...

regola di vita

by user

on
Category: Documents
9

views

Report

Comments

Transcript

regola di vita
regola di vita
Per una…
1
0. Dipende… dall’IO
Nella stanza degli interrogatori della polizia
Joker:
Batman:
Joker:
Batman:
Joker:
Batman:
Joker:
Batman:
Joker:
La loro moralità, i loro principi sono solo uno stupido scherzo. Li mollano quando
cominciano i problemi. Sono bravi soltanto quando il loro mondo gli permette di
esserlo. Te lo dimostro. Quando le cose vanno male, queste persone civili e per
bene, si sbranano, tra di loro. Vedi io non sono un mostro, sono in anticipo sul
percorso.
Dov’è Denth
Tu hai tutte le tue regole. Pensi che ti salveranno?
Io ho una sola regola.
E allora la dovrai infrangere per vedere la verità.
Quale verità?
Che l’unico modo sensato di vivere è non avere regole? E stasera infrangerai la
tua unica regola
Ci sto pensando.
Ormai mancano solo alcuni minuti e devi stare al mio giochino se vuoi salvare uno
di loro. Per un po’ prima ho pensato che fossi davvero Denth. Per come ti sei
lanciato dietro di lei.
Nella stanza dell’ospedale dove è ricoverato Denth ormai sfigurato
Joker:
Ciao!!! Sai io non voglio che ci siano dei rancori fra di noi, Arley. Quando tu e…
Denth:
Reichell
Joker:
Reichell venivate portati via, io ero seduto in gabbia da Gordon, non ho fatto
esplodere io quelle cariche!
Denth:
I tuoi uomini. Un tuo piano.
Joker:
Ti sembro davvero un tipo da fare piani? Lo sai cosa sono. Sono un cane che
insegue le macchine, non saprei cosa farmene se le prendessi. Io agisco e basta. La
mafia ha dei piani, la polizia ha dei piani, Gordon ha dei piani. Loro sono degli
opportunisti, opportunisti che cercano di controllare i loro piccoli mondi. Io non
sono un opportunista, io cerco di dimostrare agli opportunisti quanto siano patetici
i loro tentativi di controllare le cose. Quindi quando dico vieni qui,
Gli stringe con entrambe le mani la mano
che con te e la tua ragazza non c’era niente di personale, capisci che dico la verità.
Slega i polsi di Denth dal letto
Sono gli opportunisti che ti hanno messo dove sei. Anche Tu eri un opportunista.
Avevi dei piani, e guarda dove ti hanno portato
Denth si ribella e cerca di pestarlo
Io ho solo fatto quello che so fare meglio. Ho preso il tuo bel piano e l’ho ribaltato
contro di te. Guarda cosa ho fatto a questa città con qualche bidone di benzina e
un paio di pallottole. Ho notato che nessuno entra nel panico quando le cose
vanno secondo i piani. Anche se i piani sono mostruosi. Se domani dico alla
stampa che un teppista da strapazzo verrà ammazzato, o che un camion pieno di
soldati esploderà, nessuno va nel panico, perché fa tutto parte dei piani. Parte del
piano. Ma quando dico che un solo piccolo sindaco morirà allora tutti perdono la
testa
Estrae al pistola e la mette nelle mani di Denth
Se introduci un po’ di anarchia, se stravolgi l’ordine prestabilito. A questo punto
tutto diventa caos. Sono un agente del caos. Ma sai quel’è la cosa bella dei caos. È
equo.
(Tratto da Batman, Il cavaliere oscuro, 2008 di Christopher Nolan)
2
..o come sono relative le verità assolute.
Che il bianco sia bianco
e il nero sia nero
che uno e uno facciano due
perchè i numeri sono esatti...
Che il bianco sia bianco
e che il nero sia nero
che uno e uno siano due
Che la scienza dice il vero…
Dipende.
Dipende
Che qui siamo in prestito (=siamo di passaggio)
che oggi il cielo è nuvoloso,
che uno nasce e dopo muore,
e questo racconto è terminato...
come nuvole nell’aria
si nasce e poi si muore
Questa vita è straordinaria
Dipende, da che dipende,
tutto dipende a secondo di come lo guardi.
Da che punto guardi il mondo tutto dipende
Che con il passare del tempo
il vino si faccia buono,
che tutto quello che si alza si abbassa,
da giù a su e da su a giù...
Ma che bello è questo amore
specialmente in primavera
che domani sorge il sole
perché siamo in agosto…
Dipende.
Dipende.
Non ho mai vissuto niente che mi piaccia
come te
e non troverai nessuno
che ti ami come me…
Che tu non abbia conosciuto
nessuno che ti baci come me,
che non c'è nessun'altro uomo al mondo
che si beneficia di te...
Dipende.
Che voglia dirti di si
ogni volta che apri bocca,
che ti faccia molto felice
che oggi sia il giorno
del tuo matrimonio...
Dipende.
E se tu dirai di sì
con il suono della voce
mi vedrai come morir
inchiodato alla tua croce…
Dipende.
Dipende.
In balia di CHI
?
Dittatura dell’IO…
Non/Mi sento
Non/Ho Voglia
Non/Mi Piace
Non/Penso
E la realtà?
3
1. Le colonne
Mt 7,21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma
colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi
diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo
nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse
compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai
conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
24
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un
uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25Cadde la pioggia,
strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa
non cadde, perché era fondata sulla roccia. 26Chiunque ascolta queste mie parole
e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua
casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si
abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
4
2. I Testimoni
"Il progetto di vita del giovane Francesco di Sales"
Il giovane studente si rese conto che i pericoli per l'anima ed il corpo insidiano ad ogni
momento a chi vive in centri tanto pieni di gente, e con l'aiuto del suo Confessore il Padre
Possevino, e guidato per il suo libretto preferito, Il Combattimento Spirituale, si abbozzò un
programma di vita o Piano Spirituale per sapere come doveva comportarsi ogni giorno ed in
ogni occasione. Lo scrisse e lo leggeva frequentemente.
1. Ogni mattina fare l'Esame di previsione: che consiste nel pensare che
lavori, che riunioni, che conversazioni ed occasioni speciali si potranno
presentare in quel giorno e pianificare come comportarsi in ognuno di quei
momenti.
2. A mezzogiorno visitare il Santissimo Sacramento in qualche Chiesa e fare
l'Esame Particolare circa il mio difetto dominante, per vedere se sto
combattendolo e se sto tentando di praticare la virtù contraria a lui.1
3. Nessun giorno senza meditazione. Per mezz'ora mi dedico a pensare ai
favori che Dio mi ha concesso, alle grandezze e bontà di Nostro Signore, alle
verità che insegna il Sacra Bibbia o agli esempi ed insegnamenti dei santi.
Ed alla fine della meditazione scelgo qualche pensiero per girarlo a ricordare
durante il giorno e fare un breve proposito di come comporto in queste 12
ore.
4. Ogni giorno pregare il Sacro Rosario. Non smetterlo di pregare nessun
giorno della mia vita.2
5. Nel mio tratto con gli altri essere gentile ma moderato. Preoccuparmi
più di far parlare gli altri di quello che interessa loro che per parlare io.
Quello che dico lo so già. Ma quello che essi dicono può aiutarmi a crescere
spiritualmente. Parlando non imparo niente; ascoltando distintamente posso
imparare molto.
6. Durante il giorno pensare alla presenza di Dio. I «tuoi occhi mi vedono, i
tuoi orecchi mi sentono. Se vado fino all'estremo del mondo lì Tu sei, mio
Dio. Se mi nascondo nella più tremenda oscurità, lì la tua luce mi vede come
se fosse di giorno», (Salmo 138). «Il Signore pagherà ad ognuno secondo le
sue opere. Ognuno dovrà presentarsi davanti al Tribunale di Dio per dargli
conto di quello che ha fatto, delle cose buone e delle cose brutte» (San Paolo).
7. Ogni notte, prima di coricarmi farò l'Esame del Giorno: ricorderò se
incominciai la mia giornata raccomandandomi a Dio. Se durante le mie
occupazioni mi ricordai molte volte di Dio per offrirgli le mie azioni, pensieri,
parole e sofferenze. Se tutto quello che ho fatto oggi è andato per amore al
buon Dio. Se ho trattato bene le persone. Se non ho cercato nei miei lavori e
parole di piacere al mio amore proprio e al mio orgoglio, bensì di piacere a
C'è qui un dettaglio interessante: per 19 anni il suo esame particolare lo farà circa il cattivo genio, quel
difetto tanto forte che è la sua inclinazione ad arrabbiarsi. Quando già vescovo e meravigliosamente gentile e
buono, qualcuno gli domanda che cosa ha fatto per arrivare a tanto alto grado di dominio di se stesso,
risponderà: «Per 19 anni, giorno per giorno mi sono interrogato accuratamente circa il mio proposito di non
trattare con asprezza nessuno». È come un 'eco di quell'insegnamento del Kempis: «Se ogni anno attacchi
seriamente uno dei tuoi difetti, arrivi alla santità».
2 Questa è una Promessa che fece alla Santissima Vergine in un momento di gran affanno e per tutta la vita
la compì esattamente. Ma più tardi dirà ai suoi discepoli che non facciano mai questo genere di promesse per
tutta la vita, perché possono portare angoscia. Fare propositi sì, ma promesse no.
1
5
Dio e di fare del bene al prossimo. Se ho saputo fare qualche piccolo
sacrificio. Se mi sono sforzato per essere fervoroso nel discorso. E chiederò
perdono al Signore per le offese che gli ho dato in questo giorno; farò il
proposito di diventare migliore d'ora in poi; e supplicherò al cielo che mi
conceda forza per essere sempre fedele a Dio; e pregando le mie tre Ave
Maria, mi arrenderò pacificamente al sonno.
Padova, 1589
Regolamento di vita scritto da Giovanni Bosco il giorno della
vestizione
Dopo quella giornata io doveva occuparmi di me stesso. La vita fino allora tenuta doveva
essere radicalmente riformata. Negli anni addietro non era stato uno scellerato, ma
dissipato, vanaglorioso, occupato in partite, giuochi, salti, trastulli ed altre cose simili,
che rallegravano momentaneamente, ma che non appagavano il cuore.Per farmi un
tenore di vita stabile da non dimenticarsi, ho scritto le seguenti risoluzioni:
1. Per l’avvenire non prenderò mai più parte a pubblici spettacoli sulle fiere, sui
mercati; né andrò a vedere balli o teatri. E per quanto mi sarà possibile non
interverrò ai pranzi, che soglionsi dare in tali occasioni.
2. Non farò mai più i giuochi de' bussolotti, di prestigiatore, di saltimbanco, di
destrezza, di corda; non suonerò più il violino, non andrò più alla caccia. Queste
cose le reputo tutte contrarie alla gravità ed allo spirito ecclesiastico.
3. Amerò e praticherò la ritiratezza, la temperanza nel mangiare e nel bere; e di
riposo non prenderò se non le ore strettamente necessarie per la sanità.
4. Siccome pel passato ho servito al mondo con letture profane, così per l'avvenire
procurerò di servire a Dio dandomi alle letture di cose religiose.
5. Combatterò con tutte le mie forze ogni cosa, ogni lettura, pensiero, discorsi, parole
ed opere contrarie alla virtù della castità. All’opposto praticherò tutte quelle cose
anche piccolissime, che possano contribuire a conservare questa virtù.
6. Oltre alle pratiche ordinarie di pietà, non ometterò mai di fare ogni giorno un poco
di meditazione ed un po’ di lettura spirituale.
7. Ogni giorno racconterò qualche esempio o qualche massima vantaggiosa alle
anime altrui. Ciò farò coi compagni, cogli amici, coi parenti, e quando non posso
con altri, il farò con mia madre.
Queste sono le cose deliberate quando ho vestito l’abito chericale, ed affinché mi
rimanessero bene impresse sono andato avanti ad un'immagine della Beata Vergine,
le ho lette, e dopo una preghiera ho fatto formale promessa a quella Celeste
Benefattrice, di osservarle a costo di qualunque sacrifizio.
Domenico Savio il giorno della prima comunione
« Ricordi fatti da me, Savio Domenico, l'anno 1849 quando ho fatto la prima Comunione
essendo di 7 anni.
1. Mi confesserò molto sovente e farò la Comunione tutte le volte che il confessore
me lo permetterà.
2. Voglio santificare i giorni festivi.
3. I miei amici saranno Gesù e Maria.
4. La morte, ma non peccati».
6
Alberto Marvelli (1918 – 1946)
La sua regola/progetto di vita:
Il silenzio è il mezzo ottimo per santificarsi, per non dire sciocchezze e commettere meno
peccati, per abbassare l’orgoglio, esercitare l’umiltà e la pazienza e imparare a
conversare con Dio. Devo
assolutamente vincere i miei scatti d’impazienza, e usare invece con tutti un’amorevole
pazienza e una carità ardente…
Frenare la mia fantasia e tenerla costantemente alla realtà...
Avere davanti alla mente sempre il pensiero di Gesù in Croce e l’esempio della sua vita.
Studiare con continuità e assiduità ciò che devo, e con regolarità e metodo. Ampliare la
mia cultura ogni qualvolta ne capiti l’occasione...
Accettare il dolore come inviato dal Signore per provare la nostra fede e per affinare le
nostre virtù morali... Alzarmi alla mattina il più presto possibile e all’ora che ho
stabilito.
Fare ogni mattina mezz’ora di meditazione senza mai tralasciarla, salvo casi
imprevedibili. Mezz’ora al giorno di lettura spirituale e possibilmente anche di più.
Ascoltare ogni mattina la S. Messa e accostarmi ai SS. Sacramenti, senza defezione,
salvo anche qui motivi di forza maggiore. Confessarmi usualmente una volta la
settimana e recarmi dal direttore spirituale molto spesso. Recitare giornalmente il S.
Rosario e dire l’Angelus al suono del mezzogiorno e dell’Ave Maria.
Questo in breve il programma della mia vita, a cui voglio attenermi da oggi, 22 settembre
1938.3 Prego il Signore con tutta l’anima che mi voglia aiutare a metterlo in pratica
continuamente. Se dovessi mancare, Dio voglia che mi riprenda subito onde poter
migliorare e dimostrare in tal modo a Dio la mia riconoscenza per quanto Egli fa per me
continuamente, per il bene che mi ha voluto,
per il dolore che ha sofferto per me. “Morire ma non peccare”…
Il suo esame sulla regola/progetto di vita
23 agosto 1946. Come sono passati per me questi anni? Quali progressi ho fatto nella vita
spirituale? Gli avvenimenti, i dolori, le sofferenze, i sacrifici, le gioie hanno saputo
insegnarmi qualche cosa, hanno accresciuto la mia fede, la speranza, la carità? Sono
progredito insomma, o sono rimasto staticamente fermo, o peggio, ho peggiorato? Voglio
analizzare a fondo la vita di questi anni, l'attuale tenore spirituale, voglio fare un accurato
e meticoloso esame di coscienza, necessario dopo tanto tempo. Voglio abituarmi di nuovo a
riflettere, a pensare, a meditare, perché sento purtroppo che l'attività intensa di questi
ultimi anni è andata a discapito della vita interiore, perché mi accorgo che penso poco, che
medito poco, che tiro avanti così alla buona, per tradizione, per abitudine, per inerzia, per
spinte esterne, sia nell'attività professionale e apostolica e politica e caritativa. Sento che i
problemi che quotidianamente risolvo non sono frutto di un ripensamento interiore, di uno
studio profondo, non sono infine una cosa sentita, sofferta, vissuta, amata, ma una
normale, piatta, scialba espressione di una volontà qualunque. A forza di consentire, di
cedere su qualche punto dei programmi di vita passata, di non approfondire per mancanza
di tempo, dì voler abbracciare troppo, di voler dare lo spolvero a troppe cose, di volermi
interessare di tutto, sto diventando un superficiale, uno che si lascia entusiasmare od
abbattere da un discorso o da un articolo, una mezza cartuccia, uno che non ha le idee
radicate, profonde, decise. Manco di costanza e di fermezza nei propositi, la volontà non
risponde più come una volta, o forse non ha mai risposto a tono: abituarsi ad esercitare la
volontà anche nelle piccole cose è sommamente utile; trascurare questo porta a
conseguenze gravi. Non sento più entusiasmo sincero, duraturo per qualche opera, come
3
A 20 anni di vita.
7
sentivo per l'Azione Cattolica una volta. Pur dedicandomi a varie attività apostoliche,
caritative, assistenziali, politiche non ho quello slancio che ci vorrebbe, sono un trascinato,
lo sento, non un trascinatore, sono un rimorchiato che vive di rendita, per la bontà degli
altri e per la fama immeritata di altri tempi. Vorrei lavorare qui, là, vorrei mettere a posto
su e giù, ma all'atto pratico se non ricevo l'imbeccata non marcio. Tutte le idee vengono
dagli altri, io sembra che faccia tutto e faccio niente, figuro un attivo, degno di essere
additato ad esempio, e giro a vuoto, brancolando qua e là come un mulino a vento, senza
concludere. Non dò un tono alle mie attività, mi sembrano estranee, pur essendo
desideroso di vivere per esse. Forse è il troppo lavoro professionale, le preoccupazioni
materiali presenti e dell'avvenire? Sì, certo, influiscono non poco, ma è sempre e rimane
mia la colpa dì questo stato di cose. Più volontà ci vuole, più serietà, più costanza, più
studio, più raccoglimento, più meditazione. Qui casca l'asino, è inutile pretendere di voler
farsi santi, di voler essere apostoli, di apparire attivi lavoratori se non si medita, se si corre
dietro ad ogni pensiero anche frivolo, se non si è capaci di imporsi un più vivo
raccoglimento, un senso critico (buono) di osservazione, un'autonomia di riflessione
nell'esame dei problemi, una sensibilità viva per tutti quei fenomeni spirituali, politici,
sociali, religiosi che si verificano intorno a noi.
8
3. COSTRUIRE – La Personale Regola di Vita (PRV)
Capire CHI SONO!!!
Scontato, banale, superficiale? Non credo!!!
In tutto quello che facciamo, cerchiamo di far venire fuori la nostra identità più vera: i
nostri doni, le nostre capacità, ciò che gli altri dicono di noi, i nostri sogni, desideri,
insieme ai nostri limiti, alle nostre debolezze, alle nostre fragilità, alle nostre ferite, tutto
questo mettiamo in circolo ogni giorno e dice magari in modo confuso: “CHI SONO”,
primo gradino della nostra torre, diventa piano piano CHI VOGLIO ESSERE e in chiave
della nostra fede CHI SONO CHIAMATO AD ESSERE.
Una PERSONALE REGOLA DI VITA
Vediamo di chiarirci meglio di che cosa e soprattutto come è possibile attuarla per
passare dalle parole ai fatti:
Anzitutto si parla di PERSONALE
Il cammino che state percorrendo è un cammino di gruppo, svolto a suo tempo
all’interno di una casa salesiana e ancora all’interno di una comunità più grande che è
la Chiesa: e questo è importante!
Ma questo non può far venire meno la dimensione personale, che certamente anche voi
state scoprendo come sempre più centrale per la vostra vita. La fase del “gruppo” come
luogo in cui trovare conferme e rifugio sta facendo spazio ad una nuova realtà: quella
personale, quella che vuole scoprire le proprie possibilità, capacità, attitudini che nessun
altro mi può dare o dire! E che mi permetterà NON SOLO DI PRENDERE dal gruppo, ma
anche di DARE nella mia originalità e unicità.
Poi si parla di REGOLA
Senza regole, senza un ordine nelle cose, senza priorità la nostra vita si perde e disperde.
Una regola che però non diventa “incasellamento”, ma strada verso la libertà e la verità
della mia vita. Regola espressioni di libertà e di verità.
Perché è regola di VITA.
Cioè un atteggiamento, uno stile che coinvolge tutta la vita. Un rischio che possiamo
correre nel nostro cammino di fede è quello di separare la dimensione spirituale da
quella umana, affettiva, fisica, psicologica. Ma non è così che Gesù ci ha insegnato: la
sua incarnazione è stato il segno del suo desiderio di prendere tutta la nostra umanità,
senza lasciare fuori niente. Attenzione: una regola per la vita e non una vita per la
regola!!! Avere una regola di vita è una opportunità che ogni persona, giovane e adulto,
dovrebbe darsi, proprio per raggiungere quel CHI SONO e quel COME POSSO ESSERE
AL MEGLIO CIÒ CHE SONO.
Per i cristiani, questo obiettivo si inserisce in un progetto che supera le nostre capacità e
i nostri metri. Perché significa ENTRARE NEL PROGETTO DI DIO, entrare, scoprire il
modo in cui Dio ha pensato alla mia vita, alla mia più piena realizzazione in Lui.
Scoprire, per usare una parola tanto inflazionata e spesso non capita la mia vocazione, il
mio modo unico e irripetibile di amare con tutta la mia persona. Darsi una regola di vita
diventa allora PRENDERSI CURA di alcuni aspetti fondamentali della propria vita, che
possono “ordinare” e fare luce su tutto il resto.
9
PRENDERMI CURA
PRENDERMI CURA
PRENDERMI CURA
ELEMENTI FONDAMENTALI PER UNA REGOLA DI VITA
DI ME STESSO:
-Imparare ad ascoltarsi, darsi del tempo in cui riflettere su ciò che si sta vivendo
e sul come si sta vivendo (le mie emozioni, i miei stati d’animo, le mie paure, i
miei desideri, i miei sogni, le mie fatiche). La via è quella del silenzio per
rileggere, trovare senso, orientarsi.
- Fare bene ciò che sono chiamata a fare oggi: pensare al futuro è bello e
importante, ma quello che mi è chiesto oggi è il “compito” che il Signore mi affida
in modo unico… evitiamo la dispersione.
-Imparare a rispettarsi con equilibrio (soprattutto nel fisico, che tante volte
trattiamo come qualcosa di diverso da noi, che deve stare ai nostri ritmi, come se
fosse un oggetto, ma neppure idolatrarlo con eccessiva cura al punto da essere il
nostro primo comandante). L’equilibrio è l’indicatore
-Imparare a volersi bene in tutto ciò che costituisce la mia vita: o la propria
storia passata, familiare e di amicizie o il proprio corpo o il proprio carattere e
modo di fare. La verifica è data dalla riconoscenza.
DELLE RELAZIONI:
Siamo nati da una relazione… la nostra vita è relazione. Dentro questa
scopriamo molto di noi: gli altri diventano come uno specchio che ci rivela il
nostro vero volto. E allora anche questo diventa un ambito importante da curare:
Acquistare uno sguardo pieno di riconoscenza verso le nostre relazioni
quotidiane…
imparare che nulla è scontato… nessuno è un caso, ma da ogni incontro
piccolo, ordinario, posso
imparare qualcosa…
Per crescere dalla gratitudine verso la gratuità imparare a dare agli altri il giusto
spazio rispetto alla mia vita; individuando se ci sono relazioni che mi ostacolano,
che mi legano senza libertà, mentre altre mi fanno essere me stesso.
Curare la sfera dell’affettività valorizzata e non banalizzata. L’amore è il motore
della vita!!!
DELLA REALTÀ in cui si è inseriti:
…non siamo isole! E non possiamo vivere come tali!
La realtà in cui siamo inseriti è parte di noi.
_ L’ascolto della lettura di ciò che accade intorno a me: dal mondo (telegiornale,
quotidiano) al mio abbiente (parrocchia, casa salesiana, oratorio).
_ Le realtà di povertà (materiale o anche spirituale e umana) che mi stanno di
fronte: cosa dicono alla mia vita, come mi interpellano, quale il mio contributo.
_ il quotidiano impegno: lavoro o studio: un lasciarsi vivere o un protagonismo
che contagia.
PRENDERMI CURA
DEL RAPPORTO CON IL SIGNORE
(qui posizionato all’ultimo posto, ma nella realtà è quello che dà senso al resto)
Il nostro rapporto con il Signore è chiamato ad illuminare tutto il resto e in modo
ancora più speciale, è nello scoprire la presenza di Dio nella mia vita, nello
scoprire il suo amore per me (passaggio non scontato, al quale siamo chiamati)
che riscopro la mia vita come un Suo progetto che tende a realizzarsi in una
scelta di vita concreta (il matrimonio, la vita consacrata, il sacerdozio) come
10
espressione del mio modo di amare e come modo di vivere in pienezza la mia fede, a
servizio degli altri!
Anche in questo caso si parla di una relazione: come una relazione umana quella con il
Signore ha bisogno di essere approfondita, verificata, alimentata, resa visibile.
 APPROFONDITA attraverso la preghiera personale, momento privilegiato per
riguardare alla propria vita alla luce della Parola di Dio; il Vangelo in particolare è la
Parola che il Signore consegna alla tua vita per aiutarti a riconoscere la Sua presenza
nella tua quotidianità e ti indichi il sentiero da percorrere.
 VERIFICATA, con costanza e fedeltà con una guida spirituale a cui puoi affidarti e
che possono aiutarti a riconoscere la Sua presenza nella tua vita e far chiarezza, nella
complessità, sulla Volontà di Dio per te.
 ALIMENTATA attraverso una partecipazione sempre più piena ai sacramenti, specie
l’Eucaristia e il Sacramento della riconciliazione, in cui si è immersi nell’amore e nella
misericordia gratuita di Dio.
 RESA VISIBILE attraverso un modo nuovo di stare con gli altri, di vivere le relazioni,
di guardare alla realtà, sentendo la responsabilità per quanto succede intorno a te,
sentendoti interpellato a metterci del tuo attraverso il servizio e l’impegno in ciò che sei
chiamato a vivere.
Rischi…
* Voler far tutto…e alla fine non si fa niente!
* Troppo lavoro…manco mi ci metto!
* Iniziare bene…e poi perdersi per strada, scoraggiarsi
Modalità concrete di realizzazione
– Come primo passo è importante ridirsi personalmente le motivazioni che spingono
a cercare delineare il progetto personale. Avere chiara la motivazione, aiuta nei
momenti in cui si fa più fatica a camminare! Scriverla!
– In secondo luogo, nella riflessione personale e nella preghiera, individuare per ogni
aspetto di quelli citati una modalità per camminare in questo anno che si apre: la
ruota “più a terra” e che sento ho bisogno di curare di più. Scrivo sia l’ambito sia ciò
su cui desidero impegnarmi. Individuo delle modalità concrete, (non vaghi desideri)
realiste (non mete irraggiungibili) verificabili (posso verificare quotidianamente se sto
compiendo ciò che mi ero prefissato). Tracciano con chiarezza il dove, il come, il
quando. Tra i quattro aspetti ne identifico uno con cui partire. Attenzione al rischio
del tutto che finisce presto!
– Verifico se ho una persona con la quale confrontarmi! Se non c’è un passo
importante è mettermi alla ricerca (a partire dalla preghiera perché la guida
spirituale è un dono da chiedere prima di tutto al Signore e poi cercarlo).
11
Cura…
Cura di sè
Cosa
Silenzio
Dove
Come
Quando
Oggi
Equilibrio
Grazie
Cura della
relazione
Riconoscenza
Non scontato
Gratuità
Libertà
Affettività
Cura della
realtà
Accadimenti
Povertà
Protagonismo
Cura di… Dio
Approfondita
Verificata
Alimentata
Visibile
12
Fly UP