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INTERBERRY: PICCOLI FRUTTI, GRANDI BENEFICI INTERBERRY

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INTERBERRY: PICCOLI FRUTTI, GRANDI BENEFICI INTERBERRY
RICERCA/PICCOLI FRUTTI
Finanziato dalla PAT un nuovo importante progetto di ricerca
TERRA TRENTINA
INTERBERRY: PICCOLI FRUTTI,
GRANDI BENEFICI
26
“Interberry” è un progetto
interdisciplinare integrato per
il miglioramento qualitativo dei
piccoli frutti e lo studio di nuovi prodotti di trasformazione ad
elevato valore aggiunto. Il convegno di presentazione si è
svolto il cinque e il sei agosto
scorsi a Pergine Valsugana,
presso la sala conferenze di
APA Sant’Orsola: si tratta di un
progetto finanziato dal Fondo
Unico per la Ricerca della Provincia Autonoma di Trento e
che coinvolge importanti centri di ricerca quali l’Istituto
Agrario di San Michele all’Adige - che svolge il ruolo di ente
capofila - e due Istituti, uno
polacco - il Sadowniczy ZakBad Do[wiadczalny - Instytutu
Sadownictwa i Kwiaciarstwa di
Brzezna - ed uno rumeno - il
Dezvoltare Pentru Pomicultura
Maracineni di Potesti - da decenni attivi nella ricerca su piccoli frutti e nel miglioramento
genetico. Ma Interberry potrà
contare anche sul contributo
dell’Istituto di Biofisica dell’ITC
- CNR Sezione di Trento e sull’esperienza dell’Associazione
Produttori Sant’Orsola. Un importante ruolo sarà svolto infine dalla Macè-Suchet, un’azienda di Gardolo impegnata
nello sviluppo di innovative
tecniche di produzione che
consentano il mantenimento
delle proprietà organolettiche
e dei benefici salutistici della
frutta.
Collaborazione internazionale
e integrazione di conoscenze e
specialità apparentemente
molto lontane tra loro sono
dunque i punti forti del proget-
to Interberry, teso ad incrementare il mercato dei piccoli frutti
nel settore del fresco ed in
quello dei trasformati. L’idea è
quella di avviare una fine caratterizzazione del materiale
vegetale e di perfezionare alcuni processi chiave della fase
di trasformazione e conservazione, al fine di garantire prodotti di elevata qualità e ad alto
valore nutrizionale. Non soltanto, quindi, uno sforzo per
ottimizzare la shelf life - ovvero la durata del frutto nella confezione - per il fresco, ma anche l’intento di mettere a punto prodotti innovativi a base di
piccoli frutti: quarta gamma e
trasformati (succhi, macedonie), che possano preservare le
caratteristiche nutrizionali ed
aromatiche del frutto fresco.
A questo fine, il progetto si occuperà della valutazione delle
migliori combinazioni in termini di caratteristiche agronomiche e produttive, di valori
nutrizionali e tracciabilità sull’intera catena di produzione
delle diverse specie di piccoli
frutti particolarmente interessanti per il territorio trentino. La
nostra regione si sta, infatti,
guadagnando un ruolo sempre
più rilevante per la produzione di piccoli frutti, soprattutto
per quanto riguarda il lampone e il mirtillo gigante, con un
costante incremento che ne ha
fatto ormai il primo produttore
nazionale (Grafico 1).
Pur poggiando su un solido
impianto unitario, il progetto si
articola in diversi pacchetti di
lavoro che ne evidenziano le
specifiche linee di ricerca: Ri-
Una collaborazione
internazionale ed
interdisciplinare alla
ricerca dei principi
attivi presenti
nei piccoli frutti che ci
aiuteranno a vivere
meglio e più a lungo.
Un progetto con forte
valenza applicativa
a sostegno
delle produzioni
del Trentino,
sia nel campo
dei prodotti freschi
che dei trasformati.
Nicola Zuin
Lara Giongo
Fulvio Mattivi
Istituto agrario di San Michele a/A
sorse genetiche vegetali, Caratterizzazione nutrizionale e
tracciabilità, Mercato fresco,
Tecnologie di estensione del
periodo di shelf life (Scheda in
calce).
L’Istituto polacco e quello rumeno collaboreranno con San
Michele in particolare nell’ambito del workpackage “Risorse
Genetiche Vegetali”: entrambi
possiedono infatti collezioni di
germoplasma di elevato interesse a livello europeo ed entrambi sono costitutori di varietà di piccoli frutti di notevole
importanza, tra le quali, per citare due esempi, le cultivar di
lampone Polka e Polana.
Le tre diverse unità operative
si dedicheranno alla selezione
e caratterizzazione di accessioni di elevata qualità, dall’alto
contenuto in antiossidanti e in
aromi, che siano in grado di
mantenere le loro caratteristiche il più a lungo possibile.
Essendo paesi in cui gli standards industriali e di produzione sono molto diversi, così
come lo sono i costi di produzione, la cooperazione tra Italia, Romania e Polonia all’interno del progetto ha inoltre lo
scopo di ottimizzare il mercato dei piccoli frutti, sia nelle
vicinanze delle aree di produzione, sia lontano da esse.
Dal punto di vista agronomico,
in Trentino il progetto ha l’ambizione di rispondere tangibilmente a necessità specifiche
per ciascuna specie, operando
prevalentemente sulla selezione varietale mirata alla qualità
del frutto. Identificare le cultivar di maggior pregio per le
diverse condizioni pedoclimatiche trentine è una necessità
indifferibile che implica la caratterizzazione di genotipi che
consentano una produzione di
qualità, estesa nel tempo,
quantitativamente rilevante,
ma che soprattutto si possa distinguere da altre produzioni
per le caratteristiche intrinseche del prodotto. A tali categorie caratterizzanti è ascrivibile
appunto il contenuto di antiossidanti, sia in termini quantitativi sia qualitativi al fine di
rispondere a specifiche richieste di benefici salutistici: si è
potuto constatare, infatti, che
numerosi fattori agronomici
possono marcatamente influenzare la capacità antiossidante ed il contenuto in composti fenolici dei piccoli frutti.
Testare sul territorio trentino
tali caratteri fornirà un dato di
grande importanza.
Oltre a questo, deve continuare la ricerca di accessioni appartenenti ai diversi generi che
possano ottimizzare tratti produttivi in relazione alle esigenze specifiche dei coltivatori locali. Ad esempio va sviluppata
l’offerta varietale in fragolicoltura volta alla costituzione di
materiale resistente al freddo e
conducibile con un basso impatto ambientale, prestando
specifica attenzione a quanto
concerne le resistenze a funghi.
La selezione, poi, deve colmare la notevole e risaputa differenza qualitativa tra lampone
unifero e lampone rifiorente.
Così come si devono trovare cv
di mora che siano resistenti al
freddo e qualitativamente apprezzabili. Inoltre, per il periodo di produzione più tardivo
non vi sono da decenni ricambi o introduzioni varietali nuove di mirtillo gigante. La con-
servazione del ribes – sia esso
rosso o bianco – rappresenta
ancora un ostacolo non del tutto superato. Infine, il mantenimento delle qualità nutrizionali
dopo i processi trasformazione dei piccoli frutti non è ancora ottimale.
Offrire un panorama varietale
all’interno del quale la scelta
dei produttori trentini possa
essere garantita dal punto di
vista qualitativo sarà un obiettivo su cui i gruppi di Interberry
che si occupano di risorse genetiche si concentreranno nella valutazione e caratterizzazione di germoplasma il più possibile diversificato per poter
meglio rispondere alle diverse
richieste.
In fase di post raccolta verranno utilizzate nuove metodiche
e tecnologie volte al controllo
di processi degradativi e alla
massimizzazione dell’efficacia
del processo di conservazione
dei frutti: attraverso innovative
tecniche sensoriali ed analitiche, si studieranno le reazioni
correlate alla variazione di colore, sapore, tessitura della polpa e contenuto nutrizionale.
Questo particolare ambito del
progetto Interberry vede coinvolta in primo luogo l’Unità
operativa Tecnologie Alimentari e Microbiologia dell’Istituto Agrario di S. Michele, che già
da tempo ha intrapreso un’attività tesa allo studio dei profili
volatili di prodotti agroindustriali, sia con metodiche sensoriali sia con metodiche strumentali (nasi elettronici e PTRMS -Proton Transfer ReactionMass Spectrometry- in particolare).
Il modulo dedicato più specificamente alla caratterizzazione analitica dei piccoli frutti si
articolerà invece in tre attività
parallele: 1) Caratterizzazione
dei composti che caratterizzano le proprietà salutistiche delle bacche fresche, 2) Caratte-
TERRA TRENTINA
Grafico 1
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RICERCA/PICCOLI FRUTTI
Cultivar di fragole al campo sperimentale di Vigolo Vattaro
TERRA TRENTINA
rizzazione dei composti volatili emessi dalle bacche fresche
e 3) Tracciabilità dell’origine
geografica. Questo modulo
dovrà fornire una serie di strumenti per conoscere, valorizzare e misurare in maniera oggettiva la qualità dei piccoli frutti
e dei trasformati da essi ottenuti, sottolineando anche lo
stretto legame tra la qualità del
prodotto ed il territorio.
I workpackages Mercato fresco
e Tecnologie di estensione del
periodo di shelf life prevedono il coinvolgimento di aziende di produzione (Associazione Produttori Agricoli Sant’Orsola di Pergine) e aziende impegnate nel settore della quarta gamma attive nella messa a
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Cv di Ribes Rosso Redpoll
punto di tecniche innovative
per la stabilizzazione dei prodotti a bassa temperatura
(Macè-Suchet di Gardolo). Lo
sforzo in questa direzione ha
come scopo ultimo la creazione di una nuova azienda trentina che possa sviluppare i risultati industriali del progetto
in collaborazione con i produttori locali.
Al fondo dell’intero progetto
Interberry sta la consapevolezza del valore nutrizionale e
salutistico che sempre più si
riconosce ai piccoli frutti. Recenti studi del Centro di Ricerca USDA-HNRCA sulla Nutrizione Umana ed Invecchiamento della Tufts University di
Boston coordinati dal prof.
James Joseph, hanno infatti dimostrato che, in aggiunta ai
loro noti effetti inibenti sul cancro e sulle patologie cardiache,
alcuni composti naturali presenti in cibi ricchi di antiossidanti, quali fragola, spinaci e
mirtillo americano, possono
migliorare il decorso dell’invecchiamento neuronale, con effetto benefico su diversi parametri comportamentali che si
riducono con l’età, quali l’equilibrio, la coordinazione, la memoria di lavoro e la memoria
di riferimento. Nel 2003, inoltre, è stata dimostrata sperimentalmente la capacità degli
estratti di mirtillo americano di
prevenire i sintomi del decorso dell’Alzheimer in due diverse linee di topi transgenici predisposti allo sviluppo di questa patologia. Questi incoraggianti risultati possono verosimilmente essere attribuiti alla
capacità di alcuni microcostituenti del mirtillo americano di
raggiungere il cervello e di ridurne la suscettibilità agli effetti
di lungo termine dello stress
ossidativo e dei processi infiammatori, che sono alla base
dei processi degenerativi. Il
mirtillo americano è perciò particolarmente raccomandato nel
programma “5 A Day The Color
Way” che rappresenta la più
grande iniziativa di educazione alimentare pubblica e privata avviata negli USA, con
l’obiettivo di aumentare entro
il 2010 il consumo di frutta e
verdura ad almeno 5 porzioni
al giorno per il 75% degli Americani. Il criterio centrale di
questo programma prevede
che i consumatori scelgano
giornalmente gli alimenti in
base al colore (arancione, bianco-giallo, verde, rosso, blu) ed
il mirtillo americano è diventato, anche sulla scorta di queste
ricerche, la scelta elettiva per il
colore blu. Altri studi condotti
recentemente in Italia hanno
Vaschette di piccoli frutti freschi prodotti in Trentino
Cv di Lonicera.
Cv di mirtillo gigante Jubilee
portato forti elementi a supporto dell’ipotesi che i microcostituenti del mirtillo responsabili
di questa azione possano essere i pigmenti antocianici, rappresentati in questo frutto da
una complessa miscela con
fino a 26 diversi costituenti. Ma
gli antociani sono costituenti
largamente presenti anche in
lampone, ribes rosso, fragola e
ciliegia. Essi caratterizzano il
colore dei frutti di bosco, che
sono presenti da millenni nella alimentazione umana.
Ecco allora qual è il senso ultimo
di Interberry: approfondire le
nostre conoscenze relative ai
componenti presenti nei piccoli
frutti e agli effetti benefici che
possono esercitare sul nostro organismo, al fine di valorizzare attraverso un mirato lavoro di miglioramento genetico le accessioni che maggiormente possiedono queste qualità e meglio le
conservano nel tempo.
Ente Capofila: Istituto Agrario di San Michele all’Adige
Titolare Responsabilità Amministrativa: Basilio Borghi (Direttore del Centro Sperimentale
Istituto Agrario di San Michele all’Adige)
Coordinamento Scientifico: Lara Giongo (Istituto Agrario di San Michele all’Adige)
Enti Partecipanti (referente):
· Istituto Agrario di San Michele all’Adige (Fulvio Mattivi);
· ITC-CNR, Sezione di Trento (Mauro Dalla Serra);
· Institutul de Cercetare – Dezvoltare Pentru Pomicultura Maracineni, FRUIT PITESTI, Pitesti, Arges,
Romania; (Paulina Mladin);
· Sadowniczy Zak_ad Doœwiadczalny - Instytutu Sadownictwa i Kwiaciarstwa - Brzezna Sp. z
o.o.; Podegrodzie, Polonia; (Jan Danek)
· APA Sant’Orsola, Pergine Valsugana, (Ilario Ioriatti)
· Macè-Suchet, sedi di San Carlo, Ferrara, Spini di Gardolo, Trento. (Giovanni Gallerani)
Le attività sono state articolate in cinque work packages:
Wp1. Project management: coordinamento tecnico scientifico, divulgazione risultati;
Wp2. Risorse genetiche vegetali: reperimento e conservazione delle cultivar, caratterizzazione,
biovalutazione, panel tests;
Wp3. Caratterizzazione nutrizionale e tracciabilità: valutazione fitochimica (antiossidanti e aromi), analisi di tracciabilità;
Wp4. Mercato fresco: identificazione e valutazione cultivar interessanti, conduzione coltivazione
sperimentale integrato e biologico, analisi di mercato;
Wp5. Tecnologie di estensione del periodo di shelf life: messa a punto di nuovi prodotti a base di
piccoli frutti, valutazione strategie di marketing, applicazione di tecnologie a basse temperature per produzione di succhi freschi non pastorizzati.
TERRA TRENTINA
PROGETTO
PROGETTO INTERBERRY
INTERBERRY
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