REGOLAMENTAZIONE DEI PREZZI Come fissare i prezzi di un
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REGOLAMENTAZIONE DEI PREZZI Come fissare i prezzi di un
REGOLAMENTAZIONE DEI PREZZI Come fissare i prezzi di un monopolista regolamentato? Informazione perfetta su q(p) e C(q) Le tariffe ottime sono quelle che massimizzano il benessere sociale Punto di vista dell’efficienza: massimizzazione del surplus aggregato Considerazioni di carattere equitativo possono essere introdotte in un secondo momento (Si può distinguere il piano dell’efficienza da quello dell’equità se è possibile redistribuire la ricchezza senza costi o distorsioni. Se vi Benessere sociale sono distorsioni e se vi sono obiettivi equitativi la massimizzazione Il benessere individuale è misurato dal surplus del consumatore S h(p̄) = +∞ p̄ q(p)dp Se il benessere aggregato è misurato dal surplus aggregato, S(p) = S h(p) del surplus non comporta la massimizzazione del benesere sociale; efficienza ed equità vanno valutate congiuntamente) Anche i profitti Π fanno parte del benessere sociale, ma hanno un peso minore (equità) La funzione del benessere sociale è S(p) + αΠ h non si tiene conto della distribuzione della ricchezza, ma soltanto dell’ammontare complessivo del surplus del consumatore con 0 < α < 1 1 Tariffe ottime con trasferimenti monetari al monopolista Entrate del monopolista: – sussidio dello stato – ricavi dalle vendite 2 Il problema del regolamentatore è trovare un prezzo ed un sussidio (p, T ) che massimizzano il benessere sociale e realizzano il pareggio di bilancio del monopolista max S(p) − T + αΠ p,T s. a Consideriamo 2 casi • sussidio finanziato dallo stato con strumenti non distorsivi p · q − C(q) + T ≥ 0 Poiché α < 1 nella soluzione il vincolo è operante, Π = 0 Tariffa ottima è quella che eguaglia il prezzo al costo marginale (marginal cost pricing) • sussidio finanziato con imposte distorsive p∗ = C (q) Caso di finanziamento non distorsivo Soluzione di first-best (vedi grafico) Il sussidio T riduce il benessere sociale ed entra in Π Con piú beni Π = p · q − C(q) + T 3 p∗i = ∂C(q) ∂qi i = 1, 2, . . . n 4 Caso di finanziamento con imposte distorsive Poiché il vincolo è operante il problema diventa max S(p) + (1 + λ)[p · q(p) − C(q(p))] p Le risorse necessarie per finanziare il sussidio T sono maggiori del sussidio p − C (q) λ 1 = >0 p 1+λ λ > 0 : costo del finanziamento pubblico (1 + λ)T : costo totale del sussidio Per semplicità poniamo α = 1 cosı́ il benessere sociale diventa S(p) − (1 + λ)T + Π = = S(p) + p · q(p) − C(q(p)) − λT Il prezzo è superiore al costo marginale, non è un risultato di first-best Il margine del prezzo è maggiore quando – il costo del fin. pubblico è piú alto – l’elasticità della domanda è piú bassa Come coprire i costi del monopolista? Si può agire su p e T . Il problema del regolamentatore max S(p) − (1 + λ)T + Π p,T s. a La tariffa ottima è Si preferisce distorcere i prezzi se λ è alto ed è basso; viceversa, si preferisce aumentare i sussidi p · q − C(q) + T ≥ 0 5 Tariffe ottime senza trasferimenti monetari al monopolista I governi, in genere, non danno sussidi ai monopolisti I sussidi riducono gli incentivi al raggiungimento dell’efficienza e sono oggetto di attività di rent seeking e corruzione Il monopolista deve coprire i costi soltanto con i ricavi. Con 1 solo bene, il regolatore fissa i prezzi pari al costo medio Con piú beni, la discriminazione di prezzo consente di finanziare il monopolista senza eccessive distorsioni e perdite di benessere sociale. 6 Tariffe lineari Semplice caso di un monopolista che produce un bene venduto su due mercati distinti (a due diverse categorie di utenti, es. E.E. utenza residenziale, utenza industriale) Oppure, monopolista multiprodotto. Il monopolista può usare solo tariffe lineari Se il monopolista fissa i prezzi pari ai costi marginali, pi = ∂C(q)/∂qi, fa perdite poiché Π = i[∂C(q)/∂qi]qi(1 − σ(q)) e con economie di scala, σ(q) > 1 Per coprire anche i costi fissi, il monopolista deve applicare un margine di prezzo positivo ai costi marginali (es., grafico 1 bene) Con piú beni, i costi sono Il tipo di discriminazione dipende dalla possibilità di trattare diversamente categorie diverse di utenti e dalla disponibilità di tariffe lineari o di tariffe non lineari 7 C(q) = F + c1q1 + c2q2 come si fissano i mark-up? Come si ripartiscono i costi fissi, F , tra i vari beni? 8 Principio dei Costi Pienamente Distribuiti (Fully Distributed Costs) Queste regole di tariffazione non sono efficienti Esempio grafico, fig. 2.8, formula (b’) fi : quota dei costi fissi da far ricadere sul bene i, con i fi = 1 La tariffa ottima è quella che massimizza il benessere sociale e consente al monopolista di coprire i costi con i ricavi I prezzi che garantiscono Π = 0 sono dati da max S(p) + α[p · q − C(q)] fF pi = ci + i qi p1 ,p2 s. a Le quote fi possono essere fissate in base a vari criteri: a) in proporzione ai ricavi di ciascun mercato b) in proporzione alle quantità vendute c) in proporzione ai ‘costi attribuibili’, fi/fj = ciqi/cj qj Questi criteri conducono ai seguenti mark-up a’) (pi − ci)/pi = (pj − cj )/pj b’) pi − ci = pj − cj c’) (pi − ci)/ci = (pj − cj )/cj p · q − C(q) ≥ 0 Problema simile a quello con sussidi non distorsivi, ma con un vincolo in piú, T = 0. La soluzione non è di first-best Poiché il vincolo è operante il problema diventa max S(p) p1 ,p2 p · q(p) − C(q(p)) = 0 s. a Supponendo che le domande siano indipendenti, la soluzione è data da 9 10 Prezzi di Ramsey Tariffe ottimali con finalità redistributive λ−1 1 pi − ∂C(q)/∂qi = >0 pi λ i perché λ > 1 (λ è il moltiplicatore di Lagrange) Il prezzo di Ramsey è superiore al costo marginale. Il margine è diverso per i diversi beni e dipende inversamente dall’elasticità della domanda I prezzi di Ramsey sono in contrasto con i criteri di equità. I beni di prima necessità hanno una domanda rigida, quindi un margine piú alto, mentre i beni di lusso hanno una domanda elastica, quindi un margine piú basso Se introduciamo esplicitamente finalità redistributive come si modificano i prezzi di Ramsey? Nuova funzione del benessere sociale W (S 1, . . . S H ) Il problema del regolatore è max W (S 1, . . . S H ) p1 ,p2 s. a p · q − C(q) ≥ 0 Caso di domande indipendenti Prezzi di Ramsey con finalità redistributive ⎛ ⎜λ − (Con domande interdipendenti le formule di Ramsey comprendono anche le elasticità incrociate) 11 pi − ∂C(q)/∂qi =⎜ ⎝ pi ⎞ h H h qi β 1 h=1 q̄i ⎟ ⎟ >0 ⎠ λ i 12 La formula è simile a quella dei prezzi di Ramsey, ma con un’importante correzione. dove β h = ∂W/∂S h è il peso attribuito al consumatore h nella funzione del benessere so ciale, e h β h = 1, q̄i = h qih/H è la quantità media del bene i Se il bene i viene consumato in misura superiore alla media da individui con un elevato β h (ad es. poveri) il prezzo del bene è inferiore a quello di Ramsey (ad es. un prezzo basso anche con domanda rigida) Se qi = q̄i si torna ai prezzi di Ramsey. Non è possibile perseguire finalità redistributive con la politica tariffaria se tutti consumano la stessa quantità del bene 13 Tariffe non lineari Si pone Il monopolista può applicare prezzi diversi per unità dello stesso bene acquistate da uno stesso individuo (es. sconti o premi) Tariffe in due parti E = F/H e p=c Il canone copre i costi fissi e il prezzo uniforme copre i costi variabili Se S h(c) ≥ E/H per ogni h, ogni consumatore acquista il bene e il risultato è di first-best Se invece S h(c) < E/H, il consumatore h non acquista il bene – tariffa non efficiente E(q) = E + pq E : canone fisso pq : parte variabile con prezzo uniforme Trade-off tra canone e prezzo (Reinterpretazione. M ofre 2 beni: A, un bene indivisibile ‘accesso Il prezzo medio è al servizio’ e il servizio q. I prezzi sono E e p. La tariffa ottima in E q Il prezzo medio tende a p due parti è la tariffa di Ramsey per i due beni. Se la domanda di p+ A è elastica E < F/H e p > c, cioè minore il canone e maggiore il mark-up. Se la domanda di A è perfettamente rigida si ha E = F/H e p = c. ) Una tariffa in due parti può essere efficiente Esempio. C(q) = F + cq H : numero consumatori 14 Alternativa: canone differenziato per categorie di utenti se la disponibilità a pagare è ‘osservabile’ 15 Tariffe in piú parti E1 + p1q, E(q) = ⎧ ⎪ E1 + p1q se q ≤ q̄1 ⎪ ⎪ ⎪ ⎨ E + (p − p )q̄ + p q se q̄1 < q ≤ q̄2 1 1 2 1 2 = . . . ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎩ E + K−2(p − p 1 k+1 )q̄k + pK q se q > q̄K−1 k=1 k Una tariffa in piú parti equivale a proporre un menù di K tariffe a due parti Ek + pk q, k = 1, . . . K, tra le quali il consumatore può scegliere liberamente Esempio (K = 2) con E2 = E1 + (p1 − p2)q̄1 Il canone è crescente, E2 > E1, mentre il prezzo marginale è decrescente, p2 < p1 (grafico 2.10) Una tariffa in più parti è superiore dal punto di vista paretiano ad un tariffa lineare con E1 > 0 e p1 > p2 > · · · > pK E(q) = E2 + p2q, E1 + p1q se q ≤ q̄1 E1 + (p1 − p2)q̄1 + p2q se q > q̄1 Ciò equivale alla scelta tra Esempio.(Grafico 2.11) 2 consumatori, q 1(p) < q 2(p). Non si applicano tariffe personalizzate Situazione iniziale: prezzo lineare p1; q̄ = q 2(p1). Tariffa in piú parti (menù di tariffe in 2 parti) E1 + p1q, E2 + p2q, con E1 = 0 Consumatore 1 sceglie p1q Consumatore 2 sceglie E2 + p2q Miglioramento paretiano 16 17 Tariffa ottima in piú parti Confronto tra Tariffa in 2 parti, E + cq Tariffa in piú parti, E1 + p1q, È un problema di discriminazione di prezzo con informazione nascosta E2 + p2q Se si passa da un prezzo lineare ad una tariffa in 2 parti (E + cq), aumenta il surplus aggregato, ma vi è una redistribuzione di benessere (+C1C2). Non è attuabile con il consenso di tutti Una tariffa in piú parti consente di ottenere un miglioramento paretiano. Quindi, è attuabile con il consenso unanime di consumatori e monopolista Due tipi di consumatori, S 1(p) < S 2(p) Il monopolista offre un menù composto da 2 tariffe a due parti, Ek + pk q, k = 1, 2 Ogni tariffa in 2 parti è disegnata specificamente per un tipo di consumatore Il problema del regolatore è max E1 ,E2 ,p1 ,p2 S 1(p1) + S 2(p2) − E1 − E2 soggetto a E1 + E2 + p1q1 + p2q2 − C(q1 + q2) − F = 0 La tariffa in piú parti è ‘superiore’ perché consente di aumentare la quantità dei consumatori con domanda alta senza ridurre né la loro spesa né quella dei consumatori con domanda bassa 18 S 1(p1) − E1 S 2(p2) − E2 S 1(p1) − E1 S 2(p2) − E2 ≥ S 1(p2) − E2 ≥ S 2(p1) − E1 ≥0 ≥0 (1) (2) (3) (4) 19 (1) e (2) sono i vincoli di compatibilità degli incentivi (autoselezione) (3) e (4) sono i vincoli di partecipazione Conclusioni Le tariffe ottime • sono differenziate tra bene e bene in base alla elasticità della domanda e ai costi marginali Vi sono 2 possibili soluzioni i) Un’unica tariffa in 2 parti, E1 = E2, p1 = p2 ii) Una tariffa in piú parti con le seguenti caratteristiche: E1 = S 1(p1), E2 = E1 + [S 2(c) − S 2(p1)], p2 = c E1 + E2 + (p1 − c)q1 = F (Vedi grafico 2.12) Il consumatore 2 consuma una quantità efficiente, poiché p2 = c (e ha un surplus positivo) Il consumatore 1 paga un canone pari al suo surplus e consuma una quantità inefficiente, poiché p1 = c 20 Come si è visto, in base a criteri di efficienza non c’è alcuna giustificazione all’uniformità dei prezzi (Tendenza recente ad avvicinare prezzi marginali a costi marginali) Giustificazioni a sostegno dell’uniformità delle tariffe Equità I servizi pubblici (gas, luce, acqua, trasporti...) sono beni il cui consumo deve essere garantito indipendentemente dal reddito e dalla collocazione geografica (merit goods). Non si può raggiungere tale obiettivo con trasferimenti monetari, ma soltanto mantenendo delle tariffe uniformi (e basse). Semplificazione Uniformità consente di ridurre al minimo i costi informativi 22 • sono differenziate tra diverse categorie di utenti in base a caratteristiche della domanda • sono tariffe che hanno un canone fisso e sconti legati alla quantità Nella realtà le tariffe sono uniformi per garantire un accesso al servizio a condizioni uniformi a tutti i cittadini. Ad esempio, uniformità rispetto alla localizzazione geografica (stesse tariffe EE su tutto il territorio, sussidi incrociati) Trasporti: prezzi commisurati alla distanza e non al numero di passeggeri 21