Comments
Description
Transcript
«Un mese per svegliare la città»
LA SICILIA © L' utilizzazione o la riproduzione, anche parziale - con qualunque mezzo e a qualsivoglia titolo - degli articoli e di quant'altro pubblicato in questo giornale sono assolutamente riservate, e quindi vietate se non espressamente autorizzate. Per qualunque controversia il Foro competente è quello di Catania e provincia Redazione: via della Regione, 6 tel. 0934 554433 [email protected] 31 mercoledì 2 ottobre 2013 SAN CATALDO. In carcere SANTA CATERINA. «I conti GELA. Per l’omicidio Trubia i due rapinatori del MpS del Comune sono a rischio» Palmeri condannato a 15 anni I carabinieri hanno individuato i presunti responsabili del «colpo» in banca da 28.500 euro compiuto a maggio 33 La Corte dei conti evidenzia «una situazione di estrema criticità dell’Ente che desta preoccupazione per il bilancio» 35 Sentenza della Corte d’assise d’appello di Catania per l’omicidio di contrada Bulala del luglio 2006 VERSO I LIBERI CONSORZI DEI COMUNI. Iacona e Di Maria: «Non possiamo perdere identità e lavoro» IN VIA D’ACQUISTO «Un mese per svegliare la città» Bimbo marocchino nasce in ambulanza Trenta giorni per “svegliare” la città, per farle ritrovare l’orgoglio perduto e reagire all’ennesimo “scippo” (probabilmente il più pesante e quindi più deleterio per l’intera comunità) che la città di Caltanissetta e il suo comprensorio si appresta a subìre. Con l’abolizione delle Province, infatti, i Liberi Consorzi in fase di costituzione rischiano di indebolire ancora di più la già flagellata storia politica e culturale di Caltanissetta. Da qui l’esigenza di riportare alla luce il sentimento della “nissenità” da anni sotterrato, per lasciare in eredità alle future generazioni, prima che esse fuggano e rendano Caltanissetta un anonimo paesone del centro Sicilia, una città che ha voglia di non abdicare il ruolo di protagonista. Il consigliere comunale Sergio Iacona e l’esponente della Cisl Gianfranco Di Maria hanno deciso di confrontarsi con questa impresa che, conoscendo uomini e cose della nostra città, si preannuncia titanica. Lo hanno detto a gran voce ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa tenuta nel foyer del teatro “Margherita”, manifestando a tratti tutta la rabbia che hanno in corpo per il destino che “altri” stanno disegnando per Caltanissetta. “Perché – ha esordito l’avv. Iacona –non dobbiamo essere noi a scegliere il nostro futuro? Perché dobbiamo restare inermi e subìre tutte le decisioni che altri prenderanno su Caltanissetta? La nostra iniziativa non ha alcun intento polemico, né colore politico, né vuole essere contro qualcuno. Vogliamo creare una mobilitazione a favore della nostra città affinché la nascita dei Liberi Consorzi non faccia perdere a Caltanissetta il ruolo di Comune capofila e di sede di importanti presidi istituzionali. Anzi, facciamo un appello al sindaco Campisi affinché si metta lui alla testa di questo movimento che vuole rivendicare un benessere futuro per la nostra città. Non vogliamo assumere posizioni di contrasto nemmeno con il presidente Crocetta, sebbene lui abbia snobbato l’invito del Consiglio comunale di venire a spiegare in che cosa consiste la riforma che ha deciso di portare avanti. Se Gela sta ottenendo l’adesione persino di Acate, se Enna pensa di “catturare” alcuni Comuni oggi nisseni, noi che facciamo? Dobbiamo continuare a restare fermi? In passato, ogni riforma introdotta (dalla soppressione del Distretto militare alla chiusura della Banca d’Italia) ha penalizzato Caltanissetta. Pensoanche al Tribunale di Gela: se avessero costituito il Tribunale del Golfo, da Licata a Vittoria, noi non avremmo subito effetti negativi. Al governatore Crocetta ricordo che lui è stato sindaco di Gela e che non avrebbe assolutamente gradito né accettato le rifor- PAGANO CON LE «COLOMBE» PDL «Adesso è in gioco l’Italia il governo vada avanti» Oggi il voto di fiducia per il Governo con una vigilia animata all’interno del Pdl. Il parlamentare nisseno Alessandro Pagano, alla seconda legislatura a Montecitorio, ieri è uscito allo scoperto e si è schierato con le «colombe» del partito che potrebbero rompere con il fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Da anni legatissimo politicamente all’attuale vicepremier Angelino Alfano, ieri l’on. Pagano ha postato un testo sul facebook, con il quale prende le distanze dalla dichiarazioni che aveva reso l’on. Daniela Santanchè, che aveva offerto la sua «testa» per mantenere l’unità del Pdl. Secondo l’on. Pagano «l’on. Santanché dimostra L’ON. ALESSANDRO PAGANO di non comprendere gravità crisi. La nota dell’on. Santanché, Il deputato nella quale a parole si dice disponibile ad offrire la propria testa su un vassoio resta con d’argento al segretario Alfano in nome Alfano e dell’unità del partito, sono l’ennesima che non ha compreso la graoggi voterà conferma vità della crisi in atto e che in ballo ci la fiducia al sono i destini del Paese, del partito e dello stesso presidente Berlusconi premier scrive il parlamentare sancataldese Enrico del Pdl - Questo apparente gesto di distensione non è che una ulteriore e Letta irresponsabile ‘manovra’ per finalità che nulla hanno a che vedere con il bene dell’Italia, la quale in questa difficile congiuntura avrebbe invece bisogno di stabilità, pacificazione e governabilità». «In gioco - aggiunge ancora il parlamentare del Pdl - non c’è la sua poltrona, ma il destino del governo e del Paese. E’ in gioco anche la prospettiva di tenere viva nel Paese una grande forza moderata e riformista, che non può essere guidata da un piccolo gruppo di estremisti, i quali dimostrano di non avere alcuna capacità di mediazione», conclude l’on. Pagano che oggi sicuramente votetà la fiducia al premier Enrico Letta. Adesso il «terremoto» all’interno del Pdl, avrà certamente ripercussioni nello scenario politico locale, anche in vista delle elezioni amministrative che sono previste nella primavera del del prossimo anno. GIANFRANCO DI MARIA E SERGIO IACONA NELLA CONFERENZA STAMPA DI IERI MATTINA me imposte dall’alto. Perché quindi non parlarne insieme? ”. Poi, guardando al futuro dei nisseni, l’avv. Iacona insiste: “Oggi nessuno può sentirsi al riparo dai danni che causerebbe la perdita della centralità di Caltanissetta. Categoria professionali, operatori commerciali, comuni cittadini devono cogliere la gravità del momento. Nei prossimi giorni sensibilizzeremo tutte le fasce sociali della città, poi costituiremo un comitato ristretto, inquadreremo il problema e avanzeremo delle proposte credibili al presidente della Regione basate sulla vocazione del territorio, sulla sua storia, sulle sue potenzialità economiche e di sviluppo. Con questa nostra iniziativa, in definitiva, vogliamo portare i nisseni a manifestare pacificamente per rivendicare il diritto ad essere rispettati e non mortificati. Faremo tutto nell’arco del mese di ottobre. Se questo appello dovesse restare inascoltato, la fiaccolata di protesta si farà ugualmente, anche se dovessimo essere in due a sfilare, io e Di Maria. In ogni caso nessuna primogenitura: noi stiamo lanciando una proposta, ma siamo pronti a farci da parte appena arriveranno le adesioni”. Preoccupato ma deciso a non mollare è pure Gianfranco Di Maria. “I timori sono fondati – dice perché la legge regionale n. 7 ha avuto un seguito. Il 18 settembre il Governo regionale ha approvato due disegni di legge che indicano le città metropolitane e stabiliscono le norme per la costituzione dei Liberi Consorzi. In questo contesto non c’è certezza che Cal- tanissetta resti Comune capofila. Abbiamo appena finito di celebrare il Patrono della nostra città. Ci rivogliamo a Lui per darci la forza di seguire l’appello del nostro vescovo mons. Russotto che nel suo pontificale di domenica scorsa ha invitato i nisseni ad alzare la testa, a non delegare, a restare tutti nella stessa zattera e remare verso un’unica direzione. Il nostro è un appello agli uomini di buona volontà ma anche ai tanti genitori che hanno a cuore le sorti dei loro figli. Sappiamo tutti che Caltanissetta vive di terziario. Ci rendiamo conto quanto diventerebbe più povera se dovessero essere trasferiti altrove o ridimensionati tutti gli uffici con competenza territoriale che oggi hanno sede qui? Ecco perché invitiamo il sindaco, il Consiglio comunale, gli esponenti politici di qualsiasi colore, i professionisti, gli imprenditori, i commercianti piccoli e grandi a reagire. Non è troppo tardi. Possiamo ancora far sentire la nostra voce e reclamare ciò che storicamente ci appartiene. La politica è sorda? Forse no. Diciamo che è troppo arroccata sulle sue posizioni e non avverte le esigenze reali dei cittadini. Il risultato dell’intenso mese che ci apprestiamo a vivere servirà da supporto a un documento, con le richieste e le proposte dei nisseni, che andremo a consegnare al prefetto a fine ottobre”. È venuto al mondo in via Salvo D’Acquisto. A bordo in un’ambulanza del “118”. Il protagonista è un bebè marocchino, nato ieri pomeriggio durante il tragitto dall’abitazione dei genitori in via Calamita, una traversa di via Alighieri nel quartiere San Francesco, all’ospedale Sant’Elia. Ma il parto naturale da parte della madre di 25 anni era perfettamente riuscito sull’ambulanza “Charlie 3” grazie all’assistenza dei soccorritori Calogera Tumminelli e Ignazio Michele Cammarata, che sono stati costretti a lasciare l’ambulanza in un vicolo per raggiungere a piedi con la sedia la puerpera che era pronta per dare alla luce il suo secondo maschietto. Tempistivi i soccorsi che sono stati coordinati dalla sala operativa del “118”, dove la telefonata è arrivata alle 14.18, orario in cui il piccolo ha iniziato a recalcitrare. È una delle tante storie a lieto fine che arrivano dal servizio di emergenza sanitaria del “118”, che quotidianamente affronta casi delicati. Anche in questa occasione, il perfetto coordinamento degli operatori della centrale e la professionialità dei soccorritori è stato decisivo. VALERIO MARTINES LINO LACAGNINA L’EMERGENZA AL TRIBUNALE PENALE. Il presidente Dall’Acqua: «Manca anche personale» «Tanti giudici non vogliono trasferirsi» GLI IMPRENDITORI FABIO E LUIGI LIPANI Non avevano denunciato le estorsioni perché temevano le ritorsioni del clan Hanno ammesso di non avere rivelato i problemi avuti con Cosa nostra i due imprenditori nisseni Luigi e Fabio Lipani, perché temevano ritorsioni in quanto i mafiosi che li avrebbero vessati sarebbero tornati presto in libertà. I due Lipani hanno risposto alle domande delle parti nel corso dell’udienza preliminare che li vede imputati assieme ad altre cinque imprenditori per avere reso false dichiarazioni ai magistrati della procura nel corso dell’inchiesta antimafia “Redde rationem” su una serie di estorsioni commesse da Cosa Nostra in città. Secondo l’accusa diversi imprenditori avrebbero mentito sul fatto di avere subito estorsioni, minacce, danneggiamenti ed altre vessazioni dagli emissari di Cosa Nostra nissena, raccontando di non avere mai avuto problemi con la criminalità organizzata. Terminata l’audizione dei due Lipani, assistiti dall’avvocato Danilo Tipo, uno degli imprenditori imputati, Settimo Armetta - difeso dall’avvocato Salvatore Vizzini - ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Assieme ai Lipani e ad Armetta sono imputati anche gli imprenditori Salvatore Tumminelli, Giuseppe Michele Pastorello, Antonino Paponelli e Gualtiero Riggio. Il collegio di difesa è formato dagli avvocati Salvatore Daniele, Davide Anzalone, Salvatore Caruso, Walter Tesauro, Danilo Tipo e Salvatore Vizzini. A dicembre il giudice per le udienze preliminari David Salvucci ascolterà le conclusioni del pm Stefano Luciani e dei difensori e poi farà conoscere la propria decisione. V. P. Una situazione poco felice quella del Tribunale di Caltanissetta, con l’organico dei magistrati dimezzato e che costringe i componenti dell’ufficio a lavorare tra mille difficoltà. E le cose non miglioreranno di molto da febbraio 2014, quando arriveranno nuovi magistrati in Tribunale. Questo perché saranno solo sei i giudici freschi vincitori di concorso che prenderanno servizio a Caltanissetta e quindi in Tribunale resteranno comunque scoperti sette posti. Non è certo felice di questo stato di cose il presidente del Tribunale Claudio Dall’Acqua, che ha detto: «Diventa sempre più difficile gestire il lavoro con l’organico dimezzato al 50 per cento. Undici magistrati sono andati via dopo avere chiesto il trasferimento, due posti risultavano già vacanti e quindi dobbiamo affrontare l’intera attività dell’ufficio con tredici magistrati, quando la pianta organica prevede ventisei posti. Purtroppo questa è una sede che non viene scelta da molti colleghi, eccezion fatta per chi vuole restare vicino ai propri luoghi d’origine, ma si tratta di una sparuta minoranza. Per il resto vengono destinati a Caltanissetta i neo vincitori del concorso in magistratura; ed è un peccato che ci sia questa situazione perché Caltanissetta è una delle sedi ideali per lavorare». Ma in tema di giustizia, per ora, piove sem- pre sul bagnato, visto che le difficoltà investono anche il settore dei dipendenti amministrativi: da quindici anni non viene più bandito un concorso per l’assunzione di cancelliere ed altro personale. Il risultato? I dipendenti che raggiungono gli anni di servizio previsti dalla legge vanno in pensione e non vengono sostituiti e quindi anche il lavoro d’ufficio viene privato di forze. «Anche questo è un problema con cui dobbiamo convivere - ha aggiunto il presidente del Tribunale - l’attività di ufficio viene rallentata di molto con meno presenze e quindi il servizio giustizia risulta penalizzato». In questa situazione il cittadino può avere fiducia nella giustizia? «Il cittadino - ha risposto il dott. Dall’Acqua - è il fruitore del servizio giustizia ed è legittima l’aspirazione, perché è un diritto fondamentale, ad avere un servizio che funzioni bene. Il settore giustizia deve assicurare una trattazione efficiente dei processi con tempi più rapidi possibile di definizione. In ambito civile si è cominciato a cercare di velocizzare alcune pratiche grazie all’avvio dei servizi telematici. Purtroppo quello delle carenze degli organici dei magistrati è un problema che non viene preso in considerazione nella giusta misura, io personalmente ho segnalato la questione diverse volte, ma la situazione non si sblocca». VINCENZO PANE L’A P P E L L O «ACCELERARE PER I LAVORI IN CORSO V. EMANUELE» I l sindaco Michele Campisi ritiene che si sia perduto troppo tempo per l’inizio dei lavori di ripavimentazione del tratto del corso Vittorio Emanuele compreso tra la piazza Garibaldi e la via Francesco Crispi più volte rinviato e non vuole più aspettare. I lavori avrebbero dovuto iniziare entro giorno 10, ma non sarà possibile perché all’impresa che se li è aggiudicati non è stato ancora rilasciato il certificato antimafia per cui non può essere stipulato il contratto di appalto. L’impresa è la Sa. Co. Rest srl di Agrigento che si è aggiudicati i lavori con il ribasso del 29,8723 per cento sull’importo a base d’asta di 554.994,61 euro. Ieri Campisi ha sollecitato il rilascio LUIGI SCIVOLI del certificato antimafia, e comunque il pronunciamento sulla richiesta di rilascio del certificato, per potere andare avanti. “Perché – ha detto – dall’aggiudicazione della gara sono trascorsi 3 mesi e ancora i lavori non possono essere iniziati”. Ha quindi aggiunto che non appena si potrà stipulare il contratto di appalto “i lavori saranno immediatamente iniziati senza ulteriori differimenti”. In pratica il sindaco è contro ogni ulteriore rinvio ma è anche contro l’interruzione e quindi contro l’esecuzione in due fasi dei lavori. “Non appena possibile – ha detto – i lavori saranno inizia- ti e proseguiti senza interruzioni. Chiederemo all’impresa di lavorare anche nei giorni di sabato e comunque di accelerare al massimo i lavori”. E’ poi stato più chiaro: “Non è concepibile – ha aggiunto - iniziare i lavori e poi sospenderli perché c’è un evento da rispettare, per riprenderli successivamente; non è concepibile perché gli eventi sono uno dopo l’altro, c’è uno ogni mese, per cui è meglio uscircene al più presto nell’interesse di tutti”. Il discorso è rivolto soprattutto ai commercianti di corso Vittorio Emanuele che hanno concordato la sospensione dei lavori per il mese di dicembre in concomitanza con il Natale e di gennaio che è periodo di sconti”. Arrestato per evasione dagli arresti domiciliari va. ma.) Non doveva allontanarsi dalla sua abitazione, dov’era sottoposto alla detenzione domiciliare, e invece i carabinieri lo hanno trovato fuori a passeggiare. È stato arrestato per evasione il disoccupato nisseno Gianluca Borbone (nella foto), 35 anni e con precedenti per droga, arrestato dai carabinieri a Palermo che lunedì pomeriggio lo hanno sorpreso a spasso in via Rocky Marciano, nel quartiere Zen. Borbone, che non era autorizzato ad uscire, è stato trattenuto in camera di sicurezza e ieri il giudice ha convalidato l’arresto riammettendolo agli arresti domiciliari.