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SPECIALE Taiji LA STORIA LA FILOSOFIA GLI STILI LA PRATICA La storia del Taiji Quan Foto scattata nel 1929 in occasione del quarto anniversario dell’Associazione Chih Jou T’ai Ch’uan. Si riconoscono alcuni grandi maestri. Yang Shao Hou Sun Lu Tang Yang Chen Fu Dong Ying Jie Chen Wei Ming Wu Jian Quan Alcuni maestri della linea Yang Yang Jian Hou Sintetizzare la Storia del Taiji Quan è un po’ ripercorrere la storia della civiltà cinese essendo questa disciplina una delle più antiche discipline orientali. Possiamo dire che ogni epoca storica ha avuto il “suo taiji” e anche ogni regione cinese ha sviluppato un “suo taiji”. Premesso ciò, consideriamo per semplicità 4 epoche storiche importanti dello sviluppo di quest’arte. 1. Periodo della nascita (dal 2000 a.C al 1644 d.C.) 2. Il periodo del villaggio Chen (dal 1644 al 1800) 3. La diffusione in tutta la Cina (dal 1800 al 1949) 4. Il periodo dalla nascita della Repubblica Popolare Cinese (dal 1949 ad oggi) 1. La nascita del Taiji La nascita del Taiji Quan risale alle dottrine taoiste riguardanti le pratiche di nutrimento della vita per il benessere e la ricerca della longevità, due delle qualità che gli imperatori e condottieri ricercavano in quelle epoche per poter mantenere il loro potere. Per questo venivano richieste a medici e filosofi tecniche che potessero raggiungere questi obbiettivi. Già nel 500 a.C esisteva il libro Huagdi Neijing o classico interno dell’imperatore giallo. I primi esercizi utilizzavano movimenti di espansione ed estensione, combinati con tecniche di respirazione al fine di aumentare e migliorare il passaggio del Qi nel corpo. Famose sono le tecniche di Qi Gong praticate durante la dinastia degli stati del Sud Liang (502-557 d.C.) come il gioco dei 5 animali del Dott. Hua Tuo. Tali tecniche sono considerate le progenitrici del Taiji Quan, in quanto presentano in embrione i principi di base della disciplina. Nell’epoca considerata il Taiji Quan non viene identificato con tale nome, che apparve solo in documenti storici di epoche più recenti. Nell’epoca successiva detta del Regno Liao posteriore (907-923 d.C.) secondo gli annali iniziarono ad essere codificate 13 formule o principi di Taiji che sono validi ancora oggi. Ma il suo inizio come disciplina anche marziale lo si ebbe durante la dinastia Song settentrionale, Yuan (1279-1368) e Ming (1368-1644) perché un monaco Taoista, Zhang Sanfeng, che viveva sui monti Wudang e vissuto secondo la leggenda dal 1247 al 1460 d.C. vedendo che i monaci usavano la forza senza un criterio logico Chen Wei Min studiò la teoria Taiji e Ba Gua e grazie anche ai suoi viaggi al monastero Shaolin, codificò un sistema di lotta che in virtù di un raffinato utilizzo dell’energia poteva essere utilizzato anche da persone non necessariamente dotate di grande forza fisica. Una più pittoresca interpretazione, vede il monaco assistere occasionalmente ad un combattimento tra una gru e un serpente e da quella visione, combinando i movimenti agili e aggraziati della Gru con quelli a spirale del serpente diede origine al Taiji Quan. Sicuramente sia la prima che la seconda versione possono essere ritenute attendibili. 2. Il periodo del villaggio Chen Per molti storici la nascita del Taiji Quan come lo conosciamo al giorno d’oggi ha però una datazione assai più recente, che risale alla dinastia Qing (1644-1911), perché un militare Chen Wang Ting nato in una famiglia di combattenti a Chenjiagou nella provincia dell Henan dopo aver combattuto contro l’esercito dei Qing, ritornando a casa ormai libero di impegni, unì la sua esperienza con due importanti libri dell’epoca: il Classico marziale Quanjin delle 32 forme e il Classico taoista della corte gialla. Naturalmente bisogna considerare che all’epoca nel villaggio Chen, che dista appena 400 Km da Shaolin, si insegnavano diverse arti marziali vicine allo stile Buddista e forse Chen Wang Ting si limitò solo ad ammorbidire, introducendo nello Shaolin i principi dello Yin e dello Yang propri del Taoismo. Questo nuovo stile divenne ben presto molto popolare tra gli abitanti del villaggio. II III Si dice che nell’epoca esistevano 5 forme o taolu ma già all’epoca di Chen Chang Xing (1771-1853) le tipologie stilistiche dello stile Chen erano diventate numerose. Questo maestro si dice che fosse in grado, da seduto, di far volare chi lo attaccava e veniva chiamato “il signore diritto”, perché era abilissimo nella tecnica di tenere il centro (Zhong Ding). Un aneddoto racconta che una volta, già anziano, si recò a vedere uno spettacolo di teatro molto affollato; nonostante ricevesse da ogni parte numerose spinte, egli rimaneva fermo al suo posto come se fosse piantato nel terreno. A lui si deve una nuova codificazione dello stile. La discendenza della famiglia Chen si ramificò fino alla 14a generazione per poi subire altre ramificazioni con la nascita dello stile moderno “piccola forma” (Xiaojia) meno marziale mentre Chen Chang Xing continuò ad insegnare la “grande forma” (Dajia) più tradizionale. 3. Il periodo della diffusione dal villaggio Chen in tutta la Cina Dopo le prime divisioni all’interno della famiglia Chen, non dovette passare molto tempo perché diversi maestri, esponenti di altre famiglie, incuriositi dalla fama dello stile, si impadronissero dei segreti del Taiji Quan e apportassero a loro piacimento delle modifiche stilistiche. Il più famoso tra questi, precursore dell’attuale stile Yang, fu Yang Lu Chan (17991872). Si narra che fosse un garzone che lavorava in una bottega di Pechino gestita da persone originarie del villaggio Chen che svelarono, sconfiggendo alcuni monaci, la loro maestria in combattimento usando il Taiji. Incuriosito, Yang Lu Chan chiese di poter essere introdotto al villaggio, e perciò fu presentato a Chen Chang Xing che gli insegno inizialmente solo la sequenza senza mostragli i veri contenuti. La sua costanza però fu premiata perché dopo molti viaggi al villaggio e vista la sua costanza e rettitudine il maestro in punto di morte decise di svelargli tutti i segreti di famiglia. Yang Lu Chan ritornò a Pechino e lì inizio ad insegnarlo, prima all’interno della corte imperiale e successivamente ad altri maestri. Tra questi vi era W’u Yu Xiang (1812- 1880) che diede vita ad un altro stile ancor oggi insegnato: lo stile W’u conosciuto come “piccolo W’u”. Il secondo figlio Yang Ban Hou ebbe un allievo Wu Jian Quan (1870-1942) che codificò l’attuale stile Wu. Il terzo figlio Yang Jian Hou (1839-1917) ebbe a sua volta tre figli e uno di questi, chiamato Yang Chen Fu (1883-1936), nonostante avesse iniziato tardi la pratica sotto la guida del padre ebbe il grande pregio di diffondere lo stile Yang in tutta la Cina. A lui si deve la codifica della forma 85 o 108 e i 10 suoi allievi hanno portato in tutto il mondo la conoscenza del Taiji Quan, prima da Hong Kong, allora colonia Inglese, e poi da Taiwan. Infatti grazie ai rapporti con Europa e Stati Uniti di queste due nazioni, parecchi maestri, non solo della dinastia Yang ma anche di molte altre famiglie, come Chen Man Ching, Dong Jin Jie e altri hanno avuto grande importanza nella sua diffusione. 4. Il periodo della nascita della Repubblica Popolare Cinese Una parentesi obbligatoria bisogna farla per chiarire a tutti perché esistono forme di taiji che, pur mantenendo i tratti degli stili da cui derivano Yang, Chen, Wu ecc., hanno subito una leggera modifica recentemente percepibile solo da chi conosce le diverse forme di Taiji Quan. Tra i piani governativi del Partito Popolare Cinese c’è quello di mantenere in buona salute con pochi mezzi milioni di persone, per raggiungere questo scopo sono state utilizzate le tecniche antiche di Taiji, togliendo però il loro aspetto marziale ed esaltando i contenuti più ginnici e salutistici. Questo, grazie al lavoro di tecnici e professori delle Università cinesi, ha portato alla codifica di nuove forme, ridotte e semplificate per raggiungere maggiori praticanti di Taiji e forme da gara per introdurre il Taiji Quan come sport con regole ben precise. I maestri attualmente discendenti delle famiglie Yang, Chen, Wu e Sun sono stati invitati a codificare nuovi stili, anche misti, che però potessero essere diffusi nelle diverse federazioni mondiali, creando però non pochi dubbi negli ignari praticanti occidentali. Festival degli stili interni e delle terapie orientali Quattro giorni per ricaricare di energia pulita il proprio QI • STAGES • CONFERENZE • DIMOSTRAZIONI • MAESTRI ITALIANI • OSPITI STRANIERI • GRAN GALÀ FINALE Castello di Belgioioso (Pv) 30 Aprile - 3 Maggio 2009 I FONDAMENTI SECONDO LA TEORIA DELLO YIN E YANG Per comprendere la base teorica su cui si fonda il Taiji quan, bisogna conoscere alcune nozioni basilari di filosofia taoista, patrimonio culturale del popolo cinese, che spiegano razionalmente come sia nato questo tipo di movimento. I cinesi concepiscono l'universo come una serie di organismi interconnessi, non come insieme di entità separate; ogni parte di esso è in contatto con un'altra parte e per esistere ha bisogno del suo opposto, come il giorno e la notte, l'uomo e la donna, il nord e il sud. Questa dualità è presente anche nel nostro corpo, come dice una massima cinese: “Non puoi comprendere il tuo corpo se non comprendi l'universo che ti circonda”. L'uomo è un corpo tra terra e cielo e ne è parte integrante, “Tian re he yi”. Questo concetto durante i secoli è stato rappresentato graficamente con un cerchio, diviso da due gocce, una bianca, Yang, e una nera, Yin, a contraddistinguere l'unità nella sua dualità. All'interno delle due parti si trovano un punto bianco e un punto nero, a dimostrare che esistono delle eccezioni: per esempio un'eclissi di sole in pieno giorno o una di luna durante la notte fanno anch'esse parte della normalità, pur essendo fenomeni eccezionali. L’immagine, rappresentata nel disegno a fianco, dovrebbe ruotare su se stessa, perché le due parti non sono mai immobili, bensì in perenne trasformazione; Inoltre, alla figura dipinta manca la caratteristica della tridimensionalità, che la farebbe diventare una sfera. Il Taiji quan si basa su questa teoria e, quindi, ogni praticante dovrebbe cercare la dualità in ogni posizione, che deve essere praticata unendo la parte Yin a quella Yang senza interruzioni; il ciclo delle successive posizioni dovrebbe essere una ininterrotta sequenza di Yin e Yang, con continue inspirazioni ed espirazioni, cercando di mantenere un ritmo costante. Se durante la pratica si inizia con un determinato ritmo di inspirazione ed espirazione, esso deve essere mantenuto fino alla fine dell'esercizio senza variazioni; ciò permette di trovare un equilibrio con il movimento. Viceversa un ritmo spezzato e discontinuo, pur nella corretta esecuzione delle tecniche di Taiji quan, può essere dannoso o quanto meno rendere inutile l'allenamento.Yin e Yang sono tra loro interdipendenti: in ogni posizione la gamba anteriore è considerata Yang e quella posteriore Yin, la parte anteriore del corpo è Yin, mentre il dorso è Yang. Una volta che si è compresa questa dualità tra le diverse posizioni, bisogna sapere che i termini Yin e Yang non sono da concepire come assoluti, ma come relativi; infatti, all'interno dello Yin e dello Yang ci sono ulteriori sottodivisioni: anche se questo può sembrare una complicazione per chi si avvicini alla teoria del Taiji quan, quello che conta è cercare la naturalezza nei movimenti, poiché conoscenze sempre più approfondite derivano da una pratica costante e giornaliera. Non a caso lo Yin e lo Yang sono raffigurati come gocce, all'inizio piccole, poi sempre più grandi; la successione dei due opposti non avviene mai bruscamente, ma attraverso un graduale aumento di potenza, cui fa riscontro una diminuzione dell'altra parte. Così anche durante la giornata quando il sole sale sull'orizzonte (aumento di Yang), la sera si allontana (diminuzione di Yin); quando nel pomeriggio il sole comincia a calare sull'orizzonte (diminuzione di Yang), la sera si avvicina (aumento di Yin). Per i cinesi questo principio vale per tutto ciò che esiste nell'universo, sia tra gli esseri viventi che tra le cose inanimate, compreso quindi il Taiji quan. Nell'esecuzione dei movimenti bisogna tener conto anche che la progressione del movimento Yin deve essere accompagnata da una diminuzione di quello Yang: bisogna espandersi all'esterno, svuotandosi all'interno, durante la fase Yang, e riempirsi all'interno, mostrando rilassamento esterno, durante quella Yin. Questa teoria è nata circa tremila anni fa durante la dinastia Zhou (1122-249 a.C.), quando fu redatto il famoso libro dei cambiamenti, diviso in due parti: la prima contiene il libro dei cambiamenti vero e proprio, chiamato anche I ching o libro delle predizioni e delle probabilità, mentre la seconda racchiude la spiegazione filosofica e teorica di tutto il libro. In questo trattato sulla base della teoria dello Yin e Yang si insegna a predire ogni genere di informazioni, da quelle astrologiche a quelle riguardanti la terra, e anche le conoscenze relative a tutte le posizioni del Taiji quan. Riassumendo, si può concludere dicendo che il simbolo di Yin e Yang può essere raffigurato anche con altri disegni simili tra loro, che si rifanno tutti a un cerchio che rappresenta l'interezza dell'universo; la curvatura centrale del cerchio indica la distinzione degli opposti, le due gocce il movimento crescente e decrescente degli opposti, i due punti segnati nelle due parti la visione non assoluta dello Yin e dello Yang e quindi le successive sottodivisioni. Le parole del Taiji Quan In relazione al movimento In relazione al corpo Due qualità della manifestazione Energia già separata Quiete Moto Alto/basso Avanti/indietro 3 poteri: Cielo-Uomo-Terra 3 puri 3 dimensioni del cosmo: Sole-Luna-Stelle Legge del 3 Più movimento coordinato I (mente) Chi (energia) Chin (forza interna) Jing Qi Shen Essenza-energia-spirito Corpo-mente-anima 3 campi di cinabro 4 formule dimensione temporale (4 stagioni,la V non è una stagione ma un punto d’incontro tra le varie stagioni) 4 qualità dell’energia del cielo: caldo-freddo, umido-secco Esperienza della durata del tempo: creazione, sviluppo, maturazione e completamento Legge dei 4 equilibri Formazione dei primi 4 canali meravigliosi: Chong Mai, Dai Mai, Du Mai, Ren Mai che rappresentano la prima struttura energetica del “Cielo Anteriore” 5 movimenti Forze di base del “Cielo posteriore” Movimento in relazione ai 5 punti cardinali e “5 movimenti” 5 Zang Fu (organi/viscere) 5 note 5 colori 5sapori 5 virtù Unire le 6 direzioni (avanti/indietro - destra/sinistra alto/basso) Dimensione spaziale Movimento circolare “uovo” Microcosmo 6 Qi Heng Zhi Fu (visceri curiosi) 6 canali energetici 6 yin 6 yang Legge del 7 7 stelle della costellazione dell’Orsa Maggiore ove risiedono i 7 immortali taoisti Movimento collegato al Cosmo Macrocosmo 7 sentimenti 7 vertebre cervicali Energie di Cielo-Uomo-Terra Legge delle 8 stabilità Legge delle 8 forze 8 Qi Jing Ba Mai Laghi (i primi 4 del Cielo Anteriore più 4) 9 palazzi celesti 9 figli (forme) sempre in movimento *Forza, azione 9 articolazioni 9 orifizi 9 polsi *pugno (es. boxe) Generale 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Caos primordiale “Cielo anteriore” Non polarità WU JI “Cielo posteriore” Manifestazione dell’indifferenziato Grande polarità dell’energia cosmica TAI JI YIN YANG SAN CUN SI XIANG WU XING LIU HE QI XING BA GUA JIU LIAN HUAN QUAN VI VII COME DISTINGUERE I DIVERSI STILI DEL TAIJI QUAN Agli inizi degli anni 70 in Europa il Taiji Quan era conosciuto comunemente come una serie ininterrotta di esercizi da eseguirsi lentamente e si pensava erroneamente che vi fosse solo un Taiji Quan. Ai primi praticanti quasi tutti già praticanti arti orientali appariva più come una ginnastica che una vera e propria arte marziale. A partire però dal 1985 i cambiamenti socio culturali e politici portarono la Cina ad aprirsi maggiormente all’occidente, le conoscenze su quel paese fino ad allora acquisiti con fatica si arricchirono e ben presto si venne a sapere che il Taiji che veniva praticato era quello della famiglia Yang ed era però solo uno dei diversi stili interni “Neijia” che esistevano in Cina. Venimmo a sapere che esistevano ben più forme di Taiji di quelle che pensavamo e che le differenze potevano essere notevoli tra stile e stile. Tra questi lo stile Yang per la sua struttura era ed è praticato da circa l’80% del totale, ma ancora molti praticavano il più vecchio stile Chen (15%) e il resto si divideva equamente tra praticanti di stili Wu, Sun, W’u ed altri stili minori per lo più ristretti a regioni o a gruppi di discendenza familiare. Esisterebbe anche uno stile che viene praticato dai Monaci del Wudang che recentemente ha visto un certo sviluppo in Europa, ma più che uno stile solo di Taiji è considerato un insieme di diversi stili interni così da prendere una connotazione propria come stile del Wudang e non solo stile di Taiji. Dobbiamo anche considerare che tutti questi stili hanno avuto e continuano ad avere delle trasformazioni che possono essere influenzate da diversi fattori che principalmente possono essere: 1. Trasformazioni dovute alla nostra poca cultura che non ci permette di distinguere a prima vista le vere caratteristiche dello stile. 2. Trasformazioni dovute alla ricerca da parte dei maestri che ancorché in buona fede, sono loro stessi in continua evoluzione. 3. Trasformazioni dovute ad esigenze di partecipazione a gare e campionati, che hanno portato le diverse federazioni mondiali e nazionali ad adottare regolamenti che hanno modificato le strutture originarie rendendo il Taiji più moderno e spettacolare. Queste trasformazioni creano purtroppo nei praticanti poco esperti una certa confusione su quale sia il vero Taiji Quan. Forma di Alabarda Chen Forma di Lancia Chen Forma di ventaglio Chen 81-Forma di ventaglio Chen tradizionale (codificatrice M° Yang Li) LO STILE CHEN Attualmente si divide in due stili, il vecchio “Laojia” codificato da Chen Zhao Pi (1893-1972) e il nuovo “Xinjia” a partire da Chen Fa Ke (1887-1957). Queste due diverse interpretazioni si differenziano sostanzialmente nella enfatizzazione più o meno marcata dei movimenti, più morbidi e continui nella prima e più vigorosi con l’aggiunta di tecniche esplosive nel secondo stile. Questi due stili sono composti principalmente da due forme: la Diyilu che comprende le basi delle 13 posizioni fondamentali e la Paochui che mantiene movimenti di derivazione Shaolin. In questo stile i movimenti seguono spirali molto strette e le posizioni sono ampie; in alcuni movimenti si hanno degli scatti e delle esplosioni che in altri stili di Taiji sono stati eliminati. Caratteristiche principali: • Continuare a cambiare con piegamenti e spiralizzazioni continue • Continuare a seguire il movimento • Il corpo deve muovesi come un serpente Per queste sue caratteristiche è particolarmente adatto per i più giovani e per tutti quelli che cercano nel Taiji Quan l’aspetto marziale ed un’alternativa agli stili esterni. I praticanti di questo stile in Cina sono ottimi combattenti anche in gare di Tui Shou libero. Negli ultimi anni le forme di questo stile hanno avuto varianti dovute a codificazioni dei maestri Chen che si possono raggruppare a seconda del numero di tecniche presenti e da tecniche combinata con gli altri stili dove è comunque presente lo stile. Forme a mani nude 4- Chen 4 passi che è derivata dalla vecchia forma (codificatore M° Zhu Tian Cai) 9- Chen 9 passi che è derivata dalla vecchia forma (codificatore M°Liu Yong) 13- Chen o Chen dei 5 elementi derivata da parte della vecchia forma combinata con la seconda vecchia forma (codificatore M° Zhu Tian Cai) 16- Chen 4 passi derivata dalla vecchia forma con le 4 direzioni (codificatore M°Zhu Tian Cai) 18- Chen 18 posizioni (codificatore M° Chen Zheng Lei) 19- Chen 19 posizioni (codificatore M° Chen Xiao Wang) 24- Chen 24 (codificatore M° Feng Zhiqiang) 38- Forma 38 posizioni (codificatore M° Chen Xiao Wang) 39- Chen vecchia forma breve 39 posizioni 39-Chen nuova forma breve 39 posizioni 42- Chen vecchia 2 forma Paochui 48- Forma 48 (codificatore M° Feng Zhiquan) 72- Forma 72 posizioni nuova versione Paochui 74- Forma 74 posizioni vecchia versione Laojia 83- Forma 83 posizioni nuova versione Laojia Forme con Armi 13-Forma di bastone lungo 23- Forma di Sciabola (villaggio Chen) 36-Forma di Sciabola (codificatore M° Feng Zhiquan) 40-Forma di Sciabola (villaggio Chen) 48-Forma di Sciabola (codificatore M° Feng Zhiquan) 49-Forma di Spada Chen (villaggio Chen) 62-Forma di Spada Chen (villaggio Chen) 35-Forma di Doppia Sciabola 39-Forma di doppia Spada STILE YANG Si tratta dello Stile più diffuso nel mondo. Per la sua caratteristica di movimento lento e continuo è adatto a tutti, giovani ed anziani, ed è relativamente facile da apprendere. Nato da un’evoluzione dello stile Chen, ha subito nel corso degli anni modificazioni e semplificazioni, mirate a renderlo sempre più accessibile, prima alla corte imperiale, poi alla gente comune. Attualmente la forma più praticata è quella lunga, codificata da Yang Chen Fu. Lo stile Yang, dai movimenti morbidi e continui è consigliato per chi ricerca nel Taiji Quan il rilassamento e la concentrazione. Questo tipo di esercizi vengono praticati anche come meditazione in movimento e ginnastica terapeutica e da ciò deriva la sua grande popolarità. Caratteristiche principali: • Movimenti lenti ed armoniosi come onde • Morbidezza delle tecniche • Passaggi maestosi come il volo di un’aquila Negli ultimi anni le forme di questo stile hanno avuto varianti dovute a codificazioni dei maestri Yang che si possono raggruppare a seconda del numero di tecniche presenti e da tecniche combinate con gli altri stili dove è comunque presente lo stile originale. Forme a mani nude 37- Forma Yang ridotta (codificatore M° Chen Man Ching) 43- Forma Yang (codificatore Jiang Yu Kun) 49- Forma Yang da dimostrazione (famiglia Yang) 84- Forma Yang (codificatore Dong Jin Jie) 103- Forma Yang tradizionale (questa forma è conosciuta anche con altre numerazioni che dipendono dal conteggio delle tecniche a gruppi o separate, le più comuni sono 85, 108, 150). Forme con armi 13- Forma di sciabola tradizionale Yang 54- Forma di spada tradizionale Yang Forma di ventaglio Yang STILE WU Questo è il principale stile derivato dallo stile Yang, da cui ha preso la caratteristica di movimento naturale, continuo e rilassato. Per distinguerlo dal precedente il suo fondatore Wu Jian Quan (1870-1942) ha introdotto avvitamenti e torsioni del busto, che impiegano come perno centrale la colonna vertebrale; il corpo nell’eseguire i movimenti di questo stile è leggermente inclinato in avanti, con la colonna in linea con la gamba che spinge. Dopo lo stile Yang e Chen è quello più praticato al mondo e si distingue in Wu del Nord e Wu del Sud. VIII II III IX Il primo si caratterizza per movimenti più estesi e circolari mentre il secondo ha movimenti più corti e spirali più piccole. Si dice in Cina che è lo stile degli intellettuali ed è adatto a tutti quelli che cercano un movimento che abbia contemporaneamente una maggiore componente di stretching. Caratteristiche principali: • Equilibrio e centralità in ogni posizione • Concentrazione maggiore con utilizzo della volontà. • Radicalizzazione nel terreno • Sensibilità nei cambiamenti continui Negli ultimi anni le forme di questo stile hanno avuto varianti dovute a codificazioni dei maestri Wu che si possono raggruppare a seconda del numero di tecniche presenti e da tecniche combinate con gli altri stili dove è comunque presente lo stile originale. 83- Forma tradizionale Wu 108- Forma tradizionale Wu (codificatore Wu Chien Ch’uan) Forme con armi : 13- Forma sciabola Forma spada STILE WU (HAO) Stile poco conosciuto in Europa, derivato dallo stile piccolo Chen, Xiaojia di Chen Qing Ping (1795-1868) è stato codificato da Wu Yu Xiang (1812-1880) che lo arricchì, introducendo nello stile elementi di Confucianesimo, Taoismo ed elementi presi dal libro di Sun Tzu “L’arte della guerra”. Si distingue dagli altri stile per i movimenti stretti, il corpo eretto e le posizioni piccole, eseguite quasi in piedi. Ricerca maggiormente il controllo della circolazione del “Qi” interno controllato dalla mente. Molta importanza viene data al rapporto pieno/vuoto. Nonostante l’apparente semplicità dei suoi movimenti, è uno degli stili più difficili da praticare correttamente e per questo non gode di molta popolarità al di fuori della Cina. Attualmente è diffuso nelle città di Xintai, Handan e Yongnian e nella provincia dell’Hebei e nelle maggiori città cinesi Pechino, Shanghai, Shenyang e Guangzhou. Caratteristiche principali: • Semplici posizioni e complicate tecniche • Posizioni in piedi e rilassate • Controllo dell’energia vitale con la mente • Coerenza nei movimenti Forme a mani nude 13- Forma 13 posizioni per principianti 24- Forma 24 posizioni 32- Forma 32 posizioni 36- Forma 36 posizioni 49- Forma tradizionale ridotta 49 posizioni 108- Forma tradizionale famiglia Wu (Hao), chiamata anche forma 85 Forme con armi 13- Forma di sciabola (codificatore famiglia Wu) 25- Forma di spada (codificatore famiglia Wu) 16- Forma di Lancia (codificatore famiglia Wu) 35- Forma di Bastone (codificatore M° Chen Gu-An) STILE SUN Ultimo nato tra i 5 stili più famosi, ha preso come caratteristica principale l’essenza dello stile Ba Gua, dato che il suo fondatore è Sun Lu Tang (1861-1932), uno dei migliori maestri di quello stile. Si dice che questo stile sia stato influenzato dai suoi studi giovanili avendo egli viaggiato in diverse regioni della Cina dal 1866 al 1888. Ma solo nel 1918 dopo l’incontro con il maestro He Wei Zhen (1849-1920) codificherà questo stile di Taiji dalla fusione degli stili interni da lui appresi nelle tre famiglie di arti marziali appunto Taiji della famiglia Wu (Hao), Ba gua e Xingyi. Di fatto da questa unione ne è derivato uno stile caratterizzato da continui movimenti avanti e indietro, con caratteristiche però diverse rispetto ai tre stili, infatti i movimenti sono rigidi ma a volte anche sinuosi.È uno stile adatto a chi ha già una buona conoscenza degli stili interni e che vuole completare la sua preparazione marziale. Caratteristiche principali: • Movimenti sinuosi • Posizioni a volte con passi diritti a volte circolari • Spiccata propensione al combattimento Forme a mani nude 42- Forma tradizionale ridotta Sun 73- Forma tradizionale Sun (codificatore Sun Lu Tang) Forma con armi 77- Forma di spada Sun STILE WUDANG In questi ultimi anni si è andata delineando una ricerca e un rinnovato interesse per uno stile, quello del Wudang che derivasse direttamente dalle montagne di Wudang e dal fondatore Zhang San Feng e dai monaci taoisti. Ne è scaturita la riscoperta di uno stile combinato che non si può definire esattamente Taiji Quan ma che si avvicina ai primi stili Neijia Quan, che utilizzavano la ricerca dell’uso dell’energia interna in combattimento. Lo sviluppo delle sue forme richiama il combattimento tra una gru e un serpente con movimenti a volte molto bassi con spirali se è il serpente che attacca o si difende e a volte alti e lineari se è la Gru che si muove. Caratteristiche principali: • Movimenti molto vari e circolari • Posizioni alte e basse in continuo variare • Uso dell’energia in modo vivace Forme a mani nude 13- Forma 13 posizioni taiji di Wudang 18- Forma 18 posizioni taiji di Wudang 28- Forma 28 posizioni taiji di Wudang Lo stile comprende inoltre molte forme composite combinate con altri stili interni sia a mani nude che con armi che però non sono da considerarsi proprio nella genealogia del Taiji Quan. ALTRI STILI DI TAIJI TRADIZIONALI Recentemente sono stati riscoperti altri stili per lo più derivati dallo stile Yang e che hanno preso alcune caratteristiche proprie come lo Stile Li, lo stile Fu e lo stile Zhao Bao dal maestro Guo Shikui, lo stile Gu da Gu Dianzi. Forme a mani nude 24- Forma Zhao Bao 36- Forma breve Fu 43- Forma Zhao bao 50- Forma breve Li 53- Forma tradizionale Fu 56- Forma tradizionale Zhao Bao 67- Forma Fu 105- Forma tradizionale Fu 108- Forma tradizionale Zhao Bao 140- Forma tradizionale Li Forme con armi 20- Forma di sciabola stile Zhao Bao 56- Forma di spada stile Fu 57- Forma di spada stile Zhao Bao 65- Forma di bastone stile Zhao Bao IL TAIJI QUAN MODERNO Sulla base degli stili tradizionali sono nati, dopo la rivoluzione culturale, quelli usati per le competizioni e codificati dall’Istituto per la ricerca e lo sviluppo del Wushu cinese. Per rendere universale il Taiji Quan e favorire la sua diffusione tra la grande massa, l’Istituto ha creato forme semplificate 8, 10, 12, 16, 24 posizioni, mentre per unificare gli arbitraggi, soprattutto nelle gare internazionali, sono state codificate le forme 32 e 42 a mani nude e 32 e 42 di spada, la cui caratteristica è quella di trarre posizioni da tutti gli stili sopra menzionati. Recentemente, per rendere ancora più spettacolare il Taiji, è stato resa libera la creazione da parte di ogni allenatore di forme da gara con l’aggiunta di particolari difficoltà come salti o spaccate, aggiungendo elementi tipici degli stili esterni. Forme a mani nude Solo Chen 8- Codificata Chen per principianti 16- Codificata Chen per intermedi 20-5 sezioni stile Chen semplificato 36- Forma Chen codificata 56- Forma 56 posizioni per competizioni internazionali 108- Forma Chen (versione rivista dalla Fed. Cinese) Solo Yang 8- Forma Yang 8 passi codificata 10- Forma Yang 10 codificata 12- Forma Yang 12 codificata 16- Forma Yang 16 codificata 20- Forma 5 sezioni Yang codificata 24- Forma Yang codificata detta anche forma di Pechino o forma semplificata 40- Forma Yang codificata 88- Forma Yang standardizzata Solo Wu 46- Forma Wu da competizione 54- Forma famiglia Wu da competizione Solo Sun 35- Forma standard 40- Forma da gara Sun Forme con stili misti Yang, Chen, Wu, Sun 32- Forma combinata con altri stili 42- Forma 42 posizioni per competizioni internazionali combinata con altri stili 46- Forma Yang da competizione 48- Forma 48 pos. codif. (usata fino al ‘76 e sost. con la 42) Forme con armi 13- Forma di sciabola Chen codificata 16- Forma di ventaglio Yang (codificatrice Ma Yang Li) 18- Forma di spada Chen codificata chiamata anche forma per la “salute” 24- Forma di ventaglio Chen (codificatrice Ma Wang) La tua rivista preferita di arti marziali ora la trovi anche su Internet con articoli scaricabili gratuitamente, straordinari contenuti multimediali e tante sorprese ancora... 24- Forma di ventaglio Yang (codificatrice Ma Yang Li) 32- Forma di Spada Chen codificata 36- Forma di Ventaglio Yang (codificatrice Ma Yang Li) 16- Forma di spada Yang codificata 16- Forma di Lancia Yang codificata 32- Forma di spada Yang codificata 42- Forma di spada Yang codificata X XI Le energie Nella prima posizione della forma del Taiji, Wu Ji Shi (la non polarità), apparentemente si sta semplicemente in piedi. Un osservatore esterno potrebbe attribuire poca importanza a questa posizione. Invece contiene un grande significato. L’immobilità porta il corpo e la mente in una condizione di rilassamento e di quiete interiore tali da permettere al qi di fluire liberamente generando il movimento. Solo allora può iniziare il Taiji, dando forma all’alternanza dello yin e dello yang. PENG, LU, JI, AN sono i 4 jing (“energie” o modi di emissione dell’energia) su cui poggiano gli altri. Dei quattro il PENG è quello che fa da base per gli altri tre. 1 2 1° PENG, o BENG: come un pallone che galleggia sull’acqua. Si comincia con il qi che si diffonde partendo dal dantian, poi si sente l’energia salire fino alla sommità del cranio (xu ling ding jing) con una sensazione di pienezza che dà elasticità a tutto il corpo. Fare attenzione che le braccia non avanzino in modo unidirezionale: devono sempre essere conformi al principio di Ba Men Wu Bu, con i movimenti che si iscrivono in un’espansione o un restringimento globale della sfera energetica. 2° LU: seguendo lo slancio dell’avversario (senza resistere e senza perdere il contatto) farlo proseguire verso di sé con un movimento sferico in modo che cada nel vuoto. Evitare di tirare in linea retta perché si darebbe all’avversario la possibilità di attaccare con un Cai o con un Kao. 3 3° JI: (“premere”): come una sfera che torna indietro incontrando un muro. Quando l’energia parte verso l’avversario il corpo indietreggia; al tempo stesso si sente l’energia salire fino alla sommità del cranio (Xu Ling Ding Jing) scendendo poi fra le due gambe (nei dang jing: “l’energia dell’inforcatura delle gambe”). 4 4° AN: come acqua che scorre, con forza nella dolcezza e difficile da fermare. Con onde che salgono e ricadono,penetrando nel più piccolo spazio. Evitare di spingere con e mani e le braccia: si deve comprendere l’effetto energetico e non la forma esterna del movimento. 5 5° CAI: prendendo la misura della forza dell’avversario, della sua direzione e della sua finezza, afferrare una delle sue estremità (per lo più un polso) in modo che perda l’equilibrio. Evitare di prenderlo con forza, in quanto si darebbe all’altro la possibilità di approfittarne. 6 7 8 6° LIE: impiegare energie a spirale (analogamente a una foglia che cade da un albero) per dominarlo. Non cercare di catturarlo con movimenti/prese meccanici.. 7° ZHOU: (‘gomito’): attaccare l’avversario con il gomito. Visto nella prospettiva della distanza (fra due avversari), si tratta di utilizzare il corpo integrato (Zheng Ti) in maniera tridimensionale allorché l’avversario è entrato nella seconda delle 3 sfere che circondano il corpo (definite rispettivamente con il polso, il gomito e la spalla). 8° KAO: attaccare l’avversario in una parte del corpo vicina al tronco (per lo più la spalla) quando è nella terza sfera (definita con la spalla e denominata ‘la sfera interna’). Evitare di urtarlo con un movimento unidimensionale. I dieci punti importanti del Taijiquan di Yang Chengfu del Taiji 1. Xuling Dingjin Dingjin vuol dire mettere la testa nella posizione giusta e concentrare lo spirito nel cervello. Non si deve forzare perché si bloccherebbe la circolazione del sangue e dell’aria a causa del collo teso e quindi, Xuling significa: posizione naturale. Xuling Dingjin serve a elevare il morale. 2. Far rientrare il petto e raddrizzare la schiena Far rientrare leggermente il petto per facilitare il contenimento dell’aria nell’addome. Se si sporge il petto con l’aria accumulata, è difficile saldare i talloni a terra a causa del peso squilibrato; raddrizzare la schiena per facilitare la circolazione dell’aria e l’esplosione della forza dei muscoli dorsali. 3. Rilassare la vita La vita comanda i movimenti di tutto il corpo. Rilassare la vita per rendere forti e stabili i piedi, cioè la parte inferiore del corpo; girare la vita per decidere lo scambio dei movimenti finti o reali; quindi la vita costituisce la sorgente della forza. 4. Distinguere le posizioni vuote da quelle reali Ha un significato di primaria importanza per il Taijiquan. Per esempio, se si pone il peso del corpo sulla gamba destra, allora quest’ultima è reale e quella sinistra finta, e viceversa. Sapere distinguere le posizioni finte da quelle reali serve a girare agilmente il corpo senza fatica, altrimenti sarà facile perdere l’equilibrio sotto l’azione della forza che tira l’avversario. 5. Far scendere le spalle e i gomiti Se non si fanno scendere le spalle, ma le si alza, si fa salire anche l’aria, e quindi sarà difficile usare la forza. Far scendere i gomiti serve a rilassare le spalle. 6. Praticare il Taijiquan con l’intenzione, anziché con la forza Secondo la teoria del Taijiquan, si deve praticarlo completamente con l’intenzione. Il rilassamento del corpo favorisce la circolazione del sangue e dell’aria senza incontrare alcun ostacolo, e quindi favorisce anche i cambiamenti dei movimenti. Da dove viene la forza senza fare esercizi con la forza? Perché nel corpo umano ci sono i Jinluo (canali) dentro i quali circolano il sangue e l’aria. Le forze tese provocano il ristagno del sangue e dell’aria e hanno un effetto negativo sull’agilità dei movimenti. Se si pratica il Taijiquan con l’intenzione anziché con la forza, la circolazione del sangue e dell’aria sarà sempre libera in tutto il corpo senza alcun ristagno. La perseveranza in tali esercizi può creare una vera forza interiore secondo la teoria del Taijiquan: “È morbidissima, poi dura come acciaio”. Un esperto praticante del Taijiquan ha le braccia di ferro avvolte in cotone e pesanti; i praticanti dei Waijiaquan dimostrano la loro forza quando la usano e sono meno stabili quando non la usano. Si tratta di una forza esteriore. Senza l’intenzione e con la sola forza è facile perdere l’equilibrio del corpo e non si ottiene nulla. 7. Uniformare i movimenti Secondo la teoria del Taijiquan “I piedi servono come radice, le gambe iniziano i movimenti, la vita li comanda e le dita li esprimono. Quindi si devono uniformare i movimenti dei piedi, delle gambe e della vita”. Si devono muovere le mani, la vita, i piedi e gli occhi contemporaneamente. 8. Combinazione interiore ed esteriore; l’essenza sostanziale del Taijiquan è lo spirito “Lo spirito è il comandante in capo e il corpo è da comandare”. Se lo spirito è elevato, i movimenti diventano agili. I movimenti larghi sono quelli delle mani e dei piedi e delle intenzioni. I movimenti riuniti sono anche quelli delle mani, dei piedi e delle intenzioni. La buona combinazione interiore ed esteriore sarà imbattibile. 9. Movimenti continui I Waijiaquan usano la forza esteriore che comprende l’inizio e la fine. È più facile prendere i colpi quando una forza si è esaurita e una nuova non è ancora iniziata. Il Taijiquan pratica con l’intenzione senza usare la forza e dall’inizio alla fine, ripete i movimenti continui come l’acqua di una fiume scorre continuamente. 10. Ricercare la tranquillità nei movimenti Il Waijiaquan comprende molti salti, e quindi dopo un esercizio si sente anche la fatica nella respirazione. Il Taijiquan preferisce i movimenti più lenti e quindi richiede una respirazione più profonda. L’aria scende nell’addome e non esiste il difetto di dilatare troppo le vene. XII XIII I benefici della pratica del taiji Il Taiji ha ottenuto in questi ultimi anni vasto apprezzamento nelle culture orientali come esercizio ideale per rimanere in forma a qualsiasi età. L'antica arte del Taiji pone l'accento soprattutto sulla concentrazione mentale e sul controllo del movimento del corpo. Il Taiji, con i suoi lenti movimenti, scorrevoli e aggraziati uniti all'esigenza di concentrazione mentale e coordinamento del corpo apportano vari benefici sulla salute e di conseguenza sul miglioramento della forma fisica e dell’umore. Durante l'esecuzione del Taiji sono necessarie la respirazione profonda e l’intenzione mentale al fine di ottenere l'armonia fra mente e corpo, e questo porta rafforzamento dell'energia vitale e la sua diffusione nel corpo. Queste caratteristiche senza pari del Taiji dimostrano il suo potenziale per l'impiego come esercizio e come opzione terapeutica per il mantenimento della buona forma, la salvaguardia della salute, la riduzione del rischio di malattia, la riabilitazione fisica e il prolungamento della durata della vita. Oggi giorno vediamo una tendenza globale all'espansione della popolazione anziana e all'accelerazione della spesa sanitaria in molti paesi del mondo intero. In effetti oggi i professionisti dell'assistenza sanitaria cercano nuovi approcci alla prevenzione per combattere malattie e invalidità dovute all'invecchiamento. BENEFICI PSICOLOGICI È generalmente riconosciuto che le attività fisiche sistematiche, regolari e moderate possono rallentare i processi degenerativi dell'invecchiamento e promuovere la salute fisica e psicologica. Come altre forme di esercizio il Taiji possiede le qualità atte a portare un miglioramento negli aspetti sociali ed emotivi. In effetti l'apprendimento dell'intera sequenza dei movimenti del Taiji richiede anche sforzo e concentrazione. Chi partecipa deve concentrarsi completamente sugli schemi dei movimenti e ignorare le ingerenze esterne per raggiungere uno stato di quiete all'interno del corpo. In altri termini stimola un senso di armonia fra il praticante e l'ambiente esterno conferendo un senso di pace e tranquillità a chi lo pratica. FUNZIONE CARDIORESPIRATORIA Importante fattore nel processo di invecchiamento è l'alterazione del sistema cardiovascolare. Alterazioni strutturali come attenuazione e perdita di fibre elastiche nelle pareti dei vasi, comparsa di placche aterosclerotiche nei vasi arteriosi, possono avere come conseguenza una diminuzione della velocità del flusso sanguigno, della concentrazione di ossigeno nel sangue e del funzionamento del cuore. Per esplorare i cambiamenti della funzione cardiorespiratoria in risposta alla pratica del Taiji sono state condotte numerose ricerche. Uno studio che ha indagato su questi cambiamenti in donne anziane dopo la pratica del Taiji ha dimostrato un miglioramento della contrazione ventricolare, dell'ampiezza di contrazione e dell'afflusso di sangue alle pareti ventricolari. A parte il miglioramento cardiovascolare, nell'anziano che pratica il Taiji ci sono benefici anche nella funzione respiratoria. La medicina tradizionale cinese definisce il polmone la volta dei cinque organi interni, che amministra energia e scambio d'aria, controlla la respirazione e contribuisce a regolare la circolazione del sangue. Il tessuto connettivo del polmone aumenta con l'età e il polmone diventa meno elastico con atrofia degli alveoli polmonari. Ne deriva nelle persone anziane una diminuzione di quasi il 50% rispetto agli adulti giovani nel trasporto di ossigeno dal polmone alla circolazione sanguigna. Facendo un respiro profondo si può aumentare ad un terzo (1/3) la quantità di gas scambiata. Dato che il Taiji pone l'accento su una respirazione ritmica lenta e profonda (respiro addominale) con il muscolo diaframma la capacità toracica aumenta, in modo che l'elasticità dei tessuti polmonari può essere agevolata, con la conseguenza di una maggior ventilazione degli alveoli polmonari e di un miglioramento dello scambio gassoso e del trasporto di ossigeno entro il sangue in circolazione. COORDINAMENTO NEUROMUSCOLARE In tutto il mondo le cadute e le conseguenti lesioni sono probabilmente i problemi medici più seri e comuni in cui incorrono gli anziani. I costi relativi alle cadute stanno diventando un'importante area di preoccupazione per i professionisti dell'assistenza sanitaria. Tra i fattori di rischio relativi alle cadute degli anziani figurano le alterazioni di postura, la cattiva capacità di equilibrio, la ridotta forza muscolare e i cambiamenti di andatura con il progredire dell'età. In certi casi le persone anziane temono di cadere e diventano fisicamente inattive. Il regolare esercizio fisico può aiutarle a riprendere la fiducia in se stessi ed a condurre un tipo di vita più produttivo. I modi tradizionali di affrontare l'esercizio fisico si accentrano soprattutto sul miglioramento della forma. Peraltro la recente ricerca indica che la quantità di esercizio essenziale per ridurre il rischio di malattia può essere minore di quella occorrente per lo sviluppo o il raggiungimento di un alto livello di efficienza fisica. Negli Stati Uniti la sperimentazione svolta dal FICSIT (Frailty ad Injuries Cooperative Studies of Intervention Techniques, Studi cooperativi delle tecniche di intervento su fragilità e lesioni) ha mostrato che si aveva una grande riduzione nel numero delle cadute se l'esercizio prescritto, come il Taiji, comprendeva qualche attività intesa a migliorare l'equilibrio. I dati disponibili hanno altresì confermato che la pratica regolare del Taiji migliora o conserva l'equilibrio, la stabilità di postura e la flessibilità, con una conseguente riduzione delle cadute negli anziani. Il gruppo di ricercatori hanno riferito che la regolare pratica del Taiji poteva ridurre del 47,5% negli anziani il rischio di cadute multiple, il che era strettamente associato con la reazione di una minore paura di cadere dei soggetti dopo la pratica del Taiji. Pertanto il regolare allenamento di Taiji può migliorare, con la sua esigenza di movimenti del corpo ben coordinati ed equilibrati, la funzione del sistema nervoso centrale, coordinando il senso proprioricettivo e gli organi dell'equilibrio e con ciò riducendo alcuni dei fattori di rischio di caduta. OSTEOPOROSI E FRATTURE Le fratture osteoporotiche sono attualmente la quinta condizione più comune nell'anamnesi delle persone ed ammonta al 40% per le donne e al 13% per gli uomini. Le stime correnti indicano che il 25% di tutte le donne in età postmenopausale può subire fratture osteoporotiche. Questo allarmante dato statistico rende urgente la necessità di immediate misure a breve e lungo termine per la prevenzione dell'osteoporosi a tutte le età. La causa principale dell'osteoporosi è la rapida perdita di massa ossea, che può derivare in gran parte dall'insufficienza sia dell'assunzione di calcio sia di esercizio fisico. Le persone molto vecchie spesso soffrono di mobilità menomata a causa della riduzione di efficienza del movimento del corpo. Uno studio dei benefici sanitari della pratica del Taiji sulla perdita ossea delle cinesi in età postmenopausa indica che la pratica abituale del Taiji può ritardare il tasso della perdita ossea e migliorare la forza muscolare e la flessibilità del corpo. Per di più il regolare allenamento di Taiji mantiene e migliora la forza muscolare. MALATTIE DEGENERATIVE DELLE ARTICOLAZIONI Il Taiji è considerato una forma di esercizio adatta a chi soffre di malattie degenerative delle articolazioni come l'osteoartrite del ginocchio e dell'anca. Dato il suo caricamento a basso impatto e la sua natura di bassa velocità e dato l'accento posto sulla coscienza posizionale propriocettiva, il Taiji contribuisce a ridurre il carico sulle articolazioni degli arti inferiori, in particolare nelle ginocchia e nelle caviglie, spesso sedi di degenerazione negli anziani. Non hanno trovato nei pazienti con artrite reumatoide alcun effetto negativo sull'arco attivo di movimento né sull'integrità delle articolazioni che reggono il peso. Dal punto di vista della prescrizione dell'esercizio fisico il Taiji offre un alto valore potenziale quale trattamento riabilitativo per gli anziani e per altri pazienti che soffrano di lievi malattie croniche. In effetti l'allenamento di Taiji si sta anche diffondendo sempre più in strutture di assistenza sanitaria che servono popolazioni geriatriche e giovani con condizioni croniche. XIV XV Repertorio aggiornato al 31 ottobre 2008 degli Educatori verificati nel Sistema della Qualità ed Etica e certificati per l’anno 2009 ABBRUZZESE FRANCO ALAIMO ANNA ALESSANDRA PIETRO AMATO MARIELLA ARMANELLI ARNALDO BALDI ANDREA BALESTRA GIUSEPPE DENIS BALLERIO MARIA CRISTINA BARBERIO ERASMO BARIOLI CESARE BASSO DAMIANO BERETTA LIVIO BERTOLETTI G.B. SPARTACO BERTOLI CLAUDIO BIFANO GIUSEPPE BONFANTE LUISA BONOMETTI FRANCESCO BRUSAFERRI DARIO CACCIALANZA STEFANO CALAFATI GABRIELE CAMASCHELLA PAOLA CARMINATI ERMANNO CARPINO ENRICO CASARELLA ANTONELLO CASELLA PIETRO CASTELLANI ANDREA CASTELNUOVO LUCA CAVALLIELENA CAVICCHIOLI ALESSANDRA CELLA FARA CELLAMARO VINCENZO CELLINI MATTEO CIVALLERO ROBERTO COLA ALESSANDRO CONTARELLI BERNARDO CORNARA DAVIDE CORRADO ALBERTO CRESSOTTI de CERESA ALDO CUTULI ROSARIO DE CLERICO ULISSE DE LUCA FLAVIO DE LUCA GIOVANNI DI LUZIO DAVIDE DI NARDI IRIS DI NOLFO ANDREA FAGIANIROBERTO FANIZZA MARIO FERRARI STEFANO FERRARI GIOVANNI FINESSI MANUEL FIOCCHI ANDREA FRANCHETTO LUCA FRASSI ANDREA FUGAZZA CARLO PASINI SETTIMO GAIDO GIADA PASTORE ALBERTO GAIDO ROLANDO PEDERSOLI ALESSANDRO GAMBA EZIO PEDRINI ANDREA GAVAZZI MAURIZIO PETROZZI ALESSANDRO GAZZALE MARINA PIATTI ALDO GENTILE ANTONIO PISANELLO LEANDRO GHEZZI GIUSEPPE POLLASTRO FILIPPO GIANCOLA ANTONIO PROVINI MATTEO GNOCCHI FRANCO QUATTRO STEFANO GORGA SALVATORE RATTI OLIVIERO GRANATA MARA ANTONIA REGALIA MARIA NOEMI GRISONI MIRK0 ROSSI ANDREA GULLI SEBASTIANO ROTUNNO LEONARDO GULLO GIACOMO ROVELLI PAOLO INVERARDI GABRIELE SAPONARA MARCO LASAPONARA MICHELE SCOLARI VALTER LATTUADA NADIA MARIA SCUTARO MICHELE LAZZARI LUIGI SEJAS CECCHINI J.NOELIA LODI RIZZINI GLORIA SERRAO CLARA LORENZETTI FULVIO SGUINZI ANGELO LORINI WALTER SIMONESCHI GUIDO LUIGI LUCA' COSIMO SIMONI ROBERTO MADRASSI SIMONA SPINELLI CINZIA MAFFEI ROSARIO STALTARI VINCENZO MAGAGNATO PAOLO STEFANUTO GIOVANNI MAGGESI UMBERTO TOSO GIULIANO MALAGUTI PAOLO TOSO MARIA GRAZIA MALNATI PIETRO TRIVERIADAMO MANCIA BARTOLOMEO TURAZZA COSTANTINO MANZELLA GIUSEPPE VANOSSI GIOVANNA MARCONCINI MATTEO VENNI MARIO MARIANI ALESSANDRO VERCESI STEFANO MARZORATI ELENA VISMARA ANTONIO MASSARA DANIELE VISMARA ALFREDO MAZZA SABRINA VISMARA GIUSEPPE MAZZOLA CELSO MEZZADRA ALFREDO SERGIO VISMARA GIORGIO VISMARA ROBERTO MILANO LORENZO VITALI GIUSEPPE MILEO SAMUELE ZAFFARONI GIANNI MONETA ENRICO NEKOOFAR SEYEDJAMALLADDIN NENCETTI STEFANIA NESE GIOVANNI ONO JUNKO PALMAS THOMAS PANIGHETTI ALESSANDRO PARMELLI LIVIO ROBERTO PARNIGONI FABIO