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Tutti domani potremmo avere bisogno di sangue per qualche motivo

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Tutti domani potremmo avere bisogno di sangue per qualche motivo
La goccia che vale
Tutti domani potremmo avere bisogno
di sangue per qualche motivo. Anche tu...
N° 2 - Giugno 2014
DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI
TRENTINO
CAMBIARE CRESCENDO
Alla ricerca del miglioramento
Adriana Faccini, Presidente AVIS Trentino equiparata regionale
Ad un anno dall’inizio del nuovo mandato ho il piacere di informarvi di quanto è stato realizzato
e cosa intendiamo ancora spendere le nostre energie nei prossimi mesi, così come esposto dettagliatamente in occasione dell’annuale Assemblea Regionale di Pinzolo. Particolare impegno è stato dedicato all’adeguamento degli statuti alla nostra nuova struttura, nata dalla fusione tra Provinciale Tridentina ed Equiparata Regionale, all’ adeguamento del contratto di avoro dei dipendenti,
all’estensione del D.V.R. per la sicurezza sul lavoro, ai suggerimenti e osservazioni per la stesura
del nuovo Piano Sangue licenziato dalla provincia ad ottobre 2013. Ci siamo poi confrontati con la base ed altri partner in 2 conferenze dei Presidenti, 5 incontri della Scuola di
Formazione del Triveneto specifici per figure dirigenziali, 2
incontri con i formatori che andranno nelle scuole a promuovere Avis e la sua mission nel nostro contesto sociale,
un confronto con i Direttori Sanitari, ” Festa del Donatore”
organizzata a livello regionale. Attenzione va e andrà prestata per concordare e stipulare la convenzione in scadenza con l’APSS per la raccolta di sangue ed emoderivati, ma
non dobbiamo scordare anche la corretta stesura del Registro Soci conforme alla legge 266 e successivo D.M. del
14/02/92. Sul territorio ci muoveremo per svolgere un corso di informazione-formazione presso la Guardia di Finanza di Trento, provocare altri incontri a favore dei formatori
e coi presidenti, condividere altri seminari con la Scuola di
Formazione del Triveneto, mantenere attiva tutta la comunicazione coi media, fare il punto delle Unità di Raccolta
con i Direttori Sanitari, formare il personale di segreteria
all’uso del nuovo programma Avisnet. Quanto illustrato
non vuole essere auto celebrazione, bensì informazione e
spunto di riflessione per rendere consapevolezza dell’impegno, disponibilità e responsabilità necessari per perseguire
quegli obiettivi che sono peculiarità di Avis. Peculiarità riconosciute anche dalla politica che nel Piano Sangue Provinciale riconosce il nostro ruolo fondamentale, alla quale
va per 88% il merito del conseguimento e mantenimento
dell’autosufficienza di sangue nella nostra Provincia, consapevole del ruolo svolto dall’associazione nella gestione,
in sinergia con il Servizio Sangue Provinciale, del livello
essenziale di assistenza costituito dalle terapie trasfusionali, secondo un modello di sussidiarietà rispetto al servizio
pubblico nonché nella collaborazione alla diffusione di corretti stili di vita in sintonia con l’educazione alla salute. Alla
luce di tutto ciò la risorsa sangue risulta sempre più strategica per i servizi sanitari e risulta quindi indispensabile il
mantenimento di una solida base donazionale così come il
reclutamento di nuovi donatori.
TRENTINO
La goccia che vale
INDICE
_____________________________________________
Pag. 2 – Editoriale
Pag. 3-8 Dizionarietto del sangue
Pag. 9 – Volantino - Il riso fa buon sangue
Pag. 10 – Storia AVIS
Pag. 11 – Storia fondatore AVIS
Pag. 12-13 –Assemblea regionale
Pag. 14-15 – Pagine centrali
Pag. 16-17 – Discorso presidente Saturni
Pag. 18 – Assemblea regionale - attività 2013
Pag. 19 – Attività 2014
Pag. 20-21 – Scuola AVIS
Pag. 22-23 – Scuola di formazione
Pag. 24 - Buone prassi
Pag. 25 - Buone prassi
Pag. 26 - Buone prassi
Pag. 27 - Note informative
Pag. 28 - Contatti
___________________________________________
“LA GOCCIA CHE VALE”
Pubblicazione periodica dell’Avis equiparata
Regionale del Trentino
Direttore Responsabile
Michele Gretter
Comitato di Redazione
Alessio Zeni, Camilla Bernardi,
Federico Roat, Gianluca Piva, Nora Adami
Hanno collaborato
Aldo Francescatti, Francesca Oss,
Franco Valcanover, Isabella Ferrari,
Giovanni Menegaldo, Leonardo Pupi
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DIZIONARIETTO DEL SANGUE
Il significato della donazione
Vogliamo di seguito riproporre un simpatico DIZIONARIETTO DEL SANGUE, creato da Avis Nazionale alcuni anni fa per fornire le informazioni di base ai nuovi o futuri donatori. Molte di queste
voci i nostri donatori le conoscono e potrebbero spiegarle loro, ma ogni tanto nasce il dubbio ed un
aiuto non fa mai male.
ABO (a b zero).
E’ il sistema che caratterizza i principali gruppi
sanguigni, in base a sostanze (antigeni) presenti
o meno sui globuli rossi. Si può trasfondere in un
organismo umano, solamente sangue compatibile, cioè che non abbia antigeni diversi da quelli
dei globuli rossi del ricevente.
E’ usata dai medici negli ustionati, in gravi malattie del fegato e del pancreas, in rianimazione.
Si ricava, con particolari metodi industriali, dal
plasma umano.
AFERESI.
E’ il termine usato per indicare una metodologia di prelievo a scopo trasfusionale, mediante la
quale si preleva al donatore la sola componente
del sangue che deve essere utilizzata. Il sangue
esce dalla vena, viene scomposto per filtrazione o
centrifugazione nei suoi principali componenti,
trattenendo quello o quelli utili in quel momento
e restituendo al donatore i rimanenti.
Si parla di plasmaferesi se si preleva solo plasma,
citoaferesi se si utilizzano cellule e piastrinoaferesi nel caso di piastrine.
AIDS (Sindrome da immunodeficenza acquisita).
E’ una grave malattia che indebolisce i meccanismi di difesa del nostro organismo. Si contrae
soprattutto per via sessuale o per contagio sanguigno. Chi si infetta diventa “sieropositivo”, cioè
sviluppa gli anticorpi contro il virus che lo ha
infettato, ma questi non hanno alcuna funzione
protettiva. Il periodo che intercorre dal momento
del contagio a quello in cui il laboratorio indentifica l’infezione è detto “fase finestra”, di solito
lungo tre settimane, ma a volte di qualche mese.
ALBUMINA.
E’ la più importante “proteina” del sangue: fabbricata dal fegato, il suo compito essenziale è quello
di trattenere l’acqua plasmatica nei vasi sanguigni.
TRENTINO
La goccia che vale
ALT (Alanina aminotransferasi).
E’ uno degli enzimi del fegato e può aumentare in
caso di danno epatico (di origine alimentare, infettiva, farmacologica) o cardiaco. Questo valore
è controllato ad ogni donazione. Un altro enzima
epatico è l’AST (Aspartato aminotrasferasi).
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ANAMNESI.
E’ la raccolta di tutte le notizie riguardanti la salute del donatore, fatta dal medico prima di ogni
donazione. Perché abbia significato occorre che
ogni donatore risponda con sincerità alle domande, altrimenti si potrebbe compromettere la salute del ricevente.
ANEMIA.
Una situazione patologica caratterizzata da scarsi valori di emoglobina, spesso accompagnata da
diminuzione del numero dei globuli rossi e dell’ematocrito. Può essere di natura congenita (es. talassemia) o acquisita, per aumentate perdite (emorragie), per ridotta produzione da parte del midollo
osseo o carenze (es. ferro, vitamina B12, ecc.).
ANTICOAGULANTE.
Sostanza che impedisce la coagulazione (passaggio dallo stato liquido al quello solido) del sangue
e contenuta nelle “sacche” utilizzate per la raccolta.
ANTICORPI (immunoglobine).
Sono proteine presenti nel plasma, la cui funzione è quella di fissarsi, a scopo difensivo, su sostanze generalmente nocive per l’organismo. Per
ogni sostanza estranea (antigene) il nostro organismo crea particolari anticorpi.
ARTERIE.
Vasi sanguigni che portano il sangue dal cuore
alla periferia del corpo.
AZOTEMIA.
La quantità di azoto presente nel nostro sangue,
espresso come concentrazione di urea e come tale
viene dosato. Poiché l’urea viene eliminata per via
renale, un suo alto valore nel sangue può indicare
un’alterazione del filtro renale.
BILIRUBINA.
Quando i globuli rossi muoiono liberano una so
TRENTINO
La goccia che vale
stanza colorata, chiamata bilirubina, che può essere creata anche dal fegato.Una sua presenza nel
sangue, al di sopra della norma, può indicare che
qualche cosa non funziona: depositandosi nelle
mucose o nella pelle, ne rende il colorito giallastro.
BUFFY COATS.
Strato di plasma ricco di globuli bianchi e piastrine, che si ottiene frazionando il sangue del
donatore dopo opportuna centrifugazione. Sono
utilizzati nell’industria specializzata per produrre
farmaci.
CELLULA.
E’ il più piccolo elemento vivente di un organismo: il corpo umano ne contiene parecchi miliardi. Hanno forma, durata di vita ed attività diverse
a seconda della funzione che devono svolgere.
CENTRIFUGAZIONE.
Sistema utilizzato per separare i componenti del
sangue sfruttando il loro diverso peso, attraverso apposite apparecchiature. A centrifugazione
avvenuta al fondo della sacca si porteranno tutti i globuli rossi ed in alto rimarrà il plasma. In
mezzo, invece, si formerà uno strato di piastrine
e globuli bianchi.
CIRCOLAZIONE SANGUIGNA.
E’ il continuo movimento del sangue nel nostro
corpo attraverso arterie e vene, per portare sostanze nutritive ed ossigeno ai tessuti, prelevando
contemporaneamente sostanze di rifiuto ed anidride carbonica.
COLESTEROLEMIA.
Rappresenta la quantità di colesterolo nel sangue.
COLESTEROLO HDL.
E’ il “nastro trasportatore” del colesterolo. E’ importante che funzioni bene, altrimenti il colesterolo si può accumulare ed arrecare anche guai seri.
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CREATININEMIA.
Rappresenta la quantità di creatinina nel sangue,
non è influenzata dall’alimentazione ed è un indicatore della funzionalità renale.
CRITERI DI IDONEITA’ ALLE DONAZIONI.
Nella scheda il medico riporta i dati sulla salute
del donatore (anamnesi) ed i risultati della visita
effettuata (idoneità). Ogni donazione si effettuano
questi esami: 1) determinazione dell’emocromo;
2) ALT; 3) Sierodiagnosi per la sifilide o Lue; 4)
HIVAb (Aids); 5) HBsAg (Epatite B); 6) HCVAb
(Epatite C). Alla seconda donazione e poi ogni
3 per gli uomini, 2 per le donne, si eseguiranno
anche: 1)VES; 2) Azotemia; 3) Creatininemia;
4)Glicemia; 5) Proteinemia; 6) Colesterolemia;
7) Trigliceridemia; 8) Sideremia. D (antigene).
Chiamato dagli americani Rho è il principale antigene del sistema Rhesus (il fattore Rh). Scoperto
nel 1940 da Landsteiner, si indica come positivo
(+) se presente nei globuli rossi oppure negativo
(-) se assente.
DONAZIONE.
Per l’Avis essa è periodica, anonima, volontaria,
gratuita e responsabile. Quando non si conosceva il modo di conservare il sangue, essa avveniva
braccio a braccio, tra donatore e ricevente.
ELETTROCARDIOGRAMMA (ECG).
E’ la rilevazione dell’attività elettrica del cuore e
del suo regolare funzionamento.
EMATOCRITO.
Rapporto fra parte cellulare e liquida del sangue,
dopo centrifugazione. Normalmente i globuli
(parte cellulare) rappresentano il 40-45% ed il
plasma il 55-60% del sangue. Una percentuale
inferiore può essere indice di anemia: il valore
dell’ematocrito dei donatori Avis non deve essere
inferiore al 38% (donne) e 40% (uomini).
TRENTINO
La goccia che vale
EMAZIE.
Sinonimo di globuli rossi, generalmente tra i 4,5
ed i 5,5 milioni per millimetro cubo.
EMOCROMO.
E’ il test di laboratorio che accerta l’ematocrito, il
valore dell’emoglobina, il numero di globuli rossi,
globuli bianchi e piastrine presenti in ogni millimetro cubo di sangue.
EMOFILIA.
Mancanza ereditaria di fattori della coagulazione, che sono causa di emorragie anche spontanee,
che si possono arrestare solo con rapida infusione dei fattori mancanti.
EMOGLOBINA.
Sostanza contenuta nei globuli rossi e che serve a
trasportare l’ossigeno e cederlo alle cellule dell’organismo. La legge prescrive che il valore di emoglobina non possa essere inferiore a 12,5 grammi
per decilitro nelle donne e 13,5 nell’uomo.
EPATITE.
Quella di tipo A è di origine alimentare, mangiando alimenti provenienti/innaffiati da acque
infette. Quelle di tipo B e C si trasmettono per
via “parentale” (scambio di liquidi biologici infetti oppure uso promiscuo di siringhe, rapporti
sessuali, ecc.)
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ERITROCITI.
Sinonimo di emazie o globuli rossi.
FERRITINA.
E’ la più importante proteina di deposito del ferro
e perciò indice di tali riserve.
FERRO.
E’ una sostanza utilizzata dall’organismo per la
sintesi dell’emoglobina; si può misurare la quantità presente nel plasma (sideremia), quella immagazzinata (ferritina) o la capacità di trasporto
dal magazzino (transferrinemia).
GRUPPO SANGUIGNO.
E’ un carattere che si acquisisce geneticamente e
resta immutato per tutta la vita. Si indica in genere con A, B, 0 a seconda che sui globuli rossi
siano presenti o meno determinate sostanze (antigeni). In Italia il 38% delle persone è del gruppo
0, il 42% del gruppo A, il 15% del gruppo B ed il
rimanente 5% del gruppo AB.
FORMULA LEUCOCITARIA.
E’ il conteggio dei diversi tipi di globuli bianchi, normalmente così suddivisi: granulociti (5075%), linfociti (15-45%), monociti (1-10%).
FRAZIONAMENTO.
Le operazioni atte a scomporre il sangue intero
nelle sue principali componenti: emazie, buffy
coats e plasma.
GAMMA GT.
E’ uno degli enzimi epatici, un suo aumento può
indicare un’alterata funzionalità del fegato.
GLICEMIA.
La quantità degli zuccheri presenti nel sangue
espressi come concentrazione di glucosio. Un valore più alto può essere indice di diabete.
GLOBULI BIANCHI o LEUCOCITI.
Sono normalmente da 5 a 10.000 per millimetro
cubo. Genericamente servono alla difesa del nostro organismo; un loro aumento può indicare un
processo infettivo in atto.
GLOBULI ROSSI.
Vedi emazie.
TRENTINO
La goccia che vale
HbsAg.
E’ così chiamato l’antigene Au che segnala la probabile presenza del virus dell’epatite B.
HCV. E’ il virus dell’epatite C.
HIV. E’ il virus dell’Aids.
HLA o Antigeni dei Leucociti Umani.
Particolari sostanze (antigeni) presenti sulla superfice (membrana) dei globuli bianchi. Serve
per stabilire la compatibilità fra tessuti e organi
di persone diverse.
HTLVI.
Retrovirus responsabile della leucemia/linfoma
a cellule T dell’adulto e della paraparesi spastica
tropicale.
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IDONEITA’ ALLE DONAZIONI.
Rappresenta un momento molto delicato del percorso di donazione: scopo di questa fase è valutare l’assenza di rischi sia per il donatore, sia per
il ricevente. Alcuni criteri: a) buone condizioni
di salute; b) peso corporeo superiore ai 50 chilogrammi; c) maggiore età fino ai 65 anni ed oltre con giudizio medico; d) pressione arteriosa
massima tra 110 e 180 mmHg, minima tra 50 e
100 mmHg; e) polso arterioso ritmico e battiti al
minuto compresi tra 50 e 100; f) assenza di patologie croniche; g) assenza di comportamenti sessuali a rischio.
MARKERS DELL’EPATITE.
Tutti gli esami di laboratorio compiuti per accertare la presenza del virus dell’epatite ed il suo andamento.
MIDOLLO OSSEO.
Tessuto contenuto nella parte spugnosa di quasi
tutte le ossa e che ha come funzione principale la
produzione delle diverse cellule del sangue.
Per essere donatori di midollo osseo occorre essere di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, aver
tipizzato il proprio sangue sia per il sistema A B
0, sia per l’HLA. La donazione si effettua in anestesia totale oppure lombare, mediante multiple
aspirazioni dalle ossa pelviche.
MULTICOMPONENTI.
La possibilità di raccogliere diversi componenti del sangue dal donatore durante la stessa donazione, sovrapponibili alle aferesi di un unico
componente.
PIASTRINE.
Sono i più piccoli elementi del sangue, presenti
tra i 150-350.000 unità in un millimetro cubo.
La loro funzione è importante nella coagulazione
del sangue.
TRENTINO
La goccia che vale
PLASMA.
La parte liquida del sangue, un liquido giallo oro
che trasporta globuli, piastrine, sostanze nutritive e di rifiuto e molto altro ancora.
POLSO ARTERIOSO.
E’ la rivelazione periferica del battito cardiaco,
normalmente compresa tra i 50 ed i 100 battiti al
minuto.
PRESSIONE ARTERIOSA.
Misurata dal medico prima di ogni donazione:
la massima dev’essere compresa tra 110 e 180
mmHg, mentre la minima tra 50 e 100 mmHg.
Un aumento può essere legato ad ipertensione,
che va opportunamente curata perché rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare.
PROTEINEMIA.
La quantità di proteine presenti nel sangue ed è
data dall’insieme di albumina e globuline, generalmente tra i 6,5 ed i 8,5 grammi per decilitro.
QUADRO ELETTROFORETICO.
L’insieme delle proteine presenti nel sangue: il
rapporto tra albumina e globuline dev’essere
maggiore a 1.
RISCHI TRASFUSIONALI.
La terapia trasfusionale è una pratica non esente
da rischi, principalmente di natura infettiva ed
immunologica. I dati più recenti parlano di 16
trasmissioni di epatite B su 1 milione di trasfusioni e di 1,5 trasmissioni di HIV su 1 milione di
trasfusioni. Diverso il rischio collegato alla possibilità di trasmettere infezioni di origine batterica,
non diminuito così sensibilmente come le malattie virali, ammontando al 0,1-0,4%. Fortunatamente solo 1 unità su 100 di quelle contaminate è
responsabile di esito fatale.
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Compatibilità gruppi sanguigni
Gruppo sanguigno da trasfondere
(DONATORE)
00+
AA+
BB+
ABAB+
Gruppo sanguigno del ricevente
0- 0+ A- A+ B- B+ AB- AB+
0+ A+ B+ AB+
A- A+ AB- AB+
A+ AB+
B- B+ AB- AB+
B+ AB+
AB- AB+
AB+
SACCHE.
Sono i contenitori di plastica speciale in cui si
raccoglie il sangue: sono sterili e costruite in
modo che il sangue circoli in un sistema chiuso,
non esposto all’aria.
Contengono una quantità di anticoagulante e
conservante proporzionato al volume massimo
di sangue raccolto.
SANGUE.
Tessuto liquido, circolante all’interno di vene, arterie e capillari, che costituisce il 6-8% del volume di un adulto. E’ costituito da una parte liquida
(plasma) e da una corpuscolata.
SEPARATORI CELLULARI.
Apparecchiature utilizzate nella raccolta per singoli o multipli componenti del sangue.
SIDEREMIA.
Quantità di ferro presente nel plasma, generalmente 60-150 mcg/dl per l’uomo, 50/140 mcg/dl
per la donna.
SIERODIAGNOSI PER LA LUE.
Esame per rilevare l’eventuale presenza dei sintomi della sifilide.
TRENTINO
La goccia che vale
TRANSAMINASI.
Sono particolari enzimi presenti nel sangue e legati alla funzionalità epatica. Le più note sono
ALT e AST. Quando i valori sono più alti del normale si può ipotizzare un danno al fegato.
TRASFUSIONE.
E’ il termine che indica il “trapianto” del sangue
da un individuo ad un altro.
TRASFUSIONE MIRATA.
E’ la trasfusione al ricevente non del sangue intero, ma solo della componente che gli serve.
TRIGLICERIDI.
Sono dei grassi contenuti nel sangue, nella misura di 39-172 mg/dl. Un loro notevole aumento
rappresenta uno dei fattori di rischio per malattie
cardiovascolari.
URINA.
E’ il liquido che contiene le sostanze di rifiuto del
nostro organismo. Normalmente di colore giallo,
limpido, non deve contenere sostanze quali sangue, albumina, ecc.
VENE.
Vasi che portano il sangue dalla periferia al cuore
e da cui si preleva il sangue a scopo trasfusionale.
VES (Velocità di EritroSedimentazione).
Il tempo occorrente al sangue, disposto in un tubicino di pochi millimetri di diametro, per sedimentare. Viene rilevata dopo un’ora e dopo due
ore; valori superiori alla norma indicano un probabile processo infiammatorio in atto.
VISITA MEDICA.
Consiste in una serie di atti sanitari volti a stabilire
lo stato di salute del donatore. E’ finalizzata a stabilire l’idoneità del donatore, ma anche un momento di medicina preventiva e di tutela della salute.
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VI ASPETTIAMO TUTTI A...
Festa regionale del donatore
TRENTINO
La goccia che vale
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BREVE
STORIA
DELL’AVIS
Tratto da AVIS nel sistema trasfusionale italiano
Negli anni ’20 il salasso del sangue per la trasfusione veniva praticato con i cosiddetti datori di
fortuna – trovati a caso nelle corsie degli ospedali
e nei corridoi tra i parenti in attesa – e datori a pagamento, con un prezzo che si aggirava dalle 850
alle 1.000 lire (circa 1.500 euro di oggi): un lusso
riservato a pochi. Il primo tentativo di far nascere
un’associazione su base volontaria si attua a Milano ad opera del dottor Vittorio Formentano, che
lo spinge a creare, per la prima volta in Europa,
un gruppo organizzato di donatori volontari, al
fine di reperire con tempestività il donatore, effettuare per tempo i controlli preventivi sulla
sua salute e garantire la gratuità della donazione.
Nel 1926 il medico milanese lancia, dalle pagine
del “Corriere della Sera”, un appello per la costituzione di un gruppo di donatori: si presentano
soltanto in 17, che daranno vita all’associazione,
dotandosi anche di uno Statuto (1929) i cui punti
fondamentali sono l’apoliticità, nessuna distinzione di razza e religione, la donazione anonima
e gratuita, la tempestività delle chiamate, il dover
attenersi agli esami preventivi. Negli anni a seguire, analoghe associazioni si costituiscono, in tutta
Italia: nel 1933 si festeggia la trasfusione numero
2.500 e si stabilisce che i volontari possano contare su un’assicurazione a loro dedicata e sull’assistenza medica gratuita, grazie ad un accordo
con i medici delle varie specialità. L’anno successivo viene pubblicato il primo numero del bollettino ufficiale dell’associazione, il DONO DEL
SANGUE, con lo scopo di divulgare il tema della
TRENTINO
La goccia che vale
trasfusione alla classe medica. Nel ’37 a Milano,
si costituiscono i primi gruppi aziendali. Nel dopoguerra, in collaborazione con l’Istituto Sieroterapico del capoluogo meneghino, si collabora
alla preparazione del siero di sangue: i donatori
si sottopongono a iniezioni per immunizzarsi da
determinate malattie infettive e produrre un siero efficace nella cura delle stesse. Nel 1946 Formentano viene eletto presidente e la sede italiana
viene posta a Milano, mentre con la Legge 49 del
20 febbraio 1950 si ottiene il riconoscimento giuridico di Avis e si ristabiliscono le sue funzioni di
gestione della trasfusione, con compiti di promozione, coordinamento e disciplina delle attività
provinciali e comunali dei volontari. L’Avis cresce
con grande rapidità: vengono attrezzate le prime
autoemoteche, mentre nascono i primi Centri
Trasfusionali nei maggiori ospedali. Arrivano i
primi riconoscimenti a livello giuridico, come la
legge 592 del 1967, che riconosce al donatore il
diritto alla giornata di riposo retribuita, mentre
a livello medico entrano in funzione i primi reparti volti alla produzione del plasma. Nel 1970
si approva il nuovo Statuto, che sancisce la possibilità di costituire le Avis Regionali, mentre il
creativo Kim Varma disegna la nuova linea grafica dell’associazione, dove la A della parola Avis,
in blu, contiene una goccia rossa. Finalmente nel
1990, dopo decenni di lotta, la legge 107 stabilisce la gratuità della donazione come unica fonte
di approvvigionamento, eliminando la figura del
datore professionale; il commercio di sangue per
trasfusione è punibile con sanzioni penali ed amministrative. Un altro importante traguardo è il
convegno interassociativo di Perugia (1993), durante il quale Avis, Cri, Fidas e Fratres firmano
un protocollo d’intesa, superando le decennali rivalità tra le varie associazioni di donatori. Il testo
indica alcuni presupposti generali (solidarietà,
autosufficienza, sicurezza sanitaria) e stabilisce
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stipula ed il rispetto delle relative convenzioni.
Al fine di adeguarsi alle nuove normative, nel
1998, si prende atto dello status di Onlus. Negli ultimi anni Avis s’avvicina ad altri paesi,
collaborando attivamente con Senegal, Marocco ed Argentina, favorendo la nascita di Avas.
La storia recente riporta l’approvazione del
nuovo Statuto nel 2003, il Regolamento di attuazione (rivisto nel 2012) e nel 2005 la Legge
Trasfusionale 219; nello stesso anno Avis festeggia il sfonda il milione di donatori, che portano ai centri di raccolta 1.775.000 donazioni.
IL FONDATORE DELL’AVIS
Vittorio Formentano
(Tratto da avis.it) - Una notte di novembre del
1926 il Dottor Vittorio Formentano fu svegliato dal telefono: un suo collega lo chiamava con
assoluta urgenza al capezzale di una giovane
donna, che era diventata madre da poco. Si era
instaurata una incontenibile emorragia e occorreva del sangue con urgenza, onde scongiurarne la morte. L’ematologo prese la sua borsa con i sieri e l’attrezzatura per determinarne
il gruppo sanguigno e corse dalla paziente.
a ricercare lo stesso gruppo sanguigno, ma il
gruppo non corrispondeva, così la donna morì,
senza aver potuto vedere il figlio appena nato.
Il Dottor Formentano quella notte tornò a casa
amareggiato e deluso. Un pensiero continuo lo
tormentava: possibile non si possa chiedere aiuto
a tanti uomini sani della città, affinchè donassero
una piccola parte del loro sangue per salvare i fratelli sofferenti? La mattina dopo inviò un appello
a un giornale. In esso si chiedevano ai Donatori
volontari di sangue, onde far fronte alle necessità
degli ospedali. Si doveva donare volontariamente, segretamente, disinteressatamente. Il giorno
dopo, qualcuno, letto l’appello, disse che il medico era matto; qualche altro disse che lui il suo
sangue se lo teneva a che gli altri si arrangiassero;
Formentano però attendeva fiducioso. Due giorni dopo si presentò un agente di commercio, che
si disse pronto a donare il proprio sangue, imitato nel pomeriggio da un altro uomo. Così di
seguito, giorno dopo giorno, sino a diventare parecchie decine di Donatori, dando vita ad AVIS.
Si offersero, per donare sangue, due fratelli della donna e alcuni parenti. Formentano si mise
subito all’opera e, per prima cosa, determinò il gruppo sanguigno della donna. Cominciò quindi con il primo fratello, ma il gruppo
non corrispondeva; passò al secondo fratello e
poi ai parenti, guardando ansiosamente la povera madre, che diventava sempre più bianca,
TRENTINO
La goccia che vale
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ASSEMBLEA NAZIONALE
per il nuovo mandato...
Come sempre l’Assemblea Nazionale, quest’anno svoltasi a Chianciano Terme (SI) dal 16 al 18
maggio, è stata una miniera di esperienze e d’idee; già lo slogan scelto per l’edizione 2014 faceva capire quale sia l’argomento che sta molto
a cuore al direttivo nazional: “Percorsi di qualità
e innovazione, sono tre le parole chiave - spiega
il presidente Nazionale, Vincenzo Saturni - che
abbiamo scelto per la 78ª Assemblea generale.
Percorsi, perché desideriamo dare il senso della
forte dinamicità della nostra Associazione e del
dibattito sempre vivo al nostro interno, tipico
delle grandi reti, e volto ad affrontare efficacemente le sfide che ci si presentano quotidianamente. Qualità, intesa non solo come rispetto di
standard e protocolli, ma come percorso culturale che pone al centro il malato e il donatore. E,
infine, Innovazione, perché la nostra associazione non può che essere guidata da principi etici,
dal desiderio di produrre qualcosa di buono e di
bello di portata collettiva. Innovatore è colui che
riesce a sognare qualcosa di diverso, di migliore
per tutti, portandosi oltre quanto c’è nella quotidianità.” Finiti i saluti di rito da parte dei politici
e delle autorità presenti, l’attenzione dei presenti è stata monopolizzata dalle quattro Commissioni, che hanno sviluppato quattro argomenti
diversi: accreditamento, carta etica, libro bianco
e la motivazione. Abbiamo quindi pensato di riproporre un sunto dei lavori dei quattro gruppi.
1) ACCREDITAMENTO. Dalla legislazione
sulle varie professioni sanitarie, alle norme sulla
privacy, alla sicurezza nella raccolta e nella distribuzione di sangue ed emocomponenti. Con un
occhio di riguardo, naturalmente, alla raccolta
associativa convenzionata in pieno percorso di
accreditamento del Sistema trasfusionale italiano. Medici, tecnici e infermieri delle Unità di
raccolta associative sono quindi in prima linea
TRENTINO
La goccia che vale
in questa vera e propria “battaglia per la sicurezza”, sia del donatore volontario, sia soprattutto
del ricevente. Grande la responsabilità, quindi,
del personale sanitario associativo per rispettare le stringenti norme cui dovrà adeguarsi ogni
parte del Servizio trasfusionale nazionale entro
il 31 dicembre di quest’anno. Bernardino Spaliviero, Coordinatore del Comitato Medico nazionale Avis ha parlato dell’importanza della figura
del Direttore sanitario associativo. E’ seguito l’intervento del dott. Felice Majori, (Avis Cremona)
che ha parlato dell’Inquadramento giuridico delle professioni sanitarie ripercorrendone la storia.
2) CARTA ETICA. 85 iscritti al laboratorio etico,
due gruppi di lavoro guidati dal prof. Giuseppe
Scaratti dell’Università Cattolica di Milano (curatore della Carta Etica per Avis) e da Silvia &
Silvia (Apollonio di Avis Nazionale e Ivaldi sempre dell’Università Cattolica) con il supporto di
Dario Piccolo (Avis Venezia) e Franco Valcanover (Avis Trento), che all’inizio dei lavori hanno
introdotto l’esperienza del change lab veneziano.
Scetticismo iniziale durante la spiegazione dei lavori, molti forse ancora poco abituati a lavorare
dividendosi in gruppi, simulare un consiglio direttivo in una rappresentazione che si rivela però
realtà, in cui alla fine quasi tutti si riconoscono.
Stimolante vedere come dallo scetticismo si
sviluppino però coinvolgimento e partecipazione perché ci si ritrova nelle problematiche; la Carta Etica diventa così uno strumento
che, se utilizzato con tempi meno stretti, può
portare anche a soluzioni inaspettate e a forzare un po’ la mano con coraggio per raggiungere obiettivi che erano rimasti nel cassetto.
Bisogna “stare sul pezzo”, come ripete il prof.
Scaratti, perché la Carta Etica deve essere calata nella realtà: partiamo dai problemi; negoziamo soluzioni; individuiamo azioni concrete.
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3) LIBRO BIANCO. “E’ indispensabile conoscere i dati e far crescere consapevolezza e motivazione.” È con queste parole che il vicepresidente Alberto Argentoni ha introdotto l’incontro,
aggiungendo che “le scelte riguardo la raccolta
dati devono essere vissute nel concreto da ogni
sede”. Il gruppo di lavoro ha ospitato relatori extra AVIS, come Giulio Sensi, direttore della rivista Volontariato Oggi: “Dietro un dato c’è un lavoro culturale, sociale e progettuale e non si può
semplificare. Come veicolare allora il messaggio?
Altro aspetto importante è la possibilità di confrontare i dati con il passare del tempo, come
accade con il censimento Istat”. Il vicepresidente Argentoni ha poi ribadito che “occorre conoscere quello che siamo per sapere dove stiamo
andando e quale strada percorrere. Con il Libro
bianco abbiamo fornito una fotografia dell’associazione. Ora occorre creare un comitato scientifico, un osservatorio associativo e un centro
studi”. Francesca Calò, ricercatrice Cergas Bocconi, ha cercato di presentare le sfide per andare oltre il Libro bianco: “Occorre essere attenti
all’uso delle risorse economiche, sviluppare fundraising e collaborazioni, nonché servizi dedicati al donatore che incentivino la donazione
di particolari target quali giovani e immigrati”.
avvicinarsi al dono del sangue. Seppure il percorso motivazionale nasca e resti individuale, non
si può dimenticare che lo stesso si articola in un
contesto non isolato, ma caratterizzato dalle relazioni. l’Associazione deve essere flessibile a comprendere e sostenere le motivazioni di ciascuno
che, oltre ad essere molteplici, sono variabili e si
trasformano nel tempo. Non comprendere ciò
che ha portato ogni singolo individuo ad entrare a far parte dell’Avis rischia di determinare
uno svilimento. Che la motivazione sia di carattere sociale oppure sia fondata sui valori di solidarietà o ancora sul desiderio di conoscenza
del mondo della donazione, ogni elemento deve
trovare gratificazione nella realtà associativa.
4) MOTIVAZIONE. Si fa presto a dire motivazione? Undici lettere, un secondo per pronunciarla, ma una molteplicità di significati. Un tema
caro all’Avis che, negli ultimi tempi, lo ha posto
al centro dei lavori dei gruppi giovani. Ma, come
ha sottolineato Rina Latu, non si tratta solamente di età anagrafica, bensì di voglia di mettersi in
gioco. Dal latino motus, il termine motivazione
indica un movimento, una spinta dinamica verso
una meta da conquistare. La professoressa Elena
Marta ha presentato i dati delle recenti ricerche
svolte sui motivi che spingono un cittadino ad
TRENTINO
La goccia che vale
13
TRENTINO
La goccia che vale
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TRENTINO
La goccia che vale
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PRESIDENTE
SATURNI
Le sfide e gli obiettivi di miglioramento
Nell’incontro per presidenti svoltosi a fine novembre nella cantina di Mezzolombardo, il vicepresidente dell’Avis equiparata regionale Franco
Valcanover ha presentato il Libro Bianco della
nostra associazione, un volume che analizza il sistema trasfusionale italiano e come Avis s’inserisca in questo sistema.
Nell’introduzione fatta dal presidente nazionale
Vincenzo Saturni, si parla anche delle sfide future che la nostra associazione dovrà affrontare, un
argomento che ci sembra giusto riprendere e diffondere a tutti i livelli.
“Avis, opera da quasi novant’anni per diffondere
una cultura solidale tra i cittadini su tutto il territorio nazionale.
E sin dal momento della sua nascita l’obiettivo
perseguito si è basato su fondamenta di tipo etico,
insite nel gesto gratuito del dono, e questa valenza
ci viene riconosciuta anche dai nostri principali interlocutori.
In effetti Avis, da sempre, si riconosce in alcuni
valori fondanti: gratuità del dono, anonimato del
gesto, stile di vita sano e positivo, aggregazione, socializzazione, cittadinanza solidale, volontariato,
democrazia, fiducia e reciprocità. Valori permeati
dalla solidarietà concreta che rappresenta il comune denominatore del nostro agire. A tutto questo si
aggiunge un ulteriore valore associativo rappresentato dal prendersi cura tanto del malato, cui è indirizzata prioritariamente la nostra azione, quanto
dei soci.
Infatti Avis è, a tutti gli effetti, un’Associazione universalistica in quanto rivolta non solo agli associati, ma anche all’esterno e pertanto il nostro valore
essenziale è quello di produrre beni relazionali che
circolano all’interno ed all’esterno dell’Associazione
stessa.
TRENTINO
La goccia che vale
Pertanto, negli ultimi anni sono stati notevoli i
cambiamenti negli scenari sia nazionali sia internazionali che hanno coinvolto la società, i singoli
cittadini e di conseguenza il mondo del volontariato, Avis in primis.
In particolare la situazione economico finanziaria
che ha investito tutti i Paesi e principalmente quelli
europei, Italia compresa, ha comportato significative ripercussioni anche sullo stato sociale, determinando una crisi di valori.
Le preoccupanti analisi di diversi istituti di ricerca
indicano un progressivo impoverimento dei cittadini, una maggior precarietà del mondo del lavoro,
instabilità sociale e questo comporta certamente
una ricaduta anche sul nostro mondo. Ma, tra gli
scenari con cui ci confrontiamo, non dobbiamo
dimenticare altri aspetti, quali l’andamento demografico italiano, ma anche i sempre più cogenti riferimenti alle Direttive Europee in materia sanitaria e trasfusionale nello specifico (accreditamento
entro il 31 dicembre 2014).
Dal punto di vista demografico i cambiamenti
saranno significativi nei prossimi decenni e legati
fondamentalmente a natalità/mutate aspettative
di vita/flussi migratori/inurbamento: fattori questi che incideranno sul tessuto sociale e in ambito
sanitario.
Con tali previsioni appare evidente l’aumento di
una popolazione potenzialmente destinata a supporto trasfusionale e ad un decremento di quella
target per le nostre azioni di sensibilizzazione e
promozione, con reale rischio di riduzione delle disponibilità donazionali.
Dovremmo quindi affinare strategie correlate con
il coinvolgimento di giovani, donne e nuovi cittadini, valutare la possibile modifica dei parametri di
idoneità, porre attenzione ad un corretto utilizzo
di sangue e dei suoi derivati.
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In questi 86 anni di attività siamo stati capaci di
giungere ad un radicamento capillare nel territorio, grazie alla nostra forte identità ed ai valori
riconosciuti anche dall’esterno: Avis opera nel rinforzo delle motivazioni che hanno spinto la singola
persona a diventare donatore, palesando il valore
culturale, sociale, etico, pedagogico della nostra
Associazione.
E’ innegabile che il nostro “primum movens” è un
valore, che potremmo definire “strumentale”, nel
senso della sua specifica finalizzazione al raggiungimento di un obiettivo ben preciso e cioè la capacità di fornire una risposta efficace ad un bisogno
di salute fondamentale, ma anche a sostenere il
principio di equità delle cure.
Partendo inoltre dall’assunto che attualmente operiamo con la certezza di risorse (peraltro provenienti quasi esclusivamente da un’unica fonte e limitate), è necessario ripensare in modo prospettico
la nostra organizzazione, inserita nella programmazione generale, ma anche, laddove possibile,
diversificando le entrate interagendo con soggetti
non tipici, ma sensibili alla responsabilità sociale
di impresa, con progettualità anche in ambito europeo. E’ peraltro necessario porre attenzione ad
alcune possibili criticità insite nell’interazione con
TRENTINO
La goccia che vale
gli Enti di riferimento, quali il rischio di operare
alla stregua di un fornitore di servizi o una delle
tante società cui esternalizzare un servizio, perdendo di vista le vere prerogative del volontariato, come la tutela dei cittadini e dei beni comuni,
lo stimolo critico e propositivo nei confronti delle
amministrazioni pubbliche, la sperimentazione di
nuovi servizi, l’educazione alla solidarietà.
Crediamo quindi che Avis possa continuare a
dare un significativo contributo al sistema in
quanto possiede tutte le caratteristiche riconosciute come essenziali per la migliore azione
di interlocuzione e di reale partecipazione agli
aspetti programmatori delle politiche sociali:
- Possiede un’ampia base associativa ed è capillarmente distribuita e radicata sul territorio, dove ha
creato un rapporto fiduciario con le istituzioni di
riferimento e ha sviluppato reti con altre organizzazioni di volontariato;
- Fa una ricognizione costante delle necessità, programmando e progettando gli interventi conseguenti;
- Dimostra efficienza e trasparenza nella gestione
delle risorse;
- Promuove il volontariato, diffondendo la cultura
della solidarietà, del dono, della gratuità con particolare attenzione ai giovani, comunicando valori.
In base a queste considerazioni è opportuno però
sottolineare che Avis, proprio per le sue peculiarità,
storia, tradizione, competenze deve salvaguardare
la propria autonomia, verificando costantemente
che si operi in un modello di partecipazione e non
correre il rischio di andare verso una istituzionalizzazione acritica.”
Vincenzo Saturni, Presidente Avis Nazionale.
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ASSEMBLEA
REGIONALE
Attività 2013
Si è svolta lo scorso 6 aprile a Pinzolo l’Assemblea
Ordinaria dell’Avis del Trentino equiparata Regionale, il consueto appuntamento annuale per informare i soci sull’andamento dell’associazione, anticipando le future iniziative sul territorio.
Hanno partecipato l’87% degli aventi diritto,
quindi una percentuale molto alta, segno di un
forte senso di appartenenza e di vita associativa.
Ha aperto la riunione un video introduttivo sulla
storia di Avis, un filmato storico sui motivi che
spinsero il dottor Formentano nel 1926 a rivolgere un appello alla popolazione milanese, chiedendo il loro aiuto nelle donazioni di sangue.
Successivamente la presidentessa Adriana Faccini ha preso la parola, relazionando sull’attività
del 2013: un anno che “si è chiuso con un bilancio apparentemente negativo di raccolta, 23374
unità, 966 in meno rispetto al 2012 […] Bilancio
negativo che va però inserito in un contesto nazionale che ha visto nel 2013 diminuire la richiesta con una media del 6/7% in qualche provincia
anche dell’8% .
Le motivazioni di questo calo di richiesta ci vengono spiegata dal controllo della spesa e che per
noi significa anche una riduzione del personale
medico ed infermieristico addetto alle sedute nei
punti di prelievo, da metodi diversi di intervenire con la chirurgia e dal buon uso del sangue. Il
nostro calo si limita al 4% circa nel 2013 […] la
media degli ultimi tre anni è di 23.000 unità raccolte.”
Nell’anno appena concluso i compiti principali
sono stati l’adeguamento degli Statuti alla nuova
struttura di Avis del Trentino, l’estensione del Documento Valutazione Rischi (DVR) per la sicurezza sul lavoro e la collaborazione nella stesura
del Piano Sangue 2013-15; nello specifico sono
TRENTINO
La goccia che vale
state organizzate 2 conferenze dei presidenti, 5
incontri formativi con la scuola delTriveneto, 2
sedute con i formatori che andranno a promuovere Avis nelle scuole, 1 confronto con i direttori
sanitari, la festa del donatore in collaborazione
con Aido e Admo, l’aggiornamento del sito e due
pubblicazioni della nuova rivista “La goccia che
vale”.
Dopo il discorso della presidentessa, ha preso la
parola il dottor Luciano Flor, direttore dell’Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari, il quale ha ricordato come l’APSS non sia da considerare un
palazzo di Trento, ma un bene comune da considerare proprio.
“Avis – ha commentato Flor – non è una figura
terza con la quale ci rapportiamo, ma una parte
dell’Azienda stessa, quindi il dialogo è continuo
ed improntato al miglioramento, un processo
quantitativo, ma soprattutto qualitativo, anche in
relazione alle direttive europee, regole vincolanti
per uniformare territori con abitudini diverse.”
Sono intervenuti anche il dottor Andrea Lovisi,
che ha illustrato come possa essere usato il gel
piastrinico a scopo medico, ed il dottor Leonardo
Pupi, che ha relazionato sull’attività della Commissione per il buon uso del sangue, nella quale
rappresenta Avis.
Per ultimo ha preso la parola il dottor Cutrupi,
in rappresentanza del primario di Immunoematologia e Trasfusione dottor Attilio Cristallo: esso
ha ricordato come nell’anno appena concluso
tutti i nostri centri di raccolta abbiano ricevuto il
benestare a proseguire l’attività, mentre prosegue
di buon passo il percorso per ottenere l’accreditamento; tutti i documenti a breve saranno a disposizione dell’APSS, che li inoltrerà all’ente che si
occupa di verificarli.
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ATTIVITA’
2014
Informazione e comunicazione per migliorarsi
ATTIVITA’ PREVISTE PER IL 2014
Concordare e stipulare la convenzione con
l’APSS in scadenza al 31 agosto 2014;
Definire le collaborazioni mediche su Pergine, Arco e Banca
del Sangue in scadenza anch’esse il 31 agosto 2014;
Individuare con APSS un modello di raccolta che possa dimostrarsi
più efficiente ed efficace in regime di controllo della spesa;
Procede alla corretta stesura del registro soci, così
come previsto dalla normativa vigente;
Svolgere un corso di formazione presso la
caserma della Guardia di Finanza;
Provocare altri incontri per i formatori;
Condividere altri seminari con la scuola di formazione del Triveneto;
Formare il personale di segreteria all’uso del
programma AVISNET, che sostituirà ASSOAVIS;
Festa del donatore 2014;
Mantenere efficiente e regolare la comunicazione tramite
la rivista “La goccia che vale” ed il nostro sito internet.
TRENTINO
La goccia che vale
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ATTIVITA’ DELL’AREA SCUOLA
Coinvolgere sempre più i giovani: la sfida dell’area scuola
Siamo tutti consapevoli che l’Avis ha come compito prioritario la diffusione della cultura del
dono con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento dell’autosufficienza di sangue, ma siamo
altrettanto convinti dell’importanza di sviluppare
e promuovere sempre più la cultura della solidarietà al fine di favorire la disponibilità dei giovani
all’impegno responsabile.
L’Avis è sempre stata attenta a sviluppare costruttivi rapporti con il mondo della scuola.
In generale è stato privilegiato l’aspetto della testimonianza diretta dei volontari che si sono proposti agli studenti con le loro testimonianze e le
loro scelte di vita. Questo tipo di approccio ha
certamente riscosso risultati positivi a livello di
immagine, ma non sempre ha avuto altrettanta incisività nella trasformazione delle proposte verso
la cultura della donazione. Per questi motivi l’Avis
è chiamata a definire nuove linee per collaborare
ti scolastici nella consapevolezza che la sinergia
tra istituzioni scolastiche, associazioni e mondo
volontariato possa contribuire al processo di formazione di una coscienza solidale che, assieme alla
cultura del dono, costituiscono valori universali.
In quest’ottica concretamente si prevede:
- l’individuazione dei volontari disponibili per gli
interventi nelle scuole;
- l’organizzazione di incontri formativi;
- la creazione di una rete di collaborazione con il
mondo della scuola impostata con l’ausilio dei referenti (Presidenti e soci disponibili) operanti sul
territorio;
- incontri con i Dirigenti delle scuole per programmare gli interventi nelle classi;
- individuazione dei docenti referenti.
A tal fine è stato indetto un primo incontro il
giorno 19 ottobre 2013 al quale hanno partecipato 17 volontari avisini disponibili a svolgere atti
vità divulgativa in ambito scolastico.
con il mondo della scuola. L’Area Scuola dell’Avis
del Trentino intende proseguire sulla strada della
diffusione delle azioni di sensibilizzazione rivolte alle nuove generazioni cercando di coinvolgere
sempre più gli insegnanti e gli alunni degli istitu-
Nel corso dell’incontro il dott. Fabrizio Zappaterra, il dott. Aldo Degaudenz e il prof. Giorgio Bertò hanno illustrato ai partecipanti le loro modalità di intervento nelle scuole, avvalendosi anche
dell’ausilio di materiale audiovisivo.
TRENTINO
La goccia che vale
20
E’ stato poi proiettato un video divulgativo utilizzato dalle Avis di Mezzocorona e Mezzolombardo per introdurre gli interventi nelle classi.
Le proposte presentate hanno offerto ai partecipanti degli utili spunti per far sì che gli interventi
a livello locale partano da basi comuni che dovrebbero:
- ruotare attorno al concetto di donazione che va
al di là della specificità del dono di sangue per sviluppare la prospettiva più ampia della solidarietà;
favorire un cammino sul piano dell’impegno civico
e della cittadinanza solidale;
- fornire riflessioni sul mondo del volontariato e
della solidarietà quale esperienza importante per
la crescita personale dei giovani;
- far conoscere l’organizzazione ed i compiti dell’Avis;
- illustrare gli aspetti tecnici legati specificatamente alla donazione di sangue;
- sottolineare la necessità di adottare adeguati stili
di vita;
- informare in merito alle modalità di iscrizione
(ora possibile anche on line).
Inoltre, il giorno 8 marzo 2014 è stato organizzato un incontro per la presentazione del progetto
“Rosso Sorriso la meraviglia del donare”, realizzato dall’Avis nazionale e Avis provinciale Bergamo,
con la collaborazione di Oreste Castagna, autore e
attore di Rai YoYo, Silvia Barbieri, regista teatrale
e Bruno Bozzetto, fumettista e sceneggiatore italiano, che ha curato la parte grafica dell’iniziativa.
All’incontro hanno partecipato 30 soci avisini
e 5 insegnanti; era inoltre presente il dott. Zalla, in sostituzione della dott.ssa Ferrario, Dirigente Generale del Dipartimento provinciale della Conoscenza, che ha portato anche il
saluto del Presidente della Provincia Ugo Rossi.
Obiettivo del progetto “Rosso Sorriso” è quello di
TRENTINO
La goccia che vale
raccontare ai bambini la meraviglia del donare,
attraverso una fiaba e dei percorsi interattivi per
far comprendere, in modo semplice e intuitivo,
l’importanza del dono, della solidarietà e dell’altruismo. L’autore Oreste Castagna ha illustrato
ai presenti tutta l’operatività del progetto ed ha
fornito utili suggerimenti per l’utilizzo del DVD.
A conclusione dell’incontro a tutti i partecipanti è stato consegnato il DVD in questione.
Altri momenti formativi saranno organizzati nel
corso dell’anno e, al fine di condividere le esperienze concrete per valorizzarle in modo utile per
tutti, si invitano le Avis comunali a trasmettere
all’Area Scuola le notizie riguardanti gli interventi divulgativi già effettuati sul territorio ed in particolare:
- il nome dell’Istituto scolastico e la sede
- la data di svolgimento
- la classe visitata
- il nominativo del referente
Nel ricordare come il coinvolgimento dei giovani e del mondo della scuola in particolare sia
fondamentale per la nostra associazione, auspichiamo la collaborazione di tutti per la realizzazione delle iniziative che verranno proposte.
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SCUOLA DI FORMAZIONE
Note per l’incontro di avvio del programma 2014-2015
Nell’incontro svoltosi ad inizio 2014 sono emersi alcuni spunti di riflessione, alla luce del lavoro
svolto in precedenza per migliorare il nostro lavoro: alcuni soci si sono lamentati del fatto che
gli incontri formativi, sembra siano stati dedicati
alla “élite associativa”, con argomenti poco appetibili per la massa della dirigenza associativa; un altro aspetto molto importante è garantire a queste
giornate una maggiore flessibilità, distribuendo
durante l’anno 2-3 interventi di comunicazione a
larga partecipazione (tipo seminario), alternati
ad 3-4 interventi di formazione “qualificata” per
gruppi ristretti, realizzando nel contempo (e non
in alternativa) dei format disponibili per le attività formative locali. Un altra problematica emersa
durante i lavori è quella di aumentare la funzione
del web, valorizzando il sito dedicato con il contributo di docenti e formatori, oltre alla possibilità di organizzare corsi aperti e localizzati, a disposizione di tutte le nostre realtà associative. La
giornata è poi proseguita con un’analisi sui punti
di forze e quelli deboli della Scuola di Formazione Trivento: secondo i partecipanti le positività
emerse da questo percorso sono la creazione del
Comitato Guida, la completezza del progetto e l’alto numero d’iniziative registrate sul territorio; di
contro le criticità sono l’organizzazione, la troppa
invadenza con Avis renitenti alla formazione ed il
passaggio dalla quantità alla qualità. Il Comitato
Guida è una realtà voluta ad inizio del percorso,
formata da diversi soggetti provenienti da tutte le
province trivenete, che ha il compito di decidere
quali siano le problematiche urgenti d’affrontare,
tramite un continuo confronto tra i componenti.
La completezza del progetto è migliorabile facendolo diventare in continua evoluzione, modulabile quindi alle esigenze di un singolo territorio.
Molta soddisfazione è stata espressa anche a li-
TRENTINO
La goccia che vale
vello nazionale per le numerose iniziative organizzate dalle singole Avis, ma spesso quest’attività è poco valorizzata perché non pubblicizzata: occorre curare maggiormente i resoconti,
raccogliendoli assieme alle foto ed ai commenti degli organi d’informazione per promuovere ulteriormente le nostre iniziative. Passando
alle criticità, la prima individuata è l’organizzazione, che deve essere calata nei singoli territori: ogni Avis regionale dovrebbe nominare un
responsabile, il quale s’attiverà per creare una
squadra locale per incrementare la formazione.
Deve essere anche rivista l’idea di convincere tutti assolutamente: compito della Scuola di Formazione è preparare gli interessati, non stufare
persone che tanto non ascolterebbero durante gli
incontri; le armi migliori in questo caso possono essere la continuità e la consuetudine, facendo
diventare la formazione quindi un’esigenza, non
una seccatura. Ultimo problema riscontrato è il
passaggio da un programma quantitativo, rivolto
ad una moltitudine di persone e quindi dispersivo, ad uno qualitativo, distinguendo tra interventi formativi (max 15/20 partecipanti) e convegni/seminari aperti ad un pubblico più ampio.
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FORMAZIONE AVIS TRIVENETO
Calendario del programma 2014-2015
TIPO
CORSO
Seminario
Seminario
Formazione
Seminario
Formazione
Formazione
Seminario
Laboratori
Formazione
Laboratori
TRENTINO
DATA
21 giugno
2014
9:30-12:30
14:00-17:00
5 luglio
2014
9:30-12:30
14:00-17:00
19 luglio
2014
14:00-18:00
6 settembre
2014
9:30-12:30
14:00-17:00
4 ottobre
2014
9:30-13:30
25 ottobre
2014
14:00-18:00
gennaio
2015
9:30-12:30
14:00-17:00
31 gennaio
2015
9:30-13:30
7 febbraio
2015
9:30-13:30
marzo/
aprile
2015
TEMATICA
TRATTATA
Il libro bianco di Avis: analisi e prospettive
(mattina); la Carta Etica: un valido strumento di riflessione sulla coesione e sulla
crescita della nostra Associazione (pomeriggio)
“L’Avis dalla nascita ad oggi: leggi, statuti e
regolamenti che ci disciplinano.”
LUOGO
RELATORI
Trento
Trentino
Argentoni (AVIS nazionale) carta etica,
Scaratti (Università
Cattolica) Libro
Bianco
Bonotto, Magarotto,
Marchi (AVIS regionale Veneto)
Maserada
(TV)
Veneto
Disponibilità a lavorare in equipe, capacità M e s t r e Relatori da definire
di confrontarsi e lavorare per obiettivi
(VE)
Veneto
Il rapporto con le strutture pubbliche ed il
Friuli
Spalliviero, De Angelavoro in rete
Venezia
lis, Breda
Giulia
Avis nelle scuole: strumenti educativi di promozione al dono e alla cittadinanza attiva
Verona
Veneto
La gestione dei gruppi e la trasformazione
creativa dei conflitti interni
Padova
Veneto
Lato (AVIS Nazionale)
e relatori da definire
Relatori da definire
L’accoglienza e la relazione con il donatore Luogo da Relatori da definire
nel centro di raccolta (mattina); la comuni- definire
cazione: come gestire una campagna informativa (pomeriggio)
Il bilancio sociale come strumento di comuTrento
Docente Facoltà di
nicazione esterna
Trentino
Economia di Trento
Qualità e sicurezza nel sistema trasfusiona- Conegliano
le. La nomrativa e il ruolo delle Associazioni
(TV)
dei donatori
Veneto
CONTENUTI DA CONDIVIDERE E DE- Belluno FINIRE (es: se ne emerge la necessità nel
Veneto
corso del seminario, potremmo proporre
un’approfondimento su carta etica)
La goccia che vale
Saturni (presidente
AVIS Nazionale
Relatori da definire
23
BUONE PRASSI
Notizie dalle comunali
VALLE DI CEMBRA - Gli eroi delle fiabe che
siamo abituati a leggere hanno una corazza, una
spada, cavalcano un bianco destriero e solitamente devono liberare una principessa dalle grinfie di
una strega cattiva.
Gli eroi di questa storia, i “Gabry’s Fighters”, invece, hanno un’altra missione: in sella alla loro
bicicletta, dal 22 al 28 giugno, parteciperanno
alla “Duchenne Heroes”, una gara tra le Alpi e le
Dolomiti.
Un percorso impegnativo, di centinaia di chilometri, con uno scopo preciso: dare il loro aiuto
nella lotta contro una “strega” chiamata Duchenne.
La Duchenne è una forma di distrofia causata
dall’assenza della distrofina nelle cellule muscolari, che costringe alla carrozzina fin dalla tenera
età.
Da questa malattia è affetto Gabriele, un bambino
di 11 anni residente in Valle di Cembra.
Dal suo nome deriva quello della squadra, i “Gabry’s Fighters”: Marco Zendron, Matteo Zendron, Giuseppe Tonezzer, Tiziano Dallagiacoma
e Claudio Volcan.
Questi “eroi”, oltre a versare sudore in sella alla
bici, compiendo notevoli dislivelli durante la
gara, in questi mesi si sono impegnati a organizzare eventi e cercare sponsor per raccogliere
fondi da destinare a “Parent Project Onlus” associazione che si occupa, oltre che della ricerca,
anche del sostegno alle famiglie che convivono
con questa malattia.
Come in tutte le fiabe, questi eroi non sono soli:
possono contare sull’aiuto di amici e volontari.
Si sa che “l’unione fa la forza” e da questo punto di
vista, si è creata una bella sinergia tra i “Fighters”
TRENTINO
La goccia che vale
e varie associazioni locali, sinergia che ha permesso di fare tanto.
In questi mesi si sono svolti tanti eventi: ciaspolate, serate musicali, spettacoli teatrali e cene.
Una missione impegnativa, quindi, ma che sta riuscendo.
Anche Avis Valle di Cembra, associazione che ha
a cuore la salute, da un paio d’anni ha deciso di
dare un contributo a questa “lotta”, sponsorizzando i “Fighters”.
Squadre come la “nostra” sono sparse su tutto
il territorio italiano; tuttavia anche atleti singoli
partecipano a questa missione.
Missione che, come abbiamo detto anche in precedenza, ha un duplice scopo: far sentire la propria vicinanza a chi con la Duchenne ci convive e
aiutare la ricerca affinchè si trovi una cura.
Perché, come in tutte le fiabe, sarebbe auspicabile
un lieto fine.
Chi volesse far parte di questa e dare un contributo,
così come ha fatto anche Avis, Trova tutte le informazioni per farlo sul sito www.duchenneheroes.it.
24
BUONE PRASSI
Notizie dalle comunali
PERGINE - Quest’anno il tempo meteorologico
ha baciato con una bellissima giornata di sole la
16esima edizione della “Pedalata per la vita”, appuntamento ormai storico organizzato da Zock
Gruppe e molte altre associazioni perginesi in favore di Ail: una giornata di sport e festa per raccogliere fondi destinati alla ricerca; quest’anno erano circa 3.800 i partecipanti alla biciclettata, una
manifestazione alla quale partecipa anche l’Avis
comunale di Pergine con un gazebo informativo
presso l’arrivo della corsa e lungo il percorso con
un mini tracciato dedicato ai piccoli corridori.
«Con il danaro raccolto da iscrizioni e lotteria»
spiega Roberto Valcanover, vicepresidente di
Ail «ci occuperemo in primo luogo del sostegno
alle famiglie trentine colpite da questa malattia;
in secondo luogo i soldi serviranno a finanziare
borse di studio per sei medici specializzandi in
ematologia e un’ostetrica presso il S. Chiara per
la raccolta del sangue cordonale, per i trapianti.
Ringraziamo tutti i partecipanti, ma anche gli oltre cinquecento volontari che danno una mano
per realizzare questo importante avvenimento.»
TRENTINO
La goccia che vale
25
BUONE PRASSI
Notizie dalle comunali
BASELGA DI PINE’ - Diventare donatore di
sangue rappresenta un gesto generoso di solidarietà che deve essere accompagnato da una forte
assunzione di responsabilità, è un compito che
richiede attenzione e cura costante per il proprio
corpo, affinché la donazione non sia di danno né
a chi dona né a chi riceve il dono.
Ecco perché lo sport, che in tutte le sue manifestazioni favorisce uno stile di vita sano e diffonde un
modello di inclusione sociale e rispetto del prossimo, rappresenta un’occasione unica per promuovere la cultura della donazione e del dono, le
abitudini di vita corrette e positive, la responsabilità individuale a favore del bene comune.
Un esempio virtuoso del binomio vincente tra
donazione e sport è la collaborazione tra AVIS
e Energy Pinè, la squadra di dragonboat che da
quattro anni vince il Campionato provincia-
le UISP. Gli atleti che compongono l’equipaggio
sono impegnati in prima persona nella donazione di sangue e si impegnano a portare AVIS e il
messaggio della donazione sui laghi del Trentino
e nelle competizioni fuori provincia.
UN TWEET DA TRENTO
Buoni propostiti per il nuovo mandato...
Nello scorso numero della “Goccia che vale” avevamo chiesto un proposito ad ogni presidente di
una Comunale, ma nella fretta di chiudere il numero non ci siamo accorti di un nostro grossolano
errore: abbiamo infatti saltato il commento della nostra sorella maggiore, ovvero l’Avis comunale di
Trento, presieduta da Patrizia Suligoi, alla quale porgiamo le nostre scuse, estese a tutti i soci avisini
del capoluogo. Ecco il proposito della presidentessa Suligoi:
Vogliamo migliorare la diffusione della cultura della donazione, specialmente tra i
giovani, mantenendo altresì l’attività di quanti già si adoperano per il raggiungimento
dell’autosufficienza di sangue e emoderivati.
Patrizia Suligoi - Trento
TRENTINO
La goccia che vale
26
del Trentino
equiparata Regionale
NOTE INFORMATIVE
Perchè donare sangue
Per rispondere alla crescente necessità di sangue negli ospedali, nelle cliniche e nelle case di riposo.
Per esprimere solidarietà umana e sociale. Per partecipare concretamente ai bisogni sanitari della
comunità e per collaborare alla autosufficienza provinciale e nazionale
La proposta AVIS
AVIS considera il dono del sangue un atto di grande sensibilità verso gli altri. Il donatore AVIS dona
in forma anonima, gratuita, periodica, consapevole ed associata. I periodici controlli sulla salute del
donatore garantiscono la massima qualità del sangue raccolto.
Chi può donare
Tutte le persone in età da 18 a 65 anni (60 anni per i nuovi donatori) che siano esenti da malattie invalidanti, che pesino almeno 52 Kg e che conducano una vita sana e regolare. Non si fanno distinzioni di
sesso, razza, religione e origini etniche.
TRENTINO
La goccia che vale
27
Centri di raccolta del sangue
Sangue intero
Banca del Sangue di Trento
Rovereto
Arco
Borgo Valsugana
Cavalese
Cles
Mezzolombardo
Pergine Valsugana
Tione
Aferesi (solo alcune componenti del sangue)
Via Malta, 8
Ospedale
Ospedale
Ospedale
Ospedale
Ospedale
Ospedale
Ospedale
Ospedale
Banca del sangue di Trento
Rovereto
Via Malta, 8
Ospedale
Modalità di iscrizione
si compila un modulo di iscrizione riitirabile direttamente o richiesto via mail a:
Sede AVIS di Trento
Via Sighele n. 7 - tel. 0461.916173 - fax 0461.916988 - E-mail: [email protected]
apertura ufficio da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 17.00
Sede AVIS di Rovereto
Via Mozart n. 3 - tel. 0464.410017 - E-mail: [email protected]
apertura ufficio da lunedì a venerdì dalle 8.15 alle 12.15
Alla presentazione della domanda viene rilasciata richiesta per esami, gratuiti, di laboratorio da eseguire presso il centro di raccolta scelto dal richiedente. Al termine degli esami di idoneità, il richiedente
viene invitato a visita medica sempre gratuita. Superate positivamente le verifiche il richiedente viene
invitato alla prima donazione. Tra la domanda di iscrizione e la prima donazione trascorrono al massimo 60 giorni.
Per informazioni visitare il sito: www.avis.it/regioni/trento
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