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Il BASKET COME MEZZO PER IL TEAM BUILDING

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Il BASKET COME MEZZO PER IL TEAM BUILDING
FABIOFOSSATI.COM Il BASKET COME MEZZO PER IL TEAM BUILDING
Circa quattro anni fa sono stato invitato come osservatore ad assistere a un seminario motivazionale per manager di Banca Generali che si svolgeva all’interno del Golf Club Arzaga in provincia di Brescia. Il relatore era John Kirwan, il più giovane rugbista mai entrato nel mitico team neozelandese degli All Blaks, la squadra più famosa nel mondo della palla ovale. La mia partecipazione è stata come la fulminazione che San Paolo aveva avuto sulla via di Damasco. Sapevo che aziende, banche, società si affidavano all’esperienza di atleti e allenatori per parlare del significato di squadra, per capire come ottenere un risultato lavorando insieme. Risultato di squadra soddisfacendo però anche le aspettative , gli obbiettivi , le ambizioni individuali. La cosa più sorprendente è stato vedere questi manager nell’arco di tre giorni trasformarsi in una squadra di rugby, giocare la palla alla mano, cercare di fare una meta, organizzarsi per stabilire una strategia. Ovviamente la qualità tecnica dei movimenti lasciava a desiderare. Questo non era importante rispetto al fatto che in tre giorni si era creato uno spirito di squadra. Manager di solito impettiti che fino a qualche ora prima avevano rapporti formali e solo di lavoro, coinvolti dopo aver giocato anche nel famoso” terzo tempo” rugbystico , bevendo birra familiarizzando e creando presupposti per abbattere quelle barriere personali che condizionavano la produttività nelle aziende in cui lavoravano. Come allenatore di basket mi sono chiesto : perché non fare lo stesso con il basket? Basket e rugby due sport di squadra dove è impossibile vincere se ci si affida solo alle individualità e soprattutto all’incomunicabilità. Micheal Jordan non sarebbe stato Micheal Jordan se attorno non avesse avuto compagni che lo avessero messo nelle condizioni di esprimere al massimo il suo potenziale. Cosa dire poi di Phil Jackson, allenatore, colui che tirava le fila di tutti i discorsi incanalando tutte le energie del team per ottenere insieme al suo staff la “vittoria di squadra” creando il mito dei Chicago Bulls. Lasciando per un attimo lo sport mi piace fare riferimento all’arte, alla Gioconda di Leonardo. Cosa sarebbe il quadro più bello del mondo se l’immagine di Monna Lisa non fosse magnificata dal gioco di ombre e chiaroscuri? Forse solo un ritratto senza anima. Cosa sarebbe stato Micheal Jordan senza Steve Keer, Scotty Pippen, Denis Rodman , tutti grandi campioni, ma che hanno fatto di Jordan il numero 1 e dei Bulls uno spezzato importante della storia della NBA. Provare a giocare a basket per capire cosa significa essere una squadra. Provare a giocare a basket per capire quale soddisfazione per esempio è gestire con una mano una palla che sembra impazzita e portare punti nella staffetta di palleggio. Provare a stabilire una strategia per vincere una gara di tiro. Avere il piacere di fare un passaggio e mandare a canestro un proprio compagno. Capire attraverso il gioco che le difficoltà sono cose normali della vita che stimolano la voglia nel fare qualcosa che ci costringono a reagire per arrivare a un risultato. Fare questo percorso insieme ci da tante possibilità per raggiungere una meta, fare da soli porta semplicemente alla dispersione di energie con scarse soddisfazioni per tutti. Pensieri normali e attuali per chi vive di sport che possono essere portati nel mondo del lavoro, delle aziende , dei manager, delle risorse umane in genere, per migliorare i rapporti interpersonali e viaggiare tutti in sintonia verso un risultato, un obbiettivo. “Il basket è uno sport che prevede una delicata fusione di giocatori alla massima velocità per arrivare ad un punto in cui tutti pensino e agiscano insieme. Per farlo con successo i giocatori devono fidarsi profondamente gli uni degli altri, devono sapere come i compagni reagiscono sotto pressione; un giocatore non può fare questo da solo, non importa quanto mozzafiato e devastante sia il suo 1c1 se non è in sintonia a livello psicologico con i compagni la squadra non raggiungerà mai l’aemonia per vincere il titolo NBA”(Phil Jackson). 1
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