Tutti domani potremmo avere bisogno di sangue per qualche motivo
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Tutti domani potremmo avere bisogno di sangue per qualche motivo
La goccia che vale Tutti domani potremmo avere bisogno di sangue per qualche motivo. Anche tu... N° 2 - Giugno 2014 DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI TRENTINO CAMBIARE CRESCENDO Alla ricerca del miglioramento Adriana Faccini, Presidente AVIS Trentino equiparata regionale Ad un anno dall’inizio del nuovo mandato ho il piacere di informarvi di quanto è stato realizzato e cosa intendiamo ancora spendere le nostre energie nei prossimi mesi, così come esposto dettagliatamente in occasione dell’annuale Assemblea Regionale di Pinzolo. Particolare impegno è stato dedicato all’adeguamento degli statuti alla nostra nuova struttura, nata dalla fusione tra Provinciale Tridentina ed Equiparata Regionale, all’ adeguamento del contratto di avoro dei dipendenti, all’estensione del D.V.R. per la sicurezza sul lavoro, ai suggerimenti e osservazioni per la stesura del nuovo Piano Sangue licenziato dalla provincia ad ottobre 2013. Ci siamo poi confrontati con la base ed altri partner in 2 conferenze dei Presidenti, 5 incontri della Scuola di Formazione del Triveneto specifici per figure dirigenziali, 2 incontri con i formatori che andranno nelle scuole a promuovere Avis e la sua mission nel nostro contesto sociale, un confronto con i Direttori Sanitari, ” Festa del Donatore” organizzata a livello regionale. Attenzione va e andrà prestata per concordare e stipulare la convenzione in scadenza con l’APSS per la raccolta di sangue ed emoderivati, ma non dobbiamo scordare anche la corretta stesura del Registro Soci conforme alla legge 266 e successivo D.M. del 14/02/92. Sul territorio ci muoveremo per svolgere un corso di informazione-formazione presso la Guardia di Finanza di Trento, provocare altri incontri a favore dei formatori e coi presidenti, condividere altri seminari con la Scuola di Formazione del Triveneto, mantenere attiva tutta la comunicazione coi media, fare il punto delle Unità di Raccolta con i Direttori Sanitari, formare il personale di segreteria all’uso del nuovo programma Avisnet. Quanto illustrato non vuole essere auto celebrazione, bensì informazione e spunto di riflessione per rendere consapevolezza dell’impegno, disponibilità e responsabilità necessari per perseguire quegli obiettivi che sono peculiarità di Avis. Peculiarità riconosciute anche dalla politica che nel Piano Sangue Provinciale riconosce il nostro ruolo fondamentale, alla quale va per 88% il merito del conseguimento e mantenimento dell’autosufficienza di sangue nella nostra Provincia, consapevole del ruolo svolto dall’associazione nella gestione, in sinergia con il Servizio Sangue Provinciale, del livello essenziale di assistenza costituito dalle terapie trasfusionali, secondo un modello di sussidiarietà rispetto al servizio pubblico nonché nella collaborazione alla diffusione di corretti stili di vita in sintonia con l’educazione alla salute. Alla luce di tutto ciò la risorsa sangue risulta sempre più strategica per i servizi sanitari e risulta quindi indispensabile il mantenimento di una solida base donazionale così come il reclutamento di nuovi donatori. TRENTINO La goccia che vale INDICE _____________________________________________ Pag. 2 – Editoriale Pag. 3-8 Dizionarietto del sangue Pag. 9 – Volantino - Il riso fa buon sangue Pag. 10 – Storia AVIS Pag. 11 – Storia fondatore AVIS Pag. 12-13 –Assemblea regionale Pag. 14-15 – Pagine centrali Pag. 16-17 – Discorso presidente Saturni Pag. 18 – Assemblea regionale - attività 2013 Pag. 19 – Attività 2014 Pag. 20-21 – Scuola AVIS Pag. 22-23 – Scuola di formazione Pag. 24 - Buone prassi Pag. 25 - Buone prassi Pag. 26 - Buone prassi Pag. 27 - Note informative Pag. 28 - Contatti ___________________________________________ “LA GOCCIA CHE VALE” Pubblicazione periodica dell’Avis equiparata Regionale del Trentino Direttore Responsabile Michele Gretter Comitato di Redazione Alessio Zeni, Camilla Bernardi, Federico Roat, Gianluca Piva, Nora Adami Hanno collaborato Aldo Francescatti, Francesca Oss, Franco Valcanover, Isabella Ferrari, Giovanni Menegaldo, Leonardo Pupi 2 DIZIONARIETTO DEL SANGUE Il significato della donazione Vogliamo di seguito riproporre un simpatico DIZIONARIETTO DEL SANGUE, creato da Avis Nazionale alcuni anni fa per fornire le informazioni di base ai nuovi o futuri donatori. Molte di queste voci i nostri donatori le conoscono e potrebbero spiegarle loro, ma ogni tanto nasce il dubbio ed un aiuto non fa mai male. ABO (a b zero). E’ il sistema che caratterizza i principali gruppi sanguigni, in base a sostanze (antigeni) presenti o meno sui globuli rossi. Si può trasfondere in un organismo umano, solamente sangue compatibile, cioè che non abbia antigeni diversi da quelli dei globuli rossi del ricevente. E’ usata dai medici negli ustionati, in gravi malattie del fegato e del pancreas, in rianimazione. Si ricava, con particolari metodi industriali, dal plasma umano. AFERESI. E’ il termine usato per indicare una metodologia di prelievo a scopo trasfusionale, mediante la quale si preleva al donatore la sola componente del sangue che deve essere utilizzata. Il sangue esce dalla vena, viene scomposto per filtrazione o centrifugazione nei suoi principali componenti, trattenendo quello o quelli utili in quel momento e restituendo al donatore i rimanenti. Si parla di plasmaferesi se si preleva solo plasma, citoaferesi se si utilizzano cellule e piastrinoaferesi nel caso di piastrine. AIDS (Sindrome da immunodeficenza acquisita). E’ una grave malattia che indebolisce i meccanismi di difesa del nostro organismo. Si contrae soprattutto per via sessuale o per contagio sanguigno. Chi si infetta diventa “sieropositivo”, cioè sviluppa gli anticorpi contro il virus che lo ha infettato, ma questi non hanno alcuna funzione protettiva. Il periodo che intercorre dal momento del contagio a quello in cui il laboratorio indentifica l’infezione è detto “fase finestra”, di solito lungo tre settimane, ma a volte di qualche mese. ALBUMINA. E’ la più importante “proteina” del sangue: fabbricata dal fegato, il suo compito essenziale è quello di trattenere l’acqua plasmatica nei vasi sanguigni. TRENTINO La goccia che vale ALT (Alanina aminotransferasi). E’ uno degli enzimi del fegato e può aumentare in caso di danno epatico (di origine alimentare, infettiva, farmacologica) o cardiaco. Questo valore è controllato ad ogni donazione. Un altro enzima epatico è l’AST (Aspartato aminotrasferasi). 3 ANAMNESI. E’ la raccolta di tutte le notizie riguardanti la salute del donatore, fatta dal medico prima di ogni donazione. Perché abbia significato occorre che ogni donatore risponda con sincerità alle domande, altrimenti si potrebbe compromettere la salute del ricevente. ANEMIA. Una situazione patologica caratterizzata da scarsi valori di emoglobina, spesso accompagnata da diminuzione del numero dei globuli rossi e dell’ematocrito. Può essere di natura congenita (es. talassemia) o acquisita, per aumentate perdite (emorragie), per ridotta produzione da parte del midollo osseo o carenze (es. ferro, vitamina B12, ecc.). ANTICOAGULANTE. Sostanza che impedisce la coagulazione (passaggio dallo stato liquido al quello solido) del sangue e contenuta nelle “sacche” utilizzate per la raccolta. ANTICORPI (immunoglobine). Sono proteine presenti nel plasma, la cui funzione è quella di fissarsi, a scopo difensivo, su sostanze generalmente nocive per l’organismo. Per ogni sostanza estranea (antigene) il nostro organismo crea particolari anticorpi. ARTERIE. Vasi sanguigni che portano il sangue dal cuore alla periferia del corpo. AZOTEMIA. La quantità di azoto presente nel nostro sangue, espresso come concentrazione di urea e come tale viene dosato. Poiché l’urea viene eliminata per via renale, un suo alto valore nel sangue può indicare un’alterazione del filtro renale. BILIRUBINA. Quando i globuli rossi muoiono liberano una so TRENTINO La goccia che vale stanza colorata, chiamata bilirubina, che può essere creata anche dal fegato.Una sua presenza nel sangue, al di sopra della norma, può indicare che qualche cosa non funziona: depositandosi nelle mucose o nella pelle, ne rende il colorito giallastro. BUFFY COATS. Strato di plasma ricco di globuli bianchi e piastrine, che si ottiene frazionando il sangue del donatore dopo opportuna centrifugazione. Sono utilizzati nell’industria specializzata per produrre farmaci. CELLULA. E’ il più piccolo elemento vivente di un organismo: il corpo umano ne contiene parecchi miliardi. Hanno forma, durata di vita ed attività diverse a seconda della funzione che devono svolgere. CENTRIFUGAZIONE. Sistema utilizzato per separare i componenti del sangue sfruttando il loro diverso peso, attraverso apposite apparecchiature. A centrifugazione avvenuta al fondo della sacca si porteranno tutti i globuli rossi ed in alto rimarrà il plasma. In mezzo, invece, si formerà uno strato di piastrine e globuli bianchi. CIRCOLAZIONE SANGUIGNA. E’ il continuo movimento del sangue nel nostro corpo attraverso arterie e vene, per portare sostanze nutritive ed ossigeno ai tessuti, prelevando contemporaneamente sostanze di rifiuto ed anidride carbonica. COLESTEROLEMIA. Rappresenta la quantità di colesterolo nel sangue. COLESTEROLO HDL. E’ il “nastro trasportatore” del colesterolo. E’ importante che funzioni bene, altrimenti il colesterolo si può accumulare ed arrecare anche guai seri. 4 CREATININEMIA. Rappresenta la quantità di creatinina nel sangue, non è influenzata dall’alimentazione ed è un indicatore della funzionalità renale. CRITERI DI IDONEITA’ ALLE DONAZIONI. Nella scheda il medico riporta i dati sulla salute del donatore (anamnesi) ed i risultati della visita effettuata (idoneità). Ogni donazione si effettuano questi esami: 1) determinazione dell’emocromo; 2) ALT; 3) Sierodiagnosi per la sifilide o Lue; 4) HIVAb (Aids); 5) HBsAg (Epatite B); 6) HCVAb (Epatite C). Alla seconda donazione e poi ogni 3 per gli uomini, 2 per le donne, si eseguiranno anche: 1)VES; 2) Azotemia; 3) Creatininemia; 4)Glicemia; 5) Proteinemia; 6) Colesterolemia; 7) Trigliceridemia; 8) Sideremia. D (antigene). Chiamato dagli americani Rho è il principale antigene del sistema Rhesus (il fattore Rh). Scoperto nel 1940 da Landsteiner, si indica come positivo (+) se presente nei globuli rossi oppure negativo (-) se assente. DONAZIONE. Per l’Avis essa è periodica, anonima, volontaria, gratuita e responsabile. Quando non si conosceva il modo di conservare il sangue, essa avveniva braccio a braccio, tra donatore e ricevente. ELETTROCARDIOGRAMMA (ECG). E’ la rilevazione dell’attività elettrica del cuore e del suo regolare funzionamento. EMATOCRITO. Rapporto fra parte cellulare e liquida del sangue, dopo centrifugazione. Normalmente i globuli (parte cellulare) rappresentano il 40-45% ed il plasma il 55-60% del sangue. Una percentuale inferiore può essere indice di anemia: il valore dell’ematocrito dei donatori Avis non deve essere inferiore al 38% (donne) e 40% (uomini). TRENTINO La goccia che vale EMAZIE. Sinonimo di globuli rossi, generalmente tra i 4,5 ed i 5,5 milioni per millimetro cubo. EMOCROMO. E’ il test di laboratorio che accerta l’ematocrito, il valore dell’emoglobina, il numero di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine presenti in ogni millimetro cubo di sangue. EMOFILIA. Mancanza ereditaria di fattori della coagulazione, che sono causa di emorragie anche spontanee, che si possono arrestare solo con rapida infusione dei fattori mancanti. EMOGLOBINA. Sostanza contenuta nei globuli rossi e che serve a trasportare l’ossigeno e cederlo alle cellule dell’organismo. La legge prescrive che il valore di emoglobina non possa essere inferiore a 12,5 grammi per decilitro nelle donne e 13,5 nell’uomo. EPATITE. Quella di tipo A è di origine alimentare, mangiando alimenti provenienti/innaffiati da acque infette. Quelle di tipo B e C si trasmettono per via “parentale” (scambio di liquidi biologici infetti oppure uso promiscuo di siringhe, rapporti sessuali, ecc.) 5 ERITROCITI. Sinonimo di emazie o globuli rossi. FERRITINA. E’ la più importante proteina di deposito del ferro e perciò indice di tali riserve. FERRO. E’ una sostanza utilizzata dall’organismo per la sintesi dell’emoglobina; si può misurare la quantità presente nel plasma (sideremia), quella immagazzinata (ferritina) o la capacità di trasporto dal magazzino (transferrinemia). GRUPPO SANGUIGNO. E’ un carattere che si acquisisce geneticamente e resta immutato per tutta la vita. Si indica in genere con A, B, 0 a seconda che sui globuli rossi siano presenti o meno determinate sostanze (antigeni). In Italia il 38% delle persone è del gruppo 0, il 42% del gruppo A, il 15% del gruppo B ed il rimanente 5% del gruppo AB. FORMULA LEUCOCITARIA. E’ il conteggio dei diversi tipi di globuli bianchi, normalmente così suddivisi: granulociti (5075%), linfociti (15-45%), monociti (1-10%). FRAZIONAMENTO. Le operazioni atte a scomporre il sangue intero nelle sue principali componenti: emazie, buffy coats e plasma. GAMMA GT. E’ uno degli enzimi epatici, un suo aumento può indicare un’alterata funzionalità del fegato. GLICEMIA. La quantità degli zuccheri presenti nel sangue espressi come concentrazione di glucosio. Un valore più alto può essere indice di diabete. GLOBULI BIANCHI o LEUCOCITI. Sono normalmente da 5 a 10.000 per millimetro cubo. Genericamente servono alla difesa del nostro organismo; un loro aumento può indicare un processo infettivo in atto. GLOBULI ROSSI. Vedi emazie. TRENTINO La goccia che vale HbsAg. E’ così chiamato l’antigene Au che segnala la probabile presenza del virus dell’epatite B. HCV. E’ il virus dell’epatite C. HIV. E’ il virus dell’Aids. HLA o Antigeni dei Leucociti Umani. Particolari sostanze (antigeni) presenti sulla superfice (membrana) dei globuli bianchi. Serve per stabilire la compatibilità fra tessuti e organi di persone diverse. HTLVI. Retrovirus responsabile della leucemia/linfoma a cellule T dell’adulto e della paraparesi spastica tropicale. 6 IDONEITA’ ALLE DONAZIONI. Rappresenta un momento molto delicato del percorso di donazione: scopo di questa fase è valutare l’assenza di rischi sia per il donatore, sia per il ricevente. Alcuni criteri: a) buone condizioni di salute; b) peso corporeo superiore ai 50 chilogrammi; c) maggiore età fino ai 65 anni ed oltre con giudizio medico; d) pressione arteriosa massima tra 110 e 180 mmHg, minima tra 50 e 100 mmHg; e) polso arterioso ritmico e battiti al minuto compresi tra 50 e 100; f) assenza di patologie croniche; g) assenza di comportamenti sessuali a rischio. MARKERS DELL’EPATITE. Tutti gli esami di laboratorio compiuti per accertare la presenza del virus dell’epatite ed il suo andamento. MIDOLLO OSSEO. Tessuto contenuto nella parte spugnosa di quasi tutte le ossa e che ha come funzione principale la produzione delle diverse cellule del sangue. Per essere donatori di midollo osseo occorre essere di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, aver tipizzato il proprio sangue sia per il sistema A B 0, sia per l’HLA. La donazione si effettua in anestesia totale oppure lombare, mediante multiple aspirazioni dalle ossa pelviche. MULTICOMPONENTI. La possibilità di raccogliere diversi componenti del sangue dal donatore durante la stessa donazione, sovrapponibili alle aferesi di un unico componente. PIASTRINE. Sono i più piccoli elementi del sangue, presenti tra i 150-350.000 unità in un millimetro cubo. La loro funzione è importante nella coagulazione del sangue. TRENTINO La goccia che vale PLASMA. La parte liquida del sangue, un liquido giallo oro che trasporta globuli, piastrine, sostanze nutritive e di rifiuto e molto altro ancora. POLSO ARTERIOSO. E’ la rivelazione periferica del battito cardiaco, normalmente compresa tra i 50 ed i 100 battiti al minuto. PRESSIONE ARTERIOSA. Misurata dal medico prima di ogni donazione: la massima dev’essere compresa tra 110 e 180 mmHg, mentre la minima tra 50 e 100 mmHg. Un aumento può essere legato ad ipertensione, che va opportunamente curata perché rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare. PROTEINEMIA. La quantità di proteine presenti nel sangue ed è data dall’insieme di albumina e globuline, generalmente tra i 6,5 ed i 8,5 grammi per decilitro. QUADRO ELETTROFORETICO. L’insieme delle proteine presenti nel sangue: il rapporto tra albumina e globuline dev’essere maggiore a 1. RISCHI TRASFUSIONALI. La terapia trasfusionale è una pratica non esente da rischi, principalmente di natura infettiva ed immunologica. I dati più recenti parlano di 16 trasmissioni di epatite B su 1 milione di trasfusioni e di 1,5 trasmissioni di HIV su 1 milione di trasfusioni. Diverso il rischio collegato alla possibilità di trasmettere infezioni di origine batterica, non diminuito così sensibilmente come le malattie virali, ammontando al 0,1-0,4%. Fortunatamente solo 1 unità su 100 di quelle contaminate è responsabile di esito fatale. 7 Compatibilità gruppi sanguigni Gruppo sanguigno da trasfondere (DONATORE) 00+ AA+ BB+ ABAB+ Gruppo sanguigno del ricevente 0- 0+ A- A+ B- B+ AB- AB+ 0+ A+ B+ AB+ A- A+ AB- AB+ A+ AB+ B- B+ AB- AB+ B+ AB+ AB- AB+ AB+ SACCHE. Sono i contenitori di plastica speciale in cui si raccoglie il sangue: sono sterili e costruite in modo che il sangue circoli in un sistema chiuso, non esposto all’aria. Contengono una quantità di anticoagulante e conservante proporzionato al volume massimo di sangue raccolto. SANGUE. Tessuto liquido, circolante all’interno di vene, arterie e capillari, che costituisce il 6-8% del volume di un adulto. E’ costituito da una parte liquida (plasma) e da una corpuscolata. SEPARATORI CELLULARI. Apparecchiature utilizzate nella raccolta per singoli o multipli componenti del sangue. SIDEREMIA. Quantità di ferro presente nel plasma, generalmente 60-150 mcg/dl per l’uomo, 50/140 mcg/dl per la donna. SIERODIAGNOSI PER LA LUE. Esame per rilevare l’eventuale presenza dei sintomi della sifilide. TRENTINO La goccia che vale TRANSAMINASI. Sono particolari enzimi presenti nel sangue e legati alla funzionalità epatica. Le più note sono ALT e AST. Quando i valori sono più alti del normale si può ipotizzare un danno al fegato. TRASFUSIONE. E’ il termine che indica il “trapianto” del sangue da un individuo ad un altro. TRASFUSIONE MIRATA. E’ la trasfusione al ricevente non del sangue intero, ma solo della componente che gli serve. TRIGLICERIDI. Sono dei grassi contenuti nel sangue, nella misura di 39-172 mg/dl. Un loro notevole aumento rappresenta uno dei fattori di rischio per malattie cardiovascolari. URINA. E’ il liquido che contiene le sostanze di rifiuto del nostro organismo. Normalmente di colore giallo, limpido, non deve contenere sostanze quali sangue, albumina, ecc. VENE. Vasi che portano il sangue dalla periferia al cuore e da cui si preleva il sangue a scopo trasfusionale. VES (Velocità di EritroSedimentazione). Il tempo occorrente al sangue, disposto in un tubicino di pochi millimetri di diametro, per sedimentare. Viene rilevata dopo un’ora e dopo due ore; valori superiori alla norma indicano un probabile processo infiammatorio in atto. VISITA MEDICA. Consiste in una serie di atti sanitari volti a stabilire lo stato di salute del donatore. E’ finalizzata a stabilire l’idoneità del donatore, ma anche un momento di medicina preventiva e di tutela della salute. 8 VI ASPETTIAMO TUTTI A... Festa regionale del donatore TRENTINO La goccia che vale 9 BREVE STORIA DELL’AVIS Tratto da AVIS nel sistema trasfusionale italiano Negli anni ’20 il salasso del sangue per la trasfusione veniva praticato con i cosiddetti datori di fortuna – trovati a caso nelle corsie degli ospedali e nei corridoi tra i parenti in attesa – e datori a pagamento, con un prezzo che si aggirava dalle 850 alle 1.000 lire (circa 1.500 euro di oggi): un lusso riservato a pochi. Il primo tentativo di far nascere un’associazione su base volontaria si attua a Milano ad opera del dottor Vittorio Formentano, che lo spinge a creare, per la prima volta in Europa, un gruppo organizzato di donatori volontari, al fine di reperire con tempestività il donatore, effettuare per tempo i controlli preventivi sulla sua salute e garantire la gratuità della donazione. Nel 1926 il medico milanese lancia, dalle pagine del “Corriere della Sera”, un appello per la costituzione di un gruppo di donatori: si presentano soltanto in 17, che daranno vita all’associazione, dotandosi anche di uno Statuto (1929) i cui punti fondamentali sono l’apoliticità, nessuna distinzione di razza e religione, la donazione anonima e gratuita, la tempestività delle chiamate, il dover attenersi agli esami preventivi. Negli anni a seguire, analoghe associazioni si costituiscono, in tutta Italia: nel 1933 si festeggia la trasfusione numero 2.500 e si stabilisce che i volontari possano contare su un’assicurazione a loro dedicata e sull’assistenza medica gratuita, grazie ad un accordo con i medici delle varie specialità. L’anno successivo viene pubblicato il primo numero del bollettino ufficiale dell’associazione, il DONO DEL SANGUE, con lo scopo di divulgare il tema della TRENTINO La goccia che vale trasfusione alla classe medica. Nel ’37 a Milano, si costituiscono i primi gruppi aziendali. Nel dopoguerra, in collaborazione con l’Istituto Sieroterapico del capoluogo meneghino, si collabora alla preparazione del siero di sangue: i donatori si sottopongono a iniezioni per immunizzarsi da determinate malattie infettive e produrre un siero efficace nella cura delle stesse. Nel 1946 Formentano viene eletto presidente e la sede italiana viene posta a Milano, mentre con la Legge 49 del 20 febbraio 1950 si ottiene il riconoscimento giuridico di Avis e si ristabiliscono le sue funzioni di gestione della trasfusione, con compiti di promozione, coordinamento e disciplina delle attività provinciali e comunali dei volontari. L’Avis cresce con grande rapidità: vengono attrezzate le prime autoemoteche, mentre nascono i primi Centri Trasfusionali nei maggiori ospedali. Arrivano i primi riconoscimenti a livello giuridico, come la legge 592 del 1967, che riconosce al donatore il diritto alla giornata di riposo retribuita, mentre a livello medico entrano in funzione i primi reparti volti alla produzione del plasma. Nel 1970 si approva il nuovo Statuto, che sancisce la possibilità di costituire le Avis Regionali, mentre il creativo Kim Varma disegna la nuova linea grafica dell’associazione, dove la A della parola Avis, in blu, contiene una goccia rossa. Finalmente nel 1990, dopo decenni di lotta, la legge 107 stabilisce la gratuità della donazione come unica fonte di approvvigionamento, eliminando la figura del datore professionale; il commercio di sangue per trasfusione è punibile con sanzioni penali ed amministrative. Un altro importante traguardo è il convegno interassociativo di Perugia (1993), durante il quale Avis, Cri, Fidas e Fratres firmano un protocollo d’intesa, superando le decennali rivalità tra le varie associazioni di donatori. Il testo indica alcuni presupposti generali (solidarietà, autosufficienza, sicurezza sanitaria) e stabilisce 10 stipula ed il rispetto delle relative convenzioni. Al fine di adeguarsi alle nuove normative, nel 1998, si prende atto dello status di Onlus. Negli ultimi anni Avis s’avvicina ad altri paesi, collaborando attivamente con Senegal, Marocco ed Argentina, favorendo la nascita di Avas. La storia recente riporta l’approvazione del nuovo Statuto nel 2003, il Regolamento di attuazione (rivisto nel 2012) e nel 2005 la Legge Trasfusionale 219; nello stesso anno Avis festeggia il sfonda il milione di donatori, che portano ai centri di raccolta 1.775.000 donazioni. IL FONDATORE DELL’AVIS Vittorio Formentano (Tratto da avis.it) - Una notte di novembre del 1926 il Dottor Vittorio Formentano fu svegliato dal telefono: un suo collega lo chiamava con assoluta urgenza al capezzale di una giovane donna, che era diventata madre da poco. Si era instaurata una incontenibile emorragia e occorreva del sangue con urgenza, onde scongiurarne la morte. L’ematologo prese la sua borsa con i sieri e l’attrezzatura per determinarne il gruppo sanguigno e corse dalla paziente. a ricercare lo stesso gruppo sanguigno, ma il gruppo non corrispondeva, così la donna morì, senza aver potuto vedere il figlio appena nato. Il Dottor Formentano quella notte tornò a casa amareggiato e deluso. Un pensiero continuo lo tormentava: possibile non si possa chiedere aiuto a tanti uomini sani della città, affinchè donassero una piccola parte del loro sangue per salvare i fratelli sofferenti? La mattina dopo inviò un appello a un giornale. In esso si chiedevano ai Donatori volontari di sangue, onde far fronte alle necessità degli ospedali. Si doveva donare volontariamente, segretamente, disinteressatamente. Il giorno dopo, qualcuno, letto l’appello, disse che il medico era matto; qualche altro disse che lui il suo sangue se lo teneva a che gli altri si arrangiassero; Formentano però attendeva fiducioso. Due giorni dopo si presentò un agente di commercio, che si disse pronto a donare il proprio sangue, imitato nel pomeriggio da un altro uomo. Così di seguito, giorno dopo giorno, sino a diventare parecchie decine di Donatori, dando vita ad AVIS. Si offersero, per donare sangue, due fratelli della donna e alcuni parenti. Formentano si mise subito all’opera e, per prima cosa, determinò il gruppo sanguigno della donna. Cominciò quindi con il primo fratello, ma il gruppo non corrispondeva; passò al secondo fratello e poi ai parenti, guardando ansiosamente la povera madre, che diventava sempre più bianca, TRENTINO La goccia che vale 11 ASSEMBLEA NAZIONALE per il nuovo mandato... Come sempre l’Assemblea Nazionale, quest’anno svoltasi a Chianciano Terme (SI) dal 16 al 18 maggio, è stata una miniera di esperienze e d’idee; già lo slogan scelto per l’edizione 2014 faceva capire quale sia l’argomento che sta molto a cuore al direttivo nazional: “Percorsi di qualità e innovazione, sono tre le parole chiave - spiega il presidente Nazionale, Vincenzo Saturni - che abbiamo scelto per la 78ª Assemblea generale. Percorsi, perché desideriamo dare il senso della forte dinamicità della nostra Associazione e del dibattito sempre vivo al nostro interno, tipico delle grandi reti, e volto ad affrontare efficacemente le sfide che ci si presentano quotidianamente. Qualità, intesa non solo come rispetto di standard e protocolli, ma come percorso culturale che pone al centro il malato e il donatore. E, infine, Innovazione, perché la nostra associazione non può che essere guidata da principi etici, dal desiderio di produrre qualcosa di buono e di bello di portata collettiva. Innovatore è colui che riesce a sognare qualcosa di diverso, di migliore per tutti, portandosi oltre quanto c’è nella quotidianità.” Finiti i saluti di rito da parte dei politici e delle autorità presenti, l’attenzione dei presenti è stata monopolizzata dalle quattro Commissioni, che hanno sviluppato quattro argomenti diversi: accreditamento, carta etica, libro bianco e la motivazione. Abbiamo quindi pensato di riproporre un sunto dei lavori dei quattro gruppi. 1) ACCREDITAMENTO. Dalla legislazione sulle varie professioni sanitarie, alle norme sulla privacy, alla sicurezza nella raccolta e nella distribuzione di sangue ed emocomponenti. Con un occhio di riguardo, naturalmente, alla raccolta associativa convenzionata in pieno percorso di accreditamento del Sistema trasfusionale italiano. Medici, tecnici e infermieri delle Unità di raccolta associative sono quindi in prima linea TRENTINO La goccia che vale in questa vera e propria “battaglia per la sicurezza”, sia del donatore volontario, sia soprattutto del ricevente. Grande la responsabilità, quindi, del personale sanitario associativo per rispettare le stringenti norme cui dovrà adeguarsi ogni parte del Servizio trasfusionale nazionale entro il 31 dicembre di quest’anno. Bernardino Spaliviero, Coordinatore del Comitato Medico nazionale Avis ha parlato dell’importanza della figura del Direttore sanitario associativo. E’ seguito l’intervento del dott. Felice Majori, (Avis Cremona) che ha parlato dell’Inquadramento giuridico delle professioni sanitarie ripercorrendone la storia. 2) CARTA ETICA. 85 iscritti al laboratorio etico, due gruppi di lavoro guidati dal prof. Giuseppe Scaratti dell’Università Cattolica di Milano (curatore della Carta Etica per Avis) e da Silvia & Silvia (Apollonio di Avis Nazionale e Ivaldi sempre dell’Università Cattolica) con il supporto di Dario Piccolo (Avis Venezia) e Franco Valcanover (Avis Trento), che all’inizio dei lavori hanno introdotto l’esperienza del change lab veneziano. Scetticismo iniziale durante la spiegazione dei lavori, molti forse ancora poco abituati a lavorare dividendosi in gruppi, simulare un consiglio direttivo in una rappresentazione che si rivela però realtà, in cui alla fine quasi tutti si riconoscono. Stimolante vedere come dallo scetticismo si sviluppino però coinvolgimento e partecipazione perché ci si ritrova nelle problematiche; la Carta Etica diventa così uno strumento che, se utilizzato con tempi meno stretti, può portare anche a soluzioni inaspettate e a forzare un po’ la mano con coraggio per raggiungere obiettivi che erano rimasti nel cassetto. Bisogna “stare sul pezzo”, come ripete il prof. Scaratti, perché la Carta Etica deve essere calata nella realtà: partiamo dai problemi; negoziamo soluzioni; individuiamo azioni concrete. 12 3) LIBRO BIANCO. “E’ indispensabile conoscere i dati e far crescere consapevolezza e motivazione.” È con queste parole che il vicepresidente Alberto Argentoni ha introdotto l’incontro, aggiungendo che “le scelte riguardo la raccolta dati devono essere vissute nel concreto da ogni sede”. Il gruppo di lavoro ha ospitato relatori extra AVIS, come Giulio Sensi, direttore della rivista Volontariato Oggi: “Dietro un dato c’è un lavoro culturale, sociale e progettuale e non si può semplificare. Come veicolare allora il messaggio? Altro aspetto importante è la possibilità di confrontare i dati con il passare del tempo, come accade con il censimento Istat”. Il vicepresidente Argentoni ha poi ribadito che “occorre conoscere quello che siamo per sapere dove stiamo andando e quale strada percorrere. Con il Libro bianco abbiamo fornito una fotografia dell’associazione. Ora occorre creare un comitato scientifico, un osservatorio associativo e un centro studi”. Francesca Calò, ricercatrice Cergas Bocconi, ha cercato di presentare le sfide per andare oltre il Libro bianco: “Occorre essere attenti all’uso delle risorse economiche, sviluppare fundraising e collaborazioni, nonché servizi dedicati al donatore che incentivino la donazione di particolari target quali giovani e immigrati”. avvicinarsi al dono del sangue. Seppure il percorso motivazionale nasca e resti individuale, non si può dimenticare che lo stesso si articola in un contesto non isolato, ma caratterizzato dalle relazioni. l’Associazione deve essere flessibile a comprendere e sostenere le motivazioni di ciascuno che, oltre ad essere molteplici, sono variabili e si trasformano nel tempo. Non comprendere ciò che ha portato ogni singolo individuo ad entrare a far parte dell’Avis rischia di determinare uno svilimento. Che la motivazione sia di carattere sociale oppure sia fondata sui valori di solidarietà o ancora sul desiderio di conoscenza del mondo della donazione, ogni elemento deve trovare gratificazione nella realtà associativa. 4) MOTIVAZIONE. Si fa presto a dire motivazione? Undici lettere, un secondo per pronunciarla, ma una molteplicità di significati. Un tema caro all’Avis che, negli ultimi tempi, lo ha posto al centro dei lavori dei gruppi giovani. Ma, come ha sottolineato Rina Latu, non si tratta solamente di età anagrafica, bensì di voglia di mettersi in gioco. Dal latino motus, il termine motivazione indica un movimento, una spinta dinamica verso una meta da conquistare. La professoressa Elena Marta ha presentato i dati delle recenti ricerche svolte sui motivi che spingono un cittadino ad TRENTINO La goccia che vale 13 TRENTINO La goccia che vale 14 TRENTINO La goccia che vale 15 PRESIDENTE SATURNI Le sfide e gli obiettivi di miglioramento Nell’incontro per presidenti svoltosi a fine novembre nella cantina di Mezzolombardo, il vicepresidente dell’Avis equiparata regionale Franco Valcanover ha presentato il Libro Bianco della nostra associazione, un volume che analizza il sistema trasfusionale italiano e come Avis s’inserisca in questo sistema. Nell’introduzione fatta dal presidente nazionale Vincenzo Saturni, si parla anche delle sfide future che la nostra associazione dovrà affrontare, un argomento che ci sembra giusto riprendere e diffondere a tutti i livelli. “Avis, opera da quasi novant’anni per diffondere una cultura solidale tra i cittadini su tutto il territorio nazionale. E sin dal momento della sua nascita l’obiettivo perseguito si è basato su fondamenta di tipo etico, insite nel gesto gratuito del dono, e questa valenza ci viene riconosciuta anche dai nostri principali interlocutori. In effetti Avis, da sempre, si riconosce in alcuni valori fondanti: gratuità del dono, anonimato del gesto, stile di vita sano e positivo, aggregazione, socializzazione, cittadinanza solidale, volontariato, democrazia, fiducia e reciprocità. Valori permeati dalla solidarietà concreta che rappresenta il comune denominatore del nostro agire. A tutto questo si aggiunge un ulteriore valore associativo rappresentato dal prendersi cura tanto del malato, cui è indirizzata prioritariamente la nostra azione, quanto dei soci. Infatti Avis è, a tutti gli effetti, un’Associazione universalistica in quanto rivolta non solo agli associati, ma anche all’esterno e pertanto il nostro valore essenziale è quello di produrre beni relazionali che circolano all’interno ed all’esterno dell’Associazione stessa. TRENTINO La goccia che vale Pertanto, negli ultimi anni sono stati notevoli i cambiamenti negli scenari sia nazionali sia internazionali che hanno coinvolto la società, i singoli cittadini e di conseguenza il mondo del volontariato, Avis in primis. In particolare la situazione economico finanziaria che ha investito tutti i Paesi e principalmente quelli europei, Italia compresa, ha comportato significative ripercussioni anche sullo stato sociale, determinando una crisi di valori. Le preoccupanti analisi di diversi istituti di ricerca indicano un progressivo impoverimento dei cittadini, una maggior precarietà del mondo del lavoro, instabilità sociale e questo comporta certamente una ricaduta anche sul nostro mondo. Ma, tra gli scenari con cui ci confrontiamo, non dobbiamo dimenticare altri aspetti, quali l’andamento demografico italiano, ma anche i sempre più cogenti riferimenti alle Direttive Europee in materia sanitaria e trasfusionale nello specifico (accreditamento entro il 31 dicembre 2014). Dal punto di vista demografico i cambiamenti saranno significativi nei prossimi decenni e legati fondamentalmente a natalità/mutate aspettative di vita/flussi migratori/inurbamento: fattori questi che incideranno sul tessuto sociale e in ambito sanitario. Con tali previsioni appare evidente l’aumento di una popolazione potenzialmente destinata a supporto trasfusionale e ad un decremento di quella target per le nostre azioni di sensibilizzazione e promozione, con reale rischio di riduzione delle disponibilità donazionali. Dovremmo quindi affinare strategie correlate con il coinvolgimento di giovani, donne e nuovi cittadini, valutare la possibile modifica dei parametri di idoneità, porre attenzione ad un corretto utilizzo di sangue e dei suoi derivati. 16 In questi 86 anni di attività siamo stati capaci di giungere ad un radicamento capillare nel territorio, grazie alla nostra forte identità ed ai valori riconosciuti anche dall’esterno: Avis opera nel rinforzo delle motivazioni che hanno spinto la singola persona a diventare donatore, palesando il valore culturale, sociale, etico, pedagogico della nostra Associazione. E’ innegabile che il nostro “primum movens” è un valore, che potremmo definire “strumentale”, nel senso della sua specifica finalizzazione al raggiungimento di un obiettivo ben preciso e cioè la capacità di fornire una risposta efficace ad un bisogno di salute fondamentale, ma anche a sostenere il principio di equità delle cure. Partendo inoltre dall’assunto che attualmente operiamo con la certezza di risorse (peraltro provenienti quasi esclusivamente da un’unica fonte e limitate), è necessario ripensare in modo prospettico la nostra organizzazione, inserita nella programmazione generale, ma anche, laddove possibile, diversificando le entrate interagendo con soggetti non tipici, ma sensibili alla responsabilità sociale di impresa, con progettualità anche in ambito europeo. E’ peraltro necessario porre attenzione ad alcune possibili criticità insite nell’interazione con TRENTINO La goccia che vale gli Enti di riferimento, quali il rischio di operare alla stregua di un fornitore di servizi o una delle tante società cui esternalizzare un servizio, perdendo di vista le vere prerogative del volontariato, come la tutela dei cittadini e dei beni comuni, lo stimolo critico e propositivo nei confronti delle amministrazioni pubbliche, la sperimentazione di nuovi servizi, l’educazione alla solidarietà. Crediamo quindi che Avis possa continuare a dare un significativo contributo al sistema in quanto possiede tutte le caratteristiche riconosciute come essenziali per la migliore azione di interlocuzione e di reale partecipazione agli aspetti programmatori delle politiche sociali: - Possiede un’ampia base associativa ed è capillarmente distribuita e radicata sul territorio, dove ha creato un rapporto fiduciario con le istituzioni di riferimento e ha sviluppato reti con altre organizzazioni di volontariato; - Fa una ricognizione costante delle necessità, programmando e progettando gli interventi conseguenti; - Dimostra efficienza e trasparenza nella gestione delle risorse; - Promuove il volontariato, diffondendo la cultura della solidarietà, del dono, della gratuità con particolare attenzione ai giovani, comunicando valori. In base a queste considerazioni è opportuno però sottolineare che Avis, proprio per le sue peculiarità, storia, tradizione, competenze deve salvaguardare la propria autonomia, verificando costantemente che si operi in un modello di partecipazione e non correre il rischio di andare verso una istituzionalizzazione acritica.” Vincenzo Saturni, Presidente Avis Nazionale. 17 ASSEMBLEA REGIONALE Attività 2013 Si è svolta lo scorso 6 aprile a Pinzolo l’Assemblea Ordinaria dell’Avis del Trentino equiparata Regionale, il consueto appuntamento annuale per informare i soci sull’andamento dell’associazione, anticipando le future iniziative sul territorio. Hanno partecipato l’87% degli aventi diritto, quindi una percentuale molto alta, segno di un forte senso di appartenenza e di vita associativa. Ha aperto la riunione un video introduttivo sulla storia di Avis, un filmato storico sui motivi che spinsero il dottor Formentano nel 1926 a rivolgere un appello alla popolazione milanese, chiedendo il loro aiuto nelle donazioni di sangue. Successivamente la presidentessa Adriana Faccini ha preso la parola, relazionando sull’attività del 2013: un anno che “si è chiuso con un bilancio apparentemente negativo di raccolta, 23374 unità, 966 in meno rispetto al 2012 […] Bilancio negativo che va però inserito in un contesto nazionale che ha visto nel 2013 diminuire la richiesta con una media del 6/7% in qualche provincia anche dell’8% . Le motivazioni di questo calo di richiesta ci vengono spiegata dal controllo della spesa e che per noi significa anche una riduzione del personale medico ed infermieristico addetto alle sedute nei punti di prelievo, da metodi diversi di intervenire con la chirurgia e dal buon uso del sangue. Il nostro calo si limita al 4% circa nel 2013 […] la media degli ultimi tre anni è di 23.000 unità raccolte.” Nell’anno appena concluso i compiti principali sono stati l’adeguamento degli Statuti alla nuova struttura di Avis del Trentino, l’estensione del Documento Valutazione Rischi (DVR) per la sicurezza sul lavoro e la collaborazione nella stesura del Piano Sangue 2013-15; nello specifico sono TRENTINO La goccia che vale state organizzate 2 conferenze dei presidenti, 5 incontri formativi con la scuola delTriveneto, 2 sedute con i formatori che andranno a promuovere Avis nelle scuole, 1 confronto con i direttori sanitari, la festa del donatore in collaborazione con Aido e Admo, l’aggiornamento del sito e due pubblicazioni della nuova rivista “La goccia che vale”. Dopo il discorso della presidentessa, ha preso la parola il dottor Luciano Flor, direttore dell’Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari, il quale ha ricordato come l’APSS non sia da considerare un palazzo di Trento, ma un bene comune da considerare proprio. “Avis – ha commentato Flor – non è una figura terza con la quale ci rapportiamo, ma una parte dell’Azienda stessa, quindi il dialogo è continuo ed improntato al miglioramento, un processo quantitativo, ma soprattutto qualitativo, anche in relazione alle direttive europee, regole vincolanti per uniformare territori con abitudini diverse.” Sono intervenuti anche il dottor Andrea Lovisi, che ha illustrato come possa essere usato il gel piastrinico a scopo medico, ed il dottor Leonardo Pupi, che ha relazionato sull’attività della Commissione per il buon uso del sangue, nella quale rappresenta Avis. Per ultimo ha preso la parola il dottor Cutrupi, in rappresentanza del primario di Immunoematologia e Trasfusione dottor Attilio Cristallo: esso ha ricordato come nell’anno appena concluso tutti i nostri centri di raccolta abbiano ricevuto il benestare a proseguire l’attività, mentre prosegue di buon passo il percorso per ottenere l’accreditamento; tutti i documenti a breve saranno a disposizione dell’APSS, che li inoltrerà all’ente che si occupa di verificarli. 18 ATTIVITA’ 2014 Informazione e comunicazione per migliorarsi ATTIVITA’ PREVISTE PER IL 2014 Concordare e stipulare la convenzione con l’APSS in scadenza al 31 agosto 2014; Definire le collaborazioni mediche su Pergine, Arco e Banca del Sangue in scadenza anch’esse il 31 agosto 2014; Individuare con APSS un modello di raccolta che possa dimostrarsi più efficiente ed efficace in regime di controllo della spesa; Procede alla corretta stesura del registro soci, così come previsto dalla normativa vigente; Svolgere un corso di formazione presso la caserma della Guardia di Finanza; Provocare altri incontri per i formatori; Condividere altri seminari con la scuola di formazione del Triveneto; Formare il personale di segreteria all’uso del programma AVISNET, che sostituirà ASSOAVIS; Festa del donatore 2014; Mantenere efficiente e regolare la comunicazione tramite la rivista “La goccia che vale” ed il nostro sito internet. TRENTINO La goccia che vale 19 ATTIVITA’ DELL’AREA SCUOLA Coinvolgere sempre più i giovani: la sfida dell’area scuola Siamo tutti consapevoli che l’Avis ha come compito prioritario la diffusione della cultura del dono con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento dell’autosufficienza di sangue, ma siamo altrettanto convinti dell’importanza di sviluppare e promuovere sempre più la cultura della solidarietà al fine di favorire la disponibilità dei giovani all’impegno responsabile. L’Avis è sempre stata attenta a sviluppare costruttivi rapporti con il mondo della scuola. In generale è stato privilegiato l’aspetto della testimonianza diretta dei volontari che si sono proposti agli studenti con le loro testimonianze e le loro scelte di vita. Questo tipo di approccio ha certamente riscosso risultati positivi a livello di immagine, ma non sempre ha avuto altrettanta incisività nella trasformazione delle proposte verso la cultura della donazione. Per questi motivi l’Avis è chiamata a definire nuove linee per collaborare ti scolastici nella consapevolezza che la sinergia tra istituzioni scolastiche, associazioni e mondo volontariato possa contribuire al processo di formazione di una coscienza solidale che, assieme alla cultura del dono, costituiscono valori universali. In quest’ottica concretamente si prevede: - l’individuazione dei volontari disponibili per gli interventi nelle scuole; - l’organizzazione di incontri formativi; - la creazione di una rete di collaborazione con il mondo della scuola impostata con l’ausilio dei referenti (Presidenti e soci disponibili) operanti sul territorio; - incontri con i Dirigenti delle scuole per programmare gli interventi nelle classi; - individuazione dei docenti referenti. A tal fine è stato indetto un primo incontro il giorno 19 ottobre 2013 al quale hanno partecipato 17 volontari avisini disponibili a svolgere atti vità divulgativa in ambito scolastico. con il mondo della scuola. L’Area Scuola dell’Avis del Trentino intende proseguire sulla strada della diffusione delle azioni di sensibilizzazione rivolte alle nuove generazioni cercando di coinvolgere sempre più gli insegnanti e gli alunni degli istitu- Nel corso dell’incontro il dott. Fabrizio Zappaterra, il dott. Aldo Degaudenz e il prof. Giorgio Bertò hanno illustrato ai partecipanti le loro modalità di intervento nelle scuole, avvalendosi anche dell’ausilio di materiale audiovisivo. TRENTINO La goccia che vale 20 E’ stato poi proiettato un video divulgativo utilizzato dalle Avis di Mezzocorona e Mezzolombardo per introdurre gli interventi nelle classi. Le proposte presentate hanno offerto ai partecipanti degli utili spunti per far sì che gli interventi a livello locale partano da basi comuni che dovrebbero: - ruotare attorno al concetto di donazione che va al di là della specificità del dono di sangue per sviluppare la prospettiva più ampia della solidarietà; favorire un cammino sul piano dell’impegno civico e della cittadinanza solidale; - fornire riflessioni sul mondo del volontariato e della solidarietà quale esperienza importante per la crescita personale dei giovani; - far conoscere l’organizzazione ed i compiti dell’Avis; - illustrare gli aspetti tecnici legati specificatamente alla donazione di sangue; - sottolineare la necessità di adottare adeguati stili di vita; - informare in merito alle modalità di iscrizione (ora possibile anche on line). Inoltre, il giorno 8 marzo 2014 è stato organizzato un incontro per la presentazione del progetto “Rosso Sorriso la meraviglia del donare”, realizzato dall’Avis nazionale e Avis provinciale Bergamo, con la collaborazione di Oreste Castagna, autore e attore di Rai YoYo, Silvia Barbieri, regista teatrale e Bruno Bozzetto, fumettista e sceneggiatore italiano, che ha curato la parte grafica dell’iniziativa. All’incontro hanno partecipato 30 soci avisini e 5 insegnanti; era inoltre presente il dott. Zalla, in sostituzione della dott.ssa Ferrario, Dirigente Generale del Dipartimento provinciale della Conoscenza, che ha portato anche il saluto del Presidente della Provincia Ugo Rossi. Obiettivo del progetto “Rosso Sorriso” è quello di TRENTINO La goccia che vale raccontare ai bambini la meraviglia del donare, attraverso una fiaba e dei percorsi interattivi per far comprendere, in modo semplice e intuitivo, l’importanza del dono, della solidarietà e dell’altruismo. L’autore Oreste Castagna ha illustrato ai presenti tutta l’operatività del progetto ed ha fornito utili suggerimenti per l’utilizzo del DVD. A conclusione dell’incontro a tutti i partecipanti è stato consegnato il DVD in questione. Altri momenti formativi saranno organizzati nel corso dell’anno e, al fine di condividere le esperienze concrete per valorizzarle in modo utile per tutti, si invitano le Avis comunali a trasmettere all’Area Scuola le notizie riguardanti gli interventi divulgativi già effettuati sul territorio ed in particolare: - il nome dell’Istituto scolastico e la sede - la data di svolgimento - la classe visitata - il nominativo del referente Nel ricordare come il coinvolgimento dei giovani e del mondo della scuola in particolare sia fondamentale per la nostra associazione, auspichiamo la collaborazione di tutti per la realizzazione delle iniziative che verranno proposte. 21 SCUOLA DI FORMAZIONE Note per l’incontro di avvio del programma 2014-2015 Nell’incontro svoltosi ad inizio 2014 sono emersi alcuni spunti di riflessione, alla luce del lavoro svolto in precedenza per migliorare il nostro lavoro: alcuni soci si sono lamentati del fatto che gli incontri formativi, sembra siano stati dedicati alla “élite associativa”, con argomenti poco appetibili per la massa della dirigenza associativa; un altro aspetto molto importante è garantire a queste giornate una maggiore flessibilità, distribuendo durante l’anno 2-3 interventi di comunicazione a larga partecipazione (tipo seminario), alternati ad 3-4 interventi di formazione “qualificata” per gruppi ristretti, realizzando nel contempo (e non in alternativa) dei format disponibili per le attività formative locali. Un altra problematica emersa durante i lavori è quella di aumentare la funzione del web, valorizzando il sito dedicato con il contributo di docenti e formatori, oltre alla possibilità di organizzare corsi aperti e localizzati, a disposizione di tutte le nostre realtà associative. La giornata è poi proseguita con un’analisi sui punti di forze e quelli deboli della Scuola di Formazione Trivento: secondo i partecipanti le positività emerse da questo percorso sono la creazione del Comitato Guida, la completezza del progetto e l’alto numero d’iniziative registrate sul territorio; di contro le criticità sono l’organizzazione, la troppa invadenza con Avis renitenti alla formazione ed il passaggio dalla quantità alla qualità. Il Comitato Guida è una realtà voluta ad inizio del percorso, formata da diversi soggetti provenienti da tutte le province trivenete, che ha il compito di decidere quali siano le problematiche urgenti d’affrontare, tramite un continuo confronto tra i componenti. La completezza del progetto è migliorabile facendolo diventare in continua evoluzione, modulabile quindi alle esigenze di un singolo territorio. Molta soddisfazione è stata espressa anche a li- TRENTINO La goccia che vale vello nazionale per le numerose iniziative organizzate dalle singole Avis, ma spesso quest’attività è poco valorizzata perché non pubblicizzata: occorre curare maggiormente i resoconti, raccogliendoli assieme alle foto ed ai commenti degli organi d’informazione per promuovere ulteriormente le nostre iniziative. Passando alle criticità, la prima individuata è l’organizzazione, che deve essere calata nei singoli territori: ogni Avis regionale dovrebbe nominare un responsabile, il quale s’attiverà per creare una squadra locale per incrementare la formazione. Deve essere anche rivista l’idea di convincere tutti assolutamente: compito della Scuola di Formazione è preparare gli interessati, non stufare persone che tanto non ascolterebbero durante gli incontri; le armi migliori in questo caso possono essere la continuità e la consuetudine, facendo diventare la formazione quindi un’esigenza, non una seccatura. Ultimo problema riscontrato è il passaggio da un programma quantitativo, rivolto ad una moltitudine di persone e quindi dispersivo, ad uno qualitativo, distinguendo tra interventi formativi (max 15/20 partecipanti) e convegni/seminari aperti ad un pubblico più ampio. 22 FORMAZIONE AVIS TRIVENETO Calendario del programma 2014-2015 TIPO CORSO Seminario Seminario Formazione Seminario Formazione Formazione Seminario Laboratori Formazione Laboratori TRENTINO DATA 21 giugno 2014 9:30-12:30 14:00-17:00 5 luglio 2014 9:30-12:30 14:00-17:00 19 luglio 2014 14:00-18:00 6 settembre 2014 9:30-12:30 14:00-17:00 4 ottobre 2014 9:30-13:30 25 ottobre 2014 14:00-18:00 gennaio 2015 9:30-12:30 14:00-17:00 31 gennaio 2015 9:30-13:30 7 febbraio 2015 9:30-13:30 marzo/ aprile 2015 TEMATICA TRATTATA Il libro bianco di Avis: analisi e prospettive (mattina); la Carta Etica: un valido strumento di riflessione sulla coesione e sulla crescita della nostra Associazione (pomeriggio) “L’Avis dalla nascita ad oggi: leggi, statuti e regolamenti che ci disciplinano.” LUOGO RELATORI Trento Trentino Argentoni (AVIS nazionale) carta etica, Scaratti (Università Cattolica) Libro Bianco Bonotto, Magarotto, Marchi (AVIS regionale Veneto) Maserada (TV) Veneto Disponibilità a lavorare in equipe, capacità M e s t r e Relatori da definire di confrontarsi e lavorare per obiettivi (VE) Veneto Il rapporto con le strutture pubbliche ed il Friuli Spalliviero, De Angelavoro in rete Venezia lis, Breda Giulia Avis nelle scuole: strumenti educativi di promozione al dono e alla cittadinanza attiva Verona Veneto La gestione dei gruppi e la trasformazione creativa dei conflitti interni Padova Veneto Lato (AVIS Nazionale) e relatori da definire Relatori da definire L’accoglienza e la relazione con il donatore Luogo da Relatori da definire nel centro di raccolta (mattina); la comuni- definire cazione: come gestire una campagna informativa (pomeriggio) Il bilancio sociale come strumento di comuTrento Docente Facoltà di nicazione esterna Trentino Economia di Trento Qualità e sicurezza nel sistema trasfusiona- Conegliano le. La nomrativa e il ruolo delle Associazioni (TV) dei donatori Veneto CONTENUTI DA CONDIVIDERE E DE- Belluno FINIRE (es: se ne emerge la necessità nel Veneto corso del seminario, potremmo proporre un’approfondimento su carta etica) La goccia che vale Saturni (presidente AVIS Nazionale Relatori da definire 23 BUONE PRASSI Notizie dalle comunali VALLE DI CEMBRA - Gli eroi delle fiabe che siamo abituati a leggere hanno una corazza, una spada, cavalcano un bianco destriero e solitamente devono liberare una principessa dalle grinfie di una strega cattiva. Gli eroi di questa storia, i “Gabry’s Fighters”, invece, hanno un’altra missione: in sella alla loro bicicletta, dal 22 al 28 giugno, parteciperanno alla “Duchenne Heroes”, una gara tra le Alpi e le Dolomiti. Un percorso impegnativo, di centinaia di chilometri, con uno scopo preciso: dare il loro aiuto nella lotta contro una “strega” chiamata Duchenne. La Duchenne è una forma di distrofia causata dall’assenza della distrofina nelle cellule muscolari, che costringe alla carrozzina fin dalla tenera età. Da questa malattia è affetto Gabriele, un bambino di 11 anni residente in Valle di Cembra. Dal suo nome deriva quello della squadra, i “Gabry’s Fighters”: Marco Zendron, Matteo Zendron, Giuseppe Tonezzer, Tiziano Dallagiacoma e Claudio Volcan. Questi “eroi”, oltre a versare sudore in sella alla bici, compiendo notevoli dislivelli durante la gara, in questi mesi si sono impegnati a organizzare eventi e cercare sponsor per raccogliere fondi da destinare a “Parent Project Onlus” associazione che si occupa, oltre che della ricerca, anche del sostegno alle famiglie che convivono con questa malattia. Come in tutte le fiabe, questi eroi non sono soli: possono contare sull’aiuto di amici e volontari. Si sa che “l’unione fa la forza” e da questo punto di vista, si è creata una bella sinergia tra i “Fighters” TRENTINO La goccia che vale e varie associazioni locali, sinergia che ha permesso di fare tanto. In questi mesi si sono svolti tanti eventi: ciaspolate, serate musicali, spettacoli teatrali e cene. Una missione impegnativa, quindi, ma che sta riuscendo. Anche Avis Valle di Cembra, associazione che ha a cuore la salute, da un paio d’anni ha deciso di dare un contributo a questa “lotta”, sponsorizzando i “Fighters”. Squadre come la “nostra” sono sparse su tutto il territorio italiano; tuttavia anche atleti singoli partecipano a questa missione. Missione che, come abbiamo detto anche in precedenza, ha un duplice scopo: far sentire la propria vicinanza a chi con la Duchenne ci convive e aiutare la ricerca affinchè si trovi una cura. Perché, come in tutte le fiabe, sarebbe auspicabile un lieto fine. Chi volesse far parte di questa e dare un contributo, così come ha fatto anche Avis, Trova tutte le informazioni per farlo sul sito www.duchenneheroes.it. 24 BUONE PRASSI Notizie dalle comunali PERGINE - Quest’anno il tempo meteorologico ha baciato con una bellissima giornata di sole la 16esima edizione della “Pedalata per la vita”, appuntamento ormai storico organizzato da Zock Gruppe e molte altre associazioni perginesi in favore di Ail: una giornata di sport e festa per raccogliere fondi destinati alla ricerca; quest’anno erano circa 3.800 i partecipanti alla biciclettata, una manifestazione alla quale partecipa anche l’Avis comunale di Pergine con un gazebo informativo presso l’arrivo della corsa e lungo il percorso con un mini tracciato dedicato ai piccoli corridori. «Con il danaro raccolto da iscrizioni e lotteria» spiega Roberto Valcanover, vicepresidente di Ail «ci occuperemo in primo luogo del sostegno alle famiglie trentine colpite da questa malattia; in secondo luogo i soldi serviranno a finanziare borse di studio per sei medici specializzandi in ematologia e un’ostetrica presso il S. Chiara per la raccolta del sangue cordonale, per i trapianti. Ringraziamo tutti i partecipanti, ma anche gli oltre cinquecento volontari che danno una mano per realizzare questo importante avvenimento.» TRENTINO La goccia che vale 25 BUONE PRASSI Notizie dalle comunali BASELGA DI PINE’ - Diventare donatore di sangue rappresenta un gesto generoso di solidarietà che deve essere accompagnato da una forte assunzione di responsabilità, è un compito che richiede attenzione e cura costante per il proprio corpo, affinché la donazione non sia di danno né a chi dona né a chi riceve il dono. Ecco perché lo sport, che in tutte le sue manifestazioni favorisce uno stile di vita sano e diffonde un modello di inclusione sociale e rispetto del prossimo, rappresenta un’occasione unica per promuovere la cultura della donazione e del dono, le abitudini di vita corrette e positive, la responsabilità individuale a favore del bene comune. Un esempio virtuoso del binomio vincente tra donazione e sport è la collaborazione tra AVIS e Energy Pinè, la squadra di dragonboat che da quattro anni vince il Campionato provincia- le UISP. Gli atleti che compongono l’equipaggio sono impegnati in prima persona nella donazione di sangue e si impegnano a portare AVIS e il messaggio della donazione sui laghi del Trentino e nelle competizioni fuori provincia. UN TWEET DA TRENTO Buoni propostiti per il nuovo mandato... Nello scorso numero della “Goccia che vale” avevamo chiesto un proposito ad ogni presidente di una Comunale, ma nella fretta di chiudere il numero non ci siamo accorti di un nostro grossolano errore: abbiamo infatti saltato il commento della nostra sorella maggiore, ovvero l’Avis comunale di Trento, presieduta da Patrizia Suligoi, alla quale porgiamo le nostre scuse, estese a tutti i soci avisini del capoluogo. Ecco il proposito della presidentessa Suligoi: Vogliamo migliorare la diffusione della cultura della donazione, specialmente tra i giovani, mantenendo altresì l’attività di quanti già si adoperano per il raggiungimento dell’autosufficienza di sangue e emoderivati. Patrizia Suligoi - Trento TRENTINO La goccia che vale 26 del Trentino equiparata Regionale NOTE INFORMATIVE Perchè donare sangue Per rispondere alla crescente necessità di sangue negli ospedali, nelle cliniche e nelle case di riposo. Per esprimere solidarietà umana e sociale. Per partecipare concretamente ai bisogni sanitari della comunità e per collaborare alla autosufficienza provinciale e nazionale La proposta AVIS AVIS considera il dono del sangue un atto di grande sensibilità verso gli altri. Il donatore AVIS dona in forma anonima, gratuita, periodica, consapevole ed associata. I periodici controlli sulla salute del donatore garantiscono la massima qualità del sangue raccolto. Chi può donare Tutte le persone in età da 18 a 65 anni (60 anni per i nuovi donatori) che siano esenti da malattie invalidanti, che pesino almeno 52 Kg e che conducano una vita sana e regolare. Non si fanno distinzioni di sesso, razza, religione e origini etniche. TRENTINO La goccia che vale 27 Centri di raccolta del sangue Sangue intero Banca del Sangue di Trento Rovereto Arco Borgo Valsugana Cavalese Cles Mezzolombardo Pergine Valsugana Tione Aferesi (solo alcune componenti del sangue) Via Malta, 8 Ospedale Ospedale Ospedale Ospedale Ospedale Ospedale Ospedale Ospedale Banca del sangue di Trento Rovereto Via Malta, 8 Ospedale Modalità di iscrizione si compila un modulo di iscrizione riitirabile direttamente o richiesto via mail a: Sede AVIS di Trento Via Sighele n. 7 - tel. 0461.916173 - fax 0461.916988 - E-mail: [email protected] apertura ufficio da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 17.00 Sede AVIS di Rovereto Via Mozart n. 3 - tel. 0464.410017 - E-mail: [email protected] apertura ufficio da lunedì a venerdì dalle 8.15 alle 12.15 Alla presentazione della domanda viene rilasciata richiesta per esami, gratuiti, di laboratorio da eseguire presso il centro di raccolta scelto dal richiedente. Al termine degli esami di idoneità, il richiedente viene invitato a visita medica sempre gratuita. Superate positivamente le verifiche il richiedente viene invitato alla prima donazione. Tra la domanda di iscrizione e la prima donazione trascorrono al massimo 60 giorni. Per informazioni visitare il sito: www.avis.it/regioni/trento