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Parrocchia Angeli Custodi V
LETTERA DEL PARROCO www.parrocchie.it/milano/angelicustodi [email protected] Via Pietro Colletta 21, Milano Parrocchia Angeli Custodi Anno 2013, numero 2 - mese di febbraio Cari fratelli e care sorelle nel Signore, inizia la Quaresima, ma vorrei partire dalla fine ovvero dalla Domenica delle Palme e precisamente da quel brano del Vangelo di Giovanni dove si narra di una cena preparata a casa di Lazzaro: Marta serviva a tavola e Maria cosparge i piedi del Signore con trecento grammi di profumo di puro nardo. Allora Giuda osserva: “Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?”. Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome, teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: “Lasciala, ciò che fa è in vista della mia sepoltura. I poveri, infatti, li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”. Mi pare che la fine dica tanto circa il tradizionale cammino penitenziale della Quaresima. Il gesto di Maria. Sembrerebbe semplicemente un gesto di affetto e tenerezza tipicamente femminile, ma il commento del Signore non lascia dubbi: è della sua morte e sepoltura che si tratta, non di altro. Chissà se Maria guardò e come guardò il Signore in quel momento: forse l’intuito femminile aveva già intravisto qualcosa? Chissà se Maria ci rimase male e con lei tutti gli altri. Chissà se calò improvviso il silenzio su quella cena tra amici e l’aria si fece pesante, come si suol dire. Nessuno può dirlo. Una cosa è certa: il gesto di Maria e le parole del Signore sono una cosa sola e mi pare un buon antidoto contro l’indu- In questo numero: La meta è partire pag. 3 Corso fidanzati pag. 4 Cammino di coppia pag. 5 Gruppi di Ascolto della Parola di Dio nelle case pag. 7 La nascita di un bimbo pag. 8 Per inviare suggerimenti, lettere e articoli scrivere a: [email protected] stria delle coccole, dei massaggi, delle saune e delle buone azioni quaresimali, delle rinunce e penitenze varie… la Quaresima è un “tempo forte” dell’anno liturgico, utile alla conversione, al cambiar vita e se non succede questo, è tempo inutile e sprecato. Le parole di Giuda. Con poche parole l’evangelista Giovanni ritrae e ci consegna nostro fratello Giuda nella quotidianità: un ladro di galline che nulla ha a che fare con il Giuda dell’Ultima Cena. Bisogna ammetterlo: Giuda il traditore ha un che di drammatico e un sapore da tragedia greca, ma un ladro…. Eppure anche questo Giuda inquieta perché l’obiezione è concreta, oggettiva e ci avvolge (e travolge) nella sua sottigliezza malvagia: quante volte nel passato e nel presente aiutare i poveri è stato un ottimo paravento giustificativo per azioni inique e per nulla evangeliche? Su questo punto ovvero sul denaro, su come lo si guadagna e lo si utilizza nostro Signore è stato fin troppo chiaro e netto: “Voi non potete servire Dio e Mamona” (Mt 6, 24). È una sentenza che ci sta bene all’ingresso della Quaresima e un discepolo non la può dimenticare o mettere da parte perché i tempi sono difficili: il Vangelo è per sempre. I poveri, infine, ma non solo. I poveri li abbiamo e li avremo sempre con noi. E i poveri ci sono tra i piedi, ci disturbano, non sono per nulla educati, sono avidi, a volte ci imbrogliano e si ammazzano per un pezzo di pane, come Alessandro Manzoni ha bene e tragicamente scritto nell’assalto al forno delle Grucce. I poveri da aiutare e assistere, certamente, ma forse il Vangelo ci chiede qualcosa di diverso: condividere almeno un tratto della loro vita. Marcello Candia e Madre Teresa di Calcutta non hanno risolto (e nemmeno lo pensavano) il problema della povertà, ma hanno vissuto coi poveri e hanno trovato la beatitudine già su questa terra. I poveri, ma non solo, perché alla fine il Signore benedice il gesto di Maria, quasi fosse un anticipo non solo della sepoltura, ma della lavanda dei piedi che di lì a poco il Maestro compirà ai suoi discepoli. Qui però c’è il profumo che riempie la casa: si sente l’intenso affetto di Maria per il Signore. Godiamoci all’inizio (e al termine) della Quaresima questo affetto generoso, profondo, tutto femminile: è la porta d’ingresso della Settimana Santa, sono le donne che vanno al sepolcro il mattino della risurrezione. La penitenza, la conversione e la fede hanno qui le proprie origini. Buona Quaresima a tutti! don Guido Pagina 2 La mèta è partire Roberta Marsiglia Strano gruppo quello che sabato 12 gennaio si è ritrovato nel bar dell’oratorio. Ben 38 persone di tutte le età e di tipologie molto diverse tra loro. Molti non si conoscevano neanche! Cosa li ha spinti a passare un sabato sera insieme portando ognuno qualcosa da condividere per la cena e poi a fermarsi per una chiacchierata? Cosa avevano in comune? Eccoli: i pellegrini degli ultimi tre viaggi in Terra Santa organizzati dalla parrocchia. A chi è stato in Terra Santa rimane sempre la voglia di parlarne (e di tornarci!) Così don Guido ci ha radunati e provocati con alcune domande. Ma possiamo sottrarci al confronto su questi temi? Gli Apostoli erano più preparati, più colti di noi? Certamente no. E allora perché non provarci? Sì, perché la Terra Santa è la terra delle domande (come già ha scritto su questo foglio una pellegrina qualche mese fa). Lì le domande sorgono continue e spontanee. E noi che abbiamo scelto di andare e abbiamo osato andare a vedere con occhi, orecchie e cuore aperto… cosa ci aspettavamo? Cosa cercavamo? E, soprattutto, come possiamo proseguire il percorso anche qui? Ecco, sarebbe bene che non fosse più così e si avesse un interesse più coinvolto e personale nei confronti di ciò in cui diciamo di credere. Dobbiamo pur avere qualcosa di fondato per rispondere alle domande dei nostri ragazzi ipertecnologici che nascono e vivono in un mondo sempre più convinto che la fede sia lo stadio infantile dell’essere umano. Poi uno cresce e se ne libera. Cosa possiamo dire di serio a chi pensa che credere sia una cosa per gente un po’ depressa, che da sola non ce la fa e quindi si affida a qualcosa di superiore di cui non capisce nulla? Negli otto giorni in cui ci siamo immersi totalmente nella terra e nella vita del Signore abbiamo provato grandi e sorprendenti emozioni. Anche qualche delusione, certo. Ma è indiscutibile che si sia ricevuta una grossa spinta e anche ora che è passato parecchio tempo basta accennarne e subito ci si ritrova a parlarne con fervore. L’emozione va bene, sì. Ma perché diventi un’esperienza va approfondita e deve emergere. E trovare le parole. Siamo tutti in difficoltà a parlare di cose così importanti: ci sentiamo inadeguati, troppo grande è la sproporzione tra ciò che noi siamo e l’immensità del messaggio. I grandi misteri della sofferenza, del dolore innocente, la preghiera, il dubbio… Possiamo provare a leggere le Scritture con approccio più critico e consapevole, cercando di capirne di più, ragionando in modo da averne un’opinione e di tentare di dare ragione della nostra fede. In questo i Cattolici sono rimasti un po’ indietro rispetto ai Protestanti tanto da far scrivere al poeta Paul Claudel: «Il rispetto dei cattolici per la Sacra Scrittura è senza limiti: esso si manifesta soprattutto con lo starle lontano». Bene, ci proveremo: ci saranno altri incontri (23 febbraio il prossimo) e proveremo a leggere questa storia così antica chiedendoci cosa ha da dire alla nostra – alla mia! – storia attuale. Consapevoli di non essere teologi ma con la curiosità e il desiderio di conoscere di più questo Gesù che abbiamo incontrato e che diciamo di voler seguire. Dove vogliamo arrivare? E chi lo sa… ! Come scriveva Ungaretti: Qui la mèta è partire. Pagina 3 Corso fidanzati Elena e Luca L’amore fra me e Luca è stato quel che si è soliti definire un “amore a prima vista”, un sentimento che ci ha sorpreso mentre eravamo presi da tutt’altro, vivevamo un’altra vita, concentrati sul raggiungimento di obiettivi che nulla avevano a che fare con il mettere su famiglia. È stata davvero una cosa inaspettata. Io di un piccolo paesino toscano, Luca della provincia abruzzese, avevamo fino a quel momento erroneamente ritenuto che nella grande Milano non potesse trovare posto quello che, invece, era a due passi da noi. Pensare di bastare a se stessi e poi trovare un’altra persona con cui senti l’esigenza di condividere tutto. La nostra casa, il nostro gatto, la gioia delle nostre famiglie, la scelta di sposarci, di sposarci in Chiesa. Ragazzi che, come noi, stanno per sposarsi; ragazzi che, come noi, hanno le proprie famiglie d’origine lontane; ragazzi che, come noi, sono consapevoli delle difficoltà, anche organizzative, che dovranno incontrare. Un parroco, con cui sedere alla stessa tavola come non succedeva dai tempi dell’infanzia, che ti guida, ti aiuta. Persone che, senza conoscerti, decidono di seguirti, di farti vedere cosa ti aspetta, felici per noi e per quello che stiamo per fare. E poi la sorpresa. Scoprire che il “corso prematrimoniale” – rectius, quello che per la maggior parte delle coppie che hai frequentato fino a quel momento risulta essere “il tedioso impegno settimanale che occupa un po’ del tuo già poco tempo libero “ – altro non è che la chiave di lettura del tuo rapporto. Eh, si. Perché prima di affrontare questo impegno pensavamo, forse ingenuamente, che il nostro amore fosse naturalmente perfetto e non ulteriormente perfezionabile e, soprattutto, che bastasse a se steso. Ma grazie a questo corso, e grazie soprattutto alle persone che abbiamo incontrato lungo questo percorso, abbiamo capito che fuori dalla nostra casa, fuori da noi, c’è un’intera comunità pronta a sorreggerci, anche nelle difficoltà, pronta a rendere questo amore ancora più forte. Pagina 4 Un’esperienza importante, quindi. Perché al di là di quello che abbiamo imparato, rimane qualcosa di più profondo. Un forte senso di appartenenza che prima non avevamo e che ora ha voglia di crescere. E, soprattutto, una serena consapevolezza che in futuro anche i nostri figli potranno far parte di una Comunità, proprio come noi da bambini. Grazie, quindi, per questo importante passo in avanti che ci avete aiutato a fare. È davvero incoraggiante per il nostro futuro insieme, incoraggiante proprio come l’applauso che abbiamo ricevuto in Chiesa durante la Festa della Famiglia. Cammino di coppia Alessandra e Antonio Un corso pre-matrimoniale: “…facile, qualche incontro e via…” La coppia: “…siamo noi, ci conosciamo, cosa ci sarà di più…” La famiglia: “…un concetto semplice da interiorizzare…” I figli: “…una presenza essenziale nella vita di una coppia…” Queste sono le convinzioni con cui il mio fidanzato ed io abbiamo iniziato il corso prematrimoniale nella Chiesa degli “Angeli Custodi”, ma mancava qualcosa nelle nostre valutazioni ed improvvisamente, durante questo graduale percorso, sono sorte alcune domande: cos’ è un matrimonio? Cosa spinge due persone a unirsi per la vita? Quali sono le motivazioni per le quali ci si sposa in chiesa? Cosa rende speciale un ‘unione? Come può un matrimonio durare tanti anni?... Una matassa lunghissima da districare... Tutti noi vediamo il nostro futuro in maniera rosea ed è importante iniziare con il piede giusto, ma la vita ha tante sfaccettature, per cui è essenziale capire le motivazioni profonde che ci spingono a compiere alcune scelte… nel nostro caso una scelta di vita: il matrimonio. “Sicuramente ci ameremo per sempre come il primo giorno… ma?” “Sicuramente nella nostra coppia filerà tutto liscio… ma?” “Sicuramente formeremo una splendida famiglia con tanti figli… ma?” “Sicuramente non avremo problemi economici… ma?” “Sicuramente staremo bene in salute… ma?” Siamo giunti alla conclusione che i “ma” faranno parte della nostra vita di coppia, ma questo non ci spaventa, perché la nostra unione sarà benedetta da Dio, il giorno del nostro matrimonio in chiesa. Tempo fa il mio fidanzato mi fece leggere questi versi Questa notte ho fatto un sogno, ho sognato che ho camminato sulla sabbia accompagnato dal Signore e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita. Ho guardato indietro e ho visto che ad ogni giorno della mia vita, proiettati come un film, apparivano due orme sulla sabbia: una mia e una del Signore. Così sono andato avanti, finché tutti i miei giorni si esaurirono. Allora mi fermai guardando indietro, notando che in certi punti c'era solo un'orma… Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita; i giorni di maggior angustia, Pagina 5 di maggiore paura e di maggior dolore … Ho domandato, allora: "Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me in tutti i giorni della mia vita, ed io ho accettato di vivere con te, ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili ?". Ed il Signore rispose: "Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato con te e che non ti avrei lasciato solo neppure per un attimo … i giorni in cui tu hai visto solo un'orma sulla sabbia, sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio". (anonimo brasiliano) Eh sì…Lui sarà sempre con noi, ci permetterà di apprezzare ogni piccolo evento quotidiano, ci risolleverà nelle situazioni difficili, veglierà su di noi. Non è stato un percorso semplice: mille domande, dubbi, riflessioni… Don Guido, con la sua pazienza e delicatezza, ci ha preso sottobraccio e ci ha accompagnato in questo tortuoso sentiero. Naturalmente non ha svelato nessuna verità nascosta, perché solo noi possiamo arrivare alla no- Pagina 6 stra “soluzione” di coppia, ma ci ha aiutati nella costruzione delle fondamenta della nostra unione. Insieme a lui tante testimonianze di coppie benedette dal Signore, unite dai loro splendidi figli, unite dalle loro vite cariche di esperienze diverse, a volte estreme … unite dall’amore vero, imperturbabile e indissolubile. Possiamo dire di esser pronti ad affrontare una vita insieme? Non abbiamo una risposta, ma abbiamo una certezza… Dio Gruppi di ascolto della Parola di Dio nelle case Martedì 15 gennaio si è tenuto il terzo incontro dei gruppi d’ascolto. Il brano per questo terzo incontro è tratto dal Vangelo di Marco (Mc 4,35-41) conosciuto anche come “la tempesta sedata”. Il commento è del biblista don Matteo Crimella. In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all'altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». "Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Gesù prende l'iniziativa di passare all'altra riva, recandosi per la prima volta coi suoi discepoli in un territorio pagano (la regione dei Geraseni, cfr. 5,1.20). La traversata del lago è una costante del Vangelo di Marco; per ben tre volte l'evangelista ritrae Gesù sulla barca coi discepoli (cfr. 4,35-41; 6,45-52; 8,14-21): si tratta sempre di momenti caratterizzati da una forte crisi. Il viaggio verso i territori pagani evidenzia la fatica dei discepoli a comprendere le esigenze della missione; più radicalmente è la stessa identità di Gesù che rimane sospesa su interrogativi carichi di timore e stupore. Marco descrive la scena della burrasca facendo crescere grandemente la tensione drammatica: prima informa della grande tempesta, poi ricorda che le onde si riversano nella barca, infine precisa che il piccolo mezzo di trasporto è colmo d'acqua (cfr. 4,37). Nel lettore cresce la domanda: che cosa succederà ora? Forse che i discepoli e Gesù si troveranno improvvisamente in mare? L'evangelista poi entra nel cuore dei discepoli, rivelandoci i loro sentimenti interiori: essi svegliano Gesù e lo rimproverano di disinteresse nei loro confronti. Solo dopo aver calmato il vento e il mare Gesù parla ai discepoli e definisce il loro atteggiamento per mezzo di una duplice domanda: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (4,40). Il termine usato, paura (deilía), indica la pusillanimità, addirittura la vigliaccheria, ma può anche sottolineare la mancanza di coraggio, il torpore o, come in questo caso, il panico. I discepoli di fronte al terrore della morte sono presi dal panico: si tratta di una reazione del tutto normale. Stupisce, dunque, che Gesù li rimproveri: che cosa c'è di paradossale o semplicemente di strano nella loro paura? Pare essere la reazione adeguata al pericolo di soccombere. Ma la domanda di Gesù non si ferma a rilevare la percezione dei suoi seguaci: essa articola la paura e la fede. Gesù cioè non pone l'accento solo sulla reazione psicologica dei discepoli, ma evidenzia la loro fede qui esposta ad un cedimento. Inoltre egli non fa un'affermazione perentoria (che suonerebbe come un giudizio inappellabile) ma pone una domanda che lascia ai discepoli (e al lettore) di articolare il nesso fra la paura e la fede. La tradizione sapienziale, per esempio, contrappone la fede e la paura: chi si affida al Signore non ha nulla da temere (cfr. Sir 34,16). Il credente può far conto dell'onnipotenza di Dio che lo protegge anche nelle situazioni più difficili e nelle circostanze più drammatiche. Al contrario l'incredulo, appoggiandosi solo sulle proprie forze, si misura con la propria fragilità, è esposto alla minaccia della morte e dunque ha paura. Bisogna però domandarsi se il comportamento dei discepoli sia paragonabile a quello degli stolti che non hanno fede in Dio. Essi di fronte al pericolo si rivolgono a Gesù: lo svegliano, lo chiamano «Mae stro» e gli parlano. L'appellativo rimanda all'esperienza che i discepoli hanno vissuto con Gesù. Sono stati chiamati da lui (cfr. 1,16-20), hanno visto le sue opere potenti, i suoi esorcismi, le sue guarigioni, hanno ascoltato i suoi insegnamenti offerti con autorità. Inoltre, godono di un rapporto del tutto privilegiato con Gesù, al punto che egli ha dato loro il potere di scacciare i demoni (cfr. 3,13-19). Solo ai discepoli è stato dato il mistero del Regno mentre per quelli di fuori tutto avviene in parabole (cfr. 4,10-12). Questi stessi discepoli, la sera del giorno nel quale Gesù ha proclamato le parabole, lo prendono con loro sulla barca Pagina 7 barca (cfr. 4,36): insomma fra i Dodici e Gesù v'è uno speciale rapporto di intimità. Perché allora si rivolgono a Gesù rimproverandolo di non curarsi di loro? Sorge allora un'altra domanda: perché Gesù ha giudicato quel comportamento come una mancanza di fede? Quale fede manca a persone che hanno confidato in Gesù nel momento del pericolo? Di fronte al sonno di Gesù i discepoli non gli hanno più dato credito, non hanno accettato la sorpresa del suo comportamento. Gesù infatti frustra i desideri immediati dei discepoli sulla barca durante la tempesta. Se avessero accettato il sonno di Gesù essi avrebbero dato prova di essere giunti ad una fede che non si scandalizza del modo di pensare di Dio, diverso da quello degli uomini. Ne consegue che la paura dei discepoli non è la paura dello stolto che non crede in Dio, ma è la paura dell'uomo religioso che attende l'intervento dall'alto ed è preso dal panico perché Dio delude i suoi desideri, sorprendendolo sia per i tempi sia per i modi della sua azione. La fede cioè non preserva dalla paura: il discepolo (e come lui ogni credente) sperimenta la fragilità dell'esistenza ed è minacciato dalla morte. Il banco di prova della fede non è dunque la paura, ma l'accusa mossa contro Gesù. A fronte dell'intervento potente di Gesù i discepoli sono presi da grande timore e si interrogano sull'identità di colui che sta di fronte a loro. Il timore è differente dalla paura: è la reazione dell'uomo per la manifestazione del trascendente. Ma nel nostro episodio il timore non sorge a motivo dell'epifania divina ma per quan to Gesù ha compiuto. Anche a questo proposito occorre rilevare uno scarto: v'è una differenza fra l'evento di salvezza e la modalità della sua realizzazione. Secondo la tradizione biblica solo Dio può dominare il vento e il mare; qui invece le forze della natura sono governate da quel Maestro che dormiva sulla barca. Il timore è un atteggiamento adeguato, perché coglie la differenza fra la manifestazione di Dio in Gesù nella storia degli uomini e la disponibilità di fede dei discepoli. Essi sono passati attraverso la paura e sono approdati al timore, riconoscendo la potenza di Gesù. Il credente di ogni tempo sperimenta sia la paura sia il timore: i due atteggiamenti si intrecciano nella sua esperienza di fede. Si tratta, infatti, di credere in un Maestro, il Figlio di Dio, sovrano della creazione, che si rivela in una storia intessuta di silenzi e colma di contraddizioni. Il Cristo risorto (che comanda al vento e al mare) è lo stesso Gesù terreno che dorme sulla barca. Per giungere alla pienezza del la fede pasquale il credente deve diventare un esperto della paura e insieme deve sperimentare il timore che lo condurrà a rispondere in modo completo e definitivo alla domanda: «Chi è costui?» I prossimi incontri si svolgeranno Martedì 16 aprile Martedì 14 maggio Elenco famiglie ospitanti h. 21.00 h. 21.00 Vanelli via Muratori, 32 tel. 02 59900257 Balboni via Muratori, 46/4 tel. 02 5464508 Vangelisti via Colletta, 21 tel. 02 55189978 Gli incontri sono aperti a tutti Pagina 8 La nascita di un bimbo Valeria Gazzaniga In occasione della Giornata per la Vita, sono stata invitata da Don Guido ad esprimere alcune riflessioni nate dalla mia esperienza lavorativa - anche se forse sarebbe meglio definirla“vita vissuta” - in un grosso Centro Nascite di Milano. In tanti anni non è sicuramente cambiata la trepida attesa dell’evento. La maggior parte delle coppie si prepara al parto seguendo il corso e documentandosi su tutti i vari aspetti di quella che si rivela essere una nuova ed emozionante esperienza: la gravidanza, la nascita e le cure per il nuovo nato. I futuri genitori si ritrovano così immersi in un’atmosfera di gioia, curiosità ed anche un po’ di timore. Trovo sempre commovente il momento in cui il neo-papà si affaccia alla sala d’attesa della sala parto tenendo tra le braccia quel piccolo e prezioso fagotto. E che bellezza vedere poi con quanti commenti viene accolto il nuovo nato e come ciascuno cerchi subito le somiglianze con i vari membri della famiglia! La stessa attesa però può assumere sfumature diverse. Nel mondo moderno un figlio arriva sempre più raramente “per caso”. Più spesso il percorso che porta alla nascita deriva da una scelta ragionata, da un progetto, complici anche le difficoltà lavorative, economiche e famigliari che le nuove mamme ed i nuovi papà si trovano a dover affrontare. Avere un bambino sta diventando quindi, per certi versi, un evento sempre meno “spontaneo”. Ed è forse anche un po’ per questo motivo che poi, quando il figlio tanto desiderato arriva, i neogenitori scoprono che, dopo aver attentamente ed accuratamente pianificato tutto, la vita è comunque fatta di imprevisti. Mi capita di ricordare alla neo-mamma che l’allattamento non è solo una tecnica che si impara sui libri, ma anche un fatto estremamente naturale, comune a tutti i mammiferi. Oppure, altre volte, di dover spiegare che se la notte il bimbo piange, non è necessariamente malato. Tante sono le nin- ne nanne inventate da mamme e balie nelle notti dei tempi! Forse ho un po’ esagerato, ma nel mio lavoro mi capita spesso di vedere questa grande difficoltà delle neo-mamme nel distinguere ciò che per un bimbo è normale, da ciò che invece dovrebbe davvero allarmarle. C’è un po’ la convinzione di poter essere un genitore “pronto” perchè informato dalle letture che circolano su giornali, riviste, dibattiti televisivi o sul web. In realtà ogni bimbo ha caratteristiche particolari ed inaspettate che possono disorientare i neo genitori se non affrontano l’imprevisto con la voglia di scoprire per conoscere. D’altra parte, rispetto al passato, è meno forte la presenza della famiglia allargata che fungeva da sostegno per i neo-genitori sollevandoli un po’ dalla fatica ed allo stesso tempo li aiutava ad affrontare le diverse situazioni talora sdrammatizzando. Un’altra difficoltà di cui sono spesso testimone è quella delle mamme nel gestire il binomio figliolavoro. E la crisi non ha certo migliorato la situazione. Tempo fa mi capitava d’incontrare donne provenienti da paesi esteri che erano costrette a riprendere il lavoro poco dopo il parto, “altrimenti la signora mi licenzia”. Di recente ho notato la stessa problematica anche nel caso di professioniste italiane, specie se già durante la gravidanza avevano dovuto assentarsi dal lavoro per problemi di salute. Per alcune delle nostre giovani mamme, purtroppo,la tutela della maternità rischia di non essere sempre un Diritto. A questo pensiero aggiungo l’assenza di una concreta azione politica a favore della famiglia, che vada al di là dei soliti slogan (family day, bonus bebè etc) ma che si impegni realmente a sostenerla, come invece altri paesi (ad esempio Francia e Germania) hanno saputo e voluto fare. Tuttavia, dopo queste amare considerazioni, non posso non ricordare una frase che mi diceva mio Pagina 9 padre (uomo di inizio Novecento, che aveva quindi vissuto la Seconda Guerra Mondiale e la povertà di quel periodo): “ogni figlio porta con sé il suo cavagnino”. Per ricordarmi che la Provvidenza esiste e a Lei ci si deve affidare. Cos’è cambiato ancora? L’età delle mamme. Complici sicuramente alcuni aspetti della “vita moderna” e di questo periodo delicato dal punto di vista lavorativo, queste condizioni portano ad avere il primo figlio dopo i trent’anni. Se da una parte è legittimo per noi donne il desiderio di studiare, trovare un lavoro appagante e stabile,rimane insormontabile il limite fisiologico alla maternità posto dalla natura, ovvero la menopausa. Sempre più spesso, nel lavoro di tutti i giorni, mi capita d’incontrare mamme che hanno avuto il loro primo bambino piuttosto tardi, talvolta dopo aver fatto ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita. Di fronte alle difficoltà che vedo presentarsi a queste donne (la nascita più frequenti di gemelli, spesso prematuri, la fatica fisica percepita in modo diverso rispetto a donne più giovani, il salto generazionale più netto, l’impatto che queste tecniche possono avere sulla coppia), non posso fare a meno di chiedermi se in alcune situazioni non sarebbe più onesto pensare di più ai diritti del bambino invece che all’idea del figlio “a tutti i costi”. Perché dobbiamo ricordarci che un figlio è un atto di amore e non dobbiamo farci sopraffare da Pagina 10 un nostro egoismo. Un’ultima riflessione che mi sento di fare è quella del bambino “diverso”. Ne ho visti nascere tanti, e la loro“diversità”implicava svariate situazioni cliniche. Il mio lavoro mi ha portato a dover dire ad alcuni genitori che il loro piccolo non ce l’avrebbe fatta, ad altri che, a causa della malattia, il loro neonato non sarebbe stato in grado di camminare, di giocare a pallone o di andare a scuola con tutti gli altri bambini. Ad altri ancora che la grave patologia che lo affliggeva avrebbe richiesto cure per tutta la vita. Sono sempre situazioni difficilissime da comunicare ai genitori, perché il dolore di questi esperienze è quanto di più duro possa capitare ad una coppia. Le reazioni di questi genitori sono ovviamente di dolore, ma anche di incredulità, di rabbia. Tra loro poi si fanno strada i “lottatori” che si pongono a fianco del loro bambino ed iniziano a lottare con lui. Altri faticano a non farsi sopraffare dalla sofferenza e dallo sconforto, ma vediamo che alla fine l’amore per la loro creatura fa emergere risorse nascoste ed inaspettate. Tutto ciò accomuna genitori di ogni nazionalità, cultura e stato sociale. Vorrei concludere questi miei pensieri con l’immagine e la frase di un papà musulmano quando gli ho comunicato una “brutta”diagnosi. Alla fine del colloquio l’uomo ha allargato le braccia, ha alzato gli occhi verso il cielo, ha sospirato e mi ha detto: “Per me va bene così. Allah è grande”. L’anno pastorale in corso è l’anno della fede, in questi mesi pubblichiamo dai discorsi di papa Paolo VI, “Parole di fede”, una raccolta di pensieri sulla fede pronunciati durante i discorsi del suo pontificato. CHE COS’È LA FEDE La fede è salvezza La fede è la base indispensabile della nostra salvezza ed è il fondamento dell’unità della Chiesa; è l’elemento primo della sua coesione interiore, dell’univocità del suo pensiero e della sua dottrina: “una è la fede”, dice San Paolo (Ef 4,5). (30/11/1966 All’udienza generale) La nostra salvezza viene da Dio, a cui aderiamo mediante la fede; Dio Padre, per Gesù Cristo, nello Spirito Santo, è la prima causa della nostra giustificazione. Egli è giusto e giustificante (Rom 3,26); come le opere, cioè le prescrizioni della legge mosaica, non valgono a salvarci; così non basterebbero le nostre virtù puramente umane a meritarci la salute eterna. (14/12/1966 All’udienza generale) La fede “humanae salutis initium est” è il principio per l’uomo della sua salvezza. (01/03/1966 All’udienza generale) CATECHISMO ADULTI Sala don Peppino - h. 10.15 La Risurrezione di Gesù Domenica 24 febbraio 2013 Domenica 3 marzo 2013 Domenica 10 marzo 2013 Domenica 17 marzo 2013 Pagina 11 INCONTRI DECANALI PER TUTTI Come ascoltare e aiutare separati, divorziati e risposati che bussano alla porta della Chiesa? MARTEDI’ 19 FEBBRAIO 2013 h. 21.00 Le relazioni di coppia A cura del Consultorio Kolbe MARTEDI’ 5 MARZO 2013 h. 21.00 Le relazioni genitoriali A cura del Consultorio Kolbe MARTEDI’ 19 MARZO 2013 h. 18.30 Le relazioni con la Chiesa locale A cura di “La Casa” – Gruppo diocesano di Bergamo per la pastorale delle persone separate, divorziate o risposate. MARTEDI’ 9 APRILE 2013 h. 18.30 Le relazioni con Dio A cura di “La Casa” – Gruppo diocesano di Bergamo per la pastorale delle persone separate, divorziate o risposate. MARTEDI’ 23 APRILE 2013 h. 21.00 Ripresa del percorso GLI INCONTRI SI TENGONO PRESSO LA PARROCCHIA ANGELI CUSTODI SALA DON PEPPINO IN VIA COLLETTA, 21 - MILANO Pagina 12 Gli Angeli raccontano… FESTA DI DON BOSCO E NON SOLO... Giovedì 31 gennaio si è tenuta la tradizionale Festa di San Giovanni Bosco, conosciuto anche come Don Bosco, fondatore dell’Oratorio. Ed è proprio presso il nostro oratorio che i ragazzi, guidati da animatori e catechisti, hanno festeggiato quest’importante ricorrenza. Alle 18, abbiamo iniziato con la Santa Messa: una funzione molto gioiosa, animata dal coro con canti orecchiabili e conosciuti anche dai più piccoli, che sedevano tutti intorno all’altare. Dopo la Messa, pizzata collettiva in oratorio: bambini della scuola elementare, preadolescenti, animatori, educatori, catechisti e, ovviamente, Don Guido, si sono ritrovati tutti insieme per chiacchierare davanti a un trancio di pizza e per concludere poi la serata con un divertente cartone animato adatto a grandi e piccini: Asterix e le dodici fatiche. È stato bello rivivere quell’atmosfera che sicuramente sarebbe piaciuta molto anche a Don Bosco: ascoltare tutti insieme la parola del Signore, ma, al tempo stesso, divertirsi e provare il piacere del condividere e del giocare insieme guardando sempre e comunque a chi sta peggio. Quest’anno infatti, il nostro oratorio è impegnato in un’importante e insolita iniziativa caritativa: un gemellaggio con un oratorio di Villa Saviola, piccolo comune nel mantovano colpito dal sisma della scorsa primavera. Dal momento che la chiesa di questo paese è al momento inagibile e gli spazi un tempo destinati all’oratorio sono attualmente stati riconvertiti in una cappella provvisoria, quest’anno la nostra parrocchia, durante il periodo di Quaresima vuole impegnarsi a raccogliere fondi che aiutino l’oratorio di Villa Saviola ad affittare una struttura dove ospitare il Grest 2013. Perché anche i bambini di Villa Saviola possano divertirsi, giocare e socializzare durante l’oratorio estivo, proprio come avrebbe voluto Don Bosco. Levia Messina Pagina 13 Anagrafe parrocchiale - Anno 2012 BATTESIMI Sara Di Giacomo Luca Ortenzi Filippo Giovanni Fraschetta Giulio Ottolina Giulio Anniverno Edoardo Garatti Eva Perissin Marta Carlotta Bajetta Edoardo Vittorio Gatti Matteo Ermanno Picciola Sara Eleonora Bajetta Gloria Lucia Gea Vittoria Sanvito Vittorio Bartolotti Manuele Giordano Sofia Sartori Caterina Berardi Olivia Grilanda Davide Scopelliti Giulia Bianchi Attilio Lombardi Martina Francesca Sergio Viola Bianchi Aurora Longobardo Tommaso Simonetti Mattia Boni Greta Lupo Tea Simonetti Leonardo Bozzi Tommaso Alessandro Maida Sveva Vigo Viola Brainerd Alessandro Daniele Maldi Emanuele Celant Giacomo Giovanni Maresca Tommaso Thisaru Weththasinghe Pedige Mattia Ayrton Chiesa Filippo Mazza Arianna Corti Bianca Napoli DEFUNTI Maria Bruna Dalla Riva Laura Nascimben Rodolfo Defendi Lidia Pasquario Mauro Amoruso Rosa Della Rocca Giovannina Pavesi Vittorio Astori Luciana Di Marco Mario Pesci Nazarena Baroni Lucia Fadiga Michele Pilone Silvana Enrica Bassi Corinna Gaia Ziglia Pittana Giorgio Bonatti Luigi Ricevuti Maria Brianti Giorgio Gambigliani-Zoccoli-De Pietri Vincenzo Calvino Alberto Gatti Francesco Giuseppe Schiesaro Sabina Catacchio Luciano Gherardi Luigi Smaltino Elsa Ciantini Carlo Giacomini Maria Pia Sofia Ernestina Ciceri Francesco Lamantea Antonia Stringola Angela Colnaghi Vita Maria Lasaponara Fulvio Trompetto Oreste Corsi Giovanna Matteucci Marina Vanolo Elvira Cremaschi Teodosia Milani Gilda Mafalda Ventura Anna Cremascoli Giancarlo Missaglia Pagina 14 Mariarosa Riva COMUNIONI Giulio Fortuni Sebastian Gabriele Olives Angela Franco Matteo Paganini Giorgia Agresti Nina Fresia Giulia Paganini Alexia Maelie Aimasso Elisa Lanzetti Tommaso Camillo Luca Portinaro Davide Bellicoso Gabriele Lanzi Samuele Pozzi Miriam Bendoul Adelle Angela Lego Yepes Ettore Matteo Quaglia Edoardo Francesco Chiarolla Tommaso Maggioni Chiara Maria Scotti Elena Ciccirillo Marilena Manenti Edoardo Maria Sforna Angelica Pia Fabiano Mirco Montemurro Tabatha Simeone Lorenzo Faleri Elisa Nava Nathaniel Acquinas Trinidad Benedetta Ferrari Matilde Nave Michele Vaccaro CRESIME Gabriele Ettore Colombo Federico Negri Davide Corbetta Alberto Ortenzi Giorgia Agresti Giuseppe D'Addetta Cecilia Portinaro Miriam Bendoul Sabrina Serena D'Angelo Daniel Puccio Lucia Bramani Minente Alessio Figliulo Cecilia Brocca Sarah Kader Follo Michele Giuseppe Maria Ambrogio Bernardo Riboldi Tancredi Cantù Rajnoldi Elisa Forenza Mattia Scopece Mattia Cirillo Federico Secondo Leggiero Filippo Speziali Alessandro Colombo MATRIMONI Gualtiero Mario Scotti e Federica Nalbone Marco Pagani e Federica Sofia Vitaloni Lorenzo Furini e Valentina Chiesa Sacerdoti Parroco Don Guido Nava tel. e fax. 0255011912 Residente Don Roberto Davanzo Direttore della Caritas Ambrosiana Ss. Messe festive: 9.00 (inv.) - 11.00 - 18.00 vigilia: 18.00 feriale: 8.15 (inv.) - 18.00 Segreteria tel. 0255011625 Lun. - Ven. 9.30 - 12.00 / 17.00 - 18.00 Lun. - Mer. - Ven. 16.00 - 17.00 (Centro di ascolto) Hanno collaborato a questo numero: Ugo Basso, Carlo Favero, Fabrizio Favero, Roberta Marsiglia, Levia Messina, don Guido Nava, Elisabetta Perego I numeri precedenti sono raccolti nella sezione “La Parrocchia” del sito internet parrocchiale www.parrocchie.it/milano/angelicustodi Pagina 15 CALENDARIO PARROCCHIALE FEBBRAIO 2013 17. 00: Adorazione eucaristica VEN SAB 1 Primo Venerdì 2 Presentazione del Signore Penultima dopo l’Epifania DOM “della Divina Clemenza” 3 LUN MAR MER GIO VEN SAB 4 5 6 7 8 9 DOM 10 LUN 11 MAR MER GIO VEN 12 13 14 15 SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN 16 17 18 19 20 21 22 SAB 23 DOM 24 LUN MAR MER GIO 25 26 27 28 Giornata della Vita Prima Domenica S. Agata 18. 00: Messa per l’Oratorio 21. 00: Commissione liturgica 15. 30: Incontro per i Battesimi 20. 00: Giovani Coppie 10. 30: Battesimi Vendita Primule 16. 30: Incontro Postbattesimo 21. 00: Consiglio Pastorale Parrocchiale Ss. Perpetua e Felicita S. Girolamo Ultima dopo l’Epifania “del perdono” FONDAZIONE DELLA PARROCCHIA 18.00: S. Messa solenne 21. 00: Gruppi Ascolto Ss. Cirillo e Metodio 18. 00: Messa per l’Oratorio 16. 00: Carnevale in Oratorio I di Quaresima 21. 00: Come ascoltare separati, divorziati e risposati? S. Pier Damiani S. Policarpo II di Quaresima “della Samaritana” 21. 00: Redazione …tra le case 21. 00: Quaresimale 15. 30: Catechismo I – II elementare Raccolta viveri per la caritas 10. 15: Catechismo Adulti 11. 00: V elementare 15. 00: Ritiro spirituale educatori Durante le SS. Messe raccolta viveri per la caritas CALENDARIO PARROCCHIALE VEN SAB 1 2 21. 00: Quaresimale III di Quaresima DOM 3 LUN MAR MER GIO VEN SAB 4 5 6 7 8 9 MARZO 2013 “di Abramo” Prima Domenica 10. 15: Catechismo Adulti 11. 00: III elementare 16. 30: Scuola Genitori III – IV elementare 21. 00: Come ascoltare separati, divorziati e risposati? S. Francesca Romana 21. 00: Quaresimale