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presenta - Wasabi Produzioni

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presenta - Wasabi Produzioni
presenta
Marin Sorescu (1936-1996), poeta, drammaturgo, scrittore e saggista romeno pubblica
"Iona" nel 1968 nella rivista "Luciafarul". Iona fa parte di una trilogia drammatica
intitolata " La sete del monte di sale". Questo titolo ci fa intuire con una metafora il
messaggio dei suoi testi: la sete di sapere, di conoscere, di comunicare è la strada di cui
l'uomo ha bisogno per uscire dall'assurdità della vita, dall'automatismo sfinente
dell'esistenza.
"Mi verrebbe da dire che Iona sono io...Quello che vive nella terra del fuoco è Iona
anche lui, tutta l'umanità è Iona, se volete. Iona è l'uomo nella sua condizione umana, di
fronte alla vita e di fronte alla morte". M.S.
Iona è un testo antiideologico, non vi sono giudizi, non si affrontano direttamente i temi
social-politici o esistenziali ma si parla di cose reali, di persone, di pesci, di cibo e da cui
emerge soprattutto la disperazione di un uomo solo. Disperazione che è affrontata con la
migliore delle armi possibili: l'ironia dell'immaginazione.
Sfruttando
il
mito
biblico di
“Giona
nella
balena”,
Sorescu
descrive
l'uomo
contemporaneo. Iona è un uomo solo, abbandonato alla compagnia di se stesso, un
pescatore che tenta di nutrirsi di un mare povero, sporco. E' ormai prossimo alla morte,
sull'orlo di una decisione fatale: accettare o no, la fine? Ecco che nello stagno putrido
che è diventato il mare, nel ventre buio di un grande pesce, Iona si ribella alla sua
condizione di mortale miseria. Il pescatore sceglie la vita, la rinascita, la ricerca di una
condizione migliore. Non è forse quello di oggi quel mondo/mare putrido e sempre più
povero di cui siamo vittime e carnefici allo stesso tempo e che vorremmo risanare?
Dal testo allo spettacolo
Abbiamo cercato di rendere vivo questo grande testo, poco conosciuto in Italia,
attaccandoci a quelli che ci sembravano i suoi temi principali. Oltre ai grandi "temi
universali" dell'esistenza umana, che l'autore affronta in modo indiretto attraverso l'uso
delle forme retoriche poetiche più semplici e popolari, abbiamo trovato particolare
interesse nella condizione umana in cui Iona si trova ad agire: la povertà, la scarsità di
cibo, di risorse essenziali e di conseguenza anche l'assenza di amore, di amicizia,
rappresentata da un deserto melmoso e da un monologo/dialogo autoreferenziale che ci
è apparso come la rappresentazione di un mondo in declino, in crisi, su cui si abbatte la
minaccia della povertà. Un mondo, quindi, simile al nostro o a quello di un probabile
imminente futuro. Iona vive in un mare di rifiuti e decide di rinascere da quelle stesse
macerie che lo hanno affogato. Ecco il gesto ribelle e rivoluzionario che ci ha tanto
appassionato: la necessità di cambiamento, il desiderio di rinascita. Se il mondo in cui
viviamo è prossimo alla fine, dobbiamo innanzitutto accettarlo dopodiché provare a
cambiarlo. Crudele, ironico, attualissimo Iona.
"Quest’acqua è piena di esche, tanti tipi di esche belle colorate. Noi, pesci, nuotiamo tra
loro così velocemente che sembriamo rumorosi. Il nostro sogno migliore è di inghiottirne
una, ovviamente la più grande. Ci mettiamo in testa una felicità, una speranza, insomma
qualcosa di bello, ma dopo pochi istanti ci rendiamo conto, stupiti, che è finita l’acqua."
Iona
La scena è composta da pochi poveri elementi componibili. L'unico personaggio dialoga
con se stesso utilizzando il materiale che ha a disposizione per creare l'ambiente delle
varie scene come se il ventre della balena fosse una trappola creata proprio da lui
stesso. Lo spettatore assiste al racconto dell'avventura di Iona, immergendosi per un’ora
in un mondo astratto, ai confini della nostra paura più profonda: la solitudine e il bisogno
estremo dell'Altro, di condivisione, comunicazione. Sullo sfondo di azioni classicamente
tragiche e simboliche, il linguaggio di Iona è in contrasto, usando spesso immagini
poetiche ingenue e facendo uso dell'arma dell'ironia che riesce a mantenerci in vita nelle
peggiori delle condizioni.
Un linguaggio che dà quindi equilibrio alla scena rendendo
l'azione drammatica leggibile ma non pesante, tragica ma non disperata.
Iona è uno spettacolo sulla solitudine e la povertà dell'esistenza umana che riscontriamo
in tutti i grandi aspetti della vita: quello politico/sociologico, quello psichico/spirituale e
quello affettivo/relazionale. In Iona abbiamo trovato un messaggio chiaro di desiderio di
un'altra vita, di ribellione alle condizioni attuali, nella speranza di un mondo migliore, più
"pulito" e magari dove poter trascorrere il tempo con qualcun'altro, per sentirci meno
soli.
" So solo che ho voluto scrivere qualcosa su uomo solo, disperatamente solo" M.S.
Presentazione della Compagnia
L’Associazione Culturale Wasabi Produzioni è nata a Milano dall’idea di Federico Branca
(musicista), Vlad Scolari (attore e regista) e Paolo Marasso (musicista). Nata
ufficialmente nell’Ottobre 2012, l’Associazione ha però già due anni di vita con diverse
produzioni musicali e teatrali. Questo spettacolo ha debuttato al Teatro Elfo Puccini di
Milano nel Febbraio 2012 con l’attore Marco Bonadei (Premio Ubu under30 2011).
La stessa compagnia ha debuttato nel Novembre 2011 con lo spettacolo “Verso un’altra
fiamma” alla Sala Agorà del Teatro della Tosse con Vlad Scolari e Alice Protto e con le
musiche dal vivo di Federico Branca Bonelli.
Entrambi gli spettacoli hanno conseguito un ottimo consenso di pubblico e buone
recensioni.
Marco Bonadei, attore nato a Genova nel
1986, dopo il Liceo artistico, si diploma nel
2009 alla Scuola del Teatro Stabile di
Torino. Collabora con diversi teatri in tutta
la penisola e lavora, tra gli altri, con i
registi Mauro Avogadro , Daniele Salvo,
Ferdinando Bruni e Elio de Capitani. Nel
2011 vince il premio UBU come migliore
attore under 30 con lo spettacolo The
History Boys. Da molti anni continua a
praticare e approfondire il lavoro con la
maschera e la Commedia dell'Arte.
Vlad Scolari, attore e regista nato a
Genova nel 1987, italo-romeno, inizia la sua
esperienza teatrale all'età di sette anni
con Giorgio Albertazzi, Aldo Amoroso e
Modestina Caputo. Dopo la Maturità
classica si diploma, nel 2009, alla Scuola
d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano
dove segue parallelamente i corsi di regia e
recitazione. Dal 2010 segue vari corsi di
specializzazione ed è allievo di Carlo Boso e
Jean Claude Penchenat a Parigi. Collabora
con diverse compagnie milanesi e nazionali
sia in qualità di attore che di regista e
autore.
Federico Branca Bonelli, nato a Genova nel
1984,
studia
musica
e
batteria
privatamente con i maestri Vandresi, Della
Casa,
Zurita
conservatori
e
Tindiglia
e
presso
i
"Puccini" di La Spezia e
"Paganini" di Genova ed infine presso
l'Accademia
"Siena
jazz".
Nel
2004
consegue la Maturità classica. Collabora da
anni con diverse band e solisti dei generi
più disparati, dal pop all'elettronica, dal
jazz alla musica d'ambiente e partecipa
anche alla produzione di spettacoli di
teatro musicale, l’ultimo presso il Teatro
della Tosse di Genova.
Scheda tecnica
Referenti: Vlad Scolari (349 82 34 236)
Tipologia: Monologo
N° Attori: 1
N° Tecnici: 2 (Fonico + datore luci)
Durata: 70'
Spazio scenico minimo necessario: 4mtX4mt. Lo spettacolo è adattabile a spazi non
convenzionali previo accordo ed eventuale sopralluogo.
Scenografia: La scena è composta da pochi elementi. Si richiede la possibilità di
appendere tre corde (informare la Compagnia sull’altezza dello spazio scenico). Si prega
anche di informarci sulla presenza di pesi, o la possibilità di avvitare tre placche al
palcoscenico. Lo sfondo è la scatola scenica stessa, preferibilmente nera.
Illuminotecnica: Lo spettacolo necessita di almeno 10 p.c. da 1000 o 500 + bandiere. Si
prega di informare i referenti sulla presenza o meno di gelatine, filtri di conversione etc.
e della presenza o meno di : 2 sagomatori, 2 lucciole, 2 Par, 2 o 4 domino.
Fonica: Lo spettacolo necessita di 1 MIXER e relativo impianto di sala. Lettore cd.
Tempo di montaggio: 1h
Tempo di smontaggio: 1h
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