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Obiettivo puntato su…” il pericolo dello smalto sulle unghie “

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Obiettivo puntato su…” il pericolo dello smalto sulle unghie “
Obiettivo puntato su ...
mizzati l'acquisizione della nuova
voce necessita di un addestramento più o meno lungo che inizia con
il corretto apprendimento di movimenti specifici che favoriscono l'ingresso di una certa quantità d'aria
nel cavo orofaringeo in esofago.
L'apprendimento e l'uso della nuova voce è facilitato da diversi esercizi di ripetizione: di singole vocali,
di sillabe, di parole composte da
due o più sillabe con difficoltà crescenti e inserimento dei vari fenomeni in diverse posizioni di parola
e in gruppi consonantici.
Si allenano successivamente i pazienti con brevi frasi per imparare a
dosare adeguatamente la quantità
d'aria per una corretta fluenza verbale. Si passa poi al miglioramento della produzione verbale con la
lettura di alcuni brani.
L'allenamento costante, anche a
casa, migliora l'intelligibilità e la stabilità della nuova voce rendendola
sempre più simile ai parametri acustici della voce naturale.
Ciò facilita l'integrazione sociale ed
aiuta e stimola anche la comunicazione con gli altri.
Reimparare a parlare alla Scuola
diventa, citando un paziente che l'ha
frequentata, ritornare a vivere apprezzando di più quello che spesso ci sembra un dono scontato: la
voce.
Per ulteriori informazioni rivolgersi
al numero 296008 Foniatria/Poliambulatori.
di Ilaria Crovi
Poliambulatori - Foniatria
Il pericolo dello smalto sulle unghie!
I timori che microrganismi patogeni
potessero annidarsi nelle fissurazioni dello smalto applicato sulle unghie delle infermiere - timori più volte avanzati in letteratura e nelle raccomandazioni ufficiali - non sono
mai stati sostanziati da evidenze.
Uno studio prodotto da un gruppo
di infermiere addette al controllo
delle infezioni ha messo in discussione questi timori. Per 4 giorni, 26
volontari hanno fatto delle colture (su
delle piastre di petri) dei microrganismi presenti su unghie con smalto ed unghie senza smalto, ruotando sul terreno di coltura tre unghie
di una mano (con lo smalto) e tre
dell’altra (senza smalto). In quasi
tutti i casi le colture delle unghie con
smalto sono risultate più basse (e
in nessun caso più alte) rispetto alle
colture delle unghie senza smalto.
Baumgardner CA, Margos CS, Walz J,
Larson E. - AORN J 1993
Rivista dell’Infermiere n° 1/1994
La normotermia perioperatoria
per ridurre l’incidenza di infezione delle ferite chirurgiche e ridurre l’ospedalizzazione
Una lieve ipotermia perioperatoria,
abbastanza frequente durante gli
interventi di chirurgia maggiore, può
favorire l’infezione della ferita chirurgica, provocando una vasocostrizione termoregolatoria, che riduce la
tensione sottocutanea di ossigeno.
La riduzione del livello di ossigeno
tissutale ostacola i processi di distruzione per ossidazione da parte
dei neutrofili e riduce la forza del processo di guarigione, riducendo la
deposizione di collagene. L’ipotermia compromette direttamente anche la funzione immunitaria.
E’ stata testata l’ipotesi che l’ipotermia aumenti la suscettibilità all’infezione della ferita chirurgica ed
aumenti la durata della ospedaliz-
zazione. 200 pazienti che dovevano
essere sottoposti ad intervento di
chirurgia colorettale sono stati assegnati casualmente ad essere trattati come di routine in sala operatoria (gruppo di ipotermia, in cui la temperatura poteva scendere fino a
34,5°C) o ad essere scaldati (gruppo di normotermia, in cui la temperatura veniva mantenuta sui 36,5°C).
L’anestesia è stata standardizzata
ed a tutti i pazienti è stato somministrato cefamandolo e metronidazolo. Le ferite chirurgiche sono state valutate quotidianamente, in doppio cieco, fino alla dimissione, ed in
ambulatorio, dopo 2 settimane.
Sono state considerate infette le ferite con un esame colturale positivo. I chirurghi non erano al corrente
del gruppo a cui era stato assegnato il paziente. La temperatura media intraoperatoria è risultata di 34,7
±0,6°C nel gruppo di ipotermia e di
36,6±0,5°C nel gruppo di normotermia. Sono state riscontrate infezioni delle ferite chirurgiche in 18/96
pazienti assegnati al gruppo di ipotermia (19%) ma solo in 67104 pazienti assegnati al gruppo di normotermia (6%, p = 0,009). I punti di
sutura sono stati rimossi un giorno
dopo nei pazienti assegnati al gruppo di ipotermia e la durata della
ospedalizzazione è stata prolungata di 2.6 giorni (circa del 20%) rispetto al gruppo di normotermia (p
= 0,01). L’ipotermia può ritardare la
guarigione e predisporre il paziente
ad infezione della ferita. Mantenere
la normotermia durante l’intervento
sembra ridurre l’incidenza di complicanze infettive e ridurre l’ospedalizzazione nei pazienti che si sottopongono ad interventi di chirurgia
colorettale.
Kurz a, Sessler Dl, Lenhardt R, N Engl J
Med 1996; Rivista dell’Infermiere n°2/’96.
di Patrizia Copelli
Scuola Infermieri Professionali
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