...

Ponti sul fiume Serio e ciclovia

by user

on
Category: Documents
12

views

Report

Comments

Transcript

Ponti sul fiume Serio e ciclovia
L’ECO DI BERGAMO
46
Focus
MERCOLEDÌ 30 MARZO 2016
Il Serio
1.290
Dai Romani al terzo millennio
Quattro fiumi e 1.290 ponti. Tanti sono i viadotti che scorrono sopra
i nostri corsi d’acqua e sotto la giurisdizione dell’amministrazione
provinciale. Ma all’appello mancano i ponti la cui proprietà e
manutenzione spetta ai Comuni. Facile che si arrivi alla soglia dei 2.000
Auto e camion
sui ponti storici
«Sono i più sicuri»
Lavori in corso. Interventi a Ghisalba, Albino e Cene
E Gorle chiede da 4 decenni una nuova infrastruttura
EMANUELE RONCALLI
«Le acque chete rovinano i ponti». E non è solo un
detto popolare. Tantomeno
una metafora. Lo sanno bene
all’Ufficio Ponti della Provincia, deputato a vigilare e monitorare le condizioni di 1.290
ponti della Bergamasca. Un
numero impressionante di
viadotti e passerelle, tuttavia
parziale, in quanto nel conteggio non rientrano, ad esempio,
i ponti comunali. L’esistenza di
ben quattro fiumi giustifica in
ogni caso una presenza così rilevante. Oggi il Serio è attraversato da nuovi viadotti in
calcestruzzo, altri in legno, ma
anche da antichi ponti medievali e romani abbandonati perché troppo stretti per il passaggio delle auto, recuperati come
passaggi ciclopedonali. La viabilità ordinaria, in alcuni comuni, tuttavia scorre ancora
su antichi manufatti di pietra
che - paradossalmente - si possono considerare ancora i più
sicuri. Dove un tempo transitavano carretti trainati da buoi
oggi passano Suv e mezzi pesanti. E ciò la dice lunga su quale sia la situazione viaria della
Bergamasca.
Davide Chiodi è responsabile dell’Ufficio della Provincia:
«Monitorare quotidianamente 1.290 ponti è impresa impossibile - dice -, a meno di avere una presenza capillare di
persone su tutto il territorio.
Naturalmente abbiamo un da-
Pradalunga: un’auto alla volta
tabase dove sono segnalate criticità e lo stato dei ponti. In alcuni casi sono le amministrazioni locali a interpellarci, in
altri i pescatori sono le nostre
sentinelle». Se non vi sono
problemi dal punto di vista statico, altrettanto non può dirsi
per il degrado che ha intaccato
alcuni viadotti. Mappare lo
stato di salute di tutti i ponti
del Serio è difficile, tuttavia all’Ufficio della Provincia ci sono
capitoli aperti che riguardano i
casi più urgenti, anche se non a
rischio per la loro stabilità.
Il limite di transito per i mezzi pesanti sul ponte di Ghisalba
Le criticità dei viadotti
1 Dove un tempo
transitavano carretti
trainati da buoi
oggi passano Suv
e mezzi pesanti
1 I nuovi manufatti
in calcestruzzo
presentano maggiori
problemi rispetto
a quelli antichi
Il ponte in calcestruzzo fra
Ghisalba e Cologno al Serio
presenta alcuni problemi legati ai giunti, tanto che il transito
è vietato ai mezzi pesanti con
pieno carico superiore alle 54
tonnellate. Ben più nota è la situazione del ponte di Gorle, di
origine romana, poco adatto al
traffico attuale. Da almeno
quattro decenni si parla di una
nuova infrastruttura in grado
di migliorare viabilità e traffico. Le criticità riguardano i parapetti, il cornicione e il fondo
stradale. Sotto osservazione
anche il ponte fra Albino e Pradalunga e quello di Cene (Sp
40). Si tratta di viadotti realizzati in calcestruzzo che presentano problematiche dovute
al drenaggio dell’acqua attraverso i giunti.
C’è poi un altro aspetto legato stavolta ai ponti che chiedo-
Ponte vecchio e nuovo nel territorio di Albino
ponte in Val Serina collaudato
il 3 marzo, che sarà aperto a fine mese e inizialmente nei
giorni feriali dal tardo pomeriggio fino alla mattina, e per
tutto il giorno nei fine settimana. Durante le altre ore la strada, invece, resterà chiusa per
continuare i lavori di aggrottamento, conclusi quelli si procederà all’asfaltatura. La viabilità della strada provinciale 27
era off limits dal dicembre
2013 a seguito di una frana, in
località Rosolo. Il senso unico
alternato consentirà il transito
Crollò il viadotto e la Provincia iniziò un monitoraggio
vanno dall’ispezione al monitoraggio. L’ispezione visiva si
effettua in modo rigoroso e a
intervalli regolari su tutti gli
elementi di ciascuna opera: è il
primo passo per garantire sicurezza e durata dei ponti.
Consente l’individuazione
delle cause di degrado e dei relativi effetti, nonché la definizione delle operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria. L’ispezione condotta
visivamente consente di riconoscere tutti i tipi di degrado
riscontrabili sulle strutture,
che sono poi riportati con precisione in apposite schede di
valutazione che forniscono un
numero finale correlato con lo
stato complessivo del degrado. Più alto è il numero e più
grave è la condizione generale.
Una notte di fine gennaio del 1979 le acque del
Brembo inghiottirono una
Volkswagen Golf con a bordo
cinque giovani, tre ragazze di
Capriate San Gervasio e due
giovani comaschi. Una tragedia immane, dovuta al crollo
improvviso del ponte a Brembate. Nel fiume in piena si faticò a lungo per recuperare le
vittime, con l’ausilio di un
gruppo di sommozzatori che
scandagliò il letto profondo
del Brembo. Seguirono infine
indagini per stabilire le cause
del ponte vecchio di quasi un
secolo. Perché a distanza di
tanti anni torniamo a parlare
efJfznfTvwF8EHMpxG6VtL3EGbmNjLY74DdI/FxM/d4=
di quella disgrazia? Perché
proprio da quel luttuoso evento che colpì non solo le famiglie delle vittime, ma tutta la
Bergamasca, con una eco anche fuori dai confini della nostra provincia, si iniziò a pensare di monitorare tutti i ponti, i viadotti, le passerelle anche quelle ciclabili o solo pedonali.
E così mentre imperversavano le polemiche su una tragedia che secondo taluni si sarebbe potuta evitare, ci fu invece chi pensò ad agire per
aprire un fronte di prevenzione nuovo.
Proprio in quel periodo si
pensò ad istituire un ufficio ad
hoc dell’amministrazione
provinciale, che si sarebbe dedicato esclusivamente alla
viabilità sui ponti. La struttura è l’ufficio ponti che ha sede
in via Sora nell’edificio della
Provincia e del quale è responsabile Davide Chiodi
«L’Ufficio - come si legge
nell’informativa del sito della
Provincia di Bergamo - si occupa della gestione degli interventi per la manutenzione
straordinaria e la riqualificazione di 1.290 ponti, oltre al
censimento e al monitoraggio
degli stessi». Le attività sono
particolarmente articolate e
no di essere definitivamente
«pensionati».
L’ultimo nato in Val Serina
Ma i progetti devono fare i conti ancora una volta con la scarsità di fondi. Qualcosa tuttavia
si muove. L’ultimo nato è il
La prima pagina de «L’Eco» con il disegno di Ilio Manfredotti
47
L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 30 MARZO 2016
Briciole di storia
A Seriate fu ricostruito sei volte
La dedica a Vittorio Emanuele II
iesta
h
c
n
i
L’
tri
I nosmi
fiu ata
unt
4ª p
Il ponte a Seriate ha avuto sempre
un ruolo strategico come passaggio
obbligato dalla pianura a Bergamo
o da Bergamo verso Brescia e
Cremona. La prima menzione del
ponte si trova in un documento del
1062. Era di epoca romana, ma fu
travolto dal fiume in piena e rico-
struito 6 volte nel corso dei secoli. Il
primo ponte era costruito più a
valle di quello attuale, ma dopo la
sua distruzione ne venne costruito
un altro più a monte. Un terzo
ponte fu costruito nel 1581 e dedicato al capitano veneto Bernardo
Nani. Il 18 giugno 1646 una piena lo
demolì; ricostruito, fu nuovamente
travolto da una piena nel 1647.
Ricostruito per la quinta volta, fu
inaugurato il 20 maggio 1649; durò
fino all’attuale eretto nel 1878 e
dedicato al re Vittorio Emanuele II
in cui onore fu murata una lapide
commemorativa. La piena rovino-
In bicicletta lungo il fiume
Top e flop su 50 km di pista
Il viaggio. Da Ranica a Valbondione l’80% del tragitto è su strada sterrata
Da Alzano a Casnigo slalom fra mamme con passeggino e cani al guinzaglio
SIMONE MASPER
Il ponte di Gorle con la statua
di San Giovanni Nepomuceno
collocata nel 1766. Nell’800 fu
allargato per il passaggio del
tram FOTOSERVIZIO YURI COLLEONI
negli orari di punta dei pendolari e degli studenti. Poi bisognerà posare ancora reti di
protezione e realizzare alcuni
muri. Conclusi questi lavori si
potrà procedere alla riapertura completa della strada. Il
senso alternato dovrebbe du-
rare circa due mesi, l’apertura
definitiva prima dell’estate.
Per buona pace dei residenti
che attendono l’opera da due
anni e che fino a quando non
sarà realmente completata
non intendono festeggiare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Un’unica grande via di
oltre 50 chilometri, da Ranica a
Valbondione, in mezzo al verde,
al sicuro e a stretto contatto con
il Serio. È proprio il fiume il re
della pista ciclo-pedonale regina
della Provincia, che corre parallelo e attraversa l’intera valle dalla
pianura alla montagna, con difficoltà tecniche diverse. Partiamo
con un viaggio che costa fatica e
tanta pazienza, da Alzano Lombardo fino a Ponte Nossa. Il percorso Ranica-Alzano è caratterizzato da diversi tratti su strada
asfaltata, poi si entra nel territorio alzanese e le cose cambiano:
sterrato, alberi piantumati sulla
sponda del fiume, cartelli segnaletici sia per la pista, che dedicati
alle specie animali presenti, il tutto con grande velocità e carreggiata larga, senza difficoltà tecniche se non nei punti di passaggio
da una parte all’altra del fiume.
Si passa sulla sponda destra
fino a Nembro, con tratti asfaltati
e a fianco della vecchia strada di
riferimento, ma a contatto con il
fiume, che resta accessibile in diversi punti, come s’intuisce dalla
presenza di diversi pescatori. Siamo a metà settimana, è un pomeriggio di sole e da Alzano fino a
Casnigo, praticamente in tutto il
tratto soleggiato, è una lunga processione di mountain bike, anziani in «Graziella», mamme con
passeggino e gente con i cani.
La pecca non sta nel lavoro
dell’uomo per la pista-gioiello, ma
nel comportamento di chi la utilizza: non che debba diventare
una pista in cui i biker sfreccino
alla massima velocità, ma persone che non rispettano sensi di
marcia allargandosi su tutta la
sede stradale e soprattutto persone senza senso civico con cani
Un tratto della pista ciclabile a Vertova corre parallelo al fiume
1 Mancano bagni
chimici e poche
sono le fontanelle
lungo tutto
il percorso
1 In Alta Valle
pendenze proibitive
ma panorami
mozzafiato
in mezzo alla natura
senza guinzaglio possono creare
pericoli ai ciclisti. Ottima la pulizia, peccato per qualche raro tratto vicino alla Superstrada 671,
dove l’abbandono dei rifiuti è una
triste realtà: si segnala l’assenza
di bagni chimici lungo il percorso
e poche sono le fontanelle. Dalle
pecche generali a quelle particolari: alcuni tratti e ponti troppo
stretti costringono i pedoni a
chiudersi all’angolo al passaggio
dei biker, tra Cene e Gazzaniga e
a Fiorano, all’altezza dell’unico
vero punto di ristoro incontrato
fino a Ponte Nossa. Il gioiello della Valle è e resta tale: c’è anche chi
ne approfitta per studiare, ci sono
pescatori (una settantina quelli
trovati in 30km) che accedono
direttamente dalla pista al fiume,
soprattutto nella parte più vissu-
Fernando il guardiapesca racconta 30 anni sulle rive
Trenta e più anni sul
fiume, a contatto con la natura,
vigilando i pescatori della zona e
vivendo in prima persona lo
spettacolo dell’Alta Valle Seriana. Tra le guardie che hanno visto da vicino l’evolversi del fiume Serio nel corso degli anni
troviamo Fernando Pacchiana
di Alzano Lombardo, ora pensionato e per 25 anni al lavoro
nella spedizione giornali de
«L’Eco di Bergamo», che per
lungo tempo ha operato nel tratto tra la sorgente e Ponte Nossa.
«Quando ho iniziato nel 1984 il
quantitativo di pesce non era
elevato, oggi invece i pescatori
non si possono lamentare del
efJfznfTvwF8EHMpxG6VtEsfrsI5n8YscczESZ15lio=
Serio – afferma la sentinella del
fiume-: gli anni passano e l’acqua è sempre migliore, anche se
le derivazioni ci sono sempre
state e a volte mettono a rischio
il pesce nei periodi di secca. Il lavoro delle guardie e della Federazione è notevole, ma non mi
sono trovato mai in situazioni
complicate in quella zona del
fiume. Ho visto crescere il numero di appassionati, cambiare
il tipo di pesca, da quella con il
verme a quella con le 5 e poi le 3
mosche. I tempi mutano, ma il
Serio è rimasto lo stesso». Controllare i pescatori nella loro attività, rilevare episodi di bracconaggio e inquinamento, ma an-
sa del maggio 1889 non riuscì a
travolgere il ponte: le acque sfondarono il canale del Colleoni di
fianco al fiume, allagarono i campi,
ma il paese fu salvato dall’inondazione. Non scampò l’antica chiesa
dei Morti delle Ghiaie che non fu
più ricostruita.
che tante ore trascorse a contatto con il materiale ittico e con la
sua cura negli incubatoi della
Provincia, prima della sua immissione nei corsi d’acqua bergamaschi. «Portiamo i nostri
“piccoli” di trota da Albino in Alta Valle per ripopolare il fiume dice Pachiana -: una volta si percorreva la Valle Seriana con i camion e le società dei vari paesi
collaboravano. Il pescatore ora è
più consapevole del problema
ambientale».
Il posto ideale per scappare
dalla calura estiva e trovare refrigerio lontano dalla città, questa in sintesi l’immagine che il
guardiapesca alzanese ci offre
Fauna ittica di tutto rispetto nel fiume Serio
ta, quella che va dal ponte romano
di Albino a Cene. All’inizio di Gazzaniga ci si trova fuori pista per un
chilometri: idem prima di Fiorano, un tratto segnalato alla perfezione e in sicurezza. Da Casnigo
in poi la difficoltà tecnica aumenta, la strada si fa in leggera salita,
a Vertova si passa sulla sponda
sinistra e inizia il tratto all’ombra,
a contatto con il bosco e un panorama mozzafiato. A Ponte Nossa
si nota il campo gara Fipsas. Si
continua a salire ed inizia l’ultimo
tratto. Andata e ritorno sulle tre
ore, senza considerare il tratto
dell’Alta Val Seriana: la parte sterrata copre ben l’80%, mentre
quella asfaltata il restante 20%.
Attenzione infine alle segnalazioni: dopo Alzano il percorso si divide in due prima di ricongiungersi
appena entrati in Pradalunga.
Ben più complicata dal punto
di vista tecnico la pista dell’Alta
Valle: sono diversi i saliscendi,
seppur brevi ma con pendenze
elevate (prima di Gandellino si
arriva anche al 35% per un tratto
di 200 metri), immersi nella natura tra boschi, ponti su ruscelli
e centrali idroelettriche; fino a
Valbondione è su sede propria
per 13,5 Km, mentre su strada per
7,8 Km: dei 23 km totali la maggior parte sono tutti asfaltati. Il
tratto più interessante è quello
che sale verso l’Alta Valle con la
possibilità di osservare le più belle cime della bergamasca. Nel
week end la pista della Valle Seriana si riempie in ogni punto, con
tanti appassionati provenienti
anche da fuori provincia. Sul web,
infine, ci sono diversi siti che la
descrivono nei particolari, a partire dal più dettagliato www.valleserianabike.it per proseguire
su www.piste-ciclabili.com.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
del primo tratto di Serio al giorno d’oggi. «In alcune zone conoscevo persone che pescavano
portandosi le corde per scavalcare le rocce. È cambiato il rapporto della gente con il suo fiume, ma anche la considerazione
di chi viene da fuori: lo zoccolo
duro resta quello dei pensionati,
i giovani sono scoraggiati dalla
distanza e si fermano più a valle.
D’inverno il freddo è pungente
sulle sponde: ve lo dico per esperienza personale, una volta ci finii dentro. In estate è perfetto, se
vuoi allontanarti dalla calura
basta andare ad Ardesio o Villa
d’Ogna per respirare un’aria diversa. Un consiglio per i pescatori? Godetevi il panorama della
montagna e non pensate solo alla pesca».
S. M.
Fly UP