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Gioco d`azzardo - Italia dei Valori

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Gioco d`azzardo - Italia dei Valori
GIOCO
D’A Z Z A R D O
I NUMERI DI UN DRAMMA
La diffusione del gioco d’azzardo nel nostro Paese è
un fenomeno sempre più diffuso e preoccupante, dalle rilevantissime conseguenze sul piano economico,
sociale e culturale, senza dimenticare la “porzione”
(considerevole) gestita dalla criminalità organizzata.
L’Italia ha in assoluto la più alta densità
di slot machine di vario tipo. Da sola ne
ospita ufficialmente 414.158, circa la metà
di quelle presenti in tutto il territorio degli
Stati Uniti. Nel nostro Paese c’è un apparecchio ogni 143 abitanti. In Germania una ogni
261, negli Stati Uniti una ogni 372. Sulle videolottery
(VLT), il primato italiano è ancora più netto: secondo il
consulente di settore Eugenio Bernardi ve ne sarebbero 160 mila in funzione in tutto il mondo, ma di queste
50.985 sono attive in Italia (dati Monopoli di Stato).
Nel 2014 il fatturato complessivo di slot,
scommesse, “gratta e vinci” etc, è stato
pari a quasi 84,5 miliardi di euro (il 10% del
totale delle spese per consumi privati degli italiani;
rispetto al 2013 il calo è stato, infatti, appena dello
0,29%. Ciò significa che si risparmia su alimentari,
abbigliamento, sanità, cultura, divertimento ma non
nell’azzardo. Addirittura le scommesse sportive sono
aumentate dell’11,2%). (Stime di Repubblica sui dati di Euromat e su quelli dei singoli Paesi).
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Le preferenze vanno al settore delle scommesse sportive, con una raccolta di 4.250 milioni nel 2014, ed
al Lotto che ha incassato 6.629 milioni di euro (per
una crescita del +4,7% rispetto all’anno prima, grazie
soprattutto al 10eLotto).
L’introito erariale complessivo, nel contempo, è sceso
in un anno del 2,18%, passando dal 8,475 miliardi
a 8,291, quasi 200 milioni in meno: gli italiani stanno abbandonando i giochi a più alta tassazione per
quelli a bassa tassazione, dalle slot che sono tassate
al 12,5% e le Vlt tassate al 4%, alle scommesse che
hanno un prelievo erariale dallo 0,2 all’1%. (fonte Vita
magazine).
Quanto al gioco online (in forte espansione) vede
coinvolti 3 milioni di italiani, circa 642.000 dei quali
gioca con costanza. La spesa media per giocatore
è compresa tra 91 e 94€. Secondo le previsioni, il
mercato chiuderà con il segno positivo anche il 2015.
Già le prime statistiche stilate, per quando riguarda la
sola fetta dell’online, registrano un + 27% rispetto ai
primi sei mesi del 2014.
A livello mondiale, secondo quanto previsto dagli analisti di H2 Gambling Capital, una società di consulenza britannica specializzata nell’industria del gambling,
il settore toccherà cifre vicine ai 488.000.000.000
di dollari. Numeri da capogiro per un settore che non
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conosce crisi. (fonte l’Intraprendente)
Secondo il rapporto “non chiamiamolo gioco” dell’ottobre 2012 (www.noslot.org), la regione dove la spesa pro capite è più alta è l’Abruzzo (1.473,17 euro),
seguita da Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna
(rispettivamente 1.418,65, 1.319,75, 1.283,84
euro); l’ultima regione è la Basilicata (877,34 euro).
Incrociando i dati sulle somme giocate nelle province
italiane (fonte Agimeg) con i dati rilasciati dal MEF sull’Irpef 2012 si ottiene un risultato abbastanza sorprendente. La spesa è funzione positiva del reddito, certo,
ma entra in campo anche il fenomeno della regressività: i più poveri spendono proporzionalmente di più
in gioco d’azzardo rispetto ai più ricchi. Le regioni
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d’Italia più povere sono proprio quelle che spendono
proporzionalmente di più in giochi d’azzardo.
In ogni caso, risulta sia Pavia la capitale dell’azzardo:
circa l’8% del Pil provinciale, €2.954 pro capite, 1
slot per ogni 100 abitanti.
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La fiscalità del gioco lecito
Le fonti di incasso per l’erario sono sostanzialmente
quattro. La prima è legata al pagamento delle concessioni. Ad esempio, per il permesso di installare un nuovo terminale VLT è soggetto al versamento di 15.000
euro.
La seconda è la tassazione sulle vincite, che prende
la forma di una ritenuta alla fonte a titolo di imposta
sulle vincite (superiori a 25,82 euro) derivanti da estrazioni, da giochi di abilità, da concorsi a premio, da
pronostici e da scommesse.
L’aliquota è pari al 10% e, dal gennaio 2012, si applica un prelievo addizionale del 6% sulla parte della
vincita che eccede i 500 euro.
La terza è costituita dal Prelievo Unico Erariale (PREU)
che si applica sulle somme giocate (indipendentemente dalla vincita), pari al 12,7% (al 13% dal 2015) per
le slot da bar (AWP) e al 5% per le VLT.
La quarta è costituita dalle perdite subite dal giocatore, per la quota non riversata ad eventuali concessionari o distributori. Infine, per quanto riguarda i percettori delle imposte indirette, esse vengono suddivise tra
amministrazioni centrali e amministrazioni locali. Ad
esempio, gli incassi dei casinò vanno tutti alle amministrazioni locali (fonte Communitas).
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Va segnalato altresì che, a fronte di un aumento pari a
60 miliardi di incassi negli ultimi 10 anni, il guadagno
dello Stato è passato solo da 7 a 8 miliardi, perché le
tasse dei nuovi giochi sono molto più basse e perché
le videolottery e i giochi on line hanno un livello di
tassazione inferiore rispetto a quello degli altri giochi
(dati da “Quando il gioco si fa duro”, Nadia Toffa,
Rizzoli).
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Le infiltrazioni della
criminalità
In questi ultimi anni numerose e importanti inchieste
hanno dimostrato forti infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore.
Secondo il rapporto “Azzardopoli” di Libera del 2011,
il mercato del gioco illegale vale in termini
di giro d’affari 10 miliardi di euro e vede
coinvolti 41 clan tra mafia, camorra e ‘ndrangheta.
Nel 2010 sono state 6.295 le violazioni riscontrate dalla Guardia di finanza: oltre 8mila le persone
denunciate, 3.746 i videogiochi irregolari sequestrati
(alla media di 312 al mese) e 1.918 i punti di raccolta di scommesse non autorizzate o clandestine scoperti, il 165% in più rispetto all’anno precedente.
Grazie alla grande disponibilità di denaro liquido,
aggiornate conoscenze tecnologiche e radicamento
nel territorio, il crimine organizzato è in grado di offrire servizi al mercato del gioco ottenendo le concessioni, tramite prestanome, di sale bingo e di punti
scommesse, inserendosi nel segmento del gioco d’azzardo on-line, riciclando denaro e gestendo bische e
scommesse clandestine di vario genere.
A dimostrazione di ciò il fatto che oltre il 9% dei beni
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sequestrati alle cosche è costituito da agenzie di scommesse e sale giochi.
Va ricordato in questo contesto l’intervento del febbraio 2012 in cui la Corte dei Conti ha preso atto della
condanna penale della Cassazione per il mancato
collegamento delle macchinette tra il settembre 2004
e il gennaio 2007 al sistema di controllo che doveva
garantire la regolarità del gioco e ha abbassato la
multa alle concessionarie da 98 miliardi ad due miliardi e mezzo, per uno sconto pari al 96,5%. La pena da
2 miliardi e mezzo è stata poi ridotta ancora a 600
milioni circa.
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Quadro epidemiologico
È difficile stimare la popolazione italiana che ha sviluppato forme problematiche o addirittura patologiche
di sindrome da gioco con vincita in denaro (G.A.P.,
nella definizione dell’Organizzazione mondiale della
sanità. Il G.A.P. è da intendersi come la conseguenza
secondaria di un comportamento volontario di gioco
d’azzardo persistente in un individuo vulnerabile alla
dipendenza, che presenta cioè alterazioni preesistenti
di tipo neurofunzionale dei normali sistemi neurobiologici della gratificazione, del controllo degli impulsi e
delle funzioni cognitive correlate (credenze e distorsioni cognitive in relazione alle reali possibilità di vincita).
(Rapporto Serpelloni 2013).
Con una definizione più precisa ed estesa, che si basa
su una serie di evidenze scientifiche e studi eseguiti da
vari ricercatori, il gioco d’azzardo patologico può essere definito come una dipendenza comportamentale
patologica caratterizzata da un persistente comportamento di gioco d’azzardo mal adattivo (Goudriaan
2004) e il disturbo classificato come un disturbo del
controllo dell’impulso. Il gioco d’azzardo patologico
ha un’eziologia ancora non ben chiarita, che si basa
su una vulnerabilità genetica ed un’alterazione dei si-
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stemi neuropsicobiologici e di anomalie della disponibilità di alcuni importanti neurotrasmettitori (in particolare dopamina, serotonina e noradrenalina, Ibanez
2003).
Il gioco d’azzardo patologico rappresenta
un grave problema di salute pubblica, crea
problemi psico-sociali al soggetto coinvolto, è causa di problemi finanziari e può
condurre a disturbi di natura antisociale
(Potenza 2002, Petry 2002, Lejoyeux 2002, Potenza
2000). Inoltre, questa patologia è spesso associata a
tassi elevati di ideazione suicidaria e tentativi di suicidio (Petry 2002, Newman 2003).
Il GAP è comunque una patologia prevenibile, curabile e guaribile, che necessita di
diagnosi precoce, cure specialistiche e supporti psicologici e sociali.
I segni e sintomi principali relativi alla dipendenza sono
il forte desiderio di giocare d’azzardo e l’impossibilità di resistervi (craving), l’insorgenza di sentimenti di
inquietudine quando si è impossibilitati a giocare (astinenza), la necessità di giocare con maggiore frequenza per riprodurre sempre il medesimo grado di euforia
e gratificazione (tolleranza) (Goudriaan 2004).
Non tutti gli individui che giocano d’azzardo sviluppano una forma patologica di dipendenza. Vi sono
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infatti differenze nella popolazione esposta al gioco
che comportano l’esistenza di individui più vulnerabili
rispetto ad altri a sviluppare dipendenza (cioè gioco
d’azzardo patologico), in virtù di una serie di fattori
propri individuali, ambientali e di altri dipendenti dalle
caratteristiche dei giochi. Le condizioni di vulnerabilità
all’addiction, e quindi allo sviluppo di una dipendenza patologica, sono sostenute da una combinazione
di fattori in grado di produrre un alto potenziale additivo. I fattori individuali annoverano alterazioni neuropsico- biologiche che, in sintesi, si possono identificare
in alterazioni dei sistemi della gratificazione, con una
contemporanea bassa efficacia del controllo prefrontale degli impulsi. Oltre a questo, è necessario però
anche un contesto sociale favorente che spesso è caratterizzato da relazioni familiari problematiche, scarsa presenza di offerte attive di prevenzione, scarse
regole e leggi di controllo e deterrenza (alta pressione
pubblicitaria). Anche la tolleranza e la promozione attiva del gioco d’azzardo nel contesto sociale, nonché
l’uso di sostanze stupefacenti e l’abuso alcolico, sono
fattori in grado di incrementare il potenziale additivo.
La terza componente riguarda lo “stimolo” e le sue
caratteristiche ed in particolare la facile disponibilità e
accessibilità, l’alta frequenza d’uso, l’intensità, la capacità di creare un effetto gratificante e nel contempo
un effetto inibente su ansia, pensieri ossessivi, depres-
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sione e noia (Bouju 2011, Potenza 2011).
La vulnerabilità al gioco d’azzardo patologico riguarda un segmento della popolazione. In particolare, in
quella giovanile si sono dimostrati particolarmente a
rischio i soggetti con temperamento novelty seeking
(un tratto di personalità dal processo decisionale impulsivo, stravaganza di approccio, rapida perdita di
temperamento) con un’evoluzione del gioco d’azzardo
che da iniziale “gioco sociale e socializzante” diventa
“gioco individuale” e quindi “gioco isolato” nel momento in cui si sviluppa una dipendenza patologica.
Lo sviluppo di questo tipo di dipendenza presuppone
dunque che ci sia uno stato di vulnerabilità preesistente al contatto con il gioco d’azzardo e, spesso, anche
con le sostanze stupefacenti. Se questo contatto avviene inoltre in carenza di fattori protettivi (scarso attaccamento parentale, deficit del controllo famigliare,
bassa presenza di sistemi sociali protettivi, ecc.) vi è
la possibilità di attivazione di un percorso evolutivo e
di meccanismi auto-generanti verso una vera e propria
forma di addiction.
I fattori socio-ambientali possono essere una fonte di
stimolo e sviluppo del gioco d’azzardo patologico.
Molti studi (Mitika 2001, Paternak 1999, Sibbald
2001, Volberg 2000) hanno dimostrato che esiste
un legame tra la disponibilità ambientale di gioco
d’azzardo e lo sviluppo di gioco d’azzardo patolo-
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gico. Oltre a questo, è stato dimostrato anche che
le aperture dei casinò possono portare un incremento
notevole dei giocatori d’azzardo nelle zone limitrofe.
Uno studio, in particolare, ha evidenziato che in una
determinata area, i giocatori d’azzardo erano il 14%
della popolazione prima dell’apertura del casinò e, in
seguito ad essa, sono arrivati al 60% della popolazione (Ladouceur 1999). La presenza di contesti
dove è possibile giocare d’azzardo aumenta quindi la probabilità di disturbi associati
quali il gioco d’azzardo patologico (Volberg
2002). Le zone con compresenza di luoghi di gioco
d’azzardo registrano tassi significativamente maggiori
di persone che richiedono assistenza per GAP (Shaffer
2002). Relativamente alla familiarità, si è verificato
che il 20% dei soggetti con GAP ha familiari affetti
dalla stessa patologia.
Anche la povertà di stimoli che provengono dalla famiglia e riti familiari in cui è
presente il gioco d’azzardo possono essere forti fattori di rischio, così come la presenza di un tempo libero non strutturato
è un forte predittore (Moore 2000, Blaszczynski 1990). Rilevanti si sono mostrati anche gli eventi
negativi della vita (Bergevin 2006) che creano una
vulnerabilità psicologica (McCormick 2011). Alcune
ricerche hanno individuato nelle vite di molti giovani
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con gioco problematico, il tema del maltrattamento
infantile (Petry 2005).
Molti studi internazionali hanno dimostrato che il gioco d’azzardo è un indicatore significativo della più
ampia difficoltà di adattamento sociale e psicologico,
associandolo spesso ai comportamenti antisociali.
In conclusione: non esiste un gioco d’azzardo
scevro da rischi, soprattutto in un ambiente dove la multi offerta di giochi avviene
spesso contestualmente e quindi dove, vicino a giochi apparentemente “innocui”
o “innocenti” (che potrebbero avere un ruolo gateway verso giochi a maggior attrattiva e a maggior
rischio), vengono offerti anche giochi più coinvolgenti
sia in termini emotivi che finanziari, con maggiori rischi di sviluppo di addiction nelle persone vulnerabili.
Al pari di tutte le altre forme di dipendenza patologica, anche per il gioco d’azzardo patologico esistono quindi delle persone più vulnerabili di altre e
la loro identificazione precoce è la prima forma di
prevenzione da attivare, oltre ad una serie di altre
misure socio-ambientali che necessariamente devono
accompagnare gli interventi sull’individuo che, in caso
contrario, potrebbero venire vanificati.
In ogni caso, il confine tra il comportamento fisiologico, che viene cioè considerato come attività ricreativa
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e piacevole ed accettata socialmente, e quello patologico, non è sempre ben delineato e passa attraverso
uno stato intermedio, il cosiddetto gioco d’azzardo
problematico, caratterizzato da un aumento del tempo
e delle spese dedicati al gioco con vincite in denaro,
con comportamento a rischio per la salute e necessità
di diagnosi precoce ed intervento.
La difficoltà di stimare il fenomeno in Italia è certificata
anche nella “Relazione Annuale al Parlamento su droga e dipendenze 2015” che il Ministero della Salute
ha inviato al Parlamento. Nella relazione si spiega
che “ i dati epidemiologici disponibili in Italia non si
discostano molto da quelli internazionali. Secondo i
dati del Rapporto Eurispes 2009, in Italia il
gioco d’azzardo coinvolge fino al 70-80%
della popolazione adulta (circa 30 milioni
di persone). La popolazione italiana è stimata in
circa 60 milioni di persone, di cui il 54% ha giocato
d’azzardo con vincite in denaro almeno una volta negli ultimi 12 mesi. La stima però dei giocatori
d’azzardo “problematici” (cioè di coloro che
giocano frequentemente investendo anche discrete
somme di denaro ma che non hanno ancora sviluppato una vera e propria dipendenza patologica pur
essendo a forte rischio evolutivo) varia dall’1,3%
al 3,8% della popolazione generale (da
767.000 a 2.296.000 italiani adulti) men-
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tre la stima dei giocatori d’azzardo “patologici” (cioè con una vera e propria malattia che si manifesta con una dipendenza
patologica incontrollabile) varia dallo
0,5% al 2,2% (da 302.000 a 1.329.00 italiani adulti). Da alcune osservazioni inoltre
emergerebbe che il 60% degli introiti totali
da gioco (almeno per quanto riguarda le
slot machine) sarebbero alimentati proprio
da questa quota minoritaria di giocatori patologici più “fragili”. Si tratta di soggetti
particolarmente vulnerabili che per una serie di fattori,
individuali (di tipo neuropsichico), familiari ed ambientali, se esposti allo stimolo del gioco e/o a pubblicità
incentivanti il gioco, possono sviluppare una vera e
propria patologia. Questo dato, ormai consolidato
dalle evidenze scientifiche, impone a tutte le amministrazioni di riferimento l’adozione di strategie e misure contenitive del fenomeno. L’indagine conoscitiva
(student population survey) condotta negli anni 20122013 dal DPA (Dipartimento politiche antidroga) sulla
popolazione studentesca (15-19 anni), ha messo in
evidenza la pratica del gioco d’azzardo nel 49,4%
degli intervistati. Questa popolazione è composta da
una quota di giocatori sociali (39,0%), da giocatori
problematici (7,2%) e da giocatori patologici (3,2%). I
soggetti di genere maschile hanno una prevalenza di
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gioco nettamente superiore rispetto a quelli di genere
femminile (59,2% vs 37,1% ). Il sesso femminile inizia
a giocare più tardi: i fattori scatenanti spesso sono
lo stress, l’insoddisfazione, la depressione. Le donne
sviluppano di solito la dipendenza più precocemente
e ricercano il trattamento in maniera maggiore e in
anticipo rispetto agli uomini. Privilegiano il gioco del
bingo e le slot-machine; hanno una maggior prevalenza dei disturbi dell’umore e un maggior tasso di suicidi. Mostrano, infine, un minor coinvolgimento verso
attività illegali.
Una preoccupante associazione è stata trovata tra frequenza della pratica del gioco d’azzardo e consumo
di sostanze che evidenzia una correlazione lineare tra
le due condizioni sia nella popolazione giovanile (1519 anni) sia in quella generale (15-64 anni).
Il problema è andato crescendo in questi ultimi anni
anche a causa della sempre maggiore diffusione delle
opportunità di gioco tramite internet e le nuove applicazioni degli smartphone.
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ALTRI STUDI
I ricercatori della Università Sapienza di Roma hanno
analizzato un campione di 1.979 individui adulti (età
media 45 anni, 51% maschi), a cui è stato sottoposto
sia il test SOGS (South Oaks Gamblin Screen) sia il
PGSI (Problem Gambling Severity Index). Incrociando
i risultati delle due metodologie e selezionando solo
gli individui positivi ad entrambi i test, hanno ottenuto una stima della percentuale di individui che hanno
presumibilmente sviluppato forme problematiche e patologiche di gioco. Questa percentuale è dell’1,01%,
con un intervallo di confidenza del 95%. Ora la popolazione maggiorenne residente in Italia nel 2013 e di
età maggiore o uguale a 18 anni è di circa 49,6 milioni individui. Sottraendo gli individui di età superiore a 74 anni (nel campione usato dai ricercatori non
sono presenti), arriviamo ad un totale di 43.356.561
milioni. Se applichiamo la percentuale di 1,01%, si
ricava che gli italiani a rischio GAP siano 437.901.
Da notare che nella Relazione 2013 del Dipartimento
Politiche Antidroga, la stima di soggetti in trattamento
nel 2012 presso i SerT o altre strutture socio-riabilitative per GAP era di poco meno di 5.000 persone
(4.862 nei SerT). Questo significa che attualmente le
strutture pubbliche stanno accogliendo l’1% delle persone potenzialmente affette da GAP.
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QUANTO GIOCANO GLI ITALIANI
RISPETTO A GLI ALTRI PAESI?
Alla ICE Gaming Conference di Londra è stato presentato un rapporto su quanto si spende, paese per
paese.
L’Italia non è il luogo dove si spende di più, ma comunque figura nelle parti alte di questa classifica. Le
tabelle riassumono i risultati, riferiti al 2013. La prima
riporta la spesa annuale pro-capite (per residente adulto), in dollari. La seconda la spesa totale per nazione,
in miliardi di dollari.
In Italia spendiamo un po’ più degli inglesi
e ben il doppio dei tedeschi. Il nostro Paese
è in testa nel più alienante e pericoloso fra
i giochi d’azzardo, le slot machine.
Tratta da 'The Economist'
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DATI FINANZIARI
Il gioco d’azzardo genera un forte flusso finanziario
in entrata al Monopolio di Stato e ai concessionari/
gestori con una elevata quota che viene ripartita tra
i vari vincitori (pay out). La tabella successiva riporta
l’andamento del flusso economico 2005-2011 e le
percentuali di ripartizione tra pay out, entrate erariali,
uscite una tantum, concessionari/gestori. La quota
percentuali delle entrate erariali ha subito
un forte decremento passando dal 21,8%
al 10,9% (anche se in termini assoluti si è passati dai
6,2 miliardi di euro agli 8,7). Per contro, la quota percentuale dei concessionari è passata
dal 15,1% del 2005 al 12,2% del 2011. In
valori assoluti, si è passati da 4,3 miliardi
di euro a 9,7 miliardi.
La maggior parte delle quote in entrata dei giochi
d’azzardo riguarda le slot machine (56,3%); secondariamente, le lotterie (12,7%), e quindi i giochi a
distanza (10,5%).
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COSTI SANITARI
Per fare far fronte ai problemi di dipendenza dei giocatori patologici, la spesa socio-sanitaria oscillerebbe
tra i 5,5 e i 6,6 miliardi. Ad individuare questo dato
è stata la Svizzera. Il Parlamento federale elvetico da
tempo riconosce infatti una percentuale specifica, lo
0,5%, da destinare alle attività di cura, prevenzione e
ricerca sul gioco d’azzardo. Nel 2012 è stata effettuata una ricerca sui costi sociali del gioco patologico
realizzata dall’Istituto di ricerca economica dell’Università svizzera di Neuchatel in collaborazione con la
Corte di giustizia della Comunità europea. Nell’indagine per quantificare i costi sociali sono state considerate numerose voci, divise in 3 categorie: costi sanitari
diretti (ricorso al medico di base del 48 per cento più
alto rispetto ai non giocatori, supporti psicologici ambulatoriali, ricoveri sanitari, cure specialistiche antidipendenza); costi indiretti (riduzione delle performance
lavorative del 28 per cento maggiore rispetto ai non
giocatori, perdita di reddito); costi per la qualità della vita (problemi causati ai familiari, violenza, ansia,
deficit d’attenzione, riduzione della resistenza ad altre
dipendenze, indebitamento per avere i soldi con cui
giocare).
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Alla luce dell’analogia dei dati sulla popolazione patologica svizzera a quelli italiani (0,5 per cento contro lo 0,8 per cento), gli esperti del Coordinamento
nazionale gruppi per giocatori d’azzardo hanno così
calcolato i costi sociali in una forbice compresa tra
i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro. Nello specifico: si è
calcolato per l’Italia 85 milioni di costi sanitari diretti;
tra i 4,2 e i 4,6 miliardi i costi indiretti; tra 1,1 e 1,9
quelli per la perdita di qualità della vita. Alla media
dei 6 miliardi di costi sociali vanno aggiunti i mancati
versamenti Iva (circa il 10%).
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COSA FARE
Le principali azioni preventive (Clark et al., 2009, McComb 2010, Blinn-Pike 2010, Grant 2010, Shead
2010, Shaffer 2010, Potenza 2011, Ariyabuddhiphongs 2011, Slutske 2012, Rahman 2012, Todirita
2012, Jimenez-Murcia 2012, Caillon 2012, Larimer
2012, Khazaal 2012) dovrebbero mirare ai singoli
fattori di rischio, tenendo conto che per un’azione efficace è necessario agire sia sull’individuo ma anche
sugli stimoli e sul contesto socio-ambientale.
Per quanto riguarda l’individuo, la prevenzione selettiva è la forma che si è dimostrata più efficace soprattutto negli ambienti della scuola e della famiglia. Le
azioni concrete consigliate sono l’early detection (individuazione precoce) delle condizioni di vulnerabilità
(6 – 12 anni) e l’early detection dei comportamenti a
rischio (nel momento in cui le persone cominciano a
giocare). Sull’individuo è possibile anche realizzare
degli interventi precoci quali i training per il riconoscimento preventivo delle situazioni di rischio, il rinforzo
delle funzioni di autocontrollo e la correzione delle
distorsioni cognitive e delle false credenze sulle probabilità e abilità di vincita.
È possibile anche agire sugli stimoli del gioco d’azzar-
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do diminuendo la disponibilità ambientale (riduzione
del numero delle sale giochi, del numero delle slot
machine e dei giochi online).
È da prevedere anche una diminuzione dell’accessibilità agli stimoli soprattutto da parte dei minori e dotare
le slot machine e i giochi (compreso Internet) di segnali di warning e di “stop” in caso di comportamenti
problematici del giocatore (Serpelloni 2012). Un’altra
misura efficace è l’uso di carte prepagate controllabili
e tracciabili. Infine, è necessario ricordare che esistono alcuni farmaci specifici in grado di incentivare il
gioco d’azzardo e, pertanto, sarebbe opportuno indicare esplicite avvertenze sui foglietti illustrativi di questi
farmaci.
Per quanto riguarda il contesto socio-ambientale, le
misure che si sono dimostrate efficaci sono l’esistenza
di leggi di controllo, deterrenza e contrasto soprattutto
del gioco d’azzardo sui minori. Le azioni di prevenzione ambientale, però, devono essere
permanenti, non a spot. La pubblicizzazione dei punti
di supporto e di aiuto per le persone che presentano
disturbi di gioco d’azzardo problematico è un’altra misura da prevedere per evitare la progressione a gioco
patologico.
Una forte disapprovazione sociale, ben esplicitata, sul
gioco d’azzardo come sulle altre dipendenze derivan-
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ti, ad esempio, dall’uso di sostanze, si è dimostrata
efficace nel ridurre il numero di utilizzatori di questi
giochi.
Di conseguenza, è auspicabile una forte riduzione e
gestione dei messaggi pubblicitari generalizzati. La
prevenzione selettiva precoce è giustificata anche da
un’evidenza secondo cui nei bambini con età di 3
anni, dove sia presente un temperamento che manifesta una carenza di controllo caratterizzato da scarso
controllo dei comportamenti e delle emozioni (Slutske
2012), vi è un aumento della probabilità di sviluppare disordini correlati al gioco d’azzardo in età adulta
(21-32 anni). L’obiettivo di questo tipo di prevenzione
selettiva è quindi quello di cogliere anticipatamente il
deficit del controllo degli impulsi emotivi e comportamentali in giovanissima età, intervenendo tempestivamente, attraverso il potenziamento dell’autocontrollo e
della regolazione emotiva e di supporto educativo.
Si è dimostrata inoltre efficace l’azione di prevenzione specifica e precoce sulle distorsioni cognitive dei
ragazzi relative al gioco d’azzardo. L’obiettivo di questa azione è quella di cambiare le credenze errate
sul gioco d’azzardo (probabilità di vincita, capacità
di influenzare il risultato di vincite casuali mediante
riti od oggetti o abilità, ecc.). Esiste, inoltre, anche la
possibilità di usare software interattivi specifici e con-
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temporaneamente interventi di educazione emotiva e
razionale (Todirita 2012).
Una particolare attenzione va inoltre posta sul marketing e la pubblicità in quanto fattori di forte impatto emotivo ed in grado di influenzare fortemente le
persone vulnerabili al gioco d’azzardo e a spendere
forti somme per giocare. Molti studi sono stati fatti a
riguardo che dimostrano questa condizione (Paternak 1999, Ladouceur 1999, Volberg 2000, Mitka
2001, Sibbald 2001, Volberg 2002, Shaffer 2002,
Korn 2003, Monaghan 2010, Binde 2005, Friend
2009, McMullan 2009, Derevensky 2010, Fried B
2010, McMullan 2010, Livingstone 2011 B, Planinac 2011, Sklar 2010).
Il meccanismo fisio-patologico dei danni da pubblicità
del gioco d’azzardo viene particolarmente esacerbato da quella pubblicità generalizzata che utilizza immagini e situazioni fortemente evocative, ingannevoli
(sulla base anche delle leggi della probabilità di vincita) e figure di opinion leader oltre che di soluzione di
tutti i problemi sociali e di vita del giocatore. È inoltre
opportuno che azioni di prevenzione del gioco d’azzardo vengano realizzate non solo nell’ambito della
pubblicità ma anche a livello ambientale, rivolgendosi
a tutti i soggetti, le amministrazioni, gli ambienti coinvolti nei processi di prevenzione, creando una coeren-
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za comunicativa e di comportamento preventivo anti
gioco d’azzardo in tutti gli ambienti che l’individuo
frequenta e in cui vive. Per fare ciò, sono state individuate una serie di misure, di efficacia dimostrata, che
contribuiscono a prevenire l’inizio del comportamento
di gioco d’azzardo e a disincentivare il passaggio da
gioco d’azzardo ricreativo a gioco d’azzardo patologico.
Il gioco d’azzardo patologico è associato anche a diverse patologie psichiatriche
che spesso stanno alla base del disturbo
e ne vengono accentuate con l’instaurarsi
di queste dipendenze. Le tre patologie correlate più importanti sono la depressione
maggiore, il disturbo bipolare, il disturbo
dell’umore e alti livelli di ansia.
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IL FENOMENO SU INTERNET
Sempre più, negli ultimi anni, i giochi d’azzardo hanno sviluppato il nuovo mercato in Internet, anche con
tecnologie digitali che permettono un maggior coinvolgimento di larghi strati di popolazione e con la possibilità di utilizzare carte di credito, con un conseguente
abbassamento della percezione della perdita di denaro che normalmente si ha utilizzando il pagamento tramite contante o fish. Questo fenomeno riguarda
particolarmente i giovani e le offerte utilizzano grafiche e messaggi estremamente stimolanti e accattivanti
per questo target. Uno studio recente (Kairouz 2011)
ha messo in luce come i giocatori online potrebbero
essere più a rischio di avere problemi correlati al gioco d’azzardo rispetto a quelli che giocano offline. Le
attività di gioco d’azzardo che sono più frequentate
online sono le lotterie, il poker, le scommesse sportive, le slot machine e i giochi da tavolo (ad esempio,
roulette). Circa il 43% dei giocatori online gioca settimanalmente ma ben il 19% gioca quotidianamente
o più volte al giorno. La maggior parte di questi ultimi
(32,3%) spende dai 1.000 ai 5.000 dollari annualmente e circa il 46% trascorre più di 3 ore per
sessione di gioco, mentre il 50% tra una e tre ore. Nella casistica dello studio, si è visto anche che i gioca-
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tori online consumano normalmente più tabacco, alcol
e sostanze stupefacenti, quali la cannabis, rispetto a
quelli che non usano questo tipo di gioco d’azzardo.
Per poter intervenire efficacemente su questo problema
emergente, non ancora ben conosciuto e definito nei
suoi potenziali sviluppi, sarà importante incentivare il
controllo dell’uso di internet nei figli da parte dei genitori. In particolare, i genitori devono essere informati
su cosa significa giocare d’azzardo e quali implicazioni questo comportamento possa avere su se stessi
ma soprattutto sui propri figli e devono esercitare il
controllo educativo sull’uso di Internet, e del telefono
con connessione Internet, nonché sull’uso di carte di
credito o altre forme di pagamento online.
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iniziativa di legge popolare
sottoscritta da 100.000 cittadini
I sottoscritti cittadini ed elettori italiani promuovono la
seguente legge di iniziativa popolare in materia di:
“Disposizioni per il divieto del gioco d’azzardo”
Relazione
il gioco d’azzardo legalizzato, terza industria italiana
per fatturato, ha raggiunto costi sociali e personali ormai insopportabili, compresa la rovina di tante persone, fino al suicidio. la crisi economica non frena questo fenomeno, anzi ne è moltiplicatrice poiché si tenta
la fortuna per disperazione anche in tante famiglie povere, che si impoveriscono sempre di più. e’ emerso
anche il coinvolgimento della criminalità organizzata.
ecco solo alcuni degli impressionanti numeri che lo
riguardano: quasi 100 miliardi di fatturato, 4% del Pil
nazionale, 8 miliardi di tasse, 12% della spesa delle
famiglie italiane, 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, 4,4% del mercato mondiale, 400.000
slot-machines, 6.181 locali e agenzie autorizzate, 15
milioni di giocatori abituali, circa 800.000 i giocatori
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affetti da ludopatia, da 2 a 3 milioni a rischio patologico, 5-6 miliardi l’anno necessari solo per curare i
dipendenti dal gioco patologico (ludopatici), oltre ad
altri costi indotti. Governi di diverso colore, per reperire ulteriori gettiti fiscali, hanno prodotto una valanga
di legalizzazioni di nuovi giochi d’azzardo, anche
online, creando la figura dello Stato-Biscazziere numerose associazioni, tanti Sindaci con il loro Manifesto,
e alcuni consigli regionali, si sono pronunciati per il
contrasto al gioco d’azzardo. le proposte di legge
presentate in Parlamento nelle ultime legislature hanno
dato per scontata l’introduzione di nuovi giochi legalizzati. Italia Dei Valori, invece, essendo immorale che
lo Stato prenda denaro sacrificando le persone, con
proprie iniziative parlamentari e con propri esponenti,
anche nella Commissione antimafia, ha sempre contrastato la logica perversa dello Stato-Croupier. Perciò,
con la presente proposta di legge, chiama i cittadinia
sostenere una soluzione radicale del problema: il Divieto Assoluto e totale dei giochi con puntata di denaro, da considerare giochi d’azzardo (uniche eccezioni: il lotto, escluso il lotto istantaneo, le lotterie nelle
loro varie forme, e le scommesse sugli eventi sportivi),
qualificando come delitto le violazioni del divieto di
tenuta del gioco d’azzardo per contrastare la potenza
economica delle lobbies di pressione, presenti anche
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nella politica. il minor gettito fiscale è compensato, secondo alcuni accreditati studi, dalla riduzione del costo sociale che la collettività dovrebbe affrontare per
le conseguenze della diffusione del gioco d’azzardo,
solo in parte rappresentato dalle spese di cura per gli
800.000 ludopatici accertati e dai costi della prevenzione nei confronti dei cittadini a rischio (da due a tre
milioni). Perciò si omette una norma finanziaria.
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1
(Giochi d’azzardo vietati)
1. Sono giochi d’azzardo vietati quelli nei quali ricorre il fine di lucro, quelli in cui sono previste puntate di
denaro e quelli nei quali la vincita o la perdita sono
interamente o quasi interamente aleatorie.
2. Il divieto si applica ai giochi d’azzardo di cui al
comma 1 in qualsiasi forma essi siano somministrati, compresi quelli esercitati con apparati meccanici,
elettronici, telematici, canali televisivi, telefonia fissa o
mobile e internet.
3.L’articolo 1, comma 525, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 è abrogato. Sono altresì abrogate
tutte le disposizioni che hanno legalizzato giochi in
contrasto con il comma 1, ad eccezione dei giochi
organizzati dallo Stato con riferimento al lotto, escluso
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il lotto istantaneo, alle lotterie nelle lorovarie forme e
alle scommesse sugli eventi sportivi.
4.Sono revocate le licenze concesse in base alle disposizioni abrogate.
Art. 2
(Regime sanzionatorio)
1.Nel codice penale dopo l’articolo 643 è inserito il
seguente:
Art. 643-bis
(Esercizio di giochi d’azzardo)
Chiunque, in qualsiasi forma e luogo, promuove, agevola o tiene un gioco d’azzardo vietato è punito con
la reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino
a euro 250.000. Le pene sono aumentate se, tra coloro che partecipano al gioco, sono presenti minorenni.
Sono luoghi del gioco d’azzardo i locali ad esso destinati, anche se lo scopo del gioco è dissimulato sotto
qualsiasi forma, nonché i canali televisivi, la telefonia
fissa o mobile, internet ed ogni altro mezzo col quale
è praticato il gioco d’azzardo vietato. Alla condanna
per il delitto di cui al primo comma conseguono:
1) la sospensione per tre mesi della capacità di conseguire l’autorizzazione a gestire un esercizio pubblico
o la chiusura per tre mesi del canale televisivo e del
sito internet attraverso il quale il gioco d’azzardo è
stato somministrato. Nel caso di recidiva le pene ac-
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cessorie di cui sopra sono perpetue;
2) la confisca del denaro esposto nel gioco d’azzardo, nonchè dei locali, degli arnesi, delle macchine e
degli oggetti comunque utilizzati o funzionali rispetto
al gioco d’azzardo;
3) la pubblicazione della sentenza ai sensi dell’articolo 36 del codice penale. Chiunque prende parte
al gioco d’azzardo vietato è punito con l’arresto fino
a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 5.000. Alla
stessa pena soggiace chi partecipa a giochi d’azzardo on-line organizzati all’estero.
Art. 3
(Abrogazioni)
Sono abrogati gli articoli da 718 a 722 del codice
penale.
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