Facciamo ginnastica …. … ma questa volta con il cervello!!
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Facciamo ginnastica …. … ma questa volta con il cervello!!
Laboratorio di kinesiologia dell’apprendimento in V A - Rigola febbraio-maggio 2013 Facciamo ginnastica …. … ma questa volta con il cervello!! Monica Maestri e Laura Berardengo Introduzione Cos’è la kinesiologia dell’apprendimento? Si tratta di un ambito specifico di studio del movimento in relazione all’apprendimento. La kinesiologia educativa (ideata dal Dott. Paul Dennison negli anni Ottanta) è concepita con l’obiettivo di migliorare la comunicazione tra gli emisferi destro e sinistro del cervello, proponendo una serie di movimenti che facilitano l’attraversamento della linea mediana. Dal punto di vista scientifico i presupposti sui quali si basa la kinesiologia dell’apprendimento hanno le loro radici nella fisiologia, nell’anatomia e nella storia evolutiva del nostro cervello (tronco encefalico e cervelletto, cervello medio o sistema limbico, neocorteccia). E’ molto più facile apprendere, quando vi è una buona integrazione emisferica (in altre parole quando il corpo calloso permette una buona comunicazione tra i due emisferi cerebrali), il controllo cerebrale viene assunto dalla neocorteccia, vi è un buon equilibrio tra i nostri tre cervelli e tra tendenze innate, genetiche e tendenze apprese. Questi tre cervelli e la loro capacità di comunicazione reciproca corrispondono alle tre dimensioni con cui l’organismo si muove nello spazio (destra‐sinistra, alto‐basso, avanti‐dietro). La dimensione della destra‐sinistra o della lateralità è la dimensione dell’integrazione tra i due emisferi cerebrali, della comunicazione, della motricità fine e del campo di azione prossimo. La dimensione dell’alto‐basso o della centratura è la dimensione che mette in relazione il sistema limbico con la corteccia cerebrale (neocorteccia) ed è legata alla percezione emotiva, alla relazione tra cuore e mente. La dimensione dell’avanti‐dietro o della focalizzazione è la dimensione che riguarda l’interazione tra il tronco encefalico e i lobi frontali (neocorteccia) ed è in relazione con le abilità di motricità grossa, di percezione degli schemi e di un sistema di attenzione e di consapevolezza percettiva. Quando questi tre ambiti sono in equilibrio è più facile apprendere poiché si ha percezione di armonia, di stabilità e di sicurezza e si riesce ad esprimere il proprio potenziale creativo. E’ proprio muovendo l’organismo nello spazio che è possibile ristabilire alcuni di questi equilibri: kinesiologia, infatti, significa “scienza che studia il movimento”. Il movimento diventa “chiave del processo di apprendimento”. Obiettivi e durata del progetto Il progetto nasce con le seguenti finalità: • Insegnare ai bambini gli esercizi di ginnastica per il cervello, stimolarli ad usarli autonomamente, responsabilizzarli relativamente al calo d’attenzione, aumentare la fiducia che hanno nei confronti dei messaggi del proprio corpo • Fornire alle insegnanti degli strumenti di lavoro veloci, efficaci e divertenti, utili nella gestione del processo di apprendimento dei bambini • Fornire ai genitori delle informazioni relativamente al profilo d’apprendimento del proprio figlio e alcuni consigli per migliorare ed individualizzare l’apprendimento. Durante il laboratorio si proporranno ai bambini, attraverso modalità ludiche e di movimento, delle tecniche che possono contribuire a migliorare la loro capacità di apprendimento, a gestire al meglio gli stati emotivi e a ottimizzare il proprio potenziale creativo. Il progetto si articola in 10 incontri settimanali della durata di un’ora, da febbraio a maggio 2013. 1° Incontro I profili di apprendimento e i canali percettivi dominanti All’inizio del laboratorio, attraverso tecniche kinesiologiche di valutazione delle dominanze (emisferica, uditiva, visiva, cinestetica) si stabiliscono i profili di apprendimento di ogni bambino. Grazie alla conoscenza del proprio profilo di apprendimento e di dominanza è possibile scoprire i canali di apprendimento di ognuno e utilizzare esercizi e attività per integrare le varie potenzialità dei bambini e adottare le migliori strategie (la posizione di fronte alla lavagna, i tipi di supporto allo studio, gli esercizi di aiuto…) per imparare con serenità, facilità e autonomia. I profili di apprendimento I canali percettivi Gli emisferi del cervello Noi siamo DESTRODOMINANTI Alice Elena Giorgia Matteo Eleonora Alessia Brenda Simone Luca Mattia David Federica Sonia Daniele B. Funzioni di sintesi La spontaneità L’intuizione Coglie le somiglianze Orientato sull’immagine Noi siamo SINISTRODOMINANTI Serena Giulia Daniele C. Julienne Karin Serena Christian Lorenzo Funzioni di analisi La struttura La programmazione Coglie le differenze Orientato al linguaggio Come riconoscere l’intelligenza percettiva dominante Per riconoscere quale tipo di intelligenza percettiva domina nel bambino è stata usata la tecnica del disegno dell’“otto dell’infinito”. La tecnica consiste nel chiedere al bambino di disegnare su un foglio bianco un “otto coricato”, partendo dal centro e andando verso l’alto a sinistra o a destra. Dall’osservazione del disegno si possono evincere alcune indicazioni sul canale percettivo privilegiato dal bambino, secondo lo schema seguente. Noi impariamo meglio usando gli Serena Elena Giorgia David Christian Sonia Siamo il gruppo dei VISIVI Alice Giorgia Matteo Alessia Daniele B. Brenda Simone Karin Mattia Lorenzo Noi impariamo meglio sperimentando e muovendoci Siamo il gruppo dei CINESTETICI Noi impariamo meglio usando le Siamo il gruppo degli UDITIVI Giulia Daniele C. Matteo Eleonora Julienne Luca Karin Serena Federica Seguono alcune indicazioni per i genitori e gli insegnanti … Il bambino VISIVO La percezione del bambino visivo avviene attraverso le immagini del mondo esterno, ma anche attraverso quelle interne. Tale percezione si esprime nella creazione di cose che si possono vedere e il bambino visivo sembra assorbire il mondo con i suoi occhi. E’ molto attento al suo aspetto estetico, è sempre pulito ed ordinato. Il bambino visivo al mattino esce in ordine e pettinato per andare a scuola e, quando ritorna a casa, è come quando è uscito. Tiene con cura e in modo ordinato anche i suoi oggetti. Generalmente è un bambino attivo e sempre in movimento. Fa spesso dei movimenti inconsci degli occhi verso l’alto, come se guardasse il cielo. Quando si relaziona con qualcuno, stabilisce uno stretto contatto visivo, mostrandosi invece timido rispetto al contatto fisico e riservato nei sentimenti e nelle emozioni. Impara facilmente quando gli si insegna attraverso le immagini e i colori, e vedendo ciò che fa un’altra persona tende naturalmente ad imitarla. Il bambino visivo ama disegnare e colorare, mostrando molta precisione e cura dei dettagli di ciò che rappresenta. Ha una memoria fotografica e ricorda perfettamente tutto ciò che vede e legge. La sua scrittura è leggibile e l’ortografia è molto buona. Ama leggere e ha l’abitudine di indicare tutto ciò che vede. Usa spesso parole che si riferiscono alla vista, come per esempio: splendore, focalizzare, spiare, immaginare, luce, colore, esplorare, guardare, vedere, chiaro, osservare, riflettere, contemplare, riconoscere, sembrare, luminoso, esaminare, ecc. In generale il modo migliore di relazionarsi con un bambino visivo è il seguente: ‐ Fare in modo che scriva il più possibile (proponendogli, per esempio, di tenere un diario o scrivere delle lettere ad amici o parenti) ‐ Guardarlo negli occhi mentre gli si parla ‐ Mantenere il luogo in cui studia pulito e ordinato, rispettare l'ordine delle sue cose ‐ Aiutarlo a costruirsi immagini mentali di ciò che legge ‐ Invitarlo a esplorare la ricchezza della metafora ‐ La lettura deve diventare un'attività regolare e... bisogna leggere con lui ‐ Motivarlo e ricompensarlo per i suoi successi ‐ Dargli la libertà di scegliere i vestiti e gli oggetti personali ‐ Quando deve imparare qualcosa su un argomento, offrirgli delle immagini collegate all'argomento oppure delle metafore Il bambino UDITIVO L’obiettivo del bambino uditivo è ascoltare sia il mondo esterno che i suoni interiori e tutto ciò che percepisce attraverso questo canale. Un bambino uditivo si riconosce principalmente dalla voce che, generalmente, è chiara ed espressiva. Gli piace ascoltare attentamente e dialoga con molto piacere. In genere è serio e sorride poco, risultando quasi inespressivo. Non avendo bisogno di esplorare o di osservare, è un bambino molto sedentario. Dimostra una grande abilità e sensibilità nel riconoscere i diversi toni di voce, cogliendo le emozioni di chi parla, nonché sentimenti, verità e bugie. Quando un bambino uditivo ascolta, tende ad inclinare la testa di lato perché le parole entrino direttamente nell’apparato uditivo. Ha anche l’abitudine di spostare lo sguardo da un lato all’altro in orizzontale, proprio ad altezza delle orecchie. Fin da piccolo è molto abile nel linguaggio: parla in modo chiaro e senza tentennamenti. Fa tante domande su qualsiasi argomento e risponde con prontezza a domande verbali. Ama lo scambio di idee e le sue sono molto precise, e le esprime con facilità. Quando è irritato tende ad alzare il suo tono di voce. Il bambino uditivo impara facilmente se le cose gli vengono spiegate oralmente. Ricorda ciò che ha letto ripetendolo e memorizza mentre ascolta. E’ portato per le lingue ed è un lettore vorace. Gli piace scrivere e ha una buona ortografia, anche se la sua grafia può essere difficile da leggere. Le parole che abitualmente usa sono: suonare, ascoltare, udire, silenzio, chiedere, suono, dire, raccontare, tono, rumore, parlare, parola, armonia, ritmo, eco, sordo, ritenere, sussurrare, esprimere, tacere, ecc. In generale il modo migliore di relazionarsi a lui è il seguente: ‐ Ascoltarlo e dialogare con lui. ‐ Fargli domande su quello che pensa o che gli interessa. ‐ Chiedere la sua opinione e coinvolgerlo nelle decisioni. ‐ Spingerlo all'ascolto della musica e del canto. ‐ Dedicare del tempo soprattutto ad ascoltarlo. ‐ Ricordargli che non deve interrompere le conversazioni degli altri. ‐ Leggere ad alta voce e discutere con lui di libri. ‐ Quando non capisce qualcosa, spiegarglielo a parole. ‐ Permettergli di studiare con una musica di sottofondo. ‐ Aiutarlo a mettere ritmo e melodia in ciò che studia. Il bambino CINESTETICO Un bambino cinestesico è sensibile, emotivo e molto affettuoso. Parla con lentezza e fa molte pause. Gli piace la comodità e il suo abbigliamento risulta trascurato. Tende a volgere lo sguardo verso il basso, il che significa che sta percependo i propri sentimenti. Quando parla gesticola e muove molto le mani. Per comunicare ciò che non riesce ad esprimere a parole utilizza il pianto. Il suo corpo è forte e attivo, e preferisce gli sport competitivi ed è un atleta nato. Accede al contatto fisico in modo naturale, ama toccare e essere toccato. Il bambino cinestetico apprende più facilmente se viene coinvolto nel movimento fisico e nelle emozioni. Impara con la pratica e gli esperimenti. La sua scrittura è poco chiara, non ama leggere e neanche scrivere. Ha una sviluppata capacità intuitiva e memorizza meglio se ha la possibilità di ripetere. Le parole più comunemente usate da un bambino cenestesico sono: percepire, toccare, abbracciare, prendere, duro, felice, triste, emozione, pesante, dolore, calore, freddo, sensazione, vibrare, percepire, caldo, prevedere, picchiare, accarezzare, cuore, ispirare, commuovere, sperimentare, ecc. Parlando con un bambino cinestetico è preferibile usare parole che si riferiscono a emozioni, sentimenti e sensazioni. Inoltre per relazionarsi con un bambino cinestetico è consigliabile: ‐ Dargli abbracci, baci e carezze. ‐ Divertirsi con lui: fare sport e giocare insieme. ‐ Evitare di chiedergli di stare fermo e tranquillo. ‐ Aiutarlo a leggere meglio indicando con un dito le parole. ‐ Nel luogo in cui studia ci deve essere molto spazio. ‐ Stimolarlo ad esprimere i suoi sentimenti. ‐ Invitarlo a toccare o a percepire fisicamente qualcosa che deve ricordare. ‐ Regalargli dei giochi di apprendimento. 2° Incontro Il P.A.C.E. Positivo Attivo Chiaro Energetico 4 lettere per 4 movimenti magici per trovare la nostra «marcia alta» 1. E come ENERGETICO = bere acqua Il cervello è formato all’85% di acqua mentre il corpo al 70%. 2. C come CHIARO = «bottoni del cervello» 3. A come ATTIVO = «cross crawl» (marcia) 4. P come POSITIVO = «hooks up» (contatti crociati) Cantiamo insieme il PACE!!! (sing togheter!) PACE When you rub your brain buttoms it help your brain to talk gently rub them all the time while your eyes go for a walk side to side, side to side. Bottoni del cervello When you rub your buttoms it helps your brain to talk gently rub your lips while your eyes go for a walk up and down, up and down. When your fingers unroll your ears it helps your ears to hear from the top down to the bottom it makes the sound so clear bright and clear, nice to hear. Bottoni del la terra e dello spazio Cappello pensatore Move your arms, touch your knee hand around or they’ll go legs are marching up and down cross crawl nice and slow. Move your arms, touch your knee hand around or they’ll go legs are marching up and down cross crawl nice and slow. Cross crawl Put one leg over the other cross your arms and make them clap link your fingers, roll your hands under this is the hooker not a nap. HookUp 1° parte All hooked up and we are doing fine All hooked up and we are doing fine Uncross your legs for the next bit uncross your arms as well put your finger tips together and tap each one. All hooked up and we are doing fine All hooked up and we are doing fine HookUp 2° parte 3° Incontro Oggi si marcia …!! Balliamo a occhi chiusi per diminuire il controllo del nostro cervello sinistro Impariamo i vari tipi di cross crawl per usare contemporaneamente il nostro emisfero destro e sinistro muovendoci nello spazio. 4° Incontro Otto pigro o «lazy eight» Parliamo il Gibirish per diminuire il controllo del nostro cervello sinistro Impariamo a disegnare ‐ l’otto dell’infinito in tutti i modi e usando il nostro corpo ‐ L’otto dell’elefante ‐ Il disegno a specchio ‐ Il DAO 5° Incontro Il laboratorio degli OTTO … documentato con le immagini!! 6° Incontro In che marcia ci sentiamo oggi? … Definiamo i nostri traguardi personali e un obiettivo di classe Utilizzando un gomitolo di lana creiamo una ragnatela e condividiamo i nostri traguardi per imparare e studiare in «marcia alta». Impariamo anche un nuovo esercizio: «lo sbadiglio energetico» Il traguardo di Giulia e David: Memorizzare meglio Il traguardo di Giorgia, Karin e Daniele C. Geografia: studiare con inresse le regioni italiane Il traguardo di Sonia: Ascoltare di più Il traguardo di Federica e Serena P.: Inglese: imparare con facilità Il traguardo di Simone, Brenda e Serena P.: Scienze: memorizzare le parole del corpo umano Il traguardo di Eleonora, Juliene e Alice: Matematica: capire i problemi e le divisioni Il traguardo condiviso da tutta la classe: Studiare, memorizzare, ascoltare, capire con facilità e controllare l’ansia Il traguardo di Christian e Lorenzo: Fare le prove INVALSI con tranquillità e concentrazione Il traguardo di Serena A. e Alessia: Geometria: studiare con facilità Il traguardo di Matteo e Mattia: Avere più voglia di studiare tutto! Il traguardo di Luca Storia: ricordarsi gli avvenimenti con facilità 7° Incontro Otto dell’alfabeto per scrivere bene! Esercizi di radicamento e apertura Punti della Terra Punti dello Spazio Punti dell’ Equilibrio 8° Incontro Movimenti di allungamento Servono per contrastare il riflesso tendineo di guardia (quando ci si sente in pericolo/sotto stress i tendini si irrigidiscono e i muscoli si contraggono: in questo stato non si riesce ad avere un buon atteggiamento all’apprendimento. I movimenti di allungamento rilassano i muscoli e ristabiliscono un atteggiamento equilibrato) 9° Incontro Cosa sto provando? … Comprendere le proprie emozioni e saperle controllare La storia della Tartaruga ci ha dato lo spunto per confrontarci sulle nostre emozioni e per condividere i momenti in cui ci sentiamo a disagio … … usando la metafora del semaforo abbiamo immaginato quali strategie utilizzare di fronte ad un’emozione dirompente o a uno stato di disagio …!! 10° Incontro La tecnica dell’Autotest Abbiamo imparato molti esercizi: ‐ Movimenti della linea mediana ‐ Esercizi energetici ‐ Esercizi per un atteggiamento positivo ‐ Attività di allungamento Utilizzando la tecnica dell’Autotest possiamo scegliere quali esercizi fanno al caso nostro in questo momento!!! La tecnica dei blocchi di apprendimento Terminiamo questo percorso individuando, da una lista proposta, quali sono le situazioni che costituiscono per il gruppo classe un blocco nell’apprendimento (in rosso). Posso lavorare, giocare e stare con tutti nella classe Posso lavorare, giocare e stare con tutti i maschi della classe Posso lavorare, giocare e stare con tutte le femmine della classe Accetto che tutti nella classe lavorino, giochino e stiano con me Permetto a tutti i miei compagni maschi di lavorare, giocare e stare con me Permetto a tutte le mie compagne femmine di lavorare, giocare e stare con me Imparo ciò che insegnano le maestre velocemente, facilmente, senza sforzo e con gioia Accetto di imparare con i miei ritmi e i miei tempi pur facendo del mio meglio per migliorare Anche se non conosco quello che viene insegnato mi sento comunque bene Posso essere intelligente Credo nella mia abilità di imparare Non mi fermo davanti alla paura di non essere capace Ho fiducia nella mia capacità di imparare Sono entusiasta di venire a scuola ad imparare Imparare può essere divertente Credo nel mio corpo Ho fiducia in me Posso prendere un bel voto alle prove INVALSI Posso gestire le mie paure e ansie quando imparo cose nuove Posso avvicinarmi agli altri Posso farmi avvicinare dagli altri Posso chiedere con facilità Posso chiedere aiuto per superare le mie difficoltà Posso farmi aiutare Posso aiutare Posso accettare di imparare cose nuove dalle maestre e dai miei compagni di classe Posso sentirmi importante quando gli altri non sono d’accordo con me Posso ascoltare senza interrompere Posso cercare di capire idee diverse dalle mie Sono importante anche quando non so nulla di un argomento Sono importante anche quando non capisco subito un argomento Posso sperimentare cose nuove Sciogliamo queste situazioni che creano resistenza ad un buon apprendimento attraverso la tecnica dei «punti positivi» In ultimo, abbiamo chiesto ai bambini il loro parere sul laboratorio con queste domande: … ecco che cosa ci hanno risposto: