Il truffatore evita la condanna Basterà un anno di volontariato

LA PROVINCIA
Como 27
DOMENICA 13 DICEMBRE 2015
maltrattati
Il truffatore evita la condanna Minori
Sono 130 i casi
Basterà un anno di volontariato in provincia di Como
La sentenza. Messa alla prova per l’ex funzionario della Cassa Edili di Como
Era finito a processo per aver rubato 240mila euro. Ha risarcito il danno
PAOLO MORETTI
Se tutto andrà come
previsto tra poco più di un anno Mirco Mantovani, 55 anni,
comasco, ex funzionario della
Cassa Edili di Como e Lecco,
si lascerà alle spalle l’accusa di
aver confezionato una truffa da
un quarto di milione di euro
con la fedina penale immacolata. L’uomo, infatti, dopo aver
restituito i soldi portati via
nell’arco di quattro anni è finito a processo dove ha chiesto
- e ottenuto - di essere “messo
alla prova”. Ovvero: per un anno “lavorerà” come volontario
alla Croce Rossa e, al termine
del periodo previsto, in caso di
esito positivo il suo reato potrà
essere dichiarato estinto.
L’inchiesta
Il Tribunale di Como ha concesso la “messa alla prova” a un ex funzionario della Cassa Edili accusato di truffa
La storia giudiziaria di Mantovani ha inizio con una lettera
anonima, che lo accusava di
aver rubato decine di migliaia
di euro con uno stratagemma
tanto complesso quanto ingegnoso. Simulava l’emersione di
decine di lavoratori che risultavano irreperibili da anni e
che vantavano crediti nei confronti della Cassa.
Dopo una decina di anni di
irreperibilità dell’iscritto, i
soldi versati diventano di fatto
di proprietà della Cassa, salvo
che il lavoratore non faccia
espressamente richiesta di vo-
ler far valere il proprio credito.
A questo punto, quasi automaticamente, i vertici provvedono ad autorizzare il pagamento
di quanto dovuto dando il via
libera al pagamento dei bonifici bancari. Il funzionario ha
approfittato di questo meccanismo per simulare le richieste
e per indicare numeri di conti
e Iban da lui stesso aperti in
precedenza, quali beneficiari
del bonifico.
In quattro anni Mantovani
ha aperto una dozzina di conti
in banche differenti sui quali
ha fatto confluire una somma
complessiva di circa 240mila
euro.
Il licenziamento
Scoperto, tre anni fa, è stato
licenziato dopo oltre quindici
anni di servizio presso la Cassa
Edili. A suo carico la Procura
ha aperto un’inchiesta con l’accusa di truffa aggravata e di
manipolazione del sistema informatico. Le fiamme gialle
sono riuscite a ricostruire dopo un lungo lavoro - tutte le
somme portate via alla Cassa:
240mila euro. Una cifra quasi
interamente sequestrata dagli
inquirenti, in quanto ancora
presente sui conti aperti da
Mantovani, il quale dal canto
suo ha anche provveduto a restituire 27mila euro.
Comparso in aula, davanti al
giudice, l’ex funzionario (difeso dall’avvocato Walter Gatti)
ha chiesto e ottenuto di poter
essere ammesso alla prova. Per
un anno svolgerà lavori di pubblica utilità con la Croce Rossa.
Per conquistarsi la possibilità
di evitare la condanna.
L’incontro
Di contromisure e rischi
si è parlato ieri mattina
in un convegno organizzato
da Regione Lombardia
Maltrattamento fisico,
psicologico o episodi di bullismo. Nel 2015, secondo gli ultimi dati Asl raccolti su un campione di otto Comuni, sono stati
129 i casi di maltrattamento di
minori nella sola provincia di
Como. Il maggior numero di denunce riguarda Cantù (30), seguono Erba (28), Como (23) e
poi Olgiate Comasco (22), Mariano Comense (11), Lomazzo
(9), Menaggio (4) e Dongo (2).
«Si tratta di numeri preoccupanti - ha commentato il consigliere regionale Daniela Maroni aprendo ieri il convegno
“Bambino (in)difeso” organizzato da Regione Lombardia e
dal Comitato per la promozione
dell’imprenditoria femminile
che si è tenuto ieri in Camera di
Commercio -. Non possiamo far
finta di niente. Il minore che ha
subìto un abuso se lo porterà per
sempre nella vita, rimarrà impresso nel proprio Dna».
Una vera e propria emergenza che pone adulti e società civile in dovere di creare le condizioni per dare vita ad una rete di
protezione. Come? In primo
luogo attraverso la creazione di
strumenti e strategie comuni procedure standard e protocolli
d’intesa - ma soprattutto con la
prevenzione. Prevenzione che
deve partire dai luoghi di educa-
zione, ovvero la scuola e la famiglia, che devono imparare a riconoscere i segnali di disagio e vigilare sui contenuti con cui i
bambini entrano in contatto.
«Su internet si può trovare di
tutto - ha spiegato Nicola Pagani, ispettore capo della Polizia
Postale di Como parlando di
contrasto alla pedofilia online bisogna insegnare ai bambini
che dall’altra parte di uno schermo può esserci chiunque. L’adescamento online passa attraverso cinque fasi che vanno dalla
formazione dell’amicizia alla
creazione di un rapporto di fiducia, fino ad una fase di relazione
esclusiva che è preludio alla ricerca di un contatto sessuale vero e proprio».
Tra le tipologie di maltrattamento più diffuse al primo posto c’è la trascuratezza del minore che riguarda il 47% dei casi,
mentre al secondo posto c’è la
violenza assistita: un bambino
su 5 di quelli maltrattati è testimone di violenza domestica e ne
soffre le conseguenze. Inoltre i
dati dimostrano che il maltrattamento psicologico (13,7%) ha
un’incidenza superiore rispetto
a quello fisico (6,9%).
Secondo l’Autorità Garante
per l’Infanzia e l’Adolescenza,
che ha realizzato uno studio in
collaborazione con Terre des
hommes, Cismai e Anci, a livello
nazionale ci sono 457.453 minorenni seguiti dai Servizi sociali,
ovvero 48 ogni 1.000 minorenni
residenti (valore che scende a
20 ogni 1.000 tra gli stranieri).
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