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SPECIALE
Taiji
LA STORIA
LA FILOSOFIA
GLI STILI
LA PRATICA
La storia del
Taiji Quan
Foto scattata nel
1929 in occasione del
quarto anniversario
dell’Associazione
Chih Jou T’ai Ch’uan.
Si riconoscono alcuni
grandi maestri.
Yang Shao Hou
Sun Lu Tang
Yang Chen Fu
Dong Ying Jie
Chen Wei Ming
Wu Jian Quan
Alcuni maestri
della linea Yang
Yang Jian Hou
Sintetizzare la Storia del Taiji Quan è un po’ ripercorrere la storia della civiltà cinese
essendo questa disciplina una delle più antiche discipline orientali. Possiamo
dire che ogni epoca storica ha avuto il “suo taiji” e anche ogni regione cinese ha
sviluppato un “suo taiji”.
Premesso ciò, consideriamo per semplicità 4 epoche storiche importanti dello
sviluppo di quest’arte.
1. Periodo della nascita (dal 2000 a.C al 1644 d.C.)
2. Il periodo del villaggio Chen (dal 1644 al 1800)
3. La diffusione in tutta la Cina (dal 1800 al 1949)
4. Il periodo dalla nascita della Repubblica Popolare Cinese (dal 1949 ad oggi)
1. La nascita del Taiji
La nascita del Taiji Quan risale alle dottrine taoiste riguardanti le pratiche di
nutrimento della vita per il benessere e la ricerca della longevità, due delle qualità
che gli imperatori e condottieri ricercavano in quelle epoche per poter mantenere il
loro potere. Per questo venivano richieste a medici e filosofi tecniche che potessero
raggiungere questi obbiettivi. Già nel 500 a.C esisteva il libro Huagdi Neijing o
classico interno dell’imperatore giallo.
I primi esercizi utilizzavano movimenti di espansione ed estensione, combinati
con tecniche di respirazione al fine di aumentare e migliorare il passaggio
del Qi nel corpo.
Famose sono le tecniche di Qi Gong praticate durante la dinastia degli stati del Sud
Liang (502-557 d.C.) come il gioco dei 5 animali del Dott. Hua Tuo. Tali tecniche
sono considerate le progenitrici del Taiji Quan, in quanto presentano in embrione
i principi di base della disciplina.
Nell’epoca considerata il Taiji Quan non viene identificato con tale nome, che
apparve solo in documenti storici di epoche più recenti.
Nell’epoca successiva detta del Regno Liao posteriore (907-923 d.C.) secondo gli
annali iniziarono ad essere codificate 13 formule o principi di Taiji che sono validi
ancora oggi.
Ma il suo inizio come disciplina anche marziale lo si ebbe durante la dinastia Song
settentrionale, Yuan (1279-1368) e Ming (1368-1644) perché un monaco Taoista,
Zhang Sanfeng, che viveva sui monti Wudang e vissuto secondo la leggenda dal
1247 al 1460 d.C. vedendo che i monaci usavano la forza senza un criterio logico
Chen Wei Min
studiò la teoria Taiji e Ba Gua e grazie anche ai suoi viaggi al monastero Shaolin,
codificò un sistema di lotta che in virtù di un raffinato utilizzo dell’energia poteva
essere utilizzato anche da persone non necessariamente dotate di grande forza
fisica.
Una più pittoresca interpretazione, vede il monaco assistere occasionalmente ad
un combattimento tra una gru e un serpente e da quella visione, combinando i
movimenti agili e aggraziati della Gru con quelli a spirale del serpente diede origine
al Taiji Quan.
Sicuramente sia la prima che la seconda versione possono essere ritenute
attendibili.
2. Il periodo del villaggio Chen
Per molti storici la nascita del Taiji Quan come lo conosciamo al giorno d’oggi ha
però una datazione assai più recente, che risale alla dinastia Qing (1644-1911),
perché un militare Chen Wang Ting nato in una famiglia di combattenti a Chenjiagou
nella provincia dell Henan dopo aver combattuto contro l’esercito dei Qing,
ritornando a casa ormai libero di impegni, unì la sua esperienza con due importanti
libri dell’epoca: il Classico marziale Quanjin delle 32 forme e il Classico taoista
della corte gialla. Naturalmente bisogna considerare che all’epoca nel villaggio
Chen, che dista appena 400 Km da Shaolin, si insegnavano diverse arti marziali
vicine allo stile Buddista e forse Chen Wang Ting si limitò solo ad ammorbidire,
introducendo nello Shaolin i principi dello Yin e dello Yang propri del Taoismo.
Questo nuovo stile divenne ben presto molto popolare tra gli abitanti del villaggio.
II
III
Si dice che nell’epoca esistevano 5 forme o taolu ma già all’epoca di Chen Chang
Xing (1771-1853) le tipologie stilistiche dello stile Chen erano diventate numerose.
Questo maestro si dice che fosse in grado, da seduto, di far volare chi lo attaccava
e veniva chiamato “il signore diritto”, perché era abilissimo nella tecnica di tenere
il centro (Zhong Ding). Un aneddoto racconta che una volta, già anziano, si recò
a vedere uno spettacolo di teatro molto affollato; nonostante ricevesse da ogni
parte numerose spinte, egli rimaneva fermo al suo posto come se fosse piantato
nel terreno. A lui si deve una nuova codificazione dello stile. La discendenza della
famiglia Chen si ramificò fino alla 14a generazione per poi subire altre ramificazioni
con la nascita dello stile moderno “piccola forma” (Xiaojia) meno marziale mentre
Chen Chang Xing continuò ad insegnare la “grande forma” (Dajia) più tradizionale.
3. Il periodo della diffusione dal villaggio Chen in tutta la Cina
Dopo le prime divisioni all’interno della famiglia Chen, non dovette passare molto
tempo perché diversi maestri, esponenti di altre famiglie, incuriositi dalla fama
dello stile, si impadronissero dei segreti del Taiji Quan e apportassero a loro
piacimento delle modifiche stilistiche.
Il più famoso tra questi, precursore dell’attuale stile Yang, fu Yang Lu Chan (17991872). Si narra che fosse un garzone che lavorava in una bottega di Pechino gestita
da persone originarie del villaggio Chen che svelarono, sconfiggendo alcuni monaci,
la loro maestria in combattimento usando il Taiji.
Incuriosito, Yang Lu Chan chiese di poter essere introdotto al villaggio, e perciò fu
presentato a Chen Chang Xing che gli insegno inizialmente solo la sequenza senza
mostragli i veri contenuti.
La sua costanza però fu premiata perché dopo molti viaggi al villaggio e vista la sua
costanza e rettitudine il maestro in punto di morte decise di svelargli tutti i segreti
di famiglia.
Yang Lu Chan ritornò a Pechino e lì inizio ad insegnarlo, prima all’interno della corte
imperiale e successivamente ad altri maestri. Tra questi vi era W’u Yu Xiang (1812-
1880) che diede vita ad un altro stile ancor oggi insegnato: lo stile W’u conosciuto
come “piccolo W’u”. Il secondo figlio Yang Ban Hou ebbe un allievo Wu Jian Quan
(1870-1942) che codificò l’attuale stile Wu.
Il terzo figlio Yang Jian Hou (1839-1917) ebbe a sua volta tre figli e uno di questi,
chiamato Yang Chen Fu (1883-1936), nonostante avesse iniziato tardi la pratica
sotto la guida del padre ebbe il grande pregio di diffondere lo stile Yang in tutta la
Cina. A lui si deve la codifica della forma 85 o 108 e i 10 suoi allievi hanno portato
in tutto il mondo la conoscenza del Taiji Quan, prima da Hong Kong, allora colonia
Inglese, e poi da Taiwan. Infatti grazie ai rapporti con Europa e Stati Uniti di queste
due nazioni, parecchi maestri, non solo della dinastia Yang ma anche di molte altre
famiglie, come Chen Man Ching, Dong Jin Jie e altri hanno avuto grande importanza
nella sua diffusione.
4. Il periodo della nascita della Repubblica Popolare Cinese
Una parentesi obbligatoria bisogna farla per chiarire a tutti perché esistono forme
di taiji che, pur mantenendo i tratti degli stili da cui derivano Yang, Chen, Wu ecc.,
hanno subito una leggera modifica recentemente percepibile solo da chi conosce le
diverse forme di Taiji Quan.
Tra i piani governativi del Partito Popolare Cinese c’è quello di mantenere in buona
salute con pochi mezzi milioni di persone, per raggiungere questo scopo sono state
utilizzate le tecniche antiche di Taiji, togliendo però il loro aspetto marziale ed
esaltando i contenuti più ginnici e salutistici.
Questo, grazie al lavoro di tecnici e professori delle Università cinesi, ha portato alla
codifica di nuove forme, ridotte e semplificate per raggiungere maggiori praticanti di
Taiji e forme da gara per introdurre il Taiji Quan come sport con regole ben precise.
I maestri attualmente discendenti delle famiglie Yang, Chen, Wu e Sun sono stati
invitati a codificare nuovi stili, anche misti, che però potessero essere diffusi nelle
diverse federazioni mondiali, creando però non pochi dubbi negli ignari praticanti
occidentali.
Festival degli stili interni
e delle terapie orientali
Quattro giorni
per ricaricare
di energia pulita
il proprio QI
• STAGES
• CONFERENZE
• DIMOSTRAZIONI
• MAESTRI ITALIANI
• OSPITI STRANIERI
• GRAN GALÀ FINALE
Castello di Belgioioso (Pv)
30 Aprile - 3 Maggio 2009
I FONDAMENTI
SECONDO LA TEORIA
DELLO YIN E YANG
Per comprendere la base teorica su cui si fonda il Taiji quan, bisogna conoscere
alcune nozioni basilari di filosofia taoista, patrimonio culturale del popolo cinese,
che spiegano razionalmente come sia nato questo tipo di movimento.
I cinesi concepiscono l'universo come una serie di organismi interconnessi, non
come insieme di entità separate; ogni parte di esso è in contatto con un'altra parte
e per esistere ha bisogno del suo opposto, come il giorno e la notte, l'uomo e la
donna, il nord e il sud.
Questa dualità è presente anche nel nostro corpo, come dice una massima cinese:
“Non puoi comprendere il tuo corpo se non comprendi l'universo che ti circonda”.
L'uomo è un corpo tra terra e cielo e ne è parte integrante, “Tian re he yi”.
Questo concetto durante i secoli è stato rappresentato graficamente con un cerchio,
diviso da due gocce, una bianca, Yang, e una nera, Yin, a contraddistinguere l'unità
nella sua dualità.
All'interno delle due parti si trovano un punto bianco e un punto nero, a dimostrare
che esistono delle eccezioni: per esempio un'eclissi di sole in pieno giorno o una di
luna durante la notte fanno anch'esse parte della normalità, pur essendo fenomeni
eccezionali.
L’immagine, rappresentata nel disegno a fianco, dovrebbe ruotare su se stessa,
perché le due parti non sono mai immobili, bensì in perenne trasformazione; Inoltre,
alla figura dipinta manca la caratteristica della tridimensionalità, che la farebbe
diventare una sfera.
Il Taiji quan si basa su questa teoria e, quindi, ogni praticante dovrebbe cercare
la dualità in ogni posizione, che deve essere praticata unendo la parte Yin a
quella Yang senza interruzioni; il ciclo delle successive posizioni dovrebbe essere
una ininterrotta sequenza di Yin e Yang, con continue inspirazioni ed espirazioni,
cercando di mantenere un ritmo costante. Se durante la pratica si inizia con un
determinato ritmo di inspirazione ed espirazione, esso deve essere mantenuto fino
alla fine dell'esercizio senza variazioni; ciò permette di trovare un equilibrio con il
movimento. Viceversa un ritmo spezzato e discontinuo, pur nella corretta esecuzione
delle tecniche di Taiji quan, può essere dannoso o quanto meno rendere inutile
l'allenamento.Yin e Yang sono tra loro interdipendenti: in ogni posizione la gamba
anteriore è considerata Yang e quella posteriore Yin, la parte anteriore del corpo è
Yin, mentre il dorso è Yang.
Una volta che si è compresa questa dualità tra le diverse posizioni, bisogna sapere
che i termini Yin e Yang non sono da concepire come assoluti, ma come relativi;
infatti, all'interno dello Yin e dello Yang ci sono ulteriori sottodivisioni: anche se
questo può sembrare una complicazione per chi si avvicini alla teoria del Taiji quan,
quello che conta è cercare la naturalezza nei movimenti, poiché conoscenze sempre
più approfondite derivano da una pratica costante e giornaliera.
Non a caso lo Yin e lo Yang sono raffigurati come gocce, all'inizio piccole, poi
sempre più grandi; la successione dei due opposti non avviene mai bruscamente,
ma attraverso un graduale aumento di potenza, cui fa riscontro una diminuzione
dell'altra parte. Così anche durante la giornata quando il sole sale sull'orizzonte
(aumento di Yang), la sera si allontana (diminuzione di Yin); quando nel pomeriggio
il sole comincia a calare sull'orizzonte (diminuzione di Yang), la sera si avvicina
(aumento di Yin). Per i cinesi questo principio vale per tutto ciò che esiste
nell'universo, sia tra gli esseri viventi che tra le cose inanimate, compreso
quindi il Taiji quan.
Nell'esecuzione dei movimenti bisogna tener conto anche che la progressione
del movimento Yin deve essere accompagnata da una diminuzione di quello Yang:
bisogna espandersi all'esterno, svuotandosi all'interno, durante la fase Yang, e
riempirsi all'interno, mostrando rilassamento esterno, durante quella Yin.
Questa teoria è nata circa tremila anni fa durante la dinastia Zhou (1122-249 a.C.),
quando fu redatto il famoso libro dei cambiamenti, diviso in due parti: la prima
contiene il libro dei cambiamenti vero e proprio, chiamato anche I ching o libro delle
predizioni e delle probabilità, mentre la seconda racchiude la spiegazione filosofica e
teorica di tutto il libro.
In questo trattato sulla base della teoria dello Yin e Yang si insegna a predire ogni
genere di informazioni, da quelle astrologiche a quelle riguardanti la terra, e anche
le conoscenze relative a tutte le posizioni del Taiji quan.
Riassumendo, si può concludere dicendo che il simbolo di Yin e Yang può essere
raffigurato anche con altri disegni simili tra loro, che si rifanno tutti a un cerchio
che rappresenta l'interezza dell'universo; la curvatura centrale del cerchio indica la
distinzione degli opposti, le due gocce il movimento crescente e decrescente degli
opposti, i due punti segnati nelle due parti la visione non assoluta dello Yin e dello
Yang e quindi le successive sottodivisioni.
Le parole del Taiji Quan
In relazione al movimento
In relazione al corpo
Due qualità della manifestazione
Energia già separata
Quiete
Moto
Alto/basso
Avanti/indietro
3 poteri: Cielo-Uomo-Terra
3 puri
3 dimensioni del cosmo:
Sole-Luna-Stelle
Legge del 3
Più movimento coordinato
I (mente)
Chi (energia)
Chin (forza interna)
Jing Qi Shen
Essenza-energia-spirito
Corpo-mente-anima
3 campi di cinabro
4 formule
dimensione temporale
(4 stagioni,la V non è una stagione ma
un punto d’incontro tra le varie stagioni)
4 qualità dell’energia del cielo:
caldo-freddo, umido-secco
Esperienza della durata del tempo:
creazione, sviluppo, maturazione e
completamento
Legge dei 4 equilibri
Formazione dei primi 4 canali meravigliosi:
Chong Mai, Dai Mai, Du Mai, Ren Mai che
rappresentano la prima struttura energetica
del “Cielo Anteriore”
5 movimenti
Forze di base del “Cielo posteriore”
Movimento in relazione ai 5 punti cardinali
e “5 movimenti”
5 Zang Fu
(organi/viscere)
5 note
5 colori
5sapori
5 virtù
Unire le 6 direzioni
(avanti/indietro - destra/sinistra alto/basso)
Dimensione spaziale
Movimento circolare “uovo”
Microcosmo
6 Qi Heng Zhi Fu
(visceri curiosi)
6 canali energetici
6 yin
6 yang
Legge del 7
7 stelle della costellazione
dell’Orsa Maggiore ove risiedono
i 7 immortali taoisti
Movimento collegato al Cosmo
Macrocosmo
7 sentimenti
7 vertebre cervicali
Energie di Cielo-Uomo-Terra
Legge delle 8 stabilità
Legge delle 8 forze
8 Qi Jing Ba Mai
Laghi
(i primi 4 del Cielo Anteriore più 4)
9 palazzi celesti
9 figli (forme) sempre in movimento
*Forza, azione
9 articolazioni
9 orifizi
9 polsi
*pugno (es. boxe)
Generale
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Caos primordiale
“Cielo anteriore”
Non polarità
WU JI
“Cielo posteriore”
Manifestazione dell’indifferenziato
Grande polarità dell’energia cosmica
TAI JI
YIN YANG
SAN CUN
SI XIANG
WU XING
LIU HE
QI XING
BA GUA
JIU LIAN HUAN QUAN
VI
VII
COME DISTINGUERE
I DIVERSI STILI
DEL TAIJI QUAN
Agli inizi degli anni 70 in Europa il Taiji Quan era conosciuto comunemente
come una serie ininterrotta di esercizi da eseguirsi lentamente e si pensava
erroneamente che vi fosse solo un Taiji Quan. Ai primi praticanti quasi tutti già
praticanti arti orientali appariva più come una ginnastica che una vera e propria
arte marziale. A partire però dal 1985 i cambiamenti socio culturali e politici
portarono la Cina ad aprirsi maggiormente all’occidente, le conoscenze su quel
paese fino ad allora acquisiti con fatica si arricchirono e ben presto si venne a
sapere che il Taiji che veniva praticato era quello della famiglia Yang ed era però
solo uno dei diversi stili interni “Neijia” che esistevano in Cina.
Venimmo a sapere che esistevano ben più forme di Taiji di quelle che pensavamo e
che le differenze potevano essere notevoli tra stile e stile.
Tra questi lo stile Yang per la sua struttura era ed è praticato da circa l’80% del
totale, ma ancora molti praticavano il più vecchio stile Chen (15%) e il resto si
divideva equamente tra praticanti di stili Wu, Sun, W’u ed altri stili minori per lo
più ristretti a regioni o a gruppi di discendenza familiare.
Esisterebbe anche uno stile che viene praticato dai Monaci del Wudang che
recentemente ha visto un certo sviluppo in Europa, ma più che uno stile solo di Taiji
è considerato un insieme di diversi stili interni così da prendere una connotazione
propria come stile del Wudang e non solo stile di Taiji.
Dobbiamo anche considerare che tutti questi stili hanno avuto e continuano ad
avere delle trasformazioni che possono essere influenzate da diversi fattori che
principalmente possono essere:
1. Trasformazioni dovute alla nostra poca cultura che non ci permette di distinguere
a prima vista le vere caratteristiche dello stile.
2. Trasformazioni dovute alla ricerca da parte dei maestri che ancorché in buona
fede, sono loro stessi in continua evoluzione.
3. Trasformazioni dovute ad esigenze di partecipazione a gare e campionati, che
hanno portato le diverse federazioni mondiali e nazionali ad adottare regolamenti
che hanno modificato le strutture originarie rendendo il Taiji più moderno e
spettacolare.
Queste trasformazioni creano purtroppo nei praticanti poco esperti una certa
confusione su quale sia il vero Taiji Quan.
Forma di Alabarda Chen
Forma di Lancia Chen
Forma di ventaglio Chen
81-Forma di ventaglio Chen tradizionale (codificatrice
M° Yang Li)
LO STILE CHEN
Attualmente si divide in due stili, il vecchio “Laojia”
codificato da Chen Zhao Pi (1893-1972) e il nuovo
“Xinjia” a partire da Chen Fa Ke (1887-1957).
Queste due diverse interpretazioni si differenziano
sostanzialmente nella enfatizzazione più o meno
marcata dei movimenti, più morbidi e continui
nella prima e più vigorosi con l’aggiunta di tecniche
esplosive nel secondo stile. Questi due stili sono
composti principalmente da due forme: la Diyilu che
comprende le basi delle 13 posizioni fondamentali
e la Paochui che mantiene movimenti di derivazione
Shaolin. In questo stile i movimenti seguono spirali
molto strette e le posizioni sono ampie; in alcuni
movimenti si hanno degli scatti e delle esplosioni che
in altri stili di Taiji sono stati eliminati.
Caratteristiche principali:
• Continuare a cambiare con piegamenti e
spiralizzazioni continue
• Continuare a seguire il movimento
• Il corpo deve muovesi come un serpente
Per queste sue caratteristiche è particolarmente
adatto per i più giovani e per tutti quelli che cercano
nel Taiji Quan l’aspetto marziale ed un’alternativa agli
stili esterni. I praticanti di questo stile in Cina sono
ottimi combattenti anche in gare di Tui Shou libero.
Negli ultimi anni le forme di questo stile hanno avuto
varianti dovute a codificazioni dei maestri Chen che si
possono raggruppare a seconda del numero di tecniche
presenti e da tecniche combinata con gli altri stili dove
è comunque presente lo stile.
Forme a mani nude
4- Chen 4 passi che è derivata dalla vecchia forma
(codificatore M° Zhu Tian Cai)
9- Chen 9 passi che è derivata dalla vecchia forma
(codificatore M°Liu Yong)
13- Chen o Chen dei 5 elementi derivata da parte
della vecchia forma combinata con la seconda vecchia
forma (codificatore M° Zhu Tian Cai)
16- Chen 4 passi derivata dalla vecchia forma con le 4
direzioni (codificatore M°Zhu Tian Cai)
18- Chen 18 posizioni (codificatore M° Chen Zheng Lei)
19- Chen 19 posizioni (codificatore M° Chen Xiao Wang)
24- Chen 24 (codificatore M° Feng Zhiqiang)
38- Forma 38 posizioni (codificatore M° Chen Xiao Wang)
39- Chen vecchia forma breve 39 posizioni
39-Chen nuova forma breve 39 posizioni
42- Chen vecchia 2 forma Paochui
48- Forma 48 (codificatore M° Feng Zhiquan)
72- Forma 72 posizioni nuova versione Paochui
74- Forma 74 posizioni vecchia versione Laojia
83- Forma 83 posizioni nuova versione Laojia
Forme con Armi
13-Forma di bastone lungo
23- Forma di Sciabola (villaggio Chen)
36-Forma di Sciabola (codificatore M° Feng Zhiquan)
40-Forma di Sciabola (villaggio Chen)
48-Forma di Sciabola (codificatore M° Feng Zhiquan)
49-Forma di Spada Chen (villaggio Chen)
62-Forma di Spada Chen (villaggio Chen)
35-Forma di Doppia Sciabola
39-Forma di doppia Spada
STILE YANG
Si tratta dello Stile più diffuso nel mondo. Per la
sua caratteristica di movimento lento e continuo è
adatto a tutti, giovani ed anziani, ed è relativamente
facile da apprendere. Nato da un’evoluzione dello stile
Chen, ha subito nel corso degli anni modificazioni
e semplificazioni, mirate a renderlo sempre più
accessibile, prima alla corte imperiale, poi alla
gente comune. Attualmente la forma più praticata
è quella lunga, codificata da Yang Chen Fu. Lo stile
Yang, dai movimenti morbidi e continui è consigliato
per chi ricerca nel Taiji Quan il rilassamento e la
concentrazione.
Questo tipo di esercizi vengono praticati anche come
meditazione in movimento e ginnastica terapeutica e
da ciò deriva la sua grande popolarità.
Caratteristiche principali:
• Movimenti lenti ed armoniosi come onde
• Morbidezza delle tecniche
• Passaggi maestosi come il volo di un’aquila
Negli ultimi anni le forme di questo stile hanno avuto
varianti dovute a codificazioni dei maestri Yang che si
possono raggruppare a seconda del numero di tecniche
presenti e da tecniche combinate con gli altri stili dove
è comunque presente lo stile originale.
Forme a mani nude
37- Forma Yang ridotta (codificatore M° Chen Man
Ching)
43- Forma Yang (codificatore Jiang Yu Kun)
49- Forma Yang da dimostrazione (famiglia Yang)
84- Forma Yang (codificatore Dong Jin Jie)
103- Forma Yang tradizionale (questa forma è
conosciuta anche con altre numerazioni che dipendono
dal conteggio delle tecniche a gruppi o separate, le più
comuni sono 85, 108, 150).
Forme con armi
13- Forma di sciabola tradizionale Yang
54- Forma di spada tradizionale Yang
Forma di ventaglio Yang
STILE WU
Questo è il principale stile derivato dallo stile Yang, da
cui ha preso la caratteristica di movimento naturale,
continuo e rilassato. Per distinguerlo dal precedente il
suo fondatore Wu Jian Quan (1870-1942) ha introdotto
avvitamenti e torsioni del busto, che impiegano
come perno centrale la colonna vertebrale; il corpo
nell’eseguire i movimenti di questo stile è leggermente
inclinato in avanti, con la colonna in linea con la
gamba che spinge.
Dopo lo stile Yang e Chen è quello più praticato al
mondo e si distingue in Wu del Nord e Wu del Sud.
VIII
II
III
IX
Il primo si caratterizza per movimenti più estesi e
circolari mentre il secondo ha movimenti più corti e
spirali più piccole. Si dice in Cina che è lo stile degli
intellettuali ed è adatto a tutti quelli che cercano
un movimento che abbia contemporaneamente una
maggiore componente di stretching.
Caratteristiche principali:
• Equilibrio e centralità in ogni posizione
• Concentrazione maggiore con utilizzo della volontà.
• Radicalizzazione nel terreno
• Sensibilità nei cambiamenti continui
Negli ultimi anni le forme di questo stile hanno avuto
varianti dovute a codificazioni dei maestri Wu che si
possono raggruppare a seconda del numero di tecniche
presenti e da tecniche combinate con gli altri stili dove
è comunque presente lo stile originale.
83- Forma tradizionale Wu
108- Forma tradizionale Wu (codificatore Wu Chien
Ch’uan)
Forme con armi :
13- Forma sciabola
Forma spada
STILE WU (HAO)
Stile poco conosciuto in Europa, derivato dallo stile
piccolo Chen, Xiaojia di Chen Qing Ping (1795-1868)
è stato codificato da Wu Yu Xiang (1812-1880) che
lo arricchì, introducendo nello stile elementi di
Confucianesimo, Taoismo ed elementi presi dal libro
di Sun Tzu “L’arte della guerra”.
Si distingue dagli altri stile per i movimenti stretti,
il corpo eretto e le posizioni piccole, eseguite quasi
in piedi. Ricerca maggiormente il controllo della
circolazione del “Qi” interno controllato dalla mente.
Molta importanza viene data al rapporto pieno/vuoto.
Nonostante l’apparente semplicità dei suoi movimenti,
è uno degli stili più difficili da praticare correttamente
e per questo non gode di molta popolarità al di fuori
della Cina. Attualmente è diffuso nelle città di Xintai,
Handan e Yongnian e nella provincia dell’Hebei e nelle
maggiori città cinesi Pechino, Shanghai, Shenyang e
Guangzhou.
Caratteristiche principali:
• Semplici posizioni e complicate tecniche
• Posizioni in piedi e rilassate
• Controllo dell’energia vitale con la mente
• Coerenza nei movimenti
Forme a mani nude
13- Forma 13 posizioni per principianti
24- Forma 24 posizioni
32- Forma 32 posizioni
36- Forma 36 posizioni
49- Forma tradizionale ridotta 49 posizioni
108- Forma tradizionale famiglia Wu (Hao), chiamata
anche forma 85
Forme con armi
13- Forma di sciabola (codificatore famiglia Wu)
25- Forma di spada (codificatore famiglia Wu)
16- Forma di Lancia (codificatore famiglia Wu)
35- Forma di Bastone (codificatore M° Chen Gu-An)
STILE SUN
Ultimo nato tra i 5 stili più famosi, ha preso come
caratteristica principale l’essenza dello stile Ba Gua,
dato che il suo fondatore è Sun Lu Tang (1861-1932),
uno dei migliori maestri di quello stile.
Si dice che questo stile sia stato influenzato dai suoi
studi giovanili avendo egli viaggiato in diverse regioni
della Cina dal 1866 al 1888. Ma solo nel 1918 dopo
l’incontro con il maestro He Wei Zhen (1849-1920)
codificherà questo stile di Taiji dalla fusione degli stili
interni da lui appresi nelle tre famiglie di arti marziali
appunto Taiji della famiglia Wu (Hao), Ba gua e Xingyi.
Di fatto da questa unione ne è derivato uno stile
caratterizzato da continui movimenti avanti e indietro, con
caratteristiche però diverse rispetto ai tre stili, infatti i
movimenti sono rigidi ma a volte anche sinuosi.È uno stile
adatto a chi ha già una buona conoscenza degli stili interni
e che vuole completare la sua preparazione marziale.
Caratteristiche principali:
• Movimenti sinuosi
• Posizioni a volte con passi diritti a volte circolari
• Spiccata propensione al combattimento
Forme a mani nude
42- Forma tradizionale ridotta Sun
73- Forma tradizionale Sun (codificatore Sun Lu Tang)
Forma con armi
77- Forma di spada Sun
STILE WUDANG
In questi ultimi anni si è andata delineando una ricerca e
un rinnovato interesse per uno stile, quello del Wudang
che derivasse direttamente dalle montagne di Wudang e
dal fondatore Zhang San Feng e dai monaci taoisti.
Ne è scaturita la riscoperta di uno stile combinato che
non si può definire esattamente Taiji Quan ma che si
avvicina ai primi stili Neijia Quan, che utilizzavano la
ricerca dell’uso dell’energia interna in combattimento.
Lo sviluppo delle sue forme richiama il combattimento
tra una gru e un serpente con movimenti a volte molto
bassi con spirali se è il serpente che attacca o si
difende e a volte alti e lineari se è la Gru che si muove.
Caratteristiche principali:
• Movimenti molto vari e circolari
• Posizioni alte e basse in continuo variare
• Uso dell’energia in modo vivace
Forme a mani nude
13- Forma 13 posizioni taiji di Wudang
18- Forma 18 posizioni taiji di Wudang
28- Forma 28 posizioni taiji di Wudang
Lo stile comprende inoltre molte forme composite
combinate con altri stili interni sia a mani nude che
con armi che però non sono da considerarsi proprio
nella genealogia del Taiji Quan.
ALTRI STILI DI TAIJI TRADIZIONALI
Recentemente sono stati riscoperti altri stili per
lo più derivati dallo stile Yang e che hanno preso
alcune caratteristiche proprie come lo Stile Li,
lo stile Fu e lo stile Zhao Bao dal maestro Guo Shikui,
lo stile Gu da Gu Dianzi.
Forme a mani nude
24- Forma Zhao Bao
36- Forma breve Fu
43- Forma Zhao bao
50- Forma breve Li
53- Forma tradizionale Fu
56- Forma tradizionale Zhao Bao
67- Forma Fu
105- Forma tradizionale Fu
108- Forma tradizionale Zhao Bao
140- Forma tradizionale Li
Forme con armi
20- Forma di sciabola stile Zhao Bao
56- Forma di spada stile Fu
57- Forma di spada stile Zhao Bao
65- Forma di bastone stile Zhao Bao
IL TAIJI QUAN MODERNO
Sulla base degli stili tradizionali sono nati, dopo la
rivoluzione culturale, quelli usati per le competizioni e
codificati dall’Istituto per la ricerca e lo sviluppo del
Wushu cinese. Per rendere universale il Taiji Quan e
favorire la sua diffusione tra la grande massa, l’Istituto
ha creato forme semplificate 8, 10, 12, 16, 24 posizioni,
mentre per unificare gli arbitraggi, soprattutto nelle
gare internazionali, sono state codificate le forme 32 e
42 a mani nude e 32 e 42 di spada, la cui caratteristica
è quella di trarre posizioni da tutti gli stili sopra
menzionati. Recentemente, per rendere ancora più
spettacolare il Taiji, è stato resa libera la creazione
da parte di ogni allenatore di forme da gara con
l’aggiunta di particolari difficoltà come salti o spaccate,
aggiungendo elementi tipici degli stili esterni.
Forme a mani nude
Solo Chen
8- Codificata Chen per principianti
16- Codificata Chen per intermedi
20-5 sezioni stile Chen semplificato
36- Forma Chen codificata
56- Forma 56 posizioni per competizioni internazionali
108- Forma Chen (versione rivista dalla Fed. Cinese)
Solo Yang
8- Forma Yang 8 passi codificata
10- Forma Yang 10 codificata
12- Forma Yang 12 codificata
16- Forma Yang 16 codificata
20- Forma 5 sezioni Yang codificata
24- Forma Yang codificata detta anche forma di
Pechino o forma semplificata
40- Forma Yang codificata
88- Forma Yang standardizzata
Solo Wu
46- Forma Wu da competizione
54- Forma famiglia Wu da competizione
Solo Sun
35- Forma standard
40- Forma da gara Sun
Forme con stili misti Yang, Chen, Wu, Sun
32- Forma combinata con altri stili
42- Forma 42 posizioni per competizioni internazionali
combinata con altri stili
46- Forma Yang da competizione
48- Forma 48 pos. codif. (usata fino al ‘76 e sost. con la 42)
Forme con armi
13- Forma di sciabola Chen codificata
16- Forma di ventaglio Yang (codificatrice Ma Yang Li)
18- Forma di spada Chen codificata chiamata anche
forma per la “salute”
24- Forma di ventaglio Chen (codificatrice Ma Wang)
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24- Forma di ventaglio Yang (codificatrice Ma Yang Li)
32- Forma di Spada Chen codificata
36- Forma di Ventaglio Yang (codificatrice Ma Yang Li)
16- Forma di spada Yang codificata
16- Forma di Lancia Yang codificata
32- Forma di spada Yang codificata
42- Forma di spada Yang codificata
X
XI
Le energie
Nella prima posizione della forma del Taiji, Wu Ji Shi (la non polarità), apparentemente
si sta semplicemente in piedi. Un osservatore esterno potrebbe attribuire poca
importanza a questa posizione. Invece contiene un grande significato. L’immobilità
porta il corpo e la mente in una condizione di rilassamento e di quiete interiore tali da
permettere al qi di fluire liberamente generando il movimento.
Solo allora può iniziare il Taiji, dando forma all’alternanza dello yin e dello yang.
PENG, LU, JI, AN sono i 4 jing (“energie” o modi di emissione dell’energia) su cui
poggiano gli altri. Dei quattro il PENG è quello che fa da base per gli altri tre.
1
2
1° PENG, o BENG: come un pallone che galleggia
sull’acqua. Si comincia con il qi che si diffonde
partendo dal dantian, poi si sente l’energia salire
fino alla sommità del cranio (xu ling ding jing)
con una sensazione di pienezza che dà elasticità a
tutto il corpo. Fare attenzione che le braccia non
avanzino in modo unidirezionale: devono sempre
essere conformi al principio di Ba Men Wu Bu, con
i movimenti che si iscrivono in un’espansione o un
restringimento globale della sfera energetica.
2° LU: seguendo lo slancio
dell’avversario (senza resistere e
senza perdere il contatto) farlo
proseguire verso di sé con un
movimento sferico in modo che cada
nel vuoto. Evitare di tirare in linea
retta perché si darebbe all’avversario
la possibilità di attaccare con un Cai
o con un Kao.
3
3° JI: (“premere”): come una sfera che
torna indietro incontrando un muro.
Quando l’energia parte verso l’avversario
il corpo indietreggia; al tempo stesso si
sente l’energia salire fino alla sommità del
cranio (Xu Ling Ding Jing) scendendo poi
fra le due gambe (nei dang jing: “l’energia
dell’inforcatura delle gambe”).
4
4° AN: come acqua che scorre, con forza
nella dolcezza e difficile da fermare. Con
onde che salgono e ricadono,penetrando
nel più piccolo spazio. Evitare di
spingere con e mani e le braccia: si deve
comprendere l’effetto energetico e non la
forma esterna del movimento.
5
5° CAI: prendendo la misura della forza
dell’avversario, della sua direzione e
della sua finezza, afferrare una delle
sue estremità (per lo più un polso) in
modo che perda l’equilibrio. Evitare
di prenderlo con forza, in quanto
si darebbe all’altro la possibilità di
approfittarne.
6
7
8
6° LIE: impiegare energie a spirale
(analogamente a una foglia che
cade da un albero) per dominarlo.
Non cercare di catturarlo con
movimenti/prese meccanici..
7° ZHOU: (‘gomito’): attaccare
l’avversario con il gomito. Visto nella
prospettiva della distanza (fra due
avversari), si tratta di utilizzare il
corpo integrato (Zheng Ti) in maniera
tridimensionale allorché l’avversario
è entrato nella seconda delle 3 sfere
che circondano il corpo (definite
rispettivamente con il polso, il
gomito e la spalla).
8° KAO: attaccare l’avversario
in una parte del corpo vicina
al tronco (per lo più la spalla)
quando è nella terza sfera
(definita con la spalla e
denominata ‘la sfera interna’).
Evitare di urtarlo con un
movimento unidimensionale.
I dieci punti importanti del Taijiquan di Yang Chengfu
del Taiji
1. Xuling Dingjin
Dingjin vuol dire mettere la testa nella posizione giusta e concentrare lo spirito nel
cervello. Non si deve forzare perché si bloccherebbe la circolazione del sangue e
dell’aria a causa del collo teso e quindi, Xuling significa: posizione naturale. Xuling
Dingjin serve a elevare il morale.
2. Far rientrare il petto e raddrizzare la schiena
Far rientrare leggermente il petto per facilitare il contenimento dell’aria
nell’addome. Se si sporge il petto con l’aria accumulata, è difficile saldare i
talloni a terra a causa del peso squilibrato; raddrizzare la schiena per facilitare la
circolazione dell’aria e l’esplosione della forza dei muscoli dorsali.
3. Rilassare la vita
La vita comanda i movimenti di tutto il corpo.
Rilassare la vita per rendere forti e stabili i piedi, cioè la parte inferiore del corpo;
girare la vita per decidere lo scambio dei movimenti finti o reali; quindi la vita
costituisce la sorgente della forza.
4. Distinguere le posizioni vuote da quelle reali
Ha un significato di primaria importanza per il Taijiquan. Per esempio, se si pone
il peso del corpo sulla gamba destra, allora quest’ultima è reale e quella sinistra
finta, e viceversa. Sapere distinguere le posizioni finte da quelle reali serve a girare
agilmente il corpo senza fatica, altrimenti sarà facile perdere l’equilibrio sotto
l’azione della forza che tira l’avversario.
5. Far scendere le spalle e i gomiti
Se non si fanno scendere le spalle, ma le si alza, si fa salire anche l’aria, e quindi
sarà difficile usare la forza. Far scendere i gomiti serve a rilassare le spalle.
6. Praticare il Taijiquan con l’intenzione, anziché con la forza
Secondo la teoria del Taijiquan, si deve praticarlo completamente con l’intenzione.
Il rilassamento del corpo favorisce la circolazione del sangue e dell’aria senza
incontrare alcun ostacolo, e quindi favorisce anche i cambiamenti dei movimenti.
Da dove viene la forza senza fare esercizi con la forza? Perché nel corpo umano
ci sono i Jinluo (canali) dentro i quali circolano il sangue e l’aria. Le forze tese
provocano il ristagno del sangue e dell’aria e hanno un effetto negativo sull’agilità
dei movimenti. Se si pratica il Taijiquan con l’intenzione anziché con la forza,
la circolazione del sangue e dell’aria sarà sempre libera in tutto il corpo senza
alcun ristagno. La perseveranza in tali esercizi può creare una vera forza interiore
secondo la teoria del Taijiquan: “È morbidissima, poi dura come acciaio”. Un
esperto praticante del Taijiquan ha le braccia di ferro avvolte in cotone e pesanti;
i praticanti dei Waijiaquan dimostrano la loro forza quando la usano e sono meno
stabili quando non la usano. Si tratta di una forza esteriore. Senza l’intenzione e
con la sola forza è facile perdere l’equilibrio del corpo e non si ottiene nulla.
7. Uniformare i movimenti
Secondo la teoria del Taijiquan “I piedi servono come radice, le gambe iniziano i
movimenti, la vita li comanda e le dita li esprimono. Quindi si devono uniformare i
movimenti dei piedi, delle gambe e della vita”. Si devono muovere le mani, la vita, i
piedi e gli occhi contemporaneamente.
8. Combinazione interiore ed esteriore; l’essenza sostanziale
del Taijiquan è lo spirito
“Lo spirito è il comandante in capo e il corpo è da comandare”. Se lo spirito è
elevato, i movimenti diventano agili. I movimenti larghi sono quelli delle mani e dei
piedi e delle intenzioni. I movimenti riuniti sono anche quelli delle mani, dei piedi e
delle intenzioni. La buona combinazione interiore ed esteriore sarà imbattibile.
9. Movimenti continui
I Waijiaquan usano la forza esteriore che comprende l’inizio e la fine. È più facile
prendere i colpi quando una forza si è esaurita e una nuova non è ancora iniziata. Il
Taijiquan pratica con l’intenzione senza usare la forza e dall’inizio alla fine, ripete i
movimenti continui come l’acqua di una fiume scorre continuamente.
10. Ricercare la tranquillità nei movimenti
Il Waijiaquan comprende molti salti, e quindi dopo un esercizio si sente anche
la fatica nella respirazione. Il Taijiquan preferisce i movimenti più lenti e quindi
richiede una respirazione più profonda. L’aria scende nell’addome e non esiste il
difetto di dilatare troppo le vene.
XII
XIII
I benefici
della
pratica
del taiji
Il Taiji ha ottenuto in questi ultimi anni vasto apprezzamento nelle culture
orientali come esercizio ideale per rimanere in forma a qualsiasi età. L'antica
arte del Taiji pone l'accento soprattutto sulla concentrazione mentale e sul
controllo del movimento del corpo. Il Taiji, con i suoi lenti movimenti, scorrevoli
e aggraziati uniti all'esigenza di concentrazione mentale e coordinamento del
corpo apportano vari benefici sulla salute e di conseguenza sul miglioramento
della forma fisica e dell’umore. Durante l'esecuzione del Taiji sono necessarie la
respirazione profonda e l’intenzione mentale al fine di ottenere l'armonia fra mente
e corpo, e questo porta rafforzamento dell'energia vitale e la sua diffusione nel
corpo. Queste caratteristiche senza pari del Taiji dimostrano il suo potenziale per
l'impiego come esercizio e come opzione terapeutica per il mantenimento della
buona forma, la salvaguardia della salute, la riduzione del rischio di malattia, la
riabilitazione fisica e il prolungamento della durata della vita. Oggi giorno vediamo
una tendenza globale all'espansione della popolazione anziana e all'accelerazione
della spesa sanitaria in molti paesi del mondo intero. In effetti oggi i professionisti
dell'assistenza sanitaria cercano nuovi approcci alla prevenzione per combattere
malattie e invalidità dovute all'invecchiamento.
BENEFICI PSICOLOGICI
È generalmente riconosciuto che le attività fisiche sistematiche, regolari e moderate
possono rallentare i processi degenerativi dell'invecchiamento e promuovere
la salute fisica e psicologica. Come altre forme di esercizio il Taiji possiede le
qualità atte a portare un miglioramento negli aspetti sociali ed emotivi. In effetti
l'apprendimento dell'intera sequenza dei movimenti del Taiji richiede anche sforzo e
concentrazione.
Chi partecipa deve concentrarsi completamente sugli schemi dei movimenti e
ignorare le ingerenze esterne per raggiungere uno stato di quiete all'interno del
corpo. In altri termini stimola un senso di armonia fra il praticante e l'ambiente
esterno conferendo un senso di pace e tranquillità a chi lo pratica.
FUNZIONE CARDIORESPIRATORIA
Importante fattore nel processo di invecchiamento è l'alterazione del sistema
cardiovascolare. Alterazioni strutturali come attenuazione e perdita di fibre elastiche
nelle pareti dei vasi, comparsa di placche aterosclerotiche nei vasi arteriosi,
possono avere come conseguenza una diminuzione della velocità del flusso
sanguigno, della concentrazione di ossigeno nel sangue e del funzionamento del
cuore. Per esplorare i cambiamenti della funzione cardiorespiratoria in risposta alla
pratica del Taiji sono state condotte numerose ricerche.
Uno studio che ha indagato su questi cambiamenti in donne anziane dopo la
pratica del Taiji ha dimostrato un miglioramento della contrazione ventricolare,
dell'ampiezza di contrazione e dell'afflusso di sangue alle pareti ventricolari. A parte
il miglioramento cardiovascolare, nell'anziano che pratica il Taiji ci sono benefici
anche nella funzione respiratoria. La medicina tradizionale cinese definisce il
polmone la volta dei cinque organi interni, che amministra energia e scambio d'aria,
controlla la respirazione e contribuisce a regolare la circolazione del sangue.
Il tessuto connettivo del polmone aumenta con l'età e il polmone diventa meno
elastico con atrofia degli alveoli polmonari.
Ne deriva nelle persone anziane una diminuzione di quasi il 50% rispetto agli adulti
giovani nel trasporto di ossigeno dal polmone alla circolazione sanguigna. Facendo
un respiro profondo si può aumentare ad un terzo (1/3) la quantità di gas scambiata.
Dato che il Taiji pone l'accento su una respirazione ritmica lenta e profonda (respiro
addominale) con il muscolo diaframma la capacità toracica aumenta, in modo che
l'elasticità dei tessuti polmonari può essere agevolata, con la conseguenza di una
maggior ventilazione degli alveoli polmonari e di un miglioramento dello scambio
gassoso e del trasporto di ossigeno entro il sangue in circolazione.
COORDINAMENTO NEUROMUSCOLARE
In tutto il mondo le cadute e le conseguenti lesioni sono probabilmente i problemi
medici più seri e comuni in cui incorrono gli anziani. I costi relativi alle cadute
stanno diventando un'importante area di preoccupazione per i professionisti
dell'assistenza sanitaria. Tra i fattori di rischio relativi alle cadute degli anziani
figurano le alterazioni di postura, la cattiva capacità di equilibrio, la ridotta forza
muscolare e i cambiamenti di andatura con il progredire dell'età. In certi casi le
persone anziane temono di cadere e diventano fisicamente inattive. Il regolare
esercizio fisico può aiutarle a riprendere la fiducia in se stessi ed a condurre un tipo
di vita più produttivo. I modi tradizionali di affrontare l'esercizio fisico si accentrano
soprattutto sul miglioramento della forma. Peraltro la recente ricerca indica che la
quantità di esercizio essenziale per ridurre il rischio di malattia può essere minore di
quella occorrente per lo sviluppo o il raggiungimento di un alto livello di efficienza
fisica. Negli Stati Uniti la sperimentazione svolta dal FICSIT (Frailty ad Injuries
Cooperative Studies of Intervention Techniques, Studi cooperativi delle tecniche di
intervento su fragilità e lesioni) ha mostrato che si aveva una grande riduzione nel
numero delle cadute se l'esercizio prescritto, come il Taiji, comprendeva qualche
attività intesa a migliorare l'equilibrio. I dati disponibili hanno altresì confermato
che la pratica regolare del Taiji migliora o conserva l'equilibrio, la stabilità di
postura e la flessibilità, con una conseguente riduzione delle cadute negli anziani.
Il gruppo di ricercatori hanno riferito che la regolare pratica del Taiji poteva ridurre
del 47,5% negli anziani il rischio di cadute multiple, il che era strettamente
associato con la reazione di una minore paura di cadere dei soggetti dopo la pratica
del Taiji. Pertanto il regolare allenamento di Taiji può migliorare, con la sua esigenza
di movimenti del corpo ben coordinati ed equilibrati, la funzione del sistema nervoso
centrale, coordinando il senso proprioricettivo e gli organi dell'equilibrio e con ciò
riducendo alcuni dei fattori di rischio di caduta.
OSTEOPOROSI E FRATTURE
Le fratture osteoporotiche sono attualmente la quinta condizione più comune
nell'anamnesi delle persone ed ammonta al 40% per le donne e al 13% per
gli uomini. Le stime correnti indicano che il 25% di tutte le donne in età
postmenopausale può subire fratture osteoporotiche. Questo allarmante dato
statistico rende urgente la necessità di immediate misure a breve e lungo
termine per la prevenzione dell'osteoporosi a tutte le età. La causa principale
dell'osteoporosi è la rapida perdita di massa ossea, che può derivare in gran parte
dall'insufficienza sia dell'assunzione di calcio sia di esercizio fisico. Le persone
molto vecchie spesso soffrono di mobilità menomata a causa della riduzione di
efficienza del movimento del corpo. Uno studio dei benefici sanitari della pratica
del Taiji sulla perdita ossea delle cinesi in età postmenopausa indica che la pratica
abituale del Taiji può ritardare il tasso della perdita ossea e migliorare la forza
muscolare e la flessibilità del corpo. Per di più il regolare allenamento di Taiji
mantiene e migliora la forza muscolare.
MALATTIE DEGENERATIVE DELLE ARTICOLAZIONI
Il Taiji è considerato una forma di esercizio adatta a chi soffre di malattie
degenerative delle articolazioni come l'osteoartrite del ginocchio e dell'anca.
Dato il suo caricamento a basso impatto e la sua natura di bassa velocità e dato
l'accento posto sulla coscienza posizionale propriocettiva, il Taiji contribuisce a
ridurre il carico sulle articolazioni degli arti inferiori, in particolare nelle ginocchia
e nelle caviglie, spesso sedi di degenerazione negli anziani. Non hanno trovato nei
pazienti con artrite reumatoide alcun effetto negativo sull'arco attivo di movimento
né sull'integrità delle articolazioni che reggono il peso. Dal punto di vista della
prescrizione dell'esercizio fisico il Taiji offre un alto valore potenziale quale
trattamento riabilitativo per gli anziani e per altri pazienti che soffrano di lievi
malattie croniche. In effetti l'allenamento di Taiji si sta anche diffondendo sempre
più in strutture di assistenza sanitaria che servono popolazioni geriatriche e giovani
con condizioni croniche.
XIV
XV
Repertorio aggiornato al 31 ottobre 2008 degli Educatori verificati nel Sistema della
Qualità ed Etica e certificati per l’anno 2009
ABBRUZZESE FRANCO
ALAIMO ANNA
ALESSANDRA PIETRO
AMATO MARIELLA
ARMANELLI ARNALDO
BALDI ANDREA
BALESTRA GIUSEPPE DENIS
BALLERIO MARIA CRISTINA
BARBERIO ERASMO
BARIOLI CESARE
BASSO DAMIANO
BERETTA LIVIO
BERTOLETTI G.B. SPARTACO
BERTOLI CLAUDIO
BIFANO GIUSEPPE
BONFANTE LUISA
BONOMETTI FRANCESCO
BRUSAFERRI DARIO
CACCIALANZA STEFANO
CALAFATI GABRIELE
CAMASCHELLA PAOLA
CARMINATI ERMANNO
CARPINO ENRICO
CASARELLA ANTONELLO
CASELLA PIETRO
CASTELLANI ANDREA
CASTELNUOVO LUCA
CAVALLIELENA
CAVICCHIOLI ALESSANDRA
CELLA FARA
CELLAMARO VINCENZO
CELLINI MATTEO
CIVALLERO ROBERTO
COLA ALESSANDRO
CONTARELLI BERNARDO
CORNARA DAVIDE
CORRADO ALBERTO
CRESSOTTI de CERESA ALDO
CUTULI ROSARIO
DE CLERICO ULISSE
DE LUCA FLAVIO
DE LUCA GIOVANNI
DI LUZIO DAVIDE
DI NARDI IRIS
DI NOLFO ANDREA
FAGIANIROBERTO
FANIZZA MARIO
FERRARI STEFANO
FERRARI GIOVANNI
FINESSI MANUEL
FIOCCHI ANDREA
FRANCHETTO LUCA
FRASSI ANDREA
FUGAZZA CARLO
PASINI SETTIMO
GAIDO GIADA
PASTORE ALBERTO
GAIDO ROLANDO
PEDERSOLI ALESSANDRO
GAMBA EZIO
PEDRINI ANDREA
GAVAZZI MAURIZIO
PETROZZI ALESSANDRO
GAZZALE MARINA
PIATTI ALDO
GENTILE ANTONIO
PISANELLO LEANDRO
GHEZZI GIUSEPPE
POLLASTRO FILIPPO
GIANCOLA ANTONIO
PROVINI MATTEO
GNOCCHI FRANCO
QUATTRO STEFANO
GORGA SALVATORE
RATTI OLIVIERO
GRANATA MARA ANTONIA
REGALIA MARIA NOEMI
GRISONI MIRK0
ROSSI ANDREA
GULLI SEBASTIANO
ROTUNNO LEONARDO
GULLO GIACOMO
ROVELLI PAOLO
INVERARDI GABRIELE
SAPONARA MARCO
LASAPONARA MICHELE
SCOLARI VALTER
LATTUADA NADIA MARIA
SCUTARO MICHELE
LAZZARI LUIGI
SEJAS CECCHINI J.NOELIA
LODI RIZZINI GLORIA
SERRAO CLARA
LORENZETTI FULVIO
SGUINZI ANGELO
LORINI WALTER
SIMONESCHI GUIDO LUIGI
LUCA' COSIMO
SIMONI ROBERTO
MADRASSI SIMONA
SPINELLI CINZIA
MAFFEI ROSARIO
STALTARI VINCENZO
MAGAGNATO PAOLO
STEFANUTO GIOVANNI
MAGGESI UMBERTO
TOSO GIULIANO
MALAGUTI PAOLO
TOSO MARIA GRAZIA
MALNATI PIETRO
TRIVERIADAMO
MANCIA BARTOLOMEO
TURAZZA COSTANTINO
MANZELLA GIUSEPPE
VANOSSI GIOVANNA
MARCONCINI MATTEO
VENNI MARIO
MARIANI ALESSANDRO
VERCESI STEFANO
MARZORATI ELENA
VISMARA ANTONIO
MASSARA DANIELE
VISMARA ALFREDO
MAZZA SABRINA
VISMARA GIUSEPPE
MAZZOLA CELSO
MEZZADRA ALFREDO SERGIO VISMARA GIORGIO
VISMARA ROBERTO
MILANO LORENZO
VITALI GIUSEPPE
MILEO SAMUELE
ZAFFARONI GIANNI
MONETA ENRICO
NEKOOFAR SEYEDJAMALLADDIN
NENCETTI STEFANIA
NESE GIOVANNI
ONO JUNKO
PALMAS THOMAS
PANIGHETTI ALESSANDRO
PARMELLI LIVIO ROBERTO
PARNIGONI FABIO
Fly UP