoli è il nuovo nome della pace. Dalla seconda, che la pace è opus solidaritatis. La solidarietà cristiana presuppone che il prossimo sia amato non solo come «un essere umano con i suoi diritti e la sua fondamentale eguaglianza davanti a tutti, ma [come] viva immagine di Dio Padre, riscattata dal sangue di Gesù Cristo e posta sotto l’azione permanente dello Spirito Santo», come un altro fratello. Allora la coscienza della paternità comune di Dio, della fraternità di tutti gli uomini in Cristo, “figli nel Figlio”, della presenza e dell’azione vivificante dello Spirito Santo, conferirà – rammenta Giovanni Paolo II – al nostro sguardo sul mondo come un nuovo criterio per interpretarlo», per trasformarlo. Fraternità, premessa per sconfiggere la povertà Nella Caritas in veritate il mio Predecessore ricordava al mondo come la mancanza di fraternità tra i popoli e gli uomini sia una causa importante della povertà. In molte società sperimentiamo una profonda povertà relazionale dovuta alla carenza di In primo piano solide relazioni familiari e comunitarie. Assistiamo con preoccupazione alla crescita di diversi tipi di disagio, di emarginazione, di solitudine e di varie forme di dipendenza patologica. Una simile povertà può essere superata solo attraverso la riscoperta e la valorizzazione di rapporti fraterni in seno alle famiglie e alle comunità, attraverso la condivisione delle gioie e dei dolori, delle difficoltà e dei successi che accompagnano la vita delle persone. La riscoperta della fraternità nell’economia Le gravi crisi finanziarie ed economiche contemporanee hanno spinto molti a ricercare la soddisfazione, la felicità e la sicurezza nel consumo e nel guadagno oltre ogni logica di una sana economia. Il succedersi delle crisi economiche deve portare agli opportuni ripensamenti dei modelli di sviluppo economico e a un cambiamento negli stili di vita. La crisi odierna, pur con il suo grave retaggio per la vita delle persone, può essere anche un’occasione propizia per recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della fortezza. Esse ci possono aiutare a superare i momenti difficili e a riscoprire i vincoli fraterni che ci legano gli uni agli altri, nella fiducia profonda che l’uomo ha bisogno ed è capace di qualcosa in più rispetto alla massimizzazione del proprio interesse individuale. Soprattutto tali virtù sono necessarie per costruire e mantenere una società a misura della dignità umana. La fraternità spegne la guerra Nell’anno trascorso, molti nostri fratelli e sorelle hanno continuato a vivere l’esperienza dilaniante della guerra, che costituisce una grave e profonda ferita inferta alla fraternità. Per questo motivo desidero rivolgere un forte appello a quanti con le armi seminano violenza e morte: riscoprite in colui che oggi considerate solo un nemico da abbattere il vostro fratello e fermate la vostra mano! Rinunciate alla via delle armi e andate incontro all’altro con il dialogo, il perdono e la riconciliazione per ricostruire la giustizia, la fiducia e la speranza intorno a voi! Tuttavia, finché ci sarà una così grande quantità di armamenti in circolazione come quella attuale, si potranno sempre trovare nuovi pretesti per avviare le ostilità. Per questo faccio mio l’appello dei miei Predecessori in favore della non proliferazione delle armi e del disarmo da parte di tutti, a cominciare dal disarmo nucleare e chimico. La corruzione e il crimine organizzato avversano la fraternità L’orizzonte della fraternità rimanda alla crescita in pienezza di ogni uomo e donna. Le giuste ambizioni di una persona, soprattutto se giovane, non vanno frustrate e offese, non va rubata la speranza di poterle realizzare. La fraternità genera pace sociale perché crea un equilibrio fra libertà e giustizia, fra responsabilità personale e solidarietà, fra bene dei singoli e bene comune. Una comunità politica deve, allora, agire in modo trasparente e responsabile per favorire tutto ciò. I cittadini devono sentirsi rappresentati dai poteri pubblici nel rispetto della loro libertà. Un autentico spirito di fraternità vince l’egoismo individuale che contrasta la possibilità delle persone di vivere in libertà e in armonia tra di loro. Tale egoismo si sviluppa socialmente sia nelle molte forme di corruzione, oggi così capillarmente diffuse, sia nella formazione delle organizzazioni criminali, dai piccoli gruppi a quelli organizzati su scala globale, che, logorando in profondità la legalità e la giustizia, colpiscono al cuore la dignità della persona. Queste organizzazioni offendono gravemente Dio, nocciono ai fratelli e danneggiano il creato, tanto più quando hanno connotazioni religiose. 7 In primo piano Nel contesto ampio della socialità umana, guardando al delitto e alla pena, viene anche da pensare alle condizioni inumane di tante carceri, dove il detenuto è spesso ridotto in uno stato sub-umano e viene violato nella sua dignità di uomo, soffocato anche in ogni volontà ed espressione di riscatto. La Chiesa fa molto in tutti questi ambiti, il più delle volte nel silenzio. Esorto e incoraggio a fare sempre di più, nella speranza che tali azioni messe in campo da tanti uomini e donne coraggiosi possano essere sempre più sostenute lealmente e onestamente anche dai poteri civili. La fraternità aiuta a custodire e a coltivare la natura La famiglia umana ha ricevuto dal Creatore un dono in comune: la natura. Essa è a nostra disposizione e noi siamo chiamati ad amministrarla responsabilmente. Invece, siamo spesso guidati dall’avidità, dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare; non custodiamo la natura, non la rispettiamo, non la consideriamo come un dono gratuito di cui avere cura e da mettere a servizio dei fratelli, comprese le generazioni future. In particolare, il settore agricolo è il settore produttivo primario con la vitale vocazione di coltivare e custodire le risorse naturali per nutrire l’umanità. A tale riguardo, la persistente vergogna della fame nel mondo mi incita a condividere con voi la domanda: in che modo usiamo le risorse della terra? Ci sono milioni di persone che soffrono e muoiono di fame e ciò costituisce un vero scandalo. È necessario allora trovare i modi affinché tutti possano beneficiare dei frutti della terra, non soltanto per evitare che si allarghi il divario tra chi più ha e chi deve accontentarsi delle briciole, ma anche e soprattutto per un’esigenza di giustizia e di equità e di rispetto verso ogni essere umano. In tal senso, vorrei richiamare a tutti quella necessaria destinazione universale dei beni che è uno dei principi-cardine della dottrina sociale della Chiesa. Rispettare tale principio è la condizione essenziale per consentire un fattivo ed equo accesso a quei beni essenziali e primari di cui ogni uomo ha bisogno e diritto. Conclusione La fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata. Ma è solo l’amore donato da Dio che ci consente di accogliere e di vivere pienamente la fraternità. Quando manca l’apertura a Dio, ogni attività uma- 8 na diventa più povera e le persone vengono ridotte a oggetti da sfruttare. Solo se accettano di muoversi nell’ampio spazio assicurato da questa apertura a Colui che ama ogni uomo e ogni donna, la politica e l’economia riusciranno a strutturarsi sulla base di un autentico spirito di carità fraterna e potranno essere strumento efficace di sviluppo umano integrale e di pace. Noi cristiani crediamo che nella Chiesa siamo membra gli uni degli altri, tutti reciprocamente necessari, perché a ognuno di noi è stata data una grazia secondo la misura del dono di Cristo, per l’utilità comune (Ef 4,7.25; 1 Cor12,7). Cristo è venuto nel mondo per portarci la grazia divina, cioè la possibilità di partecipare alla sua vita. Ciò comporta tessere una relazionalità fraterna, improntata alla reciprocità, al perdono, al dono totale di sé, secondo l’ampiezza e la profondità dell’amore di Dio, offerto all’umanità da Colui che, crocifisso e risorto, attira tutti a sé: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri» (Gv 13,34). È questa la buona novella che richiede a ognuno un passo in più, un esercizio perenne di empatia, di ascolto della sofferenza e della speranza dell’altro, anche del più lontano da me, incamminandosi sulla strada esigente di quell’amore che sa donarsi e spendersi con gratuità per il bene di ogni fratello e sorella. Cristo abbraccia tutto l’uomo e vuole che nessuno si perda. «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17). Lo fa senza opprimere, senza costringere nessuno ad aprirgli le porte del suo cuore e della sua mente. «Chi fra voi è il più grande diventi come il più piccolo e chi governa diventi come quello che serve» dice Gesù Cristo «io sono in mezzo a voi come uno che serve» (Lc 22,26-27). Ogni attività deve essere, allora, contrassegnata da un atteggiamento di servizio alle persone, specialmente quelle più lontane e sconosciute. Il servizio è l’anima di quella fraternità che edifica la pace. Maria, la Madre di Gesù, ci aiuti a comprendere e a vivere tutti i giorni la fraternità che sgorga dal cuore del suo Figlio, per portare pace a ogni uomo su questa nostra amata terra. Dal Vaticano, 8 dicembre 2013 +Franciscus In primo piano PROGRAMMA NATALIZIO CELEBRAZIONI PENITENZIALI Lunedì 16 Martedì 17 Mercoledì 18 Venerdì 20 Lunedì 23 Martedì 24 20.30 15.00 15.00 16.30 20.30 9.00 15.00 20.30 9.00 15.30 Per gli adolescenti del vicariato a Selino Basso Per i ragazzi delle medie di Berbenno e Blello Per i ragazzi delle elementari di Berbenno e Blello Per i ragazzi a Selino alto Per adulti e giovani a Selino Alto Per tutti a Berbenno (fino alle 11.00) Per tutti a Selino Alto (fino alle 16.30) Per adulti e giovani a Berbenno Per tutti a Selino Alto (fino alle 11.00) Per tutti a Berbenno (fino alle 18.00) SANTE MESSE 24 dicembre 7.30 A Berbenno 8.00 A Selino alto 23.15 Veglia di Natale animata dagli adolescenti a Berbenno Veglia nella chiesa di Selino Alto e itinerante a Blello 24.00 Messa di mezzanotte nelle tre parrocchie 25 dicembre Natale del Signore - Sante messe secondo l’orario festivo 26 dicembre Santo Stefano - Sante messe: 9.00 Blello 10.00 Selino Alto - 10.30 e 18.00 Berbenno 31 dicembre 16.00 Vespri - Te Deum di ringraziamento - Messa a Blello 17.30 Vespri – Te Deum di ringraziamento per l’anno trascorso (a Berbenno e Selino alto) 18.00 Santa messa festiva della Santa Madre di Dio 1 gennaio 2014 Maria SS. Madre di - Dio - Sante messe: ore 9.00 Blello 10.00 Selino Alto – 10.30 e 18.00 Berbenno 6 gennaio Solennità dell’Epifania - S. messe secondo orario festivo Ore 14.30 Adorazione con i Magi in Chiesa Parrocchiale a Berbenno - Bacio di Gesù Bambino ALTRE PROPOSTE 24 dicembre 14.30 28 dicembre 21.00 5 gennaio 20.30 Benedizione delle statuine di Gesù Bambino e tombolata per i ragazzi all’oratorio di Berbenno Concerto nella chiesa di Selino Alto Tombolata all’oratorio di Selino Alto 9 In primo piano La celebrazione delle sante messe feriali L a morte inattesa di don Romeo, oltre a lasciare un’assenza spirituale e pastorale che si fa sentire, ci obbliga a un ripensamento degli orari della celebrazione feriale delle Messe. Con gli orari attuali, diventa difficile garantire la celebrazione di tre messe feriali al giorno nelle nostre parrocchie, sia perché le normative diocesane non consentono ai sacerdoti la possibilità di celebrare due messe al giorno (serve l’autorizzazione del Vescovo), sia perché nel caso di assenza o malattia di un sacerdote sarebbe fisicamente impossibile garantire, per esempio, la messa delle 7.30 a Berbenno e delle 8.00 a Selino Alto. Dispiace molto dover sospendere la celebrazione della santa Messa. È già capitato di dover scegliere di celebrare solo la Messa festiva delle ore 10.00 a Selino Alto, con tutti i disagi che questa scelta può provocare. Dopo averne parlato con il Consiglio Pastorale parrocchiale, proporremo questo nuovo orario per la celebrazione delle Messe feriali. Nuovi orari delle sante Messe feriali (dal 23 dicembre 2013) Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì 7.30 8.00 7.30 7.30 8.00 Berbenno Selino Alto Berbenno Berbenno Selino Alto 16.30 Selino Alto 20.00 Berbenno 16.30 Selino Alto 16.30 Selino Alto 20.00 Berbenno 20.00 Blello Sabato 17.00 Nelle frazioni di Berbenno 18.00 Selino Alto Il giovedì diventerà il giorno in cui il mattino viene proposta l’Adorazione eucaristica fino alle 11.00 e nel pomeriggio le confessioni dalle 17.30 alle 19.00. Se a causa della celebrazione di un funerale una messa con un’intenzione programma viene sospesa, si è invitati a prendere contatto con il parroco per decidere insieme la nuova data della celebrazione. 10 In primo piano La grande sera ci attende La grande sera ci attende quando la notte splende, quando la gloria brillerà apparirai, Signore! L a morte di don Romeo ci ha sorpreso: non eravamo preparati a questa sua partenza improvvisa. Fino all’ultimo giorno della sua vita aveva celebrato la messa, era andato a fare la sua amata passeggiata sulla strada per Blello, in una splendida e luminosa giornata di sole. Nella notte del 26 novembre il Signore lo ha chiamato. Se la sua morte ha sorpreso noi, mi sento di affermare che invece non ha sorpreso don Romeo. Ho avuto l’onore di essere uno tra i primi a entrare nella sua camera il mattino della morte e di ritrovarmi tra le mani una serie di lettere con le ultime disposizioni di don Romeo per il suo funerale, il suo testamento spirituale (pubblicato di seguito), una lettera per la comunità di Chiuduno e una per quella di Borgo Santa Caterina. I documenti, scritti di suo pugno, riportavano date che precedevano di pochi giorni la Solennità dell’Assunta, celebrata lo scorso 15 agosto. Con stupore mi sono reso conto di come don Romeo si stesse da tempo preparando al suo incontro con il Signore. Ho colto in tutto questo, nelle parole che ci ha lasciato e nella vita che ha vissuto, una fede veramente grande. Anche se durante la mia esperienza sacerdotale mi era capito alcune volte di incrociare don Romeo, solo in questo ultimo anno in cui siamo stati insieme ho avuto modo di apprezzare la sua grandezza umana e sacerdotale. Mi sono trovato nell’insoluto ruolo di fare da parroco a un prete con alle spalle una grande esperienza, sia nella nostra Diocesi che fuori di essa; don Romeo ha avuto incarichi di grande responsabilità, ma nei pochi mesi vissuti insieme non ha mai fatto pesare neanche per un attimo la sua esperienza e mi ha veramente insegnato come si fa il prete da anziani. Non si è mai sentito in pensione, ma ha offerto con entusiasmo il suo impegno, la sua collaborazione, i suoi consigli e la sua preziosissima testimonianza di fede. Sono rimasto ammirato della sua tenacia, per cercare di essere prete fino all’ultimo giorno della vita. Sono state rarissime le giornate in cui mi ha chiesto di poter celebrare la Messa in casa sua, quando era veramente stanco e provato. E quando doveva celebrare arrivava sempre qualche minuto prima, per potersi adeguatamente preparare. Le sue omelie erano sempre preparate a dovere, ispirate ai testi della Scrittura, interessanti e attente alla realtà della vita concreta. Il venerdì mattina, quando è esposta l’Eucaristia nella cappellina della Madonna di Lourdes, lo si trovava sempre davanti al Signore impegnato 11 In primo piano Appassionato alla vita delle persone, alla storia, all’arte, alla cultura, alla musica, alla montagna... Sono tanti gli aspetti della personalità di don Romeo che meriterebbero di essere ricordati. Per il momento mi fermo qui: sono sicuro che se fosse ancora vivo mi rimprovererebbe perché lo sto elogiando troppo. Credo però sia doveroso che nel futuro lo possiamo ricordare in maniera adeguata. Don Romeo ha lasciato alcuni scritti sulle sue origini al Càrpen e i suoi ricordi d’infanzia, sulla storia della Valle Imagna, le sue parrocchie e i suoi sacerdoti. Mi piacerebbe che tutto questo patrimonio non andasse perduto: troveremo insieme il modo per procedere alla pubblicazione di questi documenti, per ricordarlo e ringraziarlo adeguatamente. Caro don Romeo, ora che sei nella Gloria del Signore, che hai amato e atteso per tutta la vita, prega per le nostre comunità e accompagnale nel loro cammino quotidiano. In particolare custodisci i bambini, i giovani e gli ammalati. Grazie di tutto! nell’adorazione, perchè solo nella preghiera e nel silenzio si arriva al cuore dell’incontro con il Signore. Anche quando si trattava di mettersi a disposizione per le confessioni, non si tirava mai indietro. Fino a quando la salute l’ha assistito, ci teneva anche ad andare a Blello, la più piccola delle nostre parrocchie, per la messa e i gruppi biblici. Il ricordo dei chierichetti Caro don Romeo, Gesù ti ha chiamato, ti ha stretto la mano e ti ha portato con lui in Paradiso. Non dimenticheremo mai il tuo sorriso, la tua disponibilità nel celebrare la messa e neppure le tue risate. Ti vogliamo molto bene, sei sempre stato molto bravo con noi. Ora la messa la dirai in Paradisio e diventerai il nostro protettore. In fondo, però, quando crediamo di essere con il cuore per terra ci ritroviamo a cantare di gioia. Perché è donando che si riceve, perché è morendo che si risorge. Ciao, Don Romeo! I tuoi chierichetti di Berbenno 12 don Luca In primo piano 13 In primo piano In ricordo di don Romeo L a notizia della morte di don Romeo mi è arrivata inaspettata. Non posso dire di averlo conosciuto bene o di sapere tanto di lui. Voglio però dedicargli un saluto e spendere due parole per ricordare quello che io ho potuto vedere di lui. Don Romeo era un prete capace di interessarsi di ogni cosa, curioso e pieno di entusiasmo per il sapere. Questa è la cosa di lui che ricorderò sempre con più affetto. La sua non era una curiosità invasiva o da gossip, ma una curiosità interamente rivolta alla scoperta e alla conoscenza. Era capace di perdersi tra le carte di un archivio alla ricerca di date e spiegazioni per ore, senza mai demordere, senza mai stancarsi. Ricordo quando stava scrivendo il libro sulla chiesina di Ca’ Previtali e passava spesso nella frazione, pieno di grande entusiasmo a cercare informazioni, a raccogliere dati e ricordi. E ogni volta lo si vedeva autenticamente felice, quella felicità che viene a chi cerca risposte e le trova. Senza contare la sua gioia quando esponeva i frutti delle sue ricerche! Era bellissimo ascoltarlo, perché era talmente interessato a ciò che raccontava che non poteva non interessare a sua volta. Oltre a questa sua caratteristica, mi piace ricordarlo per la sua dedizione alla Chiesa. Anche quando la vecchiaia e la malattia l’hanno messo un po’ in crisi, non ha mai voluto fermarsi. Se i gradini diventavano faticosi, trovava un’altra soluzione per continuare la sua Messa, per portare avanti il cammino che Dio gli aveva tracciato. Aveva una gran fede, dettaglio che può sembrare scontato per un prete, ma così non è. La sua fede si vedeva, si percepiva e la trasmetteva, come una sorta di aurea nei suoi gesti semplici, nella sua quotidianità. Era bello che in uomo convivessero con tanta naturalezza un grande interesse per la ricerca e la storia e una grande fede. Ed era piacevole ascoltare i suoi racconti storici così come le sue prediche: entrambi curati e pieni di passione. Ecco, non posso dire di aver conosciuto bene don Romeo e lo affermo ora con un po’ di rimpianto, perché sicuramente aveva molto da trasmettere, ma io continuerò a ricordarlo così, con i suoi gesti e la sua voglia di ricerche e di preghiera. Per finire questo breve articolo, a lui va un caro saluto e un ringraziamento a nome mio e di tutta la redazione anche per gli articoli che ha scritto per noi, sempre con grande competenza e disponibilità, altra bellissima dimostrazione della sua grande voglia di comunicare. Romina Tamerici 14 Vita di Comunità Vita di comunità Le nostre comunità camminano insieme... C ari fratelli e sorelle, ci ritroviamo alla vigilia del santo Natale, dopo aver camminato insieme in questo tempo di Avvento che ci ha preparati all’incontro con il Signore Gesù. • Domenica 1 dicembre abbiamo cominciato il nuovo Anno liturgico e siamo entrati nel Tempo di Avvento, aiutati dalle proposte di preghiera della nostra Diocesi di Bergamo sul tema «Seguiamo la stella», partendo dagli spunti e dalle provocazioni che la Lettera del Vescovo Francesco ha offerto alle nostre parrocchie. Una discreta partecipazione stanno avendo gli incontri di preghiera per i bambini, i ragazzi e gli adolescenti, sia a Selino alto che a Berbenno, con qualche fatica in più rispetto al passato. Credo che non avremo mai smesso di imparare a pregare, partendo soprattutto dalle nostre famiglie, che devono diventare sempre più il primo luogo dove si educa alla fede. • In quella stessa domenica si è svolta anche la Raccolta straordinaria a favore delle popolazioni delle Filippine colpite dal maremoto. Sono stati donati 370 euro a Selino Alto, 1.051,50 a Berbenno e 50 a Blello. Visto il momento difficile che stiamo vivendo, un contributo significativo e importante. • Sabato 7 dicembre si sono svolti a Berbenno i mercatini di Natale. Nel pomeriggio la piazza si è animata di coloratissime bancarelle, in oratorio è stato proiettato un film per i bambini e i ragazzi e la sera c’è stato il Concerto del coro Gli Harmonici, realizzato grazie al contributo dell’Amministrazione comunale. Veramente una bella giornata di festa, che ha iniziato a farci sentire l’aria di Natale... Un ringraziamento particolare va al gruppo Missionario, che ha donato 600 euro alla parrocchia, come ricavato della propria bancarella. • Un grazie particolare a chi ha preparato, animato e celebrato la Solennità dell’Immacolata a Ca’ Previtali. Nonostante il freddo pungente, che sempre caratterizza questa giornata, un gruppo numeroso si è radunato per celebrare la Messa e vivere la Processione in onore di Maria Santissima. Grazie anche per il contributo di 477 euro per la parrocchia! • Una ricchezza particolarmente grande e piena di belle sorprese è quella dei Gruppi biblici di ascolto: un centro a Blello, undici a Berbenno e due a Selino alto. Alcune famiglie della nostra comunità aprono le porte della loro casa per accogliere altre famiglie, per ascoltare insieme la Parola del Signore, per camminare insieme verso il suo Natale. Altre famiglie, bambini, giovani, adulti, anziani raccolgono questo invito all’incontro e all’ascolto della Parola, secondo lo stile delle prime comunità cristiane. In un momento in cui è sempre più in crisi la partecipazione degli adulti ai momenti formativi, credo che siamo chiamati a valorizzare sempre più queste proposte, dove è possibile condividere nel concreto la propria vita, le proprie esperienze, i propri dubbi, le proprie domande... Ed ora apriamo le porte del nostro cuore al Signore Gesù, perché egli venga! Che il nostro Natale possa essere vero, vissuto nella preghiera, nella riconoscenza, nella gioia. don Luca 15 Vita di Comunità I gruppi di catechesi 16 Vita di Comunità I gruppi di catechesi 17 Vita di Comunità I gruppi di catechesi 18 Pappa Reale Il cammino della speranza L ampedusa, 3 ottobre 2013. Il mare, il nostro mare, quello in cui facciamo il bagno d’estate e che tutti considerano uno dei punti forti del nostro paese, è in fiamme. No, cari lettori, non sto facendo della poesia, non è una metafora per dire che sul mare sta tramontando il sole in uno dei suoi spettacoli mozzafiato. Vi sto dicendo che il mare è in fiamme, letteralmente. Vi potrà sembrare strano immaginare un fuoco ardere in mezzo al mare, ma in questa data è successo davvero. In uno dei più macabri episodi che la civiltà umana possa aver mai visto nella sua storia. Non c’è niente di poetico nel vedere un barcone pieno di persone prendere fuoco e portarsi via centinaia di vite umane. Stipati sul ponte del peschereccio, come se fossero animali da macello, c’erano centinaia di persone destinate a un tragico destino, a una vita senza lieto fine. C’è chi da un nome a queste persone: immigrati clandestini. Una denominazione che segna già il loro futuro in un paese diverso dal loro. Un futuro che per loro doveva essere pieno di speranza, dopo giorni, mesi o addirittura anni a subire la fame, la desolazione e la guerra che nei loro Paesi è presente. Appena scendono sul suolo italiano, vengono subito additati malevolmente: da dove venivano erano contadini, commercianti, negozianti, laureati; qui ora per noi sono solo clandestini. La loro identità prima di sbarcare in un paese come il nostro viene cancellata: non importa cosa facessero prima di tentare la sorte, che cosa avevano prima di sfidare questo arduo cammino; ora qui non hanno niente, per molti di noi vivono a spese nostre. Sono solo clandestini, ruba lavoro e ammazza famiglie. No, non venite a fare la morale a me su quello che ho scritto, perché è la pura verità, e francamente sentire queste parole mi fa ricredere sempre più su quello che siamo. Perché la prima cosa che guardiamo quando succede qualcosa, come una rapina, un omicidio, 19 Pappa Reale una violenza è il colore della pelle. Più è diverso dal nostro, più riusciamo a inquadrare il colpevole. Successivamente, in corrispondenza della pelle, guardiamo la lingua, come si vestono, cosa mangiano, come pregano. È davvero incredibile la capacità di noi italiani di trovare ogni scusa futile pur di non addossarci la colpa e darla a gente che non è come noi. Poco importa se tante cose le abbiamo in comune a loro: riusciamo sempre a trovare quel piccolo neo che ci differenzia da queste persone e le rende inferiori a noi. Quelli pregano per terra, sono come degli animali: il loro Dio non è come il nostro. Perfetto: avete appena reso il loro Dio un essere inferiore al nostro. Vi dirò una cosa che potrà sconvolgervi l’esistenza: il Dio che preghiamo noi cristiani, quello dei musulmani, degli ebrei e delle altre religioni è lo stesso, non ha nulla di inferiore a seconda della razza, per il semplice motivo che le razze non esistono. È una cosa che cercano di insegnarci ai tempi del catechismo: probabilmente molti di noi non hanno ancora ben chiaro questo concetto. In ogni caso, chi siamo noi per poter giudicare gente che ha delle caratteristiche fisiche, culturali e comportamentali diverse dalle nostre? Noi, che di buono in questo momento abbiamo solo la pizza, la pasta e il paesaggio e nient’altro? Chi siamo noi per accusare questa gente, che si è rifugiata da noi per salvarsi la vita e il futuro da una situazione peggiore dalla nostra? Come osiamo puntare il dito contro un uomo nigeriano, siriano, pakistano, brasiliano che è venuto in Italia per lavorare umilmente e che manda la maggior parte del guadagno alla sua famiglia, rimasta intrappolata in quella prigione che è la loro casa? Se non lo sapete, i cattivi non si giudicano dal colore della pelle: perché anche noi dalla pelle bianca possiamo essere dei ladri, degli assassini. Ma questo non riusciamo a vederlo: lo vediamo solo quando il cattivo in questione è uno degli altri. Penso a chi, su quel barcone diretto verso la nostra Lampedusa, ha perso la vita a un passo da quella nuova. Rifletto sul perché hanno tentato questo viaggio pur sapendo di rischiare, vendendo tutto quello 20 che avevano per potersi pagare un viaggio miserevole, in condizioni precarie, in bilico tra la vita e la morte, chiusi sotto coperta e sul pontile come sardine in scatola. Mi intristisco sapendo che, nel tentativo di migliorare la loro condizione, in quel viaggio della devastazione sono morti uomini, donne e addirittura bambini con tutta la vita davanti, con la promessa di un futuro migliore a quello che si aspettavano nei loro Paesi-prigione. E alla fine trovo una risposta. Nonostante tutto quello che hanno passato prima e durante, nonostante i nostri commenti negativi (della serie: Ma sono pazzi a continuare a venire qui pur sapendo i rischi!) e i pregiudizi che noi abbiamo ricamato nel corso dei secoli (senza guardare il fatto che anche noi, cento anni prima, eravamo nelle stesse condizioni e con lo stesso desiderio nel cuore), loro hanno una cosa in più che noi abbiamo perso ormai da tempo. Questa cosa è la speranza: non l’hanno mai barattata per un viaggio rischioso e abominevole, non l’hanno scambiata per del cibo scadente. Quella è la sola cosa che in quegli attimi di incertezza a loro è rimasta. A essa sono rimasti aggrappati. A essa dedicano il loro cammino verso una vita migliore. E con ciò voglio rivolgere i miei auguri di Natale non solo alla nostra piccola comunità, ma specialmente a chi ha intrapreso questo cammino. Natale per noi ormai è tutto balocchi, cenoni e panettoni. Loro queste cose non se le possono permettere, ma hanno saputo cogliere la vera essenza di questa festa: la ricerca della speranza. Ormai noi l’abbiamo persa, non è vero? Allora facciamoci come regalo questo nuovo ed esclusivo accessorio. Di sicuro è molto più utile di qualsiasi altra cosa e non andrà mai sprecata. Auguri di buon Natale di cuore! E buon cammino della speranza! Luana Nava Pappa Reale Immigrati: tra stereotipi e immedesimazione Alla televisione e dai giornali spesso ci giungono notizie di barconi di immigrati che tentano di cambiare la loro vita e invece sovente trovano la morte. I pareri degli italiani in merito sono vari, ma spesso, troppo spesso, si sentono discorsi davvero terribili. Alle soglie del 2014, ci sono ancora così tanti pregiudizi, così tanta rabbia nei confronti di chi è diverso, di chi viene da lontano. *** «Ma vengono qui a rubarci il lavoro, che già non c’è per noi». Come dici? Caro uomo che magari sei finito per caso su questa pagina, forse hai la memoria corta. Sicuramente almeno uno dei tuoi nonni o bisnonni sarà stato anch’egli un migrante in cerca di lavoro e fortuna oltre confine. Anche lui sarà stato guardato come uno straniero, trattato come un pezzente, accusato di rubare lavoro, di dare fastidio. Anche a lui avranno detto di tornar- sene a casa, che non era al suo posto. Anche lui avrà implorato un po’ di compassione, avrà pianto la lontananza da casa e sperato di venir accolto un giorno. E tu oggi cosa fai? Ripeti gli stessi errori che un passato altri hanno commesso e tratti con distacco e disprezzo chi lascia il suo mondo per un pezzo di pane. «Sono tutti criminali, altro che pezzo di pane». Mi par quasi di sentirti, mentre ribatti così alle mie parole. Tutti, eh? Qualcuno, forse, te lo concedo, ma tutti? Tra quella gente che sfida il mare ci sono tante persone oneste, tanti uomini che tentano il tutto per tutto per un futuro, gente che a casa propria magari aveva un buon lavoro ed era considerata rispettabile, ma è dovuta fuggire per sottrarsi a persecuzioni, carestie e guerre e per fare cosa? Il lavavetri al semaforo o il venditore ambulante? Credi davvero quel viaggio che non sia stato uno strappo al cuore come ogni fuga? 21 Pappa Reale Prima di giudicare, mettiti nei panni di quella gente, pensa di non avere scelta e di dover partire e affrontare un viaggio che può anche portarti la morte e, quando ti lascia in vita, ti condanna a una vita di stenti… poi immaginati pure di sentirti dire le frasi che tu dici a loro. Solo un secondo, magari la prossima volta ci penserai due volte o magari ignorerai le mie parole, chissà… «Tutte poco di buono, prostitute, ecco cosa sono». Come dici, scusa? Ah, no, non è più l’uomo di prima a parlare, bensì una donna. Anche tu ce l’hai con loro, vero? Ti senti forse minacciata, perché hai visto tuo marito guardare qualche donnina discinta su un marciapiede? Be’, non tutte le donne sui barconi vengono per questo. Tante sono donne sole, disperate, spesso madri e fuggono senza sapere verso dove. Forse, se vivessi in un territorio dove c’è la guerra e dovessi temere tutti i giorni per la vita dei tuoi bambini, anche tu saliresti su una barca a tentare la sorte, no? «Tutte in giro senza marito, tutte incinta». Già… be’, forse non lo sai, ma i mariti a volte muoiono, soprattutto se vanno in guerra. E tante magari il marito non ce l’hanno proprio… In molti posti, se resti incinta e non sei sposata è un vero problema, rischi di venire ripudiata o lapidata. Questi a mio avviso sono motivi in più per giustificare il loro es- 22 ser qui in Italia e non il contrario. Se avessi una sola possibilità per salvare te e il tuo bambino e quella possibilità ti portasse in terra straniera, magari capiresti anche tu. Prima di giudicare, mettiti nei panni di quella gente, pensa alla paura della guerra, alle difficoltà di contesti in cui essere donna è una limitazione non indifferente e a volte è quasi una colpa… poi immaginati pure di sentirti dire le frasi che tu dici a loro. Solo un secondo, magari la prossima volta ci penserai due volte o magari ignorerai le mie parole, chissà… Insomma, uomo e donna che siete vittime di stereotipi sugli immigrati, ogni tanto provate a pensare al loro punto di vista, provate a non vederli tutti come criminali e magari potrete riscoprire un po’ di umanità. No, non in loro, ma in voi. Dopotutto è quasi Natale e vi riempirete la bocca di parole perbeniste e frasi fatte, magari un po’ di luce anche dentro al cuore non guasterebbe, ogni tanto. Questo è l’augurio che vi faccio per questo Natale, di saper vedere il tutto con occhi nuovi e più affini al compito che Gesù ci ha assegnato: amare il prossimo come noi stessi. Romina Tamerici Vita di Comunità La festa dell’Immacolata a Ca’ Previtali impegnati a fare qualcosa affinché l’ingranaggio che muove la festa funzioni. Per migliorare il complesso meccanismo ci sarebbe ancora qualcosa da fare, in realtà, perché chi si è fermato durante la messa o la processione a vedere l’amata statua della piccola chiesina si sarà di certo reso conto che è in pessime condizioni. Già da qualche tempo gli abitanti si stanno informando per poter provvedere a un restauro, ma al momento ancora non si sa come procedere per sostenere la spesa. Ovviamente qualsiasi tipo di donazione è ben accetto. In futuro si potrebbe anche organizzare una raccolta fondi. Nel frattempo la statua torna a riposare nella sua chiesina dopo che la processione di quest’anno è finita, la ruota dei premi ha smesso di girare e il cibo del rinfresco è stato trangugiato. Nella speranza di tutti c’è di vedere la nostra Madonnina rimessa a nuovo per la festa del prossimo anno. Romina Tamerici Spesso si pensa, erroneamente, che la festa dell’Immacolata Concezione, che si festeggia l’8 dicembre, ricordi il concepimento di Gesù Cristo a opera dello Spirito Santo nel grembo della vergine Maria. In realtà, questa celebrazione è dedicata al dogma cattolico che ricorda che la Vergine Maria è stata concepita senza peccato originale, che invece affligge tutti gli essere umani fin dalla nascita a causa della disobbedienza di Adamo ed Eva. Per ricordare questo dogma, l’8 dicembre Ca’ Previtali si riempie ogni anno di fiocchi bianchi e azzurri, gente, musica della banda, dolci, vin brulé… La Festa dell’Immacolata Concezione diviene occasione per rianimare un po’ la piccola frazione e fa da collante tra la gente che ci vive. Tutti sono 23 Diario della Comunità Diario della comunità Incontro degli adolescenti con Davide Cerullo po’ dei nostri oggetti, sostenendo i progetti di recupero di queste persone con problemi economici per aiutarle a condurre una vita migliore senza cadere in facili tranelli. Oppure, più semplicemente, nel nostro piccolo, per questo Natale, possiamo provare a dimenticare per un po’ ciò di cui ci preoccupiamo per la maggior parte della vita: noi stessi e le cose che possediamo; provando a dare più importanza e ascolto alle persone che sono nella nostra vita e al prossimo. Provando a salvare noi stessi tramite le relazioni con gli altri. Giulia Colombo T ra le varie iniziative che ci vengono costantemente proposte, il nostro gruppo di adolescenti ha potuto incontrare Davide Cerullo, un ex camorrista, oggi impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata. Durante l’incontro, Davide ha descritto molto abilmente lo scenario in cui la Camorra si muove. Essa approfitta dell’ignoranza della gente, della disperazione, dei momenti di crisi. È come un’abile mentitrice che ti promette denaro e un nome, ma che in realtà ti macchia solo le mani di disonore e sangue. Per questo Davide ha sottolineato più volte l’importanza della scuola, dell’istruzione. La cultura è l’unica arma di riscatto, perché rende liberi. Un ragazzo, un uomo istruito conosce i rischi di quello che fa, comprende il male che i suoi atti potrebbero causare agli altri e sa che esistono altri modi per ottenere ciò che la Camorra finge di dargli. Donne, bambini, ragazzi spacciatori. Uomini alle armi. Sembra una realtà molto lontana da noi, invece è proprio qui, in Italia, nelle nostre città, nei nostri paesi. Alimentata dall’idolatria per il denaro, dal legame che abbiamo con le cose materiali. Possiamo contribuire anche noi a porre fine a queste vicende rinunciando a un po’ dei nostri soldi, a un 24 Diario della Comunità Vela: rendere consapevole Un aiuto concreto per festeggiare il Natale con i bambini e le famiglie di Scampia Il quartiere di Scampia a Napoli è tristemente famoso e rappresenta il simbolo di tutti i luoghi comuni possibili e immaginabili sulla città di Napoli. È il luogo dove si vivono storie che ti prendono, ti coinvolgono, ti fanno soffrire e ti appassionano, ti inquietano e ti interrogano, ti pongono problemi che, quasi sempre, sfuggono a coloro che non li vivono direttamente, ma che pesano – e tanto! – sulle coscienze dei singoli e di tutti, condizionando e offuscando l’appartenenza, l’identità, il sentirsi e dirsi napoletano, perché nelle analisi delle cronache sui giornali o in televisione spesso non c’è posto per i distinguo e il particolare assume dimensione universale. È facile dipingere di Scampia un ritratto a tinte fosche, triste, avvilente, mortificante perché, alla fine, molto frettolosamente si generalizza, si giudica, si condanna. E questo serve a sgravarci la coscienza, a sentirci tranquilli, buoni, al sicuro... Ma Napoli è ben altro! Negli incontri avuti in questi mesi con Davide Cerullo abbiamo avuto la possibilità di accostarci a questa realtà, di provare a entrarci per capire qualcosa di più, di non scappare via sognando che Scampia non esista. Restiamo umani, ci ha ricordato Davide nei suo incontri. E proprio perché siamo uomini e donne, vogliamo provare a raccogliere la sfida che lui, insieme alla moglie e ai suoi bambini, sta giocando in prima persona nella sua Scampia, quella che l’ha visto bambino, adolescente e poi giovane difficile. 25 Diario della Comunità Da alcuni mesi Davide e altre persone hanno aperto e animano il CentroInsieme nel cuore di Scampia, una struttura che cammina al fianco di alcuni bambini e ragazzi delle Vele di Scampia, nell’ambito del progetto Vela: rendere consapevole, sostenuto dalla fondazione Un raggio di luce Onlus. Durante il prossimo Natale ci vogliamo impegnare a sostenere questo progetto, dando un aiuto concreto al centro. Seguendo le indicazioni di Davide, invitiamo le nostre comunità alla raccolta di materiale didattico che serve per le attività del centro. Per un maggior ordine e varietà del materiale, chiediamo a ogni bambino e ragazzo, insieme con la propria famiglia e i propri nonni, di collaborare alla raccolta insieme ai suoi compagni di classe, secondo questo schema: • Scuola d’Infanzia: pastelli normali e a cera; • I elementare: quaderni e quadernoni a righe e a quadretti; • II elementare: colla e forbici; • III elementare: pennarelli, acquerelli, evidenziatori; • IV elementare: gomme, tagliacarte, temperini, album da disegno; • V elementare: matite e penne; • ragazzi delle medie: alfabeto con le lettere singole, righelli, squadre, compassi; 26 • ragazzi delle superiori: tempere, pennelli e tele per dipingere. Oltre a questo breve elenco, va bene qualsiasi materiale didattico che si usa alle elementari o alle medie e qualsiasi cosa possa servire per attività di aiuto nei compiti dei ragazzi. Le offerte che raccoglieremo nelle Messe dell’Epifania - La festa del dono, lunedì 6 gennaio, serviranno a contribuire all’acquisto di un calcetto, un tam tam e giochi di società in scatola. Se dovesse avanzare ancora qualcosa, verrà direttamente devoluto per le attività del Centro. Tutto il materiale si può portare nelle chiese parrocchiali il giorno di Natale e il giorno dell’Epifania e agli altri giorni festivi del tempo di Natale (domenica 29 dicembre; mercoledì 1 gennaio; domenica 5 gennaio). Con alcuni volontari ci recheremo personalmente a Napoli nel mese di gennaio, per consegnare direttamente a Davide Cerullo e gli altri volontari quanto avremo raccolto. Grazie a tutti per la collaborazione! don Luca Diario della Comunità Mercatini e canti di Natale A Berbenno già si sente lo spirito natalizio Q ualche settimana prima del Natale, in piazza già si percepiva il clima di quel giorno importante; infatti, il 7 dicembre sono state allestite delle bancarelle gestite da alcuni abitanti del nostro paese e dintorni. La piazza era piena di articoli realizzati a mano. Vi erano alcune bancarelle che esponevano oggetti in legno, intagliati a mano, vasi, addobbi natalizi e accessori per la casa ricamati a mano oppure creati utilizzando l’arte del decoupage, indumenti, presepi. Altri stand vendevano invece libri, formaggi, marmellate, frutta e verdura. Al mercatino hanno partecipato circa 25 venditori, molti dei quali di Berbenno. «L’obiettivo era animare la piazza con una proposta insolita e dare risalto alle persone che in paese sono artigiani, collezionisti o creano qualcosa con le loro mani. Non pensavamo fossero così tanti. Abbiamo chi fa marmellate, chi scrive libri, chi taglia e cuce» spiega all’assessore al Turismo e al Tempo libero Sergio Salvi che, con la collaborazione della Pro loco, ha organizzato la manifestazione. re chi panini, chi vin brulé, chi caldarroste. La commissione biblioteca ha organizzato per i più piccoli un laboratorio creativo per realizzare segnaposto e formine per abbellire l’albero. E ci sarà la possibilità di scrivere la letterina o di fare un disegno per Santa Lucia. La bancarelle sono rimaste aperte fino a tarda sera. In serata, alle ore 21.00, è stato proposto in chiesa, un concerto natalizio del Coro Gli Harmonici di Bergamo. Il coro, praticamente tutto al femminile, era disposto in chiesa lungo la gradinata che porta all’altare e, in alcune canzoni, in semicerchio al di sotto di essa, subito sotto vi erano i musicisti e di fronte a loro c’era il direttore canoro. La moltitudine di persone presente al concerto è stata pienamente appagata con canzoni e melodie bellissime e armoniose; il maestro ha diretto in modo magnifico le sue coriste e musiciste, coinvolgendo il pubblico assai numeroso rapito dalla loro bravura. Federica Salvi Erano presenti poi i volontari dell’Operazione Mato Grosso e quelli della Croce Rossa, il gruppo Alpini e il gruppo Avis e Aido, impegnati a prepara- 27 Diario della Comunità Una casa tra le case C arissimi lettori del bollettino interparrocchiale, sembra che sia passato poco tempo da quando ci siamo trovati qui nel 2012 per farci l’in bocca al lupo all’avvio dei lavori, invece è già passato un anno! Poco tempo è passato ma tanta, tantissima vita e tantissimi volti hanno attraversato le nostre giornate! La nostra, la vostra, comunità familiare al termine di questo anno solare 2013 avrà compiuto quasi un anno e mezzo e il bilancio che vi possiamo descrivere è davvero bello. La vita di comunità è iniziata per noi, giusto una settimana dopo che avevamo aperto a tutti gli effetti, il 9 ottobre 2012. Proprio in quel giorno ha varcato la porta della nostra casa il primo ragazzo che abbiamo ospitato, Fekher, un sedicenne magrebino un po’ particolare. Egli ha trascorso con noi circa un paio di mesi e poi è stato trasferito in una comunità più adatta alla sua età e alle sue esigenze, vicino a Bergamo. Nel mese di novembre abbiamo accolto Aldo, che attualmente sta frequentando la terza classe delle scuole medie proprio qui a Berbenno e, nel mese di dicembre, è arrivata a vivere con noi Pamela, attualmente impegnata al secondo anno dell’istituto superiore per diventare parrucchiera. Dopo non più di un paio di mesi tra 28 le nostre mura si è aggiunta una piccola bimba che però ha iniziato il suo percorso nella pancia di Patrizia. Voi tutti sapete che non è stata una gravidanza molto semplice ma finalmente ora sta giungendo al termine. L’avvento 2013 è di certo stato carico di attesa e di trepidazione per noi qui della casa. La nostra bimba si chiama Elisa e quando leggerete il bollettino probabilmente sarà in arrivo... Insomma, che dire, un inizio di avventura con il botto. Siamo davvero felici, perché le giornate qui sono sempre piene di vita, piene di attività, piene anche di problemi (non ce li dobbiamo nascondere) ma soprattutto, piene di tutta quella voglia di essere ogni giorno di più una famiglia vera e propria. Insieme alla vita interna alla casa, in questo anno abbiamo potuto iniziare la vita nella comunità più allargata delle nostre parrocchie. Ci avete accolto tutti con gioia a partire dai ragazzi delle scuole in cui io (Diego) insegno, fino ad arrivare ai genitori, gli adolescenti delle catechesi del lunedì, i volontari e il mondo del centro ricreativo estivo, per non parlare dei giovani che hanno partecipato ai centri biblici e soprattutto la figura di Don Luca, immancabile visitatore di Patrizia lungo tutta la sua degenza. Vi sembrerà un banale elogio, ma la comunità di Berbenno è davvero bella e ricca di risorse! Abbiamo potuto percepire intorno a noi un’attenzione particolare, ci avete accolti non come dei forestieri ma come se avessimo abitato qui da sempre! Ciò sarà dovuto al fatto che da sempre le nostre comunità sono state comunità di emigranti o forse perché sotto la coltre dura dei montagnini si nasconde un cuore davvero generoso o forse perché semplicemente questi paesi sono fatti da tanta gente che sa cosa vuol dire essere buoni. Sì, per tutti questi motivi ci siamo sentiti parte integrante della vostra ed ora anche un po’ nostra, storia! Quali sono le prospettive per il futuro, quali gli appuntamenti imminenti e quali le aspettative? La prima di tutte è festeggiare con voi la nascita della Diario della Comunità nostra bimba, tanto attesa da noi, ma ormai credo anche da molti di voi! Sarà una gioia immensa e già da ora vi invitiamo a partecipare al suo battesimo che con tutta probabilità faremo il 19 aprile prossimo nella notte della veglia pasquale (come facevano i primi cristiani). Nei prossimi due mesi le accoglienze di nuovi ragazzi qui alla casa gialla saranno sospese per poterci dare l’opportunità di gestire al meglio gli onori ma anche gli oneri dell’arrivo di Elisa! A partire da febbraio-marzo le porte della nostra casa saranno riaperte a chi ne avrà bisogno. Le nostre porte rimarranno invece aperte a tutti voi sempre, anche nei mesi di gennaio e febbraio. Se abbiamo qualcosa da rimproverarvi è che non troppi di voi sono venuti a citofonare alla nostra porta, abbiamo costruito delle belle relazioni con alcune coppie di genitori qui tra voi, sarebbe bello poter costruire con voi qualcosa di concreto, farvi diventare famiglie amiche della comunità, coinvolte dal di dentro nella vita della casa, accogliendo magari anche solo per qualche week end i nostri ragazzi nelle vostre case o pianificando insieme ai vostri figli alcune gite. Sarebbe bello poter avviare con alcuni di voi che se la sentono un percorso di accoglienza di alcuni bambini orfani rumeni che verrebbero a vivere nelle vostre case per un mesetto nel periodo del CRE e tanto altro ancora. Non abbiate paura, venite a trovarci, venite a bervi un caffè o un tè. Venite, perché prima che nostra questa casa è vostra e perché tutti la possiate sentire nel cuore avete bisogno di vederla! Non vi neghiamo che abbiamo bisogno di una mano per tantissime altre cose forse più banali rispetto a quelle appena citate. Qui la casa è grande e noi siamo solo in due. Avremmo bisogno di un aiuto per pulire il bosco, un aiuto per avviare il piccolo orto che vorremmo far portare avanti ai ragazzi della casa, un aiuto per completare i disegni che sono stati avviati da alcuni gruppi di ragazzi ma che devono ancora essere completati… Concludiamo quindi ringraziandovi per averci accolto così bene in questo primo anno e vi rinnoviamo il nostro invito a venirci a trovare; di motivi ognuno ne può trovare: dare una mano, fare visita alla nostra piccola e ai ragazzi, venirci semplicemente a salutare. Per questi e per molto di più vi aspettiamo qui alla casa famiglia… Buon Natale e buon anno 2014! Diego e Patrizia 29 Diario della Comunità La cena della legalità Per sostenere il progetto della casa famiglia di via Milano 30 Diario della Comunità L’arte del pittore Gian Maria Salvi in mostra a Bergamo Arte&Artigianato prosegue il suo percorso espositivo di mostre personali di artisti, che, a cadenza mensile, hanno trasformato la sede centrale dell’Associazione Artigiani di Bergamo (in Via Torretta, 12), in una galleria d’arte. Arte&Artigianato è una iniziativa che ha ottenuto il patrocinio di: Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Comune di Bergamo, Camera di Commercio, Confartigianato Imprese Lombardia e Scuola d’Arte Andrea Fantoni. Tale progetto mira a promuovere l’attività di artisti-artigiani, pittori, scultori e restauratori della nostra provincia, mettendo a loro disposizione la sala Agazzi allo scopo di dare la possibilità al grande pubblico di conoscerli e ammirarne i capolavori. Il nostro concittadino berbennese Gian Maria Salvi è stato invitato a esporre lì le sue opere dal tema: Puntocromia dal 7 al 28 gennaio 2014. Martedì 7 gennaio alle ore 18, vi sarà l’inaugurazione con rinfresco. In tale occasione, alla quale siete tutti invitati, la professoressa Mariella Sanna con la sua troupe televisiva di Lombardia TV, Sol Regina Video Cremona e Lodi Crema TV riprenderanno l’intera inaugurazione presentando il nostro pittore Gian Maria Salvi. All’incontro di presentazione interverranno anche Angelo Carrara (presidente dell’Associazione Artigiani), Andreina Facchinetti (capo area immagine arte e comunicazione), Stefano Maroni (direttore Associazione Artigiani) e Alfredo Perico (segretario). l’intelligenza nel realizzare nell’opera d’arte quanto l’estro del momento suggerisce». E il presidente Carrara Angelo nel depliant di presentazione di Gian Maria Salvi si esprime così: «In questo contesto dominato da crisi e incertezze dei mercati sia nazionali che internazionali si vuole offrire l’opportunità ai nostri artigiani, che operano nel settore artistico, di avere una vetrina di livello che possa dar loro visibilità nel contesto culturale cittadino e in quello provinciale». In mostra saranno esposte trentacinque opere del pittore vallimagnino: tre dipinte nel 2011, cinque nel 2012e le rimanenti ventisette realizzate nel 2013 con diverse tecniche. Il tema centrale è la Puntocromia che Mariella Sanna definisce così: «La Puntocromia è macchie rotonde di colori diversi, l’espressione del punto indica qualcosa che avverrà o sarà fatto in futuro,quel punto diventa il miracolo della vita; l’inserimento delle fasce verticali ai lati è la presenza di una ragione che vuole o vorrebbe controllare la variabilità del rappresentato, i flussi emotivi dell’artista bergamasco danno un significato universale alle sue opere e la puntocromia rientra nella corrente pittorica del Realismo Astratto. I quadri di Salvi vanno guardati con l’anima aperta cogliendone il luccichio astrale». Arriva un momento nella vita in cui si sente l’esigenza e si coglie la possibilità di fare il punto, tirando le fila di una ricerca artistica vissuta intensamente per lungo tempo. Questo momento è arrivato per Gian Maria Salvi, uno tra i più sensibili e riservati pittori bergamaschi, autodidatta, ma che ha seguito i consigli del maestro pittore Mario Cornali (1915-2011) che diceva: «Abbiamo in comune un bisogno istintivo di ricercare, tela dopo tela ,una difficile e ardua fusione fra le dimensioni interiori e 31 Lettere dalla Missione Durante il periodo della mostra, in accordo con l’artista, con gli studenti della Scuola Andrea Fantoni di Bergamo e con il preside Corrado Spreafico verranno promossi degli incontri didattici in cui l’artista bergamasco spiegherà come nascono le sue opere e da cosa trae ispirazione. Va segnalato inoltre che la città di Bergamo è candidata quale Capitale Europea della Cultura nel 2019 e questo è il fiore all’occhiello per l’arte bergamasca. La prima mostra personale di Gian Maria Salvi risale al 1989 a Berbenno. Ce ne sono poi state molte altre in diverse città e l’artista ha partecipato anche a mostre collettive e a diversi concorsi, ottenendo affermazioni e riconoscimenti. Nel 1996 l’Istituto Filippo Figari di Sassari attraverso la Commissione Nazionale di Arti, Lettere, Scienze e Letteratura gli ha assegnato la nomina a Cavaliere dell’Arte. Vi aspettiamo dunque all’inaugurazione con rinfresco, martedì 7 gennaio alle ore 18 presso la sede dell’Associazione Artigiani a Bergamo in Via Torretta 12 per trascorrere insieme momenti d’arte. Lettere dalla missione S. Natale 2013 «Beati coloro che aspettano il Signore!» Carissimi Amici del Gruppo Missionario, mi è caro inviare ad ognuno di voi i miei più sentiti Auguri per un felice e Santo Natale e Buon Anno Nuovo. Vi assicuro carissimi, la mia preghiera, il mio ricordo per voi e le vostre famiglie. Vi sono veramente riconoscente per tutto quanto fate e operate con sacrificio per le missioni per quanti si trovano nel bisogno, nelle difficoltà per vivere e nella sofferenza in situazioni disastrose per continue guerre. Desidero ringraziarvi per i soldi che m’avete mandato in varie riprese che io ho poi spedito dove hanno più bisogno. In un primo tempo in Sud Sudan, alle suore dove fanno assistenza a tanti orfani, poi per i malti di Aids che sono tantissimi, abbandonati per continue guerre tribali in atto. Poi, un’altra volta li ho spediti in Congo per la formazione e scuola per ragazze giovani che si preparano per farsi missionarie e desiderano mettersi al servizio nei loro paesi travagliati come infermiere o insegnanti. I bisogni sono tanti ma con l’aiuto del Signore e di tanti generosi aiuti di gruppi Missionari qualcosa si può fare. Grazie di cuore, il Signore vi ricompensi con la sua grazia e benedizione per le vostre famiglie e la vostra Comunità Parrocchiale. Grazie anche ai vostri Pastori per il loro sostegno e guida pastorale che ci aiutano e ravvivano la fede nella comunità. Benedetto XVI scrive: La fede è compagna di vita, che permette di percepire con sguardo sempre nuovo le meraviglie che Dio compie per noi. Intenta a cogliere i segni dei tempi nell’oggi della storia, la fede impegna ognuno di noi a diventare segno vivo della presenza di Cristo nel mondo. Facciamo nostro questo pensiero meraviglioso! Di cuore vi saluto tutti e auguro ogni bene nel Signore, Madre Anna Filippi 32 Lettere dalla Missione Comboni Missionary sisters - South Sudan Province Verona, 12 novembre 2013 Carissimi Amici/che del Gruppo Missionario, a nome di tutte le consorelle Comboniane che sono e che lavorano in Sud Sudan vi saluto e vi ringrazio sentitamente per la generosa offerta di Euro 250 (duecentocinquanta) che avete voluto farmi pervenire tramite la nostra Suora Giacinta Vannotti. Grazie di cuore anche a nome delle sorelle e fratelli del Sud Sudan. Useremo questa somma per aiutare le comunità che lavorano in Sud Sudan. Saprete forse della sfida di questo paese e di questa chiesa di ricominciare dopo i quasi 50 anni di guerra a sviluppare e crescere come nazione, come popolo e come popolo di Dio. Il lavoro di promozione umana e di fede è tanto urgente. Il costo della vita è altissimo e abbiamo veramente bisogno di materiali, come il vostro, per continuare il ministero della evangelizzazione. Saremo felici di mantenere i contatti con voi e di continuare ad essere insieme nella missione di Dio in Sud Sudan. Con affetto riconoscente e augurandovi Buon Avvento e Buon Natale, Sr. Giovanna Sguazza - Provincial Sud Sudan ***** Berem, 31 ottobre 2013 Carissimi Amici, eccomi a voi per il consueto rendez-vous prima di Natale per ringraziarvi di quanto avete fatto per noi quest’anno (avete pregato, avete partecipato, avete condiviso, avete amato) e per augurarvi di accogliere ancora con cuore aperto e generoso Gesù che viene a noi nelle vesti umili e povere di un bambino che ha bisogno di tutto. Ogni giorno siete nella nostra preghiera e domandiamo al Signore di sostenervi e benedirvi in ogni necessità. Come vedete vi scrivo da Berem, quella che è stata la mia prima missione in Ciad dal 1994 al 2007. Ho lasciato Koumi per ritornare a Berem il 22 marzo 2013 per poter meglio svolgere il nuovo servizio che mi è stato affidato. Quest’anno per le nostre comunità del Ciad e del Camerun è un anno di grandi cambiamenti. Come sapete in settembre 2012 abbiamo aperto una nuova comunità nella grande periferia di Duala, nel sud del Camerun. Ciò ha però comportato la decisione dolorosa di chiudere una delle nostre comunità del Ciad, non avendo sorelle sufficienti per tenere aperte cinque comunità. D’accordo con il Vescovo di Pala stiamo lasciando la missione di Domo a una Congregazione di suore togolesi che hanno accettato di prendere il nostro posto. Le nostre Sorelle hanno dimostrato una bella capacità di distacco e grande disponibilità di fede a cambiare comunità e spesso anche apostolato. Tra dicembre e gennaio 2013 due Sorelle (Lupita e Irma) ritorneranno in Messico, loro paese di origine, chiamate a continuare là il loro servizio alla Missione. Resteremo dunque presenti e operanti a Berem e a Koumi in Ciad e a Nuldayna e a Duala in Camerum. Internet può permettervi di rendervi conto dei luoghi e delle distanze. Le nostre energie apostoliche attualmente sono concentrate soprattutto nella formazione dei catecumeni ai Sacramenti dell’iniziazione cristiana e nell’animazione dei giovani e bambini attraverso attività pastorali, educazione, centri culturali, teatro, movimenti. Quest’anno pochissimi giovani in Ciad hanno ottenuto il diploma di maturità e lo Stato ha deciso di sopprimere bruscamente tutte le 33 Lettere dalla Missione scuole medie e superiori che non sono in grado di offrire un insegnamento qualificato perché mancano professori formati. Questo ha comportato l’abbandono della scuola da parte di molti, perché non tutti possono permettersi di andare a vivere in una città, pagare l’alloggio e nutrirsi lontano dalla famiglia. A fine ottobre, non essendo ancora stati nominati gli insegnanti per i diversi posti, qui a Berem la scuola non è ancora cominciata! E i genitori e i ragazzi non se ne lamentano (!) perché sono ancora alle prese con il racconto che, quest’anno, è migliore grazie a Dio rispetto all’anno scorso. Il 19 ottobre, vigilia della Giornata missionaria mondiale, abbiamo vissuto un avvenimento storico: Martin Alikeke di Gounou-Gaya è stato ordinato sacerdote missionario Saveriano. È il primo ciadiano a diventare missionario Saveriano! E così il Ciad, paese a maggioranza musulmano, comincia a dare il suo contributo alla missione universale della Chiesa. Martin è destinato alla missione in Sierra Leone. Lo stesso giorno a Ndjamena un altro giovane Mussey, Charles Ghikjewe, è stato ordinato diacono per la diocesi di Pala. Rendiamo grazie a Dio. Dal punto di vista socio-politico, malgrado i confitti anche gravi esistenti nei paesi limitrofi (Centrafica, Nigeria, Sudan), il Ciad sta vivendo un periodo di relativa tranquillità che favorisce un po’ lo sviluppo del paese (oltre al petrolio produce ora anche cemento), benché i primi e più importanti beneficiari siano gli abitanti del Nordi, a maggioranza musulmana, appartenenti all’etnia del presidente Idriss Deby. Qui la convivenza con i Musulmani è serena e speriamo continui ad esserlo. Personalmente vivo delle belle relazioni con molti di loro. Ma la setta di Boko-Haram tenta di penetrare nel paese… In ogni caso il Vangelo continua la sua corsa e la Luce non si lascia sopraffare dalle tenebre! A ciascuno il dono e la responsabilità di diffondere attorno a noi l’amore che Gesù è venuto a infondere nei nostri cuori. Buon Natale, Silvia Marsili e Sorelle Missionarie di Maria in Camerun e in Ciad SCAMBIO DI AUGURI NATALIZI Le persone che collaborano e si danno da fare nelle nostre parrocchie sono moltissime. In occasione del prossimo Natale, vorremmo dire personalmente il nostro grazie a ciascuna di loro. Visto che si corre il rischio di dimenticare sempre qualcuno, giovedì 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, alle ore 16.00 presso il salone dell’Oratorio di Berbenno invitiamo TUTTI i volontari (catechisti, baristi, personale delle pulizie, sacristi, lettori, redazione del notiziario, componenti dei consigli parrocchiali, collaboratori vari sia delle parrocchie che dell’oratorio...) di Blello, Berbenno e Selino Alto per lo scambio di auguri natalizi. Sarà l’occasione per incontrarci, salutarci, farci gli auguri e guardarci in faccia, per riconoscere il tanto bene che il Signore opera attraverso di voi. Vi aspettiamo! don Luca con don Donato 34 Recensioni Parole evase E ssere la voce dei più deboli non è semplice: richiede determinazione, voglia di denunciare la loro situazione, pelo sullo stomaco … E il compito diventa ancora più difficile quando l’impegno che si vuole prendere è quello di fare da intermediario tra le donne e gli uomini che vivono nelle carceri italiane e il mondo esterno, troppo spesso insensibile alle condizioni in cui essi devono scontare la loro pena. Davide Cerullo c’è riuscito nel modo più assoluto. Dopo il suo primo libro, Ali bruciate – I bambini di Scampia (scritto in collaborazione con il sacerdote e scrittore Alessandro Pronzato e che denuncia il degrado che colpisce Napoli e i suoi quartieri, da cui Cerullo proviene, ridando anche però speranza), lo scrittore ha ricevuto molte lettere dai carcerati e, con le testimonianze raccolte e i ricordi del passato, ha creato Parole evase. Con questa nuova opera dà la possibilità a molti carcerati di gridare al mondo i propri dolori, di raccontare la propria vita e le esperienze, di fare i conti, di spiegarsi, di arrendersi o di denunciare come son costretti a vivere nei penitenziari, istituzioni che troppo spesso non si preoccupano di rieducare la gente ma solo di umiliarla. Erri de Luca (importante autore italiano contemporaneo) nella lunga prefazione a Parole evase, definisce Cerullo il postino di lettere che sarebbero rimaste in giacenza, non consegnate a noi che le leggiamo e lo ringrazia per aver fatto una cosa semplice e pulita: offre a chi legge un titolo di ingresso al mattatoio del tempo perduto, e un lasciapassare alle parole strozzate lì dentro. Parole evase non è un titolo casuale. Non si riferisce infatti solo al fatto che è una raccolta di lettere provenienti dai carceri (tra cui anche i messaggi consegnati ai parenti tra i panni da lavare e quelle anonime) ma indica anche la forza che queste parole, che non possono essere imprigionate, hanno il diritto di viaggiare nello spazio e nel tempo per arrivare fino a noi. I ricavati del nuovo libro di Cerullo verranno devoluti al progetto Vela: rendere consapevoli che ha lo scopo di occuparsi dei bambini delle Vele di Scampia, per aiutarli a crearsi nuove possibilità, per renderli consapevoli e per valorizzare tutto ciò che in quella terra c’è di bello. Maura Locatelli 35 Diario della Comunità Calendario gennaio 2014 LITURGIA 1 2 3 4 5 Mer Gio Ven Sab Dom 6 Lun 7 Mar 8 9 10 11 Mer Gio Ven Sab 12 Dom 13 14 Lun Mar 15 Mer Santi Basilio e Gregorio II Domenica dopo Natale 17.00 14.30 Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo Gita sulla neve Santa Messa a Ca’ Passero Laboratori per i ragazzi in oratorio (Berbenno) Sante messe secondo l’orario festivo 20.30 20.45 20.45 20.30 20.45 17.00 10.30 11.00 14.30 15.00 Gruppo Missionario (Berbenno) Incontro dei catechisti (Selino Alto) Incontro genitori II media (Selino Alto) Consiglio Pastorale Vicariale (Selino basso) Consiglio dell’oratorio (Berbenno) Santa Messa Ca’ Previtali Santa messa con celebrazione dei Battesimi (Berbenno) Santa Messa a Ceresola in onore di San Mauro Laboratori per i ragazzi in oratorio (Berbenno) Vespri e Processione (Ceresola) Dedicazione Cattedrale 20.45 Santi Narno, Viatore e Giovanni 20.00 20.00 20.00 17.00 10.30 Incontro genitori IV e V elementare (Berbenno) Messa in preparazione alla Festa di Sant’Antonio (Berbenno È sospesa la messa delle 7.30) Incontro vicariale catechisti cresimandi (Selino Basso) Messa in preparazione alla Festa di Sant’Antonio (Berbenno È sospesa la messa delle 7.30) Inizio settimana di preghiera per l’unità dei cristiani Messa in preparazione alla Festa di Sant’Antonio (Berbenno) Santa Messa a Ca’ Passero Santa Messa solenne in onore di Sant’Antonio abate 15.00 Vespri solenni e Processione 20.45 20.45 Consiglio Pastorale Parrocchiale (Selino Alto) Incontro genitori I media (Berbenno) 20.45 20.30 17.00 10.30 Consiglio Pastorale Parrocchiale (Berbenno) Incontro vicariale volontari Caritas Santa Messa a Ceresola Santa Messa solenne in onore di San Giovanni Bosco 15.00 Spettacolo di San Giovanni Bosco in oratorio (Berbenno) San Tommaso d’Aquino 20.45 Incontro dei catechisti (Berbenno) San Giovanni Bosco 20.00 Fiaccolata e Santa Messa (Berbenno) Battesimo di Gesù Festa di San Mauro 16 Gio San Mauro 17 Ven Sant’Antonio 18 Sab 19 Dom 20 21 22 23 24 25 Lun Mar Mer Gio Ven Sab 26 Dom 27 28 29 30 31 Lun Mar Mer Gio Ven 36 IMPEGNI PARROCCHIALI Sante messe secondo l’orario festivo Maria Ss. Madre di Dio II Domenica T. Ordinario Festa di Sant’Antonio Abate Sant’Agnese 20.30 San Vincenzo San Francesco di Sales Conversione di San Paolo III Domenica T. Ordinario Festa di San Giovanni Bosco Calendario Calendario febbraio 2014 LITURGIA 1 2 3 4 5 6 7 Sab Dom Lun Mar Mer Gio Ven 8 Sab San Girolamo Emiliani 9 Dom V Domenica T. Ordinario 10 11 Lun Mar Santa Scolastica IMPEGNI PARROCCHIALI 17.00 Santa Messa a Ca’ Previtali XXXV Giornata per la vita 20.45 Incontro genitori III media (Berbenno) 17.00 Ritiro dei cresimandi a Rota Imagna Ritiro dei cresimandi a Rota Imagna Santa Messa a Ca’ Passero Ritiro dei cresimandi a Rota Imagna Incontro genitori e padrini dei cresimandi a Rota Imagna Presentazione al Tempio San Biagio Sant’Agata San Paolo Miki e compagni 15.00 Beata Vergine di Lourdes 20.30 12 Mer 20.30 13 14 15 16 17 Gio Ven Santi Cirillo e Metodio Sab Dom VI Domenica T. Ordinario Lun 18 Mar 19 Mer 20.30 20 21 22 Gio Ven Sab Cattedra di San Pietro 20.30 20.45 17.00 23 Dom VII Domenica T. Ordinario 24 25 Lun Mar 26 Mer 27 Gio 28 Ven Santa Geltrude Comensoli Giornata Mondiale del malato Messa con associazioni, volontari e operatori sanitari (Selino basso) Incontro vicariale di formazione per i genitori delle Scuole d’Infanzia (Selino basso) Pomeriggio in Seminario per V elementare e I media 17.00 10.30 Santa Messa a Ceresola Messa e incontro prima elementare (Berbenno) 14.30 20.45 Ritiro bambini II elementare (Selino Alto) Incontro dei catechisti (Selino Alto) Incontro vicariale di formazione per i genitori delle Scuole d’Infanzia (Selino basso) Consiglio Pastorale vicariale (Selino basso) Incontro con i genitori di II elementare (Selino Alto) Santa Messa a Ca’ Previtali Giornata vicariale del Seminario Carnevalle 15.00 15.00 20.30 14.30 20.45 16.30 20.45 Confessioni per i ragazzi delle medie (Berbenno) Confessioni per i ragazzi delle elementari (Berbenno) Incontro vicariale di formazione per i genitori delle Scuole d’Infanzia (Selino basso) Ritiro IV elementare (Berbenno) Incontro con i genitori di III elementare (Berbenno) Confessioni per i ragazzi delle elementari e medie (Selino Alto) Consiglio dell’oratorio (Berbenno) 37 Anagrafe da novembre a dicembre Defunti Todeschini don Romeo Filippi Andrea Offredi Felicita Salvi Brivio di anni 82 morto il 26 novembre 2013 a Berbenno di anni 78 morto 26 novembre 2013 a Morez (Francia) di anni 82 morta il 27 novembre 2013 a Brembate Sopra di anni 86 morto il 10 dicembre 2013 a Berbenno Il Natale salvato Si racconta che ogni anno, in Alaska, il Natale sia celebrato in un modo speciale. Non si tratta di una semplice ricorrenza, non si tratta di uno di quei giorni in cui ti accorgi che è festa solo perché le scuole sono chiuse e il papà è a casa dal lavoro. Si tratta di molto di più. Sin dall’alba, il paese è sveglio. Tutti gli abitanti si mobilitano per gli ultimi preparativi: chi si chiude in cucina, chi allestisce le tavole, chi corre di fretta sulla slitta per le strade cantando gli auguri ai passanti, chi raccoglie le ultime iscrizioni. Infatti com’è tradizione, ogni anno in questa festività, si svolge una competizione… Era un Natale particolarmente freddo quell’anno e anche Sedna, una bimba di otto anni, decise di partecipare alla gara. Questa consisteva nel dover percorrere tre chilometri con la slitta dal proprio paese sino a quello successivo, dove avrebbero festeggiato il vincitore davanti a un bellissimo presepe. Ma che presepe sarebbe stato senza Gesù Bambino? Ogni partecipante, trainato dai suoi sette cani da slitta, aveva il compito di portare la sua statuetta del Bambino. Sedna quella volta avrebbe corso contro altri tre concorrenti: Anouk, Inuk e Blusky. Allo scocco della partenza, si misero in marcia. I cani correvano veloci, sotto le loro zampe la neve affondava e il ghiaccio scorreva veloce. Sedna, che non era espertissima, venne seminata dagli altri ragazzi già al primo chilometro, ma, senza arrendersi, proseguì 38 Racconto finale mettendocela tutta e creando un produttivo gioco di squadra con i suoi cani. Li incitava, li riprendeva, li lodava. E questi, quasi magicamente, alle sue parole presero velocità e recuperarono un gran tratto di strada. Lungo il tragitto, all’iniziare del secondo chilometro, Sedna e la sua squadra furono costretti a fermarsi per via di uno strano suono che la inquietava molto. Era una voce, la lieve voce di Blusky che chiedeva aiuto. Sedna si precipitò da lui che con i cani era finito in un precipizio. Lo aiutò a reuperare la slitta e a rimettersi in sesto, ma purtroppo la statua di Gesù Bambino era andata distrutta, ne rimanevano solo le braccia. Malgrado fosse un po’ abbattuto, Blusky decise comunque di proseguire la strada fino al traguardo. Anche Sedna si era rimessa in marcia, ancora più veloce e motivata di prima, cantando a squarciagola le canzoncine di Natale che la mamma le aveva insegnato per il grande giorno. Ma proprio mentre tutto sembrava andare liscio, la slitta frenò bruscamente per via di un cane, probabilmente appartenente a un’altra squadra, che le venne incontro abbaiando. L’animale sembrava molto preoccupato così Sedna decise di seguirlo. Insieme raggiunsero un tornante nel quale si era bloccata la slitta di Inuk. Sedna abbandonò la slitta e aiutò Inuk a liberare la sua. Una volta portata completamente alla luce videro però che anche la statuetta di Inuk si era rotta! Ne rimanevano solo le gambe, ma il ragazzo decise comunque di proseguire. Anche il viaggio di Sedna sembrava andare grandiosamente, senza gli altri due concorrenti, che avevano distrutto le statuine, era già seconda in classifica. A soli cinquecento metri dal traguardo, però, qualcosa andò storto. La slitta di Anouk, che stava davanti a lei, sbandò e finì dritta dritta su un lago ghiacciato. La situazione era davvero pericolosa, ma Sedna, che era molto leggera, avrebbe potuto camminare sul ghiaccio e aiutarlo. Così, senza timore, abbandonò la sua slitta, raggiunse Anouk e la condusse altrove. Una volta al sicuro controllarono le statuette. Quella di Anouk si era rotta durante lo sbandamento e ne era rimasta solo la testa. Anche quella di Sedna purtroppo si era rotta poiché nell’abbandonare la slitta i cani spaventati avevano fatto qualche movimento brusco. Ne rimaneva il corpo. Quando tutti e quattro i concorrenti ebbero raggiunto il traguardo, tristi consegnarono i pezzi delle statuette rimasti e si allontanarono pensando di aver rovinato il Natale. Ma il parroco, che era un uomo saggio e ingegnoso, prese i pezzi e li unì. Le braccia di Blusky con le gambe di Inuk, la testa di Anouk con il corpo di Sedna. Il Gesù Bambino così era ancora più bello, fatto di pezzi diversi, fatto di tutti i bambini del mondo. Sedna, per la sua premura nei confronti degli altri concorrenti, ricevette un dono speciale: una candela di speranza da accendere nel giorno di Natale. Giulia Colombo 39 IN Gita sulla neve a foppolo 14 VENERDI 3 GENNAIO 20 , ragazzi, La gita è per bambini ulti e nonni. adolescenti, giovani, ad ldo e al coperto Saremo in un posto ca per pranzare insieme. ,00 COSTO ISCRIZIONE: € 15 Pranzo al sacco enica 29 Iscrizioni entro Dom o di Berbenno Dicembre all’oratori VEGLIONE Di CAPODANNO oratorio DI BERBEN NO Menù a base di due an tipasti, due primi due secondi, patate al forno, formaggi Dolce Brindisi con panettone e pandoro Bevande incluse MENU ADULTI: € 30 MENU BAMBINI (fino a 10 anni): ISCRIZIONI IN ORATOR € 20 IO ENTRO IL 29 DICE MBRE NOTIZIE UTILI Don Luca Gattoni parroco Casa parrocchiale via Roma, 8 tel. 035 861007 [email protected] [email protected] Don Donato Baronchelli Via S. Giovanni Bosco, 9 vicario parrocchiale cell. 3336793073 Figlie della Carità Madri Canossiane tel. 035 861087 Scuola d’Infanzia - Selino Alto tel 342.849.73.28 Sito web dell’oratorio www.oratorioberbenno.altervista.org ORARIO SANTE MESSE Giorni festivi Ore 17.00 Ore 18.00 Ore 7.30 Ore 9.00 Ore 10.00 Ore 10.30 Ore 18.00 Ceresola – Ca’ Previtali – Ca’ Passero (a rotazione ogni tre settimane) Selino Alto Berbenno Blello Selino Alto Berbenno Berbenno Giorni feriali a Berbenno Lunedì, mercoledì e giovedì ore 7.15 Lodi e S. Messa. Martedì e venerdì ore 19.45 Vespri e Santa Messa. 40 Giorni feriali a Selino Alto Lunedì, mercoledì e giovedì alle ore 16.30. Martedì e venerdì ore 8.00 Mercoledì ore 20.00 a Blello (nella casa comunale) Eventuali cambiamenti di orario o sospensioni per motivi particolari saranno comunicate per tempo.