Il Resto del Carlino «L`ospedale San Camillo? Un bene sprecato
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Il Resto del Carlino «L`ospedale San Camillo? Un bene sprecato
13 novembre 2014 Il Resto del Carlino «L’ospedale San Camillo? Un bene sprecato» LA GIORNATA dei rappresentanti della Lega a Comacchio, con il candidato alle presidenza regionale Alan Fabbri, in laguna per sostenere la candidatura di Maura Tomasi come consigliere regionale, non ha potuto prescindere dalla vicenda del San Camillo, l’ospedale di Comacchio, per la sistemazione del quale sono stati spesi 13 milioni di euro solo nel 2010, quindi accreditato, ma poi lentamente dismesso. Di «bene sprecato» ha parlato Manrico Mezzogori, il presidente della Consulta popolare che da anni lotta per la salvaguardia del nosocomio, presentando la situazione all’ospite, accompagnato dal sindaco di Comacchio Marco Fabbri. LA DELEGAZIONE ha visitato la struttura e Alan Fabbri ha firmare la petizione regionale, che punta a richiedere la rimodulazione dell’ospedale, partendo dalla richiesta di istituzione di una Commissione regionale d’inchiesta per verificare la congruità dell’investimento di circa 13 milioni di euro per la ristrutturazione del San camillo e chiedere che tale investimento venga valorizzato all’interno di una sperimentazione gestionale economicamente sostenibile pubblicoprivata, così come ne esistono già in altre realtà della nostra Regione. «Questa è la Regione degli sprechi — dice il sindaco di Bondeno a commento della vicenda — 13milioni spesi per un ospedale lasciato morire, nonostante le rassicurazioni di Errani che nel 2001 e nel 2006 firmò specifici accordi per tenere aperta la struttura. Queste sono le promesse da marinaio del Pd, questa è la malasanità emiliano romagnola». Il candidato ha chiesto attenzione per gli ospedali periferici, ricordando anche la situazione dell’ospedale di Bondeno, per il quale si attende ancora un progetto di ricostruzione dopo il sisma. Le 8000 firme della petizione sono state raccolte in pochi mesi: «Non siamo visionari e isolati, come vogliono far credere i vertici sanitari — spiega Giovanni Gelli, esponente della Consulta e tra i promotori della petizione — Lusenti ci ha definiti una voce fuori dal coro, ma la vera voce stonata è la sua. Le persone in questo momento di crisi sono sensibili a certi discorsi, specie di fronte a spese inutili per sistemare un ospedale, poi depotenziato, nonostante fosse attivo». Sabato, con la grande manifestazione popolare che si terrà a Comacchio contro la malasanità, finirà la raccolta firme. La Nuova Ferrara «Le promesse da marinaio del Pd» COMACCHIO Mentre la Consulta popolare per il San Camillo sta definendo i dettagli della manifestazione che sabato pomeriggio riporterà in piazza l’ultradecennale malcontento legate alle vicissitudini dell’ospedale locale, ieri mattina il suo presidente Manrico Mezzogori ha accompagnato Alan Fabbri, candidato del centrodestra alle prossime consultazioni regionali, in visita guidata proprio al nosocomio comacchiese. «Sono 24 anni che combattiamo – ha esclamato Mezzogori al termine della visita ai 3 piani e al punto di primo intervento ormai in gran parte privati delle loro funzioni ospedaliere - ma chiediamo semplicemente un confronto con il successore di Errani, per attuare una possibilità già adottata a Cattolica con la cessione ai privati di un ramo d’azienda, per salvare il nostro ospedale». Mezzogori infatti, ha mostrato al sindaco di Bondeno Fabbri, omonimo del collega comacchiese Marco, presente al sopralluogo, come il day hospital al secondo piano, il reparto di lungodegenza al terzo piano e le tre palestre di riabilitazione tutte nuove, inaugurati nel gennaio 2010 insieme al poliambulatorio al piano terra, siano stati completamente svuotati, nonostante i 14milioni di euro investiti per la ristrutturazione. Nel frattempo prosegue da un anno l’occupazione del secondo piano dell’ospedale da parte dei sostenitori della Consulta che sabato torneranno in piazza, per denunciare i casi di malasanità. A chiusura del corteo che alle ore 17 da piazza Trento Trieste attraverserà via Marconi sino in piazza Folegatti, saranno proiettati, verso le ore 18, alcuni filmati relativi a casi di malasanità. «Vogliamo far vedere alla gente alcuni casi seguiti da registi indipendenti – ha spiegato Mezzogori – già proposti nelle sale cinematografiche, tra i quali anche quello di Comacchio». Non mancheranno i filmati relativi alle vicende del 27 novembre 2000, il cui anniversario sarà celebrato con una santa messa nella chiesa del San Camillo. «Questa è la Regione degli sprechi – ha detto il candidato alla presidenza 13milioni spesi per un ospedale lasciato morire, nonostante le rassicurazioni di Errani che nel 2001 e nel 2006 firmò specifici accordi per tenere aperta la struttura. Queste sono le promesse da marinaio del Pd, questa è la malasanità emiliano romagnola». Asl, specialisti al lavoro sul caso farmaci scaduti MESOLA L’Asl vuole vederci chiaro sul caso dei farmaci scaduti somministrati in paese ad una donna di 58 anni. Ieri Mauro Marabini, direttore sanitario, e Chiara Benvenuti responsabile delle cure primarie, hanno confermato l’apertura di una indagine interna tesa a ricostruire come sono andate le cose, i vari passaggi ed eventuali responsabilità. Nei giorni scorsi infatti nell’ambulatorio della guardia medica di Mesola diverse scatole di farmaci sono state sequestrate dai carabinieri dopo il malore accusato dalla donna. Da fonti investigative, nel frattempo, si apprende che al momento nessun medico sarebbe iscritto tra gli indagati, anche se le indagini proseguono. L’indagine disposta dalla direzione sanitaria dell’Asl di Ferrara mira inoltre a verificare la presenza di eventuali responsabilità a carico di singoli medici, in questo caso si parla di quelli che operano all’interno della guardia medica in questione. Saranno effettuate valutazioni, da parte dei componenti della commissione d’indagine, sui presidi della guardia medica e dei medici che in essa operano. È utile ricordare che sono 15 le guardie mediche sul territorio provinciale ed 80 i medici che vi lavorano. Quindi si sta parlando di strutture di una certa rilevanza. Nei prossimi giorni dovrebbero essere note le prime risultanze dell’indagine interna all’Asl. Dalla direzione sanitaria, sempre ieri, si è anche chiarito che la pericolosità del farmaco scaduto è pressoché irrilevante, ma ciò non toglie nè aggiunge nulla nello specifico a quanto accaduto alla 58enne. La donna, nel tardo pomeriggio di sabato scorso, aveva infatti accusato forti dolori e i familiari avevano deciso di chiamare la guardia medica prima, eventualmente, di recarsi in ospedale. I medici dopo aver visitato la paziente hanno deciso di somministrare un farmaco specifico, avevano iniettato la sostanza dando anche altre indicazioni. Le condizioni della donna, però, non erano migliorate e la stessa 58enne ha così pensato di recuperare la boccetta del farmaco gettata nei rifiuti di casa per leggerne il nome e controllare la data di scadenza. Da qui la preoccupante scoperta: il farmaco era scaduto. Comprensibile l’agitazione che ha preso la donna la quale, assieme ai familiari, si è recata presso la caserma dei carabinieri di Mesola. Presentando la relativa denuncia. Intanto le condizioni della donna peggiorano ulteriormente e così la signora viene portata al pronto soccorso dell’ospedale del Delta. Qui finalmente la donna riceve le cure adeguate. Martedì i carabinieri hanno perquisito l’ambulatorio della guardia medica, accompagnati dai responsabili dell’Asl. Qui i militari hanno trovato altri medicinali scaduti ed alcuni anche mal conservati. Ora si attendono gli esiti dell’indagine dell’Asl.