Lunedì 8 abbiamo visto alcune immagini sulla TAV, e ho discusso
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Lunedì 8 abbiamo visto alcune immagini sulla TAV, e ho discusso
Università di Bologna – Dipartimento di Filosofia e comunicazione a.a. 2015/16 corso del 2° semestre, 3° periodo Comunicazione visiva Paolo Leonardi seconda settimana 8 febbraio 2016 Quello che resta del corso: 8 9 No Tav Uno strumento per valutare come verrà vista una comunicazione visiva. La psicologia della Gestalt / 1 10 La psicologia della Gestalt / 2 15 La trasformazione del paesaggio italiano nel ’900 16 La fotografia italiana in contesto 1950-2010 / 1 17 La fotografia italiana in contesto 1950-2010 / 2 22 Il lavoro di Luigi Ghirri 23 Prima presentazione in aula 24 Il lavoro di Gabriele Basilico 29 Il lavoro di Mimmo Jodice 1° marzo Seconda presentazione in aula 2 Conclusioni Lunedì 8 abbiamo visto alcune immagini sulla TAV, e ho discusso un volume pubblicato da Linea di confine, un’importante centro di fotografia, con una significativa attività editoriale, che ha pubblicato un volume sulla TAV Bologna-Modena, intitolato appunto TAV, di Walter Niedermayr, del 2006, critico di questa impresa, e ho discusso la felicità delle scelte fotografiche, che sembrano a me soprattutto un’esaltazione di una capacità tecnologica piuttosto che l’espressione di perplessità. Forse, il testo è volutamente ambiguo, o forse, contrariamente a quanto io ne penso, non è sfavorevole a questa impresa. Ho connesso quel testo alla questione della TAV in Val d Susa e a come è stata impostata la campagna di opposizione alla costruzione di quest’altra linea ad alta velocità. Martedì 9 e mercoledì 10 ho commentato diverse immagini del libro di 2 Hachen. Massimo Hachen insegna al Politecnico di Milano alla Scuola di Design, cioè in un contesto assai diverso da questo. Lì sono importanti forma, funzione e simbolo. Vediamo 5 esempi “felici: 1 Prefabbricati a Ginevra 1989 2 Rasoio e accendino Braun (G.A. Mueller e Hans Gugelot 1962 e Dieter Rams 1970) 3 Copertura Palazzetto dello Sport Roma Pierluigi Nervi 1959 3 Bolla tecnologica Genova Renzo Piano 2001 4 Pirelli (Giulio Confalonieri 1972, Pino Tovaglia 1963) 5 Poltrona Wink di cassina (Toshiyuki Kita 1981) e uno infelice 6 Sofà Poltronova (De pas, D’Urbino, Lomazzi 1970) Il materiale ottico viene raggruppato secondo le costanti vettoriali della percezione: un quadrato, 4 segmenti verticali, una S. La percezione non è fatta semplicemente degli elementi componenti. 7 La cinestesi. Muscoli, articolazioni, labirinti (senso della verticale (dov’è la mia testa?!), gli occhi (coni, bastoncelli, cellule nervose gangliari fibre nervose assoni, nervo ottico. I muscoli ocuolomotori fanno sì che l’oggetto che osserviamo si proietti sulla fovea, la parte più sensibile della retina. Immagine retinica e angolo degli assi visivi e profondità dello spazio percepito. 8 Marchio della Fiera di Francoforte I colori Come si ‘mescolano’ i colori: pointillisme e divisionismo 9 Il castello dei Papi ad Avignone (Paul Signac 1900) Il sole (particolare) (Giuseppe Pelizza da Volpedo 1904) LE “LEGGI” DELLA PERCEZIONE SECONDO LA GESTALT 1 Vicinanza 10 e 11 raggruppamento orizzontale per vicinanza e raggruppamento verticale per vicinanza 2 Uguaglianza 12 e 13 Il materiale ottico è raggruppato per uguaglianza di colori, di 3 colori e di forme 3 Chiusura 14 Il materiale ottico è organizzato per figure chiuse 4 Curva buona o destino comune 15 I segmenti obliqui sono raggruppati come retta parzialmente occlusa dai raggruppamenti verticali 16 Non si riescono a percepire gli oggetti come spezzati in tre forme 5 Movimento comune 17 Figure composte da quadratini che hanno lo stesso moto. 18 Due raggruppamenti, uno di forme ferme e uno di forme in movimento 19 Ciò che si vedrebbe senza l’organizzazione comune e la nostra capacità di leggere righe che scorrono 6 Esperienza 20 e 21 Ruotando la figura di 90° in senso orario si leggono delle lettere (delle parole) 22 I raggruppamenti che si formano nascondono le parole 23 Lo stesso raggruppamento letto diversamente in un contesto diverso 24 La stessa forma letta diversamente in una sequenza diversa 7 Pregnanza 25 Forme leggermente irregolari viste come regolari 26 Una irregolarità insanabile in una figura per il resto regolare (Quadrato rosso Kasimir Malevic 1915) 27 Logotipo del quotidiano gratuito City-RCS: non riusciamo a non vedere tridimensionalmente, come cerchio, quella che tecnicamente è l’ellissi gialla a sinistra in alto 28 Venere di Botticelli (1485) – Particolare del Ponteghetto della farina di Canaletto 1730 – Figure aperte e figure chiuse (completamenti amodali, cioè senza elementi disegnati, dei capelli di Venere, della conchiglia, del barcaiolo di cui emerge il busto, delle figure aperte. Forze spaziali Due forme fondamentali: il ritratto e il panorama, con due forme spaziali preferite: rettangolo verticale, rettangolo orizzontale. 29 e 30 P. Lodzinsky (di Egon Schiele 1908) e I corazzieri di Waterloo 4 (di James Ensor 1891) Forme astratte non sono così classificabili 31 Tributo al quadrato (Josef Albers 1959) 32 Forme uguali di ugual grandezza agiscono bidimensionalmente, forme uguali di diversa grandezza agiscono tridimensionalmente. La diagonale disarmonica di Wassily Kandinsky: Il movimento da destra in basso a sinistra in alto è verso la lontananza, quello opposto è verso casa. 33 La Gioconda di Leonardo da Vinci (1505), L’urlo di Edward Munch (1883) e Rissa in galleria di Umberto Boccioni (1910) 34 Stessa foto stampata a dritto e a rovescio: nave che si avvicina e nave che si allontana 35 Una figura a colore chiaro si espande, una a colore scuro si contrae 36 Forze intrinseche nelle forme Due usi di forze intrinseche alle forme: 37 Batti i bianchi con il cuneo rosso di Lazar El Lisickij (1929) e Locandina per la libreria Lenzig di Alexander Rodcenko (1925) 38 Forze parallele 39 Forze in opposizione 40 Percorso visivo e vettoriali della percezione 41 I percorsi visivi costituiscono la geometria dello spazio 42 L’espressione spaziale nasce dalla geometria dello spazio Lo spazio può essere statico o dinamico 43 spazio statico e spazio dinamico (tridimensionale?) 44 spazio convesso (normalmente visto come dinamico): Cheyt-Pyr di Victor Vasarely (1970-71) 45 spazio statico e spazio dinamico: Composizione di Piet Mondrian (1921) e Copertina di Filippo Tommaso Marinetti (1914) 46 Nove punti in ascesa di Vassily Kandinsky (1926) e Tappeto volante, installazione luminosa di Daniel Buren (Torino 2004) L’espressione spaziale – la sensazione spaziale che una composizione trasmette 5 47 Sei modi di manifestarsi delle forze spaziali: forma, dimensione, orientamento, peso ottico (colore e tessitura), latenza, intervallo 48 posizione nello spazio immaginato 49 valori formali e valori spaziali 50 due valori formali (sigillo del Bauhaus statale di Oskar Schemmler 1922 e marchio di LG Electronics) e uno spaziale (cartello stradale che indica una galleria) 51 banner pubblicitari dalla rete (figure aperte per guadagnare spazio) 52 l’espressività dello spazio vuoto 52 bis Ancora sull’uguaglianza Un fattore organizzativo molto forte 53 formazione di triangoli spaziali 54 diverse organizzazioni percettive legate a colori e forme 55 logotipo a intreccio della mostra Future Design di Giancarlo Illiprandi (1992) 55 bis test di S. Ishihara per acromatopsie 56 Cosmos di Ilia Chashnik (1925) Chiusura 57 e 57bis Il triangolo di Kanizsa (1955): un effetto di chiusura! 58 Una rotazione indipendente delle componenti del materiale ottico distrugge l’effetto 59 Gli intervalli vengono chiusi dando agli oggetti un carattere unitario 60 Chiusura “economica” di un materiale ottico impoverito 61 Illusione di Hermann (1870), in una rielaborazione di E. Lingelbach (1994) (i cerchietti bianchi si vedono neri) 62 Illusione di Akiyoshi Kitaoka (2003) (vediamo figure ferme come se fossero in movimento) 72 png 63 La stessa forma “cambia” (si esprime diversamente) con l’aggiunta di altri elementi 64 Calendario perpetuo Anymonth & Worldmaster ltd (1986) (sono rese impossibili le chiusure a meno di contornare i tratti con una forma chiusa Negativo e positivo / Ogni immagine contiene una figura su uno sfondo. 65 e 65bis Figure reversibili di Edgar Rubin (circa 1920) 6 Diventa più facilmente figura 66 1 ciò che è piccolo: cosa vedete qui? 67 2 ciò che ha i margini convessi 68 3 una forma chiusa rispetto a una forma aperta 67 4 ciò che ha margini più vicini 67 5 ciò che orientato secondo gli assi orizzontale/verticale 69 6 ciò che ha margini regolari 70 e 71 7 ciò che non è in equilibrio 72 8 ciò che è simmetrico (figura di P. Bahnsen) 9 ciò che non lascia parti incomplete (non ho la figura) 73 Negativo positivo di Bruno Munari (1951) (reversibile con forme chiuse) 74 Marchio Rai di Antonio Romano (1991) (profili di Rubin e farfalle) 75 Digestivo Antonetto di Armando Testa (lo sfondo si trasforma in una mano) Il dintorno ottico / Ciò che non cade sulla fovea, ma è comunque visto 76 Illusione di A. Fick (1851) 77 Gli incavi sulla colonna ne accentuano l’altezza 78 Illusione del Coffee Wall (1979, dal muro di un caffè) 79 Effetto centrifugo del colore chiaro e di una trama più rada Spazi ambigui Ambivalenze e dualità 80 Illusione di Penrose (1958) e illusione di Escher (1961) 81 Modello dell’anello di Möbius 82 Ambiguità bitridimensionale Marrakesh di Frank Stella (1948) Lo spazio prospettico / La rappresentazione tridimensionale 83 Portici a Venezia: gradienti di tessitura (James J. Gibson) 84 Gradienti cromatici (desktop WindowsXP) 85 Sensazine tridimensionale data dal rilevo dovuto all’illuminazione (la figura si inverte). La trasparenza 86 Senza diversità di sfondo non c’è necessariamente un indice di trasparenza 87 Un indebito effetto trasparenza 88 Margine sfumato: si percepisce l’intersezione di un materiale 7 semiopaco Il ritmo 89 Tre ritmi diversi fermo tridimensionale in rotazione 90 Al variare dell’intervallo vara il significato: statico, tridimensionale, in crescita, rallentamento, accelerazione, curvatura 91 Continua fuori campo? 92 un insieme ordinato di colori costituisce un ritmo