capitolo 36 tecnologie e materiali per le strutture sandwich
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capitolo 36 tecnologie e materiali per le strutture sandwich
TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH CAPITOLO 36 36 TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH le modalità di danneggiamento e di conseguente riparazione. Tutti questi aspetti verranno perciò trattati in maggior dettaglio nel presente capitolo. Sinossi L e strutture sandwich sono costituite da pannelli sandwich, i quali possono essere considerati un caso particolare dei laminati in materiale composito, dove le lamine interne sono sostituite da uno strato di materiale a bassa densità (schiuma polimerica, struttura a nido d’ape o legname leggero), con lo scopo di distanziare le lamine esterne rimanenti, aumentando così il momento d’inerzia del pannello con minimo aggravio ponderale. Traggono vantaggio da una tale soluzione strutturale la resistenza flessionale e il carico ultimo di instabilità dei pannelli. La migliorata efficienza strutturale che ne consegue viene sfruttata nella costruzione di attrezzi sportivi, di mezzi di trasporto veloci e, soprattutto, nelle costruzioni spaziali e aeronautiche1. L’adozione di una soluzione sandwich deve però prevedere un’attenta analisi tecnologica, che ne consideri le numerose peculiarità, quali la compatibilità tra le pelli (strati esterni) ed il riempitivo (strato interno), la natura del riempitivo stesso e dell’adesivo, le tecniche di fabbricazione e di giunzione, le procedure di ispezione e di prova, nonché 36.1 Struttura sandwich L e strutture sandwich sono costituite da compositi stratificati, ottenuti incollando due pelli (skin) sottili a un riempitivo (core) spesso, come mostrato in Figura 36.1. Esse danno luogo ad un tipo particolare di rivestimento collaborante, nel quale le pelli resistono praticamente a tutte le sollecitazioni agenti nel piano ed applicate lungo i bordi, nonché ai momenti flettenti fuori dal piano 2. Le 2 Le strutture sandwich traggono ispirazione dalla natura (favi degli alveari) e vennero prodotte dall’uomo per la prima volta in Cina circa 2000 anni fa (nido d’ape di carta). Sebbene il loro impiego in parti strutturali si fa risalire addirittura al 1820, l’adozione definitiva di tale idea si consolidò solo 110 anni dopo, grazie allo sviluppo degli adesivi strutturali in Inghilterra e negli Stati Uniti nel corso degli anni ’30. Tale sviluppo fu reso possibile dalla messa a punto dei gomma-fenolici e dei vinil-fenolici. Tali materiali (prima fra i quali la colla Redux) aderivano bene sia al legno che al metallo, possedevano una resistenza piuttosto alta e prevedibile e fornirono così lo stimolo per una rivoluzione nella tecnologia dell’incollaggio. Ulteriori importanti sviluppi seguirono nel giro di pochi anni: nuovi metodi di sgrassaggio per le pelli metalliche; riempitivi con struttura a nido d’ape leggeri, rigidi e resistenti; adesivi tenaci, forniti in forma di film semi-reticolati (B-stage); resine ad alte prestazioni con cicli di reticolazione a più bassa temperatura e pressione; rinforzi pre-impregnati con contenuto in resina controllato. Venne inoltre In quest’ultimo caso, per altro, la convenienza ponderale di sostituire le tradizionali strutture in parete sottile irrigidita da correnti con le strutture sandwich è ancora dibattuta a causa dell’intrinseca incapacità da parte di queste ultime di funzionare in regime post-critico. 1 Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 1 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH pelli sottili, separate dal riempitivo, forniscono inoltre alla struttura quasi tutta la sua rigidezza flessionale. Il riempitivo distanzia le pelli e trasmette il taglio tra di esse, in modo da renderle collaboranti rispetto ad un comune piano neutro. Inoltre il riempitivo fornisce la maggior parte della rigidezza a taglio della struttura. della bassa rigidezza a taglio del riempitivo. Il crimping avviene istantaneamente ed in genere provoca il cedimento locale a taglio del riempitivo oppure la rottura a taglio dell’adesione pelli/riempitivo. Il crimping può verificarsi anche quando l’instabilità euleriana, che ha cominciato a manifestarsi, viene seguita immediatamente da un cedimento locale dovuto ai forti sforzi di taglio all’estremità della forma di instabilità globale: non appena appare il crimping, l’instabilità euleriana può scomparire. Figura 36.1 - Componenti della struttura sandwich Scegliendo opportunamente i materiali delle pelli e del riempitivo si possono ottenere valori di rigidezza specifica molto elevati. Il principio progettuale di base consiste nel distanziare pelli sottili e resistenti in misura sufficiente da ottenere una sufficiente efficienza strutturale. Il riempitivo, che deve fornire le necessarie rigidezza e resistenza a taglio, deve inoltre essere in grado di stabilizzare le pelli, cui sono collegate per mezzo di incollaggio, brasatura o saldatura. Di fatto, una struttura sandwich è assimilabile ad una “trave a I”, nella quale le solette sopportano direttamente la trazione e la compressione (come fanno le pelli del sandwich) mentre l’anima sopporta i carichi di taglio (come fa il riempitivo del sandwich). Per essere leggeri, i riempitivi vengono di solito realizzati con materiali a bassa densità (schiume, legnami leggeri, strutture corrugate o a nido d’ape). A causa di ciò, l’approccio progettuale deve tener conto della cedevolezza del riempitivo, in considerazione della sua bassa rigidezza a taglio. Quindi, la principale differenza tra le metodologie di progetto di una struttura omogenea rispetto ad una struttura sandwich consiste nel fatto che, in quest’ultimo caso, viene considerata la cedevolezza a taglio del riempitivo per poter valutare sforzi, deformazioni e comportamento ad instabilità. Poiché le pelli sottili di un sandwich sono utilizzate per sopportare i carichi, vanno preventivamente valutate le possibilità di cedimento localizzato (cfr. Figura 36.2) dovuto all’applicazione lungo i bordi di carichi nel piano e di momenti flettenti (così come va considerato il crippling locale dei correnti per le strutture a semi-guscio). Figura 36.2 - Tipici modi di cedimento delle strutture sandwich sotto l’azione di carichi applicati ai bordi Perciò, cedimenti imputati a crimpling o instabilità a taglio sono spesso da ascriversi ad instabilità globale, poi degenerata in crimping. Se il riempitivo è costituito da una struttura a nido d’ape o corrugata, è possibile che le pelli si instabilizzino in corrispondenza dello spazio tra le pareti del nido d’ape: si tratta del meccanismo di dimpling. Esso può essere tanto grave da provocare deformazioni permanenti anche dopo la rimozione del carico; inoltre, l’ampiezza caratteristica della deformazione può essere tanto estesa da propagarsi lungo le pareti della cella del nido d’ape, fino a provocare il wrinkling delle pelli. Il fenomeno di wrinkling può verificarsi allorché la pelle del sandwich, sollecitata a compressione lungo i bordi, si instabilizza come una piastra su di una fonazione elastica. La pelle può instabilizzarsi verso l’interno o l’esterno, a seconda del rapporto tra la resistenza a compressione nel piano del riempitivo e quella a trazione nel piano dell’adesivo. Se il legame tra le pelli e l’adesivo è forte, le pelli possono andare incontro a wrinkling, fino a provocare cedimento a trazione del riempitivo. Perciò il carico di wrinkling dipende dalla rigidezza e dalla resistenza della fondazione In realtà, il crimping appare come un modo di cedimento locale, ma di fatto rappresenta una forma di instabilità euleriana globale, nella quale la lunghezza d’onda della deformazione è molto piccola a causa dimostrato l’ottimo comportamento delle strutture sandwich alla fatica sonora. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 2 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH elastica, ovvero del riempitivo e dell’adesivo tra questo e le pelli. Inoltre, poiché le pelli non sono mai perfettamente piane, il carico di wrinkling può dipendere anche dal valore dell’imperfezione (ondulazione). I modi locali di cedimento possono manifestarsi sotto l’azione di carichi applicati lungo i bordi o in direzione normale. Oltre all’instabilità globale e ai modi locali di cedimento, le strutture sandwich devono essere progettate rispetto alla rottura a trazione, compressione e taglio delle pelli; all’azione combinata dei carichi nel piano e fuori dal piano; alla rottura a taglio, trazione o compressione nel piano del riempitivo e dell’adesivo, causata da carichi normali. I principi di base possono essere così riassunti: La scelta dei materiali, dei metodi di assemblaggio del sandwich e delle proprietà usate per il progetto devono essere compatibili con l’ambiente entro cui il sandwich dovrà svolgere la propria funzione. Per esempio, l’adesione tra le pelli ed il riempitivo deve possedere una resistenza a trazione ed a taglio nel piano sufficiente a garantire al sandwich la resistenza attesa nell’ambiente operativo. Alla definizione di ambiente operativo concorrono gli effetti dovuti a temperatura, acqua/umidità, fluidi o atmosfere corrosive, fatica, scorrimento viscoso e ogni altra condizione che possa influire sulle proprietà dei materiali. Alcune caratteristiche aggiuntive, quali conduttività termica, resistenza all’abrasione superficiale, stabilità dimensionale, permeabilità e proprietà elettriche dei materiali costituenti il sandwich devono infine essere tenute in considerazione per arrivare ad un progetto in grado di soddisfare completamente i requisiti funzionali. Tipiche applicazioni delle strutture sandwich sono: le pelli devono avere spessore sufficiente per resistere ai carichi ultimi applicati al sandwich; il riempitivo deve avere spessore e rigidezza e resistenza a taglio sufficienti per evitare il verificarsi di instabilità euleriana e di cedimenti a taglio sotto l’azione dei carichi ultimi applicati al sandwich; aeronautica pannelli del pavimento e del soffitto pannelli di rivestimento degli interni il riempitivo deve possedere un modulo elastico sufficiente e il sandwich deve possedere una resistenza a trazione e a compressione nel piano sufficienti ad evitare il verificarsi di wrinkling sotto l’azione dei carichi ultimi applicati al sandwich; pannelli delle cambuse pannelli delle cappelliere pannellature delle gondole motore superfici di controllo freni aerodinamici se il riempitivo è costituito da una struttura a nido d’ape o corrugata ed il dimpling delle pelli non è consentito, la dimensione delle celle o il passo del corrugato deve essere sufficientemente piccolo da impedire il verificarsi del dimpling di entrambe le pelli sotto l’azione dei carichi ultimi applicati al sandwich; inversori di spinta pale di rotore portelli spoilers radomes spazio il riempitivo deve avere sufficiente resistenza a compressione per resistere al crushing dovuto ai carichi limite applicati normalmente alle pelli o dai carichi di compressione dovuti alla flessione. strutture dei satelliti pannelli delle capsule scudi ablativi per i coni di prua contenitori e protezioni dell’elettronica Di conseguenza, i passi progettuali consistono in: I riempitivi con struttura a nido d’ape vengono altresì usati nei dispositivi per l’assorbimento di energia, per la schermatura delle radiazioni ad alta frequenza, per la diffusione della luce, nonché per convogliare flussi aerodinamici e come trappole sonore nei dispositivi per la coibentazione acustica. Infine i sandwich sono largamente adottati nella costruzione dei container, degli shelter, degli scafi e degli interni di navi e barche, nelle strutture e negli interni della gran parte dei veicoli terrestri, così come degli attrezzi sportivi e delle costruzioni civili (pareti, porte, divisori). definizione dei carichi definizione dei vincoli definizione della deflessione ammissibile max. selezione del materiale delle pelli calcolo dello spessore del sandwich selezione dello spessore delle pelli selezione del materiale del riempitivo verifica della deflessione effettiva verifica del crimping, wrinkling e dimpling 36.2 Materiali verifica della resistenza all’ambiente esterno U n qualsiasi pannello sandwich è sempre costituito da tre componenti, ciascuno dei quali svolge un Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 3 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH Tabella 36.1 - Caratteristiche meccaniche e ponderali dei principali materiali utilizzate per la pelli dei sandwich compito imprescindibile: pelli riempitivo adesivo pelli – esse assolvono molteplici funzioni, a seconda dell’applicazione, ma in ogni caso esse sopportano la maggior parte dei carichi applicati. Infatti la rigidezza, la forma, la stabilità e, in stragrande parte, la resistenza del sandwich sono demandate alla resistenza delle pelli, ancorché stabilizzate dal riempitivo. Per svolgere tali funzioni, le pelli devono essere adeguatamente solidarizzate ad un riempitivo di sufficiente qualità. Talvolta le pelli svolgono anche altre funzioni: ad esempio fornire un profilo a bassa resistenza aerodinamica oppure una superficie scabra ad elevato attrito oppure un rivestimento duro e resistente all’abrasione. Per meglio assolvere a tali funzioni, talvolta una pelle può essere realizzata con uno spessore o con una modalità produttiva leggermente diversa dall’altra3. Qualsiasi lamiera o laminato sottile può essere utilizzato come pelle di un sandwich: la scelta più oculata deve basarsi anche sulla valutazione delle proprietà meno scontate, quali tenacità o fragilità, modalità di cedimento, durabilità e resistenza all’invecchiamento ambientale, massima temperatura di funzionamento4, comportamento alla fiamma5, isolamento termico e smorzamento acustico, assorbimento di umidità, compatibilità con gli elementi di giunzione e di tutti gli attributi che possano in qualche maniera influire sull’efficienza del manufatto, anche ove non direttamente coinvolti nelle prestazioni strutturali e nella riduzione ponderale. Il recepimento di tali criteri ha, per esempio, comportato la sostituzione di pelli in alluminio con pelli in composito vetro/epossidica e di riempitivi in vetro-resina con riempitivi aramidico-fenolici nella maggior parte delle pannellature interne dei velivoli passeggeri. Lo stesso motivo ha portato all’adozione di pelli rinforzate con tessuti ibridi carbonio/aramidica nella maggior parte delle strutture sandwich dei velivoli Boeing. In Tabella 36.1 vengono riportate le caratteristiche dei principali materiali adottati per realizzare le pelli. Per la trattazione dettagliata si rimanda ai rispettivi capitoli. riempitivo – la funzione primaria del riempitivo consiste nello stabilizzare le pelli e nel sopportare la maggior parte della sollecitazione di taglio trasverso. Per svolgere tale ruolo in maniera efficiente, il riempitivo deve essere il più rigido e leggero possibile e deve garantire proprietà prevedibili, uniformi nello spazio e costanti nel tempo, tenendo conto dell’ambiente in cui è chiamato ad operare. Nel seguito vengono considerate la principali tipologie di riempitivo adottate nelle costruzioni aerospaziali: legname: costituisce il più antico materiale riempitivo e viene ancor’oggi adottato negli scafi delle imbarcazioni (fino a 15m), come nei pavimenti dei velivoli passeggeri e cargo. Il tradizionale vantaggio del basso costo si è ridotto, mentre la difficoltà di approvvigionamento è cresciuta. Ciononostante, l’utilizzo del legno è andato crescendo, grazie alla facilità d’uso, nonché all’eccellente durabilità ed elevata resistenza/rigidezza a compressione. Viene utilizzato quasi esclusivamente il legno di balsa, mentre abete, mogano e pioppo vengono adottati solo per inserti e finiture. La balsa offre eccellente incollabilità, buon comportamento all’impatto ed alla fatica, elevata resistenza specifica e bassa densità. Quest’ultima deriva dalla particolare struttura (cfr. Figura 36.3) costituita da celle chiuse6, allungate e direzionate (simili al nido d’ape). 3 Ad esempio, nei sandwich adottati per gli scafi delle imbarcazioni ad alte prestazioni, può accadere che solo la pelle esterna venga rinforzata con un tessuto ibridizzato con fibre polimeriche (p.e. Dyneema), tenaci e resistenti all’impatto dovuto ai carichi d’onda, ma meno rigide delle fibre di carbonio. Per ovviare a questa carenza di rigidezza, tale pelle viene realizzata con un spessore lievemente maggiorato. 4 In base alle massime temperature di esercizio, le strutture sandwich (pelli+riempitivo) vengono divise in 4 categorie: fino a 82°C, fino a 121°C, fino a 232°C e fino a 288°C. Talune soluzioni particolarmente sofisticate arrivano a sopportare per brevi periodi temperature di 427°C. 5 In base alla resistenza alla fiamma, i sandwich vengono suddivisi in 3 categorie: ignifughi, autoestinguenti ed infiammabili. Poiché le fibre di cellulosa sono disposte parallelamente all’asse delle cellule, le massime prestazioni meccaniche della balsa vengono ottenute disponendo il riempitivo con Tale caratteristica dona alla balsa ridotta propensione all’assorbimento di umidità ed efficiente incollabilità, in quanto prevengono l’eccessivo imbibimento di adesivo. 6 Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 4 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH le fibre disposte in direzione perpendicolare (endgrain) alla superficie del pannello sandwich (cfr. Figura 36.4). Figura 36.4 - Schema di pannello sandwich con riempitivo in balsa Figura 36.3 - Microstruttura del legno di balsa Tabella 36.2 - Caratteristiche fisico/meccaniche dei legnami di balsa Com’è ovvio che sia, le prestazioni meccaniche sono inversamente proporzionali alla densità della balsa, come messo in evidenza dai dati riportati nella Tabella 36.2. ampliato l’applicazione. La più nuova di tali tecniche comporta l’uso di uno stampo cavo freddo, nel quale viene iniettata la schiuma in un unico passo tecnologico (foamin-place). Grazie all’accurata messa a punto della reazione di reticolazione ed all’effetto pozzo di calore prodotto dallo stampo, si crea un sandwich naturale, nel quale le pelli sono costituite da una forma a più elevata densità dello stesso polimero che costituisce il riempitivo. La semplicità ed il basso costo di tale processo produttivo hanno portato a numerose applicazioni nell’industria dei mezzi di trasporto. Un’altra tecnologia particolarmente efficiente prevede il posizionamento nello stampo chiuso delle pelli e degli eventuali inserti: la schiuma iniettata in un secondo tempo realizza sia il riempitivo che l’adesivo per solidarizzare il riempitivo alle pelli. Le schiume sono inoltre capaci di conferire al sandwich ulteriori proprietà, quali l’isolamento termo-acustico o la radio-trasparenza. Le schiume di polistirene sono quelle a più basso costo, ma sono state largamente soppiantate da quelle poliuretaniche nelle coibentazioni strutturali. Le schiume di poli-vinil-cloruro (PVC) erano estesamente adottate come riempitivi dei pavimenti nelle costruzioni aeronautiche, schiuma: per ovviare ai principali svantaggi dei riempitivi naturali, in particolare la variabilità delle caratteristiche e la difficoltà di approvvigionamento, sono stati sviluppati riempitivi sintetici con caratteristiche molto soddisfacenti, sia di natura polimerica che metallica. In particolare, i polimeri vengono trasformati in schiume, espansi o lavorati in altro modo per ridurne la densità. Viceversa, le schiume riempitive metalliche vengono ottenute miscelando le leghe (tipicamente di alluminio e di titanio) con agenti schiumogeni e raffreddando poi la miscela in modo da ottenere un solido poroso. Vengono altresì prodotte anche schiume di vetro e di grafite per impieghi a temperature particolarmente elevate. La disponibilità di svariate tipologie ha fatto sì che l’uso delle schiume come riempitivo strutturale sia diventato estensivo. I recenti sviluppi delle tecnologie di iniezione delle schiume hanno ulteriormente Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 5 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH ma sono state soppiantate dai nidi d’ape aramidici. Poiché la citata tecnologia del foam-in-place comporta continui problemi di ripetibilità dell’adesione tra riempitivo e pelli, l’industria aerospaziale spesso adotta schiume polimeriche fornite sotto forma di lastre spesse pre-reticolate, le quali possono essere facilmente lavorate alla macchina utensile, tagliate/contornate con la tecnica del filo caldo e, quando costituite da polimero termo-plastico, termoformate. Un’altra caratteristica di fondamentale importanza per le schiume risiede nella morfologia delle celle: il fatto che esse siano aperte o chiuse influisce in modo determinante su numerose caratteristiche funzionali: assorbimento di umidità, conducibilità termica, smorzamento acustico, capacità di lavorare nello spazio (ambiente ad alto vuoto). Come sempre accade, a parità di natura del materiale, le caratteristiche meccaniche sono dipendenti dalla densità (cfr. Errore. L'autoriferimento non è valido per un segnalibro.a-b) relative alla schiuma in polimetacrilato più usata nelle costruzioni aerospaziali). Tabella 36.3a-b - Proprietà meccaniche delle schiuma Rohacell. Tipo IG per impieghi generali. Tipo WF per formatura in autoclave (temperatura massima 182 °C, pressione massima 7 Bar per 2 ore) a b Questo va tenuto in conto allorché si vogliano realizzare pannelli sandwich con la tecnologia della formatura in autoclave o in pressa a piani caldi: infatti talune schiume polimeriche a più bassa densità non sono in grado di sopportare le pressioni di formatura e/o di incollaggio. La Tabella 36.4 riassume le principali proprietà di alcuni tipi di schiuma di natura polimerica usati come riempitivi. Tabella 36.4 - Proprietà di alcune schiume polimeriche Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 6 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH Le schiume di natura metallica (generalmente leghe di alluminio o titanio) possono essere a struttura trabecolare, ed allora vengono utilizzate nei processi catalitici o come dispositivi per ridurre i fenomeni di sloshing (movimento del carburante all’interno dei serbatoi durante le manovre dell’aeromobile), oppure a cella chiusa, ed allora vengono adottate per realizzare sistemi di assorbimento di energia 7 o come riempitivi delle strutture sandwich. La Tabella 36.5 riassume le proprietà fisiche e meccaniche delle schiume metalliche in lega d’alluminio al magnesio o silicio. Tabella 36.5 - Proprietà di alcune schiume metalliche Figura 36.5 - Processi produttivi del nido d’ape: espanso o corrugato Viceversa, numerose altre proprietà sono influenzate dalla geometria del nido d’ape: densità: tutte le caratteristiche migliorano al crescere della densità; meccaniche forma della cella: tutti i tipi di nidi d’ape sono ortotropi; le proprietà dipendenti dalla direzione vanno perciò adattate alle modalità di carico. La Figura 36.6 evidenzia le ragioni topologiche che stanno alla base del comportamento ortotropo. nido d’ape: si tratta dell’esempio più lampante di struttura bio-mimetica8. Esso può venir realizzato in carta impregnata di resina, con carta aramidica, con tessuti in fibre di vetro o grafite impregnati di resina e con diversi tipi di polimero o di leghe d’alluminio. Meno di frequente vengono utilizzate leghe di titanio o acciai inossidabili. La gran parte dei nidi d’ape viene realizzata incollando assieme in maniera selettiva sottili fogli (o lamiere) del materiale, sottoposto poi ad un’operazione di espansione. Nel caso si voglia ricavare nido d’ape metallico a partire da lamierini più spessi, questi ultimi vengono corrugati e poi solidarizzati tramite incollaggio, brasatura o saldatura LASER o EBW, come mostrato in Figura 36.5. Figura 36.6 - Topologia e notazione del nido d’ape: W width, L length, T thickness Le proprietà fisiche e meccaniche del nido d’ape sono fortemente dipendenti dalle caratteristiche del materiale con cui esso è fabbricato. Inoltre, alcune forme (cfr. Figura 36.7.1) sono più facilmente formabili di altre (cfr. Figura 36.7.2). Esse sono quindi più adatte alla realizzazione di parti curve di spessore rilevante (cfr. Figura 36.8). 7 In questa applicazione risultano particolarmente apprezzate la duttilità (a differenza di alcune schiume o nidi d’ape polimerici) e la struttura isotropa (a differenza di tutti i nidi d’ape) del riempitivo, che consente di creare dispositivi ad assorbimento omni-direzionale non preferenziale. 8 Studiata e descritta ampiamente già nel 1859 da Charles Darwin nell’ “Origine delle specie” (con la collaborazione del matematico Miller di Cambridge), tramite la struttura a nido d’ape “…le api hanno risolto praticamente un difficile problema matematico, costruendo le loro celle di una forma tale da contenere la maggior quantità possibile di miele, col minor possibile consumo della preziosa cera…”. Vale a dire, esse hanno risolto un problema di ottimizzazione, massimizzando il volume occupato dalla struttura, minimizzando nel contempo la quantità di materiale usato per realizzarla, ovvero il peso. Le variazioni nella forma della cella possono venir specificamente richieste al fornitore oppure inavvertitamente causate dall’utilizzatore (sovra- o sotto-espansione). In questi due casi possono variare in maniera rilevante (sino al 30%) sia la densità che il grado di ortotropia del materiale; Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 7 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH dimensione della cella: sebbene essa tenda a costituire una variabile secondaria per la maggior parte delle proprietà meccaniche del riempitivo, essa è fondamentale per definire la resistenza dell’incollaggio pelli/riempitivo e per fissare il livello di sforzo in corrispondenza del quale si verifica il buckling intracellulare o il dimpling delle pelli; spessore: lo spessore dei fogli dai quali viene ricavato il nido d’ape influisce direttamente sulla densità, sulle caratteristiche meccaniche globali del riempitivo e sui valori limite delle diverse forme di instabilità locale. 1 2 Figura 36.7 1,2 - Forme di celle formabili e non formabili Il nido d’ape in carta (eventualmente impregnato con il 10-35% in volume di resina fenolica) è stato il primo ad essere prodotto (circa 2000 anni or sono), ma non offre prestazioni meccaniche sufficientemente elevate per poter essere adottato nelle costruzioni aerospaziali. Il nido d’ape polimerico rinforzato con fibre di vetro è di comune impiego nei componenti elettricamente sensibili, quali radomes e antenne, oppure quando è necessario creare un isolamento termico. Esso ha trovato altresì applicazione come materiale ospite dei rivestimenti ablativi non strutturali (gomme siliconiche o schiume epossidiche sintattiche) p.e. nei veicoli di rientro Gemini e Apollo. Il nido d’ape più usato è tuttora quello in alluminio, in quanto è il più versatile ed il più favorevole in termini di rapporto prestazioni/costo. Esso viene prodotto sin dal 1950 ed è disponibile in cinque forme di celle, numerosi spessori dei fogli e quattro diverse leghe: 3003-H19, la meno costosa e meno resistente, non per uso aerospaziale; Figura 36.8 - Esempio di formatura a doppia curvatura Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 8 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH 5052-H39, la più usata nelle applicazioni aerospaziali; disponibile anche con rivestimento anti-corrosivo, le sue proprietà sono riassunte nella Tabella 36.6; Tabella 36.6 - Proprietà meccaniche del nido d’ape 5052-H39 Tabella 36.7 - Proprietà meccaniche dei nidi d’ape 5052 e 2024 Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 9 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH 5056-H39, la più resistente per le applicazioni aerospaziali; disponibile anche con rivestimento anti-corrosivo, le sue proprietà sono riassunte nella Tabella 36.7; realizzato con fibre aramidiche discontinue, espanso così come il nido d’ape d’alluminio e poi impregnato per immersione con resina fenolica. Le proprietà meccaniche sono inferiori a quelle del nido d’ape d’alluminio (specie in modulo). Per contro esso sopporta sovraccarichi in aree localizzate, senza danneggiarsi permanentemente: per questo motivo esso è particolarmente adatto a realizzare le pannellature interne dei velivoli, tanto da farne il secondo riempitivo più usato (dopo l’alluminio) nelle costruzioni aerospaziali, ad onta del costo elevato e della parziale incombustibilità. Le sue proprietà meccaniche sono riassunte nella Tabella 36.8. 2024-T81, la più resistente al calore; disponibile anche con rivestimento anticorrosivo, le sue proprietà sono riassunte nella Tabella 36.7. Il nido d’ape in carta aramidica è costituito da un materiale completamente sintetico, estremamente tenace e resistente al danno, brevettato dalla DuPont con il nome commerciale di Nomex. Esso viene Tabella 36.8 - Proprietà meccaniche del nido d’ape in Nomex Nel caso di nido d’ape in carta aramidica, l’intrinseca tenacità e resistenza del materiale rende il riempitivo leggero (16-48 Kgm-3) e particolarmente adatto per realizzare i pannelli interni delle pareti e del soffitto delle cabine di velivoli, anche con pelli molto sottili (0.25mm) di composito vetro/epossidica. Viceversa, il nido d’ape metallico, in virtù della sua duttilità e tenacità, costituisce il golden standard per la realizzazione dei telai delle vetture di F.1, di solito accoppiato con pelli di carbonio9. formare una serie di corrugazioni sinusoidali. La Figura 36.9 esemplifica i tipi di sandwich a singola e doppia linea di corrugazioni. Queste corrono parallelamente alle pelli, al contrario degli assi delle celle del nido d’ape, che sono ad esse perpendicolari. I riempitivi corrugati possono venir formati solo a singola curvatura. Un tipo particolare di corrugazione deriva dall’uso delle cosiddette lamiere a cialda, che si ottengono stampando le lamiere metalliche o formando i pre-impregnati in composito così da ottenere una tessitura di imbutiture di forma quadrata, rettangolare o triangolare. corrugato: il riempitivo corrugato viene prodotto tramite lo stampaggio di una lamiera metallica o la formatura di un pre-impregnato in composito per adesivo – esso rappresenta il terzo elemento costitutivo del sandwich, ma non certo per importanza. Gli adesivi per le strutture sandwich spesso costituiscono una tipologia a sé rispetto agli adesivi per impiego generale: infatti il progettista deve anche tenere conto che possono liberarsi prodotti gassosi di reticolazione, tali da provocare conseguenze inaspettate e potenzialmente pericolose per il riempitivo: 9 Le pelli ed il riempitivo devono essere scelti in modo da evitare ogni tipo di incompatibilità termo-elastica ed elettro-chimica. In genere l’accoppiamento pelli di carbonio/riempitivo metallico non rispetta tale criterio, ma viene considerato ammissibile in assenza di umidità atmosferica (veicoli spaziali) o quando la vita operativa del componente è sufficientemente breve da non configurare problemi di corrosione galvanica (vetture di F.1). pressurizzazione Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 10 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH separazione liquido viscoso dislocazione pasta o stucco corrosione schiuma sintattica film supportato con tessuto di vetro o nylon film non supportato film auto-adesivo 36.3 Fabbricazione P er fabbricare una struttura sandwich è necessario affrontare e risolvere le seguenti problematiche: preparazione del riempitivo preparazione delle pelli preparazione dell’adesivo unione di pelli e riempitivo Questi aspetti verranno considerati in maggior dettaglio nel presente paragrafo, mentre i problemi connessi con le giunzioni, gli inserti ed i dettagli di progetto in generale verranno presi in considerazione nel paragrafo seguente. preparazione del riempitivo – dal punto di vista del produttore della struttura sandwich, il riempitivo è da considerarsi un materiale grezzo che deve essere tagliato, contornato, formato e giuntato. Le specifiche modalità operative per effettuare tali operazioni dipendono dalla natura del riempitivo. I riempitivi a nido d’ape vengono tagliati con seghe a nastro a denti fini e velocità di taglio di 500-3000 mmin-1 con precisioni dell’ordine di 0.100.20mm. Previa stabilizzazione10, essi possono essere contornati (come mostrato in Figura 36.10) Figura 36.9 - Pannelli sandwich con riempitivo corrugato Inoltre, rispetto agli adesivi convenzionali, gli adesivi per sandwich devono possedere maggior tenacità (resistenza all’avanzamento della cricca al bordo dell’incollaggio), adattabilità (capacità di riempire eventuali imperfezioni dimensionali o errori di giustapposizione), capacità di creare il menisco alla giunzione tra la pelle ed il bordo della cella, capacità di resistere allo squeezing dovuto alla pressione eccessiva. Le principali tipologie in grado di rispondere a questi requisiti sono: utilizzando utensili di forma speciale (cfr. Figura 36.11) e velocità di taglio variabili da 1200 a 30000 giri al minuto. I nidi d’ape possono anche essere termo-formati (quando polimerici) o calandrati (cfr. Figura 36.12). L’operazione è semplificata se si adottano celle di forma intrinsecamente formabile, che altresì non inducono forme anticlastiche. fenoliche (neoprene-fenoliche, nitrile-fenoliche, poli-vinil-fenoliche); epossidiche (epossidico-fenoliche, epossidicopoliammidiche, epossidiche a bassa temperatura) Le tipiche modalità di giunzione tra porzioni di nido d’ape sono mostrate in Figura 36.13. La soluzione di tipo interlocked possiede le migliori prestazioni strutturali. poli-aromatiche (poli-benzimidazoliche, poliimidiche, co-poli-imidiche-amidiche); I riempitivi ottenuti per schiumatura in-situ derivano dalla reazione esotermica di resine alchidiche e iso-cianati, con produzione di anidride carbonica. Per essere conformata, la miscela viene versata nello stampo, dove si espande alla temperatura di 15 – 95 °C, prima di essere reticolata a temperature lievemente superiori. uretaniche inorganiche (ceramiche). Tra queste, la scelta specifica deve essere effettuata sulla base del ciclo di reticolazione, della massima temperatura operativa, del coefficiente di dilatazione termico, delle prestazioni meccaniche ed ambientali attese, nonché della natura di pelli e riempitivo che devono essere incollati. Un ulteriore aspetto molto importante che deve essere considerato risiede nella forma con cui l’adesivo viene reso disponibile, ovvero: Stante la sostanziale inconsistenza dei nidi d’ape allo stato espanso, è praticamente necessario procedere sempre alla loro stabilizzazione prima di qualsiasi lavorazione con utensili solidi. La stabilizzazione può essere effettuata riempiendo le celle con acqua, la quale viene poi congelata, oppure con poli-etilen-glicole o con qualsiasi altro tipo di schiuma polimerica solubile in acqua. 10 Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 11 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH Figura 36.10 - Contornatura di un blocco di nido d’ape sintetico Figura 36.13 - Tipiche modalità di giunzione del nido d’ape: A interlocked; B di testa; C di testa aperto; preparazione delle pelli – perché venga garantita una buona adesione tra il riempitivo e le pelli metalliche, queste ultime devono essere preliminarmente liberate da qualsiasi residuo di grasso, cera, olio, ossido. Con alcuni metalli viene ritenuto indispensabile procedere con un attacco chimico; con altri, facilmente corrodibili, si opta per l’applicazione di speciali rivestimenti protettivi. In ogni caso, una volta effettuata l’operazione, vanno usate tecniche CND (tipo water-film test), prima di procedere all’incollaggio, da eseguirsi al massimo entro 8 ore. Ogni metallo ha la propria specifica tecnica di preparazione: alluminio: pulizia con solvente (acetone/toluene) sgrassaggio con vapore di tricloroetilene, attacco chimico in soluzione acquosa di bi-cromato di sodio e acido solforico a 70 °C; Figura 36.11 - Utensili speciali per la contornatura dei nidi d’ape magnesio: trattamento al bi-cromato di sodio, anodizzazione seguita da protezione con primer al cromato di zinco; acciao inox: vapour blasting seguito da attacco chimico in soluzione acquosa di bi-cromato di sodio e acido solforico; titanio: pulizia con solvente non clorinato, immersione in soluzione alcalina calda, abrasive blasting seguito da attacco chimico in soluzione acquosa di acido idrofluoridrico e acido nitrico. preparazione dell’adesivo – dopo che il riempitivo e le pelli sono state preparate, deve essere applicato l’adesivo, secondo un metodo che dipende dalla forma con cui esso viene fornito: a spruzzo per le formulazioni più fluide, a pennello o rullo per quelle più viscose. Le applicazioni aeronautiche prescrivono spesso adesivi in film, i quali devono semplicemente essere messi in posizione. La quantità di adesivo da applicare dipende da diversi fattori, quali la sua natura, il tipo delle superfici da incollare, il flusso durante l’incollaggio. Al termine del processo deve risultare uno spessore ottimale di 0.05-0.12mm (spruzzo/pennello) oppure 0.07-0.70mm (film), il che Figura 36.12 -Calandratura del nido d’ape Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 12 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH corrisponde a circa 75-900 gm-2. Gli spessori maggiori devono essere usati in caso di riempitivi in nido d’ape. Nel caso vengano usati adesivi molto fluidi per incollare pelli e nido d’ape, essi si devono applicare a quest’ultimo. Il tempo di assemblaggio, che è il tempo che intercorre tra la distribuzione dell’adesivo e l’applicazione della pressione e della temperatura di reticolazione, deve essere attentamente controllata, in modo da consentire ai solventi volatili di fuoriuscire dal film e da provocare un’iniziale stabilizzazione dell’adesivo. Tale stabilizzazione non deve essere eccessiva, per non ridurre troppo la fluidità e la bagnabilità dell’adesivo durante la fase finale dell’incollaggio. La stabilizzazione può avvenire ad assemblaggio aperto oppure con gli aderenti in posizione. Nel caso delle strutture sandwich, di solito si adotta la prima soluzione. Il tempo di assemblaggio può variare da mezz’ora (adesivi fluidi con tempi di reticolazione rapidi) a 8-24 ore (adesivi polimerizzabili a elevata temperatura). Spesso la stabilizzazione dell’adesivo viene velocizzata con un ciclo di prereticolazione in forno a circolazione forzata (da 30 minuti a 2 ore, ad una temperatura di 80-110 °C. I valori dei parametri del ciclo di reticolazione vero e proprio dipendono dalla formulazione dell’adesivo, dal tipo di giunzione e dalle sue condizioni operative: di solito si adottano temperature nel range 163 a 177 °C per durate variabili da 30 minuti a 2 ore. Nel contempo deve essere applicato un adeguato livello di pressione al fine di pressione che il riempitivo è in grado di sopportare (tipicamente da 1 a 14 bar). Nel contempo va esercitato un controllo continuo per evitare il crushing. Da ultimo va sottolineato che, nelle strutture sandwich metalliche per utilizzo ad alta temperatura, il riempitivo e le pelli vengono solidarizzati per saldatura o brasatura. Dopo sgrassaggio e attacco acido, la brasatura deve venir effettuata in vuoto o in atmosfera inerte per evitare fenomeni di corrosione; gli agenti di brasatura sono costituiti da leghe al nickel o all’argento. Quando invece il riempitivo consiste in lamiere corrugate, esse vengono solidarizzate alle pelli tramite una saldatura per punti. unione di pelli e riempitivo – i componenti sandwich delle strutture aerospaziali possono derivare da infinite combinazioni di pelli e riempitivo e possono assumere le configurazioni più diverse: piane, a semplice e doppia curvatura. Di conseguenza, deve essere scelta una tecnica di fabbricazione facilmente adattabile alla specifica combinazione dei componenti, alla forma e dimensioni del componente. Le tecniche di fabbricazione possono essere suddivise in classi a seconda dell’entità della curvatura, della natura delle pelli e del riempitivo, del tipo di impianto utilizzato o del metodo di applicazione della pressione; secondo tale ultimo criterio si può avere: applicata tramite un fluido: si tratta di una tecnica del tutto assimilabile ai processi di formatura dei materiali compositi. Essa consiste nella deposizione di pelli e riempitivo su di uno stampo della forma voluta e nel loro incollaggio tramite l’apporto di calore e pressione fornita da un fluido tramite un sacco. Il fluido può essere aria, vapore, miscela aria-vapore o gas inerte. Questa tecnica è limitata ai casi in cui non sono utilizzabili altri metodi: presenza di curvature doppie, di curvature singole molto accentuate, di spessori variabili, di dimensioni tanto grandi da sconsigliare l’adozione di stampi e controstampi o di serie produttive molto limitate. In Figura 36.14 sono rappresentate 3 tecniche di unione tra pelli e riempitivo con pressione applicata da un fluido. ottenere uno spessore uniforme di adesivo vincere gli effetti di viscosità dell’adesivo vincere la pressione interna generata dai solventi ovviare alle imperfezioni superficiali delle pelli. La pressione non è la medesima per tutti gli adesivi e per tutti gli incollaggi; al contrario essa dipende dalle dimensioni delle parti da incollare, dalla loro precisione, dalla viscosità dell’adesivo e dalla pressione generata dai solventi. Come regola aurea, dovrebbe essere applicato il massimo livello di Figura 36.14 - Incollaggio pelli-riempitivo: A) in forno e sacco da vuoto; B) in autoclave; C) con camera di pressurizzazione Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 13 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH pressione applicata da stampi semirigidi: talvolta, per riprodurre l’azione esercitata da un fluido, vengono adottati piani o stampi con superfici costituite da un materiale deformabile (tessuto, feltro, gomma). Questo materiale garantisce una più uniforme distribuzione di pressione rispetto a uno stampo rigido, purché le sue caratteristiche siano compatibili con quelle del sandwich da produrre. L’uso di un solo stampo semirigido dà luogo ad una superficie liscia (quella a contatto con lo stampo rigido) ed una irregolare (quella a contatto con lo stampo semirigido. L’adozione di due stampi semirigidi produce sandwich con entrambe le superfici irregolari. Perciò la prima tecnica è adatta a produrre componenti esposti al flusso aerodinamico, la seconda a realizzare centine, ordinate, pavimenti e paratie interne; Per quanto riguarda gli stampi ed i materiali di consumo, vale quanto riportato nel Cap.37; pressione applicata da stampi rigidi: la forza è impressa da pistoni idraulici11 o da meccanismi a vite, avendo cura di prevedere dei fine-corsa per evitare il crushing del riempitivo. In questo caso le tolleranze dimensionali del riempitivo ed il valore della pressione di incollaggio rivestono un ruolo fondamentale nella buona riuscita della operazione. Nel caso di pannelli piani, per evitare disuniformità di pressione, i piani della pressa devono essere realizzati con estrema accuratezza, mentre le tolleranze di spessore del sandwich devono essere molto strette. Poiché tali requisiti sono di solito difficili da rispettare, spesso si adottano attrezzature supplementari, in grado di applicare pressione idraulica ad un lato del sandwich, tipicamente consistenti in sottili vesciche in gomma riempite di un fluido non comprimibile, come quella mostrata in Figura 36.15. pressione applicata dal riempitivo espandibile: in tal caso la pressione è generata dal riempitivo stesso allorché viene creato con la tecnica della schiumatura in-situ. Non è necessario applicare una pressione esterna, ma semplicemente uno stampo esterno di contenimento riscaldato, che fornisca il calore necessario per far espandere e reticolare il riempitivo. La tecnica prevede la preliminare preparazione delle pelli ed il loro posizionamento nello stampo chiuso, cui segue l’iniezione del polimero liquido non reticolato, che espande e reticola, generando nel contempo l’adesione tra riempitivo e pelli (cfr. Figura 36.16). Figura 36.15 - Intensificatore di pressione realizzato con una vescica in gomma riempita di olio o di un altro fluido incomprimibile Un set di stampi rigidi per la produzione di sandwich a semplice o doppia curvatura è molto costoso e conveniente solo per serie produttive numerose. In questi casi, per ottimizzare i cicli produttivi, gli stampi sono dotati di sistema di riscaldamento (e eventualmente raffreddamento) tramite la circolazione di olio diatermico, vapore surriscaldato o l’inserzione di resistori elettrici. Ciononostante, il reale valore della pressione applicata in ogni punto di un sandwich da una coppia di stampi rigidi, raramente può essere conosciuto, a causa dell’influenza di numerosi fattori (grado di curvatura, accuratezza di forma e dimensioni, rigidezza di sandwich e stampi): perciò l’adozione di questa metodologia non è consigliabile per la produzione di parti strutturali. Figura 36.16 - Schema di stampo riscaldato per la tecnica della schiumatura in-situ del riempitivo Per la buona riuscita dell’operazione occorre che le superfici delle pelli siano liberate da qualsiasi traccia di contaminazione (per esempio dovuta a residui di distaccante), tramite sabbiatura. L’impianto tipico consiste in una pressa idraulica servocontrollata, dotata di piani riscaldati 11 Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 14 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH Componenti caratterizzati da una lieve singola curvatura possono essere prodotti conformando il riempitivo + le pelli in uno stampo concavo e applicando poi la pressione con uno stampo complementare o con un sacco da vuoto. Quando la curvatura è più pronunciata, diventa difficile conformare il sandwich allo stampo e tenerlo solidale ad esso. Inoltre, la curvatura anticlastica, che la maggior parte dei riempitivi tende a assumere quando viene flessa, provoca delle difficoltà anche a curvature moderate. Ciò è particolarmente vero nel caso dei nidi d’ape: l’entità dei problemi dovuti alla curvatura anticlastica varia al variare dello spessore. Lo spessore gioca un ruolo importante anche per quanto riguarda il raggio di curvatura che può essere impresso al riempitivo senza provocare cedimenti. In Tabella 36.9 è riportata la correlazione tra lo spessore del riempitivo ed il minimo raggio di curvatura ammissibile: Il riempitivo da curvare è vincolato da due fine-corsa sulla tension sheet e curvato su di un opportuno stampo, in modo che la lamiera sopporti l’intera sollecitazione di trazione ed il riempitivo sia deformato per compressione. L’entità della doppia curvatura che un componente sandwich può assumere è limitata dalle caratteristiche del riempitivo, delle pelli o di entrambi. In genere, parti con doppia curvatura rilevante presentano sempre difficoltà di realizzazione tecnologica. Parti con una modesta doppia curvatura possono essere realizzate one-step, così come parti piane o a semplice curvatura: quando è possibile, il riempitivo in un pezzo unico viene deposto tra le pelli, altrimenti –se la rigidezza o lo spessore sono troppo alti– esso viene suddiviso in pezzi più piccoli e poi ricomposto. Nel caso di doppia curvatura molto rilevante, possono essere adottate tecniche one- two o three-step: one-step: per pelli e nido-d’ape in composito con matrice termo-indurente impregnata a umido o termoplastica termo-formabile; Tabella 36.9 - Minimi raggi di curvatura che i riempitivi possono assumere a seconda del loro spessore Spessore del riempitivo [mm] 3.00 5.00 6.50 8.00 9.50 11.00 13.00 two step: formatura delle pelli (composite o metalliche) e schiumatura in-situ del riempitivo; Minimo raggio di curvatura [mm] 150.00 300.00 450.00 600.00 800.00 1000.00 1250.00 three step: formatura delle pelli metalliche, preformatura del riempitivo in balsa, incollaggio. Infine, va ricordato che tutte le tecniche che prevedono il contatto tra le pelli del sandwich e gli stampi devono prevedere l’uso di lubrificanti e distaccanti, per evitare l’adesione e la deformazione del manufatto durante la sformatura. I distaccanti più comunemente utilizzati sono: Quando sono necessari raggi di curvatura più piccoli, devono essere adottate tecniche diverse: approvvigionare riempitivi pre-formati; termo-formare il riempitivo (per polimeri termoplastici); impregnare a posteriori (polimeri termoindurenti). Spesso viene adottata anche una tecnica simile a quella della formatura a vapore del legname. Essa comporta l’incollaggio del riempitivo ad una sola pelle, che viene conformata su di uno stampo, con la pelle sul lato convesso; la seconda pelle viene poi incollata sul lato concavo in un secondo momento (cfr.Figura 36.17). cera liquida o in pasta resina siliconica lecitina vegetale metil-cellulosa poli-vinil-alcool butirrato di acetato di cellulosa stearato di alluminio o di zinco poli-vinil-fluoruro Se le pelli dovessero essere successivamente incollate o verniciate, ogni traccia di distaccante deve venir rimossa, tipicamente tramite un’operazione di sabbiatura. In conclusione è conveniente elencare alcuni accorgimenti che è opportuno mettere il atto allo scopo di garantire una buona qualità produttiva delle strutture sandwich: 1) occorre sincerarsi che il riempitivo abbia l’esatto volume che gli è riservato, onde evitare vuoti e/o eccessi incontrollati di adesivo; 2) se il riempitivo è costituito da nido d’ape, con la presenza di inserti solidi, tener conto che lo spessore dello strato dell’adesivo reticolato in corrispondenza del riempitivo risulterà maggiore di quello in corrispondenza degli inserti. Perciò lo spessore del Figura 36.17 - Formatura del riempitivo tramite tension sheet Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 15 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH riempitivo dovrà essere maggiore di circa 0.25mm rispetto a quello degli inserti; deformazione, peso, costo. A questo fine è utile ricordare alcune regole auree: 3) la temperatura di incollaggio tra il riempitivo e le pelli deve essere misurata accuratamente solo in corrispondenza dello strato di adesivo, meglio se tramite termocoppie, da lasciare in-situ; - ottimizzare la sequenza di fabbricazione: il costo di una struttura sandwich viene valutato all’atto del progetto, ma la scelta tra diverse alternative produttive può portare a rilevanti variazioni di tale quantificazione preliminare. Ad esempio, entrambe le chiusure del bordo illustrate in Figura 36.18 svolgono lo stesso compito allo stesso peso, ma la soluzione con le ali verso l’esterno risparmia il costo della duplice fresatura del riempitivo e la difficoltà di inserimento del riempitivo e dell’adesivo entro il profilo; 4) la maggior parte degli adesivi fluisce ben presto durante il ciclo di reticolazione, riducendo lo spessore e portando ad un movimento reciproco tra i componenti da incollare: gli stampi devono consentire ciò, come fanno i piatti della pressa; 5) le strutture sandwich molto leggere possono distorcersi durante il raffreddamento a causa della presenza di inserti di grande massa termica o di pelli di diverso spessore/materiale, i quali hanno ratei di riscaldamento e raffreddamento differenti. Occorre curare la distribuzione delle masse termiche ed i gradienti termici; Figura 36.18 - Confronto tra soluzioni funzionalmente equivalenti, ma tecnologicamente ed economicamente diverse 6) la progettazione tecnologica deve prevedere un opportuno drenaggio dell’aria e dei gas, in modo da evitare che essi rimangano intrappolati entro il sandwich durante la fase di incollaggio; - usare il giusto tipo di riempitivo: è opportuno usare riempitivi di diversa densità in un singolo pannello, scelti in base all’entità del carico che grava su ciascuna regione, incollati come mostrato nella Figura 36.19; 7) lo spessore e la rigidezza delle caul plates usate all’interno del sacco da vuoto devono essere accuratamente progettati: se molto elevati, la finitura superficiale delle pelli è buona, ma l’incollaggio avviene solo in corrispondenza degli inserti più rigidi; se molto bassi, l’incollaggio avviene sia sul riempitivo che sugli inserti, ma l’aspetto superficiale delle pelli può essere irregolare. In genere, lo spessore delle caul plates non dovrebbe essere maggiore di 2-3 volte lo spessore delle pelli del sandwich; 8) è necessario assicurarsi che riempitivo, inserti, bordi e pelli abbiano tolleranze dimensionali sufficientemente strette (-/+0.1mm) da garantire il valore ottimo dello spessore di adesivo e, di conseguenza, la massima resistenza meccanica. 36.4 Giunzioni, insertature e dettagli Figura 36.19 - Giunzione di riempitivi a nidi d’ape di diversa densità tramite un nastro di adesivo ad espansione I principali obbiettivi che la progettazione delle strutture sandwich si prefigge sono il risparmio in peso, l’aumento di rigidezza o la limitazione dell’uso di costosi materiali delle pelli. Talvolta vengono perseguiti altri obbiettivi, come la riduzione dei costi delle attrezzature, il miglioramento della finitura aerodinamica, la riduzione del rumore o l’incremento della durabilità nei confronti dell’energia acustica. D’altro canto, la progettazione tecnologica deve risolvere al meglio pochi ma importanti problemi, come introdurre e trasferire i carichi, collegare elementi strutturali, proteggere il sandwich dall’ambiente esterno: deve in pratica realizzare efficienti particolari di progetto rispettando vincoli di - usare diverse tecniche di giunzione nella stessa parte: gli inserti inglobati in una struttura sandwich posso essere prodotti per forgiatura, saldatura, rivettatura o essi stessi per incollaggio. Esistono adesivi con i quali è possibile effettuare incollaggi secondari a temperature tra i 16 ed i 177 °C senza degradare le proprietà dei sotto-assemblaggi incollati; - usare bulloni e rivetti per sopportare i carichi: quando lo spazio disponibile non consente di usare doublers o estesi coprigiunti incollati per sopportare carichi elevati, l’adozione di bulloni o rivetti costituisce la sola soluzione, sebbene essi aumentino il peso e riducano la vita a fatica; Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 16 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH - usare doublers localizzati anziché spessori delle pelli maggiorati indiscriminatamente: l’adozione di doublers, sebbene aumenti i costi di produzione, migliora la qualità del manufatto; l’accorgimento è particolarmente facile da adottare nel caso di pelli costituite da laminati compositi; - porre grande cura nella progettazione dei rinforzi dei bordi e nei particolari di introduzione dei carichi: tutti i componenti sandwich sono collegati tra di loro e/o alla struttura primaria del velivolo: perciò vanno predisposti i mezzi atti a trasferire le sollecitazioni introdotte nei punti concentrati di attacco. In generale le strutture sandwich sono vincolate lungo il contorno: è quindi opportuno predisporre una struttura perimetrale atta a facilitare il trasferimento dei carichi. Sono disponibili diverse soluzioni, da scegliersi in base all’entità dei carichi, al tipo di pelli e riempitivo, alle esigenze di funzionalità aerodinamica. Alcune di esse sono mostrate in Fig.36.21. - usare doublers esterni piuttosto che interni: i doublers interni richiedono la lavorazione del riempitivo. La Figura 36.20a mostra un pannello i cui bordi assolvono alla stessa funzione strutturale, ma la soluzione di sinistra è notevolmente più costosa. La Figura 36.20b mostra lo stesso pannello con entrambe le estremità realizzate “a basso costo”, pur mantenendo (a dx) la continuità aerodinamica della superficie. Con lamiere metalliche di basso spessore (0.25mm) e con la maggior parte dei pre-impregnati in composito è possibile realizzare doublers sottili senza dover lavorare il riempitivo, facendo in modo che il loro spessore venga “assorbito” dallo spessore dell’adesivo, talvolta aggiungendo all’uopo uno strato supplementare: un esempio di tale tecnica è mostrato nella Figura 36.20c. a b Figura 36.21 - Esempi di soluzioni per la protezione dei bordi c Esse rendono agevole il collegamento con la struttura adiacente, come mostrano gli esempi di Figura 36.22a,b: Figura 36.20 a-c - Esempi di realizzazione di doublers per sandwich a b Figura 36.22a,b - Esempi di collegamento tra pannelli sandwich e tra pannello sandwich e struttura primaria del velivolo Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 17 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH ma forniscono anche la sigillatura rispetto all’umidità ed ai fluidi presenti nell’ambiente esterno. Soluzioni simili vengono adottate anche per costituire una cornice attorno alle aperture e sopportare la conseguente concentrazione di carico. I materiali usati possono essere profilati metallici o polimerici, materiali compositi, legnami massello (mogano o abete), stratificati o compensati. Inoltre, il progetto di una struttura sandwich deve far sì che i carichi possano venir trasferiti da o verso punti concentrati lontani dai bordi. A questo fine devono essere predisposti degli inserti, alcuni tipologie dei quali sono mostrate in Figura 36.23. Essi possono assumere la forma di strisce oppure di tasselli localizzati ad elevata densità. natura dell’elemento di collegamento; la Figura 36.25 mostra alcune tipologie di questi inserti. Figura 36.24 - Esempi di collegamento tra pelli in lamiera metallica Figura 36.25 - Alcune tipologie di inserti per le strutture sandwich. Tutte chiamano a collaborare entrambe le pelli Figura 36.23 - Esempi di inserti ad elevata densità e resistenza E’ assolutamente consigliabile progettare attacchi che distribuiscano il carico su entrambe le pelli, limitando soluzioni che impegnano una sola pelle (cfr. Figura 36.26) ai soli casi in cui i carichi trasferiti sono estremamente lievi. - porre cura nella progettazione dei collegamenti e degli attacchi: se le dimensioni dei pannelli sandwich sono superiori a quelle disponibili delle pelli, vanno progettati i metodi di collegamento tra queste ultime. Questo non è difficile se le pelli sono realizzate con laminati compositi; viceversa pelli in lamiera devono venir collegate nei modi illustrati in Figura 36.24, tenendo conto delle osservazioni di natura economica e funzionale elencate in precedenza. Da ultimo, va ricordato che i pannelli sandwich vengono collegati tra di loro tramite viti o bulloni e che anche gli accessori, come supporti, squadrette, golfari sono collegati allo stesso modo. La maggior parte di questi attacchi richiede forature (passanti o cieche), predisposte in modo tale da adattarsi alla Figura 36.26 - Esempio del collegamento di un corrente al pannello tramite incollaggio su di una sola pelle (solo per carichi lievi) Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 18 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH ispezioni sistematiche per verificare l’omogeneità nel tempo dei lotti forniti e per garantire che esso non venga utilizzato allorché le sue proprietà si fossero deteriorate in conseguenza di un immagazzinamento improprio o del superamento della data di scadenza (shelf life). Oltre alla resistenza della giunzione, viene valutato l’aspetto fisico e sono misurati il pH, la viscosità, la densità ed il contenuto in solidi. 36.5 Prova ed ispezione U na volta fabbricato, è estremamente difficile determinare la qualità di un componente realizzato con la tecnologia sandwich. Devono essere condotte ispezioni sistematiche sui materiali di partenza (pelli, riempitivo e adesivo), facendo riferimento alle specifiche dei materiali. Allo stesso modo, deve essere verificata la stretta aderenza del metodo produttivo alle specifiche di processo. Spesso il solo modo per verificare la conformità a tali specifiche consiste nell’applicazione dei metodi di controllo non distruttivo. Questi ultimi rappresentano un passo essenziale durante il processo di produzione delle parti staccate e l’ispezione in servizio della struttura completa. Se necessario, essi possono essere applicati a tutti i processi, componenti ed assiemi. Molte delle indicazioni che provengono dalle tecniche di controllo non distruttive sono qualitative, non quantitative, e la loro interpretazione comporta valutazioni soggettive basate sull’esperienza. La correlazione tra le discontinuità e le prestazioni dei materiali e delle strutture dipendono fortemente dalle condizioni di servizio e dall’ambiente operativo. La significatività di tali indicazioni dovrebbe essere verificata inizialmente tramite prove distruttive, che supportino le successive valutazioni. Senza pretesa di sistematicità, nel seguito vengono indicati i principali metodi di prova ed ispezione dei materiali di partenza, delle parti e delle strutture finali: riempitivo: normalmente, le specifiche definiscono la variabilità accettabile della densità ed i valori minimi di resistenza. I riempitivi naturali (come la balsa) vanno soggetti ad una variabilità ponderale maggiore rispetto a quelli sintetici, cosicché la verifica della conformità della densità è di primaria importanza. Le prove di trazione e compressione nel piano (Figura 36.27 e Figura 36.28) e fuori dal piano del pannello (Figura 36.29) e di flessione (Figura 36.30) intendono verificare il soddisfacimento dei requisiti di resistenza, come pure, indirettamente, altre caratteristiche (grado di reticolazione della resina nei riempitivi sintetici). Figura 36.27 - Prova di trazione nel piano pelli: i materiali utilizzati per la pelli, come vari tipi di leghe metalliche e di compositi, non presentano problemi particolari di ispezione. Normalmente i metalli devono conformarsi alle specifiche militari e devono essere esenti da contaminazioni, corrosione e graffi, mentre i rinforzi dei compositi non devono presentare contaminazioni, devono essere opportunamente apprettati e (nel caso dei tessuti) devono presentare una struttura uniforme. adesivi: per prima cosa, gli adesivi devono essere valutati in base al tipo di applicazione e di ambiente operativo: alcune specifiche richiedono che le prove vadano ripetute a intervalli specifici per verificare che non si verifichino deterioramenti. Una volta che un particolare adesivo è stato scelto, vanno condotte Figura 36.28 - Prova di compressione nel piano Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 19 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH presenza di carichi ripetuti (fatica) o costanti nel tempo (scorrimento o rilassamento). Inoltre vengono indagate le prestazioni dell’incollaggio in presenza delle componenti di sforzo tipiche dell’adesivo, ovvero il taglio (Figura 36.31) e lo strappamento (Figura 36.32). Figura 36.29 - Prove di trazione e compressione fuori dal piano Figura 36.31 - Prove di taglio trasverso per la valutazione della resistenza a taglio del riempitivo e dell’adesivo Figura 36.30 - Prova di flessione su quattro punti adesione pelli-riempitivo: è opportuno che essa venga valutata tramite test su provini realizzati con i materiali (pelli, riempitivo e adesivo) costituenti la struttura reale. Viene misurata la resistenza meccanica dell’incollaggio nelle sue reali condizioni di servizio, come l’esposizione a temperature estremamente basse o alte, l’assorbimento di umidità, l’immersione in vari tipi di fluidi (lubrificante, carburante, anti-ghiaccio), la Figura 36.32 - Prove drum peel test per la valutazione della resistenza a peeling (strappamento) dell’adesivo Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 20 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH Invece, per quanto riguarda i componenti e le strutture sandwich, viene verificata la loro conformità per quanto riguarda le dimensioni, il peso, la resistenza, l’uniformità e la configurazione. L’importanza relativa e la tolleranza ammissibile di ciascuna di queste caratteristiche dipende dall’applicazione: le carenature dei radar e delle antenne richiedono pannelli di spessore esatto e uniforme, mentre i pannelli strutturali primari richiedono soprattutto la certificazione della resistenza meccanica; parti strutturali secondarie sono meno critiche dal punto di vista della resistenza meccanica, ma devono garantire le dimensioni e la forma. I radome, dopo l’ispezione visiva per valutare la conformità ai requisiti dimensionali, vengono sottoposti alla misura dell’efficienza della trasmissione elettrica e della possibile distorsione del segnale. Le parti strutturali devono essere ispezionate per individuare aree di dubbia adesione tra le pelli ed il riempitivo. Le aree scollate sono velocemente individuate tramite i metodi convenzionali di controllo non distruttivo, mentre le aree di incollaggio subottimale sono più difficilmente individuabili. Spesso, durante la produzione, vengono realizzati anche provini sacrificali da sottoporre a prove distruttive per valutare la consistenza della metodologia produttiva e del controllo di processo, nonché l’integrità strutturale. Le più comuni tecniche di controllo non distruttivo dei sandwich sono: provocando il cedimento delle zone parzialmente scollate. 36.6 Riparazione A nche per le strutture sandwich, come per ogni altro tipo di costruzione, è inevitabile che si verifichino dei danni. Durante le fasi di produzione, laddove esiste il pericolo della caduta di utensili o di urto contro le attrezzature, si possono evitare danni alle parti sandwich proteggendone gli spigoli e utilizzando rivestimenti protettivi temporanei. Tali accorgimenti possono ridurre i danni, ma quando questi si verificano, devono essere disponibili opportuni metodi di riparazione. Stante le infinite possibilità di combinare materiali diversi entro lo stesso sandwich, è praticamente impossibile definire delle procedure operative di validità generale, cosicché nel seguito verranno illustrate le metodologie adatte ai tipi di sandwich più utilizzati nelle costruzioni aerospaziali. Le procedure di riparazione vengono messe a punto con l’obiettivo di ripristinare, il più strettamente possibile, le caratteristiche meccaniche originarie della struttura, con il minimo aggravio di peso ed il minimo deperimento delle prestazioni aerodinamiche. Ciò può essere garantito solo sostituendo il materiale danneggiato con del materiale identico o approvato. Allo scopo di eliminare pericolose concentrazioni di sforzo, è necessario evitare, per quanto possibile, brusche variazioni di sezione tramite opportuna rastremazione dei giunti; inoltre le “pezze” devono avere forma circolare o ellittica anziché rettangolare; infine gli angoli di tutte le riparazioni di grandi dimensioni devono venir arrotondati. Specie per i velivoli molto veloci, la continuità della superficie aerodinamica non deve essere modificata tanto da comprometterne le prestazioni: perciò occorre evitare “pezze” che protrudano dalla superficie originaria; quando ciò non fosse possibile, i bordi devono essere generosamente smussati. Ancora: nelle riparazioni dei radomes, è di fondamentale importanza non variare lo spessore originario delle pelli e del riempitivo 13. Esistono diversi tipi di riparazione; temporanea o permanente; con singola o doppia accessibilità (di solito i radome vengono rimossi per garantire la doppia accessibilità, mentre i pannelli alari, i pavimenti e le ordinate vengono riparati in situ, con singola accessibilità). Il MIL-HDBK-23A suddivide in quattro classi i danni riparabili dei sandwich: ispezione visiva percussione (tapping) spur wheel12 ultrasuoni radiografia termografia vibrometria Tali metodi sono descritti in maggior dettaglio nel Cap.59. Da ultimo non vanno dimenticate le tecniche di prova dell’incollaggio pelli-riempitivo basate sull’applicazione di pressione. Esse presuppongono che sia le pelli che il riempitivo siano a tenuta pneumatica. Le prove vengono condotte in una camera a vuoto o tramite una sorta di ventosa in grado di applicare localmente il vuoto ad una porzione della superficie del sandwich. La depressione così generata induce una sovrappressione dall’interno verso l’esterno, che sollecita a peeling l’adesione tra pelli e riempitivo, evidenziando le zone totalmente scollate e Classe 1: indentazioni, graffi, rigature o erosione delle pelli, non accompagnati da piccoli fori o fratture; Classe 2: piccoli fori o fratture in una sola pelle, eventualmente accompagnata da danneggiamento del riempitivo, ma non della pelle opposta; 13 Le tecniche di riparazione descritte nel seguito devono considerarsi “riparazioni sul campo”. Inoltre, le riparazioni maggiori non devono essere eseguite su parti nuove; per altro, anche le riparazioni minori su parti nuove non dovrebbero essere eseguite, a meno che esse siano in accordo con specifiche norme militari. In ogni caso, la riparazione deve essere eseguita da personale precedentemente addestrato ad operare su quel tipo specifico di sandwich (pelli, riempitivo, adesivo, tecnologia). 12 La tecnica dello spur wheel si può considerare un affinamento di quella del tapping: infatti l’operatore, anziché di un semplice martelletto, dispone di una ruota dentata, la quale viene fatta rotolare sulla superficie del sandwich e produce un rumore periodico che cambia di tono in corrispondenza di un’area scollata tra riempitivo e pelli. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 21 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH Classe 3: fori o danneggiamenti che interessano l’intero spessore del sandwich, ovvero entrambe le pelli ed il riempitivo; La riparazione di Classe 2 prevede che il riempitivo danneggiato venga accuratamente asportato secondo una forma arrotondata, fino alla pelle opposta. I bordi della pelle danneggiata devono essere rastremati (rapp. 1:100); il riempitivo è sostituto con una porzione dello stesso materiale di dimensioni coincidenti, ricoperto su tutti i lati dalla resina. La pelle danneggiata viene ripristinata con “pezze” di rinforzo impregnate (50%) di dimensioni variabili e compatibili con la rastremazione, in numero tale da riprodurre lo spessore originario. La riparazione viene ricoperta con il film protettivo sigillato sui bordi; viene applicata la pressione tramite un sacco da vuoto e riscaldando per mezzo di lampade fino alla reticolazione della resina; dopo aver rimosso il film, viene eseguita una sabbiatura finale. Tutto ciò è mostrato in Figura 36.34. Classe 4: danneggiamento esteso, tale da richiedere la sostituzione dell’intera parte o di più parti. Nel seguito vengono esemplificate le metodologie di riparazioni per i più comuni tipi di sandwich strutturali. Riparazione di sandwich polimerici: si tratta tipicamente della riparazione dei radomes. Le pelli devono venir preventivamente pulite a caldo, usando però sostanze che non ne compromettano la durabilità ambientale. Le resine adottate per la riparazione non devono necessariamente coincidere con la matrice del composito: devono però essere compatibili ed essere in grado di reticolare in breve tempo a temperatura ambiente. Per applicare la pressione in maniera uniforme devono venir usate coperte in poli-vinilalcool, vinilite o cellophane (materiali in grado di essere drappati su superfici a doppia curvatura) sigillate lungo i bordi. Nel caso si rendesse necessario l’uso di stampi locali, essi devono venir preliminarmente trattati con distaccanti. Nel caso di danni di Classe 1, il metodo consiste nel sabbiare la superficie da riparare fino ad una distanza almeno 100 volte superiore alla profondità del danno, rivestire la zona con uno strato di resina e poi con pezze di rinforzo impregnato a umido nella stessa resina (50% percentuale in volume), come mostrato in Figura 36.33 e ricoprire la zona con il film protettivo fino a completa reticolazione della resina; segue una sabbiatura finale. Figura 36.34 - Riparazione di Classe 2 per un sandwich in composito La riparazione di Classe 3 può venir eseguita secondo due metodologie: con giunto a bisello (simile a quello usato per riparazioni di Classe 2) oppure con giunto a gradini, descritto nel seguito. La prima metodologia è adatta per riparare danni non più estesi di 100mm con pelli sottili. Negli altri casi si preferisce la seconda tecnica. I dettagli della riparazione con giunto a bisello sono in Figura 36.35. Nel caso della riparazione con giunto a gradini, mostrata in Figura 36.36, gli strati che costituiscono la pelle superiore vengono tagliati e poi “pelati via” in modo da presentare una superficie a gradini. La pelle inferiore viene temporaneamente ripristinata con una rondella tenuta in posto da una piastra, in modo da poter inserire la porzione di materiale che sostituisce il riempitivo asportato. Le pezze per la riparazione vengono dimensionate (con una sovrapposizione di circa 30mm), impregnate (50% resina), posizionate e reticolate. Una volta asportato il film protettivo, la superficie viene Figura 36.33 - Riparazione di Classe 1 per un sandwich in composito Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 22 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH in lega d’alluminio (tipo 2014, 2024 o 7075), usando adesivi epossidici in grado di reticolare a temperatura ambiente; è importante che il riempitivo sia sostituito con materiale identico o equivalente. Le riparazioni di Classe 1 sono eseguite, previa sabbiatura e pulizia chimica superficiale, tramite riempimento del danno (non più esteso di 5mm) con resina epossidica, la quale viene poi reticolata con lampade a infrarosso. L’operazione finale consiste nella rimozione della resina in eccesso ed una lieve sabbiatura. Nel caso delle riparazioni di Classe 2, per prima cosa la pelle danneggiata ed il riempitivo vengono asportate con le metodologie mostrate in Figura 36.37: sabbiata, prima di ripetere la medesima procedura sull’altra pelle del sandwich. Figura 36.35 - Riparazione di Classe 3 per un sandwich in composito usando la tecnica del giunto a bisello Figura 36.37 - Tecniche di asportazione della parte danneggiata di un pannello sandwich metallico incollato Figura 36.38 - Pelle superiore di un pannello sandwich preparata per la riparazione con giunto a gradini o con giunto a bisello Figura 36.36 - Riparazione di Classe 3 per un sandwich in composito usando la tecnica del giunto a gradini La cavità così ottenuta deve essere liberata da eventuali detriti/contaminanti ed i bordi accuratamente sbavati. Nel caso si voglia ripristinare la continuità aerodinamica, la pelle superiore deve essere lamata ad uno spessore pari alla metà dello spessore iniziale o con una rastremazione Riparazione di sandwich metallici incollati: le pelli vengono normalmente riparate con “pezze” di lamiera Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 23 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH “a sovrapposizione” con i bordi della “pezza” a spessore rastremato; se il rapporto tra sormonto della giunzione e spessore della lamiera è > 125, la continuità strutturale è praticamente garantita; preparatoria di un giunto a bisello (vedi Figura 36.38). Talvolta, per meglio garantire l’ancoraggio dell’inserto di riempitivo, viene ricavato un sottosquadro, cfr. Figura 36.39: “a gradino” (cfr. Figura 36.41), che ripristina il 100% della continuità aerodinamica, ma solo il 50% di quella strutturale; Figura 36.39 - Realizzazione del sottosquadro prima dell’inserimento del tassello di riempitivo Una volta ottenuto il sottosquadro, la parte danneggiata di riempitivo viene sostituita con uno dei metodi illustrati nella Figura 36.40, utilizzando riempitivo dello stesso tipo o balsa oppure – per i danni di minor dimensione – resina caricata con fibre discontinue/microsfere di vetro ovvero polvere metallica, avendo cura di eliminare le micro-bolle di aria intrappolata. Per i danni di maggior dimensione, il riempitivo e la pelle possono essere sostituiti con una laminazione di tessuto di vetro e resina, avendo cura di verificare che gli strati di rinforzo più esterni, quelli che coincidono con la pelle, ne abbiano la stessa orientazione. Alla fine, in ogni caso 14, si procede alla reticolazione tramite lampade, alla sabbiatura e alla verniciatura finale. Figura 36.40 Metodi per la sostituzione del riempitivo danneggiato in pannello sandwich metallico Una volta sostituita la porzione di riempitivo danneggiato, deve venir ripristinata la continuità della pelle metallica, per mezzo di una ”pezza”, che può essere di diverso tipo: Figura 36.41 - Riparazione “a gradino” della pelle di un sandwich metallico “a tappo”, che si attaglia esattamente con la sede ricavata nella pelle, ne ripristina la continuità aerodinamica, ma non quella strutturale; “a sovrapposizione”, in cui sia la “pezza”, sia la pelle hanno i bordi rastremati, per ripristinare la continuità aerodinamica e strutturale; “a sovrapposizione” con una “pezza” costituita da tessuto di vetro impregnato a umido anziché da lamiera (cfr. Figura 36.42); facile da realizzare anche sul campo, efficiente dal punto di vista aerodinamico, ma non da quello strutturale. La pressione e la temperatura necessarie alla reticolazione possono essere ottenute con metodi diversi, a seconda della criticità della riparazione: 14 Tutte le superfici da incollare hanno dovuto essere preventivamente liberate da qualsiasi residuo di olio, grasso, cera o vernice per mezzo di sabbiatura leggera e sgrassaggio chimico tramite metil-etil-chetone. Grande attenzione va posta perché non sia lasciato alcun residuo liquido all’interno della zona riparata o, peggio, entro il nido d’ape. con sacchi di sabbia, a temperatura ambiente; Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 24 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH con morsetti, rivetti o viti autofilettanti e piastre di pressione in compensato (cfr. Figura 36.43); Figura 36.42 - Riparazione “a sovrapposizione” della pelle di un sandwich metallico tramite tessuto di vetro impregnato a umido Figura 36.44 – Apporto di pressione tramite sacco da vuoto vinilico e di calore tramite coperta flessibile riscaldata elettricamente. Figura 36.45 - Apporto di pressione tramite sacco da vuoto vinilico e di calore tramite blocchi rigidi riscaldati elettricamente con coperta/blocchi riscaldanti e lampade a raggi infrarossi15, retro-azionate con termocoppie. Le riparazioni di Classe 3 possono venir effettuate con le stesse metodiche descritte sopra, a patto che il pannello sia accessibile, ripetendo le operazioni sulle due facce. Se invece il pannello non è accessibile, deve essere applicata la seguente procedura: Figura 36.43 - Applicazione della pressione tramite piastre tenute in posizione da viti autofilettanti con sacco da vuoto in vinile e coperta riscaldata elettricamente, di tipo flessibile (cfr. Figura 36.44); rimuovere la pelle ed il riempitivo danneggiati; approntare la piastra di supporto (cfr. Figura 36.47); con sacco da vuoto in vinile e blocchi riscaldanti elettricamente, di tipo rigido (cfr. Figura 36.45); sgrassare le superfici della piastra e della pelle; applicare l’adesivo sulla piastra e posizionarla; con camera a vuoto rigida e blocco riscaldante elettricamente, pure rigido ma collegato tramite una guarnizione flessibile (cfr. Figura 36.46); sostituire la porzione di riempitivo danneggiato; 15 In alternativa possono essere utilizzati sacchi di sabbia riscaldata, che apportano contemporaneamente calore e pressione. Materiale didattico per uso personale degli studenti. 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Il calore per la reticolazione può essere apportato con coperte termiche, lampade ad infrarossi o sacchi di sabbia riscaldata, ma – stante la difficoltà di riscaldare l’adesivo interno – è bene che questo possa reticolare a temperatura ambiente. Figura 36.48 - Riparazione di un pannello accessibile da un solo lato Figura 36.46 - Apporto di pressione tramite camera a vuoto rigida e di calore tramite blocco rigido riscaldato elettricamente 36.7 Durabilità P er essere accettabile, una struttura sandwich, oltre a possedere delle ben definite proprietà fisiche iniziali, deve dimostrarsi relativamente inerte all’esposizione alle condizioni ambientali derivanti dal utilizzo in esercizio. Nel caso di nuovi materiali non è possibili dimostrare tale insensibilità sulla base di dati storici, ma occorre riferirsi ai risultati di campagne sperimentali di invecchiamento accelerato, condotte nelle condizioni reputate essere le più gravose per il materiale/componente in esame. A tale riguardo, gli effetti sull’incollaggio pelli/riempitivo sono più gravi negli ambienti caldo/umidi rispetto a quelli più temperati o freddi. Inoltre, per quanto riguarda l’ambiente spaziale, risulta che i polimeri convenzionali epossidici, poliestere, fenolici, siliconici non mostrano un misurabile rateo di perdita massica d’equilibrio (in alto vuoto e T < 100 °C). L’esposizione a temperature più elevate riduce fortemente la resistenza delle resine poliestere, ma non quella degli altri polimeri. Nel caso di sandwich con pelli in alluminio e adesivi epossidico-fenolici e nitrile-fenolici non si sono manifestati effetti deleteri dopo 5 anni di esposizione né all’ambiente esterno, né al contatto con il carburante JP4. Nel caso invece di sandwich con pelli in Figura 36.47 – Apporto di calore tramite lampada a raggi infrarossi retroazionata con termocoppie. Riparazione di sandwich metallici brasati: nel caso di indentazioni superficiali o di danni leggeri, esse possono essere effettuate iniettando elastomeri siliconici, adesivi polimerici o potting compounds. Fori di piccole dimensioni vengono riparati brasando “pezze” metalliche. Regioni fortemente danneggiate non possono essere riparate in modo da garantire la Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 26 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano TECNOLOGIE E MATERIALI AEROSPAZIALI – Ver. 01 CAP. 36 -TECNOLOGIE E MATERIALI PER LE STRUTTURE SANDWICH [2] composito, i dati (affetti da una considerevole dispersione) mostrano un’influenza esercitata dall’ambiente operativo. In particolare, l’atmosfera in nebbia salina (caratteristica dei velivoli imbarcati) si dimostra la più danneggiante, fino a provocare l’esposizione delle fibre. I sandwich sono anche in grado di resistere ai solventi, ad eccezione degli sverniciatori, i quali ne degradano drasticamente le proprietà meccaniche. Comunque, il più serio problema d’esercizio per i sandwich risiede nella possibilità di assorbimento di umidità da parte del riempitivo. L’acqua accumulata può danneggiare il pannello a causa del congelamento o, nel caso dei velivoli supersonici d’alta quota, dell’ebollizione; entrambi i fenomeni possono provocare il cedimento del riempitivo. L’assorbimento di umidità può inoltre provocare corrosione all’incollaggio pelli/riempitivo, aumento di peso e sbilanciamento dinamico delle superfici di controllo e delle pale dei rotori d’elicottero. Eventuali fluidi assorbiti dai radome ne peggiorano la funzionalità elettronica. Inoltre, in molti casi, i riempitivi costituiti da schiume o legno di balsa cedono all’interfaccia con le pelli a causa delle vibrazioni, e consentono così l’infiltrazione di umidità e l’innesco di fenomeni di corrosione. Durante l’esercizio, l’umidità viene assorbita principalmente nel corso della discesa, poiché il ritardo nei valori di pressione e temperatura sperimentati dall’interno del pannello fa sì che la pressione interna sia inferiore a quella esterna, cosicché l’umidità viene “aspirata” dall’esterno verso l’interno attraverso porosità, cricche, interstizi; ulteriori condizioni pericolose derivano da: ASTM Vol.15.03: “Space Simulation; Aerospace and Aircraft; Composite Materials” ASTM International, West Conshohocken - PA, 2010. [3] Allen, H.G.: “Analysis and Design of Structural Sandwich Panels” Pergamon Press, Oxford, 1969. [4] Gibson, L.J., Ashby, M.F.: “Cellular Solids – Structure & Properties” Cambridge University Press, Oxford, 1997. [5] Hoskin, B.C., Baker, A.A.: “Composite Materials for Aircraft Structures” AIAA Education Series, New York, 1986. [6] Lubin, G.: “Handbook of Composites” Van Nostrand Reinhold Company, New York, 1982. [7] Military Handbook – MIL-HDBK-23A: “Structura l Sandwich Composites” Department of Defense, Washington, 1972. [8] Scott Burton, W., Noor, A.K.: “Structural Analysis of the Adhesive Bond in a Honeycomb Core Sandwich Panel” Finite Elements in Analysis and Design, Vol.26, Pagg.213-227, 1997. [9] Vinson, J.R., Sierakowsky, R.L.: “The Behaviour of Structures Composed of Composite Materials” elevati livelli di vibrazione sonora che provoca il cedimento del sigillante; Martinus Nijhoff Publishers, Dordrecht, 1987. eccessiva deformazione strutturale; pressione differenziale; insufficiente sovrapposizione dei bordi di incollaggi; danni accidentali esterni (impatto); sigillatura inadeguata; sforzi termo-elastici ciclici; invecchiamento del sigillante; proprietà del materiale inadeguate. Per sigillare i bordi dei pannelli sandwich ed evitare l’assorbimento vengono usate resine epossidiche o poli-sulfidiche caricate con fibre corte o microsfere di vetro. Bibliografia [1] AA. VV.: “Composites” ASM International, Metals Park - Ohio, 1987. Materiale didattico per uso personale degli studenti. Non è consentito l’uso di questo materiale a scopo di lucro. E’ vietato utilizzare dati, informazioni e immagini presenti nel testo senza autorizzazione. Copyright Dipartimento Ingegneria Aerospaziale - Legge Italiana sul Copyright 22.04.1941 n. 633. G. Sala, L. Di Landro, A. Airoldi, P. Bettini 27 Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale – Politecnico di Milano