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know how tra arte e industria - BuildUp

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know how tra arte e industria - BuildUp
know how tra arte e industria
acciaio domani
L
a mostra “Acciaio Domani” svoltasi a Udine, è stato un
importante momento di dialogo tra l’industria dell’acciaio
ed il territorio in cui essa è nata e cresciuta. Un percorso di
scoperta delle diverse e complesse specializzazioni presenti
nella regione Friuli Venezia Giulia: dalla produzione di acciaio
per l’edilizia e per lavorazioni meccaniche, alla meccanica degli
impianti siderurgici fino alla produzione di fusioni a disegno.
Per illustrare i diversi aspetti, la manifestazione è stata
articolata su più fronti: la mostra allestita nella Chiesa di San
Francesco, il catalogo e un percorso esterno che ha collegato
le piazze dove sono stati ospitati pezzi industriali di grande
suggestione con i siti dove sono state collocate le sculture. Per
il gruppo Pittini la mostra ha offerto un pretesto di riflessione
sulla sua storia e sul suo futuro.
Ritrovare e valorizzare esperienze passate che costituiscono
parte integrante del tessuto aziendale; presentare al pubblico
la capacità di rischio e la spinta innovativa che si trasmette
dalla proprietà sino a ogni singolo operatore, per raccogliere
le esperienze e le idee di tutti e spingersi sempre oltre in un
progetto di crescita umana e sviluppo tecnologico.
Una cultura che si diffonde non solo nell’azienda ma coinvolge
i nostri partner e tutto il territorio in cui viviamo.
T
he exhibition “Acciaio Domani”, held in Udine, was an
important moment of encounter between the steel
industry and the territory on which it was born and where it
has prospered. The exhibition gave the public the possibility
to discover the manifold and complex specialised sectors
present in the region Friuli Venezia Giulia: steel production for
construction and mechanical processing, mechanics in steel
plants, and even customized casting.
To showcase the industry’s various aspects, the event was
comprised of several initiatives: the exhibition that was hosted
in the church of San Francesco, the catalogue, and an outdoor
exhibition and itinerary, with highly evocative industrial pieces
displayed in squares connected to the locations where the art
sculptures stood.
The exhibition provided the Pittini group with a chance to
meditate on its history and its future: to recall and relive
past experiences that are integral part of the corporation;
to present to the public the daring and innovative drive that
is transmitted by the company to every single worker, to
gather everyone’s experiences and ideas and go ever one
step beyond, in a project of human growth and technological
development.
A culture that is spread not only within the company, but that
is shared with our partners and with the region we live in.
L
acciaio domani: le sculture
’acciaio è progresso e il progresso è continua ricerca e innovazione: nei materiali come nelle tecnologie, nel modo di produrre come in quello di utilizzare ciascun
prodotto, fino alla massima ottimizzazione delle risorse impiegate e alla riduzione dell’impatto ambientale. Per illustrare quanto duttile e istrionico possa dimostrarsi
questo materiale, in Ferriere Nord, uno dei principali promotori della mostra, è nata l’idea di realizzare delle sculture partendo dai prodotti per l’edilizia del gruppo Pittini; non
delle composizioni qualsiasi, bensì delle opere da realizzare con processi industriali ed in particolare attraverso macchine sagomatici per una volta destinate a piegare l’acciaio
non sotto i criteri dell’edilizia, ma sotto dei criteri artistici. Con l’appoggio e il prezioso contributo dell’arch. Lombardi, è stato selezionato un gruppo di giovani artisti friulani
avvezzi a muoversi in mondi ibridi: arte, architettura, installazioni e, al contempo, interessato al materiale: traliccio, vergella, rete, jumbo, fibre, barre per c.a.. La realizzazione
dei progetti è stata possibile grazie alla volenterosa disponibilità di altrettante aziende presagomatrici clienti di Ferriere Nord, che con grande entusiasmo hanno accettato la
sfida. Dalla comunicazione e collaborazione tra artista e azienda realizzatrice, sono nate delle sculture che coniugano la creatività dei primi e la capacità tecnica, l’impegno e la
professionalità dei secondi. Di seguito sono documentati i risultati di questa inconsueta e stimolante avventura.
S
teel is progress and progress is ongoing research and innovation - in materials, as well as in technologies, in the production process and in the way each product
is used, until maximum optimisation of the employed resources is achieved, along with the reduction of environmental impact. To illustrate how ductile and pliable
this material can be, Ferriere Nord, one of the principal promoters of the show, came up with the idea of creating some sculptures from the construction products
manufactured by the Pittini group; not just any type of artwork, but works that would be created with industrial processes and in particular with profile machines, which for
once would be used to bend steel without following construction criteria, but artistic criteria instead. With the support and the precious contribution of architect Lombardi,
a group of young Friulian artists were chosen. These artists are accustomed to work in the hybrid worlds of art, architecture, and installations, and show interest in diverse
materials: lattice girders, wire rods, welded mesh, jumbo, fibres, bars for reinforced concrete. Several pre-profiling companies that are customers of Ferriere Nord took up the
challenge with great enthusiasm and made the realisation of the project possible.The sculptures resulting from the communication and collaboration between the artists and
the companies combine the creativity of the former and the technical capacity and professional skills of the latter. The results of this unusual and stimulating experience are
recounted below.
makemoka
di Alessandra Carraro
L
a moka è da diverso tempo oggetto della ricerca
dell’artista: oggetto quotidiano e domestico,
assume, in questa installazione, sia per le dimensioni sia
per il tipo di realizzazione, un aspetto fantastico-surreale.
La grande scultura interpreta in forma scheletrica
l’oggetto stesso che, ridotto a semplice struttura
stereometria, diventa attraversabile e trasparente. In
questo modo genera nuove relazioni spazio-concettuali.
T
he espresso coffee-maker has long been an object
of research for artists. An everyday, domestic
object, in this installation it takes on a fantastic-surreal
appearance, both because of its size and of the way it is
made.
The large sculpture interprets the object in skeletal form,
reducing it to a simple stereometric structure; it becomes
transparent and something one can walk across, thus
producing new conceptual relations of space.
SOCIETA’ SOLAI Srl
Via A. Malignani, 13
33031 Basiliano (UD)
www.societasolai.it
torre, osservatorio,
capanna
di Alessandra Ghirardelli
L
’artista ha modellato il singolo pannello di rete
con la volontà di arrivare a forme semplici dal punto di
vista costruttivo. Sono volumetrie accessibili, vivibili e
reinterpretabili in uno spazio non solo fisico ma anche
ludico, evocativo ed esplorativo: il rifugio sicuro e caldo
della capanna, l’atmosfera fiabesca della torre, la ricerca
di mondi lontani dell’osservatorio. Sono forme elementari
che rinviano alla dimensione immaginativa, a un paesaggio
di ricordi, a intrecci di storie e di narrazioni in virtù della
loro qualità di corpi architettonici essenziali. Il progetto fin
dall’inizio ne prevedeva la collocazione in uno spazio verde,
con una disposizione non invasiva: è, infatti, ipotizzato un
loro assorbimento nell’ambiente circostante, un adattamento
determinato dal mutamento. La rete costituisce, infatti,
l’anima della struttura, che con il tempo si ricopre di
vegetazione rampicante, fino a mimetizzarsi interamente nel
contesto.
T
he artist modelled the single panel of welded mesh
with the goal of creating a simple construction of
shapes. The volumes are accessible, liveable, and can be
reinterpreted not only in a physical space, but also as an
evocative and explorative game: the warm and secure
shelter of a hut, the fairy-tale atmosphere of a tower, the
search for distant worlds of an observatory. These elementary shapes, essential architectural bodies, immediately call
to mind imaginary worlds, a landscape of memories, plots
of stories and tales. The project, from the very beginning,
envisaged their placement in a green space, with a noninvasive arrangement, so that they could be absorbed by
the surrounding environment, adapting through change. For
the net is the soul of the structure, destined with time to be
covered by vegetation until it is entirely camouflaged in its
setting.
NADALIN LUIGI & C. snc
Via Rivignano, 20
33030 Varmo (UD)
www.nadalinsnc.it
senza titolo
di Alessandra Lazzari
I
l ferro è il primo materiale attorno al quale si è articolata
la ricerca dell’artista. Da anni il suo lavoro nasce e
si sviluppa apparentemente attorno a un soggetto:
soggetto come pretesto di ricerca e non come intento
naturalistico, costante e ripetuto in modo ossessivo come
fosse un pretesto per dimostrare che spesso l’ossessione
presuppone la negazione. Se finora la risoluzione dell’opera
avveniva per aggiunta (dando corpo concreto, pesante
alla superficie), in questo lavoro il problema è affrontato
mediante sottrazione, togliendo materialità all’oggettosoggetto. La rarefazione dell’immagine (che in altri lavori
avviene attraverso la sovrapposizione di una lastra di
plexiglas opalino) qui avviene per mezzo di una gliglia che
non permette una definizione precisa. Il “corpo” diventa
trasparente, immateriale, vuoto ma l’idea del soggetto-non
soggetto viene comunque, ancora una volta, riaffermato
nella risoluzione dell’opera.
T
he artist has chosen iron as the material to focus
on. For years this artist’s work has been apparently
inspired by and has revolved around objects. The objects
that are the subject of these works are in this case only
a pretext for art research and not simply described
naturalistically. The object is constant and repeated
obsessively, as if it were a pretext to show that often
obsession presupposes negation. If, up to this moment, work
was made by adding (giving concrete body and weight to
surfaces), in this work the problem is dealt with by means of
subtraction, removing the material aspect from the objectsubject. The rarefaction of the image (which in other works
is achieved by means of the superimposition of a sheet
of opaline plexiglas) is achieved here by means of a grill
that prevents a precise definition of the object. The “body”
becomes transparent, intangible, and empty, but the idea of
the subject-non subject is still reaffirmed in the resolution of
the work.
EDILFER
Via San Martino, 46
33030 Majano (UD)
colonna
di Massimo Poldelmengo
D
ue gusci in acciaio sono staccati dal suolo e fissati
ad una colonna di cemento. Ancorati a essa, ne
esaltano la funzionalità portante. Dalla ricerca formale,
che deriva dal puro impulso estetico del comporre forme e
materiali, l’artista cerca il significato dell’opera percorrendo
a ritroso il progetto che l’ha ispirata. In questo caso è l’idea
dell’anima, intesa come elemento imprescindibile per la
stabilità della costruzione: anima celata, protetta, contenuta
dai levigati e aerei elementi in acciaio, che la circondano
quasi interamente. Per contrasto, essa più ruvida e possente.
Ma è solo girando intorno alla scultura che la si può scoprire
intravedendola attraverso la fuga delle lastre di metallo.
T
wo steel shells are detached from the ground and
affixed to a column of cement. Anchored to the
pillar, they exalt its bearing functionality. Starting from a
formal research, derived from the pure aesthetic impulse
of composing shapes and materials, the artist seeks the
meaning of the work, going back to the project that inspired
it. In this case the idea from which it draws its inspiration is
that of the soul, as an essential element for the stability of
the construction: a soul concealed, sheltered, and contained
by the smooth and airy elements in steel that surround it
almost entirely. By contrast, it appears coarse and strong.
But it is only when walking around the sculpture that one
may discover it, glimpsing it across the series of slabs of
metal.
ZANUTTA
Via Castions, 5
33050 Muzzana del Turgnano
in cllaborazione con:
EDILCAOMOZZO
letto
di Stephanie Poli
L
e installazioni di Stephanie Poli sono una
rappresentazione simbolo dell’essere, proiezione
di una dura condizione sociale e autobiografica.
Pongono costantemente a confronto oggetti d’uso, a cui
spesso si ispirano, e percezione degli stessi, sollecitando
la possibilità di interazione tra opera e pubblico. Le
sue opere si basano da tempo sul riuso di contenitori
metallici industriali, ma non solo. L’artista penetra
profondamente nel tessuto dei materiali scelti – acciaio,
alluminio, lamiera zincata - e, partendo da questa analisi,
riscopre le funzionalità quotidiane degli oggetti per la
casa. In questo caso crea un enorme letto che, avulso
dall’usuale contesto domestico, perde ogni connotazione
nota e confortevole. Diventa un oggetto di arredo urbano
dall’aspetto volutamente scomodo, sottolineato dal cuscino
che racchiude al suo interno “scaglie di ferro” (fibre).
T
he installations created by Stephanie Poli are a
symbolic representation of being, a projection of
a hard social and biographical condition. They constantly
juxtapose objects of everyday use, which they often draw
their inspiration from, and the perception we have of
these objects, encouraging interaction between work and
public. Her works have long been based mostly, though not
exclusively, on the reuse of metallic industrial containers.
The artist penetrates deeply into the fabric of her chosen
materials – steel, aluminium, galvanized sheet metal
– and through this close-up research rediscovers the daily
functionality of household objects. In this case creating
an enormous bed that, taken out of its usual domestic
context, loses every known and comfortable connotation. It
becomes an object of urban furnishing, with a deliberately
uncomfortable appearance, which is underlined by a pillow
that contains “flakes of iron” (fibres).
GE.DIS Srl
Via San Martino
33030 Majano (UD)
dedalo
di Piergiorgio Saccomano
L
a riflessione sull’edificio di Dedalo, metafora forse
della vita nella sua visione più angosciosa, diventa,
in questo caso, una struttura semplice e vibratile, quasi
un miraggio, che nasconde tranelli insospettabili e ostacoli
imprevisti. Le pareti, diaframma trasparente ma non
valicabile, creano un labirinto dalle varie suggestioni:
sembra un castello incantato dalle mille facce, che rendono
fantastico e irreale il paesaggio, circoscritto da infinite
angolazioni. La libertà è a portata di mano, si vede,
ma la trasparenza beffarda dei cento ostacoli moltiplica
vertiginosamente l’impotenza e la frustrazione dell’incauto.
La strada giusta, fra le tante possibili, non conduce a
nessun tesoro ma solo alla fine di un incubo.
A
reflection on the Labyrinth, the building created
by Dedalus, a metaphor of life perhaps in its most
anguished form, becomes in this case a simple and quivering
structure, almost a mirage that hides unsuspected traps
and unforeseen obstacles. The walls are a transparent but
impassable partition, and create a labyrinth of a myriad
perceptions: an enchanted castle with a thousand facets that
refigure the landscape as fantastic and unreal, circumscribed
from infinite angles. Freedom is only a step away, one can
see it, but the mocking transparency of the hundreds of
obstacles staggeringly amplifies the feeling of impotence
and frustration in the unguarded visitor. The right path, to
be chosen among many possible paths, does not lead to any
treasure but only to the end of a nightmare.
RIZZANI DE ECCHER SpA
Via Buttrio - Frazione Cargnacco
33050 Pozzuolo del Friuli (UD)
www.rizzanideeccher.com
urban iron(y)
di Gruppo Opla+
I
l progetto è ispirato da una foto del 1953 di Lucien
Hervé, fotografo ufficiale di Le Corbusier, che fissa, con
un’immagine in bianco e nero, i lavori di un cantiere
del famoso architetto svizzero. Una selva di ferro d’armo
si staglia verso il cielo. Un muro vibrante di rami si ribella
alle articolate contorsioni imposte dalle maestranze. Il
ferro, definitivamente ingabbiato all’interno di getti di
conglomerato cementizio, è nascosto, silenzioso ma vivo.
Cemento e ferro: il sogno di modernità, la realtà costitutiva
delle nostre città nuove, un binomio nato in nome di una
coesistenza duratura. La natura del loro equilibrio è, al
contrario, intimamente instabile, soggetta nel tempo a un
lento ma inesorabile processo di alterazione, modificazione
e corrosione. Urban Iron(y) va alla riscoperta di queste
emozioni, della natura di un materiale nobile e forte dalle
mutevoli valenze fisico-chimiche e prestazionali ma anche
percettive, cromatiche e tattili.
T
he project takes its inspiration from a 1953 photo by
Lucien Hervé, official photographer of Le Corbusier,
who captured on a black and white image one of the works
of the famous Swiss architect. A jungle of reinforcing iron is
silhouetted against the sky. A vibrant wall of branches rebels
against the articulated contortions the workers force them
to take. The iron, caged for good within casts of concrete,
is hidden, quiet – but alive. Concrete and iron: the dream
of modernity, what our new cities are made of, a match
that was born to provide long-lasting co-existence. The
nature of the balance between the two is, instead, greatly
unstable, subject over time to a slow but relentless process
of alteration, change, and corrosion. Urban Iron(y) tries to
rediscover these emotions, the nature of a strong, noble
material that changes, from the standpoint of chemistry,
physics, and performance, but also from that of perception,
colour, and touch.
GIULIANE SOLAI SpA
Via della Fornace, 16
Mortesins
33050 Ruda (UD)
www.giulianesolai.com
incrocio trave
pilastro
Ing. Roberta Mallardo e Sovipre
A
rmatura necessaria per la realizzazione di un nodo
strutturale fra una trave e un pilastro di un telaio strutturale
in cemento armato, realizzata a scopo dimostrativo per
evidenziare le innovazioni apportate dalla nuova normativa
in zona simica, Ordinanza n.3274/03, e come previsto anche
dalle altre normative europee. L’infittimento delle staffe
in corrispondenza degli incroci in entrambe gli elementi
strutturali, ed anche all’interno del nodo stesso, l’obbligo di
realizzare staffe chiuse, la necessità di prevedere un minimo
di armatura longitudinale rispetto all’area di calcestruzzo
maggiore di quelle del passato e l’obbligo per il progettista
di utilizzare acciai duttili, permettono di ottenere strutture
aventi una vita di servizio maggiore e una performance
migliore perché in grado di resistere maggiormente ai cicli
dalle azioni sismiche.
F
ramework that is needed to create a structural joining of a beam and a pillar of a reinforced concrete
structural frame: a demonstrative project to show the innovations introduced by the new law for seismic zones, no.
3274/03, and the requirements posed by European laws, as
well. There is an increase in the density of brackets where
both structural elements cross, as well as at the junction
itself; the brackets must be closed; a greater longitudinal
reinforcement for the concrete area than was previously
customary must be provided; there is an obligation to use
ductile types of steel in order to create structures that last
longer and have a better performance, being able to better
resist to the cycles of seismic events.
SOVIPRE Srl
Via Plasencis, 8
33034 Fagagna (UD)
www.sovipre.it
vano scala
Ing. Roberta Mallardo
A
rmatura di una trave di collegamento fra due setti
in cemento armato, tipica del vano scale di un
edificio sottoposto ad azioni sismiche rilevanti. Le pareti
sono armate in modo tale da prevedere alle estremità delle
barre verticali confinate da staffe chiuse, con percentuali di
acciaio simili a quelle dei pilastri. E’ necessario prevedere
sia per queste zone che per l’anima un’armatura diffusa sia
orizzontale che verticale collegata su entrambe le facce e
caratterizzata da un acciaio duttile.
La trave di collegamento, nel caso di sforzi notevoli, deve
prevedere, oltre ai due strati di rete di diametro 10mm e
maglia 10cm, un’armatura a X di diametro minimo pari a
16mm e contenuta da staffe poste a passo non superiore
a 10cm.
F
ramework of a connecting beam between two
reinforced concrete partitions, typical of the stairwell
of a building that undergoes significant seismic events.
The walls are reinforced so as to have at their ends vertical
bars confined by closed brackets, with percentages of steel
similar to those used for pillars. A diffuse horizontal as well
as vertical reinforcement must be used in these areas, as
well as in the core, and the reinforcement must be made in
ductile steel and connected on both sides.
In the event of considerable strain, the connecting beam,
besides the two layers of welded mesh (10 mm diameter
and 10 cm mesh), must have an X-shaped reinforcement
with a diameter of at least 16 mm and contained by brackets
placed at a pitch that must not exceed 10 cm.
FERROSTAFF SpA
Loc. Pannellia, 45
33039 Sedegliano (UD)
www.ferrostaff.it
pilastro
prefabbricato
Ing. Roberta Mallardo
L
e sempre maggiori esigenze di economia dei costi
e dei tempi di costruzione hanno stimolato gli operatori
del settore a concentrare gli sforzi sulla possibilità di
industrializzare la produzione di diversi elementi strutturali. Il
dettaglio costruttivo realizzato a scopo dimostrativo consiste
nell’armatura di un pilastro prefabbricato e di un plinto a
bicchiere, fondazione del pilastro stesso. Il carico del pilastro
si trasmette nella fondazione sia direttamente come sforzo
normale sia tramite le pareti del bicchiere stesso. Si possono
distinguere due casi limite: l’esecuzione ruvida o liscia
delle superfici di parete sia del pilastro che del bicchiere
che sono strettamente legate alla modalità di esecuzione
dei casseri. In base a questa scelta progettuale sarà
necessario prevedere una maggiore o minore profondità di
penetrazione.
T
he growing need for savings in costs and construction
time have led companies in this sector to focus on
the possibility of industrialising the production of different
structural elements. This constructive detail, produced for
demonstrative purposes, consists of the reinforcement of
a precast pillar and of a cup-shaped plinth, the foundation
of the pillar. The pillar’s load is transmitted to the foundation both as normal strain and through the walls of the cup.
There can be two extremes in the realisation of this project:
the pillar and the plinth’s surface may be rough or smooth,
depending on the way the formwork casting is done. Based
on this choice, a greater or lesser depth of penetration must
be planned.
FERROBETON Srl
Loc. Pannellia
33039 Sedegliano (UD)
www.ferrobeton.it
franco maschio
amadio lepore
un ringraziamento a:
R
ingraziamo per la collaborazione e la competenza dimostrata Maurizio Visentini, Fausto Micoli, Glauco Rosso, Bruno Orlando, Cristiano De Stabile, Renzo Cussigh, Luigi De Sabbata,
Ezio Michielin, Vincenzo Zanutta, Ariedo Fornasiere. Un sentito ringraziamento all’Associazione degli industriali che ha ideato e condotto l’organizzazione complessa e delicata della
manifestazione.
Grazie per l’esempio di professionalità ad Anna Lombardi, Federico Rinoldi, Lara Sclippa.
Grazie a tutti gli artisti per aver reiterpretato con creatività e slancio nostri prodotti conferendo loro una luce inedita: Alessandra Carraro, Piermario Ciani, Alessandra Ghirardello,
Alessandra Lazzaris, Amadio Lepore, Franco Maschio, Oplà+, Massimo Poldelmengo, Stephanie Poli, PierGiorgio Saccomano.
Abbiamo vissuto e partecipato a questa iniziativa con entusiasmo e passione, un grazie a tutte le persone del gruppo Pittini che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione.
W
e would like to thank the following people for their cooperation and great competence: Maurizio Visentini, Fausto Micoli, Glauco Rosso, Bruno Orlando, Cristiano De Stabile,
Renzo Cussigh, Luigi De Sabbata, Ezio Michielin, Vincenzo Zanutta, Ariedo Fornasiere.
A sincere thanks goes to the Industrialist’s Association that planned and managed the complex organisation of the event.
A thank you for their professionalism goes to Anna Lombardi, Federico Rinoldi, Lara Sclippa. We would also like to thank all the artist for having creatively and enthusiastically
reinterpreted our products, showing them in a new light: Alessandra Carraro, Piermario Ciani, Alessandra Ghirardello, Alessandra Lazzaris, Amadio Lepore, Franco Maschio, Oplà+,
Massimo Poldelmengo, Stephanie Poli, PierGiorgio Saccomano.
It was a great pleasure for us to take part in this initiative, and we woluld like to thank all the people of the Pittini group that helped to make it a success.
“L’industria dell’acciaio ha contribuito a forgiare in maniera determinante l’identità e la cultura provinciale”
Messaggero Veneto - 6 settembre 2006
“...un pezzo di storia friulana, una storia fatta di passione, capacità e ingegno”
Il sole 24 ore Nordest - 18 ottobre 2006
Gruppo Pittini
Zona Industriale Rivoli di Osoppo
33010 Osoppo - UD
www.pittini.it
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