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Portogruarese - Assessorato al Turismo della Provincia di Venezia

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Portogruarese - Assessorato al Turismo della Provincia di Venezia
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Itinerario/Rundfahrt
Portogruarese
Veneto Orientale
OSTVENETIEN
CAORLE
ERACLEA
TORRE DI MOSTO
CEGGIA
S. STINO DI LIVENZA
CONCORDIA SAGITTARIA
PORTOGRUARO
ANNONE VENETO
PRAMAGGIORE
CINTO CAOMAGGIORE
GRUARO
TEGLIO VENETO
FOSSALTA DI PORTOGRUARO
S. MICHELE AL TAGLIAMENTO
1
Itinerario/Rundfahrt
Portogruarese
Veneto Orientale
OSTVENETIEN
CAORLE
TORRE DI MOSTO
S. STINO DI LIVENZA
CONCORDIA SAGITTARIA
PORTOGRUARO
ANNONE VENETO
PRAMAGGIORE
CINTO CAOMAGGIORE
GRUARO
TEGLIO VENETO
FOSSALTA DI PORTOGRUARO
S. MICHELE AL TAGLIAMENTO
L’offerta di ospitalità del Veneto è fatta Das touristische Angebot
di proposte famose, che ne fanno
un polo di attrazione turistica tra i più
ricercati al mondo e che nel 2006 ha
superato i 60 milioni di pernottamenti.
Il Veneto è una regione completa,
che consente in meno di una giornata
di passare da spiagge assolate
a montagne bellissime come le
Dolomiti; da città d’arte straordinarie
ad aree naturalistiche incontaminate,
la più grande delle quali è il Delta
del Po; dal lago di Garda al bacino
termale dei Colli Euganei,
il più grande d’Europa.
Ma dietro ciascuna di queste proposte
di vacanza e soggiorno c’è la sicurezza
di una popolazione sempre ospitale e
di una serie incredibile di centri
e località, che sono “minori”
per dimensioni, ma non per merito:
da città murate a pievi e castelli,
da paesi incastonati in ambienti unici
a siti museali che raccolgono la storia
di un territorio in cui viveva l’uomo
paleolitico e dove la civiltà ha iniziato
a muovere i suoi passi mille anni
prima di Cristo. Qui si è sviluppata
la storia delle genti venete e del loro
legame con la terra, che ha creato
non solo città, ma paesaggi agresti
invidiabili e produzioni vinicole
e agroalimentari che non temono
rivali al mondo. Queste ultime
allietano la naturale convivialità
della gente e “prendono per la gola”
quanti giungono in Veneto provenendo
soprattutto da altri Paesi che non
dispongono di un retroterra altrettanto
variegato e di qualità, fatto di colori,
sfumature, gusti, sapori e profumi.
Il merito della presente guida, perciò,
sta proprio in questo: vuole proporre
gli aspetti meno noti del nostro
Veneto, di solito trascurati dai grandi
circuiti e dalle tradizionali offerte
turistiche. Proprio tali aspetti sono,
invece, una occasione da cogliere
per dare più qualità alle proprie
vacanze e ai propri soggiorni.
Luca Zaia
Vicepresidente
della Giunta Regionale del Veneto
Venetiens besteht aus berühmten
Schwerpunkten, die es zu einem der
meistbesuchten Reiseziele der Welt mit
über 60 Millionen Übernachtungen im
Jahre 2006 macht. Venetien ist eine
komplette Urlaubsregion, wo man an
demselben Tag von sonnigen Stränden
zu wunderschönen Dolomitenbergen,
von einzigartigen Kunststädten
zu unberührten Naturoasen, vom
Gardasee zur Thermalregion der
Euganischen Hügel wechseln kann.
Doch hinter jedem einzelnen
Ferienangebot gibt es die Sicherheit
einer immer gastfreundlichen
Bevölkerung und einer unglaublichen
Reihe von kleineren Zentren und
Ortschaften, die nur wegen ihrer
Größe, nicht wegen ihres Interesses
„klein“ genannt werden dürfen: von
den befestigten Städten des Mittelalters
bis hin zu den Pfarren und Schlössern;
von den Dörfern, die mitten in
einzigartigen Landschaften liegen, zu
den Musealanlagen, die die Geschichte
einer tausendjährigen Zivilisation
aufbewahren. Aus dieser Geschichte
und ihrer Verbindung zu dem Land
sind nicht nur Städte, sondern auch
anmutige Agrarlandschaften mit
Wein- und Lebensmittelproduktionen
entstanden, die auf der Welt
ihresgleichen suchen. Diese erheitern
die natürliche Tafelfreundlichkeit der
Bevölkerung und verführen diejenigen
durch den Magen, die zuhause über
eine ähnlich mannigfaltige und
qualitätsvolle Geschmackspalette aus
Farben, Düften und Geschmäcken
nicht verfügen.
Das Verdienst vorliegenden Führers
besteht also gerade darin, daß er die
weniger bekannten Aspekte unserer
Region vorstellt, die normalerweise
von den großen Besucherscharen und
den traditionellen Ferienangeboten
vernachlässigt werden. Doch gerade
diese Aspekte bieten die Chance,
seinen Urlaub und seinen Aufenthalt in
Venetien qualitätsvoller zu gestalten.
Luca Zaia
Vizepräsident
Region Venetien
Con il dinamismo che le ha
sempre contraddistinte, le Pro Loco
dell’entroterra veneziano hanno colto
nel suo aspetto più innovativo
la strategia che la Provincia ha
da tempo indicato per la promozione
turistica. Storia, arte, bellezze
monumentali ed ambientali,
qualità dell’accoglienza ed eccellenze
enogastronomiche vengono
armonicamente a coniugarsi
in un unico itinerario che offre
ai turisti più attenti la strada
per entrare davvero ‘dentro’
la realtà del territorio.
È una identità unica che proprio
per questo può trovare il massimo
interesse sui mercati internazionali,
ma che può anche essere appetibile
per un pubblico più vicino che,
attratto da mete esotiche, talvolta
dimentica di conoscere il contesto
nel quale vive.
Pieno apprezzamento allora
per questi itinerari proposti dalle
Pro Loco, protagoniste
dell’organizzazione di decine
e decine di manifestazioni culturali
e folcloristiche nei nostri centri
minori, ma sempre attente a spingere
il loro sguardo oltre l’interesse
locale per dialogare con una realtà
internazionale in grado di apprezzare
l’identità veneziana. La Provincia
di Venezia è lieta di sostenere questo
loro sforzo e di poter contare
su di un così prezioso e vivace
patrimonio di impegno costruttivo
radicato nel territorio.
Danilo Lunardelli
Assessore al Turismo ed alle Pro Loco
Provincia di Venezia
Mit der Dynamik, die sie schon
immer ausgezeichnet hat, haben die
Pro-Loco-Fremdenverkehrsvereine
des venezianischen Festlands den
originellsten Aspekt der Strategie
erfaßt, die die Provinz Venedig für
die touristische Werbung neulich
festgesetzt hat. Geschichte, Kunst, Bauund Landschaftsschönheiten, Qualität
in der Unterbringung und kulinarische
Spitzenleistungen verbinden sich
harmonisch in einem einzigen Gebiet,
das den aufmerksameren Besuchern
den Weg bietet, um wirklich in
die Realität des Landes hinein zu
gelangen.
Es ist eine allgemeine Identität, die
die ganze Provinz verbindet, und
gerade deshalb kann sie auf dem
internationalen Markt das höchste
Interesse wecken, doch sie kann auch
für den Teil des Publikums anziehend
wirken, das, wenn gleich ganz in der
Nähe, oft von exotischen Zielen sich
angezogen fühlt und dabei vergißt,
das Umland, wo es zuhause ist, näher
kennenzulernen.
Diese Rundfahrten, die von den
Fremdenverkehrsvereinen der Provinz
vorgestellt werden, verdienen also
unsere ganze Zustimmung. Dieselben
Vereine, die die Hauptrolle in der
Organisation so vieler Kultur- und
Volksveranstaltungen in den kleineren
Zentren der Provinz spielen, sind doch
immer aufmerksam genug, ihren Blick
auch über die Grenze des lokalen
Interesses hinaus schweifen zu lassen,
um mit internationalen Partnern,
die die venezianische Identität
insgesamt hochschätzen, Kontakt
aufzunehmen. Die Provinz Venedig
freut sich also, diesen Versuch der
Fremdenverkehrsvereine durch den
vorliegenden Führer unterstützen zu
können und somit weiterhin auf eine
so wertvolle und rege, in das Land so
festgeankerte, tätige Mitarbeit hoffen
zu dürfen.
Danilo Lunardelli
Tourismusreferent Provinz Venedig
Scoprire e promuovere la nostra
storia attraverso la strategia
della valorizzazione delle risorse
del territorio in cui operano,
è una delle peculiarità delle
Pro Loco. In questa prospettiva
le nuove forme di turismo
(balneare, rurale, enogastronomico,
religioso, culturale ecc.) possono,
senza dubbio, coinvolgere anche
le nostre realtà ed essere motivo
di sviluppo locale.
La stampa di questi itinerari vuole
essere un utile strumento per invitare
l’ospite a scoprire angoli spesso
sconosciuti ma ricchi di storia
del territorio Veneziano, attraverso
una miriade di manifestazioni, che
ogni anno animano le piazze
dei nostri paesi.
Per realizzare tutto questo,
le nostre associazioni, le istituzioni
pubbliche, gli operatori economici
e la popolazione tutta, si sentono
fortemente ed orgogliosamente
impegnate nella promozione
del proprio territorio per poterlo
efficacemente comunicare a quanti
vorranno visitare questi luoghi,
trovandovi motivo di interesse
e piacere.
Roberto Masetto
Presidente U.N.P.L.I.
Pro Loco Veneziane
Eine der Besonderheiten der Pro-
Loco-Fremdenverkehrsvereine besteht
darin, daß sie durch die strategische
Neuwertung der Schätze des Landes,
in dem sie tätig sind, die Geschichte
wiederentdecken und um Land und
Sehenswürdigkeiten werben. In
dieser Perspektive können die neuen
Formen des Tourismus (am Meer,
auf dem Lande, Kulinarik-, Religion-,
Kulturtourismus, u.a.m.) zweifellos
auch die verschiedenen Gebiete
unserer Provinz miteinbeziehen
und auf lokaler Ebene zu weiterer
Entwicklung führen.
Die Veröffentlichung dieser
Rundfahrten soll auch ein nützliches
Mittel werden, um den Gast bei
Gelegenheit einer ganzen Reihe von
Veranstaltungen, die jedes Jahr die
Plätze unserer Dörfer bevölkern, zur
Entdeckung oft unbekannter Orte
einzuladen, die aber in der Geschichte
des venezianischen Festlands wichtig
gewesen sind.
Um dies alles zu realisieren, fühlen
sich unsere Vereine, die Institutionen,
Privatunternehmer und die ganze
Bevölkerung stolzerweise und stark
zur Werbung ihres Gebiets berufen,
um es erfolgreich denjenigen
mitzuteilen, die diese Gegenden
werden besuchen wollen und daran
Gefallen und Interesse finden werden.
Roberto Masetto
Questi itinerari in provincia hanno
lo scopo di stimolare i cittadini
a conoscere meglio il territorio,
e i turisti a visitare i tanti luoghi
che, fuori della città di Venezia,
meritano di essere visti.
Venezia è e resta unica.
Ma anche la sua provincia
è ricca di storia, di bellezze
artistiche, di fascino paesaggistico.
Quante cittadine e paesi interessanti
sono spesso trascurati o tralasciati
negli itinerari di fine settimana,
perché poco noti o addirittura
sconosciuti, mentre una visita
riserverebbe sorprese tanto
più piacevoli quanto più inattese.
Ecco allora questi itinerari
attraverso i centri del Portogruarese,
dell’Altinate, del Decumano
e della Riviera del Brenta,
che hanno la modesta ambizione
di mettere cittadini e turisti nella
felice condizione di ripensare
alla storia di tante realtà
della provincia; di cogliere
nelle vie, nelle piazze,
negli edifici, i segni del loro
passato e del loro presente,
di godere la bellezza dei paesaggi
in cui sono inseriti.
Nessuno forse resterà deluso.
E’ quanto almeno si spera
da parte di chi seguirà
questi itinerari in provincia.
Präsident U.N.P.L.I.
Pro Loco-Fremdenverkehrsvereine Venedig
info
Diese Rundfahrten in der Provinz
haben das Ziel, die Bürger und
die Gäste unserer Provinz zu
bewegen, dies reizvolle Land näher
kennenzulernen und die vielen
Ortschaften zu besichtigen, die,
obwohl fern von Venedig, einen
Besuch verdienen.
Venedig ist und bleibt einzigartig.
Doch auch ihre Provinz ist reich an
Geschichtsereignissen, Kunstschätzen
und Landschaftsschönheiten.
Wie viele sind nicht die interessanten
Städte und Dörfer, die in den
Reiserouten der Wochenendausflüge
oft vernachlässigt und übersehen
werden, weil sie weniger bekannt,
wenn nicht sogar unbekannt
sind, wo doch ein Besuch voller
Überraschungen sein könnte,
die umso angenehmer wirken, je
unerwarteter sie sind.
Darum werden durch diesen kleinen
Reiseführer einige Rundfahrten in
den Zentren des Decumano, entlang
des Flusses Brenta, in der Region von
Portogruaro und Altino, zwischen
den Flüssen Sile und Piave und in
Ostvenetien vorgestellt: sie haben
das ehrgeizige Ziel, Bürger und
Gäste in die Lage zu setzen, über
die Geschichte vieler Ortschaften
nachzudenken, in den Straßen,
den Plätzen und Gebäuden,
die Zeichen der Vergangenheit und
der Gegenwart zu entdecken, sowie
die Schönheit der Landschaft, worin
sie sich befinden, zu genießen.
Unsere Hoffnung ist, daß keiner von
dem Versuch enttäuscht sein möge.
Ambito territoriale di Bibione - Caorle
Sede IAT Bibione Viale Maya, 34/39 30020 Bibione (VE)
Tel 0431442211 fax 0431439997
info: [email protected] - www.bibioneturismo.it
Sede IAT Caorle
Calle delle Liburniche, 16 30021 Caorle (VE)
Tel 042181085 fax 0421218623
info: [email protected] www.caorleturismo.it
UNPLI Venezia, Pro Loco veneziane
via Roma, 1 Santa Maria di Sala (VE)
tel e fax 041487560
info: [email protected]
www.unpli.provincia.venezia.it • www.turismo.provincia.venezia.it
1
BELLUNO
TREVISO
VERONA VICENZA
PADOVA
ROVIGO
VENEZIA
N
O
S
E
VENETO ORIENTALE
Caorle
La Cattedrale
dedicata
a S. Stefano
e il campanile
Assomma in sé due caratteristiche invidiabili: quella
di essere un antico centro lagunare pieno di bellezze
e di fascino, e quella di essere anche un rinomato
e frequentato centro balneare. Perciò Caorle offre
al visitatore e al turista quanto di meglio e più
interessante può desiderare.
Die Stadt vereinigt zwei beneidenswerte Merkmale
in sich: erstens ist sie ein altes Lagunendorf voller
Schönheit und Zauber, zweitens ist sie ein bekannter
und gutbesuchter Badeort. Deshalb bietet Caorle
dem Besucher und dem Touristen all das Beste und
Interessanteste, was man sehen und erleben möchte.
un po’ di storia
ein wenig geschichte
La graziosissima cittadina balneare, il cui toponimo per
alcuni potrebbe derivare dal latino”caprulae”, come richiamo alle capre che popolavano il territorio (silva caprulana), mentre per altri deriverebbe da Capris, una dea
venerata nel luogo, è nata proprio come porto commerciale e militare, verso il 50 a.C., quando la ricca Concordia
ne ebbe bisogno per i suoi traffici. Fu quindi importante
insediamento romano e ne fa fede il rinvenimento dell’ara funeraria di un marinaio, Batola, e di una lapide del
I secolo d.C.. Il suo sviluppo come uno dei centri lagunari
più importanti avvenne nel V secolo, in seguito alle immigrazioni delle popolazioni interne, minacciate dalle invasioni barbariche, soprattutto quella longobarda (568). Nel
secolo VII Caorle si stacca politicamente da Concordia e
diviene anche sede vescovile, acquistando un importante
ruolo religioso, testimoniato dalla costruzione del campanile e della cattedrale. Dalla fine del XIII secolo comincia
il declino di Caorle, in conseguenza di una devastazione
da parte dei triestini e soprattutto dall’espansione politica
ed economica di Venezia. Nel 1379 fu saccheggiata dai
genovesi durante la guerra di Chioggia, poi, dieci anni più
tardi, dall’arcidiacono di Capodistria, infine nel 1412 dagli
Ugari. Alla fine del secolo XVII e per tutto il XVIII Caorle
visse tempi difficili, che non migliorarono
sotto il napoleonico Regno d’Italia, mentre il
primo avvio alla rinascita si ebbe durante il Regno LombardoVeneto con la creazione
del Consorzio Peschereccio (1854). Dopo la
prima guerra mondiale, la ricostruzione fu difficile, ma
la tenacia degli
abitanti
portò il
paese
a una
grande
t r a s f o rmazione.
Die wunderschöne Stadt am Meer – deren Name in der
Meinung vieler Forscher aus dem Lateinischen „caprulae“
(eigentlich „silva caprulana“ als Hinweis auf die vielen
Ziegen, die die Gegend bewohnten) stammen sollte, während andere behaupten, er stamme aus dem Namen der
hier verehrten Göttin Capris – entstand um 50 v.Ch. genau als Handels- und Militärhafen, als die reiche Stadt
Concordia einen Hafen für ihre Händel benötigte. Caorle
wurde dann zu einem wichtigen römischen Stützpunkt,
was die Entdeckung der Grabstele eines Matrosen, Batola, und eines Grabsteins aus dem 1. Jh. n.Ch. bezeugt.
Ihre größte Entwicklung als eine der wichtigsten Lagunenstädte erlebte Caorle im 5. Jh. infolge der Flucht der
römischen Bevölkerung aus dem Festland, die von der
Völkerwanderung und insbesondere durch die Langobarden (568) bedroht waren. Im 7. Jh. trennte
sich Caorle politisch von Concordia und wurde
Bischofssitz, wobei es eine wichtige religiöse
Rolle annahm, wie der Bau des Glockenturms und der Kathedrale bezeugt. Ende
des 13. Jh. begann der Niedergang von
Caorle, als Truppen aus Triest die
Stadt zerstörten und vor allem als
Venedig politisch und wirtschaftlich aufblühte. 1379 wurde es
während des Kriegs von Chioggia von den Genuesern, dann,
etwa 10 Jahre später, von
dem Heer des Erzdiakons von
Kapodistrien,
schließlich
1412 von den Ungarn ausgeplündert. Am Ende des
17. und während des
ganzen 18. Jh. erlebte
Caorle sehr schwierige
Zeiten, die mit dem
napoleonischen
Königreich Italien
nicht besser wurden; der Anfang
der Wiedergeburt von Caorle geschah
2
Die Kathedrale
Santo Stefano mit
dem Glockenturm
VENETO ORIENTALE
Caorle
Veduta aerea
con in primo piano
il Canale
dell‘Orologio
da visitare
Mentre gli altri centri balneari sono noti quasi esclusivamente per il loro volto moderno, per la ricettività alberghiera e per la capacità di soddisfare il turismo di massa,
Caorle invece, oltre a saper soddisfare queste esigenze,
presenta un suo caratteristico e invitante centro storico.
In esso sono ben conservate e rispettate molte vestigia
del passato.
Iniziamo la nostra visita inserendoci nel centro storico,
compreso tra il porticciolo interno e la riva del mare.
Imbocchiamo l’unica grande via, il Rio Terrà, così detto
perché interramento di un originario canale interno: le caratteristiche costruzioni sono addossate le une alle altre,
in un intrico serrato di calli e campielli.
È particolarmente suggestiva la “cae longa” (calle lunga),
che attraversa tutto il nucleo antico, fino ad aprirsi nel
campo della chiesa, dove dominano sovrani il campanile e la bellissima Cattedrale. Dedicata a Santo Stefano,
protomartire, è stata consacrata nel 1038 ed eretta sul
sedimento d’una basilica tardocarolingia. La facciata è
tripartita da lesene, col portale centrale fiancheggiato da
due bassorilievi bizantini del secolo X raffiguranti S. Guglielmo da Tolosa e S. Agatonico. Da segnalare le nicchie
a doppia ghiera che animano l’abside e gli oculi-rosoni,
e l’elegante coronamento gotico.
All’interno notiamo la doppia fila di pilastri alternati da
colonne, con capitelli bizantini diversi, che accentua l’armoniosità della semplice copertura a capriate: tutto l’interno è del resto solenne e austero nelle sue tre navate. Le
colonne sostengono capitelli diversi e simmetricamente
distribuiti: corinzi i primi due e gli ultimi, cubici con spigoli
inferiori a triangolo sferico i terzi e i quarti.
È tutta una raffinata decorazione, che scandisce il percorso verso l’altare e soprattutto alla serena bellezza dell’abside, i cui fregi sono riconducibili al secolo XVI.
Il patrimonio artistico della Cattedrale è ricchissimo:
sull’altare maggiore, sovrastato da un grande
crocifisso ligneo del secolo XV, spicca la
famosa Pala d’Oro, composta di sei
formelle bizantine d’argento
dorato, a sbalzo, del XII e
XIII secolo e altre di
oreficeria veneziana
während des Lombardo-Venetischen Königreichs mit der
Gründung des Fischerkonsortium (Consorzio Peschereccio
– 1854). Nach dem ersten Weltkrieg war der Wiederaufbau sehr schwierig, aber der Eigensinn der Einwohner
führte eine grundlegende Verwandlung der Stadt herbei.
3
sehenswürdigkeiten
Während andere Badeorte fast ausschließlich wegen ihres
modernen Gesichts, der Unterkunftsmöglichkeiten oder
wegen ihrer Fähigkeit, Massentourismus leicht zu bewältigen, bekannt sind, besitzt Caorle nicht nur diese Merkmale, sondern zeigt ihr typisches, einladendes Altzentrum.
Dort sind viele Spuren der Vergangenheit gut gepflegt
und aufgehoben.
Wir beginnen unseren Besuch im Altzentrum, zwischen
dem kleinen Binnenhafen und dem Meeresufer.
Man biegt in die einzige große Straße, Rio Terrà, ein, die
so genannt ist, weil sie auf einem zugeschütteten Binnenkanal entstand: die typischen Gebäude sind aneinandergelehnt in einem dichten Gewirre aus Gäßchen und
Plätzchen.
Besonders beeindruckend ist die Cae Longa (lange Gasse), die das ganze Altzentrum der Stadt durchquert, bis sie
in den Platz vor der Kirche mündet; dort herrschen stolz
der Glockenturm und die wunderbare Kathedrale.
Die Kirche ist dem heiligen Stephan, dem ersten christlichen Märtyrer gewidmet, wurde auf dem Fundament einer
älteren spätkarolingischen Basilika gebaut und 1038 eingeweiht. Die Fassade ist durch Lisenen in drei Teile geteilt,
das Mittelportal trägt an den Seiten zwei byzantinische
Reliefs vom 10. Jh. mit Abbildungen der heiligen Wilhelm
von Toulouse und Agatonicus. Nennenswert sind auch die
doppelbogigen Nischen, die die Apsis und die Rosetten
lebendiger gestalten, sowie die elegante Dachkrönung.
Im Inneren bemerkt man die zwei Reihen von Pfeilern, die
mit Säulen abwechseln, mit unterschiedlichen byzantinischen Kapitellen, die die Harmonie der einfachen Struktur
mit Hängewerk betonen: das ganze Innere ist übrigens
mit seinen drei Schiffen prächtig und streng. Die Säulen
tragen unterschiedliche und symmetrisch angelegte Kapitelle: korinthisch sind die ersten und die letzten zwei,
kubisch mit einem sphärischen Dreieck an den unteren
Kanten die zwei Säulen an dritter und vierter Stelle.
Das bildet eine einheitliche Verzierung des Inneren, die
den Weg hin zum Altar markiert und vor allem zur heiteren Schönheit der Apsis führt, deren Friese vom 16. Jh.
stammen.
Der Kunstschatz in der Kathedrale ist überaus reich: auf
dem Hauptaltar ragt die berühmte goldene Altartafel unterhalb eines großen Kruzifixus aus Holz (15. Jh.),
die aus sechs byzantinischen Tafelchen des 12. und 13.
Luftansicht der
Stadt mit dem Kanal
dell’Orologio und im
Vordergrund
VENETO ORIENTALE
Caorle
Il centro storico
e la Chiesetta
dell‘Angelo;
sotto, la darsena
dell‘Orologio
a destra, la spiaggia
del secolo XIV. Le due laterali raffigurano l’Arcangelo Gabriele, la Vergine, tre Santi e Gesù in trono. Da osservare
sei icone di Apostoli (sec. XIV) della scuola di Paolo Veneziano, a tempera su fondo oro e , sulla conca dell’abside
sinistra, la “Madonna in trono”, un affresco del ‘300.
Da non trascurare una pila marmorea bizantina, la
tela “Gesù che salva S. Pietro dall’affogare” da alcuni attribuita a Tiziano; il gigantesco affresco, del sec. XVI,
raffigurante “San Cristoforo”; la tela di Gregorio Lazzarini (1655-1730) “Ultima
Cena” e il Battistero di
marmo del 1587.
Ma è bene fermarsi poi a
contemplare, nel pilastro
che chiude il presbiterio, un
vaso di marmo pario,
detto “Idra delle nozze di
Cana”, forse di provenienza
orientale e di epoca difficilmente precisabile.
Usciamo ora dalla Cattedrale per ammirare il monumento più caratteristico
e rappresentativo di Caorle:
lo splendido campanile
di forma cilindrica, del sec.
XI, con influssi bizantinoravennati e romanici, alleggerito al centro da una
caratteristica loggia. Termina con una cupola conica.
La costruzione va ammirata per le sue pregevolissime
qualità formali, ma anche perché è il simbolo stesso di
Caorle; per la sua originalità e perfetta sintesi di abilità
costruttiva e di grande sensibilità formale, ma anche perché intimamente legata alla vita e alla storia di Caorle.
Jh. aus vergoldetem, getriebenem Silber und aus weiteren Stücken aus der venezianischen Goldschmiedekunst
des 14. Jh. besteht. Auf den beiden Seitenflügel sind der
Erzengel Gabriel, die heilige Jungfrau, drei
Heilige und ein thronender Jesus abgebildet.
Sehenswert sind sechs Ikonen der Apostel
(14. Jh.) von der Werkstatt des Paolo Veneziano mit Temperafarbe auf goldenem Hintergrund und, in der Nische der linken Apsis,
die thronende Madonna in einem Fresko
des 14. Jh.
Nicht zu übersehen sind ein byzantinisches marmornes Becken, das Gemälde „Jesus rettet den heiligen Peter vor dem
Ertrinken“, das von manchen Tizian zugeschrieben ist; das riesige Fresko des 16.
Jh. mit dem heiligen Christophorus; das Gemälde von Gregorio Lazzarini (1655-1730)
mit dem „letzten Abendmahl“ und ein marmornes Baptisterium vom Jahr 1587.
Es lohnt sich aber auch anzuhalten und am
Pfeiler, der das Präsbiterium abschließt, eine Vase aus
parischem Marmor zu betrachten, die auch „Idra
der Hochzeit zu Cana“ genannt wird und vielleicht aus
dem Orient aus einer nicht leicht bestimmbaren Epoche
stammt.
Am Ausgang der Kathedrale bewundert man das einzigartigste und bekannteste Baudenkmal von Caorle: den
wunderschönen zylindrischen Glockenturm aus dem
11. Jh., mit seinen byzantinisch-ravennatischen und romanischen Einflüssen, der durch eine außergewöhnliche
Loggia in der Mitte etwas erleichtert wird. Eine kegelförmige Kuppel schließt den schlanken Bau ab.
Dieser Bau ist bewundert nicht nur wegen seiner hervorragenden Formmerkmale, sondern auch weil er zugleich
4
Der Strand von
Caorle. Unten: der
Hafen dell’Orologio.
Links: das
Stadtzentrum mit
der kleinen Kirche
dell’Angelo
VENETO ORIENTALE
Caorle
C’è da ammirare la sapiente e raffinata distribuzione
delle aperture simmetriche rispetto al continuo loggiato
mediano, con sottili e calcolate variazioni e con un perfetto rapporto tra pieni e vuoti, generato da una sensibile
ricerca del particolare e della continua variazione dei fregi
in mattone. Facciamo ora una visita al Museo parrocchiale, che ha una raccolta ricchissima di paramenti e
vasi sacri. Da ammirare due splendidi reliquiari del XIII
secolo; una raffinata croce capitolare del 1534 e una
serie di ornamenti architettonici appartenenti alla
scomparsa chiesa altomedioevale; lastre marmoree, capitelli, sei tavole trecentesche con Apostoli, icone bizantine, oreficerie sacre del XIV-XVII secolo, sculture.
Ma ora è un piacere passeggiare per il centro storico e osservare le semplici case dei pescatori, le case con eleganti
portici o le tipiche callette dalla caratteristica architettura
lagunare.
Tutto nel centro storico di Caorle fa godere un passato
reso vivo da un intelligente rinnovamento, fatto di rispetto, buongusto e lindore.
Infine è da visitare quell’estremo lembo di terra proteso
sull’acqua, dove si innalza la Chiesetta dell’Angelo,
dedicata inizialmente all’arcangelo Michele, che risalirebbe all’876. Per l’erosione del mare dovette essere rifatta
una prima volta nel 1476, una seconda volta nel 1751.
il paesaggio
Dalla Laguna
di Caorle, attraverso
le acque interne,
si può raggiungere
Venezia e Trieste
A Caorle il soffice arenile delle due spiagge di Ponente e
di Levante è diviso e unito da un antico paese che vive in
un dedalo di calli piene di vita e di calore umano.
Ogni svolta permette la scoperta improvvisa e inattesa
di una piazzetta, di un piccolo locale caratteristico, di un
portico originale, di una fontanella artistica, di una bella
bottega artigiana.
Se poi si costeggia il Canale dell’Orologio, si vede la
folla di pescherecci d’ogni forma e dimensione,che rallegrano il paesaggio marino.
Ma ora allontaniamoci dalle calli e dai campielli del centro storico e passiamo all’estremità della spiaggia di Levante, oltre la bocca di Falconera. Qui, a una delle foci del
Livenza, scopriremo un vero “eden” di acque azzurre, di
canneti, di valli affascinanti per la loro purezza e solitudine, che non è desolazione, ma un immergersi nella natura
mediante un contatto diretto, che fa trepidare, perché si
sente dentro di sé il timore che questo mondo intatto di
natura, flora e fauna, venga turbato o peggio inquinato,
se non proprio distrutto.
Qui si ama il silenzio, il fruscio del vento, i richiami degli
uccelli: è un susseguirsi meraviglioso di specchi d’acqua
rotti da canneti o da qualche spiazzo erboso o dal dedalo stupendo di canali, dove poi all’improvviso si possono
das Symbol von Caorle selbst geworden ist; nicht nur wegen seiner Originalität und vollkommenen Synthese von
baulichem Können und großem Gefühl für die Form, sondern auch weil er mit dem Leben und der Geschichte von
Caorle verbunden ist.
Zu bewundern ist die kluge und raffinierte Ausgewogenheit der symmetrischen Öffnungen im Gegensatz zu
dem fortgesetzten mittleren Bogengang, mit den feinen
und kalkulierten Abänderungen und dem vollkommenen
Gleichgewicht von gefüllten und leeren Massen, die von
einer gefühlvollen Suche nach dem Besonderen und nach
der beständigen Variation der Friese aus Ziegeln stammt.
Wir besuchen nun das Kirchenmuseum, das eine äußerst reiche Sammlung von Paramente und sakralen
Behältern besitzt. Bewundernswert sind zwei prächtige
Reliquare vom 13. Jh.; ein raffiniertes Kapitelkreuz
vom Jahre 1534 und eine Reihe von architektonischen
Verzierungen aus der verschwundenen frühmittelalterlichen Kirche; Marmorplatten, Kapitelle, sechs Tafeln mit
Aposteln aus dem 14. Jh., byzantinische Ikonen, sakrale
Goldschmiedekunst aus dem 14.-17. Jh., Skulpturen.
Ein Spaziergang durch das Zentrum ist wirklich ein Genuß,
wobei man die einfachen Fischerhäuser, andere Häuser
mit eleganten Portiken oder die typischen Gäßchen mit
der merkwürdigen Architektur, die an Venedig erinnert,
betrachten kann. Alles im Zentrum von Caorle läßt eine
Vergangenheit genießen, die durch kluges Renovieren mit
Respekt, gutem Geschmack und Reinlichheit wieder lebendig geworden ist.
Schließlich sollte man auch die äußerste Landeszunge
besichtigen, wo die kleine Kirche des Engels (Chiesetta
dell’Angelo) liegt; die Kirche war ursprünglich dem Erzengel Michael gewidmet und geht auf das Jahr 876 zurück.
Durch die Meereserosion mußte sie ein erstes Mal 1476,
ein zweites Mal 1751 wieder aufgebaut werden.
die landschaft
In Caorle sind die beiden weichen Strände im Westen
und Osten der Stadt durch das Altzentrum, das ein
Wirrwarr von Gäßchen voller Leben und menschlicher Wärme umfaßt, getrennt oder vielmehr verbunden.
An jedem Winkel entdeckt man plötzlich und unerwartet einen kleinen Platz, ein kleines besonderes
Lokal, einen originellen Portikus, einen kunstvollen
Kleinbrunnen, das schöne Geschäft eines Handwerkers.
Spaziert man dann entlang des Canale
dell’Orologio, sieht man die Menge der Fischerboote jeder Form und jeder Größe, die
die Seelandschaft bunter machen.
5
Von der Lagune
von Caorle aus
kann man durch
Binnenwasserwege
Venedig und Triest
erreichen
VENETO ORIENTALE
Caorle
La Laguna di Caorle
con i suoi casoni
scoprire i casoni, di paglia e argilla.
Insomma, è un mondo da scoprire, lontano dal frastuono
delle attrezzature balneari, che sembra fuori del tempo, in
una dimensione quasi irreale e fantastica. Si può seguire
il corso del Livenza, o meglio inoltrarsi nelle antiche località, nei luoghi pescherecci, nelle isole interne della laguna di Caorle, nelle straordinarie oasi della grande palude,
rappresentate da Ottava Presa, Castello di Brussa,
Cà Cottoni, Brian, Cà Corniani, S. Giorgio di Livenza. L’ambiente ci avvolge d’immenso, perché il paesaggio
sa di primitivo, di origini, di angolo intatto, però al tempo
stesso ti fa approdare a vecchie osterie dal vino generoso,
a canali pescosi e, anche qui, a segni del passato, come la
Chiesa di Cottoni o di S. Giorgio di Livenza.
Nun aber kann man von den Gassen und den kleinen Plätzen im alten Zentrum der Stadt Abschied nehmen, indem
man zur äußersten Spizte des östlichen Strandes, jenseits
der Mündung von Falconera geht. Hier, an einer der Mündungen des Flusses Livenza, wird man einen wirklichen
Garten Eden mit blauem Wasser, Schilf, zauberhaften
Wasserspiegeln, wo Reinheit und Einsamkeit, nicht aber
Verwahrlosung herrschen; hier taucht man richtig in die
Natur durch einen unmittelbaren Kontakt, der fast beängstigend wirkt, weil man die Sorge in sich fühlt, diese
unberührte Naturwelt, diese Pflanzen- und Tierwelt, möge
einst gestört, oder schlimmer noch verschmutzt, wenn
nicht sogar zerstört werden.
Hier liebt man die Stille, das Rauschen des Windes, die
Vogelstimmen: es ist eine wunderbare Aneinanderfolge
von Wasserspiegeln, die von Schilfufern oder mancher
grüner Wiese oder noch von dem wundervollen Labyrinth
der Kanäle unterbrochen wird, wo dann plötzlich die sogenannten Casoni, Häuser aus Stroh und Lehm, entdeckt
werden können.
Kurz, es ist eine ganze Welt, die zu entdecken gilt, fernab
vom Getöse der Badeanstalten am Strand, die deswegen
fast zeitlos, wie in einer unwirklichen und phantastichen
Dimension, wirkt. Man kann den Lauf des Flusses Livenza verfolgen, oder vielleicht besser in den Fischerdörfern,
auf den Inseln in der Lagune von Caorle, in den außergewöhnlichen Schutzgebieten der großen Lagune die alten
Ortschaften entdecken, wie beispielsweise Ottava Presa, Castello di Brussa, Ca’ Cottoni, Brian, Ca’ Corniani, San Giorgio di Livenza. Die landschaft schließt
uns ein, weil sie primitiv, ursprünglich, unberührt ist, aber
zugleich führt sie uns zu alten Gaststätten mit schmackhaften Weinen, zu fischreichen Kanälen und, hier wie
sonst überall in der Region, zu Stätten der Vergangenheit,
wie der Kirche von Cottoni oder der Kirche in San
Giorgio di Livenza.
6
Die Lagune von
Caorle mit den
typischen Casoni
VENETO ORIENTALE
Torre di Mosto
Affresco
del soffitto
della Chiesa
Parrocchiale
di C. Cedini
(1771)
Un grazioso centro, prevalentemente agricoloartigianale, situato alla destra del basso corso
del fiume Livenza. Il suo territorio, anticamente
attraversato dalla Via Annia, che collegava Roma ad
Aquileia, fu importante per la sua posizione strategica
e per la navigazione sulla Livenza.
Ein schönes Dorf, hautpsächlich mit Landwirtschaftsund Handwerksbetrieben, das am rechten Ufer des
niederen Livenza liegt. Sein Gebiet, einst von der Via
Annia, die Rom mit Aquileia verband, durchzogen,
war wegen seiner strategischen Lage und des
Schiffsverkehrs auf dem Livenza von Bedeutung.
un po’ di storia
ein wenig geschichte
La storia di Torre di Mosto è in parte strettamente connessa con quella di Eraclea, che, dopo essere stata anche
sede del dogado veneziano, decadde rapidamente a causa dell’impaludamento della laguna.
Gli abitanti si trasferirono in gran parte a
Venezia. Solo pochi nuclei restarono nel
territorio, e uno si ritirò in un’ansa della
Livenza, vicino ad una torre costruita dai
dogi in difesa di Eraclea. Così la “torre”
diede il nome al paese che vi sorse, e che
dipese ecclesiasticamente dai vescovi di
Cittanova e amministrativamente dal dogado veneziano, dapprima attraverso gastaldi residenti a Cittanova, poi attraverso
i podestà di Caorle, infine attraverso un
gastaldo scelto tra gli abitanti (1368). Nel
1153 i canonici di S. Salvatore di Venezia
fecero innalzare la chiesa e il convento di
S. Lorenzo di Boccafossa e nel 1205 sorsero
anche la chiesa e il convento benedettino di S.
Elena. Torre godette di una certa importanza, perché Venezia rafforzò la torre con un presidio, dotato
anche di compiti doganali, per favorire e proteggere la
navigazione sulla Livenza, dove avveniva il commercio
verso Ceneda, Sacile e Pordenone. La torre fu distrutta
nel 1441, quando l’imperatore Sigismondo, in guerra con
Venezia, saccheggiò il paese, ma, ad opera della famiglia
Mosto, fu ricostruita, così che il nome della casata venne
associato a quello della torre, com’è ora. Alla fine del ‘400
la parrocchia passò alla diocesi di Ceneda e nonostante che i conventi fossero stati abbandonati a causa delle
inondazioni e della malaria, Torre di Mosto era un centro
abbastanza consistente. Dopo la prima guerra mondiale
(1915-1918) furono riprese le opere di bonifica.
Die Geschichte von Torre di Mosto ist mit der Geschichte
von Eraclea teilweise eng verbunden, welches letztere,
nachdem es Sitz der venetischen Dogenregierung gewesen war, wegen der Versumpfung der Lagune schnell
verfiel. Der Großteil der Bewohner zog nach Venedig. Nur
wenige Gruppen blieben auf diesem Gebiet, und eine davon übersiedelte in eine Biegung des Livenza in der Nähe
eines Turms, der von den Dogen zur Verteidigung von Eraclea gebaut worden war. So gab der Turm (it. Torre) dem
entstehenden Dorf seinen Namen. Am Anfang gehörte
das Dorf kirchlich den Bischöfen von Cittanova, während
es amtlich von der venezianischen Dogenregierung zunächst durch einen Gastalden, der in Cittanova residierte,
dann durch den Hauptmann von Caorle, schließlich (1368)
durch einen Gastalden, der von den Einwohnern gewählt
war, verwaltet wurde. Im Jahre 1153 ließ das Kloster San
Salvatore in Venedig eine Kirche und ein Kloster zu Ehren
von San Lorenzo di Boccafossa errichten, und 1205 entstanden noch eine Kirche und ein Benediktinerkloster mit
dem Namen Sant’Elena. Torre war lange Zeit sehr wichtig,
weil Venedig hier den Turm mit einer Garnison verstärkte, die zugleich als Zollamt diente und den Schiffsverkehr
auf dem Livenza, wo der Handel nach Ceneda, Sacile und
Pordenone betrieben wurde, schützte und förderte. Der
Turm wurde 1441 zerstört, als der Kaiser Sigismund während des Kriegs gegen Venedig, die Stadt ausplünderte;
er wurde aber kurz danach von der Familie Mosto wieder
aufgebaut, so daß der Name des Adelsfamilie seitdem
mit dem Namen des Turms, so wie es noch heute ist, verbunden wurde. Ab Ende des 15. Jh. gehörte die Stadt der
Diözese von Ceneda, und obwohl die Klöster infolge der
Überflutungen und der Malariaepidemien verlassen worden waren, blieb Torre di Mosto ein ziemlich bedeutendes
Zentrum. Nach dem ersten Weltkrieg (1915-1918) erlebte
die Stadt mit der Trockenlegung breiter Agrarflächen eine
Wiedergeburt.
da visitare
Torre di Mosto aveva due importanti complessi: la Chiesa
e il Convento di San Lorenzo di Boccafossa (1153) e la
Chiesa e il Convento benedettino di Sant’Elena, che, abbandonati dopo i saccheggi e le inondazioni, decaddero.
Degli antichi monumenti rimane la Chiesa Parrocchiale, ricostruita dopo l’invasione del 1411, più volte restau-
sehenswürdigkeiten
Torre di Mosto hatte zwei wichtige Anlagen: die Kirche
und Kloster San Lorenzo di Boccafossa (1153) und die
Kirche und Benediktinerkloster Sant’Elena. Nach zahlreichen Überflutungen und Ausplünderungen verfielen beide
7
Fresko von
C. Cedini (1771)
in dem Gewölbe
der Pfarrkirche
VENETO ORIENTALE
Torre di Mosto
rata. Infatti l’attuale facciata risale al 1608 e con questo
restauro ne fu prolungata anche la navata.
L’interno merita una visita attenta per vedere bene l’affresco del soffitto, opera notevole di Costantino Cedini, che nel 1771 dipinse la Glorificazione di San
Martino.
Ma sono da vedere anche, dello stesso Cedini, le Tele
del coro, in cui sono rappresentate L’ultima Cena e La
Consegna delle Chiavi a San Pietro.
Non si devono infine trascurare, perché di grande interesse, la Pala di Sant’Antonio Abate, da assegnare al
XVII secolo, e la Pala di San Martino, senza poi dimenticare il coperchio del fonte battesimale, che è senz’altro
di buona fattura.
Ma dopo aver visitato la Chiesa, non si può non percorrere in tranquillità il paese, per coglierne la fresca vitalità:
conoscere la sua realtà agricola, ma anche la consistenza
del suo sviluppo artigianale, industriale e turistico.
Ecco allora che si impone una visita al Museo della Civilta’ Contadina di Boccafossa e alle aziende agrituristiche.
Torre di Mosto è attiva anche nella valorizzazione del
suo patrimonio naturalistico, attraverso l’istituzione di
parchi a destinazione ricreativa e sportiva e attraverso interessanti e piacevoli itinerari fluviali, con i quali
giustamente viene valorizzata la bellezza del suo fiume,
la Livenza.
il paesaggio
Il territorio di Torre di Mosto è soprattutto dominato dalla
presenza essenziale della Livenza.
Infatti il fiume crea nel suo corso, quasi sempre placido
e ricco d’acqua, delle particolari condizioni morfologiche,
con depressioni, anse piacevoli e meandri di grande bellezza.
Inoltre a destra e a sinistra del suo corso, il fiume delimita due settori della pianura, diversi per le caratteristiche
della rete idrografica.
Ciò rende il paesaggio circostante sempre nuovo e vario,
facendo scoprire luoghi che offrono, con la loro bellezza,
soprattutto pace e silenzio, tra acqua, verde e cielo.
Il fiume Livenza
a Torre di Mosto
Anlagen.
Von den alten Gebäuden bleibt die Pfarrkirche, die nach
der Invasion von 1411 wiederaufgebaut und mehrmals
restauriert wurde. Die heutige Fassade wurde 1608 errichtet, und bei dieser Restauration wurde auch das Schiff
verlängert.
Das Innere verdient eine aufmerksame Besichtigung, um
das Fresko an der Decke, ein bedeutendes Werk von Costantino Cedini, der hier 1771 die Glorifizierung des
heiligen Martin malte, gut zu beobachten.
Sehenswert sind außerdem die Gemälde am Chor von
Cedini, mit Darstellungen vom Letzten Abendmahl und
der Übergabe der Himmelsschlüssel an Petrus.
Nicht zu übersehen sind die Altarbilder mit dem heiligen Abt Anton (17. Jh.) und dem heiligen Martin,
sowie der gutgefertigte Deckel auf dem Taufbecken.
Nach dem Besuch der Kirche kann man in dem Dorf ruhig
spazierengehen, um dessen frische Lebendigkeit zu erfahren: seine bäuerliche Identität, aber auch seine Entwicklung in den Bereichen Handwerk, Industrie und Fremdenverkehr kennenlernen.
So kann man beispielsweise das Museum der bäuerlichen Zivilisation in Boccafossa oder agritouristiche
Betriebe besichtigen.
Torre di Mosto ist übrigens auch in der Valorisierung seiner Naturschätze tätig durch die Gründung neuer Pärke
für Sport- und Freizeitaktivitäten und durch das Anlegen
von interessanten und gemütlichen Flußwegen, womit
die Schöhneit seines Flusses, des Livenza, zu Recht betont
wird.
8
die landschaft
Die Gegend von Torre di Mosto ist vor allem durch die
vorherrschende Präsenz des Livenza beeinflußt.
Der Fluß ruft nämlich auf seinem fast immer ruhigen und
wasserreichen Lauf besondere morphologische Bedingungen, mit Niederungen, reizende Biegungen und Kurven
von großer Schönheit hervor.
Außerdem befinden sich rechts und links des Flusses
zwei ganz verschiedene Landschaftsbilder, deren hydrographische Netze ganz unterschiedlich sind. Das macht
die umliegende Landschaft immer neu und mannigfaltig,
wobei sie zur Entdeckung von Orten einlädt, die neben
ihrer Schönheit vor
allem Frieden und
Stille zwischen Wasser, Grün und blauem
Himmel bieten.
Der Fluß Livenza
in Torre di Mosto
VENETO ORIENTALE
San Stino di Livenza
Il centro storico
Siamo in un bel centro di questa parte orientale della
provincia, caratterizzato dal tranquillo corso della
Livenza per quanto riguarda il suo aspetto ambientale;
da una pregiata produzione vinicola DOC, ma anche
da vive attività artigianali e industriali, per quanto
riguarda in genere la vita sociale ed economica.
Wir befinden uns hier in einem schönen Zentrum des
östlichen Teils der Region, das landschaftlich vom
ruhigen Fließen des Livenza geprägt ist; außerdem
findet man hier eine kostbare Produktion von DOCWeinen, aber auch geschäftige Handwerks- und
Industriebetriebe als wirtschaftliche Hauptelemente.
un po’ di storia
ein wenig geschichte
Di certo il territorio era abitato in epoca romana, dopo la
quale la terraferma cominciò a spopolarsi, mentre nella
parte di territorio più vicina alla laguna, verso il V secolo
sorse la Pieve di S. Maria del Grumello. Inoltre, si sa che la
località di Biverone esisteva nel 781 come dipendenza
della celebre abbazia di Sesto al Reghena e che nel secolo
X, attorno al castello edificato dai Da Prata o dal Patriarca di Aquileia, la zona si ripopolò. Infatti intorno al Mille
sorgeva anche la località di Corbolone e nel 1186 San
Stino compare tra i centri soggetti al vescovo di Concordia. L’importanza allora di San Stino, almeno fino al XV
secolo, fu dovuta alla sua posizione strategica di confine
tra il Patriarcato di Aquileia, Venezia e i possedimenti di
Treviso e soprattutto alla sua posizione privilegiata per il
traffico fluviale. Le sue sorti si legarono poi alla famiglia
dei Da Prata e del suo castello. Nel 1250 nacque il Capitanato di San Stino, perché nel tentativo di ingraziarsi il Patriarca di Aquileia, gli furono donati San Stino e
Corbolone. Il castello nel 1388 fu incendiato durante una
guerra tra Venezia e Aquileia e la sua importanza strategica, sotto il dominio della Serenissima, si annullò, anche
perché nel frattempo il territorio veniva colpito da alluvioni e da epidemie di malaria che lo spopolarono. Con la
soppressione poi del Patriarcato di Aquileia, la parrocchia
di Corbolone passò alla diocesi di Udine e nel 1766 fu
costruita la chiesetta dedicata alla Madonna della Salute. Il Trattato di Campoformido (1797) assegnò San Stino
all’Austria. Nel 1805, come Comune, fu assoggettato al
regno napoleonico; nel 1815, sotto il Lombardo-Veneto,
fece parte della provincia di Venezia, mentre la parrocchia
di Corbolone, nel 1818, dalla diocesi di Udine passava a
quella di Concordia. Infine con l’Unità d’Italia, San Stino
iniziava la sistemazione del suo territorio, compiuta dopo la prima guerra mondiale (1915-18), con le opere di bonifica
e il rafforzamento degli argini della Livenza, di cui fu rettificato il corso.
Die Gegend war zweifellos bereits zur Römerzeit bewohnt, danach aber begann das Festland sich zu entvölkern, während die Pfarre Santa Maria del Grumello in dem
Bereich am nächsten zur Lagune im 5. Jh. errichtet wurde.
Außerdem weiß man, daß die Ortschaft Biverone schon
781 als Besitz der berühmten Abtei in Sesto al Reghena
existierte und daß das Gebiet um das Schloß, das vorher
entweder von den Da Prata oder von dem Patriarchen
von Aquileia gebaut worden war, im 10. Jh. sich wieder
zu bevölkern anfing. Um das Jahr 1000 entstand auch die
Ortschaft Corbolone, und 1186 wird San Stino als eines
der Zentren unter der Autorität des Bischofs von Concordia erwähnt. Von nun an bis wenigstens ins 15. Jh. erklärt
sich die Wichtigkeit von San Stino mit seiner strategischen
Lage an der Grenze zwischen dem Patriarchat von Aquileia, der Republik Venedig und der Markgrafschaft von
Treviso, und vor allem an einem wichtigen Knotenpunkt
für den Schiffsverkehr. Sein Schicksal blieb lange Zeit mit
dem der Familie Da Prata und mit ihrem Schloß verbunden. 1250 wurde die Hauptmannschaft San Stino gegründet, als man dem Patriarchen von Aquileia die Dörfer
San Stino und Corbolone übergab, um die Gunst des Patriarchen zu erlangen. Das Schloß wurde 1388 während des
Kriegs zwischen Venedig und Aquileia ins Brand gesetzt,
und seine strategische Rolle verschwand dann unter der
Republik Venedig, weil das Gebiet in der Zwischenzeit von
Überflutungen und Malariaepidemien heimgesucht wurde, die ihn entvölkerten.
Mit der Auflösung des Patriarchats von Aquileia wechselte die Pfarrgemeinde Corbolone in die Diözese von Udine,
und 1766 wurde die kleine Kirche zu Ehren der Madonna
der Gesundheit (Madonna della Salute) errichtet. Mit dem
Abkommen von Campoformido (1797) wurde San Stino
Österreich zugesprochen. 1805 wurde San Stino zur Gemeinde im napoleonischen Königreich Italien; 1815 mit
dem Lombardo-Venetischen Königreich war San Stino
eine Gemeinde der Provinz Venedig, während die Pfarrgemeinde Corbolone 1818 von der Diözese Udine in die
Diözese von Concordia wechselte. Schließlich begann San
Stino zur Zeit des vereinigten Italiens die Neuordnung der
Landflächen, die erst nach dem ersten Weltkrieg (191518) mit der Trockenlegung des Landes und der Verstär-
da visitare
San Stino è un vivace centro agro-industriale posto lungo la riva sinistra del
fiume Livenza.
9
Das Stadtzentrum
VENETO ORIENTALE
San Stino di Livenza
Chiesetta del Rosario
Il suo territorio, che ha visto nel passato una vasta opera
di bonifica, è ora tirato a coltivazioni varie e a vigneti, con
una produzione di vini DOC di alta qualità, senza trascurare le attività industriali e artigianali, che ne fanno un
centro dinamico, in continua espansione.
È da visitare infatti, in aprile, la Mostra Mercato di piante, fiori, attrezzature per l’agricoltura e il giardinaggio.
Ma se San Stino merita una visita per la sua vitalità sociale ed economica, per quel suo distendersi lungo il corso
della Livenza, che ne ravviva la piattezza dell’ambiente,
offre anche altri motivi di interesse.
Al centro dell’abitato possiamo, infatti, fermarci davanti
al Castello, una costruzione alta e massiccia, di pianta
rettangolare, del secolo X. Da notare come l’edificio sia
in cotto, perché questo era l’uso caratteristico della zona.
Le pareti non hanno abbellimenti, mentre le finestre sono
chiaramente di epoca rinascimentale. Il castello è circondato da alberi secolari.
La Chiesa Parrocchiale è di fine secolo XIX-inizi secolo XX.
Poco lontano è da vedere Villa Rubin.
Fatta costruire dai Papadopoli (nel secolo XVIII), dei quali è ancora visibile lo
stemma sulla facciata verso la Livenza,
la villa ha due facciate principali l’una
prospiciente il fiume, l’altra rivolta a
mezzogiorno. Presentano, in corrispondenza della sala centrale del piano nobile, un tipo di finestre a tre luci (serliana):
la centrale con coronamento ad arco, le
due laterali ad architrave.
Oltre il Malgher c’è la Chiesetta del
Rosario, le cui forme attuali risalgono
al 1904, mentre al 1585 risale la costruzione primitiva che sorgeva sull’argine
della Livenza.
Spostiamoci ora nella località di Biverone, a sud del capoluogo: qui è stata
ritrovata (1983) una notevole necropoli, che si fa risalire
al IV-V secolo d.C.
E’ doveroso prendere in considerazione, a Biverone, anche la bella Villa Agazzi, costruita dalla nobile famiglia
Correr (Sec. XVI-XVII), della quale si può riconoscere la
struttura tipica dei palazzi dominicali veneziani.
Inoltre nella località di Corbolone, nella parte settentrionale del territorio, sulla riva sinistra del Malgher, incontriamo un edificio settecentesco, semplice e lineare,
con identiche facciate maggiori: è la Villa Calzavara,
che in origine era Villa Foscarini.
Vicino, con il fronte rivolto verso il fiume, s’innalza Villa
Migotto, costruita dai Da Ponte sulla fine del Cinquecento.
kung der Ufer des Livenza, dessen Lauf man übrigens
etwas änderte, vollendet wurde.
10
sehenswürdigkeiten
San Stino ist ein lebendiges landwirtschaftliches und industrielles Zentrum auf dem linken Ufer des Livenza.
Sein Gebiet, das in der Vergangenheit im Mittelpunkt einer breitangelegten Trockenlegung stand, ist heute landwirtschaftlich und insbesondere als Weinanbaugebiet
genutzt und besitzt eine Produktion von DOC-Weinen
von höchster Qualität, ohne daß dabei Industrie- und
Handwerksbetriebe, die übrigens die Wirtschaft der Stadt
weiter expandieren lassen und die Stadt selber zu einem
dynamischen Knotenpunkt machen, zu leiden haben.
Deswegen sollte man im April die Marktausstellung
von Pflanzen, Blumen, Landwirtschafts- und Gartengeräten besuchen.
Doch, wenn auch San Stino wegen seiner sozialen und
wirtschaftlichen Lebendigkeit einen Besuch wert ist, bietet es gerade wegen seiner hingestreckten Lage entlang
des Livenza, der die Flachheit der Landschaft belebt, auch
weitere Gründe für das Interesse.
Im Zentrum der Stadt kann man beispielsweise vor das
Schloß, ein hohes, massives rechteckiges Gebäude des
10. Jh., anhalten. Bemerkenswert ist der Baumaterial,
nämlich Backstein, den man damals in dieser Region üblicherweise benutzte. Die Wände haben keine besonderen
Dekorationen, während die Fenster offensichtlich aus der
Zeit der Renaissance stammen. Das Schloß ist von hunderjährigen Bäumen umgeben.
Die Pfarrkirche ist vom Ende des 19.-Anfang des 20. Jh.
Ganz in der Nähe ist Villa Rubin besonders sehenswert.
Sie wurde von der Familie Papadopoli im 18. Jh. erbaut,
von der noch das Wappen stammt, das man an der Fassade am Livenza sieht. Die Villa besitzt zwei Hauptfassaden,
die eine blickt auf den Fluß, die andere gegen Süden. Beide weisen das typische Fenster mit drei Öffnungen auf,
auch als „Serliana“ bekannt, an der Höhe des Mittelsaals
im ersten Geschoß: die zentrale Öffnung ist von einem Bogen gekrönt, die beiden Seitenöffnungen von Architraven.
Jenseits des Malgher befindet sich die kleine Kirche
des Rosenkranzes (Rosario). Ihr Bau stammt vom
Jahr 1904, doch ein früherer Bau befand sich am Ufer des
Livenza seit 1585.
Bei Biverone, südlich von San Stino, wurde 1983 eine
bedeutende Nekropolis gefunden, die auf das 4.-5. Jh.
n.Ch. zurückgeht.
In Biverone sollte man auch die schöne Villa Agazzi
beobachten, die von der Adelsfamilie Correr (16.-17. Jh.)
errichtet wurde: an ihr erkennt man den typischen Bau der
Adelspalästen in Venedig.
Die kleine Kirche des
Rosenkranzes
VENETO ORIENTALE
San Stino di Livenza
Affreschi
del Pordenone
nella cappella
dell‘Annunziata
all‘interno
della parrocchiale
di Corbolone;
a destra particolare:
Santa Margherita,
una delle sette
sante dipinte
Completa la villa una piccola adiacenza sulla destra dell’edificio padronale.
Maggiore attenzione merita poi Villa Corner Migotto.
Risale al secolo XVII e si presenta con una tipica pianta veneziana. Inoltre ha la barchessa secentesca, con il
portico architravato, che una volta, specie in campagna,
serviva anche per l’allevamento dei bachi da seta.
Continuando il nostro percorso sulla sinistra del Malgher,
ci imbattiamo nella Casa Gubbitta, del secolo XVI, anche questa nella caratteristica pianta veneziana.
L’edificio ha subito diversi rimaneggiamenti. All’interno
si possono scorgere ancora i resti di un notevole affresco.
Dobbiamo ora fermarci alla Chiesa di San Marco, del
1514, prospiciente il fiume.
Eretta da Giorgio e Bernardino Da Crema, come altre chiese è sorta su una precedente cappella del ‘400, dedicata
all’Annunziata.
All’esterno presenta forme semplici: sul fronte, però, fanno bella mostra eleganti arcatelle cieche, mentre nel timpano si vedono i resti di un grande Leone di San Marco
dipinto a fresco.
L’interno poi è a una sola navata. Attira subito lo sguardo
il monumentale cinquecentesco Altare Maggiore, in legno intagliato dorato, sul quale si impone un San Marco
in Trono tra San Sebastiano e San Rocco.
Außerdem findet man in der Ortschaft Corbolone, im
nördlichen Teil des Gebiets auf dem linken Ufer des Malgher, ein Gebäude aus dem 18. Jh. mit einfachen, klaren
Linien und zwei identischen Hauptfassaden, es handelt
sich dabei um die Villa Calzavara, die ursprünglich Villa Foscarini hieß.
In der Nähe befindet sich Villa Migotto mit Fassade mit
Blick auf den Fluß, sie wurde von der Familie Da Ponte
Ende des 16. Jh. gebaut.
Ein kleines Nebengebäude an der rechten Seite des
Hauptgebäudes macht die Anlage komplett.
Viel mehr Aufmerksamkeit verdient dann Villa Corner
Migotto. Sie geht auf das 17. Jh. zurück und wiederholt
den typischen Grundriß des venezianischen Palastes. Außerdem besitzt sie eine Barchessa aus dem 16. Jh. mit
architraviertem Säulengang, wo einst, vor allem auf dem
Land, Seidenraupen gezüchtet wurden.
Derselbe Weg auf dem linken Ufer des Malgher führt uns
zu der Casa Gubbitta (17. Jh.), noch einem Werk mit
typisch venezianischem Grundriß.
Das Gebäude wurde im Laufe der Zeit mehrmals verändert. Im Inneren kann man noch die Reste eines bedeutenden Freskos beobachten.
Bei der Kirche San Marco, die 1514 gebaut wurde und
dem Fluß gegenüber liegt, muß man einfach haltmachen.
Sie wurde von Giorgio und Bernardino Da Crema gebaut,
und wie andere Kirchen zuvor entstand auch sie auf dem
Fundament einer früheren Kapelle des 15. Jh., die der Annunziata gewidmet war.
Das Äußere weist sehr einfache Formen auf: auf der Fassade zeigen sich elegante kleine Blindbögen, während die
Reste eines großen freskierten Markuslöwen am Giebel zu sehen sind.
Das Innere hat ein einziges Schiff. Der Blick wird sofort von dem stolzen Hauptaltar aus geschnitztem
und vergoldetem Holz angezogen, wo das Gemälde
mit dem heiligen Markus auf dem Thron zwischen den heiligen Sebastian und Rochus
prangt.
Das Werk ist Bonifacio De’ Pitati zugeschrieben.
Außerdem gibt es noch vier Gemälde, die
man an den Chorseiten beobachten kann; sie
sind mit einiger Wahrscheinlichkeit Gaspare
Diziani zugeschrieben worden, der hier für
die Markuskirche in Corbolone vielleicht
seine bedeutendsten Werke malte: sie zeigen die Geburt der heiligen Jungfrau,
die Anbetung der heiligen Drei Könige,
den Tod des Josef, die thronende Madonna
mit den heiligen Franz und Kajetan.
Eine Pietà aus Terrakotta auf dem rechten Altar
11
Die heilige
Margarethe,
eines der sieben
Heiliginnenbilder.
Links: Fresken
des Pordenone
in der Kapelle
dell’Annunziata in
der Pfarrkirche von
Corbolone
VENETO ORIENTALE
San Stino di Livenza
Parrocchiale
di Corbolone;
a destra, la Salute
L’opera è attribuita a Bonifacio De’ Pitati.
Ci sono anche quattro tele da osservare ai lati del coro,
che vengono con buona probabilità assegnate a Gaspare
Diziani, che qui, a Corbolone, presenta forse le sue opere
più significative nella Chiesa di San Marco: la Nascita
della Vergine, l’Adorazione dei Magi, la Morte di
San Giuseppe, la Madonna in Trono con San Francesco e San Gaetano.
Non può sfuggire sull’altare a destra una Pietà in terracotta, originariamente policroma, datata 1586 e firmata
da Benedetto Stefani, e dietro il fonte battesimale un Cristo Risorto, forse di scuola pordenoniana.
Bisogna soffermarsi anche nella Cappella dell’Annunziata, del 1459, totalmente decorata con
affreschi che quasi sicuramente sono opera del Pordenone e del suo ambito: nell’abside si vede l’Inconorazione della
Vergine, mentre in una loggia dipinta vi
sono figure di santi di notevole livello
artistico, tanto che si ritengono opera di
Pomponio Amalteo: Santa Lucia, Santa Marta, Sant’Orsola. L’Annunciazione che si vede sull’altare è di Orazio
Marinali.
Ma prima di chiudere questa visita, si
deve dare uno sguardo anche agli affreschi che vengono attribuiti al Pordenone,
con San Rocco, la cui figura si crede sia
l’autoritratto del pittore, e con il Profeta
Balaam.
il paesaggio
Dopo aver visto il paese e conosciuto le sue testimonianze
d’arte, sarà certo molto piacevole lasciare ferma
la macchina, per gustare il paesaggio di San Stino,
specialmente seguendo il corso della Livenza, sostando a
La Salute, a cavallo del fiume nella zona più a valle e poi
continuando, perché il fiume corre dividendo le sue acque
in rami secondari.
Crea così anse e angoli ameni, dove si può sostare in
pace, dato che l’ambiente si fa interessante sotto l’aspetto naturalistico ed è difficile sottrarsi a un paesaggio ricco
di suggestioni e dominato da colture estensive.
Si prova un senso di libero spazio, che sgombra la mente e
fa sentire un contatto profondo con la natura circostante.
Sono emozioni che offrono i territori di questa parte estrema della nostra provincia, un tempo coperta di foreste,
ma che anche ora offre al visitatore un bel bosco come
quello di Bandiziol e Prasaccon, dove è possibile inoltrarsi e percorrerlo attraverso alcuni itinerari ciclabili.
kann nicht übersehen werden, die ursprünglich vielleicht
bunt gemalt war und aus dem Jahr 1586 datiert. Sie trägt
noch den Namen des Bildhauers Benedetto Stefani. Hinter dem Taufbecken befindet sich ein Auferstandener
Christus, vielleicht aus einer Künstlerschule in Pordenone.
Auch in der 1459 errichteten Kapelle der Annunziata sollte man kurz haltmachen; sie wurde vollständig mit
Fresken geschmückt, die fast sicherlich vom Maler Pordenone oder von seiner Schule stammen: in der Apsis sieht
man die Krönung der heiligen Jungfrau, während
man in einer bemalten Loggia Heiligenfiguren von bemerkenswertem künstlerischem Niveau, so daß sie für ein
Werk von Pomponio Amalteo gehalten hat, sehen kann:
sie zeigen die heiligen Lucia, Marta, Ursula.
Die Ankündigung auf dem Altar ist ein Werk von Orazio
Marinali.
Aber, bevor man die Entdeckungstour in San Stino beendet, sollte man noch einen Blick auf die Fresken werfen,
die dem Maler Pordenone zugeschrieben werden und die
den heiligen Rochus (diese Figur, glaubt man, sei ein
Selbstporträt des Malers) mit dem Propheten Balaam
zeigen.
12
die landschaft
Nachdem man die Stadt und ihre Kunstschätze kennengelernt hat, wird es wohl sehr angenehm sein, das Auto
liegen zu lassen, um die landschaft rund um San Stino
zu genießen, vor allem wenn man den Lauf des Flusses
Livenza verfolgt, wobei man in der etwas abwärts gelegenen Ortschaft La Salute, wodurch der Fluß fließt, kurz
haltmacht und dann weitergeht, um den Fluß und seine
Abzweigungen zu begleiten.
Er bildet dadurch angenehme Biegungen
und Winkel, wo man in aller Ruhe sich entspannen kann, denn die landschaft wird
jetzt landschaftlich interessant, und man
kann sich nur allzu schwer von einer an
Eindrücken so reichen und von extensiven
Anbauflächen dominierten Landschaft zu
entziehen.
Man hat durch die weiten Flächen ein
Gefühl der Offenheit, das den Geist befreit und einen
tiefempfundenen Kontakt zur umgebenden Natur fühlen
läßt.
Es sind Gemütsbewegungen, die diese Gegend an der äußersten Grenze der Provinz Venedig bietet und die einst
von Wäldern bedeckt war, während sie heute dem Besucher einen schönen Wald, wie etwa bei Bandiziol oder
Prasaccon aufschließt, in den man eindringen und auf
einigen Fahrradwegen entdecken kann.
La Salute. Links:
die Pfarrkirche von
Corbolone
VENETO ORIENTALE
Concordia Sagittaria
Frammento
di affresco
Una meta importante e di profondo interesse. È già
di per sé nome noto e caro agli studiosi di storia e ai
cultori di archeologia. Ma per tutti una visita accurata
e intelligente a questa antica località lascia un ricordo
incancellabile.
un po’ di storia
Siamo in un territorio che non gode della fama turistica di
altri della provincia di Venezia. Eppure qui c’è Concordia
Sagittaria, l’antica Julia Concordia, con un mondo
meraviglioso da mostrare, con un’antica civiltà da scoprire o da riscoprire. Concordia è davvero un “museo a cielo
aperto”, che presenta la storia di un tempo lontano, dal
fascino irresistibile. Insediamento già paleoveneto, Julia
Concordia fu importante colonia romana, fondata nel 4042 a.C., quando i Triumviri intesero sistemare i veterani
cedendo loro le terre, e soprattutto creare una zona di
difesa sul confine orientale. La scelta cadde su un sito che
era un punto di incontro della Via Annia, che correva lungo le terre del litorale adriatico, con la Via Postumia, che
proveniva da Oderzo. Si trattava dunque di una importante posizione logistica, che ne favorì lo sviluppo fin dai
primi anni dell’impero, alla cui vita Concordia partecipò
attivamente, specie dal III secolo, quando venne coinvolta
nelle guerre per contrastare le invasioni barbariche ormai
sempre più frequenti. Vi fu costruita anche una fabbrica di frecce (“sagittae”), da cui si fa risalire l’aggiunta
di “sagittaria” al nome. Concordia crebbe, raggiunse un
diffuso benessere, che si può riscontrare nello sviluppo
monumentale dell’impianto urbano, degli edifici pubblici e privati. Nel 389 diventò sede vescovile e nel 452 fu
distrutta dagli Unni e sulle sue rovine sorse un nuovo
centro abitato.
da visitare
Julia Concordia fu dunque un’importante colonia di
confine, avamposto militare, emporio commerciale e centro preminente in campo politico e religioso, di cui rimane
testimonianza una straordinaria ricchezza di reperti archeologici.
Visitiamo ora l’antica Julia Concordia, osservando le numerose vestigia del suo passato.
Nella piazza della Cattedrale, possiamo vedere due recinti sepolcrali, a tre nicchie ciascuno (II metà sec. IV). Quello a sinistra era riservato ai pagani. Quello di destra (V sec.
d.c.) venne trasformato in cappella funeraria privata della
nobildonna Faustiniana: è un bel sarcofago, scolpito nella parte anteriore e sul lato destro, con un’iscrizione, due
belli stipiti in pietra con simboli cristiani.
Ma accanto ci si presenta uno dei monumenti cristiani più
antichi: la Trichora Martirum, paleocristiana (sec.V),
Ein wichtiges und sehr interessantes Reiseziel.
Die Stadt ist schon bekannt für sich und den
Archäologieliebhabern und Geschichtsforschern lieb.
Aber auch allen anderen hinterläßt ein aufmerksamer
und kluger Besuch dieser uralten Stadt eine
unauslöschliche Erinnerung.
13
ein wenig geschichte
Wir befinden uns hier in einem Gebiet, das touristisch
nicht so bekannt ist wie andere Gebiete in der Provinz
Venedig. Doch hier liegt Concordia Sagittaria, die alte
Julia Concordia, mit ihrer Welt und ihrer alten Kultur,
die es zu entdecken oder wiederzuentdecken gilt. Concordia ist wirklich ein Museum unter freiem Himmel, denn
sie zeigt eine unwiderstehlich zauberhafte Geschichte
aus weit entfernten Zeiten. Zunächst als altvenetisches
Zentrum bewohnt, war Julia Concorda eine wichtige römische Kolonie, die um 40-42 v.Ch. gegründet wurde, als
die Triumviren die Veteranen aus den römischen Kriegen
anzusiedeln versuchten, indem sie ihnen ihre Ländereien
überließen, aber vor allem mit dem Zweck, eine Verteidigungszone an der östlichen Grenze zu schaffen. Man
entschied sich damals für eine Stätte, die an der Kreuzung lag von der Via Annia, die entlang der Adria lief, mit
der Via Postumia, die aus Oderzo kam. Es handelte sich
also dabei um eine sehr wichtige logistische Lage, die
die Entwicklung der Stadt schon von den Anfängen des
Kaisertums förderte, und Concordia spielte eigentlich im
Kaisertum, vor allem im 3. Jh., eine große Rolle, als sie in
die Kriege mit einbezogen wurde, die gegen die immer
öfter eindringenden Germanenvölker bekämpft wurden.
Hier wurde auch eine Pfeilfabrik (Pfeile = sagittae) gebaut, wovon der Zusatzname „sagittaria“ stammen soll.
Concordia wuchs und erreichte einen weit verbreiteten
Reichtum, den man auch in den
architektonischen Kern der Altstadt mit
ihren
öffentlichen und privaten
Gebäuden
erkennen
kann. Im Jahre 389
wurde Concordia Bischofssitz, und 452
wurde sie von
den Hunnen
zerstört: aus
ihren Trümmern entstand
dann ein neues Dorf.
Fragment eines
Freskos
VENETO ORIENTALE
Concordia Sagittaria
CONCORDIA
SAGITTARIA
veduta dall‘alto
del Battistero,
della trichora,
dei recinti funerari
e alcuni oggetti
di scavo
sehenswürdigkeiten
Julia Concordia war also eine wichtige Grenzkolonie,
sowie auch ein Militärvorposten, Handelsumschlagplatz
und wichtiges religiöses und politisches Zentrum, wovon
die außerordentliche Fülle an archäologischen Funden
noch zeugt.
Man beginnt dann mit dem Besuch des alten Zentrums
von Julia Concordia, wobei man die zahlreichen Reste aus
ihrer Vergangenheit beobachtet.
In dem Platz bei der Kathedrale kann man zwei Friedhofsstätten mit je drei Nischen (zweite Hälfte des 4.
Jh.) erkennen. Die Friedhofsstätte auf der Linken war den
Heiden vorbehalten. Diejenige auf der Rechten (5. Jh.
n.Ch.) wurde später durch die Adelige Faustiniana in
eine Grabkapelle umgewandelt: es handelt sich um einen
schönen, vorne und auf der rechten Seite gemeißelten
Sarkophag mit einer Inschrift und zwei schönen steinernen Pfosten mit christlichen Symbolen.
Daneben sieht man eines der ältesten christlichen Baudenkmäler: die altchristliche Trichora Martirum aus
dem 5. Jh.; das Gebäude mit drei Apsen wurde errichtet,
um die Märtyrerreliquien zu verehren.
Dazu wurde ein dreischiffiger Vorbau hinzugefügt, der den
ursprünglichen Bau zu einer Kleibasilika erwachsen ließ.
Ein Muß ist das romanische Baptisterium, das von dem
Bischof Reginpoto im Jahre 1168 errichtet wurde; es wiederholt das architektonische Muster der Trichora und ist
als Ganzes ein sehr kostbares Gebäude.
Dieses kleine Gebäude, in dem man die ravennatisch-byzantinischen Einflüsse verspürt, weist einen Zentralplan
mit Kuppel und drei Apsen auf.
Das Innere ist mit Fresken mit Apostel- und Heiligenbildern und Szenen und Figuren aus dem Evangelium geschmückt. Auf dem Apsisgewölbe ist die Taufe Christi
dargestellt.
Es lohnt sich, den Platz vor dem kleinen Gebäude genauer
zu beobachten, denn es gibt dort auf der rechten Seite
einige Sarkophage ohne jegliche Inschrift, die, man
glaubt, für eventuelle Ankäufer zur Verfügung standen.
Die Aufmerksamkeit wird insbesondere von der Basilica Apostolorum angezogen: diese altchristliche Kirche
wurde im Jahre 381 n.Ch. begonnen und besteht aus drei
Schiffen, die von Säulen mit korintischen Kapitellen getrennt werden. Der Fußboden ist mit Mosaiken ausgelegt
und mit einfachen geometrischen Mustern dekoriert.
Von feinster Kunstfertigkeit zeugt das bunte Mosaik in
der Apsis, das Weinreben mit Körben und Vögeln zeigt.
Die Basilika wurde mehrere Male geändert, bis sie von
einer Überflutung zerstört wurde.
Die heutige Basilika geht auf die Mitte des 10. Jh. zurück
und wurde erst 1466 mit den beiden Seitenschiffen aus-
14
CONCORDIA
SAGITTARIA
Luftansicht des
Baptisteriums, der
Trichora und der
Friedhofsstätten.
Unten: Funde aus
den Ausgrabungen
VENETO ORIENTALE
Concordia Sagittaria
Particolare
degli affreschi
del Battistero
edificio a tre absidi, innalzato per onorare le reliquie dei
martiri. Vi fu aggiunto poi un avancorpo a tre navate, che
lo trasformò in una piccola basilica.
Ma bisogna guardare il Battistero romanico, costruito
dal vescovo Reginpoto nel 1168, ripete il modulo architettonico della Trichora, ed è un monumento di notevole
pregio. Questa piccola costruzione, che risente di influenze ravennati-bizantine, presenta una pianta centrale, con
cupola a tre absidi.
L’interno è affrescato con figure di apostoli, santi e figure
e scene del vangelo. Nella volta absidale è rappresentato
il ‘Battesimo di Gesù.
E’ necessario dare un’occhiata al piazzale davanti al piccolo edificio, perché vi sono, sul lato destro, delle arche
senza alcuna iscrizione, che si pensa fossero a disposizione di eventuali acquirenti. L’attenzione va soprattutto alla
Basilica Apostolorum: questa chiesa paleocristiana,
iniziata nel 381 d.C. circa, è divisa in tre navate da colonne con capitelli corinzi. Il pavimento è decorato a mosaico, con semplici motivi geometrici. Di finissima fattura è il
mosaico policromo dell’abside, a tralci di vite con panieri e uccellini. La Basilica fu rimaneggiata più volte fino
a quando fu distrutta da un’alluvione. La Basilica attuale è
della metà del secolo X e venne portata a tre navate solo
nel 1466, assumendo la struttura di oggi.
Non sfuggano l’acquasantiera in marmo greco del I
sec. d.C.; l’affresco che rappresenta la Crocifissione;
gli stalli di legno del secolo XVI; il monumento funebre rinascimentale di due vescovi di Concordia; l’altare maggiore in stile barocco; una tela del Padovanino
(1588-1648). A destra della Cattedrale si innalza la bella
torre campanaria del XII secolo.
Sul retro invece è da visitare la canonica, di stile goticoveneziano, costruita intorno al 1450 come sede vescovile.
Davanti alla canonica si veda il palazzo del Municipio,
che è in stile rinascimentale.
Dopo avere visitato soprattutto il ricco patrimonio paleocristiano di Julia Concordia, che ricorda come la sua eredità
fu poi raccolta dalla chiesa, diventa indispensabile vedere
anche tutte le tracce del lontano passato venute alla luce.
Ecco allora che si può avere l’idea di una antica strada
romana, con basoli di trachite: era la via di raccordo con
la Via Annia. L’area cittadina presenta reperti di grande
valore archeologico e storico:guardiamo i resti dei magazzini romani, destinati alla città; un grande edificio
articolato in corpi paralleli. In Via San Pietro si notano
i resti di un ponte romano, costruito in blocchi squadrati di trachite senza legante, di età augustea, che univa la città alla Via Annia. Delle tre arcate ne rimane una.
Seguiamo ora Via Dei Pozzi Romani, laterale di Via S.
Pietro, che in epoca romana corrispondeva al settore ur-
gebaut, wobei sie die heutige Form annahm.
Bemerkenswert sind das Weihwasserbecken aus griechischem Marmor (1. Jh. n.Ch); das Fresko mit Christi
Kreuzigung; das Chorgestühl (16. Jh.); das RenaissanceGrabmal zweier Bischöfe von Concordia; der barocke
Hauptaltar; ein Gemälde von Padovanino (15881648). Rechts der Kathedrale ragt der schöne Glockenturm des 12. Jh.
Dahinter hingegen kann man das Pfarrhaus in venezianisch-gotischem Stil, das um das Jahr 1450 als Bischofshaus gebaut wurde.
Vor der Pfarrhaus sieht man das Rathaus im Stil der Renaissance.
Nachdem man vor allem die vielen altchristlichen Schätze
von Julia Concordia besichtigt hat, - die uns daran erinnern, daß ihr Erbe von der Kirche weitergeführt wurde,
- wird es fast notwendig, auch all die wiederentdeckten
Spuren aus der entfernten Vergangenheit zu sehen.
So kann man beispielsweise einen Eindruck von einer alten
römischen Straße mit ihren Pflastersteinen aus Trachyt
haben: sie war die Verbindungsstraße zur Via Annia.
Das Stadtgebiet zeigt Überreste von großem archäologischem und geschichtlichem Wert: wie etwa die Reste
der römischen Lagerhallen, die zur Stadtbenutzung
bestimmt waren, lassen ein großes Gebäude aus parallelen Rämen vermuten.
In der Via San Pietro merkt man die Reste einer römischen Brücke aus der Zeit des Augustus, - gebaut aus
rechteckigen Blöcken aus Trachyt und ohne Bindemittel,
- die die Stadt mit der Via Annia verband. Von den drei Bögen bleibt nur einer übrig. In der Via die Pozzi Romani,
einer Nebenstraße von Via San Pietro, die zur Zeit der Römer das nordwestliche Viertel der Stadt bildete, sind zwei
Brunnen aus der kaiserlichen Zeit entdeckt worden.
Noch zu sehen sind die Reste zweier herrschaftlicher
Häuser, wovon das interessantere das sogennante „Domus Dei Signini“ (Ende 1. Jh. v.Ch.) ist.
In der Via Claudia sind die Reste der Thermen zu sehen, die zwischen Ende des 2. und Beginn des 3. Jh. n.Ch.
gebaut wurden, sowie einen Abschnitt der Stadtmauer
aus augusteischer Zeit.
Es gab auch ein Stadttheater, das eine ansehnliche
Größe haben und auf den „decumanus maximus“
im Stadtzentrum blicken mußte. Der „decumanus
maximus“ war die Hautpstraße in der Stadt. Man
kann noch die guterhaltene Pflasterung betrachten.
Kurz gesagt, ein Spaziergang durch Concordia gleicht einer unaufhörlichen Entdeckung; man taucht in eine fast unwirkliche, märchenhafte Welt, die aber
in der Phantasie desjenigen lebendig
15
Detail aus den
Fresken im
Baptisterium
VENETO ORIENTALE
Concordia Sagittaria
I resti del ponte
romano
bano nord-occidentale: sono stati scoperti due pozzi del
periodo imperiale.
Sono visibili anche i resti di due abitazioni signorili: la
più interessante è la cosiddetta “Domus Dei Signini”
(fine secolo I a.C.).
Sono da visitare anche, in Via Claudia, i resti delle terme,
costruite tra la fine del II secolo e l’inizio del III d.C. e un
tratto della cinta muraria, costruita in epoca augustea.
Vi era anche il teatro cittadino, che doveva avere dimensioni notevoli, affacciato sul “decumanus maximus” al
centro della città. Questo formava la strada portante del
sistema viario cittadino. Si può vedere una pavimentazione ben conservata.
Insomma, camminando per Concordia è tutta una scoperta; ci si immerge in un mondo quasi irreale, fiabesco, che
ritorna però vivo nella fantasia di chi lo contempla attraverso quei reperti archeologici, quei resti significativi di
edifici pubblici e privati, civili e religiosi.
Ma per avere un’idea più completa dell’importanza storica di Concordia Sagittaria, che ne fa una meta turistica
fra le più suggestive della provincia di Venezia, bisogna
entrare ora nel Museo Civico Archeologico, dove
sono stati raccolti pezzi di epoca romana, paleocristiana e
romanica scoperti nel territorio di Concordia.
La maggior parte dei reperti però sono ordinati nel Museo
Nazionale Concordiese di Portogruaro. Nel museo di
Concordia si possono vedere monumenti funerari romani;
stele con figura intera di personaggi togati (I sec. d.C.); un
bel vaso di pietra, anfore del I sec. d.C.; un coperchio
emisferico di un’urna cineraria (inizio I sec. d.C.); frammenti architettonici; una rara meridiana intatta; e soprattutto
i bellissimi plutei, tre in pietra calcarea, uno in marmo,
appartenenti alla chiesa altomedioevale di Concordia e databili tra la fine dell’VIII e gli inizi del IX secolo d.C..
il paesaggio
Certamente la ricchezza archeologica di Concordia Sagittaria monopolizza l’attenzione e il tempo del visitatore.
Tuttavia chi voglia poi uscire dal centro e girovagare un
po’ nei dintorni, scopre anche un paesaggio agrario di notevole rilievo naturalistico e ambientale, con l’intreccio di
coltivi e vegetazione arborea. Si possono godere oasi tranquille e serene. Ma poi è bello seguire il percorso del Lemene, che scorre ad oriente del nucleo cittadino, creando
suggestivi scorci per lunghi tratti del suo corso, con la sua
tranquilla corrente, nella quale si specchia il verde delle
sponde alberate e si affacciano palazzi e case.
Questo corso d’acqua scandisce un po’ la vita dell’agro
concordiese: i luoghi che attraversa e gli angoli deliziosi
che crea meritano una sosta.
wird, der sie durch diese archäologischen Zeugnisse, die
bedeutenden Reste von öffentlichen und privaten, zivilen
und religiösen Gebäuden wieder erdenkt.
Eine genauere Idee von der geschichtlichen Wichtigkeit
von Concordia Sagittaria, die sie übrigens auch zu einem
der beeindruckendsten Reiseziele der Provinz Venedig
macht, hat man im Archäologischen Stadtmuseum,
wo die Stücke aus der römischen, altchristlichen und romanischen Zeit, die im Gebiet von Concordia gefunden
worden sind, gesammelt werden.
Der Großteil der Gegenstände sind aber im Staatlichen
Museum Concordiense in Portogruaro ausgestellt. Im Museum von
Concordia sieht man römische Grabmäler; Stelen mit ganzer Figur von
Personen mit Toga gekleidet (1. Jh. n.Ch.); eine
schöne Vase aus Stein,
Amphoren aus dem 1.
Jh. n.Ch.; ein halbkugeliges Deckel einer Graburne (Anfang 1. Jh. n.Ch.); architektonische Fragmente; eine
seltene, noch intakte Sonnenuhr; und vor allem wunderbare Chorschranken, davon drei aus Kalkstein und
eine aus Marmor, die der frühmittelalterlichen Kirche von
Concordia gehörten und vom Ende des 8. – Anfang des 9.
Jh. n.Ch. stammen.
die landschaft
Sicherlich zieht der archäologische Reichtum von Concordia Sagittaria die ganze Zeit und Aufmerksamkeit des
Besuchers auf sich an.
Doch derjenige, der Lust dazu hat, das Zentrum kurz zu
verlassen und in der Umgebung zu schlendern, wird wohl
eine Agrarlandschaft von bedeutendem landschaftlichem
Wert entdecken, wo Anbauflächen und Baumvegetation
zusammenleben.
In der Stille des Landes kann man manche ruhige und heitere Oase genießen.
Dann aber ist es auch schön, den Lauf des Lemene zu
verfolgen, der östlich des Zentrums dahinfließt, wobei er
in mehreren Laufabschnitten durch seinen ruhigen Strom
beeindruckende Ecken schafft, wo das Grün der bebaumten Ufer sich widerspiegelt und Paläste und Häuser den
Fluß säumen.
Dieser Wasserweg bestimmt teilweise das Leben auf dem
Land von Concordia: die Orte, wodurch er fließt, und die
kostbaren Winkel, die er dabei schafft, verdienen unsere
ganze Aufmerksamkeit.
16
Die Reste der
römischen Brücke
VENETO ORIENTALE
Portogruaro
La Piazza
della Repubblica con
il Municipio,
e a destra in primo
piano il pozzetto
della Gru
Altra meta importante per qualsiasi visitatore:
Portogruaro, infatti, oltre a essere un dinamico centro
di attività commerciali, artigianali e del terziario, è
anche un centro con speciali attrattive per la sua
struttura urbanistica, che presenta un nucleo storicoartistico di grande bellezza.
un po’ di storia
L’origine della città è ancora controversa, come pure l’origine del suo nome. Comunque il primo atto ufficiale conosciuto risale al 1140: il Vescovo di Concordia, Gervino,
concede una terra ad alcuni mercanti per costruirvi un
“portus”, ossia un fondaco o magazzino per operazioni
commerciali d’importazione ed esportazione. Questa attività, favorita dalla felice posizione della città lungo il
fiume Lemene, fa di Portogruaro un notevole centro
commerciale già nel XIII secolo. Riesce a sottrarsi alla tutela amministrativa del Vescovo di Concordia e a darsi un
proprio ordinamento, con i Consoli, il Consiglio, l’Arengo,
pur appartenendo al dominio temporale del patriarcato
di Aquileia fino al 1420, quando Venezia se ne annette
tutto il territorio. Sotto il dominio veneziano Portogruaro
si amplia e si abbellisce con ponti, vie, palazzi, residenze
che esprimevano i prevalenti interessi agricoli e commerciali degli abitanti. I secoli XV e XVI segnano il periodo di
massimo splendore di Portogruaro, che poi risente della
concorrenza del porto di Trieste, come scalo per le merci
dirette in Germania, e inizia
una progressiva decadenza commerciale. Caduta
Venezia, Napoleone, con i
nuovi limiti territoriali delle
province venete, assegna
Portogruaro al distretto del
Friuli. Dopo il trattato di
Campoformido tra Napoleone e l’Austria del 1798,
passa sotto l’Austria che
la unisce alla provincia di
Venezia, nel 1835, e la dichiara città. Tra alterne vicende, Portogruaro rimane
sotto l’Austria fino al 1866,
in condizioni economiche
poco floride, soprattutto da
quando perde importanza
il suo commercio fluviale,
cessato poi con l’entrata in
funzione della linea ferroviaria Venezia-Portogrua-
Ein weiteres wichtiges Ziel für jeden Besucher ist die
Stadt Portogruaro, die nicht nur ein dynamisches
Handels-, Handwerks- und Dienstleistungszentrum,
sondern auch eine durch ihre Struktur mit besonderen
Sehenswürdigkeiten ausgestattete Stadt ist, die
einen geschichtlich-künstlerischen Kern von großer
Schönheit besitzt.
17
ein wenig geschichte
Der Ursprung der Stadt ist noch umstritten, wie übrigens
auch der Ursprung ihres Namens. Auf jeden Fall stamm die
erste bekannte Urkunde über die Stadt vom Jahr 1140: der
Bischof von Concordia, Gervino, übergab einigen Kaufleuten ein Stück Land, um daselbst einen „portus“, d.i. eine
Lagerhalle oder Warenniederlage zu bauen, um die Ausund Einfuhr von Handelswaren zu ermöglichen. Diese Tätigkeit, die von der günstigen Lage der Stadt am Fluß Lemene gefördert wurde, machte aus Portogruaro bereits
im 13. Jh. einen bedeutenden Warenumschlagplatz. Sie
konnte sich von der Verwaltungshoheit des Bischofs von
Concordia befreien und sich eine eigene Gesetzgebung
mit Konsulen, einem Rat und einer Stadtversammlung
geben, wenn auch immer noch im staatlichen Besitz des
Patriarchaten von Aquileia bis 1420 blieb, als Venedig sich
die ganze Gegend aneignete. Unter der venezianischen
Herrschaft vergrößerte sich die Stadt und verschönerte
sich mit Brücken, neuen Straßen, Palästen, prunkvollen
Häusern, die die herrschenden landwirtschaftlichen und
kommerziellen Interessen der Einwohner zeigten. Das 15.
und 16. Jahrhundert sind die Zeit der höchsten Blüte von
Portogruaro gewesen, das dann aber unter der Konkurrenz
des Hafens von Triest für die Waren, die nach Deutschland
Piazza della
Repubblica mit dem
Brunnen des Kranichs
im Vordergrund.
Links:
Piazza della
Repubblica mit dem
Rathaus
VENETO ORIENTALE
Portogruaro
Affresco del soffitto
della chiesa
S. Giovanni;
a destra la Piazza
della Repubblica
con il Municipio
ro (1886). L’unica attività produttiva resta l’agricoltura,
praticata in modo rudimentale per insufficienza di mezzi,
anche se non mancano alcune iniziative in campo commerciale e industriale agli inizi del secolo XX. Nel secondo
dopoguerra, Portogruaro migliora le sue condizioni socioeconomiche e si presenta come centro di sicura espansione in tutti i settori produttivi, sociali e culturali.
da visitare
Dopo queste essenziali notizie storiche, vediamo come si
presenta Portogruaro allo sguardo attento e incuriosito
del visitatore.
Colpisce subito, di Portogruaro, la tipologia medioevale, legata storicamente alla società feudale, da un lato,
e la presenza di palazzi di epoca veneziana, dall’altro.
Mura e portici ne hanno favorito la vita commerciale e
sociale.
Altro elemento caratterizzante è rappresentato dalla sua
collocazione tra i fiumi Reghena e Lemene.
Entriamo in città dalla duecentesca Porta di San Giovanni, già chiamata “Porta del bando” e “Porta di San
Lazzaro”, anche per la costruzione di un ospizio per
i lebbrosi. Fu ricostruita nella metà del Cinquecento
(1555-56).
Fuori della porta, sarà bene osservare attentamente la chiesa omonima, del Trecento,
che offre una pregevole Madonna con
bambino (sec.XIV), una pala d’altare
di Leandro da Ponte del sec. XVI; il soffitto affrescato da Andrea Urbani (XVIII
sec.).
Siamo dunque dentro la città: si può percorrere la via principale formata dal Corso Martiri della Libertà e giungere in
Piazza della Repubblica per ammirare il trecentesco Municipio (1372-1380),
in mattoni a vista, caratteristico edificio con
facciata a spioventi merlati e scala esterna ad
angolo con campaniletto a vela.
Le due ali laterali dell’edificio furono aggiunte
nel 1512 da Giovanni Baffo.
Ai piedi di questo caratteristico palazzo comunale, dall’inusitato equilibrio artistico, si possono vedere
sei blocchi marmorei del sec. XVI, detti anche Testoni, in
quanto raffigurano altrettante teste in pietra d’Istria, che
in origine formavano forse la base di un ponte.
Accanto al Municipio, si può dare uno sguardo al pozzetto, la cui vera è opera di Giovanni Antonio Pilacorte
(1494), detto anche Pozzetto della Gru, simbolo di Portogruaro, scolpite dal portogruarese Valentino Turchetto
(1906-1965).
bestimmt waren, leiden mußte, da setzte also der Niedergang der Handelsstadt an. Nach dem Fall von Venedig
schloß Napoleon nach den neuen Grenzen der venezianischen Provinzen Portogruaro an den Bezirk Friaul an.
Nach dem Abkommen von Campoformido im Jahre 1798
zwischen Napoleon und Österreich wurde es an Österreich abgetreten, das es 1835 mit der Provinz Venedig
vereinigt und es formell als Stadt erklärt. Trotz abwechselnder Ereignisse blieb Portogruaro im Besitz Österreichs
bis 1866; seine wirtschaftliche Lage war wenig erfreulich,
vor allem seitdem der Binnenschiffsverkehr an Wichtigkeit
verlor, um dann mit der Inbetriebnahme des Bahnverkehrs
zwischen Venedig und Portogruaro (1886) endgültig aufzuhören. Die einzige bleibende Produktionssparte ist die
Landwirtschaft, die aber wegen der Unzulänglichkeit der
Mittel nur auf primitive Weise betrieben wird, wenn auch
manche Handels- und Industrieinitiativen am Anfang des
20. Jh. nicht fehlten. Nach dem zweiten Weltkrieg verbesserte Portogruaro ihre sozialwirtschaftliche Lage und zeigt
sich heute als ein Zentrum, dessen produktive, soziale und
kulturelle Bereiche in sicherem Aufschwung sind.
18
sehenswürdigkeiten
Nach diesem kurzen historischen Grundriß, sehen wir
nun, wie Portogruaro sich dem aufmerksamen und neugierigen Blick des Besuchers vorstellt.
Der mittelalterliche Charakter einerseits, der mit der
Feudalgeschichte verbunden ist, die Vielzahl von Palästen
aus der Zeit der venezianischen Herrschaft andererseits
fallen in Portogruaro gleich auf.
Stadtmauer und Säulengänge haben sein Handels- und
Sozialleben begünstigt.
Ein anderes charakterisierendes Merkmal ist die Lage der
Die Piazza della
Repubblica mit
dem Rathaus. Links:
Fresko in der Decke
der Kirche San
Giovanni
VENETO ORIENTALE
Portogruaro
La Pescheria
e una pala dei mulini,
a destra, finestre
tipiche dei palazzi
del centro
Dietro il Municipio, diamo uno sguardo alla pescheria,
con la sua loggia e il piccolo oratorio eretto dai pescatori di Caorle, testimonianza evidente del passato portuale
della città.
Si passa poi a una delle zone certamente più caratteristiche e suggestive di Portogruaro: i mulini, che scavalcano
il fiume Lemene, fatti costruire nel 1477 dal Vescovo Antonio Felotto e restaurati negli anni 1980-81.
Di notevole interesse il Duomo neoclassico, costruito tra
il 1793 e il 1833 nel luogo di una chiesa
romanica.
Da vedere una Madonna col Bambino, in marmo del XIV secolo; un gruppo di dipinti di Palma il giovane e della sua scuola; Crocifissione; accanto,
una pregevole Ultima Cena; la pala
di San Rocco e una Resurrezione di
Cristo.
Nell’abside c’è da osservare una Conversazione di Pomponio Amalteo, che è autore anche
dei comparti della cantoria.
Ma ora, dopo la chiesa, Portogruaro mostra il meglio del
suo apparato urbano, sostanzialmente integro, con i suoi
stupendi palazzi e le sue case di epoca gotica e rinascimentale.
Oltre allo schema urbano tipico delle città medioevali
venete, si nota subito la forte influenza culturale di Venezia.
La si vede nelle belle facciate dipinte dei palazzi e nell’intera struttura del centro storico, con le lunghe strade
e portici che, a differenza di altri centri del Veneto, sono
ad archi acuti.
Lungo Via Martiri, ammiriamo, sulla sinistra, i tre palazzi Muschietti, Moro e Delle Imposte (sec. XV), così
originali per una felice fusione di elementi gotici e rinascimentali.
Sulla destra, non deve sfuggire la casa del
XVI sec., abbellita di colonne di cipollino e
capitelli romanico-bizantini. Ma poi, di
nuovo a sinistra, uno dei più splendidi
palazzi di Portogruaro (sec. XV-XVI)
con tre grandi archi gotici, due
ordini di finestre di stile vario: è il
Palazzo De Goetzen, al quale possiamo subito accostare Palazzo
Dal Moro (sec. XIV-XV), la cui
facciata, abbellita da una bifora e da
una trifora, si impreziosisce poi di
terracotte e sculture.
Fermiamoci a Porta San Gottardo, perché, oltre ad ammirare
questa ricostruzione cinquecen-
Stadt zwischen den Flüssen Reghena und Lemene.
Man tritt in die Stadt durch das Tor aus dem 13. Jh. Porta
San Giovanni, das auch „Porta del Bando“ und „Porta
San Lazzaro“ genannt ist, weil ein Lazarett für Leprakranke einst in der Nähe sich befand. Das Tor wurde in der
Mitte des 16. Jh. (1555-56) neu errichtet.
Neben dem Tor lohnt es sich, die gleichnamige Kirche
aus dem 14. Jh. genau anzuschauen, in der sich dem Betrachter eine kostbare Madonna mit Kind (14. Jh.), ein
Altarbild aus dem 16. Jh. von Leandro da Ponte und die
freskierte Decke von Andrea Urbani (18. Jh.) bieten.
Nun sind wir also mitten in der Stadt: man kann die
Hauptstraße Corso Martiri della Libertà gehen und
die Piazza della Repubblica erreichen, um das Rathaus aus dem 14. Jh. (1372-1380), ein einzigartiges Gebäude aus Backstein mit herabfallendem Zinnengesims,
Freilichttreppe mit eckigem Absatz und kleinem Segelglockentürmchen an der Fassade, zu bewundern.
Die beiden Seitenflügel des Gebäudes wurden 1512 von
Giovanni Baffo hinzugefügt.
Zu Füßen dieses einzigartigen Rathauses mit seinem
ungewöhnlichen architektonischen Gleichgewicht kann
man sechs Marmorblöcke aus dem 16. Jh. sehen, die Testoni (große Köpfe) genannt werden,weil sie ebensoviele
Riesenköpfe zeigen, die ursprünglich vielleicht das Fundament einer Brücke schmückten.
Neben dem Rathaus kann man einen Blick auf den kleinen Zisternenbrunnen werfen, ein Werk von Giovanni
Antonio Pilacorte (1494), das auch Brunnen des Kranichs (Pozzetto della Gru) genannt wird und ein Symbol
der Stadt Portogruaro ist; die Kraniche auf dem Brunnen
sind vom Portogruarer Bildhauer Valentino Turchetto gegossen worden (1906-1965).
Hinter dem Rathaus sieht man den Fischmarkt mit seiner Loge und der kleinen Kapelle, die von den Fischern
von Caorle errichtet wurde und ein auffallendes Zeugnis
der Hafenvergangenheit der Stadt ist.
Man geht dann in einen der sicherlich typischsten und beeindruckendsten Bezirke von Portogruaro über: den Mühlenbezirk (Mulini) mit seinen Mühlen am Lemene, die
der Bischof Antonio Felotto 1477 bauen ließ und 1980-81
restauriert worden sind.
Von großem Interesse ist der neoklassische Dom, der
zwischen 1793 und 1833 an der Stelle einer früheren romanischen Kirche
gebaut wurde.
In der Kirche sind bedeutende Werke
zu sehen, wie etwa eine Madonna
mit Kind aus Marmor aus dem 14.
Jh.; ein Gemäldezyklus von Palma
il Giovane und seiner Schule; eine
Kreuzigung Christi; daneben ein
19
Typische Fenster im
Stadtzentrum. Links:
der Fischmarkt.
Unten: Mühlenrad
VENETO ORIENTALE
Portogruaro
Palazzo De Goetzen,
la Villa Comunale,
la Porta di S. Agnese
e la chiesa delle
SS. Agnese e Lucia
tesca di una antica porta detta di S. Francesco, si può
notare anche un tratto di circa 20 metri delle mura che
circondavano la città.
Merita una visita, poi, la Villa Comunale (sec.
XVI), opera di Guglielmo d’Alzano, della quale si
ammira l’eleganza dello stile rinascimentale con
il porticato a tre arcate su colonne di pietra, il
grande poggiolo d’angolo e la loggia a giorno.
Accanto l’Oratorio di S. Ignazio (1682) e, di
fronte a questo, in Via Seminario, troviamo l’interessante Palazzo Marzotto, eretto nel 1540,
affrescato con scene mitologiche.
Ospita oggi il Museo Paleontologico Michele Gortani, che contiene reperti fossili del Veneto
e della Carnia. Il palazzo conserva integralmente la
cinquecentesca decorazione pittorica della facciata.
Nei pressi troviamo Palazzo Venanzio, del secolo
XVI, in stile veneziano-rinascimentale.
Qui poi s’incontra anche la Chiesa dei SS. Cristoforo e Luigi (sec. XII), con all’interno un affresco
cinquecentesco di Pomponio Amalteo.
La chiesa è annessa al Collegio Vescovile, del secolo
XVIII, con il portico a colonne doriche. Continuiamo poi in
Via Cavour: percorrendola si possono vedere e ammirare edifici che fondono bene lo stile gotico degli archi del
portico con lo stile rinascimentale dei piani superiori.
Infine, oltre la Porta di Sant’Agnese, la più antica delle
tre porte rimaste, quindi ormai fuori della cerchia muraria,
dove emerge ancora qualche resto delle mura antiche e
perfino una torretta, merita una visita la Chiesa delle
SS. Agnese e Lucia, del secolo XIV.
Al suo interno vi è una pregevole Pietà quattrocentesca
in terracotta. L’abside è gotica.
Sulla facciata si notano alcuni resti di affreschi cinquecenteschi. Il campanile è romanico.
Dopo avere visitato tante bellezze artistiche e architettoniche, che formano il patrimonio invidiabile di Portogruaro, bisogna dedicare una visita
accurata al Museo Nazionale Concordiese,
istituito nel 1885 per raccogliere
le testimonianze di epoca romana e paleocristiana della vicina
colonia romana di Julia Concordia, scoperta nel 1873.
Si tratta certamente di una collezione archeologica tra le più
importanti dell’Italia settentrionale.
Il Museo è ordinato su due piani. Qui possiamo dare solo alcuni cenni, lasciando al visitatore di percorrere le sale e vedere la ricchezza di reperti
archeologici: l’attenzione è subito attirata dalla grande
20
wertvolles Letztes Abendmahl; ein Altarbild vom
heiligen Rochus und eine Auferstehung Christi.
In der Apsis kann man noch eine Sacra Conversazione
von Pomponio Amalteo beobachten, dem auch die Chorschranken zuzuschreiben sind.
Nun aber, nach dem Besuch der Kirche, kann Portogruaro
das Beste aus seinem wesentlich unveränderten Stadtbild
zeigen mit den wunderschönen Palästen und den Häusern
aus der Zeit der Gothik und der Renaissance.
Neben der typischen Stadtstruktur der venezianischen
mittelalterlichen Städte, merkt man gleich den starken
kulturellen Einfluß von Venedig.
Man sieht ihn in den schönen bemalten Fassaden der
Paläste und in der gesamten Struktur des Stadtzentrums
mit den langen Straßen und Säulengängen, die, im Unterschied zu anderen venezianischen Städten, Spitzbögen
aufweisen.
Entlang der Via Martiri bewundert man auf der linken
Seite die drei Paläste Muschietti, Moro und Delle Imposte (15. Jh.), die wegen der gelungenen Mischung von
gothischen und Renaissance-Elementen sehr originell sind.
Auf der rechten Seite sollte man ein Haus aus dem 16. Jh.
nicht übersehen, das von Säulen aus Cipollino-Marmor und
mit romanisch-byzantinischen Kapitellen verschönert ist.
Aber dann, wieder auf der linken Seite sieht man wohl
einen der wunderbarsten Paläste in Portogruaro (15.-16.
Jh.) mit seinen drei großen gothischen Bögen und zwei
Fensterreihen in verschiedenem Stil: es ist der Palazzo
De Goetzen, dem man gleich den Palazzo Dal Moro
nähern kann (14.-15. Jh.), dessen Fassade, die durch ein
zweibogiges und dreibogiges Fenster verschönert ist, von
Terrakottaverzierungen und Skulpturen bereichert ist.
Wir halten kurz beim Tor San Gottardo (Porta San Gottardo) an, weil man hier einen Abschnitt ca. 20 Meter
lang der alten Stadtmauer, die einst die Stadt umgaben,
neben diesem Neubau aus dem 16. Jh. eines früheren, San
Francesco genannten Stadttors beobachten kann.
Einen Besuch verdient auch die Villa Comunale (16.
Jh.), ein Werk von Guglielmo d’Alzano, von der man die
Eleganz der Renaissance-Formen in dem dreibogigen, von
steinernen Säulen getragenen Portikus, dem großen Eckbalkon und der geöffneten Loge bewundern kann.
Daneben liegt die Kapelle San Ignazio (1682), und dieser gegenüber in der Via Seminario sieht man den interessanten Palazzo Marzotto, der 1540 gebaut und mit
Fresken aus mythologischen Szenen geschmückt wurde.
Heute ist hier das Paläontologische Museum Michele Gortani untergebracht, das Fossilien aus Venetien
und der Carnia enthält. Der Palast bewahrt noch ganz die
vollständig mit Malereien geschmückte Fassade auf.
In der Nähe finden wir den Palazzo Venanzio aus dem
16. Jh. im Stil der venezianischen Renaissance.
Palazzo De Goetzen,
die Villa Comunale;
unten: das Tor
Sant’Agnese und die
Kirche der heiligen
Agnes und Lucia
VENETO ORIENTALE
Portogruaro
MUSEO NAZIONALE
CONCORDIENSE
nelle due pagine,
ritrovamenti presenti
nelle sale del museo
Hier trifft man auch die Kirche der heiligen Christophorus und Ludwig (12. Jh.), darin ein Fresko aus
dem 16. Jh. von Pomponio Amalteo.
Die Kirche ist dem Bischöflichen Seminar aus dem
18. Jh., mit seinem Portikus mit dorischen Säulen, angeschlossen. Der Rundgang geht dann in der Via Cavour
weiter: entlang derselben kann man Gebäude sehen und
bewundern, die auf wundersame Weise die Gothik der
Bögen in den Säulengängen mit der Renaissance der
höheren Etagen vereinigen.
Schließlich, jenseits des Tors Sant’Agnese, des ältesten
der drei übriggebliebenen Stadttore, also bereits außerhalb der Stadtmauer, wovon man noch manche Reste
und sogar ein kleines Türmchen herausragen, verdient die
Kirche der heiligen Agnese und Lucia aus dem 14.
Jh. einen Besuch.
In ihrem Inneren gibt es eine kostbare Pietà aus Terrakotta aus dem 15. Jh. Die Apsis ist gothisch.
Auf der Fassade bemerkt man einige Spuren von Fresken
aus dem 16. Jh. Der Glockenturm ist romanisch.
Nachdem man so viele Kunst- und Architekturschönheiten gesehen hat, die den beneidenswerten Schatz von Portogruaro ausmachen,
sollte man dem Staatlichen Museum
Concordiense einen aufmerksamen
Besuch abstatten. Es wurde 1885 gegründet, um die Zeugnisse aus der römischen und altchristlichen Zeit in der
benachbarten römischen Kolonie Julia
Concordia aufzubewahren, die eben 1873
entdeckt wurde.
Es handelt sich dabei ohne Zweifel um
eine der wichtigsten archäologischen
Sammlungen Norditaliens.
Das Museum ist über zwei Etagen angelegt. An dieser Stelle können wir die Gegenstände nur kurz beschreiben, wobei es dem
Besucher überlassen wird, die Säle zu durchwandern und den Reichtum der archäologischen Funde zu entdecken: die Aufmerksamkeit wird sofort von der
großen, drapierten weiblichen Statue aus der zweiten
Hälfte des 1. Jh. n.Ch. angezogen.
Sehr viele sind dann die Funde aus der römischen Stadt:
große korinthische und komposite Kapitelle, bearbeitete
Architraven, Mosaikfußböden, bunte Mosaiken, darunter
das berühmte der Grazien; große Steinplatten mit persönlichen Inschriften der Persönlichkeiten, die sich in der
römischen Welt ausgezeichnet hatten. Sehr zahlreich sind
auch die Gegenstände aus der wichtigsten Nekropolis der
Stadt, sowie veschiedene Grabmäler, die in den römischen
Nekropolen des 1.-2. Jh. n.Ch. üblich waren.
Unter anderen kann man die große Stele des Zenturions
21
MUSEO NAZIONALE
CONCORDIENSE
nelle due pagine,
ritrovamenti presenti
nelle sale del museo
VENETO ORIENTALE
Portogruaro
statua femminile panneggiata, della seconda metà del
secolo I dopo Cristo.
Molti sono poi i reperti provenienti dalla città romana:
grandi capitelli corinzi e compositi, architravi lavorate,
pavimenti musivi, mosaici policromi, tra cui celebre quello
detto delle Grazie; grandi basi in pietra con le iscrizioni personali di personaggi che si distinsero nel mondo
romano. Numerosi poi sono anche i reperti provenienti
dalla necropoli principale della città, nonché i vari tipi di
monumenti funerari utilizzati nelle necropoli romane del
I-II secolo d.C..
Si ammira la grande stele del centurione Lucius Cornelius
Aquilinus. Interessanti i sarcofagi: uno in marmo greco è
di particolare bellezza.
Da leggere le iscrizioni, perché sono un documento importante dell’organizzazione militare del basso impero.
Vi sono poi le epigrafi, alcune con simboli cristiani.
Ricca è la collezione dei reperti lapidei, busti virili e
ritratti femminili, come anche la collezione di bronzi,
statuette raffiguranti alcune divinità domestiche.
Originale l’esposizione di oggetti d’uso quotidiano, nonché l’esposizione di vetri, lucerne, ceramiche grezze e raffinate, gemme e ambre.
Alcuni vetri sono di eccezionale valore.
Vi sono infine reperti di epoca paleoveneta: strumenti in pietra e in osso, frammenti rozzi di vasi, che testimoniano l’esistenza in Concordia di un insediamento
precedente alla fondazione della colonia romana.
Inoltre vi sono esposti i reperti romani provenienti da due
aree archeologiche.
Insomma è tutto un mondo antico da scoprire o riscoprire,
dal fascino veramente grande.
Ma non si può lasciare Portogruaro, senza avere fatto una
visita alla Abbazia di Summaga (a soli quattro chilometri), per l’eccezionale valore storico e artistico di questa
chiesa abbaziale, che ebbe il suo periodo di massima importanza tra il XII e il XIV.
La facciata è neoclassica e si deve al restauro promosso
nel 1740 dal cardinale Rezzonico, il futuro papa Clemente
XIII.
L’interno risale ai primi decenni del Duecento.
L’abside destra è formata da un piccolo sacello, di fondazione probabilmente altomedioevale.
La decorazione ad affresco, forse del secolo XI, è importante per definire la prima pittura romanica. Si tratta
di un’iconografia che illustra il piano della Redenzione: dal peccato originale (Eva) al castigo e alla prefigurazione di Cristo (Abramo), per culminare nella Crocifissione
e infine nella visione di Cristo tra i Serafini.
La cupola presenta la conclusione del “racconto” con il
Giudizio Finale.
Tutto lo zoccolo del sacello, poi, fasciato da un finto “ve-
Lucius Cornelius Aquilinus bewundern. Sehr interessant
sind die Sarkophagen: darunter einer aus griechischem
Marmor ist von besonderer Schönheit. Auch die Inschriften sollte man lesen, denn sie sind ein wichtiges Zeugnis
von der Militärorganisation des späteren Kaiserreiches.
Dann gibt es Grabinschriften, wovon einige mit christlichen Symbolen.
Sehr reich ist die Sammlung von Steinobjekten,
männlichen und weiblichen Büsten, sowie die Bronzensammlung und die Sammlung von den Hausgöttern.
Auch die Ausstellung der Alltagsgegenstände ist
sehr originell, ebenso wie die Ausstellung der Gläser und
der Öllampen, der groben und bearbeiteten Keramikobjekte, der Edelstein- und Bernsteinobjekte.
Manche Glasobjekte sind außerordentlich wertvoll.
Schließlich gibt es Funde aus der altvenetischen
Zeit: darunter Objekte aus Stein oder Knochen, Stücke
von sehr einfachen Vasen und Töpfen, die von der Anwesenheit einer Ansiedlung vor der Gründung der römischen
Kolonie in Concordia zeugen.
Außerdem sind römische Funde aus zwei archäologischen
Ausgrabungsstätten ausgestellt.
Kurz, die ganze antike Welt mit ihrem wirklich wundersamen Zauber kann man hier entdecken oder wiederentdecken.
Man darf Portogruaro nicht verlassen, ohne das nur 4 Km
entfernte Kloster in Summaga besichtigt zu haben,
das seine höchste Blüte im 12. und 14. Jh. erlebte und
wegen seines außergewöhnlichen geschichtlichen und
künstlerischen Wertes bekannt ist.
Die Fassade ist neoklassisch; ihre Restauration wurde
1740 vom Kardinal Rezzonico, dem späteren Papst Clemens XIII, in Auftrag gegeben. Das Innere stammt vom
Anfang des 13. Jh. Die rechte Apsis besteht aus einem
kleinen Altar, vielleicht in frühmittelalterlicher Zeit gegründet. Die Freskodekoration, vielleicht aus dem 11.
Jh., ist deswegen wichtig, weil man durch sie eine Idee
der ersten romanischen Malerei haben kann. Die Bilder
zeigen den Plan der Erlösung: von der Erbsünde (Eva)
mit der darauffolgenden Bestrafung, die Prophezeiung
der Ankunft Christi (Abraham), um dann mit der Kreuzigung und schließlich mit dem Bild von Christus mitten
unter den Seraphinen zu enden.
Die Kuppel zeigt das Ende dieser „bildlichen Erzählung“
mit dem Jüngsten Gericht.
Der ganze Sockel der Kapelle, der von einem vorgetäuschten Tuch umgürtet ist, zeigt in der Dekoration Ritterszenen
mit Bogenschießern, einen Kampf gegen einen Greif, eine
Tänzerin, ein Falkenjäger und schließlich eine komische
Figur, die Eier aufliest.
An der westlichen Wand findet man eine Darstellung von
den personifizierten Tugenden und Lastern von
22
VENETO ORIENTALE
Portogruaro
Affreschi dell‘Abbazia
di Summaga
lario”, è decorato con scene cavalleresche con arcieri: una
lotta contro un grifone, una danzatrice, un falconiere, un
buffo personaggio che raccoglie le uova.
Sulla parete occidentale troviamo raffigurate le personificazioni delle virtù e dei vizi, di ottima qualità.
La decorazione pittorica dell’abside risale ai primi decenni
del XIII secolo: la Vergine, Cristo tra gli apostoli, la parabola delle vergini stolte e delle vergini sagge.
Nell’abside sinistra un affresco raffigura Cristo docente
tra due santi.
Sulla parete sinistra sono affrescati alcuni santi: S. Isidoro,
S. Floriano, Santa Lucia (inizi del ‘500). Sul pilastro absidale sinistro è raffigurata la Madonna col Bambino, forse
dell’Amalteo. Porta la data del 1540.
Infine Portogruaro vanta anche numerose istituzioni culturali, come la Fondazione Musicale S. Cecilia, che
organizza una bella stagione musicale.
Per non parlare del borgo di Lison, dove è il cuore della
produzione di vini DOC.
herausragender Qualität.
Die Bilddekoration der Apsis geht auf die ersten Jahrzehnte des 13. Jh. zurück und zeigt die Jungfrau Maria,
Christus unter den Aposteln, das Gleichnis von den klugen
und törichten Jungfrauen.
In der linken Apsis stellt ein Fresko den lehrenden Christus zwischen zwei Heiligen dar.
Auf der linken Wand sind die heiligen Isidor, Florian, Lucia
auf Fresken aus dem Anfang des 16. Jh. dargestellt. Am linken Apsispfeiler ist die Madonna mit Kind, vielleicht von
Amalteo gemalt, dargestellt. Das Bild trägt das Jahr 1540.
Schließlich schmückt sich Portogruaro mit zahlreichen
kulturellen Veranstaltungen und Stiftungen, wie beispielsweise die Fondazione Musicale Santa Cecilia, die
eine sehr geschätzte Musiksaison organisiert.
Erwähnt sollte am Ende auch das
kleine Dorf Lison, das Herz der DOCWeinproduktion.
23
Fresken in der Abtei
von Summaga
VENETO ORIENTALE
Portogruaro
Oratorio
della Pescheria,
vigneti, e scorci
lungo il Lemene
24
il paesaggio
die landschaft
Dopo avere visto e visitato tante bellezze storico-artistiche di Portogruaro, bisogna ricordare che la città, vivace
centro di attività commerciali, artigianali e del terziario,
conserva, al tempo stesso, tanti scorci suggestivi, sia all’interno del suo abitato, sia nella sua cinta esterna.
Insomma si può godere di un paesaggio ricco di verde e
di acque, soprattutto lungo il corso del Lemene, che è
parte così viva della realtà e della vita della città: basta
soffermarsi all’Oratorio della Pescheria visto dal fiume, o ai Mulini, dove il Lemene crea angoli veramente
incantevoli.
E poi tutti quei palazzi che si specchiano nelle acque tranquille; quelle anse che il verde colora in armonia con il cielo.
Insomma anche lo stesso nucleo storico
offre luoghi molto belli, perché è disposto
lungo due assi principali, paralleli al corso
fluviale.
Si avverte un rapporto particolare con il
fiume, che diventa una presenza vitale e
piena di suggestione.
Fuori, poi, dal centro, si apre la campagna, ben disposta
e frammentata, intersecata da una fitta rete di canali
agricoli, ampi, che ravvivano
l’ambiente.
Se ci si sposta a Lison, oltre a
visitare il luogo caratterizzato
dalla produzione dei vini DOC,
si può vedere anche un piccolo
residuo bosco.
Nachdem man in Portogruaro so viele Schönheiten aus Kunst und Geschichte gesehen und besichtigt hat, muß
man sich erinnern, daß die Stadt– heute
ein lebendiges Zentrum von Handel, Handwerk und Dienstleistungsbereich – gleichzeitig sowohl innerhalb, als auch außerhalb
des Zentrums viele beeindruckende Winkel besitzt.
Mit wenigen Worten, man kann eine grün- und wasserreiche Landschaft genießen vor allem entlang des Lemene, der ein so lebendiger Teil der Stadtwirklichkeit und
des Stadtlebens ist: man braucht nur bei der Kapelle am
Fischmarkt (vom Fluß aus gesehen – Oratorio della
Pescheria) oder bei den Mühlen (Mulini), wo der Lemene wirklich wunderbare Ecken schafft, kurz anzuhalten.
Und dann sind all die Paläste, die sich im ruhigen Wasser
widerspiegeln; die Biegungen des Flusses, die das Grün
färbt und mit dem Himmel harmonisch verbindet.
Kurz, auch die Altstadt selbst bietet sehr schöne Plätze
am Fluß, denn das Zentrum
erstreckt sich entlang zweier
Hauptachsen, die dem Fluß
parallel laufen.
Man spürt eine besondere
Beziehung zum Fluß, der in
der Stadt zu einer lebendigen
zaubervollen Präsenz wird.
Außerhalb des Zentrums dann
öffnen sich die weiten Flächen
des Ackerlandes, die gut angelegt, zergliedert und durch ein
dichtes Netz von breiten Rinngräben durchzogen ist, die das Landschaftsbild beleben.
Wenn man hingegen nach Lison fährt, kann man sowohl
die Ortschaft, die wegen der DOC-Weinproduktion berühmt ist, auch einen kleinen Rest eines Waldes sehen.
Die Kapelle
am Fischmarkt,
Weingärten und
Ansichten des
Lemene
VENETO ORIENTALE
Annone Veneto
Siamo nella zona di produzione dei pregiati vini del
Veneto orientale, che si stende tra la Via Postumia e
la Triestina.
Wir befinden uns hier in dem Produktionsgebiet der
kostbaren Weine Ostvenetiens, das sich zwischen der
Via Postumia und der Straße „Triestina“ erstreckt.
un po’ di storia
ein wenig geschichte
Annone Veneto è l’antica “Ad Nonum”, cioè un “vicus”
posto al nono miglio della strada che portava da Concordia Sagittaria a Opitergium (Oderzo). Il nome, quindi,
si spiega facilmente, in quanto, lungo le grandi vie consolari romane, venivano create delle stazioni intermedie.
Tra queste, appunto, quella su cui sorse Annone. Appartenente prima al ducato Foro Juliense, fece parte del patrimonio dell’abbazia benedettina di Sesto al Reghena, per
poi passare, con un decreto dell’imperatore Ottone I, al
Patriarcato di Aquileia, sotto la cui giurisdizione rimase
fino al 1420, quando vi subentrò il dominio di Venezia.
Come del resto tutta la zona, anche quella di Annone era
ricca allora di boschi, dai quali i Veneziani, oltre che dal
Cadore, facevano arrivare il legname per le loro navi. Annone diventò Comune nel 1808, ma poi fu declassato a
Frazione di Pramaggiore nel 1815, finché riprese la sua
dignità di Comune nel 1918. Durante l’occupazione veneziana il suo immenso patrimonio boschivo fu gradualmente impoverito e poi andò del tutto perduto durante la
guerra del 1915-18.
Annone Veneto ist das ehemalige „Ad Nonum“, d.h. ein
„Vicus“ (Dorf), das an der neunten Meile der Straße lag,
die von Concordia Sagittaria nach Opitergium (Oderzo)
führte. Der Name also erklärt sich sehr leicht, denn Zwischenstationen wurden von den Römern auf ihren Konsulstraßen gebaut. Darunter eben befand sich auch die
Station, wo Annone entstand. Das Dorf gehörte anfangs
dem Herzogtum Foro Juliense, wechselte aber in den Besitz der Benedektinerabtei Sesto al Reghena, um dann
durch ein Dekret Kaisers Otto I. dem Patriarchaten von
Aquileia abgetreten zu werden, unter dessen Jurisdiktion
das Dorf bis 1420 auch blieb, als die Herrschaft von Venedig begann. Wie übrigens die ganze Region war auch die
Gegend um Annone sehr reich an Wäldern, wovon die Venezianer das Holz für den Bau ihrer Schiffe, das auch von
der Region Cadore stammte, herkommen ließen. Annone
wurde zur Gemeinde im Jahre 1808, wurde aber später
um 1815 als Bezirk von Pramaggiore deklassiert, bis es
seinen Gemeinde-Status 1918 wieder errang. Während
der venezianischen Besetzung wurde sein grenzenloser
Waldvorrat allmählich reduziert, bis er während des ersten Weltkriegs vollständig zerstört wurde.
da visitare
Chiesa di S. Vitale
Annone è oggi un centro di colture vinicole specializzate, quindi l’attenzione di un visitatore va principalmente a questa attività, esercitata con arte e tecnica di alta
qualità, per una produzione sempre più idonea ad essere
vincente sui mercati.
Annone possiede anche una notevole attrezzatura sportiva. Merita attenzione e
interesse la Biblioteca Regionale dello Sport, la prima costituita in Italia.
Ma Annone si presenta anche con alcune opere d’arte degne di una visita, come
la Chiesa di San Vitale, del secolo XV,
nata dalla ricostruzione e dall’ampliamento di un antico Oratorio, nel 1763.
L’edificio è stato poi rielaborato del tutto
nel 1946.
Da osservare l’altare maggiore, opera
rinascimentale di Rinaldo da Portogruaro
(1544).
Questa antica chiesa è interessante anche per i piccoli affreschi che ne rivestono le pareti. Di buon gusto è anche la
pala raffigurante un “Cristo Crocifisso”,
25
sehenswürdigkeiten
Annone ist heute ein Zentrum der spezialisierten Weinproduktion, also wird die Aufmerksamkeit des Besuchers
vor allem durch diese Tätigkeit angezogen, die mit Kunstfertigkeit und hochqualifizierter Technologie für eine immer marktgewinnendere Produktion ausgeführt wird.
Annone besitzt auch eine bedeutende Sportanlage.
Viel Aufmerksamkeit verdient die interessante Regionale Sportbibliothek, die erste ihrer Art in Italien.
Aber Annone zeigt auch einige Kunstwerke, die nähere
Betrachtung verdienen, wie etwa die Kirche San Vitale
aus dem 15. Jh.: sie entstand 1763 beim Wiederaufbau
und Ausbau einer früheren Kapelle. Das Gebäude wurde
1946 vollständig renoviert.
Zu sehen ist der Hauptaltar, ein Renaissance-Werk von
Rinaldo da Portogruaro (1544).
Diese sehr alte Kirche ist auch wegen der kleinen Fresken, die die Wände schmücken, sehr interessant. Sehr
harmonisch ist sowohl das Altarbild mit einer Kreuzigung
Christi, als auch das Altarbild aus dem 18. Jh. mit der
heiligen Fosca, das im 19. Jh. hieher gebracht wurde.
In der Sakristei sind das steinerne Waschbecken aus
dem 15. Jh. und ein großes Fresko von 1537 mit einem
Kirche San Vitale
26
VENETO ORIENTALE
Annone Veneto
Affresco nella chiesa
di S. Vitale
e soprattutto la pala settecentesca di Santa Fosca,
trasferita qui nel secolo diciannovesimo. Nella sacrestia
è di buona fattura un lavabo in pietra del secolo XV e
un grande affresco, datato 1537, con Gesù in Croce, di
scuola veneziana, come si può dedurre dall’idillico paesaggio agreste.
Secondo altri, la sigla dell’autore e alcuni elementi dell’opera la farebbero attribuire a un autore bergamasco.
La nuova Parrocchiale, invece, non presenta
particolare interesse architettonico, ma all’interno, sull’altare maggiore, vi è una tela ottocentesca che raffigura San Vitale, proveniente dalla vecchia chiesa.
Infine, la torre campanaria della chiesa
di San Vitale, che è stata eretta nel XV secolo sulle fondazioni di una precedente
torre del “castrum” murato.
Ma presentano buon interesse ad Annone anche gli affreschi dipinti sulle facciate di alcune case padronali e perfino
di semplici case coloniche, secondo un
antico uso assai diffuso nelle località della
campagna veneta.
Così si possono vedere pitture murali,
quali le settecentesche Madonne col Bambino, sulla facciata di Casa Giacomini, della Casa
Cester e soprattutto, in località Oltrefossa, nel portico
di Casa Gianotto, l’affresco Madonna in Trono tra due
Santi (“La Madonna della pera”), la cui composizione
può essere fatta risalire intorno alla metà del Cinquecento.
Infine, a un visitatore particolarmente attento, Annone
può mostrare un po’ dovunque i resti della tipica architettura veneziana, della quale fa bella mostra soprattutto
il caratteristico “balconcino”. Ma poi resta sempre da
vedere la campagna ordinata e tirata a vigneti, così meticolosamente curati. Una vista veramente piacevole, che
svela tecnica di produzione, ma anche di amore per la
bellezza della natura.
Naturalmente ad Annone riveste piacevole interesse poter visitare cantine e latterie o partecipare magari alla
simpatica Festa della Vendemmia.
il paesaggio
Non muta, nella sua fisionomia generale, da quello della
pianura dell’estremo lembo orientale della provincia di
Venezia.
Pianura “bassa”, con indubbi caratteri veneziani, ma che
presenta anche una continuità con la bassa pordenonese
e con il trevigiano orientale: una razionale organizzazione
del territorio rende mossa e varia la campagna, ricca di
Jesus am Kreuz aus venezianischer Schule, wie man
aus der idyllischen Landschaft schließen kann, kostbar
ausgeführt.
Nach anderer Meinung verraten das Monogramm des
Meisters und einige Elemente im Werk einen Maler aus
der Region Bergamo.
Die neue Pfarrkirche hingegen besitzt kein besonderes architektonisches Interesse, aber im Inneren befindet
sich auf dem Hauptaltar ein Gemälde aus dem 19. Jh.
mit einem Bild vom heiligen Vital, das aus der früheren
Kirche stammt.
Schließlich sieht man den Glockenturm der Kirche San
Vitale, der im 15. Jh. auf dem Fundament eines früheren
Turms der Stadtmauer errichtet wurde.
In Annone sind auch etliche Fresken auf den Fassaden
einiger Herrenhäuser, ja sogar einiger einfacher Bauernhäuser, nach einem alten Brauch in den Ortschaften auf
dem venezianischen Festland, von Interesse.
So kann man Wandmalereien sehen, wie etwa die Darstellungen aus dem 18. Jh. der Madonna mit Kind auf
den Fassaden des Hauses Giacomini, des Hauses Cester,
und vor allem in der Ortschaft Oltrefossa im Portikus des
Hauses Gianotto das Fresko mit der Madonna auf dem
Thron zwischen zwei Heiligen (Madonna mit der
Birne – Madonna della Pera), dessen Ausführung in der
Mitte des 16. Jh. vermutet werden kann.
Schließlich, dem besonders aufmerksamen Besucher kann
Annone fast überall die Spuren der typischen venezianischen Architektur zeigen, wovon vor allem der charakteristische Balconcino (Kleinbalkon) in verschiedenen Variationen ein Beispiel ist. Dann aber gibt es noch eine sauber
geordnete Ackerlandschaft mit Weingärten, die ganz fleißig gepflegt sind. Ein besonders angenehmer Besuch, der
über die Produktionstechnik Aufschluß gibt, aber auch die
Liebe für die Schönheiten der Natur zeigt.
Natürlich kann man in Annone sehr leicht Weinkeller
oder Molkereien besichtigen, oder vielleicht das fröhliche
Weinlesefest besuchen.
die landschaft
In ihrem allgemeinen Bild ist die landschaft in diesem Gebiet von der Ebene im östlichsten Teil der Provinz Venedig
nicht verschieden.
Die Ebene ist „niedrig“ mit zweifellos venezianischen
Merkmalen, weist aber auch eine Kontinuität mit der niederen Provinz Pordenone und der östlichen Provinz Treviso auf; eine rationelle Organisation des Landes macht das
Gebiet bewegt und mannigfaltig, reich an Anbauflächen
und beherrscht von dem Fluß Livenza, der ein Quellenfluß
ist und die Region von Annone nach San Stino durchzieht,
wobei er überall im Grün und am Wasser wirklich beein-
Fresko in der Kirche
San Vitale
VENETO ORIENTALE
Annone Veneto
coltivazioni, dominata dal fiume Livenza, di origine risorgiva, che attraversa il territorio da Annone a San Stino,
creando dovunque angoli di acqua e verde davvero suggestivi.
Ma Annone qualifica tutto il suo paesaggio con i
vigneti, che producono vini a denominazione controllata.
È situato, tra l’altro, proprio sulla Strada dei Vini
DOC, che si snoda attraverso un percorso interessante e piacevole, in mezzo alla campagna, affascinante per il verde e il silenzio.
druckende Ecken formt.
Annone aber adelt gleichsam seine Landschaft durch die Weingärten, wo DOC-Weine angebaut und
hergestellt werden.
Die Stadt befindet sich übrigens gerade
an der DOC-Weinstraße, die sich mitten auf
dem Lande durch ein interessantes und angenehmes Gebiet durchschlängelt, wo die Stille und
das Grün bezaubernd wirken.
27
Weingärten. Unten:
Karte der DOCWeinstraße
Vigneti
e nella piantina
le strade dei vini DOC
SITI NATURALISTICI
NATURALISTISCHE PLÄTZE
LUOGHI DI INTERESSE STORICO
HISTORISCHE Sehenswürdigkeiten
TERME
THERMEN
CITTÀ DEL VINO
WEINSTÄDTE
28
VENETO ORIENTALE
Pramaggiore
Basta il nome per ricordare a tutti che ci si trova
nell’area dei Vini DOC per eccellenza, tanto che già ai
tempi della Serenissima Repubblica la località ne era
considerata il vigneto privilegiato.
Der Name von Pramaggiore genügt, um uns daran zu
erinnern, daß wir uns in einer Region der DOC-Weine
par excellence befinden; schon zur Zeit der Republik
Venedig galt die Gegend als Weingarten der Republik.
un po’ di storia
ein wenig geschichte
Probabilmente Pramaggiore risale all’epoca romana ed
era un “vicus” di Concordia Sagittaria. I primi documenti
che però ne attestano la presenza, col nome di Pramaggiore, risalgono al 1225 e lo fanno dipendere dal Patriarcato di Aquileia. Anzi, le località contigue di Salvarolo e
Blessaglia, ora frazioni comunali, risultano di origine più
antica del centro di Pramaggiore e dipendevano dalla
ricca abbazia di Sesto al Reghena, in territorio friulano,
fondata dai benedettini su concessione longobarda verso
la metà dell’VIII secolo. Il toponimo “Pramaggiore” si rifà,
con ogni probabilità, alla grande estensione prativa, circondata da un fitto bosco, presente nella campagna, dove
appunto sorsero i feudi della famiglia Blessaja o Blessaglia e della famiglia Salvarolo nella località omonima, fino
al 1420, quando i due feudi passarono alla Serenissima.
Da notare che sotto la dominazione austriaca, Pramaggiore, già appartenente al distretto del Friuli, fu unita alla
provincia di Venezia e come Comune venne istituito nel
1806.
Vielleicht geht die Gründung von Pramaggiore auf die römische Zeit zurück, als es vielleicht ein „vicus“, ein Dorf
von Concordia Sagittaria war. Die ersten Urkunden, die
die Existenz des Dorfes und des Namens Pramaggiore
bezeugen, stammen vom Jahr 1225 und erklären, daß es
vom Patriarchaten Aquileia abhing. Vielmehr waren die
heutigen Vororte von Pramaggiore, die Nachbardörfer
Salvarolo und Blessaglia von weit älterem Ursprung als
das Zentrum von Pramaggiore und hingen von der reichen Abtei Sesto al Reghena im Friaul ab, die mit Erlaubnis der Langobarden von den Benedektinern gegen Mitte
des 8. Jh. gegründet worden war. Der Name Pramaggiore
erklärt sich sehr wahrscheinlich mit den großen Weideflächen (prato-pra’), die von dichten Wäldern umgeben
auf dem Land waren; in den gleichnamigen Ortschaften
befanden sich die Lehensgüter der Familie Blessaja/Blessaglia und der Familie Salvarolo, bis sie 1420 in den Besitz der Republik Venedig übergingen. Bemerkenswert ist,
daß Pramaggiore, das vorher der Region Friaul zugehörte,
unter österreichischer Herrschaft an die Provinz Venedig
angeschlossen wurde und erst 1806 zur Gemeinde erhoben wurde.
da visitare
Mostra nazionale
dei Vini
Pramaggiore, come quasi tutto il territorio, è caratterizzato
da una produzione di vini eccellenti, che trovano tutela e
diffusione attraverso il Consorzio Lison-Pramaggiore.
È da osservare, quindi, com’è curata la produzione agricola, che vede oggi sostituite tutte le operazioni colturali
con impianti dalla razionalità regolare, predisposti per la
meccanizzazione di tutto il ciclo produttivo.
sehenswürdigkeiten
Pramaggiore, wie fast sein gesamtes Verwaltungsgebiet,
zeichnet sich durch die Produktion von hervorragenden
Weinen aus, deren Werbung und Ursprungsbezeichnungsschutz von dem Consorzio Lison-Pramaggiore�
������������������ betrieben wird.
Man sollte deshalb genau beobachten, wie gepflegt der
Ackerbau ist, worin die alten Anbaumethoden durch rationelle Anlagen ersetzt werden, die auf die Mechanisierung
des ganzen Produktionszyklus genau ausgerichtet sind.
Der moderne Weinbau hat seinen geschichtlichen Ursprung und bildet einen wirtschaftlichen Schatz hier, weil
gerade eine so genaue Vorbereitung der Anbauflächen
und eine präzise Organisation der Weingärten solch eine
höchstqualitative Produktion ermöglichen.
Deswegen ist es interessant, das DOC-Gebiet LisonPramaggiore zu besichtigen, dessen Weine auch Weine
der Dogen genannt werden.
Ein Besuch der Weinbetriebe bietet die Gelegenheit, die
so einzigartige Landschaft kennenzulernen, wo auch die
Nationale Weinfachausstellung zusammen mit weiteren Fachveranstaltungen organisiert werden.
Das Gebäude
der Nationalen
Weinfachausstellung
VENETO ORIENTALE
Pramaggiore
Particolare
dell‘affresco
della chiesa
di San Marco,
a destra il Museo
della Civiltà
Contadina
all‘interno del
vecchio mulino
di Belfiore
La viticoltura odierna ha qui origini storiche e costituisce
un patrimonio economico, perché proprio una così meticolosa preparazione dei terreni e una precisa organizzazione dei vigneti permettono una produzione di alta
qualità.
È interessante perciò visitare la zona DOC di Lison-Pramaggiore, i cui vini sono anche detti vini dei Dogi.
La visita alle aziende è un’occasione per conoscere un
ambiente così particolare, dove viene organizzata la Mostra Campionaria Nazionale dei Vini , assieme ad
altre manifestazioni.
Si può poi visitare anche l’Enoteca Regionale dei Vini
del Veneto.
Ma se oggi la fama regionale e nazionale di Pramaggiore
è dovuta, come s’è detto, particolarmente alla eccezionalità della sua produzione vinicola, un visitatore attento
non può trascurare i beni artistici che pure sono presenti
nel territorio.
È da visitare quindi la Chiesa Di San Marco, rinascimentale, che risale al XIII secolo e conserva ancora interessanti pregi architettonici, nonostante sia stata prolungata nel 1890 e poi si sia aggiunta, nel 1917, anche
una navata.
All’interno c’è un affresco che risale al XVI secolo e rappresenta Madonna in trono tra i Santi
Marco e Sebastiano.
Ma Pramaggiore abbraccia anche le frazioni di
Belfiore, Blessaglia e Salvarolo.
Quest’ultima località è nominata in un atto di
donazione del 762 al monastero di Sesto al
Reghena e forse crebbe intorno a un castello
che, ceduto dai Salvarolo, fu poi abbandonato
e cadde in rovina. Si può visitare la bella cappella di San Giacomo, che mantiene la sua impronta
romanica, nonostante abbia subito dei rimaneggiamenti.
All’interno si possono vedere ancora tracce di antichi affreschi e un Crocifisso secentesco in legno. Se ci spostiamo a Belfiore, sul fiume Loncon, è possibile visitare il
vecchio mulino, trasformato nel Museo della Civilta’
Contadina, che offre uno spaccato della vita passata di
questi luoghi legati così profondamente alla terra.
Ma da vedere resta anche la Chiesa di Santa Susanna,
che risale al Seicento e ha un bell’altare barocco, incorniciato da una grande inquadratura prospettica.
La terza frazione di Pramaggiore, Blessaglia, offre a una
visita la Chiesa di Santa Maria Assunta (1537), i cui
caratteri stilistici richiamano l’arte lagunare.
All’interno, nella parete destra si deve guardare il grande
affresco cinquecentesco, della scuola di Pomponio Amalteo, che raffigura scene della vita della Vergine e
un corteo di fedeli con il gonfalone della confraternita
dei battuti.
29
Außerdem kann
man noch den
Regionalen
Weinkeller
Ve n e t i e n s
(Enoteca Regionale) besichtigen.
Aber, obwohl der regionale, ja nationale Ruhm von Pramaggiore sich,
wie gesagt, mit der herausragenden Qualität seiner
Weinproduktion erklärt, sollte ein aufmerksamer Besucher die Kunstschätze nicht übersehen, die in seiner Umgebung so zahlreich zu finden sind.
Es lohnt sich also zum Beispiel, die Renaissance-Kirche
San Marco vom 13. Jh. zu besichtigen, die noch interessante architektonische Merkmale aufweist, wenn sie
auch 1890 verlängert und 1917 ein weiteres Schiff hinzugefügt bekam.
Im Inneren befindet sich ein Fresko aus dem 16. Jh. mit
einer Darstellung der thronenden Madonna zwischen den heiligen Marcus und Sebastian.
Pramaggiore umfaßt auch die Vororte Belfiore, Blessaglia und Salvarolo.
Dieser letzte Vorort ist in einer Schenkungsurkunde an
die Abtei von Sesto al Reghena von 762 genannt und
entstand vielleicht rund um ein Schloß, das wahrscheinlich von den Salvarolos abgetreten, später verlassen
wurde und zerfiel. Man kann hier die schöne Kapelle
San Giacomo besichtigen, die trotz der angebrachten
Abänderungen noch ihre romanische Prägung behält.
Im Inneren kann man noch Spuren
alter Fresken und ein hölzernes
Kruzifix aus dem 17. Jh. sehen.
Fährt man nach Belfiore am Fluß
Loncon weiter, kann man dort die
alte Mühle besichtigen, die in ein
Das Museum
der bäuerlichen
Zivilisation im
Inneren der alten
Mühle von Belfiore.
Links: Detail aus der
Kirche San Marco
30
VENETO ORIENTALE
Pramaggiore
Ma entrambe le pareti sono affrescate: dentro nicchie vi
sono figure di apostoli e sui pilastri dell’arco trionfale
le figure di S. Pietro e di S. Paolo, certamente opere
della stessa epoca.
Gli altari barocchi contengono le pale di S. Lucia, Sant’Antonio e San Francesco di Paola.
Infine è da segnalare anche una statua lignea dell’Assunta, tardo-ottocentesca, del bellunese Valentino
Panciera (Besarel).
Ma percorrendo la zona si notano anche interessanti edifici rurali e i mulini, che sono un elemento architettonico
caratteristico.
Non mancano poi le ville: Villa Mosarruti, settecentesca, che fu già residenza della famiglia Cappello e
Villa Muschietti, pure settecentesca, che ha una bella
colombaia.
il paesaggio
La Mostra nazionale
dei vini e una vigna
Nella zona di Pramaggiore, il paesaggio si caratterizza
tutto per la grande produzione di vini pregiati.
Dominano i vigneti, che si estendono, in questa bassa pianura, ordinati e curati per raggiungere la qualità necessaria e conservare il nome di Pramaggiore.
È interessante percorrere la Strada
dei Vini DOC Lison-Pramaggiore,
che, incominciando ad Annone Veneto
con varie diramazioni, arriva fino alle
località balneari di Bibione e Caorle.
Si tratta di una strada che permette di
visitare anche luoghi di grande valore,
oltre che paesaggistico, storico e culturale.
Museum der bäuerlichen Zivilisation umgewandelt
worden ist und ein Einblick in das vergangene Leben auf
diesen Landstrichen, die so eng mit dem Acker verbunden
sind, ermöglicht.
Zu sehen bleibt noch die Kirche Santa Susanna, die
vom 17. Jh. stammt und einen schönen Barockaltar besitzt,
der von einer perspektivischen Einrahmung umgeben ist.
Der dritte Vorort von Pramaggiore, Blessaglia, lädt zu
einem Besuch der Kirche Santa Maria Assunta (1537)
ein, deren stilistische Merkmale an die Kunst in der Lagune von Venedig erinnern.
Im Inneren sollte man auf der rechten Wand das große
Fresko (16. Jh.) aus der Schule von Pomponio Amalteo betrachten mit Szenen aus dem Leben der Jungfrau
Maria und einen Zug von Gläubigen mit der Kirchenfahne der Bruderschaft der Battuti.
Aber beide Wände sind freskiert: in den Nischen sind
Apostelfiguren und an den Pfeilern des Triumphbogens
die Bilder von den heiligen Peter und Paul, sicherlich aus derselben Entstehungszeit.
Die Barockaltäre enthalten die Altarbilder von den
heiligen Lucia, Antonius, Franz von Paola.
Schließlich ist eine Holzstatue der Assunta aus dem
späten 19. Jh., ein Werk des Bildhauers Valentino Panciera (Besarel) aus Belluno, beachtenswert.
Bei einer Rundfahrt merkt man interessante Bauernhäuser und die Mühlen, die ein typisches architektonisches
Merkmal der Gegend sind.
Es fehlt auch nicht an Villen: Villa Mosarruti aus dem
18. Jh. war einst Residenz der Familie Cappello, und Villa Muschietti, ebenfalls aus dem 18. Jh., besitzt noch
einen schönen Taubenschlag.
die landschaft
Die landschaft rund um Pramaggiore zeichnet sich gänzlich durch den starken Anbau von Edelweinen aus.
Weingärten beherrschen das Landschaftsbild in dieser
niedrigen Ebene; sie sind ordentlich gepflegt, um die notwendige Qualität zu haben und den Namen Pramaggiore
bewahren zu dürfen.
Es ist sehr interessant die DOC-Weinstraße LisonPramaggiore zu verfolgen, die in Annone Veneto beginnt und durch verschiedene Verzweigungen bis an die
Badeorte Bibione und Caorle anlangt.
Es handelt sich um eine Straße, die die Chance bietet,
auch weitere Ortschaften von großem landschaftlichem
Wert zu besichtigen, die aber auch geschichtlich und kulturell von Interesse sind.
Die Nationale
Weinfachausstellung.
Unten: Weinreben
und Trauben
VENETO ORIENTALE
Cinto Caomaggiore
Panorama
Altra piacevole località, che si colloca nella pianura
orientale, tra fiumi e distese di campi in cui fanno
bella mostra i salici. Ma anche dove pulsa la vita
sociale ed economica in modo ordinato e vivace.
Noch ein angenehmes Dorf in der östlichen Ebene
zwischen Flüssen und Ackerfeldern, die von Weiden
geschmückt sind, wo aber auch das soziale und
wirtschaftliche Leben rege und ordentlich pulsiert.
un po’ di storia
ein wenig geschichte
La scoperta di 4000 monete romane, per lo più denari
d’argento e conservate nel Museo di Portogruaro, conferma che Cinto esisteva in epoca romana. Per quanto
riguarda il nome, due sono le ipotesi proposte: la prima,
che “Cinto” potrebbe essere la corruzione di “quinto”, e
starebbe a indicare “quinto miglio” dalla potente Concordia; la seconda, tra l’altro considerata più probabile,
anche perché il termine Cintho lo si legge spesso in
documenti medioevali, che Cinto deriverebbe quindi da
“cinctum”, ossia “luogo recintato” o fortificato. Si sa poi
che il Patriarca di Aquileia, nel 1192, fece una donazione all’Abbazia di Summaga, il che dimostra che a Cinto
egli aveva delle proprietà. Ma Cinto era anche la sede di
un gastaldo e durante il XII secolo un rappresentante del
patriarca ogni anno vi amministrava la giustizia (il “placito”),
col rappresentante del conte di
Gorizia. Il territorio di Cinto risulta anche essere stato parte di
una donazione longobarda (769)
all’Abbazia di Sesto al Reghena,
sottoposto al potere temporale
dei patriarchi di Aquileia (797) e
a quello ecclesiastico della diocesi di Concordia, da cui, infatti, ancora nel 1186 dipendeva la Chiesa di S. Biagio. La Pieve fu anche incorporata
all’Abbazia di Summaga (1211). Cinto divenne comune
nel 1806, aggregato al dipartimento di Passariano e poi,
sotto l’Austria, alla provincia di Venezia.
Die Entdeckung von 4000 römischen Münzen, vor allem
Silberlingen, die jetzt im Museum von Portogruaro aufbewahrt werden, bestätigt, daß Cinto bereits zur Zeit der
Römer existierte. Was den Namen betrifft, gibt es zwei
Theorien: zuerst könnte das Wort „Cinto“ eine Entartung des Wortes „Quinto“ als Bezeichnung für die fünfte
Meile von der mächtigen Concordia sein; oder noch, was
übrigens wahrscheinlicher erscheint, auch weil das Wort
Cintho oft in mittelalterlichen Urkunden zu lesen ist: Cinto könnte vom Wort „cinctum“, d.i. „umzäunter Platz“
oder „eingemauerte Stätte“ stammen. Man weiß auch,
daß der Patriarch von Aquileia im Jahre 1192 eine Schenkung an die Abtei von Summaga machte, was bezeugt,
daß er in Cinto manche Ländereien besaß. Aber Cinto war
auch der Sitz eines Gastalden, und während des 12. Jh.
sprach hier ein Abgesandter des Patriarchen zusammen
mit einem Vertreter des Grafen von Görz das Recht aus
(„placito“). Das Gebiet von Cinto war offensichtlich teilweise auch eine langobardische Schenkung an die Abtei
von Sesto al Reghena (769), die der gesetzlichen Autorität der Patriarchen von Aquileia (797) und der kirchlichen
Autorität der Diözese von Concordia unterstand, von der
zum Beispiel die Kirche San Biagio noch im Jahre 1186
abhing. Die Pfarre wurde ebenso an die Abtei von Summaga angeschlossen (1211). Cinto wurde erst 1806 zur
Gemeinde, zunächst an den Landkreis Passariano, später,
unter der österreichischen Besetzung, an die Provinz Venedig angeschlossen.
da visitare
Cinto è un piccolo centro, ma con una aperta vitalità che
si manifesta nella sua vivace realtà economica e sociale,
nella sua semplice struttura urbanistica.
Ma Cinto, oltre ad offrirsi a un visitatore con il suo volto disteso e tranquillo, tipico del territorio della parte più
orientale della provincia di Venezia, non è neppure avaro
di bellezze artistiche che meritano attenzione, anche per
scoprire opere di autori considerati “minori”, ma che ben
rappresentano certi aspetti della cultura e della civiltà veneta-friulana.
Visitiamo allora la chiesetta della Madonna della Concessione. Presenta caratteri neoclassici. All’interno c’è
subito da osservare una Madonna lignea, di buona fattura artistica: risale alla fine dell’Ottocento ed è comu-
sehenswürdigkeiten
Cinto ist zwar ein kleines Zentrum, aber es besitzt eine besondere Lebendigkeit, die sich in seiner wirtschaftlichen
und sozialen Wirklichkeit und in seiner einfachen Stadtstruktur widerspiegelt.
Darüberhinaus nicht nur bietet sich Cinto dem Besucher
mit seinem ruhigen und entspannten Gesicht, das im östlichsten Teil der Provinz Venedig sehr üblich ist, sondern
geizt es nicht mit seinen Kunstschätzen, die besondere
Aufmerksamkeit verdienen, auch weil dadurch das Werk
von weniger wichtigen Künstlern entdeckt werden kann,
die aber manche Aspekte der venezianisch-friaulischen
Kultur und Zivilisation am besten darstellen.
Wir besuchen nun also die kleine Kirche der Madonna
della Concessione. Sie weist neoklassische Elemente
auf. Im Inneren sollte man gleich die hölzerne Madonna,
31
Luftansicht der
Stadt
VENETO ORIENTALE
Cinto Caomaggiore
La Madonna lignea
nella chiesetta
della Madonna
della Concessione;
le Marie, particolare
della pala della
Crocifissione nella
chiesa di San Biagio;
due particolari
degli affreschi
della chiesa di
S. Giovanni Battista
a Settimo:
la Madonna
del Latte,
e l‘Adorazione
dei Magi;
a destra, la chiesa
parrocchiale
di San Biagio
nemente attribuita al Besarel, ossia
Valentino Panciera, che è certamente
una presenza qualificata nel campo della
scultura veneta.
Nella Chiesa Parrocchiale, dedicata a
San Biagio, troviamo la bella facciata, rinnovata nel 1937.
Edificata forse verso la metà del Seicento,
ha subito poi radicali interventi architettonici, ma ha conservato una sua nobile
dignità.
All’interno è notevole l’altare maggiore, come sono interessanti le cantorie
lignee e di buon livello sono gli scanni
del coro.
Il fonte battesimale in marmo è
opera gradevole di Giovanni Pilacorte;
la pala della Crocifissione, opera pregevole del primo
Settecento, di Gregorio Lazzarini, un autore anche questo
ben rappresentato nel Veneto Orientale; la statua lignea
dell’Ottocento, armoniosa scultura del Besarel già
citato, e spesso presente nel territorio.
È necessario spostarsi nella sola frazione di
Cinto, Settimo, dove si può vedere un’importante serie di affreschi nella Chiesa di San
Giovanni Battista. Innalzata intorno al 1468,
incorporando un preesistente oratorio, è ancora
interessante, nonostante abbia subito parecchi
rimaneggiamenti. Di carattere originario ha conservato solo l’abside. Ma si raccomanda all’interno
per una serie di affreschi che viene ormai considerata
quasi unanimemente opera di Giovanni Francesco
del Zotto, detto Gian Franco da Tolmezzo (14501508): Sant’Agostino Sant’Antonio Abate, la
Nascita del Battista e la sua predicazione sul
Giordano, l’Adorazione dei Magi, San Sebastiano e qualche altro frammento.
C’è poi un’immagine cinquecentesca attribuita a Giovanni Maria Zaffon, detto il Calderari, che il popolo
conosce ormai come la Madonna
del Latte.
Ma un’attenzione particolare va rivolta, infine, soprattutto alla grande
pala con la Vergine tra San Giovanni Battista e San Marco, opera secentesca di Alessandro
Varotari, detto il Padovanino (1588-1648).
In questo suo dipinto si nota la sua elegante ritmica compositiva e la notevole sensibilità cromatica. Cinto però
mostra al visitatore anche due belle ville: la settecentesca Villa Trevisan, con il suo ampio giardino e la Villa
Bornacin, che sorge al centro di un grande parco cir-
ein Werk von guter Kunstfertigkeit, sehen: sie stammt vom
Ende des 19. Jh. und ist allgemein dem Künstler Besarel,
Künstlername von Valentino Panciera, zugeschrieben, der
sicherlich eine hochqualifizierte Präsenz in der venezianischen Skultpur der Zeit war.
Bei der Pfarrkirche, die dem heiligen Blasius-Biagio
gewidmet ist, finden wir eine schöne Fassade, die 1937
restauriet wurde.
Sie wurde vielleicht Mitte des 17. Jh. errichtet, erfuhr aber
später radikale architektonische Erneuerungen, bewahrte
gleichzeitig ihr würdevolles Aussehen.
Im Inneren ist der Hauptaltar sehr bedeutend; ebenso
interessant ist der Chor aus Holz, und von guter Qualität
sind die Chorschranken.
Das Taufbecken aus Marmor ist ein schönes Werk von
Giovanni Pilacorte; das Altarbild mit einer Kreuzigung
Christi ist ein kostbares Werk von Anfang des 18. Jh. von
Gregorio Lazzarini, noch einem Maler, den man in Ostvenetien sehr häufig trifft; die schon erwähnte, harmonische
Statue aus Holz von Besarel (19. Jh.) gehört noch dazu.
Eine Fahrt zu dem einzigen Vorort von Cinto, Settimo,
lohnt sich, um dort eine wichtige Reihe von Fresken in
der Kirche San Giovanni Battista zu sehen. Die Kirche
wurde um 1468 erbaut, wobei sie eine frühere Kapelle in
den neuen Bau eingliederte; sie ist trotz der vielen erlittenen Abänderungen noch sehr interessant.
Einen ursprünglichen Charakter bewahrte nur die Apsis.
Das Innere glänzt durch eine Reihe von Fresken, die man
heute fast einstimmig dem Maler Giovanni Francesco del
Zotto, genannt auch Gian Franco da Tolmezzo (1450-1508)
zuschreibt: sie zeigen den heiligen Augustin, den heiligen
Anton den Großen, die Geburt Johannes des Täufers, dessen Predigt am Jordan, die Anbetung der heiligen drei Könige, den heiligen Sebastian und weitere Fragmente.
Es gibt dann noch ein Bild aus dem 16. Jh., das man Giovanni Maria Zaffon, genannt Calderari, zuschreibt, das
das Volk heute als die Madonna del Latte (Madonna
der Milch) kennt.
Besondere Aufmerksamkeit sollte man schließlich dem
großen Altarbild mit der
Jungfrau zwischen den heiligen Johannes dem Täufer
und Marcus wenden, einem Werk von Alessandro
Varotari, genannt Padovanino (1588-1648).
In diesem Gemälde merkt
man seine elegante regelmäßige Kompositionstechnick und sein bemerkenswertes Gefühl für die Farbe. Cinto zeigt aber dem
32
Die Pfarrkirche
San Biagio. Links
von oben nach
unten: die hölzerne
Madonna della
Concessione, das
Drei Marienbild,
Detail aus dem
Altarbild der
Kreuzigung in der
Kirche San Biagio.
Zwei Details aus
den Fresken in der
Kirche San Giovanni
Battista in Settimo:
die Madonna del
Latte und die
Anbetung der
heiligen drei Könige
VENETO ORIENTALE
Cinto Caomaggiore
Nelle due pagine:
Abbazia di Sesto
e particolare
di affresco giottesco,
boschi e laghi
alle Cave di Cinto
condato da mura merlate.
Ma da Cinto sarebbe una perdita difficilmente colmabile
non varcare il confine della provincia di Venezia per visitare, in terra friulana, l’Abbazia Benedettina di Santa
Maria in Sylvis a Sesto al Reghena.
Si tratta infatti di uno stupendo complesso monastico
benedettino, gioiello d’arte e di architettura medioevale:
la stupenda basilica, con la sua caratteristica e originalissima facciata; la porta fortificata d’accesso; l’antica
residenza degli abati, edificio elegante nella sua sobrietà, con gli stemmi
di cinque abati commendatari.
La basilica, di forme romanico-bizantine, con la sua corte, presenta poi un
ciclo di affreschi di scuola giottesca.
Nella cripta emergono il bassorilievo
(fine secolo XIII) e il sarcofago di Santa
Anastasia (sec.VIII). Purtroppo in questa
sede non ci si può dilungare: resta solo
da fare una visita accurata per immergersi in un complesso edilizio-abbaziale,
dentro il quale si respira l’atmosfera del
Medioevo e al tempo stesso si ammira
dovunque la bellezza dell’arte e dell’architettura d’un mondo passato, che ha
lasciato tesori che sollevano lo spirito
e appagano il gusto di chiunque ami il
bello.
il paesaggio
Si diceva che Cinto è collocato tra fiumi e campi dove
sono presenti i salici.
Infatti il suo paesaggio è dominato dalle acque del Lemene, del Reghena, del Caomaggiore, che creano una gradevole area verde.
Visitiamo quella dei laghetti. Si tratta di un’area ormai
protetta, perché ricca di vegetazione.
Si possono vedere aironi e
cormorani, mentre le acque
dei laghetti permettono la
pesca di una discreta varietà
di pesci.
Si tratta dunque di un ambiente che merita di essere
visitato, perché offre un’oasi
dove passeggiare in tranquillità.
Besucher auch seine schönen Villen: darunter die Villa
Trevisan (18. Jh.) mit ihrem weiten Garten, und die Villa
Bornacin, die sich mitten in einem großen Park befindet,
der von Zinnenmauern umgeben ist.
Aber es wäre ja ein großes Versäumnis, wenn man nicht
über die Provinzgrenze ginge und im friaulanischen Gebiet die Benedektinerabtei
Santa Maria in Sylvis in Sesto al Reghena
nicht besichtigte.
Es handelt sich dabei um eine wunderschöne
Anlage der Benedektinermönche, ein mittelalterliches Kunst- und Architekturjuwel: die
wunderbare Basilika, mit ihrer charakteristischen, sehr originellen Fassade; das befestigte Eingangstor; die alte Residenz
der Äbte, in seiner Schlichtheit ein elegantes Gebäude mit den Wappen von fünf Kommendataräbten.
Die Basilika, in romanisch-byzantinischer Form und mit
einem Hof versehen, zeigt übrigens einen Freskenzyklus aus der Schule des Giotto.
In der Krypta sind ein Basrelief (Ende 13. Jh.) und das
Sarkophag der heiligen Anastasia (8. Jh.) von Bedeutung. Es lohnt sich also, der Abtei einen Besuch abzustatten und dabei in ein Bau- und Klosterkomplex zu tauchen,
worin man die Atmosphäre des Mittelalters wieder atmen
kann und gleichzeitig überall die Schönheiten der Kunst
und Architektur vergangener Zeiten bewundern kann, einer Welt also, die so viele Schätze hinterlassen hat, die
den Geist erheben und den Kunstgeschmack jedes Liebhabers des Schönen befriedigen.
die landschaft
Wie gesagt, befindet sich Cinto zwischen Flüssen und Äckern, wo die Weiden die häufigsten Bäume sind.
In der Tat ist die ganze Landschaft von den Wassern des
Lemene, des Reghena, des Caomaggiore beherrscht, die
einen entzückenden grünen
Landstrich bilden.
Wir können auch das Gebiet
der kleinen Seen besichtigen
(Laghetti). Es handelt sich
um ein nun geschütztes Gebiet, weil es eine so reiche Flora besitzt.
Hier kann man u.a. Reiher und
Kormoranen sehen, während man an den Wassern der
kleinen Seen eine Vielzahl von Fischarten fischen kann.
Es ist also eine Landschaft, die zum Entdecken einlädt,
auch wenn man nur einen Spaziergang in der Stille machen möchte.
33
Auf beiden Seiten:
die Abtei von
Sesto, Detail aus
einem Fresko von
Giotto’scher Schule,
Wälder und Seen bei
Cinto
34
VENETO ORIENTALE
Gruaro
Sesto al Reghena
Siamo ancora nella zona più orientale della provincia
di Venezia, dove prevale l’esteso spazio della campagna,
fertile, altamente produttiva e dove l’ambiente
naturale presenta aspetti caratteristici.
un po’ di storia
Le origini di Gruaro risalgono probabilmente a epoca celtica e certamente romana. Per quanto riguarda il nome,
si possono esprimere solo congetture, che però hanno un
solido fondamento. Essendo infatti la zona in antico molto boscosa (quindi popolata da uccelli: grus-gruis= gru)
vi era forse a difesa un “gruarius”, ossia un guardiano di
quei boschi. Comunque solo all’838 si deve arrivare per
un’attestazione reale, perché l’imperatore Lotario
cedette all’Abbazia di Sesto al Reghena alcune
proprietà e i monaci, poi, verso il Mille, eressero
il castello di San Giusto, del quale furono proprietari dal 1106 gli Attimis fino al secolo XV, con
un’interruzione nel secolo XIII in cui appartenne
ai Cuccagna di Valvasone. Gruaro poi viene menzionato anche in una bolla (1183) del papa Lucio III, a
riguardo della giurisdizione dell’Abbazia di Sesto al Reghena, giurisdizione passata poi al Patriarcato di Aquileia.
Inoltre è da credere che Gruaro avesse allora già una certa importanza, se era sede del cosiddetto “placito”, ossia
l’amministrazione della giustizia che, ogni anno, era esercitata dal rappresentante del Patriarca di Aquileia. Durante la guerra della Lega di Cambrai (1508) la zona, che
era ormai sotto il dominio della Serenissima, subì varie
vicissitudini e infine durante il Regno d’Italia napoleonico
(1806) passò sotto il Dipartimento di Passariano, per passare infine, sotto il successivo Regno Lombardo-Veneto, di
nuovo alla provincia di Venezia.
da visitare
Gruaro, con le località di Bagnara, Boldara e Giai, occupa una parte del territorio ormai all’estremità settentrionale della provincia di Venezia.
Ed è un territorio molto fertile, dove si è sviluppata
un’economia agricola di buona specializzazione, come si
può vedere percorrendo un po’ la zona.
Gruaro poi si presenta con la tipica fisionomia di centro
agricolo, che fonde bene richiami antichi con esigenze
umane nuove e soprattutto con tendenze economiche,
sociali e culturali proiettate al futuro.
Una visita attenta permette di cogliere una realtà interessante, anche perché qui emergono elementi caratteristici,
derivati dalla presenza di reciproche influenze venete e
friulane. Nella piazza di Gruaro osserviamo il Municipio,
così particolare, con una torretta merlata, che si eleva dal
centro dell’edificio.
Wir befinden uns immer noch im östlichsten Gebiet
der Provinz Venedig, wo die weitausgedehnten
Flächen der fruchtbaren, hochproduktiven Ackerfelder
vorherrschen, und wo die landschaft typische Merkmale
aufweist.
ein wenig geschichte
Die Gründung von Gruaro geht wahrscheinlich auf die Zeit
der Kelten oder sicherlich auf die Zeit der Römer zurück.
Was den Namen betrifft, kann man nur verschiedene Vermutungen anstellen, die aber ein festes Fundament haben. Da das Gebiet ursprünglich sehr waldreich war, und
also von Vögeln bewohnt war (grus-gruis-gru bedeutet
Kranich), gab es vielleicht einen Waldhüter, einen „gruarius“ also. Doch erst 838 gibt es die erste urkundliche Nennung des Dorfes, als der Kaiser Lothar der Abtei von Sesto
al Reghena manche Grundstücke überließ; die Mönche
dann, gegen das Jahr 1000, errichteten das Schloß San
Giusto, das vom Jahr 1106 bis Ende des 15. Jh. der Familie Attimis gehörte mit einer einzigen Unterbrechung
im 13. Jh., als dessen Besitz an die Familie Cuccagna di
Valvasone fiel. Gruaro wird dann in einer Bulle von Papst
Lucius III. (1183) über die Jurisdiktion von der Abtei Sesto al Reghena erwähnt, die übrigens an das Patriarchat
Aquileia abgetreten wurde. Außerdem sollte man meinen,
daß Gruaro bereits damals ein wichtiges Zentrum war,
denn es war Sitz eines „placito“, d.h. eines Gerichts, wo
jedes Jahr ein Vertreter des Patriarchen von Aquileia das
Recht sprach. Während des Kriegs von Cambrai (1508) erlebte das Gebiet, das inzwischen an die Republik Venedig
angeschlossen worden war, verschiedene Wechselfälle,
schließlich ging es mit dem napoleonischen Königreich
Italien in den Landkreis Passariano über, um dann unter
dem darauffolgenden Lombardo-Venetischen Königreich
wieder zur Provinz Venedig überzugehen.
sehenswürdigkeiten
Gruaro bildet mit seinen Vororten Bagnara, Boldara
und Giai die nördlichste Grenze der Provinz Venedig.
Es ist eine sehr fruchtbare Gegend, wo eine gut spezialisierte Landwirtschaft sich stark entwickelt hat, wie man
schnell bei einer Rundfahrt beobachten kann.
Gruaro stellt sich also mit einem typisch landwirtschaflichen Gesicht vor, wo alte Traditionen mit modernen
menschlichen Bedürfnissen und vor allem wirtschaftlichen, sozialen und kulturellen Ansprüchen, die in die Zukunft blicken, gut harmonieren.
Ein aufmerksamer Besuch läßt uns eine Wirklichkeit entdecken, die interessant ist, weil charakteristische Merkmale hier auftauchen, die vom gegenseitigen Einfluß zwi-
VENETO ORIENTALE
Gruaro
Facciata della chiesa
di S. Giusto
Dopo esserci fermati nel Piazzale della Chiesa circondato
di verde, merita la nostra attenzione la Chiesa Parrocchiale, dedicata a San Giusto che risale al secolo XV.
Sulla facciata guardiamo i due affreschi del secolo XVI,
che raffigurano San Cristoforo e il patrono San Giusto con
la Chiesa e il Campanile.
Sullo sfondo, particolare interessante, è rappresentato il
Castello di San Giusto, oggi non più esistente.
Del resto si deve sapere che nella zona, dopo l’occupazione veneziana, furono abbandonati anche altri fortilizi, che
poi naturalmente scomparvero.
Entriamo nella chiesa: vi possiamo osservare un affresco, la Nativita’, datato 1519 e un affresco
secentesco con Santa Lucia.
Non deve poi sfuggire l’altare maggiore,
in marmo: si tratta di un’opera veramente
notevole, riferibile agli inizi del Settecento.
Ma bisogna anche spostarsi nelle località
che formano Gruaro.
Cominciamo con Bagnara, dove è da visitare la Chiesa di San Tommaso Apostolo.
Costruita nel 1463, diventò chiesa parrocchiale nel 1565. Vi troviamo la presenza dei
cosiddetti “pittori tolmezzini” nella persona del Bellunello da San Vito, del quale
vediamo, nella lunetta sopra il portale,
un affresco con la figura della Madonna tra due angeli che adora il Bambino. Della stessa scuola
è anche il pittore Gian Pietro da San
Vito, al quale si deve la decorazione
interna, di cui sono rimaste, sui pilastri
dell’arco trionfale, le due figure di San Rocco e di San
Sebastiano.
Da osservare poi sulla parete destra un grande trittico,
San Biagio e la Vergine in trono, tre evangelisti e un Santo
tra due angeli che suonano.
Rechiamoci poi a Boldara, dove merita una visita la
Cappella di Santa Maria Elisabetta, che appartenne
alla famiglia Sbrojavacca.
Sull’altare si può osservare una cinquecentesca Madonna in Trono, mentre sull’arco trionfale ci sono gli affreschi con le figure di Sant’Osvaldo e San Giuseppe.
Sono opere certamente dello stesso autore friulano.
È anche da visitare a Boldara la Chiesa di Sant’Angelo, con la sua struttura rinascimentale, nella quale possiamo vedere un affresco che rappresenta Sant’Antonio
Abate, del 1818, e una pala con la figura dell’Arcangelo
Gabriele.
Un ultimo strappo lo si può fare a Giai, dove nella Chiesa di San Giovanni, che fu riconsacrata nel 1766 e in
schen venezianischer und friaulanischer Kultur zeugen.
Auf dem Hauptplatz von Gruaro sieht man das Rathaus,
das mit seinem Zinnentürmchen, das vom Zentrum des
Gebäudes herausragt, so einzigartig ist.
In dem von Grün umgebenen Kirchplatz verdient die
Pfarrkirche, die dem heiligen Justus gewidmet ist
und vom 15. Jh. stammt, unsere ganze Aufmerksamkeit.
Auf der Fassade sieht man zwei Fresken vom 16. Jh.,
die den heiligen Christophorus und den Schutzpatron der
Stadt, San Giusto, mit der Kirche und dem Glockenturm
zeigen.
Im Hintergrund ist ein interessantes Bild, das Schloß San
Giusto, dargestellt, das heute nicht mehr existiert.
Übrigens sollte man wissen, daß auch weitere Festungen
nach der venezianischen Besetzung des Gebiets verlassen
wurden, die deswegen bald verschwanden.
In der Kirche sieht man ein Fresko von 1519, die Geburt
Christi darstellend, und ein Fresko aus dem 17. Jh. mit
der heiligen Lucia.
Der Hauptaltar aus Marmor sollte auch nicht übersehen
werden: es geht dabei um ein wirklich bemerkenswertes
Werk von Anfang des 18. Jh.
Doch man sollte auch die Ortschaften besichtigen, die
rund um Gruaro liegen.
In Bagnara kann man zum Beispiel die Kirche San
Tommaso Apostolo besichtigen.
Sie wurde 1463 gebaut und wurde 1565 Pfarrkirche. Darin finden wir einen der sogenannten Pittori Tolmezzini (Maler aus Tolmezzo), nämlich Bellunello da San
Vito, von dem wir in der Lunette über dem Eingangstor
ein Fresko mit der Madonna zwischen zwei Engeln
das Kind anbetend sehen können. Von derselben Malerschule ist auch der Maler Gian Pietro da San Vito, dem
man die Innendekoration zuschreibt, wovon an den Pfeilern des Triumphbogens die zwei Bilder von den heiligen Rochus und Sebastian übriggeblieben sind.
Auf der rechten Wand dann sieht man ein großes Tryptichon mit San Biagio, der thronenden Jungfrau, drei
Evangelisten und einem Heiligen zwischen zwei musikspielenden Engeln.
In dem kleinen Dorf Boldara verdient die Kapelle der
heiligen Maria Elisabetta, die einst der Familie Sbrojavacca gehörte, einen Besuch.
Auf dem Hauptaltar kann man eine thronende Madonna aus dem 16. Jh. beobachten, während am Triumphbogen die Fresken mit den Figuren der heiligen Oswald
und Joseph glänzen.
Sie sind zweifellos Werk desselben friaulanischen Malers.
In Boldara kann man auch die Kirche Sant’Angelo besichtigen, ein Renaissancebau, wo ein Fresko mit dem
heiligen Anton dem Großen vom Jahr 1818 und ein
Altarbild mit dem Erzengel Gabriel zu sehen sind.
35
Die Fassade der
Kirche San Giusto
36
VENETO ORIENTALE
Gruaro
seguito rimaneggiata, è da vedere una bella tela settecentesca, in cui è raffigurato il Battesimo di Gesù.
Può essere utile sottolineare in proposito, e ciò valga per
quasi tutto il territorio orientale della provincia, come
vi resista una duplice ascendenza culturale, in quanto è
chiaramente aperta da una parte agli influssi degli altri
centri veneti, e dall’altra altrettanto chiaramente a quelli del Friuli. Infine ci si può fermare alla Villa Fadella
Ronzoni.
È settecentesca ed è originale per quei camini che ne incorniciano il frontone.
Ma è anche una visita da non perdere, a Gruaro, quando a
settembre si apre l’appuntamento annuale di tanti appassionati di api e della produzione del miele.
il paesaggio
Anche Gruaro mostra al visitatore tutte quelle caratteristiche di un territorio che si estende tra l’Annia e il mare, tra
Piave, Livenza, Tagliamento.
Un ambiente sempre e dovunque ricco di suggestioni e
dominato da colture estensive.
È un itinerario nel quale si ammira il riassetto agrario e al
tempo stesso l’ampiezza di un paesaggio in cui natura e
opera dell’uomo si integrano in modo rispettoso.
Ecco perché questi luoghi mantengono inalterato il loro
fascino per chi sa percorrerli con curiosità intelligente non
disgiunta da un desiderio di tranquillità e di pace.
BOLDARA
i Mulini di Stalis
sul Lemene;
a destra,
la fonte
di Venchiaredo
Der letzte kurze Ausflug führt uns nach Giai, wo man in
der Kirche des heiligen Johannes, die 1766 wieder
eingeweiht, später aber etwas verändert wurde, ein schönes Gemälde aus dem 18. Jh. sehen kann, das die Taufe
Jesu darstellt.
Nochmals lohnt es sich zu betonen, daß hier, sowie übrigens überall im östlichen Teil der Provinz Venedig, ein
zwiefacher kultureller Einfluß schon immer vorherrschte,
denn das Gebiet ist einerseits offensichtlich dem Einfluß
aus anderen venezianischen Zentren, andererseits ebenso
klar demjenigen aus den friaulischen Ebenen geöffnet.
Schließlich empfiehlt es sich, bei der Villa Fadella Ronzoni kurz anzuhalten.
Das Gebäude aus dem 18. Jh. ist wegen der Schornsteine,
die die Fassade krönen, sehr originell.
Schließlich lohnt es sich, im September nach Gruaro zu
kommen, als die Jahresmesse für Bienenzüchter und Honighersteller eröffnet wird.
die landschaft
Auch Gruaro zeigt
dem
Besucher
all die typischen
Merkmale dieser
Landschaft, die
sich zwischen der
Via Annia und
dem Meer, den
Flüssen Piave, Livenza und Tagliamento erstreckt.
Es ist eine Landschaft, die immer und überall
beeindruckend
wirkt und von extensiven Anbauflächen gekennzeichnet ist.
Bei einer Rundfahrt in der Gegend um Gruaro
kann man die geregelte Landwirtschaft und gleichzeitig die Breite der Landschaft bewundern, in der Mensch und Natur sich respektvoll begegnen
und zusammenwirken.
Das ist der Grund, warum diese Orte ihren unveränderten
Zauber in den Augen der Besucher bewahren können, die
sie mit kluger Neugierde, nicht getrennt von dem Wunsch
nach Stille und Frieden, zu erkunden wissen.
BOLDARA Die Quelle
von Venchiaredo.
Links: die Mühlen
am Lemene bei Stalis
VENETO ORIENTALE
Teglio Veneto
Siamo proprio agli estremi confini della provincia di
Venezia.
Teglio Veneto bildet die äußerste Grenze der Provinz
Venedig.
un po’ di storia
ein wenig geschichte
Il nome del paese con tutta probabilità deriva dalla pianta
del tiglio (tilia), ampiamente diffusa negli antichi boschi,
soprattutto nei secoli precedenti l’era cristiana. Il territorio, pur facendo parte della ricca e florida Concordia Sagittaria, pare non avesse insediamenti veri e propri, anche
se alcuni propendono per inserirlo in una centuriazione,
ossia in una distribuzione di terre ai veterani. La prima
notizia sicura di Teglio risale a una Bolla del Papa Urbano III, del 1186, ma probabilmente già dopo il crollo della
potenza romana cominciò a formarsi una piccola comunità. Il potere temporale e spirituale su Teglio, dopo le invasioni barbariche, fu esercitato dal vescovo di Concordia,
essendo il territorio sotto la giurisdizione del Patriarcato
di Aquileia. Ciò dimostra che in quel tempo Teglio era già
un villaggio e vi era stata costruita una chiesa, forse dedicata a S. Giacomo. Nel 1354 il territorio fu ceduto dai
Vescovi di Concordia in feudo a Francesco di Colloredo e
vi subentrarono poi come vassalli i Valvason, gli Zoppola,
gli Sbrojavacca, gli Altan. La signoria vescovile su Teglio
fu contrastata più volte dai conti di Fratta, ma anche
il casato portogruarese degli Scuarra accampava diritti,
senza tuttavia riuscirvi. Da ricordare un’interessante consuetudine di Teglio: i capifamiglia si riunivano al suono
della campana davanti ad un antico Oratorio, dedicato
a S. Antonio, per discutere su problemi della comunità
e i provvedimenti da adottare. Nel 1420 Teglio passò a
far parte della Repubblica di Venezia che diede inizio ai
disboscamenti per i fabbisogni del suo Arsenale e per le
necessità cittadine, poi per l’incremento delle coltivazioni
e della popolazione. In realtà questa non crebbe molto,
anche a causa del ripetersi di pestilenze che infestavano
la zona. Caduta Venezia (1797), Teglio passò sotto l’Austria con il Trattato di Campoformido (1798), poi sotto il
napoleonico Regno d’Italia (1805), divenendo comune
incluso nel dipartimento di Passariano, corrispondente
all’incirca all’odierno Friuli. Nel 1816, al tempo del Regno
Lombardo-Veneto, fu incluso nella provincia di Venezia.
La sua storia tranquilla fu interrotta e sconvolta dalle vicende della prima grande guerra del 1915-18, perché il
paese si trovò tra le terre invase, nell’autunno del 1917,
dopo la rotta di Caporetto.
Der Name der Stadt kommt aller Wahrscheinlichkeit nach
aus dem lateinischen Namen der Linde (tilia-tiglio), die
in den ursprünglichen Wäldern, vor allem vor Beginn der
christlichen Ära, sehr verbreitet war.
Das Gebiet, obwohl Teil der reichen und wohlhabenden
Region von Concordia Sagittaria, hatte vermutlich keine
richtigen Ansiedlungen, obwohl manche Historiker vermuten, daß es Teil eines Zenturiats war, d.i. eines Gebiets,
das an die Kriegsveteranen vergeben worden war. Die
erste belegte Nachricht über Teglio befindet sich in einer päpstlichen Bulle von Urban III. vom Jahr 1186, doch
wahrscheinlich hatte sich eine kleine Gemeinde bereits
nach dem Fall des römischen Kaiserreichs gebildet. Die
gesetzliche und kirchliche Macht über Teglio nach der
Völkerwanderung gehörte dem Bischof von Concordia,
da das Gebiet in der Jurisdiktion des Patriarchaten von
Aquileia stand. Dies bezeugt, daß Teglio schon damals ein
Dorf mit einer Kirche war, die vielleicht dem heiligen
Jakob gewidmet war. Im Jahre 1354 wurde das Gebiet
von dem Bischof von Concordia dem Adeligen Francesco
di Colloredo zu Lehen gegeben, dem dann die Familien
Valvason, Zoppola, Sbrojavacca, Altan als Lehensleute
folgten. Die bischöfliche Macht über Teglio war mehrmals
von den Grafen von Fratta bekämpft, aber auch die
Familie Scuarra aus Portogruaro versuchte ihre Rechte
über das Gebiet, doch erfolglos, zu behaupten. Sehr interessant war ein Brauch hier in Teglio: die Familienoberhäupter versammelten sich beim Klang der Glocken vor
einer alten Antonius-Kapelle, um über die Probleme
der Gemeinde und die zu anzunehmenden Maßnahmen
zu diskutieren. Ab 1420 gehörte Teglio der Republik Venedig, die mit der Entwaldung der Region begann, zum
Teil, um die Bedürfnisse der großen Werft in Venedig, des
Arsenale, und die Nachfrage in der Hauptstadt zu decken,
zum Teil, um die Anbauflächen zu erweitern und damit die
wachsende Bevölkerung zu unterstützen. Doch die Bevölkerung konnte schließlich nicht viel wachsen, denn Pestepidemien wiederholten sich hier mehrmals. Nach dem Fall
von Venedig (1797) wurde Teglio durch den Vertrag von
Campoformido (1798) an Österreich, dann an das napoleonische Königreich Italien (1805) angeschlossen, wobei
es zur Gemeinde im Landkreis Passariano, dem heutigen
Friaul, erhoben wurde. 1816, zur Zeit des Lombardo-Venetischen Königreichs, wurde es in die Provinz Venedig eingegliedert. Seine ruhige Geschichte wurde von den Ereignissen des ersten Weltkriegs, 1915-18, unterbrochen und
erschüttert, denn das Gebiet wurde nach der Niederlage
da visitare
Teglio è un paese che fonda prevalentemente la sua economia sull’agricoltura, quindi presenta una sua precisa
configurazione umana, sociale, urbanistica, caratterizzata
da elementi della civiltà rurale, tipica della piana veneto-
37
38
VENETO ORIENTALE
Teglio Veneto
Oratorio
di S. Antonio
friulana di questa parte orientale della provincia.
Ma ciò non significa staticità, o immobilismo tradizionale
o peggio chiusura al nuovo.
Ci sono invece fermenti molto vivi, sia di natura sociale ed
economica, sia di natura culturale.
Un vivace connubio di solida civiltà agricola e di dinamica
innovazione artigianale contribuisce ad animare il paese,
la cui vitalità è visibile nella sua disposizione urbanistica,
semplice, ma così ordinata e pulita.
S’intravede la continuità delle antiche radici civili e storiche e al tempo stesso si coglie la tensione verso il futuro,
che Teglio intende costruire su nuove basi, più consone
ai tempi.
Allora, dopo aver visto il paese nel suo complesso, facciamo una visita al piccolo Oratorio di Sant’Antonio
Abate.
Esisteva già nel secolo XIII e fu successivamente ampliato
con un bell’atrio in stile rinascimentale, sorretto da colonne.
All’interno è conservata una tela del 1738, che raffigura
la Morte di San Giuseppe.
Da osservare è anche un’insolita rappresentazione del
Padre Eterno in trono, che risale al secolo XVIII.
Basta scostarsi un po’ e si può vedere la Parrocchiale.
È una bella chiesa, consacrata nel 1896 e completata nel
in Caporetto im Herbst 1917 von den österreichischen
Truppen verwüstet und besetzt.
sehenswürdigkeiten
Teglio ist eine Gemeinde, deren Wirtschaft hauptsächlich in der Landwirtschaft besteht, so weist sie präzise
menschliche, soziale, städtische Merkmale auf, wo Elemente des Landes- und Bauernleben der venezianischfriaulischen Ebene dieses östlichen Teils der Provinz vorherrschend sind.
Das bedeutet aber keineswegs Unbeweglichkeit oder traditionelles Festhalten, oder, schlimmer noch, dem Neuen
verschlossen bleiben.
Hingegen gibt es sehr lebendige Elemente, sowohl sozialer und wirtschaftlicher, als auch kultureller Natur.
Eine lebendige Mischung aus festgesetzter bäuerlicher Zivilisation und dynamischer kleinindustrieller Erneuerung
trägt dazu bei, das Dorf, dessen Lebendigkeit in der so einfachen, doch so ordentlichen und sauberen Stadtplanung
sichtbar ist, zu beleben.
Man erkennt eine Kontinuität aus den alten geschichtlichen und städtischen Wurzeln, doch gleichzeitig merkt
man das Interesse für die Zukunft, die Teglio auf neuen
Fundamenten, der Zeit gemäßer, errichten will.
Nach dem Besuch des Dorfes kann man die kleine Kapelle Sant’Antonio Abate besichtigen.
Die Kapelle existierte schon im 13. Jh. und wurde später
durch eine schöne Renaissance-Vorhalle, die von Säulen
getragen ist, ausgebaut.
Im Inneren wird ein Gemälde von 1738 aufbewahrt, das
den Tod des heiligen Joseph darstellt.
Auch eine ungewöhnliche Darstellung des thronenden
Ewigen Vaters ist im Inneren zu sehen, die vom 18. Jh.
stammt.
Kurz davon entfernt befindet sich die Pfarrkirche.
Es ist eine schöne Kirche, die 1896 eingeweiht und 1902
mit dem Bau des Glockenturms vollendet wurde. Das Innere ist sehr hell und enthält zwei kostbare hölzerne Altäre aus dem 17. Jh.
Auf einem der beiden bewundert man ein Altarbild (auch
17. Jh.) mit der Jungfrau des Rosenkranzes, ein Werk von
Osvaldo Gortanutti (gest. 1295).
Altäre und Gemälde kommen von der früheren Pfarrkirche,
die im 16. Jh. gebaut worden war.
Ganz in der Nähe befindet sich die Villa Reis, ein großes Gebäude aus dem 19. Jh. mit schönen architektonischen Linien.
Die landschaft
Die morphologische Struktur des Gebiets, wo Teglio liegt,
ist von dem Fluß Tagliamento stark beeinflußt, denn dieser hat viele günstige Bedingungen zur Gründung zahl-
Kapelle Sant’Antonio
Abate
VENETO ORIENTALE
Teglio Veneto
1902 con l’erezione del campanile. L’interno è molto luminoso e vi si conservano due pregevoli altari lignei
secenteschi.
In uno si ammira una pala pure secentesca, con la Vergine del Rosario, opera di Osvaldo Gortanutti (?-1695).
Altari e dipinti provengono dalla precedente parrocchiale,
che risaliva al secolo XVI.
Ma non si può non vedere anche Villa Reis, perché si
tratta di una vasta costruzione ottocentesca, dalle belle
linee.
39
reicher Ansiedlungen geschaffen, die sich ihrerseits an
die Morphologie der Flußlandschaft angepaßt haben und
miteinander von Straßen verbunden sind, die oft dem
schlängelnden Lauf des Wasserwegs folgen.
So kann man zum Beispiel die Verzweigungen verfolgen,
die bis an die Lagune reichen.
So bildet der Fluß auch in diesem nordöstlichen Teil der
il paesaggio
L’apparato morfologico del territorio, dove si situa Teglio,
è dominato dal corso del Tagliamento, che ha offerto le
condizioni idonee allo sviluppo di numerosi centri abitati, che risentono dell’adattamento alla morfologia dello
spalto fluviale e sono collegati da strade che seguono
spesso l’andamento dei meandri del corso d’acqua.
Così si possono seguire le diramazioni che si spingono fin
verso la laguna.
Quindi anche in questa propaggine nord-orientale della
provincia di Venezia, il corso del fiume costituisce un ambiente caratteristico, interessante sia sotto l’aspetto naturalistico, sia sotto l’aspetto umano.
Perciò chi volesse seguire il corso del Tagliamento, scoprirebbe senza fatica luoghi incantevoli che si susseguono
quasi ininterrottamente, sia nel territorio proprio di Teglio,
sia proseguendo tra i numerosi e ampi meandri che il fiume crea nel suo lungo percorso.
Sono ancora luoghi capaci di dare un profondo senso di
pace a contatto con una natura distesa e tranquilla.
VIlla Reis e
campagna
VIlla Reis
Provinz Venedig eine charakteristische Gegend, die sowohl landschaftlich, als auch menschlich interessant ist.
Deshalb, wer den Lauf des Tagliamento verfolgen möchte,
könnte ohne Mühe zauberhafte Orte entdecken, die fast
ununterbrochen nacheinander folgen, sowohl in der Umgebung bei Teglio beginnend, als auch im weiteren Verlauf des Flusses durch zahlreiche, breite Biegungen, die
der Fluß auf seinem langen Weg schafft.
Es sind Winkel, die noch dazu imstande sind, ein tiefes
Gefühl von Frieden mitten in einer ruhigen, unendlichen
Natur zu vermitteln.
VENETO ORIENTALE
Fossalta di Portogruaro
Affresco del castello
di Fratta.
Sotto, chiesa
Parrocchiale
di S. Zenone
40
Notevole centro agroindustriale, è oggi un paese
completamente moderno.
Das bedeutende landwirtschaftlich-industrielles
Zentrum ist heute eine völlig moderne Stadt.
un po’ di storia
ein wenig geschichte
Probabilmente esisteva già un insediamento nel periodo
romano, come del resto possono testimoniare il ritrovamento di qualche monile, di monete, e lo studio di alcuni
toponimi (es. Vado = Vadum, guado, passaggio).
Le vicende di Fossalta, però, sono soprattutto legate a
quelle religiose della Diocesi di Concordia. Nel 996, l’imperatore Ottone III dona a questa vari territori, tra i quali
figura appunto Fossalta, il cui nome (fossa = fossatum)
sta forse ad indicare le varie opere difensive erette nella
zona contro le invasioni barbariche. Sotto il dominio della
“Serenissima Repubblica Veneta”, la zona “la bassa” fu
riunita, nel XVI secolo, sotto l’amministrazione di Cordovado, in una parte del territorio denominato “paludo del
Sindical”. Se sono scarse le notizie sull’amministrazione civile di Fossalta, notevoli sono invece
i documenti sulla vicenda religiosa della “Villa”
come si può vedere nell’archivio parrocchiale, ben
conservato e prezioso, con pergamene del XV secolo e il Regesto del Castello di Fratta redatto
alla fine del XVI.
Vielleicht gab es schon eine erste Ansiedlung zur Zeit der
Römer, wie übrigens die Wiederentdeckung mancher Juwelen, Münzen und die Erklärung einiger Ortsnamen (z.B.
Vado aus dem lat. Vadum, d.i. Furt) bezeugen könnten.
Die Geschichte von Fossalta ist aber hauptsächlich mit
dem Schicksal von der Diözese von Concordia verbunden.
996 schenkte der Kaiser Otto III der Diözese verschiedene
Ländereien, darunter eben Fossalta, dessen Name (fossa-fossatum – Graben) vielleicht die Verteidigungswerke
bezeichnete, die im Gebiet gegen die Völkerwanderung
aus dem Osten errichtet wurden. Unter der Herrschaft der
Republik Venedig, der sogenannten „Serenissima“, wurde die niedrige Ebene im 16. Jh. in die Verwaltung von
Cordovado, in einem Gebiet, das den Namen „Sumpfgebiet von Sindical“ (Paludo del Sindical) trug, vereinigt und
gesetzt. Obwohl die Nachrichten über die Zivilverwaltung
von Fossalta sehr wenige sind, sind hingegen die Zeugnisse über die religiösen Ereignisse in der „Villa“ sehr zahlreich, wie man im gut erhaltenen und wertvollen Pfarrarchiv mit Pergamenten aus dem 15 Jh. und dem Regest
des Schlosses von Fratta aus dem Ende des 16. Jh. gut
sehen kann.
da visitare
Il volto di Fossalta è soprattutto moderno, ma con un suo
pulito decoro, mantenuto nelle costruzioni e negli spazi urbani, come la piazzetta sistemata dietro il Municipio e che è
delimitata nei suoi lunghi fianchi dall’edificio della Biblioteca Comunale e, dirimpetto, dal fronte posteriore di un
altro edificio sul quale un affresco su grande scala riproduce una veduta settecentesca del Castello di Fratta.
Ora è anche d’obbligo una visita alla Chiesa Parrocchiale: dedicata a San Zenone, risale al 1896,
costruita su una chiesa originaria probabilmente
del secolo XI, su progetto dell’architetto Federico
Berchet coadiuvato dall’architetto Domenico Rupolo. Di forme neoromaniche, ha pianta a tre navate, con transetto e presbiterio sopraelevato.
All’interno sono particolarmente pregevoli le due pale
d’altare di Nicolo’ Bambini (1651-1736), pittore veneziano: una raffigura la Vergine del Rosario con i Santi
Domenico e Rosa (1698); l’altra San Valentino tra i Santi
Antonio, Sebastiano e Carlo (1699).
Sono composizioni aperte, ricche di colore.
Ma non è da trascurare la tela con la Sacra Famiglia,
attribuita a Pietro Liberi (1614-1687), un pittore nato a
Padova, che si acquistò notevole fama per la complessità della sua cultura figurativa, specialmente nell’ambito
lagunare.
sehenswürdigkeiten
Fossaltas Gesicht ist heute hauptsächlich
ein modernes, doch auch ein sauberes,
ordentliches, das sich in den Gebäuden
und den Stadtplätzen widerspiegelt, wie
in dem kleinen Platz hinter dem Rathaus,
der an seinen langen Seiten von der
Stadtbibliothek und, dergegenüber,
von der hinteren Fassade eines anderen
Gebäudes, worauf ein großes Fresko die
Reproduktion einer Ansicht des Schlosses von Fratta aus dem 18. Jh. zeigt,
begrenzt ist.
Zu empfehlen ist auch ein Besuch der
Pfarrkirche, die dem heiligen Zenon gewidmet ist; sie stammt von 1896
und wurde nach einem Projekt des Architekten Federico
Berchet und mit der Mitarbeit des Architekten Domenico Rupolo an der Stelle einer früheren Kirche vermutlich
aus dem 11. Jh. errichtet. Ihre Form ist neoromanisch, sie
besitzt drei Schiffe mit Querschiff und ein erhöhtes Präsbiterium.
Im Inneren sind zwei Altarbilder von dem venezianischen Maler Nicolò Bambini (1651-1736) besonders kost-
Darstellung des
Schlosses von
Fratta. Unten: die
Pfarrkirche San
Zenone
VENETO ORIENTALE
Fossalta di Portogruaro
La Pala dell‘Altare
Maggiore a San
Zenone: Madonna
con Bambino
in Trono tra San
Zenone
e la Maddalena.
Ritratto di Ippolito
Nievo e oggetti
a lui appartenuti
al museo omonimo
Bella è anche la grande pala già nell’altare maggiore della vecchia chiesa
che raffigura la Madonna con
Bambino in Trono tra San Zenone e la Maddalena, del pittore
concordiese Antonio Carneo
(1637-1692), la cui personalità
artistica si è però formata nell’ambito della cultura pittorica
veneziana. Di interesse anche
le due pale del figlio Giacomo: Madonna con Bambino
Sant’Agostino e Santa Monica
e Vergine con il Santissimo, S.
Biagio e Ss. Antonio da Padova e Giovanni Battista (1728).
Di assoluto rilievo artistico il
banco di sacrestia intagliato e
intarsiato dal marangone tedesco Pietro Squadro (1685).
Sono infine dell’udinese Osvaldo
Gortanutti due quadri interessanti: l’Adorazione dei Magi e l’Ultima Cena (1688).
Ma una visita utile può essere riservata anche all’insediamento Zignago-Santa Margherita, perché si tratta di
un polo produttivo fondamentale per lo sviluppo di Fossalta e del suo comprensorio.
Qui l’industria si integra con le tradizionali attività agricole e artigianali.
Nel territorio di Fossalta, però, ci sono anche altri motivi
di interesse per una visita: il pensiero ricorre a un piccolo centro, che gode di grande notorietà, perché Ippolito
Nievo nelle “Confessioni di un Italiano” ne descrisse
il castello medioevale dei signori del luogo, i Cuccagna Valvasone: Fratta.
Di esso, purtroppo, oggi non esiste più nulla,
se non il ricordo di un luogo caro alla letteratura nazionale.
Visitando però Fratta, si entra nel Giardino di
Marte e Flora in luogo del castello di Fratta
che suscita ancora una certa emozione, perciò
anche le reminiscenze storico-letterarie possono
eccitare, con l’emozione, la fantasia alla rievocazione di ciò che Nievo ha creato nel suo romanzo.
Nella vecchia casa del cortino di Fratta ha sede
il Museo Ippolito Nievo, promosso
dallo scrittore Stanislao Nievo, che raccoglie oggetti appartenuti all’autore de Le
confessioni di un Italiano. Patriota
animoso e appassionato, Nievo nel 1860
seguì Garibaldi nella Spedizione dei Mille
bar: das erste zeigt die Jungfrau des Rosenkranzes mit
den heiligen Dominikus und Rosa (1698); das andere den
heiligen Valentin zwischen den heiligen Anton, Sebastian
und Karl (1699).
Die Bilder sind farbenfroh und mit einer offenen Struktur.
Auch ein weiteres Gemälde mit der heiligen Familie,
dem Maler Pietro Liberi (1614-1687) zugeschrieben,
sollte nicht übersehen werden. Der Maler Liberi wurde
in Padua geboren, errang aber großen Ruhm wegen der
Vielfalt seiner bildlichen Darstellungen vor allem in der
Lagunenstadt.
Auch das große Bild auf dem Hauptaltar der alten Kirche
mit der thronenden Madonna mit Kind zwischen den heiligen Zenon und Maria Magdalena, ein Werk des Malers
Antonio Carneo (1637-1692) aus Concordia, ist besonders
schön. Der Maler, wenn gleich aus Concordia stammend,
lernte den Malerberuf in Venedig. Von Interesse sind auch
die zwei Altarbilder seines Sohns, Giacomo, mit einer Madonna mit Kind und den heiligen Augustinus und Monika,
und einer Jungfrau mit dem Allerheiligsten und den heiligen Blasius, Anton aus Padua und Johannes dem Täufer
(1728). Von höchster Kunstfertigkeit zeugt die geschnitzte
und intarsierte Kanzel in der Sakristei, ein Werk des deutschen Tischlers Pietro Squadro (1685).
Schließlich noch zwei interessante Bilder des Malers aus
Udine Osvaldo Gortanutti: die Anbetung der heiligen
drei Könige und das Letzte Abendmahl (1688).
Interessant in einem anderen Sinne könnte der Besuch
der Industrieanlage Zignago-Santa Margherita sein,
denn die Anlage ist ein wichtiger Produktionsstandort für
die Entwicklung von Fossalta und seiner Umgebung.
Hier harmoniert die Industrie mit den traditionellen Landwirtschafts- und Handwerksbetrieben.
Im Gebiet von Fossalta gibt es aber auch weitere Gründe,
die einen Besuch empfehlenswert machen: der Gedanke
geht zum Beispiel an das kleine Dorf Fratta, das aber
in Italien ziemlich berühmt ist, weil der Schriftsteller Ippolito Nievo in seinen „Bekenntnissen eines Italieners“ das mittelalterliche Schloß der örtlichen Adelsfamilie, Cuccagna Valvasone, beschrieb.
Davon bleibt leider gar keine Spur, außer vielleicht der
Name eines Ortes, der der italienischen Literatur teuer
ist.
Bei einem Besuch von Fratta aber tritt man in den Garten
von Mars und Flora anstelle des Schlosses von Fratta, was
noch eine gewisse Erregung mit sich bringt; und die geschichtlich-literarischen Erinnerungen erregen die Phantasie, die all das zurück ins Gedächtnis ruft, was Nievo in
seinem Roman schuf.
In dem alten Haus im kleinen Hof von Fratta ist das Museum Ippolito Nievo untergebracht, das von dem
Schriftsteller Stanislao Nievo gegründet wurde; es zeigt
41
Das Bild auf dem
Hauptaltar in der
Kirche San Zenone:
die thronende
Madonna mit Kind
zwischen den
heiligen Zenon und
Magdalena. Unten:
Bildnis von Ippolito
Nievo und Bilder von
Gegenständen aus
seinem Besitz
VENETO ORIENTALE
Fossalta di Portogruaro
La Chiesa
di S. Cristina
a Gorgo;
Alvisopoli:
la Villa Padronale,
il porticato
e una pianta
del complesso
e morì nel naufragio del battello “Ercole” durante il viaggio da Palermo a Napoli.
Il Museo raccoglie un centinaio di cimeli e un migliaio
tra documenti e volumi. È accessibile al pubblico anche
il Catalogo informatizzato delle opere biobibliografiche. In questo luogo sono esposte le ceramiche rinascimentali recuperate nel corso dei lavori di riordino del sito
archeologico e il laboratorio di restauro e produzione di
ceramica.
La Chiesa di Fratta,
eretta agli inizi del ‘500,
non ha mantenuto le sue
linee architettoniche originali.
All’interno è da vedere la
Madonna col Bambino e Santi, e sull’altare
maggiore una pala di
uguale soggetto.
Se ci si porta poi al vicino Borgo di Gorgo, è
consigliabile una visita
alla Chiesa quattrocentesca, di Santa Cristina recentemente acquisita
e restaurata dall’Amministrazione comunale, dove sono
state riportate alla luce le fondazioni della precedente
chiesa (XIII) e lacerti di affresco fra i quali sono conservati
alcuni attribuiti a Marco Tiussi.
La chiesa inoltre ha mantenuto integre le sue linee architettoniche gotico-romaniche originali.
Fossalta, però, offre al visitatore una località tutta
particolare, unica nel suo
genere: Alvisopoli. Nome
ed esistenza si devono al patrizio Alvise
Mocenigo (1760-1815), discendente della
celebre famiglia veneziana, che si ispirò, per
realizzare il suo progetto di città ideale, alle
utopie illuministiche.
42
Gegenstände, die dem Autor der Bekenntnisse eines
Italieners einmal gehört haben. Als leidenschaftlicher
und tatkräftiger Patriot folgte Nievo 1860 Garibaldi in
seiner Expedition zur Vereinigung Italiens und starb beim
Scheitern des Schiffes „Ercole“ auf der Durchfahrt von
Palermo nach Neapel.
Da Museum bewahrt ca. 100 Erinnerungsstücke und ca.
1.000 Dokumente und Bände auf. Dem Publikum steht
eine Infodatei über die biobibliographischen Werke zur
Verfügung. Hieselbst sind Renaissance-Keramiken austestellt, die während der Aufräumarbeiten der archäologischen Stätte gefunden wurden, und eine Restaurierungsund Produktionsstätte für Keramik.
Die Kirche von Fratta, errichtet Anfang des 16. Jh., hat
ihre architektonischen Linien nicht beibehalten.
Im Inneren sieht man eine Madonna mit Kind und
Heiligen und auf dem Hauptaltar ein Altarbild mit
demselben Gegenstand.
Fährt man weiter zum naheliegenden Borgo di Gorgo,
lohnt es sich, die Kirche von Santa Cristina aus dem
15. Jh. zu besichtigen, die neulich von der Stadtverwaltung erworben und restauriert worden ist, und wo die
Fundamente der früheren Kirche aus dem 13. Jh. und Freskenfragmente, darunter einige dem Maler Marco Tiussi
zugeschrieben, wieder ans Licht gebracht worden sind.
Außerdem hat die Kirche ihre ursprüngliche architektonische gothisch-romanische Form bewahrt.
Aber Fossalta bietet dem Besucher eine wirklich einzigartige Sehenswürdigkeit: Alvisopoli. Der Name und das
Projekt dieser Stadt stammen von dem Patrizier Alvise
Mocenigo (1760-1815), dem Sprößling eines berühmten
venezianischen Adelsgeschlechts, der sich bei seinem Projekt einer idealen Stadt von den utopischen Theorien der
Aufklärung inspierieren ließ.
Tatsächlich entwarf er ein Stadtmodell, das selbständig
werden und harmonisch Natur und Architektur zusammenbringen sollte.
So entstand eine Ansiedlung, die über alles verfügte und
dazu imstande war, die Landwirtschaft zusammen mit
der Verarbeitung und der Manufakturarbeit zu planen,
und dementsprechend die Bau- und die Stadtplanung der
dazu nötigen Einrichtungen zu organisieren.
Der ursprüngliche Komplex von Alvisopoli bestand aus
der prächtigen Villa des Landbesitzers mit ihren beiden symmetrischen Nebengebäuden mit Portiken; aus
einem breiten Platz-Hof; aus dem industriellen Bezirk;
aus zwei langen Gebäuden mit senkrechter Achse; dem
Gasthof, der Apotheke, der Schule mit Internat; aus einer
neoklassichen Kirche, die von zwei Engeln von Giusto Le
Court (1627-1679) verschönert war; aus einer Druckerei, die von 1810 bis 1812 in Betrieb war (danach wurde
sie nach Venedig verlegt).
Die Kirche Santa
Cristina in Gorgo.
Unten: Alvisopoli,
die Villa, Portiken,
Plan der Anlage
VENETO ORIENTALE
Fossalta di Portogruaro
Oggetti di vita
quotidiana esposti
al museo etnografico;
a destra,
la Quercia millenaria
a Villanova
Infatti egli progettò un organismo che fosse autosufficiente e che fondesse armoniosamente natura e architettura.
Così sorse un insediamento fornito di tutto, in grado di
pianificare l’agricoltura direttamente con le attività trasformative e manifatturiere e la relativa organizzazione
edilizia e urbanistica delle strutture necessarie.
Il complesso originario di Alvisopoli era composto dalla sontuosa Villa Padronale, con i suoi due simmetrici
corpi porticati; con un’ampia piazza-aia; l’area manifatturiera-industriale; i due lunghi edifici con asse perpendicolare; la locanda, la farmacia, la scuola-convitto; la chiesa
di forma neoclassica, abbellita da due angeli di Giusto Le
Court (1627 – 1679) ; la tipografia attiva dal 1810 al
1812 (trasferita poi a Venezia nel 1814).
La realizzazione, tra l’altro, dei corpi principali e della chiesa spettò sembra all’architetto Giovanni Battista Balestra, raccomandato al Mocenigo dallo stesso Canova.
L’impresa, troppo vasta e ambiziosa, si rivelò poi il fallimento di una affascinante utopia illuministica, nonostante che tutto il complesso fosse concepito in termini
strettamente funzionali. Estinta la famiglia Mocenigo, il
complesso, abbandonato per lungo periodo, fu finalmente
prelevato dall’Istituto Autonomo Case Popolari di
Venezia e così salvato almeno dal progressivo degrado
edilizio.
Piacevole infine è soffermarsi anche nell’attiguo parco
di gusto neoclassico, che ospita l’Oasi del Bosco di Alvisopoli, di grande valore ambientalistico, ma anche di
notevole significato storico.
Da gustare infine la bellezza dell’antichissima Quercia
(monumento nazionale) che sorge accanto all’antica chiesa di Sant’Antonio a Villanova.
C’è da segnalare infine il
Museo Etnografico, che è
forse il più fornito e interessante del comprensorio, con
sezioni riguardanti i mestieri, la casa, la scuola, la guerra, ecc..
il paesaggio
È il caratteristico paesaggio nord-orientale della provincia
di Venezia, la “bassa”, che si distende dal fiume Livenza al
fiume Tagliamento, quindi in un territorio completamente
pianeggiante, favorendo un’economia agricola, incentrata sulla produzione di buoni vini, mais e frumento, e sulla
vitale industria “Zignago S. Margherita”.
Non mancano tuttavia angoli piacevoli di notevole interesse ambientale, suggeriti soprattutto dal corso d’acqua,
la Lugugnana, che attraversa tutte le località del comune e anche quelle limitrofe, per scendere poi nella laguna
di Bibione.
43
Die Errichtung u.a. der Hauptgebäude und der Kirche wurde vermutlich von dem Architekten Giovanni Battista
Balestra ausgeführt, der Mocenigo von Canova selbst
empfohlen worden war.
Das viel zu ehrgeizige und weitschweifige Projekt entpuppte sich als das Scheitern einer faszinierenden Utopie der Aufklärung, wenn auch der ganze Komplex nach
rationellen ja zweckmäßigen Bestimmungen geplant
worden war. Nach dem Aussterben der Familie Mocenigo, wurde der Komplex lange Zeit verlassen, schließlich
wurde er von dem Istituto Autonomo Case Popolari
in Venedig (eine Art Wohnungsbaugesellschaft) erworben
und wurde somit wenigstens vor der wachsender Verwahrlosung der Gebäude gerettet.
Sehr angenehm ist es, im nahegelegenen Park, nach neoklassischem Geschmack angelegt, auszuruhen, der die
sowohl landschaftlich, als auch geschichtlich sehr bedeutende Oase des Waldes von Alvisopoli (Oasi del Bosco
di Alvisopoli) einschließt.
Eine uralte Eiche (Nationales Naturdenkmal) neben der
Kirche Sant’Antonio in Villanova ist für die Augen von Naturliebhabern ein wirklicher Genuß.
Die tausend Jahre
alte Eiche von
Villanova. Links:
Alltagsgegenstände
in der
Ausstellung des
ethnographischen
Museums
VENETO ORIENTALE
Fossalta di Portogruaro
Un paesaggio sereno e tranquillo, che addolcisce l’animo
del visitatore nella pace di una natura generosa e di una
campagna predisposta a colture.
Ma ci si può inoltrare nelle valli Zignago, Perera, Grande o
Franchetti e Nuova: seguire il canale Nicessolo.
Siamo in un’area di sosta, svernamento e nidificazione
per molti uccelli acquatici.
Un mondo fatato.
44
Schließlich kann auch das Etnographische Museum von
Interesse sein, vielleicht doch der bestausgestattete und
interessanteste Museum der Region mit seinen Abteilungen über Berufe, Haus, Schule, Krieg, usw.
die landschaft
Die landschaft ist auch hier immer dieselbe wie im ganzen
östlichen Teil der Provinz Venedig, die sogenannte „Bassa“, d.i. niedrige Ebene, die sich vom Fluß Livenza bis zum
Fluß Tagliamento erstreckt, also eine vollkommen flache
Landschaft, die der Landwirtschaft mit dem Anbau von
wertvollen Weinreben, Mais und Weizen und der Verarbeitungsindustrie von „Zignago Santa Margherita“
besonders günstig ist.
Es fehlt aber nicht an faszinierenden Ecken von großem
landschaftlichem Interesse, die wie üblich von einem Wasserweg, in diesem Fall von dem Lugugnana, geschaffen
werden. Der Fluß durchfließt alle Ortschaften der Gemeinde und auch einige weitere naheliegende Ortschaften, bevor er in die Lagune von Bibione mündet.
Die landschaft ist heiter und ruhig, sie versüßt den Geist
des Besuchers durch die Ruhe einer freigiebigen Natur
und eines fruchtbaren Landes.
Weiter kann man noch in die Lagunenspiegel Zignago,
Perera, Grande, auch Franchetti genannt, und Nuova eindringen, wobei man den Kanal Nicessolo verfolgt.
Die Gegend ist Rast-, Überwinterungs- und Brutgebiet für
zahlreiche Vogelarten.
Auch für sie eine zauberhafte Gegend.
VENETO ORIENTALE
San Michele al Tagliamento/Bibione
Siamo ormai in un territorio dove è più evidente
l’incontro tra cultura veneta e cultura friulana,
segnato del resto da un passato storico che ha visto
spesso nel territorio spostarsi i confini da una regione
all’altra. A San Michele più che negli altri centri della
provincia di Venezia si sente la presenza friulana.
un po’ di storia
Scarne e oltretutto incerte sono le notizie sull’origine di
San Michele al Tagliamento. Infatti la prima vera notizia
storica è del 1337. Comunque in epoca romana doveva
esistere almeno un villaggio, dato che vi passava la grande arteria della Via Annia, e anche un piccolo centro sulle
isole del litorale. Si pensa, inoltre, che il primo nucleo sia
stato San Giorgio al Tagliamento, in quanto la sua pieve
dipendeva dalla diocesi di Concordia, che aveva giurisdizione ecclesiastica su tutto il territorio, mentre politicamente dipendeva dal Patriarcato di Aquileia. Oltre a San
Giorgio, è citata, nel 1190, anche Villanova della Cartera
e si sa che le località di Pradis era feudo, già dal secolo
X, dei signori Da Prata, che, secondo una bolla del 1186,
erano signori di Cesarolo. Nel 1420 tutto il territorio venne annesso alla repubblica di Venezia, e ciò modificò sia
l’amministrazione, sia la proprietà fondiaria: infatti nel
1430 i conti di Gorizia vendettero le loro proprietà di Villanova, San Mauro, San Giorgio, che passarono prima ai
Morosini, poi ai Malombra, infine ai Vendramin e quelle
di San Michele le vendettero ai Mocenigo. Nel 1807, dopo
che Venezia era caduta, il Comune di San Michele fu assegnato alla provincia di Venezia.
Il fiume Tagliamento
45
Wir befinden uns hier in einem Gebiet, wo das Treffen
von venezianischer und friaulanischer Kultur am
auffallendsten ist und wo übrigens die Vergangenheit
schon mal auf der Karte die Grenzen der Regionen hat
sich bewegen gesehen. In San Michele spürt man mehr
als bei anderen Zentren der Provinz Venedig die Nähe
zum Friaul.
ein wenig geschichte
Die ersten Nachrichten über den Ursprung von San Michele al Tagliamento sind sehr dürftig und dabei auch äußerst ungewiß, denn die erste geschichtlich ernstzunehmende Nachricht über die Stadt ist von 1337. Doch zur
Zeit der Römer mußte wenigstens ein kleines Dorf hier
vorhanden sein, denn die große Verbindungsstraße, die
Via Annia, durchquerte das Gebiet und erreichte sogar ein
kleines Zentrum auf den Inseln der Küste. Manche meinen
sogar, daß der erste Kern in San Giorgio al Tagliamento zu
suchen sei, denn seine Pfarre hing damals von der Diözese Concordia ab, die ihre kirchliche Jurisdiktion über
das gesamte Gebiet erstreckte, während die politische
Macht in den Händen des Patriarchen von Aquileia lag.
Außer San Giorgio ist auch Villanova della Cartera schon
1190 erwähnt, und man weiß, daß die Ortschaften von
Pradis schon ab dem 10. Jh. Lehengüter der Herren Da
Prata waren, die, laut einer Bulle von 1186, auch die Herren von Cesarolo waren. 1420 wurde das ganze Gebiet an
die Republik Venedig angeschlossen, was sowohl die Verwaltung, als auch den Grundbesitz grundlegend änderte:
denn die Grafen von Görz verkauften 1430 ihre Besitztümer in Villanova, San Mauro, San Giorgio, die zunächst
auf die Familie Morosini, dann auf die Familien Malombra und schließlich Vendramin übergingen, während die
Grundstücke in San Michele von der Familie Mocenigo
erworben wurden. 1807, nach dem Fall der Republik Venedig, wurde die Gemeinde San Michele an die Provinz
Venedig angeschlossen.
sehenswürdigkeiten
San Michele al Tagliamento, mit seinen Ortschaften Cesarolo, San Giorgio, Villanova, San Mauro und Pradis, hat
trotz seiner langen Geschichte nur sehr wenig davon
bewahren können, denn vieles ist durch die Luftbombardierungen im zweiten Weltkrieg (1944-45) verloren gegangen. Sein geschichtliches und kulturelles Vermögen ist
deshalb stark verringert worden.
San Michele hat nach dem Krieg sein Stadtgesicht wieder
aufgebaut, deshalb zeigt es sich sehr modern, heiter und
ordentlich.
Ein merkwürdiges Bild einer kleinen Stadt mit einer ei-
Der Fluß Tagliamento
VENETO ORIENTALE
San Michele al Tagliamento/Bibione
Una statua
e a destra un platano
centenario nel parco
di Villa Mocenigo
da visitare
San Michele al Tagliamento, con le sue località di Cesarolo, San Giorgio, Villanova, San Mauro, Pradis, pur avendo
avuto una sua lunga storia, di questa ha potuto conservare molto poco, a causa delle distruzioni prodotte dai
bombardamenti aerei nella seconda guerra mondiale
(1944-45). Il suo patrimonio storico-culturale, perciò, risulta gravemente impoverito.
San Michele ha ricostruito il suo tessuto urbano, che si
presenta con un volto moderno, ilare e ordinato.
Un ambiente caratteristico di piccola cittadina dalla precisa fisionomia, che vuole crescere mantenendo però la
propria identità.
È bello quindi percorrere le sue vie e soffermarsi poi alla
Chiesa di San Michele, di struttura neoclassica, nella quale purtroppo è rimasta solo la secentesca pala di
Sant’Anna, la cui attribuzione un tempo al Piazzetta
non trova oggi più credito presso gli studiosi.
Maggiore interesse per una visita la merita invece senz’altro la Chiesa di Santa Elisabetta, detta dell’Agnolina,
quattrocentesca.
Infatti si possono vedere due affreschi rinascimentali,
che raffigurano la Madonna e la Trinità e l’Annunciazione.
Non si può neppure trascurare l’Oratorio dei Santi Bellino e Mauro, del 1678, a San Mauretto, perché sono da
vedere soprattutto le tele settecentesche che rappresentano la Madonna tra S. Bellino e San Mauro, Sant’Antonio, San Michele, San Carlo e San Francesco, oltre a una
bella cattedra in legno, databile con ogni probabilità
verso il 1770.
Ma attenzione particolare va alla neoclassica Chiesa di
San Giorgio, della prima metà dell’Ottocento, nella quale spicca l’altar maggiore, settecentesco, e gli angeli,
opera veramente pregevole di scultura di Battista Groppelli. Di scultori del Settecento sono pure una Madonna
e un San Rocco.
È certo che si tratta di altare e statue appartenenti all’antica chiesa, come anche le tele di Sant’Urbano tra San
Sebastiano e Sant’Osvaldo e di San Rocco , mentre è opera
di Antonio Masutti la pala di San Valentino, datata 1844.
Per quanto riguarda il campo dell’architettura,
anche nel territorio di San Michele al Tagliamento c’è stata la presenza di alcune ville dalla
tipologia formale tipica dell’architettura veneta
di questo settore.
Certamente di spicco la Villa Mocenigo, attribuita a Baldassare Longhena, della quale purtroppo rimangono da vedere solo le barchesse, vicino al fiume.
Ma poi chi volesse percorrere ancora con par-
46
genen Persönlichkeit, die groß werden möchte, ohne ihre
Identität dabei zu verlieren.
Es ist also schön in den Straßen der Stadt zu spazieren und
dabei zum Beispiel vor der neoklassischen Kirche San
Michele zu halten, worin aber nur ein Altarbild mit
der heiligen Anna vom 17. Jh. übriggeblieben ist. Das
Bild war einst dem Maler Piazzetta zugeschrieben, heute
aber ist diese Meinung unter Forschern sehr umstritten.
Viel interessanter ist ein Besuch der Kirche der heiligen
Elisabeth aus dem 15. Jh., die auch Chiesa dell’Agnolina
genannt wird.
Darin kann man beispielsweise zwei Fresken aus der
Zeit der Renaissance sehen, die die Madonna mit der
Dreifaltigkeit und eine Verkündigung zeigen.
Auch ein Besuch der Kapelle der heiligen Bellino und
Mauro, gebaut 1678 in San Mauretto, sollte nicht versäumt werden, denn sie besitzt einige Gemälde aus dem
18. Jh., die die Madonna und die heiligen Bellino, Mauro,
Anton, Michael, Karl und Franz darstellen,
und eine schöne Kanzel aus Holz, die
sehr wahrscheinlich von der Zeit um 1770
stammt.
Besondere Aufmerksamkeit verdient die
neoklassische Kirche San Giorgio von
der ersten Hälfte des 19. Jh., worin der
Hauptaltar aus dem 18. Jh. und die Engel, ein wirklich wertvolles Werk des Bildhauers Battista Groppelli, hervorstechen.
Auch eine Statue der Madonna und des
heiligen Rochus sind vom 18. Jh.
Einstimmig hält man den Altar und die
Statuen für Teile der Ausstattung der alten
Kirche, wie übrigens auch die Gemälde mit
dem heiligen Urban zwischen den heiligen
Sebastian und Oswald, und dem heiligen
Rochus, während das Altarbild mit dem
heiligen Valentin von Antonio Masutti von dem Jahr 1844
stammt.
Was die Architektur betrifft, hat es auch im Gebiet von
San Michele al Tagliamento manche Villen gegeben, die
nach dem traditionellen Baumodell für diese Art von
Landhäusern gebaut wurden.
Sicherlich war die Villa Mocenigo eine der wichtigsten,
die dem Architekten Baldassarre Longhena zugeschrieben
wurde und von der leider nur die Lagerhäuser (Barchesse) am Fluß zu sehen bleiben.
Wer dann aber San Michele weiter erkundschaften möchte, könnte ohne weiteres auch von anderen Gebäuden,
die vor der Zerstörung gerettet wurden, oder von interessanten Bauernhäusern angezogen werden, die durch
Fresken verschönert sind, die der Volkskultur der Gegend
eigen sind.
Platane im Park der
Villa Mocenigo. Links:
Statue im Park
VENETO ORIENTALE
San Michele al Tagliamento/Bibione
ticolare curiosità San Michele, sarebbe senz’altro attratto
anche da altri antichi edifici scampati alle distruzioni e
da interessanti case coloniche abbellite da affreschi, che
fanno parte della cultura popolare del territorio.
Bibione
Le Barchesse
di Villa Mocenigo
sotto, la spiaggia
di Bibione
e le Terme
Naturalmente fiore all’occhiello di San Michele al Tagliamento, universalmente conosciuto, è Bibione, la cui bellissima spiaggia è tra il faro sulla foce del Tagliamento e
Bibione Pineta, rasente il Canale dei Lovi.
Siamo all’estremo lembo orientale della provincia, sulla
lingua di sabbia tra la bocca di porto di Baseleghe a ovest
e la foce del Tagliamento a est.
Bibione offre una spiaggia sabbiosa e bassa, che si stende per
vari chilometri uniformemente in
lunghezza e per centinaia di metri in profondità.
Ci si può allontanare per diverse
decine di metri prima di perdere il
contatto con il fondo marino.
La spiaggia di Bibione ha ormai
un grande movimento turistico e
di prim’ordine fra le spiagge italiane, dovuto da un lato all’ambiente naturale particolarmente
favorevole, alla pulizia delle sue
acque, alle condizioni climatiche,
alla felice accessibilità, e dall’altro
lato alle notevoli capacità imprenditoriali che riescono a rinnovare
l’offerta secondo le esigenze e le
richieste crescenti della clientela
italiana e straniera, innalzando al
meglio i livelli qualitativi.
Bibione ha quindi un’organizzazione ricettiva che ha tutto
ciò che oggi un ospite si attende per un soggiorno piacevole, divertente e rilassante, anche con le sue Terme per
la cura e il benessere di tutto il corpo.
il paesaggio
Ma chi voglia estraniarsi dalla affollata spiaggia per
Bibione
47
Selbstverständlich ist das weltberühmte Bibione die Blume am Knopfloch von San Michele al Tagliamento: sein
wunderschöner Strand erstreckt sich vom Leuchtturm an
der Mündung des Tagliamento bis hin zum Pinienwald am
Kanal dei Lovi.
Wir befinden uns hier noch an der äußersten östlichen
Grenze der Provinz auf einer Landeszunge zwischen dem
Hafeneingang bei Baseleghe im Westen und der Mündung des Tagliamento im Osten.
Bibione bietet einen sandigen, niedrigen Strand, der sich
über etliche Kilometer gleichmäßig in Länge und Tiefe erstreckt.
Man kann mehrere dutzend Meter in das Meer gehen, bevor man den Kontakt zu dem Meeresboden verliert.
Der Strand von Bibione erlebt schon seit vielen Jahren
einen ständigen Zustrom von Touristen und zwar zahlenmäßig einen der größten Italiens; dieser Erfolg erklärt sich
einerseits durch die besonders günstige geographischmorphologische Lage, die Sauberkeit des Wassers, die Klimabedingungen, die einfache Erreichbarkeit, andererseits
durch den bemerkenswerten Unternehmergeist, der das
Angebot immer erneuern kann, indem er es an die Bedürfnisse und die steigenden Forderungen der italienischen
und ausländischen Kundschaft durch das ständige Erhöhen des Qualitätsniveaus anpaßt.
Bibione hat also einen Unterkunftsbestand, der alles
bieten kann, was heutzutage ein jeder Kunde für einen
angenehmen, unterhaltenden und erholenden Aufenthalt
erwarten kann; sogar eine Thermalanlage steht heute
dem Gast zur Verfügung, damit Körperpflege und Wohlbefinden nicht vernachlässigt werden.
die landschaft
Wer aber sich von dem überfüllten Strand entfernen
möchte, um einen ruhigeren Platz zu genießen, der findet
prompt die offene Schönheit der Lagune und der vielen
grünen Flächen in den trockengelegten Gebieten.
Zwischen Caorle und Bibione sind viele breite Lagunenspiegel zu entdecken.
Das Land in den trockengelegten Gebieten zeigt noch
deutlicher die alten, seltenen Ansiedlungen, die hie und
da zerstreut sind.
Als ein Überbleibsel gilt der alte Relikt des Küstenwaldes,
der sogenannten Valle Grande.
Es handelt sich um einen Steineichenwald, der an einer alten Dünenkette, die vor dem Meer durch einen Pinienwald
geschützt war, entstand und der durch die freundlicheren
Bedingungen, die von den naheliegenden Sümpfen und
Lagunenspiegeln geschaffen wurden, lange bestehen
konnte.
Die Barchesse von
Villa Mocenigo.
Unten: der Strand
von Bibione
VENETO ORIENTALE
San Michele al Tagliamento
Aspetti del paesaggio
agrario e lagunare
godere un ambiente tranquillo, trova subito la bellezza
aperta della laguna, di tante aree verdi di bonifica. Si può
percorrere ampie valli tra Caorle e Bibione. La campagna
nelle parti bonificate mette ancora in risalto i più vecchi e
radi gangli abitativi, sparsi in una rete assai larga.
C’è il relitto di un antico bosco litoraneo, quello di Valle
Grande. Si tratta di una lecceta instauratasi su un antico
cordone di dune protette verso il mare da una pineta e
soggetto alle condizioni più miti dalla presenza degli stagni adiacenti e dalle valli lagunari. È un mondo indescrivibile, dove è ancora possibile sostare in pace.
Ma poi la costa veneta è costellata di formazioni boschive
artificiali, pinete di pino marittimo, d’aleppo e domestico.
La pineta di Bibione ha dunque i popolamenti di Valle
Grande e Capocaccia, completati
da una vasta pineta artificiale di pino
domestico.
Quanti percorsi in mezzo a una pianura dalle mille sorprese, dove poi il
corso del Tagliamento disegna ampi
meandri e i suoi sedimenti creano un
apparato deltizio lungo le coste venete e friulane, dove sorgono i centri
balneari di Lignano Pineta a est e di
Bibione a ovest.
Sono luoghi da percorrere con calma,
passeggiando o correndo in bicicletta,
così da poter vedere anche, soprattutto
all’estremità ovest di Bibione, i caratteristici “casoni”, abitazioni stagionali
dei pescatori, fatte di canne palustri.
Insomma è tutto un paesaggio agrario
e lagunare dal fascino inatteso, perché
si passa attraverso una rete di appezzamenti e case coloniche sparse qua e là o di vari insediamenti che si concentrano soprattutto vicino alle foci dei fiumi o di valli da
pesca e barene.
48
Es ist eine unbeschreibliche Welt, wo man noch in aller
Ruhe rasten kann.
Doch die venezianische Küste ist fast gänzlich von solchen künstlichen Wäldern aus Strandkiefern, Aleppo-Kiefern und Hauspinien gesäumt.
Der Pinienwald von Bibione besitzt also zwei Kerne in
Valle Grande und Capocaccia, die durch einen weitschweifigen Wald aus Hauspinien miteinander verbunden
und ergänzt werden.
Wieviele Wege bieten sich dem Besucher mitten in einer
überraschungsreichen Natur, wo der Tagliamento auf seinem Lauf weite Biegungen macht und seine Sedimente
eine Mündungslandschaft an den venezianischen und
friaulanischen Küsten hervorbringen, wo die Badeorte
Lignano Pineta im Osten
und Bibione im Westen
sind.
Am besten entdeckt man
diese Orte in aller Ruhe,
vielleicht bei einer Wanderung oder auf dem
Fahrrad, so daß man an
der westlichen Spitze
der Halbinsel von Bibione auch die typischen
„Casoni“, die aus Schilf
gebauten Jagdhütten der
Fischer und Jäger, sehen
kann.
Mit wenigen Worten, die
ländliche Landschaft und
die landschaft der Lagunen zeigen hier ihr faszinierendes Gesicht, denn man durchquert Äcker, sieht hie
und da Bauernhäuser oder kleinere Dörfer, die an Flußmündungen oder an Fischbecken und Lagunenbänken
ganz nah liegen.
Ansichten von
Feldern und Lagune
am Tagliamento
Ricerca storica e testi
prof. Eliseo Carraro
Coordinatore progetto
Roberto Masetto
collaborazione editoriale del Settore Turismo
della Provincia di Venezia
Traduzioni
Robert Campello e Monica Capiotto
Immagini
dagli archivi delle APT e dei Comuni della Provincia di Venezia,
foto su concessione del ministero per i beni e le attività culturali,
Publileo.
Divieto di riproduzione o duplicazione
Cura editoriale
Publileo srl Mira
Itinerari realizzati
dall‘U.N.P.L.I. Pro Loco veneziane
con il contributo straordinario
della Regione Veneto
e il Patrocinio della Provincia di Venezia
© 2007 U.N.P.L.I. Venezia e Publileo srl
Stampato in Italia
L’editore si dichiara disponibile a regolare eventuali pendenze riguardanti materiale iconografico con gli
aventi diritto che non sia stato possibile identificare.
PROVINCIADIVENEZIA
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