Comments
Description
Transcript
I ponti
I ponti ad arco 1 Due tipi di ponte usati negli ultimi 6000 anni Il ponte sospeso Giappone Periodo Iitsu: “Ponte sospeso fra Hida ed Etchu" 2 Due tipi di ponte usati negli ultimi 6000 anni Il ponte ad arco Frontespizio di William Hogarth a Dr. Brook Taylor's Method of Perspective (1754) 3 I ponti ad arco romani L’arco è un elemento strutturale soggetto per forma a sforzi prevalenti di compressione; ciò avviene quando la linea d’asse dell’arco si posiziona lungo la funicolare dei carichi e quest’ultima non subisce variazioni nel tempo; Una variazione nella posizione o nell’entità dei carichi porta la linea delle pressioni a spostarsi dall’asse dell’arco, producendo momenti flettenti. 4 I ponti ad arco romani La prevalenza dei carichi permanenti (peso proprio dell’arco stesso) su quelli accidentali si realizza per strutture pesanti (in pietra o muratura) L’uso dell’arco ha consentito di realizzare strutture di luce anche notevole con materiali resistenti a compressione (la pietra ed i mattoni) Fino a alla fine del XVIII secolo erano gli unici materiali a disposizione per la realizzare opere durevoli. 5 I ponti ad arco romani La tipologia del ponte ad arco è stata definita, nelle epoche passate, dal ponte ad arco romano: realizzato con archi semicircolari piloni di sostegno con una larghezza compresa tra 1/3 ed 1/5 della luce; 6 I ponti ad arco romani Gli archi, infatti, venivano costruiti utilizzando una sola centina, che veniva smontata e rimontata per realizzare l’arco seguente Il cedimento di un arco non comprometteva la statica dell’intera struttura. La pila doveva essere molto spessa per poter resistere alla spinta asimmetrica cui era sottoposta durante questa operazione. 7 Il Pont du Gard (20-10 a.C.) E’ letteralmente una pila di pietre, senza cemento né malta (luci 20-27 m) 8 I ponti del Medioevo Nel Medioevo il sapere relativo alla costruzione dei ponti venne custodito dagli ordini religiosi Nessuna opera di rilievo venne costruita fino alla fine del XII secolo, quando furono istituiti i gruppi di fratellanza per la costruzione dei ponti e l’assistenza ai pellegrini: Fratres Pontificies in Italia, Freres Pontiffes in Francia Brothers of Bridges in Inghilterra 9 I ponti del Medioevo La costruzione di ponti fu voluta generalmente dai mercanti o dai monaci: per realizzare gli itinerari verso i luoghi di pellegrinaggio (Roma e Santiago di Compostela). 10 Il Pontefice Massimo La teoria e la pratica della costruzione dei ponti furono affidate ad una istituzione a carattere religioso, il Collegium Pontifices, che aveva il controllo di strade e ponti A capo di questa istituzione era il Pontifex Maximus, che è ancora uno dei titoli del Papa. 11 I Fratres Pontifices Certamente non calcolavano le forze Ma erano sicuramente consapevoli di come un arco si comporti in maniera opposta rispetto ad un ponte sospeso L’arco spinge sulle imposte Il ponte sospeso tira gli ancoraggi Una delle maggiori difficoltà è progettare imposte adeguate a resistere a tale spinta. 12 I ponti Rinascimento Lo sviluppo dei trasporti rese necessaria la costruzione di ponti adatti al passaggio delle vetture: archi a profilo ribassato o ad ansa di paniere, per consentire il mantenimento del piano stradale al livello più basso possibile e non ostruire il passaggio alla navigazione fluviale. 13 Ponte di Santa Trinita a Firenze (1570) A tre campate con archi di profilo ribassato, pari ad 1/7 della luce. 14 L’arco ogivale Ebbe un impiego più limitato: presentando un estradosso accentuato, rendeva difficile il passaggio delle carrozze offriva anche il vantaggio di fornire una spinta minore rispetto ad un arco circolare della stessa luce: e richiedeva pertanto pile e fondazioni meno importanti. 15 Pont Valentré (1251-1308) 16 I ponti moderni Dal punto di vista tipologico i ponti possono essere suddivisi in base: al materiale con cui sono costruiti: ogni materiale richiama determinate tipologie strutturali per: le sue caratteristiche di resistenza le tecnologie connesse al suo impiego al rapporto arco-impalcato allo schema statico 17 Suddivisione in base al rapporto arco-impalcato L’impalcato partecipa al comportamento dell’intera struttura: pesando sull’arco: con struttura continua con struttura discontinua: a colonne o archi con struttura reticolare assorbendo parte delle azioni orizzontali come tirante: assorbe attraverso sforzi di trazione la spinta dell’arco (archi a spinta 18 eliminata). Suddivisione in base allo schema statico Dalla seconda metà dell’800 l’avvento dell’acciaio e i progressi compiuti dalla scienza delle costruzioni aprirono la strada alla definizione degli elementi di vicolo: nascita della cerniera vera e propria che obbliga la curva delle pressioni a passare per punti ben definiti. 19 Suddivisione in base allo schema statico Si determina la stabilizzazione dell’arco nelle tre tipologie dell’arco: Arco incastrato: Arco a 2 cerniere: la linea delle pressioni non ha alcun punto di passaggio obbligato la linea delle pressioni è obbligata a passare per i perni delle cerniere d’imposta. Arco a 3 cerniere: la linea delle pressioni è obbligata a passare per i perni delle cerniere d’imposta e di per quello della cerniera posta in chiave. 20 Suddivisione in base allo schema statico Si determina la stabilizzazione dell’arco nelle tre tipologie dell’arco: Arco incastrato: Arco a 2 cerniere: muratura metallo e cemento armato Arco a 3 cerniere: metallo e cemento armato. 21 Ponti in muratura Non si evidenzia nessuna sostanziale variazione rispetto ai ponti del passato L’arco romano non è mai stato del tutto abbandonato Ponte di Dunkeld, Scozia, 1757-1834, T. Telford Viadotto Landwasser Filisur, 22 Svizzera Ponti metallici Arco incastrato: seguirono prevalentemente il modello di arco a nervature parallele composte da segmenti chiodati generalmente con sezione a I e sormontate da strutture reticolari di collegamento con il piano il piano stradale Ponte di Southwork, Londra 1921 23 Ponte Alexander Hamilton, New York Ponti metallici Arco a due cerniere Prevalentemente composte da un arco a trave bassa a traliccio con ali a piastra e interposta struttura di irrigidimento. La struttura e collegata all’impalcato con elementi isolati spesso collegati da elementi trasversali a formare una struttura reticolare. Ponte Findhorn Arch, Scozia 24 Arco a due cerniere: caratteristiche Buona adattabilità ai carichi mobili e ai cedimenti verticali delle imposte compensate da una rotazione delle cerniere; è sensibile ai cedimenti orizzontali delle imposte e alle variazioni di temperatura; esercita una spinta minore rispetto all’arco incastrato; le reazioni verticali sono uguali a quelle di una trave appoggiata di pari luce. 25 Ponti metallici Arco a tre cerniere High Bridge sul fiume Harlem , New York 1948 26 Arco a tre cerniere: caratteristiche La linea delle pressioni è obbligata a passare per i perni delle cerniere d’imposta e per quello della cerniera posta in chiave; è insensibile alle variazioni di temperatura e ai cedimenti differenziati dei vincoli. 27 Ponti metallici: la struttura reticolare Probabilmente la trave reticolare deriva dal tentativo di svuotare la trave metallica piena per diminuirne il peso senza comprometterne le caratteristiche di resistenza. Possiamo distinguere i ponti ad arco realizzati con struttura a traliccio da quelli derivati dal tipo a timpani aperti con elementi verticali: con sostegni sdoppiati in elementi verticali ed inclinati, per meglio contenere le deformazioni dell’arco. 28 La struttura reticolare: arco incastrato Il Ponte Craig Ellacy (Scozia 1813) di Thomas Telford rappresenta il primo ponte ad arco metallico con struttura a traliccio 29 La struttura reticolare: l’arco a due cerniere Gustav Eiffel introdusse la tecnica di realizzazione a sbalzo che consentiva di eliminare la centina superò i problemi connessi alle oscillazioni prodotte dal vento allargando i piloni e gli archi in prossimità dei supporti e alla base. ponte Maria Pia sul Duoro, Porto, 1878 (160 m) 30 La struttura reticolare: l’arco a due cerniere Gustav Eiffel introdusse la tecnica di realizzazione a sbalzo che consentiva di eliminare la centina superò i problemi connessi alle oscillazioni prodotte dal vento allargando i piloni e gli archi in prossimità dei supporti e alla base. viadotto Garabit sulla Truyère, 1884 (165 m) 31 La struttura reticolare: l’arco a tre cerniere Nel viadotto di Viaur gli elementi verticali di sostegno dell’impalcato si sdoppiano in elementi verticali ed obliqui. 32 La struttura reticolare: l’arco a tre cerniere Si realizza un timpano triangolato per evitare le eccessive deformazioni dell’arco dovute ai carichi accidentali. L’arco è stato incernierato per evitare che gli effetti termici, accentuati dall’inserimento degli elementi obliqui, raggiungano un entità eccessiva. 33 L’arco a spinta eliminata Quando il carico accidentale risulta prevalente rispetto al peso proprio si può sospendere l’impalcato all’intradosso dell’arco: la funicolare dei carichi viene riportata sull’arco si evita di aumentare la sezione, per aumentare il momento d’inerzia. l’impalcato ha la funzione di assorbire la spinta dell’arco attraverso gli sforzi di trazione. 34 L’arco a spinta eliminata 35 I ponti in cemento armato I ponti a timpani pieni segue il modello dell’arco in pietra con archi di profilo molto ribassato in molti casi sia il timpano che l’arco sono costituiti da una struttura cellulare di setti longitudinali: con funzione di trasmissione dei carichi verticali, un sistema di elementi trasversali: con funzione di irrigidimento nei confronti delle forze orizzontali. 36 I ponti in cemento armato I ponti a timpani pieni tale struttura evidenzia la progressiva trasformazione del tipo strutturale dell’arco in funzione della ottimizzazione dell’uso del materiale: dal punto di vista economico nei confronti della risposta alle sollecitazioni prodotte dalle azioni esterne e dalle variazioni termiche. 37 I ponti in cemento armato: i ponti a timpani pieni Il ponte Twikenham sul Tamigi (Londra): è costituito da tre archi a tre cerniere; le cerniere di imposta sono poste sulla stessa linea e sono continue per tutta la larghezza del ponte. 38 I ponti in cemento armato: i ponti a timpani pieni Il ponte del Risorgimento, (Roma ,1910): è costituito da un’unica arcata di 100 metri di corda, con una freccia di 10 metri. l’arcata è costituita da una volta continua d’intradosso, con uno spessore, in chiave, di 85 cm., di cui 45 cm. di vuoto fra le due solette di 29 cm. ciascuna. 39 I ponti in cemento armato: i ponti a timpani pieni Il ponte del Risorgimento, (Roma ,1910): La volta è rilegata superiormente da timpani pieni, in numero di 7, con uno spessore di 20 cm. lungo tutta l’arcata, collegati da diaframmi. 40 I ponti in cemento armato: i ponti a timpani pieni Il ponte del Risorgimento, (Roma ,1910): Anche tra le due solette dell’arco sono presenti nervature nei due sensi. L’impalcato, oltre il tratto centrale di chiave è costituito da una soletta di 15 cm. sostenuta da travi normali ai contrafforti. 41 I ponti a timpani aperti ad archetti Richiama i ponti costruiti nell’antichità in Medio Oriente, in cui una serie di voltine veniva inserito come alleggerimento longitudinale del timpano; archi di alleggerimento si ritrovano sia nei ponti Romani che in quelli Medievali. 42 I ponti a timpani aperti a pilastrini Nell’arco a timpani aperti si esprime la ricerca della forma improntata alla leggerezza e alla snellezza della struttura. Ponte Bixby Creek, California 1933 43 I ponti a timpani aperti a pilastrini Gli archi divengono sempre più sottili e trasparenti: formati da nervature parallele collegate da solette o da travi per realizzare un irrigidimenti l’impalcato è appoggiato su pilastri che riportano i carichi verticali sull’arco. 44 I ponti a timpani aperti a pilastrini L’alleggerimento del timpano ha lo scopo di: ridurre i carichi permanenti di contenere le sollecitazioni che nascono per effetto delle variazioni di temperatura e del ritiro del calcestruzzo. 45 I ponti di Maillart L’ingegnere svizzero Maillart (1872-1940) tra i primi comprese le potenzialità plastiche del c.a. realizzò una serie di ponti ad arco in cui impalcato ed arco collaborano insieme ed in cui ogni singolo elemento è chiamato a partecipare al comportamento statico della struttura, secondo il principio che nulla debba essere superfluo. 46 I ponti Maillart: Ponte Salginatobel, 1930 Arco a tre cerniere: la linea d’asse segue la curva delle pressioni generata dai soli pesi propri; 47 I ponti Maillart: Ponte Salginatobel, 1930 Arco a tre cerniere: se la struttura è soggetta a carichi asimmetrici, dovuti ai carichi mobili, la linea delle pressioni si scosta dall’asse geometrico: l’andamento della linea elastica per le diverse posizioni del carico determina una fascia, più spessa alle reni e più sottile man mano che ci si avvicina alle cerniere, la cui ampiezza è proporzionale alle sollecitazioni di flessione 48