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RICOMINCIAMO !! - Diocesi di Assisi - Nocera Umbra
N. 1 GENNAIO 2014 - ANNO XXXII - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983 RICOMINCIAMO !! LA PAROLA DEL VESCOVO RICOMINCIAMO Quale parola più appropriata per l’inizio di un anno? Persino a suon di proverbi: “Anno nuovo vita nuova!”. Il cristianesimo è nato come annuncio di novità. Cristo è la novità, la sorpresa di Dio nel mondo. Lo sarà fino alla fine. Il libro dell’Apocalisse, programma dei “nuovi cieli e della nuova terra”, vibra della promessa di Dio: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap. 21,5). Al bando lo scoraggiamento. Non è cristiano. Ci possono essere mille motivi per arrendersi alle fatiche del quotidiano, ma ce n’è uno che li bilancia tutti sul versante della speranza: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). I mesi che abbiamo davanti sono di particolare importanza nel cammino della nostra Chiesa. Il Sinodo diocesano chiama le comunità a una riflessione corale, che ci faccia prendere coscienza dei nostri contesti e dei nostri problemi, per interrogarci su quello che il Signore ci chiede. Attraverso la riflessione comune cresce innanzitutto la consapevolezza di essere una grande famiglia. Ci scambiamo i nostri punti di vista per poter meglio decifrare la realtà. Il cammino non è tutto da inventare. È , in fondo, il cammino di sempre, il vangelo. Nient’altro che il vangelo. Ma applicato al nostro tempo, vissuto con entusiasmo rinnovato, sorprendendoci ancora per quanto il Signore ha fatto per noi. Dentro il cammino di sempre ci sono cose che non mutano, ma anche cose che devono essere mutate. Non si può essere prigionieri del “si è fatto sempre così”. Sarebbe altrettanto insano immaginare un Chiesa e un mondo in cui cambia tutto. Il nostro cammino di Chiesa – non lo dimentichiamo – si intreccia al faticoso cammino della società in questo momento di crisi. Il Sinodo è anche attenzione a ciò che ci sta intorno. Specialmente al mondo della povertà, nelle sue mille espressioni. Auguri di Buon Anno a tutti! + Domenico, vescovo SOMMARIO Editoriale del vescovo Il cammino sinodale 2 Il Vescovo in Messico 4 6 8 Un ponte per la pace 9 Il ricordo di alcuni personaggi Giovani preti in ritiro Ritiro del clero Capitolo monache Agostiniane Studenti in visita al Vescovado Agenda di GENNAIO 2014 2 Chiesa Insieme GENNAIO 2014 10 11 12 IN CAMMINO SINODALE I. Introduzione sulla natura e finalità del sinodo diocesano Il canone 460 descrive il sinodo diocesano come “riunione (‘coetus’) di sacerdoti e di altri fedeli della Chiesa particolare, scelti per prestare aiuto al Vescovo diocesano in ordine al bene di tutta la comunità diocesana”. 1. La finalità del sinodo è quella di prestare aiuto al Vescovo nell’esercizio della funzione, che gli è propria, di guidare la comunità cristiana. Tale scopo determina il particolare ruolo da attribuire nel sinodo ai presbiteri, in quanto “saggi collaboratori dell’ordine episcopale e suo aiuto e strumento, chiamati al servizio del popolo di Dio”. Ma il sinodo offre anche al Vescovo l’occasione di chiamare a cooperare con lui, insieme ai sacerdoti, alcuni laici e religiosi scelti, come un modo peculiare di esercizio della responsabilità, che concerne tutti i fedeli, nell’edificazione del Corpo di Cristo. Il Vescovo esercita, anche nello svolgimento del sinodo, l’ufficio di governare la Chiesa affidatagli: decide la convocazione, propone le questioni alla discussione sinodale, presiede le sessioni del sinodo; infine, quale unico legislatore, sottoscrive le dichiarazioni e i decreti e ne ordina la pubblicazione. Il sinodo è, in questo modo, “contestualmente e inseparabilmente, atto di governo episcopale ed evento di comunione, esprimendo così quell’indole di comunione gerarchica che appartiene alla natura profonda della Chiesa”. Il Popolo di Dio non è, infatti, un aggregato informe dei discepoli di Cristo, bensì una comunità sacerdotale, organicamente strutturata fin dall’origine conformemente alla volontà del suo Fondatore, che in ogni diocesi fa capo al Vescovo come principio visibile e fondamento dell’unità e unico suo rappresentante. Qualunque tentativo, quindi, di contrapporre il sinodo al Vescovo, in virtù di una pretesa “rappresentanza del Popolo di Dio”, è contrario all’autentica impostazione dei rapporti ecclesiali. 2. I sinodali sono chiamati a “prestare aiuto al Vescovo diocesano” formulando il loro parere o “voto” circa le questioni da lui proposte; tale voto è detto “consultivo” per significare che il Vescovo è libero di accogliere o meno le opinioni manifestate dai sinodali. Tuttavia, ciò non significa trascurarne l’importanza, quasi fosse una mera consulenza “esterna”, espressa da chi non ha alcuna responsabilità nell’esito finale del sinodo: con le loro esperienze e i loro consigli, i sinodali collaborano attivamente nell’elaborazione delle dichiarazioni e dei decreti, che verranno giustamente chiamati “sinodali”, dai quali il governo episcopale della diocesi ricaverà in futuro ispirazione. Da parte sua, il Vescovo dirige effettivamente le discussioni durante le sessioni sinodali e, da vero maestro della Chiesa, insegna e corregge quando occorre. Dopo aver sentito i membri, a lui spetta il compito di discernimento, e cioè di “esaminare tutto e ritenere ciò che è buono”, nei confronti dei diversi pareri espressi. Sottoscrivendo, terminato il sinodo, le dichiarazioni e i decreti, il Vescovo impegna la sua autorità in tutto quanto in essi si insegna o si comanda. La potestà episcopale viene in questo modo attuata in conformità al suo significato autentico, e cioè non come imposizione di una volontà arbitraria, ma come un vero ministero, che comporta “ascoltare i sudditi” e “chiamarli a cooperare alacremente con lui”, nella comune ricerca di ciò che lo Spirito chiede nel momento presente alla Chiesa particolare. 3. Comunione e missione, in quanto aspetti inscindibili dell’unico fine dell’attività pastorale della Chiesa, costituiscono il “bene di tutta la comunità diocesana” che il can. 460 indica come scopo ultimo del sinodo. I lavori sinodali mirano a fomentare la comune adesione alla dottrina salvifica e a stimolare tutti i fedeli alla sequela di Cristo. Poiché la Chiesa è “inviata al mondo ad annunziare e testimoniare, attualizzare ed espandere il mistero di comunione che la costituisce”, il sinodo cura anche di favorire il dinamismo apostolico di tutte le energie ecclesiali sotto la guida dei legittimi Pastori. Nella convinzione che ogni rinnovamento comunionale e missionario ha come indispensabile premessa la santità dei ministri di Dio, non dovrà in esso mancare un vivo interessamento per il miglioramento del costume di vita e della formazione del clero e per lo stimolo delle vocazioni. Il sinodo, quindi, non solo manifesta e attua la comunione diocesana, ma anche è chiamato a “edificarla” con le PREGHIERA PER IL SINODO O Cristo, nostra via, a te ci affidiamo, in te confidiamo. Sulle tue orme desideriamo camminare, ascoltando la tua Parola, e con essa avviandoci al Sinodo che ci impegnerà a riflettere e a decidere, perché la fede in te torni ad essere, in queste nostre terre benedette, criterio di vita, principio di amore, motivo di speranza. Rendici capaci di “camminare insieme”, mettendo insieme i nostri doni. Effondi su di noi il tuo Santo Spirito, perché i nostri pensieri e le nostre parole vengano solo da te e sempre tornino a te. Ascolta la voce della Vergine Madre e dei nostri Santi, che intercedono per noi. Sii sempre, Gesù, benedetto, con il Padre e lo Spirito Santo, Dio unico e trino, nei secoli eterni. Amen. Chiesa Insieme GENNAIO 2014 3 sue dichiarazioni e i suoi decreti. Occorre perciò che nei documenti sinodali venga operosamente accolto il Magistero universale e applicata la disciplina canonica alla diversità propria di quella determinata comunità cristiana. In effetti, il ministero del Successore di Pietro e il Collegio Episcopale non sono una istanza estranea alla Chiesa particolare, ma un elemento che appartiene “dal di dentro” alla sua stessa essenza ed è a fondamento della comunione diocesana. In questo modo, il sinodo contribuisce anche a configurare la fisionomia pastorale della Chiesa particolare, dando continuità alla sua peculiare tradizione liturgica, spirituale e canonica. Il patrimonio giuridico locale e gli indirizzi che hanno guidato il governo pastorale sono in esso oggetto di accurato studio, al fine di aggiornare, ripristinare o completare eventuali lacune normative, di verificare il raggiungimento degli obiettivi pastorali già formulati e di proporre, con l’aiuto della grazia divina, nuovi orientamenti. Marciare verso il Sinodo significa non solo guardare alle cose da “dibattere”, ma ancor prima considerare, con animo grato, quanta bellezza il Padre ha riservato alla nostra comunità diocesana. Lo vogliamo fare anche attraverso la presentazione di volti noti nelle nostre comunità parrocchiali: fratelli e sorelle che hanno abitato queste nostre terre benedette ed il loro territorio spirituale, lì dove l’amore si fa esperienza. Quella stessa che abbiamo potuto cogliere nella loro testimonianza di vita cristiana. E che ha lasciato un’impronta nel cammino verso la pienezza del Cristo, verso la nostra vera casa, Tenda non fatta da mani d’uomo. In questo numero ricordiamo le figura di don Lamberto Petrucci, parroco di Viole per oltre 60 anni, e Manuela Marinelli, morta lo scorso novembre a 51 anni. BURBERO E AUSTERO - GENEROSO E AMOREVOLE A San Vitale di Assisi, due giorni per don Lamberto Petrucci. La piazza porta il suo nome di: Andrea Catanossi Un parroco insostituibile e un maestro indimenticabile, che amava con tutto il cuore la sua terra. Questo è quanto possiamo ricavare dalle due giornate commemorative in memoria di Don Lamberto Petrucci che si sono svolte Sabato 30 novembre e Domenica 1 dicembre presso la chiesa di San Vitale. Dieci anni dopo la scomparsa, il paese, insieme alle autorità civili e religiose, si è unito nel luogo dove, il parroco, per 66 anni ha celebrato la s. messa al fine di ravvivare il suo ricordo e attribuirgli la piazza antistante. Durante l'emozionante pomeriggio del sabato, i molteplici interventi, tra i quali quello del vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, hanno ricordato il suo carattere burbero, austero ma al tempo stesso generoso e amorevole. Monsignor Orlando Gori ha ripercorso tutta la sua vita tracciando contemporaneamente anche tutta la storia del paese dal 1934 fino agli anni della sua morte. Sempre durante la sua commemorazione altri paesani hanno messo in evidenza l'attaccamento di Don Lamberto all'asilo “SS.ma Regina delle Rose” fondato dal parroco stesso come voto alla Madonna delle Rose nel periodo bellico per i soldati impegnati sul fronte. Oltre alla missione sacerdotale sono stati più volte sottolineati: il suo fervore per l'azione cattolica, che lo vedeva impegnato come animatore in tutto il vicariato, la sua professionalità di insegnante e la sua passione per la montagna, della quale sono testimonianza le foto esposte nella mostra dedicatagli nella sala parrocchiale (realizzata grazie alla collaborazione di tutte le associazioni del paese). 4 Chiesa Insieme GENNAIO 2014 Durante la giornata di Domenica, la s. messa, allietata dai canti dei bambini dell'asilo, è stata celebrata dall'ex parroco viciniore Don Bruno Baldoni, il quale, durante l'omelia, ha rievocato la figura di Don Lamberto come uomo pieno di generosità e amore. Al termine della celebrazione i parrocchiani, insieme all'attuale parroco Don Cesare Provenzi, hanno deposto una corona di fiori sulla tomba come segno di gratitudine e affetto. Due giorni, in cui non abbiamo solo ricordato un parroco, bensì momenti di crescita collettiva, che sono serviti alla comunità per rinsaldare e trasmettere i valori caposaldo del nostro amato parroco: devozione e grandezza d'animo. “PER ME LA SOFFERENZA È UN REGALO DI CRISTO” di: M. Luigi Merli Il giorno 30 Novembre 2013 è terminata la breve esistenza di Manuela Marinelli: aveva 51 anni. La malattia, negli ultimi due anni, è stata la sua compagna inseparabile. Impressionante e commovente come, questa nostra sorella nella fede, abbia vissuto in serena simbiosi con la dura realtà di ogni giorno. Ella non ha mai pronunciato il termine “sofferenza” neppure nei momenti più duri, quando ancora sperare era un mera illusione. Leggendo il il brano delle Beatitudini, così commentava:“Io non sono degna di soffrire, per me la sofferenza è un regalo di Cristo: è Lui che l’ha abbracciata per primo, per dimostrarmi quanto mi voglia bene. Come, molte volte, sciupiamo la nostra vita inseguendo beni utili sì, ma se fatti fine a se stessi, sono profondamente effimeri: se considerassimo di più la bellezza e la grandezza dell’amore di Dio, come saremmo più contenti d’impegnarci per Lui, saremmo così più in pace con noi e con gli altri. Ma per fare ciò abbiamo bisogno, come afferma S. Agostino (… e lei era un’appassionata di questo santo) di raccoglierci in noi stessi, per qualche momento, e ascoltare quella voce che chiama … è permesso? ... posso entrare? ...” …”Ringrazio tanto Dio che non mi ha fatto riscoprire la Fede, ma me l’ha fatta TROVARE”. Commovente l’espressione rivoltami un pomeriggio, diver- si mesi or sono, prima di ricevere i Sacramenti “ Questa sera no, voglio prepararmi ancora meglio per gustare l’attesa di un dono così sublime di Dio … ma domani mattina venga presto, appena possibile, sarà quello un momento in cui potrò tuffarmi e sperdermi nell’amore del mio Creatore”: non c’è stata notte più lunga! Nelle sue riflessioni e preghiere aveva con Dio un dialogo famigliare, sino ad arrivare a quest’affermazione: “Lui (Gesù) pensa che io m’inquieti trovandomi in queste situazioni, ma si sbaglia di grosso: lo amo tanto e ringrazio continuamente”. Sensibilissima verso coloro che l’hanno assistita, parenti, amici, personale medico e paramedico, soprattutto verso suo marito Giovanni, al quale un giorno disse: “Quante difficoltà ti creo con la mia salute!”. Esemplare la risposta immediata di lui: “Quando ci sposammo promisi di esserti vicino nella buona e nella cattiva salute; in questo momento mantengo fede affezionatamente a quanto allora ti promisi davanti all’Altare; se tu sapessi come ti voglio bene!”. Tantissime altre testimonianze ci sarebbero ancora da annotare. Sono proprio vere e consolanti, per chi crede, le affermazioni della Sacra Scrittura: “Le anime dei giusti sono nelle mani del Signore, nessun tormento le toccherà”. Tema di approfondimento per Consigli Pastorali Parrocchiali, per il mese di gennaio, nella scansione dei lavori sinodali: la trasmissione della fede e la cristi della fede. UNA PRESENZA RASSICURANTE Mons. Sorrentino celebra Santa Barbara presso la compagnia dei VF di Assisi In occasione della memoria di Santa Barbara, patrona del corpo, i vigili del fuoco di Assisi, a dieci anni dall’inaugurazione della nuova sede, hanno voluto celebrare solennemente la ricorrenza. È stato mons. Sorrentino a presiedere la celebrazione eucaristica a cui hanno preso parte anche il vicario generale, mons. Maurizio Saba, p. Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento e p. Egidio Canil. Presenti, oltre ai familiari dei vigili, anche autorità civili e militari. Tra di essi i sindaci di Assisi, ing. Claudio Ricci, e quello di Bastia, Stefano Ansideri. Mons. Sorrentino ha colto l’occasione per ringraziare il Corpo dei Vigili del Fuoco per il loro l’operato. La loro, ha sottolineato il presule è una presenza rassicurante. L’ingegnere Maurizio Fattorini, funzionario del Comando dei Vigili del Fuoco di Perugia, ha espresso gratitudine al vescovo e agli intervenuti. Quindi la serata si è conclusa con una cena a cui hanno partecipato tutti i presenti. Chiesa Insieme GENNAIO 2014 5 SURREXIT CHRISTUS SPES MEA L’essere in Cristo è l’anima del ministero dell’evangelizzazione. I giovani preti in ritiro. di: don Maurizio Saba Il giorno 2 dicembre 2013, presso Villa La Quiete di Foligno, buona parte dei giovani sacerdoti della nostra diocesi si sono ritrovati per un momento di riflessione e preghiera sulla spiritualità sacerdotale. Mons. Gualtiero Sigismondi ha guidato la riflessione, ricordando che il “prete” è opera dello Spirito, il quale “garantisce”, “scolpisce”, “non impedisce”! Ed è l’opera dello Spirito unita alla libertà della persona che abilita ad essere servi mansueti, umili, docili, zelanti, fedeli, buoni, saggi, fermi … Ovviamente, proprio tale incontro sinergico ci dice che non i sacerdoti non sono preservati dalle tentazioni: trascurare il dono di Dio; illusione di sentirsi “padroni” della “vigna del Signore”; pretesa di raccogliere ciò che è stato seminato … Il vescovo di Foligno, quindi, è passato a illustrare le varie “malinconie” del prete. Quelle stesse che rischiano di rendere la sua vita di un grigiore sconfortante, allontanandolo dalla gioia traboccante del Signore Gesù Cristo. Davvero il problema più urgente della Chiesa di oggi, ha sostenuto il presule, è la debolezza spirituale del prete. Infine ha voluto sottolineare come in tanti atteggiamenti della vita del prete si celi la paura di una obbedienza incondizionata. Mentre il “non temere”, della Parola di Dio, è la porta per un “si” totale. L’incontro si è concluso con l’agape fraterna, ulteriore momento di comunione. Mons. Sigismondi ha lasciato ai giovani preti la lettera inviata al presbiterio di Foligno, all’inizio della fede. La riportiamo di seguito. Crediamo possa essere utile anche a chi è sacerdote da tempo e ai fratelli e sorelle “laici”. Fratello carissimo, la nuova evangelizzazione più che di nuovi metodi e di risorse tecniche ha bisogno di evangelizzatori che abbiano profonda esperienza della fede, nutrita dal Vangelo. Vero discepolo del Signore è colui che sa ciò che dice il Maestro. Non si può essere, infatti, al servizio degli uomini senza attingere la linfa vitale per il ministero dalla duplice mensa della Parola e dell'Eucaristia. "Siate amici della parola di Dio - era solito dire san Giovanni d'Avila -, leggendola, parlando la, operandola". Se è vero che la Scrittura comprende la vita è altrettanto vero che la vita interpreta la Parola. Non si tratta di cercare nelle Scritture la proiezione delle proprie idee: occorre lasciarsi interpellare dalla Parola e, insieme, interrogarla, entrando con essa in un dialogo vivo, che non ignora né l'urgenza delle domande attuali, né la libera, sorprendente novità dello Spirito, che suggerisce le parole da dire. "Ho creduto, perciò ho parlato" (cf. 2Cor 4,13): questa è la regola fondamentale da osservare prima di prendere la parola. La fede è, infatti, il presupposto della predicazione, e tuttavia "la fede viene dall'ascolto" (Rm 10,17). "Ho creduto, perché ho ascoltato". È a partire da questa affermazione icastica che, all'inizio dell' Anno della fede, è opportuno richiamare l'attenzione sul fatto che dove opera un sacerdote zelante, un uomo di vita santa, la fede cresce, mentre dove opera un sacerdote tiepido, tutto si estingue. "E perché non sembri offensivo per qualcuno quello che sto per dire - scrive san Gregorio Magno -, accuso nel medesimo tempo anche me ( ... ). Ci siamo ingolfati in affari terreni, e altro è ciò che abbiamo assunto con l'ufficio sacerdotale, altro è ciò che mostriamo con i fatti. Noi abbiamo il ministero della predicazione ( ... ), ma forse piuttosto a nostra condanna, dato che possediamo il titolo 6 Chiesa Insieme GENNAIO 2014 onorifico e non le qualità. Coloro che ci sono stati affidati abbandonano Dio e noi stiamo zitti. Giacciono nei loro peccati e noi non tendiamo loro la mano per correggerli. Ma come sarà possibile che noi emendiamo la vita degli altri se trascuriamo la nostra? Tutti rivolti alle faccende terrene, diventiamo tanto più insensibili interiormente, quanto più sembriamo attenti agli affari esteriori ( ... ). Posti a custodi delle vigne, non custodiamo affatto la vigna, perché, implicati in azioni estranee, trascuriamo il ministero che dovremmo compiere" (Omelie sui Vangeli, 17,3). Fratello carissimo, consapevole che il vescovo deve essere vicino ai sacerdoti - primi e preziosi collaboratori - con quell'amore paterno che sa sostenere, incoraggiare, correggere e perdonare, richiamo la tua attenzione sullo stile della nostra vita ministeriale, osando proporre alcune domande un po' impertinenti ma non irriverenti. "Ci siamo assunti l'ufficio sacerdotale - lamenta san Gregorio Magno -, ma non compiamo le opere che l'ufficio comporta". - Che ne è, ogni giorno, della tua vita di preghiera? Qualora riservassi al silenzio della meditazione e dell'adorazione solo uno scampolo di tempo è il sintomo che non stai bene! Per approfondire la diagnosi chiediti se adempi fedelmente la Liturgia delle ore, impegno che ti sei liberamente assunto davanti al popolo di Dio. Per essere concreto verifica se il Breviario è sepolto sulla tua scrivania o se è velato di polvere su qualche scaffale con la scusa che ormai lo scarichi da internet. Non oso chiederti se hai delegato permanentemente alle "pie donne" la Recita del santo Rosario! - Fai gli esercizi spirituali tutti gli anni, come la sollecitudine materna della Chiesa domanda, oppure non ricordi nemmeno quando, dove e chi te li ha predicati l'ultima volta? Se cerchi di giustificarti dicendo che la vita pastorale non te lo permette non dici il falso ma nemmeno il vero. Se poi pensi di aver commutato gli esercizi con un pellegrinaggio o con un corso di aggiornamento pastorale ti sbagli, rischi di diventare "tiepido, né freddo né caldo" (cf. Ap 3,15-16). - Da quanto tempo non ti confessi? Questa domanda che sei solito fare ai penitenti hai dimenticato di rivolgerla an- zitutto a te? Non sarà, forse, che la fuga ormai cronica dei fedeli dal confessionale ha trovato nei preti e nei religiosi dei precursori? Del resto, per essere buoni confessori è necessario rimanere umili penitenti, che si accostano assiduamente al sacramento della Riconciliazione e non si sentono dispensati a vita dalla direzione spirituale. - Quando sali all'altare, spesso trafelato perché corri da una parrocchia all'altra, credi fermamente di "astare coram Deo "? Sei cosciente che lo stare alla presenza del Signore deve essere sempre anche un prendersi cura del suo popolo? Quando celebri la Messa qual è l'intenzione che ti guida? Non intendo l'applicazione, che non ti autorizza a moltiplicare le Messe binate o trinate e plurintenzionali! Quale "servo premuroso del popolo di Dio" ti ricordi che sei tenuto a celebrare la Messa pro populo e che nulla ti vieta di farlo non solo la domenica? - Nell'avvicinarti all'ambone sei cosciente che devi credere sempre ciò che proclami e insegnare ciò che hai appreso nella fede, vivendo ciò che insegni? Quando tieni l'omelia, il tuo cuore di pastore suggerisce alla mente cosa dettare alle labbra? Lo Spirito santo non esiterà a precederti, ad accompagnarti e a sorprenderti, ma solo se lo avrai invocato nel silenzio della preghiera. Non ti accada di scaricare l'omelia da qualche sito internet, a cui spesso rimani incollato, perché vorrebbe dire che non hai "cibo solido" da offrire ai fedeli! - Quali sono le riviste che segui, i libri che leggi e i giornali che sfogli? Quanto spazio riservi alla formazione permanente? Non rispondere frettolosamente, ma chiediti qual è l'ultimo convegno teologico-pastorale a cui hai partecipato e qual è il libro che hai letto di recente senza limi tatti ad accarezzare il titolo e a sorvolare l'indice. Se fai fatica a rispondere, alla prima occasione osserva il volto delle persone quando parli; se non riesci a contare gli sbadigli, decodifica i loro sguardi, perché non abbiano a lasciare intendere: "Quello che devi dire, dillo presto!". - Vivi la fraternità sacramentale riconoscendo nel presbiterio diocesano la "comunità dei discepoli" che sa "sopportarsi a vicenda nell'amore" (cf. El 4,2) e sa anche "gareggiare nello stimarsi a vicenda" (cf. Rm 12,10)? Nella risposta sii sincero con te stesso! A quando risale l'ultima visita fatta ad un presbitero malato o anziano? Ti capita di esprimere qualche giudizio affrettato sui confratelli? Prova a rispondere con lealtà senza timore, perché ti risparmio la stessa domanda sul vescovo! Puoi dire che i tuoi migliori amici li trovi tra i preti o li cerchi altrove, nel salotto delle solite abitazioni private che non assomigliano per niente alla casa di Betania? - Sei povero, cioè libero, o sei affetto dalla "cupidigia che è idolatria" (cf. Col 3,5)? Prova a dare uno sguardo al bilancio parrocchiale. I conti sono trasparenti, oppure ci sono dei vasi comunicanti? Come mai sono scomparse alcune voci relative a determinate collette? Non sarà, forse, che il fondo di garanzia della previdenza ha preso il posto della fiducia nella Provvidenza? E che ne è del tuo conto in banca? Oso fatti questa domanda solo "toccata e fuga", sperando che gli "zeri" della risposta lo consentano! Nel tuo bilancio personale esiste la voce della "decima" per i poveri? Ti sei ricordato di sigillare il testamento con un ultimo gesto d'amore per la Chiesa? - C'è infine un'altra questione: quella dell'abito. Ne è parte integrante il telefonino, diventato un idolo della raggiungibilità e della reperibilità. Eppure se ti chiamano i parrocchiani non sempre rispondi, sebbene il cellulare sia acceso anche in Chiesa, non celto per le chiamate di emergenza, per le quali è attivo il trasferimento alle pompe funebri. Quanto all'abito ecclesiastico - non intendo i paramenti, talora troppo ricercati o, al contrario, poco decorosi perché sporchi! - il campionario è variopinto. C'è chi è passato dalla talare al maglione e ai blue jeans; c'è chi porta il clergyman solo nelle grandi occasioni, ritenendo che in privato sia lecito mimetizzarsi, trovando giustificazione nel vecchio adagio, di taglia troppo stretta anche se di moda, "l'abito non fa il monaco". Fratello carissimo, queste domande, formulate "a viso aperto " , ravvivino in te la convinzione che "l'altezza dell'ufficio sacerdotale - è san Giovanni d'Avila a sottolinearlo! – esige altezza di santità". La debolezza spirituale dei ministri ordinati è, infatti, la causa scatenante dei "malanni" di cui soffre il Corpo ecclesiale. "La testimonianza di un sacerdozio vissuto bene - osservava Giovanni Paolo II - nobilita la Chiesa, suscita ammirazione nei fedeli, è fonte di benedizione per la comunità, è la migliore promozione A TORCHIAGINA IL NUOVO PARROCO Don Giuseppe Tarantino amministratore parrocchiale a Torchiagina Il 6 dicembre 2013, mons. Sorrentino ha presentato alla comunità parrocchiale di Torchiagina, il nuovo amministratore parrocchiale: don Giuseppe Tarantino. Presente anche don Antonio Borgo, precedente pastore della comunità, ora parroco di Valfabbrica. A don Giuseppe il vescovo ha raccomandato l’amore per quanti gli sono stati affidati, nella logica del servizio che Gesù, eterno sacerdote, ci ha indicato. Durante la celebrazione, il vescovo ha anche benedetto l’abito della novizia Lidia Capaccio, delle Suore Cappuccine dell’ Immacolata di Lourdes che il giorno dopo ha emesso la sua professione religiosa. A don Giuseppe l’augurio di consumarsi, come il maestro, per il popolo che gli è stato affidato. A suor Lidia quello di essere testimone dell’amore che rende nuove tutte le cose. Chiesa Insieme GENNAIO 2014 7 Mons. Sorrentino ha predicato gli esercizi spirituali a 300 sacerdoti messicani RENUEVA TUS MARAVILLAS COMO UN NUOVO PENTECOSTÉS ! di: Suor Graciela Dal 18 al 22 novembre scorsi, il nostro Vescovo Mons. Domenico Sorrentino ha predicato il “XXXV Nacional de Sacerdotes” a Zacatecas (Messico), bellissima città coloniale fondata nel 1548 in seguito alla scoperta di richissime miniere d’argento. Il ritiro, organizzato dall’equipe di pastorale nazionale del “Rinnovamento Carismatico Cattolico” del Messico, dal tema “Renueva tus maravillas como un nuovo Pentecostés”, ha visto la partecipazione di circa 300 sacerdoti. Il nostro vescovo, in lingua spagnola quasi perfetta e con grande forza di Spirito nell’annuncio, ha presentato “il Cammino della fede nel vangelo di Giovanni” scandito da alcune tappe: anzitutto ha introdotto i sacerdoti nella famiglia di “creyentes”, invitandoli poi a “renacer de nuevo” insieme a Nicodemo; quindi ha annunciato loro l’acqua viva come alla Samaritana, e li ha fatti entrare nel Mistero “Pascual-Eucarístico” del “pan de vida” e dell’amore di Gesù “hasta el extremo”, per concludere con il “Viñedo e con il mistero “de la unidad” proposto nella preghiera sacerdotale di Gesù di Gv 17. Il primo giorno, come all’inizio di ogni esperienza, si respirava un clima ancora freddo e distratto, ma poco a poco è emersa la forza della Parola fatta preghiera, e dell’annuncio del Cristo pasquale: sia le catechesi come le celebrazioni eucaristiche sono state vissute con grande rispetto e serietà. Durante i tempi di adorazione alcuni presbiteri prescelti guidavano l’assemblea di sacerdoti aiutandoli a porsi dinanzi al Signore in adorazione in Spirito e Verità, aiutati anche da preghiere di liberazione e di guarigione. Il tutto è stato sostenuto e animato dal Ministero di Musica, coro e orchestra dei giovani di Aguascalientes. Nell’ultima celebrazione eucaristica, dopo la comunione è stata effettuata una preghiera di Effusione dello Spirito sui sacerdoti inizianti che ogni pomeriggio avevano ricevuto l’annuncio del Kerygma; poi ogni sacerdote pregava imponendo le mani sugli altri. Molti di loro hanno chiesto al nostro vescovo di pregare per loro e in quel momento, nello Spirito e nell’affetto, erano presenti tutti i sacerdoti della cara Diocesi di Assisi. E’ stato meraviglioso poter contemplare un’assemblea sacerdotale inginocchiata, umile ed entusiasta, piena di vita, esultante nello Spirito Santo, col desiderio di conversione, di ritorno alla vocazione iniziale, al primo Amore. Ogni sacerdote era sostenuto da tante preghiere a livello nazionale e dal gruppo di “interseción” che adorava Gesù eucaristia tutti i giorni. Con grande generosità e semplicità un folto gruppo di laici servivano con rispetto i loro sacerdoti. Il viaggio di Mons. Sorrentino è iniziato sotto la benedizione della veneratissima “Señora de Zapopan”, nella sua Basilica e nel convento francescano della Provincia dei santi “Francisco y Santiago” nel cuore dello stato di Jalisco. Si è concluso invece a Città de Messico con la visita alla Basilica di “Nuestra Señora de Guadalupe”, principale meta di culto cattolico del Messico e di tutta l’America Latina, che ogni anno vede circa 20 milioni di pellegrini. DALLA CINA CON AMORE Ordinati sacerdoti due conventuali provenienti dalla Cina Sabato 7 dicembre 2013, nella chiesa inferiore della basilica papale di San Francesco, mons. Sorrentino ha ordinato sacerdoti due giovani provenienti dalla Cina: fra Paolo Wu e fra Giovanni Wang. Questi attorniati, dai tanti confratelli dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e da amici provenienti da varie parti d’Italia, si sono resi disponibili all’azione dello Spirito nella loro vita. Ad essi formuliamo gli auguri di un fecondo ministero ovunque il Padre vorrà chiamarli, Cristo condurli, lo Spirito sostenerli. 8 Chiesa Insieme GENNAIO 2014 DA ASSISI A GERUSALEMME UN PONTE PER LA PACE Il vescovo ha reso parte alla premiazione di S.B. Fuad Twal, patriarca di Gerusalemme dei latini A cura del Movimento Cristiano Lavoratori e del Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli, il 5 dicembre scorso, presso la sala della Conciliazione del Comune di Assisi, si è tenuto l’incontro – dibattito “Da Assisi a Gerusalemme un ponte per la pace”, presieduto e condotto da Carlo Costali, presidente nazionale MCL. Dopo il saluto di Gianfranco Costa, sono intervenuti mons. Domenico Sorrentino, nostro vescovo, Claudio Ricci, sindaco di Assisi, Salvatore Mazza, vaticanista di Avvenire, Lorenzo Ornaghi, presidente dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali e, infine, mons. Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme dei latini. Quest’ultimo, al quale al termine della cerimonia è stato attribuito il riconoscimento internazionale di Pellegrino di Pace, ha parlato della pace per la città santa di Gerusalemme. Per essa e per l’intero Medio Oriente mons. Twal ha fatto risuonare l’invito: fermiamo le guerre; facciamo tacere le armi. Soprattutto ha invitato a non dimenticare i popoli e la loro dignità. Cosa che spesso avviene nei grandi raduni, compresi quelli per la pace: si tratta di grandi temi, ma si dimenticano i “casi” umani: è un’ingiustizia. Parlando di Gerusalemme il patriarca ha sottolineato che essa è, paradosso vivente, luogo della massima comunione ed, insieme, luogo della massima divisione. Per essa, assumendo i sentimenti di Gesù Cristo, continuiamo a pregare perché sia raccolta sotto l’ala della divina misericordia («Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!» Mt 23, 37); con essa continuamo a sperare. E a piangere. Il patriarca, infine, a voluto ricordare che il riconoscimento non lo sente fatto alla sua persona, ma a tutti coloro che nel quotidiano continua a vivere il dramma della violenza e della guerra. Ed insieme della mancanza di rispetto della dignità personale: le migliaia di siriani in fuga dalle proprie città; le moltitudini di palestinesi senza patria e riconoscimenti civili, etc … Il nostro vescovo si è incontrato con S. Beatitudine e ha espresso la vicinanza della nostra comunità ecclesiale alla “Chiesa Madre” di Gerusalemme. Dal 7 al 14 marzo, con un gruppo, saremo nella Città Santa per cantare in essa: tutti qui siamo nati, in te sono le nostre sorgenti. CONOSCO IL TUO CUORE Suor Francesca Zampelli ha emesso la sua professione solenne di: don Maurizio Saba La madre generale delle Suore Francescane di Santa Filippa Mareri, il 30 novembre 2013, ha ricevuto la professione perpetua di suor Francesca Zampelli, attorniata dalle consorelle, dai fratelli custodi della Porziuncola e dei tanti amici e amiche convenuti per l’occasione. A presiedere la celebrazione eucaristica è stato mons. Sorrentino che ha richiamato il senso della vita religiosa nella Chiesa di Gesù Cristo e il carattere simbolico che, in essa, questa assume. Suor Francesca che viene a Rovereto resterà, per ora, nella comunità di Santa Maria degli Angeli, impegnata nella pastorale giovanile e nell’animazione liturgica presso la basilica papale. Le auguriamo di essere fedele “fino alla fine” a Colui che l’ha prescelta fin dal grembo materno e l’ha fatta sua sposa. Chiesa Insieme GENNAIO 2014 9 IL VIVERE È CRISTO E IL MORIRE UN GUADAGNO Al ritiro del clero di dicembre si è meditato sulla relazione Cristo – discepolo Giovedì 12 dicembre 2013, riprendendo un’antica tradizione, il ritiro del clero prima di Natale si è tenuto presso il monastero San Giuseppe in Assisi, ospiti delle monache benedettine che lo abitano. A tenere la relazione sulla Relazione Cristo – Paolo, a partire da 2Cor 5, 14-21, è stato don Antonio Pitta, docente di Nuovo Testamento alla Pontificia università lateranense e uno dei massimi conoscitori delle lettere paoline. Con un linguaggio limpido ed essenziale, senza pesantezze ed insieme profondo, il relatore, senza eccessive ed inutili lungaggini, ha saputo mettere in evidenza la bellezza salvatrice del rapporto Paolo/Cristo – Cristo/Paolo. Rapporto che comincia quando Paolo - come egli stesso scrive in Fil 3, 12 - è stato ghermito da Cristo (“come il leone che ghermisce l’ariete”) e si sviluppa in un duplice andirivieni: 1. dai primi vent’anni all’incontro con Cristo (sulla via di Damasco) e, dunque, da Paolo a Cristo, all’essere in Lui (con un nuovo modo di conoscenza (2Cor 5,16) ; 2. dall’incontro con Cristo all’essere abitato da Lui e, dunque, da Cristo a Paolo. In un continuo presente: Cristo non è relegato nel passato e lo stesso annuncio del Vangelo è ritmato l’esperienza esistenziale di Paolo. Tale rapporto non si chiude mai: interessa tutta la vita e tutti gli aspetti della vita. Al punto che per Paolo, Gesù è molto più che via verità e vita: Cristo è il vivere. Così può esprimersi: «Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Fil 1, 21). Nella dimensione, infatti, in cui Cristo è il vivere, la morte è una conquista: è l’essere definitivo con Lui e in Lui. Dopo l’adorazione eucaristica, alla relazione ha fatto seguito un animato dibattito e scambio di riflessioni spirituali. Quindi, salutati dalla madre abbadessa, l’incontro si è concluso con il pranzo e lo scambio di auguri per le prossime festività natalizie. “PREGATE PERCHÉ POSSIAMO ATTUARE IL NOSTRO PROPOSITO” La comunità del monastero agostiniano di Sigillo ha celebrato il Capitolo Elettivo Le sorelle Agostiniane Il 2 Dicembre 2013 nel nostro monastero Agostiniano di Sigillo si è svolto il capitolo per eleggere la nuova Abbadessa e la nuova Vicaria poiché era scaduto il mandato. La nostra è una piccola comunità di 5 monache , un numero che forse fa abbozzare un sorriso a chi legge , ma niente è poco per Dio che ha la prerogativa di fare tanto, anzi tutto, con niente! Lui che ci ama e con il suo vincastro ci guida, dice al nostro cuore: “non temere piccolo gregge!“ E non temiamo, anzi, ci sentiamo riconfermate nell’offerta della vita per la Chiesa e per i fratelli, qui, “in disparte”, nel quotidiano. Per l’elezione erano presenti il Vescovo Mons. Domenico Sorrentino che con la sua presenza paterna si è confermato messaggero di Dio e un sacerdote agostiniano, Padre Giustino Casciano del convento di Gubbio. Nelle due votazioni sono state elette Madre Angela Genoveffa Lepri come Abbadessa e Madre Maria Fiorella Lovison come Vicaria. Nelle nostre Costituzioni il servizio dei superiori è di testimoniare lo spirito agostiniano orientando la comunità a scoprire e realizzare il progetto di Dio e con le parole di S. Agostino diciamo: “avete sentito qual è il nostro proposito: pregate perché lo possiamo attuare”. Ci affidiamo all’intercessione della B. Vergine Maria, Madre del Buon Consiglio, perché custodisca , guidi i nostri passi nelle vie della volontà di Dio. Chiesa Insieme 10 GENNAIO 2014 “SUI PASSI DI FRANCESCO … ALLA RICERCA DELLA LIBERTÀ”. Le classi 3C, 3D, 3E e 3F nei luoghi di Francesco per interrogarlo sulla libertà. di: S. Maria Rosaria Sorce, FI “L a libertà è la capacità di pensare con la propria testa, di avere un proprio ideale, un sogno nel cuore, ma anche la volontà e le condizioni per attuarlo e portarlo avanti. Essere liberi di pensare, sognare, esprimere emozioni e sentimenti; essere liberi di scegliere è un diritto dell’uomo contemplato anche dalla nostra Costituzione. Tuttavia, la libertà più alta è quella di perdonare e di assumersi la responsabilità degli altri e specialmente dei più fragili e dei più deboli”. L’ha ricordato Papa Francesco, in Assisi, il 4 ottobre scorso nella Sala della Spoliazione incontrando proprio i più poveri e asserendo che “la più grande nemica della libertà, come donazione agli altri, è la mondanità omicida che può essere anche spirituale quando mette al centro se stessi”. Queste sono solo alcune delle riflessioni che gli studenti delle classi 3C, 3D, 3E e 3F a indirizzo enogastronomico, hanno maturato durante questi mesi attraverso un percorso didattico Sui passi di Francesco … alla ricerca della libertà, sul quale hanno lavorato con il metodo della Scrittura Collettiva che don Lorenzo Milani usava nella Scuola di Barbiana e utilizzato per scrivere Lettera a una Professoressa. La tecnica cosiddetta dei “fogliolini” ha visto i ragazzi confrontarsi sul tema della libertà vista dai giovani e vissuta da San Francesco. Ripercorrendo le varie tappe della sua vocazione, i giovani hanno compreso che la libertà è dono e conquista nel realizzare il proprio sogno quando esso corrisponde al “progetto di vita che Dio ha per me e che vuole realizzare con me”. Per vivere liberamente l’uomo ha bisogno di non avere “blocchi sociali” di non lasciarsi condizionare dalla mentalità corrente, di liberarsi dalle sovrastrutture, di trovare la propria identità e di essere sempre se stesso, con i propri limiti e debolezze, vincendo la paura del silenzio, dell’interiorità, delle grandi scelte, dell’andare controcorrente anche a costo di entrare in conflitto con gli amici, il gruppo, i genitori, perché la libertà più grande è quella interiore. Sono queste anche le tappe del “percorso esistenziale” di San Francesco che, insieme Notiziario della diocesi agli insegnanti, il 5 dicembre scorso, i ragazzi hanno voluto rivivere, ripercorrendo Assisi i luoghi fondamentali della sua vita corrispondenti alle tappe della sua libertà. Dai Nocera Umbra luoghi della sua infanzia, della sua predicazione e della sua preghiera (la cattedraGualdo Tadino le di San Rufino) alla casa natale (Chiesa Nuova); dal Crocifisso che gli parlò a San Damiano (Chiesa di Santa Chiara) all’abbraccio del vescovo Guido, quando “il suo Direttore responsabile: sogno divenne segno” e carisma della Chiesa, nella piazza del vescovado, oggi Vittorio Peri sovrastata dalla sala della Spoliazione. Qui accolti da mons. Domenico Sorrentino In redazione: hanno concluso il percorso, accogliendo le parole del successore di Guido e il suo d. Giovanni Raia incoraggiamento “ad essere liberi di quella libertà che diventa liberante per sé e Marco Fortebracci per gli altri che si amano: la libertà di Francesco che amava nonostante tutto suo padre lo indusse a riflettere, lo liberò dalla sua schiavitù del denaro e libera ancoRedazione e amministrazione: ra noi e tanti che vengono ad Assisi”. I ragazzi hanno ringraziato il vescovo e la P.zza Vescovado, 3 referente del progetto Suor Maria Rosaria Sorce per aver visto luoghi e aver udito 06081 Assisi (Pg) cose che non conoscevano pur essendo della Diocesi e per aver aperto la mente a Telefono (075) 81.24.83 nuovi orizzonti di pensiero e prospettive. fax: (075) 819.88.05 Mentre continuiamo il nostro percorso “Sui passi di Francesco …” ringraziamo E-Mail : quanti hanno collaborato soprattutto la preside Bianca Maria Tagiaferri e il Consiglio che ha accolto l’iniziativa, i docenti prof.sa Braconi, prof.sa Cruciani, prof.sa [email protected] Cicconi e prof.sa Sordini, il parroco della Cattedrale don Cesare Provenzi sempre Pagina web: accogliente e generoso, il vescovo Mons. Domenico Sorrentino per la sua paternità www.diocesiassisi.it premurosa verso i giovani e P. De Lazzari per la sua riflessione. Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento postale 50% Abbonamento: Ordinario Euro 15,00 sostenitore Euro 20,00 Servirsi preferibilmente del c.c.p. n°13999065 intestato a: Curia Diocesana - Amministrazione Chiesa Insieme 06081 Assisi Spedizione in A.P. - Art. 2 comma 20/c legge 662/96 Filiale di Perugia Stampa: Tipografia Metastasio Chiesa Insieme GENNAIO 2014 11 APPUNTAMENTI GENNAIO 01 ME - OTTAVA DI NATALE S. MARIA MADRE DI DIO 2014 47a Giornata Mondiale della pace 02 GI - Ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, vescovi e dottori (m) 03 VE- Santissimo Nome di Gesù (mf); S. Genoveffa 04 SA - Beata Angela da Foligno, penitente (m); S. Savino, v. e m. 05 DO – II Tempo di Natale [S. Amelia] 06 LU – EPIFANIA DEL SIGNORE (s) Giornata mondiale dell’infanzia missionaria 07 MA – S. Raimondo da Penafort (mf) 08 ME - S. Severino 09 GI - S. Giuliano - I sett. Del T.O. Incontro del clero – pastorale Ore 9.00 – S. M. degli Angeli – Convento Porziuncola 10 VE - S. Aldo; Santa Francesca di Sales Aviat, v. 11 SA - S. Igino 12 DO – BATTESIMO DEL SIGNORE [S. Giuliano, l’ospitaliere (mf)] 13 LU S. Ilario, v. e d. (m) Foligno – SIFT 11 14 MA – San Ponziano, m.; B. Odorico da Pordenone Gualdo Tadino - San Benedetto, ore 18.00: Primi Vespri Beato Angelo ore 21.00 Veglia dei Giovani 15 ME - B. Angelo da Gualdo Gualdo Tadino, San Benedetto, ore 11.15 Solenne Concelebrazione presieduta dal Vescovo 16 GI - S. Marcello 17 VE - S. Antonio, abate (m)] 25a Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra Cattolici ed Ebrei 18 SA - S. Margherita d’Ungheria Inizio Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. 19 DO – II TO [B. Eustochio, vergine] - 100a Giornata per le migrazioni (co) - Inizio Esercizi Spirituali per il clero, relatore S.E. Mons. Giovanni D’Ercole, vescovo Ausiliario dell’Aquila. 20 LU - S. Fabiano, p. e m. (mf); S. Sebastiano, m. (mf) Foligno – SIFT 12 21 MA – S. Agnese, v. e m. 22 ME – S. Vincenzo, d. e m. (mf), S. Domenico, a.; S. Vincenzo Pallotti, sac. 23 GI – S. Agatangelo, m. 24 VE - S. Feliciano, v. e m. (m); S. Francesco di Sales, v. e d. (m) 25 SA – Conversione di san Paolo Ore 10.00, Casacastalda (parrocchia), Incontro formativo diaconi permanenti Conclusione settimana di preghiera per l’unità dei cristiani Conclusione Esercizi Spirituali per il clero. 26 DO - III TO [Ss. Timoteo e Tito, vescovi m)] 61a Giornata dei malati di lebbra 27 LU - S. Angela Merici (mf); S. Imerio, v. Foligno – SIFT 13 28 MA – S. Tommaso d’Aquino, sac. e d. (m) 29 ME - S. Costanzo, v. e m.(m); S. Valerio 30 GI - S. Martina 31 VE S. Giovanni Bosco(m); S. Ciro Chiesa Insieme 12 GENNAIO 2014