Portogruarese - Assessorato al Turismo della Provincia di Venezia
by user
Comments
Transcript
Portogruarese - Assessorato al Turismo della Provincia di Venezia
i ta 1 lia no d eut s ch Itinerario/Rundfahrt Portogruarese Veneto Orientale OSTVENETIEN CAORLE ERACLEA TORRE DI MOSTO CEGGIA S. STINO DI LIVENZA CONCORDIA SAGITTARIA PORTOGRUARO ANNONE VENETO PRAMAGGIORE CINTO CAOMAGGIORE GRUARO TEGLIO VENETO FOSSALTA DI PORTOGRUARO S. MICHELE AL TAGLIAMENTO 1 Itinerario/Rundfahrt Portogruarese Veneto Orientale OSTVENETIEN CAORLE TORRE DI MOSTO S. STINO DI LIVENZA CONCORDIA SAGITTARIA PORTOGRUARO ANNONE VENETO PRAMAGGIORE CINTO CAOMAGGIORE GRUARO TEGLIO VENETO FOSSALTA DI PORTOGRUARO S. MICHELE AL TAGLIAMENTO L’offerta di ospitalità del Veneto è fatta Das touristische Angebot di proposte famose, che ne fanno un polo di attrazione turistica tra i più ricercati al mondo e che nel 2006 ha superato i 60 milioni di pernottamenti. Il Veneto è una regione completa, che consente in meno di una giornata di passare da spiagge assolate a montagne bellissime come le Dolomiti; da città d’arte straordinarie ad aree naturalistiche incontaminate, la più grande delle quali è il Delta del Po; dal lago di Garda al bacino termale dei Colli Euganei, il più grande d’Europa. Ma dietro ciascuna di queste proposte di vacanza e soggiorno c’è la sicurezza di una popolazione sempre ospitale e di una serie incredibile di centri e località, che sono “minori” per dimensioni, ma non per merito: da città murate a pievi e castelli, da paesi incastonati in ambienti unici a siti museali che raccolgono la storia di un territorio in cui viveva l’uomo paleolitico e dove la civiltà ha iniziato a muovere i suoi passi mille anni prima di Cristo. Qui si è sviluppata la storia delle genti venete e del loro legame con la terra, che ha creato non solo città, ma paesaggi agresti invidiabili e produzioni vinicole e agroalimentari che non temono rivali al mondo. Queste ultime allietano la naturale convivialità della gente e “prendono per la gola” quanti giungono in Veneto provenendo soprattutto da altri Paesi che non dispongono di un retroterra altrettanto variegato e di qualità, fatto di colori, sfumature, gusti, sapori e profumi. Il merito della presente guida, perciò, sta proprio in questo: vuole proporre gli aspetti meno noti del nostro Veneto, di solito trascurati dai grandi circuiti e dalle tradizionali offerte turistiche. Proprio tali aspetti sono, invece, una occasione da cogliere per dare più qualità alle proprie vacanze e ai propri soggiorni. Luca Zaia Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto Venetiens besteht aus berühmten Schwerpunkten, die es zu einem der meistbesuchten Reiseziele der Welt mit über 60 Millionen Übernachtungen im Jahre 2006 macht. Venetien ist eine komplette Urlaubsregion, wo man an demselben Tag von sonnigen Stränden zu wunderschönen Dolomitenbergen, von einzigartigen Kunststädten zu unberührten Naturoasen, vom Gardasee zur Thermalregion der Euganischen Hügel wechseln kann. Doch hinter jedem einzelnen Ferienangebot gibt es die Sicherheit einer immer gastfreundlichen Bevölkerung und einer unglaublichen Reihe von kleineren Zentren und Ortschaften, die nur wegen ihrer Größe, nicht wegen ihres Interesses „klein“ genannt werden dürfen: von den befestigten Städten des Mittelalters bis hin zu den Pfarren und Schlössern; von den Dörfern, die mitten in einzigartigen Landschaften liegen, zu den Musealanlagen, die die Geschichte einer tausendjährigen Zivilisation aufbewahren. Aus dieser Geschichte und ihrer Verbindung zu dem Land sind nicht nur Städte, sondern auch anmutige Agrarlandschaften mit Wein- und Lebensmittelproduktionen entstanden, die auf der Welt ihresgleichen suchen. Diese erheitern die natürliche Tafelfreundlichkeit der Bevölkerung und verführen diejenigen durch den Magen, die zuhause über eine ähnlich mannigfaltige und qualitätsvolle Geschmackspalette aus Farben, Düften und Geschmäcken nicht verfügen. Das Verdienst vorliegenden Führers besteht also gerade darin, daß er die weniger bekannten Aspekte unserer Region vorstellt, die normalerweise von den großen Besucherscharen und den traditionellen Ferienangeboten vernachlässigt werden. Doch gerade diese Aspekte bieten die Chance, seinen Urlaub und seinen Aufenthalt in Venetien qualitätsvoller zu gestalten. Luca Zaia Vizepräsident Region Venetien Con il dinamismo che le ha sempre contraddistinte, le Pro Loco dell’entroterra veneziano hanno colto nel suo aspetto più innovativo la strategia che la Provincia ha da tempo indicato per la promozione turistica. Storia, arte, bellezze monumentali ed ambientali, qualità dell’accoglienza ed eccellenze enogastronomiche vengono armonicamente a coniugarsi in un unico itinerario che offre ai turisti più attenti la strada per entrare davvero ‘dentro’ la realtà del territorio. È una identità unica che proprio per questo può trovare il massimo interesse sui mercati internazionali, ma che può anche essere appetibile per un pubblico più vicino che, attratto da mete esotiche, talvolta dimentica di conoscere il contesto nel quale vive. Pieno apprezzamento allora per questi itinerari proposti dalle Pro Loco, protagoniste dell’organizzazione di decine e decine di manifestazioni culturali e folcloristiche nei nostri centri minori, ma sempre attente a spingere il loro sguardo oltre l’interesse locale per dialogare con una realtà internazionale in grado di apprezzare l’identità veneziana. La Provincia di Venezia è lieta di sostenere questo loro sforzo e di poter contare su di un così prezioso e vivace patrimonio di impegno costruttivo radicato nel territorio. Danilo Lunardelli Assessore al Turismo ed alle Pro Loco Provincia di Venezia Mit der Dynamik, die sie schon immer ausgezeichnet hat, haben die Pro-Loco-Fremdenverkehrsvereine des venezianischen Festlands den originellsten Aspekt der Strategie erfaßt, die die Provinz Venedig für die touristische Werbung neulich festgesetzt hat. Geschichte, Kunst, Bauund Landschaftsschönheiten, Qualität in der Unterbringung und kulinarische Spitzenleistungen verbinden sich harmonisch in einem einzigen Gebiet, das den aufmerksameren Besuchern den Weg bietet, um wirklich in die Realität des Landes hinein zu gelangen. Es ist eine allgemeine Identität, die die ganze Provinz verbindet, und gerade deshalb kann sie auf dem internationalen Markt das höchste Interesse wecken, doch sie kann auch für den Teil des Publikums anziehend wirken, das, wenn gleich ganz in der Nähe, oft von exotischen Zielen sich angezogen fühlt und dabei vergißt, das Umland, wo es zuhause ist, näher kennenzulernen. Diese Rundfahrten, die von den Fremdenverkehrsvereinen der Provinz vorgestellt werden, verdienen also unsere ganze Zustimmung. Dieselben Vereine, die die Hauptrolle in der Organisation so vieler Kultur- und Volksveranstaltungen in den kleineren Zentren der Provinz spielen, sind doch immer aufmerksam genug, ihren Blick auch über die Grenze des lokalen Interesses hinaus schweifen zu lassen, um mit internationalen Partnern, die die venezianische Identität insgesamt hochschätzen, Kontakt aufzunehmen. Die Provinz Venedig freut sich also, diesen Versuch der Fremdenverkehrsvereine durch den vorliegenden Führer unterstützen zu können und somit weiterhin auf eine so wertvolle und rege, in das Land so festgeankerte, tätige Mitarbeit hoffen zu dürfen. Danilo Lunardelli Tourismusreferent Provinz Venedig Scoprire e promuovere la nostra storia attraverso la strategia della valorizzazione delle risorse del territorio in cui operano, è una delle peculiarità delle Pro Loco. In questa prospettiva le nuove forme di turismo (balneare, rurale, enogastronomico, religioso, culturale ecc.) possono, senza dubbio, coinvolgere anche le nostre realtà ed essere motivo di sviluppo locale. La stampa di questi itinerari vuole essere un utile strumento per invitare l’ospite a scoprire angoli spesso sconosciuti ma ricchi di storia del territorio Veneziano, attraverso una miriade di manifestazioni, che ogni anno animano le piazze dei nostri paesi. Per realizzare tutto questo, le nostre associazioni, le istituzioni pubbliche, gli operatori economici e la popolazione tutta, si sentono fortemente ed orgogliosamente impegnate nella promozione del proprio territorio per poterlo efficacemente comunicare a quanti vorranno visitare questi luoghi, trovandovi motivo di interesse e piacere. Roberto Masetto Presidente U.N.P.L.I. Pro Loco Veneziane Eine der Besonderheiten der Pro- Loco-Fremdenverkehrsvereine besteht darin, daß sie durch die strategische Neuwertung der Schätze des Landes, in dem sie tätig sind, die Geschichte wiederentdecken und um Land und Sehenswürdigkeiten werben. In dieser Perspektive können die neuen Formen des Tourismus (am Meer, auf dem Lande, Kulinarik-, Religion-, Kulturtourismus, u.a.m.) zweifellos auch die verschiedenen Gebiete unserer Provinz miteinbeziehen und auf lokaler Ebene zu weiterer Entwicklung führen. Die Veröffentlichung dieser Rundfahrten soll auch ein nützliches Mittel werden, um den Gast bei Gelegenheit einer ganzen Reihe von Veranstaltungen, die jedes Jahr die Plätze unserer Dörfer bevölkern, zur Entdeckung oft unbekannter Orte einzuladen, die aber in der Geschichte des venezianischen Festlands wichtig gewesen sind. Um dies alles zu realisieren, fühlen sich unsere Vereine, die Institutionen, Privatunternehmer und die ganze Bevölkerung stolzerweise und stark zur Werbung ihres Gebiets berufen, um es erfolgreich denjenigen mitzuteilen, die diese Gegenden werden besuchen wollen und daran Gefallen und Interesse finden werden. Roberto Masetto Questi itinerari in provincia hanno lo scopo di stimolare i cittadini a conoscere meglio il territorio, e i turisti a visitare i tanti luoghi che, fuori della città di Venezia, meritano di essere visti. Venezia è e resta unica. Ma anche la sua provincia è ricca di storia, di bellezze artistiche, di fascino paesaggistico. Quante cittadine e paesi interessanti sono spesso trascurati o tralasciati negli itinerari di fine settimana, perché poco noti o addirittura sconosciuti, mentre una visita riserverebbe sorprese tanto più piacevoli quanto più inattese. Ecco allora questi itinerari attraverso i centri del Portogruarese, dell’Altinate, del Decumano e della Riviera del Brenta, che hanno la modesta ambizione di mettere cittadini e turisti nella felice condizione di ripensare alla storia di tante realtà della provincia; di cogliere nelle vie, nelle piazze, negli edifici, i segni del loro passato e del loro presente, di godere la bellezza dei paesaggi in cui sono inseriti. Nessuno forse resterà deluso. E’ quanto almeno si spera da parte di chi seguirà questi itinerari in provincia. Präsident U.N.P.L.I. Pro Loco-Fremdenverkehrsvereine Venedig info Diese Rundfahrten in der Provinz haben das Ziel, die Bürger und die Gäste unserer Provinz zu bewegen, dies reizvolle Land näher kennenzulernen und die vielen Ortschaften zu besichtigen, die, obwohl fern von Venedig, einen Besuch verdienen. Venedig ist und bleibt einzigartig. Doch auch ihre Provinz ist reich an Geschichtsereignissen, Kunstschätzen und Landschaftsschönheiten. Wie viele sind nicht die interessanten Städte und Dörfer, die in den Reiserouten der Wochenendausflüge oft vernachlässigt und übersehen werden, weil sie weniger bekannt, wenn nicht sogar unbekannt sind, wo doch ein Besuch voller Überraschungen sein könnte, die umso angenehmer wirken, je unerwarteter sie sind. Darum werden durch diesen kleinen Reiseführer einige Rundfahrten in den Zentren des Decumano, entlang des Flusses Brenta, in der Region von Portogruaro und Altino, zwischen den Flüssen Sile und Piave und in Ostvenetien vorgestellt: sie haben das ehrgeizige Ziel, Bürger und Gäste in die Lage zu setzen, über die Geschichte vieler Ortschaften nachzudenken, in den Straßen, den Plätzen und Gebäuden, die Zeichen der Vergangenheit und der Gegenwart zu entdecken, sowie die Schönheit der Landschaft, worin sie sich befinden, zu genießen. Unsere Hoffnung ist, daß keiner von dem Versuch enttäuscht sein möge. Ambito territoriale di Bibione - Caorle Sede IAT Bibione Viale Maya, 34/39 30020 Bibione (VE) Tel 0431442211 fax 0431439997 info: [email protected] - www.bibioneturismo.it Sede IAT Caorle Calle delle Liburniche, 16 30021 Caorle (VE) Tel 042181085 fax 0421218623 info: [email protected] www.caorleturismo.it UNPLI Venezia, Pro Loco veneziane via Roma, 1 Santa Maria di Sala (VE) tel e fax 041487560 info: [email protected] www.unpli.provincia.venezia.it • www.turismo.provincia.venezia.it 1 BELLUNO TREVISO VERONA VICENZA PADOVA ROVIGO VENEZIA N O S E VENETO ORIENTALE Caorle La Cattedrale dedicata a S. Stefano e il campanile Assomma in sé due caratteristiche invidiabili: quella di essere un antico centro lagunare pieno di bellezze e di fascino, e quella di essere anche un rinomato e frequentato centro balneare. Perciò Caorle offre al visitatore e al turista quanto di meglio e più interessante può desiderare. Die Stadt vereinigt zwei beneidenswerte Merkmale in sich: erstens ist sie ein altes Lagunendorf voller Schönheit und Zauber, zweitens ist sie ein bekannter und gutbesuchter Badeort. Deshalb bietet Caorle dem Besucher und dem Touristen all das Beste und Interessanteste, was man sehen und erleben möchte. un po’ di storia ein wenig geschichte La graziosissima cittadina balneare, il cui toponimo per alcuni potrebbe derivare dal latino”caprulae”, come richiamo alle capre che popolavano il territorio (silva caprulana), mentre per altri deriverebbe da Capris, una dea venerata nel luogo, è nata proprio come porto commerciale e militare, verso il 50 a.C., quando la ricca Concordia ne ebbe bisogno per i suoi traffici. Fu quindi importante insediamento romano e ne fa fede il rinvenimento dell’ara funeraria di un marinaio, Batola, e di una lapide del I secolo d.C.. Il suo sviluppo come uno dei centri lagunari più importanti avvenne nel V secolo, in seguito alle immigrazioni delle popolazioni interne, minacciate dalle invasioni barbariche, soprattutto quella longobarda (568). Nel secolo VII Caorle si stacca politicamente da Concordia e diviene anche sede vescovile, acquistando un importante ruolo religioso, testimoniato dalla costruzione del campanile e della cattedrale. Dalla fine del XIII secolo comincia il declino di Caorle, in conseguenza di una devastazione da parte dei triestini e soprattutto dall’espansione politica ed economica di Venezia. Nel 1379 fu saccheggiata dai genovesi durante la guerra di Chioggia, poi, dieci anni più tardi, dall’arcidiacono di Capodistria, infine nel 1412 dagli Ugari. Alla fine del secolo XVII e per tutto il XVIII Caorle visse tempi difficili, che non migliorarono sotto il napoleonico Regno d’Italia, mentre il primo avvio alla rinascita si ebbe durante il Regno LombardoVeneto con la creazione del Consorzio Peschereccio (1854). Dopo la prima guerra mondiale, la ricostruzione fu difficile, ma la tenacia degli abitanti portò il paese a una grande t r a s f o rmazione. Die wunderschöne Stadt am Meer – deren Name in der Meinung vieler Forscher aus dem Lateinischen „caprulae“ (eigentlich „silva caprulana“ als Hinweis auf die vielen Ziegen, die die Gegend bewohnten) stammen sollte, während andere behaupten, er stamme aus dem Namen der hier verehrten Göttin Capris – entstand um 50 v.Ch. genau als Handels- und Militärhafen, als die reiche Stadt Concordia einen Hafen für ihre Händel benötigte. Caorle wurde dann zu einem wichtigen römischen Stützpunkt, was die Entdeckung der Grabstele eines Matrosen, Batola, und eines Grabsteins aus dem 1. Jh. n.Ch. bezeugt. Ihre größte Entwicklung als eine der wichtigsten Lagunenstädte erlebte Caorle im 5. Jh. infolge der Flucht der römischen Bevölkerung aus dem Festland, die von der Völkerwanderung und insbesondere durch die Langobarden (568) bedroht waren. Im 7. Jh. trennte sich Caorle politisch von Concordia und wurde Bischofssitz, wobei es eine wichtige religiöse Rolle annahm, wie der Bau des Glockenturms und der Kathedrale bezeugt. Ende des 13. Jh. begann der Niedergang von Caorle, als Truppen aus Triest die Stadt zerstörten und vor allem als Venedig politisch und wirtschaftlich aufblühte. 1379 wurde es während des Kriegs von Chioggia von den Genuesern, dann, etwa 10 Jahre später, von dem Heer des Erzdiakons von Kapodistrien, schließlich 1412 von den Ungarn ausgeplündert. Am Ende des 17. und während des ganzen 18. Jh. erlebte Caorle sehr schwierige Zeiten, die mit dem napoleonischen Königreich Italien nicht besser wurden; der Anfang der Wiedergeburt von Caorle geschah 2 Die Kathedrale Santo Stefano mit dem Glockenturm VENETO ORIENTALE Caorle Veduta aerea con in primo piano il Canale dell‘Orologio da visitare Mentre gli altri centri balneari sono noti quasi esclusivamente per il loro volto moderno, per la ricettività alberghiera e per la capacità di soddisfare il turismo di massa, Caorle invece, oltre a saper soddisfare queste esigenze, presenta un suo caratteristico e invitante centro storico. In esso sono ben conservate e rispettate molte vestigia del passato. Iniziamo la nostra visita inserendoci nel centro storico, compreso tra il porticciolo interno e la riva del mare. Imbocchiamo l’unica grande via, il Rio Terrà, così detto perché interramento di un originario canale interno: le caratteristiche costruzioni sono addossate le une alle altre, in un intrico serrato di calli e campielli. È particolarmente suggestiva la “cae longa” (calle lunga), che attraversa tutto il nucleo antico, fino ad aprirsi nel campo della chiesa, dove dominano sovrani il campanile e la bellissima Cattedrale. Dedicata a Santo Stefano, protomartire, è stata consacrata nel 1038 ed eretta sul sedimento d’una basilica tardocarolingia. La facciata è tripartita da lesene, col portale centrale fiancheggiato da due bassorilievi bizantini del secolo X raffiguranti S. Guglielmo da Tolosa e S. Agatonico. Da segnalare le nicchie a doppia ghiera che animano l’abside e gli oculi-rosoni, e l’elegante coronamento gotico. All’interno notiamo la doppia fila di pilastri alternati da colonne, con capitelli bizantini diversi, che accentua l’armoniosità della semplice copertura a capriate: tutto l’interno è del resto solenne e austero nelle sue tre navate. Le colonne sostengono capitelli diversi e simmetricamente distribuiti: corinzi i primi due e gli ultimi, cubici con spigoli inferiori a triangolo sferico i terzi e i quarti. È tutta una raffinata decorazione, che scandisce il percorso verso l’altare e soprattutto alla serena bellezza dell’abside, i cui fregi sono riconducibili al secolo XVI. Il patrimonio artistico della Cattedrale è ricchissimo: sull’altare maggiore, sovrastato da un grande crocifisso ligneo del secolo XV, spicca la famosa Pala d’Oro, composta di sei formelle bizantine d’argento dorato, a sbalzo, del XII e XIII secolo e altre di oreficeria veneziana während des Lombardo-Venetischen Königreichs mit der Gründung des Fischerkonsortium (Consorzio Peschereccio – 1854). Nach dem ersten Weltkrieg war der Wiederaufbau sehr schwierig, aber der Eigensinn der Einwohner führte eine grundlegende Verwandlung der Stadt herbei. 3 sehenswürdigkeiten Während andere Badeorte fast ausschließlich wegen ihres modernen Gesichts, der Unterkunftsmöglichkeiten oder wegen ihrer Fähigkeit, Massentourismus leicht zu bewältigen, bekannt sind, besitzt Caorle nicht nur diese Merkmale, sondern zeigt ihr typisches, einladendes Altzentrum. Dort sind viele Spuren der Vergangenheit gut gepflegt und aufgehoben. Wir beginnen unseren Besuch im Altzentrum, zwischen dem kleinen Binnenhafen und dem Meeresufer. Man biegt in die einzige große Straße, Rio Terrà, ein, die so genannt ist, weil sie auf einem zugeschütteten Binnenkanal entstand: die typischen Gebäude sind aneinandergelehnt in einem dichten Gewirre aus Gäßchen und Plätzchen. Besonders beeindruckend ist die Cae Longa (lange Gasse), die das ganze Altzentrum der Stadt durchquert, bis sie in den Platz vor der Kirche mündet; dort herrschen stolz der Glockenturm und die wunderbare Kathedrale. Die Kirche ist dem heiligen Stephan, dem ersten christlichen Märtyrer gewidmet, wurde auf dem Fundament einer älteren spätkarolingischen Basilika gebaut und 1038 eingeweiht. Die Fassade ist durch Lisenen in drei Teile geteilt, das Mittelportal trägt an den Seiten zwei byzantinische Reliefs vom 10. Jh. mit Abbildungen der heiligen Wilhelm von Toulouse und Agatonicus. Nennenswert sind auch die doppelbogigen Nischen, die die Apsis und die Rosetten lebendiger gestalten, sowie die elegante Dachkrönung. Im Inneren bemerkt man die zwei Reihen von Pfeilern, die mit Säulen abwechseln, mit unterschiedlichen byzantinischen Kapitellen, die die Harmonie der einfachen Struktur mit Hängewerk betonen: das ganze Innere ist übrigens mit seinen drei Schiffen prächtig und streng. Die Säulen tragen unterschiedliche und symmetrisch angelegte Kapitelle: korinthisch sind die ersten und die letzten zwei, kubisch mit einem sphärischen Dreieck an den unteren Kanten die zwei Säulen an dritter und vierter Stelle. Das bildet eine einheitliche Verzierung des Inneren, die den Weg hin zum Altar markiert und vor allem zur heiteren Schönheit der Apsis führt, deren Friese vom 16. Jh. stammen. Der Kunstschatz in der Kathedrale ist überaus reich: auf dem Hauptaltar ragt die berühmte goldene Altartafel unterhalb eines großen Kruzifixus aus Holz (15. Jh.), die aus sechs byzantinischen Tafelchen des 12. und 13. Luftansicht der Stadt mit dem Kanal dell’Orologio und im Vordergrund VENETO ORIENTALE Caorle Il centro storico e la Chiesetta dell‘Angelo; sotto, la darsena dell‘Orologio a destra, la spiaggia del secolo XIV. Le due laterali raffigurano l’Arcangelo Gabriele, la Vergine, tre Santi e Gesù in trono. Da osservare sei icone di Apostoli (sec. XIV) della scuola di Paolo Veneziano, a tempera su fondo oro e , sulla conca dell’abside sinistra, la “Madonna in trono”, un affresco del ‘300. Da non trascurare una pila marmorea bizantina, la tela “Gesù che salva S. Pietro dall’affogare” da alcuni attribuita a Tiziano; il gigantesco affresco, del sec. XVI, raffigurante “San Cristoforo”; la tela di Gregorio Lazzarini (1655-1730) “Ultima Cena” e il Battistero di marmo del 1587. Ma è bene fermarsi poi a contemplare, nel pilastro che chiude il presbiterio, un vaso di marmo pario, detto “Idra delle nozze di Cana”, forse di provenienza orientale e di epoca difficilmente precisabile. Usciamo ora dalla Cattedrale per ammirare il monumento più caratteristico e rappresentativo di Caorle: lo splendido campanile di forma cilindrica, del sec. XI, con influssi bizantinoravennati e romanici, alleggerito al centro da una caratteristica loggia. Termina con una cupola conica. La costruzione va ammirata per le sue pregevolissime qualità formali, ma anche perché è il simbolo stesso di Caorle; per la sua originalità e perfetta sintesi di abilità costruttiva e di grande sensibilità formale, ma anche perché intimamente legata alla vita e alla storia di Caorle. Jh. aus vergoldetem, getriebenem Silber und aus weiteren Stücken aus der venezianischen Goldschmiedekunst des 14. Jh. besteht. Auf den beiden Seitenflügel sind der Erzengel Gabriel, die heilige Jungfrau, drei Heilige und ein thronender Jesus abgebildet. Sehenswert sind sechs Ikonen der Apostel (14. Jh.) von der Werkstatt des Paolo Veneziano mit Temperafarbe auf goldenem Hintergrund und, in der Nische der linken Apsis, die thronende Madonna in einem Fresko des 14. Jh. Nicht zu übersehen sind ein byzantinisches marmornes Becken, das Gemälde „Jesus rettet den heiligen Peter vor dem Ertrinken“, das von manchen Tizian zugeschrieben ist; das riesige Fresko des 16. Jh. mit dem heiligen Christophorus; das Gemälde von Gregorio Lazzarini (1655-1730) mit dem „letzten Abendmahl“ und ein marmornes Baptisterium vom Jahr 1587. Es lohnt sich aber auch anzuhalten und am Pfeiler, der das Präsbiterium abschließt, eine Vase aus parischem Marmor zu betrachten, die auch „Idra der Hochzeit zu Cana“ genannt wird und vielleicht aus dem Orient aus einer nicht leicht bestimmbaren Epoche stammt. Am Ausgang der Kathedrale bewundert man das einzigartigste und bekannteste Baudenkmal von Caorle: den wunderschönen zylindrischen Glockenturm aus dem 11. Jh., mit seinen byzantinisch-ravennatischen und romanischen Einflüssen, der durch eine außergewöhnliche Loggia in der Mitte etwas erleichtert wird. Eine kegelförmige Kuppel schließt den schlanken Bau ab. Dieser Bau ist bewundert nicht nur wegen seiner hervorragenden Formmerkmale, sondern auch weil er zugleich 4 Der Strand von Caorle. Unten: der Hafen dell’Orologio. Links: das Stadtzentrum mit der kleinen Kirche dell’Angelo VENETO ORIENTALE Caorle C’è da ammirare la sapiente e raffinata distribuzione delle aperture simmetriche rispetto al continuo loggiato mediano, con sottili e calcolate variazioni e con un perfetto rapporto tra pieni e vuoti, generato da una sensibile ricerca del particolare e della continua variazione dei fregi in mattone. Facciamo ora una visita al Museo parrocchiale, che ha una raccolta ricchissima di paramenti e vasi sacri. Da ammirare due splendidi reliquiari del XIII secolo; una raffinata croce capitolare del 1534 e una serie di ornamenti architettonici appartenenti alla scomparsa chiesa altomedioevale; lastre marmoree, capitelli, sei tavole trecentesche con Apostoli, icone bizantine, oreficerie sacre del XIV-XVII secolo, sculture. Ma ora è un piacere passeggiare per il centro storico e osservare le semplici case dei pescatori, le case con eleganti portici o le tipiche callette dalla caratteristica architettura lagunare. Tutto nel centro storico di Caorle fa godere un passato reso vivo da un intelligente rinnovamento, fatto di rispetto, buongusto e lindore. Infine è da visitare quell’estremo lembo di terra proteso sull’acqua, dove si innalza la Chiesetta dell’Angelo, dedicata inizialmente all’arcangelo Michele, che risalirebbe all’876. Per l’erosione del mare dovette essere rifatta una prima volta nel 1476, una seconda volta nel 1751. il paesaggio Dalla Laguna di Caorle, attraverso le acque interne, si può raggiungere Venezia e Trieste A Caorle il soffice arenile delle due spiagge di Ponente e di Levante è diviso e unito da un antico paese che vive in un dedalo di calli piene di vita e di calore umano. Ogni svolta permette la scoperta improvvisa e inattesa di una piazzetta, di un piccolo locale caratteristico, di un portico originale, di una fontanella artistica, di una bella bottega artigiana. Se poi si costeggia il Canale dell’Orologio, si vede la folla di pescherecci d’ogni forma e dimensione,che rallegrano il paesaggio marino. Ma ora allontaniamoci dalle calli e dai campielli del centro storico e passiamo all’estremità della spiaggia di Levante, oltre la bocca di Falconera. Qui, a una delle foci del Livenza, scopriremo un vero “eden” di acque azzurre, di canneti, di valli affascinanti per la loro purezza e solitudine, che non è desolazione, ma un immergersi nella natura mediante un contatto diretto, che fa trepidare, perché si sente dentro di sé il timore che questo mondo intatto di natura, flora e fauna, venga turbato o peggio inquinato, se non proprio distrutto. Qui si ama il silenzio, il fruscio del vento, i richiami degli uccelli: è un susseguirsi meraviglioso di specchi d’acqua rotti da canneti o da qualche spiazzo erboso o dal dedalo stupendo di canali, dove poi all’improvviso si possono das Symbol von Caorle selbst geworden ist; nicht nur wegen seiner Originalität und vollkommenen Synthese von baulichem Können und großem Gefühl für die Form, sondern auch weil er mit dem Leben und der Geschichte von Caorle verbunden ist. Zu bewundern ist die kluge und raffinierte Ausgewogenheit der symmetrischen Öffnungen im Gegensatz zu dem fortgesetzten mittleren Bogengang, mit den feinen und kalkulierten Abänderungen und dem vollkommenen Gleichgewicht von gefüllten und leeren Massen, die von einer gefühlvollen Suche nach dem Besonderen und nach der beständigen Variation der Friese aus Ziegeln stammt. Wir besuchen nun das Kirchenmuseum, das eine äußerst reiche Sammlung von Paramente und sakralen Behältern besitzt. Bewundernswert sind zwei prächtige Reliquare vom 13. Jh.; ein raffiniertes Kapitelkreuz vom Jahre 1534 und eine Reihe von architektonischen Verzierungen aus der verschwundenen frühmittelalterlichen Kirche; Marmorplatten, Kapitelle, sechs Tafeln mit Aposteln aus dem 14. Jh., byzantinische Ikonen, sakrale Goldschmiedekunst aus dem 14.-17. Jh., Skulpturen. Ein Spaziergang durch das Zentrum ist wirklich ein Genuß, wobei man die einfachen Fischerhäuser, andere Häuser mit eleganten Portiken oder die typischen Gäßchen mit der merkwürdigen Architektur, die an Venedig erinnert, betrachten kann. Alles im Zentrum von Caorle läßt eine Vergangenheit genießen, die durch kluges Renovieren mit Respekt, gutem Geschmack und Reinlichheit wieder lebendig geworden ist. Schließlich sollte man auch die äußerste Landeszunge besichtigen, wo die kleine Kirche des Engels (Chiesetta dell’Angelo) liegt; die Kirche war ursprünglich dem Erzengel Michael gewidmet und geht auf das Jahr 876 zurück. Durch die Meereserosion mußte sie ein erstes Mal 1476, ein zweites Mal 1751 wieder aufgebaut werden. die landschaft In Caorle sind die beiden weichen Strände im Westen und Osten der Stadt durch das Altzentrum, das ein Wirrwarr von Gäßchen voller Leben und menschlicher Wärme umfaßt, getrennt oder vielmehr verbunden. An jedem Winkel entdeckt man plötzlich und unerwartet einen kleinen Platz, ein kleines besonderes Lokal, einen originellen Portikus, einen kunstvollen Kleinbrunnen, das schöne Geschäft eines Handwerkers. Spaziert man dann entlang des Canale dell’Orologio, sieht man die Menge der Fischerboote jeder Form und jeder Größe, die die Seelandschaft bunter machen. 5 Von der Lagune von Caorle aus kann man durch Binnenwasserwege Venedig und Triest erreichen VENETO ORIENTALE Caorle La Laguna di Caorle con i suoi casoni scoprire i casoni, di paglia e argilla. Insomma, è un mondo da scoprire, lontano dal frastuono delle attrezzature balneari, che sembra fuori del tempo, in una dimensione quasi irreale e fantastica. Si può seguire il corso del Livenza, o meglio inoltrarsi nelle antiche località, nei luoghi pescherecci, nelle isole interne della laguna di Caorle, nelle straordinarie oasi della grande palude, rappresentate da Ottava Presa, Castello di Brussa, Cà Cottoni, Brian, Cà Corniani, S. Giorgio di Livenza. L’ambiente ci avvolge d’immenso, perché il paesaggio sa di primitivo, di origini, di angolo intatto, però al tempo stesso ti fa approdare a vecchie osterie dal vino generoso, a canali pescosi e, anche qui, a segni del passato, come la Chiesa di Cottoni o di S. Giorgio di Livenza. Nun aber kann man von den Gassen und den kleinen Plätzen im alten Zentrum der Stadt Abschied nehmen, indem man zur äußersten Spizte des östlichen Strandes, jenseits der Mündung von Falconera geht. Hier, an einer der Mündungen des Flusses Livenza, wird man einen wirklichen Garten Eden mit blauem Wasser, Schilf, zauberhaften Wasserspiegeln, wo Reinheit und Einsamkeit, nicht aber Verwahrlosung herrschen; hier taucht man richtig in die Natur durch einen unmittelbaren Kontakt, der fast beängstigend wirkt, weil man die Sorge in sich fühlt, diese unberührte Naturwelt, diese Pflanzen- und Tierwelt, möge einst gestört, oder schlimmer noch verschmutzt, wenn nicht sogar zerstört werden. Hier liebt man die Stille, das Rauschen des Windes, die Vogelstimmen: es ist eine wunderbare Aneinanderfolge von Wasserspiegeln, die von Schilfufern oder mancher grüner Wiese oder noch von dem wundervollen Labyrinth der Kanäle unterbrochen wird, wo dann plötzlich die sogenannten Casoni, Häuser aus Stroh und Lehm, entdeckt werden können. Kurz, es ist eine ganze Welt, die zu entdecken gilt, fernab vom Getöse der Badeanstalten am Strand, die deswegen fast zeitlos, wie in einer unwirklichen und phantastichen Dimension, wirkt. Man kann den Lauf des Flusses Livenza verfolgen, oder vielleicht besser in den Fischerdörfern, auf den Inseln in der Lagune von Caorle, in den außergewöhnlichen Schutzgebieten der großen Lagune die alten Ortschaften entdecken, wie beispielsweise Ottava Presa, Castello di Brussa, Ca’ Cottoni, Brian, Ca’ Corniani, San Giorgio di Livenza. Die landschaft schließt uns ein, weil sie primitiv, ursprünglich, unberührt ist, aber zugleich führt sie uns zu alten Gaststätten mit schmackhaften Weinen, zu fischreichen Kanälen und, hier wie sonst überall in der Region, zu Stätten der Vergangenheit, wie der Kirche von Cottoni oder der Kirche in San Giorgio di Livenza. 6 Die Lagune von Caorle mit den typischen Casoni VENETO ORIENTALE Torre di Mosto Affresco del soffitto della Chiesa Parrocchiale di C. Cedini (1771) Un grazioso centro, prevalentemente agricoloartigianale, situato alla destra del basso corso del fiume Livenza. Il suo territorio, anticamente attraversato dalla Via Annia, che collegava Roma ad Aquileia, fu importante per la sua posizione strategica e per la navigazione sulla Livenza. Ein schönes Dorf, hautpsächlich mit Landwirtschaftsund Handwerksbetrieben, das am rechten Ufer des niederen Livenza liegt. Sein Gebiet, einst von der Via Annia, die Rom mit Aquileia verband, durchzogen, war wegen seiner strategischen Lage und des Schiffsverkehrs auf dem Livenza von Bedeutung. un po’ di storia ein wenig geschichte La storia di Torre di Mosto è in parte strettamente connessa con quella di Eraclea, che, dopo essere stata anche sede del dogado veneziano, decadde rapidamente a causa dell’impaludamento della laguna. Gli abitanti si trasferirono in gran parte a Venezia. Solo pochi nuclei restarono nel territorio, e uno si ritirò in un’ansa della Livenza, vicino ad una torre costruita dai dogi in difesa di Eraclea. Così la “torre” diede il nome al paese che vi sorse, e che dipese ecclesiasticamente dai vescovi di Cittanova e amministrativamente dal dogado veneziano, dapprima attraverso gastaldi residenti a Cittanova, poi attraverso i podestà di Caorle, infine attraverso un gastaldo scelto tra gli abitanti (1368). Nel 1153 i canonici di S. Salvatore di Venezia fecero innalzare la chiesa e il convento di S. Lorenzo di Boccafossa e nel 1205 sorsero anche la chiesa e il convento benedettino di S. Elena. Torre godette di una certa importanza, perché Venezia rafforzò la torre con un presidio, dotato anche di compiti doganali, per favorire e proteggere la navigazione sulla Livenza, dove avveniva il commercio verso Ceneda, Sacile e Pordenone. La torre fu distrutta nel 1441, quando l’imperatore Sigismondo, in guerra con Venezia, saccheggiò il paese, ma, ad opera della famiglia Mosto, fu ricostruita, così che il nome della casata venne associato a quello della torre, com’è ora. Alla fine del ‘400 la parrocchia passò alla diocesi di Ceneda e nonostante che i conventi fossero stati abbandonati a causa delle inondazioni e della malaria, Torre di Mosto era un centro abbastanza consistente. Dopo la prima guerra mondiale (1915-1918) furono riprese le opere di bonifica. Die Geschichte von Torre di Mosto ist mit der Geschichte von Eraclea teilweise eng verbunden, welches letztere, nachdem es Sitz der venetischen Dogenregierung gewesen war, wegen der Versumpfung der Lagune schnell verfiel. Der Großteil der Bewohner zog nach Venedig. Nur wenige Gruppen blieben auf diesem Gebiet, und eine davon übersiedelte in eine Biegung des Livenza in der Nähe eines Turms, der von den Dogen zur Verteidigung von Eraclea gebaut worden war. So gab der Turm (it. Torre) dem entstehenden Dorf seinen Namen. Am Anfang gehörte das Dorf kirchlich den Bischöfen von Cittanova, während es amtlich von der venezianischen Dogenregierung zunächst durch einen Gastalden, der in Cittanova residierte, dann durch den Hauptmann von Caorle, schließlich (1368) durch einen Gastalden, der von den Einwohnern gewählt war, verwaltet wurde. Im Jahre 1153 ließ das Kloster San Salvatore in Venedig eine Kirche und ein Kloster zu Ehren von San Lorenzo di Boccafossa errichten, und 1205 entstanden noch eine Kirche und ein Benediktinerkloster mit dem Namen Sant’Elena. Torre war lange Zeit sehr wichtig, weil Venedig hier den Turm mit einer Garnison verstärkte, die zugleich als Zollamt diente und den Schiffsverkehr auf dem Livenza, wo der Handel nach Ceneda, Sacile und Pordenone betrieben wurde, schützte und förderte. Der Turm wurde 1441 zerstört, als der Kaiser Sigismund während des Kriegs gegen Venedig, die Stadt ausplünderte; er wurde aber kurz danach von der Familie Mosto wieder aufgebaut, so daß der Name des Adelsfamilie seitdem mit dem Namen des Turms, so wie es noch heute ist, verbunden wurde. Ab Ende des 15. Jh. gehörte die Stadt der Diözese von Ceneda, und obwohl die Klöster infolge der Überflutungen und der Malariaepidemien verlassen worden waren, blieb Torre di Mosto ein ziemlich bedeutendes Zentrum. Nach dem ersten Weltkrieg (1915-1918) erlebte die Stadt mit der Trockenlegung breiter Agrarflächen eine Wiedergeburt. da visitare Torre di Mosto aveva due importanti complessi: la Chiesa e il Convento di San Lorenzo di Boccafossa (1153) e la Chiesa e il Convento benedettino di Sant’Elena, che, abbandonati dopo i saccheggi e le inondazioni, decaddero. Degli antichi monumenti rimane la Chiesa Parrocchiale, ricostruita dopo l’invasione del 1411, più volte restau- sehenswürdigkeiten Torre di Mosto hatte zwei wichtige Anlagen: die Kirche und Kloster San Lorenzo di Boccafossa (1153) und die Kirche und Benediktinerkloster Sant’Elena. Nach zahlreichen Überflutungen und Ausplünderungen verfielen beide 7 Fresko von C. Cedini (1771) in dem Gewölbe der Pfarrkirche VENETO ORIENTALE Torre di Mosto rata. Infatti l’attuale facciata risale al 1608 e con questo restauro ne fu prolungata anche la navata. L’interno merita una visita attenta per vedere bene l’affresco del soffitto, opera notevole di Costantino Cedini, che nel 1771 dipinse la Glorificazione di San Martino. Ma sono da vedere anche, dello stesso Cedini, le Tele del coro, in cui sono rappresentate L’ultima Cena e La Consegna delle Chiavi a San Pietro. Non si devono infine trascurare, perché di grande interesse, la Pala di Sant’Antonio Abate, da assegnare al XVII secolo, e la Pala di San Martino, senza poi dimenticare il coperchio del fonte battesimale, che è senz’altro di buona fattura. Ma dopo aver visitato la Chiesa, non si può non percorrere in tranquillità il paese, per coglierne la fresca vitalità: conoscere la sua realtà agricola, ma anche la consistenza del suo sviluppo artigianale, industriale e turistico. Ecco allora che si impone una visita al Museo della Civilta’ Contadina di Boccafossa e alle aziende agrituristiche. Torre di Mosto è attiva anche nella valorizzazione del suo patrimonio naturalistico, attraverso l’istituzione di parchi a destinazione ricreativa e sportiva e attraverso interessanti e piacevoli itinerari fluviali, con i quali giustamente viene valorizzata la bellezza del suo fiume, la Livenza. il paesaggio Il territorio di Torre di Mosto è soprattutto dominato dalla presenza essenziale della Livenza. Infatti il fiume crea nel suo corso, quasi sempre placido e ricco d’acqua, delle particolari condizioni morfologiche, con depressioni, anse piacevoli e meandri di grande bellezza. Inoltre a destra e a sinistra del suo corso, il fiume delimita due settori della pianura, diversi per le caratteristiche della rete idrografica. Ciò rende il paesaggio circostante sempre nuovo e vario, facendo scoprire luoghi che offrono, con la loro bellezza, soprattutto pace e silenzio, tra acqua, verde e cielo. Il fiume Livenza a Torre di Mosto Anlagen. Von den alten Gebäuden bleibt die Pfarrkirche, die nach der Invasion von 1411 wiederaufgebaut und mehrmals restauriert wurde. Die heutige Fassade wurde 1608 errichtet, und bei dieser Restauration wurde auch das Schiff verlängert. Das Innere verdient eine aufmerksame Besichtigung, um das Fresko an der Decke, ein bedeutendes Werk von Costantino Cedini, der hier 1771 die Glorifizierung des heiligen Martin malte, gut zu beobachten. Sehenswert sind außerdem die Gemälde am Chor von Cedini, mit Darstellungen vom Letzten Abendmahl und der Übergabe der Himmelsschlüssel an Petrus. Nicht zu übersehen sind die Altarbilder mit dem heiligen Abt Anton (17. Jh.) und dem heiligen Martin, sowie der gutgefertigte Deckel auf dem Taufbecken. Nach dem Besuch der Kirche kann man in dem Dorf ruhig spazierengehen, um dessen frische Lebendigkeit zu erfahren: seine bäuerliche Identität, aber auch seine Entwicklung in den Bereichen Handwerk, Industrie und Fremdenverkehr kennenlernen. So kann man beispielsweise das Museum der bäuerlichen Zivilisation in Boccafossa oder agritouristiche Betriebe besichtigen. Torre di Mosto ist übrigens auch in der Valorisierung seiner Naturschätze tätig durch die Gründung neuer Pärke für Sport- und Freizeitaktivitäten und durch das Anlegen von interessanten und gemütlichen Flußwegen, womit die Schöhneit seines Flusses, des Livenza, zu Recht betont wird. 8 die landschaft Die Gegend von Torre di Mosto ist vor allem durch die vorherrschende Präsenz des Livenza beeinflußt. Der Fluß ruft nämlich auf seinem fast immer ruhigen und wasserreichen Lauf besondere morphologische Bedingungen, mit Niederungen, reizende Biegungen und Kurven von großer Schönheit hervor. Außerdem befinden sich rechts und links des Flusses zwei ganz verschiedene Landschaftsbilder, deren hydrographische Netze ganz unterschiedlich sind. Das macht die umliegende Landschaft immer neu und mannigfaltig, wobei sie zur Entdeckung von Orten einlädt, die neben ihrer Schönheit vor allem Frieden und Stille zwischen Wasser, Grün und blauem Himmel bieten. Der Fluß Livenza in Torre di Mosto VENETO ORIENTALE San Stino di Livenza Il centro storico Siamo in un bel centro di questa parte orientale della provincia, caratterizzato dal tranquillo corso della Livenza per quanto riguarda il suo aspetto ambientale; da una pregiata produzione vinicola DOC, ma anche da vive attività artigianali e industriali, per quanto riguarda in genere la vita sociale ed economica. Wir befinden uns hier in einem schönen Zentrum des östlichen Teils der Region, das landschaftlich vom ruhigen Fließen des Livenza geprägt ist; außerdem findet man hier eine kostbare Produktion von DOCWeinen, aber auch geschäftige Handwerks- und Industriebetriebe als wirtschaftliche Hauptelemente. un po’ di storia ein wenig geschichte Di certo il territorio era abitato in epoca romana, dopo la quale la terraferma cominciò a spopolarsi, mentre nella parte di territorio più vicina alla laguna, verso il V secolo sorse la Pieve di S. Maria del Grumello. Inoltre, si sa che la località di Biverone esisteva nel 781 come dipendenza della celebre abbazia di Sesto al Reghena e che nel secolo X, attorno al castello edificato dai Da Prata o dal Patriarca di Aquileia, la zona si ripopolò. Infatti intorno al Mille sorgeva anche la località di Corbolone e nel 1186 San Stino compare tra i centri soggetti al vescovo di Concordia. L’importanza allora di San Stino, almeno fino al XV secolo, fu dovuta alla sua posizione strategica di confine tra il Patriarcato di Aquileia, Venezia e i possedimenti di Treviso e soprattutto alla sua posizione privilegiata per il traffico fluviale. Le sue sorti si legarono poi alla famiglia dei Da Prata e del suo castello. Nel 1250 nacque il Capitanato di San Stino, perché nel tentativo di ingraziarsi il Patriarca di Aquileia, gli furono donati San Stino e Corbolone. Il castello nel 1388 fu incendiato durante una guerra tra Venezia e Aquileia e la sua importanza strategica, sotto il dominio della Serenissima, si annullò, anche perché nel frattempo il territorio veniva colpito da alluvioni e da epidemie di malaria che lo spopolarono. Con la soppressione poi del Patriarcato di Aquileia, la parrocchia di Corbolone passò alla diocesi di Udine e nel 1766 fu costruita la chiesetta dedicata alla Madonna della Salute. Il Trattato di Campoformido (1797) assegnò San Stino all’Austria. Nel 1805, come Comune, fu assoggettato al regno napoleonico; nel 1815, sotto il Lombardo-Veneto, fece parte della provincia di Venezia, mentre la parrocchia di Corbolone, nel 1818, dalla diocesi di Udine passava a quella di Concordia. Infine con l’Unità d’Italia, San Stino iniziava la sistemazione del suo territorio, compiuta dopo la prima guerra mondiale (1915-18), con le opere di bonifica e il rafforzamento degli argini della Livenza, di cui fu rettificato il corso. Die Gegend war zweifellos bereits zur Römerzeit bewohnt, danach aber begann das Festland sich zu entvölkern, während die Pfarre Santa Maria del Grumello in dem Bereich am nächsten zur Lagune im 5. Jh. errichtet wurde. Außerdem weiß man, daß die Ortschaft Biverone schon 781 als Besitz der berühmten Abtei in Sesto al Reghena existierte und daß das Gebiet um das Schloß, das vorher entweder von den Da Prata oder von dem Patriarchen von Aquileia gebaut worden war, im 10. Jh. sich wieder zu bevölkern anfing. Um das Jahr 1000 entstand auch die Ortschaft Corbolone, und 1186 wird San Stino als eines der Zentren unter der Autorität des Bischofs von Concordia erwähnt. Von nun an bis wenigstens ins 15. Jh. erklärt sich die Wichtigkeit von San Stino mit seiner strategischen Lage an der Grenze zwischen dem Patriarchat von Aquileia, der Republik Venedig und der Markgrafschaft von Treviso, und vor allem an einem wichtigen Knotenpunkt für den Schiffsverkehr. Sein Schicksal blieb lange Zeit mit dem der Familie Da Prata und mit ihrem Schloß verbunden. 1250 wurde die Hauptmannschaft San Stino gegründet, als man dem Patriarchen von Aquileia die Dörfer San Stino und Corbolone übergab, um die Gunst des Patriarchen zu erlangen. Das Schloß wurde 1388 während des Kriegs zwischen Venedig und Aquileia ins Brand gesetzt, und seine strategische Rolle verschwand dann unter der Republik Venedig, weil das Gebiet in der Zwischenzeit von Überflutungen und Malariaepidemien heimgesucht wurde, die ihn entvölkerten. Mit der Auflösung des Patriarchats von Aquileia wechselte die Pfarrgemeinde Corbolone in die Diözese von Udine, und 1766 wurde die kleine Kirche zu Ehren der Madonna der Gesundheit (Madonna della Salute) errichtet. Mit dem Abkommen von Campoformido (1797) wurde San Stino Österreich zugesprochen. 1805 wurde San Stino zur Gemeinde im napoleonischen Königreich Italien; 1815 mit dem Lombardo-Venetischen Königreich war San Stino eine Gemeinde der Provinz Venedig, während die Pfarrgemeinde Corbolone 1818 von der Diözese Udine in die Diözese von Concordia wechselte. Schließlich begann San Stino zur Zeit des vereinigten Italiens die Neuordnung der Landflächen, die erst nach dem ersten Weltkrieg (191518) mit der Trockenlegung des Landes und der Verstär- da visitare San Stino è un vivace centro agro-industriale posto lungo la riva sinistra del fiume Livenza. 9 Das Stadtzentrum VENETO ORIENTALE San Stino di Livenza Chiesetta del Rosario Il suo territorio, che ha visto nel passato una vasta opera di bonifica, è ora tirato a coltivazioni varie e a vigneti, con una produzione di vini DOC di alta qualità, senza trascurare le attività industriali e artigianali, che ne fanno un centro dinamico, in continua espansione. È da visitare infatti, in aprile, la Mostra Mercato di piante, fiori, attrezzature per l’agricoltura e il giardinaggio. Ma se San Stino merita una visita per la sua vitalità sociale ed economica, per quel suo distendersi lungo il corso della Livenza, che ne ravviva la piattezza dell’ambiente, offre anche altri motivi di interesse. Al centro dell’abitato possiamo, infatti, fermarci davanti al Castello, una costruzione alta e massiccia, di pianta rettangolare, del secolo X. Da notare come l’edificio sia in cotto, perché questo era l’uso caratteristico della zona. Le pareti non hanno abbellimenti, mentre le finestre sono chiaramente di epoca rinascimentale. Il castello è circondato da alberi secolari. La Chiesa Parrocchiale è di fine secolo XIX-inizi secolo XX. Poco lontano è da vedere Villa Rubin. Fatta costruire dai Papadopoli (nel secolo XVIII), dei quali è ancora visibile lo stemma sulla facciata verso la Livenza, la villa ha due facciate principali l’una prospiciente il fiume, l’altra rivolta a mezzogiorno. Presentano, in corrispondenza della sala centrale del piano nobile, un tipo di finestre a tre luci (serliana): la centrale con coronamento ad arco, le due laterali ad architrave. Oltre il Malgher c’è la Chiesetta del Rosario, le cui forme attuali risalgono al 1904, mentre al 1585 risale la costruzione primitiva che sorgeva sull’argine della Livenza. Spostiamoci ora nella località di Biverone, a sud del capoluogo: qui è stata ritrovata (1983) una notevole necropoli, che si fa risalire al IV-V secolo d.C. E’ doveroso prendere in considerazione, a Biverone, anche la bella Villa Agazzi, costruita dalla nobile famiglia Correr (Sec. XVI-XVII), della quale si può riconoscere la struttura tipica dei palazzi dominicali veneziani. Inoltre nella località di Corbolone, nella parte settentrionale del territorio, sulla riva sinistra del Malgher, incontriamo un edificio settecentesco, semplice e lineare, con identiche facciate maggiori: è la Villa Calzavara, che in origine era Villa Foscarini. Vicino, con il fronte rivolto verso il fiume, s’innalza Villa Migotto, costruita dai Da Ponte sulla fine del Cinquecento. kung der Ufer des Livenza, dessen Lauf man übrigens etwas änderte, vollendet wurde. 10 sehenswürdigkeiten San Stino ist ein lebendiges landwirtschaftliches und industrielles Zentrum auf dem linken Ufer des Livenza. Sein Gebiet, das in der Vergangenheit im Mittelpunkt einer breitangelegten Trockenlegung stand, ist heute landwirtschaftlich und insbesondere als Weinanbaugebiet genutzt und besitzt eine Produktion von DOC-Weinen von höchster Qualität, ohne daß dabei Industrie- und Handwerksbetriebe, die übrigens die Wirtschaft der Stadt weiter expandieren lassen und die Stadt selber zu einem dynamischen Knotenpunkt machen, zu leiden haben. Deswegen sollte man im April die Marktausstellung von Pflanzen, Blumen, Landwirtschafts- und Gartengeräten besuchen. Doch, wenn auch San Stino wegen seiner sozialen und wirtschaftlichen Lebendigkeit einen Besuch wert ist, bietet es gerade wegen seiner hingestreckten Lage entlang des Livenza, der die Flachheit der Landschaft belebt, auch weitere Gründe für das Interesse. Im Zentrum der Stadt kann man beispielsweise vor das Schloß, ein hohes, massives rechteckiges Gebäude des 10. Jh., anhalten. Bemerkenswert ist der Baumaterial, nämlich Backstein, den man damals in dieser Region üblicherweise benutzte. Die Wände haben keine besonderen Dekorationen, während die Fenster offensichtlich aus der Zeit der Renaissance stammen. Das Schloß ist von hunderjährigen Bäumen umgeben. Die Pfarrkirche ist vom Ende des 19.-Anfang des 20. Jh. Ganz in der Nähe ist Villa Rubin besonders sehenswert. Sie wurde von der Familie Papadopoli im 18. Jh. erbaut, von der noch das Wappen stammt, das man an der Fassade am Livenza sieht. Die Villa besitzt zwei Hauptfassaden, die eine blickt auf den Fluß, die andere gegen Süden. Beide weisen das typische Fenster mit drei Öffnungen auf, auch als „Serliana“ bekannt, an der Höhe des Mittelsaals im ersten Geschoß: die zentrale Öffnung ist von einem Bogen gekrönt, die beiden Seitenöffnungen von Architraven. Jenseits des Malgher befindet sich die kleine Kirche des Rosenkranzes (Rosario). Ihr Bau stammt vom Jahr 1904, doch ein früherer Bau befand sich am Ufer des Livenza seit 1585. Bei Biverone, südlich von San Stino, wurde 1983 eine bedeutende Nekropolis gefunden, die auf das 4.-5. Jh. n.Ch. zurückgeht. In Biverone sollte man auch die schöne Villa Agazzi beobachten, die von der Adelsfamilie Correr (16.-17. Jh.) errichtet wurde: an ihr erkennt man den typischen Bau der Adelspalästen in Venedig. Die kleine Kirche des Rosenkranzes VENETO ORIENTALE San Stino di Livenza Affreschi del Pordenone nella cappella dell‘Annunziata all‘interno della parrocchiale di Corbolone; a destra particolare: Santa Margherita, una delle sette sante dipinte Completa la villa una piccola adiacenza sulla destra dell’edificio padronale. Maggiore attenzione merita poi Villa Corner Migotto. Risale al secolo XVII e si presenta con una tipica pianta veneziana. Inoltre ha la barchessa secentesca, con il portico architravato, che una volta, specie in campagna, serviva anche per l’allevamento dei bachi da seta. Continuando il nostro percorso sulla sinistra del Malgher, ci imbattiamo nella Casa Gubbitta, del secolo XVI, anche questa nella caratteristica pianta veneziana. L’edificio ha subito diversi rimaneggiamenti. All’interno si possono scorgere ancora i resti di un notevole affresco. Dobbiamo ora fermarci alla Chiesa di San Marco, del 1514, prospiciente il fiume. Eretta da Giorgio e Bernardino Da Crema, come altre chiese è sorta su una precedente cappella del ‘400, dedicata all’Annunziata. All’esterno presenta forme semplici: sul fronte, però, fanno bella mostra eleganti arcatelle cieche, mentre nel timpano si vedono i resti di un grande Leone di San Marco dipinto a fresco. L’interno poi è a una sola navata. Attira subito lo sguardo il monumentale cinquecentesco Altare Maggiore, in legno intagliato dorato, sul quale si impone un San Marco in Trono tra San Sebastiano e San Rocco. Außerdem findet man in der Ortschaft Corbolone, im nördlichen Teil des Gebiets auf dem linken Ufer des Malgher, ein Gebäude aus dem 18. Jh. mit einfachen, klaren Linien und zwei identischen Hauptfassaden, es handelt sich dabei um die Villa Calzavara, die ursprünglich Villa Foscarini hieß. In der Nähe befindet sich Villa Migotto mit Fassade mit Blick auf den Fluß, sie wurde von der Familie Da Ponte Ende des 16. Jh. gebaut. Ein kleines Nebengebäude an der rechten Seite des Hauptgebäudes macht die Anlage komplett. Viel mehr Aufmerksamkeit verdient dann Villa Corner Migotto. Sie geht auf das 17. Jh. zurück und wiederholt den typischen Grundriß des venezianischen Palastes. Außerdem besitzt sie eine Barchessa aus dem 16. Jh. mit architraviertem Säulengang, wo einst, vor allem auf dem Land, Seidenraupen gezüchtet wurden. Derselbe Weg auf dem linken Ufer des Malgher führt uns zu der Casa Gubbitta (17. Jh.), noch einem Werk mit typisch venezianischem Grundriß. Das Gebäude wurde im Laufe der Zeit mehrmals verändert. Im Inneren kann man noch die Reste eines bedeutenden Freskos beobachten. Bei der Kirche San Marco, die 1514 gebaut wurde und dem Fluß gegenüber liegt, muß man einfach haltmachen. Sie wurde von Giorgio und Bernardino Da Crema gebaut, und wie andere Kirchen zuvor entstand auch sie auf dem Fundament einer früheren Kapelle des 15. Jh., die der Annunziata gewidmet war. Das Äußere weist sehr einfache Formen auf: auf der Fassade zeigen sich elegante kleine Blindbögen, während die Reste eines großen freskierten Markuslöwen am Giebel zu sehen sind. Das Innere hat ein einziges Schiff. Der Blick wird sofort von dem stolzen Hauptaltar aus geschnitztem und vergoldetem Holz angezogen, wo das Gemälde mit dem heiligen Markus auf dem Thron zwischen den heiligen Sebastian und Rochus prangt. Das Werk ist Bonifacio De’ Pitati zugeschrieben. Außerdem gibt es noch vier Gemälde, die man an den Chorseiten beobachten kann; sie sind mit einiger Wahrscheinlichkeit Gaspare Diziani zugeschrieben worden, der hier für die Markuskirche in Corbolone vielleicht seine bedeutendsten Werke malte: sie zeigen die Geburt der heiligen Jungfrau, die Anbetung der heiligen Drei Könige, den Tod des Josef, die thronende Madonna mit den heiligen Franz und Kajetan. Eine Pietà aus Terrakotta auf dem rechten Altar 11 Die heilige Margarethe, eines der sieben Heiliginnenbilder. Links: Fresken des Pordenone in der Kapelle dell’Annunziata in der Pfarrkirche von Corbolone VENETO ORIENTALE San Stino di Livenza Parrocchiale di Corbolone; a destra, la Salute L’opera è attribuita a Bonifacio De’ Pitati. Ci sono anche quattro tele da osservare ai lati del coro, che vengono con buona probabilità assegnate a Gaspare Diziani, che qui, a Corbolone, presenta forse le sue opere più significative nella Chiesa di San Marco: la Nascita della Vergine, l’Adorazione dei Magi, la Morte di San Giuseppe, la Madonna in Trono con San Francesco e San Gaetano. Non può sfuggire sull’altare a destra una Pietà in terracotta, originariamente policroma, datata 1586 e firmata da Benedetto Stefani, e dietro il fonte battesimale un Cristo Risorto, forse di scuola pordenoniana. Bisogna soffermarsi anche nella Cappella dell’Annunziata, del 1459, totalmente decorata con affreschi che quasi sicuramente sono opera del Pordenone e del suo ambito: nell’abside si vede l’Inconorazione della Vergine, mentre in una loggia dipinta vi sono figure di santi di notevole livello artistico, tanto che si ritengono opera di Pomponio Amalteo: Santa Lucia, Santa Marta, Sant’Orsola. L’Annunciazione che si vede sull’altare è di Orazio Marinali. Ma prima di chiudere questa visita, si deve dare uno sguardo anche agli affreschi che vengono attribuiti al Pordenone, con San Rocco, la cui figura si crede sia l’autoritratto del pittore, e con il Profeta Balaam. il paesaggio Dopo aver visto il paese e conosciuto le sue testimonianze d’arte, sarà certo molto piacevole lasciare ferma la macchina, per gustare il paesaggio di San Stino, specialmente seguendo il corso della Livenza, sostando a La Salute, a cavallo del fiume nella zona più a valle e poi continuando, perché il fiume corre dividendo le sue acque in rami secondari. Crea così anse e angoli ameni, dove si può sostare in pace, dato che l’ambiente si fa interessante sotto l’aspetto naturalistico ed è difficile sottrarsi a un paesaggio ricco di suggestioni e dominato da colture estensive. Si prova un senso di libero spazio, che sgombra la mente e fa sentire un contatto profondo con la natura circostante. Sono emozioni che offrono i territori di questa parte estrema della nostra provincia, un tempo coperta di foreste, ma che anche ora offre al visitatore un bel bosco come quello di Bandiziol e Prasaccon, dove è possibile inoltrarsi e percorrerlo attraverso alcuni itinerari ciclabili. kann nicht übersehen werden, die ursprünglich vielleicht bunt gemalt war und aus dem Jahr 1586 datiert. Sie trägt noch den Namen des Bildhauers Benedetto Stefani. Hinter dem Taufbecken befindet sich ein Auferstandener Christus, vielleicht aus einer Künstlerschule in Pordenone. Auch in der 1459 errichteten Kapelle der Annunziata sollte man kurz haltmachen; sie wurde vollständig mit Fresken geschmückt, die fast sicherlich vom Maler Pordenone oder von seiner Schule stammen: in der Apsis sieht man die Krönung der heiligen Jungfrau, während man in einer bemalten Loggia Heiligenfiguren von bemerkenswertem künstlerischem Niveau, so daß sie für ein Werk von Pomponio Amalteo gehalten hat, sehen kann: sie zeigen die heiligen Lucia, Marta, Ursula. Die Ankündigung auf dem Altar ist ein Werk von Orazio Marinali. Aber, bevor man die Entdeckungstour in San Stino beendet, sollte man noch einen Blick auf die Fresken werfen, die dem Maler Pordenone zugeschrieben werden und die den heiligen Rochus (diese Figur, glaubt man, sei ein Selbstporträt des Malers) mit dem Propheten Balaam zeigen. 12 die landschaft Nachdem man die Stadt und ihre Kunstschätze kennengelernt hat, wird es wohl sehr angenehm sein, das Auto liegen zu lassen, um die landschaft rund um San Stino zu genießen, vor allem wenn man den Lauf des Flusses Livenza verfolgt, wobei man in der etwas abwärts gelegenen Ortschaft La Salute, wodurch der Fluß fließt, kurz haltmacht und dann weitergeht, um den Fluß und seine Abzweigungen zu begleiten. Er bildet dadurch angenehme Biegungen und Winkel, wo man in aller Ruhe sich entspannen kann, denn die landschaft wird jetzt landschaftlich interessant, und man kann sich nur allzu schwer von einer an Eindrücken so reichen und von extensiven Anbauflächen dominierten Landschaft zu entziehen. Man hat durch die weiten Flächen ein Gefühl der Offenheit, das den Geist befreit und einen tiefempfundenen Kontakt zur umgebenden Natur fühlen läßt. Es sind Gemütsbewegungen, die diese Gegend an der äußersten Grenze der Provinz Venedig bietet und die einst von Wäldern bedeckt war, während sie heute dem Besucher einen schönen Wald, wie etwa bei Bandiziol oder Prasaccon aufschließt, in den man eindringen und auf einigen Fahrradwegen entdecken kann. La Salute. Links: die Pfarrkirche von Corbolone VENETO ORIENTALE Concordia Sagittaria Frammento di affresco Una meta importante e di profondo interesse. È già di per sé nome noto e caro agli studiosi di storia e ai cultori di archeologia. Ma per tutti una visita accurata e intelligente a questa antica località lascia un ricordo incancellabile. un po’ di storia Siamo in un territorio che non gode della fama turistica di altri della provincia di Venezia. Eppure qui c’è Concordia Sagittaria, l’antica Julia Concordia, con un mondo meraviglioso da mostrare, con un’antica civiltà da scoprire o da riscoprire. Concordia è davvero un “museo a cielo aperto”, che presenta la storia di un tempo lontano, dal fascino irresistibile. Insediamento già paleoveneto, Julia Concordia fu importante colonia romana, fondata nel 4042 a.C., quando i Triumviri intesero sistemare i veterani cedendo loro le terre, e soprattutto creare una zona di difesa sul confine orientale. La scelta cadde su un sito che era un punto di incontro della Via Annia, che correva lungo le terre del litorale adriatico, con la Via Postumia, che proveniva da Oderzo. Si trattava dunque di una importante posizione logistica, che ne favorì lo sviluppo fin dai primi anni dell’impero, alla cui vita Concordia partecipò attivamente, specie dal III secolo, quando venne coinvolta nelle guerre per contrastare le invasioni barbariche ormai sempre più frequenti. Vi fu costruita anche una fabbrica di frecce (“sagittae”), da cui si fa risalire l’aggiunta di “sagittaria” al nome. Concordia crebbe, raggiunse un diffuso benessere, che si può riscontrare nello sviluppo monumentale dell’impianto urbano, degli edifici pubblici e privati. Nel 389 diventò sede vescovile e nel 452 fu distrutta dagli Unni e sulle sue rovine sorse un nuovo centro abitato. da visitare Julia Concordia fu dunque un’importante colonia di confine, avamposto militare, emporio commerciale e centro preminente in campo politico e religioso, di cui rimane testimonianza una straordinaria ricchezza di reperti archeologici. Visitiamo ora l’antica Julia Concordia, osservando le numerose vestigia del suo passato. Nella piazza della Cattedrale, possiamo vedere due recinti sepolcrali, a tre nicchie ciascuno (II metà sec. IV). Quello a sinistra era riservato ai pagani. Quello di destra (V sec. d.c.) venne trasformato in cappella funeraria privata della nobildonna Faustiniana: è un bel sarcofago, scolpito nella parte anteriore e sul lato destro, con un’iscrizione, due belli stipiti in pietra con simboli cristiani. Ma accanto ci si presenta uno dei monumenti cristiani più antichi: la Trichora Martirum, paleocristiana (sec.V), Ein wichtiges und sehr interessantes Reiseziel. Die Stadt ist schon bekannt für sich und den Archäologieliebhabern und Geschichtsforschern lieb. Aber auch allen anderen hinterläßt ein aufmerksamer und kluger Besuch dieser uralten Stadt eine unauslöschliche Erinnerung. 13 ein wenig geschichte Wir befinden uns hier in einem Gebiet, das touristisch nicht so bekannt ist wie andere Gebiete in der Provinz Venedig. Doch hier liegt Concordia Sagittaria, die alte Julia Concordia, mit ihrer Welt und ihrer alten Kultur, die es zu entdecken oder wiederzuentdecken gilt. Concordia ist wirklich ein Museum unter freiem Himmel, denn sie zeigt eine unwiderstehlich zauberhafte Geschichte aus weit entfernten Zeiten. Zunächst als altvenetisches Zentrum bewohnt, war Julia Concorda eine wichtige römische Kolonie, die um 40-42 v.Ch. gegründet wurde, als die Triumviren die Veteranen aus den römischen Kriegen anzusiedeln versuchten, indem sie ihnen ihre Ländereien überließen, aber vor allem mit dem Zweck, eine Verteidigungszone an der östlichen Grenze zu schaffen. Man entschied sich damals für eine Stätte, die an der Kreuzung lag von der Via Annia, die entlang der Adria lief, mit der Via Postumia, die aus Oderzo kam. Es handelte sich also dabei um eine sehr wichtige logistische Lage, die die Entwicklung der Stadt schon von den Anfängen des Kaisertums förderte, und Concordia spielte eigentlich im Kaisertum, vor allem im 3. Jh., eine große Rolle, als sie in die Kriege mit einbezogen wurde, die gegen die immer öfter eindringenden Germanenvölker bekämpft wurden. Hier wurde auch eine Pfeilfabrik (Pfeile = sagittae) gebaut, wovon der Zusatzname „sagittaria“ stammen soll. Concordia wuchs und erreichte einen weit verbreiteten Reichtum, den man auch in den architektonischen Kern der Altstadt mit ihren öffentlichen und privaten Gebäuden erkennen kann. Im Jahre 389 wurde Concordia Bischofssitz, und 452 wurde sie von den Hunnen zerstört: aus ihren Trümmern entstand dann ein neues Dorf. Fragment eines Freskos VENETO ORIENTALE Concordia Sagittaria CONCORDIA SAGITTARIA veduta dall‘alto del Battistero, della trichora, dei recinti funerari e alcuni oggetti di scavo sehenswürdigkeiten Julia Concordia war also eine wichtige Grenzkolonie, sowie auch ein Militärvorposten, Handelsumschlagplatz und wichtiges religiöses und politisches Zentrum, wovon die außerordentliche Fülle an archäologischen Funden noch zeugt. Man beginnt dann mit dem Besuch des alten Zentrums von Julia Concordia, wobei man die zahlreichen Reste aus ihrer Vergangenheit beobachtet. In dem Platz bei der Kathedrale kann man zwei Friedhofsstätten mit je drei Nischen (zweite Hälfte des 4. Jh.) erkennen. Die Friedhofsstätte auf der Linken war den Heiden vorbehalten. Diejenige auf der Rechten (5. Jh. n.Ch.) wurde später durch die Adelige Faustiniana in eine Grabkapelle umgewandelt: es handelt sich um einen schönen, vorne und auf der rechten Seite gemeißelten Sarkophag mit einer Inschrift und zwei schönen steinernen Pfosten mit christlichen Symbolen. Daneben sieht man eines der ältesten christlichen Baudenkmäler: die altchristliche Trichora Martirum aus dem 5. Jh.; das Gebäude mit drei Apsen wurde errichtet, um die Märtyrerreliquien zu verehren. Dazu wurde ein dreischiffiger Vorbau hinzugefügt, der den ursprünglichen Bau zu einer Kleibasilika erwachsen ließ. Ein Muß ist das romanische Baptisterium, das von dem Bischof Reginpoto im Jahre 1168 errichtet wurde; es wiederholt das architektonische Muster der Trichora und ist als Ganzes ein sehr kostbares Gebäude. Dieses kleine Gebäude, in dem man die ravennatisch-byzantinischen Einflüsse verspürt, weist einen Zentralplan mit Kuppel und drei Apsen auf. Das Innere ist mit Fresken mit Apostel- und Heiligenbildern und Szenen und Figuren aus dem Evangelium geschmückt. Auf dem Apsisgewölbe ist die Taufe Christi dargestellt. Es lohnt sich, den Platz vor dem kleinen Gebäude genauer zu beobachten, denn es gibt dort auf der rechten Seite einige Sarkophage ohne jegliche Inschrift, die, man glaubt, für eventuelle Ankäufer zur Verfügung standen. Die Aufmerksamkeit wird insbesondere von der Basilica Apostolorum angezogen: diese altchristliche Kirche wurde im Jahre 381 n.Ch. begonnen und besteht aus drei Schiffen, die von Säulen mit korintischen Kapitellen getrennt werden. Der Fußboden ist mit Mosaiken ausgelegt und mit einfachen geometrischen Mustern dekoriert. Von feinster Kunstfertigkeit zeugt das bunte Mosaik in der Apsis, das Weinreben mit Körben und Vögeln zeigt. Die Basilika wurde mehrere Male geändert, bis sie von einer Überflutung zerstört wurde. Die heutige Basilika geht auf die Mitte des 10. Jh. zurück und wurde erst 1466 mit den beiden Seitenschiffen aus- 14 CONCORDIA SAGITTARIA Luftansicht des Baptisteriums, der Trichora und der Friedhofsstätten. Unten: Funde aus den Ausgrabungen VENETO ORIENTALE Concordia Sagittaria Particolare degli affreschi del Battistero edificio a tre absidi, innalzato per onorare le reliquie dei martiri. Vi fu aggiunto poi un avancorpo a tre navate, che lo trasformò in una piccola basilica. Ma bisogna guardare il Battistero romanico, costruito dal vescovo Reginpoto nel 1168, ripete il modulo architettonico della Trichora, ed è un monumento di notevole pregio. Questa piccola costruzione, che risente di influenze ravennati-bizantine, presenta una pianta centrale, con cupola a tre absidi. L’interno è affrescato con figure di apostoli, santi e figure e scene del vangelo. Nella volta absidale è rappresentato il ‘Battesimo di Gesù. E’ necessario dare un’occhiata al piazzale davanti al piccolo edificio, perché vi sono, sul lato destro, delle arche senza alcuna iscrizione, che si pensa fossero a disposizione di eventuali acquirenti. L’attenzione va soprattutto alla Basilica Apostolorum: questa chiesa paleocristiana, iniziata nel 381 d.C. circa, è divisa in tre navate da colonne con capitelli corinzi. Il pavimento è decorato a mosaico, con semplici motivi geometrici. Di finissima fattura è il mosaico policromo dell’abside, a tralci di vite con panieri e uccellini. La Basilica fu rimaneggiata più volte fino a quando fu distrutta da un’alluvione. La Basilica attuale è della metà del secolo X e venne portata a tre navate solo nel 1466, assumendo la struttura di oggi. Non sfuggano l’acquasantiera in marmo greco del I sec. d.C.; l’affresco che rappresenta la Crocifissione; gli stalli di legno del secolo XVI; il monumento funebre rinascimentale di due vescovi di Concordia; l’altare maggiore in stile barocco; una tela del Padovanino (1588-1648). A destra della Cattedrale si innalza la bella torre campanaria del XII secolo. Sul retro invece è da visitare la canonica, di stile goticoveneziano, costruita intorno al 1450 come sede vescovile. Davanti alla canonica si veda il palazzo del Municipio, che è in stile rinascimentale. Dopo avere visitato soprattutto il ricco patrimonio paleocristiano di Julia Concordia, che ricorda come la sua eredità fu poi raccolta dalla chiesa, diventa indispensabile vedere anche tutte le tracce del lontano passato venute alla luce. Ecco allora che si può avere l’idea di una antica strada romana, con basoli di trachite: era la via di raccordo con la Via Annia. L’area cittadina presenta reperti di grande valore archeologico e storico:guardiamo i resti dei magazzini romani, destinati alla città; un grande edificio articolato in corpi paralleli. In Via San Pietro si notano i resti di un ponte romano, costruito in blocchi squadrati di trachite senza legante, di età augustea, che univa la città alla Via Annia. Delle tre arcate ne rimane una. Seguiamo ora Via Dei Pozzi Romani, laterale di Via S. Pietro, che in epoca romana corrispondeva al settore ur- gebaut, wobei sie die heutige Form annahm. Bemerkenswert sind das Weihwasserbecken aus griechischem Marmor (1. Jh. n.Ch); das Fresko mit Christi Kreuzigung; das Chorgestühl (16. Jh.); das RenaissanceGrabmal zweier Bischöfe von Concordia; der barocke Hauptaltar; ein Gemälde von Padovanino (15881648). Rechts der Kathedrale ragt der schöne Glockenturm des 12. Jh. Dahinter hingegen kann man das Pfarrhaus in venezianisch-gotischem Stil, das um das Jahr 1450 als Bischofshaus gebaut wurde. Vor der Pfarrhaus sieht man das Rathaus im Stil der Renaissance. Nachdem man vor allem die vielen altchristlichen Schätze von Julia Concordia besichtigt hat, - die uns daran erinnern, daß ihr Erbe von der Kirche weitergeführt wurde, - wird es fast notwendig, auch all die wiederentdeckten Spuren aus der entfernten Vergangenheit zu sehen. So kann man beispielsweise einen Eindruck von einer alten römischen Straße mit ihren Pflastersteinen aus Trachyt haben: sie war die Verbindungsstraße zur Via Annia. Das Stadtgebiet zeigt Überreste von großem archäologischem und geschichtlichem Wert: wie etwa die Reste der römischen Lagerhallen, die zur Stadtbenutzung bestimmt waren, lassen ein großes Gebäude aus parallelen Rämen vermuten. In der Via San Pietro merkt man die Reste einer römischen Brücke aus der Zeit des Augustus, - gebaut aus rechteckigen Blöcken aus Trachyt und ohne Bindemittel, - die die Stadt mit der Via Annia verband. Von den drei Bögen bleibt nur einer übrig. In der Via die Pozzi Romani, einer Nebenstraße von Via San Pietro, die zur Zeit der Römer das nordwestliche Viertel der Stadt bildete, sind zwei Brunnen aus der kaiserlichen Zeit entdeckt worden. Noch zu sehen sind die Reste zweier herrschaftlicher Häuser, wovon das interessantere das sogennante „Domus Dei Signini“ (Ende 1. Jh. v.Ch.) ist. In der Via Claudia sind die Reste der Thermen zu sehen, die zwischen Ende des 2. und Beginn des 3. Jh. n.Ch. gebaut wurden, sowie einen Abschnitt der Stadtmauer aus augusteischer Zeit. Es gab auch ein Stadttheater, das eine ansehnliche Größe haben und auf den „decumanus maximus“ im Stadtzentrum blicken mußte. Der „decumanus maximus“ war die Hautpstraße in der Stadt. Man kann noch die guterhaltene Pflasterung betrachten. Kurz gesagt, ein Spaziergang durch Concordia gleicht einer unaufhörlichen Entdeckung; man taucht in eine fast unwirkliche, märchenhafte Welt, die aber in der Phantasie desjenigen lebendig 15 Detail aus den Fresken im Baptisterium VENETO ORIENTALE Concordia Sagittaria I resti del ponte romano bano nord-occidentale: sono stati scoperti due pozzi del periodo imperiale. Sono visibili anche i resti di due abitazioni signorili: la più interessante è la cosiddetta “Domus Dei Signini” (fine secolo I a.C.). Sono da visitare anche, in Via Claudia, i resti delle terme, costruite tra la fine del II secolo e l’inizio del III d.C. e un tratto della cinta muraria, costruita in epoca augustea. Vi era anche il teatro cittadino, che doveva avere dimensioni notevoli, affacciato sul “decumanus maximus” al centro della città. Questo formava la strada portante del sistema viario cittadino. Si può vedere una pavimentazione ben conservata. Insomma, camminando per Concordia è tutta una scoperta; ci si immerge in un mondo quasi irreale, fiabesco, che ritorna però vivo nella fantasia di chi lo contempla attraverso quei reperti archeologici, quei resti significativi di edifici pubblici e privati, civili e religiosi. Ma per avere un’idea più completa dell’importanza storica di Concordia Sagittaria, che ne fa una meta turistica fra le più suggestive della provincia di Venezia, bisogna entrare ora nel Museo Civico Archeologico, dove sono stati raccolti pezzi di epoca romana, paleocristiana e romanica scoperti nel territorio di Concordia. La maggior parte dei reperti però sono ordinati nel Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro. Nel museo di Concordia si possono vedere monumenti funerari romani; stele con figura intera di personaggi togati (I sec. d.C.); un bel vaso di pietra, anfore del I sec. d.C.; un coperchio emisferico di un’urna cineraria (inizio I sec. d.C.); frammenti architettonici; una rara meridiana intatta; e soprattutto i bellissimi plutei, tre in pietra calcarea, uno in marmo, appartenenti alla chiesa altomedioevale di Concordia e databili tra la fine dell’VIII e gli inizi del IX secolo d.C.. il paesaggio Certamente la ricchezza archeologica di Concordia Sagittaria monopolizza l’attenzione e il tempo del visitatore. Tuttavia chi voglia poi uscire dal centro e girovagare un po’ nei dintorni, scopre anche un paesaggio agrario di notevole rilievo naturalistico e ambientale, con l’intreccio di coltivi e vegetazione arborea. Si possono godere oasi tranquille e serene. Ma poi è bello seguire il percorso del Lemene, che scorre ad oriente del nucleo cittadino, creando suggestivi scorci per lunghi tratti del suo corso, con la sua tranquilla corrente, nella quale si specchia il verde delle sponde alberate e si affacciano palazzi e case. Questo corso d’acqua scandisce un po’ la vita dell’agro concordiese: i luoghi che attraversa e gli angoli deliziosi che crea meritano una sosta. wird, der sie durch diese archäologischen Zeugnisse, die bedeutenden Reste von öffentlichen und privaten, zivilen und religiösen Gebäuden wieder erdenkt. Eine genauere Idee von der geschichtlichen Wichtigkeit von Concordia Sagittaria, die sie übrigens auch zu einem der beeindruckendsten Reiseziele der Provinz Venedig macht, hat man im Archäologischen Stadtmuseum, wo die Stücke aus der römischen, altchristlichen und romanischen Zeit, die im Gebiet von Concordia gefunden worden sind, gesammelt werden. Der Großteil der Gegenstände sind aber im Staatlichen Museum Concordiense in Portogruaro ausgestellt. Im Museum von Concordia sieht man römische Grabmäler; Stelen mit ganzer Figur von Personen mit Toga gekleidet (1. Jh. n.Ch.); eine schöne Vase aus Stein, Amphoren aus dem 1. Jh. n.Ch.; ein halbkugeliges Deckel einer Graburne (Anfang 1. Jh. n.Ch.); architektonische Fragmente; eine seltene, noch intakte Sonnenuhr; und vor allem wunderbare Chorschranken, davon drei aus Kalkstein und eine aus Marmor, die der frühmittelalterlichen Kirche von Concordia gehörten und vom Ende des 8. – Anfang des 9. Jh. n.Ch. stammen. die landschaft Sicherlich zieht der archäologische Reichtum von Concordia Sagittaria die ganze Zeit und Aufmerksamkeit des Besuchers auf sich an. Doch derjenige, der Lust dazu hat, das Zentrum kurz zu verlassen und in der Umgebung zu schlendern, wird wohl eine Agrarlandschaft von bedeutendem landschaftlichem Wert entdecken, wo Anbauflächen und Baumvegetation zusammenleben. In der Stille des Landes kann man manche ruhige und heitere Oase genießen. Dann aber ist es auch schön, den Lauf des Lemene zu verfolgen, der östlich des Zentrums dahinfließt, wobei er in mehreren Laufabschnitten durch seinen ruhigen Strom beeindruckende Ecken schafft, wo das Grün der bebaumten Ufer sich widerspiegelt und Paläste und Häuser den Fluß säumen. Dieser Wasserweg bestimmt teilweise das Leben auf dem Land von Concordia: die Orte, wodurch er fließt, und die kostbaren Winkel, die er dabei schafft, verdienen unsere ganze Aufmerksamkeit. 16 Die Reste der römischen Brücke VENETO ORIENTALE Portogruaro La Piazza della Repubblica con il Municipio, e a destra in primo piano il pozzetto della Gru Altra meta importante per qualsiasi visitatore: Portogruaro, infatti, oltre a essere un dinamico centro di attività commerciali, artigianali e del terziario, è anche un centro con speciali attrattive per la sua struttura urbanistica, che presenta un nucleo storicoartistico di grande bellezza. un po’ di storia L’origine della città è ancora controversa, come pure l’origine del suo nome. Comunque il primo atto ufficiale conosciuto risale al 1140: il Vescovo di Concordia, Gervino, concede una terra ad alcuni mercanti per costruirvi un “portus”, ossia un fondaco o magazzino per operazioni commerciali d’importazione ed esportazione. Questa attività, favorita dalla felice posizione della città lungo il fiume Lemene, fa di Portogruaro un notevole centro commerciale già nel XIII secolo. Riesce a sottrarsi alla tutela amministrativa del Vescovo di Concordia e a darsi un proprio ordinamento, con i Consoli, il Consiglio, l’Arengo, pur appartenendo al dominio temporale del patriarcato di Aquileia fino al 1420, quando Venezia se ne annette tutto il territorio. Sotto il dominio veneziano Portogruaro si amplia e si abbellisce con ponti, vie, palazzi, residenze che esprimevano i prevalenti interessi agricoli e commerciali degli abitanti. I secoli XV e XVI segnano il periodo di massimo splendore di Portogruaro, che poi risente della concorrenza del porto di Trieste, come scalo per le merci dirette in Germania, e inizia una progressiva decadenza commerciale. Caduta Venezia, Napoleone, con i nuovi limiti territoriali delle province venete, assegna Portogruaro al distretto del Friuli. Dopo il trattato di Campoformido tra Napoleone e l’Austria del 1798, passa sotto l’Austria che la unisce alla provincia di Venezia, nel 1835, e la dichiara città. Tra alterne vicende, Portogruaro rimane sotto l’Austria fino al 1866, in condizioni economiche poco floride, soprattutto da quando perde importanza il suo commercio fluviale, cessato poi con l’entrata in funzione della linea ferroviaria Venezia-Portogrua- Ein weiteres wichtiges Ziel für jeden Besucher ist die Stadt Portogruaro, die nicht nur ein dynamisches Handels-, Handwerks- und Dienstleistungszentrum, sondern auch eine durch ihre Struktur mit besonderen Sehenswürdigkeiten ausgestattete Stadt ist, die einen geschichtlich-künstlerischen Kern von großer Schönheit besitzt. 17 ein wenig geschichte Der Ursprung der Stadt ist noch umstritten, wie übrigens auch der Ursprung ihres Namens. Auf jeden Fall stamm die erste bekannte Urkunde über die Stadt vom Jahr 1140: der Bischof von Concordia, Gervino, übergab einigen Kaufleuten ein Stück Land, um daselbst einen „portus“, d.i. eine Lagerhalle oder Warenniederlage zu bauen, um die Ausund Einfuhr von Handelswaren zu ermöglichen. Diese Tätigkeit, die von der günstigen Lage der Stadt am Fluß Lemene gefördert wurde, machte aus Portogruaro bereits im 13. Jh. einen bedeutenden Warenumschlagplatz. Sie konnte sich von der Verwaltungshoheit des Bischofs von Concordia befreien und sich eine eigene Gesetzgebung mit Konsulen, einem Rat und einer Stadtversammlung geben, wenn auch immer noch im staatlichen Besitz des Patriarchaten von Aquileia bis 1420 blieb, als Venedig sich die ganze Gegend aneignete. Unter der venezianischen Herrschaft vergrößerte sich die Stadt und verschönerte sich mit Brücken, neuen Straßen, Palästen, prunkvollen Häusern, die die herrschenden landwirtschaftlichen und kommerziellen Interessen der Einwohner zeigten. Das 15. und 16. Jahrhundert sind die Zeit der höchsten Blüte von Portogruaro gewesen, das dann aber unter der Konkurrenz des Hafens von Triest für die Waren, die nach Deutschland Piazza della Repubblica mit dem Brunnen des Kranichs im Vordergrund. Links: Piazza della Repubblica mit dem Rathaus VENETO ORIENTALE Portogruaro Affresco del soffitto della chiesa S. Giovanni; a destra la Piazza della Repubblica con il Municipio ro (1886). L’unica attività produttiva resta l’agricoltura, praticata in modo rudimentale per insufficienza di mezzi, anche se non mancano alcune iniziative in campo commerciale e industriale agli inizi del secolo XX. Nel secondo dopoguerra, Portogruaro migliora le sue condizioni socioeconomiche e si presenta come centro di sicura espansione in tutti i settori produttivi, sociali e culturali. da visitare Dopo queste essenziali notizie storiche, vediamo come si presenta Portogruaro allo sguardo attento e incuriosito del visitatore. Colpisce subito, di Portogruaro, la tipologia medioevale, legata storicamente alla società feudale, da un lato, e la presenza di palazzi di epoca veneziana, dall’altro. Mura e portici ne hanno favorito la vita commerciale e sociale. Altro elemento caratterizzante è rappresentato dalla sua collocazione tra i fiumi Reghena e Lemene. Entriamo in città dalla duecentesca Porta di San Giovanni, già chiamata “Porta del bando” e “Porta di San Lazzaro”, anche per la costruzione di un ospizio per i lebbrosi. Fu ricostruita nella metà del Cinquecento (1555-56). Fuori della porta, sarà bene osservare attentamente la chiesa omonima, del Trecento, che offre una pregevole Madonna con bambino (sec.XIV), una pala d’altare di Leandro da Ponte del sec. XVI; il soffitto affrescato da Andrea Urbani (XVIII sec.). Siamo dunque dentro la città: si può percorrere la via principale formata dal Corso Martiri della Libertà e giungere in Piazza della Repubblica per ammirare il trecentesco Municipio (1372-1380), in mattoni a vista, caratteristico edificio con facciata a spioventi merlati e scala esterna ad angolo con campaniletto a vela. Le due ali laterali dell’edificio furono aggiunte nel 1512 da Giovanni Baffo. Ai piedi di questo caratteristico palazzo comunale, dall’inusitato equilibrio artistico, si possono vedere sei blocchi marmorei del sec. XVI, detti anche Testoni, in quanto raffigurano altrettante teste in pietra d’Istria, che in origine formavano forse la base di un ponte. Accanto al Municipio, si può dare uno sguardo al pozzetto, la cui vera è opera di Giovanni Antonio Pilacorte (1494), detto anche Pozzetto della Gru, simbolo di Portogruaro, scolpite dal portogruarese Valentino Turchetto (1906-1965). bestimmt waren, leiden mußte, da setzte also der Niedergang der Handelsstadt an. Nach dem Fall von Venedig schloß Napoleon nach den neuen Grenzen der venezianischen Provinzen Portogruaro an den Bezirk Friaul an. Nach dem Abkommen von Campoformido im Jahre 1798 zwischen Napoleon und Österreich wurde es an Österreich abgetreten, das es 1835 mit der Provinz Venedig vereinigt und es formell als Stadt erklärt. Trotz abwechselnder Ereignisse blieb Portogruaro im Besitz Österreichs bis 1866; seine wirtschaftliche Lage war wenig erfreulich, vor allem seitdem der Binnenschiffsverkehr an Wichtigkeit verlor, um dann mit der Inbetriebnahme des Bahnverkehrs zwischen Venedig und Portogruaro (1886) endgültig aufzuhören. Die einzige bleibende Produktionssparte ist die Landwirtschaft, die aber wegen der Unzulänglichkeit der Mittel nur auf primitive Weise betrieben wird, wenn auch manche Handels- und Industrieinitiativen am Anfang des 20. Jh. nicht fehlten. Nach dem zweiten Weltkrieg verbesserte Portogruaro ihre sozialwirtschaftliche Lage und zeigt sich heute als ein Zentrum, dessen produktive, soziale und kulturelle Bereiche in sicherem Aufschwung sind. 18 sehenswürdigkeiten Nach diesem kurzen historischen Grundriß, sehen wir nun, wie Portogruaro sich dem aufmerksamen und neugierigen Blick des Besuchers vorstellt. Der mittelalterliche Charakter einerseits, der mit der Feudalgeschichte verbunden ist, die Vielzahl von Palästen aus der Zeit der venezianischen Herrschaft andererseits fallen in Portogruaro gleich auf. Stadtmauer und Säulengänge haben sein Handels- und Sozialleben begünstigt. Ein anderes charakterisierendes Merkmal ist die Lage der Die Piazza della Repubblica mit dem Rathaus. Links: Fresko in der Decke der Kirche San Giovanni VENETO ORIENTALE Portogruaro La Pescheria e una pala dei mulini, a destra, finestre tipiche dei palazzi del centro Dietro il Municipio, diamo uno sguardo alla pescheria, con la sua loggia e il piccolo oratorio eretto dai pescatori di Caorle, testimonianza evidente del passato portuale della città. Si passa poi a una delle zone certamente più caratteristiche e suggestive di Portogruaro: i mulini, che scavalcano il fiume Lemene, fatti costruire nel 1477 dal Vescovo Antonio Felotto e restaurati negli anni 1980-81. Di notevole interesse il Duomo neoclassico, costruito tra il 1793 e il 1833 nel luogo di una chiesa romanica. Da vedere una Madonna col Bambino, in marmo del XIV secolo; un gruppo di dipinti di Palma il giovane e della sua scuola; Crocifissione; accanto, una pregevole Ultima Cena; la pala di San Rocco e una Resurrezione di Cristo. Nell’abside c’è da osservare una Conversazione di Pomponio Amalteo, che è autore anche dei comparti della cantoria. Ma ora, dopo la chiesa, Portogruaro mostra il meglio del suo apparato urbano, sostanzialmente integro, con i suoi stupendi palazzi e le sue case di epoca gotica e rinascimentale. Oltre allo schema urbano tipico delle città medioevali venete, si nota subito la forte influenza culturale di Venezia. La si vede nelle belle facciate dipinte dei palazzi e nell’intera struttura del centro storico, con le lunghe strade e portici che, a differenza di altri centri del Veneto, sono ad archi acuti. Lungo Via Martiri, ammiriamo, sulla sinistra, i tre palazzi Muschietti, Moro e Delle Imposte (sec. XV), così originali per una felice fusione di elementi gotici e rinascimentali. Sulla destra, non deve sfuggire la casa del XVI sec., abbellita di colonne di cipollino e capitelli romanico-bizantini. Ma poi, di nuovo a sinistra, uno dei più splendidi palazzi di Portogruaro (sec. XV-XVI) con tre grandi archi gotici, due ordini di finestre di stile vario: è il Palazzo De Goetzen, al quale possiamo subito accostare Palazzo Dal Moro (sec. XIV-XV), la cui facciata, abbellita da una bifora e da una trifora, si impreziosisce poi di terracotte e sculture. Fermiamoci a Porta San Gottardo, perché, oltre ad ammirare questa ricostruzione cinquecen- Stadt zwischen den Flüssen Reghena und Lemene. Man tritt in die Stadt durch das Tor aus dem 13. Jh. Porta San Giovanni, das auch „Porta del Bando“ und „Porta San Lazzaro“ genannt ist, weil ein Lazarett für Leprakranke einst in der Nähe sich befand. Das Tor wurde in der Mitte des 16. Jh. (1555-56) neu errichtet. Neben dem Tor lohnt es sich, die gleichnamige Kirche aus dem 14. Jh. genau anzuschauen, in der sich dem Betrachter eine kostbare Madonna mit Kind (14. Jh.), ein Altarbild aus dem 16. Jh. von Leandro da Ponte und die freskierte Decke von Andrea Urbani (18. Jh.) bieten. Nun sind wir also mitten in der Stadt: man kann die Hauptstraße Corso Martiri della Libertà gehen und die Piazza della Repubblica erreichen, um das Rathaus aus dem 14. Jh. (1372-1380), ein einzigartiges Gebäude aus Backstein mit herabfallendem Zinnengesims, Freilichttreppe mit eckigem Absatz und kleinem Segelglockentürmchen an der Fassade, zu bewundern. Die beiden Seitenflügel des Gebäudes wurden 1512 von Giovanni Baffo hinzugefügt. Zu Füßen dieses einzigartigen Rathauses mit seinem ungewöhnlichen architektonischen Gleichgewicht kann man sechs Marmorblöcke aus dem 16. Jh. sehen, die Testoni (große Köpfe) genannt werden,weil sie ebensoviele Riesenköpfe zeigen, die ursprünglich vielleicht das Fundament einer Brücke schmückten. Neben dem Rathaus kann man einen Blick auf den kleinen Zisternenbrunnen werfen, ein Werk von Giovanni Antonio Pilacorte (1494), das auch Brunnen des Kranichs (Pozzetto della Gru) genannt wird und ein Symbol der Stadt Portogruaro ist; die Kraniche auf dem Brunnen sind vom Portogruarer Bildhauer Valentino Turchetto gegossen worden (1906-1965). Hinter dem Rathaus sieht man den Fischmarkt mit seiner Loge und der kleinen Kapelle, die von den Fischern von Caorle errichtet wurde und ein auffallendes Zeugnis der Hafenvergangenheit der Stadt ist. Man geht dann in einen der sicherlich typischsten und beeindruckendsten Bezirke von Portogruaro über: den Mühlenbezirk (Mulini) mit seinen Mühlen am Lemene, die der Bischof Antonio Felotto 1477 bauen ließ und 1980-81 restauriert worden sind. Von großem Interesse ist der neoklassische Dom, der zwischen 1793 und 1833 an der Stelle einer früheren romanischen Kirche gebaut wurde. In der Kirche sind bedeutende Werke zu sehen, wie etwa eine Madonna mit Kind aus Marmor aus dem 14. Jh.; ein Gemäldezyklus von Palma il Giovane und seiner Schule; eine Kreuzigung Christi; daneben ein 19 Typische Fenster im Stadtzentrum. Links: der Fischmarkt. Unten: Mühlenrad VENETO ORIENTALE Portogruaro Palazzo De Goetzen, la Villa Comunale, la Porta di S. Agnese e la chiesa delle SS. Agnese e Lucia tesca di una antica porta detta di S. Francesco, si può notare anche un tratto di circa 20 metri delle mura che circondavano la città. Merita una visita, poi, la Villa Comunale (sec. XVI), opera di Guglielmo d’Alzano, della quale si ammira l’eleganza dello stile rinascimentale con il porticato a tre arcate su colonne di pietra, il grande poggiolo d’angolo e la loggia a giorno. Accanto l’Oratorio di S. Ignazio (1682) e, di fronte a questo, in Via Seminario, troviamo l’interessante Palazzo Marzotto, eretto nel 1540, affrescato con scene mitologiche. Ospita oggi il Museo Paleontologico Michele Gortani, che contiene reperti fossili del Veneto e della Carnia. Il palazzo conserva integralmente la cinquecentesca decorazione pittorica della facciata. Nei pressi troviamo Palazzo Venanzio, del secolo XVI, in stile veneziano-rinascimentale. Qui poi s’incontra anche la Chiesa dei SS. Cristoforo e Luigi (sec. XII), con all’interno un affresco cinquecentesco di Pomponio Amalteo. La chiesa è annessa al Collegio Vescovile, del secolo XVIII, con il portico a colonne doriche. Continuiamo poi in Via Cavour: percorrendola si possono vedere e ammirare edifici che fondono bene lo stile gotico degli archi del portico con lo stile rinascimentale dei piani superiori. Infine, oltre la Porta di Sant’Agnese, la più antica delle tre porte rimaste, quindi ormai fuori della cerchia muraria, dove emerge ancora qualche resto delle mura antiche e perfino una torretta, merita una visita la Chiesa delle SS. Agnese e Lucia, del secolo XIV. Al suo interno vi è una pregevole Pietà quattrocentesca in terracotta. L’abside è gotica. Sulla facciata si notano alcuni resti di affreschi cinquecenteschi. Il campanile è romanico. Dopo avere visitato tante bellezze artistiche e architettoniche, che formano il patrimonio invidiabile di Portogruaro, bisogna dedicare una visita accurata al Museo Nazionale Concordiese, istituito nel 1885 per raccogliere le testimonianze di epoca romana e paleocristiana della vicina colonia romana di Julia Concordia, scoperta nel 1873. Si tratta certamente di una collezione archeologica tra le più importanti dell’Italia settentrionale. Il Museo è ordinato su due piani. Qui possiamo dare solo alcuni cenni, lasciando al visitatore di percorrere le sale e vedere la ricchezza di reperti archeologici: l’attenzione è subito attirata dalla grande 20 wertvolles Letztes Abendmahl; ein Altarbild vom heiligen Rochus und eine Auferstehung Christi. In der Apsis kann man noch eine Sacra Conversazione von Pomponio Amalteo beobachten, dem auch die Chorschranken zuzuschreiben sind. Nun aber, nach dem Besuch der Kirche, kann Portogruaro das Beste aus seinem wesentlich unveränderten Stadtbild zeigen mit den wunderschönen Palästen und den Häusern aus der Zeit der Gothik und der Renaissance. Neben der typischen Stadtstruktur der venezianischen mittelalterlichen Städte, merkt man gleich den starken kulturellen Einfluß von Venedig. Man sieht ihn in den schönen bemalten Fassaden der Paläste und in der gesamten Struktur des Stadtzentrums mit den langen Straßen und Säulengängen, die, im Unterschied zu anderen venezianischen Städten, Spitzbögen aufweisen. Entlang der Via Martiri bewundert man auf der linken Seite die drei Paläste Muschietti, Moro und Delle Imposte (15. Jh.), die wegen der gelungenen Mischung von gothischen und Renaissance-Elementen sehr originell sind. Auf der rechten Seite sollte man ein Haus aus dem 16. Jh. nicht übersehen, das von Säulen aus Cipollino-Marmor und mit romanisch-byzantinischen Kapitellen verschönert ist. Aber dann, wieder auf der linken Seite sieht man wohl einen der wunderbarsten Paläste in Portogruaro (15.-16. Jh.) mit seinen drei großen gothischen Bögen und zwei Fensterreihen in verschiedenem Stil: es ist der Palazzo De Goetzen, dem man gleich den Palazzo Dal Moro nähern kann (14.-15. Jh.), dessen Fassade, die durch ein zweibogiges und dreibogiges Fenster verschönert ist, von Terrakottaverzierungen und Skulpturen bereichert ist. Wir halten kurz beim Tor San Gottardo (Porta San Gottardo) an, weil man hier einen Abschnitt ca. 20 Meter lang der alten Stadtmauer, die einst die Stadt umgaben, neben diesem Neubau aus dem 16. Jh. eines früheren, San Francesco genannten Stadttors beobachten kann. Einen Besuch verdient auch die Villa Comunale (16. Jh.), ein Werk von Guglielmo d’Alzano, von der man die Eleganz der Renaissance-Formen in dem dreibogigen, von steinernen Säulen getragenen Portikus, dem großen Eckbalkon und der geöffneten Loge bewundern kann. Daneben liegt die Kapelle San Ignazio (1682), und dieser gegenüber in der Via Seminario sieht man den interessanten Palazzo Marzotto, der 1540 gebaut und mit Fresken aus mythologischen Szenen geschmückt wurde. Heute ist hier das Paläontologische Museum Michele Gortani untergebracht, das Fossilien aus Venetien und der Carnia enthält. Der Palast bewahrt noch ganz die vollständig mit Malereien geschmückte Fassade auf. In der Nähe finden wir den Palazzo Venanzio aus dem 16. Jh. im Stil der venezianischen Renaissance. Palazzo De Goetzen, die Villa Comunale; unten: das Tor Sant’Agnese und die Kirche der heiligen Agnes und Lucia VENETO ORIENTALE Portogruaro MUSEO NAZIONALE CONCORDIENSE nelle due pagine, ritrovamenti presenti nelle sale del museo Hier trifft man auch die Kirche der heiligen Christophorus und Ludwig (12. Jh.), darin ein Fresko aus dem 16. Jh. von Pomponio Amalteo. Die Kirche ist dem Bischöflichen Seminar aus dem 18. Jh., mit seinem Portikus mit dorischen Säulen, angeschlossen. Der Rundgang geht dann in der Via Cavour weiter: entlang derselben kann man Gebäude sehen und bewundern, die auf wundersame Weise die Gothik der Bögen in den Säulengängen mit der Renaissance der höheren Etagen vereinigen. Schließlich, jenseits des Tors Sant’Agnese, des ältesten der drei übriggebliebenen Stadttore, also bereits außerhalb der Stadtmauer, wovon man noch manche Reste und sogar ein kleines Türmchen herausragen, verdient die Kirche der heiligen Agnese und Lucia aus dem 14. Jh. einen Besuch. In ihrem Inneren gibt es eine kostbare Pietà aus Terrakotta aus dem 15. Jh. Die Apsis ist gothisch. Auf der Fassade bemerkt man einige Spuren von Fresken aus dem 16. Jh. Der Glockenturm ist romanisch. Nachdem man so viele Kunst- und Architekturschönheiten gesehen hat, die den beneidenswerten Schatz von Portogruaro ausmachen, sollte man dem Staatlichen Museum Concordiense einen aufmerksamen Besuch abstatten. Es wurde 1885 gegründet, um die Zeugnisse aus der römischen und altchristlichen Zeit in der benachbarten römischen Kolonie Julia Concordia aufzubewahren, die eben 1873 entdeckt wurde. Es handelt sich dabei ohne Zweifel um eine der wichtigsten archäologischen Sammlungen Norditaliens. Das Museum ist über zwei Etagen angelegt. An dieser Stelle können wir die Gegenstände nur kurz beschreiben, wobei es dem Besucher überlassen wird, die Säle zu durchwandern und den Reichtum der archäologischen Funde zu entdecken: die Aufmerksamkeit wird sofort von der großen, drapierten weiblichen Statue aus der zweiten Hälfte des 1. Jh. n.Ch. angezogen. Sehr viele sind dann die Funde aus der römischen Stadt: große korinthische und komposite Kapitelle, bearbeitete Architraven, Mosaikfußböden, bunte Mosaiken, darunter das berühmte der Grazien; große Steinplatten mit persönlichen Inschriften der Persönlichkeiten, die sich in der römischen Welt ausgezeichnet hatten. Sehr zahlreich sind auch die Gegenstände aus der wichtigsten Nekropolis der Stadt, sowie veschiedene Grabmäler, die in den römischen Nekropolen des 1.-2. Jh. n.Ch. üblich waren. Unter anderen kann man die große Stele des Zenturions 21 MUSEO NAZIONALE CONCORDIENSE nelle due pagine, ritrovamenti presenti nelle sale del museo VENETO ORIENTALE Portogruaro statua femminile panneggiata, della seconda metà del secolo I dopo Cristo. Molti sono poi i reperti provenienti dalla città romana: grandi capitelli corinzi e compositi, architravi lavorate, pavimenti musivi, mosaici policromi, tra cui celebre quello detto delle Grazie; grandi basi in pietra con le iscrizioni personali di personaggi che si distinsero nel mondo romano. Numerosi poi sono anche i reperti provenienti dalla necropoli principale della città, nonché i vari tipi di monumenti funerari utilizzati nelle necropoli romane del I-II secolo d.C.. Si ammira la grande stele del centurione Lucius Cornelius Aquilinus. Interessanti i sarcofagi: uno in marmo greco è di particolare bellezza. Da leggere le iscrizioni, perché sono un documento importante dell’organizzazione militare del basso impero. Vi sono poi le epigrafi, alcune con simboli cristiani. Ricca è la collezione dei reperti lapidei, busti virili e ritratti femminili, come anche la collezione di bronzi, statuette raffiguranti alcune divinità domestiche. Originale l’esposizione di oggetti d’uso quotidiano, nonché l’esposizione di vetri, lucerne, ceramiche grezze e raffinate, gemme e ambre. Alcuni vetri sono di eccezionale valore. Vi sono infine reperti di epoca paleoveneta: strumenti in pietra e in osso, frammenti rozzi di vasi, che testimoniano l’esistenza in Concordia di un insediamento precedente alla fondazione della colonia romana. Inoltre vi sono esposti i reperti romani provenienti da due aree archeologiche. Insomma è tutto un mondo antico da scoprire o riscoprire, dal fascino veramente grande. Ma non si può lasciare Portogruaro, senza avere fatto una visita alla Abbazia di Summaga (a soli quattro chilometri), per l’eccezionale valore storico e artistico di questa chiesa abbaziale, che ebbe il suo periodo di massima importanza tra il XII e il XIV. La facciata è neoclassica e si deve al restauro promosso nel 1740 dal cardinale Rezzonico, il futuro papa Clemente XIII. L’interno risale ai primi decenni del Duecento. L’abside destra è formata da un piccolo sacello, di fondazione probabilmente altomedioevale. La decorazione ad affresco, forse del secolo XI, è importante per definire la prima pittura romanica. Si tratta di un’iconografia che illustra il piano della Redenzione: dal peccato originale (Eva) al castigo e alla prefigurazione di Cristo (Abramo), per culminare nella Crocifissione e infine nella visione di Cristo tra i Serafini. La cupola presenta la conclusione del “racconto” con il Giudizio Finale. Tutto lo zoccolo del sacello, poi, fasciato da un finto “ve- Lucius Cornelius Aquilinus bewundern. Sehr interessant sind die Sarkophagen: darunter einer aus griechischem Marmor ist von besonderer Schönheit. Auch die Inschriften sollte man lesen, denn sie sind ein wichtiges Zeugnis von der Militärorganisation des späteren Kaiserreiches. Dann gibt es Grabinschriften, wovon einige mit christlichen Symbolen. Sehr reich ist die Sammlung von Steinobjekten, männlichen und weiblichen Büsten, sowie die Bronzensammlung und die Sammlung von den Hausgöttern. Auch die Ausstellung der Alltagsgegenstände ist sehr originell, ebenso wie die Ausstellung der Gläser und der Öllampen, der groben und bearbeiteten Keramikobjekte, der Edelstein- und Bernsteinobjekte. Manche Glasobjekte sind außerordentlich wertvoll. Schließlich gibt es Funde aus der altvenetischen Zeit: darunter Objekte aus Stein oder Knochen, Stücke von sehr einfachen Vasen und Töpfen, die von der Anwesenheit einer Ansiedlung vor der Gründung der römischen Kolonie in Concordia zeugen. Außerdem sind römische Funde aus zwei archäologischen Ausgrabungsstätten ausgestellt. Kurz, die ganze antike Welt mit ihrem wirklich wundersamen Zauber kann man hier entdecken oder wiederentdecken. Man darf Portogruaro nicht verlassen, ohne das nur 4 Km entfernte Kloster in Summaga besichtigt zu haben, das seine höchste Blüte im 12. und 14. Jh. erlebte und wegen seines außergewöhnlichen geschichtlichen und künstlerischen Wertes bekannt ist. Die Fassade ist neoklassisch; ihre Restauration wurde 1740 vom Kardinal Rezzonico, dem späteren Papst Clemens XIII, in Auftrag gegeben. Das Innere stammt vom Anfang des 13. Jh. Die rechte Apsis besteht aus einem kleinen Altar, vielleicht in frühmittelalterlicher Zeit gegründet. Die Freskodekoration, vielleicht aus dem 11. Jh., ist deswegen wichtig, weil man durch sie eine Idee der ersten romanischen Malerei haben kann. Die Bilder zeigen den Plan der Erlösung: von der Erbsünde (Eva) mit der darauffolgenden Bestrafung, die Prophezeiung der Ankunft Christi (Abraham), um dann mit der Kreuzigung und schließlich mit dem Bild von Christus mitten unter den Seraphinen zu enden. Die Kuppel zeigt das Ende dieser „bildlichen Erzählung“ mit dem Jüngsten Gericht. Der ganze Sockel der Kapelle, der von einem vorgetäuschten Tuch umgürtet ist, zeigt in der Dekoration Ritterszenen mit Bogenschießern, einen Kampf gegen einen Greif, eine Tänzerin, ein Falkenjäger und schließlich eine komische Figur, die Eier aufliest. An der westlichen Wand findet man eine Darstellung von den personifizierten Tugenden und Lastern von 22 VENETO ORIENTALE Portogruaro Affreschi dell‘Abbazia di Summaga lario”, è decorato con scene cavalleresche con arcieri: una lotta contro un grifone, una danzatrice, un falconiere, un buffo personaggio che raccoglie le uova. Sulla parete occidentale troviamo raffigurate le personificazioni delle virtù e dei vizi, di ottima qualità. La decorazione pittorica dell’abside risale ai primi decenni del XIII secolo: la Vergine, Cristo tra gli apostoli, la parabola delle vergini stolte e delle vergini sagge. Nell’abside sinistra un affresco raffigura Cristo docente tra due santi. Sulla parete sinistra sono affrescati alcuni santi: S. Isidoro, S. Floriano, Santa Lucia (inizi del ‘500). Sul pilastro absidale sinistro è raffigurata la Madonna col Bambino, forse dell’Amalteo. Porta la data del 1540. Infine Portogruaro vanta anche numerose istituzioni culturali, come la Fondazione Musicale S. Cecilia, che organizza una bella stagione musicale. Per non parlare del borgo di Lison, dove è il cuore della produzione di vini DOC. herausragender Qualität. Die Bilddekoration der Apsis geht auf die ersten Jahrzehnte des 13. Jh. zurück und zeigt die Jungfrau Maria, Christus unter den Aposteln, das Gleichnis von den klugen und törichten Jungfrauen. In der linken Apsis stellt ein Fresko den lehrenden Christus zwischen zwei Heiligen dar. Auf der linken Wand sind die heiligen Isidor, Florian, Lucia auf Fresken aus dem Anfang des 16. Jh. dargestellt. Am linken Apsispfeiler ist die Madonna mit Kind, vielleicht von Amalteo gemalt, dargestellt. Das Bild trägt das Jahr 1540. Schließlich schmückt sich Portogruaro mit zahlreichen kulturellen Veranstaltungen und Stiftungen, wie beispielsweise die Fondazione Musicale Santa Cecilia, die eine sehr geschätzte Musiksaison organisiert. Erwähnt sollte am Ende auch das kleine Dorf Lison, das Herz der DOCWeinproduktion. 23 Fresken in der Abtei von Summaga VENETO ORIENTALE Portogruaro Oratorio della Pescheria, vigneti, e scorci lungo il Lemene 24 il paesaggio die landschaft Dopo avere visto e visitato tante bellezze storico-artistiche di Portogruaro, bisogna ricordare che la città, vivace centro di attività commerciali, artigianali e del terziario, conserva, al tempo stesso, tanti scorci suggestivi, sia all’interno del suo abitato, sia nella sua cinta esterna. Insomma si può godere di un paesaggio ricco di verde e di acque, soprattutto lungo il corso del Lemene, che è parte così viva della realtà e della vita della città: basta soffermarsi all’Oratorio della Pescheria visto dal fiume, o ai Mulini, dove il Lemene crea angoli veramente incantevoli. E poi tutti quei palazzi che si specchiano nelle acque tranquille; quelle anse che il verde colora in armonia con il cielo. Insomma anche lo stesso nucleo storico offre luoghi molto belli, perché è disposto lungo due assi principali, paralleli al corso fluviale. Si avverte un rapporto particolare con il fiume, che diventa una presenza vitale e piena di suggestione. Fuori, poi, dal centro, si apre la campagna, ben disposta e frammentata, intersecata da una fitta rete di canali agricoli, ampi, che ravvivano l’ambiente. Se ci si sposta a Lison, oltre a visitare il luogo caratterizzato dalla produzione dei vini DOC, si può vedere anche un piccolo residuo bosco. Nachdem man in Portogruaro so viele Schönheiten aus Kunst und Geschichte gesehen und besichtigt hat, muß man sich erinnern, daß die Stadt– heute ein lebendiges Zentrum von Handel, Handwerk und Dienstleistungsbereich – gleichzeitig sowohl innerhalb, als auch außerhalb des Zentrums viele beeindruckende Winkel besitzt. Mit wenigen Worten, man kann eine grün- und wasserreiche Landschaft genießen vor allem entlang des Lemene, der ein so lebendiger Teil der Stadtwirklichkeit und des Stadtlebens ist: man braucht nur bei der Kapelle am Fischmarkt (vom Fluß aus gesehen – Oratorio della Pescheria) oder bei den Mühlen (Mulini), wo der Lemene wirklich wunderbare Ecken schafft, kurz anzuhalten. Und dann sind all die Paläste, die sich im ruhigen Wasser widerspiegeln; die Biegungen des Flusses, die das Grün färbt und mit dem Himmel harmonisch verbindet. Kurz, auch die Altstadt selbst bietet sehr schöne Plätze am Fluß, denn das Zentrum erstreckt sich entlang zweier Hauptachsen, die dem Fluß parallel laufen. Man spürt eine besondere Beziehung zum Fluß, der in der Stadt zu einer lebendigen zaubervollen Präsenz wird. Außerhalb des Zentrums dann öffnen sich die weiten Flächen des Ackerlandes, die gut angelegt, zergliedert und durch ein dichtes Netz von breiten Rinngräben durchzogen ist, die das Landschaftsbild beleben. Wenn man hingegen nach Lison fährt, kann man sowohl die Ortschaft, die wegen der DOC-Weinproduktion berühmt ist, auch einen kleinen Rest eines Waldes sehen. Die Kapelle am Fischmarkt, Weingärten und Ansichten des Lemene VENETO ORIENTALE Annone Veneto Siamo nella zona di produzione dei pregiati vini del Veneto orientale, che si stende tra la Via Postumia e la Triestina. Wir befinden uns hier in dem Produktionsgebiet der kostbaren Weine Ostvenetiens, das sich zwischen der Via Postumia und der Straße „Triestina“ erstreckt. un po’ di storia ein wenig geschichte Annone Veneto è l’antica “Ad Nonum”, cioè un “vicus” posto al nono miglio della strada che portava da Concordia Sagittaria a Opitergium (Oderzo). Il nome, quindi, si spiega facilmente, in quanto, lungo le grandi vie consolari romane, venivano create delle stazioni intermedie. Tra queste, appunto, quella su cui sorse Annone. Appartenente prima al ducato Foro Juliense, fece parte del patrimonio dell’abbazia benedettina di Sesto al Reghena, per poi passare, con un decreto dell’imperatore Ottone I, al Patriarcato di Aquileia, sotto la cui giurisdizione rimase fino al 1420, quando vi subentrò il dominio di Venezia. Come del resto tutta la zona, anche quella di Annone era ricca allora di boschi, dai quali i Veneziani, oltre che dal Cadore, facevano arrivare il legname per le loro navi. Annone diventò Comune nel 1808, ma poi fu declassato a Frazione di Pramaggiore nel 1815, finché riprese la sua dignità di Comune nel 1918. Durante l’occupazione veneziana il suo immenso patrimonio boschivo fu gradualmente impoverito e poi andò del tutto perduto durante la guerra del 1915-18. Annone Veneto ist das ehemalige „Ad Nonum“, d.h. ein „Vicus“ (Dorf), das an der neunten Meile der Straße lag, die von Concordia Sagittaria nach Opitergium (Oderzo) führte. Der Name also erklärt sich sehr leicht, denn Zwischenstationen wurden von den Römern auf ihren Konsulstraßen gebaut. Darunter eben befand sich auch die Station, wo Annone entstand. Das Dorf gehörte anfangs dem Herzogtum Foro Juliense, wechselte aber in den Besitz der Benedektinerabtei Sesto al Reghena, um dann durch ein Dekret Kaisers Otto I. dem Patriarchaten von Aquileia abgetreten zu werden, unter dessen Jurisdiktion das Dorf bis 1420 auch blieb, als die Herrschaft von Venedig begann. Wie übrigens die ganze Region war auch die Gegend um Annone sehr reich an Wäldern, wovon die Venezianer das Holz für den Bau ihrer Schiffe, das auch von der Region Cadore stammte, herkommen ließen. Annone wurde zur Gemeinde im Jahre 1808, wurde aber später um 1815 als Bezirk von Pramaggiore deklassiert, bis es seinen Gemeinde-Status 1918 wieder errang. Während der venezianischen Besetzung wurde sein grenzenloser Waldvorrat allmählich reduziert, bis er während des ersten Weltkriegs vollständig zerstört wurde. da visitare Chiesa di S. Vitale Annone è oggi un centro di colture vinicole specializzate, quindi l’attenzione di un visitatore va principalmente a questa attività, esercitata con arte e tecnica di alta qualità, per una produzione sempre più idonea ad essere vincente sui mercati. Annone possiede anche una notevole attrezzatura sportiva. Merita attenzione e interesse la Biblioteca Regionale dello Sport, la prima costituita in Italia. Ma Annone si presenta anche con alcune opere d’arte degne di una visita, come la Chiesa di San Vitale, del secolo XV, nata dalla ricostruzione e dall’ampliamento di un antico Oratorio, nel 1763. L’edificio è stato poi rielaborato del tutto nel 1946. Da osservare l’altare maggiore, opera rinascimentale di Rinaldo da Portogruaro (1544). Questa antica chiesa è interessante anche per i piccoli affreschi che ne rivestono le pareti. Di buon gusto è anche la pala raffigurante un “Cristo Crocifisso”, 25 sehenswürdigkeiten Annone ist heute ein Zentrum der spezialisierten Weinproduktion, also wird die Aufmerksamkeit des Besuchers vor allem durch diese Tätigkeit angezogen, die mit Kunstfertigkeit und hochqualifizierter Technologie für eine immer marktgewinnendere Produktion ausgeführt wird. Annone besitzt auch eine bedeutende Sportanlage. Viel Aufmerksamkeit verdient die interessante Regionale Sportbibliothek, die erste ihrer Art in Italien. Aber Annone zeigt auch einige Kunstwerke, die nähere Betrachtung verdienen, wie etwa die Kirche San Vitale aus dem 15. Jh.: sie entstand 1763 beim Wiederaufbau und Ausbau einer früheren Kapelle. Das Gebäude wurde 1946 vollständig renoviert. Zu sehen ist der Hauptaltar, ein Renaissance-Werk von Rinaldo da Portogruaro (1544). Diese sehr alte Kirche ist auch wegen der kleinen Fresken, die die Wände schmücken, sehr interessant. Sehr harmonisch ist sowohl das Altarbild mit einer Kreuzigung Christi, als auch das Altarbild aus dem 18. Jh. mit der heiligen Fosca, das im 19. Jh. hieher gebracht wurde. In der Sakristei sind das steinerne Waschbecken aus dem 15. Jh. und ein großes Fresko von 1537 mit einem Kirche San Vitale 26 VENETO ORIENTALE Annone Veneto Affresco nella chiesa di S. Vitale e soprattutto la pala settecentesca di Santa Fosca, trasferita qui nel secolo diciannovesimo. Nella sacrestia è di buona fattura un lavabo in pietra del secolo XV e un grande affresco, datato 1537, con Gesù in Croce, di scuola veneziana, come si può dedurre dall’idillico paesaggio agreste. Secondo altri, la sigla dell’autore e alcuni elementi dell’opera la farebbero attribuire a un autore bergamasco. La nuova Parrocchiale, invece, non presenta particolare interesse architettonico, ma all’interno, sull’altare maggiore, vi è una tela ottocentesca che raffigura San Vitale, proveniente dalla vecchia chiesa. Infine, la torre campanaria della chiesa di San Vitale, che è stata eretta nel XV secolo sulle fondazioni di una precedente torre del “castrum” murato. Ma presentano buon interesse ad Annone anche gli affreschi dipinti sulle facciate di alcune case padronali e perfino di semplici case coloniche, secondo un antico uso assai diffuso nelle località della campagna veneta. Così si possono vedere pitture murali, quali le settecentesche Madonne col Bambino, sulla facciata di Casa Giacomini, della Casa Cester e soprattutto, in località Oltrefossa, nel portico di Casa Gianotto, l’affresco Madonna in Trono tra due Santi (“La Madonna della pera”), la cui composizione può essere fatta risalire intorno alla metà del Cinquecento. Infine, a un visitatore particolarmente attento, Annone può mostrare un po’ dovunque i resti della tipica architettura veneziana, della quale fa bella mostra soprattutto il caratteristico “balconcino”. Ma poi resta sempre da vedere la campagna ordinata e tirata a vigneti, così meticolosamente curati. Una vista veramente piacevole, che svela tecnica di produzione, ma anche di amore per la bellezza della natura. Naturalmente ad Annone riveste piacevole interesse poter visitare cantine e latterie o partecipare magari alla simpatica Festa della Vendemmia. il paesaggio Non muta, nella sua fisionomia generale, da quello della pianura dell’estremo lembo orientale della provincia di Venezia. Pianura “bassa”, con indubbi caratteri veneziani, ma che presenta anche una continuità con la bassa pordenonese e con il trevigiano orientale: una razionale organizzazione del territorio rende mossa e varia la campagna, ricca di Jesus am Kreuz aus venezianischer Schule, wie man aus der idyllischen Landschaft schließen kann, kostbar ausgeführt. Nach anderer Meinung verraten das Monogramm des Meisters und einige Elemente im Werk einen Maler aus der Region Bergamo. Die neue Pfarrkirche hingegen besitzt kein besonderes architektonisches Interesse, aber im Inneren befindet sich auf dem Hauptaltar ein Gemälde aus dem 19. Jh. mit einem Bild vom heiligen Vital, das aus der früheren Kirche stammt. Schließlich sieht man den Glockenturm der Kirche San Vitale, der im 15. Jh. auf dem Fundament eines früheren Turms der Stadtmauer errichtet wurde. In Annone sind auch etliche Fresken auf den Fassaden einiger Herrenhäuser, ja sogar einiger einfacher Bauernhäuser, nach einem alten Brauch in den Ortschaften auf dem venezianischen Festland, von Interesse. So kann man Wandmalereien sehen, wie etwa die Darstellungen aus dem 18. Jh. der Madonna mit Kind auf den Fassaden des Hauses Giacomini, des Hauses Cester, und vor allem in der Ortschaft Oltrefossa im Portikus des Hauses Gianotto das Fresko mit der Madonna auf dem Thron zwischen zwei Heiligen (Madonna mit der Birne – Madonna della Pera), dessen Ausführung in der Mitte des 16. Jh. vermutet werden kann. Schließlich, dem besonders aufmerksamen Besucher kann Annone fast überall die Spuren der typischen venezianischen Architektur zeigen, wovon vor allem der charakteristische Balconcino (Kleinbalkon) in verschiedenen Variationen ein Beispiel ist. Dann aber gibt es noch eine sauber geordnete Ackerlandschaft mit Weingärten, die ganz fleißig gepflegt sind. Ein besonders angenehmer Besuch, der über die Produktionstechnik Aufschluß gibt, aber auch die Liebe für die Schönheiten der Natur zeigt. Natürlich kann man in Annone sehr leicht Weinkeller oder Molkereien besichtigen, oder vielleicht das fröhliche Weinlesefest besuchen. die landschaft In ihrem allgemeinen Bild ist die landschaft in diesem Gebiet von der Ebene im östlichsten Teil der Provinz Venedig nicht verschieden. Die Ebene ist „niedrig“ mit zweifellos venezianischen Merkmalen, weist aber auch eine Kontinuität mit der niederen Provinz Pordenone und der östlichen Provinz Treviso auf; eine rationelle Organisation des Landes macht das Gebiet bewegt und mannigfaltig, reich an Anbauflächen und beherrscht von dem Fluß Livenza, der ein Quellenfluß ist und die Region von Annone nach San Stino durchzieht, wobei er überall im Grün und am Wasser wirklich beein- Fresko in der Kirche San Vitale VENETO ORIENTALE Annone Veneto coltivazioni, dominata dal fiume Livenza, di origine risorgiva, che attraversa il territorio da Annone a San Stino, creando dovunque angoli di acqua e verde davvero suggestivi. Ma Annone qualifica tutto il suo paesaggio con i vigneti, che producono vini a denominazione controllata. È situato, tra l’altro, proprio sulla Strada dei Vini DOC, che si snoda attraverso un percorso interessante e piacevole, in mezzo alla campagna, affascinante per il verde e il silenzio. druckende Ecken formt. Annone aber adelt gleichsam seine Landschaft durch die Weingärten, wo DOC-Weine angebaut und hergestellt werden. Die Stadt befindet sich übrigens gerade an der DOC-Weinstraße, die sich mitten auf dem Lande durch ein interessantes und angenehmes Gebiet durchschlängelt, wo die Stille und das Grün bezaubernd wirken. 27 Weingärten. Unten: Karte der DOCWeinstraße Vigneti e nella piantina le strade dei vini DOC SITI NATURALISTICI NATURALISTISCHE PLÄTZE LUOGHI DI INTERESSE STORICO HISTORISCHE Sehenswürdigkeiten TERME THERMEN CITTÀ DEL VINO WEINSTÄDTE 28 VENETO ORIENTALE Pramaggiore Basta il nome per ricordare a tutti che ci si trova nell’area dei Vini DOC per eccellenza, tanto che già ai tempi della Serenissima Repubblica la località ne era considerata il vigneto privilegiato. Der Name von Pramaggiore genügt, um uns daran zu erinnern, daß wir uns in einer Region der DOC-Weine par excellence befinden; schon zur Zeit der Republik Venedig galt die Gegend als Weingarten der Republik. un po’ di storia ein wenig geschichte Probabilmente Pramaggiore risale all’epoca romana ed era un “vicus” di Concordia Sagittaria. I primi documenti che però ne attestano la presenza, col nome di Pramaggiore, risalgono al 1225 e lo fanno dipendere dal Patriarcato di Aquileia. Anzi, le località contigue di Salvarolo e Blessaglia, ora frazioni comunali, risultano di origine più antica del centro di Pramaggiore e dipendevano dalla ricca abbazia di Sesto al Reghena, in territorio friulano, fondata dai benedettini su concessione longobarda verso la metà dell’VIII secolo. Il toponimo “Pramaggiore” si rifà, con ogni probabilità, alla grande estensione prativa, circondata da un fitto bosco, presente nella campagna, dove appunto sorsero i feudi della famiglia Blessaja o Blessaglia e della famiglia Salvarolo nella località omonima, fino al 1420, quando i due feudi passarono alla Serenissima. Da notare che sotto la dominazione austriaca, Pramaggiore, già appartenente al distretto del Friuli, fu unita alla provincia di Venezia e come Comune venne istituito nel 1806. Vielleicht geht die Gründung von Pramaggiore auf die römische Zeit zurück, als es vielleicht ein „vicus“, ein Dorf von Concordia Sagittaria war. Die ersten Urkunden, die die Existenz des Dorfes und des Namens Pramaggiore bezeugen, stammen vom Jahr 1225 und erklären, daß es vom Patriarchaten Aquileia abhing. Vielmehr waren die heutigen Vororte von Pramaggiore, die Nachbardörfer Salvarolo und Blessaglia von weit älterem Ursprung als das Zentrum von Pramaggiore und hingen von der reichen Abtei Sesto al Reghena im Friaul ab, die mit Erlaubnis der Langobarden von den Benedektinern gegen Mitte des 8. Jh. gegründet worden war. Der Name Pramaggiore erklärt sich sehr wahrscheinlich mit den großen Weideflächen (prato-pra’), die von dichten Wäldern umgeben auf dem Land waren; in den gleichnamigen Ortschaften befanden sich die Lehensgüter der Familie Blessaja/Blessaglia und der Familie Salvarolo, bis sie 1420 in den Besitz der Republik Venedig übergingen. Bemerkenswert ist, daß Pramaggiore, das vorher der Region Friaul zugehörte, unter österreichischer Herrschaft an die Provinz Venedig angeschlossen wurde und erst 1806 zur Gemeinde erhoben wurde. da visitare Mostra nazionale dei Vini Pramaggiore, come quasi tutto il territorio, è caratterizzato da una produzione di vini eccellenti, che trovano tutela e diffusione attraverso il Consorzio Lison-Pramaggiore. È da osservare, quindi, com’è curata la produzione agricola, che vede oggi sostituite tutte le operazioni colturali con impianti dalla razionalità regolare, predisposti per la meccanizzazione di tutto il ciclo produttivo. sehenswürdigkeiten Pramaggiore, wie fast sein gesamtes Verwaltungsgebiet, zeichnet sich durch die Produktion von hervorragenden Weinen aus, deren Werbung und Ursprungsbezeichnungsschutz von dem Consorzio Lison-Pramaggiore� ������������������ betrieben wird. Man sollte deshalb genau beobachten, wie gepflegt der Ackerbau ist, worin die alten Anbaumethoden durch rationelle Anlagen ersetzt werden, die auf die Mechanisierung des ganzen Produktionszyklus genau ausgerichtet sind. Der moderne Weinbau hat seinen geschichtlichen Ursprung und bildet einen wirtschaftlichen Schatz hier, weil gerade eine so genaue Vorbereitung der Anbauflächen und eine präzise Organisation der Weingärten solch eine höchstqualitative Produktion ermöglichen. Deswegen ist es interessant, das DOC-Gebiet LisonPramaggiore zu besichtigen, dessen Weine auch Weine der Dogen genannt werden. Ein Besuch der Weinbetriebe bietet die Gelegenheit, die so einzigartige Landschaft kennenzulernen, wo auch die Nationale Weinfachausstellung zusammen mit weiteren Fachveranstaltungen organisiert werden. Das Gebäude der Nationalen Weinfachausstellung VENETO ORIENTALE Pramaggiore Particolare dell‘affresco della chiesa di San Marco, a destra il Museo della Civiltà Contadina all‘interno del vecchio mulino di Belfiore La viticoltura odierna ha qui origini storiche e costituisce un patrimonio economico, perché proprio una così meticolosa preparazione dei terreni e una precisa organizzazione dei vigneti permettono una produzione di alta qualità. È interessante perciò visitare la zona DOC di Lison-Pramaggiore, i cui vini sono anche detti vini dei Dogi. La visita alle aziende è un’occasione per conoscere un ambiente così particolare, dove viene organizzata la Mostra Campionaria Nazionale dei Vini , assieme ad altre manifestazioni. Si può poi visitare anche l’Enoteca Regionale dei Vini del Veneto. Ma se oggi la fama regionale e nazionale di Pramaggiore è dovuta, come s’è detto, particolarmente alla eccezionalità della sua produzione vinicola, un visitatore attento non può trascurare i beni artistici che pure sono presenti nel territorio. È da visitare quindi la Chiesa Di San Marco, rinascimentale, che risale al XIII secolo e conserva ancora interessanti pregi architettonici, nonostante sia stata prolungata nel 1890 e poi si sia aggiunta, nel 1917, anche una navata. All’interno c’è un affresco che risale al XVI secolo e rappresenta Madonna in trono tra i Santi Marco e Sebastiano. Ma Pramaggiore abbraccia anche le frazioni di Belfiore, Blessaglia e Salvarolo. Quest’ultima località è nominata in un atto di donazione del 762 al monastero di Sesto al Reghena e forse crebbe intorno a un castello che, ceduto dai Salvarolo, fu poi abbandonato e cadde in rovina. Si può visitare la bella cappella di San Giacomo, che mantiene la sua impronta romanica, nonostante abbia subito dei rimaneggiamenti. All’interno si possono vedere ancora tracce di antichi affreschi e un Crocifisso secentesco in legno. Se ci spostiamo a Belfiore, sul fiume Loncon, è possibile visitare il vecchio mulino, trasformato nel Museo della Civilta’ Contadina, che offre uno spaccato della vita passata di questi luoghi legati così profondamente alla terra. Ma da vedere resta anche la Chiesa di Santa Susanna, che risale al Seicento e ha un bell’altare barocco, incorniciato da una grande inquadratura prospettica. La terza frazione di Pramaggiore, Blessaglia, offre a una visita la Chiesa di Santa Maria Assunta (1537), i cui caratteri stilistici richiamano l’arte lagunare. All’interno, nella parete destra si deve guardare il grande affresco cinquecentesco, della scuola di Pomponio Amalteo, che raffigura scene della vita della Vergine e un corteo di fedeli con il gonfalone della confraternita dei battuti. 29 Außerdem kann man noch den Regionalen Weinkeller Ve n e t i e n s (Enoteca Regionale) besichtigen. Aber, obwohl der regionale, ja nationale Ruhm von Pramaggiore sich, wie gesagt, mit der herausragenden Qualität seiner Weinproduktion erklärt, sollte ein aufmerksamer Besucher die Kunstschätze nicht übersehen, die in seiner Umgebung so zahlreich zu finden sind. Es lohnt sich also zum Beispiel, die Renaissance-Kirche San Marco vom 13. Jh. zu besichtigen, die noch interessante architektonische Merkmale aufweist, wenn sie auch 1890 verlängert und 1917 ein weiteres Schiff hinzugefügt bekam. Im Inneren befindet sich ein Fresko aus dem 16. Jh. mit einer Darstellung der thronenden Madonna zwischen den heiligen Marcus und Sebastian. Pramaggiore umfaßt auch die Vororte Belfiore, Blessaglia und Salvarolo. Dieser letzte Vorort ist in einer Schenkungsurkunde an die Abtei von Sesto al Reghena von 762 genannt und entstand vielleicht rund um ein Schloß, das wahrscheinlich von den Salvarolos abgetreten, später verlassen wurde und zerfiel. Man kann hier die schöne Kapelle San Giacomo besichtigen, die trotz der angebrachten Abänderungen noch ihre romanische Prägung behält. Im Inneren kann man noch Spuren alter Fresken und ein hölzernes Kruzifix aus dem 17. Jh. sehen. Fährt man nach Belfiore am Fluß Loncon weiter, kann man dort die alte Mühle besichtigen, die in ein Das Museum der bäuerlichen Zivilisation im Inneren der alten Mühle von Belfiore. Links: Detail aus der Kirche San Marco 30 VENETO ORIENTALE Pramaggiore Ma entrambe le pareti sono affrescate: dentro nicchie vi sono figure di apostoli e sui pilastri dell’arco trionfale le figure di S. Pietro e di S. Paolo, certamente opere della stessa epoca. Gli altari barocchi contengono le pale di S. Lucia, Sant’Antonio e San Francesco di Paola. Infine è da segnalare anche una statua lignea dell’Assunta, tardo-ottocentesca, del bellunese Valentino Panciera (Besarel). Ma percorrendo la zona si notano anche interessanti edifici rurali e i mulini, che sono un elemento architettonico caratteristico. Non mancano poi le ville: Villa Mosarruti, settecentesca, che fu già residenza della famiglia Cappello e Villa Muschietti, pure settecentesca, che ha una bella colombaia. il paesaggio La Mostra nazionale dei vini e una vigna Nella zona di Pramaggiore, il paesaggio si caratterizza tutto per la grande produzione di vini pregiati. Dominano i vigneti, che si estendono, in questa bassa pianura, ordinati e curati per raggiungere la qualità necessaria e conservare il nome di Pramaggiore. È interessante percorrere la Strada dei Vini DOC Lison-Pramaggiore, che, incominciando ad Annone Veneto con varie diramazioni, arriva fino alle località balneari di Bibione e Caorle. Si tratta di una strada che permette di visitare anche luoghi di grande valore, oltre che paesaggistico, storico e culturale. Museum der bäuerlichen Zivilisation umgewandelt worden ist und ein Einblick in das vergangene Leben auf diesen Landstrichen, die so eng mit dem Acker verbunden sind, ermöglicht. Zu sehen bleibt noch die Kirche Santa Susanna, die vom 17. Jh. stammt und einen schönen Barockaltar besitzt, der von einer perspektivischen Einrahmung umgeben ist. Der dritte Vorort von Pramaggiore, Blessaglia, lädt zu einem Besuch der Kirche Santa Maria Assunta (1537) ein, deren stilistische Merkmale an die Kunst in der Lagune von Venedig erinnern. Im Inneren sollte man auf der rechten Wand das große Fresko (16. Jh.) aus der Schule von Pomponio Amalteo betrachten mit Szenen aus dem Leben der Jungfrau Maria und einen Zug von Gläubigen mit der Kirchenfahne der Bruderschaft der Battuti. Aber beide Wände sind freskiert: in den Nischen sind Apostelfiguren und an den Pfeilern des Triumphbogens die Bilder von den heiligen Peter und Paul, sicherlich aus derselben Entstehungszeit. Die Barockaltäre enthalten die Altarbilder von den heiligen Lucia, Antonius, Franz von Paola. Schließlich ist eine Holzstatue der Assunta aus dem späten 19. Jh., ein Werk des Bildhauers Valentino Panciera (Besarel) aus Belluno, beachtenswert. Bei einer Rundfahrt merkt man interessante Bauernhäuser und die Mühlen, die ein typisches architektonisches Merkmal der Gegend sind. Es fehlt auch nicht an Villen: Villa Mosarruti aus dem 18. Jh. war einst Residenz der Familie Cappello, und Villa Muschietti, ebenfalls aus dem 18. Jh., besitzt noch einen schönen Taubenschlag. die landschaft Die landschaft rund um Pramaggiore zeichnet sich gänzlich durch den starken Anbau von Edelweinen aus. Weingärten beherrschen das Landschaftsbild in dieser niedrigen Ebene; sie sind ordentlich gepflegt, um die notwendige Qualität zu haben und den Namen Pramaggiore bewahren zu dürfen. Es ist sehr interessant die DOC-Weinstraße LisonPramaggiore zu verfolgen, die in Annone Veneto beginnt und durch verschiedene Verzweigungen bis an die Badeorte Bibione und Caorle anlangt. Es handelt sich um eine Straße, die die Chance bietet, auch weitere Ortschaften von großem landschaftlichem Wert zu besichtigen, die aber auch geschichtlich und kulturell von Interesse sind. Die Nationale Weinfachausstellung. Unten: Weinreben und Trauben VENETO ORIENTALE Cinto Caomaggiore Panorama Altra piacevole località, che si colloca nella pianura orientale, tra fiumi e distese di campi in cui fanno bella mostra i salici. Ma anche dove pulsa la vita sociale ed economica in modo ordinato e vivace. Noch ein angenehmes Dorf in der östlichen Ebene zwischen Flüssen und Ackerfeldern, die von Weiden geschmückt sind, wo aber auch das soziale und wirtschaftliche Leben rege und ordentlich pulsiert. un po’ di storia ein wenig geschichte La scoperta di 4000 monete romane, per lo più denari d’argento e conservate nel Museo di Portogruaro, conferma che Cinto esisteva in epoca romana. Per quanto riguarda il nome, due sono le ipotesi proposte: la prima, che “Cinto” potrebbe essere la corruzione di “quinto”, e starebbe a indicare “quinto miglio” dalla potente Concordia; la seconda, tra l’altro considerata più probabile, anche perché il termine Cintho lo si legge spesso in documenti medioevali, che Cinto deriverebbe quindi da “cinctum”, ossia “luogo recintato” o fortificato. Si sa poi che il Patriarca di Aquileia, nel 1192, fece una donazione all’Abbazia di Summaga, il che dimostra che a Cinto egli aveva delle proprietà. Ma Cinto era anche la sede di un gastaldo e durante il XII secolo un rappresentante del patriarca ogni anno vi amministrava la giustizia (il “placito”), col rappresentante del conte di Gorizia. Il territorio di Cinto risulta anche essere stato parte di una donazione longobarda (769) all’Abbazia di Sesto al Reghena, sottoposto al potere temporale dei patriarchi di Aquileia (797) e a quello ecclesiastico della diocesi di Concordia, da cui, infatti, ancora nel 1186 dipendeva la Chiesa di S. Biagio. La Pieve fu anche incorporata all’Abbazia di Summaga (1211). Cinto divenne comune nel 1806, aggregato al dipartimento di Passariano e poi, sotto l’Austria, alla provincia di Venezia. Die Entdeckung von 4000 römischen Münzen, vor allem Silberlingen, die jetzt im Museum von Portogruaro aufbewahrt werden, bestätigt, daß Cinto bereits zur Zeit der Römer existierte. Was den Namen betrifft, gibt es zwei Theorien: zuerst könnte das Wort „Cinto“ eine Entartung des Wortes „Quinto“ als Bezeichnung für die fünfte Meile von der mächtigen Concordia sein; oder noch, was übrigens wahrscheinlicher erscheint, auch weil das Wort Cintho oft in mittelalterlichen Urkunden zu lesen ist: Cinto könnte vom Wort „cinctum“, d.i. „umzäunter Platz“ oder „eingemauerte Stätte“ stammen. Man weiß auch, daß der Patriarch von Aquileia im Jahre 1192 eine Schenkung an die Abtei von Summaga machte, was bezeugt, daß er in Cinto manche Ländereien besaß. Aber Cinto war auch der Sitz eines Gastalden, und während des 12. Jh. sprach hier ein Abgesandter des Patriarchen zusammen mit einem Vertreter des Grafen von Görz das Recht aus („placito“). Das Gebiet von Cinto war offensichtlich teilweise auch eine langobardische Schenkung an die Abtei von Sesto al Reghena (769), die der gesetzlichen Autorität der Patriarchen von Aquileia (797) und der kirchlichen Autorität der Diözese von Concordia unterstand, von der zum Beispiel die Kirche San Biagio noch im Jahre 1186 abhing. Die Pfarre wurde ebenso an die Abtei von Summaga angeschlossen (1211). Cinto wurde erst 1806 zur Gemeinde, zunächst an den Landkreis Passariano, später, unter der österreichischen Besetzung, an die Provinz Venedig angeschlossen. da visitare Cinto è un piccolo centro, ma con una aperta vitalità che si manifesta nella sua vivace realtà economica e sociale, nella sua semplice struttura urbanistica. Ma Cinto, oltre ad offrirsi a un visitatore con il suo volto disteso e tranquillo, tipico del territorio della parte più orientale della provincia di Venezia, non è neppure avaro di bellezze artistiche che meritano attenzione, anche per scoprire opere di autori considerati “minori”, ma che ben rappresentano certi aspetti della cultura e della civiltà veneta-friulana. Visitiamo allora la chiesetta della Madonna della Concessione. Presenta caratteri neoclassici. All’interno c’è subito da osservare una Madonna lignea, di buona fattura artistica: risale alla fine dell’Ottocento ed è comu- sehenswürdigkeiten Cinto ist zwar ein kleines Zentrum, aber es besitzt eine besondere Lebendigkeit, die sich in seiner wirtschaftlichen und sozialen Wirklichkeit und in seiner einfachen Stadtstruktur widerspiegelt. Darüberhinaus nicht nur bietet sich Cinto dem Besucher mit seinem ruhigen und entspannten Gesicht, das im östlichsten Teil der Provinz Venedig sehr üblich ist, sondern geizt es nicht mit seinen Kunstschätzen, die besondere Aufmerksamkeit verdienen, auch weil dadurch das Werk von weniger wichtigen Künstlern entdeckt werden kann, die aber manche Aspekte der venezianisch-friaulischen Kultur und Zivilisation am besten darstellen. Wir besuchen nun also die kleine Kirche der Madonna della Concessione. Sie weist neoklassische Elemente auf. Im Inneren sollte man gleich die hölzerne Madonna, 31 Luftansicht der Stadt VENETO ORIENTALE Cinto Caomaggiore La Madonna lignea nella chiesetta della Madonna della Concessione; le Marie, particolare della pala della Crocifissione nella chiesa di San Biagio; due particolari degli affreschi della chiesa di S. Giovanni Battista a Settimo: la Madonna del Latte, e l‘Adorazione dei Magi; a destra, la chiesa parrocchiale di San Biagio nemente attribuita al Besarel, ossia Valentino Panciera, che è certamente una presenza qualificata nel campo della scultura veneta. Nella Chiesa Parrocchiale, dedicata a San Biagio, troviamo la bella facciata, rinnovata nel 1937. Edificata forse verso la metà del Seicento, ha subito poi radicali interventi architettonici, ma ha conservato una sua nobile dignità. All’interno è notevole l’altare maggiore, come sono interessanti le cantorie lignee e di buon livello sono gli scanni del coro. Il fonte battesimale in marmo è opera gradevole di Giovanni Pilacorte; la pala della Crocifissione, opera pregevole del primo Settecento, di Gregorio Lazzarini, un autore anche questo ben rappresentato nel Veneto Orientale; la statua lignea dell’Ottocento, armoniosa scultura del Besarel già citato, e spesso presente nel territorio. È necessario spostarsi nella sola frazione di Cinto, Settimo, dove si può vedere un’importante serie di affreschi nella Chiesa di San Giovanni Battista. Innalzata intorno al 1468, incorporando un preesistente oratorio, è ancora interessante, nonostante abbia subito parecchi rimaneggiamenti. Di carattere originario ha conservato solo l’abside. Ma si raccomanda all’interno per una serie di affreschi che viene ormai considerata quasi unanimemente opera di Giovanni Francesco del Zotto, detto Gian Franco da Tolmezzo (14501508): Sant’Agostino Sant’Antonio Abate, la Nascita del Battista e la sua predicazione sul Giordano, l’Adorazione dei Magi, San Sebastiano e qualche altro frammento. C’è poi un’immagine cinquecentesca attribuita a Giovanni Maria Zaffon, detto il Calderari, che il popolo conosce ormai come la Madonna del Latte. Ma un’attenzione particolare va rivolta, infine, soprattutto alla grande pala con la Vergine tra San Giovanni Battista e San Marco, opera secentesca di Alessandro Varotari, detto il Padovanino (1588-1648). In questo suo dipinto si nota la sua elegante ritmica compositiva e la notevole sensibilità cromatica. Cinto però mostra al visitatore anche due belle ville: la settecentesca Villa Trevisan, con il suo ampio giardino e la Villa Bornacin, che sorge al centro di un grande parco cir- ein Werk von guter Kunstfertigkeit, sehen: sie stammt vom Ende des 19. Jh. und ist allgemein dem Künstler Besarel, Künstlername von Valentino Panciera, zugeschrieben, der sicherlich eine hochqualifizierte Präsenz in der venezianischen Skultpur der Zeit war. Bei der Pfarrkirche, die dem heiligen Blasius-Biagio gewidmet ist, finden wir eine schöne Fassade, die 1937 restauriet wurde. Sie wurde vielleicht Mitte des 17. Jh. errichtet, erfuhr aber später radikale architektonische Erneuerungen, bewahrte gleichzeitig ihr würdevolles Aussehen. Im Inneren ist der Hauptaltar sehr bedeutend; ebenso interessant ist der Chor aus Holz, und von guter Qualität sind die Chorschranken. Das Taufbecken aus Marmor ist ein schönes Werk von Giovanni Pilacorte; das Altarbild mit einer Kreuzigung Christi ist ein kostbares Werk von Anfang des 18. Jh. von Gregorio Lazzarini, noch einem Maler, den man in Ostvenetien sehr häufig trifft; die schon erwähnte, harmonische Statue aus Holz von Besarel (19. Jh.) gehört noch dazu. Eine Fahrt zu dem einzigen Vorort von Cinto, Settimo, lohnt sich, um dort eine wichtige Reihe von Fresken in der Kirche San Giovanni Battista zu sehen. Die Kirche wurde um 1468 erbaut, wobei sie eine frühere Kapelle in den neuen Bau eingliederte; sie ist trotz der vielen erlittenen Abänderungen noch sehr interessant. Einen ursprünglichen Charakter bewahrte nur die Apsis. Das Innere glänzt durch eine Reihe von Fresken, die man heute fast einstimmig dem Maler Giovanni Francesco del Zotto, genannt auch Gian Franco da Tolmezzo (1450-1508) zuschreibt: sie zeigen den heiligen Augustin, den heiligen Anton den Großen, die Geburt Johannes des Täufers, dessen Predigt am Jordan, die Anbetung der heiligen drei Könige, den heiligen Sebastian und weitere Fragmente. Es gibt dann noch ein Bild aus dem 16. Jh., das man Giovanni Maria Zaffon, genannt Calderari, zuschreibt, das das Volk heute als die Madonna del Latte (Madonna der Milch) kennt. Besondere Aufmerksamkeit sollte man schließlich dem großen Altarbild mit der Jungfrau zwischen den heiligen Johannes dem Täufer und Marcus wenden, einem Werk von Alessandro Varotari, genannt Padovanino (1588-1648). In diesem Gemälde merkt man seine elegante regelmäßige Kompositionstechnick und sein bemerkenswertes Gefühl für die Farbe. Cinto zeigt aber dem 32 Die Pfarrkirche San Biagio. Links von oben nach unten: die hölzerne Madonna della Concessione, das Drei Marienbild, Detail aus dem Altarbild der Kreuzigung in der Kirche San Biagio. Zwei Details aus den Fresken in der Kirche San Giovanni Battista in Settimo: die Madonna del Latte und die Anbetung der heiligen drei Könige VENETO ORIENTALE Cinto Caomaggiore Nelle due pagine: Abbazia di Sesto e particolare di affresco giottesco, boschi e laghi alle Cave di Cinto condato da mura merlate. Ma da Cinto sarebbe una perdita difficilmente colmabile non varcare il confine della provincia di Venezia per visitare, in terra friulana, l’Abbazia Benedettina di Santa Maria in Sylvis a Sesto al Reghena. Si tratta infatti di uno stupendo complesso monastico benedettino, gioiello d’arte e di architettura medioevale: la stupenda basilica, con la sua caratteristica e originalissima facciata; la porta fortificata d’accesso; l’antica residenza degli abati, edificio elegante nella sua sobrietà, con gli stemmi di cinque abati commendatari. La basilica, di forme romanico-bizantine, con la sua corte, presenta poi un ciclo di affreschi di scuola giottesca. Nella cripta emergono il bassorilievo (fine secolo XIII) e il sarcofago di Santa Anastasia (sec.VIII). Purtroppo in questa sede non ci si può dilungare: resta solo da fare una visita accurata per immergersi in un complesso edilizio-abbaziale, dentro il quale si respira l’atmosfera del Medioevo e al tempo stesso si ammira dovunque la bellezza dell’arte e dell’architettura d’un mondo passato, che ha lasciato tesori che sollevano lo spirito e appagano il gusto di chiunque ami il bello. il paesaggio Si diceva che Cinto è collocato tra fiumi e campi dove sono presenti i salici. Infatti il suo paesaggio è dominato dalle acque del Lemene, del Reghena, del Caomaggiore, che creano una gradevole area verde. Visitiamo quella dei laghetti. Si tratta di un’area ormai protetta, perché ricca di vegetazione. Si possono vedere aironi e cormorani, mentre le acque dei laghetti permettono la pesca di una discreta varietà di pesci. Si tratta dunque di un ambiente che merita di essere visitato, perché offre un’oasi dove passeggiare in tranquillità. Besucher auch seine schönen Villen: darunter die Villa Trevisan (18. Jh.) mit ihrem weiten Garten, und die Villa Bornacin, die sich mitten in einem großen Park befindet, der von Zinnenmauern umgeben ist. Aber es wäre ja ein großes Versäumnis, wenn man nicht über die Provinzgrenze ginge und im friaulanischen Gebiet die Benedektinerabtei Santa Maria in Sylvis in Sesto al Reghena nicht besichtigte. Es handelt sich dabei um eine wunderschöne Anlage der Benedektinermönche, ein mittelalterliches Kunst- und Architekturjuwel: die wunderbare Basilika, mit ihrer charakteristischen, sehr originellen Fassade; das befestigte Eingangstor; die alte Residenz der Äbte, in seiner Schlichtheit ein elegantes Gebäude mit den Wappen von fünf Kommendataräbten. Die Basilika, in romanisch-byzantinischer Form und mit einem Hof versehen, zeigt übrigens einen Freskenzyklus aus der Schule des Giotto. In der Krypta sind ein Basrelief (Ende 13. Jh.) und das Sarkophag der heiligen Anastasia (8. Jh.) von Bedeutung. Es lohnt sich also, der Abtei einen Besuch abzustatten und dabei in ein Bau- und Klosterkomplex zu tauchen, worin man die Atmosphäre des Mittelalters wieder atmen kann und gleichzeitig überall die Schönheiten der Kunst und Architektur vergangener Zeiten bewundern kann, einer Welt also, die so viele Schätze hinterlassen hat, die den Geist erheben und den Kunstgeschmack jedes Liebhabers des Schönen befriedigen. die landschaft Wie gesagt, befindet sich Cinto zwischen Flüssen und Äckern, wo die Weiden die häufigsten Bäume sind. In der Tat ist die ganze Landschaft von den Wassern des Lemene, des Reghena, des Caomaggiore beherrscht, die einen entzückenden grünen Landstrich bilden. Wir können auch das Gebiet der kleinen Seen besichtigen (Laghetti). Es handelt sich um ein nun geschütztes Gebiet, weil es eine so reiche Flora besitzt. Hier kann man u.a. Reiher und Kormoranen sehen, während man an den Wassern der kleinen Seen eine Vielzahl von Fischarten fischen kann. Es ist also eine Landschaft, die zum Entdecken einlädt, auch wenn man nur einen Spaziergang in der Stille machen möchte. 33 Auf beiden Seiten: die Abtei von Sesto, Detail aus einem Fresko von Giotto’scher Schule, Wälder und Seen bei Cinto 34 VENETO ORIENTALE Gruaro Sesto al Reghena Siamo ancora nella zona più orientale della provincia di Venezia, dove prevale l’esteso spazio della campagna, fertile, altamente produttiva e dove l’ambiente naturale presenta aspetti caratteristici. un po’ di storia Le origini di Gruaro risalgono probabilmente a epoca celtica e certamente romana. Per quanto riguarda il nome, si possono esprimere solo congetture, che però hanno un solido fondamento. Essendo infatti la zona in antico molto boscosa (quindi popolata da uccelli: grus-gruis= gru) vi era forse a difesa un “gruarius”, ossia un guardiano di quei boschi. Comunque solo all’838 si deve arrivare per un’attestazione reale, perché l’imperatore Lotario cedette all’Abbazia di Sesto al Reghena alcune proprietà e i monaci, poi, verso il Mille, eressero il castello di San Giusto, del quale furono proprietari dal 1106 gli Attimis fino al secolo XV, con un’interruzione nel secolo XIII in cui appartenne ai Cuccagna di Valvasone. Gruaro poi viene menzionato anche in una bolla (1183) del papa Lucio III, a riguardo della giurisdizione dell’Abbazia di Sesto al Reghena, giurisdizione passata poi al Patriarcato di Aquileia. Inoltre è da credere che Gruaro avesse allora già una certa importanza, se era sede del cosiddetto “placito”, ossia l’amministrazione della giustizia che, ogni anno, era esercitata dal rappresentante del Patriarca di Aquileia. Durante la guerra della Lega di Cambrai (1508) la zona, che era ormai sotto il dominio della Serenissima, subì varie vicissitudini e infine durante il Regno d’Italia napoleonico (1806) passò sotto il Dipartimento di Passariano, per passare infine, sotto il successivo Regno Lombardo-Veneto, di nuovo alla provincia di Venezia. da visitare Gruaro, con le località di Bagnara, Boldara e Giai, occupa una parte del territorio ormai all’estremità settentrionale della provincia di Venezia. Ed è un territorio molto fertile, dove si è sviluppata un’economia agricola di buona specializzazione, come si può vedere percorrendo un po’ la zona. Gruaro poi si presenta con la tipica fisionomia di centro agricolo, che fonde bene richiami antichi con esigenze umane nuove e soprattutto con tendenze economiche, sociali e culturali proiettate al futuro. Una visita attenta permette di cogliere una realtà interessante, anche perché qui emergono elementi caratteristici, derivati dalla presenza di reciproche influenze venete e friulane. Nella piazza di Gruaro osserviamo il Municipio, così particolare, con una torretta merlata, che si eleva dal centro dell’edificio. Wir befinden uns immer noch im östlichsten Gebiet der Provinz Venedig, wo die weitausgedehnten Flächen der fruchtbaren, hochproduktiven Ackerfelder vorherrschen, und wo die landschaft typische Merkmale aufweist. ein wenig geschichte Die Gründung von Gruaro geht wahrscheinlich auf die Zeit der Kelten oder sicherlich auf die Zeit der Römer zurück. Was den Namen betrifft, kann man nur verschiedene Vermutungen anstellen, die aber ein festes Fundament haben. Da das Gebiet ursprünglich sehr waldreich war, und also von Vögeln bewohnt war (grus-gruis-gru bedeutet Kranich), gab es vielleicht einen Waldhüter, einen „gruarius“ also. Doch erst 838 gibt es die erste urkundliche Nennung des Dorfes, als der Kaiser Lothar der Abtei von Sesto al Reghena manche Grundstücke überließ; die Mönche dann, gegen das Jahr 1000, errichteten das Schloß San Giusto, das vom Jahr 1106 bis Ende des 15. Jh. der Familie Attimis gehörte mit einer einzigen Unterbrechung im 13. Jh., als dessen Besitz an die Familie Cuccagna di Valvasone fiel. Gruaro wird dann in einer Bulle von Papst Lucius III. (1183) über die Jurisdiktion von der Abtei Sesto al Reghena erwähnt, die übrigens an das Patriarchat Aquileia abgetreten wurde. Außerdem sollte man meinen, daß Gruaro bereits damals ein wichtiges Zentrum war, denn es war Sitz eines „placito“, d.h. eines Gerichts, wo jedes Jahr ein Vertreter des Patriarchen von Aquileia das Recht sprach. Während des Kriegs von Cambrai (1508) erlebte das Gebiet, das inzwischen an die Republik Venedig angeschlossen worden war, verschiedene Wechselfälle, schließlich ging es mit dem napoleonischen Königreich Italien in den Landkreis Passariano über, um dann unter dem darauffolgenden Lombardo-Venetischen Königreich wieder zur Provinz Venedig überzugehen. sehenswürdigkeiten Gruaro bildet mit seinen Vororten Bagnara, Boldara und Giai die nördlichste Grenze der Provinz Venedig. Es ist eine sehr fruchtbare Gegend, wo eine gut spezialisierte Landwirtschaft sich stark entwickelt hat, wie man schnell bei einer Rundfahrt beobachten kann. Gruaro stellt sich also mit einem typisch landwirtschaflichen Gesicht vor, wo alte Traditionen mit modernen menschlichen Bedürfnissen und vor allem wirtschaftlichen, sozialen und kulturellen Ansprüchen, die in die Zukunft blicken, gut harmonieren. Ein aufmerksamer Besuch läßt uns eine Wirklichkeit entdecken, die interessant ist, weil charakteristische Merkmale hier auftauchen, die vom gegenseitigen Einfluß zwi- VENETO ORIENTALE Gruaro Facciata della chiesa di S. Giusto Dopo esserci fermati nel Piazzale della Chiesa circondato di verde, merita la nostra attenzione la Chiesa Parrocchiale, dedicata a San Giusto che risale al secolo XV. Sulla facciata guardiamo i due affreschi del secolo XVI, che raffigurano San Cristoforo e il patrono San Giusto con la Chiesa e il Campanile. Sullo sfondo, particolare interessante, è rappresentato il Castello di San Giusto, oggi non più esistente. Del resto si deve sapere che nella zona, dopo l’occupazione veneziana, furono abbandonati anche altri fortilizi, che poi naturalmente scomparvero. Entriamo nella chiesa: vi possiamo osservare un affresco, la Nativita’, datato 1519 e un affresco secentesco con Santa Lucia. Non deve poi sfuggire l’altare maggiore, in marmo: si tratta di un’opera veramente notevole, riferibile agli inizi del Settecento. Ma bisogna anche spostarsi nelle località che formano Gruaro. Cominciamo con Bagnara, dove è da visitare la Chiesa di San Tommaso Apostolo. Costruita nel 1463, diventò chiesa parrocchiale nel 1565. Vi troviamo la presenza dei cosiddetti “pittori tolmezzini” nella persona del Bellunello da San Vito, del quale vediamo, nella lunetta sopra il portale, un affresco con la figura della Madonna tra due angeli che adora il Bambino. Della stessa scuola è anche il pittore Gian Pietro da San Vito, al quale si deve la decorazione interna, di cui sono rimaste, sui pilastri dell’arco trionfale, le due figure di San Rocco e di San Sebastiano. Da osservare poi sulla parete destra un grande trittico, San Biagio e la Vergine in trono, tre evangelisti e un Santo tra due angeli che suonano. Rechiamoci poi a Boldara, dove merita una visita la Cappella di Santa Maria Elisabetta, che appartenne alla famiglia Sbrojavacca. Sull’altare si può osservare una cinquecentesca Madonna in Trono, mentre sull’arco trionfale ci sono gli affreschi con le figure di Sant’Osvaldo e San Giuseppe. Sono opere certamente dello stesso autore friulano. È anche da visitare a Boldara la Chiesa di Sant’Angelo, con la sua struttura rinascimentale, nella quale possiamo vedere un affresco che rappresenta Sant’Antonio Abate, del 1818, e una pala con la figura dell’Arcangelo Gabriele. Un ultimo strappo lo si può fare a Giai, dove nella Chiesa di San Giovanni, che fu riconsacrata nel 1766 e in schen venezianischer und friaulanischer Kultur zeugen. Auf dem Hauptplatz von Gruaro sieht man das Rathaus, das mit seinem Zinnentürmchen, das vom Zentrum des Gebäudes herausragt, so einzigartig ist. In dem von Grün umgebenen Kirchplatz verdient die Pfarrkirche, die dem heiligen Justus gewidmet ist und vom 15. Jh. stammt, unsere ganze Aufmerksamkeit. Auf der Fassade sieht man zwei Fresken vom 16. Jh., die den heiligen Christophorus und den Schutzpatron der Stadt, San Giusto, mit der Kirche und dem Glockenturm zeigen. Im Hintergrund ist ein interessantes Bild, das Schloß San Giusto, dargestellt, das heute nicht mehr existiert. Übrigens sollte man wissen, daß auch weitere Festungen nach der venezianischen Besetzung des Gebiets verlassen wurden, die deswegen bald verschwanden. In der Kirche sieht man ein Fresko von 1519, die Geburt Christi darstellend, und ein Fresko aus dem 17. Jh. mit der heiligen Lucia. Der Hauptaltar aus Marmor sollte auch nicht übersehen werden: es geht dabei um ein wirklich bemerkenswertes Werk von Anfang des 18. Jh. Doch man sollte auch die Ortschaften besichtigen, die rund um Gruaro liegen. In Bagnara kann man zum Beispiel die Kirche San Tommaso Apostolo besichtigen. Sie wurde 1463 gebaut und wurde 1565 Pfarrkirche. Darin finden wir einen der sogenannten Pittori Tolmezzini (Maler aus Tolmezzo), nämlich Bellunello da San Vito, von dem wir in der Lunette über dem Eingangstor ein Fresko mit der Madonna zwischen zwei Engeln das Kind anbetend sehen können. Von derselben Malerschule ist auch der Maler Gian Pietro da San Vito, dem man die Innendekoration zuschreibt, wovon an den Pfeilern des Triumphbogens die zwei Bilder von den heiligen Rochus und Sebastian übriggeblieben sind. Auf der rechten Wand dann sieht man ein großes Tryptichon mit San Biagio, der thronenden Jungfrau, drei Evangelisten und einem Heiligen zwischen zwei musikspielenden Engeln. In dem kleinen Dorf Boldara verdient die Kapelle der heiligen Maria Elisabetta, die einst der Familie Sbrojavacca gehörte, einen Besuch. Auf dem Hauptaltar kann man eine thronende Madonna aus dem 16. Jh. beobachten, während am Triumphbogen die Fresken mit den Figuren der heiligen Oswald und Joseph glänzen. Sie sind zweifellos Werk desselben friaulanischen Malers. In Boldara kann man auch die Kirche Sant’Angelo besichtigen, ein Renaissancebau, wo ein Fresko mit dem heiligen Anton dem Großen vom Jahr 1818 und ein Altarbild mit dem Erzengel Gabriel zu sehen sind. 35 Die Fassade der Kirche San Giusto 36 VENETO ORIENTALE Gruaro seguito rimaneggiata, è da vedere una bella tela settecentesca, in cui è raffigurato il Battesimo di Gesù. Può essere utile sottolineare in proposito, e ciò valga per quasi tutto il territorio orientale della provincia, come vi resista una duplice ascendenza culturale, in quanto è chiaramente aperta da una parte agli influssi degli altri centri veneti, e dall’altra altrettanto chiaramente a quelli del Friuli. Infine ci si può fermare alla Villa Fadella Ronzoni. È settecentesca ed è originale per quei camini che ne incorniciano il frontone. Ma è anche una visita da non perdere, a Gruaro, quando a settembre si apre l’appuntamento annuale di tanti appassionati di api e della produzione del miele. il paesaggio Anche Gruaro mostra al visitatore tutte quelle caratteristiche di un territorio che si estende tra l’Annia e il mare, tra Piave, Livenza, Tagliamento. Un ambiente sempre e dovunque ricco di suggestioni e dominato da colture estensive. È un itinerario nel quale si ammira il riassetto agrario e al tempo stesso l’ampiezza di un paesaggio in cui natura e opera dell’uomo si integrano in modo rispettoso. Ecco perché questi luoghi mantengono inalterato il loro fascino per chi sa percorrerli con curiosità intelligente non disgiunta da un desiderio di tranquillità e di pace. BOLDARA i Mulini di Stalis sul Lemene; a destra, la fonte di Venchiaredo Der letzte kurze Ausflug führt uns nach Giai, wo man in der Kirche des heiligen Johannes, die 1766 wieder eingeweiht, später aber etwas verändert wurde, ein schönes Gemälde aus dem 18. Jh. sehen kann, das die Taufe Jesu darstellt. Nochmals lohnt es sich zu betonen, daß hier, sowie übrigens überall im östlichen Teil der Provinz Venedig, ein zwiefacher kultureller Einfluß schon immer vorherrschte, denn das Gebiet ist einerseits offensichtlich dem Einfluß aus anderen venezianischen Zentren, andererseits ebenso klar demjenigen aus den friaulischen Ebenen geöffnet. Schließlich empfiehlt es sich, bei der Villa Fadella Ronzoni kurz anzuhalten. Das Gebäude aus dem 18. Jh. ist wegen der Schornsteine, die die Fassade krönen, sehr originell. Schließlich lohnt es sich, im September nach Gruaro zu kommen, als die Jahresmesse für Bienenzüchter und Honighersteller eröffnet wird. die landschaft Auch Gruaro zeigt dem Besucher all die typischen Merkmale dieser Landschaft, die sich zwischen der Via Annia und dem Meer, den Flüssen Piave, Livenza und Tagliamento erstreckt. Es ist eine Landschaft, die immer und überall beeindruckend wirkt und von extensiven Anbauflächen gekennzeichnet ist. Bei einer Rundfahrt in der Gegend um Gruaro kann man die geregelte Landwirtschaft und gleichzeitig die Breite der Landschaft bewundern, in der Mensch und Natur sich respektvoll begegnen und zusammenwirken. Das ist der Grund, warum diese Orte ihren unveränderten Zauber in den Augen der Besucher bewahren können, die sie mit kluger Neugierde, nicht getrennt von dem Wunsch nach Stille und Frieden, zu erkunden wissen. BOLDARA Die Quelle von Venchiaredo. Links: die Mühlen am Lemene bei Stalis VENETO ORIENTALE Teglio Veneto Siamo proprio agli estremi confini della provincia di Venezia. Teglio Veneto bildet die äußerste Grenze der Provinz Venedig. un po’ di storia ein wenig geschichte Il nome del paese con tutta probabilità deriva dalla pianta del tiglio (tilia), ampiamente diffusa negli antichi boschi, soprattutto nei secoli precedenti l’era cristiana. Il territorio, pur facendo parte della ricca e florida Concordia Sagittaria, pare non avesse insediamenti veri e propri, anche se alcuni propendono per inserirlo in una centuriazione, ossia in una distribuzione di terre ai veterani. La prima notizia sicura di Teglio risale a una Bolla del Papa Urbano III, del 1186, ma probabilmente già dopo il crollo della potenza romana cominciò a formarsi una piccola comunità. Il potere temporale e spirituale su Teglio, dopo le invasioni barbariche, fu esercitato dal vescovo di Concordia, essendo il territorio sotto la giurisdizione del Patriarcato di Aquileia. Ciò dimostra che in quel tempo Teglio era già un villaggio e vi era stata costruita una chiesa, forse dedicata a S. Giacomo. Nel 1354 il territorio fu ceduto dai Vescovi di Concordia in feudo a Francesco di Colloredo e vi subentrarono poi come vassalli i Valvason, gli Zoppola, gli Sbrojavacca, gli Altan. La signoria vescovile su Teglio fu contrastata più volte dai conti di Fratta, ma anche il casato portogruarese degli Scuarra accampava diritti, senza tuttavia riuscirvi. Da ricordare un’interessante consuetudine di Teglio: i capifamiglia si riunivano al suono della campana davanti ad un antico Oratorio, dedicato a S. Antonio, per discutere su problemi della comunità e i provvedimenti da adottare. Nel 1420 Teglio passò a far parte della Repubblica di Venezia che diede inizio ai disboscamenti per i fabbisogni del suo Arsenale e per le necessità cittadine, poi per l’incremento delle coltivazioni e della popolazione. In realtà questa non crebbe molto, anche a causa del ripetersi di pestilenze che infestavano la zona. Caduta Venezia (1797), Teglio passò sotto l’Austria con il Trattato di Campoformido (1798), poi sotto il napoleonico Regno d’Italia (1805), divenendo comune incluso nel dipartimento di Passariano, corrispondente all’incirca all’odierno Friuli. Nel 1816, al tempo del Regno Lombardo-Veneto, fu incluso nella provincia di Venezia. La sua storia tranquilla fu interrotta e sconvolta dalle vicende della prima grande guerra del 1915-18, perché il paese si trovò tra le terre invase, nell’autunno del 1917, dopo la rotta di Caporetto. Der Name der Stadt kommt aller Wahrscheinlichkeit nach aus dem lateinischen Namen der Linde (tilia-tiglio), die in den ursprünglichen Wäldern, vor allem vor Beginn der christlichen Ära, sehr verbreitet war. Das Gebiet, obwohl Teil der reichen und wohlhabenden Region von Concordia Sagittaria, hatte vermutlich keine richtigen Ansiedlungen, obwohl manche Historiker vermuten, daß es Teil eines Zenturiats war, d.i. eines Gebiets, das an die Kriegsveteranen vergeben worden war. Die erste belegte Nachricht über Teglio befindet sich in einer päpstlichen Bulle von Urban III. vom Jahr 1186, doch wahrscheinlich hatte sich eine kleine Gemeinde bereits nach dem Fall des römischen Kaiserreichs gebildet. Die gesetzliche und kirchliche Macht über Teglio nach der Völkerwanderung gehörte dem Bischof von Concordia, da das Gebiet in der Jurisdiktion des Patriarchaten von Aquileia stand. Dies bezeugt, daß Teglio schon damals ein Dorf mit einer Kirche war, die vielleicht dem heiligen Jakob gewidmet war. Im Jahre 1354 wurde das Gebiet von dem Bischof von Concordia dem Adeligen Francesco di Colloredo zu Lehen gegeben, dem dann die Familien Valvason, Zoppola, Sbrojavacca, Altan als Lehensleute folgten. Die bischöfliche Macht über Teglio war mehrmals von den Grafen von Fratta bekämpft, aber auch die Familie Scuarra aus Portogruaro versuchte ihre Rechte über das Gebiet, doch erfolglos, zu behaupten. Sehr interessant war ein Brauch hier in Teglio: die Familienoberhäupter versammelten sich beim Klang der Glocken vor einer alten Antonius-Kapelle, um über die Probleme der Gemeinde und die zu anzunehmenden Maßnahmen zu diskutieren. Ab 1420 gehörte Teglio der Republik Venedig, die mit der Entwaldung der Region begann, zum Teil, um die Bedürfnisse der großen Werft in Venedig, des Arsenale, und die Nachfrage in der Hauptstadt zu decken, zum Teil, um die Anbauflächen zu erweitern und damit die wachsende Bevölkerung zu unterstützen. Doch die Bevölkerung konnte schließlich nicht viel wachsen, denn Pestepidemien wiederholten sich hier mehrmals. Nach dem Fall von Venedig (1797) wurde Teglio durch den Vertrag von Campoformido (1798) an Österreich, dann an das napoleonische Königreich Italien (1805) angeschlossen, wobei es zur Gemeinde im Landkreis Passariano, dem heutigen Friaul, erhoben wurde. 1816, zur Zeit des Lombardo-Venetischen Königreichs, wurde es in die Provinz Venedig eingegliedert. Seine ruhige Geschichte wurde von den Ereignissen des ersten Weltkriegs, 1915-18, unterbrochen und erschüttert, denn das Gebiet wurde nach der Niederlage da visitare Teglio è un paese che fonda prevalentemente la sua economia sull’agricoltura, quindi presenta una sua precisa configurazione umana, sociale, urbanistica, caratterizzata da elementi della civiltà rurale, tipica della piana veneto- 37 38 VENETO ORIENTALE Teglio Veneto Oratorio di S. Antonio friulana di questa parte orientale della provincia. Ma ciò non significa staticità, o immobilismo tradizionale o peggio chiusura al nuovo. Ci sono invece fermenti molto vivi, sia di natura sociale ed economica, sia di natura culturale. Un vivace connubio di solida civiltà agricola e di dinamica innovazione artigianale contribuisce ad animare il paese, la cui vitalità è visibile nella sua disposizione urbanistica, semplice, ma così ordinata e pulita. S’intravede la continuità delle antiche radici civili e storiche e al tempo stesso si coglie la tensione verso il futuro, che Teglio intende costruire su nuove basi, più consone ai tempi. Allora, dopo aver visto il paese nel suo complesso, facciamo una visita al piccolo Oratorio di Sant’Antonio Abate. Esisteva già nel secolo XIII e fu successivamente ampliato con un bell’atrio in stile rinascimentale, sorretto da colonne. All’interno è conservata una tela del 1738, che raffigura la Morte di San Giuseppe. Da osservare è anche un’insolita rappresentazione del Padre Eterno in trono, che risale al secolo XVIII. Basta scostarsi un po’ e si può vedere la Parrocchiale. È una bella chiesa, consacrata nel 1896 e completata nel in Caporetto im Herbst 1917 von den österreichischen Truppen verwüstet und besetzt. sehenswürdigkeiten Teglio ist eine Gemeinde, deren Wirtschaft hauptsächlich in der Landwirtschaft besteht, so weist sie präzise menschliche, soziale, städtische Merkmale auf, wo Elemente des Landes- und Bauernleben der venezianischfriaulischen Ebene dieses östlichen Teils der Provinz vorherrschend sind. Das bedeutet aber keineswegs Unbeweglichkeit oder traditionelles Festhalten, oder, schlimmer noch, dem Neuen verschlossen bleiben. Hingegen gibt es sehr lebendige Elemente, sowohl sozialer und wirtschaftlicher, als auch kultureller Natur. Eine lebendige Mischung aus festgesetzter bäuerlicher Zivilisation und dynamischer kleinindustrieller Erneuerung trägt dazu bei, das Dorf, dessen Lebendigkeit in der so einfachen, doch so ordentlichen und sauberen Stadtplanung sichtbar ist, zu beleben. Man erkennt eine Kontinuität aus den alten geschichtlichen und städtischen Wurzeln, doch gleichzeitig merkt man das Interesse für die Zukunft, die Teglio auf neuen Fundamenten, der Zeit gemäßer, errichten will. Nach dem Besuch des Dorfes kann man die kleine Kapelle Sant’Antonio Abate besichtigen. Die Kapelle existierte schon im 13. Jh. und wurde später durch eine schöne Renaissance-Vorhalle, die von Säulen getragen ist, ausgebaut. Im Inneren wird ein Gemälde von 1738 aufbewahrt, das den Tod des heiligen Joseph darstellt. Auch eine ungewöhnliche Darstellung des thronenden Ewigen Vaters ist im Inneren zu sehen, die vom 18. Jh. stammt. Kurz davon entfernt befindet sich die Pfarrkirche. Es ist eine schöne Kirche, die 1896 eingeweiht und 1902 mit dem Bau des Glockenturms vollendet wurde. Das Innere ist sehr hell und enthält zwei kostbare hölzerne Altäre aus dem 17. Jh. Auf einem der beiden bewundert man ein Altarbild (auch 17. Jh.) mit der Jungfrau des Rosenkranzes, ein Werk von Osvaldo Gortanutti (gest. 1295). Altäre und Gemälde kommen von der früheren Pfarrkirche, die im 16. Jh. gebaut worden war. Ganz in der Nähe befindet sich die Villa Reis, ein großes Gebäude aus dem 19. Jh. mit schönen architektonischen Linien. Die landschaft Die morphologische Struktur des Gebiets, wo Teglio liegt, ist von dem Fluß Tagliamento stark beeinflußt, denn dieser hat viele günstige Bedingungen zur Gründung zahl- Kapelle Sant’Antonio Abate VENETO ORIENTALE Teglio Veneto 1902 con l’erezione del campanile. L’interno è molto luminoso e vi si conservano due pregevoli altari lignei secenteschi. In uno si ammira una pala pure secentesca, con la Vergine del Rosario, opera di Osvaldo Gortanutti (?-1695). Altari e dipinti provengono dalla precedente parrocchiale, che risaliva al secolo XVI. Ma non si può non vedere anche Villa Reis, perché si tratta di una vasta costruzione ottocentesca, dalle belle linee. 39 reicher Ansiedlungen geschaffen, die sich ihrerseits an die Morphologie der Flußlandschaft angepaßt haben und miteinander von Straßen verbunden sind, die oft dem schlängelnden Lauf des Wasserwegs folgen. So kann man zum Beispiel die Verzweigungen verfolgen, die bis an die Lagune reichen. So bildet der Fluß auch in diesem nordöstlichen Teil der il paesaggio L’apparato morfologico del territorio, dove si situa Teglio, è dominato dal corso del Tagliamento, che ha offerto le condizioni idonee allo sviluppo di numerosi centri abitati, che risentono dell’adattamento alla morfologia dello spalto fluviale e sono collegati da strade che seguono spesso l’andamento dei meandri del corso d’acqua. Così si possono seguire le diramazioni che si spingono fin verso la laguna. Quindi anche in questa propaggine nord-orientale della provincia di Venezia, il corso del fiume costituisce un ambiente caratteristico, interessante sia sotto l’aspetto naturalistico, sia sotto l’aspetto umano. Perciò chi volesse seguire il corso del Tagliamento, scoprirebbe senza fatica luoghi incantevoli che si susseguono quasi ininterrottamente, sia nel territorio proprio di Teglio, sia proseguendo tra i numerosi e ampi meandri che il fiume crea nel suo lungo percorso. Sono ancora luoghi capaci di dare un profondo senso di pace a contatto con una natura distesa e tranquilla. VIlla Reis e campagna VIlla Reis Provinz Venedig eine charakteristische Gegend, die sowohl landschaftlich, als auch menschlich interessant ist. Deshalb, wer den Lauf des Tagliamento verfolgen möchte, könnte ohne Mühe zauberhafte Orte entdecken, die fast ununterbrochen nacheinander folgen, sowohl in der Umgebung bei Teglio beginnend, als auch im weiteren Verlauf des Flusses durch zahlreiche, breite Biegungen, die der Fluß auf seinem langen Weg schafft. Es sind Winkel, die noch dazu imstande sind, ein tiefes Gefühl von Frieden mitten in einer ruhigen, unendlichen Natur zu vermitteln. VENETO ORIENTALE Fossalta di Portogruaro Affresco del castello di Fratta. Sotto, chiesa Parrocchiale di S. Zenone 40 Notevole centro agroindustriale, è oggi un paese completamente moderno. Das bedeutende landwirtschaftlich-industrielles Zentrum ist heute eine völlig moderne Stadt. un po’ di storia ein wenig geschichte Probabilmente esisteva già un insediamento nel periodo romano, come del resto possono testimoniare il ritrovamento di qualche monile, di monete, e lo studio di alcuni toponimi (es. Vado = Vadum, guado, passaggio). Le vicende di Fossalta, però, sono soprattutto legate a quelle religiose della Diocesi di Concordia. Nel 996, l’imperatore Ottone III dona a questa vari territori, tra i quali figura appunto Fossalta, il cui nome (fossa = fossatum) sta forse ad indicare le varie opere difensive erette nella zona contro le invasioni barbariche. Sotto il dominio della “Serenissima Repubblica Veneta”, la zona “la bassa” fu riunita, nel XVI secolo, sotto l’amministrazione di Cordovado, in una parte del territorio denominato “paludo del Sindical”. Se sono scarse le notizie sull’amministrazione civile di Fossalta, notevoli sono invece i documenti sulla vicenda religiosa della “Villa” come si può vedere nell’archivio parrocchiale, ben conservato e prezioso, con pergamene del XV secolo e il Regesto del Castello di Fratta redatto alla fine del XVI. Vielleicht gab es schon eine erste Ansiedlung zur Zeit der Römer, wie übrigens die Wiederentdeckung mancher Juwelen, Münzen und die Erklärung einiger Ortsnamen (z.B. Vado aus dem lat. Vadum, d.i. Furt) bezeugen könnten. Die Geschichte von Fossalta ist aber hauptsächlich mit dem Schicksal von der Diözese von Concordia verbunden. 996 schenkte der Kaiser Otto III der Diözese verschiedene Ländereien, darunter eben Fossalta, dessen Name (fossa-fossatum – Graben) vielleicht die Verteidigungswerke bezeichnete, die im Gebiet gegen die Völkerwanderung aus dem Osten errichtet wurden. Unter der Herrschaft der Republik Venedig, der sogenannten „Serenissima“, wurde die niedrige Ebene im 16. Jh. in die Verwaltung von Cordovado, in einem Gebiet, das den Namen „Sumpfgebiet von Sindical“ (Paludo del Sindical) trug, vereinigt und gesetzt. Obwohl die Nachrichten über die Zivilverwaltung von Fossalta sehr wenige sind, sind hingegen die Zeugnisse über die religiösen Ereignisse in der „Villa“ sehr zahlreich, wie man im gut erhaltenen und wertvollen Pfarrarchiv mit Pergamenten aus dem 15 Jh. und dem Regest des Schlosses von Fratta aus dem Ende des 16. Jh. gut sehen kann. da visitare Il volto di Fossalta è soprattutto moderno, ma con un suo pulito decoro, mantenuto nelle costruzioni e negli spazi urbani, come la piazzetta sistemata dietro il Municipio e che è delimitata nei suoi lunghi fianchi dall’edificio della Biblioteca Comunale e, dirimpetto, dal fronte posteriore di un altro edificio sul quale un affresco su grande scala riproduce una veduta settecentesca del Castello di Fratta. Ora è anche d’obbligo una visita alla Chiesa Parrocchiale: dedicata a San Zenone, risale al 1896, costruita su una chiesa originaria probabilmente del secolo XI, su progetto dell’architetto Federico Berchet coadiuvato dall’architetto Domenico Rupolo. Di forme neoromaniche, ha pianta a tre navate, con transetto e presbiterio sopraelevato. All’interno sono particolarmente pregevoli le due pale d’altare di Nicolo’ Bambini (1651-1736), pittore veneziano: una raffigura la Vergine del Rosario con i Santi Domenico e Rosa (1698); l’altra San Valentino tra i Santi Antonio, Sebastiano e Carlo (1699). Sono composizioni aperte, ricche di colore. Ma non è da trascurare la tela con la Sacra Famiglia, attribuita a Pietro Liberi (1614-1687), un pittore nato a Padova, che si acquistò notevole fama per la complessità della sua cultura figurativa, specialmente nell’ambito lagunare. sehenswürdigkeiten Fossaltas Gesicht ist heute hauptsächlich ein modernes, doch auch ein sauberes, ordentliches, das sich in den Gebäuden und den Stadtplätzen widerspiegelt, wie in dem kleinen Platz hinter dem Rathaus, der an seinen langen Seiten von der Stadtbibliothek und, dergegenüber, von der hinteren Fassade eines anderen Gebäudes, worauf ein großes Fresko die Reproduktion einer Ansicht des Schlosses von Fratta aus dem 18. Jh. zeigt, begrenzt ist. Zu empfehlen ist auch ein Besuch der Pfarrkirche, die dem heiligen Zenon gewidmet ist; sie stammt von 1896 und wurde nach einem Projekt des Architekten Federico Berchet und mit der Mitarbeit des Architekten Domenico Rupolo an der Stelle einer früheren Kirche vermutlich aus dem 11. Jh. errichtet. Ihre Form ist neoromanisch, sie besitzt drei Schiffe mit Querschiff und ein erhöhtes Präsbiterium. Im Inneren sind zwei Altarbilder von dem venezianischen Maler Nicolò Bambini (1651-1736) besonders kost- Darstellung des Schlosses von Fratta. Unten: die Pfarrkirche San Zenone VENETO ORIENTALE Fossalta di Portogruaro La Pala dell‘Altare Maggiore a San Zenone: Madonna con Bambino in Trono tra San Zenone e la Maddalena. Ritratto di Ippolito Nievo e oggetti a lui appartenuti al museo omonimo Bella è anche la grande pala già nell’altare maggiore della vecchia chiesa che raffigura la Madonna con Bambino in Trono tra San Zenone e la Maddalena, del pittore concordiese Antonio Carneo (1637-1692), la cui personalità artistica si è però formata nell’ambito della cultura pittorica veneziana. Di interesse anche le due pale del figlio Giacomo: Madonna con Bambino Sant’Agostino e Santa Monica e Vergine con il Santissimo, S. Biagio e Ss. Antonio da Padova e Giovanni Battista (1728). Di assoluto rilievo artistico il banco di sacrestia intagliato e intarsiato dal marangone tedesco Pietro Squadro (1685). Sono infine dell’udinese Osvaldo Gortanutti due quadri interessanti: l’Adorazione dei Magi e l’Ultima Cena (1688). Ma una visita utile può essere riservata anche all’insediamento Zignago-Santa Margherita, perché si tratta di un polo produttivo fondamentale per lo sviluppo di Fossalta e del suo comprensorio. Qui l’industria si integra con le tradizionali attività agricole e artigianali. Nel territorio di Fossalta, però, ci sono anche altri motivi di interesse per una visita: il pensiero ricorre a un piccolo centro, che gode di grande notorietà, perché Ippolito Nievo nelle “Confessioni di un Italiano” ne descrisse il castello medioevale dei signori del luogo, i Cuccagna Valvasone: Fratta. Di esso, purtroppo, oggi non esiste più nulla, se non il ricordo di un luogo caro alla letteratura nazionale. Visitando però Fratta, si entra nel Giardino di Marte e Flora in luogo del castello di Fratta che suscita ancora una certa emozione, perciò anche le reminiscenze storico-letterarie possono eccitare, con l’emozione, la fantasia alla rievocazione di ciò che Nievo ha creato nel suo romanzo. Nella vecchia casa del cortino di Fratta ha sede il Museo Ippolito Nievo, promosso dallo scrittore Stanislao Nievo, che raccoglie oggetti appartenuti all’autore de Le confessioni di un Italiano. Patriota animoso e appassionato, Nievo nel 1860 seguì Garibaldi nella Spedizione dei Mille bar: das erste zeigt die Jungfrau des Rosenkranzes mit den heiligen Dominikus und Rosa (1698); das andere den heiligen Valentin zwischen den heiligen Anton, Sebastian und Karl (1699). Die Bilder sind farbenfroh und mit einer offenen Struktur. Auch ein weiteres Gemälde mit der heiligen Familie, dem Maler Pietro Liberi (1614-1687) zugeschrieben, sollte nicht übersehen werden. Der Maler Liberi wurde in Padua geboren, errang aber großen Ruhm wegen der Vielfalt seiner bildlichen Darstellungen vor allem in der Lagunenstadt. Auch das große Bild auf dem Hauptaltar der alten Kirche mit der thronenden Madonna mit Kind zwischen den heiligen Zenon und Maria Magdalena, ein Werk des Malers Antonio Carneo (1637-1692) aus Concordia, ist besonders schön. Der Maler, wenn gleich aus Concordia stammend, lernte den Malerberuf in Venedig. Von Interesse sind auch die zwei Altarbilder seines Sohns, Giacomo, mit einer Madonna mit Kind und den heiligen Augustinus und Monika, und einer Jungfrau mit dem Allerheiligsten und den heiligen Blasius, Anton aus Padua und Johannes dem Täufer (1728). Von höchster Kunstfertigkeit zeugt die geschnitzte und intarsierte Kanzel in der Sakristei, ein Werk des deutschen Tischlers Pietro Squadro (1685). Schließlich noch zwei interessante Bilder des Malers aus Udine Osvaldo Gortanutti: die Anbetung der heiligen drei Könige und das Letzte Abendmahl (1688). Interessant in einem anderen Sinne könnte der Besuch der Industrieanlage Zignago-Santa Margherita sein, denn die Anlage ist ein wichtiger Produktionsstandort für die Entwicklung von Fossalta und seiner Umgebung. Hier harmoniert die Industrie mit den traditionellen Landwirtschafts- und Handwerksbetrieben. Im Gebiet von Fossalta gibt es aber auch weitere Gründe, die einen Besuch empfehlenswert machen: der Gedanke geht zum Beispiel an das kleine Dorf Fratta, das aber in Italien ziemlich berühmt ist, weil der Schriftsteller Ippolito Nievo in seinen „Bekenntnissen eines Italieners“ das mittelalterliche Schloß der örtlichen Adelsfamilie, Cuccagna Valvasone, beschrieb. Davon bleibt leider gar keine Spur, außer vielleicht der Name eines Ortes, der der italienischen Literatur teuer ist. Bei einem Besuch von Fratta aber tritt man in den Garten von Mars und Flora anstelle des Schlosses von Fratta, was noch eine gewisse Erregung mit sich bringt; und die geschichtlich-literarischen Erinnerungen erregen die Phantasie, die all das zurück ins Gedächtnis ruft, was Nievo in seinem Roman schuf. In dem alten Haus im kleinen Hof von Fratta ist das Museum Ippolito Nievo untergebracht, das von dem Schriftsteller Stanislao Nievo gegründet wurde; es zeigt 41 Das Bild auf dem Hauptaltar in der Kirche San Zenone: die thronende Madonna mit Kind zwischen den heiligen Zenon und Magdalena. Unten: Bildnis von Ippolito Nievo und Bilder von Gegenständen aus seinem Besitz VENETO ORIENTALE Fossalta di Portogruaro La Chiesa di S. Cristina a Gorgo; Alvisopoli: la Villa Padronale, il porticato e una pianta del complesso e morì nel naufragio del battello “Ercole” durante il viaggio da Palermo a Napoli. Il Museo raccoglie un centinaio di cimeli e un migliaio tra documenti e volumi. È accessibile al pubblico anche il Catalogo informatizzato delle opere biobibliografiche. In questo luogo sono esposte le ceramiche rinascimentali recuperate nel corso dei lavori di riordino del sito archeologico e il laboratorio di restauro e produzione di ceramica. La Chiesa di Fratta, eretta agli inizi del ‘500, non ha mantenuto le sue linee architettoniche originali. All’interno è da vedere la Madonna col Bambino e Santi, e sull’altare maggiore una pala di uguale soggetto. Se ci si porta poi al vicino Borgo di Gorgo, è consigliabile una visita alla Chiesa quattrocentesca, di Santa Cristina recentemente acquisita e restaurata dall’Amministrazione comunale, dove sono state riportate alla luce le fondazioni della precedente chiesa (XIII) e lacerti di affresco fra i quali sono conservati alcuni attribuiti a Marco Tiussi. La chiesa inoltre ha mantenuto integre le sue linee architettoniche gotico-romaniche originali. Fossalta, però, offre al visitatore una località tutta particolare, unica nel suo genere: Alvisopoli. Nome ed esistenza si devono al patrizio Alvise Mocenigo (1760-1815), discendente della celebre famiglia veneziana, che si ispirò, per realizzare il suo progetto di città ideale, alle utopie illuministiche. 42 Gegenstände, die dem Autor der Bekenntnisse eines Italieners einmal gehört haben. Als leidenschaftlicher und tatkräftiger Patriot folgte Nievo 1860 Garibaldi in seiner Expedition zur Vereinigung Italiens und starb beim Scheitern des Schiffes „Ercole“ auf der Durchfahrt von Palermo nach Neapel. Da Museum bewahrt ca. 100 Erinnerungsstücke und ca. 1.000 Dokumente und Bände auf. Dem Publikum steht eine Infodatei über die biobibliographischen Werke zur Verfügung. Hieselbst sind Renaissance-Keramiken austestellt, die während der Aufräumarbeiten der archäologischen Stätte gefunden wurden, und eine Restaurierungsund Produktionsstätte für Keramik. Die Kirche von Fratta, errichtet Anfang des 16. Jh., hat ihre architektonischen Linien nicht beibehalten. Im Inneren sieht man eine Madonna mit Kind und Heiligen und auf dem Hauptaltar ein Altarbild mit demselben Gegenstand. Fährt man weiter zum naheliegenden Borgo di Gorgo, lohnt es sich, die Kirche von Santa Cristina aus dem 15. Jh. zu besichtigen, die neulich von der Stadtverwaltung erworben und restauriert worden ist, und wo die Fundamente der früheren Kirche aus dem 13. Jh. und Freskenfragmente, darunter einige dem Maler Marco Tiussi zugeschrieben, wieder ans Licht gebracht worden sind. Außerdem hat die Kirche ihre ursprüngliche architektonische gothisch-romanische Form bewahrt. Aber Fossalta bietet dem Besucher eine wirklich einzigartige Sehenswürdigkeit: Alvisopoli. Der Name und das Projekt dieser Stadt stammen von dem Patrizier Alvise Mocenigo (1760-1815), dem Sprößling eines berühmten venezianischen Adelsgeschlechts, der sich bei seinem Projekt einer idealen Stadt von den utopischen Theorien der Aufklärung inspierieren ließ. Tatsächlich entwarf er ein Stadtmodell, das selbständig werden und harmonisch Natur und Architektur zusammenbringen sollte. So entstand eine Ansiedlung, die über alles verfügte und dazu imstande war, die Landwirtschaft zusammen mit der Verarbeitung und der Manufakturarbeit zu planen, und dementsprechend die Bau- und die Stadtplanung der dazu nötigen Einrichtungen zu organisieren. Der ursprüngliche Komplex von Alvisopoli bestand aus der prächtigen Villa des Landbesitzers mit ihren beiden symmetrischen Nebengebäuden mit Portiken; aus einem breiten Platz-Hof; aus dem industriellen Bezirk; aus zwei langen Gebäuden mit senkrechter Achse; dem Gasthof, der Apotheke, der Schule mit Internat; aus einer neoklassichen Kirche, die von zwei Engeln von Giusto Le Court (1627-1679) verschönert war; aus einer Druckerei, die von 1810 bis 1812 in Betrieb war (danach wurde sie nach Venedig verlegt). Die Kirche Santa Cristina in Gorgo. Unten: Alvisopoli, die Villa, Portiken, Plan der Anlage VENETO ORIENTALE Fossalta di Portogruaro Oggetti di vita quotidiana esposti al museo etnografico; a destra, la Quercia millenaria a Villanova Infatti egli progettò un organismo che fosse autosufficiente e che fondesse armoniosamente natura e architettura. Così sorse un insediamento fornito di tutto, in grado di pianificare l’agricoltura direttamente con le attività trasformative e manifatturiere e la relativa organizzazione edilizia e urbanistica delle strutture necessarie. Il complesso originario di Alvisopoli era composto dalla sontuosa Villa Padronale, con i suoi due simmetrici corpi porticati; con un’ampia piazza-aia; l’area manifatturiera-industriale; i due lunghi edifici con asse perpendicolare; la locanda, la farmacia, la scuola-convitto; la chiesa di forma neoclassica, abbellita da due angeli di Giusto Le Court (1627 – 1679) ; la tipografia attiva dal 1810 al 1812 (trasferita poi a Venezia nel 1814). La realizzazione, tra l’altro, dei corpi principali e della chiesa spettò sembra all’architetto Giovanni Battista Balestra, raccomandato al Mocenigo dallo stesso Canova. L’impresa, troppo vasta e ambiziosa, si rivelò poi il fallimento di una affascinante utopia illuministica, nonostante che tutto il complesso fosse concepito in termini strettamente funzionali. Estinta la famiglia Mocenigo, il complesso, abbandonato per lungo periodo, fu finalmente prelevato dall’Istituto Autonomo Case Popolari di Venezia e così salvato almeno dal progressivo degrado edilizio. Piacevole infine è soffermarsi anche nell’attiguo parco di gusto neoclassico, che ospita l’Oasi del Bosco di Alvisopoli, di grande valore ambientalistico, ma anche di notevole significato storico. Da gustare infine la bellezza dell’antichissima Quercia (monumento nazionale) che sorge accanto all’antica chiesa di Sant’Antonio a Villanova. C’è da segnalare infine il Museo Etnografico, che è forse il più fornito e interessante del comprensorio, con sezioni riguardanti i mestieri, la casa, la scuola, la guerra, ecc.. il paesaggio È il caratteristico paesaggio nord-orientale della provincia di Venezia, la “bassa”, che si distende dal fiume Livenza al fiume Tagliamento, quindi in un territorio completamente pianeggiante, favorendo un’economia agricola, incentrata sulla produzione di buoni vini, mais e frumento, e sulla vitale industria “Zignago S. Margherita”. Non mancano tuttavia angoli piacevoli di notevole interesse ambientale, suggeriti soprattutto dal corso d’acqua, la Lugugnana, che attraversa tutte le località del comune e anche quelle limitrofe, per scendere poi nella laguna di Bibione. 43 Die Errichtung u.a. der Hauptgebäude und der Kirche wurde vermutlich von dem Architekten Giovanni Battista Balestra ausgeführt, der Mocenigo von Canova selbst empfohlen worden war. Das viel zu ehrgeizige und weitschweifige Projekt entpuppte sich als das Scheitern einer faszinierenden Utopie der Aufklärung, wenn auch der ganze Komplex nach rationellen ja zweckmäßigen Bestimmungen geplant worden war. Nach dem Aussterben der Familie Mocenigo, wurde der Komplex lange Zeit verlassen, schließlich wurde er von dem Istituto Autonomo Case Popolari in Venedig (eine Art Wohnungsbaugesellschaft) erworben und wurde somit wenigstens vor der wachsender Verwahrlosung der Gebäude gerettet. Sehr angenehm ist es, im nahegelegenen Park, nach neoklassischem Geschmack angelegt, auszuruhen, der die sowohl landschaftlich, als auch geschichtlich sehr bedeutende Oase des Waldes von Alvisopoli (Oasi del Bosco di Alvisopoli) einschließt. Eine uralte Eiche (Nationales Naturdenkmal) neben der Kirche Sant’Antonio in Villanova ist für die Augen von Naturliebhabern ein wirklicher Genuß. Die tausend Jahre alte Eiche von Villanova. Links: Alltagsgegenstände in der Ausstellung des ethnographischen Museums VENETO ORIENTALE Fossalta di Portogruaro Un paesaggio sereno e tranquillo, che addolcisce l’animo del visitatore nella pace di una natura generosa e di una campagna predisposta a colture. Ma ci si può inoltrare nelle valli Zignago, Perera, Grande o Franchetti e Nuova: seguire il canale Nicessolo. Siamo in un’area di sosta, svernamento e nidificazione per molti uccelli acquatici. Un mondo fatato. 44 Schließlich kann auch das Etnographische Museum von Interesse sein, vielleicht doch der bestausgestattete und interessanteste Museum der Region mit seinen Abteilungen über Berufe, Haus, Schule, Krieg, usw. die landschaft Die landschaft ist auch hier immer dieselbe wie im ganzen östlichen Teil der Provinz Venedig, die sogenannte „Bassa“, d.i. niedrige Ebene, die sich vom Fluß Livenza bis zum Fluß Tagliamento erstreckt, also eine vollkommen flache Landschaft, die der Landwirtschaft mit dem Anbau von wertvollen Weinreben, Mais und Weizen und der Verarbeitungsindustrie von „Zignago Santa Margherita“ besonders günstig ist. Es fehlt aber nicht an faszinierenden Ecken von großem landschaftlichem Interesse, die wie üblich von einem Wasserweg, in diesem Fall von dem Lugugnana, geschaffen werden. Der Fluß durchfließt alle Ortschaften der Gemeinde und auch einige weitere naheliegende Ortschaften, bevor er in die Lagune von Bibione mündet. Die landschaft ist heiter und ruhig, sie versüßt den Geist des Besuchers durch die Ruhe einer freigiebigen Natur und eines fruchtbaren Landes. Weiter kann man noch in die Lagunenspiegel Zignago, Perera, Grande, auch Franchetti genannt, und Nuova eindringen, wobei man den Kanal Nicessolo verfolgt. Die Gegend ist Rast-, Überwinterungs- und Brutgebiet für zahlreiche Vogelarten. Auch für sie eine zauberhafte Gegend. VENETO ORIENTALE San Michele al Tagliamento/Bibione Siamo ormai in un territorio dove è più evidente l’incontro tra cultura veneta e cultura friulana, segnato del resto da un passato storico che ha visto spesso nel territorio spostarsi i confini da una regione all’altra. A San Michele più che negli altri centri della provincia di Venezia si sente la presenza friulana. un po’ di storia Scarne e oltretutto incerte sono le notizie sull’origine di San Michele al Tagliamento. Infatti la prima vera notizia storica è del 1337. Comunque in epoca romana doveva esistere almeno un villaggio, dato che vi passava la grande arteria della Via Annia, e anche un piccolo centro sulle isole del litorale. Si pensa, inoltre, che il primo nucleo sia stato San Giorgio al Tagliamento, in quanto la sua pieve dipendeva dalla diocesi di Concordia, che aveva giurisdizione ecclesiastica su tutto il territorio, mentre politicamente dipendeva dal Patriarcato di Aquileia. Oltre a San Giorgio, è citata, nel 1190, anche Villanova della Cartera e si sa che le località di Pradis era feudo, già dal secolo X, dei signori Da Prata, che, secondo una bolla del 1186, erano signori di Cesarolo. Nel 1420 tutto il territorio venne annesso alla repubblica di Venezia, e ciò modificò sia l’amministrazione, sia la proprietà fondiaria: infatti nel 1430 i conti di Gorizia vendettero le loro proprietà di Villanova, San Mauro, San Giorgio, che passarono prima ai Morosini, poi ai Malombra, infine ai Vendramin e quelle di San Michele le vendettero ai Mocenigo. Nel 1807, dopo che Venezia era caduta, il Comune di San Michele fu assegnato alla provincia di Venezia. Il fiume Tagliamento 45 Wir befinden uns hier in einem Gebiet, wo das Treffen von venezianischer und friaulanischer Kultur am auffallendsten ist und wo übrigens die Vergangenheit schon mal auf der Karte die Grenzen der Regionen hat sich bewegen gesehen. In San Michele spürt man mehr als bei anderen Zentren der Provinz Venedig die Nähe zum Friaul. ein wenig geschichte Die ersten Nachrichten über den Ursprung von San Michele al Tagliamento sind sehr dürftig und dabei auch äußerst ungewiß, denn die erste geschichtlich ernstzunehmende Nachricht über die Stadt ist von 1337. Doch zur Zeit der Römer mußte wenigstens ein kleines Dorf hier vorhanden sein, denn die große Verbindungsstraße, die Via Annia, durchquerte das Gebiet und erreichte sogar ein kleines Zentrum auf den Inseln der Küste. Manche meinen sogar, daß der erste Kern in San Giorgio al Tagliamento zu suchen sei, denn seine Pfarre hing damals von der Diözese Concordia ab, die ihre kirchliche Jurisdiktion über das gesamte Gebiet erstreckte, während die politische Macht in den Händen des Patriarchen von Aquileia lag. Außer San Giorgio ist auch Villanova della Cartera schon 1190 erwähnt, und man weiß, daß die Ortschaften von Pradis schon ab dem 10. Jh. Lehengüter der Herren Da Prata waren, die, laut einer Bulle von 1186, auch die Herren von Cesarolo waren. 1420 wurde das ganze Gebiet an die Republik Venedig angeschlossen, was sowohl die Verwaltung, als auch den Grundbesitz grundlegend änderte: denn die Grafen von Görz verkauften 1430 ihre Besitztümer in Villanova, San Mauro, San Giorgio, die zunächst auf die Familie Morosini, dann auf die Familien Malombra und schließlich Vendramin übergingen, während die Grundstücke in San Michele von der Familie Mocenigo erworben wurden. 1807, nach dem Fall der Republik Venedig, wurde die Gemeinde San Michele an die Provinz Venedig angeschlossen. sehenswürdigkeiten San Michele al Tagliamento, mit seinen Ortschaften Cesarolo, San Giorgio, Villanova, San Mauro und Pradis, hat trotz seiner langen Geschichte nur sehr wenig davon bewahren können, denn vieles ist durch die Luftbombardierungen im zweiten Weltkrieg (1944-45) verloren gegangen. Sein geschichtliches und kulturelles Vermögen ist deshalb stark verringert worden. San Michele hat nach dem Krieg sein Stadtgesicht wieder aufgebaut, deshalb zeigt es sich sehr modern, heiter und ordentlich. Ein merkwürdiges Bild einer kleinen Stadt mit einer ei- Der Fluß Tagliamento VENETO ORIENTALE San Michele al Tagliamento/Bibione Una statua e a destra un platano centenario nel parco di Villa Mocenigo da visitare San Michele al Tagliamento, con le sue località di Cesarolo, San Giorgio, Villanova, San Mauro, Pradis, pur avendo avuto una sua lunga storia, di questa ha potuto conservare molto poco, a causa delle distruzioni prodotte dai bombardamenti aerei nella seconda guerra mondiale (1944-45). Il suo patrimonio storico-culturale, perciò, risulta gravemente impoverito. San Michele ha ricostruito il suo tessuto urbano, che si presenta con un volto moderno, ilare e ordinato. Un ambiente caratteristico di piccola cittadina dalla precisa fisionomia, che vuole crescere mantenendo però la propria identità. È bello quindi percorrere le sue vie e soffermarsi poi alla Chiesa di San Michele, di struttura neoclassica, nella quale purtroppo è rimasta solo la secentesca pala di Sant’Anna, la cui attribuzione un tempo al Piazzetta non trova oggi più credito presso gli studiosi. Maggiore interesse per una visita la merita invece senz’altro la Chiesa di Santa Elisabetta, detta dell’Agnolina, quattrocentesca. Infatti si possono vedere due affreschi rinascimentali, che raffigurano la Madonna e la Trinità e l’Annunciazione. Non si può neppure trascurare l’Oratorio dei Santi Bellino e Mauro, del 1678, a San Mauretto, perché sono da vedere soprattutto le tele settecentesche che rappresentano la Madonna tra S. Bellino e San Mauro, Sant’Antonio, San Michele, San Carlo e San Francesco, oltre a una bella cattedra in legno, databile con ogni probabilità verso il 1770. Ma attenzione particolare va alla neoclassica Chiesa di San Giorgio, della prima metà dell’Ottocento, nella quale spicca l’altar maggiore, settecentesco, e gli angeli, opera veramente pregevole di scultura di Battista Groppelli. Di scultori del Settecento sono pure una Madonna e un San Rocco. È certo che si tratta di altare e statue appartenenti all’antica chiesa, come anche le tele di Sant’Urbano tra San Sebastiano e Sant’Osvaldo e di San Rocco , mentre è opera di Antonio Masutti la pala di San Valentino, datata 1844. Per quanto riguarda il campo dell’architettura, anche nel territorio di San Michele al Tagliamento c’è stata la presenza di alcune ville dalla tipologia formale tipica dell’architettura veneta di questo settore. Certamente di spicco la Villa Mocenigo, attribuita a Baldassare Longhena, della quale purtroppo rimangono da vedere solo le barchesse, vicino al fiume. Ma poi chi volesse percorrere ancora con par- 46 genen Persönlichkeit, die groß werden möchte, ohne ihre Identität dabei zu verlieren. Es ist also schön in den Straßen der Stadt zu spazieren und dabei zum Beispiel vor der neoklassischen Kirche San Michele zu halten, worin aber nur ein Altarbild mit der heiligen Anna vom 17. Jh. übriggeblieben ist. Das Bild war einst dem Maler Piazzetta zugeschrieben, heute aber ist diese Meinung unter Forschern sehr umstritten. Viel interessanter ist ein Besuch der Kirche der heiligen Elisabeth aus dem 15. Jh., die auch Chiesa dell’Agnolina genannt wird. Darin kann man beispielsweise zwei Fresken aus der Zeit der Renaissance sehen, die die Madonna mit der Dreifaltigkeit und eine Verkündigung zeigen. Auch ein Besuch der Kapelle der heiligen Bellino und Mauro, gebaut 1678 in San Mauretto, sollte nicht versäumt werden, denn sie besitzt einige Gemälde aus dem 18. Jh., die die Madonna und die heiligen Bellino, Mauro, Anton, Michael, Karl und Franz darstellen, und eine schöne Kanzel aus Holz, die sehr wahrscheinlich von der Zeit um 1770 stammt. Besondere Aufmerksamkeit verdient die neoklassische Kirche San Giorgio von der ersten Hälfte des 19. Jh., worin der Hauptaltar aus dem 18. Jh. und die Engel, ein wirklich wertvolles Werk des Bildhauers Battista Groppelli, hervorstechen. Auch eine Statue der Madonna und des heiligen Rochus sind vom 18. Jh. Einstimmig hält man den Altar und die Statuen für Teile der Ausstattung der alten Kirche, wie übrigens auch die Gemälde mit dem heiligen Urban zwischen den heiligen Sebastian und Oswald, und dem heiligen Rochus, während das Altarbild mit dem heiligen Valentin von Antonio Masutti von dem Jahr 1844 stammt. Was die Architektur betrifft, hat es auch im Gebiet von San Michele al Tagliamento manche Villen gegeben, die nach dem traditionellen Baumodell für diese Art von Landhäusern gebaut wurden. Sicherlich war die Villa Mocenigo eine der wichtigsten, die dem Architekten Baldassarre Longhena zugeschrieben wurde und von der leider nur die Lagerhäuser (Barchesse) am Fluß zu sehen bleiben. Wer dann aber San Michele weiter erkundschaften möchte, könnte ohne weiteres auch von anderen Gebäuden, die vor der Zerstörung gerettet wurden, oder von interessanten Bauernhäusern angezogen werden, die durch Fresken verschönert sind, die der Volkskultur der Gegend eigen sind. Platane im Park der Villa Mocenigo. Links: Statue im Park VENETO ORIENTALE San Michele al Tagliamento/Bibione ticolare curiosità San Michele, sarebbe senz’altro attratto anche da altri antichi edifici scampati alle distruzioni e da interessanti case coloniche abbellite da affreschi, che fanno parte della cultura popolare del territorio. Bibione Le Barchesse di Villa Mocenigo sotto, la spiaggia di Bibione e le Terme Naturalmente fiore all’occhiello di San Michele al Tagliamento, universalmente conosciuto, è Bibione, la cui bellissima spiaggia è tra il faro sulla foce del Tagliamento e Bibione Pineta, rasente il Canale dei Lovi. Siamo all’estremo lembo orientale della provincia, sulla lingua di sabbia tra la bocca di porto di Baseleghe a ovest e la foce del Tagliamento a est. Bibione offre una spiaggia sabbiosa e bassa, che si stende per vari chilometri uniformemente in lunghezza e per centinaia di metri in profondità. Ci si può allontanare per diverse decine di metri prima di perdere il contatto con il fondo marino. La spiaggia di Bibione ha ormai un grande movimento turistico e di prim’ordine fra le spiagge italiane, dovuto da un lato all’ambiente naturale particolarmente favorevole, alla pulizia delle sue acque, alle condizioni climatiche, alla felice accessibilità, e dall’altro lato alle notevoli capacità imprenditoriali che riescono a rinnovare l’offerta secondo le esigenze e le richieste crescenti della clientela italiana e straniera, innalzando al meglio i livelli qualitativi. Bibione ha quindi un’organizzazione ricettiva che ha tutto ciò che oggi un ospite si attende per un soggiorno piacevole, divertente e rilassante, anche con le sue Terme per la cura e il benessere di tutto il corpo. il paesaggio Ma chi voglia estraniarsi dalla affollata spiaggia per Bibione 47 Selbstverständlich ist das weltberühmte Bibione die Blume am Knopfloch von San Michele al Tagliamento: sein wunderschöner Strand erstreckt sich vom Leuchtturm an der Mündung des Tagliamento bis hin zum Pinienwald am Kanal dei Lovi. Wir befinden uns hier noch an der äußersten östlichen Grenze der Provinz auf einer Landeszunge zwischen dem Hafeneingang bei Baseleghe im Westen und der Mündung des Tagliamento im Osten. Bibione bietet einen sandigen, niedrigen Strand, der sich über etliche Kilometer gleichmäßig in Länge und Tiefe erstreckt. Man kann mehrere dutzend Meter in das Meer gehen, bevor man den Kontakt zu dem Meeresboden verliert. Der Strand von Bibione erlebt schon seit vielen Jahren einen ständigen Zustrom von Touristen und zwar zahlenmäßig einen der größten Italiens; dieser Erfolg erklärt sich einerseits durch die besonders günstige geographischmorphologische Lage, die Sauberkeit des Wassers, die Klimabedingungen, die einfache Erreichbarkeit, andererseits durch den bemerkenswerten Unternehmergeist, der das Angebot immer erneuern kann, indem er es an die Bedürfnisse und die steigenden Forderungen der italienischen und ausländischen Kundschaft durch das ständige Erhöhen des Qualitätsniveaus anpaßt. Bibione hat also einen Unterkunftsbestand, der alles bieten kann, was heutzutage ein jeder Kunde für einen angenehmen, unterhaltenden und erholenden Aufenthalt erwarten kann; sogar eine Thermalanlage steht heute dem Gast zur Verfügung, damit Körperpflege und Wohlbefinden nicht vernachlässigt werden. die landschaft Wer aber sich von dem überfüllten Strand entfernen möchte, um einen ruhigeren Platz zu genießen, der findet prompt die offene Schönheit der Lagune und der vielen grünen Flächen in den trockengelegten Gebieten. Zwischen Caorle und Bibione sind viele breite Lagunenspiegel zu entdecken. Das Land in den trockengelegten Gebieten zeigt noch deutlicher die alten, seltenen Ansiedlungen, die hie und da zerstreut sind. Als ein Überbleibsel gilt der alte Relikt des Küstenwaldes, der sogenannten Valle Grande. Es handelt sich um einen Steineichenwald, der an einer alten Dünenkette, die vor dem Meer durch einen Pinienwald geschützt war, entstand und der durch die freundlicheren Bedingungen, die von den naheliegenden Sümpfen und Lagunenspiegeln geschaffen wurden, lange bestehen konnte. Die Barchesse von Villa Mocenigo. Unten: der Strand von Bibione VENETO ORIENTALE San Michele al Tagliamento Aspetti del paesaggio agrario e lagunare godere un ambiente tranquillo, trova subito la bellezza aperta della laguna, di tante aree verdi di bonifica. Si può percorrere ampie valli tra Caorle e Bibione. La campagna nelle parti bonificate mette ancora in risalto i più vecchi e radi gangli abitativi, sparsi in una rete assai larga. C’è il relitto di un antico bosco litoraneo, quello di Valle Grande. Si tratta di una lecceta instauratasi su un antico cordone di dune protette verso il mare da una pineta e soggetto alle condizioni più miti dalla presenza degli stagni adiacenti e dalle valli lagunari. È un mondo indescrivibile, dove è ancora possibile sostare in pace. Ma poi la costa veneta è costellata di formazioni boschive artificiali, pinete di pino marittimo, d’aleppo e domestico. La pineta di Bibione ha dunque i popolamenti di Valle Grande e Capocaccia, completati da una vasta pineta artificiale di pino domestico. Quanti percorsi in mezzo a una pianura dalle mille sorprese, dove poi il corso del Tagliamento disegna ampi meandri e i suoi sedimenti creano un apparato deltizio lungo le coste venete e friulane, dove sorgono i centri balneari di Lignano Pineta a est e di Bibione a ovest. Sono luoghi da percorrere con calma, passeggiando o correndo in bicicletta, così da poter vedere anche, soprattutto all’estremità ovest di Bibione, i caratteristici “casoni”, abitazioni stagionali dei pescatori, fatte di canne palustri. Insomma è tutto un paesaggio agrario e lagunare dal fascino inatteso, perché si passa attraverso una rete di appezzamenti e case coloniche sparse qua e là o di vari insediamenti che si concentrano soprattutto vicino alle foci dei fiumi o di valli da pesca e barene. 48 Es ist eine unbeschreibliche Welt, wo man noch in aller Ruhe rasten kann. Doch die venezianische Küste ist fast gänzlich von solchen künstlichen Wäldern aus Strandkiefern, Aleppo-Kiefern und Hauspinien gesäumt. Der Pinienwald von Bibione besitzt also zwei Kerne in Valle Grande und Capocaccia, die durch einen weitschweifigen Wald aus Hauspinien miteinander verbunden und ergänzt werden. Wieviele Wege bieten sich dem Besucher mitten in einer überraschungsreichen Natur, wo der Tagliamento auf seinem Lauf weite Biegungen macht und seine Sedimente eine Mündungslandschaft an den venezianischen und friaulanischen Küsten hervorbringen, wo die Badeorte Lignano Pineta im Osten und Bibione im Westen sind. Am besten entdeckt man diese Orte in aller Ruhe, vielleicht bei einer Wanderung oder auf dem Fahrrad, so daß man an der westlichen Spitze der Halbinsel von Bibione auch die typischen „Casoni“, die aus Schilf gebauten Jagdhütten der Fischer und Jäger, sehen kann. Mit wenigen Worten, die ländliche Landschaft und die landschaft der Lagunen zeigen hier ihr faszinierendes Gesicht, denn man durchquert Äcker, sieht hie und da Bauernhäuser oder kleinere Dörfer, die an Flußmündungen oder an Fischbecken und Lagunenbänken ganz nah liegen. Ansichten von Feldern und Lagune am Tagliamento Ricerca storica e testi prof. Eliseo Carraro Coordinatore progetto Roberto Masetto collaborazione editoriale del Settore Turismo della Provincia di Venezia Traduzioni Robert Campello e Monica Capiotto Immagini dagli archivi delle APT e dei Comuni della Provincia di Venezia, foto su concessione del ministero per i beni e le attività culturali, Publileo. Divieto di riproduzione o duplicazione Cura editoriale Publileo srl Mira Itinerari realizzati dall‘U.N.P.L.I. Pro Loco veneziane con il contributo straordinario della Regione Veneto e il Patrocinio della Provincia di Venezia © 2007 U.N.P.L.I. Venezia e Publileo srl Stampato in Italia L’editore si dichiara disponibile a regolare eventuali pendenze riguardanti materiale iconografico con gli aventi diritto che non sia stato possibile identificare. PROVINCIADIVENEZIA