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Occorre svegliare la speranza, ogni giorno
13° domenica tempo ordinario 28 giugno 2009 Letture Dal libro della Sapienza Salmo responsoriale Lettera II° di Paolo ai Corinzi Vangelo di Marco 1,13-15;2,23-24 29, 3-4.5-6;11-12°.13a 8,7.9.13-15 5, 21-43 Occorre svegliare la speranza, ogni giorno OMELIA * Ci prepariamo alla festa di S. Zeno che faremo domenica prossima. Nel calendario la festa di S. Zeno è il 12 aprile, ma per noi è tradizione farla la I° domenica di luglio. È la nostra festa d’estate che facciamo attorno all’oratorio che in questo periodo è nel pieno della sua attività Mettiamoci in ascolto della Parola di Dio. Dio ama la vita: la morte, la sofferenza, il dolore, il male non vengono da Dio. Dio non ha creato la morte, ma ha fatto tutto per la vita. Il male il dolore, la morte vengono dall’uomo che si è allontanato da Dio, che usa male quanto Dio ha fatto perché l’uomo viva. Dio non vuole che l’uomo soffra. Dio vuole che l’uomo sia nella gioia. Il vangelo racconta due miracoli di Gesù, l’uno dentro l’altro. È il racconto di due donne ridonate alla vita: una potenza che esce da Gesù, la sua mano che ti prende per mano. La figlia di Giairo, capo della sinagoga ritorna alla vita. Una donna anonima tra la folla viene guarita. Il filo che lega i due interventi di Gesù è la fede. La fede introduce l’uomo nel mistero di Dio e, prima ancora, introduce Dio nell’esistenza dell’uomo. Il Signore non ti dà ciò che chiedi, ma ciò che credi ( Tecla Merlo) 1) Chi mi ha toccato? Alla donna è bastato toccare la veste di Gesù per guarire. È soprattutto la meraviglia dei discepoli che ci colpisce. Dicono a Gesù: tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: Chi mi ha toccato? La donna desidera non farsi notare e Gesù, invece, sembra far di tutto per dare risalto al suo gesto. La legge dichiarava impura la donna che aveva perdite di sangue, e impuro era toccarla. Ecco perché la donna tocca la veste di Gesù di nascosto, approfittando della calca, ed ecco perché si sente tanto colpevole, paurosa e tremante, quando si vede scoperta. Ed è per lo stesso motivo che Gesù dà pubblicità all’accaduto: per dichiarare pubblicamente, di fronte a tutti, che non si sente impuro per essere stato toccato dalla donna, e che il puro e l’impuro non lo interessano. Dio non bada al puro e all’impuro, ma alla fede. 2) Figlia, la tua fede ti ha salvata Figlia! dice Gesù alla donna guarita. È una parola dolcissima. Sei figlia, sei amata, sei guarita. Per tutte le creature del mondo c’è salvezza. Così bisogna guardare ogni creatura. Occorre imparare a sillabare lo stupore dell’esistenza. Nel cuore di ogni uomo, anche nel più infelice, c’è la salvezza di Dio. Dio ci ha fatti buoni e sani, senza radici di veleno. 3) Il capo della sinagoga gli si gettò ai piedi e lo supplicò: Mia figlia sta morendo: vieni a imporle le mani perché viva. Gesù va, non si lascia fermare neanche quando gli dicono che la fanciulla è morta: Tua figlia è morta, perché disturbi il maestro? Gesù dice, al capo della sinagoga: Non temere, continua solo ad avere fede. Fede nella potenza di Gesù, una potenza capace di raggiungerti qui ora, nella tua situazione, vittoriosa persino sulla morte. La bambina non è morta, ma dorme. La morte è un sonno, non una fine. Il grande miracolo è la vittoria sulla morte. Gesù entra nella casa, vuole il silenzio, chiama la fanciulla, la prende per mano e la riconsegna al padre. Gesù chiama tutti noi che camminiamo spesso tra lutti, lamenti, affanni alla novità del credere, a fidarci di Lui, nonostante tutto, a invocarlo perché con la sua mano tocchi la nostra esistenza, e ci dia vita. E’ bello sapere che la mano di Dio è continuamente tesa a cercare la nostra. Dio è uno che ci prende per mano, ci rialza, ci sostiene. Diceva don Moioli: La mano del Signore ci raccoglie. Se siamo nella mano del Signore, vuol dire che valiamo tanto, che siamo preziosi agli occhi di Dio. Un uomo è una cosa grande proprio perché Dio lo tiene nella sua mano come cosa preziosa. Come devo essere grande se il Signore tiene la sua mano su di me! E la mano del Signore non è appena una mano che si stende. La sua mano è potente: ha tutta la potenza di Dio, così che nessuno ci può strappare dalla mano del Signore. Questa mano è la mano dell’amore ed è una mano misteriosa: perché non ci tiene lontano dalla fatica, dalla contrarietà … ma è una mano alla quale possiamo aggrapparci nella fatica e nella contrarietà, perché sempre ci sostiene. 4) Talità Kum, che significa: Fanciulla, io ti dico, alzati! Ciascuno di noi è quella fanciulla di 12 anni nella casa del pianto. Ciascuno di noi ha qualcosa di morto dentro, per ciascuno Gesù ripete: Talità Kum, alzati!. Riprendi la gioia, la lotta, il cammino La fanciulla che dorme è la speranza che occorre svegliare ogni giorno, farla alzare, rimettere in cammino. E’ necessario svegliare la speranza, ogni giorno. Antoine de Saint-Exupéry, l’autore del piccolo principe diceva: Ho trovato una bambina che piangeva. Le ho sollevato il capo per leggere nei suoi occhi. Il suo dolore mi ha sconvolto … Non che io voglia distogliermi dai grandi fini, ma quella bambina deve essere consolata. Perché soltanto allora il mondo andrà bene. Essere uomini di speranza. E’ la speranza che cambia il volto del mondo, il volto e il cuore degli uomini. E’ la speranza, sono uomini e donne di speranza di cui abbiamo disperatamente bisogno. Concludo con un pensiero di Zigmunt Barman, uno studioso di fenomeni sociali: Chiudere la porte non garantisce la sicurezza, e la storia l’ha dimostrato. L’unico modo per accrescere la sicurezza non è costruire altri muri, respingere i diversi ma creare spazi aperti nei quali tutti possiamo dialogare e sentirsi partecipi dello stesso mondo