Comments
Description
Transcript
regola di vita
regola di vita Per una… 1 0. Dipende… dall’IO Nella stanza degli interrogatori della polizia Joker: Batman: Joker: Batman: Joker: Batman: Joker: Batman: Joker: La loro moralità, i loro principi sono solo uno stupido scherzo. Li mollano quando cominciano i problemi. Sono bravi soltanto quando il loro mondo gli permette di esserlo. Te lo dimostro. Quando le cose vanno male, queste persone civili e per bene, si sbranano, tra di loro. Vedi io non sono un mostro, sono in anticipo sul percorso. Dov’è Denth Tu hai tutte le tue regole. Pensi che ti salveranno? Io ho una sola regola. E allora la dovrai infrangere per vedere la verità. Quale verità? Che l’unico modo sensato di vivere è non avere regole? E stasera infrangerai la tua unica regola Ci sto pensando. Ormai mancano solo alcuni minuti e devi stare al mio giochino se vuoi salvare uno di loro. Per un po’ prima ho pensato che fossi davvero Denth. Per come ti sei lanciato dietro di lei. Nella stanza dell’ospedale dove è ricoverato Denth ormai sfigurato Joker: Ciao!!! Sai io non voglio che ci siano dei rancori fra di noi, Arley. Quando tu e… Denth: Reichell Joker: Reichell venivate portati via, io ero seduto in gabbia da Gordon, non ho fatto esplodere io quelle cariche! Denth: I tuoi uomini. Un tuo piano. Joker: Ti sembro davvero un tipo da fare piani? Lo sai cosa sono. Sono un cane che insegue le macchine, non saprei cosa farmene se le prendessi. Io agisco e basta. La mafia ha dei piani, la polizia ha dei piani, Gordon ha dei piani. Loro sono degli opportunisti, opportunisti che cercano di controllare i loro piccoli mondi. Io non sono un opportunista, io cerco di dimostrare agli opportunisti quanto siano patetici i loro tentativi di controllare le cose. Quindi quando dico vieni qui, Gli stringe con entrambe le mani la mano che con te e la tua ragazza non c’era niente di personale, capisci che dico la verità. Slega i polsi di Denth dal letto Sono gli opportunisti che ti hanno messo dove sei. Anche Tu eri un opportunista. Avevi dei piani, e guarda dove ti hanno portato Denth si ribella e cerca di pestarlo Io ho solo fatto quello che so fare meglio. Ho preso il tuo bel piano e l’ho ribaltato contro di te. Guarda cosa ho fatto a questa città con qualche bidone di benzina e un paio di pallottole. Ho notato che nessuno entra nel panico quando le cose vanno secondo i piani. Anche se i piani sono mostruosi. Se domani dico alla stampa che un teppista da strapazzo verrà ammazzato, o che un camion pieno di soldati esploderà, nessuno va nel panico, perché fa tutto parte dei piani. Parte del piano. Ma quando dico che un solo piccolo sindaco morirà allora tutti perdono la testa Estrae al pistola e la mette nelle mani di Denth Se introduci un po’ di anarchia, se stravolgi l’ordine prestabilito. A questo punto tutto diventa caos. Sono un agente del caos. Ma sai quel’è la cosa bella dei caos. È equo. (Tratto da Batman, Il cavaliere oscuro, 2008 di Christopher Nolan) 2 ..o come sono relative le verità assolute. Che il bianco sia bianco e il nero sia nero che uno e uno facciano due perchè i numeri sono esatti... Che il bianco sia bianco e che il nero sia nero che uno e uno siano due Che la scienza dice il vero… Dipende. Dipende Che qui siamo in prestito (=siamo di passaggio) che oggi il cielo è nuvoloso, che uno nasce e dopo muore, e questo racconto è terminato... come nuvole nell’aria si nasce e poi si muore Questa vita è straordinaria Dipende, da che dipende, tutto dipende a secondo di come lo guardi. Da che punto guardi il mondo tutto dipende Che con il passare del tempo il vino si faccia buono, che tutto quello che si alza si abbassa, da giù a su e da su a giù... Ma che bello è questo amore specialmente in primavera che domani sorge il sole perché siamo in agosto… Dipende. Dipende. Non ho mai vissuto niente che mi piaccia come te e non troverai nessuno che ti ami come me… Che tu non abbia conosciuto nessuno che ti baci come me, che non c'è nessun'altro uomo al mondo che si beneficia di te... Dipende. Che voglia dirti di si ogni volta che apri bocca, che ti faccia molto felice che oggi sia il giorno del tuo matrimonio... Dipende. E se tu dirai di sì con il suono della voce mi vedrai come morir inchiodato alla tua croce… Dipende. Dipende. In balia di CHI ? Dittatura dell’IO… Non/Mi sento Non/Ho Voglia Non/Mi Piace Non/Penso E la realtà? 3 1. Le colonne Mt 7,21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. 24 Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. 26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 4 2. I Testimoni "Il progetto di vita del giovane Francesco di Sales" Il giovane studente si rese conto che i pericoli per l'anima ed il corpo insidiano ad ogni momento a chi vive in centri tanto pieni di gente, e con l'aiuto del suo Confessore il Padre Possevino, e guidato per il suo libretto preferito, Il Combattimento Spirituale, si abbozzò un programma di vita o Piano Spirituale per sapere come doveva comportarsi ogni giorno ed in ogni occasione. Lo scrisse e lo leggeva frequentemente. 1. Ogni mattina fare l'Esame di previsione: che consiste nel pensare che lavori, che riunioni, che conversazioni ed occasioni speciali si potranno presentare in quel giorno e pianificare come comportarsi in ognuno di quei momenti. 2. A mezzogiorno visitare il Santissimo Sacramento in qualche Chiesa e fare l'Esame Particolare circa il mio difetto dominante, per vedere se sto combattendolo e se sto tentando di praticare la virtù contraria a lui.1 3. Nessun giorno senza meditazione. Per mezz'ora mi dedico a pensare ai favori che Dio mi ha concesso, alle grandezze e bontà di Nostro Signore, alle verità che insegna il Sacra Bibbia o agli esempi ed insegnamenti dei santi. Ed alla fine della meditazione scelgo qualche pensiero per girarlo a ricordare durante il giorno e fare un breve proposito di come comporto in queste 12 ore. 4. Ogni giorno pregare il Sacro Rosario. Non smetterlo di pregare nessun giorno della mia vita.2 5. Nel mio tratto con gli altri essere gentile ma moderato. Preoccuparmi più di far parlare gli altri di quello che interessa loro che per parlare io. Quello che dico lo so già. Ma quello che essi dicono può aiutarmi a crescere spiritualmente. Parlando non imparo niente; ascoltando distintamente posso imparare molto. 6. Durante il giorno pensare alla presenza di Dio. I «tuoi occhi mi vedono, i tuoi orecchi mi sentono. Se vado fino all'estremo del mondo lì Tu sei, mio Dio. Se mi nascondo nella più tremenda oscurità, lì la tua luce mi vede come se fosse di giorno», (Salmo 138). «Il Signore pagherà ad ognuno secondo le sue opere. Ognuno dovrà presentarsi davanti al Tribunale di Dio per dargli conto di quello che ha fatto, delle cose buone e delle cose brutte» (San Paolo). 7. Ogni notte, prima di coricarmi farò l'Esame del Giorno: ricorderò se incominciai la mia giornata raccomandandomi a Dio. Se durante le mie occupazioni mi ricordai molte volte di Dio per offrirgli le mie azioni, pensieri, parole e sofferenze. Se tutto quello che ho fatto oggi è andato per amore al buon Dio. Se ho trattato bene le persone. Se non ho cercato nei miei lavori e parole di piacere al mio amore proprio e al mio orgoglio, bensì di piacere a C'è qui un dettaglio interessante: per 19 anni il suo esame particolare lo farà circa il cattivo genio, quel difetto tanto forte che è la sua inclinazione ad arrabbiarsi. Quando già vescovo e meravigliosamente gentile e buono, qualcuno gli domanda che cosa ha fatto per arrivare a tanto alto grado di dominio di se stesso, risponderà: «Per 19 anni, giorno per giorno mi sono interrogato accuratamente circa il mio proposito di non trattare con asprezza nessuno». È come un 'eco di quell'insegnamento del Kempis: «Se ogni anno attacchi seriamente uno dei tuoi difetti, arrivi alla santità». 2 Questa è una Promessa che fece alla Santissima Vergine in un momento di gran affanno e per tutta la vita la compì esattamente. Ma più tardi dirà ai suoi discepoli che non facciano mai questo genere di promesse per tutta la vita, perché possono portare angoscia. Fare propositi sì, ma promesse no. 1 5 Dio e di fare del bene al prossimo. Se ho saputo fare qualche piccolo sacrificio. Se mi sono sforzato per essere fervoroso nel discorso. E chiederò perdono al Signore per le offese che gli ho dato in questo giorno; farò il proposito di diventare migliore d'ora in poi; e supplicherò al cielo che mi conceda forza per essere sempre fedele a Dio; e pregando le mie tre Ave Maria, mi arrenderò pacificamente al sonno. Padova, 1589 Regolamento di vita scritto da Giovanni Bosco il giorno della vestizione Dopo quella giornata io doveva occuparmi di me stesso. La vita fino allora tenuta doveva essere radicalmente riformata. Negli anni addietro non era stato uno scellerato, ma dissipato, vanaglorioso, occupato in partite, giuochi, salti, trastulli ed altre cose simili, che rallegravano momentaneamente, ma che non appagavano il cuore.Per farmi un tenore di vita stabile da non dimenticarsi, ho scritto le seguenti risoluzioni: 1. Per l’avvenire non prenderò mai più parte a pubblici spettacoli sulle fiere, sui mercati; né andrò a vedere balli o teatri. E per quanto mi sarà possibile non interverrò ai pranzi, che soglionsi dare in tali occasioni. 2. Non farò mai più i giuochi de' bussolotti, di prestigiatore, di saltimbanco, di destrezza, di corda; non suonerò più il violino, non andrò più alla caccia. Queste cose le reputo tutte contrarie alla gravità ed allo spirito ecclesiastico. 3. Amerò e praticherò la ritiratezza, la temperanza nel mangiare e nel bere; e di riposo non prenderò se non le ore strettamente necessarie per la sanità. 4. Siccome pel passato ho servito al mondo con letture profane, così per l'avvenire procurerò di servire a Dio dandomi alle letture di cose religiose. 5. Combatterò con tutte le mie forze ogni cosa, ogni lettura, pensiero, discorsi, parole ed opere contrarie alla virtù della castità. All’opposto praticherò tutte quelle cose anche piccolissime, che possano contribuire a conservare questa virtù. 6. Oltre alle pratiche ordinarie di pietà, non ometterò mai di fare ogni giorno un poco di meditazione ed un po’ di lettura spirituale. 7. Ogni giorno racconterò qualche esempio o qualche massima vantaggiosa alle anime altrui. Ciò farò coi compagni, cogli amici, coi parenti, e quando non posso con altri, il farò con mia madre. Queste sono le cose deliberate quando ho vestito l’abito chericale, ed affinché mi rimanessero bene impresse sono andato avanti ad un'immagine della Beata Vergine, le ho lette, e dopo una preghiera ho fatto formale promessa a quella Celeste Benefattrice, di osservarle a costo di qualunque sacrifizio. Domenico Savio il giorno della prima comunione « Ricordi fatti da me, Savio Domenico, l'anno 1849 quando ho fatto la prima Comunione essendo di 7 anni. 1. Mi confesserò molto sovente e farò la Comunione tutte le volte che il confessore me lo permetterà. 2. Voglio santificare i giorni festivi. 3. I miei amici saranno Gesù e Maria. 4. La morte, ma non peccati». 6 Alberto Marvelli (1918 – 1946) La sua regola/progetto di vita: Il silenzio è il mezzo ottimo per santificarsi, per non dire sciocchezze e commettere meno peccati, per abbassare l’orgoglio, esercitare l’umiltà e la pazienza e imparare a conversare con Dio. Devo assolutamente vincere i miei scatti d’impazienza, e usare invece con tutti un’amorevole pazienza e una carità ardente… Frenare la mia fantasia e tenerla costantemente alla realtà... Avere davanti alla mente sempre il pensiero di Gesù in Croce e l’esempio della sua vita. Studiare con continuità e assiduità ciò che devo, e con regolarità e metodo. Ampliare la mia cultura ogni qualvolta ne capiti l’occasione... Accettare il dolore come inviato dal Signore per provare la nostra fede e per affinare le nostre virtù morali... Alzarmi alla mattina il più presto possibile e all’ora che ho stabilito. Fare ogni mattina mezz’ora di meditazione senza mai tralasciarla, salvo casi imprevedibili. Mezz’ora al giorno di lettura spirituale e possibilmente anche di più. Ascoltare ogni mattina la S. Messa e accostarmi ai SS. Sacramenti, senza defezione, salvo anche qui motivi di forza maggiore. Confessarmi usualmente una volta la settimana e recarmi dal direttore spirituale molto spesso. Recitare giornalmente il S. Rosario e dire l’Angelus al suono del mezzogiorno e dell’Ave Maria. Questo in breve il programma della mia vita, a cui voglio attenermi da oggi, 22 settembre 1938.3 Prego il Signore con tutta l’anima che mi voglia aiutare a metterlo in pratica continuamente. Se dovessi mancare, Dio voglia che mi riprenda subito onde poter migliorare e dimostrare in tal modo a Dio la mia riconoscenza per quanto Egli fa per me continuamente, per il bene che mi ha voluto, per il dolore che ha sofferto per me. “Morire ma non peccare”… Il suo esame sulla regola/progetto di vita 23 agosto 1946. Come sono passati per me questi anni? Quali progressi ho fatto nella vita spirituale? Gli avvenimenti, i dolori, le sofferenze, i sacrifici, le gioie hanno saputo insegnarmi qualche cosa, hanno accresciuto la mia fede, la speranza, la carità? Sono progredito insomma, o sono rimasto staticamente fermo, o peggio, ho peggiorato? Voglio analizzare a fondo la vita di questi anni, l'attuale tenore spirituale, voglio fare un accurato e meticoloso esame di coscienza, necessario dopo tanto tempo. Voglio abituarmi di nuovo a riflettere, a pensare, a meditare, perché sento purtroppo che l'attività intensa di questi ultimi anni è andata a discapito della vita interiore, perché mi accorgo che penso poco, che medito poco, che tiro avanti così alla buona, per tradizione, per abitudine, per inerzia, per spinte esterne, sia nell'attività professionale e apostolica e politica e caritativa. Sento che i problemi che quotidianamente risolvo non sono frutto di un ripensamento interiore, di uno studio profondo, non sono infine una cosa sentita, sofferta, vissuta, amata, ma una normale, piatta, scialba espressione di una volontà qualunque. A forza di consentire, di cedere su qualche punto dei programmi di vita passata, di non approfondire per mancanza di tempo, dì voler abbracciare troppo, di voler dare lo spolvero a troppe cose, di volermi interessare di tutto, sto diventando un superficiale, uno che si lascia entusiasmare od abbattere da un discorso o da un articolo, una mezza cartuccia, uno che non ha le idee radicate, profonde, decise. Manco di costanza e di fermezza nei propositi, la volontà non risponde più come una volta, o forse non ha mai risposto a tono: abituarsi ad esercitare la volontà anche nelle piccole cose è sommamente utile; trascurare questo porta a conseguenze gravi. Non sento più entusiasmo sincero, duraturo per qualche opera, come 3 A 20 anni di vita. 7 sentivo per l'Azione Cattolica una volta. Pur dedicandomi a varie attività apostoliche, caritative, assistenziali, politiche non ho quello slancio che ci vorrebbe, sono un trascinato, lo sento, non un trascinatore, sono un rimorchiato che vive di rendita, per la bontà degli altri e per la fama immeritata di altri tempi. Vorrei lavorare qui, là, vorrei mettere a posto su e giù, ma all'atto pratico se non ricevo l'imbeccata non marcio. Tutte le idee vengono dagli altri, io sembra che faccia tutto e faccio niente, figuro un attivo, degno di essere additato ad esempio, e giro a vuoto, brancolando qua e là come un mulino a vento, senza concludere. Non dò un tono alle mie attività, mi sembrano estranee, pur essendo desideroso di vivere per esse. Forse è il troppo lavoro professionale, le preoccupazioni materiali presenti e dell'avvenire? Sì, certo, influiscono non poco, ma è sempre e rimane mia la colpa dì questo stato di cose. Più volontà ci vuole, più serietà, più costanza, più studio, più raccoglimento, più meditazione. Qui casca l'asino, è inutile pretendere di voler farsi santi, di voler essere apostoli, di apparire attivi lavoratori se non si medita, se si corre dietro ad ogni pensiero anche frivolo, se non si è capaci di imporsi un più vivo raccoglimento, un senso critico (buono) di osservazione, un'autonomia di riflessione nell'esame dei problemi, una sensibilità viva per tutti quei fenomeni spirituali, politici, sociali, religiosi che si verificano intorno a noi. 8 3. COSTRUIRE – La Personale Regola di Vita (PRV) Capire CHI SONO!!! Scontato, banale, superficiale? Non credo!!! In tutto quello che facciamo, cerchiamo di far venire fuori la nostra identità più vera: i nostri doni, le nostre capacità, ciò che gli altri dicono di noi, i nostri sogni, desideri, insieme ai nostri limiti, alle nostre debolezze, alle nostre fragilità, alle nostre ferite, tutto questo mettiamo in circolo ogni giorno e dice magari in modo confuso: “CHI SONO”, primo gradino della nostra torre, diventa piano piano CHI VOGLIO ESSERE e in chiave della nostra fede CHI SONO CHIAMATO AD ESSERE. Una PERSONALE REGOLA DI VITA Vediamo di chiarirci meglio di che cosa e soprattutto come è possibile attuarla per passare dalle parole ai fatti: Anzitutto si parla di PERSONALE Il cammino che state percorrendo è un cammino di gruppo, svolto a suo tempo all’interno di una casa salesiana e ancora all’interno di una comunità più grande che è la Chiesa: e questo è importante! Ma questo non può far venire meno la dimensione personale, che certamente anche voi state scoprendo come sempre più centrale per la vostra vita. La fase del “gruppo” come luogo in cui trovare conferme e rifugio sta facendo spazio ad una nuova realtà: quella personale, quella che vuole scoprire le proprie possibilità, capacità, attitudini che nessun altro mi può dare o dire! E che mi permetterà NON SOLO DI PRENDERE dal gruppo, ma anche di DARE nella mia originalità e unicità. Poi si parla di REGOLA Senza regole, senza un ordine nelle cose, senza priorità la nostra vita si perde e disperde. Una regola che però non diventa “incasellamento”, ma strada verso la libertà e la verità della mia vita. Regola espressioni di libertà e di verità. Perché è regola di VITA. Cioè un atteggiamento, uno stile che coinvolge tutta la vita. Un rischio che possiamo correre nel nostro cammino di fede è quello di separare la dimensione spirituale da quella umana, affettiva, fisica, psicologica. Ma non è così che Gesù ci ha insegnato: la sua incarnazione è stato il segno del suo desiderio di prendere tutta la nostra umanità, senza lasciare fuori niente. Attenzione: una regola per la vita e non una vita per la regola!!! Avere una regola di vita è una opportunità che ogni persona, giovane e adulto, dovrebbe darsi, proprio per raggiungere quel CHI SONO e quel COME POSSO ESSERE AL MEGLIO CIÒ CHE SONO. Per i cristiani, questo obiettivo si inserisce in un progetto che supera le nostre capacità e i nostri metri. Perché significa ENTRARE NEL PROGETTO DI DIO, entrare, scoprire il modo in cui Dio ha pensato alla mia vita, alla mia più piena realizzazione in Lui. Scoprire, per usare una parola tanto inflazionata e spesso non capita la mia vocazione, il mio modo unico e irripetibile di amare con tutta la mia persona. Darsi una regola di vita diventa allora PRENDERSI CURA di alcuni aspetti fondamentali della propria vita, che possono “ordinare” e fare luce su tutto il resto. 9 PRENDERMI CURA PRENDERMI CURA PRENDERMI CURA ELEMENTI FONDAMENTALI PER UNA REGOLA DI VITA DI ME STESSO: -Imparare ad ascoltarsi, darsi del tempo in cui riflettere su ciò che si sta vivendo e sul come si sta vivendo (le mie emozioni, i miei stati d’animo, le mie paure, i miei desideri, i miei sogni, le mie fatiche). La via è quella del silenzio per rileggere, trovare senso, orientarsi. - Fare bene ciò che sono chiamata a fare oggi: pensare al futuro è bello e importante, ma quello che mi è chiesto oggi è il “compito” che il Signore mi affida in modo unico… evitiamo la dispersione. -Imparare a rispettarsi con equilibrio (soprattutto nel fisico, che tante volte trattiamo come qualcosa di diverso da noi, che deve stare ai nostri ritmi, come se fosse un oggetto, ma neppure idolatrarlo con eccessiva cura al punto da essere il nostro primo comandante). L’equilibrio è l’indicatore -Imparare a volersi bene in tutto ciò che costituisce la mia vita: o la propria storia passata, familiare e di amicizie o il proprio corpo o il proprio carattere e modo di fare. La verifica è data dalla riconoscenza. DELLE RELAZIONI: Siamo nati da una relazione… la nostra vita è relazione. Dentro questa scopriamo molto di noi: gli altri diventano come uno specchio che ci rivela il nostro vero volto. E allora anche questo diventa un ambito importante da curare: Acquistare uno sguardo pieno di riconoscenza verso le nostre relazioni quotidiane… imparare che nulla è scontato… nessuno è un caso, ma da ogni incontro piccolo, ordinario, posso imparare qualcosa… Per crescere dalla gratitudine verso la gratuità imparare a dare agli altri il giusto spazio rispetto alla mia vita; individuando se ci sono relazioni che mi ostacolano, che mi legano senza libertà, mentre altre mi fanno essere me stesso. Curare la sfera dell’affettività valorizzata e non banalizzata. L’amore è il motore della vita!!! DELLA REALTÀ in cui si è inseriti: …non siamo isole! E non possiamo vivere come tali! La realtà in cui siamo inseriti è parte di noi. _ L’ascolto della lettura di ciò che accade intorno a me: dal mondo (telegiornale, quotidiano) al mio abbiente (parrocchia, casa salesiana, oratorio). _ Le realtà di povertà (materiale o anche spirituale e umana) che mi stanno di fronte: cosa dicono alla mia vita, come mi interpellano, quale il mio contributo. _ il quotidiano impegno: lavoro o studio: un lasciarsi vivere o un protagonismo che contagia. PRENDERMI CURA DEL RAPPORTO CON IL SIGNORE (qui posizionato all’ultimo posto, ma nella realtà è quello che dà senso al resto) Il nostro rapporto con il Signore è chiamato ad illuminare tutto il resto e in modo ancora più speciale, è nello scoprire la presenza di Dio nella mia vita, nello scoprire il suo amore per me (passaggio non scontato, al quale siamo chiamati) che riscopro la mia vita come un Suo progetto che tende a realizzarsi in una scelta di vita concreta (il matrimonio, la vita consacrata, il sacerdozio) come 10 espressione del mio modo di amare e come modo di vivere in pienezza la mia fede, a servizio degli altri! Anche in questo caso si parla di una relazione: come una relazione umana quella con il Signore ha bisogno di essere approfondita, verificata, alimentata, resa visibile. APPROFONDITA attraverso la preghiera personale, momento privilegiato per riguardare alla propria vita alla luce della Parola di Dio; il Vangelo in particolare è la Parola che il Signore consegna alla tua vita per aiutarti a riconoscere la Sua presenza nella tua quotidianità e ti indichi il sentiero da percorrere. VERIFICATA, con costanza e fedeltà con una guida spirituale a cui puoi affidarti e che possono aiutarti a riconoscere la Sua presenza nella tua vita e far chiarezza, nella complessità, sulla Volontà di Dio per te. ALIMENTATA attraverso una partecipazione sempre più piena ai sacramenti, specie l’Eucaristia e il Sacramento della riconciliazione, in cui si è immersi nell’amore e nella misericordia gratuita di Dio. RESA VISIBILE attraverso un modo nuovo di stare con gli altri, di vivere le relazioni, di guardare alla realtà, sentendo la responsabilità per quanto succede intorno a te, sentendoti interpellato a metterci del tuo attraverso il servizio e l’impegno in ciò che sei chiamato a vivere. Rischi… * Voler far tutto…e alla fine non si fa niente! * Troppo lavoro…manco mi ci metto! * Iniziare bene…e poi perdersi per strada, scoraggiarsi Modalità concrete di realizzazione – Come primo passo è importante ridirsi personalmente le motivazioni che spingono a cercare delineare il progetto personale. Avere chiara la motivazione, aiuta nei momenti in cui si fa più fatica a camminare! Scriverla! – In secondo luogo, nella riflessione personale e nella preghiera, individuare per ogni aspetto di quelli citati una modalità per camminare in questo anno che si apre: la ruota “più a terra” e che sento ho bisogno di curare di più. Scrivo sia l’ambito sia ciò su cui desidero impegnarmi. Individuo delle modalità concrete, (non vaghi desideri) realiste (non mete irraggiungibili) verificabili (posso verificare quotidianamente se sto compiendo ciò che mi ero prefissato). Tracciano con chiarezza il dove, il come, il quando. Tra i quattro aspetti ne identifico uno con cui partire. Attenzione al rischio del tutto che finisce presto! – Verifico se ho una persona con la quale confrontarmi! Se non c’è un passo importante è mettermi alla ricerca (a partire dalla preghiera perché la guida spirituale è un dono da chiedere prima di tutto al Signore e poi cercarlo). 11 Cura… Cura di sè Cosa Silenzio Dove Come Quando Oggi Equilibrio Grazie Cura della relazione Riconoscenza Non scontato Gratuità Libertà Affettività Cura della realtà Accadimenti Povertà Protagonismo Cura di… Dio Approfondita Verificata Alimentata Visibile 12