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Visita delegazione dell`INFN e Convegno sulla Materia Oscura

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Visita delegazione dell`INFN e Convegno sulla Materia Oscura
Australia
22 IL GLOBO
Giovedì
16 ottobre 2014
Una miniera d’oro del Victoria potrebbe ospitare un laboratorio per la ricerca sulla materia oscura
RICERCA
Il Gran Sasso a Stawell
L’edilizia
“italiana”
in Australia
In visita una delegazione dell’Istituto Nazionale per la Fisica Nucleare
CANBERRA - Si è svolta tra il
27 settembre e il 3 ottobre, la visita
in Australia di una delegazione
dell’INFN (Istituto Nazionale per la
Fisica Nucleare) avente lo scopo di
discutere sulla possibilità di installare in Australia una struttura per
la rivelazione della materia oscura.
La materia oscura non emette luce
visibile o altre radiazioni elettromagnetiche e oggi i fisici ritengono sia
molto più abbondante della materia
visibile e pertanto sia una componente importante della struttura
dell’Universo.
La visita fa seguito al primo simposio bilaterale sulla fisica delle alte
energie e sulla tecnologia ad essa
associata svoltosi a Melbourne nel
luglio 2012. Durante questo convegno, in relazione all’attività già
portata avanti in Italia e precisamente
nel laboratorio sotterraneo del Gran
Sasso sulla ricerca di materia oscura,
si è deciso di studiare la possibilità
di potenziare queste attività mediante
la creazione di una struttura simile
a quella italiana ma nell’emisfero
Sud; ciò aumenterebbe in modo significativo la possibilità di rivelare la
materia oscura. L’Australia ha varie
miniere e risulta pertanto essere un
sito ideale.
La delegazione dell’INFN era
composta da: prof. Antonio Masiero,
Vice-Presidente dell’INFN; prof.
Stefano Ragazzi, Direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso;
Prof. Giancarlo Piredda e la dott.ssa
Claudia Tomei della sezione INFN di
Roma; dott. Davide D’Angelo della
sezione INFN di Milano.
Nella foto i professori Masiero (S), Ragazzi e la dott.ssa Tomei
Il 29 e il 30 settembre, la delegazione ha partecipato con varie
presentazioni all’incontro congiunto
con il COEPP (Centre of Excellence
for Physics at the Terascale - Centro
di Eccellenza per la Fisica delle
Particelle su scala Tera) e con CAASTRO (Centre of Excellence for
All-Sky Astrophysics - Centro di
eccellenza per gli studi astrofisici).
Tale convegno dedicato appunto alla
fisica e alla rivelazione della materia
oscura, si è svolto a Stawell, località
situata a circa 240 km da Melbourne. All’incontro, co-sponsorizzato
dall’Ufficio dell’Addetto Scientifico
dell’Ambasciata d’Italia a Canberra,
il prof. Oscar Moze e dall’Australian
Research Council, hanno partecipato
oltre 45 ricercatori australiani coinvolti o interessati al settore della
fisica della materia oscura. Tra di
loro era presente anche il prof. Brian
Schmidt, docente presso la Scuola
per l’Astronomia e l’Astrofisica
dell’Australian National University
e co-vincitore del Premio Nobel
2011 per la Fisica per la scoperta
che l’universo sta accelerando la sua
espansione a causa appunto dimateria
ed energia oscure.
L’incontro è stato aperto dall’Addetto scientifico il quale è intervenuto sullo stato della cooperazione
scientifica bilaterale Italia - Australia.
Nel suo intervento ha riferito che
nell’ambito della graduatoria dei
partner scientifici dell’Australia,
l’Italia è passata dal nono posto (ottenuto nel periodo 2010-2012) all’ottavo posto (anno 2013), sorpassando
così il Giappone: la classifica viene
stilata dall’Australia in base al numero delle pubblicazioni congiunte con
tutti i paesi del mondo.
La scelta di tenere l’incontro specificatamente a Stawell in Victoria
è dovuta al fatto che si sta considerando la possibilità di utilizzare
la Stawell Gold Mine, una miniera
d’oro tuttora attiva, come sede di un
Laboratorio sotterraneo per la ricerca
di materia oscura. Durante l’incontro
oltre allo svolgimento di una visita
della delegazione alla miniera sono
state svolte anche sessioni di discussione sulla fisica della materia oscura
e sui vari programmi di rivelatori di
materia oscura attualmente in corso
presso l’INFN ed i Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
Il giorno 2 ottobre i professori
Masiero, Ragazzi e la dott.ssa Tomei,
accompagnati dal Direttore del
COEPP, il prof. G. Taylor e la prof.ssa
Elisabetta Barberio (di origine italiana
e con dottorato di ricerca in fisica
nucleare, ottenuto presso l’Università
di Bologna) attualmente ordinario
di fisica delle alte energie presso
la Scuola di Fisica dell’Università
di Melbourne, si sono recati a
Canberra per incontri con il Capo
Scienziato australiano, Ian Chubb e
con i rappresentanti dell’Australian
Research Council, del Dipartimento
per l’Istruzione (responsabile anche
di un portafoglio che include la
ricerca) ed il Dipartimento per
l’Industria (responsabile di un
portafoglio che include la scienza).
Tali incontri, coordinati tra il COEPP
e l’Addetto Scientifico, avevano lo
scopo di informare e sensibilizzare le
istituzioni australiane sulla rilevanza
e l’importanza del progetto.
Doppio appuntamento della Camera di Commercio per la promozione e lo sviluppo degli scambi Italia-Australia
Biologico made in Italy: cresce la domanda
Vetrina di primo piano al William Angliss Institute: qualità certificata e conoscenza
MELBOURNE - Era stato sottolineato in occasione della Fiera
Cibus di Parma dello scorso aprile,
il progetto di promozione del bioalimentare italiano in Australia (e
in Giappone), finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e
realizzato da Assocamerestero in
collaborazione con la Camere di
Commercio Italiane in Australia.
Un’iniziativa a largo raggio che si
propone di estendere la crescita in un
comparto (quello del biologico) che
in questo Continente vale già circa
1,27 miliardi di dollari, ma che ha
una previsione di espansione nell’ordine del 15 per cento. Un settore,
che “down under” si presenta tra le
cinque industrie a più alta crescita
del Paese.
L’Australia per l’Italia rappresenta
un mercato già ben consolidato, ma
con buone prospettive di ulteriore
sviluppo data la sempre maggiore
attenzione che la popolazione riserva
oggi alla qualità dei prodotti, specie
per l’appunto a quelli ‘bio’ che stanno diventando sempre più popolari e
ricercati e stanno penetrando sempre
più nella grande distribuzione. Tre
prodotti biologici su quattro, infatti,
sono reperibili nei supermercati.
Il segretario della Camera di Commercio Italiana di Melbourne, Luca
Bottallo, ha voluto sottolineare, in
vista di un interessante evento che
si terrà al William Angliss Institute
(555 La Trobe Street), mercoledi
22 ottobre, quanto importante sia
l’iniziativa presa dal Ministero dello
Sviluppo Economico per aprire nuovi spazi di inserimento per il ‘bio’
italiano su un mercato dinamico,
dotato di un considerevole potere
d’acquisto, come quello australiano.
Un mercato sensibile alla qualità
e sostenibilità del prodotto come
aveva fatto notare anche Giuseppe
Tripoli, Direttore generale per le
politiche di Internazionalizzazione
e la Promozione degli scambi del
Ministero dello Sviluppo Economico
durante la Cibus.
Ecco quindi che la Camera di Melbourne ha pensato bene di dare vita
ad un evento aperto al pubblico con
dimostrazioni di cucina e commenti
in diretta, con l’utilizzo di prodotti
organici certificati italiani, condotta
dallo chef Omar Lapecia. Prodotti
che saranno accompagnati da vini
presentati dal Master Sommelier,
Flavio Buratto. Seguiranno un pranzo di quattro portate e un dibattito
sul tema dell’agricoltura del biologico ‘made in Italy’ e le tendenze e
realtà del mercato australiano. Al
dibattito parteciperanno ospiti di
primo piano del mondo ‘bio’ italiano
e locale come Fulvio Brunetta, vicepresidente della Coldiretti Treviso
e vicepresidente del Consorzio per
la tutela del Prosecco DOC; Omar
Lapecia (chef ed insegnante alla
scuola di cucina IPSSAR Beltrame
di Vittorio Veneto); Adam Wilson
presidente dell’Organic Federation
of Australia; Flavio Buratto Master
Sommelier dall’Associazione Italiana dei Sommelier. Farà da moderatore Kelly Donati del William
Angliss Institute.
Un’occasione da non perdere per
sentire, assaggiare, vivere un paio
d’ore nel campo delle eccellenze
italiane, approfondire le dinamiche del mercato locale, capire le
particolarità e le caratteristiche del
Bio Made in Italy, un segmento di
sempre maggior successo nel mondo
dell’esportazione alimentare.
L’appuntamento al William
Angliss Institute (per ulteriori
informazioni:[email protected].
au) sarà doppiato da un altro evento
di particolare rilievo organizzato
dalla Camera di Commercio di
Melbourne che il 26 al 27 ottobre
ospiterà Il Vinitalia Down Under
2014 che vedrà la compartecipazione
di Veronafiere con l’intervento speciale, ancora una volta, del Ministero
per lo Sviluppo Economico (MiSE),
attraverso il progetto Italian Wine
Meets Australia, Piano di Promozione Straordinaria del Made in Italy.
Un evento esclusivo che ha come
focus l’esposizione di vino italiano
e dei suoi produttori, una boutique
expo che offrirà al vasto pubblico e
agli addetti ai lavori l’opportunità di
sperimentare le peculiarità del vino
italiano e approfondire la conoscenza delle certificazioni di origine.
Un’iniziativa quella della Camera
nata dall’analisi delle tendenze del
mercato vinicolo locale, dalla lettura
dei dati sui consumi e dal monitoraggio dei trend sulla popolarità e l’interesse che il vino italiano registra da
parte del consumatore australiano.
Negli ultimi anni le importazioni
di vini italiani in questo continente
sono cresciute del +32.8% in termini
di volumi, nel 2013 sono stati 8.9
i milioni di litri di vino importati
dall’Italia, per un valore totale di
27.5 milioni di euro. Confrontando
questi dati con il valore del consumo
totale di vino in Australia, complessivamente pari a circa 537 milioni di
litri, le prospettive di incrementare
la quota di prodotto italiano sono
evidenti.
Vinitalia Down Under ospiterà,
all’interno del salone espositivo,
Vinitaly International Academy,
programma di executive wine seminar di alto livello organizzata da
Veronafiere e Vinitaly International
e presentata da Ian D’Agata. Un vero
evento nell’evento che costituirà un
ulteriore momento esclusivo per
formare e informare il pubblico e gli
operatori australiani sulle varietà vinicole italiane, sulle loro peculiarità
e sui loro legami con il territorio e le
tradizioni locali.
Javier P. Grossutti
“EntrepreMELBOURNE - “Entrepr
Inneurs in the Construction In
dustry: An Italian-Australian
Perspective” domani alla Swinburne University di Technology:
un seminario a cura di Javier P.
Grossutti, profondo conoscitore dell’emigrazione, in modo
particolare di quella friulana,
attualmente in Australia per una
ricerca sui pionieri italiani nel
settore dell’edilizia.
Nel campo delle costruzioni
gli italiani, come ben sappiamo,
hanno fatto storia in questo Paese
grazie alla loro esperienza, al
duro lavoro e alle capacità imprenditoriali. Una storia iniziata
ben prima dei successi di nomi
conosciuti come quelli dei Grollo,
Crema, Barro che appartengono
però ad un periodo relativamente
recente. Ma già a cavallo tra gli
anni 20 e 30 gli immigrati italiani, prevalentemente originari
del Nord-Est (Friuli e Veneto) e
non necessariamente provenienti
direttamente dall’Italia ma anche
già con un passato di emigrazione in Europa o in America dove
avevano imparato la professione,
praticamente monopolizzarono il
settore del terrazzo e del granito
cementato.
Grossutti ne parlerà nel seminario di domani alla Swinburne
(dalle 13,30 alle 14, 30 nell’aula
AS404), mentre continuerà la
sua ricerca che gli permetterà di
aggiungere un’altra preziosa pubblicazione nel campo dell’emigrazione. Un settore di cui il
ricercatore, nato a Buenos Aires
ma trasferitosi molti anni fa in
Italia (dopo la laurea in Scienze
Politiche in Argentina del 1991,
ha conseguito il dottorato in
Geografia Politica ed Economica
presso l’Università di Trieste nel
1996), sta esplorando da oltre
vent’anni, toccando anche il
fenomeno dell’emigrazione di ritorno e le problematiche generali
alle comunità friulane e italiane
all’estero. Lo scorso anno ha pubblicato grazie all’interessamento
della regione Friuli Venezia Giulia, l’Università Popolare di Trieste e l’Unione Italiana di Fiume,
il volume “Via dall’Istria”, una
ricerca estremamente complessa
su un capitolo dell’emigrazione
istriana in periodi ben antecedenti
a quelli “storici” dell’esodo, conseguenza della seconda guerra
mondiale: Grossutti ha raccolto
infatti informazioni riguardanti
il fenomeno tra la fine dell’Ottocento e lungo il Novecento,
sino all’inizio della seconda
guerra. Su un’emigrazione quindi
solo marginalmente politica, ma
invece soprattutto economica.
Un minuzioso lavoro di ricerca
destinato a diventare un punto
di riferimento della storiografia
istriana.
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