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Materiali Compositi
www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela dotti in serie - adottano sistemi costruttivi di ultima generazione. La grande novità costruttiva è stata l’introduzione del composito avanzato (aggiunta di un elemento neutro tra due pelli di laminato e quindi chiamato a “sandwich”), al posto del composito semplice (o fibra piena), che ha permesso di ottenere imbarcazioni più rigide e leggere, con evidenti benefici sia nella navigazione che nella durata. La tecnologia del composito ha permesso non solo di migliorare costantemente la qualità del prodotto ma ha anche - grazie alla possibilità di meccanizzare i procedimenti costruttivi e quindi velocizzare la realizzazione del manufatto - di abbassare i costi di realizzazione, portando così il prodotto finito alla portata di un più vasto pubblico. Ci sono ovviamente diversi tipi di costruzione che utilizzano i materiali compositi e, prima di cominciare a esaminare più nel dettaglio i materiali, cerchiamo di fare una veloce panoramica sui diversi tipi di compositi in relazione alle caratteristiche richieste per le imbarcazioni. Il composito e i suoi materiali I PRIMI PASSI L’unione falaforza L’accoppiamento di due o più materiali crea una sinergia delle doti meccaniche di ogni singolo elemento. Su questo principio si basano i prodotti compositi. Vediamo che cosa sono e come funzionano di Mauro Uggè egli ultimi decenni l’utilizzo della vetroresina è entrato, ogni giorno di più, nella vita quotidiana e questa “popolarità” ha permesso a ricercatori e produttori di sviluppare tecnologie e materiali sempre più versatili e d’avanguardia. Anche la nautica ha vissuto questa evoluzione tecnologica e le costruzioni degli scafi di oggi - anche quelli pro- N Come già detto, il primo gradino del composito è l’unione di resina e fibra (fibra piena) con cui vengono attualmente realizzati la quasi totalità degli scafi delle imbarcazioni di serie. Il primo gradino Il corretto dosaggio della resina del composito avanzato lo troviamo, sempre nella resta uno degli aspetti serie, con la realizzazione di laminati a “sandwich” più delicati della costituzione prevalentemente per la costruzione di coperte. La di un composito struttura a “sandwich” possiede caratteristiche meccaniche di gran lunga superiore al composito semplice e quin- vertire i singoli materiali in strutture finite. di ben si addice alla realizzazione non solo delle coperte ma I materiali compositi sono formati da due o più elementi che, anche delle strutture principali. Se si vuole passare dalla pro- una volta insieme, sviluppano caratteristiche diverse da quelle duzione di serie alla realizzazione di one-off - o comunque pro- che produrrebbero i due elementi individualmente. In pratica i dotti dalle elevate performance - ecco che il composito avan- materiali compositi consistono di una matrice (materiale prinzato entra prepotentemente nelle priorità costruttive. L’utilizzo cipale) e un rinforzo, che viene aggiunto per incrementare la di fibre aramidiche (Kevlar) o di carbonio in aggiunta a resine resistenza e la solidità della matrice. Il rinforzo è usualmente a elevate caratteristiche (come la epossidica) e ad anime ul- in forma di fibra. Oggi i materiali compositi più comuni postraleggere (come il Nomex), permettono di realizzare imbarca- sono essere raggruppati in tre categorie diverse: zioni dalle caratteristiche meccanico/costruttive senza eguali A) Matrice polimerica (PMC): sono i compositi più comuni e so(es.: il composito per una barca a vela di 60 piedi pesa circa no anche conosciuti come FRP (fibra di rinforzo polimerica). 1200 kg, completo di strutture). Questi materiali impiegano una resina polimerica come matrice e come rinforzo usano diverse fibre quali la fibra di vetro, la fibra aramidica (Kevlar) e la fibra di carbonio. Questi comQUANTI COMPOSITI Per meglio comprendere l’uso dei materiali compositi è neces- positi sono quelli utilizzati nelle costruzioni nautiche. sario sapere come questi vengono realizzati, alle caratteristi- B) Matrice metallica (MMC): dove la matrice è un metallo e il che dei materiali utilizzati e alle tecniche più comuni per con- rinforzo è composto da fibre quali il carburo di silicio. Ottobre 2003 51 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Il grafico mostra le opposte doti meccaniche delle fibre e delle resine e, una volta unite, quelle medie di un composito semplice. Tre tipi di “stuoie” (sopra); da sinistra: fibra di vetro, fibra di carbonio e fibra di Kevlar In generale le proprietà dei materiali compositi sono determinate da quattro fondamentali regole: 1) le proprietà delle fibre; 2) le proprietà delle resine; 3) il rapporto fibra/resina (fvf); 4) il senso di disposizione (orientamento) delle fibre. LE FIBRE Solo con l’uso dei compositi avanzati si son potuti realizzare scafi di grandi dimensioni, riducendo di molto il peso e, al contempo, aumentando la rigidezza Il ruolo delle fibre in un materiale composito è fondamentale per l’aumento delle caratteristiche meccaniche del materiale finito. Tutte le differenti fibre usate nel composito hanno differenti proprietà e queste incidono e modificano le proprietà del composito in modi diversi. LE RESINE Questi compositi sono utilizzati prevalentemente nell’industria automobilistica. C) Matrice in ceramica (CMC): utilizzano la ceramica come matrice e come rinforzo fibre corte o a setola, tipo quelle derivate dal carburo di silicio o dal nitrato di boro. SEMPLICEMENTE, DEI COMPROMESSI Approfondiamo la struttura dei materiali compositi a matrice polimerica che sono quelli utilizzati dalla cantieristica mondiale per realizzare scafi, coperte e strutture di imbarcazioni sia a motore che a vela. Le resine, lavorate e utilizzate singolarmente (senza essere accoppiate a nessun altro materiale) sono di uso esiguo nelle fabbricazioni di strutture, per via delle limitate caratteristiche meccaniche. Mantengono comunque alcune doti vantaggiose come la capacità di adattarsi facilmente a forme complesse. Materiali come il vetro, l’aramide e il carbonio hanno un’alta resistenza alla trazione e alla compressione, ma in “forma solida” queste proprietà non sono poi così scontate. Questo è dovuto al fatto che, in condizioni di stress, difetti di superficie porta52 Ottobre 2003 no all’incrinatura e alla rottura molto al di sotto del “punto di rottura” teorico. Per ovviare a questo problema il materiale viene fabbricato in forma di fibra in modo che, pur possedendo un certo numero di difetti, questi saranno circoscritti solo a un numero limitato di fibre, mantenendo così valida la resistenza teorica del materiale. Per cui, un fascio di fibre è l’ideale per la migliore performance del materiale. C’è da ricordare però che le fibre da sole sono resistenti alla trazione solamente nel senso della lunghezza come, per esempio, nelle fibre di una cima. Combinando le resine con le fibre di rinforzo in vetro, carbonio e aramidiche, si ottengono le migliori prestazioni del materiale. La matrice (resina) distribuisce il carico applicato al materiale (fibra) a ognuna delle fibre; protegge quest’ultime dai danni causati dall’abrasione e dall’impatto d’urto. L’alta resistenza e solidità, la facilità nel plasmarsi in forme complesse, la bassa densità e la resistenza all’ambiente, fanno si che - in molte applicazioni - i materiali compositi ottenuti siano superiori ai metalli. In definitiva, il sistema PMC combina le resine con le fibre: le qualità dei prodotti ottenuti sono il risultato della fusione delle proprietà dei singoli elementi. Per quanto riguarda le resine utilizzate nella fabbricazione di materiali compositi, tutte devono avere alcune basilari specifiche: buone caratteristice meccaniche; alto livello di adesione; durezza e resistenza al degrado ambientale. Questo tipo di resine sono principalmente di tre tipi: poliestere, vinilestere ed epossidica. La poliestere è di gran lunga la più utilizzata nella lavorazione del composito e in particolar modo nell’industria nautica. La maggior parte di imbarcazioni - dalle piccole derive ai grandi yacht - sono realizzate con queste rerine. La vinilestere è simile alla poliestere ma, grazie alla sua differente struttura molecolare, risulta essere molto più resistente all’urto e quindi più resistente. Un’altra caratteristica della vinilestere è la maggior resistenza all’acqua e agli agenti chimici, tanto che viene molto spesso utilizzata per la realizzazione di tubazioni e serbatoi. La resina epossidica rappresenta - al momento - il massimo quanto a caratteristiche tecnico/meccaniche, di gran lunga superiore alle altre resine sopradescritte, in termini di migliori caratteristiche meccaniche e resistenza agli agenti ambientali, da essere comunemente utilizzata in applicazioni aereospaziali. Come resina da laminazione, aumentando le proprietà adesive e la resistenza al degrado dovuto all’acqua, si rivela ideale per la costruzione nautica. In questo settore la resina epossidica è normalmente usata nella costruzione di imbarcazioni hi-tech, ad alte prestazioni. RESINA POLIESTERE RESINA VINILESTERE RESINA EPOSSIDICA VANTAGGI Facile utilizzo Basso costo Facile reperibilità Alta resistenza chimica e ambientale Proprietà meccaniche più elevate della poliestere Altissime proprietà meccaniche e termiche Alta resistenza all’acqua Maggior tempo di lavorazione Resistenza a temperature fino a 220° Bassa deformazione in essicazione SVANTAGGI Caratteristiche meccaniche moderate Alte emissioni chimiche durante la lavorazione Alta deformazione durante il processo di essiccazione Tempo di lavorazione limitato Postcottura necessaria per elevare le proprietà Alto contenuto stirene Maggior costo rispetto alla poliestere Alta deformazione durante il processo di essiccazione Alto costo Difficoltà di lavorazione Ottobre 2003 53 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela LA FIBRA DI CARBONIO di Stefania Pilan L’invenzione della fibra di carbonio ha davvero rivoluzionato la tecnologia, a partire dal settore aerospaziale, dell’automobile, del motociclismo e nautico, fino alla stessa edilizia delle grandi costruzioni. Con la fibra di carbonio, insieme alla fibra di vetro, nasce l’era dei Materiali Compositi. Ma che cos’è la fibra di carbonio? Come si produce? Fibra di carbonio.. come la grafite e come il diamante: utile e preziosa niche industriali (poliacrilonitrile, PAN) o da residui di distillazione del petrolio o del catrame: la prima è chiamata in gergo CarbonioPAN, l’altra, Carbonio da Pece (Pitch), scoperta più recentemente, poco utilizzata a causa delle caratteristiche di prestazione meno sotto controllo. Come nasce la fibra di carbonio? Ciò che ha permesso di realizzare nel 1960 il primo processo industriale per la produzione di fibre di carbonio è la fibra di poliacrilonitrile (PAN), caratterizzata da una composizione chimica adeguata, da un particolare orientamento molecolare e da una specifica morfologia. Il processo si basa sulla trasformazione chimica mediante ciclizzazione di polimeri e avviene in tre stadi: a) riscaldamento: in presenza di aria e fino a temperature di 300400 °C, permette la ciclizzazione nelle unità ripetitive dei gruppi ciano laterali; La reazione di ciclizzazione porta a un materiale ignifugo di colore nero, PAN ossidato ma con proprietà meccaniche modeste, che viene utilizzato per abbigliamento protettivo, per ovatte ignifughe o in compositi carbonio-carbonio, per freni a elevate prestazioni (arerei, macchine da corsa e treni ad alta velocità). b) ossidazione: portando la temperatura a 700 °C sempre in presenza di aria, genera l’aromatizzazione degli anelli, c) carbonizzazione: in assenza di aria, con due livelli di riscaldamento, 1) livello: a 400-600 °C, le catene aromatiche si fondono lateralmente mediante ciclizzazione formando polimeri “a nastro”; Diamante, grafite e fibra di carbonio: tutti e tre a formula chimica C; ovvero, sostanze diverse ma tutte costituite da soli atomi di carbonio. I primi due sono minerali presenti in natura, rispettivamente il più duro e il più morbido fra tutti. Il diamante a cella cristallina elementare tetraedrica spaziale; la grafite invece esagonale piana. Completamente diversi per proprietà di lucentezza, conduttività, abrasività. La fibra di carbonio invece, sintetizzata industrialmente, appartiene alla famiglia delle fibre polimeriCaratteristica Alta Resistenza Alto Modulo Altissimo Modulo Acciaio che e ha una struttura grafitica, pur avendo proprietà completaDensità (kg/m3) 1800 1850 2100 7850 mente differenti. Modulo elastico (GPa) 230 400 700 210 Scoperta nel 1879 da Edison, la Resistenza meccanica a trazione (MPa) 5000 3000 1500 540 fibra di carbonio è comparsa sul Deformazione a rottura 2% 0,9% 0,3% 20% mercato solo nel 1960. Prodotta Resistenza specifica (MPa/kg) 2,78 1,62 0,71 0,07 per modificazione di fibre orga- RAPPORTO FVF Il rapporto fibra/resina (fvf) deriva, principalmente, dal processo di fabbricazione adottato per combinare la resina alla fibra. E’ inoltre influenzato dal tipo di resina utilizzato e dal modo in cui le fibre sono incorporate. In generale - poiché le caratteristiche meccaniche delle fibre sono maggiori di quelle delle resine - più alto è il volume delle fibre, maggiori saranno le proprietà meccaniche dei compositi ottenuti. In pratica però esiste un limite da parte delle fibre che necessitano, per manifestare a pieno le loro doti, di essere completamente ricoperte di resina. Inoltre il processo di produzione impiega54 Ottobre 2003 to per combinare le resine alle fibre porta a un numero variabile di imperfezioni e di inclusioni d’aria. Utilizzando, ad esempio, il tipico procedimento di impregnazione a mano (normalmente usato nella nautica) il rapporto fvf è all’incirca a del 30-40%; con i procedimenti più sofisticati e più precisi (pre-impregnazione a macchina, tecnica del vuoto, autoclave, etc) il rapporto fvf raggiunge il 70%. IMPORTANTE L’ORIENTAMENTO La geometria delle fibre nei materiali compositi è molto importante: le maggiori proprietà meccaniche si hanno nel senso 2) livello: fino a circa 1300 °C, gli atomi di azoto (N) vengono gradualmente espulsi, a seguito della progressiva fusione laterale dei polimeri a nastro per realizzare catene polimeriche sempre più grandi. Il processo di carbonizzazione è generalmente condotto in atmosfera inerte o sotto vuoto e porta alla rimozione di atomi dalla struttura, dando origine a un composto che contiene più del 90 % di carbonio e circa il 5% di azoto. La struttura grafitica così ottenuta è costituita da atomi di carbonio, disposti in anelli esagonali aromatici, legati tra loro a formare piani, come rete metallica. Questa struttura, molto simile a quella della grafite, si dispone volentieri in lunghe catene allineate e allungate sullo stesso asse, come a formare dei nastri. Tra le catene polimeriche allineate si formano delle forze di attrazione molto forti tra loro creando dei legami chimici, che le trattengono e le saldano in modo molto efficace, dando origine alla fibra polimerica. Proprietà della fibra di carbonio Le proprietà meccaniche e dinamiche straordinarie della fibra di carbonio sono rappresentate da una elevata resistenza a trazione - doppia o tripla rispetto ai migliori acciai - da una rigidità uguale e un peso specifico inferiore (un quarto di quello dell’acciaio); ma anche da conduttività termica ed elettrica. Nella realtà le fibre di carbonio commercialmente prodotte, al variare dei parametri di processo sopra descritti, sono caratterizzate da una struttura cristallina a vario grado di reticolazione. Conseguentemente cambiano anche le caratteristiche fisico-meccaniche delle fibre stesse, in particolare il modulo elastico. Osserviamo le caratteristiche meccaniche di tre fra i più comuni tipi di fibre di carbonio (Carbonio ad Alta Resistenza, Carbonio ad Alto Modulo e Carbonio ad Altissimo Modulo) confrontate con quelle dell’acciaio. Il parametro che differenzia più marcatamente le fibre in carbonio dall’acciaio, è la cosiddetta resistenza specifica, ossia, il rapporto tra la resistenza meccanica a trazione e il peso specifico: da 10 a 40 volte maggiore. Questa caratteristica rende i composti in fibra di carbonio particolarmente utili in settori come quello aeronautico o aerospaziale, dove la leggerezza è un parametro essenziale. Nella sezione di questo composito avanzato si notano vari materiali, tra cui la fibra di carbonio e l’anima di Airex della lunghezza delle fibre, e non trasversalmente. In sintesi, il principio di anisotropia dei materiali compositi le cui qualità meccaniche - contrariamente ai metalli - sono molto differenti se testate nelle diverse direzioni. Questo spiega l’importanza - nella fase di progettazione di un composito - sia della grandezza, sia della direzione del carico applicato. Le proprietà di anisotropia sono comunque vantaggiose poiché permettono di non utilizzare alcun materiale superfluo. COMPOSITO AVANZATO Per migliorare le caratteristiche del composito semplice - cioè matrice più rinforzo - si è arrivati al composito avanzato, con l’aggiunta di un terzo materiale: “l’anima” o elemento neutro. Le teorie ingenieristiche hanno dimostrato che la rigidità alla flessione di un laminato è proporzionale al cubo del suo spessore. La possibilità di inserire un’anima tra due strati di laminato incrementa notevolmente la rigidità del composito, con un lieve incremento di peso. Questo tipo di composito è comunemente chiamato “sandwich”. Tre tipi di anime, che costituiscono il “ripieno” del sandwich. Da sinistra: il Nomex (la più evoluta), il Termanto e la balsa UNA QUESTIONE DI ANIME Ci sono vari tipi di anime da utilizzare in una costruzione a sandwich; le più in uso sono: la balsa, il pvc a cellula chiusa (Termanto o simili) e il “nido d’ape” (Honeycomb o Nomex, che possono essere sia in alluminio che in carta impregnata). La scelta delle anime varia a seconda del tipo di risultato che si desidera ottenere; partendo dalla balsa - per compositi di discreta rigidità, ma senza particolari pretese sul peso e sulle caratteristiche meccaniche generali - sino al Nomex, per i com positi in sandwich dalle alte prestazioni. Mauro Uggè sarà presente al Salone di Genova, presso lo stand di SoloVela, domenica 12 ottobre alle ore 12:00, per parlare di metodologie costruttive e materiali di nuova generazione. Ottobre 2003 55