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Il “mestiere” di Direttore del Personale
RISORSE UMANE V. Besa, C. Lampugnani, C.A. Papaccio, L. Roveda (*) V. Besa, Festo Consulenza Formazione. C. Lampugnani, Senior Consultant - Festo Consulenza e Formazione. C.A. Papaccio, SADI S.p.A. L. Roveda, Senior Consultant Festo Consulenza e Formazione. Il “mestiere” di Direttore del Personale La figura ed il mestiere di direttore del personale sono andati modificandosi negli ultimi 50 anni al modificarsi del contesto socio economico ed all’evolversi delle strutture organizzative e dei metodi gestionali dell’impresa. Negli anni 50 in un contesto caratterizzato dalla grande tensione per la ricostruzione del paese, dal progressivo affermarsi di una cultura industriale legata ai modelli tayloristici, da un alto livello di disoccupazione, da bassi livelli di scolarità e da una realtà sindacale molto influenzata dalle opzioni ideologiche di riferimento, il direttore del personale aveva una caratterizzazione prevalentemente di tipo amministrativo - normativo: regole e disciplina erano gli elementi determinanti del mestiere. Negli anni 60 con il miglioramento complessivo della situazione economico - sociale che ha portato al primo miracolo economico italiano si sono andati anche affermando, con riferimento a modelli prevalentemente importati dalla cultura nord americana, approcci alla gestione del personale legati alla scuola delle risorse umane: l’uomo, le sue motivazioni, i suoi bisogni sono diventati elementi centrali. In questa nuova stagione si è andata affermando una nuova generazione di direttori del personale molto attenti al lato umano dell’impresa e molto intrisi di cultura e metodi di origine anglosassone. Il ruolo si caratterizzava molto per l’attenzione alle tecniche di gestione (de- scrizione posizioni, valutazione posizioni, valutazione performances, ecc.). Gli anni 70, con il modificarsi radicale dei rapporti di potere all’interno delle aziende sull’onda dei grandi movimenti sociali di fine anni ‘60, con la stagione della conflittualità elevata a sistema nei rapporti sindacali il tutto inserito in un contesto socio economico molto perturbato (è anche la stagione del terrorismo e delle brigate rosse) il Direttore del Personale è diventato l’uomo del sindacale assumendo una funzione di regolazione sociale all’interno della organizzazione aziendale e divenendo elemento centrale per il corretto funzionamento dell’azienda. Con gli anni 80 si avvia un profondo processo di riorganizzazione e ristrutturazione del settore industriale, si affermano nuovi gruppi sociali forti (è la stagione dei quadri), si aprono progressivamente i mercati sulla spinta sia per la maggior integrazione dei paesi europei sia per l’evidenziarsi sempre più deciso di un processo di globalizzazione dell’economia. La scolarizzazione di massa immette sul mercato del lavoro generazioni di lavoratori che per formazione, stile di vita, valori richiedono un ripensamento profondo del modo di essere e funzionare delle aziende. Il direttore del personale deve riconvertirsi: da esperto di relazioni sindacali molto legato al collettivo deve riconsiderare e rileggere, a volte con molta fatica, il rapporto organizzazione - singoli per trovare riSistemi & Impresa N.5 - Giugno 2002 - 29 RISORSE UMANE sposte e approcci utili per l’impresa Negli anni 90 la fine della contrapposizione ideologica est - ovest, il progressivo porsi di una nuova contrapposizione sud - nord, l’esplodere della globalizzazione a base prevalentemente economica, l’affermarsi più deciso delle realtà sovranazionali (CEE, Mercosur, ecc.), la crisi dei modelli organizzativi classici, la ricerca continua del miglioramento, della flessibilità, della mobilità delle risorse, la pervasività delle nuove tecnologie hanno richiesto al Direttore del personale di ripensare complessivamente il proprio ruolo per diventare sempre più un business partner all’interno della organizzazione ed un facilitatore della comunicazione. È interessante notare come il concetto che si è andato affermando parte dal presupposto, ben evidenziato in una ricerca KPMG di fine ‘93 che “le differenze sulle persone fanno le differenze tra le aziende”. Nella ricerca si sottolinea che “definire che la competitività nasce dal comportamento e calare in azienda la cultura del servizio, significa richiedere ai propri dipendenti un notevole sforzo di adattamento; questi passano, infatti, da essere degli “esperti di qualcosa” ad essere un elemento della catena cliente fornitore; devono sostituire le certezze, legate alla propria esperienza professionale ed alla posizione coperta, con valori nuovi inerenti la missione e la filosofia della azienda, che divengono unica costante in una realtà in continuo cambiamento. In questo contesto alla Direzione Risorse Umane spetta il compito di tradurre la teoria in pratica e di rendere visibile e praticabile la strada che deve essere percorsa”… “Ricercare l’efficacia dei processi, invece della efficienza della funzione, comporta un grande sforzo di integrazione che si concretizza in iniziative di grande respiro che…. Puntano ad allocare ad ogni prodotto/progetto le risorse necessarie secondo schemi di interfunzionalità ed a superare l’individualismo nei sistemi di gestione e di valutazione delle risorse, coniugando obiettivi personali e di gruppo”. In tale contesto “la Direzione Risorse umane… sta cambiando rapidamente in linea con l’imperativo “competitività all’esterno, collaborazione all’interno”. 30 - Sistemi & Impresa N.5 - Giugno 2002 IERI OGGI Portavoce dell’autorità Interprete della filosofia dell’azienda Garante dell’ordine tradizionale Promotore del cambiamento Esperto di lotta sindacale Esperto di relazioni interne Amministrativo ed esecutore Interprete dei dati e propositivo Isolato dalle altre Direzioni Partecipe di contenuti ed esigenze Complicatore ed avverso all’innovazione Facilitatore e gestore del cambiamento L’indagine KPMG sintetizza con una significativa tabella “il passaggio dall’autorità alla autorevolezza, dalla complicazione alla collaborazione, dall’essere centro di potere contrapposto alle altre Direzioni ad essere elemento di integrazione, dall’essere entità opposta ai dipendenti ad essere una guida ed un riferimento. Tutto questo…in un’ottica di partecipazione al business dell’azienda”. (vedi tabella 1) Sullo stesso piano si pongono le considerazioni fatte nel corso della “Conferenza Internazionale sulle Risorse Umane” organizzata a Vienna dalla Hay nel 1996 ed in particolare quanto emerso nella sessione su “È la funzione Risorse Umane una barriera o un aiuto per la competitività dell’impresa?”. A questo proposito negli atti si dice: “L’approccio tradizionale alla competitività non è più efficace. Il cambiamento in ogni parte del sistema si va sempre più accelerando. L’orizzonte temporale è sempre più corto e lo scenario competitivo è sempre più imprevedibile. Come risultato vi è una minor enfasi sulle strategie pianificate nel dettaglio e molta più enfasi sulla realizzazione delle strategie attraverso le persone e sulla capacità di cambiare rapidamente direzione. Le persone sono riconosciute come l’elemento differenziante in un contesto dinamico in continuo cambiamento….. L’implicazione di fondo per la Funzione Risorse Umane è che il vantaggio competitivo non è creato dalle E best practices o anche dall’essere aggiornati allo stato dell’arte se questo non porta a vantaggi significativi dal punto di vista del mercato”. Queste tendenze si sono andate consolidando a cavallo del cambio del millennio ma si è anche posto Tabella 1 - Il Direttore del Personale. Fonte: KPMG/1993 RISORSE UMANE Tabella 2 Composizione dell’organico delle aziende partecipanti all’indagine Settore Numero Aziende Totale Addetti Di cui Dirigenti Di cui Quadri Di cui Impiegati Di cui Operai Alimentari 1 300 1.33% 1.33% 20.67% 76.67% Occhialeria 1 5.000 0.60% 0.80% 8.205 90.00% 12 14.057 1.49% 1.43% 18.36% 66.74% 2 1.817 2.31% 2.20% 14.69% 80.79% 16 21.174 1.35% 1.35% 15.68% 73.58% Metalmeccanico Cartario Totale Composizione direzione del personale Totale Totale Addetti % sul totale di settore % Dirigenti % dirigenti e Quadri % Impiegati % Operai 157 0.74% 8.28% 10.83% 71.34% 9.55% un problema di cambio generazionale degli uomini del personale e di loro adeguatezza a gestire realtà socio economiche territoriali molto diversificate pur in un mercato sempre più globale. Alla luce di quanto sopra è interessante analizzare quanto emerso dal lavoro di analisi e riflessione autogestito da un gruppo di Direttori del personale dell’area Nord - Est, con il supporto di Festo Consulenza e formazione . L’attività si è svolta dall’autunno 2000 all’estate 2001 e si è concretizzata in quattro riunioni che hanno avuto l’obiettivo di focalizzare l’attenzione dei partecipanti (Capi e Responsabili del personale di aziende Venete) sul ruolo del Capo del Personale nelle aziende del Nord - Est e di come questo ruolo possa contribuire all’integrazione delle strategie di business e dei sistemi di gestione. Sono stati coinvolti una media di 26 partecipanti per incontro. La riflessione è stata supportata da testimonianze aziendali, approfondimento di argomenti specifici (in particolare sullo sviluppo delle competenze) e realizzando interessanti e concreti lavori di gruppo. L’iniziativa è partita con un’indagine qualitativa realizzata tramite questionario sul “Ruolo e la Struttura della Funzione Personale” inviato ad un gruppo di Direttori del Personale di alcune aziende significative. La pretesa non era ovviamente quella di avere da- ti a valenza generale bensì quella di avere uno spaccato dei vissuti di ruolo dei Direttori del Personale coinvolti nell’iniziativa, come base di partenza per approfondimenti e proposte sul ruolo e sul futuro della Direzione del Personale Qui di seguito si illustreranno i dati più significativi emersi dall’analisi e discussione del questionario e su quanto è stato fatto dal gruppo dei Direttori del Personale per mettere a fuoco le prospettive di ruolo e trarne alcune prime conclusioni Il campione La tabella 2 sintetizza i dati più significativi del campione. I questionari restituiti rispetto a quelli distribuiti sono stati circa il 70%. Come si può notare si tratta nella totalità dei casi di aziende manifatturiere con una componente significati dell’area produzione (73,4% del personale è classificato come operaio) con una struttura di management (dirigenti + quadri) contenuta (2,70%). Interessanti anche i dati sulla Direzione del Personale che vede la focalizzazione professionale sul Responsabile della Struttura mentre sembrerebbe non essere molto diffusa la presenza di professional di solito inquadrati nella categoria dei quadri. Sistemi & Impresa N.5 - Giugno 2002 - 31 RISORSE UMANE L’inquadramento organizzativo La tabella 3 si riferisce alla denominazione della posizione, alla reporting line (Funzione) ed alla appartenenza agli organi di direzione. Per un 30% circa dei casi la denominazione indicherebbe un ruolo formale non direzionale (vedi ultime 4 scelte), mentre il richiamo alle Risorse Umane nel titolo assegnato è patrimonio di circa l’80% dei casi. Nella generalità dei casi il Direttore del Personale riporta ai vertici della organizzazione in cui è inserito. Questo è indicativo di un ruolo, almeno formalmente, direzionale e questo è confermato dal fatto che, ove esiste il Team di Direzione comunque il Direttore del Personale ne fa parte. Emerge dalle risposte del campione che quello del Direttore del Personale è un ruolo in fase di transizione dal punto di vista organizzativo ma che non ha ancora completato il ciclo ieri/oggi ben evidenziato nella matrice KPMG sopra vista. In particolare non è ancora chiaro se è considerato come un elemento importante per la realizzazione delle strategie dell’impresa. Le principali aree di responsabilità Le risposte a questa domanda danno un primo uno spaccato importante circa il ruolo concreto svolto dal Direttore del Personale nel campione in esame. (vedi tabella 4) Per i 2/3 dei partecipanti all’indagine l’a- Denominazione ufficiale Totale Direzione del Personale Direzione Risorse Umane Direzione Risorse Umane e relazioni Industriali Gestione Risorse Umane Human Resources Responsabile del Personale e dei Servizi Logistici e Gestione Immobili Responsabile Risorse Umane Servizio personale Ufficio del Personale Funzione Totale Direttore generale Amministratore Delegato Business Manager Direttore Stabilimento Proprietà 56.25% 25.00% 6.25% 6.25% 6.25% Il Capo del Personale fa parte del Team di Direzione? Totale Sì Non esiste team 93.33% 6.67% rea di responsabilità copre a 360° tutti i temi classici del ruolo spaziando dalla gestione Amministrativa del Personale, alle Relazioni Sindacali, alle aree più soft legate allo Sviluppo organizzativo ed allo Sviluppo delle Persone. Tabella 3 Tabella 4 Interno Esterno No Amministrazione Personale Gestione Personale Rapporti Sindacali Reclutamento e Selezione Sviluppo Organizzativo Organizzazione (macrostrutture) Organizzazione del Lavoro Sviluppo del Personale Formazione Comunicazione interna Servizi generali Altro 75.00% 100.00% 94.12% 64.00% 88.24% 85.71% 80.00% 94.12% 72.73% 76.47% 73.33% 100.00% 20.00% 0.00% 5.88 % 36.00% 11.76% 7.14% 0.00% 5.88% 27.27% 11.76% 6.67% 0.00% 5.00% 0.00% 0.00% 0.00% 0.00% 7.14% 20.00% 0.00% 0.00% 11.76% 0.00% 0.00% Numero osservazioni: Data ultimo aggiornamento: 16 11/10/00 32 - Sistemi & Impresa N.5 - Giugno 2002 28.57% 21.43% 7.14% 7.14% 7.14% 7.14% 7.14% 7.14% 7.14% RISORSE UMANE Principali Aree di Responsabilità Aree Totale Sviluppo e Valorizzazione del Personale e delle Competenze Relazioni industriali Sviluppo Organizzativo Reclutamento e selezione Gestione delle risorse Gestione dei costi Amministrazione del personale Clima aziendale Gestione immobili Totale complessivo 28.89% 20.00% 13.33% 11.11% 8.89% 6.67% 4.44% 4.44% 2.22% 100.00% Aspettative del Top Management Aspettative Totale Sviluppo e Valorizzazione del personale e delle competenze Reclutamento e selezione Gestione dei costi Relazioni industriali Gestione delle risorse Sviluppo organizzativo Amministrazione del personale Clima aziendale Motore di cambiamento Sviluppo e diffusione TQM-EFQm Totale complessivo 31.71% 14.63% 12.20% 12.20% 7.32% 7.32% 4.88% 4.88% 2.44% 2.44% 100.00% Tabella 5 - Tabella 6 Un tema particolarmente sentito è quello dell’outsourcing di funzioni: è interessante notare come le aree più interessate a questa modalità di gestione oltre a quella amministrativa (paghe e contributi in par- ticolare) sono quelle relative al reclutamento e selezione, alla formazione ed alla comunicazione interna. Se tali dati vengono letti ricordando la composizione dell’organico delle Direzioni del Personale si evidenzia da un lato che l’esternalizzazione è riferita in particolare ad attività che per natura (amministrative) o per ciclicità o competenza specifica (ricerca e selezione, formazione) più naturalmente vengono delegate all’esterno. Dall’altro che lo staff delle Direzioni del Personale, che vorremmo definire “monocratiche” con una ridotta presenza di quadri professionali di fatto impegna in prima persona il Direttore del Personale nella operatività giornaliera lasciando poco spazio alle aree più direzionali. Le problematiche dell’outsourcing sono state al centro di una specifica sessione di approfondimento. Il vissuto dei Direttori del Personale sulle principali aree di responsabilità È interessante notare come la rilettura delle responsabilità partendo dal vissuto di ruolo (e non da una scelta all’interno di un elenco predeterminato) porti ad enfatizzare in particolare gli aspetti più soft del ruolo stesso (il 53% delle indicazioni si concentrano sull’area dello Sviluppo e Valorizzazione del personale e delle Competenze, sullo Sviluppo Organizzativo e sul Reclutamento e Selezione). (vedi tabella 5) Se si confronta quanto evidenziato in tabella 5 con quanto già emerso dalla indagine si vede come, al di là del nominalismo, esistano molte aree di convergenza: il Direttore del Personale sente la necessità di Tabella 7 Agente di Cambiamento Integrazione Coacher Supporto Specialistico Pompiere Azienda Collaboratori Sindacato Associazioni di Categoria Comunità Locale 30.00% 17.65% 41.38% 5.88% 16.67% 17.50% 23.53% 17.24% 52.94% 61.11% 12.50% 41.18% 3.45% 0.00% 0.00% 25.00% 11.76% 10.34% 41.18% 16.67% 15.00% 5.88% 27.59% 0.00% 5.56% Totale 24.64% 28.99% 14.49% 19.57% 12.32% Nei confronti di: Numero osservazioni: 16 data ultimo aggiornamento: 11/10/00 Sistemi & Impresa N.5 - Giugno 2002 - 33 RISORSE UMANE essere parte attiva e propositiva del progetto di sviluppo e cambiamento della organizzazione ma viene continuamente “tirato” dalla quotidianità ad occuparsi della “gestione ordinaria” che dovrebbe essere, in un giusto equilibrio di ruoli più compito dei manager di linea che dei Direttori del personale. Ciò è confermato dalle risposte alla domanda “Quali le 3 principali aspettative della Proprietà/Top Management vs. Unità Personale?” (tabella 6). Ed è ulteriormente rafforzato da quanto emerso dalla matrice di ruolo matrice di ruolo riferita alla esperienza personale (tabella 7). Il Direttore del Personale vuole essere Agente di Cambiamento, Integratore, Coach con una forte connotazione di uomo capace di gestire un sistema complesso di relazioni (Collaboratori, Azienda, Sindacato, Comunità Locale). Questo voler essere (il saper essere ed il poter essere sono gli elementi maggiormente discussi!) trova un’ulteriore conferma confrontando l’analisi dei Value Driver del Top management come percepiti dai Direttori del Personale e quello che i Direttori del Personale ritengono le sfide di ruolo nell’attuale contesto socio economico (tabella 8). C’è una notevole correlazione fra aspettative vissute in termini di crescita e di leadership di mercato con le sfide centrate sugli uomini il loro potenziale, le loro competenze e la necessità di mantenere questo valore in azienda. Il tema del cost management sembra essere una costante condivisa che indica come efficacia ed efficienza debbano essere perseguite contemporaneamente in mercati che si muovono su scala sempre più globale e con ritmi sempre più veloci, aiutati in questo dalla pervasività delle nuove tecnologie . Quanto emerso dalla discussione dei risultati del questionario ha convinto i partecipanti a proseguire la riflessione pianificando con l’aiuto di Festo Consulenza e Formazione una serie di incontri che hanno via via affrontato il tema del cambiamento organizzativo e del ruolo del Direttore del Personale, l’approccio integrato alla Gestione delle Risorse Umane e l’approfondimento del tema della terziarizzazione, il confronto/dibattito fra le aspettative di ruolo riferite alla Direzione del personale da parte del Top Management di alcune significative aziende del Nord Est. 34 - Sistemi & Impresa N.5 - Giugno 2002 Value Driver per la proprietà e per il top management % Redditività Sviluppo Mercati e Fatturato Leadership Mercato Internazionalizzazione Leadership Qualità Leadership Qualità Leadership Tecnologia Cost Management Altro 93.75% 75.00% 62.50% 56.25% 37.50% 31.25% 25.00% 12.50% Sfide critiche per la gestione risorse umane % Competenze Talenti e loro sviluppo Costi Fidelizzazione Altro Riflessioni conclusive “L’uomo del personale ha perso “il potere” tradizionalmente riconosciuto e si è trasformato in consulente per la direzione”. Questa affermazione potrebbe riassumere il contributo emerso nel corso dei workshop e dei lavori di gruppo; questo passaggio a un ruolo più “sfumato”, che implica un uso maggiore di potere personale dato dalla credibilità professionale, è però per alcuni difficile da gestire in quanto comporta un ripensamento del proprio modo di porsi e di essere nell’azienda anche per confini molto meno definiti rispetto al precedente modo di vivere il ruolo stesso. Alcuni si “aggrappano” alle relazioni sindacali come a un qualcosa che permette a loro di avere un ruolo definito e riconosciuto anche se l’attuale momento economico e sociale porta le direzioni d’azienda a non dare più molto rilievo a questo aspetto. È opinione condivisa che il Direttore del personale deve essere un consulente aziendale, ma con caratteristiche peculiari rispetto al consulente esterno: è infatti consapevole che il suo intervento 75.00% 75.50% 50.00% 43.75% 6.25% Tabella 8 RISORSE UMANE è di norma decisiva e pesante nell’impostazione e nella realizzazione delle politiche aziendali, della riorganizzazione/organizzazione aziendale, della gestione più complessiva del sistema socio - tecnico aziendale. Questo passaggio dal “potere gerarchico” al “potere personale” basato sulla autorevolezza forse costituisce il punto di maggiore difficoltà. È chiaro comunque il bisogno di incrementare le competenze personali, ad esempio nell’ambito della comunicazione, della negoziazione interna ed in altri settori, anche tecnici, per meglio affrontare questo passaggio. Essenziale è comunque definire e chiarire con la Direzione le aspettative di ruolo e gli obiettivi della funzione, in modo tale che la Direzione del personale possa dare un contributo decisivo nella realizzazione delle strategie aziendali. È questo il compito per eccellenza della Direzione del Personale per i prossimi anni, se vuole essere riconosciuta quale ruolo essenziale (strategico?) all’interno dell’azienda. Quanto detto sopra è emerso durante i primi incontri diventando poi opinione condivisa dal gruppo. Ulteriori rafforzamenti si evincono da alcune affermazioni riguardanti il fatto che il Direttore del Personale deve anche essere “linea”, cioè deve interessarsi dei cambiamenti che avvengano nelle attività produttive, partecipando alla definizione degli stessi, cogliendone tutte le implicazioni relative alla gestione delle persone, alle competenze, all’organizzazione del lavoro, studiando con la linea i programmi e i piani di supporto ai cambiamenti, per poi realizzarli e monitorarli. Sono emersi poi quelli che continuano ad essere i compiti del Direzione Risorse Umane, cioè il tenere sotto controllo i costi del personale, proteggere le skill critiche, che oggi presentano una complessità maggiore legata anche ad aspetti sindacali, in quanto le skill da proteggere sono sempre di più quelle degli operai specializzati. La riflessione è stata molto aiutata dagli approfondimenti fatti circa la “terziarizzazione” della funzione letta sia sulla base di quanto oggi è già realtà ma anche tentando una proiezione a medio termine: non riuscire ad assumere un reale ruolo strategico dominando gli aspetti sopra ricordati rende ancora più marcata la possibilità che si scelga di comprare all’esterno i servizi oggi forniti dalle Direzioni del Personale La considerazione conclusiva di tutte queste analisi può risultare difficile ed ampia, ma riteniamo comunque di dover sottolineare l’aspetto della “relatività degli strumenti”. Sembra infatti che anche per il mestiere di Direttore del Personale si stia relativizzando tutto con la mancanza di certezze metodologiche ed operative. Lo riteniamo un potenziale pericolo per la chiarezza dei percorsi professionali da disegnare e seguire nell’ambito del Personale: se tutto è relativo come relazioni, priorità di interventi, interpretazioni del ruolo e capacità di porsi all’interno dell’azienda, non può essere altrettanto vero che le “core competence” del “mestiere” siano state annullate. È tutto il contrario, esattamente come in altre professioni le skill storiche sono rimaste necessarie ma non sono più sufficienti: tutto si è allargato e quindi diventato più complesso. Cambiare priorità nelle proprie competenze non può significare annullarle, ma anzi arricchirle. Sicuramente poter analizzare e disegnare i processi in azienda è la nuova frontiera professionale (sia come technicality sia come capacità di gestire il processo di analisi) ma è impensabile perdere la competenza per esempio della definizione del costo, la competenza normativa e la competenza di calcolare il ritorno di un investimento nell’area delle HR per concentrarsi solo sul nuovo. Infatti lo sviluppo del ruolo di Direttore del Personale per rimanere tale si deve arricchire. Arrivare a studiare, teorizzare, elaborare ed implementare avanzati sistemi sia tecnici che gestionali per la misura dell’efficienza organizzativa è il futuro immediato e prossimo. Su questo la teoria e la dottrina Universitaria e Consulenziale deve aumentare la sua produzione e la sua ricerca; i grupSistemi & Impresa N.5 - Giugno 2002 - 35 RISORSE UMANE pi professionali e i canali di comunicazione devono concentrare il loro scambio di sperimentazioni e prove empiriche su questi temi, la comunicazione del progresso professionale deve ritrovare velocità di circolazione pari al progresso di tutti i canali di informazione. L’esperienza di condurre un gruppo di lavoro così “impegnato” e variegato verso i risultati sopracitati è stato molto interessante soprattutto per le occasioni di confronto che gli incontri e le modalità di lavoro hanno consentito. Per questo ed altri motivi si è deciso di proseguire; nel gennaio 2002 è cominciata la seconda fase di questa esperienza attraverso la presentazione e l’analisi della Balanced Scorecard quale strumento per il performance management aziendale. Durante l’incontro è stato presentato lo strumento di management e, con le stesse modalità utilizzate negli incontri precedenti, il gruppo si è espresso declinando le competenze necessarie alla gestione di cambiamenti organizzativi importanti avvalendosi di indicatori di performance significativi. Questo è in perfetta sintonia con quanto precedentemente espresso: la Direzione del Personale come Consulente interno all’azienda e quindi introdotto nei processi fondamentali dell’azienda stessa. Ciò implica l’acquisizione di conoscenze non tradizionalmente riconducibili alla funzione stessa ed al ruolo che la maggior parte dei manager ed imprenditori gli riconosce; ora il gruppo di lavoro sta progettando un percorso di formazione specifico per la funzione con l’obiettivo di rispondere in modo esauriente a tali esigenze. Il progetto è ritenuto innovativo per l’ampio ricorso a modalità operative coinvolgendo non solo le persone ma anche e soprattutto i processi di alcune aziende. Tutto ciò conferma quanto evidenziato parlando di orientamenti per la gestione delle risorse umane nello “Scenario Risorse Umane 1999” realizzato dall’ISPER - Divisione Strategie e Politiche delle Risorse Umane e che qui si riporta integralmente quale conclusione della esperienza fatta con il 36 - Sistemi & Impresa N.5 - Giugno 2002 Gruppo di Direttori del Personale che negli scorsi 12 mesi hanno insieme voluto ripercorrere problemi, criticità ed opportunità di ruolo. “Quali orientamenti per la gestione delle risorse umane in definitiva emergono? Intanto uno Fondamentale, è di rendere compatibili strategie eterogenee che devono essere contemporaneamente: “lunghe” per gestire una variabile così inerziale quale si riconferma la risorsa uomo “corte” per adattarsi rapidamente a contesti turbolenti “larghe” per combinare alti potenziali ed esecutori generici; i primi, indispensabili ed instabili, da fidelizzare con azioni individualizzate, i secondi, marginali, da rassicurare con piani sistematici “pesanti” per orientare le risorse senza incertezze in uno spazio aperto che ha il mondo come orizzonte estremo e l’Europa per cornice prossima (di un quadro che tuttavia è appena in abbozzo) “leggere” per fare coesistere localismo e multinazionalità, postindustriale e terzo mondo. Un problema per i vertici aziendali ed una sfida per le Direzioni del Personale, laddove il loro ruolo lo consenta. Risulta infatti anch’esso polarizzato tra la banalizzazione spinta fino alla terziarizzazione e appunto la strategicità: uno scenario instabile ed evolutivo come tutto il resto”.